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Dipartimento dell’Amministrazione Generale, del Personale e dei Servizi VERBALE del giorno 25 giugno 2015 Il giorno 25 giugno 2015 alle ore 16,00 presso la Sala Azzurra della sede del Ministero, si è tenuto un incontro tra l’Amministrazione e le Organizzazioni sindacali, rappresentative del personale e dell’Area I della Dirigenza. Per l’Amministrazione del Ministero dell’Economia e delle Finanze sono presenti: il Capo del Dipartimento dell'Amministrazione generale, del personale e dei servizi, dr. Luigi Ferrara, il dr. Fiorenzo Sirianni, il dr. Gianfranco Tanzi, la dr.ssa Daniela Dello Stritto, la dr.ssa Concetta Leone, il dr. Gianluca Siviero, la dr.ssa Cinzia Tornese, il dr. Michele Nardone. Partecipano le Organizzazioni sindacali FP-CGIL, CISL-FP, UIL-PA, CONFSAL-UNSA, USB PI, FLP, FEDERAZIONE INTESA, ANMI ASSOMED SIVEMP FPM, DIRSTAT, UNADIS. ORDINE DEL GIORNO Ø Accordo sindacale di regolazione del riparto delle somme provenienti dalla riscossione del Contributo unificato; Ø Schema D.M. Ragionerie territoriali dello Stato; Ø Varie ed eventuali. destinate al personale OMISSIS Il dr. Ferrara apre la discussione sul secondo punto all’ordine del giorno e cede la parola al dr. Tanzi. Il dr. Tanzi illustra brevemente l’evoluzione normativa che ha portato allo schema di D.M. in esame, evidenziando che i principi generali posti a base del provvedimento seguono una linea tracciata nel D.M. 17 luglio 2014 ed attuata in modo anche più marcato da parte di altre Amministrazioni pubbliche a livello territoriale; la direzione è quella di una valorizzazione del livello regionale. Il documento in esame è frutto di un’attenta valutazione e di un contemperamento di interessi che ha determinato il passaggio da un modello organizzativo trasversale, nel quale ciascun ufficio svolgeva le medesime funzioni, ad un modello che, anche per ragioni di economia di scala, prevede una differenziazione territoriale di funzioni. Al riguardo, fa presente che si è cercato di coinvolgere il più possibile i direttori delle sedi territoriali, anche in considerazione del fatto che il decreto legge che riallocava le funzioni svolte dalle ex direzioni territoriali del MEF aveva creato non pochi problemi operativi. Rileva che il D.M. cerca, tra l’altro, di dare evidenza al problema della coesistenza nell’ambito della stessa sede territoriale di due distinte attività che, per ragioni di opportunità, dovrebbero essere attribuite a soggetti differenti: l’attività di pagamento degli stipendi e quella del relativo controllo. Infine, evidenzia che in un articolo dello schema di D.M. è previsto, in un’ottica di semplificazione, il rinvio a circolari applicative per l’articolazione di ogni singola sede al suo interno in servizi. FP CGIL (Fimiani): rileva che l’analisi dello schema di D.M. e della relazione illustrativa mostra chiaramente che il “work in progress” prudente cui il dr. Tanzi fa riferimento in apertura non fa altro che riproporre una fotografia della situazione attualmente in essere nelle sedi territoriali: il D.M. recepisce, ufficializzandole, situazioni in cui, formalmente o informalmente, alcune sedi con lo stesso dirigente già si ripartiscono determinate funzioni. In relazione alla più generale riforma della Pubblica Amministrazione, in particolare con riferimento al processo di integrazione Ragionerie territoriali - Uffici territoriali del Governo, domanda se occorrerà provvedere ad un’ulteriore regolazione della stessa materia in tempi brevi e quali saranno le ripercussioni sul personale, segnatamente in relazione alle dotazioni organiche. Ricorda come in occasione di una precedente riunione, il dr. Tanzi aveva spiegato la nuova organizzazione del lavoro definendola una sorta di front-office che sarebbe stato creato presso i singoli Uffici territoriali, che possono poi demandare parte della lavorazione al livello regionale. In proposito domanda quali siano gli effetti sul personale conseguente a questo smistamento delle lavorazioni a livello regionale. In particolare, chiede chiarimenti, sulla eventualità che anche il personale debba essere spostato dalle sedi periferiche a quelle regionali insieme alle lavorazioni. CISL FP (Ravaioli): ritiene che lo schema proposto vada nel senso dell’adozione di un modello organizzativo flessibile, che giudica positivamente. Tuttavia, è dell’opinione che si debba partire dalla valorizzazione del personale, attraverso una chiara individuazione delle responsabilità a ciascuno attribuite. Occorre, a suo avviso, avviare una riflessione seria sulle posizioni organizzative e costruire un percorso professionale ben delineato. Evidenzia perplessità su alcuni accorpamenti di sede individuati dal D.M. , e porta ad esempio la situazione di Bergamo e Sondrio. UIL PA (Bordini): chiede di conoscere se la discussione odierna consenta un margine di modifica relativamente allo schema di D.M. pervenuto. Manifesta il timore che tale provvedimento possa costituire il preludio ad una successiva chiusura di altre sedi territoriali. Lamenta il fatto che la prevista circolare sulla riorganizzazione degli uffici territoriali non sia stata ancora prodotta dalla RGS e sia nuovamente rinviata con questo D.M.. Ciò ha comportato delle difformità relativamente alla regolazione delle varie attività 2 nei diversi uffici. Tale punto non è ancora corretto dallo schema di D.M. laddove si legge, infatti, che “tutti gli uffici dirigenziali possono essere articolati in servizi con atto del direttore”. Auspica, al riguardo, una modifica del testo che, per ragioni di uniformità, vincoli il direttore ad attenersi alla circolare che emanata dalla Ragioneria Generale, attenendosi ad essa in modo da fornire servizi il più possibile omogenei. Manifesta scarsa fiducia relativamente all’esistenza di un reale risparmio conseguente ai previsti accorpamenti. Chiede di poter ottenere copia della relazione tecnica da cui si possano evincere i risparmi auspicati. Rappresenta il disappunto per la mancata implementazione operativa di un disegno generale che avrebbe dovuto vedere il rilancio delle RTS, con un ruolo sempre più incisivo sul territorio, attraverso il controllo di tutte le entrate e le uscite delle pubbliche amministrazioni. Auspica una revisione delle fasce economiche dei dirigenti degli uffici delle RTS in quanto si assiste ad una riduzione numerica delle stesse ad invarianza dei carichi di lavoro. Relativamente alla questione della denominazione delle sedi delle RTS accorpate, suggerisce di denominare la RTS con il solo nome della sede principale. Inoltre, auspica un ampliamento della pianta organica regionale, con mobilità esterna o tramite nuovi concorsi ad hoc, giacché non è dato sapere se questo spostamento di competenze dalle sedi provinciali a quelle regionali abbia tenuto conto dei carichi di lavoro. Fa notare, sempre in riferimento alla problematica dei carichi di lavoro, che non tutte le città capoluogo di Regione hanno il servizio di antiriciclaggio. Chiede di conoscere i criteri di questa distribuzione. Si augura che successivamente all’emanazione del D.M., auspicabilmente integrato con i suggerimenti delle parti sociali, la RGS possa emanare la circolare attesa ormai da troppo tempo (dal 2001). FEDERAZIONE INTESA (Del Rossi): valuta puntuale la relazione illustrativa ma la giudica carente sulla questione della riorganizzazione e riallocazione del personale alla luce degli accorpamenti previsti. Auspica di avere qualche notizia in più relativamente a questo aspetto. Critica il criterio del risparmio di spesa quale presupposto per tale operazione e ritiene che esso sia invocato al solo fine di giustificare una manovra che in realtà si basa su altre motivazioni. USB PI (Gennaro): esprime gradimento circa la presenza al tavolo del dr. Tanzi in quanto, nel corso dei vari incontri che hanno avuto ad oggetto il percorso di riorganizzazione della RGS, ha sempre dimostrato, coordinando i vari tavoli di lavoro, oltre a qualità tecniche, una notevole partecipazione ed un coinvolgimento sul piano più squisitamente umano. Valuta lo schema di D.M. come il tentativo di “sistemizzare” a livello normativo una situazione che già esiste in realtà. Ad un primo sguardo, lo schema di D.M. sembrerebbe essere un lavoro superficiale, poco “pesante”; in realtà, dalla sua lettura emerge in maniera molto consistente tutta l’attività svolta dall’Amministrazione senza il coinvolgimento fattivo delle Organizzazioni sindacali. Critica, sostanzialmente, il modus operandi dell’Amministrazione che ritiene produca provvedimenti a forte impatto normativo ma elaborati coinvolgendo in modo assolutamente marginale l’area sindacale. Ripercorre le varie fasi che hanno determinato il progressivo intervento normativo di riduzione delle sedi territoriali con un’operazione che ritiene abbia un significato prevalentemente politico. La chiusura delle dieci sedi non ha assolutamente prodotto né risparmi di spesa né migliore 3 razionalizzazione nell’erogazione di servizi. Anzi, la situazione sul territorio è andata peggiorando. Propone l’esempio dei nove colleghi che dalla sede di Rimini si sono dovuti spostare alla sede di Pesaro. Si chiede quale sia la posizione dell’Amministrazione rispetto a tali situazioni ed evidenzia come le Organizzazioni sindacali siano state completamente estromesse sia dall’individuazione delle linee di attività sia dal calcolo dell’indice di produttività per l’individuazione delle dotazioni organiche regionali. Esprime assoluta certezza sul fatto che la riduzione ad 87 del numero delle sedi sia il preludio ad un successivo taglio delle strutture territoriali. Auspica un cambio di passo da parte dell’Amministrazione per tener conto della richiesta delle Organizzazioni sindacali rispetto ad una maggiore partecipazione ai processi, soprattutto in considerazione che fatto che gli interventi in esame vanno ad impattare su servizi importanti per la collettività. Al riguardo, rinnova la disponibilità della O.S. USB PI a fornire nella maniera più collaborativa il proprio contributo. FLP (Cefalo): esordisce dichiarando di apprezzare che in un incontro dedicato ad un argomento così delicato vi sia la presenza dell’Amministrazione nel suo complesso. Esprime tuttavia una valutazione del tutto negativa sullo schema di D.M. in discussione e, nel ricordare che il decreto delegato sulla Pubblica Amministrazione è ancora in discussione alla Camera, dichiara di non apprezzare che il MEF faccia da capofila in un processo così complesso, che dovrebbe essere invece realizzato attraverso interventi organici e coerenti. Esprime la propria contrarietà alla chiusura di ulteriori sedi ed alla riduzione di posizioni dirigenziali soprattutto a livello territoriale. Rinnova il proprio impegno a verificare che i processi di riorganizzazione, volti a garantire risparmi e razionalizzazione per la Pubblica Amministrazione, non si tramutino invece in svantaggi per cittadini e lavoratori. UNADIS (Rossi): entra nel merito della Relazione illustrativa allo schema di D.M. ed afferma di non comprendere come lo spostamento delle competenze in materia di stipendi dalla periferia al centro mitigherebbe il rischio di corruzione. Anche perché, sottolinea, si sta eliminando la gestione decentrata del trattamento economico del solo personale MEF, lasciando invece agli Uffici territoriali la gestione delle partite stipendiali delle altre Amministrazioni. Il dr. Ferrara afferma che con questa operazione si cerca di eliminare possibili casi di corruzione in periferia in relazione al fatto che attualmente in tutte le RTS i dipendenti gestiscono anche i propri stipendi. Gli Uffici centrali, con grande sacrificio, dovranno gestire ben 6.000 partite stipendiali ma ricorda, che è la legge che lo prevede. DIRSTAT (Zenobi): presenta una nota sulle criticità emerse dalla lettura dello schema di D.M.. ANMI ASSOMED SIVEMP FPM (Bontempo): apprezza la disponibilità mostrata dal dr. Tanzi ad ascoltare la parte sindacale e si domanda quale sia il reale margine di intervento. 4 Il dr. Tanzi ribadisce la convinzione che dal tavolo emergeranno spunti interessanti da valutare ed approfondire e conferma la disponibilità data, nei limiti del possibile. ANMI ASSOMED SIVEMP FPM (Bontempo): presenta una nota a verbale che riporta la propria piattaforma di osservazioni sulle problematiche della periferia. Pone l’attenzione in primo luogo sulle 18 sedi con un solo dirigente e sulle 10 sedi che sono state già soppresse. Ricorda che non tutte le attuali 87 posizioni dirigenziali risultano assegnate ed esprime la propria contrarietà ad Uffici dirigenziali ubicati su più sedi provinciali. Suggerisce, al riguardo, l’istituzione di posizioni organizzative, da impiegare negli Uffici non dirigenziali meno rappresentativi. Poiché il D.M. attua una profonda riorganizzazione, domanda quale sarà l’indennità di posizione che verrà pagata ai dirigenti coinvolti e se qualcuno di essi vedrà abbassare la fascia in godimento. Chiede inoltre a che punto sia il processo di adozione del decreto di graduazione degli uffici dirigenziali territoriali. Riguardo al decentramento dei SIFIP a livello periferico, in atto già da diverso tempo, chiede che venga inserito nel D.M. un riferimento che dia conto del fatto che la sede di servizio di questo personale non è Roma ma la RTS presso cui operano. Ritiene indispensabile un interpello generale per tutte le posizioni dirigenziali e chiede che le OO.SS. vengano coinvolte del processo di definizione di criteri selettivi obiettivi e puntuali e comunque meno generici di quelli fin qui utilizzati. Invita l’Amministrazione a mantenere la fascia economica attualmente in godimento da parte di ciascun dirigente in servizio. Inoltre chiede l’adozione dell’organico di sede e propone la riorganizzazione a livello nazionale dei carichi di lavoro, adeguata al personale in servizio nelle varie sedi. Infine, analizzando nel dettaglio lo schema di D.M. in discussione, afferma di aver apprezzato l’introduzione all’art. 2, comma 4, tra le funzioni dell’Ispettorato generale di finanza, anche quella di vigilanza sulle attività delle Ragionerie territoriali, funzione in precedenza non contemplata. Il dr. Tanzi replica che le funzioni di coordinamento ed indirizzo erano già previste in precedenza, mentre sull’aspetto della vigilanza, afferma, verrà fatto un approfondimento. Il dr. Siviero precisa che già spettava all’Ufficio XIII dell’IGF l’indirizzo e la vigilanza sulle attività delle RTS. ANMI ASSOMED SIVEMP FPM (Bontempo): invita l’Amministrazione ad un’attenta valutazione dello schema di D.M. nella parte in cui accorpa alcune funzioni presso i capoluoghi di regione onde evitare che si generino dei disservizi. Riporta al riguardo, un’anticipazione relativa alla presunta intenzione del Governo di sottrarre competenze alle regioni per avocarle al livello statale, che potrebbe generare la necessità nel medio-lungo periodo a ri-potenziare la presenza del Ministero a livello territoriale. In riferimento all’art. 11 dello schema D.M., che recita: “tutti gli uffici dirigenziali possono essere articolati in servizi con atto del Direttore della RTS sulla base delle indicazione che saranno diramate on apposita circolare”, chiede la sostituzione del termine possono con sono e l’individuazione dei servizi direttamente ad opera del D.M. in esame, anziché attraverso 5 una circolare, strumento giudicato poco idoneo. Apprezza quanto richiesto dalle altre OO.SS. sulla mobilità verso gli Uffici che risulteranno sotto-organico. CONFSAL UNSA (Cassone): ricorda innanzitutto come il D.M. in discussione fosse atteso da lungo tempo e che, attualmente, dati i continui cambiamenti in atto nella Pubblica amministrazione, non ci si potesse aspettare niente di differente. Ritiene che il decreto si muova nella direzione indicata dalla politica, ovvero verso la regionalizzazione della presenza dello Stato sul territorio, ma che resti ancora lontano dal realizzare quegli obiettivi. Nel complesso, comunque, considera un segnale negativo i 18 raggruppamenti disposti da questa norma. Guardando ai servizi erogati, esprime preoccupazione per lo spostamento di alcuni di essi dalle periferie ai capoluoghi di regione e ricorda la forte criticità che si è già dovuta affrontare nel 2011, a seguito della soppressione delle DTEF. Invita l’Amministrazione a procedere con estrema calma per valutare l’impatto di queste innovazioni a livello organizzativo e per quantificare con precisione il necessario incremento di personale nei capoluoghi di regione interessati. Ritiene altresì necessario che ogni Ragioneria Territoriale abbia un proprio direttore, per cui invita l’Amministrazione a cercare nuovi dirigenti in grado di coprire quei posti, evitando di ricorrere a reggenze su più sedi. Chiede di aumentare l’organico delle Ragionerie, in particolare, capoluogo regione con concorsi ad hoc. Ritiene necessarie nuove assunzioni in quanto la carenza di organico non può essere risolta con personale in comando. Invita anche il DAG a prestare grande attenzione alle RTS in quanto circa un terzo del personale degli uffici territoriali è coinvolto in attività di competenza del quarto Dipartimento. Auspica una maggiore collaborazione tra i due Dipartimenti (DAG e RGS) e indicazioni più chiare e univoche per tutti i dirigenti. Solleva infine il problema dell’adeguamento delle nuove sedi, soprattutto per quanto riguarda il trasferimento degli archivi. Consegna nota a verbale. Il dr. FERRARA fornisce rassicurazioni circa la massima collaborazione tra i Dipartimenti della Ragioneria Generale dello Stato ed il DAG, in particolare sulle competenze che riguardano il quarto Dipartimento e che sono svolte dalle RTS. Tra queste certamente la più critica è, a suo avviso, quella relativa all’elaborazione degli stipendi, rispetto alla quale, riferisce, è stato messo in campo un grosso sforzo, anche a fronte dei notevoli tagli di risorse da destinare all’informatica. Invece, relativamente ai criteri per la selezione dei dirigenti, ricorda come l’elenco dei posti vacanti viene già pubblicato sul sito internet del Ministero e fa presente come l’Amministrazione, per garantire l’effettiva imparzialità della selezione, debba evitare tanto un’eccessiva genericità quanto un’estrema profilazione dei requisiti dei candidati. ANMI ASSOMED SIVEMP FPM (Bontempo): precisa che la propria osservazione riguardava la richiesta di un Regolamento sulle modalità di conferimento degli incarichi. Il dr. Ferrara fa presente che esiste già un D.M. del 2010 che regola la materia e aggiunge, invece, che per quanto riguarda la graduazione delle posizioni dirigenziali, è in via di predisposizione la richiesta di un parere all’IGOP sul taglio delle fasce. In merito alla richiesta di una maggiore definizione dei servizi non dirigenziali prestati a livello locale, 6 ritiene che essa implichi, sia per le RTS che le Commissioni tributarie, un ragionamento di carattere generale che comporti l’individuazione di posizioni organizzative da regolare prossimamente con accordo. Il dr. Tanzi dichiara la propria disponibilità a raccogliere i suggerimenti che arrivano dalle OO.SS. e porta ad esempio l’osservazione in merito all’accorpamento delle RTS di Bergamo e di Sondrio, sul quale, dichiara, si sta già ragionando e su cui, probabilmente, occorrerà tornare per ulteriori verifiche. Afferma di aver apprezzato la sollecitazione ad individuare delle linee guida da dare ai direttori in fatto di organizzazione per garantire la necessaria uniformità di azione. Comprende la difficoltà di riavviare un confronto sulle RTS dopo l’ultima operazione che si è conclusa con la chiusura di dieci sedi. Rispetto alla richiesta da più parti avanzata in merito ai risparmi conseguenti all’adozione di questo D.M., precisa che la norma in discussione viene emanata in applicazione di un decreto legge del 2012 ben prima quindi della chiusura delle sedi appena richiamata - che imponeva un taglio del 20 per cento delle posizioni dirigenziali della Ragioneria generale dello Stato rispetto alle posizioni dirigenziale complessive del MEF. Assicura di aver messo il massimo impegno al fine di contenere quanto più possibile l’impatto di questo taglio, che si è concretizzato nella riduzione di 86 posizioni dirigenziali, di cui solo 29 a carico delle RTS. Per la prima volta, dal 2008, infatti, il contributo al taglio delle posizioni dirigenziali è stato dato anche dagli Ispettorati centrali di Via XX Settembre, da tutti gli Uffici Centrali di bilancio e dal Servizio Ispettivo di Finanza Pubblica. Delle 29 posizioni tagliate a livello territoriale, un numero considerevole riguarda il taglio di posizioni dirigenziali in località capoluogo, nelle quali le posizioni stesse non erano mai state attivate. Relativamente allo spostamento delle linee di attività a livello regionale, precisa che tutto sta avvenendo con la necessaria cautela, per potenziare quei servizi che attengono a competenze proprie della Ragioneria. Assicura che non vi sarà alcuno spostamento di personale conseguente allo spostamento di linee di attività. Ritiene utile, a tal fine, la scelta di adottare dotazioni organiche regionali, in quanto più flessibili. Rispetto ai SIFIP, precisa che talvolta essi si limitano ad utilizzare le RTS come base operativa per le loro attività, restando tuttavia incardinati nell’organico degli Uffici centrali della RGS. ANMI ASSOMED SIVEMP FPM (Bontempo): precisa che il suo intento era solo quello di assicurarsi che i SIFIP potessero partecipare con dignità all’interpello per i posti di direttore di RTS. Il dr. Tanzi fornisce rassicurazioni circa la serietà della procedura selettiva, che non impedisce a nessuno di presentare la propria candidatura se lo desidera. Precisa tuttavia, che ove per un posto di direttore di un Ufficio territoriale si candidasse sia un collega che ha già ricoperto un incarico analogo che un ispettore con anni di esperienza, si può presumere che il primo abbia acquisito delle competenze e delle attitudini di cui si dovrà tener conto nel processo selettivo. UIL PA (Bordini): introduce la questione della rotazione degli incarichi. 7 Il dr. Tanzi fa presente come recentemente sia stato ruotato uno degli incarichi più delicati della RGS, ovvero quello cui compete determinare proprio la rotazione degli incarichi. Riassumendo, dichiara, che non vi è né impedimento né pregiudizio nei confronti di nessuno. Il dr. Siviero precisa che attualmente sono in servizio 74 dirigenti rispetto alle 87 posizioni previste in organico, disponibilità che si mira a ricoprire per intero. Chiarisce che l’interpello riguarderà tutti i posti che sono stati oggetto di modificazioni di particolare rilevanza (all’incirca quaranta) e che i criteri sono gli stessi già adottati, lo scorso anno, per l’interpello destinato agli Uffici centrali. Resteranno chiaramente escluse le sedi che non sono oggetto di riforma. FLP (Cefalo): chiede se esista il ruolo unico dei dirigenti del MEF e se, potenzialmente, per queste posizioni di possa candidare qualunque dirigente del MEF. Il dr. Siviero risponde con decisione in senso positivo. FLP (Cefalo): chiede se, in linea generale, si potesse immaginare una riduzione si posizioni dirigenziali che non andasse a toccare le RTS. Il dr. Siviero ribadisce che tutti i dipartimenti hanno avuto il taglio delle posizioni dirigenziali ma, come ha già precisato dal dr. Tanzi, in questa occasione, per il secondo Dipartimento, esso ha interessato principalmente gli Uffici centrali della Ragioneria Generale dello Stato. Rassicura circa il mantenimento per tutti i dirigenti almeno delle fascia in godimento. Conclude rispondendo alla domanda della O.S. UIL PA circa il nome da attribuire alle nuove sedi, chiarendo come il criterio utilizzato sia quello impiegato storicamente, ovvero l’attribuzione di un nome che individui con chiarezza l’ambito territoriale di competenza. La riunione termina alle ore 19.00. Il Capo Dipartimento Luigi Ferrara 8