TRAspORTO iNTELLigENTE: LA mOBiLiTà
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TRAspORTO iNTELLigENTE: LA mOBiLiTà
N. 5 OTTOBRE 2012 jOURNAL D Trasporto intelligente: la mobilità nel 21° secolo I sistemi di trasporto non sono riusciti a evolvere alla stessa velocità con cui si è modificata l’urbanistica mondiale, si sono trasformate le abitudini delle persone e sono cambiati i modelli di business. La necessità oggi è avere uno smarter transportation ecosystem permeato di Information and Communication Technology urante un informale pranzo di lavoro, abbiamo glio è quel film della Pixar dove un robottino pulisce il l’opportunità di assistere alla conversazione tra mondo dai detriti che gli umani avevano lasciato in Piercarlo Ravasio, amministratore delegato di un globo super inquinato e sporco. Mi pare che poi si Akhela, e Flavio Bonomi, Cisco Fellow, su smart innamora della robottina Eve, inviata dagli umani che systems, smart cities, smart grid, intelligent tran- sopravvivevano in una stazione spaziale a cercare for- sportation della quale pubblichiamo alcuni stralci. me di vita biologica sul pianeta ormai morto e alla fine Insomma roba futuribile dalla quale traiamo alcuni trova un trifoglio. Bonomi: Si proprio quello, ebbene la società uma- interessanti spunti di innovazione tecnologica. Fla- vio è un valtellinese, un italiano nato in Argentina, cresciuto in Valtellina e na in quel film aveva ipotizzato un sistema di residente a Palo Alto, la città intellettuale della Silicon Valley, California. Un trasporto intelligente, in cui ogni umano “Visionary”, come dicono gli americani. aveva un piccolo sistema intelligente che Ci circondano le viti di Nebbiolo, da cui si produce lo stupendo Grumello lo portava dove voleva, tratti in cui viag- Valtellinese, siamo seduti accanto ai resti di un antico castello, circondato dai giava da solo, sistemi di aggregazione muri a secco che i nostri nonni hanno costruito nei secoli passati, accumulan- intelligente, una forma di platooning, come quelle studiate alla University do con intelligenza pietra su pietra, creando costruzioni con una statica fan- of California Los Angeles dal prof Mario Gerla. Io penso che il futuro sarà tastica che ha retto nei secoli, muretti a secco riempiti con pazienza da terra molto diverso da quello che conosciamo. Penso che forme nuove di sistemi portata a spalla dalla valle sottostante nei gerli intrecciati con i rami giovani intelligenti si stiano già formando. Ma serve una piattaforma su cui costruire i del gelso. Niente di più lontano da visioni fantascientifiche in cui i computer sottosistemi intelligenti che andranno a formare le smart cities, gli smart grids invisibili organizzano e facilitano la nostra vita. Flavio Bonomi, Cisco Fellow e tutte le smart-cose di cui stiamo parlando in vari convegni e che si stanno Ma il Grumello aiuta i due manager a liberare la fantasia. studiando in diversi laboratori di ricerca. Ravasio: Ma gli umani di Wall-E erano tutti grassi! Flavio Bonomi: Ti ricordi Wall-E? Bonomi: Si ma ... le nostre smart cities avranno un sacco di palestre!!! Piercarlo Ravasio: Non lo ho visto ma se non sba- - potenza del Grumello!- Comunque, tornando per un momento seri, Cisco sta definendo una nuova architettura in cui differenti architetture di sistema ottimizzate per la gestione dei molti componenti che formeranno gli smart-system del futuro saranno in grado di interagire e complementarsi Piercarlo Ravasio, amministratore delegato di Akhela Akhela Journal n. 5 - ottobre 2012 per realizzare smart-complex systems. In effetti se osserviamo quello che sta 1 www.zerounoweb.it succedendo notiamo che si è ormai realizzato il modello del cloud, diversi cloud offrono servizi e applicazioni a un insieme sempre più vasto di utenti, sia consumer sia business o enterprise. Nuove ricerche si stanno orientando a trovare i modi per creare applicazioni federate, applicazioni cioè costituite da componenti sparsi sui vari cloud e coordinate da “applicativi” che stanno vicini all’utente, quasi a costituire una nebbiolina intorno al cloud che ne permette e ottimizza l’utilizzo. Quello che in Cisco chiamiamo Fog Computing, e sui cui stiamo lavorando. Reti in cui lo storage e la potenza di calcolo sono messe laddove servono nell’architettura complessiva. Potenza di calcolo e storage sono parte integrante dei servizi offerti dalla rete. Infine End-Point-Computing, ovvero la pletora vastissima dei “terminali” attraverso cui si accede alla rete o attraverso cui la rete assume informazioni: smart Connected cars: la mobility e la user experience ‘forzano’ l’innovazione phones, tablets, sensori, connected cars. Ravasio: Molto di questo in maniera disintegrata esiste già. Bonomi: Esatto, ma proprio lì sta la grande opportunità da cogliere. Molto spesso le discontinuità avvengono quando ci sono mondi Dobbiamo costruire un ecosistema di aziende e utenti che condividano que- diversi che collidono. L’automotive transportation ha rappresentato un sta visione e che cooperino per realizzare il tessuto connettivo intelligente mondo che, fino a pochi anni fa, proseguiva autonomamente per la pro- che permetterà a tutte queste applicazioni sparse, e che oggi risolvono pro- pria strada con esigenze e dinamiche evolutive specifiche del settore, blemi puntuali, di cooperare e interagire in maniera intelligente. Pensa per comprese quelle tecnologiche. Oggi, l’aspettativa di chi utilizza le auto- esempio alla connected car, o ai nuovi meccanismi di driver assistance i cui vetture è profondamente cambiata ed è influenzata da altri ‘mondi’ che primi prototipi sono già in circolazione; sono solo l’inizio di un cambiamento raggiungono l’utente e lo seguono anche nella propria auto. Cambia così che io prevedo non lineare. Ci sarà un cambiamento radicale dei sistemi di il modo di progettare le automobili, sempre più ‘invase’ dall’ICT sia per mobilità personale. Pensa ai costi di real estate necessari per costruire e ma- gli ambiti di controllo e sicurezza sia per l’informazione e l’intrattenimen- nutenere parcheggi per macchine sempre più grandi e che stanno ferme tutto to di conducenti e passeggeri. Ce ne parla Diego Marchioni, Consulente il giorno mentre il proprietario è in ufficio. Pensa a come si potrebbe ottimiz- Akhela che opera per supportare le aziende italiane alla ricerca di nuove zare l’utilizzo delle fonti discontinue di energia rinnovabile attraverso una opportunità nella Silicon Valley. “Se pensiamo al fatto che solo pochi rete intelligente, la Smart_Grid su cui Cisco sta lavorando. Una Smart Grid anni fa il navigatore satellitare in auto era un accessorio extra, privilegio che sappia utilizzare e immagazzinare, magari nelle batteria delle automobili, di pochi utenti, e oggi, invece, possiamo usufruire di mappe aggiornate il surplus di energia che si generà quando soffia forte il vento per utilizzarlo semplicemente con un telefono cellulare con collegamento 3G, capiamo quando c’è bonaccia. bene che il servizio di navigazione embedded nell’autovettura non è più Ravasio: Quindi qui, mi sembra, tu sei d’accordo con Rifkin sul fatto che considerato nemmeno un plus e che il settore dell’automotive deve fare si sta andando verso un omomorfismo tra la Rete, intendo con essa Internet, passi da giganti per portare della ‘vera’ innovazione all’interno dei vei- e le altri reti di produzione e distribuzione di energia. Condizione questa, coli”, osserva Marchioni. “E non è una scelta; è un passo obbligato. Lo secondo Rifkin in cui si può prevedere l’inizio di una nuova rivoluzione come chiedono gli utenti che, fuori dalle proprie auto, vivono già in un mondo sostiene nel suo ultimo libro. fortemente interconnesso e sfruttano la potenza di smartphone e tablet Bonomi: Se Rifkin sostiene questo, e io non ho ancora letto il libro che sta tra le centinaia di cose che devo leggere, sicuramente è un’osservazione in qualsiasi luogo e momento. Perché dunque non sfruttare tali strumenti anche nelle proprie autovetture?”. “L’automotive è un’industria che si muove lentamente, mentre quel- condivisibile. Ravasio: Si, ma Flavio cosa centra Akhela con tutto questo? la del consumer electronics è in fortissima accelerazione e si evolve molto Bonomi: Vedi, ho trovato nei tuoi collaboratori, nella tua azienda, com- rapidamente. In questa ‘battaglia’ l’auto maker rischia di rimanere indie- petenze su Internet of Things, Embedded Software, Sicurezza Informatica e tro”, riflette Marchioni. “I tempi di progettazione e realizzazione di una sulla Gestione di Sistemi Complessi che difficilmente si trovano sotto lo stes- macchina sono di circa 5/7 anni; una volta lanciata rimane in produzione so tetto in un’azienda di piccole dimensioni e quindi flessibile e reattiva. Siete per una decina d’anni; poi ci sono altri 5/7 anni di gestione dell’usato. un ottimo candidato a essere un membro stabile dell’ecosistema che Cisco Un’autovettura ha dunque un ciclo di vita che supera i 20 anni; uno sta definendo e costruendo per realizzare gli smart-systems del futuro. smartphone quasi non supera i 20 mesi. Quando sono state progettate le auto di ‘nuova generazione’, in circolazione oggi, con le migliori tecno- Il Grumello mentre chiacchieriamo è evaporato, ritorniamo in città ap- logie disponibili, l’iPhone, solo per fare un esempio, non esisteva e oggi prezzando la bellezza del borgo medioevale che ci ha accolto e con negli siamo alla versione 5. È chiaro che la ‘fabbrica’ dell’automobile è stata di occhi la visione della citta del futuro. Sarà bella come questo borgo antico tra gran lunga superata, nell’innovazione tecnologica, dalle aspettative degli le vigne di Nebbiolo? utenti, abituati a una corsa innovativa molto più frenetica”. Akhela Journal n. 5 - ottobre 2012 2 www.zerounoweb.it continua >> >> continua Ma la mobility dell’ICT, così come tecnologie dirompenti quali il cloud computing, il social networking e l’Internet delle cose, possono rappresentare un nuovo volano d’innovazione e riportare le aziende che producono veicoli i driver del cambiamento C Rapida espansione della popolazione, crescita dell’urbanizzazione, globalizzazione, pervasività dell’ICT: questi i quattro fattori principali che evidenziano la necessità di cambiamento del sistema globale di trasporto di trasporto a una nuova fase evolutiva. “Ciò che devono fare le aziende del settore – spiega Marchioni – è introdurre il massimo livello di integrazione dei sistemi embedded ‘tradizionali’ (che però non significa obsoleti, anzi, tutt’altro: basti pensare ai nuovi sistemi di controllo di guida inseriti nel volante oppure con tecnologia touchscreen sul cruscotto di ultima generazione o, addirittura, touch sul parabrezza o sui cristalli) con le nuove tecnologie dell’ICT per migliorare l’esperienza utente senza però ‘perderne il controllo’, ossia continuando a garantire la sicurezza sia del veicolo sia di chi lo guida e di chi viaggia a bordo”. “Una sfida un po’ complessa, certamente - conclude Marchioni -, ma è proprio grazie a queste evoluzioni che si consoliderà il mercato dell’automotive. I produttori che non saranno in grado di sostenere tale trasformazione attraverso i propri laboratori di ricerca e sviluppo, nonché di progettazione/ produzione e di trovare le vie per nuove alleanze (per esempio con i produttori di software, gli ICT system integrator, ecc.), saranno destinati ad avere un ruolo marginale, se non addirittura a sparire di fronte a un’offerta più vicina a ciò che richiedono gli utenti”. he ci piaccia o no, la globalizzazione è la caratteristica dominante del nostro mondo attuale. Le barriere tra continenti, paesi e città stanno diminuendo sempre più, le ‘ondate’ di urbanizzazione non sembrano arrestarsi e l’accessibilità a mercati, Diego Marchioni, Consulente Akhela materie prime, servizi, tradizioni e culture, è divenuta ormai piuttosto semplice e rapida. La densità urbanistica, vista a livello mondiale, accelera in un certo senso la globalizzazione economica (i grandi centri urbani, da soli, producono Pil che hanno un notevole impatto sull’intera economia mondiale) e sociale (crescono le relazioni tra comunità e Paesi differenti). Ma affinché il fenomeno non diventi un problema e, soprattutto, un fattore di rallentamento del movimento delle persone e delle cose, è necessario che al crescere di tale densità corrisponda un efficiente network globale di trasporto (aereo, ferroviario, stradale, marittimo) strettamente connesso e integrato. È questo il grande tema dell’Its, Intelligent Transportation Systems, che negli ultimi anni sta coinvolgendo sempre più massivamente analisti e ricercatori, amministrazioni pubbliche e governi, vendor di diverse industry (Automotive, Telecomunicazioni, Information Technology). Vediamo perché. Frost & Sullivan, in un recente white paper dal titolo ‘A smarter transportation system for the 21st century’, sottolinea come i sistemi di trasporto 1) Rapida espansione della popolazione attuali risultino obsoleti rispetto alle esigenze delle persone, sia sotto il pro- All’inizio del 20° secolo, quando sono stati pianificati i principali sistemi filo personale sia rispetto al business (trasporti di beni e prodotti ma anche di trasporto attuali, la popolazione globale contava approssimativamente 1,6 spostamenti delle persone per motivi di lavoro): i sistemi di trasporto non miliardi di persone. Nel 1950 era già salita a 2,5 miliardi e alla fine del secolo sono riusciti ad evolvere alla stessa velocità con cui si è modificata l’urbani- era cresciuta fino ai 6 miliardi di persone: crescita inarrestabile, se pensiamo stica mondiale, si sono trasformate le abitudini delle persone e sono cambiati che alla fine della prima decade del 21° secolo eravamo già a 6,8 miliardi. La i modelli di business. La necessità oggi è avere un nuovo ecosistema fondato crescita della popolazione è stata, in media, dell’1,5% annuo negli ultimi 60 sull’Information & Communication Technology per tutti i global transporta- anni e ci si attende che cresca in media dell’1% annuo nei prossimi 20 anni. tion network (aereo, ferroviario, stradale e marittimo). Secondo alcune stime (Review of Proposals and Alternative Concepts for Si- Secondo la società di analisi americana, esistono quattro fattori prin- gnificant Systematic Expansions to the U.S. Highway Infrastructure - Cambrid- cipali che evidenziano la necessità di cambiamento del sistema globale di ge Systematics, March 2007), la domanda dei sistemi di trasporto è destinata trasporto: a crescere del doppio rispetto alla percentuale di crescita della popolazione. Akhela Journal n. 5 - ottobre 2012 3 www.zerounoweb.it i sistemi del futuro devono essere ‘smart’ non solo attraverso una più veloce reattività alle esigenze che si manifestano ma in modo propositivo, anticipando evoluzioni dei contesti (globalizzazione, urbanizzazione, ecc.) e bisogni 2) Crescita dell’urbanizzazione L’alta densità urbanistica delle città, in crescente aumento, guida la necessità di un next generation transportation ecosystem. Gli studiosi di fenomeni demografici e sociali stimano che si svilupperanno sempre più ‘megacity’ e ‘mega-metropoli’ e si formeranno grandi agglomerati cittadini che riuniranno nuove e varie forme di community. In Sud Africa, per esempio, questo sta già avvenendo: Johannesburg e Pretoria stanno confluendo verso una megacity già comunemente nota come ‘Jo-Toria’. Le infrastrutture esistenti sono principalmente basate sul sistema stradale del tutto inadeguato allo sviluppo della megacity. San Paolo (Brasile) e Chennai (India), invece, stanno velocemente evolvendo in centri che riuniscono comunità composite ed eterogenee ma i sistemi di trasporto risultano essere una criticità perché non sono in grado di supportare tale evoluzione (queste community hanno riguardare la distanza, senz’altro, ma anche tutto ciò che c’è nel mezzo, per spesso difficoltà di movimento per raggiungere i luoghi di lavoro, i centri connettere in modo sicuro, affidabile ed efficiente, il punto A al punto B. urbani e le aree commerciali). 4) Pervasività dell’ICT 3) Globalizzazione Oggi più che mai è evidente lo spread che si è verificato tra l’evoluzio- La globalizzazione è stata, ed è, un fenomeno inevitabile e inarrestabile e ne dei sistemi di trasporto e quelli It. Sensori e microchip sono ormai inseriti ha avuto effetti diretti sulle aziende, sulle persone, sui governi, ecc. L’impatto in tutti i sistemi di trasporto e l’innovazione tecnologica che ha interessato i sui sistemi di trasporto è stata la crescita del traffico aereo, ferroviario, stra- trasporti negli ultimi 20 anni è innegabile. Tuttavia, i dati generati da questi dale e marittimo che ha consentito alle persone di spostarsi molto più rapida- sensori non sono ancora sfruttati a pieno (sono perlopiù utilizzati per un più mente da un Paese all’altro generando nelle persone aspettative sempre più efficace controllo e gestione dei sistemi); l’It ha subìto un’evoluzione molto elevate di velocità, sicurezza e affidabilità. Aspettative che inevitabilmente più veloce e già oggi consentirebbe di utilizzare i dati raccolti dai sistemi di si riversano anche sui trasporti cittadini nei confronti dei quali le esigenze trasporto in modo più efficace: infotainment, tracking, applicazioni telemati- degli utenti continuano a crescere. È per questo che l’evoluzione dei sistemi che per i veicoli, real-time scheduling and notification per il trasporto aereo, di trasporto deve andare nella direzione dell’alto livello di servizio che deve security monitoring and threat detection per il trasporto dei container, ecc. Smart cities e intelligent transportation… “S Mobilità come trasporto intelligente: servirebbe un po’ più di creatività, coraggio e tanta tecnologia. Molti progetti di Smart Transportation potrebbero già ‘vedere la luce’. Ne sono convinti l’amministratore delegato di Akhela e il professor Gerla dell’Università della California... mart city assume, a seconda della disciplina a cui vogliamo far riferimento, significati diversi e come tutte le nuove keyword è ambigua e abusata. Innanzitutto dobbia- mo definire cos’è la City di fronte alla quale mettiamo l’accezione ‘smart’: è il centro delle città del mondo avanzato o è la nuova megalopoli dei Paesi del terzo mondo? Non spetta certo a me, che sono un tecnologo, dare una definizione di City”. Inizia così, con le parole di Piercarlo Ravasio, amministratore delegato di Akhela, un passato a capo della ricerca mondiale di Olivetti, Elsag Bailey (gruppo Finmeccanica) e Italtel, una conversazione informale con uno dei padri di Internet, il professor Mario Gerla, Docente nel dipartimento di “Computer Science - Laboratorio di Reti Veicolari” presso l’Università della California a Los Angeles. Una conversazione che tocca una delle tematiche più calde degli ultimi tempi, quella dei trasporti intelligenti di nuova generazione completamente fondati sull’It e, in particolare, sulla rete Internet. Akhela Journal n. 5 - ottobre 2012 4 www.zerounoweb.it a sinistra, Piercarlo Ravasio, amministratore delegato di Akhela a destra, Mario Gerla, Docente nel dipartimento di “Computer Science - Laboratorio di Reti Veicolari” presso l’Università della California a Los Angeles “Quando pensiamo a una smart city dobbiamo renderci conto del fatto che la città in quanto tale è un concetto altamente dipendente dalla cultura: probabilmente la concezione di città in un borgo del centro Italia o nella periferia di New York o in un Paese del terzo mondo ha una declinazione diversa; il modo di vedere la città dipende dal modo in cui la vivono i cittadini”, suppone Gerla. “Secondo me oggi la città si sta sempre più configurando come un insieme di periferie, non necessariamente fisiche - interviene Ravasio -. Parlo di periferie culturali: per esempio gli anziani possono essere visti come una periferia; i giovani, gli immigrati, gli immigrati clandestini… sono tutte periferie della La lunga esperienza di Akhela: dai sistemi embedded alle connected cars stessa città. E stanno crescendo inesorabilmente. Il mio ‘sogno’ legato al concetto di smart city è costruire, attraverso la tecnologia, dei ponti tra queste ‘periferie’ per riabilitare il tessuto connettivo della città”. Tocca a Gino Nuzzi, direttore tecnico Un sogno irrealizzabile senza la tecnologia, ma “la tecnologia abilitante que- dell’area che in Akhela si occupa di svilup- sto ‘sogno’ - riflette Gerla - è data dagli smart systems: alcuni già ci sono, altri pare sistemi embedded per il settore auto- sono in fase di progettazione e sperimentazione, ma parliamo di innovazione motive, e a due delle persone che lavorano che è già fattibile oggi”. con lui, Luca Garau, Responsabile dello Intelligent transportation: veicoli trasportatori di informazioni sviluppo software per la sede di Maranello, e Stefania Basciu, TL gruppo Automotive Akhela, spiegare come e perché traguardare L’Intelligent Transportation è uno dei punti focali nella tematica generale il mondo delle connected cars e portare nelle delle smart cities ed è qui che Gerla e Ravasio animano la loro conversa- automobili l’infotainment sia per Akhela un zione. Gerla osserva che “una delle prime vie che sta seguendo l’industria percorso evolutivo naturale: “Conosciamo il automobilistica è quella dell’evoluzione dei veicoli, perchè siano sempre più mondo dell’automotive molto bene perché dei terminali, o meglio, cluster di terminali connessi alla rete per ricevere e progettiamo e sviluppiamo da moltissimi trasmettere informazioni”. anni software per i sistemi elettronici all’in- Questa capacità di scambiare in modo intelligente informazioni con l’auto- terno degli autoveicoli – spiega Nuzzi – e veicolo, comporta applicazioni interessanti, riflettono i due ‘visionari’, che abbiamo seguito, anche attraverso una for- durante il loro dialogo ipotizzano anche alcuni esempi concreti, già oggi tissima azione di ricerca e sviluppo, tutte le evoluzioni dei sistemi, sia attuabili: “Io utente segnalo al sistema inserito nella mia autovettura dove che si tratti di body-computing, di Powertrain (controllo motore ibrido desidero andare; in maniera automatica il sistema calcola il percorso in base ed elettrico, controllo batterie) o di sistemi multimediali di informazione ad una serie di parametri più evoluti rispetto alle tradizionali mappe (infor- e/o intrattenimento (sistemi di navigazione, multimedia e gestione dei mazioni su lavori in corso lungo il tragitto, previsioni meteo, segnalazioni dispositivi, connettività, ecc.). È normale dunque che il passaggio alle di traffico o eventi quali incidenti, manifestazioni pubbliche, incontri politici, connected cars, le cui tecnologie dovranno essere intergate con i sistemi ecc.) calcolando così il percorso a me più ‘comodo’, secondo i miei desideri di infotainment, sia per noi il ‘passaggio obbligato’ verso il quale stiamo o le mie necessità, che può essere quello più veloce ma anche il più breve già lavorando in sinergia con i team di ricerca e sviluppo”. o quello che fa consumare meno benzina, o quello che mi fa avvicinare alla Gino Nuzzi, direttore tecnico di Akhela “L’esperienza sui sistemi embedded ci vede particolarmente forti manifestazione che vorrei vedere o cui vorrei partecipare...” sotto il profilo delle cosiddette ‘centraline elettroniche’ (body-computing) “Questi sono campi di applicazione che già oggi possiamo vedere – precisa – spiega Basciu – ed in particolare sui sistemi di diagnostica e analisi Gerla – ma è un tipo di tecnologia che lascia inalterati i modelli fondamentali in essi implementati che consentono di tenere sotto controllo la vettura su cui oggi è articolata la mobilità”. run time ed ogni suo componente (sistemi elettronici che consentono “Se iniziassimo ad applicare le potenzialità tecnologiche in modo più ‘creati- l’invio di informazioni quali pressione olio, temperatura acqua, numero vo’ – dice con entusiasmo Ravasio – potremmo avere dei benefici anche su giri motore ecc.)”. quest’ultimo punto, la mobilità, intesa come trasporto intelligente”. E dando “Ma l’obiettivo oggi è andare verso sistemi che migliorino l’espe- spazio alla sua anima di ricercatore e visionario, Ravasio propone una carrel- rienza di guida dell’utente – spiega Garau – tramite servizi che sfruttano lata di idee in chiave ‘smart’: la comunicazione tra veicoli associata a sistemi il cloud computing, la connettività a banda larga, la mobility intesa come di misura dell’affollamento dei mezzi pubblici permetterebbe in tempo reale l’utilizzo dei dispositivi mobili personali degli utenti all’interno delle au- l’eventuale allocazione suppletiva di un bus sulla stessa linea; o la diagnosi tomobili”. Akhela Journal n. 5 - ottobre 2012 5 continua >> Luca Garau Responsabile dello sviluppo software per la sede di Maranello >> continua remota di questi permetterebbe di migliorare la qualità del servizio e una più “Rimanendo invece ancorati al ‘vec- celere soluzione al disguido. Le città moderne hanno dei punti di snodo del chio’ concetto di sistemi embedded – traffico pedonale nelle stazioni; un’analisi dinamica del flusso dei cittadini prosegue Garau – una delle innovazioni in queste situazioni, sebbene fonte di studio degli ultimi anni, non ha mai cui stiamo lavorando riguarda l’head up preso in considerazione le problematiche dell’anziano in una società come display, un sistema che consente di pro- quella occidentale sempre più anziana. In questo caso si potrebbero svilup- iettare le informazioni sul parabrezza del pare applicazioni che in base al rilevamento della quantità di folla e alla veicolo. Naturalmente, lo studio delle potenzialità legate a questi nuovi sistemi loro distribuzione etnografica e anagrafica siano in grado di far adattare al va sempre di pari passo con lo studio della sicurezza, dal momento che ogni singolo utente i tornelli, le uscite di sicurezza, i percorsi obbligati, gli ascen- tipo di tecnologia introdotta in auto o su un qualsiasi altro veicolo potrebbe sori, ecc. E ancora, l’integrazione tra la rete di sensori di inquinamento e la anche procurare distrazioni e mettere a rischio il guidatore e i passeggeri”. rete di gestione dei semafori è funzionale alla creazione di nuovi algoritmi L’esperienza maturata negli anni sui sistemi embedded e la lungimiranza di controllo del traffico basati anche sulla misura dell’inquinamento. Oltre al che ha consentito di cavalcare da subito l’onda delle nuove applicazioni per l’automotive consentono oggi ad Akhela di giocare un ruolo primario nell’e- “...una delle prime vie che sta seguendo l’industria automobilistica è l’evoluzione dei veicoli, sempre più dei terminali, o meglio, cluster di terminali connessi alla rete per ricevere e trasmettere informazioni” voluzione attuale dei sistemi inseriti egli autoveicoli: “La piena integrazione degli smartphone e dei tablet nei veicoli diventerà presto uno standard sui nuovi modelli - riflette Nuzzi - non è un futuro così lontano”. A confermare la vision di Akhela anche i dati di Juniper Research che in un recente report sulle Internet Connected Cars, stima che 92 milioni di veicoli saranno dotati della tecnologia per supportare gli smartphone entro il 2016. “Gli smartphone diventeranno hub, abilitando l’internet mobile, le app e l’accesso ai contenuti tramite l’autoveicolo ‘di nuova generazione’”, conclude Nuzzi. L’integrazione tra smartphone e sistemi embedded delle auto rappresen- normale obiettivo di far defluire il traffico, un elemento di priorità potrebbe ta perciò una nuova strada per il mobile diventare quello di ridurre le emissioni, dando precedenza per esempio ad un internet e permetterà all’infotainment di ingorgo rispetto ad un altro. entrare nei veicoli di uso quotidiano. “In questi casi probabilmente mancano ancora dei tasselli tecnologici ma è evidente che siamo di fronte ad un cambio di paradigma. E come tutti i cambi di paradigmi si introduce una forte discontinuità che richiede tempo per essere compresa e condivisa”, riflette Gerla. I segnali non strutturati che provengono dalla grande quantità di device diventano parte sempre più importante del complesso di segnali che alimentano il sistema nervoso delle città digitali e dei trasporti intelligenti. “Noi stiamo – conclude Ravasio – consciamente o inconsciamente, di fatto ‘strumentando’ lo spazio tempo in cui viviamo con un insieme di sensori che ci portiamo addosso, che stanno sulle strade, nei veicoli, ecc. La quantità di informazioni che passa attraverso le reti è davvero infinita: potremmo a questo punto usarle in modo finalmente intelligente”. Akhela Journal n. 5 - ottobre 2012 6 Stefania Basciu TL gruppo Automotive Akhela Ricerca Akhela: per auto più intelligenti e più sicure Ripensare il modo di vivere la mobilità e avvicinare l’individuo a mete, altre persone e/o contenuti lontani è la vision che deve essere alla base del paradigma di smart transportation. Così la pensano Katiuscia Zedda, Responsabile Coordinamento Programmi di Ricerca di Akhela e Antonio Solinas, Responsabile Research Lab di Cagliari della società. “La tematica è vasta e come Akhela ci siamo concentrati su due aspetti fondamentali sui quali, per la nostra esperienza, riusciamo meglio a focalizzarci: i sistemi mobile all’interno dell’automobile, riprogettati come sostituti del computer di bordo o come validi aiuti per la gestione dei servizi dell’automobile (in un futuro non troppo lontano i mobile device o i tablet potranno essere forniti dalla casa produttrice del veicolo, per semplificarne l’integrazione e rendere più accattivante il prodotto); la convergenza tra ICT e i ‘tradizionali’ sistemi embedded nonché con sensori e apparati tecnologici inseriti all’interno delle auto, dei bus e, in generale, dei veicoli. L’integrazione tra ICT e siste- LA NEXT REVOLUTION: le sfide da vincere P mi di trasporto sarà attuata con nuovi servizi ICT in grado di rispondere a vecchie e nuove esigenze”, esordisce Solinas. In particolare, Akhela impegna molte risorse nell’ambito della Ricerca: “Il nostro gruppo di ricerca e sviluppo è relativamente giovane; lavoriamo infatti da soli 3 anni, ma abbiamo all’attivo 9 progetti di ricerca approvati da diversi enti di supporto alla ricerca, soprattutto europei, per un budget complessivo di alcuni milioni di Quali sono le sfide da vincere per realizzare la “next revolution” verso uno smarter transportation ecosystem? Frost & Sullivan ne identifica quattro euro per i prossimi anni”, racconta Zedda. “Concentriamo la ricerca su progetti molto vicini al nostro business o prodotti/servizi che crediamo possano essere sviluppati in un futuro non remoto e cerchiamo di trovare sempre il giusto bilanciamento, nei vari gruppi di ricerca, tra accademici, sviluppatori ed end-user”. “Scopo del laboratorio – puntualizza Zedda – è studiare le diverse tecnologie ed architetture che si stanno affermando sul mer- I sistemi di trasporto attuali risultano spesso ‘ana- cato, come ad esempio le piattaforme mobili (iOS, Android, Bada, cronistici’ rispetto alle nuove esigenze degli uten- Windows Phone) oppure l’emergente paradigma del cloud compu- ti, cioè di persone che si muovono sia per ragioni ting. Akhelab è particolarmente impegnato in progetti avanzati nel personali/private sia per motivi di lavoro ma anche settore degli smart systems (smart cities, smart grid, sensor networ- aziende, siano esse del settore logistico/trasporti o ks e connected cars) e ha come imprese che, in ogni caso, necessitano delle reti di obiettivi il completamento e trasporti di nuova generazione per il proprio business. aggiornamento Secondo lo studio Frost & Sullivan (A smarter transportation system for dell’offerta, the 21st century, vedi pagina 3), negli ultimi vent’anni i sistemi di trasporto di nuove aree di sviluppo e la non sono riusciti a evolvere e a ‘stare al passo’ con la velocità con cui si è creazione ed estensione della trasformata l’urbanistica delle città, da un lato, le abitudini delle persone e i nuovi modelli di business, dall’altro. tecnologico l’individuazione continua >> Per quello che abbiamo ormai iniziato a identificare come l’Intelligent Transportation Systems (Its), ciò che serve è un nuovo ecosistema fondato sull’Information and Communication Technology e che coinvolga tutti i global transportation network (aereo, ferroviario, stradale e marittimo). Infatti, in virtù dei driver che spingono verso un cambiamento dei sistemi di trasporto (illustrati nell’articolo di pagina 3) e considerando, soprattutto, che i sistemi attuali, rispetto alle esigenze e alle aspettative di aziende, persone, governi, Akhela Journal n. 5 - ottobre 2012 7 www.zerounoweb.it Katiuscia Zedda, Responsabile Coordinamento Programmi di Ricerca di Akhela >> continua rete di partnership e collaborazioni con aziende, centri di ricerca, Università”. FIGURA Da qui, dunque, la ricerca continua di una integrazione sempre più intel- Le 4 sfide da superare per sviluppare uno smarter transportation ecosystem ligente tra sistemi tradizionali inseriti nelle auto a innovazione ICT di prossima generazione: “Un ruolo determinante dell’ICT all’interno dei mezzi di trasporto è quello di identificare le tecnologie necessarie per integrare e aggregare le fonti di informazioni presenti sul web, rappresentate dalle piattaforme dei social network, dai servizi erogati dagli operatori (per esempio funzioni di mappatura e routing), dai portali di settore, il tutto nell’ambito del più generale user generated content and information”, spiega Solinas. “Nei nostri studi non tralasciamo mai di disegnare l’infrastruttura in base al livello di sicurezza necessaria per scambiare le informazioni fra il veicolo e i centri di servizio. La peculiarità dell’ambiente di esecuzione delle applicazioni ed ancora di più la grande sensibilità ed importanza dei dati scambiati, presuppone l’applicazione delle tecniche proprie dell’ambito della sicurezza”; vero soprattutto se pensiamo che per avvicinare i sistemi di smart transpor- ecc., risultano inefficienti, è necessario sviluppare un ecosistema più intel- tation alle persone potremmo, per esempio, pensare all’interazione coi social ligente, dice Frost & Sullivan. I sistemi del futuro, si legge nel documento network: “attraverso i social network potremmo portare i paradigmi tipici di della società di analisi, devono essere ‘smart’ non solo attraverso una più questi strumenti al mondo dell’automotive per esempio ideando strumenti di veloce reattività alle esigenze che si manifestano, ma in modo propositivo, condivisione delle abitudini di guida, dei percorsi e delle informazioni dei na- anticipando evoluzioni dei contesti (globalizzazione, urbanizzazione, ecc.) e vigatori/automobilisti, ecc.”, osserva Solinas. “Da questa condivisione ne po- bisogni. Come? Secondo Frost & Sullivan le sfide da vincere riguardano quat- trebbero derivare sistemi di navigazione per autovetture molto più intelligenti tro differenti ambiti (figura): e con aggiornamenti in real-time”. - Mitigare la congestione e pianificare la capacità di gestione traf- “Potremo anche avere, un giorno, il social network degli oggetti”, conclu- fico grazie all’utilizzo di sistemi di analisi che consentano di capire come e de Solinas. “Esempi di estensione di questi scenari sono innumerevoli: l’auto perché in passato si sono verificati episodi di congestione e come evitarli in potrà trovare in modo automatico (attraverso lo scambio di dati basato sull’in- futuro. ternet delle cose) il distributore o il centro di assistenza più vicino, suggerire - Migliorare la end-to-end ‘transportation experience’ mettendo l’u- il proprio piano di manutenzione, sfruttare e contribuire alle informazioni sul tente in grado di scegliere tra una pluralità di opzioni che devono essere traffico. Ma da qui inizia un’altra storia”. pianificate, controllate e gestite affinché la qualità del servizio sia ottimale. - Migliorare l’efficienza riducendo gli impatti ambientali identificando risorse nuove per il funzionamento dei sistemi da sostituire o affiancare ai combustibili tradizionali. - Garantire la sicurezza minimizzando l’esposizione ai rischi e proteggendo non solo l’integrità fisica di persone, aziende, beni e prodotti ma anche tutti i dati e le informazioni ad essi riferiti e collegati. Riuscire a ‘modellare’ uno smarter transportation ecosystem efficace in grado di rispondere a tutte queste esigenze richiede importanti capacità di governo: Antonio Solinas, Responsabile Research Lab di Cagliari uno dei tasselli fondamentali, infatti, risiede nella visione/gestione olistica dei sistemi di trasporto, raggiungibile attraverso l’integrazione di infrastrutture e sistemi di Intelligent Transportation interoperabili che permettano un concreto controllo real-time attraverso la condivisione di dati e informazioni. testi di Nicoletta Boldrini Next Editore srl via dei Martinitt, 3 - 20146 Milano www.zerounoweb.it Akhela Journal n. 5 - ottobre 2012 8 www.zerounoweb.it progetto grafico Blu GraphicDesign