TRAspORTO iNTELLigENTE: LA mOBiLiTà

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TRAspORTO iNTELLigENTE: LA mOBiLiTà
N. 5 OTTOBRE 2012
jOURNAL
D
Trasporto intelligente: la mobilità
nel 21° secolo
I sistemi di trasporto non sono riusciti a evolvere alla stessa velocità
con cui si è modificata l’urbanistica mondiale, si sono trasformate
le abitudini delle persone e sono cambiati i modelli di business.
La necessità oggi è avere uno smarter transportation ecosystem
permeato di Information and Communication Technology
urante un informale pranzo di lavoro, abbiamo
glio è quel film della Pixar dove un robottino pulisce il
l’opportunità di assistere alla conversazione tra
mondo dai detriti che gli umani avevano lasciato in
Piercarlo Ravasio, amministratore delegato di
un globo super inquinato e sporco. Mi pare che poi si
Akhela, e Flavio Bonomi, Cisco Fellow, su smart
innamora della robottina Eve, inviata dagli umani che
systems, smart cities, smart grid, intelligent tran-
sopravvivevano in una stazione spaziale a cercare for-
sportation della quale pubblichiamo alcuni stralci.
me di vita biologica sul pianeta ormai morto e alla fine
Insomma roba futuribile dalla quale traiamo alcuni
trova un trifoglio.
Bonomi: Si proprio quello, ebbene la società uma-
interessanti spunti di innovazione tecnologica. Fla-
vio è un valtellinese, un italiano nato in Argentina, cresciuto in Valtellina e
na in quel film aveva ipotizzato un sistema di
residente a Palo Alto, la città intellettuale della Silicon Valley, California. Un
trasporto intelligente, in cui ogni umano
“Visionary”, come dicono gli americani.
aveva un piccolo sistema intelligente che
Ci circondano le viti di Nebbiolo, da cui si produce lo stupendo Grumello
lo portava dove voleva, tratti in cui viag-
Valtellinese, siamo seduti accanto ai resti di un antico castello, circondato dai
giava da solo, sistemi di aggregazione
muri a secco che i nostri nonni hanno costruito nei secoli passati, accumulan-
intelligente, una forma di platooning, come quelle studiate alla University
do con intelligenza pietra su pietra, creando costruzioni con una statica fan-
of California Los Angeles dal prof Mario Gerla. Io penso che il futuro sarà
tastica che ha retto nei secoli, muretti a secco riempiti con pazienza da terra
molto diverso da quello che conosciamo. Penso che forme nuove di sistemi
portata a spalla dalla valle sottostante nei gerli intrecciati con i rami giovani
intelligenti si stiano già formando. Ma serve una piattaforma su cui costruire i
del gelso. Niente di più lontano da visioni fantascientifiche in cui i computer
sottosistemi intelligenti che andranno a formare le smart cities, gli smart grids
invisibili organizzano e facilitano la nostra vita.
Flavio Bonomi, Cisco Fellow
e tutte le smart-cose di cui stiamo parlando in vari convegni e che si stanno
Ma il Grumello aiuta i due manager a liberare la fantasia.
studiando in diversi laboratori di ricerca.
Ravasio: Ma gli umani di Wall-E erano tutti grassi!
Flavio Bonomi: Ti ricordi Wall-E?
Bonomi: Si ma ... le nostre smart cities avranno un sacco di palestre!!!
Piercarlo Ravasio: Non lo ho visto ma se non sba-
- potenza del Grumello!- Comunque, tornando per un momento seri, Cisco
sta definendo una nuova architettura in cui differenti architetture di sistema ottimizzate per la gestione dei molti componenti che formeranno gli
smart-system del futuro saranno in grado di interagire e complementarsi
Piercarlo Ravasio, amministratore
delegato di Akhela
Akhela Journal n. 5 - ottobre 2012
per realizzare smart-complex systems. In effetti se osserviamo quello che sta
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succedendo notiamo che si è ormai realizzato il
modello del cloud, diversi cloud offrono servizi
e applicazioni a un insieme sempre più vasto
di utenti, sia consumer sia business o enterprise. Nuove ricerche si stanno orientando a
trovare i modi per creare applicazioni federate, applicazioni cioè costituite da componenti
sparsi sui vari cloud e coordinate da “applicativi” che stanno vicini all’utente, quasi a costituire
una nebbiolina intorno al cloud che ne permette e
ottimizza l’utilizzo. Quello che in Cisco chiamiamo Fog Computing, e sui cui stiamo lavorando. Reti in cui lo storage e la potenza di
calcolo sono messe laddove servono nell’architettura complessiva. Potenza
di calcolo e storage sono parte integrante dei servizi offerti dalla rete. Infine
End-Point-Computing, ovvero la pletora vastissima dei “terminali” attraverso
cui si accede alla rete o attraverso cui la rete assume informazioni: smart
Connected cars: la mobility e la user
experience ‘forzano’ l’innovazione
phones, tablets, sensori, connected cars.
Ravasio: Molto di questo in maniera disintegrata esiste già.
Bonomi: Esatto, ma proprio lì sta la grande opportunità da cogliere.
Molto spesso le discontinuità avvengono quando ci sono mondi
Dobbiamo costruire un ecosistema di aziende e utenti che condividano que-
diversi che collidono. L’automotive transportation ha rappresentato un
sta visione e che cooperino per realizzare il tessuto connettivo intelligente
mondo che, fino a pochi anni fa, proseguiva autonomamente per la pro-
che permetterà a tutte queste applicazioni sparse, e che oggi risolvono pro-
pria strada con esigenze e dinamiche evolutive specifiche del settore,
blemi puntuali, di cooperare e interagire in maniera intelligente. Pensa per
comprese quelle tecnologiche. Oggi, l’aspettativa di chi utilizza le auto-
esempio alla connected car, o ai nuovi meccanismi di driver assistance i cui
vetture è profondamente cambiata ed è influenzata da altri ‘mondi’ che
primi prototipi sono già in circolazione; sono solo l’inizio di un cambiamento
raggiungono l’utente e lo seguono anche nella propria auto. Cambia così
che io prevedo non lineare. Ci sarà un cambiamento radicale dei sistemi di
il modo di progettare le automobili, sempre più ‘invase’ dall’ICT sia per
mobilità personale. Pensa ai costi di real estate necessari per costruire e ma-
gli ambiti di controllo e sicurezza sia per l’informazione e l’intrattenimen-
nutenere parcheggi per macchine sempre più grandi e che stanno ferme tutto
to di conducenti e passeggeri. Ce ne parla Diego Marchioni, Consulente
il giorno mentre il proprietario è in ufficio. Pensa a come si potrebbe ottimiz-
Akhela che opera per supportare le aziende italiane alla ricerca di nuove
zare l’utilizzo delle fonti discontinue di energia rinnovabile attraverso una
opportunità nella Silicon Valley. “Se pensiamo al fatto che solo pochi
rete intelligente, la Smart_Grid su cui Cisco sta lavorando. Una Smart Grid
anni fa il navigatore satellitare in auto era un accessorio extra, privilegio
che sappia utilizzare e immagazzinare, magari nelle batteria delle automobili,
di pochi utenti, e oggi, invece, possiamo usufruire di mappe aggiornate
il surplus di energia che si generà quando soffia forte il vento per utilizzarlo
semplicemente con un telefono cellulare con collegamento 3G, capiamo
quando c’è bonaccia.
bene che il servizio di navigazione embedded nell’autovettura non è più
Ravasio: Quindi qui, mi sembra, tu sei d’accordo con Rifkin sul fatto che
considerato nemmeno un plus e che il settore dell’automotive deve fare
si sta andando verso un omomorfismo tra la Rete, intendo con essa Internet,
passi da giganti per portare della ‘vera’ innovazione all’interno dei vei-
e le altri reti di produzione e distribuzione di energia. Condizione questa,
coli”, osserva Marchioni. “E non è una scelta; è un passo obbligato. Lo
secondo Rifkin in cui si può prevedere l’inizio di una nuova rivoluzione come
chiedono gli utenti che, fuori dalle proprie auto, vivono già in un mondo
sostiene nel suo ultimo libro.
fortemente interconnesso e sfruttano la potenza di smartphone e tablet
Bonomi: Se Rifkin sostiene questo, e io non ho ancora letto il libro che
sta tra le centinaia di cose che devo leggere, sicuramente è un’osservazione
in qualsiasi luogo e momento. Perché dunque non sfruttare tali strumenti
anche nelle proprie autovetture?”.
“L’automotive è un’industria che si muove lentamente, mentre quel-
condivisibile.
Ravasio: Si, ma Flavio cosa centra Akhela con tutto questo?
la del consumer electronics è in fortissima accelerazione e si evolve molto
Bonomi: Vedi, ho trovato nei tuoi collaboratori, nella tua azienda, com-
rapidamente. In questa ‘battaglia’ l’auto maker rischia di rimanere indie-
petenze su Internet of Things, Embedded Software, Sicurezza Informatica e
tro”, riflette Marchioni. “I tempi di progettazione e realizzazione di una
sulla Gestione di Sistemi Complessi che difficilmente si trovano sotto lo stes-
macchina sono di circa 5/7 anni; una volta lanciata rimane in produzione
so tetto in un’azienda di piccole dimensioni e quindi flessibile e reattiva. Siete
per una decina d’anni; poi ci sono altri 5/7 anni di gestione dell’usato.
un ottimo candidato a essere un membro stabile dell’ecosistema che Cisco
Un’autovettura ha dunque un ciclo di vita che supera i 20 anni; uno
sta definendo e costruendo per realizzare gli smart-systems del futuro.
smartphone quasi non supera i 20 mesi. Quando sono state progettate
le auto di ‘nuova generazione’, in circolazione oggi, con le migliori tecno-
Il Grumello mentre chiacchieriamo è evaporato, ritorniamo in città ap-
logie disponibili, l’iPhone, solo per fare un esempio, non esisteva e oggi
prezzando la bellezza del borgo medioevale che ci ha accolto e con negli
siamo alla versione 5. È chiaro che la ‘fabbrica’ dell’automobile è stata di
occhi la visione della citta del futuro. Sarà bella come questo borgo antico tra
gran lunga superata, nell’innovazione tecnologica, dalle aspettative degli
le vigne di Nebbiolo?
utenti, abituati a una corsa innovativa molto più frenetica”.
Akhela Journal n. 5 - ottobre 2012 2 www.zerounoweb.it
continua >>
>> continua
Ma la mobility dell’ICT, così come tecnologie dirompenti quali il cloud
computing, il social networking e l’Internet delle cose, possono rappresentare
un nuovo volano d’innovazione e riportare le aziende che producono veicoli
i driver
del cambiamento
C
Rapida espansione della
popolazione, crescita
dell’urbanizzazione,
globalizzazione, pervasività
dell’ICT: questi i quattro
fattori principali che
evidenziano la necessità di
cambiamento del sistema
globale di trasporto
di trasporto a una nuova fase evolutiva. “Ciò che devono fare le aziende del
settore – spiega Marchioni – è introdurre il massimo livello di integrazione dei sistemi embedded ‘tradizionali’ (che però non significa obsoleti, anzi,
tutt’altro: basti pensare ai nuovi sistemi di controllo di guida inseriti nel volante oppure con tecnologia touchscreen sul cruscotto di ultima generazione
o, addirittura, touch sul parabrezza o sui cristalli) con le nuove tecnologie
dell’ICT per migliorare l’esperienza utente senza però ‘perderne il controllo’,
ossia continuando a garantire la sicurezza sia del veicolo sia di chi lo guida e
di chi viaggia a bordo”.
“Una sfida un po’ complessa, certamente - conclude Marchioni -, ma è
proprio grazie a queste evoluzioni che si consoliderà il mercato dell’automotive. I produttori che non saranno in grado di sostenere tale trasformazione
attraverso i propri laboratori di ricerca e sviluppo, nonché di progettazione/
produzione e di trovare le vie per nuove alleanze (per esempio con i produttori di software, gli ICT system integrator, ecc.), saranno destinati ad avere un
ruolo marginale, se non addirittura a sparire di fronte a un’offerta più vicina
a ciò che richiedono gli utenti”.
he ci piaccia o no, la globalizzazione è la caratteristica dominante del nostro mondo attuale. Le
barriere tra continenti, paesi e città stanno diminuendo sempre più, le ‘ondate’ di urbanizzazione
non sembrano arrestarsi e l’accessibilità a mercati,
Diego Marchioni,
Consulente Akhela
materie prime, servizi, tradizioni e culture, è divenuta ormai piuttosto semplice e rapida. La densità urbanistica, vista a livello mondiale, accelera in
un certo senso la globalizzazione economica (i grandi centri urbani, da soli,
producono Pil che hanno un notevole impatto sull’intera economia mondiale)
e sociale (crescono le relazioni tra comunità e Paesi differenti). Ma affinché il
fenomeno non diventi un problema e, soprattutto, un fattore di rallentamento
del movimento delle persone e delle cose, è necessario che al crescere di tale
densità corrisponda un efficiente network globale di trasporto (aereo, ferroviario, stradale, marittimo) strettamente connesso e integrato.
È questo il grande tema dell’Its, Intelligent Transportation Systems, che
negli ultimi anni sta coinvolgendo sempre più massivamente analisti e ricercatori, amministrazioni pubbliche e governi, vendor di diverse industry (Automotive, Telecomunicazioni, Information Technology). Vediamo perché.
Frost & Sullivan, in un recente white paper dal titolo ‘A smarter transportation system for the 21st century’, sottolinea come i sistemi di trasporto
1) Rapida espansione della popolazione
attuali risultino obsoleti rispetto alle esigenze delle persone, sia sotto il pro-
All’inizio del 20° secolo, quando sono stati pianificati i principali sistemi
filo personale sia rispetto al business (trasporti di beni e prodotti ma anche
di trasporto attuali, la popolazione globale contava approssimativamente 1,6
spostamenti delle persone per motivi di lavoro): i sistemi di trasporto non
miliardi di persone. Nel 1950 era già salita a 2,5 miliardi e alla fine del secolo
sono riusciti ad evolvere alla stessa velocità con cui si è modificata l’urbani-
era cresciuta fino ai 6 miliardi di persone: crescita inarrestabile, se pensiamo
stica mondiale, si sono trasformate le abitudini delle persone e sono cambiati
che alla fine della prima decade del 21° secolo eravamo già a 6,8 miliardi. La
i modelli di business. La necessità oggi è avere un nuovo ecosistema fondato
crescita della popolazione è stata, in media, dell’1,5% annuo negli ultimi 60
sull’Information & Communication Technology per tutti i global transporta-
anni e ci si attende che cresca in media dell’1% annuo nei prossimi 20 anni.
tion network (aereo, ferroviario, stradale e marittimo).
Secondo alcune stime (Review of Proposals and Alternative Concepts for Si-
Secondo la società di analisi americana, esistono quattro fattori prin-
gnificant Systematic Expansions to the U.S. Highway Infrastructure - Cambrid-
cipali che evidenziano la necessità di cambiamento del sistema globale di
ge Systematics, March 2007), la domanda dei sistemi di trasporto è destinata
trasporto:
a crescere del doppio rispetto alla percentuale di crescita della popolazione.
Akhela Journal n. 5 - ottobre 2012 3 www.zerounoweb.it
i sistemi del futuro devono essere
‘smart’ non solo attraverso una
più veloce reattività alle esigenze
che si manifestano ma in modo
propositivo, anticipando evoluzioni
dei contesti (globalizzazione,
urbanizzazione, ecc.) e bisogni
2) Crescita dell’urbanizzazione
L’alta densità urbanistica delle città, in crescente aumento, guida la necessità di un next generation transportation ecosystem. Gli studiosi di fenomeni demografici e sociali stimano che si svilupperanno sempre più ‘megacity’ e ‘mega-metropoli’ e si formeranno grandi agglomerati cittadini che
riuniranno nuove e varie forme di community. In Sud Africa, per esempio,
questo sta già avvenendo: Johannesburg e Pretoria stanno confluendo verso
una megacity già comunemente nota come ‘Jo-Toria’. Le infrastrutture esistenti sono principalmente basate sul sistema stradale del tutto inadeguato
allo sviluppo della megacity. San Paolo (Brasile) e Chennai (India), invece,
stanno velocemente evolvendo in centri che riuniscono comunità composite
ed eterogenee ma i sistemi di trasporto risultano essere una criticità perché
non sono in grado di supportare tale evoluzione (queste community hanno
riguardare la distanza, senz’altro, ma anche tutto ciò che c’è nel mezzo, per
spesso difficoltà di movimento per raggiungere i luoghi di lavoro, i centri
connettere in modo sicuro, affidabile ed efficiente, il punto A al punto B.
urbani e le aree commerciali).
4) Pervasività dell’ICT
3) Globalizzazione
Oggi più che mai è evidente lo spread che si è verificato tra l’evoluzio-
La globalizzazione è stata, ed è, un fenomeno inevitabile e inarrestabile e
ne dei sistemi di trasporto e quelli It. Sensori e microchip sono ormai inseriti
ha avuto effetti diretti sulle aziende, sulle persone, sui governi, ecc. L’impatto
in tutti i sistemi di trasporto e l’innovazione tecnologica che ha interessato i
sui sistemi di trasporto è stata la crescita del traffico aereo, ferroviario, stra-
trasporti negli ultimi 20 anni è innegabile. Tuttavia, i dati generati da questi
dale e marittimo che ha consentito alle persone di spostarsi molto più rapida-
sensori non sono ancora sfruttati a pieno (sono perlopiù utilizzati per un più
mente da un Paese all’altro generando nelle persone aspettative sempre più
efficace controllo e gestione dei sistemi); l’It ha subìto un’evoluzione molto
elevate di velocità, sicurezza e affidabilità. Aspettative che inevitabilmente
più veloce e già oggi consentirebbe di utilizzare i dati raccolti dai sistemi di
si riversano anche sui trasporti cittadini nei confronti dei quali le esigenze
trasporto in modo più efficace: infotainment, tracking, applicazioni telemati-
degli utenti continuano a crescere. È per questo che l’evoluzione dei sistemi
che per i veicoli, real-time scheduling and notification per il trasporto aereo,
di trasporto deve andare nella direzione dell’alto livello di servizio che deve
security monitoring and threat detection per il trasporto dei container, ecc.
Smart cities e intelligent transportation…
“S
Mobilità come trasporto intelligente: servirebbe un
po’ più di creatività, coraggio e tanta tecnologia.
Molti progetti di Smart Transportation potrebbero già
‘vedere la luce’. Ne sono convinti l’amministratore
delegato di Akhela e il professor Gerla dell’Università
della California...
mart city assume, a seconda della disciplina a cui vogliamo far riferimento, significati diversi e come tutte le nuove keyword è
ambigua e abusata. Innanzitutto dobbia-
mo definire cos’è la City di fronte alla quale mettiamo l’accezione ‘smart’: è il
centro delle città del mondo avanzato o è la nuova megalopoli dei Paesi del
terzo mondo? Non spetta certo a me, che sono un tecnologo, dare una definizione di City”. Inizia così, con le parole di Piercarlo Ravasio, amministratore
delegato di Akhela, un passato a capo della ricerca mondiale di Olivetti, Elsag
Bailey (gruppo Finmeccanica) e Italtel, una conversazione informale con uno
dei padri di Internet, il professor Mario Gerla, Docente nel dipartimento di
“Computer Science - Laboratorio di Reti Veicolari” presso l’Università della
California a Los Angeles. Una conversazione che tocca una delle tematiche
più calde degli ultimi tempi, quella dei trasporti intelligenti di nuova generazione completamente fondati sull’It e, in particolare, sulla rete Internet.
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a sinistra, Piercarlo Ravasio, amministratore
delegato di Akhela
a destra, Mario Gerla, Docente nel dipartimento
di “Computer Science - Laboratorio di Reti
Veicolari” presso l’Università della California
a Los Angeles
“Quando pensiamo a una smart
city dobbiamo renderci conto
del fatto che la città in quanto
tale è un concetto altamente
dipendente dalla cultura: probabilmente la concezione di
città in un borgo del centro Italia o
nella periferia di New York o in un Paese del
terzo mondo ha una declinazione diversa; il modo
di vedere la città dipende dal modo in cui la vivono i
cittadini”, suppone Gerla.
“Secondo me oggi la città si sta sempre più configurando come un insieme di
periferie, non necessariamente fisiche - interviene Ravasio -. Parlo di periferie
culturali: per esempio gli anziani possono essere visti come una periferia; i
giovani, gli immigrati, gli immigrati clandestini… sono tutte periferie della
La lunga esperienza di Akhela:
dai sistemi embedded
alle connected cars
stessa città. E stanno crescendo inesorabilmente. Il mio ‘sogno’ legato al concetto di smart city è costruire, attraverso la tecnologia, dei ponti tra queste
‘periferie’ per riabilitare il tessuto connettivo della città”.
Tocca a Gino Nuzzi, direttore tecnico
Un sogno irrealizzabile senza la tecnologia, ma “la tecnologia abilitante que-
dell’area che in Akhela si occupa di svilup-
sto ‘sogno’ - riflette Gerla - è data dagli smart systems: alcuni già ci sono, altri
pare sistemi embedded per il settore auto-
sono in fase di progettazione e sperimentazione, ma parliamo di innovazione
motive, e a due delle persone che lavorano
che è già fattibile oggi”.
con lui, Luca Garau, Responsabile dello
Intelligent transportation:
veicoli trasportatori di informazioni
sviluppo software per la sede di Maranello,
e Stefania Basciu, TL gruppo Automotive
Akhela, spiegare come e perché traguardare
L’Intelligent Transportation è uno dei punti focali nella tematica generale
il mondo delle connected cars e portare nelle
delle smart cities ed è qui che Gerla e Ravasio animano la loro conversa-
automobili l’infotainment sia per Akhela un
zione. Gerla osserva che “una delle prime vie che sta seguendo l’industria
percorso evolutivo naturale: “Conosciamo il
automobilistica è quella dell’evoluzione dei veicoli, perchè siano sempre più
mondo dell’automotive molto bene perché
dei terminali, o meglio, cluster di terminali connessi alla rete per ricevere e
progettiamo e sviluppiamo da moltissimi
trasmettere informazioni”.
anni software per i sistemi elettronici all’in-
Questa capacità di scambiare in modo intelligente informazioni con l’auto-
terno degli autoveicoli – spiega Nuzzi – e
veicolo, comporta applicazioni interessanti, riflettono i due ‘visionari’, che
abbiamo seguito, anche attraverso una for-
durante il loro dialogo ipotizzano anche alcuni esempi concreti, già oggi
tissima azione di ricerca e sviluppo, tutte le evoluzioni dei sistemi, sia
attuabili: “Io utente segnalo al sistema inserito nella mia autovettura dove
che si tratti di body-computing, di Powertrain (controllo motore ibrido
desidero andare; in maniera automatica il sistema calcola il percorso in base
ed elettrico, controllo batterie) o di sistemi multimediali di informazione
ad una serie di parametri più evoluti rispetto alle tradizionali mappe (infor-
e/o intrattenimento (sistemi di navigazione, multimedia e gestione dei
mazioni su lavori in corso lungo il tragitto, previsioni meteo, segnalazioni
dispositivi, connettività, ecc.). È normale dunque che il passaggio alle
di traffico o eventi quali incidenti, manifestazioni pubbliche, incontri politici,
connected cars, le cui tecnologie dovranno essere intergate con i sistemi
ecc.) calcolando così il percorso a me più ‘comodo’, secondo i miei desideri
di infotainment, sia per noi il ‘passaggio obbligato’ verso il quale stiamo
o le mie necessità, che può essere quello più veloce ma anche il più breve
già lavorando in sinergia con i team di ricerca e sviluppo”.
o quello che fa consumare meno benzina, o quello che mi fa avvicinare alla
Gino Nuzzi,
direttore tecnico di Akhela
“L’esperienza sui sistemi embedded ci vede particolarmente forti
manifestazione che vorrei vedere o cui vorrei partecipare...”
sotto il profilo delle cosiddette ‘centraline elettroniche’ (body-computing)
“Questi sono campi di applicazione che già oggi possiamo vedere – precisa
– spiega Basciu – ed in particolare sui sistemi di diagnostica e analisi
Gerla – ma è un tipo di tecnologia che lascia inalterati i modelli fondamentali
in essi implementati che consentono di tenere sotto controllo la vettura
su cui oggi è articolata la mobilità”.
run time ed ogni suo componente (sistemi elettronici che consentono
“Se iniziassimo ad applicare le potenzialità tecnologiche in modo più ‘creati-
l’invio di informazioni quali pressione olio, temperatura acqua, numero
vo’ – dice con entusiasmo Ravasio – potremmo avere dei benefici anche su
giri motore ecc.)”.
quest’ultimo punto, la mobilità, intesa come trasporto intelligente”. E dando
“Ma l’obiettivo oggi è andare verso sistemi che migliorino l’espe-
spazio alla sua anima di ricercatore e visionario, Ravasio propone una carrel-
rienza di guida dell’utente – spiega Garau – tramite servizi che sfruttano
lata di idee in chiave ‘smart’: la comunicazione tra veicoli associata a sistemi
il cloud computing, la connettività a banda larga, la mobility intesa come
di misura dell’affollamento dei mezzi pubblici permetterebbe in tempo reale
l’utilizzo dei dispositivi mobili personali degli utenti all’interno delle au-
l’eventuale allocazione suppletiva di un bus sulla stessa linea; o la diagnosi
tomobili”.
Akhela Journal n. 5 - ottobre 2012 5
continua >>
Luca Garau
Responsabile dello sviluppo
software per la sede di
Maranello
>> continua
remota di questi permetterebbe di migliorare la qualità del servizio e una più
“Rimanendo invece ancorati al ‘vec-
celere soluzione al disguido. Le città moderne hanno dei punti di snodo del
chio’ concetto di sistemi embedded –
traffico pedonale nelle stazioni; un’analisi dinamica del flusso dei cittadini
prosegue Garau – una delle innovazioni
in queste situazioni, sebbene fonte di studio degli ultimi anni, non ha mai
cui stiamo lavorando riguarda l’head up
preso in considerazione le problematiche dell’anziano in una società come
display, un sistema che consente di pro-
quella occidentale sempre più anziana. In questo caso si potrebbero svilup-
iettare le informazioni sul parabrezza del
pare applicazioni che in base al rilevamento della quantità di folla e alla
veicolo. Naturalmente, lo studio delle potenzialità legate a questi nuovi sistemi
loro distribuzione etnografica e anagrafica siano in grado di far adattare al
va sempre di pari passo con lo studio della sicurezza, dal momento che ogni
singolo utente i tornelli, le uscite di sicurezza, i percorsi obbligati, gli ascen-
tipo di tecnologia introdotta in auto o su un qualsiasi altro veicolo potrebbe
sori, ecc. E ancora, l’integrazione tra la rete di sensori di inquinamento e la
anche procurare distrazioni e mettere a rischio il guidatore e i passeggeri”.
rete di gestione dei semafori è funzionale alla creazione di nuovi algoritmi
L’esperienza maturata negli anni sui sistemi embedded e la lungimiranza
di controllo del traffico basati anche sulla misura dell’inquinamento. Oltre al
che ha consentito di cavalcare da subito l’onda delle nuove applicazioni per
l’automotive consentono oggi ad Akhela di giocare un ruolo primario nell’e-
“...una delle prime vie che sta
seguendo l’industria automobilistica è
l’evoluzione dei veicoli, sempre più dei
terminali, o meglio, cluster di terminali
connessi alla rete per ricevere e
trasmettere informazioni”
voluzione attuale dei sistemi inseriti egli autoveicoli: “La piena integrazione
degli smartphone e dei tablet nei veicoli diventerà presto uno standard sui
nuovi modelli - riflette Nuzzi - non è un futuro così lontano”. A confermare
la vision di Akhela anche i dati di Juniper Research che in un recente report
sulle Internet Connected Cars, stima che 92 milioni di veicoli saranno dotati
della tecnologia per supportare gli smartphone entro il 2016. “Gli smartphone
diventeranno hub, abilitando l’internet mobile, le app e l’accesso ai contenuti
tramite l’autoveicolo ‘di nuova generazione’”, conclude Nuzzi.
L’integrazione tra smartphone e sistemi embedded delle auto rappresen-
normale obiettivo di far defluire il traffico, un elemento di priorità potrebbe
ta perciò una nuova strada per il mobile
diventare quello di ridurre le emissioni, dando precedenza per esempio ad un
internet e permetterà all’infotainment di
ingorgo rispetto ad un altro.
entrare nei veicoli di uso quotidiano.
“In questi casi probabilmente mancano ancora dei tasselli tecnologici ma
è evidente che siamo di fronte ad un cambio di paradigma. E come tutti i
cambi di paradigmi si introduce una forte discontinuità che richiede tempo
per essere compresa e condivisa”, riflette Gerla.
I segnali non strutturati che provengono dalla grande quantità di device diventano parte sempre più importante del complesso di segnali che alimentano il sistema nervoso delle città digitali e dei trasporti intelligenti. “Noi
stiamo – conclude Ravasio – consciamente o inconsciamente, di fatto
‘strumentando’ lo spazio tempo in cui viviamo con un insieme di
sensori che ci portiamo addosso, che stanno sulle strade, nei
veicoli, ecc. La quantità di informazioni che passa attraverso le reti è davvero infinita: potremmo a questo punto
usarle in modo finalmente intelligente”.
Akhela Journal n. 5 - ottobre 2012 6
Stefania Basciu
TL gruppo
Automotive Akhela
Ricerca Akhela: per auto più
intelligenti e più sicure
Ripensare il modo di vivere la mobilità e avvicinare l’individuo
a mete, altre persone e/o contenuti lontani è la vision che deve essere alla base del paradigma di smart transportation. Così la pensano
Katiuscia Zedda, Responsabile Coordinamento Programmi di Ricerca di Akhela e Antonio Solinas, Responsabile Research Lab
di Cagliari della società. “La tematica è vasta e come Akhela
ci siamo concentrati su due aspetti fondamentali sui quali,
per la nostra esperienza, riusciamo meglio a focalizzarci: i sistemi mobile all’interno dell’automobile, riprogettati come sostituti del computer di bordo o come validi aiuti per la gestione
dei servizi dell’automobile (in un futuro non troppo lontano i mobile
device o i tablet potranno essere forniti dalla casa produttrice del
veicolo, per semplificarne l’integrazione e rendere più accattivante il
prodotto); la convergenza tra ICT e i ‘tradizionali’ sistemi embedded
nonché con sensori e apparati tecnologici inseriti all’interno delle
auto, dei bus e, in generale, dei veicoli. L’integrazione tra ICT e siste-
LA NEXT REVOLUTION:
le sfide da vincere
P
mi di trasporto sarà attuata con nuovi servizi ICT in grado di rispondere a vecchie e nuove esigenze”, esordisce Solinas.
In particolare, Akhela impegna molte risorse nell’ambito della Ricerca: “Il nostro gruppo di ricerca e sviluppo è relativamente
giovane; lavoriamo infatti da soli 3 anni, ma abbiamo all’attivo 9
progetti di ricerca approvati da diversi enti di supporto alla ricerca,
soprattutto europei, per un budget complessivo di alcuni milioni di
Quali sono le sfide da vincere per
realizzare la “next revolution”
verso uno smarter transportation
ecosystem? Frost & Sullivan ne
identifica quattro
euro per i prossimi anni”, racconta Zedda. “Concentriamo la ricerca su progetti molto vicini al nostro business o prodotti/servizi che
crediamo possano essere sviluppati in un futuro non remoto e cerchiamo di trovare sempre il giusto bilanciamento, nei vari gruppi di
ricerca, tra accademici, sviluppatori ed end-user”.
“Scopo del laboratorio – puntualizza Zedda – è studiare le diverse tecnologie ed architetture che si stanno affermando sul mer-
I sistemi di trasporto attuali risultano spesso ‘ana-
cato, come ad esempio le piattaforme mobili (iOS, Android, Bada,
cronistici’ rispetto alle nuove esigenze degli uten-
Windows Phone) oppure l’emergente paradigma del cloud compu-
ti, cioè di persone che si muovono sia per ragioni
ting. Akhelab è particolarmente impegnato in progetti avanzati nel
personali/private sia per motivi di lavoro ma anche
settore degli smart systems (smart cities, smart grid, sensor networ-
aziende, siano esse del settore logistico/trasporti o
ks e connected cars) e ha come
imprese che, in ogni caso, necessitano delle reti di
obiettivi il completamento e
trasporti di nuova generazione per il proprio business.
aggiornamento
Secondo lo studio Frost & Sullivan (A smarter transportation system for
dell’offerta,
the 21st century, vedi pagina 3), negli ultimi vent’anni i sistemi di trasporto
di nuove aree di sviluppo e la
non sono riusciti a evolvere e a ‘stare al passo’ con la velocità con cui si è
creazione ed estensione della
trasformata l’urbanistica delle città, da un lato, le abitudini delle persone e i
nuovi modelli di business, dall’altro.
tecnologico
l’individuazione
continua >>
Per quello che abbiamo ormai iniziato a identificare come l’Intelligent Transportation Systems (Its), ciò che serve è un nuovo ecosistema fondato sull’Information and Communication Technology e che coinvolga tutti i global
transportation network (aereo, ferroviario, stradale e marittimo). Infatti, in
virtù dei driver che spingono verso un cambiamento dei sistemi di trasporto
(illustrati nell’articolo di pagina 3) e considerando, soprattutto, che i sistemi
attuali, rispetto alle esigenze e alle aspettative di aziende, persone, governi,
Akhela Journal n. 5 - ottobre 2012 7 www.zerounoweb.it
Katiuscia Zedda,
Responsabile Coordinamento
Programmi di Ricerca di Akhela
>> continua
rete di partnership e collaborazioni con aziende, centri di ricerca, Università”.
FIGURA
Da qui, dunque, la ricerca continua di una integrazione sempre più intel-
Le 4 sfide da superare per sviluppare
uno smarter transportation ecosystem
ligente tra sistemi tradizionali inseriti nelle auto a innovazione ICT di prossima generazione: “Un ruolo determinante
dell’ICT all’interno dei mezzi di trasporto è quello di identificare le tecnologie necessarie per integrare e aggregare le
fonti di informazioni presenti sul web, rappresentate dalle
piattaforme dei social network, dai servizi erogati dagli
operatori (per esempio funzioni di mappatura e routing),
dai portali di settore, il tutto nell’ambito del più generale
user generated content and information”, spiega Solinas.
“Nei nostri studi non tralasciamo mai di disegnare l’infrastruttura in base al livello di sicurezza necessaria per scambiare le informazioni fra il veicolo e i centri di servizio. La
peculiarità dell’ambiente di esecuzione delle applicazioni
ed ancora di più la grande sensibilità ed importanza dei
dati scambiati, presuppone l’applicazione delle tecniche
proprie dell’ambito della sicurezza”; vero soprattutto se
pensiamo che per avvicinare i sistemi di smart transpor-
ecc., risultano inefficienti, è necessario sviluppare un ecosistema più intel-
tation alle persone potremmo, per esempio, pensare all’interazione coi social
ligente, dice Frost & Sullivan. I sistemi del futuro, si legge nel documento
network: “attraverso i social network potremmo portare i paradigmi tipici di
della società di analisi, devono essere ‘smart’ non solo attraverso una più
questi strumenti al mondo dell’automotive per esempio ideando strumenti di
veloce reattività alle esigenze che si manifestano, ma in modo propositivo,
condivisione delle abitudini di guida, dei percorsi e delle informazioni dei na-
anticipando evoluzioni dei contesti (globalizzazione, urbanizzazione, ecc.) e
vigatori/automobilisti, ecc.”, osserva Solinas. “Da questa condivisione ne po-
bisogni. Come? Secondo Frost & Sullivan le sfide da vincere riguardano quat-
trebbero derivare sistemi di navigazione per autovetture molto più intelligenti
tro differenti ambiti (figura):
e con aggiornamenti in real-time”.
- Mitigare la congestione e pianificare la capacità di gestione traf-
“Potremo anche avere, un giorno, il social network degli oggetti”, conclu-
fico grazie all’utilizzo di sistemi di analisi che consentano di capire come e
de Solinas. “Esempi di estensione di questi scenari sono innumerevoli: l’auto
perché in passato si sono verificati episodi di congestione e come evitarli in
potrà trovare in modo automatico (attraverso lo scambio di dati basato sull’in-
futuro.
ternet delle cose) il distributore o il centro di assistenza più vicino, suggerire
- Migliorare la end-to-end ‘transportation experience’ mettendo l’u-
il proprio piano di manutenzione, sfruttare e contribuire alle informazioni sul
tente in grado di scegliere tra una pluralità di opzioni che devono essere
traffico. Ma da qui inizia un’altra storia”.
pianificate, controllate e gestite affinché la qualità del servizio sia ottimale.
- Migliorare l’efficienza riducendo gli impatti ambientali identificando risorse nuove per il funzionamento dei sistemi da sostituire o affiancare ai
combustibili tradizionali.
- Garantire la sicurezza minimizzando l’esposizione ai rischi e proteggendo non solo l’integrità fisica di persone, aziende, beni e prodotti ma
anche tutti i dati e le informazioni ad essi riferiti e collegati.
Riuscire a ‘modellare’ uno smarter transportation ecosystem efficace in grado
di rispondere a tutte queste esigenze richiede importanti capacità di governo:
Antonio Solinas,
Responsabile Research Lab
di Cagliari
uno dei tasselli fondamentali, infatti, risiede nella visione/gestione olistica dei
sistemi di trasporto, raggiungibile attraverso l’integrazione di infrastrutture
e sistemi di Intelligent Transportation interoperabili che permettano un concreto controllo real-time attraverso la condivisione di dati e informazioni.
testi di Nicoletta Boldrini
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