Caso Rouhani, il governo delle tre scimmie

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Caso Rouhani, il governo delle tre scimmie
delle Libertà
DL353/2003 (conv. in L 27/02/04 n. 46) art.1 comma 1
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QuoTidiano LibEraLE pEr LE garanziE, LE riformE Ed i diriTTi umani
Direttore ARTURO DIACONALE
Giovedì 28 Gennaio 2016
Fondato nel 1847 - Anno XXI N. 17 - Euro 1,00
Caso Rouhani, il governo delle tre scimmie
Nella vicenda della Venere Capitolina coperta per compiacere il leader iraniano l’esecutivo
imita le tre scimmiette e dichiara di non aver visto, di non aver sentito e di non aver parlato
Il governo della vendita La perseveranza
dell’autoinganno collettivo
di arTuro diaconaLE
on risolve un bel nulla la decisione di Matteo Renzi di avN
viare un’inchiesta all’interno della
Presidenza del Consiglio per identificare chi ha deciso di far coprire
la Venere Capitolina per non urtare la sensibilità del leader iraniano Rouhani. Perché non può
essere di certo l’ennesimo tentativo
di far volare gli stracci, magari
procedendo al licenziamento in
tronco dell’artefice materiale della
stupida iniziativa, a far cadere la
piena e gravissima responsabilità
politica del governo nella penosa
vicenda.
Questa responsabilità non riguarda la copertura materiale della
statua dei Musei Capitolini ma il
clima generale che ha indotto...
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di cLaudio romiTi
aggiunto l’accordicchio con
l’Europa sulle nostre colossali
R
sofferenze bancarie, che in sostanza lascia fluttuare il valore di
dette sofferenze con una marginale
garanzia pubblica, il ministro Pier
assicuratrice
Carlo Padoan ha ribadito la solidità dello strabiliante sistema bancario italico. Tra gli argomenti che
sostengono anche nel campo del
credito quello che si può definire la
linea dell’autoinganno collettivo vi
è una argomentazione...
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gioVedì 28 geNNaio 2016
L’opinionE delle Libertà
segue dalla prima
Il governo della vendita
...qualche zelante funzionario a cercare di
compiacere l’ospite straniero carico di pregiudizio religioso nei confronti dell’effige
della figura umana.
In Francia il governo ha annullato una
cena con ospiti iraniani che avevano chiesto
di non avere sulla tavola i vini del Paese
ospite. Da noi il nostro governo ha caricato
di tali e tante attese l’incontro con il leader
iraniano lasciando intendere che il futuro
dell’economia nazionale dipenda dai commerci con Teheran, da indurre qualche poveraccio in preda a delirio politicamente
corretto a nascondere il nudo della Venere
Capitolina.
La responsabilità del governo, in sostanza, è di aver creato le condizioni per la
rinuncia alla propria identità e per la resa incondizionata all’identità altrui. Senza neppure rendersi conto non solo della gravità
insopportabile di questa genuflessione ma
anche del suo aspetto grottesco e ridicolo.
Rouhani è venuto in visita nella città
erede della cultura greco-romana fondata
sull’esaltazione delle immagini umane ed in
cui, proprio in nome della riscoperta di questa cultura, è esploso quel Rinascimento che
ha fornito il tratto distintivo di tutta la cultura del mondo occidentale. Per compiacerlo
completamente sarebbe stato necessario coprire ogni angolo dell’Urbe, negargli l’accesso a qualsiasi museo, proibirgli di entrare
in una qualsiasi abitazione e costringerlo ad
indossare un cappuccio senza fessure per
poter essere trasportato lungo le strade cittadine.
Tutto questo, per fortuna, non è avvenuto.
Ma quanto è successo non è da meno in termini di scandalo. È la dimostrazione che
l’Italia è disponibile a vendere la propria immagine, storia, identità in cambio di qualche
beneficio economico.
Di tutto questo è responsabile il governo
di Matteo Renzi. Senza scaricabarile di sorta!
arTuro diaconaLE
La perseveranza
dell’autoinganno collettivo
...che raccoglie molti seguaci presso un popolo affetto da un buon tasso di analfabetismo economico-finanziario. In due parole i
fautori dell’ottimismo renziano, ministro
dell’Economia in testa, sostengono che non
abbiamo da preoccuparci per la quisquilia
degli oltre 370 miliardi di debiti, comprendendo i cosiddetti incagli, che offuscano pesantemente lo scenario del sistema bancario
nella sua totalità, dato che il valore delle garanzie poste a copertura di tali debiti supera
di oltre il 130 per cento quello dei debiti medesimi. Dunque, possiamo rilassarci e prendercela con la speculazione cinica e bara che
sta martellando senza pietà l’intero settore,
senza risparmiare neppure i colossi di Intesa
e Unicredit? Non credo proprio. Così come
non penso che chi governa in questo momento la racconti giusta pure nel delicato
mondo delle banche.
In merito alle citate garanzie il discorso è
molto semplice, elementare direi. Si tratta in
breve dell’analoga illusione che Renzi e alcuni suoi predecessori hanno utilizzato per
rassicurare gli italiani, inducendoli a dar
fondo ai propri risparmi per far ripartire
keynesianamente un’economia distrutta proprio dai debiti. Un’illusione che si basa, al
pari delle garanzie relative alle sofferenze
summenzionate, sul valore fittizio del nostro
immenso patrimonio immobiliare. Fittizio
una semplice ma micidiale ragione. In
estrema sintesi, possiamo dire che lo stesso
patrimonio immobiliare, trattandosi di uno
stock passivo di risorse, soggetto all’andamento dell’economia reale. Ciò significa che
in un Paese che ha perso in pochi anni oltre
il 10 per cento del proprio reddito, ossia
l’unico fattore dinamico in grado di influenzare positivamente il valore di scambio dei
beni materiali, il prezzo degli immobili tende
inesorabilmente a scendere. Un calo di valore che diventerebbe catastrofico nel caso
quote consistenti di tali garanzie venissero
collocate contemporaneamente sul mercato.
Tant’è vero, a dimostrazione dell’assunto,
che da tempo le banche italiane nell’erogazione di prestiti tendono a snobbare proprio
la proprietà immobiliare, privilegiando i
clienti in possesso di un lavoro a tempo indeterminato o di una pensione. Se il sistema
economico non torna a produrre ricchezza
reale in misura accettabile, nessuna garanzia
immobiliare potrà salvarci da un crac sempre più plausibile.
cLaudio romiTi
Quotidiano liberale per le garanzie,
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