SEDI NÔ - Lavariano, Borgo Rurale del Medio Friuli

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SEDI NÔ - Lavariano, Borgo Rurale del Medio Friuli
SEDI NÔ
BUONA PASQUA
Gjornâl di Lavarian
N°43
APRILE
2011
Edizion La Torre
DALL’ASSOCIAZIONE
CALENDARIO ATTIVITA’ DELLA
TORRE PROGRAMMATE PER IL 2011
GENNAIO • Assemblea dei soci e
rinnovo cariche sociali
FEBBRAIO • Serate culturali: conferenzedibattito su Ambiente, temi
/MARZO
storici, racconti di viaggi
APRILE • Teatro
MAGGIO • Concorso letterario Paolino
d’Aquileia: premiazioni
• Serata concerto per i
150 anni dell’unità d’Italia
GIUGNO • Saggi di teatro
/LUGLIO • Percorsi in bicicletta alla
scoperta del territorio
• Cicloroe
SETTEMBRE • Mostra fotografica del Perdon
OTTOBRE • Festa della Torre e
Palio dei Borghi
NOVEMBRE • Cineforum
/DICEMBRE
ALTRE ATTIVITA’:
• Corso di teatro per gli alunni delle scuole primarie
• Laboratorio teatrale per ragazzi
• Laboratorio teatrale per adulti sull’uso della voce
• Biblioteca
• Sedi Nô: stampe trimestrali
IL NUOVO DIRETTIVO
PER L’ANNO 2011-2012
Giovanni Signor, Presidente
Lucia Bernardis, Vice Presidente
Jenny Marcuzzi, Segretaria
Sonia Bernardis Consigliere
Chiara Durì, Consigliere
Marco Gomboso, Consigliere
Vittorio Madrisotti, Consigliere
Erminio Polo, Consigliere
Lucia Turello, Consigliere
SERATE CULTURALI
L’ARGENTINA CON TUTTI I SUOI COLORI
Una bella serata, piena di familiarità e di
complicità tra i relatori. Simpatici, preparati ed
allegri i due protagonisti dell’incontro, Piero
Cogoi e Roberto Durì, di fronte ad un pubblico
numeroso, attento e pieno di interesse per una
esperienza che ci ha fatto sognare e divertire.
Parliamo di “Tutti i colori dell’Argentina”, la
serata che, con slides, immagini trasmesse ed
ingrandite dal videoproiettore, ci ha raccontato il
loro viaggio in una terra lontana e pure così
vicina, perché piena di italiani, colà emigrati, e
piena di friulani, con ottimi vivaci rappresentanti
lavarianesi colà ormai da anni residenti.
L’Argentina, ci ha illustrato Piero Cogoi, con una
vastità di quasi tre milioni di Kmq ed una
popolazione di 35 milioni di abitanti, è una terra
immensa nelle sue varietà di ambienti e di popoli,
dalle regioni delle Ande alle pianure vaste, dalla
pampa fino al tavolato della Patagonia. E poi
fiumi e climi diversi a seconda delle latitudini.
Scoperta nel 1516 e rimasta sotto il Perù fino al
1776, l’Argentina si rese indipendente nel 1810,
dandosi nel 1853 una costituzione federale che fu
contrastata da lotte interne e da guerre con i paesi
vicini. Terra di immigrazione italiana e spagnola
dal finire del 1800 (con immigrati lavarianesi e
morteglianesi dal 1876), l’Argentina si distinse
per la sua agricoltura ed i suoi allevamenti
aprendosi alla industrializzazione solo nel
secondo dopoguerra con la dittatura di Peron
(1946-1955) ed affrontando successivamente
periodi di forte instabilità politica e grandi
tensioni sociali.
Il viaggio dei nostri due protagonisti è passato dai
ghiacciai della Terra del Fuoco alle vette delle
montagne colorate delle Ande, con soste nelle
città e fraterni familiari incontri con gli oriundi
lavarianesi. Bella, cordiale e commovente la
canzone della ottantenne signora Marta cantata in
un friulano schietto e sicuro, senza inflessioni
straniere. Bravi Piero e Roberto.
Erminio Polo
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IL SUOLO MINACCIATO
Sì, ci voleva una serata così piena di informazioni
e così piena di verità da considerare: la nostra
terra è minacciata non solo dalla erosione del
suolo con i problemi idrogeologici a cui non si
pone mano, ma soprattutto dalla insipienza
dell’uomo che continua a sprecare suolo agricolo
per coprirlo di cemento, di strade, di edifici e di
capannoni che spesso restano vuoti e pieni di
erbacce.
Il documentario, prodotto dal WWF e da
Legambiente di Parma, è stato davvero
interessante, perché costruito con una severa
analisi dei danni arrecati dall’uomo che ha coperto
il territorio senza curarsi minimamente di
salvaguardarne non solo l’ampiezza per le semine,
ma soprattutto la sua fertilità. L’agricoltura, nella
spinta ossessiva di essere soprattutto fonte di
denaro per gli intermediatori commerciali e non
difesa dei diritti primari dei produttori e
dell’uomo, ha ridotto enormemente la fertilità
naturale del terreno con concimi sempre più
chimici ed ha sprecato superfici produttive
essenziali. In pochi campi, pieni di concimi e di
violenza colturale, si pretende di ottenere quanto
possono produrre, in pace e naturalità, molti ettari
agrari. Così si gioca sul valore stesso del suolo
che, se agricolo, vale poco, se edificabile vale
molto, quando invece il suolo ha una funzione
primaria di sostegno alla vita stessa attraverso gli
alimenti.
Alla serata, sostenuta dal Presidente del WWF del
Friuli dott. Pizzutti, erano presenti purtroppo
poche persone. Il dibattito che si è aperto non ha
dimenticato i problemi del suolo di Lavariano e
del Comune.
Interessante la proposta, avanzata da Ottorino
Savani, alternativa alla proposta comunale di
autodromo sulla pista di volo. La proposta,
appoggiata da altri presenti è quella di attrezzare
quel territorio con pannelli fotovoltaici, piuttosto
che con piste di asfalto ed edifici di cemento. In
tale modo il suolo sarebbe preservato e non invaso
da costruzioni che lo privano della sua funzione
vera: quella di essere produttivo di energia per la
salute di tutti e non per le tasche di qualcuno.
LA CRUDEL ZOBIA GRASSA
Si è tenuta anche la terza serata culturale del mese
di marzo, relativa al racconto di quel massacro
che è stato chiamato dalla letteratura e dalla storia
friulana “La crudel Zobia grassa”. Era il 27
febbraio 1511, cinquecento anni fa. Su quel
massacro si sono divertiti ad arricchirlo di
crudeltà e di mitologie molti, per esaltare il
popolo contadino in rivolta, per deprecare la
violenza delle masse ignoranti, per denunciare
l’oppressione cui era sottoposta la gente. Eppure,
proprio in quei giorni, nasceva una storia d’amore
che ha riempito di commozione e di tenerezza
tutta la letteratura mondiale: la storia di Romeo e
Giulietta. Come sono andate davvero le cose?
Le cose sono state raccontate sulla base dei
documenti nella serata del 24 marzo, con
immagini proiettate dal nuovo videoproiettore
acquistato da La Torre.
Il popolo contadino era davvero povero nel 1500 e
sottoposto a forti gravami dai proprietari delle
terre sulle quali vivevano, in catapecchie, in
capanne, senza strumenti adatti e senza patti chiari
con i padroni che potevano cacciarli come e
quando volevano. Due erano le casate padronali
dominanti: i Savorgnan, filo-Veneziani (Venezia
aveva conquistato il Friuli) ed i Torriani (filoimperiali). Questo scontro fra casate divenne
pretesto perchè i Savorgnan sobillassero il popolo
e perché i contadini delle cernide assalissero i
palazzi
dei
Torriani
ed
ammazzassero
crudelmente quelle famiglie nobiliari. Era il
giovedì grasso e la gente più povera potè
indossare gli abiti più ricchi, come se il mondo
fosse stato rovesciato (è la legge del carnevale).
Passato il massacro, ci fu la repressione. E poi
venne il terremoto. E poi venne la peste. Ma
proprio la vigilia del massacro, nel ballo di
carnevale Luigi Da Porto incontrò la bella cugina
Lucina Savorgnan che non potrà sposare. E su
quell’amore impossibilitato nacque la storia di
Romeo e Giulietta, raccontata dal grande
Shakespeare.
Erminio Polo
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PROSSIME ATTIVITA’
TEATRO E... BASILICO
Com'é consueto, l'associazione culturale “LA TORRE”, anche per la programmazione di quest'anno ha
ritenuto molto importante promuovere le attività teatrali.Questo avviene lungo due percorsi:
a- insegnando: per quanto riguarda l'insegnamento, viene patrocinato un corso di crescita per
conoscere il proprio io interiore coinvolgendo giovani e ragazzi. Il corso ha preso il via venerdì 18
marzo nella casa della gioventù di Lavariano, a cura della competente e preparata Alessandra Nardini.
b- dimostrando: per quanto riguarda invece la messa in scena di spettacoli teatrali presentati da
compagnie esterne, é il caso della serata di sabato 9 aprile nella quale avremo come ospiti la
compagnia di Flumignano che ci presenterà un testo teatrale, dal titolo forse un po' strano per il
periodo primaverile: “Natale al basilico”. Nulla di preoccupante, il testo é ambientato nel periodo delle
feste natalizie, ma i contenuti....lascio a voi la sorpresa.
Ci vediamo, per chi volesse essere presente, sabato 9 aprile alle ore 20:30 nella sala della casa
della gioventù a Lavariano. Non mancate!
CONCORSO LETTERARIO PAOLINO D’AQUILEIA
Anche quest’anno per tutti gli alunni e le alunne delle tre classi finali delle Scuole Primarie
(Elementari) di Lavariano e di Mortegliano è stato lanciato il Concorso Letterario Paolino d’Aquileia.
E’ un concorso che valorizza la creatività dei nostri figli perchè li impegna a scrivere qualche brano in
prosa o in poesia, in lingua friulana o italiana, su temi che stanno loro a cuore.
Naturalmente i lavori migliori saranno premiati da una qualificata giuria e la consegna dei
premi avverrà in una serata particolare dedicata a tale scopo: SABATO 21 MAGGIO 2011.
Vogliamo ricordare che il titolo del Concorso è dato dalla presenza a Lavariano del grammatico di
Carlo Magno, il grande Paolino, a cui è stato dato nell’anno 776 il nostro paese e che diventerà poi nel
787 Patriarca della Chiesa di Aquileia.
La serata di sabato 21 maggio è aperta soprattutto alla partecipazione dei genitori che, durante l’anno
scolastico e di fronte al Concorso, accompagneranno i propri figli anche per incitarli a scrivere nella
nostra lingua ed a non aver paura di esprimere quanto suggerisce la loro voglia di vivere e di essere
felici.
UNA SERATA CELEBRATIVA PER I 150 ANNI DELL’UNITA’ D’ITALIA
Per celebrare l’Unità d’Italia l’Associazione Culturale La Torre sta
preparando per il mese di maggio una serata speciale nella quale
ricordare i 150 della nostra storia.
La data prefissata è quella di DOMENICA 29 MAGGIO 2011
alle ore 17.30 nella Casa della Gioventù.
Sarà un evento straordinario in collaborazione con la Filarmonica
Giuseppe Verdi. Racconteremo con le parole e con la musica un
pezzo di storia importante per eventi e personaggi che hanno
costruito per tutti noi la nostra identità di Italiani. Viva l’Italia!
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MOSTRA DEL PERDON DI SANT ANTONI:
DONNE AL LAVORO IERI E OGGI
Un altro piccolo contributo ai festeggiamenti per l’Unità d’Italia lo vogliamo dare con la Mostra
Fotografica che stiamo organizzando per il prossimo Perdon di San Antonio.
Quando si parla di Unità d’Italia il pensiero va subito ai grandi uomini che l’hanno fatta: pensiamo a
Vittorio Emanuele, a Garibaldi, a Mazzini, a Cavour… ed a tanti piccoli e grandi eroi che con il
pensiero e l’azione, con la politica, la diplomazia e la lotta armata hanno realizzato il grande sogno.
Sappiamo però che l’Italia di oggi è frutto del lavoro quotidiano di tutti gli italiani; non solo del lavoro
maschile, ma anche dell’impegno costante delle donne lavoratrici, forse meno reclamizzato e meno
vistoso, ma non meno importante.
La Mostra fotografica di quest’anno la vogliamo dedicare proprio alle donne, che, a fianco dei loro
compagni maschi, hanno fatto l’Italia e continuano e tenerla viva e forte.
La mostra vorrà evidenziare, attraverso le fotografie, il lavoro delle donne di ieri e di oggi in tutti i
mestieri: in casa, nei campi, in fabbrica, negli uffici, nei negozi, nelle scuole, come imprenditrici,
come artigiane, negli ospedali, accanto agli anziani..
Si tratterà quindi in primo luogo di recuperare le foto dei nostri archivi fotografici e quelle che le
famiglie custodiscono nei cassetti (si chiede la collaborazione di tutti coloro che vogliono imprestarci
le loro foto che ritraggono il lavoro femminile di ieri, per ristamparle ed ingrandirle).
In secondo luogo si invitano tutti gli appassionati di fotografia (soprattutto i giovani) a scattare
qualche immagine di oggi che ritragga le nostre donne (la fidanzata, la moglie, la compagna di studi o
di viaggio…) nel proprio impegno e nel proprio lavoro.
Contiamo sull’impegno, sulla collaborazione e sulla partecipazione di molti perché queste immagini
possano aiutarci a conoscere meglio la nostra realtà locale.
Per informazioni e recapito delle fotografie rivolgersi a Lucia Turello.
I COSTI DELLA CULTURA
Fare cultura oggi costa molto, anche a Lavariano. Noi vogliamo comunicare ai nostri lettori che
abbiamo difficoltà ad organizzare iniziative culturali nel nostro paese, perché esse costano molto
anche in termini economici.
Diciamo subito che gli organizzatori sono tutti volontari e ci tengono a portare nel nostro paese attività
adatte per favorire l’aggregazione, il gusto di stare insieme e la gioia di imparare, di avere e di
condividere conoscenze. Per questo facciamo le iniziative più diverse, le serate culturali, il programma
che potete leggere in altra pagina di questo giornale.
Per fare una serata ci vuole la Sala della Casa della Gioventù. Questa la paghiamo al Comune 25 euro
di noleggio più il costo del riscaldamento: con IVA circa 40 euro ad iniziativa. A questi soldi, dati al
Comune, dobbiamo aggiungere i costi di SIAE, di piccolo rinfresco agli ospiti e di eventuale rimborso
spese ai relatori che vengono da fuori. Se poi noleggiamo uno strumento (il videoproiettore del
Comune, le panche, i tavoli ecc. ) li dobbiamo pagare. Succede che i contributi ottenuti dal Comune
sono gli stessi soldi che gli abbiamo dato noi per fare le serate!
Quindi è importante che la nostra gente sappia che dare uno-due euro o più come offerta libera è un
piccolo segno di partecipazione per far continuare la vita di una associazione.
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SEDI NÔ, edito dalla Associazione Culturale LA TORRE di
Lavariano, stampato in proprio e distribuito in tutte le famiglie.
Redazione: il Direttivo. Scaricabile all’indirizzo www.lavariano.it.
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CRONACA DI PAESE
UN ALLEGRO POMERIGGIO IN COMPAGNIA
Domenica 6 marzo, nel cortile della Casa
della Gioventù si è radunato un gruppo di
allegre maschere ed abbiamo così
festeggiato il carnevale 2011 .
Fra canti, balli e crostoli, abbiamo passato
dei bei momenti assieme: prima la stesura
della pasta (“No! Tu tu le tiris cussì, jo
invezite le tiri plui fine!!! ), poi la
friggitura, sapiente e attenta, delle strisce
ritagliate da parte delle cuoche dei vari
borghi, e infine voilà! Ecco pronti i
gustosissimi crostoli, da mangiare assieme
agli altri oppure, per chi avesse voluto, da
portare a casa ai famigliari. Poi via alle
danze per i più spavaldi. Ecco, e ora zitti
tutti perché é arrivato il momento
dell'estrazione dei ricchi premi della
lotteria.
Ecco, per l'appunto, un grazie sentito a tutte le persone e ai commercianti che hanno avuto la
sensibilità di offrire qualcosa per la buona riuscita della festa, dal vino ai regali per la lotteria.
Grazie e mandi a ducj.
Giovanni Signor
Tanti bambini han reso omaggio a questa bellissima giornata di Carnevale.
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DIECI ANNI DEL CROCIFISSO
Dieci anni fa, nel 2001, su sollecitazione di Padre
Hippy, il frate carmelitano del Convento di
Risano, un gruppo di giovani con le loro famiglie,
hanno apposto un crocifisso sulla facciata della
casa di Del Degan, all’imbocco di via Udine. Era
un gesto non solo di fede nei valori espressi da
quella immagine e dalla storia che essa racconta,
ma era anche un gesto verso padre Hippy che per
tanti anni si è dedicato alla educazione religiosa
ed umana dei ragazzi e delle ragazze di Risano e
di Lavariano soprattutto. Del resto quel Crocifisso
in legno, di pregiata ed antica fattura artistica, è
stato donato proprio dal frate che lo ha fatto
scolpire nella terra degli artigiani, in Val Gardena.
Una targa in rumeno, la lingua materna di padre
Hippy, dice: ricordati di me, Signore, quando
sarai nel tuo regno.
Erminio Polo
IN VERITA' VI DICO, UNO DI VOI MI TRADIRA'! VIA CRUCIS 2011
La Pasqua é vicina e, come accade da molti anni
nel nostro paese, esiste (resiste al passare degli
anni e degli impegni) un gruppetto di giovani che
si cimenta con la messa in scena della passione e
morte di Cristo lungo le vie del nostro paese .
Quest’anno si é pensato di apportare qualche
miglioria ai costumi e alla scenografia. Tutto
questo é stato reso possibile grazie all'impegno di
alcune donne del paese per il confezionamento
degli abiti; e grazie ai contributi ricevuti da
un'associazione di Lavariano, abbiamo potuto
migliorare alcune strutture che il passare degli
anni aveva deteriorato. Detto questo, faccio
affidamento sulla buona volontà dei giovani (e
non) che volessero prestarsi per la costruzione
delle scene e per parteciparvi in costume.
Giovanni Signor
Da oggi Sedi Nô è scaricabile da internet all’indirizzo www.lavariano.it
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CONSEGNA DEL TRICOLORE ALLE SCUOLE ELEMENTARI
Proprio alla vigilia della Festa dell'Unità d'Italia, il
16 marzo, una delegazione di Alpini del Gruppo
di Lavariano si è recata presso le Scuole
Elementari a consegnare una bandiera italiana
classe per classe. È stato un semplice, ma
significativo gesto, di grande valore simbolico,
capace di far sentire unite le nuove generazioni
con quelle più avanti nelle esperienze e negli anni.
Il gruppo ebbe all'ingresso una gradita sorpresa.
Infatti i bambini li accolsero con una piccola
commovente cerimonia, con una recita fatta di
poesie e di canti legati al Risorgimento nazionale
con una struggente finale: il canto corale dell'Inno
d'Italia.
Gli Alpini hanno quindi detto alcune parole di
ringraziamento e sottolineato la bravura degli
alunni consegnando loro, classe per classe, un
tricolore da appendere alle finestre di ogni aula, la
coccarda con il testo storico sulla nascita della
nostra bandiera ed il calendario con le date di
esposizione del vessillo italiano. Infine è stato
consegnato il guidoncino del gruppo di Lavariano.
BUON COMPLEANNO ITALIA!
17 marzo 2011: una data importante che anche a
Lavariano, non è passata inosservata.
Fin dal primo mattino qualche timida bandiera
sventola già da qualche finestra, ma c’è poco
rumore, anzi un silenzio insolito, perché il traffico
giornaliero dei lavoratori pendolari quel mattino
non si fa sentire. E’ festa nazionale.
Verso le otto un gruppo di alpini arriva vicino alla
Latteria per preparare l’alzabandiera. Allora anche
la piazza si veste a festa e si illumina di tanti
tricolori che spengono il grigio del giorno.
Tricolori un po’ dovunque: sulla muraglia della
Chiesa, sul balcone della Casa della Gioventù,
sulle case…
Meno male che qualcuno si ricorda. Poi un
fremito attraversa l’aria, quando le note dell’Inno
d’Italia accompagnano la bandiera che si alza
lenta sul pennone. E tutto il gruppo degli alpini è
sull’attenti, ora che è diventato più numeroso e ci
sono insieme anche alcune donne (e sì, perché per
l’Unità d’Italia, hanno combattuto anche loro!). E
poi tutti cantano insieme e poi ridono,
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commentano e vanno a bere un bicchiere al bar.
Una piccola cerimonia sì, una cosa da poco, ma
importante, quanto basta per sentirci per un
momento italiani, per avvertire quel senso di
appartenenza che sembra da un po’ di tempo
scomparso, ma che invece c’è e va tenuto vivo.
Veniamo a sapere che anche i paesi attorno hanno
festeggiato con cerimonie varie attorno ai loro
sindaci. Solo a Mortegliano, purtroppo, i nostri
amministratori non hanno avuto tempo né voglia
di segnare questa data. Chissà perché!? Sappiamo
che un gruppo di “dissidenti”, quel mattino, ha
voluto comunque cantare l’inno d’Italia sotto il
Municipio…
Proprio in quella serata, la Associazione Culturale
La Torre ha organizzato una manifestazione
culturale su un tema importante: il suolo
minacciato. Per dire che a forza di cemento e di
disattenzione, la nostra terra sta perdendo fertilità
e si distruggono i campi e la nostra bella Italia va
a catafascio. Ecco perché bisogna segnare e
celebrare certe date sul calendario: per riflettere
sui beni che abbiamo e per difenderli
motivatamente.
Lucia Turello
PIAZZA VIDEOSORVEGLIATA
Ed un giorno, verso la fine dell'inverno, nell’anno
2011, alcuni cittadini di Lavariano si sono accorti
che sulla Casa della Gioventù, in Piazza San
Paolino, è stata posizionata una videocamera di
sorveglianza. Con un po' di sconcerto e sorpresa
alcune persone si sono chieste: ma come, viene
installata una videocamera a Lavariano e il
Comune non ci avverte!?! La piazza è video
sorvegliata e nessuno ci dice nulla!?! La realtà è
molto più semplice e normale: la videocamera è
stata sì installata, ma non è ancora in funzione ed
è per questo che la cittadinanza non è stata ancora
ufficialmente (e capillarmente) informata.
L'installazione fa seguito alla delibera presa dal
Consiglio Comunale in data 12/11/2010 nel quale
si approva: a) il regolamento Comunale per
l'utilizzazione e gestione del sistema di
videosorveglianza sul territorio del Comune di
Mortegliano, composto da 25 articoli; b) il
documento delle scelte operate per l'attivazione di
un sistema di videosorveglianza del territorio
comunale.
Nella fattispecie, l'articolo 20 del regolamento,
prevede che il Comune provveda ad installare,
nelle aree in cui sono posizionate le videocamere,
appositi cartelli informativi con pittogramma,
recanti
la
dicitura:
AREA/TERRITORIO
VIDEOSORVEGLIATO/A etc. Nello stesso
articolo si dice che si procederà alla diffusione e
all'informazione alla cittadinanza, tramite
campagna informativa, dei diritti, doveri e
modalità di accesso dei cittadini (anche in
relazione alla legge sulla privacy).
In un precedente articolo del
suddetto
regolamento
si
prevede che per ogni zona
soggetta a videosorveglianza
debbano
essere
(anche)
individuate delle zone da
"oscurare", cioè dovrà essere
inibita la visualizzazione di particolari siti in
maniera elettronica, opzione definita "Privacy
Zone" (per esempio non potrà essere possibile
effettuare
la
visualizzazione
di
ambiti
assolutamente privati come finestre di abitazioni,
balconi ed altro, al fine di evitare interferenze
nella vita privata dei cittadini). Ciò potrà avvenire
anche su richiesta di singoli soggetti interessati. Il
Regolamento è stato approvato all'unanimità dal
Consiglio Comunale e ci pare assolutamente
completo e rispettoso della privacy dei cittadini.
Dalla delibera apprendiamo anche che il progetto
di videosorveglianza è gestito dall’ASTER, ora
Associazione Intercomunale, con capofila il
Comune di Codroipo e di cui fanno parte i comuni
del Medio Friuli. Esso è stato presentato
dall'Associazione Comunale Medio Friuli alla
Regione FVG nell'autunno del 2008 e
immediatamente finanziato: 416.000 euro (per
tutti i Comuni). Nessuno stupore, nessuno
sconcerto dunque, ma solo attesa di informazioni,
quando sarà il momento, da parte delle competenti
Autorità Comunali.
Vittorio Madrisotti
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SALUTO A DON GIOVANNI
Sabato 5 febbraio, nella quiete della Fraternità Sacerdotale di V. Ellero in Udine, alle ore 6.30 del
mattino Don Giovanni spirava serenamente accolto dalle mani del Padre. Lunedì 7 febbraio verso le
ore 17.15 l'abbiamo accolto in questa chiesa per la preghiera di suffragio dei fedeli e alla sera stessa
abbiamo celebrato una Eucaristia "familiare", ricordando a più voci la sua figura. Martedì 8 febbraio,
alle ore 15.00, si è svolta la liturgia funebre di commiato, presieduta dall'Arcivescovo mons. Andrea
Bruno Mazzocato e con la presenza dei vescovi emeriti, Brollo e Battisti, del Vicario generale mons.
Genero, di almeno una quarantina di sacerdoti e di una folla strabocchevole di popolo di Dio.
L'abbiamo, poi, accompagnato al cimitero, dove lui stesso ha chiesto di essere seppellito e dove
risiedono i suoi più cari (Papà, mamma, fratello...). Non si è potuto inserire la bara nel loculo della
mamma, perché troppo recente, né era opportuno collocarlo in un loculo assai distante dal cuore del
cimitero. Con il consenso anche della sorella l'abbiamo collocato nella nuda terra sul fianco della
chiesa. Le due tombe dei sacerdoti davanti alla chiesa sono state poste nell'interrato solo in un secondo
momento con la cassetta delle ossa.
Nell'ultimo mese era stato ricoverato ben quattro volte con delle crisi delicate e difficili; d'altra parte
già temevamo di non poter celebrare il 60° di sacerdozio il 7 luglio con la sua presenza in chiesa.
Specie l'ultimo, è stato un periodo particolarmente travagliato. Il ricovero nel Centro "Bianchi" di
Mortegliano era stato voluto da lui con la speranza che i parrocchiani venissero a trovarlo e per sentirsi
vicino alla propria gente. Poi si è convinto di entrare nella struttura protetta del Clero, ma vi è rimasto
solo una decina di giorni. In questo tempo molti si sono prodigati per andare a visitarlo, per
trasportarlo secondo il bisogno e voglio ringraziare tutti per questa vicinanza e per questa tenerezza.
Ma, consentitemi oggi, di fare un ringraziamento tutto particolare alla signora Leda e alla sua famiglia
per la paziente e amorevole cura nei suoi confronti.
Don Giuseppe Faidutti
GRAZIE DON GIOVANNI,
per aver colorato la vita di questa nostra comunità
con la tua presenza discreta ma attenta,
rigorosa eppure, a modo tuo, gioviale,
preoccupata, talvolta fino allo scrupolo,
per non venir meno alla integrità delle celebrazioni,
schiva per non essere invadente,
accogliente pur dietro la tua apparente scontrosità,
pronta a fare la tua mano aperta e generosa
a chi si presentasse alla porta della tua casa,
noncurante, il più delle volte, della correttezza e idoneità
di chi stendeva le mani a ricevere.
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APPROFONDIMENTI
MA QUALE UNITA’ D’ITALIA?
È risaputo che l’unità d’Italia ottenuta nel 1861 è
stata una forzatura. Infatti i primi governi
dovettero lottare molto contro forti spinte
eversive, soprattutto al sud-Italia, ed è per questo
che Massimo D’Azeglio affermava che, fatta
l’Italia, bisognava fare gli italiani.
La domanda che viene facilmente in questi giorni
dei festeggiamenti dell’unità d’Italia è: che senso
ha l’unità d’Italia? Ed è una domanda giusta,
perché per pochi versi l’Italia sembra un paese
davvero unito, seppur il territorio della Penisola
sia contiguo. Politicamente, non ne parliamo! Nel
nostro paese non c’è una cosa su cui la nostra
classe politica riesca ad andare d’accordo. Ma
l’Italia non sembra molto unita in particolare se
guardiamo al divario tra nord e sud, tra un sud
prevalentemente agricolo ed un nord industriale,
tra
il
funzionamento
della
pubblica
amministrazione e della sanità al meridione e
nelle città del nord e così via. Anche
culturalmente si può dire che prevalga una
divisione. E parlare di unità può far ridere se gli
unici momenti in cui ci si sente uniti sono le
partite degli azzurri. Quindi: di che Italia e di che
unità possiamo parlare il 17 marzo 2011?
Per la destra l’idea di unità d’Italia ha
tradizionalmente una connotazione molto
Nazionalista. Si tratta cioè di un’Italia che deve
essere unita a voler emergere militarmente sul
piano internazionale, che deve essere unita a
mostrarsi Nazione e popolo con forti capacità di
autodeterminazione. Si tratta di un’Italia molto
orgogliosa di se stessa, che vive guidata dal mito
del proprio valore e dal mito del valore della
propria storia. È l’Italia unita in quanto Nazione,
Popolo, Patria.
L’idea di unità d’Italia associata alla sinistra,
invece, può sembrare piuttosto strana nella sua
veste patriottica. Infatti la sinistra, soprattutto
dopo l’esperienza fascista, ha sempre temuto il
Nazionalismo, proiettandosi piuttosto su idee
come quella dell’internazionalismo pacifista, la
quale vorrebbe ambire ad una concordia generale
dell’umanità, ben oltre un singolo paese. Inoltre,
in un mondo che oggigiorno sembra sempre più
globalizzato, lo stesso concetto di Patria, che ha
una matrice fortemente locale, appare quanto mai
lontano dalle intenzioni di sinistra.
Dunque c’è la Lega, convinta secessionista, per la
quale l’Italia unita non esiste e non deve esistere.
Anzi, le forme centrali che amministrano il paese
sono forzature da eliminare e rappresentano una
catena che impedisce ad un nord-Italia progredito
e virtuoso di emergere, obbligandolo a trascinarsi
tutti i problemi del sud. Così l’unità d’Italia non è
da festeggiare, anzi, fa proprio ridere, perché
l’Italia non è unita culturalmente dal principio e il
nord-Italia non sa che farsene di un sud-Italia
morboso: secessione! Abbasso l’Italia unita! E a
Pontida si bruciano i tricolori.
Perciò arriva il 17 marzo 2011: la destra festeggia
l’Italia unita nell’orgoglio Nazionalista e nel mito
della Patria, ovvero festeggia soprattutto le forze
armate, contro le quali la sinistra ha sempre
manifestato un certo scetticismo. La sinistra
festeggia invece l’Italia unita nel lavoro dei
lavoratori, verso cui la destra è più che mai
diffidente, e nella solidarietà ad un meridione
rispetto al quale il nord ha forti colpe, avendolo
dapprima unito prepotentemente nel 1861 e poi
abbandonato. La Lega, localista e secessionista, se
la ride del mito dell’Italia-Patria (la Patria è la
Padania!) e dell’impegno militare all’estero: i
soldati al massimo servono alla sicurezza interna
contro immigrati e meridionali. Se la ride ancor di
più della sinistra che improvvisamente, nel 2011,
dopo anni di mugolii contro l’impegno militare
internazionale e di timori nazionalistici, diventa
patriottica! Dunque, di fronte alle origini forzose
dell’unità d’Italia e alle diverse prospettive dei
festeggiamenti tra destra e sinistra, la Lega ha
ragione: l’unità d’Italia è una barzelletta… che
non fa neppure ridere! Così sembrerebbe… se
l’unità d’Italia andasse intesa nell’ottica delle
differenze tra le diverse correnti politiche. Ma c’è
un’idea di unità d’Italia che viene molto prima
della politica, viene prima di qualunque
schieramento, e deve essere bandiera di tutti.
Per festeggiare un’Italia unita serve riconoscere
un qualcosa che ci unisce. L’unità non può essere
un’imposizione di parte, perché un’imposizione
implica sempre una forzatura e dunque è finzione
11
sopra una reale divisione. Già forse basterebbe
una risposta pragmatica: tanto vale istituire un
giorno di concordia generale, seppur non
adeguatamente giustificato, visto che il resto
dell’anno ci si scotenna l’un l’altro. Sarebbe già
un buon argomento, di questi tempi. Ma si può
osare andare ben oltre ad una risposta pragmatica.
Esiste, a ben vedere, un’unità d’Italia che ha
veramente senso festeggiare, per ognuno di noi,
oltre qualunque divergenza e prima di qualunque
convinzione politica. E questa idea di unità
d’Italia emerge paradossalmente proprio nelle
polemiche sul 17 marzo 2011! Tali polemiche,
infatti, manifestano una convinzione condivisa
che unisce tutti gli italiani: ognuno di noi crede
nella propria libertà di essere diverso, di pensarla
in maniera diversa, di dissentire. Questa idea non
è un valore di parte, è valore irrinunciabile per
ognuno di noi. Nessuno rinuncerebbe mai alla
propria libertà individuale. Un valore ancora in
costruzione nel 1861, conquistato veramente solo
dopo la Seconda Guerra, dopo secoli di
sudditanza ai re e alle aristocrazie e dopo un
ventennio di schiavitù al Regime. Un valore
sancito solo nel 1948 dalla Costituzione della
Repubblica italiana, ovvero da quell’insieme di
idee fondamentali per cui non deve esistere uno
Stato o una sovranità al di sopra di ogni singolo
cittadino. È bene tener presente che la
Costituzione non è una legge dello Stato, ma un
limite allo strapotere dello Stato, e grazie ad essa
ogni cittadino ha sempre diritto di esprimersi
senza venir mai oppresso. Non ha parte politica, è
praticamente estranea alla politica, perché è limite
all’agire politico. È valore per ogni singolo, prima
di qualunque altra aggregazione. La Costituzione
italiana incarna l’idea più matura della civiltà: la
libertà del singolo seppur all’interno di un
ordinamento sociale. E non esiste alcuna idea che
ci può unire più di questa, un’idea che concepisce
l’unità proprio nella differenza! L’idea, sancita
dalla Costituzione della Repubblica italiana, che
ognuno di noi è libero, il 17 marzo 2011 deve
mettere d’accordo tutti, leghisti compresi, prima
di qualunque polemica politica: siamo tutti uniti
nella Costituzione! E questa idea già ci proietta
verso un’unità che può sconfinare ben oltre il
nostro paese, in una concordia globale in cui
ognuno riconosce e accetta le differenze. Prelude
infatti ad una concezione di Patria universale, di
tutta l’umanità, specialmente in un mondo sempre
più globalizzato.
È questa l’unità d’Italia che dovremmo
festeggiare sempre, non solo il 17 marzo 2011.
Francesco Polo
ASSOCIAZIONI
LOLOTOUR
APRILE
MAGGIO
MAGGIO
GIUGNO
LUGLIO
SETTEMBRE
OTTOBRE
OTTOBRE
NOVEMBRE
GENNAIO
FEBBRAIO
MARZO
17 aprile pomeriggio ore 13.30 BURI
15 maggio CUARNAN
29 maggio CASTELMONTE
26 giugno PRAMOSIO O TIZIANA WEISS
24 luglio - 2 GIORNI TRIGLAV
11 settembre RIFUGIO ZACCHI
9 ottobre CARSO SAN DORLIGO - CARSO
30 ottobre MONTE LAGNA (Casera Razzo)
27 novembre MONTE MALWERICH
8 gennaio FORNI AVOLTRI camminata sulla neve con le cjaspe
19 febbraio MINIERE DI CLAUNICCO e escursione sulla neve
18 marzo CLAUZETTO - MONTE PALA
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IL NUOVO CONSIGLIO PASTORALE
Lo scorso settembre 2010 si sono svolte in paese le votazioni per il rinnovo del Consiglio Pastorale
Parrocchiale di Lavariano, come da indicazioni dell'Arcidiocesi di Udine.
Le persone che sono entrate a far parte del Consiglio Pastorale Parrocchiale promuoveranno, per 5
anni, le iniziative pastorali della nostra comunità nei seguenti ambiti: Liturgia, Catechesi, Carità,
Famiglia, Giovani, Comunicazione.
La scheda di votazione è stata distribuita agli abitanti del paese per dare così la possibilità di scegliere
tra le persone che si erano rese disponibili ed i cui nomi erano stati scritti nella scheda stessa. Si è
formato così il Nuovo Consiglio Pastorale Parrocchiale composto da persone votate dalla Comunità e
persone scelte da Monsignor Giuseppe Faidutti,Vicario Foraneo di Mortegliano. I nuovi consiglieri
sono:
Bernardis Carla, Bernardis Lodovico, Bindelli Andrea, Cogoi Carla, Del Degan Gabriella, Facincani
Mariangela, Madrisotti G. Franco, Pagani Leda, Perosa Roberto, Pittis G.Luca, Sbuelz Ilaria, Sbuelz
Luigi, Signor Anna, Virgolini Roberto, Zucchi Elio.
Questo Consiglio viene presieduto da Monsignor Giuseppe Faidutti che ne è il Presidente, affiancato
dal Direttore del Consiglio Pastorale, Gianfranco Madrisotti.
Grazie a coloro che hanno rinnovato l'impegno per questo importante e significativo servizio.
Sonia Bernardis
STORIA
LIBIA: AVVENTURE DI IMMIGRATI ITALIANI.
Non c’è momento storico più attuale di questo, per
raccontarvi una parte della storia d’Italia che si
incrocia con quella della Libia e di cui si sente
davvero poco parlare.
Le lezioni di storia a scuola sull’Imperialismo
italiano ci hanno insegnato che l’Italia, per questioni
di politica internazionale, per motivi di prestigio
nazionale, per interessi economici e per ragioni di
politica interna, fece una campagna per la conquista
della Libia tra il 1911 e il 1912 al tempo dell’Impero
Turco, con il quale, dopo atroci scontri, giunse ad un
accordo diplomatico il 18 ottobre 1912, ottenendo
così la possibilità di colonizzare questa regione
nord-africana. Il trentennio successivo, però, fu
comunque segnato da gravi lotte tra l’esercito
italiano e la cavalleria indigena e la popolazione
locale che non accettava di doversi sottomettere a
una nazione così diversa sotto numerosi punti di
vista. Le lotte si protrassero fino alla cattura e
condanna a morte di Omar al-Mukhar, capo della
guerriglia libica.
Con l’aumento della supremazia italiana su questo
territorio e sotto l’impulso del fascismo, negli anni
’30, molti italiani si insediarono in modo principale
nella zona di Tripoli.
In particolare, mi è stato raccontato che erano le
famiglie più povere a venir scelte per colonizzare la
Libia. Esse venivano mandate in alcune case
coloniche, costruite appositamente, e gli veniva
affidato un piccolo possedimento di terra da lavorare
con le dotazioni che gli venivano date, ossia: una
carriola, un badile e un sacchetto di semi.
Fu proprio questo il caso della famiglia di mio
nonno Luigi, la quale, dopo la prima guerra
mondiale, si trasferì in Libia. Ecco come sono
andate le cose.
Nel periodo della colonizzazione, mia bisnonna, che
lavorava come bidella in un Istituto diretto da suore,
si trasferì a Tripoli per seguire il progetto
dell’Istituto Scolastico di portare l’istruzione ai
coloni connazionali.
Anche mio bisnonno, ritornato dalla prima guerra
mondiale con forti danni all’udito subiti al fronte, si
trasferì a Tripoli per cercare un nuovo lavoro presso
le colonie italiane. In questa terra straniera conobbe
la bisnonna e si sposarono. Dal loro matrimonio
nacque la mia nonna Maria, la primogenita di 5
fratelli.
Con lo scoppio della seconda guerra mondiale mio
nonno Luigi venne richiamato alle armi e quindi,
13
lasciando la famiglia, tornò in Italia al fronte. Lui fu
fatto prigioniero dagli inglesi e al termine della
guerra, dopo aver sopportato gravi sofferenze, venne
liberato sulle sponde del Mar Rosso che dovette
superare a nuoto sotto i colpi delle mitragliatrici
inglesi. Fu fortunato, perché si salvò, e venne
ricondotto in Italia, dalla quale presto ripartì per
tornare in Libia dove aveva lasciato i suoi genitori e
i suoi fratelli.
Ebbe così modo di conoscere la nonna e di formare
con lei una famiglia sposandosi nel 1959. Dal
matrimonio nacquero mia mamma e suo fratello,
mio zio.
Mentre la Libia migliorava positivamente la sua
economia, con l’esplorazione petrolifera, iniziata nel
1955, e la agricoltura avviata nelle colonie, stava
modificando però anche il rapporto della
popolazione autoctona con i coloni, visti sempre di
più come dei ladri e usurpatori delle ricchezze del
popolo libico.
Questo pensiero “stranieri=invasori”, insediandosi
sempre di più nella società libica, diede inizio a
molti episodi di violenza, con sparizioni di persone e
brutali omicidi.
A causa di ciò, nel 1963 i miei nonni, Luigi e Maria,
insieme alla famiglia del nonno, decisero di lasciare
tutto quello che in quell’arida terra avevano
seminato e costruito per tornare in Italia,
dove, nonostante si sarebbero trovati a dover
rincominciare da zero, almeno sarebbero riusciti a
garantire serenità ai propri figli.
Ricordo con quanto disgusto parlava la mia cara
nonna ogni volta che le sovveniva il ricordo (ed ogni
volta che vedeva Gheddafi alla TV!) di quando,
all’imbarco da Tripoli, furono tutti perquisiti da
cima a fondo, sopra e sotto i vestiti, in ogni tasca. E
ciò che la rattristava di più era l’immagine di
quando lo fecero sui suoi figli. Tutto questo per
togliere loro fino l’ultimo soldo o l’ultimo
gioiello/cimelio, il cui valore probabilmente era più
affettivo che monetario.
E così, senza un minimo di gratitudine per aver
creato istruzione, economia e civiltà in quel
“DESERTO” tornarono in Italia via mare imbarcati
in navi stracolme.
La nonna diceva, per farmi capire quanto fossero
ridotti gli spazi sulla nave: “Non riuscivo a far star
fermo tuo zio”, che all’epoca aveva 2 anni.
Fu così che sbarcarono a Napoli e da lì risalirono lo
“stivale” per arrivare in Friuli, precisamente a
Medeuzza, paese di origine della famiglia del
nonno, mentre alcuni dei suoi si fermarono in altre
città italiane alla ricerca di lavoro, chi a Roma, chi a
Latina ecc. Arrivati in Friuli con pochi soldi
riuscirono a trovare lavoro e una sistemazione
iniziale, ospitati da una cugina del nonno; lì nacque
mia zia. Appena riuscirono a mettere via qualche
lira si comprarono una casa più grande dove riuscire
a crescere i loro 3 figli.
In Libia i genitori e i fratelli più piccoli della nonna
rimasero fino al 1969, quando furono costretti a
lasciare i loro posti di lavoro, oltre a tutto ciò che
avevano creato e le stesse famiglie che si stavano
formando perché Gheddafi aveva dato l’ultimo
ordine di espulsione, pena la prigionia.
Io non so perchè dei tanti “Tripolini” non se ne
parla, forse perché è una questione scomoda per i
rapporti internazionali tra i due paesi, certo è che ora
che gli stessi libici condannano il governo di
Gheddafi e che cercano rifugio venendo in Italia, la
questione ritorna attuale più che mai…della serie
“Non fare al tuo prossimo quello che non vorresti
venisse fatto a te”.
Jenny Marcuzzi
La numerosa famiglia della nonna.
14
LETTERE E OPINIONI
DOPO OLTRE 40 ANNI DI BUON LAVORO: UN GRAZIE AL CASARO
A nome mio personale ed a nome di tutti i Soci della
Latteria di Lavariano, presento, tramite questo
giornale, un doveroso appassionato ed affettuoso
saluto a Lino Turello, apprezzatissimo casaro del
nostro paese.
Lino rappresenta un pezzo importante della storia
non solo della nostra Latteria, ma anche del nostro
paese. Era ancora ragazzino quando incominciò a
lavorare accanto a Pieri, il burbero ma bravo casaro:
anni di garzonato, di levatacce mattutine, di
presenza costante a manovrare fasciere, bidoni di
latte, forme di formaggio, far funzionare zangole e
caldaie, a trattare con i portatori di latte, a studiare le
tecniche del fare formaggio, ad imparare a gestire la
latteria e tutta la sua filiera produttiva. Erano tempi
di passione e di severità: non si scherzava nel
produrre il latte, nel curare gli animali,
nell’abbassare la carica batterica, nel voler a tutti i
costi migliorare le produzioni in un paese ancora
ricco di stalle, con molti conferitori che, mano a
mano, calavano di numero e di presenze.
Quando poi Lino divenne nel 1967 titolare e tutto
l’insieme era affidato alle sue mani, ormai esperte e
quotidianamente attente al buon funzionamento del
tutto, la sua passione divenne ancora più attenta e
più viva. Ci teneva a far bene le cose. Partecipando
ai concorsi regionali ed interregionali, abituava la
Latteria a vincere, ad essere premiata, ad ottenere
consensi ed affermazioni. E tanti sono i premi ed i
riconoscimenti ottenuti. Questo suo impegno non
era solo per la buona immagine della Latteria, ma
soprattutto per la buona immagine del paese, proprio
perchè è sempre stata grande l’importanza della
Latteria nella comunità lavarianese. E poi godeva di
tanta fiducia che tutti i Direttivi lo lasciavano fare,
lo lasciavano inventare formaggi nuovi. Non
mancava nemmeno la sua fantasia nel creare le cose,
nel portare novità e nell’insistere sul buon successo
della nostra Latteria.
Come presidente della Latteria, diventata nel 1984
cooperativa, sono stato vicino a Lino per 23 anni. E
sono stati anni di condivisione, di apprezzamento, di
vita vissuta, talvolta con ansia e con preoccupazioni,
ma anche con tanta fiducia nel suo operare e nel
rispondere non solo alle aspettative dei conferitori di
latte, ma soprattutto al consenso dei clienti. Ha
saputo con quotidiana pazienza essere vicino alle
nostre speranze ed ai nostri desideri. Molte volte ci
ha sollecitati a fare, a migliorare, a non restare
fermi, a cercare le buone cose, ad insistere sul
recupero delle tradizioni rurali, a ritrovare i buoni
sapori del buon tempo antico proprio mentre si
andava verso la industrializzazione forzata delle
produzioni. Lui voleva, ha voluto fermamente che
restassimo artigiani, capaci di fare le cose come Dio
comanda, come l’arte casearia comanda. Abbiamo
aderito al Consorzio del Montasio; la nostra ricotta è
garantita dal marchio di qualità, grazie anche a lui,
sempre attento alle innovazioni, alle nuove
tecnologie per ottenere sempre prodotti di qualità e
per soddisfare la clientela.
Ed un grazie va anche a sua moglie, Sonia, perché lo
ha sempre accompagnato nel lavoro, lo ha sostenuto
ed è stata di fortissimo aiuto, a lui ed alla latteria.
Mi commuovo oggi a ripensare quanto affetto e
quanta vicinanza ho sempre sentito verso Lino,
anche se le preoccupazioni della società e le mie
stesse paure non sempre mi hanno permesso di fare
e di accettare i suoi suggerimenti e le sue proposte.
Quando Lino ha maturato il tempo per andare in
pensione, è stato per me, per noi, un trauma: non
volevamo perdere la sua esperienza, la sua maturata
sicurezza, la sua certezza nel darci buoni prodotti.
Abbiamo insistito perché restasse a coltivare
dapprima il suo aiutante, poi il suo sostituto ed
infine il suo successore. Lino ha saputo, come
sempre, fare il maestro artigiano, allevare l’allievo,
farlo maturare come casaro. Ha saputo
concretamente preparare il futuro, provvedere
all’avvenire stesso della Latteria. E’ stato un “mestri
dai miôr”!
Questa sua capacità di insegnare la si vedeva anche
quando la Latteria aveva le visite guidate, non solo
dei gruppi di adulti (anche i giapponesi, oltre agli
austriaci, ai tedeschi…), ma soprattutto delle
scolaresche: i bambini delle classi dell’infanzia,
delle classi primarie (elementari), delle classi medie,
ma soprattutto quelli delle scuole superiori, delle
scuole agrarie regionali ai quali illustrava il sapere
attraverso il suo saper fare, ai quali mostrava il
lavoro attraverso il gusto e la gioia del lavorare, ai
quali cercava di trasmettere scienza e passione, mai
disgiunte dalla dedizione personale al proprio
mestiere. Sono state queste giovani generazioni,
queste truppe di visitatori a raccogliere preziose
informazioni sulla nostra Latteria e forse a
propagandarne le competenze e ad assicurarne i
successi.
15
Questa gratitudine e questa commozione verso Lino
che alla fine del 2010, dopo 44 anni di lavoro, ha
lasciato il suo posto di casaro e la nostra Latteria,
sono i sentimenti più profondi che voglio
manifestargli a nome dei Soci ed a nome personale.
Ma credo di dovergli comunicare questo grazie per i
valori che ha saputo difendere e propugnare, per
l’immagine positiva che ha saputo dare alla nostra
Latteria ed al nostro paese, anche a nome di tutti i
lavarianesi e di tutti i clienti che, almeno dal 1966,
dai tempi del suo garzonato, hanno operato,
conosciuto, visitato, usufruito del suo lavoro e dei
prodotti della nostra Latteria.
Grazie, Lino, e goditi i tempi ancora belli del tuo
tempo, a quattro passi e sui confini della nostra
Latteria.
Lorenzo Signor, Presidente della Latteria
SIATE FELICI
Si sa che la felicità è un’ aspirazione di tutti.
Uomini e donne di tutti i tempi e di tutti i luoghi si
prodigano nella vita per stare bene, per sentirsi
felici, anche se non sempre ci riescono. Porto in
breve all’attenzione dei lettori un articolo
interessante sull’argomento, apparso su un
quotidiano in questi giorni, che sembra quasi una
ricetta.
Secondo l’indagine di una nota università inglese,
chi si dedica agli altri vive meglio e più a lungo di
chi si concentra troppo su se stesso. Allevare i
figli, fare volontariato, svolgere una attività che
appassiona e magari pure socialmente utile, fa
stare meglio di salute e di umore, aiuta a
conservare la lucidità mentale fino ad età avanzata
e a vivere più a lungo. Il filosofo Aristotele
affermava che gli esseri umani possono
raggiungere la felicità realizzando il proprio
potenziale e vivendo in modo virtuoso. Anche
secondo il sondaggio, chi vive virtuosamente vede
le cose più positivamente.
Un altro studio osserva che i sintomi della
depressione, della paranoia e delle malattie
psichiche in questi anni sono costantemente
aumentati nel mondo occidentale, anche tra i
giovani, di pari passo con la crescente importanza
data a cose materiali, quali il denaro o lo status
sociale. Coloro che si dedicano ai familiari, al
prossimo, al lavoro ben fatto, hanno mediamente
una vita più lunga, una salute migliore, con meno
probabilità
di
ammalarsi
di
disturbi
cardiovascolari, osteoporosi, morbo di Alzheimer,
e una felicità più piena rispetto a chi rincorre un
quotidiano piacere edonistico e pensa solo a se
stesso. Così dicono i sondaggi. Concentratevi
dunque sui rapporti che contano e su un mestiere
che amate, suggerisce un saggio. Auguri e tanta
felicità a tutti!
Lucia Turello
16
TEMA
- Sono sempre più numerosi gli episodi di violenza che non destano sdegno in chi ne è testimone.
Quali riflessioni suscita in te questo atteggiamento?
Siamo alle porte del 2011...eppure sembra che la società stia regredendo invece di migliorare... non di
certo nel campo della tecnologia e della medicina come tante altre scoperte fatte. Ma mi riferisco a
molti episodi che si verificano, soprattutto negli ultimi anni; viene da pensare che le persone non
sappiano più stare insieme, convivere e condividere i propri beni. Non c'è più rispetto e fiducia. Si
pensi al caso più attuale, quello di Avetrana: tante interviste, tutto è oggetto di cronaca per i giornalisti,
ogni giorno una tesi diversa. Questo suscita un interesse esagerato nei confronti di una vera disgrazia.
Non se ne può più! Che le indagini continuino come è giusto che sia, ma senza dar tutto in pasto alla
stampa... non oso immaginare cosa possa provare la famiglia nel vedere tutto questo! La violenza sui
minori e sulle donne è in aumento... anche sui bimbi, non ancora in grado di parlare, e quindi mi
chiedo: "Come fanno queste persone a picchiare dei piccoli? E soprattutto come fanno a non
vergognarsi?" Penso che questa domanda se la pongano molti altri italiani e non solo. Eppure dopo
poco tempo questi "esseri" sono ancora in libertà!
Un' altra forma di violenza si manifesta anche sulla scuola, sulle leggi ecc. Una folla impressionante
che si scaglia contro la riforma sull'Università. Si vedono muri imbrattati di scritte, persone che si
accaniscono contro le forze dell'ordine... insomma una vergogna!
La protesta è giusta se fatta civilmente al fine di portare conclusioni concrete; altrimenti non è che uno
sfogo alla rabbia e all'odio. Ripeto ancora: molte persone di fronte a questi episodi si vergognano.
Hanno ragione! Proviamo a riflettere su cosa possono pensare gli altri Paesi della nostra Italia: non
deve essere molto positivo riguardo a questi avvenimenti. Ma senza allargarci a grandi tragedie,
rimaniamo pure sulla famiglia. Al giorno d'oggi anche all'interno delle case non ci si rispetta più, non
ci si può sempre fidare! Mariti che picchiano le mogli... violenza! Figli che uccidono i genitori...
violenza! Parenti che arrivano a conclusioni estreme pur di ottenere l'eredità... E anche la violenza
verbale non è da escludere, anche se meno grave di quella fisica! Silenziosa e sottile può portare a
reazioni esasperate. Secondo me, e penso anche secondo la mia generazione, la piaga della violenza ci
sarà sempre più nemica. E tanto speriamo che non cada nell'indifferenza. Siamo ancora così giovani e
vorremmo avere più sicurezza e più chiarezza da parte anche delle Autorità, che in questo momento
vediamo così confuse e poco
credibili nel far rispettare
regole e leggi nel giusto
modo. Oggi la violenza è
presente in ogni contesto:
nello sport... si pensi agli
stadi, nella scuola anche con
atti di bullismo, nei semplici
giochi tra bambini ecc.
Chiudo il mio pensiero
dicendo che quindi con la
violenza non si risolve nulla,
anzi si creano altri disagi e
problemi.
Allora
impegnamoci per migliorare
e risollevare almeno la
nostra Comunità!
Partendo dai piccoli gesti,
magari si può arrivare ad un
gran risultato!!
Gloria Del Degan
17
AUTODROMO O IMPIANTO FOTOVOLTAICO?
Dopo un primo gruppo di imprenditori che hanno
lasciato la corsa verso la realizzazione di un
autodromo, ora un nuovo gruppo si avvia per la
stessa realizzazione, stesso sito, in località
Lavariano di Mortegliano.
Pertanto il Comitato Tutela Salute Territorio e
Ambiente chiede al Sig. Sindaco ed alle autorità
competenti quanto segue. Dopo ben nove
discariche di ogni tipo di rifiuto, campi di Golf,
con relativo taglio di alberatura ed alcuni scavi,
fermati perché irregolari, ex polveriera militare
ceduta o affittata ad un maneggio, con distruzione
dei prati stabili, unici nello stesso Comune,
allevamenti intensivi con spesso
odori
nauseabondi, aeroporto per ultraleggeri, con
l'intendimento di nuove assunzioni, alberghi,
ristoranti ecc., ma con un nulla di fatto ecc. ed
altro ancora. MA ORA BASTA. I cittadini del
Comune di Mortegliano hanno già pagato troppo
alla Società tutta. Ci sono Comuni che si
lamentano per una discarica. Provino a venire a
Mortegliano e poi si vedrà se vorranno fare anche
un autodromo. Al Comune di Mortegliano si vuol
precisare cosa dice l'articolo 823 del Codice
Civile e cioè: i beni che fanno parte del Demanio
Pubblico sono inalienabili e non possono formare
oggetto di diritti a favore di terzi, se non nei modi
e nei limiti stabiliti dalle leggi che li riguardano,
spetta all'autorità amministrativa la tutela dei beni
che fanno parte del Demanio Pubblico Cosa
significa tutto questo? Che i beni Demaniali non
possono essere venduti. Non possono essere
posseduti e quindi non possono portare
all'usucapione, cioè all'acquisto della proprietà
mediante possesso continuato. Sono invece
disciplinati, oltre che dal codice civile, dalle
norme speciali di diritto Pubblico.
Agli Uffici in indirizzo chiediamo di conoscere: il
provvedimento
di
autorizzazione
per
l'insediamento dell'autodromo, iniziative progetti
ecc.
Attuazione del Decreto Ministeriale 08/08/2003,
sulla liberalizzazione dell'uso delle aree
Decreto Ministeriale 02/04/1990, sulla sicurezza e
antincendi
Legge 04/12/1996, disposizioni in materia di
superfici.
Decreto Ministeriale 31/10/1997, metodologia e
misura del rumore.
Legge 26/10/1995, disposizioni in materia di
impatto acustico.
Si precisa inoltre che è obbligo per ogni attività
insalubre la recinzione con verde, quale alloro,
lauro, camacipera e naturalmente le barriere fonoassorbenti.
Il Comitato chiede inoltre uno studio di VIA
(valutazione impatto ambientale).
Merita una menzione la sentenza della Suprema
Corte del 06 Ottobre 1979 N°5172, la quale
partendo dall'art. 32 della Costituzione, afferma
che l'Amministrazione non ha potere di rendere
l'Ambiente insalubre, neppure in vista di motivi di
interesse pubblico di particolare importanza.
Il Comitato propone invece che nello stesso sito
sia installato un impianto fotovoltaico a costo
zero, il quale produrrebbe energia elettrica e non
inquinamento e potrebbe far entrare nelle casse
comunali non meno di trecentomila euro annuali,
se non anche il riscaldamento. Perché non
pensarci bene?
Il Comitato fa notare inoltre che ha già contattato
più imprenditori per un impianto fotovoltaico, i
quali tutti affermano che il sito indicato è l'ideale
per un tale impianto, e oggi come oggi, dopo il
disastroso evento del Giappone che purtroppo
probabilmente le conseguenze saranno anche
nostre, un impianto fotovoltaico è l'ideale, anche
per il ricavato per le casse Comunali e pertanto
per tutti i cittadini del Comune di Mortegliano.
Per il Comitato Tutela Salute
Territorio e Ambiente
Ottorino Savani
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"LE SPICE" DI VIA SAMMARDENCHIA
Con amarezza e un po' di delusione vogliamo esprimere in poche righe, come la "burocrazia" (se solo
di leggi si tratta) può smorzare entusiasmo, sogni e progetti.
Nel piccolo campo di nostra proprietà situato in via Sammardenchia, dopo i nostri amati capannoni di
polli, abbiamo creato uno spazio di sfogo, dove poter passare qualche ora tranquilli all'aria aperta
senza disturbare nessuno, e sentirsi un po' più liberi, visto che abitiamo in un cortile condiviso con 5
famiglie. Forse senza saperlo abbiamo costruito qualcosa in più, ma attenti a non creare
nessun tipo di danno all'ambiente. Tutto mobile e un po' coperto rispettando i nostri confini.
"Improvvisamente tutto è visibile e non bello da vedere al passaggio di via Sammardenchia". (neanche
fossimo in una grande metropoli).
"NON SIAMO A NORMA, NON SIAMO CONTADINI NE’ AGRICOLTORI E TANTOMENO
ISCRITTI ALL'ALBO"... quindi tutto è abusivo ci comunicano i vigili. Eppure lo spazio è di nostra
proprietà. A questo proposito non voglio commentare quante cose siano abusive e anche più
pericolose. Anni fa abbiamo tentato di coltivare, con fatica, un piccolo orto... che dava soddisfazione
ai passanti e non ai proprietari.
Questa volta volevamo tutelarci un po' di più, almeno recintando con una rete mobile la nostra
Privacy.
Ora mi chiedo con un modesto pensiero, che esempio possiamo dare alle nostre generazioni, se
neppure nelle nostre proprietà possiamo creare spazi sani con onestà?? Se non possiamo dare libertà ai
nostri sogni e soddisfazioni perché vengono spezzati dall'invidia e dalla burocrazia?! Lascio a voi i
commenti!
Ora ai passanti di via Sammardenchia resta da portare via solo il disordine, l'amarezza e la rabbia! Ma
non è più un problema nostro! Perché noi ugualmente cercheremo nel limite del possibile di sfruttare
quello che ci resta.
Fam. Del Degan Ranieri e amici
Resta inteso che l’opinione degli scriventi non coinvolge quella dell’Associazione LA TORRE
o della Redazione, né tanto meno la loro responsabilità riguardo a quanto viene pubblicato.
Filarmonica Giuseppe Verdi di Lavariano
Concerto Anbima a Carlino
Sabato 16 aprile 2011, ore 20.30
Concerto di Primavera a Lavariano
Domenica 15 maggio, ore 18.00
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Prossimamente…
Commedia del gruppo teatrale “Flumignano Giovane”:
Natale al Basilico
Sabato 9 aprile 2011, ore 20.30
Casa della Gioventù - LAVARIANO
------------------------------------------------------------Incontro AUSER:
L’educazione sentimentale tra poesia e scienza
Con il dott. Maurizio Della Negra
Martedì 12 aprile, ore 20.30
Aula Magna Scuola Media - Mortegliano
------------------------------------------------------------Serata di premiazione del
Concorso letterario Paolino d’Aquileia
dedicato agli alunni della scuola primaria
Sabato 21 maggio, ore 20.30
Casa della Gioventù - LAVARIANO
------------------------------------------------------------Serata tra storia e musica
per i 150 anni dell’unità d’Italia
Con la “Filarmonica G. Verdi” di Lavariano
Domenica 29 maggio, ore 17.30
Casa della Gioventù - LAVARIANO
------------------------------------------------------------Tradizionale Cicloroe
Domenica 19 giugno, partenza ore 8.00
Dalla piazza di Lavariano
Iscrizioni presso la latteria
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