senza lasciare nulla al caso

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senza lasciare nulla al caso
Viste
per voi ISA 50 LIBERTY
Libertà di OSARE
Decisamente singolare, il 50 metri di Isa è una nave con ambienti dalle atmosfere insolite, omaggio al
mare e all’arte contemporanea. Teak, madreperla, tessuti e specchi creano un gioco di richiami e luci riflesse
senza lasciare nulla al caso
testo di Marina Mancuso foto di Marc Paris
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Nel salone del ponte principale (foto sopra), i maggiori
elementi decorativi sono il
legno dai toni di color taupe,
le tappezzerie verde acqua, i
mobili specchiati che creano
un intenso gioco di luce,
tende di lino turchese e con
disegni colorati che riprendono le sedie del tavolo da pranzo sui toni del marrone, il
tavolo in vetro bronzato e le
lampade di bronzo disegnate
su misura da un artigiano
parigino.
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Ogni nave di queste dimensioni (50
metri di lunghezza per 500 tonnellate di peso) è, per forza di cose, un
oggetto unico. Liberty, però, si presenta come
una mastodontica opera (d’arte) non solo customizzata sulle richieste del suo armatore, ma anche
davvero, decisamente, senza ombra di dubbio, originale. Questo è un termine abusato da uffici tecnici, progettisti,
designer e, per finire, giornalisti, quando parlano di una nuova
barca cercando di esaltare un prodotto che per molti versi ce ne
ricorda mille altri, certamente non uguali ma sicuramente simili.
Nel nostro caso, però, parlare di originalità è davvero d’obbligo.
L’elemento acqua, imprescindibile in tutti progetti nautici, qua ha
un ruolo più che fondamentale. È stato, infatti, il leitmotiv di tutto
il progetto che ha visto la collaborazione tra l’ufficio tecnico del
cantiere, Andrea Vallicelli, già firma di altri megayacht di Isa, e
Maria Stefania Biondo Dalla Casapiccola, interior designer che per
la prima volta esordisce in campo nautico, portando con sé una
ventata d’innovazioni “artistiche”. È a lei che si deve gran parte
della peculiarità di questa nave, frutto, quindi, di una “contaminazione” di settori diversi, in questo caso ben riuscita. «Contrariamente a quanto avviene nei progetti edilizi, lo spazio è immutabile, confinato dallo scafo stesso, senza alcun margine di manovra, neanche di pochi centimetri. È stato questo progetto, più che
qualsiasi altro mio lavoro precedente, che mi ha insegnato che con
passione, tenacia e molto studio si può davvero realizzare tutto,
anche ciò che i tecnici giudicano inizialmente “impossibile”», ci racconta.
La forza delle forme
Liberty è una nave dislocante in acciaio e alluminio a tre ponti, primo
di una serie di 50 metri. Lo scafo scuro è stato abbinato a una sovrastruttura bianca, mentre il rosso corallo colora la linea di galleggiamento, richiamando da subito una tonalità fondamentale nel suo
interno. Il disegno filante e le finestrature allungate vogliono dare
alla nave un senso di movimento anche da ferma.
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Andrea Vallicelli, che firma le linee esterne, aveva l’obiettivo di
disegnare spazi ampi, riservando scale e passaggi all’equipaggio,
per garantire la privacy di ospiti e armatori. Sull’esterno di ogni
ponte sono state progettate grandi zone che possono essere allestite in maniera diversa a seconda delle situazioni (relax, pranzo o divertimento). Il ponte sole a prua ospita un bar semicircolare rivestito in legno e ardesia, materiali insoliti in queste
situazioni, oltre a un tavolo ovale ombreggiato e diverse cuscinerie e poltrone, mentre il ponte superiore vede la parte prodiera occupata dalla classica area prendisole e quella poppiera
organizzata come un salotto all’aperto. Il main deck, infine, è
arredato con sedie, divani e tavolo.
In basso e a destra: questo salone è l’unico ambiente in cui il fulcro non è una gigantografia fotografica. Qui il “protagonista” è
il bar riempito di acqua che, con effetti di luce effervescente e
colorata, richiama volutamente il mare. Lo spazio è molto tecnologico e le pareti sono rivestite di sughero per garantire una
grande insonorizzazione. Un tocco di originalità è dato dal top
di ardesia trattata con effetto arrugginito.
Dalle case alle barche
Nata a Madrid da padre sudamericano e da madre italiana, Maria
Stefania Biondo Dalla Casapiccola
ha studiato interior design a Londra e decorazione e restauro a
Roma.
Ha vissuto in vari Paesi (Spagna,
Regno Unito, Francia e Stati Uniti)
e recentemente trascorre molto
tempo in Russia. Qui ha seguito
una villa di nuova costruzione di
3.000 mq per un oligarca, diversi
attici in pieno centro e negozi, tra
cui un’esclusiva enoteca per la
degustazione di champagne. Il suo
studio, Bdc Interior Design &
Decor, si trova a Mosca.
Come è stata questa sua prima
“esperienza nautica” e quali sono
state le principali difficoltà legate
a un settore nuovo per lei?
Al di là della sfida iniziale, lavorare su
un progetto insolito come il Liberty è
stata un’esperienza dalla quale ho
ricevuto nuovi stimoli e insegnamenti
da riutilizzare anche nei progetti su
terra ferma. La maggiore difficoltà che
ho incontrato è stata quella relativa
allo studio degli spazi e ai numerosi
vincoli tecnici.
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È stato difficile accontentare le
richieste di armatore e cantiere? Si
è sentita libera di intervenire come
voleva o le sono stati posti molti
limiti?
L’armatore voleva uno yacht lussuoso con tutti i comfort e le più moderne
tecnologie, dove trascorrere momenti
sereni con la sua famiglia. Al nostro
primo appuntamento mi mostrò le
foto dello yacht di un suo conoscente:
un trionfo di opulenza fatta di legni,
ori, moquette e velluti, da cui era
rimasto impressionato, ma non convinto.
Per una famiglia giovane e dinamica
come la sua, infatti, quel tipo di lusso
non era certo la scelta giusta. Insieme
abbiamo quindi deciso di creare
ambienti confortevoli e personali, ispirati al mare in modo nuovo. Fu allora
che nacque l’idea di trasformare gli
ambienti di Liberty in una sorta d’immersione marina, “popolando” lo
scafo di creature e dettagli presi in prestito al mare.
Per quanto attiene ai limiti, tutto
sommato, non credo di potermi
lamentare. A parte i vincoli tecnici,
quelli di spazio e ovviamente di budget, ho avuto la fortuna di lavorare
con una squadra di tecnici non solo
competenti, ma anche disposti a trovare soluzioni alternative (a volte
anche molto complesse!). Senza di
loro alcune mie idee non avrebbero
potuto essere realizzate. Penso ad
esempio al bar dell’upper deck, la cui
base è costituita da una vasca riempita d’acqua in cui tante bollicine,
come quelle emesse dai subacquei,
vengono illuminate da led multicolore.
È soddisfatta del risultato ottenuto
e ha intenzione di continuare a
lavorare nel settore nautico?
Si, è stato un lavoro davvero gratificante, non solo per me ma soprattutto per gli armatori, che sono entusiasti. Trascorro da sempre le mie vacanze in mare, e mi sono sempre stupita
che gli interni degli yacht moderni s’ispirassero più a ciò che sta sulla crosta
terrestre piuttosto che all’ambiente che
li avviluppa, ovvero i fondali marini.
Per il momento sto lavorando principalmente sulla terra ferma di Mosca
e di Londra ma immergermi nuovamente “negli abissi”, professionalmente parlando, è certamente un’esperienza che ripeterei volentieri in
futuro.
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In queste immagini, alcuni particolari di opere
presenti sulla nave. L’armatoriale ospita due
busti maschili e femminili (in alto a sinistra e a
fianco a destra) di David Begbie, artista scozzese le cui sculture sono caratterizzate da un senso
d’immaterialità dovuto al supporto cavo in
maglia metallica, mentre la forma ricavata in
questo “guscio” suggerisce la grande potenza
plastica ed erotica del corpo umano. Qui c’è
anche un rilievo in acciaio inox, lucidato a specchio, della serie Luce di Helodon Xhixa, artista
nato in Italia e conosciuto in tutto il mondo.
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È passando all’interno di Liberty, però, che si capisce davvero perché il mare è protagonista assoluto del progetto: ogni ambiente
è stato realizzato attorno a un “esponente” della fauna o della flora
marina da cui per altro prende il nome. Ogni spazio – tartaruga,
cavalluccio marino, squalo, nautilia, gambero, stella marina e corallo – è quindi dominato da una gigantografia fotografica, punto
focale sottolineato anche da un’illuminazione a effetto.
Questi elementi marini, inoltre, influenzano e in parte determinano
la scelta di materiali e dettagli decorativi per cui, per esempio, la cabina tartaruga ha le pareti rivestite da una seta goffrata simile al guscio,
mentre i comodini e la testata del letto sono di un cuoio che sembra
la pelle dell’animale e la texture delle tende in seta ne riproduce il
guscio. Il bagno è caratterizzato da pareti in pietra grigia e da un
lavandino scolpito da tante piccole tartarughe, mentre le maniglie
sono in bronzo… tartarugato. Nulla è stato lasciato al caso, insomma.
Un filo conduttore di tutti gli ambienti è dato dai colori, in particolare il beige e il grigio che ricordano i fondali, su cui spiccano i
tocchi più accesi del turchese e del corallo.
Tutte le gigantografie, tranne quelle di squalo e tartaruga, sono firmate da Gianluca di Pompeo, un fotografo di Ancona appassionato di fondali marini. Per ciascun ambiente è stato scelto un tipo di
pietra e di tessuto diverso, con una preferenza per i materiali naturali o in qualche modo legati al mare.
Caratteristica importante di questi spazi, poi, è l’uso diffuso del
teak, presente non solo nei pavimenti esterni ma anche in quelli
degli interni, ponte inferiore escluso. È un teak trattato e sbiancato, che crea una certa continuità con quello esterno, che il passare
del tempo e il sole renderanno sempre più chiaro.
Nella suite dei proprietari (sopra) predominano
madreperla, legni beige e laccati, teak (pavimento)
e pelle (mobili). «Sono molto orgogliosa della cabina degli armatori. La sua musa ispiratrice è la nautilia, una conchiglia bianca dai riflessi turchesi.
Della stessa forma sono anche le lampade da parete in bronzo, le maniglie delle porte e i riflessi turchesi della nautilia sono ripresi nella stoffa del diva-
no e dei cuscini che decorano il letto e le poltrone».
(Maria Stefania Biondo Dalla Casapiccola)
Nel bagno degli armatori (sotto) il pavimento e
i piani sono in pietra dufour con fossili marini
incrostati. I lavandini e la doccia sono scavati
in un tipo di pietra che ricorda gli scogli, mentre le pareti sono ricoperte da mosaici dai toni
madreperlati.
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12 posti letto
I
del Liberty sono così
organizzati:
quattro
cabine doppie
nel ponte inferiore,
a centro barca,
una
grande suite per
gli armatori
nel main deck e una
vip sul ponte
superiore.
Tutti i mobili sono stati progettati su misura con la possibilità di
poterli usare in diverse posizioni: questa caratteristica permette di
cambiare il layout degli ambienti, senza doverli riprogettare.
Le funzioni elettroniche di tutto lo yacht sono gestite da un sistema di domotica di ultima generazione, ogni cabina ha il suo rec
per ipod, dvd, televisione.
La motorizzazione è affidata a una coppia di Mtu 12V4000 M71 da
2.480 cavalli grazie alla quale il 50 metri può superare i 16 nodi di
velocità massima. L’autonomia è di 2.220 miglia nautiche a una
velocità di 14 nodi, ma se si tiene una media di 13 nodi sale a
3.100 miglia.
LA SCHEDA
COSTRUTTORE Isa – International shipyards Ancona, Ancona, tel. 071 502191, [email protected],
www.isayachts.com
PROGETTO Ufficio tecnico del cantiere (concept e
architettura navale) • Andrea Vallicelli (design esterno) • Maria Stefania Biondo Dalla Casapiccola Bdc
interior design & decor (design interno) • Andrea
Lucantoni e Sandro Spaziani (project manager del
cantiere) • Paul Egerton e James McCarthy (project
manager dell’armatore)
SCAFO Lunghezza m 49,95 • lunghezza al galleggiamento m 42,70 • larghezza m 9 • immersione m 2,50
• posti letto 12 • equipaggio 12 persone (6 cabine) •
riserva acqua lt 15.000 • riserva combustibile lt
83.000 • dislocamento a pieno carico ton 493 • dislocamento a mezzo carico ton 460 • gross tonnage 495
• materiale di costruzione acciaio e alluminio • velocità massima 16,80 nodi • autonomia a 14 nodi 2.200
mn • consumo a velocità di crociera 255 lt/h
MOTORI Due Mtu 12V 4000 M71 • potenza cv 2.480
(1.850 kW) • 12 cilindri a V • alesaggio x corsa mm 165
x 190 • cilindrata cc 2.972
CERTIFICAZIONE Lloy’d Register of Shipping
100°1 SSC yacht mono G6
Lcm, Ums Mca, Ly2
Code, Unrestrincted
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La costruzione di questa nave è durata
circa
.
300 persone
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due anni e ha coinvolto