93 - Ho sognato di volare…

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93 - Ho sognato di volare…
Dr. Fabrizio Boninu, Psicologo – Psicoterapeuta, Piazza Salento 7, Cagliari
93 - Ho sognato di volare… Che significa?
Spesso capita che quando le persone vengono a sapere che sono uno
psicologo mi sottopongano i loro sogni anche nei contesti più improbabili: al bar, in strada, in
spiaggia… Di solito la conversazione comincia con un: ‘tu che sei psicologo…’ Poco tempo fa,
per esempio, mi è stato chiesto in spiaggia di cercare di interpretare cosa volesse dire sognare
di volare!
Questo tipo di domande mi fanno sempre uno strano effetto perché se da un lato segnalano la
fortissima curiosità che circonda il tema della psicologia applicata al quotidiano, come per
esempio i sogni, è anche vero che denotano una forte banalizzazione del tema come se uno
psicologo, forte delle proprie doti divinatorie, potesse comprendere attraverso un sogno il
mondo ricco e complesso di un individuo. Alla mia reticenza nell’interpretazione spesso le
persone non reagiscono bene. Questo pensiero semplificatorio è, credo, frutto di anni e anni di
disinformazione, nei quali riviste e giornali (o altri mezzi di comunicazione) hanno accolto la
pagina dedicata allo psicologo di turno in grado di dare soluzioni a tutto. Secondo me è una
banalizzazione eccessiva e tutte le rubriche di questo tipo dovrebbero ricordarlo ai propri lettori
o ai propri ascoltatori. Mettendo da parte un momento questa polemica, che ci porterebbe
troppo lontano dal tema che voglio affrontare, le ragioni per cui io non mi sento di
accondiscendere a questo tipo di richieste sono fondamentalmente due: da una parte credo che
per utilizzare al meglio uno strumento come il sogno questo vada inserito in una conoscenza
della persona che lo porta. E’ del tutto inutile che azzardi a caso un’interpretazione basata sul
nulla, che non ha alcun valore probativo rispetto a quello che può dire chiunque altro voglia
interpretarlo. In più, e questo è il secondo forte motivo, mi sembrerebbe di fare un torto al
sogno se banalizzassi così il suo significato.
In realtà credo che il sogno sia una porta enorme e affascinante sul mondo interno
dell’individuo. Come tutte le cose va saputo significare nel migliore dei modi, ne va capito il
senso in relazione alla vita dell’individuo che lo porta. Già Freud nel suo testo fondamentale
L’interpretazione dei sogni (1898)[1] pose in luce alcune delle funzioni e dei meccanismi di
funzionamento del sogno stesso e il valore assolutamente rilevante che i sogni potevano avere
non solo nel lavoro terapeutico con il paziente, ma anche nella complessa economia conoscitiva
delle modalità di funzionamento psichico dell’individuo che quei sogni portava. La ricerca
attuale sul sogno, accantonando molte delle presunte non oggettività del percorso
psicanalitico, si è concentrata sui correlati fisiologici del sogno stesso, grazie ai potenti mezzi di
visualizzazione dell’attività cerebrale dei quali possiamo disporre attualmente. Pur non
ritenendo necessaria la possibilità di studiare una materia complessa come i sogni, data la loro
difficile classificazione secondo il metodo scientifico, viene comunque da chiedersi perché,
all’interno di un’ottica evolutiva che privilegia i cambiamenti necessari, il sogno sia rimasto un
elemento presente nell’attività mentale umana. Questo grande interrogativo non permette di
liquidare i sogni come semplici sottoprodotti dell’attività cosciente.
In questo senso sono perfettamente in linea con le parole della collega Occhionero: alcuni
liquidano il sogno come un fenomeno assolutamente irrilevante per per l’economia cognitiva:
l’attività mentale durante il sonno è un semplice epifenomeno del sonno stesso. Detto in altri
termini, il cervello, in quanto tale, non può non produrre fatti cognitivi anche se non ve ne è
nessuna necessità. Non esiste alcuna condizione (…) in cui il cervello dell’uomo non sia in grado
di produrre una qualche attività mentale. (…) Il sogno è uno stato mentale e come tale ha a che
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Dr. Fabrizio Boninu, Psicologo – Psicoterapeuta, Piazza Salento 7, Cagliari
fare con la coscienza, meglio, esso è uno stato della coscienza, essendoci un accordo generale
tra tutti i ricercatori nel considerare la coscienza come un universo a molti livelli di
complessità.[2]
Questa complessità è l’aspetto che più mi fa stare alla larga dalla semplificazione del sogno
stesso, da una facile lettura e ridefinizione che non tenga conto della stratificazione di
significati, vissuti, pensieri che il sogno stesso rappresenta. E, se questa premessa è vera, non
si può non dover riconsiderare il bisogno di un lavoro attento e preciso sull’interpretazione del
sogno stesso, un lavoro che necessariamente non può prescindere da un lavoro più ampio sulla
persona stessa.
Altrimenti l’interpretazione di un sogno rimane alla stregua di un gioco. Certo, si può fare e può
essere divertente. Ma non si dovrebbe dimenticare che come gioco è nato e che di gioco si
tratta.
[1] Freud, S., L’interpretazione dei sogni, Newton Compton, 2010, Roma.
[2] Occhionero, M., Il sogno, Carocci editore, 2009, Roma, pag 89.
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