SEDI NÔ - Lavariano, Borgo Rurale del Medio Friuli
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SEDI NÔ - Lavariano, Borgo Rurale del Medio Friuli
SEDI NÔ BUONA PASQUA Gjornâl di Lavarian N°43 APRILE 2011 Edizion La Torre DALL’ASSOCIAZIONE CALENDARIO ATTIVITA’ DELLA TORRE PROGRAMMATE PER IL 2011 GENNAIO • Assemblea dei soci e rinnovo cariche sociali FEBBRAIO • Serate culturali: conferenzedibattito su Ambiente, temi /MARZO storici, racconti di viaggi APRILE • Teatro MAGGIO • Concorso letterario Paolino d’Aquileia: premiazioni • Serata concerto per i 150 anni dell’unità d’Italia GIUGNO • Saggi di teatro /LUGLIO • Percorsi in bicicletta alla scoperta del territorio • Cicloroe SETTEMBRE • Mostra fotografica del Perdon OTTOBRE • Festa della Torre e Palio dei Borghi NOVEMBRE • Cineforum /DICEMBRE ALTRE ATTIVITA’: • Corso di teatro per gli alunni delle scuole primarie • Laboratorio teatrale per ragazzi • Laboratorio teatrale per adulti sull’uso della voce • Biblioteca • Sedi Nô: stampe trimestrali IL NUOVO DIRETTIVO PER L’ANNO 2011-2012 Giovanni Signor, Presidente Lucia Bernardis, Vice Presidente Jenny Marcuzzi, Segretaria Sonia Bernardis Consigliere Chiara Durì, Consigliere Marco Gomboso, Consigliere Vittorio Madrisotti, Consigliere Erminio Polo, Consigliere Lucia Turello, Consigliere SERATE CULTURALI L’ARGENTINA CON TUTTI I SUOI COLORI Una bella serata, piena di familiarità e di complicità tra i relatori. Simpatici, preparati ed allegri i due protagonisti dell’incontro, Piero Cogoi e Roberto Durì, di fronte ad un pubblico numeroso, attento e pieno di interesse per una esperienza che ci ha fatto sognare e divertire. Parliamo di “Tutti i colori dell’Argentina”, la serata che, con slides, immagini trasmesse ed ingrandite dal videoproiettore, ci ha raccontato il loro viaggio in una terra lontana e pure così vicina, perché piena di italiani, colà emigrati, e piena di friulani, con ottimi vivaci rappresentanti lavarianesi colà ormai da anni residenti. L’Argentina, ci ha illustrato Piero Cogoi, con una vastità di quasi tre milioni di Kmq ed una popolazione di 35 milioni di abitanti, è una terra immensa nelle sue varietà di ambienti e di popoli, dalle regioni delle Ande alle pianure vaste, dalla pampa fino al tavolato della Patagonia. E poi fiumi e climi diversi a seconda delle latitudini. Scoperta nel 1516 e rimasta sotto il Perù fino al 1776, l’Argentina si rese indipendente nel 1810, dandosi nel 1853 una costituzione federale che fu contrastata da lotte interne e da guerre con i paesi vicini. Terra di immigrazione italiana e spagnola dal finire del 1800 (con immigrati lavarianesi e morteglianesi dal 1876), l’Argentina si distinse per la sua agricoltura ed i suoi allevamenti aprendosi alla industrializzazione solo nel secondo dopoguerra con la dittatura di Peron (1946-1955) ed affrontando successivamente periodi di forte instabilità politica e grandi tensioni sociali. Il viaggio dei nostri due protagonisti è passato dai ghiacciai della Terra del Fuoco alle vette delle montagne colorate delle Ande, con soste nelle città e fraterni familiari incontri con gli oriundi lavarianesi. Bella, cordiale e commovente la canzone della ottantenne signora Marta cantata in un friulano schietto e sicuro, senza inflessioni straniere. Bravi Piero e Roberto. Erminio Polo 2 IL SUOLO MINACCIATO Sì, ci voleva una serata così piena di informazioni e così piena di verità da considerare: la nostra terra è minacciata non solo dalla erosione del suolo con i problemi idrogeologici a cui non si pone mano, ma soprattutto dalla insipienza dell’uomo che continua a sprecare suolo agricolo per coprirlo di cemento, di strade, di edifici e di capannoni che spesso restano vuoti e pieni di erbacce. Il documentario, prodotto dal WWF e da Legambiente di Parma, è stato davvero interessante, perché costruito con una severa analisi dei danni arrecati dall’uomo che ha coperto il territorio senza curarsi minimamente di salvaguardarne non solo l’ampiezza per le semine, ma soprattutto la sua fertilità. L’agricoltura, nella spinta ossessiva di essere soprattutto fonte di denaro per gli intermediatori commerciali e non difesa dei diritti primari dei produttori e dell’uomo, ha ridotto enormemente la fertilità naturale del terreno con concimi sempre più chimici ed ha sprecato superfici produttive essenziali. In pochi campi, pieni di concimi e di violenza colturale, si pretende di ottenere quanto possono produrre, in pace e naturalità, molti ettari agrari. Così si gioca sul valore stesso del suolo che, se agricolo, vale poco, se edificabile vale molto, quando invece il suolo ha una funzione primaria di sostegno alla vita stessa attraverso gli alimenti. Alla serata, sostenuta dal Presidente del WWF del Friuli dott. Pizzutti, erano presenti purtroppo poche persone. Il dibattito che si è aperto non ha dimenticato i problemi del suolo di Lavariano e del Comune. Interessante la proposta, avanzata da Ottorino Savani, alternativa alla proposta comunale di autodromo sulla pista di volo. La proposta, appoggiata da altri presenti è quella di attrezzare quel territorio con pannelli fotovoltaici, piuttosto che con piste di asfalto ed edifici di cemento. In tale modo il suolo sarebbe preservato e non invaso da costruzioni che lo privano della sua funzione vera: quella di essere produttivo di energia per la salute di tutti e non per le tasche di qualcuno. LA CRUDEL ZOBIA GRASSA Si è tenuta anche la terza serata culturale del mese di marzo, relativa al racconto di quel massacro che è stato chiamato dalla letteratura e dalla storia friulana “La crudel Zobia grassa”. Era il 27 febbraio 1511, cinquecento anni fa. Su quel massacro si sono divertiti ad arricchirlo di crudeltà e di mitologie molti, per esaltare il popolo contadino in rivolta, per deprecare la violenza delle masse ignoranti, per denunciare l’oppressione cui era sottoposta la gente. Eppure, proprio in quei giorni, nasceva una storia d’amore che ha riempito di commozione e di tenerezza tutta la letteratura mondiale: la storia di Romeo e Giulietta. Come sono andate davvero le cose? Le cose sono state raccontate sulla base dei documenti nella serata del 24 marzo, con immagini proiettate dal nuovo videoproiettore acquistato da La Torre. Il popolo contadino era davvero povero nel 1500 e sottoposto a forti gravami dai proprietari delle terre sulle quali vivevano, in catapecchie, in capanne, senza strumenti adatti e senza patti chiari con i padroni che potevano cacciarli come e quando volevano. Due erano le casate padronali dominanti: i Savorgnan, filo-Veneziani (Venezia aveva conquistato il Friuli) ed i Torriani (filoimperiali). Questo scontro fra casate divenne pretesto perchè i Savorgnan sobillassero il popolo e perché i contadini delle cernide assalissero i palazzi dei Torriani ed ammazzassero crudelmente quelle famiglie nobiliari. Era il giovedì grasso e la gente più povera potè indossare gli abiti più ricchi, come se il mondo fosse stato rovesciato (è la legge del carnevale). Passato il massacro, ci fu la repressione. E poi venne il terremoto. E poi venne la peste. Ma proprio la vigilia del massacro, nel ballo di carnevale Luigi Da Porto incontrò la bella cugina Lucina Savorgnan che non potrà sposare. E su quell’amore impossibilitato nacque la storia di Romeo e Giulietta, raccontata dal grande Shakespeare. Erminio Polo 3 PROSSIME ATTIVITA’ TEATRO E... BASILICO Com'é consueto, l'associazione culturale “LA TORRE”, anche per la programmazione di quest'anno ha ritenuto molto importante promuovere le attività teatrali.Questo avviene lungo due percorsi: a- insegnando: per quanto riguarda l'insegnamento, viene patrocinato un corso di crescita per conoscere il proprio io interiore coinvolgendo giovani e ragazzi. Il corso ha preso il via venerdì 18 marzo nella casa della gioventù di Lavariano, a cura della competente e preparata Alessandra Nardini. b- dimostrando: per quanto riguarda invece la messa in scena di spettacoli teatrali presentati da compagnie esterne, é il caso della serata di sabato 9 aprile nella quale avremo come ospiti la compagnia di Flumignano che ci presenterà un testo teatrale, dal titolo forse un po' strano per il periodo primaverile: “Natale al basilico”. Nulla di preoccupante, il testo é ambientato nel periodo delle feste natalizie, ma i contenuti....lascio a voi la sorpresa. Ci vediamo, per chi volesse essere presente, sabato 9 aprile alle ore 20:30 nella sala della casa della gioventù a Lavariano. Non mancate! CONCORSO LETTERARIO PAOLINO D’AQUILEIA Anche quest’anno per tutti gli alunni e le alunne delle tre classi finali delle Scuole Primarie (Elementari) di Lavariano e di Mortegliano è stato lanciato il Concorso Letterario Paolino d’Aquileia. E’ un concorso che valorizza la creatività dei nostri figli perchè li impegna a scrivere qualche brano in prosa o in poesia, in lingua friulana o italiana, su temi che stanno loro a cuore. Naturalmente i lavori migliori saranno premiati da una qualificata giuria e la consegna dei premi avverrà in una serata particolare dedicata a tale scopo: SABATO 21 MAGGIO 2011. Vogliamo ricordare che il titolo del Concorso è dato dalla presenza a Lavariano del grammatico di Carlo Magno, il grande Paolino, a cui è stato dato nell’anno 776 il nostro paese e che diventerà poi nel 787 Patriarca della Chiesa di Aquileia. La serata di sabato 21 maggio è aperta soprattutto alla partecipazione dei genitori che, durante l’anno scolastico e di fronte al Concorso, accompagneranno i propri figli anche per incitarli a scrivere nella nostra lingua ed a non aver paura di esprimere quanto suggerisce la loro voglia di vivere e di essere felici. UNA SERATA CELEBRATIVA PER I 150 ANNI DELL’UNITA’ D’ITALIA Per celebrare l’Unità d’Italia l’Associazione Culturale La Torre sta preparando per il mese di maggio una serata speciale nella quale ricordare i 150 della nostra storia. La data prefissata è quella di DOMENICA 29 MAGGIO 2011 alle ore 17.30 nella Casa della Gioventù. Sarà un evento straordinario in collaborazione con la Filarmonica Giuseppe Verdi. Racconteremo con le parole e con la musica un pezzo di storia importante per eventi e personaggi che hanno costruito per tutti noi la nostra identità di Italiani. Viva l’Italia! 4 MOSTRA DEL PERDON DI SANT ANTONI: DONNE AL LAVORO IERI E OGGI Un altro piccolo contributo ai festeggiamenti per l’Unità d’Italia lo vogliamo dare con la Mostra Fotografica che stiamo organizzando per il prossimo Perdon di San Antonio. Quando si parla di Unità d’Italia il pensiero va subito ai grandi uomini che l’hanno fatta: pensiamo a Vittorio Emanuele, a Garibaldi, a Mazzini, a Cavour… ed a tanti piccoli e grandi eroi che con il pensiero e l’azione, con la politica, la diplomazia e la lotta armata hanno realizzato il grande sogno. Sappiamo però che l’Italia di oggi è frutto del lavoro quotidiano di tutti gli italiani; non solo del lavoro maschile, ma anche dell’impegno costante delle donne lavoratrici, forse meno reclamizzato e meno vistoso, ma non meno importante. La Mostra fotografica di quest’anno la vogliamo dedicare proprio alle donne, che, a fianco dei loro compagni maschi, hanno fatto l’Italia e continuano e tenerla viva e forte. La mostra vorrà evidenziare, attraverso le fotografie, il lavoro delle donne di ieri e di oggi in tutti i mestieri: in casa, nei campi, in fabbrica, negli uffici, nei negozi, nelle scuole, come imprenditrici, come artigiane, negli ospedali, accanto agli anziani.. Si tratterà quindi in primo luogo di recuperare le foto dei nostri archivi fotografici e quelle che le famiglie custodiscono nei cassetti (si chiede la collaborazione di tutti coloro che vogliono imprestarci le loro foto che ritraggono il lavoro femminile di ieri, per ristamparle ed ingrandirle). In secondo luogo si invitano tutti gli appassionati di fotografia (soprattutto i giovani) a scattare qualche immagine di oggi che ritragga le nostre donne (la fidanzata, la moglie, la compagna di studi o di viaggio…) nel proprio impegno e nel proprio lavoro. Contiamo sull’impegno, sulla collaborazione e sulla partecipazione di molti perché queste immagini possano aiutarci a conoscere meglio la nostra realtà locale. Per informazioni e recapito delle fotografie rivolgersi a Lucia Turello. I COSTI DELLA CULTURA Fare cultura oggi costa molto, anche a Lavariano. Noi vogliamo comunicare ai nostri lettori che abbiamo difficoltà ad organizzare iniziative culturali nel nostro paese, perché esse costano molto anche in termini economici. Diciamo subito che gli organizzatori sono tutti volontari e ci tengono a portare nel nostro paese attività adatte per favorire l’aggregazione, il gusto di stare insieme e la gioia di imparare, di avere e di condividere conoscenze. Per questo facciamo le iniziative più diverse, le serate culturali, il programma che potete leggere in altra pagina di questo giornale. Per fare una serata ci vuole la Sala della Casa della Gioventù. Questa la paghiamo al Comune 25 euro di noleggio più il costo del riscaldamento: con IVA circa 40 euro ad iniziativa. A questi soldi, dati al Comune, dobbiamo aggiungere i costi di SIAE, di piccolo rinfresco agli ospiti e di eventuale rimborso spese ai relatori che vengono da fuori. Se poi noleggiamo uno strumento (il videoproiettore del Comune, le panche, i tavoli ecc. ) li dobbiamo pagare. Succede che i contributi ottenuti dal Comune sono gli stessi soldi che gli abbiamo dato noi per fare le serate! Quindi è importante che la nostra gente sappia che dare uno-due euro o più come offerta libera è un piccolo segno di partecipazione per far continuare la vita di una associazione. __________________________________________________________________________________ SEDI NÔ, edito dalla Associazione Culturale LA TORRE di Lavariano, stampato in proprio e distribuito in tutte le famiglie. Redazione: il Direttivo. Scaricabile all’indirizzo www.lavariano.it. __________________________________________________________________________________ 5 CRONACA DI PAESE UN ALLEGRO POMERIGGIO IN COMPAGNIA Domenica 6 marzo, nel cortile della Casa della Gioventù si è radunato un gruppo di allegre maschere ed abbiamo così festeggiato il carnevale 2011 . Fra canti, balli e crostoli, abbiamo passato dei bei momenti assieme: prima la stesura della pasta (“No! Tu tu le tiris cussì, jo invezite le tiri plui fine!!! ), poi la friggitura, sapiente e attenta, delle strisce ritagliate da parte delle cuoche dei vari borghi, e infine voilà! Ecco pronti i gustosissimi crostoli, da mangiare assieme agli altri oppure, per chi avesse voluto, da portare a casa ai famigliari. Poi via alle danze per i più spavaldi. Ecco, e ora zitti tutti perché é arrivato il momento dell'estrazione dei ricchi premi della lotteria. Ecco, per l'appunto, un grazie sentito a tutte le persone e ai commercianti che hanno avuto la sensibilità di offrire qualcosa per la buona riuscita della festa, dal vino ai regali per la lotteria. Grazie e mandi a ducj. Giovanni Signor Tanti bambini han reso omaggio a questa bellissima giornata di Carnevale. 6 DIECI ANNI DEL CROCIFISSO Dieci anni fa, nel 2001, su sollecitazione di Padre Hippy, il frate carmelitano del Convento di Risano, un gruppo di giovani con le loro famiglie, hanno apposto un crocifisso sulla facciata della casa di Del Degan, all’imbocco di via Udine. Era un gesto non solo di fede nei valori espressi da quella immagine e dalla storia che essa racconta, ma era anche un gesto verso padre Hippy che per tanti anni si è dedicato alla educazione religiosa ed umana dei ragazzi e delle ragazze di Risano e di Lavariano soprattutto. Del resto quel Crocifisso in legno, di pregiata ed antica fattura artistica, è stato donato proprio dal frate che lo ha fatto scolpire nella terra degli artigiani, in Val Gardena. Una targa in rumeno, la lingua materna di padre Hippy, dice: ricordati di me, Signore, quando sarai nel tuo regno. Erminio Polo IN VERITA' VI DICO, UNO DI VOI MI TRADIRA'! VIA CRUCIS 2011 La Pasqua é vicina e, come accade da molti anni nel nostro paese, esiste (resiste al passare degli anni e degli impegni) un gruppetto di giovani che si cimenta con la messa in scena della passione e morte di Cristo lungo le vie del nostro paese . Quest’anno si é pensato di apportare qualche miglioria ai costumi e alla scenografia. Tutto questo é stato reso possibile grazie all'impegno di alcune donne del paese per il confezionamento degli abiti; e grazie ai contributi ricevuti da un'associazione di Lavariano, abbiamo potuto migliorare alcune strutture che il passare degli anni aveva deteriorato. Detto questo, faccio affidamento sulla buona volontà dei giovani (e non) che volessero prestarsi per la costruzione delle scene e per parteciparvi in costume. Giovanni Signor Da oggi Sedi Nô è scaricabile da internet all’indirizzo www.lavariano.it 7 CONSEGNA DEL TRICOLORE ALLE SCUOLE ELEMENTARI Proprio alla vigilia della Festa dell'Unità d'Italia, il 16 marzo, una delegazione di Alpini del Gruppo di Lavariano si è recata presso le Scuole Elementari a consegnare una bandiera italiana classe per classe. È stato un semplice, ma significativo gesto, di grande valore simbolico, capace di far sentire unite le nuove generazioni con quelle più avanti nelle esperienze e negli anni. Il gruppo ebbe all'ingresso una gradita sorpresa. Infatti i bambini li accolsero con una piccola commovente cerimonia, con una recita fatta di poesie e di canti legati al Risorgimento nazionale con una struggente finale: il canto corale dell'Inno d'Italia. Gli Alpini hanno quindi detto alcune parole di ringraziamento e sottolineato la bravura degli alunni consegnando loro, classe per classe, un tricolore da appendere alle finestre di ogni aula, la coccarda con il testo storico sulla nascita della nostra bandiera ed il calendario con le date di esposizione del vessillo italiano. Infine è stato consegnato il guidoncino del gruppo di Lavariano. BUON COMPLEANNO ITALIA! 17 marzo 2011: una data importante che anche a Lavariano, non è passata inosservata. Fin dal primo mattino qualche timida bandiera sventola già da qualche finestra, ma c’è poco rumore, anzi un silenzio insolito, perché il traffico giornaliero dei lavoratori pendolari quel mattino non si fa sentire. E’ festa nazionale. Verso le otto un gruppo di alpini arriva vicino alla Latteria per preparare l’alzabandiera. Allora anche la piazza si veste a festa e si illumina di tanti tricolori che spengono il grigio del giorno. Tricolori un po’ dovunque: sulla muraglia della Chiesa, sul balcone della Casa della Gioventù, sulle case… Meno male che qualcuno si ricorda. Poi un fremito attraversa l’aria, quando le note dell’Inno d’Italia accompagnano la bandiera che si alza lenta sul pennone. E tutto il gruppo degli alpini è sull’attenti, ora che è diventato più numeroso e ci sono insieme anche alcune donne (e sì, perché per l’Unità d’Italia, hanno combattuto anche loro!). E poi tutti cantano insieme e poi ridono, 8 commentano e vanno a bere un bicchiere al bar. Una piccola cerimonia sì, una cosa da poco, ma importante, quanto basta per sentirci per un momento italiani, per avvertire quel senso di appartenenza che sembra da un po’ di tempo scomparso, ma che invece c’è e va tenuto vivo. Veniamo a sapere che anche i paesi attorno hanno festeggiato con cerimonie varie attorno ai loro sindaci. Solo a Mortegliano, purtroppo, i nostri amministratori non hanno avuto tempo né voglia di segnare questa data. Chissà perché!? Sappiamo che un gruppo di “dissidenti”, quel mattino, ha voluto comunque cantare l’inno d’Italia sotto il Municipio… Proprio in quella serata, la Associazione Culturale La Torre ha organizzato una manifestazione culturale su un tema importante: il suolo minacciato. Per dire che a forza di cemento e di disattenzione, la nostra terra sta perdendo fertilità e si distruggono i campi e la nostra bella Italia va a catafascio. Ecco perché bisogna segnare e celebrare certe date sul calendario: per riflettere sui beni che abbiamo e per difenderli motivatamente. Lucia Turello PIAZZA VIDEOSORVEGLIATA Ed un giorno, verso la fine dell'inverno, nell’anno 2011, alcuni cittadini di Lavariano si sono accorti che sulla Casa della Gioventù, in Piazza San Paolino, è stata posizionata una videocamera di sorveglianza. Con un po' di sconcerto e sorpresa alcune persone si sono chieste: ma come, viene installata una videocamera a Lavariano e il Comune non ci avverte!?! La piazza è video sorvegliata e nessuno ci dice nulla!?! La realtà è molto più semplice e normale: la videocamera è stata sì installata, ma non è ancora in funzione ed è per questo che la cittadinanza non è stata ancora ufficialmente (e capillarmente) informata. L'installazione fa seguito alla delibera presa dal Consiglio Comunale in data 12/11/2010 nel quale si approva: a) il regolamento Comunale per l'utilizzazione e gestione del sistema di videosorveglianza sul territorio del Comune di Mortegliano, composto da 25 articoli; b) il documento delle scelte operate per l'attivazione di un sistema di videosorveglianza del territorio comunale. Nella fattispecie, l'articolo 20 del regolamento, prevede che il Comune provveda ad installare, nelle aree in cui sono posizionate le videocamere, appositi cartelli informativi con pittogramma, recanti la dicitura: AREA/TERRITORIO VIDEOSORVEGLIATO/A etc. Nello stesso articolo si dice che si procederà alla diffusione e all'informazione alla cittadinanza, tramite campagna informativa, dei diritti, doveri e modalità di accesso dei cittadini (anche in relazione alla legge sulla privacy). In un precedente articolo del suddetto regolamento si prevede che per ogni zona soggetta a videosorveglianza debbano essere (anche) individuate delle zone da "oscurare", cioè dovrà essere inibita la visualizzazione di particolari siti in maniera elettronica, opzione definita "Privacy Zone" (per esempio non potrà essere possibile effettuare la visualizzazione di ambiti assolutamente privati come finestre di abitazioni, balconi ed altro, al fine di evitare interferenze nella vita privata dei cittadini). Ciò potrà avvenire anche su richiesta di singoli soggetti interessati. Il Regolamento è stato approvato all'unanimità dal Consiglio Comunale e ci pare assolutamente completo e rispettoso della privacy dei cittadini. Dalla delibera apprendiamo anche che il progetto di videosorveglianza è gestito dall’ASTER, ora Associazione Intercomunale, con capofila il Comune di Codroipo e di cui fanno parte i comuni del Medio Friuli. Esso è stato presentato dall'Associazione Comunale Medio Friuli alla Regione FVG nell'autunno del 2008 e immediatamente finanziato: 416.000 euro (per tutti i Comuni). Nessuno stupore, nessuno sconcerto dunque, ma solo attesa di informazioni, quando sarà il momento, da parte delle competenti Autorità Comunali. Vittorio Madrisotti 9 SALUTO A DON GIOVANNI Sabato 5 febbraio, nella quiete della Fraternità Sacerdotale di V. Ellero in Udine, alle ore 6.30 del mattino Don Giovanni spirava serenamente accolto dalle mani del Padre. Lunedì 7 febbraio verso le ore 17.15 l'abbiamo accolto in questa chiesa per la preghiera di suffragio dei fedeli e alla sera stessa abbiamo celebrato una Eucaristia "familiare", ricordando a più voci la sua figura. Martedì 8 febbraio, alle ore 15.00, si è svolta la liturgia funebre di commiato, presieduta dall'Arcivescovo mons. Andrea Bruno Mazzocato e con la presenza dei vescovi emeriti, Brollo e Battisti, del Vicario generale mons. Genero, di almeno una quarantina di sacerdoti e di una folla strabocchevole di popolo di Dio. L'abbiamo, poi, accompagnato al cimitero, dove lui stesso ha chiesto di essere seppellito e dove risiedono i suoi più cari (Papà, mamma, fratello...). Non si è potuto inserire la bara nel loculo della mamma, perché troppo recente, né era opportuno collocarlo in un loculo assai distante dal cuore del cimitero. Con il consenso anche della sorella l'abbiamo collocato nella nuda terra sul fianco della chiesa. Le due tombe dei sacerdoti davanti alla chiesa sono state poste nell'interrato solo in un secondo momento con la cassetta delle ossa. Nell'ultimo mese era stato ricoverato ben quattro volte con delle crisi delicate e difficili; d'altra parte già temevamo di non poter celebrare il 60° di sacerdozio il 7 luglio con la sua presenza in chiesa. Specie l'ultimo, è stato un periodo particolarmente travagliato. Il ricovero nel Centro "Bianchi" di Mortegliano era stato voluto da lui con la speranza che i parrocchiani venissero a trovarlo e per sentirsi vicino alla propria gente. Poi si è convinto di entrare nella struttura protetta del Clero, ma vi è rimasto solo una decina di giorni. In questo tempo molti si sono prodigati per andare a visitarlo, per trasportarlo secondo il bisogno e voglio ringraziare tutti per questa vicinanza e per questa tenerezza. Ma, consentitemi oggi, di fare un ringraziamento tutto particolare alla signora Leda e alla sua famiglia per la paziente e amorevole cura nei suoi confronti. Don Giuseppe Faidutti GRAZIE DON GIOVANNI, per aver colorato la vita di questa nostra comunità con la tua presenza discreta ma attenta, rigorosa eppure, a modo tuo, gioviale, preoccupata, talvolta fino allo scrupolo, per non venir meno alla integrità delle celebrazioni, schiva per non essere invadente, accogliente pur dietro la tua apparente scontrosità, pronta a fare la tua mano aperta e generosa a chi si presentasse alla porta della tua casa, noncurante, il più delle volte, della correttezza e idoneità di chi stendeva le mani a ricevere. 10 APPROFONDIMENTI MA QUALE UNITA’ D’ITALIA? È risaputo che l’unità d’Italia ottenuta nel 1861 è stata una forzatura. Infatti i primi governi dovettero lottare molto contro forti spinte eversive, soprattutto al sud-Italia, ed è per questo che Massimo D’Azeglio affermava che, fatta l’Italia, bisognava fare gli italiani. La domanda che viene facilmente in questi giorni dei festeggiamenti dell’unità d’Italia è: che senso ha l’unità d’Italia? Ed è una domanda giusta, perché per pochi versi l’Italia sembra un paese davvero unito, seppur il territorio della Penisola sia contiguo. Politicamente, non ne parliamo! Nel nostro paese non c’è una cosa su cui la nostra classe politica riesca ad andare d’accordo. Ma l’Italia non sembra molto unita in particolare se guardiamo al divario tra nord e sud, tra un sud prevalentemente agricolo ed un nord industriale, tra il funzionamento della pubblica amministrazione e della sanità al meridione e nelle città del nord e così via. Anche culturalmente si può dire che prevalga una divisione. E parlare di unità può far ridere se gli unici momenti in cui ci si sente uniti sono le partite degli azzurri. Quindi: di che Italia e di che unità possiamo parlare il 17 marzo 2011? Per la destra l’idea di unità d’Italia ha tradizionalmente una connotazione molto Nazionalista. Si tratta cioè di un’Italia che deve essere unita a voler emergere militarmente sul piano internazionale, che deve essere unita a mostrarsi Nazione e popolo con forti capacità di autodeterminazione. Si tratta di un’Italia molto orgogliosa di se stessa, che vive guidata dal mito del proprio valore e dal mito del valore della propria storia. È l’Italia unita in quanto Nazione, Popolo, Patria. L’idea di unità d’Italia associata alla sinistra, invece, può sembrare piuttosto strana nella sua veste patriottica. Infatti la sinistra, soprattutto dopo l’esperienza fascista, ha sempre temuto il Nazionalismo, proiettandosi piuttosto su idee come quella dell’internazionalismo pacifista, la quale vorrebbe ambire ad una concordia generale dell’umanità, ben oltre un singolo paese. Inoltre, in un mondo che oggigiorno sembra sempre più globalizzato, lo stesso concetto di Patria, che ha una matrice fortemente locale, appare quanto mai lontano dalle intenzioni di sinistra. Dunque c’è la Lega, convinta secessionista, per la quale l’Italia unita non esiste e non deve esistere. Anzi, le forme centrali che amministrano il paese sono forzature da eliminare e rappresentano una catena che impedisce ad un nord-Italia progredito e virtuoso di emergere, obbligandolo a trascinarsi tutti i problemi del sud. Così l’unità d’Italia non è da festeggiare, anzi, fa proprio ridere, perché l’Italia non è unita culturalmente dal principio e il nord-Italia non sa che farsene di un sud-Italia morboso: secessione! Abbasso l’Italia unita! E a Pontida si bruciano i tricolori. Perciò arriva il 17 marzo 2011: la destra festeggia l’Italia unita nell’orgoglio Nazionalista e nel mito della Patria, ovvero festeggia soprattutto le forze armate, contro le quali la sinistra ha sempre manifestato un certo scetticismo. La sinistra festeggia invece l’Italia unita nel lavoro dei lavoratori, verso cui la destra è più che mai diffidente, e nella solidarietà ad un meridione rispetto al quale il nord ha forti colpe, avendolo dapprima unito prepotentemente nel 1861 e poi abbandonato. La Lega, localista e secessionista, se la ride del mito dell’Italia-Patria (la Patria è la Padania!) e dell’impegno militare all’estero: i soldati al massimo servono alla sicurezza interna contro immigrati e meridionali. Se la ride ancor di più della sinistra che improvvisamente, nel 2011, dopo anni di mugolii contro l’impegno militare internazionale e di timori nazionalistici, diventa patriottica! Dunque, di fronte alle origini forzose dell’unità d’Italia e alle diverse prospettive dei festeggiamenti tra destra e sinistra, la Lega ha ragione: l’unità d’Italia è una barzelletta… che non fa neppure ridere! Così sembrerebbe… se l’unità d’Italia andasse intesa nell’ottica delle differenze tra le diverse correnti politiche. Ma c’è un’idea di unità d’Italia che viene molto prima della politica, viene prima di qualunque schieramento, e deve essere bandiera di tutti. Per festeggiare un’Italia unita serve riconoscere un qualcosa che ci unisce. L’unità non può essere un’imposizione di parte, perché un’imposizione implica sempre una forzatura e dunque è finzione 11 sopra una reale divisione. Già forse basterebbe una risposta pragmatica: tanto vale istituire un giorno di concordia generale, seppur non adeguatamente giustificato, visto che il resto dell’anno ci si scotenna l’un l’altro. Sarebbe già un buon argomento, di questi tempi. Ma si può osare andare ben oltre ad una risposta pragmatica. Esiste, a ben vedere, un’unità d’Italia che ha veramente senso festeggiare, per ognuno di noi, oltre qualunque divergenza e prima di qualunque convinzione politica. E questa idea di unità d’Italia emerge paradossalmente proprio nelle polemiche sul 17 marzo 2011! Tali polemiche, infatti, manifestano una convinzione condivisa che unisce tutti gli italiani: ognuno di noi crede nella propria libertà di essere diverso, di pensarla in maniera diversa, di dissentire. Questa idea non è un valore di parte, è valore irrinunciabile per ognuno di noi. Nessuno rinuncerebbe mai alla propria libertà individuale. Un valore ancora in costruzione nel 1861, conquistato veramente solo dopo la Seconda Guerra, dopo secoli di sudditanza ai re e alle aristocrazie e dopo un ventennio di schiavitù al Regime. Un valore sancito solo nel 1948 dalla Costituzione della Repubblica italiana, ovvero da quell’insieme di idee fondamentali per cui non deve esistere uno Stato o una sovranità al di sopra di ogni singolo cittadino. È bene tener presente che la Costituzione non è una legge dello Stato, ma un limite allo strapotere dello Stato, e grazie ad essa ogni cittadino ha sempre diritto di esprimersi senza venir mai oppresso. Non ha parte politica, è praticamente estranea alla politica, perché è limite all’agire politico. È valore per ogni singolo, prima di qualunque altra aggregazione. La Costituzione italiana incarna l’idea più matura della civiltà: la libertà del singolo seppur all’interno di un ordinamento sociale. E non esiste alcuna idea che ci può unire più di questa, un’idea che concepisce l’unità proprio nella differenza! L’idea, sancita dalla Costituzione della Repubblica italiana, che ognuno di noi è libero, il 17 marzo 2011 deve mettere d’accordo tutti, leghisti compresi, prima di qualunque polemica politica: siamo tutti uniti nella Costituzione! E questa idea già ci proietta verso un’unità che può sconfinare ben oltre il nostro paese, in una concordia globale in cui ognuno riconosce e accetta le differenze. Prelude infatti ad una concezione di Patria universale, di tutta l’umanità, specialmente in un mondo sempre più globalizzato. È questa l’unità d’Italia che dovremmo festeggiare sempre, non solo il 17 marzo 2011. Francesco Polo ASSOCIAZIONI LOLOTOUR APRILE MAGGIO MAGGIO GIUGNO LUGLIO SETTEMBRE OTTOBRE OTTOBRE NOVEMBRE GENNAIO FEBBRAIO MARZO 17 aprile pomeriggio ore 13.30 BURI 15 maggio CUARNAN 29 maggio CASTELMONTE 26 giugno PRAMOSIO O TIZIANA WEISS 24 luglio - 2 GIORNI TRIGLAV 11 settembre RIFUGIO ZACCHI 9 ottobre CARSO SAN DORLIGO - CARSO 30 ottobre MONTE LAGNA (Casera Razzo) 27 novembre MONTE MALWERICH 8 gennaio FORNI AVOLTRI camminata sulla neve con le cjaspe 19 febbraio MINIERE DI CLAUNICCO e escursione sulla neve 18 marzo CLAUZETTO - MONTE PALA 12 IL NUOVO CONSIGLIO PASTORALE Lo scorso settembre 2010 si sono svolte in paese le votazioni per il rinnovo del Consiglio Pastorale Parrocchiale di Lavariano, come da indicazioni dell'Arcidiocesi di Udine. Le persone che sono entrate a far parte del Consiglio Pastorale Parrocchiale promuoveranno, per 5 anni, le iniziative pastorali della nostra comunità nei seguenti ambiti: Liturgia, Catechesi, Carità, Famiglia, Giovani, Comunicazione. La scheda di votazione è stata distribuita agli abitanti del paese per dare così la possibilità di scegliere tra le persone che si erano rese disponibili ed i cui nomi erano stati scritti nella scheda stessa. Si è formato così il Nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale composto da persone votate dalla Comunità e persone scelte da Monsignor Giuseppe Faidutti,Vicario Foraneo di Mortegliano. I nuovi consiglieri sono: Bernardis Carla, Bernardis Lodovico, Bindelli Andrea, Cogoi Carla, Del Degan Gabriella, Facincani Mariangela, Madrisotti G. Franco, Pagani Leda, Perosa Roberto, Pittis G.Luca, Sbuelz Ilaria, Sbuelz Luigi, Signor Anna, Virgolini Roberto, Zucchi Elio. Questo Consiglio viene presieduto da Monsignor Giuseppe Faidutti che ne è il Presidente, affiancato dal Direttore del Consiglio Pastorale, Gianfranco Madrisotti. Grazie a coloro che hanno rinnovato l'impegno per questo importante e significativo servizio. Sonia Bernardis STORIA LIBIA: AVVENTURE DI IMMIGRATI ITALIANI. Non c’è momento storico più attuale di questo, per raccontarvi una parte della storia d’Italia che si incrocia con quella della Libia e di cui si sente davvero poco parlare. Le lezioni di storia a scuola sull’Imperialismo italiano ci hanno insegnato che l’Italia, per questioni di politica internazionale, per motivi di prestigio nazionale, per interessi economici e per ragioni di politica interna, fece una campagna per la conquista della Libia tra il 1911 e il 1912 al tempo dell’Impero Turco, con il quale, dopo atroci scontri, giunse ad un accordo diplomatico il 18 ottobre 1912, ottenendo così la possibilità di colonizzare questa regione nord-africana. Il trentennio successivo, però, fu comunque segnato da gravi lotte tra l’esercito italiano e la cavalleria indigena e la popolazione locale che non accettava di doversi sottomettere a una nazione così diversa sotto numerosi punti di vista. Le lotte si protrassero fino alla cattura e condanna a morte di Omar al-Mukhar, capo della guerriglia libica. Con l’aumento della supremazia italiana su questo territorio e sotto l’impulso del fascismo, negli anni ’30, molti italiani si insediarono in modo principale nella zona di Tripoli. In particolare, mi è stato raccontato che erano le famiglie più povere a venir scelte per colonizzare la Libia. Esse venivano mandate in alcune case coloniche, costruite appositamente, e gli veniva affidato un piccolo possedimento di terra da lavorare con le dotazioni che gli venivano date, ossia: una carriola, un badile e un sacchetto di semi. Fu proprio questo il caso della famiglia di mio nonno Luigi, la quale, dopo la prima guerra mondiale, si trasferì in Libia. Ecco come sono andate le cose. Nel periodo della colonizzazione, mia bisnonna, che lavorava come bidella in un Istituto diretto da suore, si trasferì a Tripoli per seguire il progetto dell’Istituto Scolastico di portare l’istruzione ai coloni connazionali. Anche mio bisnonno, ritornato dalla prima guerra mondiale con forti danni all’udito subiti al fronte, si trasferì a Tripoli per cercare un nuovo lavoro presso le colonie italiane. In questa terra straniera conobbe la bisnonna e si sposarono. Dal loro matrimonio nacque la mia nonna Maria, la primogenita di 5 fratelli. Con lo scoppio della seconda guerra mondiale mio nonno Luigi venne richiamato alle armi e quindi, 13 lasciando la famiglia, tornò in Italia al fronte. Lui fu fatto prigioniero dagli inglesi e al termine della guerra, dopo aver sopportato gravi sofferenze, venne liberato sulle sponde del Mar Rosso che dovette superare a nuoto sotto i colpi delle mitragliatrici inglesi. Fu fortunato, perché si salvò, e venne ricondotto in Italia, dalla quale presto ripartì per tornare in Libia dove aveva lasciato i suoi genitori e i suoi fratelli. Ebbe così modo di conoscere la nonna e di formare con lei una famiglia sposandosi nel 1959. Dal matrimonio nacquero mia mamma e suo fratello, mio zio. Mentre la Libia migliorava positivamente la sua economia, con l’esplorazione petrolifera, iniziata nel 1955, e la agricoltura avviata nelle colonie, stava modificando però anche il rapporto della popolazione autoctona con i coloni, visti sempre di più come dei ladri e usurpatori delle ricchezze del popolo libico. Questo pensiero “stranieri=invasori”, insediandosi sempre di più nella società libica, diede inizio a molti episodi di violenza, con sparizioni di persone e brutali omicidi. A causa di ciò, nel 1963 i miei nonni, Luigi e Maria, insieme alla famiglia del nonno, decisero di lasciare tutto quello che in quell’arida terra avevano seminato e costruito per tornare in Italia, dove, nonostante si sarebbero trovati a dover rincominciare da zero, almeno sarebbero riusciti a garantire serenità ai propri figli. Ricordo con quanto disgusto parlava la mia cara nonna ogni volta che le sovveniva il ricordo (ed ogni volta che vedeva Gheddafi alla TV!) di quando, all’imbarco da Tripoli, furono tutti perquisiti da cima a fondo, sopra e sotto i vestiti, in ogni tasca. E ciò che la rattristava di più era l’immagine di quando lo fecero sui suoi figli. Tutto questo per togliere loro fino l’ultimo soldo o l’ultimo gioiello/cimelio, il cui valore probabilmente era più affettivo che monetario. E così, senza un minimo di gratitudine per aver creato istruzione, economia e civiltà in quel “DESERTO” tornarono in Italia via mare imbarcati in navi stracolme. La nonna diceva, per farmi capire quanto fossero ridotti gli spazi sulla nave: “Non riuscivo a far star fermo tuo zio”, che all’epoca aveva 2 anni. Fu così che sbarcarono a Napoli e da lì risalirono lo “stivale” per arrivare in Friuli, precisamente a Medeuzza, paese di origine della famiglia del nonno, mentre alcuni dei suoi si fermarono in altre città italiane alla ricerca di lavoro, chi a Roma, chi a Latina ecc. Arrivati in Friuli con pochi soldi riuscirono a trovare lavoro e una sistemazione iniziale, ospitati da una cugina del nonno; lì nacque mia zia. Appena riuscirono a mettere via qualche lira si comprarono una casa più grande dove riuscire a crescere i loro 3 figli. In Libia i genitori e i fratelli più piccoli della nonna rimasero fino al 1969, quando furono costretti a lasciare i loro posti di lavoro, oltre a tutto ciò che avevano creato e le stesse famiglie che si stavano formando perché Gheddafi aveva dato l’ultimo ordine di espulsione, pena la prigionia. Io non so perchè dei tanti “Tripolini” non se ne parla, forse perché è una questione scomoda per i rapporti internazionali tra i due paesi, certo è che ora che gli stessi libici condannano il governo di Gheddafi e che cercano rifugio venendo in Italia, la questione ritorna attuale più che mai…della serie “Non fare al tuo prossimo quello che non vorresti venisse fatto a te”. Jenny Marcuzzi La numerosa famiglia della nonna. 14 LETTERE E OPINIONI DOPO OLTRE 40 ANNI DI BUON LAVORO: UN GRAZIE AL CASARO A nome mio personale ed a nome di tutti i Soci della Latteria di Lavariano, presento, tramite questo giornale, un doveroso appassionato ed affettuoso saluto a Lino Turello, apprezzatissimo casaro del nostro paese. Lino rappresenta un pezzo importante della storia non solo della nostra Latteria, ma anche del nostro paese. Era ancora ragazzino quando incominciò a lavorare accanto a Pieri, il burbero ma bravo casaro: anni di garzonato, di levatacce mattutine, di presenza costante a manovrare fasciere, bidoni di latte, forme di formaggio, far funzionare zangole e caldaie, a trattare con i portatori di latte, a studiare le tecniche del fare formaggio, ad imparare a gestire la latteria e tutta la sua filiera produttiva. Erano tempi di passione e di severità: non si scherzava nel produrre il latte, nel curare gli animali, nell’abbassare la carica batterica, nel voler a tutti i costi migliorare le produzioni in un paese ancora ricco di stalle, con molti conferitori che, mano a mano, calavano di numero e di presenze. Quando poi Lino divenne nel 1967 titolare e tutto l’insieme era affidato alle sue mani, ormai esperte e quotidianamente attente al buon funzionamento del tutto, la sua passione divenne ancora più attenta e più viva. Ci teneva a far bene le cose. Partecipando ai concorsi regionali ed interregionali, abituava la Latteria a vincere, ad essere premiata, ad ottenere consensi ed affermazioni. E tanti sono i premi ed i riconoscimenti ottenuti. Questo suo impegno non era solo per la buona immagine della Latteria, ma soprattutto per la buona immagine del paese, proprio perchè è sempre stata grande l’importanza della Latteria nella comunità lavarianese. E poi godeva di tanta fiducia che tutti i Direttivi lo lasciavano fare, lo lasciavano inventare formaggi nuovi. Non mancava nemmeno la sua fantasia nel creare le cose, nel portare novità e nell’insistere sul buon successo della nostra Latteria. Come presidente della Latteria, diventata nel 1984 cooperativa, sono stato vicino a Lino per 23 anni. E sono stati anni di condivisione, di apprezzamento, di vita vissuta, talvolta con ansia e con preoccupazioni, ma anche con tanta fiducia nel suo operare e nel rispondere non solo alle aspettative dei conferitori di latte, ma soprattutto al consenso dei clienti. Ha saputo con quotidiana pazienza essere vicino alle nostre speranze ed ai nostri desideri. Molte volte ci ha sollecitati a fare, a migliorare, a non restare fermi, a cercare le buone cose, ad insistere sul recupero delle tradizioni rurali, a ritrovare i buoni sapori del buon tempo antico proprio mentre si andava verso la industrializzazione forzata delle produzioni. Lui voleva, ha voluto fermamente che restassimo artigiani, capaci di fare le cose come Dio comanda, come l’arte casearia comanda. Abbiamo aderito al Consorzio del Montasio; la nostra ricotta è garantita dal marchio di qualità, grazie anche a lui, sempre attento alle innovazioni, alle nuove tecnologie per ottenere sempre prodotti di qualità e per soddisfare la clientela. Ed un grazie va anche a sua moglie, Sonia, perché lo ha sempre accompagnato nel lavoro, lo ha sostenuto ed è stata di fortissimo aiuto, a lui ed alla latteria. Mi commuovo oggi a ripensare quanto affetto e quanta vicinanza ho sempre sentito verso Lino, anche se le preoccupazioni della società e le mie stesse paure non sempre mi hanno permesso di fare e di accettare i suoi suggerimenti e le sue proposte. Quando Lino ha maturato il tempo per andare in pensione, è stato per me, per noi, un trauma: non volevamo perdere la sua esperienza, la sua maturata sicurezza, la sua certezza nel darci buoni prodotti. Abbiamo insistito perché restasse a coltivare dapprima il suo aiutante, poi il suo sostituto ed infine il suo successore. Lino ha saputo, come sempre, fare il maestro artigiano, allevare l’allievo, farlo maturare come casaro. Ha saputo concretamente preparare il futuro, provvedere all’avvenire stesso della Latteria. E’ stato un “mestri dai miôr”! Questa sua capacità di insegnare la si vedeva anche quando la Latteria aveva le visite guidate, non solo dei gruppi di adulti (anche i giapponesi, oltre agli austriaci, ai tedeschi…), ma soprattutto delle scolaresche: i bambini delle classi dell’infanzia, delle classi primarie (elementari), delle classi medie, ma soprattutto quelli delle scuole superiori, delle scuole agrarie regionali ai quali illustrava il sapere attraverso il suo saper fare, ai quali mostrava il lavoro attraverso il gusto e la gioia del lavorare, ai quali cercava di trasmettere scienza e passione, mai disgiunte dalla dedizione personale al proprio mestiere. Sono state queste giovani generazioni, queste truppe di visitatori a raccogliere preziose informazioni sulla nostra Latteria e forse a propagandarne le competenze e ad assicurarne i successi. 15 Questa gratitudine e questa commozione verso Lino che alla fine del 2010, dopo 44 anni di lavoro, ha lasciato il suo posto di casaro e la nostra Latteria, sono i sentimenti più profondi che voglio manifestargli a nome dei Soci ed a nome personale. Ma credo di dovergli comunicare questo grazie per i valori che ha saputo difendere e propugnare, per l’immagine positiva che ha saputo dare alla nostra Latteria ed al nostro paese, anche a nome di tutti i lavarianesi e di tutti i clienti che, almeno dal 1966, dai tempi del suo garzonato, hanno operato, conosciuto, visitato, usufruito del suo lavoro e dei prodotti della nostra Latteria. Grazie, Lino, e goditi i tempi ancora belli del tuo tempo, a quattro passi e sui confini della nostra Latteria. Lorenzo Signor, Presidente della Latteria SIATE FELICI Si sa che la felicità è un’ aspirazione di tutti. Uomini e donne di tutti i tempi e di tutti i luoghi si prodigano nella vita per stare bene, per sentirsi felici, anche se non sempre ci riescono. Porto in breve all’attenzione dei lettori un articolo interessante sull’argomento, apparso su un quotidiano in questi giorni, che sembra quasi una ricetta. Secondo l’indagine di una nota università inglese, chi si dedica agli altri vive meglio e più a lungo di chi si concentra troppo su se stesso. Allevare i figli, fare volontariato, svolgere una attività che appassiona e magari pure socialmente utile, fa stare meglio di salute e di umore, aiuta a conservare la lucidità mentale fino ad età avanzata e a vivere più a lungo. Il filosofo Aristotele affermava che gli esseri umani possono raggiungere la felicità realizzando il proprio potenziale e vivendo in modo virtuoso. Anche secondo il sondaggio, chi vive virtuosamente vede le cose più positivamente. Un altro studio osserva che i sintomi della depressione, della paranoia e delle malattie psichiche in questi anni sono costantemente aumentati nel mondo occidentale, anche tra i giovani, di pari passo con la crescente importanza data a cose materiali, quali il denaro o lo status sociale. Coloro che si dedicano ai familiari, al prossimo, al lavoro ben fatto, hanno mediamente una vita più lunga, una salute migliore, con meno probabilità di ammalarsi di disturbi cardiovascolari, osteoporosi, morbo di Alzheimer, e una felicità più piena rispetto a chi rincorre un quotidiano piacere edonistico e pensa solo a se stesso. Così dicono i sondaggi. Concentratevi dunque sui rapporti che contano e su un mestiere che amate, suggerisce un saggio. Auguri e tanta felicità a tutti! Lucia Turello 16 TEMA - Sono sempre più numerosi gli episodi di violenza che non destano sdegno in chi ne è testimone. Quali riflessioni suscita in te questo atteggiamento? Siamo alle porte del 2011...eppure sembra che la società stia regredendo invece di migliorare... non di certo nel campo della tecnologia e della medicina come tante altre scoperte fatte. Ma mi riferisco a molti episodi che si verificano, soprattutto negli ultimi anni; viene da pensare che le persone non sappiano più stare insieme, convivere e condividere i propri beni. Non c'è più rispetto e fiducia. Si pensi al caso più attuale, quello di Avetrana: tante interviste, tutto è oggetto di cronaca per i giornalisti, ogni giorno una tesi diversa. Questo suscita un interesse esagerato nei confronti di una vera disgrazia. Non se ne può più! Che le indagini continuino come è giusto che sia, ma senza dar tutto in pasto alla stampa... non oso immaginare cosa possa provare la famiglia nel vedere tutto questo! La violenza sui minori e sulle donne è in aumento... anche sui bimbi, non ancora in grado di parlare, e quindi mi chiedo: "Come fanno queste persone a picchiare dei piccoli? E soprattutto come fanno a non vergognarsi?" Penso che questa domanda se la pongano molti altri italiani e non solo. Eppure dopo poco tempo questi "esseri" sono ancora in libertà! Un' altra forma di violenza si manifesta anche sulla scuola, sulle leggi ecc. Una folla impressionante che si scaglia contro la riforma sull'Università. Si vedono muri imbrattati di scritte, persone che si accaniscono contro le forze dell'ordine... insomma una vergogna! La protesta è giusta se fatta civilmente al fine di portare conclusioni concrete; altrimenti non è che uno sfogo alla rabbia e all'odio. Ripeto ancora: molte persone di fronte a questi episodi si vergognano. Hanno ragione! Proviamo a riflettere su cosa possono pensare gli altri Paesi della nostra Italia: non deve essere molto positivo riguardo a questi avvenimenti. Ma senza allargarci a grandi tragedie, rimaniamo pure sulla famiglia. Al giorno d'oggi anche all'interno delle case non ci si rispetta più, non ci si può sempre fidare! Mariti che picchiano le mogli... violenza! Figli che uccidono i genitori... violenza! Parenti che arrivano a conclusioni estreme pur di ottenere l'eredità... E anche la violenza verbale non è da escludere, anche se meno grave di quella fisica! Silenziosa e sottile può portare a reazioni esasperate. Secondo me, e penso anche secondo la mia generazione, la piaga della violenza ci sarà sempre più nemica. E tanto speriamo che non cada nell'indifferenza. Siamo ancora così giovani e vorremmo avere più sicurezza e più chiarezza da parte anche delle Autorità, che in questo momento vediamo così confuse e poco credibili nel far rispettare regole e leggi nel giusto modo. Oggi la violenza è presente in ogni contesto: nello sport... si pensi agli stadi, nella scuola anche con atti di bullismo, nei semplici giochi tra bambini ecc. Chiudo il mio pensiero dicendo che quindi con la violenza non si risolve nulla, anzi si creano altri disagi e problemi. Allora impegnamoci per migliorare e risollevare almeno la nostra Comunità! Partendo dai piccoli gesti, magari si può arrivare ad un gran risultato!! Gloria Del Degan 17 AUTODROMO O IMPIANTO FOTOVOLTAICO? Dopo un primo gruppo di imprenditori che hanno lasciato la corsa verso la realizzazione di un autodromo, ora un nuovo gruppo si avvia per la stessa realizzazione, stesso sito, in località Lavariano di Mortegliano. Pertanto il Comitato Tutela Salute Territorio e Ambiente chiede al Sig. Sindaco ed alle autorità competenti quanto segue. Dopo ben nove discariche di ogni tipo di rifiuto, campi di Golf, con relativo taglio di alberatura ed alcuni scavi, fermati perché irregolari, ex polveriera militare ceduta o affittata ad un maneggio, con distruzione dei prati stabili, unici nello stesso Comune, allevamenti intensivi con spesso odori nauseabondi, aeroporto per ultraleggeri, con l'intendimento di nuove assunzioni, alberghi, ristoranti ecc., ma con un nulla di fatto ecc. ed altro ancora. MA ORA BASTA. I cittadini del Comune di Mortegliano hanno già pagato troppo alla Società tutta. Ci sono Comuni che si lamentano per una discarica. Provino a venire a Mortegliano e poi si vedrà se vorranno fare anche un autodromo. Al Comune di Mortegliano si vuol precisare cosa dice l'articolo 823 del Codice Civile e cioè: i beni che fanno parte del Demanio Pubblico sono inalienabili e non possono formare oggetto di diritti a favore di terzi, se non nei modi e nei limiti stabiliti dalle leggi che li riguardano, spetta all'autorità amministrativa la tutela dei beni che fanno parte del Demanio Pubblico Cosa significa tutto questo? Che i beni Demaniali non possono essere venduti. Non possono essere posseduti e quindi non possono portare all'usucapione, cioè all'acquisto della proprietà mediante possesso continuato. Sono invece disciplinati, oltre che dal codice civile, dalle norme speciali di diritto Pubblico. Agli Uffici in indirizzo chiediamo di conoscere: il provvedimento di autorizzazione per l'insediamento dell'autodromo, iniziative progetti ecc. Attuazione del Decreto Ministeriale 08/08/2003, sulla liberalizzazione dell'uso delle aree Decreto Ministeriale 02/04/1990, sulla sicurezza e antincendi Legge 04/12/1996, disposizioni in materia di superfici. Decreto Ministeriale 31/10/1997, metodologia e misura del rumore. Legge 26/10/1995, disposizioni in materia di impatto acustico. Si precisa inoltre che è obbligo per ogni attività insalubre la recinzione con verde, quale alloro, lauro, camacipera e naturalmente le barriere fonoassorbenti. Il Comitato chiede inoltre uno studio di VIA (valutazione impatto ambientale). Merita una menzione la sentenza della Suprema Corte del 06 Ottobre 1979 N°5172, la quale partendo dall'art. 32 della Costituzione, afferma che l'Amministrazione non ha potere di rendere l'Ambiente insalubre, neppure in vista di motivi di interesse pubblico di particolare importanza. Il Comitato propone invece che nello stesso sito sia installato un impianto fotovoltaico a costo zero, il quale produrrebbe energia elettrica e non inquinamento e potrebbe far entrare nelle casse comunali non meno di trecentomila euro annuali, se non anche il riscaldamento. Perché non pensarci bene? Il Comitato fa notare inoltre che ha già contattato più imprenditori per un impianto fotovoltaico, i quali tutti affermano che il sito indicato è l'ideale per un tale impianto, e oggi come oggi, dopo il disastroso evento del Giappone che purtroppo probabilmente le conseguenze saranno anche nostre, un impianto fotovoltaico è l'ideale, anche per il ricavato per le casse Comunali e pertanto per tutti i cittadini del Comune di Mortegliano. Per il Comitato Tutela Salute Territorio e Ambiente Ottorino Savani 18 "LE SPICE" DI VIA SAMMARDENCHIA Con amarezza e un po' di delusione vogliamo esprimere in poche righe, come la "burocrazia" (se solo di leggi si tratta) può smorzare entusiasmo, sogni e progetti. Nel piccolo campo di nostra proprietà situato in via Sammardenchia, dopo i nostri amati capannoni di polli, abbiamo creato uno spazio di sfogo, dove poter passare qualche ora tranquilli all'aria aperta senza disturbare nessuno, e sentirsi un po' più liberi, visto che abitiamo in un cortile condiviso con 5 famiglie. Forse senza saperlo abbiamo costruito qualcosa in più, ma attenti a non creare nessun tipo di danno all'ambiente. Tutto mobile e un po' coperto rispettando i nostri confini. "Improvvisamente tutto è visibile e non bello da vedere al passaggio di via Sammardenchia". (neanche fossimo in una grande metropoli). "NON SIAMO A NORMA, NON SIAMO CONTADINI NE’ AGRICOLTORI E TANTOMENO ISCRITTI ALL'ALBO"... quindi tutto è abusivo ci comunicano i vigili. Eppure lo spazio è di nostra proprietà. A questo proposito non voglio commentare quante cose siano abusive e anche più pericolose. Anni fa abbiamo tentato di coltivare, con fatica, un piccolo orto... che dava soddisfazione ai passanti e non ai proprietari. Questa volta volevamo tutelarci un po' di più, almeno recintando con una rete mobile la nostra Privacy. Ora mi chiedo con un modesto pensiero, che esempio possiamo dare alle nostre generazioni, se neppure nelle nostre proprietà possiamo creare spazi sani con onestà?? Se non possiamo dare libertà ai nostri sogni e soddisfazioni perché vengono spezzati dall'invidia e dalla burocrazia?! Lascio a voi i commenti! Ora ai passanti di via Sammardenchia resta da portare via solo il disordine, l'amarezza e la rabbia! Ma non è più un problema nostro! Perché noi ugualmente cercheremo nel limite del possibile di sfruttare quello che ci resta. Fam. Del Degan Ranieri e amici Resta inteso che l’opinione degli scriventi non coinvolge quella dell’Associazione LA TORRE o della Redazione, né tanto meno la loro responsabilità riguardo a quanto viene pubblicato. Filarmonica Giuseppe Verdi di Lavariano Concerto Anbima a Carlino Sabato 16 aprile 2011, ore 20.30 Concerto di Primavera a Lavariano Domenica 15 maggio, ore 18.00 19 Prossimamente… Commedia del gruppo teatrale “Flumignano Giovane”: Natale al Basilico Sabato 9 aprile 2011, ore 20.30 Casa della Gioventù - LAVARIANO ------------------------------------------------------------Incontro AUSER: L’educazione sentimentale tra poesia e scienza Con il dott. Maurizio Della Negra Martedì 12 aprile, ore 20.30 Aula Magna Scuola Media - Mortegliano ------------------------------------------------------------Serata di premiazione del Concorso letterario Paolino d’Aquileia dedicato agli alunni della scuola primaria Sabato 21 maggio, ore 20.30 Casa della Gioventù - LAVARIANO ------------------------------------------------------------Serata tra storia e musica per i 150 anni dell’unità d’Italia Con la “Filarmonica G. Verdi” di Lavariano Domenica 29 maggio, ore 17.30 Casa della Gioventù - LAVARIANO ------------------------------------------------------------Tradizionale Cicloroe Domenica 19 giugno, partenza ore 8.00 Dalla piazza di Lavariano Iscrizioni presso la latteria 20