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FTA Morning View
mercoledì 13 aprile 2016
Dalla Redazione di FTAOnline News
MERCATO USA
Borsa Usa: Alcoa delude ma il petrolio balza ai massimi da fine novembre. S&P 500 +0,97% in chiusura
A New York i principali indici hanno chiuso la seduta in rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,94%, l'S&P 500 lo 0,97% e il
Nasdaq Composite lo 0,80%.
A spingere i listini è stato il balzo del petrolio (il Wti ha chiuso in crescita del 4,48% a 42,17 dollari al barile). Secondo l'agenzia
Interfax, Arabia Saudita e Russia avrebbero raggiunto un accordo per il congelamento della produzione.
Sul fronte macroeconomico i prezzi alle importazioni sono aumentati dello 0,2% nel mese di marzo a fronte di attese pari al
+1%. Nel mese di febbraio si era registrato un calo dello 0,4%. I prezzi alle esportazioni sono invece rimasti invariati su base
mensile, risultando superiori al consensus pari al -0,2%.
Sul fronte societario bene in particolare il comparto energetico.
Tra i singoli titoli Alcoa -2,72%. Il produttore di alluminio ha chiuso il primo trimestre con ricavi in calo del 15% a 4,9 miliardi di
dollari contro i 5,2 miliardi del consensus di FactSet. Migliori rispetto alle attese, invece, si sono rivelati gli utili rettificati, crollati
da 28 a 7 centesimi per azione, contro i 2 centesimi del consensus. I profitti netti, comunque, sono precipitati di quasi il 92% nei
tre mesi a 16 milioni di dollari a causa sopratutto del declino dei prezzi dell'alluminio.
Starbucks -2,3%. Deutsche Bank ha tagliato il rating sul titolo della catena di caffetterie a hold da buy.
Juniper Networks -7,39%. Il produttore di infrastrutture di rete ha anticipato che il trimestre appena chiuso sarà deludente.
Juniper ha dichiarato di attendersi per il periodo allo scorso 31 marzo un eps rettificato di 35-37 centesimi di dollaro, a fronte di
1,09-1,10 miliardi di ricavi. Quando in gennaio aveva presentato i risultati relativi al quarto trimestre del 2015, Juniper aveva
stimato 42-46 centesimi di utile e 1,15-1,19 miliardi di ricavi, contro i 47 centesimi e 1,19 miliardi del consensus.
L Brands -0,26%. Goldman Sachs ha peggiorato la raccomandazione sul titolo del gruppo di abbigliamento a neutral da buy.
MERCATI ASIATICI
L’export cinese spinge in rally l'Asia. A Tokyo il Nikkei 225 guadagna il 2,84%
Mercati asiatici in rally in scia al balzo dei corsi del greggio e ai positivi dati sull’export cinese. Dopo una seduta di guadagni di
poco inferiori all’1% per Wall Street, alla riapertura dei mercati in Asia Tokyo ha continuato ad apprezzarsi grazie al nuovo
indebolimento dello yen e tutte le piazze della regione hanno segnato guadagni dopo che la General Administration of Customs
(l’autorità delle dogane cinesi) ha comunicato che in marzo l’export è cresciuto in Cina, mettendo fine a una striscia negativa di
otto mesi, dell’11,5% (18,7% in yuan) contro il crollo del 25,4% registrato in febbraio e il progresso del 10,0% del consensus.
Anche se i dati di marzo tradizionalmente subiscono distorsioni dovute alle festività del Capodanno cinese, le indicazioni sono
in controtendenza rispetto al costante rallentamento evidenziato dalla Cina da diverso tempo a questa parte. E l’effetto si è
sentito anche sui corsi delle principali materie prime, con significativi guadagni per rame e zinco e con il minerale di ferro che ha
raggiunto il limite di apprezzamento giornaliero in Cina. Stabile l’oro che martedì aveva toccato i massimi di tre settimane.
Discorso diverso per il petrolio, in flessione di circa l’1% dopo il 13% guadagnato nelle ultime tre sedute: rimangono timori che
l’incontro dei maggiori produttori previsto per il weekend a Doha non generi risultati rilevanti, ma a vincere sono soprattutto le
prese di beneficio. A fine seduta il Nikkei 225 ha registrato un balzo del 2,84% (leggermente inferiore il guadagno dell’indice più
ampio Topix, apprezzatosi del 2,55%), al traino soprattutto dei titoli legati alle materie prime (ma la migliore performance
dell’indice è stata di Shinsei Bank, che ha sfiorato un guadagno dell’8% in intraday). La piazza di Seoul è rimasta chiusa in
occasione delle elezioni per il rinnovo dell’Assemblea nazionale (il Parlamento sudcoreano).
Complessivamente la seduta è stata più che positiva, considerando che l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, ha
sfiorato un progresso del 2% nella sesta giornata consecutiva di guadagni. Significativo l’apprezzamento di Sydney al traino,
ovviamente, dei titoli delle materie prime (i big del settore, a partire da Rio Tinto e Bhp Billiton, hanno segnato guadagni del 5-
1
6%) ma anche dalle buone performance del comparto finanziario: l’S&P/ASX 200 ha guadagnato l’1,47% al termine della
seduta. Vero e proprio rally, invece, per tutte le piazze cinesi. Avvicinandosi alla chiusura Shanghai Composite e Shanghai
Shenzhen Csi 300 guadagnano oltre il 2% e ancora migliore è la performance dello Shenzhen Composite. Performance simili
anche per l’Hang Seng di Hong Kong, mentre sfiora addirittura un balzo del 4% l’Hang Seng China Enterprises Index,
sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China.
PREAPERTURA ITALIA/EUROPA
Future sugli indici azionari europei in netto progresso: Eurostoxx 50 +1,4%, DAX +1,2%, CAC 40 +1,4%, FTSE 100 +0,7%. Le
chiusure dei principali indici europei della seduta precedente: Eurostoxx 50 +0,59%, Francoforte (DAX) +0,81%, Parigi (CAC
40) +0,77%, Londra (FTSE 100) +0,68%, Milano (FTSE Mib) -1,57%. Future sugli indici azionari americani al momento in rialzo
dello 0,3-0,4 per cento. Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +0,97%, Nasdaq Composite +0,80%, Dow
Jones Industrial +0,94%. Tokyo in forte rialzo con il Nikkei 225 a +2,84%. Ottima performance per le borse cinesi: l'indice CSI
300 di Shanghai e Shenzhen al momento segna +2,2% circa, mentre a Hong Kong l'indice Hang Seng al momento segna
+2,8% circa. Euro in correzione dopo aver toccato ieri mattina il massimo da ottobre contro dollaro a 1,1465. Al momento
EUR/USD oscilla in area 1,1350. Future obbligazionari eurozona in lieve flessione. Il Bund future segna 163,28 punti dai
163,43 delle 17:30 della seduta precedente, ed è in ribasso dello 0,02% rispetto alla chiusura delle 22:00. Petrolio sui livelli più
elevati da novembre. Il future sul Brent si spinge fin sui 44,80 $/barile, quello sul WTI a 42,25 $/barile. Oro in flessione rispetto
ai massimi da marzo a 1264,60 $/oncia toccati ieri mattina. I prezzi al momento oscillano in area 1251 $/oncia.
DATI MACRO ATTESI
Martedì 12 aprile 2016
01:50 GIA Indice prezzi alla produzione mar;
04:40 CINA Saldo bilancia commerciale mar;
08:45 FRA Inflazione mar;
09:00 SPA Inflazione (finale) mar;
11:00 EUR Produzione industriale feb;
14:30 USA Vendite al dettaglio mar;
14:30 USA Indice prezzi alla produzione mar;
16:00 USA Scorte delle imprese feb;
16:30 USA Scorte settimanali petrolio e derivati;
20:00 USA Beige Book (Fed).
HEADLINES
Usa: Lacker (Fed di Richmond) prevede ancora quattro rialzi dei tassi nel 2016
Secondo Jeffrey Lacker, capo della Federal Reserve Bank di Richmond che quest'anno non è membro votante del Federal
Open Market Committee (Fomc), l'istituto centrale Usa dovrebbe confermare i suoi piani iniziali di quattro rialzi dei tassi nel
corso del 2016. Obiettivo annunciato in dicembre, in occasione del ritorno a una politica espansiva per la prima volta dal 2006.
Recentemente però la Fed aveva stimato in soli due i rialzi previsti quest'anno. "La mia sensazione è che il ritmo meno
piacevole, ma comunque graduale di aumenti dei tassi di riferimento che i membri del Fomc hanno presentato a fine anno è
ancora il più appropriato", ha dichiarato Lacker parlando alla University of North Carolina di Wilmington.
Cina: export cresce dell'11,5% in marzo oltre le attese. Import in calo del 7,6%
Secondo i dati diffusi dalla General Administration of Customs (l'autorità delle dogane cinesi), in marzo l'export è cresciuto in
Cina, mettendo fine a una striscia negativa di otto mesi, dell'11,5% contro il crollo del 25,4% registrato in febbraio (11,2% in
gennaio) e il progresso del 10,0% del consensus. L'import è invece sceso del 7,6% su base annua contro il declino del 13,8% di
febbraio (e del 18,8% in gennaio) anche in questo caso meglio rispetto al declino del 10,2% del consensus.
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Giappone: indice prezzi alle imprese (Cgpi) cala del 3,8% in marzo
Secondo quanto comunicato dalla Bank of Japan, in marzo l'indice dei prezzi all'ingrosso alle imprese (Cgpi, Corporate Goods
Price Index) segna un declino su base annuale del 3,8% contro il calo del 3,4% di febbbraio (e del 3,2% in gennaio) e il 3,5%
del consensus. Si tratta del dodicesimo mese consecutivo di arretramento. Su base mensile, l'indice cala dello 0,1% contro lo
0,2% di febbraio (e l'1,0% di declino di gennaio) e a fronte di una lettura piatta attesa dagli economisti.
Goldman Sachs chiude con 5,06 miliardi di dollari le pendenze sugli RMBS
Goldman Sachs ha raggiunto un accordo definitivo con il Residential Mortgage-Backed Securities Working Group della task
force U.S. Financial Fraud Enforcement (RMBS Working Group) per la risoluzione delle indagini in corso. I termini dell'accordo
prevedono che Goldman Sachs paghi 2,385 miliardi di dollari alla Civil Division del Dipartimento di Giustizia. Altri 875 milioni di
dollari saranno versati alle procure citate, a NCUA e alla FHLBCD. Altri 1,8 miliardi di dollari andranno a sollievo dei
consumatori tramite le procure e soprattutto nella forma di cancellazione delle esposizioni di debitori che hanno prestiti scivolati
sotto il valore nominale o in condizioni di stress finanziario ed emessi da Goldman Sachs, nel finanziamento della costruzione,
della ristrutturazione e della manutenzione di immobili e nel supporto alla ristrutturazione del debito oltreché in programmi di
miglioramento dell'housing e iniziative affini.
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