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A NAPOLI DAL 19 AL 21 GIUGNO
La SIARED al suo 4º Congresso Nazionale
D
opo il notevole successo
del 3º Congresso Nazionale, svoltosi a Napoli dal
9 all’11 dicembre 2005,
la SIARED propone il 4º Congresso annuale della Società che si rivolge a tutti
gli specialisti in anestesia, rianimazione, terapia del dolore, emergenza e a
quanti operano nelle specialità affini. Il
Congresso si svolgerà dal 19 al 21 giugno 2006 nella sede del Centro Congressi Città della Scienza a Napoli.
Il Congresso si propone di fornire ai
partecipanti un aggiornamento sugli
avanzamenti scientifici e culturali degli ultimi anni e di presentare le nuove vie che la ricerca scientifica e clini-
ca hanno intrapreso.
Da quest’anno, così come preannunziato durante lo scorso congresso, inizia la collaborazione con le Società
Scientifiche che lavorano in campi affini e ne sviluppano alcune peculiarità. Il primo incontro collaborativo avviene con la Società di Anestesia, Rianimazione Neonatale e Pediatrica Italiana, SARNePI, il secondo con il Club
Italiano di Anestesia in Ostetricia,
CIAO ed il terzo con la Società Italiana
Clinici del Dolore, SICD.
Il Congresso rappresenta l’occasione
d’incontro tra esperti nei vari settori e
per quanti operano in specifici contesti clinici, quali la sala operatoria, le
terapie intensive ed i centri di rianimazione, le cardiochirurgie, le neurochirurgie, i centri per il trattamento
del dolore acuto e cronico, le aree di
emergenza, ecc.
Il nuovo appuntamento congressuale
vuole confermare la presenza della
SIARED sulla scena scientifica nazionale ed internazionale, avendo ottenuto il riconoscimento a pieno titolo
di Società Scientifica affiliata alla Federazione Italiana delle Società Medico Scientifiche - FISM.
Il Congresso vuole svolgere un ruolo es-
WEEK END PRECONGRESSUALE A ISCHIA
il programma a pagina 7
GRAZIE DINO
Come tutti i sentimenti autentici
l’amicizia ha una sua dinamica,
non è mai acquisita una volta per
tutte! La devi coltivare, alimentare, metterla alla prova, esporla
ai rischi della competizione, della gelosia, dell’invidia. Si forma
poco per volta, sulla base del
principio di lealtà.
Che vita triste conducono coloro
che, non potendosi fidare di nessuno, finiscono per avere solo
degli alleati occasionali, dei
complici o dei succubi e sono
costretti a ingannare, a minacciare e a ricattare.
L’amicizia può appassire e spegnersi di fronte ai venti contrari e
quindi svanire, oppure fortificarsi nella reciproca comprensione,
nello scambio di esperienze comuni e di comuni progetti. Infine
trasformarsi in reciproco affetto
ed in profondo rispetto uno dell’altro.
A me e a Dino Masullo è accaduto tutto questo e il luogo dove è
nata la nostra amicizia è stato
l’Ospedale, ma dove è continuata e si è sviluppata sempre di più
è stata nell’AAROI, di cui egli era
il Tesoriere Nazionale.
In questi 10 anni si è formato un
gruppo, una famiglia di affetti e
di talenti in sintonia che è stato il
segreto del successo della nostra Associazione.
Tu insieme a noi ci hai messo la
faccia, la tua intelligenza, il tuo
carattere, le tue convinzioni, per
affrontare insieme le piccole e
grandi tempeste e per vincere le
grandi battaglie.
Hai vissuto l’impegno professionale e sindacale con spirito di
servizio, ispirando la tua azione
ai valori di rispetto, libertà e do-
vere verso gli altri.
Dino aveva 50 anni. Era nato in
provincia di Foggia e si era laureato in medicina e poi specializzato in anestesia e rianimazione a
Napoli e sempre a Napoli aveva
iniziato la sua carriera di medico
ospedaliero presso l’Ospedale
pediatrico Santobono. Spinto
dalla inesauribile voglia di fare,
aveva lavorato anche in altri
Ospedali della nostra città svolgendo attività in convenzione.
Era un professionista a tutto campo, con il senso profondo del dovere, il rispetto verso il paziente
ed una grande competenza in tutti i settori della nostra disciplina.
Lui passava senza problemi e
con estrema facilità da un neonato di 1 kg di peso ad un vecchio di 90 anni, da una gravidanza a rischio ad un obeso difficile
da intubare ed i colleghi chirurghi facevano a gara per averlo
nelle loro sale operatorie.
Aveva saputo conquistarsi stima,
rispetto ed altissima considerazione oltre che per le sue indi-
senziale per lo sviluppo futuro della nostra specialità nella sua interezza in Italia e per un confronto con le realtà internazionali europee ed extraeuropee.
Tutte le sessioni in cui si articola il Congresso sono state programmate in modo da fornire, accanto a letture magistrali, un approfondimento dei singoli
argomenti con ampia possibilità di interrelazione tra docenti e partecipanti,
cercando di superare il limite tra docente ed uditore in cui lo stimolo alla
discussione e alla partecipazione attiva
può essere inibito o limitato.
scusse capacità professionali,
per la serietà e la continuità del
suo impegno quotidiano e per la
sua grande disponibilità, che non
sono mai venute meno anche nei
giorni più difficili e drammatici.
Sembra quasi impossibile che
quella immensa vitalità, quella
grande capacità di lavoro, quella
sete di conoscenza, quell’inesauribile entusiasmo, siano improvvisamente venuti a mancare a
causa di un destino ineluttabile!
Pur sapendolo gravemente malato, si stentava a credere che la
morte avrebbe mai potuto fermare tanta incontenibile energia, tanta sincera generosità.
Mentre il suo corpo si arrendeva
giorno per giorno agli assalti della malattia, la morte è stata l’estrema consolazione per un uomo giusto con cui la vita giusta
non è stata.
Dino lascia un vuoto che sarà
difficile da riempire. Mancherà
moltissimo a sua moglie Giovanna, che in questi due anni e mezzo non lo ha lasciato un solo momento, mancherà a Matteo, suo
figlio, che continuerà a seguire
ed orientare in ogni momento
della sua vita, mancherà ai parenti e agli amici che gli volevano bene, mancherà ai colleghi
dell’AAROI, a cui lascia un ricordo incancellabile ed il rimpianto
di averlo perso quando poteva
dare ancora il meglio di sé.
Mancherà anche a me che avevo ottenuto il privilegio della sua
collaborazione, della sua amicizia e del suo affetto.
Da oggi nel cielo c’è una stella in
più!
Vincenzo Carpino
Come per gli anni passati, per ciascuna sessione e per ciascun seminario è
previsto il riconoscimento dei Crediti
Formativi da parte del Ministero della
Salute di cui sono state già avviate le
procedure di riconoscimento.
Nell’ambito del Congresso, come avvenuto negli anni scorsi a proposito di
altre indagini conoscitive nazionali,
verranno presentati i risultati dell’indagine svolta recentemente su “La
partoanalgesia in Italia”. L’indagine,
oltre ad avere una finalità informativa
su una realtà in continuo sviluppo,
Continua a pagina 7
IL PROGRAMMA
alle pagine 8 e 9
LA CONVENZIONE AAROI
A CONFRONTO
CON QUELLA DELLA SIAARTI
VALUTAZIONE COMPARATIVA FRA LE DUE COPERTURE ASSICURATIVE
R
ecentemente è stata diffusa
la Polizza del medico anestesista a tariffa convenzionata denominata “Convenzione Esclusiva ASSITA/SIAARTI 2006”.
Sembra opportuno, pertanto, svolgere
alcune valutazioni comparative fra le
due convenzioni oggi offerte agli anestesisti rianimatori italiani per valutare sia le differenti filosofie sottese all’intera impalcatura contrattuale che
caratterizza ciascuna delle Convenzioni, sia le “notevoli” differenze esistenti fra due Convenzioni per quanto attiene le rispettive condizioni di operatività e i relativi premi: differenze che
possono essere analizzate anche grazie allo specchietto esplicativo riportato a pagina 3.
Indisdettabilità del singolo
Come è noto, sin dall’origine l’AAROI
ha deciso di realizzare una convenzione assicurativa con alcuni requisiti
minimi che il Consiglio Nazionale ha
ritenuto indispensabili per poterla diffondere fra i soci. In tale prospettiva, il
primo requisito imposto all’assicuratore è stato quello di accettare l’inserimento nel contratto di una clausola
che prevede la indisdettabilità del
singolo collega: in altre parole, l’assicuratore non può (né potrà) escludere dalla copertura assicurativa il singolo anestesista anche a fronte di uno
o più sinistri, a meno che ci sia il consenso da parte della AAROI.
In caso contrario, non avrebbe senso
diffondere tramite l’Associazione una
Convenzione assicurativa che non sia
connotata da questo requisito di stabilità sul quale si evidenzia la principale
differenza esistente con le polizze offerte dal mercato assicurativo “tradizionale” in cui, come è noto, la disdet-
ta consegue ormai alla semplice ricezione di una lettera di richiesta danni
da parte di un avvocato (indifferentemente dal fatto che tale richiesta risulti fondata o meno) o di un avviso di
garanzia che coinvolge tutti i medici di
una Unità Operativa.
Questo requisito minimo di stabilità che
dovrebbe esprimere la forza contrattuale determinata dal gruppo non è presente nella convenzione SIAARTI in
cui si stabilisce, invece, la mera disdettabilità dell’assicurato a seguito di ogni
sinistro (art. 8).
Adesione del singolo
Tutti gli iscritti AAROI in regola con la
quota associativa possono aderire alla
polizza AAROI indipendentemente
dalla propria storia “assicurativa”.
Nella polizza SIAARTI, invece, si chiede di dichiarare se si sono ricevute richieste di risarcimento e per quale
importo, riservandosi la Compagnia
l’assenso per la presa in carico del rischio. Pensate a quel collega che riceve
una richiesta di risarcimento pretestuosa.
LA GESTIONE DEI SINISTRI:
Il Comitato Tecnico Scientifico
per lo studio della
Responsabilità Professionale
in Anestesia e Rianimazione
Un ulteriore requisito minimo richiesto all’assicuratore quale presupposto
indispensabile per la diffusione della
Convenzione all’interno degli iscritti
AAROI riguardava l’attribuzione alla
nostra associazione delle scelte fondamentali in materia di gestione dei sinistri. In altre parole, più volte nel corso
di questi ultimi anni si è avuto modo di
CONTINUA A PAGINA 3
2
I verbali delle riunioni
del Consiglio Nazionale dell’A.A.R.O.I.
sono a disposizione di tutti gli iscritti.
Pertanto si possono visionare
PRESSO LE SEDI NAZIONALI
DI ROMA E NAPOLI
E PRESSO I RECAPITI
DEI PRESIDENTI REGIONALI
SEDE NAZIONALE • Via XX Settembre, 98/E • 00187 Roma • Tel. 06.47825272 • Fax 06.47882016 • e-mail: [email protected]
PRESIDENTE NAZIONALE • Dott. VINCENZO CARPINO • Via E. Suarez, 12 • 80129 Napoli • Tel. 081.5585160 • Fax 081.5585161 • e-mail: [email protected]
Organo Ufficiale dell’A.A.R.O.I.
VICE PRESIDENTE NORD • Dott. GIANMARIO MONZA • Via C. Franchi, 120 • 21040 Cislago (Va) • Tel. e Fax 02.96409202 • e-mail: [email protected]
VICE PRESIDENTE CENTRO • Dott.MARCOCHIARELLO•ViaCav.diV.Veneto,34•62027S.SeverinoM.(Mc)•Tel.0733.633601•Fax0733.646140•e-mail:[email protected]
VICE PRESIDENTE SUD • Dott. MARIO RE • Via Michelangelo, 450 • 90135 Palermo • Tel. 091.6662927 • Fax 091.6662920 • e-mail: [email protected]
PRESIDENTE SIARED • Dott. GIUSEPPE MARRARO • Via Marco Polo, 55 • 20049 Concorezzo (Mi) • Tel. 039.6042128 • Fax 02.700404589 • e-mail: [email protected]
COORDINATORE UFFICIO ESTERI • Dott.ssa RAFFAELLA PAGNI • Via Zuccari, 6/A • 60129 Ancona • Tel. 071.33271 - 5962313 • Fax 071.5962310 • e-mail: [email protected]
SEGRETARIO • Dott. UMBERTO VINCENTI • Corso Garibaldi, 47 • 84123 Salerno • Tel. 089.223093 • Fax 081.8234797 • e-mail: [email protected]
Autorizzazione
Tribunale di Napoli
4808 del 18/10/1996
Direttore Responsabile
VINCENZO CARPINO
TESORIERE • Dott. LEONARDO A. C. MASULLO • Via E. Suarez, 12 • 80129 Napoli • Tel. 081.5585160 - 7415420 • Fax 081.5585161 • e-mail: [email protected]
ABRUZZO • Dott. Stefano MINORA • Via Galilei, 13 • 64015 Nereto (Te) • Tel. 0861.855371 • Tel. e fax 0861.810476 • e-mail: [email protected]
BASILICATA • Dott. Nicola SCACCUTO • Largo Mercato, 4 • 85057 Tramutola (Pz) • Tel. 0975.353750 • Fax 0975.612596 • e-mail: [email protected]
Vice Direttori
MARCO CHIARELLO
GIANMARIO MONZA
MARIO RE
CALABRIA • Dott. Guido MINUTO • Via S. Lucia al Parco, 6 • 89124 Reggio Calabria • Tel. 0965.28039 - 0982.977356 • Fax 0982.977270 • e-mail: [email protected]
CAMPANIA • Dott. Elio RECCHIA • Via E. Suarez, 12 • 80129 Napoli • Tel. 081.5585160 • Fax 081.5585161 • e-mail: [email protected]
EMILIA ROMAGNA • Dott.ssa Teresa MATARAZZO • Via De’ Romiti, 16 • 44100 Ferrara • Tel. 0532.769596 • Fax 0532.711453 • e-mail: [email protected]
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FELICE OCCHIGROSSI
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L’A.A.R.O.I. su INTERNET: www.aaroi.it
Il giornale è inviato gratuitamente
a tutti gli iscritti all’AAROI
Chiuso inRedazione il28aprile 2006
Tiratura: 10.000copie
Spedito il4maggio 2006
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per “percezione”? in caso di conflitto chi ne decide l’interpretazione? Se si tratta di un evento
grave verificatosi in ospedale è da considerare
percepito? Una incertezza definitoria estremamente preoccupante quando il singolo anestesista rianimatore si troverà a doversi confrontare
(da solo) contro il rifiuto di copertura da parte
dell’assicurazione.
Quanto alla “ultrattività”, la Convenzione
AAROI prevede che al termine del contratto assicurativo – esclusi i casi di cessazione dell’attività e
morte dell’Assicurato – esiste una copertura postuma di 12 mesi. Chi vuole uscire dalla copertura o dalla associazione gode, comunque, di una
copertura per un anno successivo alla sua uscita.
Se, invece, si tratta di cessazione dell’attività o di
morte dell’anestesista, in tal caso l’Assicurato (o
i suoi eredi) sarà automaticamente e gratuitamente garantito per i 24 mesi successivi al termine del contratto ed hanno la facoltà di estendere la garanzia ancora per ulteriori 12 mesi ri-
Continua dalla prima pagina
La convenzione AAROI a confronto con quella della SIAARTI
esporre quale sia la principale patologia esistente
in materia di responsabilità professionale medica: “... se un anestesista rianimatore è nei guai
è a causa di un collega (medico legale e/o anestesista) e se uscirà dai guai lo dovrà ad un altro anestesista rianimatore”. La definizione della responsabilità dipende dalle valutazioni mediche (le perizie) svolte dai colleghi.
Per “far luce” su questo fenomeno e per fornire
aiuto concreto ai colleghi in difficoltà, la AAROI si è
dotata di un Comitato tecnico scientifico per lo
studio della responsabilità professionale in anestesia e rianimazione (CTS). Un albo di esperti
nella disciplina selezionati su base regionale a disposizione dei soci che necessitano di aiuto.
Siccome con la Convenzione attivata l’interesse
della AAROI è lo stesso dell’assicuratore, tale
elenco di esperti è stato integralmente recepito
da quest’ultimo in sostituzione dei suoi “tradizionali” medici legali (non sempre in possesso
di una specialità in anestesia e rianimazione).
Anche di tutto questo non c’è alcuna menzione nella convenzione SIAARTI il cui art.14 in
materia di gestione delle vertenze prevede che
sarà la Società assicuratrice, qualora ne avrà interesse, a nominare (i suoi) legali e tecnici. Nel
depliant accompagnatorio si fa riferimento a legali esperti nella materia. Ma individuati da chi?
... dall’assicuratore. Quindi siamo al punto di
prima. Un’altra storia!
Durata del contratto
La convenzione SIAARTI permette di stipulare
polizze quinquennali. I certificati AAROI sono
annuali ma da tre anni non mutano nei premi
(anzi dal 2006 è stata aggiunta con lo stesso
esborso anche la polizza di tutela legale). La
Convenzione AAROI è un contratto “vivo” che
viene adeguato in ogni momento alle mutate
esigenze. La Convenzione SIAARTI con polizze
quinquennali garantisce la possibilità di variazioni? E a quali condizioni economiche?
Altre disposizioni contrattuali
Fuori dalle filosofie sottese alla Convenzione
AAROI (ed assolutamente assenti nella convenzione SIAARTI) passiamo a comparare le singole clausole contrattuali evidenziando le principali differenze.
Sul punto si evidenzia un diverso ambito territoriale: la Convenzione AAROI vale per le attività professionali svolte in tutto il mondo, esclusi i
territori di Canada U.S.A. e Messico mentre quella SIAARTI vale solo per le attività professionali
svolte in Italia ed in Europa.
Inoltre, le due convenzioni si differenziano anche per quanto attiene il rapporto con eventuali altre polizze operanti in caso di sinistro: la Convenzione AAROI prevede che l’assicurazione sia prestata a secondo rischio rispetto
ad altre coperture per il medesimo rischio, ma
agisce a primo rischio nel caso di non operatività
delle altre assicurazioni (anche quella dell’ente)
o di colpa grave, la convenzione SIAARTI, invece, prevede (art. 2) che l’assicurazione è prestata a secondo rischio rispetto ad altre coperture
per il medesimo rischio ed il massimale di tali
coperture viene considerato come franchigia
fissa anche nel caso di nullità, invalidità o
inefficacia totale o parziale delle altre assicurazioni e il successivo art. 16 (i, 2) statuisce che
in mancanza di copertura assicurativa dell’ente l’assicurazione è operante a primo rischio per la sola ipotesi di insolvenza del medesimo ente. Disposizioni che evidenziano ulteriormente quel sentimento di instabilità già espresso in precedenza esteso anche a tutti i casi
in cui vi sia “... nullità, invalidità o inefficacia
totale o parziale delle altre assicurazioni”.
Un altro aspetto molto importante nella definizione di una convenzione assicurativa in favore
di tutti gli iscritti è quello di non creare “vuoti di
copertura” prevedendo adeguate clausole che
disciplinino la “retroattività” (la copertura di
quanto accaduto prima della convenzione ma
non conosciuto dal medico) e la “ultrattività”
della copertura (quando si va in pensione o si
smette di lavorare).
Per quanto attiene la “retroattività” la convenzione AAROI prevede la copertura dei 24 mesi
antecedenti l’ingresso in copertura e, con riferimento alla conoscenza del sinistro, statuisce che
si intende conosciuta dall’assicurato solo da
quando questo riceve per la prima volta con la
“notifica” dell’atto giudiziario una richiesta di risarcimento danni.
La convenzione SIAARTI, invece, prevede una
retroattività di 3 anni: complimenti! Sorgono,
però, alcuni problemi in merito alla definizione
di “conoscenza dell’evento dannoso” in quanto
risulta dubbia la relativa formulazione. L’art.17,
infatti, stabilisce che la garanzia è prestata purché “l’Assicurato ... alla data di stipula ... non
abbia avuto percezione ... dell’esistenza dei
presupposti di responsabilità”. Cosa si intende
spetto ai 24 previsti, dietro il versamento di un
importo pari al 50% dell’ultimo premio in corso.
Nella Convenzione SIAARTI, invece, al termine
del contratto assicurativo, esclusi i casi di cessazione dell’attività e morte dell’Assicurato, non
esiste copertura postuma.
Nei casi di cessazione dell’attività o morte, l’Assicurato od i suoi eredi possono solo effettuare
una richiesta di attivazione di una copertura postuma per i cinque anni successivi al termine
del contratto, dietro il versamento di un importo
pari all’ultimo premio in corso.
Per quanto attiene la garanzia prestata per la
conduzione dello studio nella Convenzione
AAROI sono esclusi solo i danni cagionati da fuoriuscita di acqua per rotture volute dall’assicurato (non dovute ad un incidente), nella Convenzione SIAARTI, invece, tale garanzia prevede un
sottolimite del massimale (non opera completamente) ed esclude tout court i danni cagionati
da fuoriuscita di acqua per guasto o per rot- çç
Le due convenzioni a confronto
CLAUSOLA
MASSIMALI
E
PREMI
S.I.A.A.R.T.I.
A.A.R.O.I.
MEDICO DIPENDENTE
PRIMO RISCHIO
massimale (euro)
premio (euro)
500.000
1.460
1.000.000
1.660
1.500.000
1.860
massimale (euro)
750.000
LIBERO PROFESSIONISTA
massimale (euro)
premio (euro)
500.000
1.660
1.000.000
1.860
1.500.000
2.060
premi (euro)
Intramoenia
998
Extramoenia
1.496
Libero professionista
2.000
SECONDO RISCHIO
massimale (euro)
premio (euro)
1.000.000
144
DIRIGENTE RESPONSABILE
(ex Primario)
Aumento del 100%
Intramoenia 1.250
Extramoenia 1.460
OPERATIVITÀ
Art. 2: L’assicurazione è prestata a secondo rischio rispetto ad
altre coperture per il medesimo rischio ed il massimale di tali
coperture viene considerato come franchigia fissa anche nel
caso di nullità, invalidità o inefficacia totale o parziale delle altre
assicurazioni.
Art.16 i) 2): in mancanza di copertura assicurativa dell’ente
l’assicurazione è operante a primo rischio per la sola ipotesi di
insolvenza del medesimo ente.
L’assicurazione è prestata a secondo rischio rispetto ad altre coperture per il medesimo rischio, ma agisce a primo rischio nel caso di
non operatività delle altre assicurazioni (anche quella dell’ente) o in
caso di rivalsa (colpa grave) da parte dell’ente.
RETROATTIVITÀ
Retroattività: 3 anni. La definizione di conoscenza dell’evento
dannoso è dubbia poiché l’art.17 stabilisce che la garanzia è
prestata purché “l’Assicurato…alla data di stipula…non abRetroattività: 2 anni. La conoscenza dell’evento, ossia il sinistro, corbia avuto percezione…dell’esistenza dei presupposti di rerisponde alla richiesta di risarcimento presentata per la prima volta
sponsabilità”. Sarebbe stato opportuno approfondire il conall’Assicurato.
cetto di “percezione” per evitare che l’Assicuratore consideri
come prima conoscenza del sinistro l’evento stesso, se di
grande rilevanza.
DISDETTABILITÀ
Disdettabilità dell’Assicurato a seguito di ogni sinistro.
Disdettabilità dell’Assicurato solo previo assenso dell’AAROI.
Al termine del contratto assicurativo, esclusi i casi di cessazione dell’attività e morte dell’Assicurato, non esiste copertura postuma. Nei casi di cessazione dell’attività o morte,
l’Assicurato od i suoi eredi possono effettuare richiesta di attivazione di una copertura postuma per i cinque anni successivi al termine del contratto, dietro il versamento di un importo pari all’ultimo premio in corso.
Al termine del contratto assicurativo, esclusi i casi di cessazione dell’attività e morte dell’Assicurato, esiste una copertura postuma di 12
mesi.
Nei casi di cessazione dell’attività o morte, l’Assicurato od i suoi eredi
sono automaticamente e gratuitamente garantiti per i 24 mesi successivi al termine del contratto ed hanno la facoltà di estendere la garanzia per ulteriori 12 mesi rispetto ai 24 previsti, dietro il versamento
di un importo pari al 50% dell’ultimo premio in corso.
POSTUMA
TERRITORIO
L’Assicurazione vale per le attività professionali svolte in Italia L’Assicurazione vale per le attività professionali svolte in tutto il moned in Europa.
do, esclusi i territori di Canada U.S.A. e Messico.
CONDUZIONE STUDIO
La garanzia prestata per la conduzione dello studio prevede un
sottolimite del massimale.
Nella garanzia prestata per la conduzione dello studio sono Nella garanzia prestata per la conduzione dello studio sono esclusi i
esclusi i danni cagionati da fuoriuscita di acqua per guasto o danni cagionati da fuoriuscita di acqua per rotture non accidentali.
per rottura di impianti idrici, igienici, di riscaldamento, tecnici, a carico dell’Assicurato.
TUTELA GIUDIZIARIA
La Polizza non presenta alcun massimale e, perciò, dovrebbe
garantire interamente le spese legali a carico dell’Assicurato.
Tuttavia il dubbio sulla correttezza del testo contrattuale sorge con la lettura dell’art.5, il quale stabilisce che “I costi inerenti ai legali e ai tecnici nominati dalla Società restano a cari- Viene concessa la libera nomina del legale e del perito. Le spese legali
co della medesima anche oltre il massimale previsto in poliz- sono garantite fino al massimale di 26.000 Euro, senza scoperti o
za.” A fronte di tale norma contrattuale sarebbe lecito aspet- franchigie.
tarsi un massimale previsto per la libera nomina del legale da
parte dell’Assicurato, ma, come già affermato, non appare alcun importo limite. Esiste invece (nel caso di libera nomina)
una franchigia di 270 Euro per sinistro.
4
çç tura di impianti idrici, igienici, di riscaldamento, tecnici, a carico dell’Assicurato.
Quanto ai massimali coperti, la Convenzione
AAROI prevede un massimale unico per un ammontare di € 1.750.000 mentre quella SIAARTI
prevede tre opzioni: € 500.000, € 1.000.000 e €
1.500.000.
A fronte di una così diversa impostazione delle
due convenzioni ed avendo evidenziato le differenze esistenti fra i due articolati occorre porre
l’attenzione ai premi richiesti ai rispettivi soci:
considerando l’elevato massimale offerto dalla
Convenzione AAROI (€ 1.750.000) siamo obbligati a comparare il relativo premio con quello
più vicino fra le opzioni previste dalla convenzione SIAARTI: quella da € 1.500.000. In tal caso:
Il medico anestesista rianimatore dipendente che aderisce alla AAROI avrà una coper-
tura per € 1.750.000 versando complessivamente € 1.142 (se in intramoenia: € 998 di primo rischio + € 144 di secondo rischio) o €
1.640 (se in extramoenia: € 1.496 di primo rischio + € 144 di secondo rischio);
se invece aderisce alla Convenzione SIAARTI
dovrà versare € 1.860 per avere un massimale
di € 1.500.000;
una differenza di € 718 (se in intramoenia)
o di € 220 (se in extramoenia);
Il dirigente responsabile (o direttore di dipartimento) che aderisce alla Convenzione
AAROI avrà una copertura per € 1.750.000 versando complessivamente € 1.394 (se in intramoenia:
€ 1.250 di primo rischio +€ 144 di secondo rischio) o, € 1.640 (se in extramoenia: € 1.496 di
primo rischio +€ 144 di secondo rischio);
se invece aderisce alla Convenzione SIAARTI
Eletti i nuovi vertici della FISM
Cambio della guardia ai vertici della Federazione delle Società Medico Scientifiche
Italiane.
L’esecutivo della Federazione, il 22 marzo
scorso, ha eletto come presidente Pasquale Spinelli, già vicepresidente della FISM,
nonché direttore dell’Unità di endoscopia
dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano.
Affiancherà Spinelli, in qualità di vicepresidente della Federazione, Claudio Cricelli, presidente della Società Italiana di Medicina Generale. Giorgio Walter Canonica, presidente della Società Italiana di
Medicina Respiratoria, e Carlo Signorelli,
presidente dalla Società Italiana di Igiene, Medicina Preventiva e Sanità Pubblica sono stati eletti rispettivamente segretario e tesoriere della Federazione.
“Il Consiglio direttivo ha dato prova di
grande compattezza – ha dichiarato il neopresidente – Posso affermare con soddisfazione che ora sono rappresentate
adeguatamente tutte le aree oggi cruciali
della medicina italiana. La FISM intende
portare le società scientifiche, che sono i
veri contenitori del sapere medico, grazie
al lavoro quotidianamente svolto dai loro
associati, ad occupare il ruolo che realmente gli spetta nella gestione della sanità e nella tutela della salute”.
Sulla stessa linea d’onda Cricelli: “Occorre un forte rilancio della comunità scientifica di questo Paese, di cui le società
scientifiche rappresentano l’elemento
portante. Le società scientifiche raccolgono più di 130mila medici, e rappresentano a livello nazionale ed internazionale
la garanzia scientifica della professione e
dell’appropriatezza dell’esercizio professionale”. E nel programma del nuovo direttivo FISM, ha annunciato Cricelli, è
prevista un’apertura immediata del confronto con le parti politiche, cioè il nuovo
Governo, Parlamento e Regioni: “Questo
allo scopo di definire compiutamente il
ruolo delle associazioni medico scientifiche nel nostro Paese e di portare a compimento il processo di accreditamento intrapreso già da tempo. La FISM vuole rilanciare tutti i temi propri della comunità
scientifica, a partire dal conflitto di interessi fino allo sviluppo della ricerca e alla
formazione medica”.
C’era una volta Ippocrate
I
Riceviamo e volentieri pubblichiamo
n questi anni ho assistito con un senso
di frustrante impotenza al progressivo
svilimento della professione medica,
troppo spesso sacrificata a logiche di potere politico ed a perverse e non sempre accettabili tesi di tipo economicistico.
Parliamo spesso di disagio medico, di Burn out,
molte cose sono state dette in modo scientificamente inoppugnabile, ma al di là delle statistiche
e dei dati, penso non vada dimenticato che la professione non è una entità astratta, ma è costituita
da uomini e donne con una loro dignità un loro
orgoglio, un loro patrimonio di sentimenti, di forza e di debolezze, persone che hanno scelto come
“mestiere” quello tutelare il benessere psico-fisico degli altri assumendosi tutte le responsabilità
che ciò comporta, ispirandosi a principi di eticità
ed impegnandosi a rispettare severe regole di
comportamento deontologico; Bene,queste persone, da tempo ed in modo pressante e purtroppo
vano chiedono che venga loro assicurata la possibilità di lavorare serenamente nell’interesse primario dei loro pazienti.
Già, serenamente. Parola magica, sogno utopico
con cui molti medici (ospedalieri , MMG , universitari, libero professionisti) si addormentano
per poi risvegliarsi e guardare in faccia una realtà
fatta di leggi, decreti ,circolari prodotte a ciclo
continuo a volte cervellotiche se non contraddittorie, una realtà fatta di frustrazioni per la mancanza di mezzi con cui lavorare, di turni estenuanti in reparto, di DRG da rispettare, di lotte
per strappare appuntamenti in tempi ragionevoli
da liste di attesa spesso irragionevoli, il tutto vivendo il disagio del paziente che rivendica servizi
e diritti di cui si sente espropriato proprio dalla
classe medica, schiaffati sulle prime pagine dei
giornali per colpe o delitti spesso inesistenti. Si è
addirittura coniato il termine “Malasanità” grosso calderone in cui, in modo spesso indiscriminato, finiscono i tanti innocenti e per fortuna i
pochi colpevoli. Realtà fatta anche di ansie per avvisi di garanzia che hanno colpito un collega od
una collega e che domani potrebbero colpire anche te per un errore di trascrizione o di compilazione della miriade di moduli, carte, rendiconti
etc. ideati e santificati dalla burocrazia.
Tra i virus che hanno lentamente infettato la nostra professione, diffondendosi subdolamente e
silenziosamente, attaccandone gli organi vitali,
indebolendone la capacità di reazione, trasformandola in una PROFESSIONE MALATA ce n’è
uno particolarmente pericoloso. Il nome di questo virus conosciuto da tempo, ma dotato di incredibili capacità di mutazione e di adattamento,
pur mantenendo inalterata la sua capacità distruttiva, è MAL- BUROCRAZIA.
La mal-burocrazia, al contrario della burocrazia,
strumento mal sopportato, antipatico ma funzionale al buon funzionamento del sistema, è figlia
di una politica sanitaria (intesa come governo della sanità) miope e nasce come strumento improprio per condizionare la nostra attività professionale, nel tentativo di controllare “ottimizzare
(sic)” le limitate risorse economiche a disposizione; è in definitiva una BUROCRAZIA inutile.
Personalmente ritengo che la soluzione
non passi né attraverso un’utopica abolizione della burocrazia né attraverso l’uso
sistematico della stessa, ma che si debbano fare delle scelte politiche oneste e coraggiose, ridando al medico la sua dignità
di professionista, sostenendolo nel suo
sforzo di mantenersi aggiornato, facendo-
dovrà addirittura versare € 3.720 per avere un
massimale di € 1.500.000;
una differenza di € 2.326 (se in intramoenia) o di € 2.080 (se in extramoenia);
Il “libero professionista”, infine, se aderisce
alla AAROI avrà una copertura per € 1.750.000
versando complessivamente € 2.144 (€ 2.000
di primo rischio + € 144 di secondo rischio);
se invece aderisce alla Convenzione SIAARTI
dovrà versare € 2.060 per avere un massimale
di € 1.500.000;
una differenza di premio a favore della
Convenzione SIAARTI di € 84,00 ma per un
massimale inferiore (€ 1.500.000,00 invece di € 1.750.000,00) e senza gli ulteriori
vantaggi della Convenzione AAROI.
Un’altra piccola notazione: il premio è diverso
se l’attività intramoenia è assicurata dalla struttu-
ra (altrimenti si è equiparati ad un “extramoenia”): ma il medico è certo di quanto gli garantisca la polizza della struttura (che spesso non legge)? E se la polizza della struttura non viene rinnovata o viene modificata? Che succede al medico
che, in buona fede, ha fatto una dichiarazione
sbagliata? Non viene coperto? Occhio!
Tutti questi sono i risultati concreti realizzati dalla
AAROI grazie all’impegno profuso dal Presidente
e dai Consiglieri Nazionali, nonché alla collaborazione fornita dai consulenti assicurativi della Willis: una sinergia di forze che insieme ha portato
ad un risultato fino a poco tempo fa inimmaginabile. In queste occasioni constatare il buon lavoro
svolto e fare i complimenti a tutti coloro che hanno creduto in questo progetto è d’obbligo.
Paolo d’Agostino
È Amedeo Bianco
il nuovo Presidente della FNOMCeO
La prima volta di un ospedaliero dopo molti anni
Amedeo Bianco è il nuovo Presidente della
Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO) per il
triennio 2006-2009.
Presidente dell’Ordine di Torino, 58 anni, napoletano di nascita, ma torinese di adozione,
dirigente dell’ANAAO, succede a Giuseppe
del Barone, dopo una lunga e tormentata fase di incomprensioni e di scontri all’interno
della Federazione.
È stato eletto all’unanimità dal Comitato
Centrale insieme a Maurizio Benato (Presidente dell’Ordine di Padova) che sarà Vice
Presidente, Roberto Lala (Vice Presidente
dell’Ordine di Roma) che sarà Segretario,
Claudio Cortesini (Presidente CaO dell’Ordine di Roma) che sarà Tesoriere, Salvatore
Onorati (Presidente dell’Ordine di Foggia)
che sarà Presidente del Collegio dei Revisori
dei Conti e Giuseppe Renzo, riconfermato alla Presidenza della Commissione Nazionale
dell’Albo degli Odontoiatri.
L’elezione di Bianco è stata accolta con favore dai sindacati medici, soprattutto per il fatto
che la nomina di un medico ospedaliero al
vertice della Federazione non si registrava da
moltissimi anni. Anche l’AAROI ha espresso
soddisfazione per l’elezione di Bianco che “ha
visto per la prima volta tutti i sindacati della
dirigenza medica (tranne la CGIL) votare
compatti per un collega che lavora da molti
anni in Ospedale. Questa unità di tutti i medici (anche dei medici convenzionati) ci lascia
ben sperare sul rilancio della Federazione,
lo sentire partecipe attivo del “vero governo” della sanità, ridandogli serenità nell’operare, gratificandolo economicamente
in modo equo e proporzionato alle responsabilità che si assume, rilanciando l’immagine di una sanità fatta da professionisti seri e motivati, punendo chi sbaglia,
premiando con il RISPETTO chi opera con
onestà e serietà.
Penso che al pari della serenità la Professione richieda rispetto; un rispetto che non ha bisogno
di prime pagine sui giornali, o di atti eclatanti ma
di quello che a me piace definire silenzioso apprezzamento per il mio lavoro e che trova la sua
massima espressione nella fiducia che il paziente mi accorda affidandomi la responsabilità di
condividere assieme a lui percorsi di vita spesso
pieni di sofferenza e di ansie.
Una fiducia che nasce dal Rispetto non solo del
mio sapere o dal mio saper fare ma anche dal
mio saper essere credibile come professionista e
come essere umano.
Sono stanco di parole come: “criticità da affrontare”, “percorsi di salute da costruire”, “obbiettivi di salute da raggiungere”, “DRG”, “LEA”, “note CUF”, “devolution”, “Budget da gestire”,
“punti percentuali” e quant’altro perché sino ad
ora si sono tradotte solo in altri moduli da scrive-
che negli ultimi tempi aveva perso un
po’ del suo prestigio”.
“È risultato vincente un grande progetto di unità della professione medica,
ha dichiarato Bianco. Obiettivo della
nuova squadra sarà procedere in maniera compatta per affrontare le prossime, imminenti scadenze e dare finalmente soluzioni unitarie ai veri problemi della professione: la riforma degli
Ordini, una maggiore integrazione tra
istituzioni, professioni e sistema formativo e rilancio dei valori deontologici, da intendersi anche come norma di
buona pratica clinica in grado di garantire appropriatezza, efficacia e sicurezza dei servizi resi ai cittadini”.
Ma Bianco non si ferma qui. “Per dare
una nuova linfa, egli prosegue, all’ordine dei camici bianchi bisogna dar vita
innanzitutto a un ordine moderno che
sia al passo con i tempi, tutelando i
medici sul fronte della sicurezza (affrontando, tra gli altri, il delicato tema
della malpractice) e intervenendo sul
fronte della formazione per migliorarla,
anche attivando una integrazione con
il mondo professionale”.
In un momento così complesso e difficile per la Sanità italiana siamo convinti che Bianco saprà affrontare e risolvere tutti i più delicati ed impegnativi temi all’ordine del giorno, nell’interesse della categoria.
re, rendiconti da compilare, firme e controfirme
per certificare di tutto e di più o per richiedere
ciò che già ci dovrebbe essere, insomma meccanismi perversi e complessi doppiamente perniciosi in quanto si traducono in un danno sia per
chi li subisce, che per il sistema che dovrebbero
governare. Di fatto spesso si traducono nello sviluppo di una medicina difensivistica che porta il
medico a evitare prestazioni ad alto rischio (anche burocratico) e dall’altro lo distraggono e gli
sottraggono tempo ed energie per fare ciò per cui
è pagato e per cui ha speso una vita ossia visitare,
aggiornarsi fare il medico insomma.
Leggo che il medico moderno deve essere un manager per poter gestire le risorse limitate a disposizione; Condivido ed accetto la responsabilità di
essere un Manager che gestisce con scienza e coscienza anche le risorse economiche, rigetto la logica che vuole fare di me, nascondendosi dietro
tale termine, uno strumento della politica ottusa
sulla sanità e del suo braccio operativo chiamato
Mal-burocrazia. No! Ed è un no detto con forza, io
non ci sto a fare il burocrate e rivendico la mia dignità di essere medico, eticamente vincolato ad
un giuramento in cui credo profondamente.
Dott. Mario Da Porto
Consigliere Ordine dei Medici
Provincia di Udine
5
CORSO ITINERANTE A.A.R.O.I.-S.I.A.R.E.D. ECM
Anno 2006
I MODULI
Modulo 1
(4 Crediti ECM)
L’EMODINAMICA VOLUMETRICA
NELLA PRATICA CLINICA
Carlo CAPRA
Sergio ARLATI – Giampaolo CASELLA
Roberto CERIANI – Nicolò PATRONATI
Marco PULICI
Modulo 2
(5 Crediti ECM)
UPDATE IN ANESTESIA-ANALGESIA
LOCO REGIONALE
NELLA PRATICA CLINICA
Peppino OPPEDISANO
Domenico MINNITI – Gianfranco ROCCA
Fortunato CAMINITI – Pietro FILICE
Pino PASQUA
SEDI E REFERENTI REGIONALI
PUGLIA – BASILICATA
KURSAAL S. LUCIA
Largo Adua
BARI (tutti i moduli)
TOSCANA
SALA DEL PELLEGRINO NOVO
Piazza Ospedale
PRATO (modulo 2)
Dott. Paolo FONTANARI
FIRENZE (moduli 3 e 1)
AUDITORIUM BANCA TOSCANA
Via Panciatichi
LOMBARDIA
Aula Magna A.O. NIGUARDA CA’GRANDA
Piazza Maggiore, 3
MILANO (moduli 3 e 1)
Dott. Carlo CAPRA
MILANO (modulo 2)
Aula Magna VILLA MARELLI
Viale Zara, 81
CAMPANIA
HOTEL DELLE TERME DI AGNANO
Via Agnano Astroni, 24
NAPOLI (tutti i moduli)
SARDEGNA
I PRESIDI E LE PROTESI RESPIRATORIE
IN RESPIRO SPONTANEO
E NELL’ASSISTENZA VENTILATORIA
INVASIVA E NON-INVASIVA
Vittorio ANTONAGLIA
Vincenzo CAMPANILE – Antonio FANTONI
Alberto PERATONER – Fulvia PILLER
Dott. Antonio TROIANO
HOTEL CARLO FELICE
Statale 131, Km 102 – Tramazza (OR)
ORISTANO (tutti i moduli)
VENETO – FRIULI VENEZIA GIULIA – TRENTO – BOLZANO
VICENZA (tutti i moduli)
PIEMONTE – LIGURIA
Dott. Giovanni Maria PISANU
Centro Congressi VIEST HOTEL
Strada Pelosa, 241 (Uscita autostrada Vicenza Est)
Dott. Flavio MICHIELAN
Aula Magna LICEO SCIENTIFICO “G. GALILEI”
Spalto Borgoglio, 49
ALESSANDRIA (moduli 1 e 2)
Dott. Gian Maria BIANCHI
GENOVA (modulo 3)
Aula di Ginecologia OSPEDALE SAN MARTINO
Largo Rosanna Benzi, 10
EMILIA ROMAGNA
Aula Magna Pad. “Tirozzi “ OSPEDALE BELLARIA
Via Altamura
BOLOGNA (tutti i moduli)
Modulo 3
(5 Crediti ECM)
Dott. Marcello DIFONZO
CALABRIA
GRAND HOTEL LAMETIA
Piazza Lametia
LAMETIA TERME (tutti i moduli)
SICILIA
Dott. Vito CIANNI
ALBERGO ATHENEUM
Via L. Giannettino, 4
PALERMO (tutti i moduli)
LAZIO – UMBRIA
Dott.ssa Teresa MATARAZZO
Dott. Emanuele SCARPUZZA
HOTEL MICHELANGELO PALACE
Viale della Stazione, 63
TERNI (modulo 2)
Dott. Luigi RINALDI
TERNI (moduli 1 e 3)
Sala Conferenze A.O. “S. MARIA”
Via Tristano di Joannuccio, 1
MARCHE – ABRUZZO – MOLISE
HOTEL CALABRESI
Lungomare C. Colombo (Isola Pedonale Rotonda)
SAN BENEDETTO DEL TRONTO (tutti i moduli)
Dott. Mario NARCISI
IL CALENDARIO
22 APRILE
27 MAGGIO
16 SETTEMBRE
BARI
modulo 1
NAPOLI
modulo 1
BARI
modulo 2
PRATO
modulo 2
ORISTANO
modulo 2
FIRENZE
modulo 3
MILANO
modulo 3
VICENZA
modulo 3
MILANO
modulo 1
14 OTTOBRE
11 NOVEMBRE
2 DICEMBRE
NAPOLI
modulo 2
BARI
modulo 3
NAPOLI
modulo 3
ORISTANO
modulo 3
FIRENZE
modulo 1
ORISTANO
modulo 1
VICENZA
modulo 1
MILANO
modulo 2
VICENZA
modulo 2
6 MAGGIO
10 GIUGNO
30 SETTEMBRE
ALESSANDRIA
modulo 1
PALERMO
modulo 1
ALESSANDRIA
modulo 2
BOLOGNA
modulo 2
TERNI
modulo 2
BOLOGNA
modulo 3
LAMETIA TERME
modulo 3
SAN BENEDETTO DEL TRONTO
modulo 3
LAMETIA TERME
modulo 1
28 OTTOBRE
25 NOVEMBRE
16 DICEMBRE
PALERMO
modulo 2
GENOVA
modulo 3
PALERMO
modulo 3
TERNI
modulo 3
BOLOGNA
modulo 1
TERNI
modulo 1
SAN BENEDETTO DEL TRONTO
modulo 1
LAMETIA TERME
modulo 2
SAN BENEDETTO DEL TRONTO
modulo 2
6
IL CORSO ITINERANTE DI AGGIORNAMENTO
SUL NUOVO CONTRATTO DI LAVORO
DEDICATO AI RAPPRESENTANTI AZIENDALI
Programma
12.00 – La tutela del dirigente medico
9.00 – Presentazione del Corso
Vincenzo CARPINO
Vincenzo CARPINO
12.45 – Dibattito
9.30 – Le fonti normative del nuovo CCNL
13.00 – Colazione di lavoro
Francesco LUCÀ
14.00 – La nuova retribuzione
10.15 – Dibattito
Marco CHIARELLO
10.30 – Pausa caffé
14.45 – Dibattito
11.00 – Nuove opportunità delle relazioni sindacali:
il Coordinamento Regionale
Alessandra DI TULLIO
15.00 – Tavola rotonda
“L’applicazione del nuovo Contratto di Lavoro
in azienda: il ruolo del Rappresentante sindacale”
16.30 – Chiusura del Corso
11.45 – Dibattito
Calendario
LOMBARDIA
Milano
A.O. Niguarda
4 marzo
SARDEGNA
Oristano
Hotel Caesar’s
18 marzo
TOSCANA
Montecatini Terme
Grand Hotel Vittoria
CAMPANIA
Napoli
A.O. Cardarelli
6 maggio
PUGLIA - BASILICATA
Bari
A.O. Policlinico
20 maggio
PIEMONTE - LIGURIA
Alessandria
Aula Congressuale
Associazione “Cultura e Sviluppo”
10 giugno
SICILIA
Palermo
Hotel Atheneum
9 settembre
MARCHE
ABRUZZO - MOLISE
San Benedetto del T.
Cinema Calabresi
23 settembre
LAZIO - UMBRIA
Roma
Pontificia Università Urbaniana
7 ottobre
VENETO
FRIULI VENEZIA GIULIA
Prov. di TRENTO
Prov. di BOLZANO
Vicenza
Centro Congressi Viest Hotel
28 ottobre
EMILIA ROMAGNA
Bologna
Istituti Ortop. Rizzoli
CALABRIA
Lametia Terme
Grand Hotel Lametia T.
1 aprile
11 novembre
2 dicembre
7
Continua dalla prima pagina
La SIARED al suo 4º Congresso Nazionale
tenta di proporre un dialogo tra quanti operano
attivamente e quotidianamente in questo settore
e tra quelli che se ne interessano in modo discontinuo od occasionale. La conoscenza della
realtà esistente in Italia potrà permettere di formulare un programma che miri a superare le attuali barriere e disuguaglianze di trattamento
esistenti. L’indagine è stata coordinata dalla
dr.ssa Adriana Paolicchi di Pisa con la
collaborazione di tutti i Delegati Scientifici,
membri del Consiglio Direttivo della SIARED, e
dei Presidenti Regionali dell’AAROI.
L’apertura ufficiale del Congresso avverrà nel
tardo pomeriggio di lunedì 19 giugno ed oltre al
saluto delle autorità si avrà, come nelle passate
edizioni anche quello del Presidente della Società Francese di Anestesia e Rianimazione, la
quale quest’anno partecipa quale società straniera ospite.
Le sessioni scientifiche avranno inizio alle ore
14:30 di lunedì 19 giugno e proseguiranno sino
a mercoledì 21 alle ore 13:30, ora in cui è prevista la chiusura dei lavori congressuali.
Il lunedì e il mercoledì prevedono due eventi
(rispettivamente uno di pomeriggio e l’altro di
mattina) composti ciascuno da una sessione
plenaria e da 3 sessioni parallele, mentre il
martedì prevede due eventi, uno al mattino ed
uno al pomeriggio, con le stesse modalità degli
altri due giorni.
Nella sessione plenaria verrà introdotto il tema
principale che verrà sviluppato nelle sessioni parallele seguendo specifiche linee di approfondimento. Le sessioni parallele, la partecipazione
alle quali sarà a numero limitato, lasceranno
ampio spazio alla discussione e forniranno la
possibilità di un confronto diretto tra relatori e
partecipanti.
Il martedì pomeriggio, quale ulteriore sessione
parallela accreditata, ci sarà anche un seminario
sul dolore cronico con il contributo scientifico
della SICD. Anche con questa Società inizia una
fase di collaborazione che si spera possa essere
sviluppata negli anni a venire.
Alle varie sessioni, e in particolare alle sessioni plenarie, parteciperanno relatori italiani e stranieri
esperti e qualificati per lo specifico argomento che
viene trattato. Nelle giornate in cui saranno presenti
relatori stranieri, che parleranno tutti in inglese, è
stata prevista la traduzione simultanea per favorire
al massimo la comprensione e la comunicazione.
Durante la prima giornata di Congresso un interesse particolare è stato riservato alle grandi
emergenze e alle catastrofi per cui sono stati invitati specialisti in materia sia italiani sia stranieri. Si avrà la possibilità di entrare nello specifico
delle grandi catastrofi umane, di quelle naturali
che spesso sono fuori dal controllo, cercando di
comprendere ciò che veramente è possibile fare,
evitando di cadere negli artifizi dettati dal bisogno dei media di fare clamore ed attrarre l’attenzione. Le sessioni parallele forniranno le esperienze a confronto maturate in Italia in campo
dell’emergenza a tutti i livelli, il trattamento del
politraumatizzato nell’adulto e nel bambino il
quale, per alcune particolari peculiarità, è più
fragile e più esposto ai danni maggiori derivanti
dai traumi, sessione, quest’ultima, che si svolge
con il contributo scientifico della SARNePI.
La mattina del martedì sarà affrontato il vasto
argomento dei trapianti d’organo visto non soltanto dal lato del reperimento di organi e quindi
del reperimento del donatore e del suo mantenimento, per il quale esiste già un progetto nazionale. Verrà anche svolta da parte degli esperti nel
settore un’analisi accurata sui reali risultati che
si possono ottenere, a breve e a lungo termine,
nel paziente trapiantato e sulla qualità di vita
dopo il trapianto.
Verranno presi in esame le realtà italiane esistenti, sia nell’ambito adulto sia nell’ambito pediatrico, al fine di fare il punto sull’evoluzione di
questo affascinante ambito operativo e su quanto acquisito e maturato negli ultimi anni.
Nelle sessioni parallele, oltre allo specifico settore
del paziente donatore d’organi, con particolare riferimento agli avanzamenti terapeutici realizzati
per il paziente in attesa del prelievo, verrà preso in
esame il trattamento pre, intra e postoperatorio
del trapiantato. Inoltre si affronteranno le peculiarità anestesiologiche soprattutto alla luce delle
maggiori richieste in campo chirurgico.
Nel pomeriggio di martedì verrà affrontato il tema
dell’assistenza anestesiologica al parto, in collaborazione con il CIAO. Verrà presentata la realtà
perinatale nei paesi in via di sviluppo, tra i quali
l’India emerge come modello rappresentativo per
i contrasti che si evidenziano nelle realtà locali in
seguito alla rapida crescita economica del Paese e
al suo nuovo ruolo nel contesto dell’economia
mondiale. Verranno anche affrontati i problemi
dell’aborto e delle conflittualità che caratterizzano l’opera degli anestesisti e la revisione delle
possibili indicazioni dell’anestesia locoregionale
e dell’anestesia generale nel taglio cesareo a rischio materno-fetale.
Le sessioni parallele spazieranno dalla teratogenicità degli anestetici impiegati nella madre
sul feto alle modalità di anestesia sicura per la
gravida non ancora al termine; dalla prevenzione e sicurezza nel blocco parto alla rianimazione
materno-fetale, con particolare riguardo alla
protezione del neonato prematuro estremo e alle sindromi materne che, nel caso in cui si realizzino, ancora oggi presentano elevati livelli di
morbilità e mortalità.
La mattina di mercoledì sarà dedicata al campo
specifico del paziente neurochirurgico e neurologico che coinvolge spesso gli anestesisti rianimatori che operano non solo specificamente nell’ambito ma anche quelli che ne vengono a contatto solo periodicamente. In modo particolare si
considerano i trattamenti intensivi possibili, le
nuove frontiere della neuroradiologia interventistica e i supporti necessari per un adeguato trattamento del paziente con danno neurologico di
competenza non neurochirurgica. Verrà fatta una
revisione organica delle possibilità esistenti, le
nuove possibilità di trattamento e i futuri indirizzi
sia nel trattamento del paziente acuto sia nel paziente cronico.
Ampi spazi sono stati destinati alla presentazione
delle Comunicazioni Libere e dei Poster. È questa
l’occasione per far conoscere la propria esperienza oltre che per mettere in luce realtà culturali ed
operative che per ristrettezze di mezzi restano isolate e spesso sconosciute. Tutti i poster accettati
saranno presentati in un apposito spazio espositivo presso il quale sarà anche possibile discutere
con gli Autori dei lavori.
Una ricca ed ampia zona espositiva è prevista vicino all’area Poster e potrà essere visitata facilmente da quanti parteciperanno al Congresso.
L’esposizione fornirà la migliore occasione per
valutare le nuove proposte del mercato e gli
avanzamenti tecnologici per il prossimo futuro.
Anche quest’anno è stato riservato un momento
particolare dedicato alla presentazione da parte
delle Aziende espositrici, di un loro dispositivo
leader e delle loro caratteristiche operative. Questo momento riteniamo sia utile per favorire un
maggior contatto tra gli operatori sanitari e i produttori di apparecchiature scientifiche, presidi
sanitari e farmaci di comune impiego.
Napoli all’inizio della stagione estiva speriamo
che completi l’opera di grande ospitalità che in
genere la caratterizza. La bellezza della natura
e dei monumenti storici di cui la città è ricca, il
carattere estroverso dei suoi abitanti e la mitezza del clima in questo particolare periodo dell’anno, fanno si che Napoli rappresenti sempre
un luogo ideale per un piacevole e sereno incontro sia all’interno dei lavori congressuali sia
nelle ore libere.
Invito tutti alla partecipazione, iscritti e non
iscritti alla SIARED, e ci proponiamo di assicurarvi il miglior benvenuto unito alla nostra più
cordiale ospitalità. L’apporto personale, scientifico o umano, di ogni partecipante potrà far si
che il Congresso continui ad essere un punto di
riferimento nazionale per gli specialisti della nostra disciplina.
Vi aspettiamo e in tanti a Napoli. Arrivederci.
Giuseppe A. Marraro
Weekend precongressuale a Ischia
Il Comitato Organizzatore del 4º Congresso Nazionale della
SIARED, che si svolgerà a Napoli dal 19 al 21 giugno 2006, ha ritenuto di fare cosa gradita a tutti coloro che si iscriveranno al Congresso programmando un Week End precongressuale presso
l’Hotel Villa Carolina di Forio d’Ischia.
Il costo per i tre giorni che precedono il Congresso, con arrivo a
Forio d’Ischia venerdì 16 giugno e partenza per Napoli lunedì 19
giugno, è di 80 euro al giorno per persona e comprende:
a) la sistemazione in camera doppia
b) la prima colazione
c) la cena
Per usufruire di questa offerta speciale bisognerà necessariamente iscriversi al Congresso.Per informazioni e prenotazioni rivolgersi a:
MALIGA ORGANIZZAZIONE EVENTI
Tel. 081.7678468 – Tel. e Fax 081.7282538 – e-mail: [email protected]
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Presidente
Abstract per Poster e Comunicazioni libere
Giuseppe Marraro
Umberto Vincenti
Il Congresso prevede la presentazione di contributi scientifici riguardanti l’Anestesia, la Rianimazione, l’Emergenza, il Dolore, la
Terapia Iperbarica e le Scienze affini.
Gli Abstract, per partecipare alla selezione dei lavori, da presentare
oralmente, devono giungere improrogabilmente entro il 30 aprile
2006 per motivi strettamente organizzativi (richiesta al Ministero della Salute di validazione della Sessione).
Gli Abstract, sia per le Comunicazioni libere che per i Poster, dovranno essere trasmessi a mezzo posta elettronica all’indirizzo: [email protected] redatti in modo conforme alle specifiche indicate
nel modulo disponibile on-line nel sito www.siared.it.
I contributi accettati come Poster dovranno avere le dimensioni di
cm 100 di base per cm 120 d’altezza e dovranno essere affissi, a cura degli Autori, negli appositi spazi numerati a partire dalle ore 13:00
del 19 giugno e dovranno essere rimossi al termine del Congresso.
Saranno accettati solo Abstract presentati da Autori regolarmente
iscritti al Congresso. Sono previste visite guidate alla presenza
degli Autori. L’accesso all’area Poster sarà possibile durante tutta
la durata del Congresso.
Comitato Scientifico
Traduzione simultanea
Gian Battista Anguissola - Cesare Arienta - Vincenzo Carpino
Enrico Croce - Antonio Fantoni - Antonino Gullo
Pasquale Mastronardi - Alberto Pesci - Nicola Pirozzi.
È previsto un servizio di traduzione simultanea durante le sessioni
con gli ospiti stranieri.
Vice Presidente
Vincenzo Carpino
Consiglieri
Tiziano Rosafio (Abruzzo) - Marcello Ricciuti (Basilicata)
Annibale Musitano (Calabria) - Marco Ingrosso (Campania)
Paolo Gregorini (Emilia Romagna)
Luciano Silvestri (Friuli, Venezia Giulia) - Nicola Pirozzi (Lazio)
Salvatore Palermo (Liguria) - Carlo Capra (Lombardia)
Raffaella Pagni (Marche) - Romeo Flocco (Molise)
Gian Maria Bianchi (Piemonte, Valle D’Aosta)
Gaetano Perchiazzi (Puglia) - Giovanni Maria Pisanu (Sardegna)
Emanuele Scarpuzza (Sicilia) - Adriana Paolicchi (Toscana)
Franco Auricchio (Prov. Bolzano) - Maurizio Azzolini (Prov. di Trento) - Alcide Moroni (Umbria) - Giampiero Giron (Veneto)
Segretario
Comitato Organizzatore
Elio Recchia - Benedetta Finelli - Giuseppe Galano - Mario Guariglia
Marco Ingrosso - Vittoriano L’Abbate - Roberto Mannella.
Coordinamento di Segreteria
Claudio Spada
Segreteria Organizzativa
Via XX Settembre, 98/E – 00187 Roma
Tel. 06 47825272 – Fax 06 47882016
e-mail: [email protected] - web: www.siared.it
Sede del Congresso
Centro Congressi – Città della Scienza – Napoli
Iscrizione
L’iscrizione al Congresso deve essere effettuata compilando in
ogni sua parte la scheda allegata da inviare a: Segreteria Nazionale S.I.A.R.E.D.-A.A.R.O.I. – Via XX Settembre, 98/E – 00187 Roma, unitamente alla copia del relativo bonifico bancario. Si ricorda che il 10 giugno 2006 scade il termine per la pre-iscrizione.
Dopo tale data sarà possibile iscriversi solo in sede congressuale.
Quote di iscrizione
Crediti ECM
Per i cinque eventi congressuali è stato richiesto al Ministero della
Salute l’accreditamento ECM per la figura professionale “Medico”
disciplina di riferimento “Anestesia e Rianimazione”.
La scelta degli eventi ECM della corrispondente sessione a
cui partecipare dovrà essere effettuata utilizzando la scheda
di iscrizione allegata al programma e scaricabile dai siti
www.aaroi.it e www.siared.it.
Per accedere alle sale in cui si svolgono gli eventi ECM bisognerà
utilizzare la Smart Card AAROI.
Per i Colleghi non in possesso della Smart Card AAROI è previsto il
rilascio di una card provvisoria da ritirare presso la Segreteria e da
restituire al termine dei lavori congressuali.
Certificazione dei Crediti ECM
Poiché i Crediti possono essere assegnati solo dopo la correzione
delle schede di apprendimento, la certificazione dei Crediti ottenuti
dai singoli partecipanti sarà spedita dalla Segreteria Organizzativa
entro tre mesi dalla fine del Congresso.
Attestato di partecipazione
L’attestato di partecipazione sarà rilasciato a tutti gli iscritti che ne
faranno richiesta alla Segreteria, al termine dei lavori scientifici.
Entro il 30 aprile 2006
+ Soci AAROI, Specializzandi
ed Accompagnatori: 200,00 euro
+ Soci SIARED: 300,00 euro
+ Non Soci: 400,00 euro
Dopo il 30 aprile 2006
+ Soci AAROI, Specializzandi
ed Accompagnatori: 250,00 euro
+ Soci SIARED: 350,00 euro
+ Non Soci: 450,00 euro.
Centro proiezioni
L’iscrizione al Congresso dà diritto a:
+ Kit congressuale
+ Partecipazione ai lavori scientifici
+ Partecipazione agli eventi ECM e rilascio dei crediti formativi
+ Atti del Congresso
+ Attestato di partecipazione
+ Coffee break durante i lavori
+ Buffet di benvenuto di lunedì 19 giugno 2006
+ Colazione di lavoro di martedì 20 giugno 2006
+ Cena sociale e spettacolo di martedì 20 giugno 2006
+ Parcheggio dell’auto nel piazzale antistante il Centro Congressi
Segreteria organizzativa
Nell’Anfiteatro del Centro Congressi, sarà allestito un maxischermo per la visione delle partite dei mondiali di calcio.
È possibile effettuare le presentazioni direttamente da computer
con programma PowerPoint. Il materiale dovrà essere consegnato al Centro proiezioni almeno un’ora prima dell’inizio della sessione per verificarne la corretta presentazione e dovrà essere ritirato al termine della stessa.
Atti del Congresso
Tutti i contributi scientifici presentati al Congresso verranno pubblicati
negli Atti che saranno distribuiti in sede congressuale.
Prenotazione alberghiera
La prenotazione alberghiera si effettua compilando la scheda allegata da inviare a:
Maliga Organizzazione Eventi
Via Epomeo, 63b – 80126 Napoli
Tel. 081 7678468 - Tel. e fax 081 7282538
e-mail: [email protected]
Area espositiva
Per tutta la durata del Congresso sarà allestita un’area espositiva
di circa 1.000 mq alla quale parteciperanno Aziende Farmaceutiche, Aziende produttrici di Apparecchiature Elettromedicali e
Case Editrici Scientifiche.
14:45-15:15 - Lettura introduttiva
David Lockey (Londra - UK)
Londra: 7 luglio 2005 – disastro umano
15:15-15:45 - Lettura introduttiva
Marta di Gennaro (Roma)
Asia: 26 dicembre 2004 lo tsunami – disastro naturale
15:45-16:15 - Lettura introduttiva
Tom Jefferson (Roma)
Cosa abbiamo appreso dalla SARS in vista
dell’influenza aviaria – disastro non controllabile
16:15-16:30 - Pausa caffè
Sessione parallela 1 (Aula “Archimede”)
16:30-19:30 - Esperienze a confronto nell’organizzazione
e gestione dell’emergenza in Italia
Antonio Morra (Torino)
- Esperienza del 118 e dell’elisoccorso di Como
Mario Landriscina, Franco Foti (Como)
- Organizzazione e gestione del Soccorso Sanitario nei cantieri TAV e VAV dell’Appennino Tosco-Emiliano
Giuseppe Grana e Marco Vigna (Bologna),
Domenico De Luca (Firenze)
- Il registro interospedaliero dei traumi gravi
Giuseppe Nardi (Roma), Stefano Di Bartolomeo (Udine)
- La risposta ospedaliera: anello debole della
catena dei soccorsi?
Tiziano Rosafio (Chieti)
Sessione parallela 2 (Aula “Averroè”)
16:30-19:30 - Il grande politraumatizzato
Giuseppe Citerio (Monza)
S.I.A.R.E.D.
Via XX Settembre, 98/E - 00187 Roma
Tel. 06 47825272 – Fax 06 47882016
e-mail: [email protected]
- La sindrome da schiacciamento
Scadenze da ricordare
+ 30 aprile 2006 - Invio abstract per Poster e Comunicazioni Libere.
+ 30 aprile 2006 - Iscrizione al Congresso con quota ridotta.
+ 15 maggio 2006 - Prenotazione alberghiera.
+ 10 giugno 2006 - Scadenza del termine per la pre-iscrizione.
- Il trauma midollare
Informazioni e aggiornamenti relativi al Congresso sui siti:
www.siared.it - www.aaroi.it
Romeo Flocco (Campobasso)
- Il trauma cranico
Manuela Cormìo (Monza)
Sergio Aito (Firenze)
- Il trauma toracico
Carmelo Denaro (Catania)
- L’anestesia e la sedazione nell’emergenza
extraospedaliera
Giovanni Maria Pisanu (Cagliari)
Sessione parallela 3 (Aula “Saffo”)
Cancellazione
In caso di rinuncia pervenuta per iscritto entro il 30 aprile 2006 sarà rimborsato il 50% della quota di iscrizione versata. Dopo tale
data non si effettuerà alcun rimborso.
Sessione plenaria (Sala “Newton”)
In collaborazione con la Società di Anestesia
Rianimazione Neonatale e Pediatrica Italiana (SARNePI)
IN PRIMA LINEA SEMPRE
IN TUTTE LE EMERGENZE
16:30-19:30 - Il politrauma in età pediatrica
Ida Salvo (Milano)
- L’emergenza neonatale: il trauma da parto
Petra Huppi (Berna - Svizzera)
LUNEDÌ 19 GIUGNO
10:00 - Apertura della Segreteria per accreditamento dei partecipanti
Evento ECM
LE GRANDI EMERGENZE E LE CATASTROFI
Crediti ECM richiesti per l’evento
14:30-14:45 - Registrazione dei partecipanti
- Le peculiarità del trauma pediatrico
Nicola Pirozzi (Roma)
- La gestione delle vie aeree nel bambino
Simonetta Baroncini (Bologna)
- L’anestesia e la sedazione nell’emergenza
extraospedaliera
Andrea Messeri (Firenze)
19:30-19:45 - Test verifica apprendimento
e schede valutazione evento
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09:00-09:30 - Lettura introduttiva
13:30-14:30- Colazione di lavoro
Vincenzo Branca (Milano)
MARTEDÌ 20 GIUGNO
- POMERIGGIO
Evento ECM
L’ASSISTENZA ANESTESIOLOGICA AL PARTO
In collaborazione con il Club Italiano di Anestesia in Ostetricia (CIAO)
Crediti ECM richiesti per l’evento
14:30-14:45 - Registrazione dei partecipanti
Sessione plenaria (Sala “Newton”)
14:45-15:15 - Lettura introduttiva
Soonu Udani (Mumbai, India)
La condizione della gravida e del neonato in India
15:15-15:45 - Lettura introduttiva
Danilo Celleno (Roma)
MARTEDÌ 20 GIUGNO - MATTINA
Evento ECM
IL TRAPIANTO D’ORGANI
Crediti ECM richiesti per l’evento
08:15-08:30 - Registrazione dei partecipanti
Sessione plenaria (Sala “Newton”)
08:30-09:00 - Lettura introduttiva
Alessandro Nanni Costa (Roma)
Stato dell’arte alla luce dei reali dati epidemiologici
09:00-09:30 - Lettura introduttiva
Martin Langer (Milano)
Problemi anestesiologici nel paziente da trapiantare
09:30-10:00 - Lettura introduttiva
Patrizio Vitulo (Palermo)
Il post operatorio a breve e a lungo termine del trapiantato
10:00-10:15 - Pausa caffè
Sessione parallela 1 (Aula “Archimede”)
10:15-13:15 - Il donatore d’organi: generalità
Paolo Pettinao (Cagliari)
- Il mantenimento del paziente in attesa
del prelievo
Cristiano Martini (Lecco)
- Nuove prospettive nel mantenimento
del polmone
Sergio Pintaudi (Catania)
- Il donatore marginale:
fin quando si può donare?
Serafina Berardi (Potenza)
Sessione parallela 2 (Aula “Averroè”)
10:15-13:15 - Insufficienza d’organo end-stage e trapianto di
organo solido: problematiche anestesiologiche
Paolo Feltracco (Padova)
- L’anestesia per chirurgia generale
successiva al trapianto
Eugenio Serra (Padova)
- Il punto di vista chirurgico
Alessandro Bertani (Palermo)
Sessione parallela 3 (Aula “Saffo”)
10:15-13:15 - Il trapianto in età pediatrica
- Il trapianto di cuore
Roberto Picardo (Roma)
- Il trapianto di fegato
Walter Sonzogni (Bergamo)
- Il trapianto di midollo
Franco Locatelli (Pavia)
- L’anestesia per chirurgia generale
successiva al trapianto
Nicola Zadra (Padova)
13:15-13:30 - Test verifica apprendimento
e schede valutazione evento
Antonino Gullo (Catania)
La medicina perioperatoria nel paziente neurochirugico
10:00-10:15 - Pausa caffè
Sessione parallela 1 (Aula “Archimede”)
10:15-13:15 - Problematiche perioperatorie
nel paziente neurochirurgico
Antonino Gullo (Catania)
- Ipotensione ed ipertensione
intra e postoperatoria
Paolo De Vivo (San Giovanni Rotondo, Fg)
- La protezione cerebrale e la dialisi cerebrale
15:45-16:15 - Lettura introduttiva
- Anestesia nel paziente neurochirurgico
L’interruzione di gravidanza: il ruolo dell’anestesista
20:30 - Buffet di benvenuto
09:30-10:00 - Lettura introduttiva
Anestesia generale ed anestesia locoregionale nel taglio cesareo
a rischio materno e fetale
Pasquale Mastronardi (Napoli)
20:00 - Cerimonia inaugurale
Gemellaggio tra S.I.A.R.E.D. e una
Società Scientifica Internazionale affine
Le nuove possibilità diagnostiche e la neuroradiologia
interventistica
16:15-16:30 - Presentazione dell’indagine conoscitiva:
“La partoanalgesia in Italia: indagine conoscitiva per un programma organizzato ... superando le disuguaglianze”
Adriana Paolicchi (Pisa), Consiglio Direttivo SIARED
16:30-16:45 - Pausa caffè
Sessione parallela 1 (Aula “Archimede”)
16:45-19:30 - L’anestesia generale in gravidanza (escluso
il parto)
Alberto Rutili (Firenze)
- Problematiche anestesiologiche legate alla
sicurezza della gravidanza
Vincenzo Lanza, Giuseppina Di Fiore (Palermo)
- La teratogenicità dei farmaci anestetici
Antonio Clavenna (Milano)
- La parto-analgesia: un progetto regionale
Enzo Valtancoli (Forlì)
Sessione parallela 2 (Aula “Averroè”)
16:45-19:30 - La rianimazione materno-fetale
- L’eclampsia
Maria Grazia Frigo (Roma)
- La Sindrome di Mendelson
Roberto Wetzl (Aosta)
- L’arresto cardiaco e sue problematiche
nella gravida
Carlo Capra (Saronno, Va)
- Il neonato asfittico, il neonato high risk
e il prematuro estremo
Giuseppe Marraro (Milano)
Sessione parallela 3 (Aula “Saffo”)
16:45-19:30 - Prevenzione e sicurezza nel blocco parto
- Struttura, requisiti, ecc. secondo
norme ministeriali
Vittoriano L’Abbate (Napoli)
- Problematica di chi rianima e che cosa fa
Elena Galassini (Milano)
- Il ruolo dell’anestesista-rianimatore negli
ospedali con ostetricia ma senza neonatologia
Donata Ripamonti (Milano)
- Il triage della gravida dall’accettazione
alla sala parto
Danilo Celleno (Roma)
19:30-19:45 - Test verifica apprendimento
e schede valutazione evento
21:30 - Cena sociale e spettacolo
MERCOLEDÌ 21 GIUGNO
Evento ECM
IL PAZIENTE CON PROBLEMATICHE
NEUROCHIRURGICHE E NEUROLOGICHE
Crediti ECM richiesti per l’evento
08:15-08:30 - Registrazione dei partecipanti
Sessione plenaria (Sala “Newton”)
08:30-09:00 - Lettura introduttiva
Vincenzo D’Angelo (San Giovanni Rotondo, Fg)
Nuove frontiere in neurochirurgia
Alfredo Del Gaudio (San Giovanni Rotondo, Fg)
Francesco Procaccio (Verona)
- La ventilazione protettiva polmonare
Marco Luchetti (Milano)
Sessione parallela 2 (Aula “Averroè”)
10:15-13:15 - Assistenza al paziente neurologico
e neurochirurgico
- L’assistenza respiratoria dalla terapia
intensiva all’assistenza domiciliare
Marco Ingrosso (Napoli)
- La rottura di trachea post-intubazione:
etiologia e terapia
Paolo Gregorini (Bologna)
- La tracheotomia e le sue indicazioni
nella gestione del lungodegente
Antonio Fantoni (Milano)
- Problematiche anestesiologiche
nel trattamento chirurgico dell’epilessia
farmaco resistente nell’età evolutiva
Marco Caruselli (Ancona)
- Specificità anestesiologiche-rianimatorie
nell’anziano
Alcide Moroni (Foligno, Pg)
Sessione parallela 3 (Aula “Saffo”)
10:15-13:15 - La riabilitazione del paziente neuroleso
- Il paziente con danno cerebrale
non neurochirurgico (include la trombolisi
nell’ospedale senza neurochirurgia)
Luciano Silvestri (Gorizia)
- La ventilazione non invasiva
nel paziente neuroleso
Cesare Gregoretti (Torino)
- I sistemi per la mobilizzazione
delle secrezioni (tosse artificiale)
Vittorio Antonaglia (Trieste)
- La riabilitazione del grave neuroleso
Enea Cominelli (Firenze)
13:15-13:30 - Test verifica apprendimento
e schede valutazione evento
13:30 - Chiusura del Congresso
MARTEDÌ 20 GIUGNO
- POMERIGGIO
Evento ECM
ALGOLOGIA: UNA SCIENZA IN EVOLUZIONE
Seminario in collaborazione con la Società Italiana Clinici del Dolore (SICD)
Crediti ECM richiesti per l’evento
Sessione parallela (Sala “Newton”)
16:45-17:15 - La diagnosi in medicina del dolore
Sergio Mameli (Cagliari)
17:15-17:45 - Decisionalità e scelte terapeutiche
nel trattamento del dolore
Guido Orlandini (Tortona , Al)
17:45-18:15 - Metodiche terapeutiche in algologia
Luigi Follini (Parma)
18:15-18:45 - Cause di fallimento della terapia
farmacologia postoperatoria
Giovanni Maria Pisanu (Cagliari)
18:45-19:15 - Role playing su casi clinici guidati
19:15-19:30 - Test verifica apprendimento
e schede valutazione evento
10
P
er l’anestesista è indispensabile un periodico aggiornamento su indicazioni
terapeutiche o presidi presenti sul paziente al momento dell’anestesia. L’uso
diffuso dei pacemaker e dei defibrillatori impiantabili ne è un classico esempio. L’acquisizione di conoscenze, anche limitate, relative alle
problematiche che tali presidi possono evidenziare nel perioperatorio e la necessità di stabilire un contatto adeguato con i cardiologi relativo
alla loro gestione, è assolutamente indispensabile. La scelta di proporvi questa review è nata
esclusivamente dalla piacevole constatazione di
avervi trovato, leggendola, numerosi informazioni utili nella pratica clinica.
Si pensa che nel Regno Unito vi siano circa
300.000 soggetti portatori di pacemaker permanente, e circa 300 nuovi impianti per milione di abitanti ogni anno. Inoltre vi è un numero crescente di soggetti che ricevono impianti di
cardioversione/defibrillazione (ICD). Ne sono
state inserite circa 1000 tra il 1998-1999, ma il
loro numero è aumentato rapidamente ogni
anno. Questo articolo si propone una revisione
delle problematiche anestesiologiche di un paziente portatore di uno di questi strumenti.
INDICAZIONE PER L’INSERIMENTO
DI UN PACEMAKER PERMANENTE
Le linee guida del Collegio Americano di Cardiologia per l’impianto del pacemaker prevedono 3
classi d’indicazione; dalla classe Iº (indicazione
universalmente accettata) alla classe IIIº (esiste
un’evidenza contraria alla procedura). Le indicazioni di classe Iº per il posizionamento permanente del pacemaker sono riportate in tabella 1.
Nel Regno Unito la maggior parte dei pacemaker
sono inseriti per molte forme di blocco atrio-ventricolare acquisito indicate nelle prime due condizioni riportate nella tabella 1. Molti arresti sono
dovuti a patologia del seno o a fibrillazione/flatter
con bradicardia associata.
TECNOLOGIA E FUNZIONI
DEL PACEMAKER
Il pacemaker contiene una batteria (di solito allo
ioduro di litio) e un microprocessore che contiene, a sua volta, sia la memoria permanente che
temporanea. Di solito viene inserito sottocute sotto la clavicola sinistra con uno o due fili che conducono attraverso gli elettrodi la corrente al miocardio e riportano indietro le informazioni al paTabella 1 – Indicazioni per il posizionamento
permanente di un pacemaker secondo
il Collegio Americano di cardiologia.
+ Blocco di IIIº grado acquisito associato a
bradicardia, altre aritmie, e periodi di asistolia,
malattie neuro-muscolari, dopo ablazione con
catetere della giunzione atrio-ventricolare.
+ Blocco cardiaco sintomatico di IIº grado
acquisito indipendentemente dal tipo e della
localizzazione.
+ Blocco cronico bifascicolare e trifascicolare se
compare ad intermittenza il blocco di IIIº grado
o se compare un blocco di 2º grado di tipo IIº.
+ Blocco atrio-ventricolare intranodale
post-infartuale e associato blocco di branca o
presenza di un blocco di 2º o 3º grado
persistente e sintomatico.
+ Disfunzione del nodo del seno con bradicardia
sintomatica e frequenti pause del seno o
pause croniche asintomatiche.
+ Persistente tachicardia ventricolare per la quale
è stata dimostrata in modo certo l’efficacia del
pacemaker.
cemaker. Tutti i pacemaker moderni presentano
una certa programmabilità dall’esterno con modificazioni della frequenza cardiaca, carica d’energia, sensibilità, modalità operative e altre funzioni. Su richiesta dell’operatore molti possono
fornire informazioni sul ritmo e sugli eventi negativi. La corrente che passa dall’anodo al catodo
può determinare la depolarizzazione del miocardio se l’energia applicata eccede la soglia di eccitabilità delle cellule locali. Molte condizioni possono modificare l’energia necessaria a superare
la soglia di eccitabilità comprese le reazioni fibrotiche attorno alla punta del catetere comunemente causa di un aumento della soglia nelle prime 6
settimane dopo l’impianto. Inoltre l’possiemia,
l’ipercapnia, l’acidosi le alterazioni elettrolitiche
e i farmaci (soprattutto antiaritmici) possono influenzare la soglia d’eccitabilità. I primi pacemaker erano unipolari con gli elettrodi che operavano come catodi e il pacemaker agiva come anodo.
I moderni strumenti sono bipolari con l’anodo e
il catodo in stretta vicinanza. Questo permette di
ridurre il rischio che la funzione del pacemaker
sia disturbata da artefatti elettrici o ambientali. Vi
sono diversi modi con cui il pacemaker realizza la
modulazione della frequenza. Normalmente si
utilizza la vibrazione piezoelettrica di un cristallo
per misurare la vibrazioni corporee come indice
per aumentare la frequenza. Tuttavia queste possono essere in grado di rispondere ad una fonte di
vibrazione esterna e la sua risposta all’esercizio
non è sempre proporzionale al lavoro eseguito. La
sua accuratezza è migliorata con l’uso integrato
dell’accelerometro. Altre modalità di adattamento della frequenza fanno riferimento alla
ventilazione minuto, all’intervallo Q-T, alla temperatura, alla saturazione in ossigeno e alla contrattilità cardiaca.
CLASSIFICAZIONE DEI PACEMAKER
La Società del Nord America di pacemaker e elettrofisiologia (NASPE) e il gruppo britannico del pacemaker ed elettrofisiologia hanno messo a punto
un codice generico basato su un sistema di 5 lettere. Le funzioni base antibradicardia sono descritte
dalle prime 3 lettere, la programmabilità, (compresa la modulazione della frequenza) dalla quarta lettera mentre la funzione anti-tachiaritmia dalla quinta lettera (tabella 2). Occorre rilevare che
l’operatore può programmare la maggior parte dei
pacemaker moderni in diversi modi.
PROBLEMI E RISCHI
IN AMBITO OSPEDALIERO
Con la prevalenza in molti pacemaker di elettrodi
bipolari, le modificazioni d’interferenza delle
fonti elettromagnetiche si sono sensibilmente ridotte. Tuttavia, la possibile risposta alle interferenze elettromagnetiche esterne (normalmente
frequenze radio o parte dello spettro delle microonde), è costituita da non corretta inibizione o
induzione della stimolazione, stimolazioni asincrone o danni permanenti del circuito del pacemaker. I telefoni mobili possono essere una delle
fonti di interferenza elettromagnetica e non devono essere posizionati direttamente sullo strumento. Tuttavia non c’è alcuna evidenza clinicamente significativa di problemi dovuti al loro uso
nei soggetti portatori di pacemaker. La fonte più
importante di rischio potenziale di danno da radiazioni elettromagnetiche in ospedale è lo scanner della risonanza magnetica. La risonanza magnetica è controindicata nei pazienti portatori di
Anestesia nei pa
di pacemaker e
pacemaker. I problemi riferiti nei soggetti esposti
agli esami comprendevano l’inibizione dell’elettrostimolatore, rapida induzione dell’elettrostimolatore dal segnale di radio frequenza e combustione della punta degli elettrodi.
PROBLEMI DIRETTAMENTE CORRELATI
ALLA CHIRURGIA E ALL’ANESTESIA
L’interferenza elettromagnetica in sala operatoria
può essere dovuta principalmente all’uso del manipolo del coagulatore. Normalmente il pacemaker può rispondere a questa interferenza sia con
l’inibizione (se l’interferenza viene interpretata
coma attività cardiaca) o può convertirsi ad una
modalità di stimolazione a frequenza fissa.
La litotrissia può essere usata nei soggetti portatori di pacemaker, ma il litotritore si deve trovare ad
almeno 6 pollici di distanza dal pacemaker. Durante la litotrissia deve essere controllata la frequenza con l’ECG e deve essere disattivata la modulazione della frequenza. La posizione del paziente, il brivido, le modificazioni della morfologia cardiaca e la ventilazione in pressione positiva
possono causare uno spostamento degli elettrodi
che può determinare perdita della rilevazione
dell’attività cardiaca o innalzamento della soglia
di elettrostimolazione. Gli stimolatori nervosi periferici e gli stimolatori elettrici nervosi transcutanei (TENS) possono potenzialmente interferire
con l’attività del pacemaker. Tuttavia in molti casi
sono strumenti sicuri se lo stimolatore è posizionato ad una buona distanza dal pacemaker e non
si trova su un vettore parallelo a quello della corrente del pacemaker. La defibrillazione è teoricamente una delle cause di alterata programmazione del pacemaker e di un suo danneggiamento.In
pratica, evitando che gli elettrodi del defibrillatore
siano molto vicini al pacemaker, il rischio di disfunzioni è minimo.
TRATTAMENTO ANESTESIOLOGICO
DEI PAZIENTI CON PACEMAKER
La sicurezza del paziente portatore di pacemaker
deve iniziare con un’accurata visita preoperatoria
e una valutazione di tutti i referti clinici. Riveste
una particolare importanza l’ indicazione relativa
all’inserimento del pacemaker, la data di inserimento e i controlli più recenti. Deve essere rilevata la modalità di funzionamento del pacemaker.
Se il pacemaker è dotato della funzione di modulazione della frequenza, questa deve essere disattivata prima dell’anestesia. Se il pacemaker può
essere convertito da modo di funzionamento unipolare a bipolare, quest’ultima modalità deve essere selezionata per le ragioni discusse preceden-
temente. Un’anamnesi diretta del paziente può
fornire utili indicazioni su episodi recenti di cattivo funzionamento del pacemaker come la comparsa di capogiri, sincopi o insufficienza cardiaca.
Talvolta questi pazienti possono manifestare sintomi di insufficienza cardiaca. Qualsiasi sintomo
che evidenzi un deterioramento delle condizioni
cardiache del paziente deve essere trattato prima
di iniziare l’anestesia.
Valutazioni di routine
1. ECG a 12 derivazioni; valutare sull’attività
presente ogni segno d’attività cardiaca o di evidenza di cattura elettrica (come complessi di
attività cardiaca intrinseca seguiti da spike del
pacemaker).
2. Rx del torace; evidenzia la posizione del pacemaker, l’integrità dei fili e la posizione degli
elettrodi (punti particolarmente importanti
per la rottura dei fili sono alla giunzione con il
pacemaker, dove i fili entrano nella succlavia
o quando i fili passano sotto la prima costa).
Inoltre la radiografia del torace può mettere in
evidenza un’insufficienza cardiaca.
3. Elettroliti; Le alterazioni elettrolitiche possono determinare un’incapacità di catturare il
ritmo cardiaco per cui devono essere corrette
prima dell’intervento.
Devono essere attivati tutti i monitoraggi prima dell’induzione. L’ECG, la pulsiossimetria con pletismografia e pressione non invasiva rappresentano il monitoraggio minimo. Deve essere presa in seria consi-
Tabella 2 – Codifica generico (NBG) dei pacemaker.
Posizione
della lettera
I
II
III
IV
V
CATEGORIA
Camera di stimolazione
Camera sensibile
Risposta al sensore
Programmabilità
e modulazione della frequenza
Funzione
anti-tachiaritmia
+ Sindrome di ipersensibilità del seno carotideo.
0 = nessuna
0 = nessuna
0 = nessuna
0 = nessuna
0 = nessuna
+ Soggetti con miocardiopatia ipertrofica o
dilatativa con alterata funzione del nodo del
seno o un blocco atrio-ventricolare come
descritto sopra.
A = atrio
A = atrio
T = trgherato
P = programmabile semplice
P = stimolazione
V = ventricolo
V = ventricolo
I = inibito
M = multiprogrammabile
S = shock
D = doppio (A+V)
D = doppio (A+V)
D = doppio (T+I)
C = comunicante
D = (P+S)
+ Dopo un trapianto di cuore se persiste una
bradiaritmia sintomatica.
LETTERA
R = modulazione di frequenza
11
azienti portatori
presidi analoghi
torace in posizione antero-posteriore. La cattura
dell’attività cardiaca normalmente si può ottenere
con una corrente di circa 80 mA. In alternativa può
essere utilizzato un elettrostimolatore temporaneo
transesofageo o intravenoso, entrambi comunque
richiedono un periodo di preparazione prima di ottenere una stimolazione efficace.
derazione la possibilità di un monitoraggio invasivo
della pressione arteriosa per avere un ulteriore evidenza battito per battito della cattura della funzione
meccanica del cuore. La pressione venosa centrale e
il cateterismo dell’arteria polmonare possono essere usati se indicati; in tal caso occorre fare molta attenzione al loro posizionamento se recente per il rischio di spostamento degli elettrodi e perdita della
capacità di cattura elettrica.
La tecnica d’induzione e di mantenimento dell’anestesia dipende dalle circostanze cliniche. Tuttavia in generale l’uso della succinilcolina deve
essere evitato per ridurre le modificazioni del livello alto di sensibilità dopo le fascicolazioni. Il rischio maggiore si ha con elettrodi di stimolazione
unipolare. La succinilcolina può essere somministrata in un paziente con un pacemaker attivato
somministrando una dose di miorilassante non
depolarizzante che previene le fascicolazioni prima della dose di succinilcolina. E’ fondamentale
un’accurata valutazione dell’ECG dopo il posizionamento del paziente o dopo l’inizio della ventilazione meccanica per essere sicuri che il pacemaker funziona normalmente.
Elettrocoagulatore
Nei limiti del possibile, durante l’intervento deve
essere utilizzato solo l’elettrocoagulatore bipolare. Se si rende necessario l’uso del coagulatore
monopolare, allora il coagulatore e le piastre devono essere posizionate il più lontano possibile
dal pacemaker e la linea di corrente che va dal bisturi alla piastra deve avere un percorso perpendicolare rispetto ai cavi del pacemaker. Deve essere disponibile a portata di mano un sistema alternativo di stimolazione cardiaca.
Piano d’emergenza
Per tutti i pazienti sottoposti ad anestesia devono
essere disponibili piani d’emergenza in caso di alterato funzionamento del pacemaker.
Un sistema grossolano ma sempre efficace di stimolazione cardiaca è quello di dare un colpo energico sulla regione precordiale (stimolazione percussiva). Può essere utilizzata l’infusione ev. di isoprenalina per migliorare la frequenza e il ritmo.
Tuttavia il sistema più rapido ed efficace di riserva
è l’uso di un pacemaker transtoracico con elettrodi
esterni posizionati uno vicino alla clavicola destra e
l’altro alla punta del cuore, o sul lato sinistro del
Magnete
Non bisogna posizionare il magnete sul pacemaker durante l’intervento. Ha un effetto imprevedibile sulla programmazione dei moderni pacemaker con possibili rischi. I precedenti stimolatori non programmabili che avevano a disposizione
un magnete che determinava una frequenza di stimolazione fissa “modalità magnete” nell’eventualità di perdita di sensibilità o di aumentata sensibilità. Tutti i moderni pacemaker sono da considerare come programmabili. Di particolare interesse
è il “case report” di alterato funzionamento di
un pacemaker determinato da una piastra magnetica utilizzata per trattenere i ferri chirurgici
posizionato sopra il pacemaker. Gli anestesisti
devono controllare la presenza di ogni fonte
magnetica attorno al paziente.
Trattamento postoperatorio
Il funzionamento del pacemaker deve essere controllato da tecnici esperti dopo l’intervento soprattutto se ci sono state complicanze nel perioperatorio. In questa occasione è possibile riattivare il sensore di modulazione della frequenza e ristabilire le modalità specifiche di stimolazione.
NUOVI SVILUPPI
La tecnologia dei pacemaker è in continuo miglioramento per l’efficienza delle batterie unitamente alle modalità innovative per ridurne l’uso.
È in aumento inoltre la quantità di memoria temporanea recuperabile. Inoltre le indicazioni per
l’elettrostimolazione sono in aumento. Attualmente una particolare area di interesse riguarda
la prevenzione della fibrillazione atriale e il trattamento dell’insufficienza cardiaca congestizia.
DEFIBRILLATORI IMPIANTABILI
Il primo defibrillatore impiantabile (ICD) è stato
inserito nel 1980 ed è stato posto in commercio nel
1986. Inizialmente ingombranti e capaci solo di
eseguire delle scariche elettriche, si sono evoluti in
strumenti piccoli e sofisticati in grado di eseguire
diverse funzioni. Lo strumento costa circa 20.000
euro e il numero di impianti varia nelle diverse nazioni (ad esempio 17 per milione per anno nel Regno Unito contro 197 per milione negli Stati Uniti).
Indicazione all’inserimento
L’Istituto Nazionale per l’Eccellenza Clinica (NICE)
rico è ventricolare, la camera antitachicardia è
ventricolare, la camera di rilevazione ECG antitachicardia e di elettrostimolazione antibradicardia
è ventricolare. Le 4 lettere possono essere sostituite con il codice del pacemaker NBG. In questo
esempio VVE-VVIR (tabella 3).
consiglia di portare il numero degli impianti a 50
per mille abitanti per anno, quando la terapia farmacologica da sola non è in grado di evitar la tachicardia ventricolare clinicamente significativa o
per ridurre la morte cardiaca improvvisa. Nel Regno Unito le indicazioni per l’inserzione di ICD
associata alla terapia si raccomanda per:
n fibrillazione ventricolare o in sopravvissuti a
morte cardiaca improvvisa;
n tachicardia ventricolare che determina sincope
non dovute a infarto miocardico o ad altre cause correggibili;
n tachicardia ventricolare con sintomatologia ridotta con frazione ventricolare sinistra <35%;
n soggetti con precedente infarto del miocardio con
frazione d’eiezione<35%, asintomatica con comparsa di tachicardia ventricolare/fibrillazione ventricolare indotta con gli studi elettrofisiologici;
n sindrome del QT lungo con frequenti sincopi o con
una storia famigliare di morte cardiaca improvvisa;
n sindrome di Brugada che si presenta con tachicardia ventricolare/fibrillazione atriale o con
sincope inducibile da tachicardia ventricolare
con gli studi elettrofisiologici;
n displasia del ventricolo destro con frequenti
episodi di tachicardia ventricolare/fibrillazione
ventricolare o nei soggetti con storia famigliare
di morte cardiaca improvvisa;
n miocardiopatia ipertrofica con frequente tachicardia ventricolare/fibrillazione ventricolare in
assenza di cause reversibili o con una storia famigliare di morte cardiaca improvvisa.
Effetti ambientali, problemi e rischi
Gli elettrodi stimolanti sono bipolari e pertanto
meno sensibili all’interferenza esterna rispetto
agli unipolari.
Non sono stati riportati casi di interferenza alla
funzione di defibrillazione da parte dei telefoni
cellulari, sebbene per prudenza non devono essere posti sopra l’ICD. La RMN è controindicata e la
litotrissia può causare danni.
Trattamento anestesiologico
Le indicazioni e la storia del posizionamento
dell’ICD devono essere ben approfondite. È necessario un contatto preoperatorio con il centro
che gestisce il paziente e deve essere noto l’effetto
dell’inserimento del magnete; con un pacemaker
permanente molti di questi pazienti possono subire un deterioramento della funzione ventricolare sinistra.
La terapia antiaritmica e anti insufficienza cardiaca deve essere continuata e le alterazioni elettrolitiche compresa la ipomagnesemia devono essere
corrette nel preoperatorio. Altri esami sono dati
dall’ECG e dall’Rx preoperatorio. La funzione di
defibrillazione e antitachicardia dell’ICD deve essere disattivata nel preoperatorio se deve essere
usato l’elettrobisturi per evitare che l’ICD interpreti erroneamente come fibrillazione ventricolare con una conseguente scarica elettrica. Questo
è soprattutto importante nei pazienti sottoposti a
litotrissia o elettroshock terapia.
I pazienti non devono essere trattati con la TENS.
La scelta della tecnica d’anestesia e il monitoraggio devono essere adeguati per le condizioni cardiache e mediche del paziente e per l’intervento
programmato.
È indispensabile evitare gli stimoli capaci di aggravare l’aritmia (ipossia, ipercapnia, acidosi,
ipokaliemia) e la depressione miocardica. In
condizioni di precaria funzione ventricolare sinistra in presenza di un pacemaker ventricolare
è indispensabile un pulsiossimetro con pletismografia per confermare la funzione contrattile. Un defibrillatore esterno deve essere disponibile nel preoperatorio.
Idealmente questo deve essere collegato con piastre adesive se è possibile una defibrillazione
esterna senza interferire con l’operatività chirurgica. Se il vettore del defibrillatore esterno è perpendicolare a quello del defibrillatore interno
l’ICD si espone alla minima corrente d’induzione. In pratica questo va dall’apice cardiaco a sotto la clavicola destra.
Le misure di rianimazione devono essere eseguite normalmente.
Nel postoperatorio il paziente deve essere trattato
in terapia intensiva dove può essere eseguito un
monitoraggio continuo ed essere disponibile tutto l’occorrente per una completa rianimazione.
La programmazione dell’ICD deve essere controllata dopo l’intervento e lo strumento deve essere riattivato.
Componenti, tecnologia,
impianti e applicazione del magnete
Un ICD è costituito da un sistema di elettrodi inseriti per via venosa, un generatore di stimoli,
una batteria al litio, condensatori, microprocessore e memoria per fornire la sequenza degli
eventi recenti. In aggiunta alla funzione di defibrillazione, l’ICD può essere provvisto di un elettrostimolatore bipolare antibradicardia (identico
al pacemaker permanente) e un elettrostimolatore antitachicardia per bloccare la tachicardia ventricolare.
Quando la frequenza cardiaca supera un determinato punto di cut-off e per la durata di un tempo stabilito, viene somministrata una scarica di
defibrillazione. Nello strumento sono incorporati
vari algoritmi per evitare inutili ellettroscariche e
permettere di differenziare la tachicardia sopraventricolare, la fibrillazione atriale, la tachicardia
sinusale dalla fibrillazione ventricolare. Il vettore
di defibrillazione va dal ventricolo destro alla vena
cava superiore o alla superficie esterna del defibrillatore. Una scarica riduce di circa un mese la
vita della batteria. In media le batterie al litio devono durare 8-9 anni. Non esiste una standardizzazione dei prodotti per l’applicazione di un
magnete sopra il defibrillatore. Nei vecchi strumenti il magnete era in grado di disabilitare la
funzione di defibrillazione e antitachicardia. Tuttavia con le nuove generazioni di defibrillatori vi
può essere un effetto imprevedibile con l’applicazione del magnete.
Ci deve essere una stretta consulenza con il cardiologo del servizio del proprio presidio ospedaliero per valutare se può essere usato un magnete
durante la chirurgia. La combinazione di un magnete e di elettrocoagulatore può modificare la
programmazione dell’ICD.
Sviluppi futuri
Gli ICD capaci di defibrillare le tachiaritmie atriali
e più recentemente defibrillatori atriali e ventricolari sono prossime ad essere commercializzati. I risultati di studi in corso e futuri potranno
cambiare le indicazioni all’impianto di ICD.
Classificazione
I defibrillatori sono classificati secondo la codificazione del NASPE/BPEG. Normalmente i codici
dell’ICD possono essere VVEV se la camera di sca-
Tabella 3 – I codici NASPE/BPEG dei defibrillatori.
Posizione
I
II
III
IV
CATEGORIA
Camera di scarica
Camera di stimolazione
anti-tachicardia
Rilevazione tachicardia
Camera di stimolazione
anti-bradicardia
0 = nessuna
0 = nessuna
E = elettrocardiogramma
0 = N uno
A = atrio
A = atrio
H = emodinamica
A = Atrio
V = ventricolo
V = ventricolo
V = Ventricolo
D = doppia (A&V)
D = doppia (A&V)
D = doppia (A&V)
12
I sistemi di calcolo e le variabili pensionistiche
F
elici i dipendenti pubblici, ed in particolare i medici ospedalieri del passato, che allorquando decidevano di
andare in pensione, per sapere di
quanto sarebbe stato l’importo del trattamento
loro dovuto, semplicemente moltiplicavano l’ultimo stipendio in godimento per un coefficiente
prestabilito e avevano il risultato richiesto.
Da qualche anno non è più così. L’intervento di
ben quattro riforme previdenziali in dieci anni,
una serie di norme e limitazioni introdotte in
numerose leggi finanziarie e di settore, hanno
praticamente sconvolto il campo pensionistico e
il quieto vivere di una volta.
Intanto i sistemi di calcolo della pensione sono
ben tre.
In effetti sarebbero a rigor di logica solamente
due, retributivo e contributivo, ma poiché è prevista anche un’ipotesi intermedia possiamo
convenire sul numero di tre. Per ora, sia chiaro,
in quanto non è detto che possano avvenire, in
futuro ulteriori variazioni e modifiche.
I tre sistemi si applicano nel seguente modo:
1) retributivo: per chi ha almeno 18 anni di
contributi (comprensivi eventualmente dei
riscatti) entro il 1995;
2) contributivo: per chi ha contributi versati,
per la prima volta, dopo il 1995;
3) misto: per chi ha meno di18 anni di contributi versati entro il 1995.
Per poter ottenere il trattamento pensionistico
d’anzianità occorrono, per coloro che ricadono
nel sistema retributivo, almeno 35 anni di contribuzione e 57 anni d’età. L’età richiesta, dal 1º
gennaio 2008, sarà elevata a 60 anni, dal 2010 a
61, e a 62 dal 2014.
In assenza dell’età prescritta si può andare in
pensione con 40 anni di contribuzione (39 nel
2006 e nel 2007).
Per ottenere il trattamento pensionistico di vecchiaia occorrono 65 anni, per gli uomini e 60
per le donne.
Il sistema retributivo si chiama così perché la
pensione è direttamente influenzata dalla retribuzione, sia l’ultima che quella degli ultimi anni. La pensione pertanto verrà ad essere determinata dalla somma di più quote:
quota A: riferimento all’ultimo stipendio in godimento al momento del pensionamento per le
anzianità maturate a tutto il 1992;
quota B: sulla base della media degli stipendi
degli ultimi dieci anni di servizio per le anzianità maturate a partire dal 1º gennaio 1993 in poi.
Il moltiplicatore cui fare riferimento per calcolare l’importo pensionistico, coefficiente di
rendimento, era, fino al 1995 differenziato a
seconda gli anni maturati, con un incremento
percentualistico elevato specie per le anzianità
da 35 a 40 anni di contribuzione. Il sistema consentiva, con 40 anni di contribuzione di raggiungere il 100 per cento dell’importo retributivo in
godimento. Dal 1995 i coefficienti sono stati rideterminati al 2 per cento per anno.
Questo fa si che per poter calcolare la pensione si
debba procedere ad una serie di operazioni che
comprendono il calcolo del coefficiente da applicare alla retribuzione pensionabile alla cessazione e
alla retribuzione media dell’ultimo periodo decennale. Dalla somma delle due quote di pensione si
ricaverà l’importo pensionistico annuale. In forma
semplicistica ed anche rozza, possiamo prevedere
per un pensionato al 31 dicembre 2005, con 35
anni di contribuzione, e una retribuzione pensionabile alla cessazione di circa 65.000 euro, applicando un coefficiente di 0,75 (0,55 quota A // 0,20
quota B), un trattamento pensionistico intorno ai
50 mila euro lordi annuo.
La pensione, che è esclusivamente di vecchiaia,
liquidata con il sistema contributivo deve rispettare alcuni parametri diversi. Anche in questo
caso l’età minima richiesta è di 57 anni: almeno
fino al 31 dicembre 2007, prevedendo l’ultima
riforma previdenziale l’accrescimento dell’età a
65 anni per gli uomini e 60 per le donne. Ma il
lavoratore deve avere almeno 5 anni di contributi e l’importo pensionistico deve avere raggiunto
una misura minima pari all’importo dell’asse-
gno sociale Inps (428 euro circa mensili per il
2006) maggiorato del 20 per cento.
Per calcolare la pensione si deve fare riferimento
al totale delle contribuzioni (montante) versate in tutta la vita lavorativa, ed opportunamente
rivalutate con i coefficienti dell’Istat, rapportandole a dei coefficienti moltiplicatori che variano
a secondo l’età del richiedente il trattamento.
Anche in questo caso in forma orientativa, a
fronte di un montante di 1 milione di euro e di
un’età del richiedente di 59 anni (coefficiente di
trasformazione 5,006) avremo un trattamento
pensionistico annuo lordo di circa 50 mila euro.
Il sistema misto prevede delle ulteriori condizioni
diversificate. I criteri d’età e di contribuzione per
accedere al pensionamento sono gli stessi di quelli
previsti per le pensioni retributive, ma per il calcolo
della pensione avremo che i periodi fino al 1995
saranno calcolati con il sistema retributivo, mentre
i periodi dal 1996 a quello del pensionamento saranno calcolati con il sistema contributivo.
Per rispondere alla giusta curiosità o interesse dei
lettori dovremmo anche parlare della riduzione
delle aliquote di rendimento in relazione al variare
degli importi della retribuzione. In pratica il 2% di
aliquota fissa prevista per il sistema retributivo si
riduce percentualmente a fronte di importi di retribuzioni più elevati: da 37 mila a 50 mila euro diviene 1,50% ; da 50 mila a 63 euro 1,25% , da 63 mila
a 72 mila euro 1%, e per importi maggiori di 72
mila euro 0,90%, ovvero anche dell’aggiornamento
delle retribuzioni, prese a riferimento per il calcolo
della quota B della pensione per la media degli ultimi dieci anni, in misura corrispondente alla variazione dell’indice dei prezzi.
Ma sono tutti calcoli e condizioni che complicano ancora di più un settore che, invece, avrebbe
bisogno di semplificazioni e maggiore chiarezza:
“... ma del doman non v’è certezza ...”.
Claudio Testuzza
Coefficienti di rendimento del sistema retributivo
ANNI DI CONTRIBUZIONE
10
20
25
30
31
32
33
34
35
36
37
38
39
40
VALORI
31
45
55
67
70
73
76
79
82
85
89
92
96
100
n.b. Per le anzianità contributive maturate dal 1° gennaio 1995 il coefficiente è del 2% costante
Coefficienti di trasformazione del sistema contributivo
ANNI DI ETÀ AL PENSIONAMENTO
VALORI
57
58
59
60
61
62
63
64
65
4,720
4,860
5,006
5,163
5,334
5,514
5,706
5,911
6,136
Manualetto pratico e teorico
del come scrivere bene
1. Evita le allitterazioni, anche se allettano gli allocchi.
2. Non è che il congiuntivo va evitato, anzi, che lo si usi quando
necessario.
3. Evita le frasi fatte: è minestra riscaldata.
4. Esprimiti siccome ti nutri.
5. Non usare sigle commerciali & abbreviazioni etc.
6. Ricorda (sempre) che la parentesi (anche quando pare indispensabile) interrompe il filo del discorso.
7. Stai attento a non fare ... indigestione di puntini di sospensione.
8. Usa meno virgolette possibili: non è “fine”.
9. Non generalizzare mai.
10. Le parole straniere non fanno affatto bon ton.
11. Sii avaro di citazioni. Diceva giustamente Emerson: “Odio
le citazioni. Dimmi solo quello che sai tu”.
12. I paragoni sono come le frasi fatte.
13. Non essere ridondante; non ripetere due volte la stessa cosa; ripetere è superfluo (per ridondanza s’intende la spiegazione inutile di qualcosa che il lettore ha già capito).
14. Solo gli stronzi usano parole volgari.
15. Sii sempre più o meno specifico.
16. La litote è la più straordinaria delle tecniche espressive.
17. Non fare frasi di una sola parola. Eliminale.
18. Guardati dalle metafore troppo ardite: sono piume sulle
scaglie di un serpente.
19. Metti, le virgole, al posto giusto.
20. Distingui tra la funzione del punto e virgola e quella dei due
punti: anche se non è facile.
21. Se non trovi l’espressione italiana adatta non ricorrere mai
all’espressione dialettale: peso el tacòn del sbrego.
22. Non usare metafore incongruenti anche se ti paiono “cantare”: sono come un cigno che deraglia.
23. C’è davvero bisogno di domande retoriche?
24. Sii conciso, cerca di condensare i tuoi pensieri nel minor
numero di parole possibile, evitando frasi lunghe o spezzate da incisi che inevitabilmente confondono il lettore poco attento affinché il tuo discorso non contribuisca a quell’inquinamento dell’informazione che è certamente (specie quando inutilmente farcito di precisazioni inutili, o almeno non indispensabili) una delle tragedie di questo nostro tempo dominato dal potere dei media.
25. Gli accenti non debbono essere nè scorretti nè inutili, perchè chi lo fà sbaglia.
26. Non si apostrofa un’articolo indeterminativo prima del sostantivo maschile.
27. Non essere enfatico! Sii parco con gli esclamativi!
28. Neppure i peggiori fans dei barbarismi pluralizzano i termini stranieri.
29. Scrivi in modo esatto i nomi stranieri, come Beaudelaire,
Roosewelt, Nietzsche, e simili.
30. Nomina direttamente autori e personaggi di cui parli, senza
perifrasi. Così faceva il maggior scrittore lombardo del XIX
secolo, l’autore del 5 maggio.
31. All’inizio del discorso usa la captatio benevolentiae, per ingraziarti il lettore (ma forse siete così stupidi da non capire
neppure quello che vi sto dicendo).
32. Cura puntiliosamente l’ortograffia.
33. Inutile dirti quanto sono stucchevoli le preterizioni.
34. Non andare troppo sovente a capo. Almeno, non quando
non serve.
35. Non usare mai il plurale majestatis. Siamo convinti che faccia una pessima impressione.
36. Non confondere la causa con l’effetto: saresti in errore e
dunque avresti sbagliato.
37. Non costruire frasi in cui la conclusione non segua logicamente dalle premesse: se tutti facessero così, allora le premesse conseguirebbero dalle conclusioni.
38. Non indulgere ad arcaismi, apax legomena o altri lessemi
inusitati, nonché deep structures rizomatiche che, per quanto ti appaiano come altrettante epifanie della differanza
grammatologica e inviti alla deriva decostruttiva – ma peggio
ancora sarebbe se risultassero eccepibili allo scrutinio di chi
legga con acribia ecdotica – eccedano comunque le competenze cognitive del destinatario.
39. Non devi essere prolisso, ma neppure devi dire meno di
quello che una frase compiuta deve avere.
14
Malati di tumore: 15 giorni per ottenere l’invalidità
S
olo poche parole, un semplice comma
inserito nella legge di conversione del
decreto legge 4/2006 in materia di organizzazione e funzionamento della
pubblica amministrazione (la legge 9 marzo
2006, n. 80, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.
59 dell’11 marzo 2006) e la qualità della vita di
centinaia di migliaia di malati di cancro migliora.
D’ora in poi chi si ammalerà di cancro non dovrà più attendere un anno o anche più per vedersi riconosciuto lo stato di invalidità e di handicap
in situazione di gravità derivante dalla malattia.
In soli quindici giorni dalla presentazione della
domanda alla ASL i malati di cancro potranno
usufruire dei benefici socioeconomici garantiti
dallo Stato per la gestione della malattia e che, in
parte, riguardano anche coloro i quali si prendono cura di chi si è ammalato: il Parlamento, infatti, ha approvato in via definitiva la norma che
stabilisce che l’accertamento dello stato di handicap in situazione di gravità dell’invalidità superiore al 50% (condizioni normalmente riconosciute ai malati di tumore in fase acuta) deve
avvenire entro 15 giorni dalla domanda presentata presso la ASL.
La nuova legge ha previsto, inoltre, che l’accertamento da parte della commissione di prima
istanza sarà immediatamente efficace, senza
che il malato debba attendere, come prima, l’ul-
teriore deliberazione di secondo grado della
commissione medica periferica. Fino a oggi era
necessario un doppio passaggio e l’intero procedimento non doveva di norma superare i nove
mesi, ma mediamente l’attesa era di circa un
anno e talvolta anche di più. Nei pazienti oncologici, come noto, diversamente da altre forme di
E negli Stati Uniti
il medico visita per e-mail
invalidità, la fase acuta della malattia e delle terapie antineoplastiche, di norma, non si protrae
continuativamente per oltre un anno: in genere,
dopo alcuni mesi, il tumore sì è stabilizzato, ed è
tenuto sotto controllo mediante apposito follow
up o terapia adiuvante, oppure può aver già fatto
il suo corso.
Le lungaggini burocratiche per l’invalidità si tramutavano di fatto in negazione del diritto, cosa
che rappresentava un’evidente contraddizione
in termini.
Per queste ragioni la FAVO (Federazione delle
Associazioni di Volontariato in Oncologia) che
raggruppa più dell’80% delle oltre 650 organizzazioni attive sul territorio nazionale, si è fatta
promotrice della modifica legislativa, sulla base
di innumerevoli segnalazioni dei malati di cancro che lamentavano l’inutilità dei benefici connessi allo stato invalidante la cui concessione
giungeva quando la fase critica della malattia era
oramai superata.
La necessità di accedere in tempi brevi alle provvidenze concesse alle persone rese invalide dalla
patologia oncologica (pensione di inabilità, assegno di invalidità, indennità di accompagnamento) è in re ipsa e il ritardo della corresponsione può causare notevole disagio, solo parzialmente risarcibile dalla maggiorazione della somma con gli interessi legali dalla data di presentazione della domanda.
Quanto poi ai permessi retribuiti per assentarsi
dal lavoro, validi per il malato (tre giorni al mese o
due ore al giorno oltre ai trenta giorni di congedo
per cure connesse allo stato invalidante), ma anche per un familiare che si prende cura del malato (tre giorni al mese) l’impossibilità di tempestiva fruizione non era in alcun modo recuperabile.
Per chi avesse fatto ricorso a ferie, permessi,
giorni di malattia, magari rischiando di perdere
il lavoro, non c’era modo dì avere, successivamente, un risarcimento, né economico né tantomeno in termini di giornate lavorative.
Per questo la norma appena approvata è di fondamentale importanza, perché consente ai malati di curarsi in tranquillità e, al tempo stesso, di
conservare l’attività lavorativa e, nei limiti del
possibile, le proprie abitudini di vita.
Questo traguardo è stato raggiunto grazie al grande impegno della FAVO e del Ministro della Funzione pubblica Mario Baccini e in particolare del
sottosegretario Learco Saporito che si sono attivamente impegnati affinché l’emendamento fosse
approvato dal Parlamento che, per una volta senza contrapposizioni, ha dato compatto una risposta positiva alle richieste dei cittadini malati di
cancro, riconoscendo l’importanza della questione e l’opportunità della modifica legislativa richiesta per abbreviare un iter burocratico.
Elisabetta Iannelli
Come destinare il 5 per mille
Sempre più medici americani visitano i pazienti via e-mail. I messaggi sono rimborsati
dalla mutua come normali visite in ambulatorio. E il trend è incoraggiato dai datori di
lavoro: invece di assentarsi dagli uffici per farsi visitare dai medici, i dipendenti ottengono le risposte desiderate (e le prescrizioni per le medicine) senza allontanarsi dalla
scrivania. Ormai relegate alla preistoria le visite a domicilio, i medici americani vedono nelle visite e-mail un modo comodo per ridurre l’affollamento delle sale d’attesa,
dove i pazienti sono spesso rassegnati a lunghe code: l’ora dell’appuntamento è nella
maggior parte dei casi puramente indicativa.
Per i dottori la visita via e-mail presenta notevoli vantaggi economici: il tempo necessario per scrivere un messaggio via Internet è di gran lunga inferiore a quello di una visita in ambulatorio. Dalla visita via e-mail sono esclusi solo i nuovi pazienti: la prima
consultazione deve sempre avvenire in ambulatorio. Ma i contatti successivi possono
essere effettuati per posta elettronica. I pazienti descrivono, infatti, per iscritto in modo notevolmente più accurato i loro sintomi avendo tempo per pensare e per spiegare.
Alcuni pazienti elogiano il maggior grado di intimità che viene raggiunto con i medici
nei messaggi scritti: il linguaggio dei dottori è spesso più informale. Altro aspetto positivo, dal punto di vista di molti pazienti, è quello della rapidità delle risposte. Con le
visite normali gli appuntamenti sono dati solo alcuni giorni dopo. Con le e-mail le risposte giungono quasi sempre in giornata, spesso nel giro di poche ore.
La visita via e-mail è particolarmente utile per i pazienti affetti da malattie croniche,
come il diabete o l’asma, dove occorre un contatto frequente. Mentre raggiungere il
medico per telefono può essere spesso difficile (in un’era di segreterie automatiche
che creano filtri insormontabili), il messaggio e-mail offre accesso istantaneo.
Non tutti i problemi si prestano alle visite per posta. Ma l’uso dei messaggi e-mail per i
casi di routine consente ai medici di dedicare più tempo in ambulatorio a chi ha veramente bisogno di una visita reale anziché virtuale.
La compagnia di assicurazione sanitaria “Blue Shield California” rimborsa i medici con 25
dollari a messaggio e-mail, la stessa somma di una visita in ambulatorio. Numerose altre
mutue, in tutta l’America, stanno seguendo questo trend dopo che alcuni studi hanno mostrato che le visite elettroniche migliorano la produttività dei medici e dei pazienti.
Alcune compagnie di software hanno anche creato programmi ad alta sicurezza per
consentire ai medici di consultare i loro archivi elettronici e inviare diagnosi e prescrizioni e-mail ai pazienti senza il timore di intrusioni esterne.
La legge finanziaria 2006 ha previsto, a titolo sperimentale, solo per il 2006, la destinazione, in base alla scelta del contribuente, di una quota pari al 5 per mille dell’imposta
sul reddito delle persone fisiche a finalità di sostegno del volontariato, onlus, associazioni di promozione sociale e di altre fondazioni e associazioni riconosciute; finanziamento della ricerca scientifica e delle università; finanziamento della ricerca sanitaria;
attività sociali svolte dal comune di residenza del contribuente.
Nel sito della Agenzia delle Entrate (www.agenziaentrate.it) sono disponibili gli elenchi definitivi dei soggetti ammessi alla destinazione della quota.
Da ricordare che la scelta di destinazione del 5 per mille e quella dell’8 per mille, di cui
alla legge n. 222 del 1985, non sono in alcun modo alternative fra loro.
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MERCEDES SLK 55 AMG
Muscoli e cavalli per chi cerca emozioni forti
G
li appassionati di Formula 1 l’hanno
vista spesso (forse anche troppo) seguendo le corse nelle ultime due stagioni. La più sportiva, potente e speciale delle SLK in listino è infatti dal 2004 la “safety car” ufficiale nell’ambito dei Gran Premi del
Mondiale di F.1. Guidata da Bernd Maylander, ha
il non facile compito di rallentare per qualche giro
di pista le monoposto che hanno 900 (e passa)
cavalli di potenza e che vanno forte anche quando
devono andare piano. Solo alleggerita di un centinaio di kg rispetto alla SLK 55 AMG di serie e dotata di un impianto di scarico aperto, la “safety car”
Formula 1 dispone dello stesso motore e delle
medesime caratteristiche meccaniche della vettura che può essere acquistata da chiunque sia disposto a pagarla 68.520 euro. Realizzata partendo
dalla base della nota roadster con tetto rigido apribile, diventa in questa versione un mezzo dalle
caratteristiche del tutto particolari, poiché associa
alla carrozzeria compatta un motore V8 di 5.5 litri, con 360 cavalli e 52 kgm di coppia. Impossibile trovarle delle concorrenti dirette. Questa spider
compatta ma ipervitaminizzata negli attributi, è
capace di regalare emozioni decisamente forti al
volante.
COM’È FATTA
La linea di base della SLK 55 AMG è quella ormai
conosciuta, con l’inconfondibile prolungamento del cofano nella calandra che inalbera la grande stella a tre punte, un vezzo stilistico che fa il
verso al musetto della McLaren-Mercedes di F1
nonché alla supercar stradale SLR.
La versione AMG è riconoscibile per alcuni particolari specifici, cominciando dal più accentuato
spoiler sotto le prese d’aria anteriori e dagli sfiati
dell’aria davanti alle ruote anteriori, per far defluire il calore prodotto dal V8 5.5. Nella zona posteriore si nota lo spoiler aggiunto sulla sommità
del cofano bagagli che, secondo i tecnici AMG, riduce la portanza del 36%. Sono specifici anche i
doppi terminali di scarico sdoppiati, grintosi da
vedere ma soprattutto da ascoltare. Attraverso le
razze dei cerchi in lega da 18 pollici (con pneumatici 225/40 davanti e 245/35 dietro) si possono altresì notare le pinze di colore alluminio con
tanto di scritta AMG in bella evidenza che agiscono sui dischi auventilanti e forati. Immutata, rispetto alle altre SLK, la funzionalità del tettuccio
rigido ripiegabile, che permette di passare dalla
configurazione coupé a quella roadster (e viceversa) in soli 22 secondi e con la semplice pressione di un tasto di abitacolo.
COME VA
La notevole elasticità e l’ampio respiro sono tra
le doti migliori del motore “made in AMG”. L’otto cilindri si lascia utilizzare senza problemi ai
regimi inferiori cominciando a spingere seriamente da 3000 giri e, ancora più intensamente,
da 4000. Il tutto accompagnato da un rombo inconfondibile che è vera musica per le orecchie di
chi ama le auto sportive. Le prestazioni sono di
grandissimo rilievo, pur con la velocità massima
autolimitata. I 253,3 km/h di punta si raggiungono in pochissimo spazio, visto anche che dal
km con partenza da fermo si esce già a 231,8 km
orari. In accelerazione, il tempo da 0 a 1000 me-
tri è migliore di quanto dichiara la Casa: 23”46
contro 23”8. Notevole anche lo spunto, con i
4”95 registrati da 0 ai 100 orari che sono vicinissimi ai 4”9 dichiarati. Anche le riprese sono eccellenti, grazie alla presenza della trasmissione
automatica. In “drive” sono sufficienti 2”94 per
rilanciarsi da 80 a 120 km/h mentre bastano
21”95 per percorrere 1000 metri in ripresa da
40 km/h! Come logica vuole, i consumi non risultano contenuti. Nella marcia urbana non siamo andati oltre 6,1 km/litro, mentre in autostrada, a 130 km/h, abbiamo percorso solo 8,5
km/l. Nella guida sportiva è facile far scendere la
percorrenza a 5-5,5 km/litro, con un’autonomia
di conseguenza ridotta.
Sulle strade aperte, i limiti di tenuta di strada sono elevatissimi. il controllo di stabilità è solo parzialmente disinseribile e questa è forse una pecca
per il tipo di vettura. Nei percorsi misti, ricchi di
curve e controcurve, il sistema può ritenere imminente un’uscita di strada anche se questa poi
non si verificherebbe, impedendo di sfruttare
davvero al limite le possibilità del mezzo. Diciamo
questo con la dovuta premessa che con l’ESP parzialmente disinserito bisogna comunque fare attenzione a dosare la pressione sul pedale dell’acceleratore per non incorrere in brusche reazioni
da parte del retrotreno. Con 360 cavalli e 52 kgm
di coppia a disposizione, il sovrasterzo di potenza
è infatti in agguato, particolarmente nei bruschi
cambi di direzione con l’acceleratore schiacciato.
L’inserimento in curva, da parte sua, è molto buono mentre, sempre con l’ESP disinserito, non si
notano reazioni pericolose nelle fasi di rilascio,
anche violento, dell’acceleratore. Se inserito completamente, il controllo di stabilità svolge puntualmente il suo lavoro stroncando ogni possibile
eccesso di confidenza.
Lo sterzo è abbastanza preciso e diretto, in particolare alle velocità inferiori, una volta impostata
la curva. Sul veloce si desidera invece una maggiore precisione del comando, forse troppo servoassistito in questi frangenti. Non eccessiva la manovrabilità in spazi ristretti. Il cambio è praticamente inappuntabile se usato come un automatico. Per facilitare la guida sportiva, la AMG ha studiato comandi manuali con l’inserimento e la
scalata sequenziale delle sette marce a disposizione. Sono ottime le scelte di evitare il “kick down”
e di non passare automaticamente al rapporto superiore una volta raggiunto il regime di inserimento del limitatore. E invece molto meno funzionale il tempo di esecuzione delle cambiate in
inserimento nella modalità manuale. In questo
caso va meglio in fase di scalata, con innesti del
rapporto inferiore solleciti e d’aiuto alla frenata.
Quest’ultima, da parte sua, è su livelli di eccellenza, visto che bastano 92 metri per fermarsi a 160
km/h e che a 100 km/h ci si arresta in soli 36,7
metri. Questi risultati fanno perdonare una certa
rumorosità dell’impianto, dovuta alla sua struttura e ai dischi forati. Impostazione sportiva, con assetto rigido, e rumore del motore limitano un po’
il comfort di bordo, come si può notare dai 70,3
db registrati già a 100 km/h di velocità. A tetto
chiuso si comincia inoltre ad avvertire qualche
fruscio aerodinamico a partire dai 150-160 km/h.
A vettura aperta gli spifferi d’aria sono però ridotti,
con l’eventuale contributo dell’ “airscarf” che
aiuta nelle passeggiate invernali a capo scoperto.
LA MECCANICA
L’otto cilindri a V di 5.5 litri sviluppato dalla AMG
riprende alcune soluzioni dei propulsori da
competizione, come i pistoni forgiati in alluminio, gli iniettori dell’olio per raffreddare i pistoni
e il condotto di aspirazione dell’aria a geometria
variabile. La preparazione comprende un assetto studiato per le necessità della Mercedes trasformabile: quindi ammortizzatori telescopici,
molle e barre antirollio sono dotati di specifica
taratura. Particolare cura è stata dedicata alla
messa a punto dell’impianto frenante, che comprende dischi flottanti autoventilanti da 340 mm
all’anteriore, dove sono installate pinze a 6 pompanti mentre dietro sono da 330 mm con pinze a
4 pompanti. La soglia di intervento di ABS, ESP e
ASR, è programmata in modo da favorire il piacere
della guida sportiva. Tra le differenze dalla SLK
standard va notata la presenza di un radiatore supplementare dell’olio che fruisce di appositi sfiati
dell’aria nella parte laterale dello spoiler anteriore.
GLI INTERNI
I sedili ben sagomati, specifici della versione
AMG, offrono una posizione ideale, ulteriormente migliorata dalle regolazioni elettriche con memoria, che è un optional montato sulla vettura
in prova. E a richiesta (482 euro) anche il sistema “airscarf”: premendo un tasto sulla consolle
centrale, si attivano le bocchette d’aerazione poste sui poggiatesta dei sedili; da esse fuoriesce
un flusso d’aria calda diretta verso il collo del
guidatore e del passeggero, che consente quindi
di viaggiare a tetto aperto anche d’inverno. La
strumentazione è specifica del modello: la grafica è ben leggibile, il contagiri sulla destra. Le pagine del computer di bordo, leggibili fra i due
strumenti principali, aggiungono informazioni
utili e possono essere sfogliate tramite i pulsanti
presenti sul volante multifunzione. La plancia
riprende quella di altre versioni della SLK. Sul
modello in prova lo schermo nella consolle centrale è più piccolo, con navigatore satellitare a
pittogrammi. I comandi sono ben disposti e a
portata di mano, se si eccettuano quelli del tergicristallo, su una leva a sinistra del volante. Le finiture sono di alto livello, con particolari in alluminio che si aggiungono alle plastiche, alla pelle
e ai tessuti degli interni.