I SiNGLE MALT SONO TUTTI UGUALI?
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I SiNGLE MALT SONO TUTTI UGUALI?
Forse avete già notato qualcosa di leggermente diverso in questo numero di The Quaich. Diversamente dai numeri precedenti, abbiamo dedicato un’intera prima pagina ad un quadro. Il “Lagavulin Outlook” di James Dunbar è una delle opere di una collezione commissionata esclusivamente per i CLASSIC MALTS, che raffigura le regioni dove i nostri whisky vengono prodotti. Potete scoprire di più sulle opere e le storie dietro su pagina 7. Se i quadri non vi spingono a visitare una delle nostre distillerie, forse possiamo tentarvi con un viaggio dalla Distilleria di Glen Ord a quella di Talisker. A pagina 12, troverete tutto ciò che vi serve per pianificare il vostro viaggio, oppure, a pagina 8, ci sono le indicazioni per fare una passeggiata tra i paesaggi mozzafiato che circondano la Distilleria di Royal Lochnagar. Naturalmente, ci sono tante altre cose meritevoli della vostra attenzione, comprese le risposte fornite dai nostri direttori di distilleria ad alcune delle domande più interessanti del mondo sui single malt. Per ultimo, ma non per questo meno importante, condividiamo un “dram” con l’incontenibile Charlie McLean. A questo punto, possiamo soltanto aggiungere.... Slainte! Quanto tempo impiega la procedura? La nostra procedura è costituita da 9 ore per l’infusione, in un tino tradizionale, e poi procediamo alla fermentazione, che dura 90 ore. Poi, con gli alambicchi che operano molto lentamente, otteniamo il carattere di Royal Lochnagar che cerchiamo. Con una maturazione di almeno 12 anni, è una procedura molto lunga. Donald Renwick, Direttore della Distilleria di Royal Lochnagar I SiNGLE MALT SONO TUTTI UGUALI? Tutti noi ci siamo seduti con gli amici, con il nostro “dram” preferito in mano, a discutere, ponderare e dibattere le domande più elusive. Nessuna, però, è più complessa di questa: che cos’è che rende un single malt così speciale? Il paesaggio? Il clima? L’acqua? P er tentare di fare chiarezza sull’argomento, abbiamo dato a tre scrupolosi direttori di distilleria soltanto 60 secondi per esprimere i loro pareri rispondendo a 10 domande inerenti ai single malt. Speriamo che gradiate le loro risposte, e chissà, potrebbero anche stimolare ulteriori discussioni. I single malt sono tutti uguali? Purché il whisky venga prodotto con la dovuta cura ed attenzione, non esiste un cattivo single malt. Tuttavia, come tutte le altre cose nella vita, ci sono tantissime variazioni. Mi piace pensare che sia come guardare un paesaggio. Ovunque ti giri, c’è un bellissimo panorama. Inevitabilmente, ogni singola persona poi ha una percezione di quale sia il migliore. E’ così anche con il whisky. Che cosa rende il sapore del vostro whisky, Royal Lochnagar, diverso dagli altri? Tutte le distillerie adoperano procedure simili, ma la differenza sta nel modo in cui gli apparecchi vengono usati e le tempistiche e le temperature che le procedure devono rispettare. Alla fine, tutto ciò dipende dalle persone e dalle loro competenze. Si fa affidamento su centinaia di anni d’esperienza, gente che tramanda le sue conoscenze, e fondamentalmente è questo che regala al Royal Lochnagar il suo sapore unico. L’acqua incide sul risultato finale? Sarebbero tutti d’accordo? Ah, è una domanda classica. Senza acqua, la distilleria non può funzionare, ci serve tantissima acqua fredda. Ma, se incide? Si può sostenere che contribuisca qualcosa al risultato finale, ma tutto sommato, considerando tutte le altre cose che facciamo, in realtà il suo contributo è minimo. Alcuni sarebbero d’accordo, altri no, ma fornisce sempre un bel argomento da discutere davanti a un dram. Il malto: con torba, o senza torba? A me piace molto l’aroma di torba. Tuttavia, il Royal Lochnagar è solo leggermente torbato. Che cosa rende i vostri alambicchi unici? Sono i più piccoli tra tutte le distillerie CLASSIC MALTS, e io credo che siano i più belli. Quando i visitatori entrano nei locali degli alambicchi, rimangono a bocca aperta. Avete dei segreti speciali? Nel 1848, la Regina Victoria e il Principe Albert furono invitati alla distilleria, e formarono un rapporto molto stretto con John Begg, il proprietario della distilleria. Quando il Principe morì, la Regina Victoria gli fece un monumento che si affaccia sulla distilleria. Credo fermamente che lui e la Regina ci stiano guardando da lassù, e ci aiutino ad avere successo. Che cosa rende speciale questo luogo? Si potrebbe produrre lo stesso whisky altrove? Questo luogo è veramente unico. La distilleria si trova in una piccola conca in mezzo agli alberi vicino al Castello di Balmoral, con il fiume Dee che scorre nei paraggi. E’ bellissimo. Potremmo produrre un whisky simile altrove, ma non sarebbe mai Royal Lochnagar. A parte il Royal Lochnagar, qual’è il tuo single malt whisky preferito? E’ una domanda interessante. Dopo sette anni presso la Distilleria di Lagavulin, che produce un whisky molto torbato, ho trovato difficile abituarmi al malto più leggero del Royal Lochnagar. Amo ancora il Lagavulin, ma se dovessi farmi un dram stasera, la mia prima scelta sarebbe un amabile Royal Lochnagar di 12 anni. I premi hanno importanza? Io credo di sì. E’ bellissimo poter celebrare i grandi single malt, e io ho vinto molti premi, ma è importante ricordare che i premi celebrano tutte le fasi della produzione, oltre alle persone che sono cruciali nelle loro realizzazione. Ci rendono tutti molto felici. Sì, ha un ruolo da giocare, ma non un ruolo da protagonista. Probabilmente è meno importante rispetto alla botte, al malto e alla fermentazione. Se la gente sarebbe d’accordo con me? Qualcuno sì, qualcuno no. Il malto: con torba, o senza torba? Personalmente, prima di venire alla Distilleria di Talisker, avrei detto senza. Ma il Talisker mi ha sorpreso, quindi ora direi sì alla torba, ma con moderazione. Mark Lochhead, Direttore della Distilleria di Talisker. I single malt sono tutti uguali? I diversi tipi di whisky vengono prodotti in molti modi diversi, e non credo che siano uguali. Tuttavia, noi della CLASSIC MALTS SELECTION e qui alla Distilleria di Talisker, non scendiamo mai a compromessi, né per quanto riguarda la qualità, né per nessuna delle procedure tradizionali. Che cosa rende il sapore del vostro whisky, Talisker, diverso dagli altri? Il malto che non è troppo torbato, le lunghe fermentazioni, la forma del wash still che è il suo design tradizionale. Quanto tempo impiega la procedura? Il malto viene macinato per tre ore, macerato per sei ore e poi la fermentazione dura sessantacinque ore – Questo viene seguito da dieci ore di distillazione. Quindi, ci vogliono circa tre giorni e mezzo per produrre una partita di Talisker whisky. L’acqua incide sul risultato finale? Sarebbero tutti d’accordo? Che cosa rende i vostri alambicchi unici? Per me, i wash still sono la chiave. Abbiamo due alambicchi che sono unici, e sono inalterati da 1928. Hanno colonne molto alte, quindi c’è molto contatto con il rame. Il condensatore ha una forma ad “U” invertita con un collegamento che riporta dentro l’alambicco. Ciò facilita il riflusso, che a sua volta aumenta il contatto tra il liquore/lo spirito e il rame, così favorendo un liquore più delicato. Avete dei segreti speciali? Conosciamo le tradizioni e la distilleria. E non scendiamo mai a compromessi. Che cosa rende speciale questo luogo? Si potrebbe produrre lo stesso whisky altrove? E’ Skye. Skye è speciale. Alcuni tecnici direbbero che si potrebbe produrre questo whisky altrove, ma per replicare il Talisker da un’altra parte, bisognerebbe replicare tutti gli elementi: il mare, il clima, e bisognerebbe spostare l’intera isola. A parte il Talisker, qual’è il tuo single malt whisky preferito? Il Clynelish, quello di 14 anni e la Distillers Edition. E’ amabile e fruttato, e io ho un debole per i dolci. E’ un buonissimo dram. I premi hanno importanza? Sì, perché si basano sulle opinioni di alcuni intenditori di whisky estremamente perspicaci. Quindi sono molto fiero dei 14 premi d’oro che il Talisker ha vinto l’anno scorso. Significa che, secondo gli esperti, rimane tra i migliori whisky del mondo. Personalmente, però, mi dà più soddisfazione quando un visitatore della distilleria ci tiene a dirmi dice quanto gli piace. fredda scozzese incide sulla lavorazione, ma non inciderà granché sul gusto del whisky. La maggiore parte della gente sarebbe d’accordo su questo. Il malto: con torba, o senza torba? Dipende dai gusti personali, ma personalmente preferisco un whisky torbato. Il Glenkinchie è dall’altra parte della scala, con giusto un pizzico di torba. Kay Fleming, Direttrice della Distilleria di Glenkinchie. I single malt sono tutti uguali? Mi piace pensare che siano tutti ugualmente speciali. Il livello di maestria che serve per creare un single malt della CLASSIC MALTS SELECTION è molto alto, ma alla fine sono i gusti di ogni singola persona che li rende diversi al palato. Che cosa rende il sapore del vostro whisky, Glenkinchie, diverso dagli altri? Il Glenkinchie riflette le Lowlands ed i suoi paesaggi. Tuttora si usano i tradizionali “worm tub”, e il funzionamento degli alambicchi aderisce ad un regime molto severo per poter produrre quel carattere sulfureo che distingue lo stile Glenkinchie. Quanto tempo impiega la procedura? La fermentazione impiega un minimo di sessanta ore, dopo sei ore di infusione, poi dodici ore dentro gli alambicchi. L’acqua incide sul risultato finale? Sarebbero tutti d’accordo? Certamente, la buona limpida acqua 12 anni ha vinto una medaglia d’oro all’International World Spirits Competition l’anno scorso, oltre a un premio “Master” allo Scotch Whisky Masters. La Distillers Edition ha fatto ancora di meglio, vincendo medaglie d’oro sia all’International World Spirits Competition che allo Scotch Whisky Masters. Eravamo, e siamo tuttora, felicissimi. I premi sono un riconoscimento per tutte le persone che contribuiscono alla Che cosa rende i vostri alambicchi unici? A quanto pare, abbiamo l’alambicco a fuoco diretto più grande della Scozia. Avete dei segreti speciali? Se ve lo dicessi, non sarebbe più un segreto! Che cosa rende speciale questo luogo? Si potrebbe produrre lo stesso whisky altrove? Lo stile di whisky prodotto dalla Distilleria di Glenkinchie riflette i paesaggi che la circondano. Note di cereali, le dolci colline e i campi d’orzo, ‘la dispensa di Edimburgo’. Tutto si avvolge nell’ambiente circostante. Per farlo altrove, ci vorrebbe uno sforzo talmente grande per replicare l’ambiente che non varrebbe la pena. A parte il Glenkinchie, qual’è il tuo single malt whisky preferito? Il Caol Ila, perché laggiù i paesaggi sono così emozionanti, assaporare un dram mentre guardi lo stretto è un’esperienza magica. Quel whisky, come il Glenkinchie, riflette il suo ambiente. E’ selvaggio, è così anche il whisky. Eccezionale. I premi hanno importanza? Suppongo di sì. Il nostro whisky di Distilleria Glenkinchie. produzione dei nostri whisky, ed è bello essere associati a quelli che vengono considerati tra i migliori del settore. OGNI ETICHETTA HA UNA STORIA DA RACCONTARE Date un’occhiata agli scaffali di qualsiasi rivenditore di whisky ben fornito e vi accorgerete che tutte le etichette sono piuttosto simili. Dopo tutto, quelle sfumature di panna, marrone ed i sottili caratteri metallici costituiscono un linguaggio visivo di vecchia data. L e etichette di whisky furono inizialmente disegnate da artigiani locali, che impostavano i caratteri metallici a mano e usavano tecniche di stampa tradizionali. Con il passare del tempo, l’aspetto delle bottiglie iniziò a fungere da segnaletica per il cliente, sia che si trovasse in una locanda che in un negozio. Le distillerie, a quanto pare, erano riluttanti ad introdurre variazioni inutili. Dopo tutto, la gente non può comprare ciò che non vede. Con l’aumento della concorrenza, però, i distillatori diventarono più avventurosi, e la procedura più sofisticata. Oggi, il confezionamento del whisky è un lavoro per grafici che capiscono come rendere un prodotto diverso dagli altri. Ma neanche gli esperti di oggi possono svolgere in modo efficace il loro lavoro senza un’attenta analisi del passato. Glenn Tutssel disegna etichette di whisky da più di vent’anni, alcune delle quali si possono vedere sulle bottiglie della CLASSIC MALTS SELECTION. Ci spiega: “I bevitori di oggi sono estremamente perspicaci, è impossibile vendere loro dei bidoni, sono troppo furbi. I CLASSIC MALTS hanno un ricco patrimonio storico, una credibilità che deriva non dal loro essere scozzesi, ma dal whisky stesso. Quindi, si comincia dall’interno, con il sapore e le caratteristiche del whisky.” “Nel caso di Talisker, sia la distilleria che il whisky sono sempre stati associati con il mare, quindi quella storia marittima doveva essere raccontata. “L’arredamento”, come lo chiamo io – la mappa di Skye in rilievo, le bussole, la longitudine e la latitudine della distilleria – è una parte integra del patrimonio, che noi mettiamo insieme in modo onesto e reale. Infatti, un marinaio potrebbe tracciare le coordinate che prima distilleria dello Speyside ad approfittare di questo nuovo mezzo di trasporto. Un altro aspetto della storia di un single malt che si può riflettere nella sua confezione è il Royal Warrant “I bevitori di oggi sono estremamente perspicaci, è impossibile vendere loro dei bidoni, sono troppo furbi.” vede sulla bottiglie e arriverebbe dritto a Carbost.” L’etichetta di Cragganmore è un’altra che facilmente rivela la sua storia. L’uso cospicuo di binari ferroviari e nubi di vapore è un chiaro rifermento alle ferrovie del 19° secolo. Nel 1865, quando John Smith costruì la distilleria, prese il terreno in locazione da un’azionista delle ferrovie. Prevedendo l’importanza commerciale notevole, attrezzò la sua nuova impresa con un binario di raccordo privato, e così Cragganmore divenne la of Appointment, un mandato che da secoli viene concesso ad imprese che forniscono beni e servizi al re o alla regina, permettendo all’azienda di pubblicizzare la sua associazione con la casa reale. Diversamente da molti prodotti che hanno portato il mandato di un monarca britannico, Royal Lochnagar ne ha tenuto non uno ma ben tre. Oggi, la sua etichetta ce lo ricorda con le parole: ‘By Appointment to Their Late Majesties Queen Victoria, King Edward VII and King George V’. Quindi, la storia rimane una componente cruciale nel design di un’etichetta, ma ciò non significa che una bottiglia debba necessariamente avere un aspetto antiquato. I whisky giapponesi sembrano moderni semplicemente perché non hanno un patrimonio storico. D’altro canto, i single malt scozzesi possono ricorrere alla loro provenienza – qualcosa che vediamo con il crescente uso di colori. I colori sulle etichette tendono a riflettere le caratteristiche del prodotto: mentre le etichette dei whisky più delicati come Cragganmore e Glenkinchie vengono disegnate con colori più chiari, Talisker viene rappresentato da un blu profondo, che trasmette la sua storia marittima e la forza del liquido all’interno. Il Caol Ila di 18 anni ha un’etichetta arancione che, al primo sguardo, sembra incongruo. Ancora una volta però, c’è una forte ragione storica per questo. L’arancione fu usato sulla prima bottiglia di Caol Ila in assoluto. “Credo che sarebbe sbagliato cercare di creare un aspetto vecchio,” spiega Glenn. Quando si tratta delle parole sulla bottiglia, cerco di trovare caratteri inerenti alla storia della marca. Allora, andiamo alla Biblioteca di St. Brides (con il suo archivio tipografico) a Londra, o ci rivolgiamo agli archivi della Diageo per cercare l’originale. Se non c’è, lo facciamo disegnare, e lo facciamo disegnare nella vecchia maniera. I caratteri sull’etichetta di Glenkinchie, per esempio, richia- prescindere dal livello di concorrenza, i distillatori ed i grafici si sforzeranno sempre di rispecchiare la storia dei whisky. E su questo “I bevitori di oggi sono estremamente perspicaci, è impossibile vendere loro dei bidoni, sono troppo furbi.” mano la scrittura sull’insegna della distilleria. L’abbiamo ricreata per usarla sulla bottiglia. Spesso, usiamo anche la composizione tipografica tradizionale, con i caratteri metallici. Il distanziamento viene irregolare, e ha un aspetto leggermente imperfetto – un effetto che non si può ottenere con le tecniche moderne.” Con un fiorente mercato globale per i single malt, e la promessa di nuove edizioni – imbottigliamenti speciali, edizioni limitate e botti inedite – c’è ancora spazio per la continua evoluzione delle etichette. Tuttavia, una cosa rimane certa. A punto, ci sembra giusto lasciare a Glenn l’ultima parola. “Sopratutto,” conclude, “credo che un’etichetta di whisky dovrebbe sembrare come se un designer non l’avesse mai toccata.” UNA VITA DI WHISKY – CHARLIE MACLEAN Il mondo del whisky può vantare tantissimi grandi personaggi, ma sicuramente ci sono pochi come Charlie MacLean. Eppure, come ha raccontato a The Quaich, il suo viaggio da quando era uno studente a quando è diventato un esperto di whisky per eccellenza è stato tutt’altro che semplice. Come Principe William, mi sono laureato in storia dell’arte all’Università di St Andrew’s. Diversamente da lui, è stato nel 1973, e all’epoca il whisky era l’ultimo dei miei pensieri. Incoraggiato dal mio professore, avevo l’inten- zione di completare i miei studi ad Edimburgo prima di lavorare come storico dell’arte al Courtauld Institute. Con il percorso della mia carriera già pianificata nella mia mente, andai a trovare mio padre per raccontargli i miei programmi. Era seduto dietro la sua scrivania, e rimuginava sulle mie parole prima di fissare gli occhi su di me. “Sarò felice di sostenerti per una formazione professionale, ma non sosterrò la tua robaccia artistica manco morto.” Questo spiega come sono finito a studiare giurisprudenza all’Università di Dundee. Completai la mia formazione legale ad Edimburgo prima di entrare nella Society of Writers to Her Majesty’s Signet, la società legale più antica del mondo. Iniziai come avvocato specializza- to in diritto penale e nel fiorente settore di proprietà intellettuale. Tutto sembrava pronto per una lunga ma piuttosto noiosa carriera in giurisprudenza. Ma in fondo, non era per me. Non sarei mai diventato un buon avvocato ed ero consapevole che mi mancava la motivazione per migliorare. Allora, per distrarmi, ho avviato un’agenzia letteraria (come fanno tutti!) con un docente universitario e scrittore emergente di nome Alexander McCall Smith*. Nel 1979 avevo trovato un socio, e cominciammo a scrivere per tenerci sani di corpo e di mente. Inizialmente, facevamo i ghostwriter, poi libri su richiesta, o “parole per soldi” come lo chiamavamo noi. Il nostro slogan fu “Dai ripieni per biscotti cinesi ai thriller ben elaborati...e anche biografie”. Il mio primo lavoro nel mondo del whisky fu per la marca BELL’S nel 1981, e nel corso degli anni ottanta scrissi diversi opuscoli e brochure per parecchie aziende del settore. Il mio primo contatto con la Diageo fu prima dell’esistenza dell’azienda. Tra 1987 e 1988, scrissi un opuscolo abbastanza lungo per la recentemente fondata United Distillers per informare lo staff ed i clienti sulla struttura della nuova compagnia, con una tasca sul retro che conteneva brevi resoconti su delle marche. Fu in questo periodo, però, che scrissi il mio primo libro sul whisky, ‘The Mitchell Beazley Pocket Guide to Scotch Whisky’. Ancora oggi, tanta gente mi chiede “Come riesci a trovare cose nuove da dire sul whisky?” Ma, come qualsiasi altro argomento, più sai, più te ne accorgi quanto poco sai. Lo studio del whisky mi ha fatto conoscere una ampia gamma di altri argomenti quali la chimica, la psicologia, la geologie, la storia sociale ed industriale, arte, design e marketing. Nel 1992, imparai ad annusare ed a degustare il whisky come si deve all’Università di Heriot Watt, sotto l’abile supervisione del Dottor Jim Swan e di Sheila Birtles della Pentlands Scotch Whisky Research. Questo fu il mio momento tipo “la strada per Damasco”: Capii che potevo abbinare i miei due interessi cosciente’. Coinvolge tutti i sensi – non solo il palato – e l’olfatto in modo particolare. Tendiamo a dimenticare che il sapore è costituito sia dal gusto sia dall’aroma. Quando analizziamo un liquido in modo organolettico, il nostro strumento più importante è il naso. Noi identifichiamo fragranze, e poi tentiamo di descriverle. Questa è la parte più difficile, una vera sfida. Per quanto riguarda il mio CLASSIC MALT preferito, e come chiedermi “quale dei tuoi figli ti piace di più?” Dipende dall’ora, e sinceramente li amo tutti, e ho dei bei ricordi associati con ognuno di loro. Detto ciò, credo che il Talisker sia in generale il whisky che accompagna meglio più tipi di cibo e che il Cragganmore di 12 anni sia uno Speyside con una certa grinta! Se avete mai visto il film ‘Master the Malts’, girato in esclusivo per i Friends of Classic Malts, saprete quanto possa essere socievole un Cragganmore (se non l’avete visto, non preoccupatevi, sarà presto disponibile su malts.com). E’ stato girato nella distilleria e la sala dei visitatori contiene diversi curiosi oggetti che rispecchiano il passato interessante della distilleria. Non si sa mai, potreste avere la fortuna un Per quanto riguarda il mio CLASSIC MALT preferito, e come chiedermi “quale dei tuoi figli ti piace di più?” Dipende dall’ora, e sinceramente li amo tutti, e ho dei bei ricordi associati con ognuno di loro. principali, ‘la valutazione sensoriale’ e la storia. Fu una svolta, e da allora la mia vita è dedicata al whisky! Ho scritto undici libri sull’argomento e migliaia di appunti di degustazione, oltre a partecipare e presiedere gruppi di valutazione olfattiva, e ho presentato discorsi sul whisky in più di ventiquattro paesi. Per me, la valutazione sensoriale è una specie di ‘apprezzamento giorno di sorseggiare un dram lì davanti ad un bel camino, esattamente come va gustato. Come avete visto, neanche la mia vita è stata completamente dedicata al whisky. Ad un pranzo molto lungo quando facevo il copywriter, conobbi la donna che sarebbe diventata mia moglie, ed ora abbiamo tre ragazzi, tutti istruiti nell’arte di annusare! Poter vivere scrivendo di whisky è stata la mia grande fortuna – infatti, è appena uscito in edizione rilegata il mio ultimo libro, Whiskypedia (vedi sotto). Con questo libro, ho tentato di andare più a fondo rispetto ad altri dizionari di distillerie di whisky, esplorando come l’impianto, le procedure e la politica per quanto riguarda i legni nelle singole distillerie influiscono sul sapore del whisky che producono, oltre ad analizzare la storia ed eventuali curiosità di ognuna. Ci ho messo quattro anni a completarlo. Se io posso pubblicare un libro così, è grazie al settore e alla gente che ho incontrato, sia in Scozia sia durante i miei viaggi all’estero. Gente che lavora nel settore, o gente che ci lavorava prima di andare in pensione; intenditori, appassionati provenienti da ogni estrazione sociale, scrittori, editori, persino filosofi. La comunità del whisky è molto ampia ed è composta da persone interessanti. Non è insolito che un visitatore straniero faccia una passeggiata fino a casa mia nelle periferie di Edimburgo. Ma, alla fine, quando qualcuno mi chiede con una certa invidia, “Com’è possibile trovare un lavoro come il tuo?”, io rispondo con una parola sola: “Pratica”..... “Come posso essere come te?”. C’è soltanto una risposta. “Pratica” dico io. “Sì, proprio lui. L’autore della collana bestseller “The No. 1 Ladies’ Detective Agency.” Charlie ha firmato un numero limitato di copie per i Friends of the CLASSIC MALTS. Potete ordinarne uno direttamente dal suo sito: www.whiskymax.co.uk L’ARTE DEL WHISKY Se visitate il nostro sito nelle prossime settimane, regalerete agli occhi un vero piacere. Tredici bellissimi quadri, ognuno commissionato esclusivamente per i Friends of the CLASSIC MALTS e ispirato ad una delle distillerie, sono disponibili per scaricarli come salvaschermi oppure per condividere con gli amici come e-cards. Tutti gli artisti, selezionati con l’aiuto dello Scottish Arts www. tcweb.co.uk/scottish-art-circle” www.tcweb.co.uk/scottish-artcircle) vivono e lavorano in Scozia, e questo gli permette di avere una prospettiva unica sul paese a sui suoi paesaggi suggestivi – prospettive che si rispecchiano in ogni opera. Gli esempi che potete vedere qui comprendono “Blue Moon” di Sara Mead, una vivida interpretazione della distilleria di Oban, oltre a “Lagavulin Outlook” di James Dunbar, l’opera che abbellisce la copertina di questo numero di Quaich. Quest’anno, le opere verranno messe all’asta, e i ricavi verranno devoluti alla RNLI (Royal National Lifeboat Institution) per aiutarla a rafforzare il servizio fondamentale fornito dai battelli di salvataggio sulle coste britanniche. Per ulteriori informazioni sulla data dell’asta, vi preghiamo di consultare www.malts.com dove, oltre ai salvaschermi e le e-cards, troverete un breve documentario sulla realizzazione delle opere. Speriamo che voi siate d’accordo sul fatto che la collezione non solo evochi le caratteristiche dei singoli whisky, ma anche qualcosa della Scozia. UNA PASSEGGIATA PER ROYAL LOCHNAGAR I whisky della CLASSIC MALTS SELECTION si definiscono per le loro posizioni geografiche. Quasi tutte le distillerie si trovano in alcune delle più belle zone della Scozia. Vicino a Balmoral, la distilleria di Royal Lochnagar non è certo un’eccezione. Quindi, partiamo con una mappa e una bussola in mano per scoprire un po’ di più sulle terre favolose ed importanti che la circondano. Il caso vuole che Donald Renwick sia la guida perfetta per qualsiasi escursione che parte da Royal Lochnagar. Dopo solo quattro anni nel suo ruolo di direttore della più piccola delle distillerie dei CLASSIC MALTS, Donald non è certo nuovo a questi magnifici paesaggi. Un escursionista affermato, con una passione che gli ha permesso di conquistare centonovantatré delle duecentottantatré Munroe (le vette scozzesi che superano i 3.000 piedi, o 914 metri, sopra il livello del mare). E Lochnagar, per un escursionista, evidentemente costituisce un bel cambio di scenario rispetto agli orizzonti relativamente piani di Islay, dove Donald dirigeva la Distilleria di Lagavulin. La passeggiata ci ha offerto l’occasione di apprezzare la ricchezza delle zone prossime alla distilleria. Per l’ornitologo, si possono avvistare specie abbastanza comuni da queste parti, come il piviere dorato, il culbianco o il corvo, oltre a scorgere delle specie più elusive nelle Highlands, come il falco pescatore o il fagiano di monte. Il tempo difficoltoso aveva spinto branchi di cervi rossi nella valle, e ne abbiamo visti almeno quattrocento durante le cinque ore della nostra escursione. Oltre ad essere una distilleria relativamente piccola, Royal Lochnagar e anche l’unica della famiglia che non possiede il terreno della sua ubicazione. I centoventi acri che occupa sono ancora affittati dalla Abergeldie Estates, un lascito dell’epoca in cui John Begg costruì quella che si chiamava allora la New Lochnagar Distillery sulle rive meridionali del Dee a metà del 19° secolo. La passeggiata era iniziata da poco quando abbiamo visto alcuni dei segni caratteristici di una distilleria delle Highlands. I canali scavati nella terra per guidare l’acqua dai versanti verso i macchinari, per esempio, avrebbero affascinato il Principe Albert, visitatore storico della distilleria. Fu Begg che estese un invito ad Alberto, l’amato marito delle Regina Victoria, poco dopo l’arrivo della famiglia a Balmoral a metà del 19° secolo. Come documenta la storia, fecero visita e furono così colpiti da questo dram che, qualche tempo dopo, la Regina conferì un Royal Warrant alla distilleria. Oggi, i loro discendenti assumono un ruolo attivo nella vita di questa cittadina, e sebbene Donald e Sua Maestà Principe Carlo non si danno (ancora) del tu, ogni tanto si scambiano un amichevole cenno di saluto. Ancora un po’ da camminare prima di raggiungere il nostro punto di ritorno, pochi passi prima delle sponde di Loch Muick, l’occasione perfetta per assaporare un po’ di Royal Lochnagar. Forse la purezza dell’aria e il rossore dovuto ad una bella mattinata di trekking potrebbero incidere sulle note di degustazione fatte lì su due piedi, ma sicuramente rendono ancora più profondo il tuo apprezzamento di un “dram”. Ci siamo fermati per assaggiare un goccio del nuovo Royal Lochnagar Distillers Edition. Mentre lo versava dalla sua fiaschetta, Donald ha gentilmente introdotto la nostra degustazione improvvisata con una descrizione di ciò che ci aspettava. “Siccome ha passato un po’ di tempo in una botte di Moscato dolce, questa nuova edizione della famiglia Royal Lochnagar acquisisce una nuova complessità. Al naso, dovresti subito percepire un aroma di marmellata alla fragola, seguito poco dopo da una nota di malto. L’acqua, se dovessi volerla aggiungere, libererà la familiare fragranza d’erba, come nella nostra versione di 12 anni.” Mentre ci versava i nostri “dram”, ci ha passato un pezzo di “tiffin”, gentilmente offerto dal Balgonie Hotel, un punto di ritrovo per i dignitari del whisky che arrivano da fuori. Il “tiffin”, in Scozia, è una merenda dolce tradizionale composta di cioccolato, uvetta e biscotto. Il cioccolato fondente si è abbinato con potenza con il dolce e delicato caramello del whisky. Aggiungendo l’acqua, l’aroma e il sapore del single malt leggermente acido, si sono aperti per rivelare qualcosa di più fresco, tutto valorizzato da una corposità media. Con le acque che alimentano la distilleria nelle colline intorno a noi e una spruzzata di neve sulle vette, il Royal Lochnagar assaggiato liscio sembrava far venir fuori il meglio del suo carattere. Sciacquare le tazze nel ruscello sembrava un modo opportuno per completare il ciclo del Royal Lochnagar, dalla montagna alla bottiglia, poi di nuovo alla montagna. La durezza di questo posto ci veniva ricordata di continuo mentre camminiamo. Nei campi più bassi vicino alla distilleria, c’erano agnelli che si rannicchiavano intorno alla madre, cercando disperatamente di nutrirsi e di rimanere asciutti. Per gli allevatori che lavorano in questo territorio, proteggere questi animali è un impegno continuo, un ciclo della natura che è importante quanto il viaggio dell’acqua fresca che scende dalla montagna per arrivare nel ruscello gorgogliante e infine nella distilleria stessa. Per chi vorrà visitare questo luogo, vale la pena dire che il percorso che abbiamo fatto è abbastanza facile da seguire. Abbiamo girato a destra uscendo dal parcheggio della distilleria e poi abbiamo seguito una strada fino ad arrivare a un cancello, appena dopo un boschetto di pini. Abbiamo attraversato il cancello e continuato lungo il sentiero. Andando avanti, la valle si apre e il sentiero si divide. A sinistra, segue il versante della collina fino ad un gruppo di cascine abbandonate. Ogni tanto, delle pernici bianche scozzesi che si riposavano nell’erica vicino al sentiero prendono il volo. Il loro richiamo è stato spesso paragonato ad una voce umana che implora, “go back, go back, go back” (cioè, “torna indietro, torna indietro, torna indietro”). Noi, invece, decidiamo di proseguire mentre gli uccelli si posano più lontani da noi e cadono in silenzio. Guardando avanti, l’Old Man of Lochnagar si profila ad ovest, una vetta imponente di 1.155 metri, e la salita su per le colline diventa più ripida. La passeggiata ora va quasi dritta verso sud, e passa attraverso terreni più riparati tra due piccole zone di roccia esposta. I versanti coperti di erica adesso formano un mosaico, rivelando quelle zone che sono state deliberatamente bruciate per promuovere nuove crescite. Si vedono i primi boccioli verdi sotto la brina. Dopo un paio di ore, l’ingresso del bosco al bivio del sentiero può fornire o riparo o un bel posto per un dram prima di proseguire fino a alla partenza, chiunque si avventuri nelle colline dovrebbe essere preparato, e dovrebbe portarsi un paio di scarponi robusti, una mappa e una buona consapevolezza delle proprie capacità da escursionista, persino per un’uscita relativamente modesta come questa. Inizialmente, il nostro piano era di seguire una cresta alta sovrastante Per quanto il cielo possa sembrare benevolo alla partenza, chiunque si avventuri nelle colline dovrebbe essere preparato, e dovrebbe portarsi un paio di scarponi robusti, una mappa e una buona consapevolezza delle proprie capacità da escursionista Loch Muick. Questo è stato il nostro punto di ritorno, poco distante dallo Spittal of Glenmuick, dieci minuti dal lago. Attenzione però. Per quanto il cielo possa sembrare benevolo la distilleria, ma abbiamo deciso di rimanere sul sentiero per il forte vento e abbondante neve. Scaldarsi con un bel dram sta ovviamente alla vostra discrezione, e comunque vale la pena portarsi dell’acqua, oltre ad una banana e magari (se siete fortunati) un po’ dell’ottima Tiffin del Balgonie. E finché una distilleria aprirà le sue porte, potrete godere di una calorosa accoglienza, specialmente da parte del personale della Distilleria di Royal Lochnagar, nonché tutte le distillerie dei CLASSIC MALTS che accettano visitatori. Non c’è dubbio che l’abbinamento di un bel “dram”, assaporato nel paesaggio che influisce così tanto sulla distilleria che lo produce, serve solo ad aumentare l’apprezzamento di quanto possa essere meravigliosa la combinazione della natura con l’ingegnosità dell’uomo. SPUNTINI CLASSICI DA GUSTARE CON I CLASSIC MALTS. Ogni tanto, piace a tutti gustarsi uno spuntino con un bicchierino. Ma quando vi accomodate per assaporare il vostro “dram” preferito, prestate la dovuta considerazione ad un boccone per accompagnarlo? Dalwhinnie di 15 anni con crème brûlée: Questo whisky delicato si abbina bene con i dessert, specialmente quelli serviti freddi. Se preferite la cucina italiana a quella francese, provatelo con una panna cotta alla vaniglia, oppure un semplice gelato alla vaniglia. L a preparazione del cibo può essere molto soddisfacente, specialmente quando trovate un compagno gradevole per il vostro whisky preferito della CLASSIC MALT SELECTION. Qui vi riportiamo solo qualche piacevole esempio da provare. Per altri consigli come questi, date un’occhiata a “Whisky & Food”, scritto dall’esperto di cucina Richard Whittington e disponibile nella sezione Experience Whisky del sito malts.com. Oban di 14 anni con le tagliatelle al burro: Lagavulin di 16 anni con il formaggio Lanark Blue: Questo whisky della costa occidentale va molto bene con l’intensità delle tagliatelle al burro e parmigiano reggiano. In comune con gli altri potenti whisky isolani, il Lagavulin si abbina meglio con sapori forti. Lanark Blue è il formaggio che consigliamo, ma anche uno Stilton oppure un Roquefort possono andare bene. Talisker di 10 anni con il salmone affumicato: Caol Ila di 12 anni con il chorizo piccante: Ci sono diverse pietanze che si abbinano bene col il Talisker, ma quella più semplice è senz’altro il salmone affumicato, più oleoso e ricco è, meglio è. Gli aromi affumicati e torbati del Caol Ila lo fanno un compagno naturale per una salsiccia piccante come il chorizo spagnolo. Per un alternativa più esotica, potreste anche provare il pesce spada affumicato. Clynelish di 14 anni con le cappesante scottate in padella: I sapori più complessi e delicati dello Speyside fanno un ottimo accompagnamento per le cappesante oppure, in alternativa, uova di merluzzo. I nostri Friends più avventurosi potrebbero provarlo con la bottarga, le uova di tonno oppure di cefalo sotto sale. Cragganmore di 12 anni con involtini di primavera all’anatra: Le spezie orientali valorizzano molto bene il Cragganmore, come anche l’haggis, nel caso voleste assaggiare qualcosa di autenticamente scozzese. da Inverness. Immerso in 20 acri di bellissimi giardini all’inglese e di terreno boschivo sulle rive del Beauly Firth vicino ad Inverness, è una villa scozzese del 17° secolo che offre un pernottamento di qualità ed una cucina premiata. Se vi dovesse piacere alloggiare vicino alla Distilleria di Glen Ord, l’Ord House Hotel è lì a pochi passi. In una bellissima posizione tra sessanta acri di giardini, originariamente fu la residenza del Laird del Clan McKensie. Fu sapientemente trasformato in un albergo 40 anni fa, ma mantiene tuttora tutte le sue caratteristiche originali oltre all’eleganza e al fascino di un’autentica casa di campagna. UNA GUIDA UMILE AD ALCUNI SINGLE MALT RAFFINATI Mentre sono in vacanza in Scozia, molti Friends fanno visita alle zone di origine dei loro single malt preferiti. In questo primo articolo di una serie occasionale, noi vi diamo qualche consiglio per un itinerario tranquillo e tutto vostro. Quando si pensa ad Inverness, spesso si pensa che sia un posto un po’ fuori mano, un luogo da cui passare piuttosto che rimanerci. Ma Inverness, una delle “city” più nuove della Scozia (la cittadina acquisì lo stato di “city” nel 2001), è una città cosmopolita, piena di ristoranti e locali, e ripaga l’attenzione di qualsiasi visitatore. Una gita al ponte di Kessock, che attraversa il Firth, dovrebbe bastare per convincervi. In una giornata limpida e soleggiata, potrete godere dei panorami indimenticabili. E mentre ci siete, potrete andare alla ricerca di branchi di tursiopi (delfini) lungo la riva, oppure fare una gita in barca per cercarli, e nove volte su dieci si fanno vedere. Anche i golfisti si divertiranno. Ci vogliono solo 20 minuti di macchina lungo la A96 per raggiungere il campo da golf chiamato Nairn Links Course. Questo tradizionale campo da golf si estende lungo le rive del Moray Firth, e fu fondato nel 1887. La sua caratteristica veramente unica è che da ogni buca si possono vedere il Moray Firth e i colori dorati e le luci mutevoli della Black Isle. Mentre ci siamo, una visita alla Distilleria di Glen Ord, una delle più antiche distillerie della Scozia, sarebbe una vera delizia sia agli occhi che al palato. La distilleria è situata a circa 18 miglia (29 km) a nord di Inverness, e il modo migliore per raggiungerla è in macchina (se intendete degustare, nominate un’autista). Prendete la strada A832 da Muir o da Ord. Dopo un chilometro circa vedrete la distilleria all’incrocio dell’A832 con la strada per Altgowrie. La distilleria è sulla destra dopo le imponenti Glen Ord Maltings (cioè, le malterie, la distilleria è ormai quasi unica nel maltare il proprio orzo). Qui potrete osservare i distillatori mentre creano un whisky che è dolce, con note di malto e secco al palato. I visitatori possono anche curiosare il negozio, che è ben fornito di Single Malt Whisky, libri, cristalleria ed altri articoli di qualità. Ricordatevi di portare il vostro Friends Journal per poter entrare gratis. La Distilleria di Glen Ord sarà aperta il sabato per la prima volta per festeggiare l’anno dell’Homecoming. Potrete visitarla tra le 12.00 e le 16.00 dal 10 aprile per tutta la stagione, e magari assaporare The Singleton of Glen Ord, un whisky disponibile esclusivamente ai visitatori della distilleria. Se intendete andare ad Inverness in aereo, pianificate il vostro viaggio con attenzione perché solo poche linee aree ci vanno. Troverete un elenco delle compagnie più conosciute a www.skyscanner.net che comprende la FlyBe, l’Easyjey e la Ryan Air. Viaggiare in macchina è un’opzione più suggestiva, ed Inverness dista soltanto tre ore da Edimburgo se prendete la M90 e poi l’A9. A parte l’ora di punta, il viaggio è rilassante e vi darà l’occasione di passare dalla Distilleria di Dalwhinnie. Dove alloggiare? C’è un’ampia scelta di posti dove alloggiare per tutti i budget, quindi un buon punto di partenza per gli appassionati dei CLASSIC MALTS è il sito www.scotlandwhisky.com. Questo sito costituisce una risorsa molto utile, elencando diversi alberghi che vengono considerati “ambasciate del whisky”. Ognuno è fornito di un’ampia gamma di CLASSIC MALTS, mentre il loro personale qualificato sa parlare di whisky e saprà consigliarvi qualcosa che vi possa piacere. Se volete alloggiare ad Inverness, i nostri posti preferiti comprendono RocPool Reserve, un albergo a cinque stelle, chic e moderno, i cui prezzi partono da £200 a notte. Il Glen Moriston Town House Hotel non è certo meno elegante, e ha un ristorante di nome “Abstract” che è un vero gioiello, vincitore di una Stella Michelin per la sua cucina innovativa a base di ingredienti di produzione locale. Quelli che preferiscono qualcosa di più tradizionale potrebbero optare per Culloden House, dove pernottò una volta Bonnie Prince Charlie. Reduce da un recente rinnovamento, l’albergo comunque gode di un’atmosfera che sa di storia, e le sue quattro stelle sono ampiamente meritate. Ci sono diverse soluzioni anche per chi vuole stare fuori città. Il Kingsmill Hotel è circondato da quattro acri di giardini accuratamente tenuti e prati scrupolosamente curati. Offre un’ampia selezione di servizi che comprende tutto ciò che il salutista più appassionato potrebbe desiderare: palestra, jacuzzi/whirlpool, sauna, solarium, terme e piscina. Poi c’è il Bunchrew House Hotel, a ovest Distilleria Glen Ord – Dai campi Laura Newbury Da Glen Ord a Talisker Questo viaggio a Skye vi dà l’opportunità di vivere profondamente la magnifica campagna scozzese. Il paesaggio è ricco e vivido, che cambia umore di continuo. E’ remoto e malinconico, ma grazioso ed accogliente allo stesso tempo. C’è un percorso che vi conduce verso nord attraverso gradevoli brughiere, dove a volte si possono avvistare dei cervi rossi vicino ad Achnasheen. Se guidate lungo le rive meridionali di Loch Carron, potete fermarvi a pranzo e fare una passeggiata fino al Loch Carron Weavers (“i tessitori di Loch Carron”) dove producono indumenti di tweed, tappeti di mohair e il tartan. La strada che percorrete è particolarmente bella, seguendo la costa fino al paesino di Plockton. Il nord della Scozia è abbastanza anomalo, perché grazie alla Corrente del Golfo il clima qui è più mite rispetto ad altre parti, e le palme prosperano. Ci sono diversi alberghi nella zona, e vale la pena interrompere il vostro viaggio per noleggiare una barca e andare alla ricerca delle foche. Se non ne vedete, è capitato in passato che i clienti venissero rimborsati. Un altro percorso altrettanto splendido vi porta in direzione nord fino al villaggio costiero di Applecross, attraverso un passo di montagna conosciuto con il nome gaelico “Bealach Nam Baa” (“passo dei bovini”). Poi imboccherete una splendida strada alpina prima di arrivare al paese. Una volta arrivati, potete gustarvi dei frutti di mare deliziosamente freschi nella locanda del paese. Da Plockton, indirizzatevi verso lo Skye Bridge. Nei primi tempi, si applicava un pedaggio per attraversare il ponte, ma alcune categorie erano esenti, compresi i contadini. Un allevatore molto intraprendente ebbe la brillante idea di tenere delle pecore da entrambi le parti del ponte, per poi affittarle alla gente che voleva traversare, così non avrebbero dovuto pagare il pedaggio. Oggigiorno, il pedaggio non c’è più! Un’altra strada da fare Il secondo percorso da seguire sarebbe quello lungo le rive del Loch Ness (il mostro è un optional) verso il Castello di Urquhart, dotato di un ottimo centro visitatori e una tavola calda dove si mangia molto bene. Per potersi godere entrambi questi posti, probabilmente ci vogliono un paio di ore. In alternativa, il Loch Ness Visitor Centre a Drumnadrochit vanta una buona mostra sul Loch e la sua storia. Se volete prendere più tempo, potete fare una gita in barca partendo dal molo del castello, o perfino da Inverness. Consultate la sezione crociere sul sito www.jacobite.co.uk per ulteriori informazioni. Proseguite il vostro viaggio lungo il Loch, e poi percorrete una strada tortuosa fino a Glen Shiel, superando una catena montuosa chiamata “Seven Sisters of Kintail”. Se vi sentite energici, e avete voglia di arrampicarvi, dovreste concedervi almeno una giornata per scalare alcune delle vette. Potreste pernottare alla Cluanie Inn, una locanda e un ostello che vi può offrire una sistemazione semplice e pulita, oltre a del buon cibo da pub. Seguite il fiume lungo il Loch Sheil fino al paese di Dornie e vedrete il Castello di Eilean Donan (usato per film come ‘Braveheart’ e ‘Entrapment’). A questo punto, girate verso il paese di Glenelg e il passo di montagna chiamato “Mam Ratigan”. Qui, ci sono due “broch” (abitazioni dove una volta abitavano contadini o pescatori) realizzati dai Pitti circa 4.000 anni avanti Cristo. Queste strutture massicce, a forma di cipolla, furono costruite con pietre a doppio spessore (con un metro tra i due muri), e si accendevano dei fuochi nell’intercapedine per rafforzare i muri. Oggi, si possono visitare, e si può anche entrare dentro. Da Glenelg, si può prendere un traghetto fino a Kylerhea su Skye. Ricordatevi, però, che il traghetto è in servizio soltanto da Pasqua fino alla fine di Settembre. Isola di Skye Una volta arrivati sull’isola di Skye, ci sono tantissime cose da vedere, ma in ogni caso il culmine dovrebbe essere una visita alla leggendaria distilleria di Talisker a Carbost, l’unica distilleria sull’isola. Si potrebbe cominciare a Kylerhea con una passeggiata lungo le rive per cercare di scorgere qualche lontra, e se siete fortunati potreste anche intravedere un’aquila reale. Potreste andare a vedere le Cuillins, composte da undici Munroe (montagne scozzesi che superano i 3.000 piedi, o 914 metri, di altezza) le quali vette sono spesso coperte di ghiaccio, offrendo un’immagine che ha del misterioso in tutto l’anno. Poi, proseguite verso Portree, una cittadina accogliente e molto bella da visitare. E’ una base ideale, specialmente se alloggiate in un posto così bello come il Cuillins Hills Hotel, a quattro stelle, che vi accoglierà con un bel “dram” di Talisker (Per altre informazioni su dove alloggiare, consultate www. visitscotland.com, oppure www. scotlandwhisky.com Da Portree, andate verso nordovest per vedere il Castello di Dunvegan, e da lì raggiungete la penisola settentrionale di Uig, con i suoi panorami indimenticabili delle isole di Lewis e Harris. Da Uig, potete superare poi il crinale di Trotternish, dove le stupende formazioni rocciose lo rendono il luogo ideale per guardare il tramonto. Potreste anche pernottare all’Hotel Flodigarry, che fu la casa di Flora Macdonald, che aiutò Bonnie Prince Charlie a sfuggire dalle grinfie delle giubbe rosse portandolo in una barca a remi fino a Skye dalla terraferma, con lui travestito da cameriera. Se vi va di cenare fuori, provate il notevole “Three Chimneys” a Colbost. Se siete in un gruppo, le “Sette Portate di Skye”, di cui gli ingredienti principali sono di produzione locale, sono d’obbligo. Purtroppo, riuscire a prenotarsi un tavolo può essere difficile, come tra l’altro per qualunque altro ristorante di Gordon Ramsey, quindi vi consigliamo di prenotare con qualche mese (sì, veramente) d’ anticipo. Per un’esperienza totalmente siberitica, prenotate una delle sue bellissime camere, delle quali ce ne sono soltanto sei. Troverete la Distilleria di Talisker a Carbost sulle rive del Loch Harport, con viste suggestive delle Cuillins. Oggi, la distilleria offre uno speciale ‘Talisker Tasting Tour’, che dura due ore e che viene condotto da una delle guide più esperte. Durante il tour, potrete vedere alcuni impianti come i condensatori noti come “worm-tub” e le tubature nei locali degli alambicchi, oltre ad entrare in uno dei magazzini adiacenti per vedere e sentire i profumi delle botti di maturazione. Poi, parteciperete ad una degustazione verticale di un’ora, in cui un esperto vi guiderà attraverso sei versioni diverse di Talisker, comprese il New Make Spirit, e quella di 25 anni. Il tour comincia alle 13.45 nei giorni feriali, a seconda delle richieste, e ci sono soltanto dodici posti per ogni tour. Costa £15 a persona, e vi consigliamo di prenotare con un certo anticipo per evitare delusioni. Alla fine, si può pensare che visitare le distillerie sia come un “Grand Tour” del whisky, insegnandovi sia la degustazione dei CLASSIC MALTS sia le loro tecniche di produzione. Infatti, è un po’ come completare gli studi nella materia del whisky. Attenzione però, una volta che avete visitato una distilleria, vorrete sicuramente vedere le altre. QUI, SI STA COSTRUENDO LA STORIA Gli alambicchi svolgono un ruolo fondamentale nella creazione dei nostri single malt preferiti, ma chi li costruisce in realtà? Vi presentiamo Charles King, Operations Manager della Abercrombie Coppersmiths, che fa parte del gruppo Diageo* - l’unica società che ha la propria squadra interna di ramai specializzati. A d Alloa, sette miglia (11 km) a est di Stirling all’ingresso delle Highlands, un esercito era al lavoro da quattro mesi, martellando il metallo in condizioni da sauna. Il suono assordante a malapena disturbò la concentrazione sui loro volti mentre, passo dopo passo, una campana, le quali spalle sembravano un’enorme tuba, prese lentamente forma. Infine, divenne uno dei quattordici grandi alambicchi destinati alla prima nuova distilleria in Scozia da più di trent’anni, a Roseisle. Ognuno è alto quasi 5 metri e pesa tra 5 e 6 tonnellate. Il loro compito è cruciale, quello di separare l’alcool prezioso dalla miscela fermentata di acqua, lievito e orzo maltato. All’Abercrombie Coppermiths, parte del braccio ingegneristico della Diageo Scotland, ne sanno qualcosa sulla costruzione di alambicchi. La società esiste, in una forma o un’altra, dal 1790, e la maestria dietro la realizzazione degli alambicchi è paragonabile alla scultura, secondo Charles. Lui gestisce 25 artigiani specializzati, sia ramai che ingegneri, e la sua squadra è fiera del lavoro che svolge. Fuori servizio, mentre si rilassa con un “dram” del suo single malt preferito, il Caol Ila di 18 anni, ci racconta il suo lavoro. “Il rame è molto malleabile, è ciò che facciamo è più arte che metallurgia o ingegneria. E’ altamente specializzato.” L’Abercrombie è, a dir poco, un gigante nel suo settore. Charles ritiene che ogni distilleria della Scozia avrà usato un apparecchio costruito dalla Abercrombie in un certo momento della sua storia. Inoltre, la società è un’autentica innovatrice, avendo lavorato con la British Oxygen Company negli anni 50 per sviluppare la tecnica della saldatura del rame, sostituendo il metodo della chiodatura. termini semplici, un alambicco è come un bollitore gigante che fa evaporare l’alcool per poi condensare il vapore ricco d’alcool. La maggior parte delle distillerie scozzesi usa due alambicchi, il primo per separare il wash (il liquido “Il rame è molto malleabile, è ciò che facciamo è più arte che metallurgia o ingegneria. E’ altamente specializzato.” L’anno scorso, è stata introdotta una tecnologia innovativa per la manutenzione secondo condizione, usando gli ultrasuoni. “Questa garantisce che il nostro team sappia esattamente lo stato di funzionamento di ogni alambicco e quando bisogna programmare i ricambi. In fermentato) dall’alcool e dalle sue sostanze aromatiche. Questo processo produce i cosiddetti “low wines”, che poi vengono distillati nel secondo alambicco per arrivare ad una gradazione alcoolica di 70% vol. La maggior parte degli alambicchi vengono fabbricati in rame, che reagisce con lo zolfo, così togliendolo dal distillato. Questo processo è piuttosto intenso, e a lungo andare il rame ne soffre, perciò gli alambicchi comunque devono essere sostituiti ogni 10 o 15 anni, a seconda delle procedure e il tipo di distillato che producono. La fabbricazione di un alambicco comincia ancora con il taglio e la formazione parziale delle varie sezioni, poi le lastre di rame vengono saldate insieme, e sebbene si usi qualche volta una macchina per creare la forma di base, quella finale è sempre completata a mano. Le lastre di rame vengono consegnate in uno stato temprato o morbido, permettendole di essere modellate per ottenere la forma richiesta. Durante la procedura di modellazione, le lastre si induriscono e quindi bisogna ritemprarle, scaldandole diverse volte per evitare che diventino troppo fragili e che si verifichino delle crepe. “Gli alambicchi influiscono notevolmente sul sapore del nostro whisky, e investiamo molto tempo ed energia nel garantire che ogni ricambio sia il più simile possibile al pezzo precedente”, dice Charlie. Una volta completata, la sezione viene trasportata alla distilleria dove si toglie la sezione originale per installare quella nuova. Gli artigiani della Diageo Abercrombie devono saldare le diverse sezioni e martellare la linea di giunzione per livellarle, assicurandosi che la forma originale venga mantenuta. Se chiedi a Charles di uno dei suoi progetti più memorabili, gli si illuminano gli occhi. “Lo scorso marzo, abbiamo tolto il tetto della Distilleria di Glenkinchie nell’East Lothian”. Anche se sembra incredibile, era il 6 marzo 2008 quando un nuovo alambicco di rame è stato abbassato attraverso il soffitto, entrando prepo- tempi dell’Abercrombie, quando le strade probabilmente erano sterrate. All’epoca, i ramai viaggiavano in treno ed erano gli apprendisti che dovevano portare tutti gli arnesi ed i materiali che potevano servire dalla fabbrica alla stazione in una grande carriola costruita su misura. Spesso, bisognava fare il viaggio più volte per “Ci sono volute sei settimane per costruirlo, ed era quasi una replica esatta del suo predecessore” tentemente in distilleria. Ci sono volute sei settimane per costruirlo, ed era quasi una replica esatta del suo predecessore, che produceva questo amato whisky di Edimburgo dal profumo floreale. E’ stato trasportato in autostrada, e Charles si è meravigliato pensando a come dovevano averlo fatto nei primi trasportare tutto ciò che serviva. Dall’altra parte, occorreva ripetere la procedura dalla stazione fino alla distilleria. Può darsi che le distillerie più grandi disponevano di cavalli o di buoi, ma la maggior parte delle volte toccava agli apprendisti. Qualche volta, gli alambicchi più grossi dovevano essere costruiti in situ, rivettando le varie sezioni. A seconda delle dimensioni dell’alambicco, era un lavoro che richiedeva diversi mesi per essere completato, e quello che oggi rimane un lavoro durissimo doveva essere massacrante in quelle condizioni. In futuro, la squadra realizzerà sezioni di ricambio per distillerie come Talisker, Lagavulin e Cragganmore, avendo trascorso la “stagione silenziosa” (il periodo dell’anno in cui non si distilla) ad ispezionare tutti gli alambicchi di rame di tutte le distillerie dei CLASSIC MALTS. Ora, Charles ha ordini a sufficienza per poter assumere sei giovani apprendisti, che dovranno completare un apprendistato di quattro anni prima di diventare ramai. Con i 30.000 visitatori che si sono recati alla Distilleria di Glenkinchie l’anno scorso, ed i 200.000 tra tutte le distillerie della Diageo, sembra che la fama dei loro alambicchi si stia diffondendo in tutto il mondo. *i custodi della CLASSIC MALTS SELECTION. Ecco il nostro consueto riepilogo di tutte le notizie dalle distillerie dei CLASSIC MALTS. Royal Lochnagar Siamo felicissimi di presentare la nostra nuova“Distillers Edition”. Maturata per 12 anni e rifinita in vecchie botti di Moscato, la “Distillers Edition” è dolce con un’intensità floreale che rivela un lato più profondo del nostro regale single malt. Per coincidere con il nuovo membro della famiglia, offriamo una nuova visita guidata che chiamiamo il Royal Lochnagar Family Tour. Comprende un assaggio del nostro whisky di 12 anni, la Distillers Edition e la Selected Reserve (se avete voglia di provare il Family Tour, vi preghiamo di scegliere prima l’autista). Talikser Abbiamo completato l’ampliamento della distilleria, aumentando il numero di “wash backs” (tini in cui il mosto viene fermentato per poi produrre il wash) da sei a otto. Questi significa che possiamo produrre quantità ancora più grandi del nostro meraviglioso whisky. Inoltre, il Primo Ministro della Scozia, Alex Salmond, ha firmato una bottiglia di Talisker di 25 anni che verrà regalata al 250° visitatore della the Dram(a)”, un weekend intero per celebrare tutto ciò che la costa occidentale della Scozia ha da offrire. L’evento metterà in vetrina il “west coast whisky trail” (‘percorso “Ci sono volute sei settimane per costruirlo, ed era quasi una replica esatta del suo predecessore” distilleria nel corso del 2009, che in Scozia è l’anno dell’Homecoming. Prendendo come ispirazione l’anniversario della nascita del poeta nazionale della Scozia, Robert Burns, l’Homecoming 2009 celebra i grandi contributi che la Scozia ha regalato al mondo: lo stesso Burns, il whisky, il golf, i grandi cervelli e le grandi innovazioni scozzesi ed il patrimonio storico e culturale della Scozia. I festeggiamenti dell’Homecoming dureranno fino alla Festa di Sant’Andrea (30 novembre 2009) in più di cinquanta luoghi. Tra i festeggiamenti, ci sarà “Taste del whisky della costa ovest’) che comprende la Distilleria di Talisker, coste selvagge e buonissimi prodotti tipici scozzesi. La bottiglia firmata sarà esposta alla distilleria prima di essere consegnata al 250° visitatore l’anno prossimo. Chissà, potresti essere tu! Cragganmore A Cragganmore, abbiamo accolto il triplo dei visitatori rispetto all’anno scorso, grazie indubbiamente al nostro staff e alla nuova insegna stradale! Speriamo che questa tendenza continui, quindi se siete nei paraggi tra il 1° maggio e il 30 ottobre, venite a trovarci! Oban Dopo 40 anni trascorsi con noi, Kenny Gray andrà in pensione alla fine di marzo. Ci dispiace molto perdere una leggenda come lui. Quest’anno, Kenny è andato a New York per ricevere un premio per la carriera, e ciò testimonia il profondo rispetto di cui gode in questo settore. Il premio è stato assegnato dalla rivista Malt Advocates Magazine durante il Whisky Fest a New York. La Distilleria di Oban parteciperà allo Spirit of the West Festival, che si svolge il 16 e il 17 maggio al Castello di Inverary. Il festival fa parte dei festeggiamenti per l’Homecoming 2009, ed è un momento chiave del “Whisky Month”, appunto a maggio. In questi due giorni, si celebrerà il whisky della costa occidentale della Scozia, oltre al buon cibo, il suo patrimonio storico e culturale ed i suoi paesaggi suggestivi. Inoltre, terremo un corso di perfezionamento per gli appassionati del whisky. Per ulteriori informazioni, consultate il sito www.spiritofthewest.co.uk.