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stop alle discriminazioni
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S TO P A L LE DI SC R IM IN A ZI O NI
Federica Paragona - Daniele Terriaca
STOP
ALLE DISCRIMINAZIONI
Differenze di Genere e di Orientamento sessuale
“Ne ssu no p uò e sse re li b er o s e c ostre tto ad
e sse re si m i le ag li altr i”
( Oscar Wi ld e ) Federica Paragona - Daniele Terriaca
Il Progetto-Pilota “Educare al rispetto delle differenze”
realizzato presso l’Istituto Tecnico Agrario
“Emilio Sereni” di Roma Stop_discriminazioni_cover:Layout 1 26/03/2012 11:46 Pagina 2
La presente pubblicazione raccoglie i principali esiti del Progetto-Pilota “Educare al rispetto
delle differenze” finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
– Dipartimento per l’Istruzione e realizzato nell’anno scolastico 2010/2011 da
A.GE.D.O. - Associazione GEnitori, parenti e amici Di Omosessuali presso l’Istituto
Tecnico Agrario “Emilio Sereni” di Roma.
Sono autori del volume:
Patrizia Marini Dirigente I.T.A. “E. Sereni” - Roma
Giovanna Boda Dirigente Dipartimento per l’Istruzione –
Direzione Generale perlo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione
Ufficio 3 MIUR
Berardino Di Bernardino docente di Religione presso l’I.T.A. “E. Sereni”
Ettore Ciano Presidente A.GE.D.O. Roma
Carlo Terriaca Vice Presidente A.GE.D.O. Roma
Federica Paragona psicologa, psicoterapeuta A.GE.D.O. Roma
Daniele Terriaca psicologo, psicoterapeuta A.GE.D.O. Roma
Angela Piliu economista, esperta in analisi di dati statistici
Revisione dei testi:
Alessandra Antinori
Un ringraziamento particolare a:
- Giuseppe Pierro, collaboratore Dott.ssa G. Boda, MIUR
- gli alunni delle classi Terza B e Terza Ambientale
- i docenti dell’I.T.A. “E. Sereni”
Progetto grafico a cura di
Diana Oreffice
Stampa tipografica
G.P.S. Srl - Roma
Per ulteriori informazioni sul progetto “Educare al rispetto delle differenze” è possibile
scrivere a:
Patrizia Marini - [email protected]
Federica Paragona - [email protected]
Daniele Terriaca - [email protected]
Finito di stampare presso G.P.S. Srl - marzo 2012
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STOP
ALLE DISCRIMINAZIONI
Differenze di Genere e di
Orientamento sessuale
Il Progetto-Pilota
“Educare al rispetto delle differenze”
realizzato presso l’Istituto Tecnico Agrario
“Emilio Sereni” di Roma
a cura di
Federica Paragona e Daniele Terriaca
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“E' bello pensare che siamo tutti uguali, ma è
bello pensare anche che siamo tutti diversi”
Lucio Dalla
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Indice
Premessa
Giovanna Boda . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag.
7
Introduzione
Patrizia Marini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag. 11
1. Il Progetto-Pilota “Educare al rispetto delle differenze”:
l’impegno dell’A.GE.D.O. Roma
Ettore Ciano e Carlo Terriaca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
13
2. Il mondo della scuola: risorse e opportunità per
combattere le discriminazioni
Berardino Di Bernardino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
15
3. Omossessualità e psicologia:
un po’ di storia tra il XIX e XX secolo
. . . . . . . . . . . . .pag
17
4. Il Progetto-Pilota “Educare al rispetto delle differenze”:
origini, destinatari, obiettivi, metodologia . . . . . . . . . .pag
21
4.1 Origini . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
21
4.2 Destinatari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
21
4.3 Obiettivi. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
22
4.4 Metodologia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
23
5. Le attività realizzate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
24
5.1 Il corso per le/gli alunne/i . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
24
•
Voci e storie delle ragazze e dei ragazzi
dell’I.T.A. “E. Sereni” . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
27
5.2 Il corso per le/i docenti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
31
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6. La ricerca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
34
6.1 Descrizione del campione . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
34
6.2 Questionario 1: Omosessualità e clima scolastico . .pag
35
•
•
Risultati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
Alcune riflessioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
35
43
6.2 Questionario 2: Omosessualità e atteggiamenti
delle/dei giovani . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
44
•
Risultati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
44
•
Alcune riflessioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
62
Conclusioni . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
67
Appendice
Glossario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
Simboli LGBT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
71
77
Bibliografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
79
Siti web . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
82
Filmografia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
83
Questionari alunne/i . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .pag
85
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Stop alle discriminazioni
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Premessa
Le azioni di antidiscriminazione nel processo di sensibilizzazione della
comunità, attraverso politiche mirate al rispetto dell’orientamento sessuale di ciascuno, valorizzano la ricchezza della diversità e stabiliscono
l’uguaglianza di diritti civili e di espressione personale nel contesto
sociale.
La necessità di promuovere dibattiti, progetti e politiche che mettano
in luce la parità degli orientamenti sessuali è necessaria per lo sviluppo
identitario di ogni singolo individuo e per permettere il suo inserimento
in qualsiasi contesto, senza dover nascondere la propria natura, potendo
relazionarsi quotidianamente con l’altro, ambito in cui si viene a formare la propria appartenenza alla comunità, affiancata dalla necessità
dell’affermazione del proprio Sé che caratterizza ogni individuo.
L’importanza di questo percorso è fondata sulla volontà di far risaltare
la ricchezza insita nelle differenti esperienze che caratterizzano la vita
dell’individuo. Stabilire la propria identità di genere, per un omosessuale, è un percorso non sempre lineare e sereno, poiché il soggetto è
spesso vittima dei suoi timori, delle sue incertezze e delle sue debolezze, che rappresentano il riflesso di una società chiusa e ancora ghettizzata sull’esclusione del “diverso da me”, un sistema relazionale dove
l’individualismo imperante logora le relazioni sociali e i sistemi di interazione. L’esternazione dei pensieri, dei desideri o dei semplici atteggiamenti, sempre più spesso, è ostacolata da una cultura del
presente che individua i suoi modelli su categorizzazioni nette e su
prototipi delineati dalla paura, dalla violenza e dall’ignoranza. Acquisire informazioni e, quindi, consapevolezza di sé e dell’altro è un meccanismo molto delicato, intimo e profondo che richiede
l’abbattimento dei pregiudizi e degli stereotipi per potersi rispecchiare
negli occhi di chi abbiamo davanti, perm ettendo di sviluppare la capacità di interconnessione, di empatia tra uomini e donne senza vivere
nel timore del proprio orientamento sessuale.
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L’intento finale della vita dell’essere umano dovrebbe essere la necessità costante di ampliare e di approfondire il proprio sapere, il proprio
amore per la cultura, nel suo senso più esteso, attraverso l’informazione e la conoscenza di realtà differenti dalla propria, senza mai porsi
in una posizione di superiorità o di dominio verso l’altro. L’atto discriminatorio allontana l’individuo da questo percorso, conducendolo
verso il decadimento e l’isolamento, che implicano una riduzione delle
capacità di pensiero e di elaborazione dei propri sentimenti, avvicinando l’essere umano ad un automa che segue un istinto manipolato
dal non sapere e dalla paura.
La prima forma di società con la quale interagiamo e dove ci formiamo
è la famiglia, il nucleo di appartenenza biologica ed emotiva che ci
lega indissolubilmente, nel bene o nel male, ad altri individui. E’ attraverso i nostri genitori, i nostri fratelli e le nostre sorelle che iniziamo a comprendere le dinamiche degli eventi che ci ruotano attorno,
il loro proiettarsi in noi e le modalità con cui esprimiamo tali proiezioni nel nostro quotidiano. Gli insegnamenti che riceviamo da loro
potranno essere parte integrante dei principi che ci accompagneranno
lungo la nostra esistenza e che regoleranno i nostri rapporti sociali: in
questo contesto rientra anche l’educazione sessuale e l’educazione e
sensibilizzazione verso l’orientamento sessuale delle persone con le
quali interagiremo. Avere una famiglia che condivide il proprio Amore
scevro da qualsiasi forma di classificazione ed esclusione, potrà aiutare
alla formazione di individui liberi e aperti al confronto, che si opporranno alla violenza e all’ignoranza di coloro che vivono confinati in
un ambiente privo di stimoli e di confronti costruttivi attraverso le
differenze.
Dalla famiglia, dal processo educativo iniziato tra le mura domestiche,
e dall’istituzione scolastica, luogo in cui il processo educativo trova
la sua massima espansione, dovrebbe sorgere il messaggio di uguaglianza e di rispetto per la dignità di ogni cittadino, di ogni individuo,
favorendo l’ascolto e il dialogo. Purtroppo ciò non sempre avviene,
bensì ci troviamo a dover affrontare una problematica molto diffusa
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come il bullismo omofobico e le sue svariate sfaccettature. La violenza
non è sempre una violenza visibile, fisica o manifesta, ma spesso, tra
i più giovani, assistiamo a derisioni, caricature, sottili pressioni psicologiche che si manifestano con l’esclusione dal gruppo dei propri
compagni o con la costante sottolineatura di una diversità “malata” da
curare. Per prevenire queste manifestazioni irrazionali nate da una società talvolta distorta nei valori si ha la necessità di promuovere un sistema educativo fondato non sulla semplice tolleranza, ma
sull’uguaglianza totale degli individui, sostenendo i loro diritti e i loro
bisogni di cittadini, ma in primis di esseri umani.
Ciò che viene richiesto ad ogni componente della società è di amplificare la propria capacità di ascolto, non solo fisica, ma soprattutto
emotiva, per poter accedere ad un mondo nuovo, spesso tortuoso e
pavimentato di spine e di silenzi nati dal timore dell’esporsi, del rivelarsi per ciò che si è realmente: un giardino che può accrescere la bellezza di un mondo sempre più veloce e sempre con meno confini fisici
e culturali. A questo scopo è rilevante comprendere la pienezza e l’importanza dell’Amore, un sentimento universale che non conosce limiti,
che non conosce differenze razziali, religiose, politiche o sessuali.
Amare l’altro vuol dire amare ciò che l’altro porta dentro di sé e la sua
capacità di esternarlo verso chi è pronto a riceverlo, a prescindere da
quale sia il suo involucro esteriore. Nessuno può spezzare i nodi che
solo l’Amore può generare, nessuno deve essere il boia che recide le
radici di un fiore che risplende attraverso i mille colori dell’Amore.
Giovanna Boda
Dirigente Dipartimento per l’Istruzione – Direzione Generale per lo Studente,
l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione - Ufficio 3 MIUR
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Introduzione
Nel 2006 il Parlamento Europeo ha definito l’omofobia: “una paura e
un’avversione irrazionale nei confronti dell’omosessualità e di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali (LGBT), basata sul pregiudizio e analoga al razzismo, alla xenofobia, all’antisemitismo e al sessismo”.
Con il termine omofobia si indica una paura irrazionale che, purtroppo, è presente anche nelle scuole in cui non esiste la cultura della
conoscenza.
Molto spesso il comportamento omofobico può degenerare nel bullismo, a volte in forma anche molto aggressiva, per cui deve essere assolutamente controllato e contrastato attraverso le “educazioni”.
La Scuola italiana, in conformità con l’art. 3 della Costituzione, che
definisce i cittadini essere tutti uguali, deve promuovere azioni atte a
sviluppare ed a sostenere il rispetto della cittadinanza e della dignità,
deve favorire il dialogo nei confronti degli attori e contribuire al superamento dei pregiudizi e dell’intolleranza.
La scuola, quindi, ha il dovere di potenziare la cultura della legalità
nei giovani e nelle loro famiglie ed il Progetto attuato nell’I.T.A. “ E.
Sereni”, grazie alla collaborazione dell’Associazione A.GE.D.O. e del
MIUR, ha rappresentato un importante momento di riflessione per i
docenti, per gli studenti e per i genitori su tematiche tanto attuali ed
essenziali.
Convinta che la scuola e la famiglia devono costituire un forte patto
di cittadinanza, all’interno del quale nessuno deve sentirsi escluso,
spesso mi rivolgo al personale e all’utenza, diretta e indiretta dell’Istituto, per affermare che : “Al Sereni nessuno è escluso, ovvero che sereni
si è al Sereni”.
Il progetto formativo e informativo “Educare al rispetto delle differenze” sviluppato all’interno dell’I.T.A. “Emilio Sereni”di Roma, rappresenta un progetto Pilota Nazionale che, teso alla prevenzione
dell’intolleranza, ha messo a disposizione delle famiglie e degli studenti
le informazioni e l’assistenza necessarie per debellare fenomeni degeStop alle discriminazioni
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nerativi di violenza, responsabili molto spesso del disagio giovanile.
Gli stili di vita privata hanno subito molte trasformazioni e il comportamento virtuoso, sviluppato per il bene della comunità entro la
quale si viveva, è stato purtroppo distorto e gli adolescenti, oggi, sono
spesso privi di regole in quanto gli adulti non sono in grado di trasmettere loro la forza dei valori più autentici.
L’esperienza sviluppata al “Sereni” nell’anno scolastico 2010/2011
rappresenta quindi una best practice, che potrà essere trasmessa ad
altri Istituti e fatta conoscere a molti altri studenti e genitori, perché
il compito della scuola è quello di rimuovere tutti quegli ostacoli che,
limitando la libertà e l’uguaglianza degli studenti e dei cittadini, impediscono il vero sviluppo della persona.
Lo studente raggiunge la maturità solo nel momento in cui riesce a
concepire “l’altro” uguale a sè e ad apprezzare il valore della differenza.
Per tale motivo, la cooperazione tra istituzioni e associazioni è indispensabile al fine dello sviluppo di un modus operandi capace di favorire un cambiamento culturale fondato sulla CULTURA del
RISPETTO.
Al MIUR, Direzione Generale dello Studente, nella persona della
Dott.ssa Giovanna Boda, all’A.GE.D.O. e ai suoi collaboratori rivolgo
un particolare ringraziamento per l’opera svolta con grande professionalità e umanità.
Patrizia Marini
Dirigente dell’I.T.A. “E. Sereni” di Roma
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1. Il Progetto-Pilota “Educare al rispetto delle differenze”: l’impegno
dell’A.GE.D.O. Roma
di Ettore Ciano e Carlo Terriaca
L’A.GE.D.O. Associazione GEnitori, parenti e amici Di Omosessuali
ha elaborato e condotto con grande interesse il Progetto–Pilota “Educare al rispetto delle differenze” destinato agli alunni e agli insegnanti
dell’I.T.A. “E.Sereni” di Roma.
Tale interesse nasce dalle stesse finalità istituzionali dell’Associazione,
che consistono nell’offrire solidarietà contro il disagio causato dal rifiuto delle persone omosessuali, all’interno e fuori delle famiglie ed
anche nell’offrirsi quale interlocutore in ogni esperienza formativa,
tesa alla lotta contro i pregiudizi ancora largamente esistenti.
Come è ormai accertato l’omosessualità non è una malattia, né una
devianza, né una scelta, ma come è stata definita dall’Organizzazione
Mondiale della Sanità, “una naturale variante della sessualità umana”
e in essa si riconosce tra il 5 e il 10 % della popolazione mondiale.
Educare all’esistenza dell’omosessualità significa anzitutto affrontare
la grave presenza di atteggiamenti omofobici, basati su ignoranza e
pregiudizio, decostruendo gli stereotipi del maschile e del femminile,
che ancora gettano sull’omosessualità un’ombra di anormalità.
Ma prima ancora significa spiegare la diversità, cioè accompagnare alla
scoperta della pluralità e della complessità della natura umana e dei
suoi valori, nell’ottica di far crescere cittadini più consapevoli e dunque culturalmente più ricchi.
E’ fin troppo facile capire quale può essere l’importanza del ruolo della
Scuola in tale processo formativo.
Nelle pagine che seguono vengono descritte nel dettaglio le diverse
fasi del progetto, svolto da due psicologi – psicoterapeuti
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dell’A.GE.D.O. assieme agli alunni e ai professori di alcune classi
dell’I.T.A. “E.Sereni”, nell’arco di alcuni mesi.
L’analisi dei risultati, quale emerge dal materiale prodotto, appare decisamente confortante.
Con ciò, non si vuol dire di aver risolto ogni problema (la strada è
piuttosto lunga, se si guarda al complesso degli strumenti scolastici
che hanno come tema la sessualità in genere) ma di aver piuttosto fatto
emergere attenzioni e sensibilità, grazie all’impegno e all’accoglienza
della Dirigente, alla costante presenza del referente interno del progetto e alla viva collaborazione degli insegnanti e degli studenti coinvolti. L’impressione è che ci sia grande spazio per lavorare e che
proprio all’interno della Scuola debbano essere enfatizzati e culturalmente indirizzati quei segni di crescita che da qualche tempo si vanno
riscontrando nella società civile del nostro paese, pur tra tante difficoltà ancora persistenti.
E’ necessario dunque procedere su questa strada (e in questo senso ci
auguriamo che il modello proposto possa essere appunto “pilota” per
altre esperienze) perché è fuor di dubbio che trattando nella Scuola il
grande tema del rispetto della persona umana e del conseguente ampliamento dell’area dei diritti, si concorre a costruire una società migliore.
Da ultimo, ma certo non meno importante, va detto che tali esperienze costituiscono un feedback di tutto rilievo per la crescita qualitativa dell’A.GE.D.O. nell’esplicarsi delle proprie attività e dunque
all’Istituto che ci ha ospitato va il nostro sincero ringraziamento e la
promessa che, se chiamati ancora, non ci tireremo indietro.
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“Se tu sei diverso da me, mi fai più ricco”
Helder Camara
2. Il mondo della scuola: risorse e opportunità per combattere le discriminazioni
di Berardino di Bernardino
“Sono forse io il custode di mio fratello?” è questa una domanda antica,
biblica, che spesso molti di noi si fanno trovandosi di fronte a un problema non propriamente sentito come personale. I limiti degli altri non
ci toccano, le difficoltà degli altri troppo spesso non ci colgono preparati, quando addirittura ci trovano abbarbicati sulle nostre sicurezze,
certezze o stereotipi. E’ in quei momenti che pronunciamo le nostre
sentenze o i nostri rifiuti al dialogo o alla ricerca delle migliori soluzioni, quelle umane, quelle che dovrebbero condurci alla comprensione,
alla solidarietà, all’amore.
Può e deve una scuola educare a tutto questo?
Sono un insegnante di Religione Cattolica e da circa venti anni svolgo
il mio lavoro presso l’Istituto Tecnico Agrario “E. Sereni” di Roma.
La Dirigente del mio Istituto mi ha incaricato di seguire il Progetto
“Educare al rispetto delle differenze” e quando ho conosciuto il presidente e il vicepresidente dell’associazione A.GE.D.O. (Associazione
Genitori di Omosessuali) la domanda segreta che mi sono posto è
stata: “A quanti potrà essere utile questo intervento presso la nostra
scuola?”
Scoprire la diversità, conoscerla-riconoscerla e saperla chiamare, può
essere un vero momento di apprendimento anche culturale, scolastico,
di rispetto umano e fraterno.
Io insegnando religione cattolica conosco molto bene il peso della discriminazione dei ruoli, delle idee, delle persone. Spesso si è chiamati con il “don” e
non in segno di arcaico rispetto ma come fosse uno sfottò, se poi accade qualcosa a livello ecclesiale ecco erigersi le barricate e le similitudini con la tua persona… lo stesso accade con gli psicoterapeuti e gli operatori di Associazioni
“particolari” come l’A.GE.D.O. ad esempio.
Quando ho presentato il progetto ai miei colleghi, in sede di consiglio
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di classe, c’è stata una naturale attenzione e interesse, tipica però di chi
sa bene che non dovrà fare nulla e che non verrà richiesto niente ai suoi
comportamenti, impegni, orari e programmi!
Per fortuna per alcuni dei miei colleghi non è stato così, perché hanno
scelto di seguire un corso pomeridiano sui temi della discriminazione, preparandosi ad essere più capaci ad affrontare le sfide del nostro tempo. Questo è il miglior modo di essere dei buoni insegnanti.
Quando ho presentato il progetto agli alunni ho registrato tutto il
peso delle discriminazioni diffuse e del pressappochismo con il quale
si affrontano questi argomenti.
Ho scoperto che c’è un grande bisogno nella scuola di un’educazione
alla sessualità e alle relazioni umane, e questo tempo di crescita è insostituibile e non può essere delegato ai programmi televisivi pomeridiani o a facili deduzioni da muretto o nel gruppo dei pari. Il processo
educativo che si sviluppa attraverso un intervento progettato e svolto
da personale competente è immensamente più utile per la crescita dei
nostri giovani che qualsiasi ricorso alla minaccia come deterrente.
Nello svolgimento di questo progetto con i ragazzi ci siamo posti al loro
fianco pensando, non tanto di fare qualcosa di utile, ma di fargli vivere
qualche momento di scuola del desiderio, fosse anche magari solo il desiderio di confrontarsi liberamente, senza paure di voti, giudizi e etichettature, misurazioni, prodotti finali da redigere…
E’ stato bello vedere che in vari momenti i banchi e le seggiole as sumevano disposizioni diverse, in cerchio ad esempio, a sottolineare che
si era tutti in prima fila, uguali. Lezioni dialogate, con l’uso di strumenti multimediali portati in classe e la migliore disponibilità dei singoli a restare anche oltre il normale tempo di scuola.
Un ringraziamento finale all’associazione A.GE.D.O. e agli psicoterapeuti Dott.ssa Federica Paragona e Dott. Daniele Terriaca per averci
fatto “incontrare” sulla strada del rispetto e della diversità.
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3. Omosessualità e psicologia: un po’
di storia tra il XIX e XX secolo
Nella storia il comportamento non etero-orientato è sempre stato oggetto di pregiudizio, tanto che il diritto canonico e le norme giuridiche lo iscrivevano nel paradigma peccato-reato.
Il pregiudizio era talmente radicato che anche gli psichiatri del XIX
secolo accolsero questa eredità di moralismo e sessuofobia fino a considerare l’omosessualità come una patologia. Leopold Löwenfeld, ad
esempio, nella sua opera Vita sessuale e malattie nervose (1911), afferma: “... che la pratica omosessuale possa produrre danni al sistema
nervoso non v’ha dubbio”.
Gli psichiatri dell’epoca iniziarono così a cercare le cause di questa
patologia nelle caratteristiche fisiche della persona: cominciarono a
registrare minuziosamente le dimensioni del cranio e degli attributi
sessuali dell’essere umano. Per esempio, per Cesare Lombroso, medico
e antropologo, nell’omosessuale nato, come nel delinquente nato, è possibile rintracciare particolari stigmate anatomiche, fisiologiche e psicologiche 1 . In generale si va affermando la convinzione che gli
omosessuali sarebbero malati di effeminatezza e le donne lesbiche di
virilismo.
Verso la fine del 1800 e i primi del ‘900, con la nascita della psicoanalisi, Freud sposta il focus delle indagini dal soma alla psiche rimanendo comunque nell’ambito della ricerca delle spiegazioni o cause
dell’omosessualità, in quanto la visione freudiana resta ancorata ad un
modello normativo biologico in cui lo sviluppo “normale” deve esitare
nella genitalità eterosessuale.
Freud, infatti, formula varie ipotesi sulle eziologia dell’omosessualità
tra cui quella per cui un omosessuale maschio abbia una forte fissazione sulla figura della madre conseguente anche all’assenza di una figura paterna forte (Freud, 1910), oppure una mancata risoluzione del
complesso di Edipo per cui l’omosessualità sarebbe il risultato di
1. C. Lombroso, L’uomo delinquente, 1876
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un’eccessiva angoscia di castrazione (Freud, 1920). Per quanto riguarda l’omosessualità femminile, Freud ipotizzava, invece, un complesso edipico negativo, per cui la ragazza desidererebbe il padre e
vorrebbe avere un figlio da lui, ma, delusa dalla gravidanza della
madre, volterebbe le spalle al padre, rinunciando alla propria femminilità e scegliendo la madre come oggetto d’amore (Freud, 1920).
In seguito, le teorie psicoanalitiche, alla luce delle nuove scoperte, si
orientano verso studi che tentano di ricondurre le cause nel percorso
evolutivo della persona, rintracciabili in specifiche interazioni familiari
non sane 2 , passando da un approccio prettamente intrapsichico ad uno
maggiormente relazionale.
Solamente intorno agli anni ‘80 gli psicologi iniziano a considerare
infruttuoso interrogarsi sulle presunte cause dell’omosessualità e giungono a ritenere più utile dedicarsi alle tematiche legate alla vita dei
gay e delle lesbica: l’interesse si concentra non più sulla presunta origine della pulsione omosessuale, ma sulla qualità delle relazioni che
le persone instaurano. Ad esempio Isay (1989) considera l’omosessualità costituzionale allo stesso modo dell’eterosessualità: quello su cui
l’ambiente può davvero influire è l’espressione della sessualità, non
l’orientamento sessuale.
A livello scientifico si inizia così a non parlare più di una omosessualità, così come non ci si riferisce più ad una eterosessualità: la popolazione gay e lesbica è costituita da persone totalmente differenti tra loro
per età, classe sociale, famiglia di provenienza, orientamento politico,
stile di vita, ecc... Si comincia a riconoscere l’effetto che può avere
sugli individui il clima di riprovazione sociale, considerata la sola causa
dello sviluppo di problematiche di carattere psicologico 3 . Così, Ilan H.
Meyer (1995) elabora e sviluppa il concetto di Minority Stress che si
basa sulla premessa che i gay e le lesbiche che vivono in una società
eterosessista sono soggetti ad uno stress cronico dovuto alla stigmatizzazione: elementi stressanti possono essere l’omofobia interiorizzata,
lo stigma e le esperienze di discriminazione e di violenza.
L‘attenzione si sposta pertanto dall’omosessualità all’omofobia, intesa
2. C. cfr. Socarides, 1968; Bieber, 1977
3. cfr. Psicoterapia e Omosessualità, M. Graglia 2009
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come una sorta di “disturbo della società”: vengono introdotti termini
come omonegatività, eterosessismo, pregiudizio antigay.
Come dimostrano anche il percorso di depatologizzazione compiuto
dall’omosessualità sul Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi
Mentali (DSM) e il confronto fra i modelli patologico ed affermativo,
descritti nelle tabelle qui di seguito riportate, la psicoterapia con gay
e lesbiche, dunque, oggi non ha più lo scopo di modificare l’orientamento sessuale, ma piuttosto quello di integrare le varie componenti
della sessualità per facilitare nella persona l’acquisizione di strumenti
per fronteggiare al meglio il pregiudizio esterno e quello interno rispetto alla propria esistenza 4 .
Percorso di depatologizzazione sul DSM
( Diagnostic
and Statistical Manual of Mental Disorders –
Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali )
DSM-I (1952): disturbo sociopatico della personalità, in quanto presupponeva
la volontà dell’omosessuale di opporsi alla società e alle tradizioni morali.
DSM-II (1968): deviazione sessuale, insieme alle perversioni (pedofilia, necrofilia, feticismo, vouyerismo, travestitismo, transessualismo).
DSM-III (1974): non è più una patologia, ma resta contemplata l’omosessualità “egodistonica”, cioè quella «non in armonia con la struttura della psiche».
DSM-III (Revisione del 1987): l’omosessualità egodistonica viene derubricata
e si parla soltanto di un disturbo legato all’interiorizzazione dell’ostilità sociale.
DSM-IV (1994): la situazione resta quella dell’edizione precedente.
4. cfr. R. Del Favero e M. Palomba, 1996; A. Montano, 1997
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Confronto fra i modelli patologico ed affermativo
(L.Pietrantoni 1999)
I modelli e i costrutti teorici di riferimen t o s i i s p i r a n o a l l a p s i c o l o g i a c l i n i c a e
pato l o g i c a
I modelli e i costrutti teorici di riferim e nto si ispirano alla psicologia sociale e
a l l a psicologia dell’età evolutiva
L’et e ro s e s s u a l i t à è s u p e r i o re e n o r m a t i va
L’ o m o s e s s u a l i t à e l’ e t e ro s e s s u a l i t à h a n n o
u n o status equivalente
L’om o s e s s u a l i t à è p a t o l o g i c a e a n o r m a l e
L’ o m o s e s s u a l i t à è u n a va r i a n t e d e l l o s v i luppo psicosessuale e non è associata in sé
a d i sturbi psicopatologici
L’ o m o s e s s u a l i t à è u n a d i s a b i l i t à o u n d i fett o p e r s o n a l e
L’ o mosessualità rappresenta una capacità
n e l l’ e s p re s s i o n e e r o t i c a e d e m o t i v a d e l l’ i n dividuo
L’omosessualità indica una tipologia individu a l e , u n t r a t t o i n t r i n s e c o
L’ o mosessualità è un’entità eterogenea: le
p e r s one omosessuali sono tra loro diverse
q u a nto le persone eterosessuali
La f o n t e d e i p ro b l e m i r i s i e d e n e g l i s t e s s i
omo s e s s u a l i
L a f onte dei problemi risiede prevalentem e n t e n e l l’ i n t e r a z i o n e ( e i n t e r i o r i z z a z i o n e) con l’ambiente sociale
L’ob i e t t i vo d e l t r at t a m e n t o p s i c o t e r a p e u tico è t rova re l e ca u s e d e l l’ o m o s e s s u a l i t à
con lo scopo di eliminare la malattia e
scor a g g i a re l’ i d e n t i t à o l e re l a z i o n i o m o sess u a l i
L’obiettivo del trattamento è assistere gay
e lesbiche a comprendere e ad integrare
l’orientamento sessuale come parte di sé, a sviluppare una positiva immagine di sé attraverso
strategie adattive e di confronto
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4. Il Progetto-Pilota “Educare al rispetto
delle differenze”: origini, destinatari,
obiettivi, metodologia e attività realizzate
4.1 Origini
Il Progetto-Pilota “Educare al rispetto delle differenze” nasce dall’impegno
che il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (M.I.U.R.)
ha assunto nel marzo 2010 rispetto alla realizzazione di iniziative rivolte
agli studenti e alle loro famiglie che prevedono il coinvolgimento attivo e
diretto delle ragazze e dei ragazzi in percorsi di formazione finalizzati a
promuovere una riflessione sulla diversità, intesa come ricchezza, nell’ottica della valorizzazione e del rispetto della dignità della persona umana.
In particolare, il MIUR, a partire dall’anno scolastico 2010/2011, ha promosso l’avvio della sperimentazione di un Progetto-Pilota “azioni di sensibilizzazione-antidiscriminazioni” destinato a studentesse e studenti della
scuola secondaria di II grado come azione congiunta tra MIUR e Ministero
per le Pari Opportunità mirata all’educazione al rispetto delle diversità.
A tale scopo, l’I.T.A. “Emilio Sereni” di Roma ha accolto l’invito del
MIUR a divenire la scuola polo attraverso cui testare e validare a livello
locale un modello di intervento esportabile poi su tutto il territorio nazionale.
In questo senso, l’esperienza “Educare al rispetto delle differenze” realizzata
dall’I.T.A. “E. Sereni” in collaborazione con A.GE.D.O. ha rappresentato
l’occasione per mettere a punto una “buona pratica” che sarà poi trasferita
in altri contesti scolastici e formativi in Italia e magari anche in un quadro
transnazionale, nell’ambito di progetti comunitari.
4.2 Destinatari
I destinatari delle attività svolte all’interno del progetto “Educare al rispetto delle differenze” sono stati
• studenti e studentesse frequentanti il biennio e il triennio dell’ Istituto
Tecnico Agrario “Emilio Sereni”. In particolare, hanno preso parte al percorso formativo gli alunni delle classi terza B e terza Ambientale
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• insegnanti, genitori e personale socio-sanitario operante nella scuola.
In generale il corso è stato rivolto a tutti coloro che desideravano affrontare le tematiche connesse all’identità di genere, ai ruoli di genere
e all’orientamento sessuale e acquisire una formazione specifica nell’ambito dell’educazione al rispetto delle differenze, in particolare le
differenze di genere e di orientamento sessuale.
4.3 Obiettivi
L’obiettivo generale del progetto “Educare al rispetto delle differenze” è
quello di educare le/i giovani (in particolare quelli/e del biennio e del
triennio della scuola secondaria superiore), gli insegnanti, i genitori e le
figure operanti in ambito scolastico, alla cultura del rispetto delle differenze, e nello specifico delle differenze di genere e di orientamento sessuale nel mondo della scuola.
In tal senso, le azioni di sensibilizzazione rivolte alle/ai giovani dell’I.T.A.
“E. Sereni” nell’ambito del progetto sono state finalizzate al rispetto delle
differenze di genere e di orientamento sessuale per scoprire in esse la ricchezza delle diverse esperienze e dei saperi di cui le diversità sono portatrici.
Gli obiettivi legati alle attività svolte con le/i giovani sono stati:
• sviluppare la capacità di riconoscere e valorizzare le differenze tra
identità maschile e identità femminile come risorsa fondamentale di
crescita individuale e di gruppo
• sviluppare al coscienza di sé come uomo e donna e favorire il riconoscimento e il rispetto dell’Altro pur nelle rispettive differenze biologiche, sociali, culturali e sessuali
• acquisire corrette informazioni relative ai concetti di identità di genere, ruoli di genere, orientamento sessuale.
Tali obiettivi possono essere raggiunti attraverso la conoscenza e la valorizzazione delle diversità nelle relazioni che le ragazze e i ragazzi vivono
nell’ambiente scolastico e nel gruppo dei pari, imparando a riconoscere
l’Altro come passaggio fondamentale ed imprescindibile nel proprio percorso di crescita, di sviluppo della propria identità personale e sociale,
in quanto individui appartenenti alla comunità umana.
Per quanto riguarda i docenti, i genitori e gli operatori socio-sanitari, le
azioni svolte sono state finalizzate al conseguimento dei seguenti obiettivi:
• acquisire corrette informazioni relative ai concetti di identità di ge22
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•
•
•
•
nere, ruoli di genere, orientamento sessuale
aumentare la consapevolezza dei propri atteggiamenti e comportamenti, stereotipi, pregiudizi e vissuti nei confronti delle differenze di
genere e di orientamento sessuale
sviluppare la capacità di riconoscere e valorizzare le differenze tra uomini e donne come risorsa fondamentale per la crescita individuale e
sociale di ogni comunità
aumentare la capacità di ascolto dell’Altro e le competenze di genitori
e operatori socio-sanitari nell’identificazione e nella soluzione di problematiche relative all’identità di genere e all’orientamento sessuale
nella pratica lavorativa quotidiana
sviluppare capacità di progettazione e di realizzazione di interventi
nell’ambito della cultura delle differenze.
4.4 Metodologia
Poiché il corso svolto è stato mirato ad iniziare la sensibilizzazione
delle/dei giovani e dei genitori, docenti e operatori socio-sanitari rispetto alle tematiche della conoscenza e del rispetto delle differenze
di genere e di orientamento sessuale, con tutti i gruppi target sono
state utilizzate metodologie di lavoro attive che hanno privilegiato
l’apprendimento attraverso le risorse, le competenze e le esperienze di
ciascun individuo che ha preso parte al corso.
Sono stati quindi proposti role-playing, simulate, esperienze di
gruppo, narrazione di storie, discussioni guidate, giochi psico-educativi, lavori incentrati sull’immagine, momenti di scrittura creativa e
racconti autobiografici.
Parte di tali attività è riportata anche all’interno di questa pubblicazione in cui, nella sezione relativa al corso realizzato con le ragazze e
i ragazzi, si possono leggere alcune narrazioni o frasi brevi tratte dai
racconti scritti dalle/dai giovani delle classi che hanno partecipato al
progetto.
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5. Le attività realizzate
Nell’ambito del progetto “Educare al rispetto delle differenze”, che ha
avuto una durata complessiva di circa 8 mesi, sono state svolte due attività formative:
- il corso per alunni/e, che ha visto la partecipazione di n. 2 classi
terze (3a B e 3a Ambientale)
- il corso per docenti, cui hanno preso parte 12 insegnanti
I percorsi sono stati guidati da 2 psicologi-psicoterapeuti esperti in
tematiche LGBTQ (LesbicheGayBisessualiTransessualiQueer) e in
conduzione di gruppi esperienziali e da alcuni volontari
dell’A.GE.D.O. Roma formati per realizzare interventi nelle scuole rispetto alle questioni LGBTQ.
5.1 Il corso per le/i ragazze/i
Il corso per gli alunni ha avuto una durata complessiva di 30 ore. E’
stato svolto in cinque incontri per classe, di cui il primo di tre ore,
gli altri tre di due ore, e l'ultimo, a classi unificate, di tre ore. La cadenza degli incontri è stata quindicinale e mensile.
Nel primo incontro è stato presentato il progetto “Educare al rispetto
delle differenze” ed è stata proposta un' esperienza iniziale durante la
quale i ragazzi e le ragazze sono stati/e invitati/e a presentarsi attraverso l’uso della metafora. Con questa prima esperienza è stato possibile creare un clima di apertura e di confronto con le/i giovani ed
introdurre la metodologia di lavoro del corso, mirata a dar voce agli
aspetti emotivi della persona di fronte alle tematiche della sessualità
ed in particolare dell'omosessualità. A tale scopo successivamente sono
state utilizzate altre due esperienze specifiche: “Sono uguale/Sono diverso” e “L'altra sponda” 5 .
Durante lo svolgimento di queste esperienze nelle classi è stata mostrata alle/ai ragazze/i la differenza tra l’esprimere un’emozione o
“agirla”. Ciò ha favorito l’apertura di un clima non giudicante, di accoglienza e accettazione delle diverse esperienze soggettive che ogni
5. Le esperienze sono state tratte dal testo L'Offesa Peggiore di Luca Pietrantoni, Edizioni Del Cerro,
1999, pp.136/138
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individuo può vivere in sé. Attraverso queste esperienze inoltre è stato
possibile inscrivere l'omosessualità all’interno di una riflessione più
ampia sui temi più generali della diversità, del pregiudizio e della discriminazione.
Nel secondo incontro sono stati somministrati alle/agli alunne/i due
questionari, volti ad esplorare le conoscenze delle ragazze e dei ragazzi
rispetto ai temi dell'omosessualità e della discriminazione verso le persone LGBT. 6
Sono state poi mostrate alle/agli alunne/i delle slide contenenti alcune
nozioni e parole chiave sull'omosessualità; sono state proposte le definizioni di omosessualità, bisessualità, transessualità, omofobia interiorizzata e sociale, coming out ecc.
L'uso di uno strumento multimediale come il videoproiettore e la modalità interattiva basata su un costante contatto attraverso le domande,
i dubbi e le opinioni delle/dei ragazze/i ha permesso una maggiore facilità e chiarezza di esposizione e diffusione dei concetti e degli argomenti affrontati con le/i giovani.
Nel terzo incontro è stata ultimata la presentazione delle slide avviata
nel precedente incontro ed è stata data la possibilità alle/ai ragazze/i
di porre domande invitando le/i partecipanti a seguire una modalità
particolare: è stato chiesto ad ognuna/o di scrivere la propria domanda
su un bigliettino, piegare il foglio e metterlo sulla cattedra. In questo
modo è stata offerta l'opportunità a ciascuna/o di scrivere anche quelle
domande che talvolta non si esplicitano per vergogna o timore di essere giudicati. L'obiettivo di questa esperienza è stato quello di indurre
le/gli alunne/i a riflettere sulle proprie difficoltà emotive o razionali
e a parlare in modo condiviso di temi che possono essere considerati
difficili o “delicati” come quelli legati alla sessualità e all’orientamento
sessuale.
Successivamente, è stata letta in classe “La testimonianza di Ermanna”,
scritto sui vissuti personali di una ragazza lesbica 7 .
Infine, è stato proiettato il cortometraggio “Simona Contro”, realizzato dai ragazzi del Liceo Classico Statale “Socrate” di Roma, come
attività svolta nell’ambito del progetto europeo Leonardo da Vinci –
6. Cfr. cap. 6 – La ricerca, in cui sono riportati i dati principali raccolti attraverso la somministrazione
dei questionari
7. L. Pietrantoni, op. cit. p. 151
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Trasferimento di Innovazione “Eurialo - LEarning and gUidance tools
against discRIminAtion: respect for alL different sexual chOices and
cultural identities”.
Dopo l'ascolto e la visione della storia e del corto, è stato dato alle ragazze a ai ragazzi il compito di scrivere un racconto che trattasse di
omosessualità, ed in particolare che descrivesse una situazione di discriminazione che proponesse un finale in cui il protagonista o altri
personaggi della storia vivessero ed esprimessero un messaggio di maggiore accettazione rispetto alla diversità sessuale.
Nel quarto incontro è stato trattato il tema del bullismo omofobico.
Per affrontare questo argomento sono state utilizzate due esperienze:
“Le offese da corridoio” e “Segreti e bugie” 8 . Entrambe le esperienze
hanno avuto la finalità di far riflettere le/i ragazze/i su ciò che può ledere e colpire una persona e su cosa significa rispettare l'altro/a e la
sua diversità. Uno dei passaggi più importanti di questo incontro è
stato quello in cui sono stati messi in evidenza i sentimenti che può
vivere una persona che viene discriminata.
All'interno di questo quarto incontro, inoltre, è stato dato spazio alla
lettura dei racconti scritti dalle/dagli alunne/i. Alcuni dei racconti
prodotti dalle/dai ragazze/i sono riportati nelle pagine seguenti.
Nell'ultimo incontro infine, che si è svolto a classi unificate, è stata
proposta la visione del film-documentario “Nessuno Uguale” di Claudio Cipelletti (1998), al termine del quale si è svolto un dibattito per
condividere impressioni, sensazioni ed opinioni suscitate nelle/nei ragazze/i dal film.
Analizzando il processo che si è sviluppato dal primo all'ultimo incontro con le/gli alunne/i, è stato possibile osservare che dopo una
prima reazione più ostile delle/dei giovani a trattare i temi della discriminazione legata all’omosessualità e un'iniziale difficoltà al dialogo
e al confronto, che comunque è facile riscontrare nei ragazzi che attraversano la tarda adolescenza, si è via via giunti all’espressione delle
idee e allo scambio di emozioni e pensieri in un clima che, pur caratterizzato da momenti conflittuali o toni accesi, ha consentito l'emergere di specifiche dinamiche, sia intrapsichiche che interpersonali
delle/dei ragazze/i.
8. L. Pietrantoni, op. cit. p. 140/144
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Durante il dibattito aperto nell'ultimo incontro, inoltre, è stata riscontrata una maggiore facilità e disponibilità delle/dei giovani a parlare e a raccontare emozioni e opinioni, a cui si è accompagnata una
maggiore competenza nell’utilizzo di termini e concetti legati alle tematiche LGBT.
Il corso svolto ha rivelato quindi il valore positivo di interventi di sensibilizzazione con ragazze e ragazzi del biennio della suola secondaria
superiore. E’ proprio in questa fascia di età (tra i sedici e i diciassette
anni) che le/i giovani sono infatti maggiormente impegnate/i nella
crescita e nello sviluppo della propria identità personale e possono maturare quindi, anche attraverso esperienze che li aiutino a comprendere e a confrontarsi con le diversità, ed in particolare con le
differenze di genere e di orientamento sessuale, una sana e aperta partecipazione ad una comunità umana che sappia rispettare e valorizzare
le esperienze di ogni donna ed ogni uomo.
Voci e storie delle ragazze e dei ragazzi dell’I.T.A. “E. Sereni”
I racconti e le frasi scritti dalle/dagli alunne/i sono riportati in modo casuale. I nomi delle autrici e degli autori sono stati modificati per rendere
i brani assolutamente non riconducibili alle/ai partecipanti al Progetto.
1° Racconto
D
a giovane ho sempre pensato che sarei stato un padre moderno, che capisce, ascolta e soprattutto accetta situazioni
considerate anomale dalla società, come un genero straniero o un
figlio o figlia omosessuale.
Dicevo che può capitare di avere un figlio omosessuale e che non
c'è nulla di strano.
Certo, visto da fuori sembrava tutto più facile e semplice, il fatto
è che non si riesce a vedere questa diversità come irrilevante. Ed
eccomi qua, con la mia convinzione di essere un padre moderno,
che mi ritrovo a discutere con mia figlia perché, questa mattina
mi ha rivelato la sua omosessualità.
Non è che sia arrabbiato con lei, è che cerco un perché; di che perché stia parlando ... non ne ho idea.
Non riesco a farmene una ragione, certo non c'è nulla di male nell'
essere omosessuale, ma perché proprio lei? E' difficile da spiegare,
ma è come se avessi scoperto di avere una figlia malata. Pensavo
che se mai mi fosse capitato, avrei accettato la cosa, ma viverlo in
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prima persona, è nettamente diverso. Non ha mai fatto qualcosa
che mi avesse potuto far capire, ha praticato sport e attività prettamente femminili, si è sempre comportata come una ragazza normale : shopping, amiche, danza certo mai una fidanzata ... ma
chi se lo sarebbe mai aspettato.
Forse è proprio questo che non riesco ad accettare, il fatto che sia
una donna a tutti gli effetti ma provi sentimenti amorosi e sessuali
nei confronti di altre donne.
Beh ... Dopo una litigata e un milione di scuse, che ho sentito il
bisogno di porgerle, ho capito, ho accettato. Adesso che sono riuscito
a vincere me stesso, ho però vergogna di dirlo agli amici, sul posto
di lavoro o al bar. Ora comincia il periodo dei matrimoni, dei battesimi, si diventa nonni! Tutti i miei amici che si presentano al
bar con i nipotini o che si vantano delle qualità della loro nuora
o del genero; ed io?!
Cosa dirò?! Di cosa parlerò?! Di quanto balli bene la fidanzata di
mia figlia ?O di come cucini bene?!
Se dicessi così, mi deriderebbero, magari qualcuno più gentile e
comprensivo, cercherà di capirmi, ma tutti comunque, vedranno
la diversità di mia figlia come negativa, estremamente negativa.
Certo io sono stato il primo ad avere qualche difficoltà nell'accettarlo, ma il vero problema è la società ottusa.
Avevo pensato di non dire niente, credevo di vergognarmi, ma ho
capito che lei è mia figlia e anche se è vista malamente dalla società, io sono fiero di lei, non ho paura di dire che sono suo padre.
Questo è lo spirito giusto per dirlo a miei amici! Viva la diversità!
P.S. La scelta di una omosessualità femminile non è casuale; molto
spesso l'omosessualità ripudiata, specialmente nel mondo maschile,
è quella appartenente a questo stesso sesso. Infatti la perversione
maschile trova nell'omosessualità femminile, motivo di piacere.
Molto spesso l'omosessualità maschile è l'unica ad essere vista come
ripudiante e non accettabile.
(Paolo)
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2° Racconto
G
iuliano era un ragazzino siciliano, biondo e dai lineamenti delicati.
Viveva in una cittadina vicino al mare con i genitori ma troppo
presto cominciò la sua sofferenza.
Egli, da piccolo, giocava con la sua sorellina e si divertiva a indossare i
suoi vestiti e a giocare con le sue bambole senza pensare mai che questo
fosse un male, più diventava grande e più sognava di indossare le gonne
della mamma e le sue scarpe con i tacchi.
La sofferenza di Giuliano cominciò in prima media quando i compagni
cominciarono a prenderlo di mira, si ritrovò solo contro tutti e nessuno
con cui poter parlare e che prendesse le sue difese; quando ne parlava a
casa tutti gli dicevano di non farci caso.
A Natale di quell'anno i suoi genitori gli regalarono un violino.
Cominciò, su insistenza della madre, a frequentare una scuola di musica
collettiva e iniziò lo studio del violino. Lo strumento cominciò a piacergli molto che ben presto passò a lezioni individuali.
A scuola soffriva ed è proprio in quegli anni delle medie che si rese conto
di essere omosessuale, questa consapevolezza lo rese ancora più sensibile.
I professori lo schernivano e i ragazzi lo insultavano. Gli anni delle
medie passarono ma furono per lui un vero incubo; aveva paura ogni
giorno di ritornare a scuola, aveva paura di parlare ,di far sentire agli
altri la sua voce e fu bocciato perché non studiava più.
Non tornò più a scuola.
AI contrario lo studio del violino continuava egregiamente , Giuliano
amava suonare perché non doveva parlare , mentre suonava riusciva a
sfogare tutta la sua rabbia e incomprensione.
Gli anni passarono e il maestro lo convinse a partecipare ai concorsi di
musica. Era talmente bravo che negli anni vinse coppe e riconoscimenti.
All'età di 23 anni, con la vincita di una borsa di studio, presso Albenga,
andò all'estero e riuscì sotto la guida di bravi maestri a raggiungere
buoni risultati; il suo nome divenne noto nel mondo musicale.
E' passato del tempo, e ripensando al passato Giuliano sorride! Sembrerà
strano ma pensando a ciò che ha passato non prova nè rabbia, odio o
rancore verso nessuno. Anche perchè ovviamente ci sono state anche
molte cose positive.
Oggi Giuliano vive e suona a Londra nella London Philharmonic Orchestra, serenamente vive la sua omosessualità senza sentirsi in colpa e
quando gli capita di tornare in Sicilia ,dai suoi genitori, cammina a testa
alta, ricevendo stima e rispetto da quelli che un tempo lo maltrattavano.
(Adriano)
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“Mi assaliva il rimpianto di non avere accanto a me un padre che mi
volesse bene soltanto perché ero suo figlio…”
“Quando scoprii che mia figlia era omosessuale pensai di non dire
niente… poi capii che ero fiero di lei e ora non ho paura di dire che
sono su padre. Viva la diversità!”
“… Quando decisi di dichiararmi omosessuale fui deriso da compagni,
amici e … picchiato da mio padre. Mia madre mostrò per me una
certa comprensione, lasciandomi come “libero” di essere me stesso”.
“Tutto va bene fin quando sei “normale”, (per “normale” si intende
come gli altri desiderano che tu sia), se invece provi ad essere ciò che
senti di essere, iniziano i problemi”.
“Ho incontrato poche volte qualcuno che mi ha difeso,
come se stesse difendendo se stesso. Molte volte invece sono
stato deriso e preso in giro”.
“E’ molto facile giudicare senza conoscere”.
“Si dice: Al cuore non si comanda. Infatti non c’è
nulla di male se batte per due persone diverse”.
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5.2 Il corso per le/i docenti
Il corso, articolato in 3 moduli di 3 ore ciascuno, ha avuto come obiettivo quello di sensibilizzare e formare le/i docenti affinché acquisissero
maggiori consapevolezza e competenze rispetto ai temi dell'omosessualità e dell'omofobia.
Dopo una breve presentazione del progetto, degli operatori ed esperti
A.GE.D.O. e dei partecipanti al corso, il primo incontro è stato dedicato all’illustrazione del lavoro già avviato nelle classi con le/gli
alunne/i. A tale proposito, sono state proposte alle/agli insegnanti le
slide utilizzate con le ragazze/i per chiarire la definizione e il significato
di alcuni termini/concetti legati alle tematiche LGBT. Anche ai docenti
quindi sono state mostrate le definizioni di sesso biologico, orientamento sessuale, identità di genere e ruolo di genere, per poi giungere
ad individuare e ad affrontare il tema dell'omofobia interiorizzata. A
tale riguardo, diversi docenti hanno esplicitato il problema di gestire
situazioni complesse incontrate nelle classi relativamente ad episodi di
bullismo o discriminazione verso ragazze e ragazzi lesbiche o gay. La
presenza di alunne/i omosessuali o in difficoltà con l'espressione della
propria sessualità, del proprio ruolo o identità di genere richiede un'attenzione e una preparazione che spesso le/i docenti sentono di non
avere e rispetto a cui possono porsi con forte senso di frustrazione.
Alla luce dei feedback raccolti durante il primo incontro, nel secondo
incontro è stata svolta con le/gli insegnanti un'esperienza pratica: gli
esperti hanno proposto alle/ai docenti una lista con le parole gay, lesbica, omosessuale, bisessuale, uomo e donna. Successivamente è stato
chiesto alle/ai partecipanti di scrivere accanto ad ogni termine altre
parole che avrebbero associato in modo immediato a ciascuna voce.
Proporre questo tipo di esperienza ha avuto per le/i docenti una doppia valenza: da un lato hanno potuto sperimentare in prima persona
il lavoro esperienziale sui temi dell’omosessualità e condividere dunque quanto svolto con le/i ragazze/i nelle classi; d’altro canto, l’esperienza ha permesso alle/agli insegnanti di prendere contatto con i
propri pregiudizi e difficoltà personali rispetto alle tematiche LGBT.
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Uno degli ostacoli più grandi riferiti dalle/dai docenti è la mancanza
di strumenti adeguati per avvicinare il mondo emotivo delle/degli adolescente. A titolo esemplificativo, dunque, è stato descritto l’intervento e la metodologia utilizzata con le/gli alunni delle classi coinvolte
nel progetto, soprattutto nella fase conclusiva del corso.
La possibilità di confrontarsi con esperienze pratiche da riproporre in
classe e l’opportunità di affrontare le tematiche della diversità sessuale
adottando un atteggiamento di “sospensione del giudizio” e di valorizzazione dei vissuti personali delle/dei ragazze/i ha rappresentato uno
dei momenti più importanti nel percorso formativo delle/dei docenti.
In tal senso è emerso che per parlare di omosessualità con le/i giovani
la conoscenza di specifiche nozioni non è sufficiente; occorre possedere
piuttosto delle forti competenze relazionali per saper attivare un dialogo aperto che dia spazio ai pensieri ed alle emozioni di tutte/i.
Nel terzo incontro, poi, è stato dato spazio alle domande delle/dei partecipanti su particolari aspetti e problemi legati alla sessualità, allo sviluppo delle identità di genere e all’omosessualità. L’interesse mostrato
dalle/dagli insegnanti ha evidenziato una particolare sensibilità rispetto
alle tematiche LGBT e la consapevolezza dell’importanza di possedere
strumenti e competenze adeguate per affrontare le situazioni che la vita
scolastica quotidiana pone alle/ai ragazze/i ed alle/ai docenti.
Nell'ultimo incontro, infine, è stato somministrato alle/agli insegnanti
un breve questionario di gradimento, sia per avere un riscontro rispetto al percorso formativo svolto, sia per comprendere eventuali sviluppi dell’intervento realizzato in future iniziative. Il campione cui è
stato somministrato il questionario è molto esiguo (8 insegnanti, di
cui 6 femmine e 2 maschi). Tuttavia, dalle risposte fornite è emerso
un ottimo livello di soddisfazione rispetto alle attività svolte e la maggioranza dei docenti ha trovato utili le conoscenze acquisite e le metodologie utilizzate nel corso.
Inoltre, dato l’elevato numero di situazioni critiche presenti a scuola
legate all’omosessualità e alle difficoltà psico-emotive che la loro gestione comporta, è stata segnalata da parte dei docenti la necessità di
svolgere altri incontri con psicologi-psicoterapeuti ed esperti
A.GE.D.O. durante i quali trattare in modo più approfondito speci32
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:55 Pagina 33
fiche situazioni presenti all'interno dell'Istituto.
In particolare, una proposta avanzata da diversi docenti è stata quella
di ampliare l'intervento formativo includendo anche alcune simulazioni di situazioni reali già riscontrate in classe: in questo modo l'intervento acquisterebbe una valenza ancora più esperienziale e pratica,
spendibile nell’impegno quotidiano con le/i giovani.
Auspicando un’estensione delle attività progettuali svolte, sarebbe opportuno dunque prevedere un numero di incontri con le/gli insegnanti
più elevato e di maggiore durata, così da offrire un intervento ancora
più completo, in grado di accrescere le competenze delle/dei docenti
e renderli in grado di svolgere con consapevolezza e professionalità,
accanto alle famiglie delle/dei ragazze/i, il ruolo di “educatrici ed educatori al rispetto delle differenze”.
Stop alle discriminazioni
33
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:55 Pagina 34
6. La ricerca 9
Come accennato, all’interno delle attività corsuali svolte con le/gli
alunne/i delle due classi Terze è stata anche realizzata una breve ricerca
quali-quantitativa volta ad approfondire alcuni aspetti legati al modo
in cui l’omosessualità viene percepita e vissuta all’interno della scuola,
all’esperienza di ciascuna/o con ragazzi/ragazze gay o lesbiche e ai sentimenti ed emozioni che alcuni comportamenti omosessuali suscitano
nelle/nei giovani.
Sono stati quindi somministrati alle/i ragazze/i due brevi questionari
(riportati in Appendice) finalizzati ad indagare il clima scolastico e l’atteggiamento delle/dei giovani rispetto all’omosessualità.
Poiché il numero degli studenti che hanno partecipato al corso è stato
limitato alle due classi Terze, i risultati non possono essere considerati
significativi a livello statistico. Tuttavia, già attraverso alcuni dati raccolti è stato possibile focalizzare importanti elementi di riflessione che
suggeriscono la direzione verso cui progettare nuovi interventi, sempre
più mirati ed efficaci, finalizzati ad accrescere una cultura delle differenze che promuova tra le/i giovani il rispetto delle diversità, in particolare quelle legate all’identità di genere e all’orientamento sessuale.
6.1
Descrizione del campione
I due questionari sono stati somministrati entrambi ad un campione
di 36 soggetti, 30 maschi (83%) e 6 femmine (17%), di età compresa
tra i 16 e i 20 anni. Più dell’80% del campione è costituito da ragazzi
di 16 e 17 anni che rispettivamente rappresentano il 45% e il 36%
dell’intera platea analizzata.
9. le elaborazioni dei dati raccolti attraverso la somministrazione dei questionari sono state realizzate da
Angela Piliu
34
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:55 Pagina 35
6.2
Questionario 1 : Omosessualità e clima scolastico
• Risultati
Alla prima domanda “Nella tua scuola quante volte senti parole per
identificare gli omosessuali come "finocchio", "frocio", "lesbicona",
ecc. dette in tono offensivo?” il 64% del campione dichiara di aver
sentito spesso identificare persone omosessuali in termini offensivi; si
tratta di 19 maschi (il 63% dei 30 intervistati) e di 4 femmine (circa
il 67% del totale femmine intervistato). Il 33% del campione ha dichiarato, invece, di aver sentito qualche volta utilizzare termini offensivi per appellare persone omosessuali (10 maschi e 2 femmine). Solo
il 3%, ovvero un solo intervistato, ha dichiarato di averlo sentito raramente.
Stop alle discriminazioni
35
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:55 Pagina 36
Se s s o
Qualche volta
Raramente
Spesso
Totale
4
6
Femmina
2
Maschio
10
1
19
30
Totale
12
1
23
36
Nella domanda 2 “Da chi le hai sentite dire?”, l’intero campione, ovvero tutti i 36 soggetti intervistati, dichiarano di aver sentito dire parole offensive per identificare persone omosessuali da studenti. Solo
2 intervistati dichiarano invece di averle sentite dire anche da bidelli.
Se s s o
Bidelli
Studenti
Totale
Femmina
1
6
7
Maschio
1
30
31
Totale
2
36
38
La domanda 3 “Dove hai sentito dire queste parole?” ha ricevuto in totale
110 risposte, 90 dai 30 maschi e 20 dalle 6 femmine del campione.
36
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:55 Pagina 37
Il posto principale in cui gli intervistati indicano di aver sentito queste
parole sono i corridoi della scuola (30%), seguiti dalla classe (16%) e
dai bagni e spogliatoi (16%).
Altri posti
Autobus o
treno
Bagni e
spogliatoi
Classe
Corridoi
Totale
Femmina
4
3
3
4
6
6
Maschio
12
19
15
17
27
30
Totale
16
22
18
21
33
36
Ses s o
Analizzando per sesso le risposte pervenute, si evince che tutte le 6 ragazze intervistate indicano i corridoi quale luogo principale in cui hanno sentito utilizzare termini offensivi per identificare persone omosessuali; elevata, rispetto
a questa risposta, anche la percentuale di maschi, il 90% degli intervistati.
Il campione si equidistribuisce tra maschi e femmine relativamente alla risposta
“bagni e spogliatoi” (15 su 30 maschi e 3 su 6 femmine). Interessante è invece
notare che il 66,7% delle femmine indicano altri posti, contro il 40% dei maschi. I mezzi pubblici (autobus e treno), invece, vengono indicati dal 50% delle
femmine (3 su 6) e dal 63,3% dei maschi (19 su 30).
Stop alle discriminazioni
37
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:56 Pagina 38
Nella domanda 4 relativa alla percezione da parte dei ragazzi di questi
commenti, “Il 42% del campione dichiara che le persone che vengono
chiamate in quel modo ritengono questi commenti abbastanza offensivi (14 maschi e 1 femmina); il 33%, invece, ritiene tali termini
molto offensivi. È bene evidenziare che la quasi totalità delle femmine
intervistate ritiene tali termini molto offensivi.
Ses s o
Nessuna
risposta
Abba s tanza
Molto
Poco
of f ens i vi o f f e n s i v i o ff e nsi vi
Femmina
1
5
Totale
6
Maschio
1
14
7
8
30
Totale
1
15
12
8
36
Nella domanda 5 “Se qualcuno ti chiamasse in quel modo reputeresti
quei nomi:” il 39% del campione reputa quei modi molto offensivi (11
maschi e 3 femmine); il 50% del campione, invece, si distribuisce tra coloro che li reputano abbastanza offensivi (9 intervistati di cui 7 maschi e
2 femmine) e per niente offensivi (9 intervistati di cui 8 maschi e 1 femmina).
Abbastanza
offensivi
Molto
offensivi
Per niente
offensivi
Femmina
2
3
1
Maschio
7
11
8
4
30
Totale
9
14
9
4
36
Ses s o
38
Poco
offensivi
Totale
6
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:56 Pagina 39
La domanda 6 invece, mette in evidenza che gli intervistati hanno assistito raramente, o quasi mai, all’aggressione all’interno della scuola
di una persona che era o sembrava omosessuale. Infatti, alla domanda
“Nella tua scuola quante volte ti è capitato di vedere una persona che
veniva pubblicamente derisa o aggredita perché era o sembrava omosessuale?” risponde “Raramente” il 39% del campione (11 su 30 maschi intervistati e 3 su 6 femmine intervistate), ”quasi mai” il 31% del
campione, composto da 11 soggetti, tutti maschi. Pari al 22% del
campione, tuttavia, la percentuale di soggetti che ha assistito frequentemente a tali episodi: si tratta di 8 soggetti, di cui 5 maschi e 3 femmine (la metà di quelle intervistate).
Sesso
Frequentemente
Mai
Quasi mai
Raramente
Totale
3
6
Femmina
3
Maschio
5
3
11
11
30
Totale
8
3
11
14
36
Nella domanda 7 “Ti ricordi se qualcuno interviene durante questi
fatti?” vediamo che il 22% del campione si ricorda l’intervento di
qualcuno in questi fatti. Lo sostengono tutte le ragazze intervistate e
22 dei 30 maschi che hanno compilato il questionario (il 53,3%). Il
33% del campione (12 intervistati, tutti maschi) hanno dichiarato di
non aver mai visto nessuno intervenire in aggressioni di persone omosessuali.
Stop alle discriminazioni
39
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:56 Pagina 40
Ses s o
Alcune volte
Il più delle volte
Mai
Totale
Femmina
6
Maschio
16
2
12
30
Totale
22
2
12
36
6
In generale, poi, le persone che intervengono sembrano essere in larga
misura insegnanti(47%) e studenti (41%), mentre solo l’8% delle risposte pervenute indicano i bidelli tra le persone che intervengono.
Ses s o
Nessuna risposta Bidelli Insegnanti Nessuno Studenti
Femmina
3
5
Totale
5
13
Maschio
1
1
19
1
16
38
Totale
1
4
24
1
21
51
Inoltre, il 50% degli intervistati dichiara di intervenire durante questi
episodi (domanda 9). Si tratta di 13 maschi e della quasi totalità delle
ragazze intervistate.
40
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:56 Pagina 41
Una buona parte del campione, tuttavia, composta da 11 intervistati
(tutti maschi) non è mai intervenuto (si tratta del 31% del campione).
Pochi, solo il 4%,i soggetti che dichiarano di essere sempre intervenuti.
Se s s o
Alcune volte Il più delle volte Mai Sempre
Nessuna
risposta
Totale
Femmina
5
Maschio
13
2
11
3
1
30
Totale
18
2
11
4
1
36
1
6
La domanda 10 è una domanda aperta. Le risposte ricevute dipendono
da quelle alla domanda precedente.
Del 50% del campione (18 intervistati) che nella domanda 9 ha affermato di essere intervenuto alcune volte, il 44% (8 intervistati) ha dichiarato di essere intervenuto a difesa della parte lesa; il 22%, invece
(4 intervistati) è intervenuto solo in caso di gravi episodi o in caso di
episodi che andavano degenerando in situazioni più gravi.
Del 31% del campione che nella domanda precedente ha dichiarato
di non essere mai intervenuto (11 intervistati), il 45% (5 intervistati)
ha affermato di non provare alcun interesse per l’argomento e il restante 36% (4 intervistati su 11) ha dichiarato, invece, di non aver
mai assistito a tali eventi.
Stop alle discriminazioni
41
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:56 Pagina 42
Alcune
volte
Contro l'omosessualità a sostegno dell'aggressore
1
Difesa della parte lesa
8
Esprimere propria opinione a
riguardo
Intervento solo in caso di conoscenza della parte lesa
1
Il più delle
volte
Nessuna risposta
1
Situazione grave o in aggravamento
4
Totale
18
Sempre
Totale
1
2
3
12
1
Mai assistito a tali eventi
1
Nessuna risposta
1
2
Nessun interesse
Mai
1
1
3
4
4
5
6
1
4
1
4
2
11
1
4
36
Alla domanda numero 11 “ Pensi che un/a ragazzo/a che è (o sembra) omosessuale si senta al sicuro in questa scuola?” c’è una sorta di spaccatura a
metà: il 53%, infatti, ritiene che un/una ragazzo/a omosessuale o che sembra tale, non sia al sicuro nella scuola (si tratta di 19 intervistati, di cui 15
maschi e 4 femmine); il 44%, al contrario, dichiara di avere l’opinione opposti (in questo caso si tratta di 14 maschi intervistati e di 2 femmine).
Se s s o
No
Sì
Nessuna risposta
Totale
Femmina
4
2
Maschio
15
14
1
30
Totale
19
16
1
36
6
Se andiamo ad analizzare le motivazione a questa precedente risposta
attraverso la domanda 12 “ Perché?” vediamo che dei 19 intervistati
(il 53% del campione) che non ritiene al sicuro nella scuola un ragazzo/a omosessuale, 9 (il 47,4%) forniscono come spiegazione la pos42
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:56 Pagina 43
sibilità di derisione e insulti, 5 invece non forniscono alcuna spiegazione alla loro affermazione precedente.
Del 44% del campione che ha affermato di ritenere la scuola un luogo
sicuro per le persone omosessuali, il 37,5% (6 intervistati) sostiene la
presenza di persone tolleranti e aperte; il 25% (4 intervistati), invece,
ritiene la scuola un luogo sicuro perché non reputa gravi le eventuali
aggressioni verbali a carico di persone omosessuali; altri 3 intervistati,
invece, dichiarano di considerare la scuola un luogo sicuro dal momento che non sono a conoscenza di episodi incresciosi e aggressioni
o non vi hanno mai assistito.
• Alcune riflessioni
Dai risultati sopra esposti sul “clima scolastico”, vediamo che i ragazzi,
in generale, sentono spesso usare appellativi offensivi nei confronti di
persone omosessuali, sia a scuola che in altri luoghi, e che in maggioranza chi usa questi toni offensivi sono proprio dei coetanei. La percezione di certi toni e certi appellativi come lesivi è evidente alla
maggioranza degli studenti, tranne a pochi che tendono a sottovalutare
l’evento, probabilmente per far parte della “maggioranza”, cosa che in
adolescenza è molto importante ai fini della propria identità e della
propria percezione di sé come persone integrate nel gruppo dei pari.
CODIFICA
Nessuna risposta
Mai assistito/Non si sono mai verificate aggressioni o
episodi incresciosi
Nessuna risposta
Nessuna spiegazione
No
Sì
Totale
3
3
5
5
1
1
Non so
2
Non sarebbe deriso e insultato
2
3
3
Presenza di persone non tolleranti
2
2
2
Presenza di persone tolleranti e aperte
6
6
Ritenute non gravi le aggressioni verbali
4
4
Sarebbe deriso e insultato
Totale
9
9
1
19
16
36
I dati riguardanti le derisioni e le aggressioni verso persone omosessuali mostrano come quasi l’intero campione abbia assistito almeno
Stop alle discriminazioni
43
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:56 Pagina 44
una volta a certi episodi e che anche se molti ragazzi dichiarano di intervenire a difesa della parte lesa, alcuni affermano di non intervenire
perché non hanno alcun interesse a farlo.
Per quanto riguarda invece la percezione di sicurezza nella scuola le
risposte sono molto eterogenee e bisognerebbe avere un campione più
ampio per trarre conclusioni adeguate. Tuttavia possiamo notare come
le persone che si ritengono al sicuro, in parte, non danno alcuna spiegazione o affermano di non aver mai assistito ad episodi di bullismo
omofobico, in parte, cosa abbastanza preoccupante, ritengono che le
aggressioni verbali non siano gravi. Interessante vedere anche come
una parte delle persone che al contrario non si ritiene al sicuro, non
sa dare una spiegazione di questo, a differenza della maggioranza che
invece riconosce la scuola come un luogo dove sono possibili derisione, insulti e intolleranza.
6.2 Questionario 2: Omosessualità e atteggiamenti delle/dei giovani
• Risultati
Alla richiesta di definizione del termine “omosessuale” (domanda 1:
Definisci con parole tue il termine omosessualità) oltre la metà del campione intervistato (il 53%) ha dato una risposta esatta. L’altrametà del
campione, invece, si distribuisce tra risposte che qualificano l’omosessualità come una malattia, un’anomalia o qualcosa contro natura
(17%, 6 intervistati) e risposte offensive (8%, 3 intervistati); l’11%
del campione (4 intervistati) non fornisce alcuna risposta e solo un
intervistato, infine, fornisce una definizione completamente errata.
Se ss o
Femmina
Maschio
Totale
44
Nessuna Risposta Risposta Risposta Risposta Risposta non del Malattia, Totale
risposta errata esatta offensiva non del
tutto esatta
anomalia,
tutto (visione dell’omossessua- contronaesatta lità solo al maschile)
tura
2
2
4
0
1
1
4
15
19
0
3
3
0
1
1
0
2
2
0
6
6
6
30
36
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:56 Pagina 45
Alla domanda 2 “Conosci personalmente un ragazzo gay nella tua
scuola? Se si, quale è il vostro grado di conoscenza” il 61% del campione ha indicato di conoscere appena un ragazzo gay nella scuola; il
25% ha dichiarato di non conoscerne nessuno e il 14% ha dichiarato,
invece, di esserne amico.
Ses s o
Lo conosco appena
No
Siamo amici
Totale
Femmina
5
0
1
6
Maschio
17
9
4
30
Totale
22
9
5
36
Analizzando per sesso le risposte pervenute, si evince che delle 6 ragazze intervistate solo una dichiara di avere un amico gay, le altre 5,
di conoscerlo appena. Dei 30 maschi intervistati, invece, il 56,7% dichiara di conoscerlo appena, il 30% di non conoscere nessun ragazzo
gay e il 13,3% dichiara di esserne amico.
Più in particolare, dei 22 soggetti che hanno indicato come risposta
“Lo conosco appena” il 77,3% è maschio, il 22,7% sono femmine. I
Stop alle discriminazioni
45
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:56 Pagina 46
9 soggetti che hanno indicato di non conoscere nessun ragazzo gay
sono tutti maschi (il 100%); dei 5 soggetti che hanno indicato come
risposta “Siamo amici”, 4 sono maschi (l’80%), 1 è femmina (il 20%).
Nella domanda 3 “Conosci personalmente una ragazza lesbica nella
tua scuola? Se si, quale è il vostro grado di conoscenza” il 53% del
campione (19 soggetti intervistati, 16 maschi e 3 femmine) ha indicato di non conoscere nessuna ragazza lesbica nella scuola; il 33% ha
risposto affermativamente dichiarando di conoscerla appena (12 intervistati, 9 maschi e 3 femmine) e il 14% ha dichiarato, invece, di
esserne amico (5 maschi).
Ses s o
La conosco appena
No
Siamo amici
Totale
Femmina
3
3
0
6
Maschio
9
16
5
30
Totale
12
19
5
36
Analizzando per sesso le risposte pervenute, si evince che delle 6 ragazze 3 dichiarano di conoscere appena una ragazza lesbica della
scuola, altre 3 di non conoscerne nessuna. Dei 30 maschi intervistati,
invece, 9 (il 30,0%) dichiarano di conoscerla appena, 16 (il 53,3%)
di non conoscere nessuna ragazza lesbica nella scuola e 5 (il 16,7%)
dichiarano essere amici.
Più in particolare, dei 12 soggetti che hanno indicato come risposta
“La conosco appena” il 75,0% sono maschi, il 25,0% sono femmine.
Dei 19 soggetti che hanno indicato di non conoscere nessuna ragazza
lesbica 16 sono maschi (l’84,2%) e 3 sono femmine (15,8%). I 5 soggetti
che hanno indicato come risposta “Siamo amici” sono tutti maschi.
46
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:56 Pagina 47
La domanda 4 “Francesca e Marta sono due ragazze lesbiche. Come ti
senti nel guardarle mentre si scambiano gesti affettuosi?” prevede 11
risposte guidate per ciascuna delle quali sono previste 4 modalità: abbastanza, molto, per niente, un poco.
Risposta 1: IMBARAZZATO/A
Il 67% del campione ha indicato di non essere per niente imbarazzato/a (di questi,
22 sono maschi, l’80% di quelli intervistati, ovvero il 66,6% del campione totale);
il 22%, invece, ha risposto di sentirsi un po’ imbarazzato; solo il 3% dichiara di
sentirsi abbastanza e molto imbarazzato. Delle 6 ragazze intervistate, 4 (il 66,7%)
dichiarano di sentirsi un po’ in imbarazzo.
Se s s o
Nessuna
risposta
Abbastanza
Molto Per niente Un poco
Femmina
Totale
2
4
6
Maschio
2
1
1
22
4
30
Totale
2
1
1
24
8
36
Risposta 2: ATTRATTO/A
Il 28% del campione analizzato (10 maschi su 30) dichiara di sentirsi molto attratto
dal vedere due ragazze lesbiche che si scambiano gesti affettuosi, il 22% dichiara di
sentirsi abbastanza attratto.
Il 31% (11 intervistati) dichiara di sentirsi per niente attratto. Di questi, 6 sono ragazze (tutte quelle presenti nel campione).
Se s s o
Nessuna
risposta
Abbastanza
Molto Per niente Un poco
Femmina
6
Totale
6
Maschio
2
8
10
5
5
30
Totale
2
8
10
11
5
36
Stop alle discriminazioni
47
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:56 Pagina 48
Risposta 3: SPAVENTATO/A
Quasi nessuno dei 36 soggetti intervistati ha dichiarato di sentirsi spaventato. Si
tratta dell’83% del campione: 30 soggetti, di cui 25 maschi e 5 femmine. L’8% del
campione (3 soggetti) ha dichiarato di sentirsi un pò spaventato.
Se s s o
Nessuna risposta
Molto
Femmina
Per niente
Un poco
Totale
5
1
6
Maschio
2
1
25
2
30
Totale
2
1
30
3
36
Risposta 4: IN DIFFICOLTÁ
Non si trovano per niente in difficoltà 20 soggetti intervistati su 30 (il 56%). Di
questi, 17 sono maschi (il 47,2% del totale campione) e 3 sono femmine (queste si
distribuiscono equamente tra le risposte “per niente” e “un poco”). 7 maschi su 30
(il 23,3%) dichiarano di sentirsi un po’ in difficoltà.
Se s s o
Nessuna
risposta
Abbastanza
Molto Per niente Un poco
Femmina
48
Totale
3
3
6
Maschio
2
3
1
17
7
30
Totale
2
3
1
20
10
36
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:57 Pagina 49
Risposta 5: SDEGNATO/A
È interessante osservare l’elevata percentuale di soggetti che non si dichiara sdegnato/a: l’81%. Di questi 29 soggetti, 24 sono maschi (l’80% di quelli intervistati)
e 5 sono femmine (quasi tutte tra le 6 intervistate).
Se s s o
Nessuna risposta
Molto
Femmina
Per niente
Un poco
Totale
5
1
6
Maschio
3
1
24
2
30
Totale
3
1
29
3
36
Risposta 6: IN VERGOGNA
Elevata è anche la percentuale di intervistati che non si sentono per niente in vergogna. Si tratta di 26 soggetti (il 72% del campione), di cui 22 maschi (il 73,3%
dei 30 maschi intervistati) e 4 femmine (il 66,6% di quelle intervistate).
Se s s o
Nessuna risposta
Molto
Femmina
Per niente
Un poco
Totale
4
2
6
Maschio
2
2
22
4
30
Totale
2
2
26
6
36
Stop alle discriminazioni
49
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:57 Pagina 50
Risposta 7: DISGUSTATO/A
Se il 64% del campione (23 soggetti, di cui 21 maschi) non si sente disgustato, il 17% (6
soggetti) dichiarano di provare un po’ di disgusto, l’11% (4 soggetti) di provarne molto.
Dei 6 soggetti che dichiarano di provare un pò di disgusto, 4 sono maschi, 2 sono
femmine. Dei 4 soggetti che dichiarano invece di provare molto disgusto, 2 sono
maschi e 2 sono femmine.
Se s s o
Nessuna
risposta
Abbastanza
Femmina
Molto Per niente Un poco
Totale
2
2
2
6
Maschio
2
1
2
21
4
30
Totale
2
1
4
23
6
36
Risposta 8: CONFORTATO/A
Il 72% del campione (26 soggetti) non si sente per niente confortato. L’11% (4 soggetti), invece, si sente un pò confortato.
Se s s o
Nessuna
risposta
Abbastanza
Molto Per niente Un poco
Femmina
50
Totale
5
1
6
Maschio
3
2
1
21
3
30
Totale
3
2
1
26
4
36
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:57 Pagina 51
Risposta 9: SORPRESO/A
Il campione si divide quasi a metà relativamente alla risposta “sorpreso/a”. Il 44% (16
soggetti), infatti, si dichiara per niente sorpreso, il 36%, invece, ovvero 13 soggetti,
si dichiara un po’ sorpreso. Dei soggetti che si dichiarano per niente sorpresi 12 sono
maschi (il 40% dei maschi intervistati), 4 sono femmine (il 66,7% delle femmine intervistate). Altro 40% di maschi intervistati (12 su 30) si dichiarano un po’ sorpresi.
Se s s o
Nessuna
risposta
Femmina
Abbastanza
Molto Per niente Un poco
1
Totale
4
1
6
Maschio
2
2
2
12
12
30
Totale
2
3
2
16
13
36
Risposta 10: ARRABBIATO/A
Il 78% del campione (28 su 36 intervistati) ha indicato di non essere per niente arrabbiato/a (si tratta di 22 maschi, l’80% di quelli intervistati, ovvero il 66,6% del
campione totale); l’8% ha risposto, invece, di sentirsi molto arrabbiato; solo il 3%
dichiara di sentirsi abbastanza arrabbiato.
Se s s o
Nessuna
risposta
Femmina
1
Maschio
2
Totale
2
Stop alle discriminazioni
Abbastanza
1
Molto Per niente Un poco
Totale
1
4
6
2
24
2
30
3
28
2
36
51
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:57 Pagina 52
Risposta 11: CONTENTO/A
Il campione si dichiara per niente contento per il 42% (15 soggetti intervistati di cui 11
maschi e 4 femmine), molto contento per il 22% (8 maschi), un po’ contento (7 soggetti
di cui 5 maschi e 2 femmine) e abbastanza contento per il 17% (6 soggetti maschi).
Se s s o
Femmina
Maschio
Totale
Abbastanza
6
6
Molto
Per niente
Un poco
Totale
8
8
4
11
15
2
5
7
6
30
36
La domanda 5 “Marco e Luca sono due ragazzi gay. Come ti senti nel
guardarli mentre si scambiano gesti affettuosi?”, al pari della precedente,
prevede 11 risposte guidate per ciascuna delle quali sono previste 4 modalità: abbastanza, molto, per niente, un poco.
Risposta 1: IMBARAZZATO/A
Rispetto alla visione di due ragazzi gay che si scambiano effusioni, il campione si
equidistribuisce (28%) tra le risposte “per niente” e “molto” imbarazzato/a. Il 28%
del campione che ha indicato di sentirsi molto imbarazzato/a è costituito di soli maschi (10 su 30, il 33,3%); l’altro 28% che si dichiara per niente imbarazzato, invece,
è costituito di 10 intervistati di cui 7 maschi e 3 femmine. Il 17% del campione,
inoltre, ovvero 8 intervistati (tutti maschi), si dichiara abbastanza imbarazzato.
52
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:57 Pagina 53
Se s s o
Nessuna
risposta
Abbastanza
Molto Per niente Un poco
Femmina
Totale
3
3
6
Maschio
8
10
2
7
3
30
Totale
8
10
2
10
6
36
Risposta 2: ATTRATTO/A
Il 92% del campione analizzato (33 soggetti, di cui 27 maschi e la totalità delle femmine intervistate) dichiara di non sentirsi per niente attratto dal vedere due ragazzi
gay che si scambiano gesti affettuosi.
Se s s o
Abbastanza
Nessuna risposta
Femmina
Per niente
Totale
6
6
Maschio
1
2
27
30
Totale
1
2
33
36
Risposta 3: SPAVENTATO/A
Il 39% degli intervistati (14 soggetti) si dichiara per niente spaventato. Il 33%, invece, 12 soggetti maschi, ha dichiarato di sentirsi molto spaventato.
Stop alle discriminazioni
53
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:57 Pagina 54
Se s s o
Nessuna
risposta
Abbastanza
Molto Per niente Un poco
Femmina
6
Totale
6
Maschio
2
4
12
8
4
30
Totale
2
4
12
14
4
36
Risposta 4: IN DIFFICOLTÁ
Si trova molto in difficoltà il 34% del campione. Si tratta di 12 soggetti intervistati
su 36 (tutti maschi). Il 28% del campione (10 soggetti su 36 di cui 7 maschi e 3
femmine), invece, si trova un poco in difficoltà; il 22%, ovvero 8 soggetti (5 maschi
e 3 femmine), dichiara di non sentirsi per niente in difficoltà.
Se s s o
Nessuna
risposta
Abbastanza
Molto Per niente Un poco
Femmina
Totale
3
3
6
Maschio
3
3
12
5
7
30
Totale
3
3
12
8
10
36
Risposta 5: SDEGNATO/A
Relativamente al sentimento dello sdegno, il campione quasi si equidistribuisce tra
soggetti che non sono per niente sdegnati (8 maschi e la quasi totalità delle femmine
54
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:57 Pagina 55
intervistate) e soggetti che si sentono, al contrario, molto sdegnati. Si tratta, tuttavia, in quest’ultimo caso, di soli soggetti maschi.
Se s s o
Nessuna
risposta
Abbastanza
Molto Per niente Un poco
Femmina
Totale
5
1
6
Maschio
4
12
2
8
4
30
Totale
4
12
2
13
5
36
Risposta 6: IN VERGOGNA
Elevata è anche la percentuale di intervistati che non si sentono per niente in vergogna. Si tratta di 13 soggetti (il 36% del campione), di cui 7 maschi (il 23,3% dei
30 maschi intervistati) e 6 femmine (il 100% di quelle intervistate). Il 22%, 8 maschi intervistati, dichiara di provare, invece, molta vergogna.
Se s s o
Nessuna
risposta
Abbastanza
Molto Per niente Un poco
Femmina
6
Totale
6
Maschio
4
8
2
7
9
30
Totale
4
8
2
13
9
36
Risposta 7: DISGUSTATO/A
Ben il 50% del campione (18 soggetti di cui 17 maschi e una sola femmina) si sente
Stop alle discriminazioni
55
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:57 Pagina 56
molto disgustato dalla visione di due ragazzi gay che si scambiano gesti affettuosi;
il restante 50% si ripartisce nel seguente modo: 22% per niente disgustato (8 soggetti); 17% abbastanza disgustato (6 soggetti di cui 4 maschi e 2 femmine), 8% (3
soggetti) un pò disgustato.
Femmina
Nessuna
risposta
2
Maschio
Totale
Se s s o
Abbastanza
Molto Per niente Un poco
Totale
1
2
1
6
4
17
6
2
1
30
6
18
8
3
1
36
Risposta 8: CONFORTATO/A
L’81% del campione (29 soggetti) non si sente per niente confortato. L’11% (4 soggetti), invece, si sente un pò confortato.
Se s s o
Molto
Nessuna risposta Per niente Un poco
Femmina
6
Totale
6
Maschio
1
2
23
4
30
Totale
1
2
29
4
36
Risposta 9: SORPRESO/A
Il 42% del campione (15 soggetti di cui 10 maschi e 5 femmine) si dichiara per
56
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:58 Pagina 57
niente sorpreso; si dichiara un po’ sorpreso (6 maschi e una femmina) e molto sorpreso (7 maschi) il 38% del campione (rispettivamente per il 19%); è abbastanza
sorpreso, invece, il 14% del campione (5 soggetti, tutti maschi).
Se s s o
Abbastanza Molto Per niente Un poco
Femmina
Maschio
Totale
5
5
7
7
5
10
15
1
6
7
Nessuna
risposta
Totale
2
2
6
30
36
Risposta 10: ARRABBIATO/A
Il 44% del campione (16 su 36 intervistati) ha indicato di non essere per niente arrabbiato/a (di questi, 12 sono maschi, il 40% di quelli intervistati, ovvero il 33,3%
del campione totale, 4 sono femmine); il 36% ha risposto, invece, di sentirsi molto
arrabbiato (si tratta di 13 soggetti di cui 11 maschi e 2 femmine); solo il 6% dichiara
di sentirsi abbastanza arrabbiato.
Se s s o
Abbastanza Molto Per niente Un poco
Femmina
Maschio
Totale
Stop alle discriminazioni
2
2
2
11
13
4
12
16
4
4
Nessuna
risposta
Totale
1
1
6
30
36
57
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:58 Pagina 58
Risposta 11: CONTENTO/A
Il campione si dichiara per niente contento per il 72% (26 soggetti intervistati di
cui 22 maschi e 4 femmine); il 14%, invece, si dichiara un po’ contento e solo il
6% molto contento.
Se s s o
Femmina
Maschio
Totale
Abbastanza Molto Per niente Un poco
2
2
4
22
26
2
72
2
3
5
Nessuna
risposta
Totale
1
1
6
30
36
Nella domanda 6 si chiede ai ragazzi in che misura si sentono d’accordo con alcune affermazioni, indicate con le lettere dalla a alla h.
Nella prima affermazione a) “ Se una persona ha attrazioni omosessuali dovrebbe fare
di tutto per superarle?”
Il 44% del campione (16 soggetti di cui 13 maschi e 3 femmine) dichiara di essere
per niente d’accordo, mentre il restante 56% è d’accordo in varie misure.
Se s s o
Femmina
Maschio
Totale
58
Abbastanza Moltissimo
2
2
4
4
Molto
1
5
6
Per niente Poco
3
13
16
2
6
8
Totale
6
30
36
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:58 Pagina 59
Nella b) “ Non cambierei i miei sentimenti verso un amico o un amica se venissi a
sapere che è gay o lesbica”,
Esattamente la metà del campione (18 soggetti di cui 14 maschi e 4 femmine) dichiara di non essere d’accordo con questa affermazione. Ciò significa che probabilmente cambierebbe i propri sentimenti verso un amico o un’amica venendo a
conoscenza della loro omosessualità; il 20% del campione (7 soggetti di cui 6 maschi
e 1 femmina), invece, si dichiara “moltissimo” d’accordo con l’affermazione e presumibilmente non cambierebbe i propri sentimenti.
Se s s o
Abbastanza Moltissimo
Femmina
Maschio
Totale
3
3
1
6
7
Molto
1
3
4
Per niente Poco
4
14
18
4
4
Totale
6
30
36
Nella c) “ Le persone omosessuali non dovrebbero insegnare o stare a contatto con i bambini”
il 44% del campione si dichiara per niente d’accordo (16 soggetti di cui 12 maschi
e 4 femmine). Importante, tuttavia, la percentuale di intervistati che si dichiara moltissimo d’accordo con l’affermazione del questionario: si tratta del 28%, ovvero di
10 soggetti (tutti maschi). 6 soggetti (anche in questo caso tutti maschi) che rappresentano il 17% del campione si trovano poco d’accordo.
Se s s o
Abbastanza Moltissimo
Femmina
Maschio
Totale
Stop alle discriminazioni
1
1
10
10
Molto
2
1
3
Per niente Poco
4
12
16
6
6
Totale
6
30
36
59
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:58 Pagina 60
Nella c) : “L'omosessualità è semplicemente un differente modo di vivere e non dovrebbe essere condannata”
il 31% del campione (11 intervistati di cui 8 maschi e 3 femmine) si dichiara abbastanza d’accordo, il 22% del campione ovvero 8 intervistati (tutti maschi) si dichiarano un pò d’accordo e il 20% molto d’accordo. Tuttavia il 27% del campione si
dichiara per niente o poco d’accordo.
Se s s o
Femmina
Maschio
Totale
Abbastanza Moltissimo
3
8
11
1
6
7
Molto
2
1
3
Per niente Poco
7
7
Totale
6
30
36
8
8
Nella d) : “L'omosessualità è un’espressione della sessualità negli esseri umani”
Il 39% si dichiara per niente d’accordo e il 25% poco d’accordo. Solo 6 intervistati,
il 17%, si dichiarano molto d’accordo, e solo 3 (di cui una femmina) si dichiarano
abbastanza d’accordo (8%).
Se s s o
Femmina
Maschio
Totale
Abbastanza Moltissimo
1
2
3
4
4
Molto
2
4
6
Per niente Poco
1
13
14
2
7
9
Totale
6
30
36
Nella e) : “Gli uomini gay e le donne lesbiche hanno avuto relazioni disturbate con
uno o entrambi i genitori”
60
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:58 Pagina 61
Il 30% del campione, composto da 11 soggetti di cui 9 maschi e 2 femmine, si dichiara abbastanza d’accordo con l’affermazione precedente e addirittura il 31% è
molto o moltissimo d’accordo. Il 19%, invece, si dichiara poco d’accordo (7 soggetti
intervistati, tutti maschi) e il 17% per niente d’accordo.
Se s s o
Femmina
Maschio
Totale
Abbastanza Moltissimo Molto
2
9
11
2
3
5
2
4
6
Per
Poco Nessuna
risposta
niente
6
6
7
7
1
1
Totale
6
30
36
Nella j) : “Molti problemi del vivere connessi con l'omosessualità sono il risultato
degli atteggiamenti sociali negativi” vediamo che il 28% del campione si dichiara
per niente d’accordo e il 17% poco d’accordo con questa affermazione. Il 25% tuttavia, (9 soggetti di cui 7 maschi e 2 femmine), si dichiara molto d’accordo e un
altro 22% si dichiara abbastanza d’accordo. Non si rilevano dunque posizioni dominanti riguardo questo aspetto.
Se s s o
Abbastanza Moltissimo Molto
Femmina
Maschio
Totale
Stop alle discriminazioni
2
6
8
1
1
2
2
7
9
Per
Poco Nessuna
risposta
niente
1
9
6
1
10
6
1
Totale
6
30
36
61
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:58 Pagina 62
Nella g): “L'omosessualità è una fase passeggera che le persone superano”
la posizione del campione è netta: il 72%, infatti, si dichiara per niente d’accordo con
l’affermazione secondo cui l’omosessualità è una fase passeggera che le persone superano.
Tale parte del campione è composta di 26 intervistati di cui 23 maschi e 3 femmine.
Se s s o
Femmina
Maschio
Totale
Abbastanza Moltissimo
2
1
3
1
1
Molto
1
1
Per niente Poco
3
23
26
1
4
5
Totale
6
30
36
• Alcune riflessioni
Tra i risultati di questo secondo questionario proposto alle/ai
ragazze/i, di particolare interesse appaiono le risposte fornite alle domande 4 e 5 che indagano il “sentire” delle/dei giovani rispetto all’omosessualità, proponendo la visione di due persone omosessuali che
si scambiano effusioni.
Relativamente alle risposte a tali domande, occorre tuttavia individuare alcune differenze. Nella domanda 4 i/le ragazzi/e vengono esposti ad un’immagine in cui due donne sono in atteggiamento “intimo”.
Nei maschi questa realtà suscita molta attrazione e gioia, emozioni
che trovano il loro fondamento in un immaginario erotico maschile
ampiamente diffuso e condiviso. In generale sembra che l’omosessualità femminile non sia qualcosa che spaventi, ma piuttosto che metta
molto in difficoltà, in particolare le ragazze che affermano di sentirsi
imbarazzate e in vergogna di fronte all’unione di due donne, in misura
maggiore rispetto ai maschi.
Dai risultati emerge anche che, più che sdegnare, questa realtà suscita
62
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:58 Pagina 63
disgusto, un sentire che spesso è alla base di gesti e comportamenti
omofobici. D’altro canto, tuttavia, dato più confortante, sono poche/i
le/i ragazze/i che affermano di provare anche rabbia rispetto alle foto
di effusioni tra gay e lesbiche.
La metà dei soggetti intervistati, inoltre, si dichiara sorpreso di fronte a
tali immagini, risultato che suggerisce la poca familiarità con questa realtà,
poiché anche dalle risposte alla seconda domanda del questionario emerge
che pochissimi hanno relazioni amicali o di semplice conoscenza con persone omosessuali. Questo elemento lascia supporre che i gay e le lesbiche
non si dichiarino con facilità e che probabilmente pochi siano a conoscenza del loro orientamento sessuale.
Anche la domanda 5 lascia spazio ad alcune riflessioni in linea con
quanto emerso dalle precedenti risposte. I/le ragazzi/e esposti/e ad
un’immagine di due maschi in atteggiamento “intimo” hanno reazioni
diverse rispetto a quelle suscitate dalla visione di due donne: l’omosessualità maschile viene sensibilmente percepita, dai maschi stessi, in
maniera molto diversa rispetto a quella femminile. Vediamo infatti
che la maggior parte dei maschi non prova alcuna attrazione verso l’intimità gay e, al contrario, afferma di sentirsi imbarazzato, spaventato,
in vergogna e in difficoltà. Molti si sentono sdegnati di fronte alla
foto dei due ragazzi e se ne sentono fortemente disgustati e arrabbiati:
anche questo dato è estremamente importante da tenere in considerazione in un’ottica di prevenzione di comportamenti omofobici.
Anche in questo item emerge che l’omosessualità maschile, come
quella femminile, lascia sorpresi, come se fosse qualcosa di molto poco
familiare e che l’esistenza di questa realtà non viene percepita come
confortante.
Per una visione di insieme rispetto ai dati sopra riportati può essere
utile analizzare la tabella seguente:
Stop alle discriminazioni
63
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:58 Pagina 64
Francesca e Marta sono due ragazze le- Marco e Luca sono due ragazzi gay. Come ti
sbiche. Come ti senti nel guardarle senti nel guardarli mentre si scambiano gesti
mentre si scambiano gesti affettuosi?
affettuosi?
Imbarazzato/a
Abbastanza
3%
22%
Molto
3%
5%
28%
67%
28%
22%
17%
Abbastanza
22%
3%
Molto
28%
-
5%
5%
Per niente
31%
92%
Un poco
14%
-
Nessuna risposta
Per niente
Un poco
5%
Attratto/a
Nessuna risposta
Spaventato/a
Abbastanza
-
11%
Molto
3%
33%
Nessuna risposta
6%
6%
83%
39%
8%
11%
Per niente
Un poco
In difficoltà
Abbastanza
8%
8%
Molto
3%
34%
Nessuna risposta
5%
86%
Per niente
56%
22%
Un poco
28%
28%
Sdegnato/a
Abbastanza
-
11%
Molto
3%
33%
Nessuna risposta
8%
6%
81%
36%
8%
14%
Per niente
Un poco
In vergogna
Abbastanza
-
11%
Molto
6%
22%
Nessuna risposta
5%
6%
72%
36%
17%
25%
3%
17%
11%
50%
Per niente
Un poco
Disgustato/a
Abbastanza
Molto
Nessuna risposta
5%
3%
Per niente
64%
22%
Un poco
17%
8%
Per quanto riguarda l’item numero 6, in cui è stato chiesto alle/ai ragazze/i di esprimere
il proprio accordo o disaccordo e la misura di questi rispetto ad alcune affermazioni,
64
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:58 Pagina 65
Francesca e Marta sono due ragazze le- Marco e Luca sono due ragazzi gay. Come ti
sbiche. Come ti senti nel guardarle senti nel guardarli mentre si scambiano gesti
mentre si scambiano gesti affettuosi?
affettuosi?
Sorpreso/a
Abbastanza
8%
14%
Molto
6%
19%
Nessuna risposta
6%
6%
44%
42%
36%
19%
Per niente
Un poco
Arrabbiato/a
Abbastanza
3%
6%
Molto
8%
36%
Nessuna risposta
5%
3%
78%
44%
6%
11%
Abbastanza
17%
5%
Molto
22%
6%
Per niente
Un poco
Contento/a
Nessuna risposta
-
3%
Per niente
42%
72%
Un poco
19%
14%
emergono dati talvolta anche contrastanti, che richiederebbero un’ulteriore riflessione.
La tabella seguente può essere di aiuto per avere un quadro di insieme delle risposte.
Dalle risposte fornite a tutte le domande sembra di capire che la maggioranza
delle/dei ragazze/i si renda conto che l’omosessualità non è qualcosa che si può
Abbastanza Moltissimo
Molto
Per niente Poco Nessuna risposta
Se una persona ha attrazioni
omosessuali dovrebbe fare di
tutto per superarle
5,6%
11,1%
16,7%
44,4%
22,2%
0,0%
Non cambierei i miei sentimenti
verso un amico o un amica se venissi a sapere che è gay o lesbica
8,3%
19,4%
11,1%
50,0%
11,1%
0,0%
Le persone omosessuali non
dovrebbero insegnare o stare a
contatto con i bambini
2,8%
27,8%
8,3%
44,4%
16,7%
0,0%
L'omosessualità è semplicemente
un differente modo di vivere e
non dovrebbe essere condannata
30,6%
19,4%
8,3%
19,4%
22,2%
0,0%
L'omosessualità è un’espressione della sessualità negli esseri umani
8,3%
11,1%
16,7%
38,9%
25,0%
0,0%
Gli uomini gay e le donne lesbiche hanno avuto relazioni disturbate con uno o entrambi i
genitori
30,6%
13,9%
16,7%
16,7%
2,8%
19,4%
Molti problemi del vivere connessi con l'omosessualità sono il
risultato degli atteggiamenti sociali negativi
22,2%
5,6%
25,0%
27,8%
2,8%
16,7%
L'omosessualità è una fase passeggera che le persone superano
8,3%
2,8%
2,8%
72,2%
13,9%
0,0%
Stop alle discriminazioni
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“superare”, ma che rappresenti piuttosto una delle forme espressive in cui la sessualità può manifestarsi. Tuttavia più della metà del campione afferma che se
un/una amico/a fosse omosessuale questo aspetto della sua persona inciderebbe
sui sentimenti che gli altri proverebbero nei suoi confronti. Ciò dimostra una
grande difficoltà di accettazione rispetto alla diversità sessuale.
Quasi il 40% del campione, poi, non si sente d’accordo sul fatto che l’omosessualità non vada
condannata in quanto modo di vivere differente e il 38% ritiene che le persone omosessuali
non debbano insegnare o stare a contatto con i bambini. Questo dato sembra contrastare con
la consapevolezza che la maggioranza degli intervistati ha circa l’influenza che atteggiamenti
sociali negativi possono avere sulla vita di un/a omosessuale.
Tutto ciò potrebbe indurre ad ipotizzare che, al di là di alcune risposte che dimostrerebbero una certa sensibilità rispetto ai fattori che possono incidere negativamente sull’esistenza di gay e lesbiche, in realtà la discriminazione o la condanna
dell’omosessuale sia in qualche modo “giusta” o “giustificabile”. Un sentimento di
“giustizia” che viene espresso anche dalle risposte che indicano che l’omosessualità
non è percepita come normale. Così, se si analizzano le risposte alla domanda 1,
dove si chiede di definire il termine omosessuale, si può osservare che il 17% risponde che è una cosa contro natura o una malattia e l’11% risponde utilizzando
termini offensivi, come se si sentisse legittimato e sostenuto da una sorta di cultura
della “normalità” a cui probabilmente ritiene di appartenere.
D’altro canto, in una società in cui molte minoranze subiscono ancora forti discriminazioni, è facile aspettarsi che anche i più giovani manifestino opinioni ed atteggiamenti in linea con i modelli sociali in cui si trovano a crescere. Per quanto riguarda
l’omosessualità, la resistenza rispetto al riconoscimento di molti diritti civili, ancora
radicata nella società italiana, può legittimare nelle/nei giovani eterosessuali comportamenti discriminatori e gravi atti di bullismo, forti dell’appartenenza ad una
maggioranza percepita “giusta” e unica meritevole di ogni diritto.
Osserviamo inoltre che addirittura il 64% del campione non si trova d’accordo
con l’affermazione che indica l’omosessualità come un’espressione della sessualità
umana e oltre il 60% degli intervistati ritiene che le persone omosessuali abbiano
avuto relazioni disturbate con le figure genitoriali.
Questi dati ci mostrano quanto sia ancora oggi persistente lo stereotipo secondo
cui l’omosessualità sia sinonimo di anomalia e rappresenti l’esito di uno sviluppo
“deviato” di una persona, oppure una vera e propria malattia.
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Stop alle discriminazioni
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Conclusioni
L’esperienza svolta con le/gli alunni dell’I.T.A. “E. Sereni” ha evidenziato l’importanza di offrire alle/ai giovani occasioni di confronto e
di dialogo rispetto ad argomenti che non possono essere considerati
estranei dalla loro crescita di individui che sappiano accogliere e vivere
la diversità, e in particolare le differenze di genere e di orientamento
sessuale, come una ricchezza e un valore.
Durante l’adolescenza, per le ragazze e i ragazzi è molto importante
sentire di appartenere ad un gruppo, poiché tale senso di appartenenza
aiuta e sostiene lo sviluppo dell’identità ancora in formazione. D’altro
canto, come hanno espresso alcune risposte alle domande proposte nei
questionari, l’esclusione dal gruppo, l’emarginazione perché appartenenti ad una minoranza (come nel caso di giovani LGBT), può portare
alcune/i ragazze/i, non adeguatamente supportati, a sviluppare una
percezione di sé come “persone sbagliate”, “inadeguate”, “colpevoli”
e alimentare sensazioni di disagio che, se intollerabili, possono condurre a stati di prostrazione così profondi da sfociare nel suicidio.
La scuola, come luogo primario di crescita che accompagna lo sviluppo di bambine/i fino alla loro giovinezza, è impegnata in prima
linea ad affrontare le sfide quotidiane che la realtà sempre in movimento pone a docenti, alunni e a tutti coloro che a vario titolo svolgono il proprio ruolo nel processo educativo. Sfide che richiedono una
comprensione profonda dei cambiamenti che attraversano la famiglia,
il tessuto economico-sociale, le diverse culture ormai presenti, con le
loro differenze, negli stessi contesti condivisi. In un quadro complesso
di individualità che cercano di integrarsi nella comunità umana, in
cui ognuna/o deve poter manifestare la propria identità personale, che
comprende anche l’identità e l’orientamento sessuale, le/i giovani devono essere sostenuti con attenzione e determinazione verso uno sviStop alle discriminazioni
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luppo attento alla conoscenza, al rispetto e al valore delle differenze.
Come emerso dalle risposte ad alcune domande, molto spesso, le/i ragazze/ i sono ancora vittime di stereotipi e pregiudizi che li inducono
a ritenere l’omosessualità una devianza oppure una patologia e a discriminare le persone LGBT, considerando i loro diritti, ed in questo
supportati dal vuoto legislativo che purtroppo ancora contraddistingue il nostro Paese, come qualcosa che non li riguarda in alcun modo
o può persino rappresentare una minaccia per la loro vita.
Il corso svolto nell’Istituto Sereni dimostra invece che, opportunamente stimolate/i attraverso lavori di gruppo, esperienze corporee guidate di incontro con l’altro/a da sé, esperienze che facilitano il
confronto e, ancor prima, attraverso un’educazione al dialogo fondato
sul rispetto che passa dall’apprendimento di quale differenza ci sia tra
esprimere ed agire le emozioni, le/i ragazze/i si aprono l’un l’altra imparando via via a porre maggiore attenzione alle diversità e al loro valore e a riconoscere - rivelandosi in questo molto più genuine/i di
quanto gli adulti stessi a volte sappiano essere - la differenza tra esprimere la propria opinione e discriminare chi si ha di fronte.
Le/i ragazze/i, con le attività laboratoriali, apprendono che il linguaggio veicola un sentire e che l’attenzione al “come” le idee, le più diverse, si possono proporre è condizione imprescindibile per un dialogo
rispettoso e non violento.
Attraverso l’identificazione con personaggi di film o storie narrate,
le/i giovani scoprono di essere uguali agli altri nella possibilità di provare emozioni, di sentirsi sbagliate/i e/o emarginate/i, e iniziano a raccontare e a raccontarsi, rassicurate/i dal percepire intorno a sé un
ambiente classe accogliente - metafora di una società ideale - che sa
riconoscere, ascoltare e ricevere le diversità, le più svariate, che sia il
chilo in più, il colore della pelle, l’orientamento sessuale, la provenienza familiare e culturale. Si apre così poco a poco uno spazio nello
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Stop alle discriminazioni
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sguardo delle ragazze e dei ragazzi, uno spazio di libertà che ha a che
fare con la possibilità di riconoscersi nell’altro/a attraverso l’empatia,
scoprendo la capacità di immedesimarsi come strumento per comprendere e rispettare. Questi incontri con le/i giovani sono anche il luogo
dove raccontarsi come soggetti che hanno discriminato, almeno una
volta nella vita, e dove il riconoscimento di un errore non è colpa, e
in quanto tale qualcosa da tacere, ma qualcosa in cui riconoscersi ancora una volta negli altri come esseri umani che, per la loro natura,
possono commettere anche degli errori.
Riteniamo che il lavoro espressivo e di consapevolezza affiancato all’offerta di corrette informazioni sul tema delle differenze di genere e
di orientamento sessuale possa aver rappresentato per le/i ragazze/i un
piccolo passo verso una società meno violenta, dalla quale ognuno/a
ha il diritto di aspettarsi di essere accolto/a piuttosto che aggredito/a.
Il progetto “Educare al rispetto delle differenze”, dunque, ha voluto
proporsi come esperienza pilota, di cui si auspicano successive sperimentazioni in altri e più ampi contesti, per lavorare con le/i giovani,
i loro docenti, i genitori, con l’obiettivo di rompere schemi e modelli
che continuano a limitare ancora l’accoglienza e il valore delle diversità, soprattutto quando si parla di differenze sessuali. E’ un percorso
spesso arduo, che coinvolge tutte/i, ma che ha un ritorno per
ognuna/o; è un cammino che ha bisogno di iniziative costanti e nuove
che tengano sempre viva l’attenzione sul rispetto dell’altro/a - donna,
uomo, lesbica, gay, bisessuale, transessuale, trans gender, queer…- dal
quale nessuna/o è esclusa/o.
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Stop alle discriminazioni
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Glossario
Bisessuale: chi si sente affettivamente e/o eroticamente attratto da persone di entrambi i sessi.
Bullismo: si intende l’oppressione psicologica, verbale o fisica, reiterata nel tempo,
agita da persone che si percepiscono più forti o potenti, socialmente o per status,
nei confronti di una persona resa vittima. In particolare il termine bullismo (che
ha origine dall’inglese bullying) si riferisce a comportamenti di prevaricazione attuati in ambito scolastico o comunque maggiormente tra pre-adolescenti e adolescenti.
Bullismo omofobico: bullismo generato da pregiudizi omofobici (vedi omofobia) e
agito nei confronti di una persona a causa del suo orientamento sessuale (reale o
percepito). Le vittime del bullismo omofobico quindi non sono solo gli omosessuali
ma chiunque sia percepito o additato come tale.
Coming-out: espressione che si usa per indicare la decisione di una persona gay, lesbica o bisessuale di rendere pubblico il proprio orientamento sessuale. È possibile
distinguere tra un coming out “interiore” ed uno “esteriore”. Quando una persona
inizia a identificarsi come lesbica, gay o bisessuale e infine accetta il proprio orientamento sessuale, si parla di coming out “interiore”. Quando la stessa persona comincia a parlare e a mostrare ad altri il proprio orientamento omosessuale si parla
di coming out “esteriore”. Il coming out è un processo continuo e mai concluso,
perché ad ogni nuovo incontro lesbiche e gay devono decidere se rendere noto o
meno il proprio orientamento sessuale. Questo termine non va confuso con Outing.
(vd. oltre)
Comunità gay: la comunità gay è rappresentata da tutti i punti d’incontro dei gay,lesbiche e bisessuali di una città, come bar, locali notturni, discoteche, eventi mondani
ma anche servizi, centri, attività, ecc.
Il termine “frequentare” significa, in tale contesto, frequentare questi luoghi di ritrovo.
La comunità lesbica, gay e bisessuale si è sviluppata, a causa dello scarso spazio e
accettazione riservati alle persone omosessuali e bisessuali, all’interno di una cultura
prevalentemente eterosessuale. Le lesbiche, i gay e i bisessuali hanno iniziato, così,
a costruire per se stessi una comunità in cui poter vivere liberamente il proprio modo
di essere senza essere osservati dagli altri o giudicati diversi. Il primo contatto con
la comunità, generalmente, è ancora oggi un’esperienza emozionante per lesbiche,
gay e bisessuali in quanto in essa possono sperimentare il proprio orientamento
come la “regola” piuttosto che l’eccezione.
Discriminazione: significa trattare in modo sfavorevole una persona perché appartiene ad un determinato gruppo. Nella nostra società le discriminazioni possono essere varie e molteplici: le offese verbali, l’invisibilità delle tematiche gay e lesbiche
nei contesti istituzionali, la mancata tutela giuridica, la violenza fisica costituiscono
solo alcuni esempi.
Stop alle discriminazioni
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Occorre distinguere tra la discriminazione strutturale, come quella legislativa, che
può ad esempio criminalizzare o non riconoscere dei diritti, la discriminazione istituzionale che può bandire le persone omosessuali da certe professioni, ignorarle, costringerle a nascondersi e la discriminazione individuale che può consistere, ad
esempio, in insulti, violenze fisiche o psicologiche (vedi Eteronormatività, Eterosessismo, Etichettamento, Unioni gay).
Il nuovo ordinamento legislativo anti-discriminazione dell’UE garantisce il diritto
alla parità di trattamento delle persone e questo può essere fatto valere legalmente
in tutti i Paesi membri. La messa al bando della discriminazione, o meglio, il “principio della parità di diritti” significa che non dovrà più esistere discriminazione diretta o indiretta sulla base della razza o dell’origine etnica, della religione o delle
convinzioni, della disabilità, dell’età e dell’orientamento sessuale delle persone.
Drag Queen: persone in prevalenza omosessuali, maschi e transgender (ma non necessariamente) che si esibiscono per un pubblico indossando abiti femminili.
Drag King: donne, prevalentemente (ma non necessariamente) lesbiche o transgender, che si esibiscono per un pubblico in abiti maschili.
Ermafrodito: individuo che possiede gli organi riproduttivi di entrambi i sessi.
Eteronormatività: concetto che presuppone che l’eterosessualità sia l’unica forma di
sessualità “normale” ed accettata in una data società. L’eteronormatività può manifestarsi a livello strutturale, istituzionale, sociale e individuale. Essa è alla base della
discriminazione e della violenza contro i gay e le lesbiche. L’eteronormatività costringe, ad esempio, le lesbiche, i gay o i bisessuali a “dichiararsi” ripetutamente e
a definire ogni volta la propria immagine e il proprio orientamento sessuale, esperienza che è sconosciuta alle persone eterosessuali che spesso non la riconoscono
come forma di discriminazione. L’eteronormatività è individuabile anche nell’ordinamento giuridico; infatti, in molti Paesi non esiste la possibilità di riconoscere legalmente le unioni omosessuali o queste, quando sono riconosciute, rappresentano,
da un punto di vista dei diritti, unioni di “seconda classe” rispetto ai matrimoni eterosessuali. Un esempio di situazione viziata dall’eteronormatività è quello per cui
una persona omosessuale, nei paesi dove non è previsto il matrimonio o l’unione
tra persone dello stesso sesso, si trova a compilare un questionario basato sul modello
di coppia eterosessuale nel quale deve scegliere se barrare la voce “sposato”, “single”,
“divorziato” o “vedovo”.
Eterosessismo: ritenere che l’attrazione sessuale e sentimentale verso persone del
sesso opposto sia meglio o preferibile a ogni altra forma di identità sessuale.
Eterosessuale: chi si sente affettivamente e eroticamente attratto da persone di sesso
diverso dal proprio.
Genere: diversamente dalla parola “sesso” che indica il sesso biologico di una persona,
il “genere” si riferisce alla percezione e definizione di sé in quanto uomo o in quanto
donna frutto di una sintesi personale e di prescrizioni e influenze sociali e culturali.
Identità di genere: senso di appartenenza al genere maschile o femminile o a entrambi i generi, come i “transgender”, indipendentemente dal sesso biologico.
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Stop alle discriminazioni
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Identità sessuale: è parte della comprensione profonda che una persona ha di se
stessa come essere sessuato, di come si percepisce e di come vuole essere percepito
dagli altri. Include quattro componenti: sesso biologico, identità di genere, ruolo
di genere e orientamento sessuale. Tali componenti non sempre sono congruenti tra
loro (vd. Travestito, Orientamento sessuale, Transessuale, Transgender).
LGBT: si tratta di un’abbreviazione frequentemente usata a livello internazionale
nel trattare le tematiche omosessuali per indicare gli aggettivi o sostantivi: lesbica,
gay, bisessuale e transgender. Talvolta sono aggiunte le lettere I e Q che stanno come
Intersessuale e queer/ questioning.
MTS: acronimo che sta per Malattie a Trasmissione Sessuale.
Possono essere trasmesse attraverso il sesso anale, vaginale o orale ma anche attraverso il contatto con liquidi corporei. Alcune infezioni comuni sono l’AIDS, la sifilide, l’epatite B, la gonorrea e l’herpes genitale.
Omoaffettivo: chi prova sentimenti d’affetto per persone del suo stesso sesso.
Omofobia: questo concetto descrive un insieme di emozioni negative nei confronti
di lesbiche, gay o bisessuali, quali ansia, disgusto, avversione, rabbia, disagio e paura.
Un certo numero di studiosi ha tuttavia criticato il termine, poiché non si tratterebbe di una fobia in senso classico. Rispetto ad altre fobie (ad esempio, la claustrofobia, l’aracnofobia, ecc.), gli omosessuali non sarebbero la fonte diretta della
“paura” o del “disagio”. Si tratta piuttosto di una sorta di avversione verso l’omosessualità che comprende valori e norme culturali che contraddistinguono gli omosessuali come qualcosa di cui aver paura. In questo senso, l’omofobia non è una
malattia che può essere curata, quanto piuttosto un atteggiamento sul quale esercitare un’influenza effettiva.
Omofobia interiorizzata: l’omofobia interiorizzata è un tema centrale nell’attività
di counselling con clienti lesbiche, gay e bisessuali. Se cresciuti in una società occidentale, è di fatto impossibile che lesbiche, gay e bisessuali non abbiano interiorizzato alcuni messaggi negativi sul proprio orientamento sessuale. Questi messaggi
negativi possono condurre gli omosessuali a sentire una sorta di “odio di sé” rispetto
a questa parte della propria identità. L’omofobia interiorizzata può manifestarsi in
sentimenti ed emozioni diverse: paura di essere scoperti, disagio in presenza di altre
persone omosessuali dichiarate, rifiuto e negatività verso tutti gli eterosessuali, senso
di superiorità nei confronti degli eterosessuali. Coloro che hanno interiorizzato
l’omofobia sociale, pur pensando che lesbiche, gay e bisessuali non siano diversi
dagli eterosessuali, possono temere di essere rifiutati dagli altri. Il sentirsi attratti
da persone “impossibili” (ad esempio persone con un orientamento eterosessuale)
può costituire una forma di auto-sabotaggio e di difesa che protegge dall’intimità
di un’eventuale relazione con una persona dello stesso sesso e può rappresentare
quindi un modo di esprimere la propria omofobia interiorizzata. Quest’ultima può
anche essere rivolta verso il proprio partner, dando luogo a difficoltà a mantenere
le relazioni (omosessuali).
Omonegatività: Termine che include le componenti culturali e le radici sociali dell’intolleranza, riferendosi all’intera gamma di sentimenti, atteggiamenti e comporStop alle discriminazioni
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tamenti negativi verso l’omosessualità e le persone omosessuali (Hudson, Ricketts, 1980).
Tale definizione esprime un concetto più ampio rispetto a quello di omofobia (vd.
definizione) che si riferisce più ai sentimenti di paura, odio, ansietà, disgusto, avversione che una persona può sperimentare nei confronti degli omosessuali.
Omosessuale: chi si sente affettivamente ed eroticamente attratto da persone del
proprio sesso. Il termine si riferisce indifferentemente ad uomini e donne.
Orientamento sessuale: è un’espressione che si usa per descrivere l’attrazione sessuale, emotiva e sentimentale di una persona verso un’altra. A seconda dell’orientamento sessuale gli individui possono essere classificati in eterosessuali, bisessuali o
omosessuali.
Outing: pratica di rendere deliberatamente pubblica e senza consenso l’identità sessuale o l’orientamento di altri. Le persone outed sono spesso figure pubbliche quali
i politici o celebrità. Il fenomeno dell’outing ha ottenuto l’attenzione dei media
negli anni ’80 e ’90 quando alcuni attivisti lesbiche e gay hanno minacciato di rendere pubblici i nomi di quegli omosessuali che si erano resi responsabili di leggi e
atteggiamenti sociali e religiosi omofobici. Non tutte le persone omosessuali approvano questi metodi e molti di loro li condannano in quanto infrangono il diritto di
ognuno a difendere la propria privacy. Questo temine non va confuso con Comingout (vd. sopra).
Pregiudizio: la tendenza a considerare in modo ingiustificatamente sfavorevole le
persone che appartengono ad un determinato gruppo sociale.
Pride: il termine inglese pride indica per la comunità GLBT (Gay-LesbicaBisessuale-Transgender-Transessuale) l’orgoglio, inteso come scelta di vivere liberamente e pubblicamente la propria omosessualità, bisessualità o transessualità,
chiedendo alle istituzioni pari diritti e opportunità. Con il termine Pride si indica
anche l’insieme delle iniziative e manifestazioni che si svolgono ogni anno e nelle varie
città del mondo come momenti di rivendicazione e di visibilità della realtà GLBT
Queer: termine che tradizionalmente significava “strano”, “insolito”. Il termine a sua
volta deriva dal tedesco “quer” che significa “di traverso, diagonalmente”.
In italiano si usa per indicare quelle persone il cui orientamento sessuale e/o identità
di genere differisce da quello strettamente eterosessuale: un termine-ombrello, si potrebbe dire, per persone gay , lesbiche, bisessuali, transessuali, transgender e/o intersessuati. Il termine queer nasce anche (e soprattutto) in contrapposizione agli
stereotipi diffusisi nell’ambiente gay. Tra le persone omosessuali, la maggior parte si
definisce “gay” o “lesbica” piuttosto che “queer”. “Queer” è più che altro un termine
politico, spesso usato da coloro che sono politicamente attivi, da chi rifiuta con forza
le tradizionali identità di genere, da chi rifiuta le categorie dell’orientamento sessuale
come gay, lesbica, bisessuale ed eterosessuale, da chi si rappresenta e percepisce come
oppresso dall’eteronormatività prevalente nella cultura e nella società o dalle persone
eterosessuali le cui preferenze sessuali le rendono una minoranza.
Ruolo di genere: è l’insieme delle aspettative che una cultura riserva ai comportamenti maschili e femminili (modo di vestire, linguaggio del corpo e comporta-
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menti). Ogni comportamento infatti è “tipicizzato” per genere e ogni cultura e società definisce i criteri di appropriatezza.
Sesso biologico: appartenenza biologica al sesso maschile o femminile determinata
dai cromosomi sessuali (XY=maschio; XX= femmina).
Sessualità: la sessualità comprende qualsiasi forma di comportamento sessuale degli
esseri umani. Tuttavia, essa indica non solo i rapporti sessuali, ma anche fantasie
sessuali, pensieri, sogni, emozioni.
È importante sapere che non esistono confini rigidi tra le diverse forme dell’orientamento sessuale (etero-omo-bi), al contrario tali confini devono essere considerati
“fluidi” e, a volte, mutevoli nel tempo. Il ricercatore americano Alfred Kinsey ha trovato, ad esempio, negli anni ’50 che solo poche persone potevano essere considerate
esclusivamente eterosessuali o omosessuali. Questi termini indicano perciò soltanto
una linea di tendenza e non descrivono interamente la sessualità dell’individuo.
Stereotipi: convinzioni rigide che sono condivise da un gruppo sociale rispetto ad
un altro. Gli stereotipi si contraddistinguono per la generalizzazione e l’assolutizzazione del proprio punto di vista e della propria esperienza. Vi sono molte forme di
stereotipi sull’omosessualità: stereotipi sulla non conformità di genere (ad esempio,
le lesbiche sono considerate dei “maschiacci”); stereotipi sui ruoli sociali (lesbiche,
gay e bisessuali si discostano dalla norma e la contravvengono e perciò sono percepiti
come devianti, trasgressivi, ecc); stereotipi sui rapporti e i comportamenti sessuali
(i gay vengono assimilati ai pedofili e sono considerati promiscui; la sessualità delle
lesbiche è giudicata immatura); stereotipi sull’origine dell’omosessualità (ad esempio, uno dei due genitori del ragazzo gay avrebbe voluto una figlia; mancanza della
figura paterna; abuso sessuale).
Stigma: si riferisce a un tratto caratteristico di una persona, ad esempio, il colore della
pelle o l’orientamento sessuale, che differenziandola dalla maggioranza, può essere
utilizzato come base per la sua discriminazione. Mentre il colore della pelle rappresenta
uno stigma visibile, che non si può nascondere, l’omosessualità o la bisessualità sono
uno stigma invisibile, che difficilmente può essere scoperto fino a quando la persona
stessa non dichiara pubblicamente il proprio orientamento sessuale. Gli stigmi invisibili come l’omosessualità e la bisessualità possono condurre ad un dilemma difficile da risolvere: una persona gay, lesbica o bisessuale sa che nel momento in cui
rivela pubblicamente la sua omosessualità/bisessualità, questa diventa uno stigma
manifesto che può renderla maggiormente vulnerabile alla riprovazione sociale.
Terapia riparativa: alcune lesbiche, gay o bisessuali incontrano enormi difficoltà a
vivere in un mondo eteronormativo e vorrebbero diventare eterosessuali. A volte per
i più giovani, sono i genitori a non accettare l’omossessualità del/della figlio/a e ad
indirizzarlo/a verso una terapia riparativa.
La comunità scientifica tuttavia ha ormai riconosciuto che non è possibile “curare”
l’orientamento sessuale, dunque nemmeno l’omosessualità o la bisessualità che non
possono essere considerati malattie o disturbi mentali. Anche l’Organizzazione
Mondiale della Sanità definisce l’omosessualità come una variante naturale del comportamento umano. Infatti i principali Ordini Professionali europei e internazionali
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hanno adottato la definizione dell’OMS nei propri codici deontologici e professionali (ordine dei medici, degli psichiatri, degli psicologi, ecc.)
Ciononostante alcune persone, spesso con forti convincimenti religiosi, sono dell’opinione che i sentimenti omosessuali possano essere cambiati; essi supportano le
loro argomentazioni con esempi di persone che precedentemente esprimevano i loro
sentimenti omosessuali e, in seguito alla “terapia riparativa”, conducono una vita
eterosessuale. E’ probabile tuttavia che queste persone abbiano imparato a reprimere
i propri sentimenti omosessuali per “comportarsi da eterosessuali”. Alcune organizzazioni religiose e laiche, infatti, utilizzano tecniche poco etiche per eliminare il desiderio sessuale e generare sensi di colpa. Numerosi studi in ambito
psicologico-psicoterapeutico hanno dimostrato, invece, che le persone sottoposte a
tali trattamenti non ottengono benefici, ma manifestano per lo più danni all’autostima e alla stabilità emotiva.
Transessuale: una persona la cui identità di genere differisce dal proprio sesso biologico. Nello specifico transessuale è una persona che sceglie di intraprendere un
percorso di adeguamento chirurgico e/o ormonale del sesso anatomico all’identità
di genere. Il transessualismo è qualcosa di completamente diverso dall’orientamento
sessuale: i transessuali infatti possono essere eterosessuali, omosessuali o bisessuali.
La percentuale di persone transessuali nella popolazione generale è rappresentata
da un maschio adulto su 3000 e una femmina adulta su 100.000.
Transgender: termine ampio e generico per indicare quelle persone la cui identità
di genere differisce dal sesso biologico e che scelgono di non sottoporsi a trattamenti di ri-assegnazione del sesso anatomico.
I transgender esprimono la loro identità di genere attraverso l’abbigliamento e i comportamenti transgender possono passare, ad esempio proprio attraverso l’abbigliamento, da maschio a femmina, o da femmina a maschio o possono definirsi come
qualcosa di completamente diverso da queste due. Il trasgenderismo si distingue dal
travestitismo perché il secondo è un comportamento (indossare abiti del sesso opposto ), mentre il primo coinvolge la sfera identitaria (il sentirsi appartenente al sesso
opposto).
Travestito: persona che si traveste, vale a dire che indossa (regolarmente o occasionalmente, interamente o parzialmente) i vestiti generalmente indossati dall’altro
sesso. Un travestito può essere eterosessuale, omosessuale o bisessuale.
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Simboli LGBT
Vi sono diversi simboli che si riferiscono all’orientamento sessuale o allo stile di vita delle persone LGBT.
Dal 1990 sono cominciate ad apparire le prime modifiche dei simboli (basati sulla simbologia
astrologica, Marte (♂) per i maschi e Venere (♀) per le femmine) per esprimere le varie “identità
di genere”. Furono usate coppie di simboli di genere maschile e femminile e vennero così trasformati in simboli identificativi per gay e lesbiche.
Due simboli maschili agganciati formano un simbolo gay, mentre due simboli femminili intrecciati formano un simbolo lesbico.
Variazioni su questo tema vengono utilizzate per rappresentare gli asessuali, i bisessuali, i
transessuali e, naturalmente, gli eterosessuali.
La versione più popolare dei simboli per identificare travestiti , transessuali e transgender,
che consiste nell’incrocio di più simboli di genere, è un disegno di Holly Boswell; essa raffigura un cerchio con una freccia sporgente dalla parte superiore a destra, come per il simbolo
maschile, una croce che sporge dal basso, come per il simbolo femminile, e una freccia barrata
(combinazione tra croce e freccia) in alto a sinistra.
Il triangolo rosa fa riferimento ai tanti omosessuali deportati e imprigionati nei campi
di concentramento dai nazisti. I gay, infatti, venivano obbligati a indossare il triangolo
rosa capovolto sulla loro divisa per essere distinti dagli altri deportati. Negli anni ’70 gli
attivisti gay hanno riesumato questo simbolo in quanto esso metteva l’accento sulla discriminazione e la violenza in corso contro gli omosessuali.
Dagli anni ’90 la bandiera dell’arcobaleno si è diffusa nel mondo come simbolo della comunità lesbica e gay. La bandiera ha sei strisce ed è un simbolo dell’orgoglio da contrapporre agli atteggiamenti omofobici. L’artista americano Gilbert Baker ha creato la bandiera
dell’arcobaleno nel 1978 e da quel momento essa è diventata il simbolo più conosciuto del movimento mondiale di liberazione gay e lesbico. I sei colori che coprono lo spettro dell’iride simbolizzano alcuni aspetti della vita: il rosso rappresenta la vita stessa, l’arancione la salute, il giallo
il sole, il verde l’armonia con la Natura, il blu l’arte e il viola lo spirito.
Dal 1998 si è diffusa anche la bandiera dell’orgoglio bisessuale, creata da Michael Page.
Il color fucsia nella parte alta della bandiera rappresenta la possibilità che vi sia attrazione tra persone dello stesso genere e le strisce si sovrappongono nella parte centrale della bandiera, dando luogo alla striscia centrale in cui si mescolano i colori fucsia e lavanda. Tale quinta
striscia simboleggia la possibilità che vi sia attrazione in qualsiasi parte ed a qualsiasi livello dello
spettro dei generi.
Al Pride di Phoenix , Arizona, nel 2000 fece poi la sua prima apparizione anche la bandiera trans gender, progettata da Monica Helms. La bandiera che rappresenta la comunità
trans |gender è costituita da cinque strisce orizzontali, due azzurre, due rosa, con una striscia
bianca al centro.
Il nastrino rosso è il simbolo della solidarietà con le persone HIV positive o ammalate di
AIDS; può anche essere usato per ricordare donne e uomini morti a causa dell’AIDS.
Non è un simbolo dell’omosessualità di per sé. Poiché nel Nord America e in Europa i
gay sono considerati un gruppo a rischio questo simbolo viene a volte utilizzato per indicare la comunità gay e lesbica.
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Stop alle discriminazioni
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Bibliografia
L’elenco dei testi qui riportati vuole solo fornire alcuni titoli tra i più
noti che trattano le tematiche LGBT
Opere Generali:
Lingiardi, V. (1997) Compagni d’amore. Da Ganimede a Batman. Identità e mito nelle omosessualità maschili, Milano, Raffaello Cortina.
Lingiardi, V. (2007) Citizen gay. Famiglie, diritti negati e salute mentale, Milano, Il Saggiatore.
Mieli, M. (1977) Elementi di critica omosessuale, Torino, Einaudi.
“L’identità sessuale a scuola”. Liguori Editore. A cura di Federico Batini
e Barbara Santoni.
Dall’Orto P. e G. (1991) - Figli Diversi New Generation Ed. Sonda Casale Monferrato
Pietrantoni L. (1999) “L’offesa peggiore” Tirrenia, Pisa, Ed. Del Cerro
Palomba, M. (1999) Essere e vivere la diversità, Roma, Edizioni Kappa.
Pedote, P., Lo Presti, G. (2003) Omofobia. Il pregiudizio anti-omosessuale dalla Bibbia ai giorni nostri, Viterbo, Stampa Alternativa.
Sullivan, A. (1996) Praticamente normali. Le ragioni dell’omosessualità,
Milano, Mondadori.
Consoli M. (1991) Homocaust: il nazismo e la persecuzione degli omosessuali, Roma, Kaos Edizioni.
Saraceno, C. (2003) Diversi da chi? Gay, lesbiche, transessuali in un’area
metropolitana, Milano, Guerini e Associati.
Scalfarotto, I., Mangiaterra, S., (2010) In nessun paese. Perché sui diritti dell’amore l’Italia è fuori dal mondo, Milano, Piemme.
Graglia, M. (2009) Psicoterapia e omosessualità, Roma, Carocci.
Donatio, I. (2010) Opus Gay. La Chiesa cattolica e l’omosessualità,
Roma, Newton Compton.
Stop alle discriminazioni
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Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:58 Pagina 80
Gramick, J., Nugent, R. (2003) Anime gay. Gli omosessuali e la chiesa
cattolica, a cura di Andrea Ambrogetti, Roma, Editori Riuniti.
Galvani, A. A. (2005) (a cura di) Il bullismo, l’omosessualità e un po’
di indifferenza. Materiale per la promozione del rispetto delle persone
omosessuali e la prevenzione del bullismo anti-gay, Verbania, AGEDO.
Gay Cialfi, R. (2000) (a cura di) Omosessualità e adolescenza. Ascolto
e cultura delle differenze nei luoghi dell’educare, Milano, AGEDO.
Pietrantoni, L., Prati, G., Buccoliero, E., Maggi, M. (2010) Il bullismo omofobico. Manuale teorico-pratico per insegnanti e operatori, Milano, Franco Angeli.
Montano A. (2011) Parlare di omosessualità a scuola, Trento, Erickson.
Romanzi e Racconti:
Mazzini F. (2006) “E adesso chi lo dice a mamma?” Roma, Ed. Castelvecchi.
Martini, D. (2007) 49 gol spettacolari, Roma, Playground.
Scalise, D. (2002) Men on men . Antologia di racconti gay, Milano,
Mondadori.
Scalise, D. (2003) Men on men 2 . Antologia di racconti gay, Milano,
Mondadori.
Scalise, D. (2004) Men on men 3 . Antologia di racconti gay, Milano,
Mondadori.
Scalise, D. (2005) Men on men 4 . Antologia di racconti gay, Milano,
Mondadori.
Leavitt, D. (1986) La lingua perduta delle gru, Milano, Mondadori.
Matsuura, R. (1996) Corpi di donna, Venezia, Marsilio.
Mazzucco, M. G. (2000) Lei così amata, Milano, Rizzoli.
Mazzucco, M.G. (1996) Il bacio della Medusa, Milano, Baldini & Castoldi.
Vaccarello, D. (2003) (a cura di) Principesse azzurre, Milano, Mondadori.
Vaccarello, D. (2004) (a cura di) Principesse azzurre 2, Milano, Mondadori.
80
Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:58 Pagina 81
Vaccarello, D. (2005) (a cura di) Principesse azzurre 3, Racconti
d’amore e di vita di donne tra donne, Milano, Mondadori.
Vaccarello, D. (2006) (a cura di) Principesse azzurre crescono, Milano,
Mondadori.
Vaccarello, D. (2007) (a cura di) Principesse azzurre da guardare, Milano, Mondadori.
Vaccarello, D. (2008) (a cura di) Eros up, principesse azzurre in amore:
racconti d’amore e di vita di donne tra donne, Milano, Oscar Mondadori.
Vaccarello, D. (2009) (a cura di) Pressoché amanti: racconti d’amore e
di vita di donne tra donne, Milano, Oscar Mondadori.
Winterson, J. (2000) Scritto sul corpo, Milano, Mondadori.
Woolf, V. (1995) Orlando, Milano, Mondadori.
Sanchez, A. (2001) Rainbow Boys, Roma, Playground.
Stop alle discriminazioni
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Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:58 Pagina 82
Siti web
www.agedo.org : Sito dell’ Associazione di GEnitori Di Omosessuali: associazione di genitori, parenti e amici di uomini e donne omosessuali, bisessuali e transessuali
www.aiutogay.it : Sito in cui si possono trovare informazioni sui Servizi di
counselling per gay e lesbiche
www.arcigay.it : Sito della maggiore organizzazione italiana di contrasto alla
discriminazione contro gay e lesbiche
www.arcilesbica.it : Sito della maggiore organizzazione italiana di contrasto
alle discriminazioni contro le lesbiche
www.famigliearcobaleno.org : Sito dell’associazione che raccoglie coppie o
single omosessuali che hanno realizzato il proprio progetto di genitorialità,
o che aspirano a farlo
www.gaycenter.it : Centro LGBT, che ha sede a Roma, che ospita il servizio di
Gay Help Line 800 713 713, il numero verde di supporto per le persone lesbiche,
gay e trans, oltre a vari associazioni LGBT e del territorio
www.genitorirainbow.it : Sito dell’associazione che si propone di offrire supporto a lesbiche, gay e transessuali con figli da precedenti relazioni eterosessuali
http://ec.europa.eu/justice/fdad/cms/stopdiscrimination?langid=it : Sito
della Commissione Europea che fornisce informazioni sui temi della discriminazione e della diversità
www.ilga-europe.org : Sito dell’Associazione europea delle persone gay e lesbiche, luogo privilegiato per avere una visione d’insieme della condizione
omosessuale in Europa
www.mariomieli.org : Sito dell’associazione romana di gay e lesbiche
www.mit-italia.it : Sito del Movimento Italiano Transessuali, associazione che
difende e sostiene i diritti delle persone transessuali, travestiti e trans gender
www.eurialo.eu : Sito del progetto Leonardo da Vinci-TOI “EURIALO - LEarning and gUidance tools against discRIminAtion: respect for alL different sexual
chOices and cultural identities” svoltosi dall’ottobre 2009 all’ottobre 2011
www.unar.it : Sito dell’Ufficio per la promozione della parità di trattamento
e la rimozione delle discriminazioni fondate sulla razza o sull'origine etnica
che opera nell'ambito del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri
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Stop alle discriminazioni
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Filmografia LGBT
L’elenco qui riportato vuole solo fornire alcuni titoli dei film più noti che trattano
le tematiche LGBT
TITOLO
Regia
Anno
Paese
Genere
Orient.
LGBT
GIOVENTU’ BRUCIATA
Nicholas Ray
1955
USA
Dram.
gay
ROCKY HORROR PICTURE
SHOW (the)
Jim Sharman
1975
UK
Mus. trans/bisex
VIZIETTO, IL
Edouard Molinaro
1978
Fra/Ita Comico
gay
HO SENTITO LE SIRENE CANTARE Patricia Rozema
1987
Can
Com.
lesbo
POMODORI VERDI FRITTI
ALLA FERMATA DEL TRENO
Jon Avnet
1991
USA
Dram.
lesbo
FRAGOLA E CIOCCOLATO
Tomas Gutierrez Alea
1992
MOGLIE DEL SOLDATO, LA
Neil Jordan
1992
UK
Dram.
trans
PHILADELPHIA
Jonathan Demme
1993
USA
Dram.
gay
GO FISH - SEGUI IL PESCE
Rose Troche
1994
USA
Comm.
lesbo
BEAUTIFUL THING
Hettie MacDonald
1996
UK
Comm.
gay
BAGNO TURCO, IL
Ferzan Ozpetek
1997
Italia
Dram.
NESSUNO UGUALE
Claudio Cipelletti
1998
Italia
Doc.
BETTER THAN CHOCCOLATE
(MEGLIO DEL CIOCCOLATO) Anne Wheeler
1999
Can
Comm.
lesbo
BOYS DON’T CRY
Kimberly Peirce
1999
USA
Dram.
lesbo
TUTTO SU MIA MADRE
Pedro Almodòvar
1999
Spa
Dram.
trans
VESPA E LA REGINA, LA
Antonello Di Leo
1999
Italia
Comm. gay/lesbo
J. Anderson, M. Coolidge, A. Heche 1999
USA
Dram.
lesbo
WOMEN
Cuba/Spa Pol.
gay
gay/lesbo
QUEER AS FOLK
Russell T.Davies
TV serie
gay
ALL OVER THE GUY
Julie Davis
2000
USA
Comm.
gay
BILLY ELLIOT
Stephen Daldry
2000
UK
Dram.
gay
Lukas Moodyson
2000
Sve
Dram.
lesbo
2000
Ger
Doc
naz.
FUCKING AMAL
PARAGRAPH 175
Jeffrey Friedman e Rob Epstein
1999-2000 UK
gay
REPETITION, LA - L’ALTRO AMORE
Catherine Corsini
2000
Fra
Psic.
lesbo
ALTRA META’ DELL’AMORE
Léa Pool
2001
Can
Dram.
lesbo
ANCHE TUA MADRE
Alfonso Cuaron
2001
Mex
Comm.
queer
MULHOLLAND DRIVE
David Lynch
2001
Fra/USAThriller
lesbo
Y TU MAMA TAMBIEN Stop alle discriminazioni
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TITOLO
Regia
Anno Paese
Genere
Orient.
LGBT
PRINCESA
Henrique Goldman
2001 Fra/Ger/Ita/GB Dram, trans
A MIA MADRE PIACCIONO
LE DONNE
Inés París
2002
Spa
Comm.
lesbo
KISSING JESSICA STEIN
C H-Wurmfeld
2002
USA
Comm.
lesbo
TIPPING THE VELVET
Geoffrey Sax
2002
UK
Dram.
lesbo
8 DONNE E UN MISTERO
Francois Ozon
2002
Fra
Comm.
lesbo
FATE IGNORANTI, LE
Ferzan Ozpetek
2001
Italia
Comm.
queer
APRIMI IL CUORE
Giada Colagrande
2002
Italia
Dram.
lesbo
IMBALSAMATORE, L’
Matteo Garrone
2002
Italia
Dram.
gay
FINESTRA DI FRONTE, LA
Ferzan Ozpetek
2003
Italia
Dram.
gay
MAMBO ITALIANO
Emile Gaudreault
2003
USA
Comm.
gay
ALEXANDER
Oliver Stone
2004
USA/UK Storico
gay
D.E.B.S.-SPIE IN MINIGONNA
Angela Robinson
2004
USA
lesbo
Comm.
MALA EDUCACIÓN, LA
Pedro Almodòvar
2004
Spa
Dram.
gay
BREAKFAST ON PLUTO
Neil Jordan
2005
Irl/UK
Dram.
trans
IMAGINE ME & YOU
Ol Parker
2005
USA/UK Comm.
lesbo
MATER NATURA
Massimo Andrei
2005
Italia
Comm.
trans
ODETE
João Pedro Rodrigues
2005
Por
Dram.
gay
REINAS
Manuel Gomez Pereira 2005
Spa
Comm.
gay
TRANSAMERICA
Duncan Tucker
USA
Dram.
trans
2005
ANOTHER GAY MOVIE
Todd Stephens
2006
USA
Comm.
gay
LOVING ANNABELLE
Katherine Brooks
2006
Can
Dram.
lesbo
SHORTBUS
John Cameron Mitchell
2006
USA
Dram.
queer
SATURNO CONTRO
Ferzan Ozpetek
2007
Italia
Comm.
gay
XXY
Lucía Puenzo
2007
Arg
Dram.
lesbo
ALTRA METÀ DEL CIELO, L’
Salima Balzerani
2009
Italia
Doc.
lesbo
DUE VOLTE GENITORI
Claudio Cipelletti
2009
Italia
Doc.
gay/lesbo
SINGLE MAN, A
Tom Ford
2009
USA
Dram.
gay
VIOLA DI MARE
Donatella Maiorca
2009
Italia
Dram.
lesbo
MINE VAGANTI
Ferzan Ozpetek
2010
Italia
Comm.
gay
RAGAZZI STANNO BENE,I
Lisa Cholodenko
2010
USA
Comm.
lesbo
TOMBOY
Céline Sciamma
2011
Fra
Dram.
trans
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Stop alle discriminazioni
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Questionari alunne/i*
Questionario 1: Omosessualità e clima scolastico
Questo è un questionario anonimo. Per favore non mettere il tuo nome né alcuna informazione
che ti identifichi sul foglio. Ti preghiamo solo di fornirci questi dati:
Dati dello/a studente/essa:
Maschio
□
□
Femmina
Età
______ ___
1. Nella tua scuola quante volte senti parole per indicare gli omosessuali come
«finocchio, frocio, lesbicona, etc.» dette in tono offensivo?
□ Spesso
□ Qualche volta
□ Raramente
2. Da chi le hai sentite dire ?
□ Studenti
□ Insegnanti
□ Bidelli
3. Dove hai sentito dire queste parole?
□ In classe
□ Nei corridoi
□ Nei bagni e negli spogliatoi
□ Sull’autobus o sul treno
□ In altri posti
4. Le persone che vengono chiamate in quel modo trovano questi commenti:
□ Molto offensivi
□ Abbastanza offensivi
□ Poco offensivi
□ Per niente offensivi
* I questionari sono stati ripresi ed elaborati dagli strumenti proposti da L.Pierantoni, L’offesa peggiore cit.
Stop alle discriminazioni
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5. Se qualcuno mi chiamasse in quel modo io reputerei quei nomi:
□ Molto offensivi
□ Abbastanza offensivi
□ Poco offensivi
□ Per niente offensivi
6. Nella tua scuola quante volte ti è capitato di vedere una persona che veniva
pubblicamente derisa o aggredita perché era o sembrava omosessuale?
□ Frequentemente
□ Raramente
□ Quasi mai
7. Ti ricordi se qualcuno interviene durante questi fatti?
□ Il più delle volte
□ Alcune volte
□ Mai
8. Chi sono le persone che in genere intervengono?
□ Studenti
□ Insegnanti
□ Bidelli
9. Ti è capitato di «dire la tua» quando hai assistito a questi fatti?
□ Sempre
□ Il più delle volte
□ Alcune volte
□ Mai
10. Spiega perché sei intervenuto o perché non sei intervenuto:
………………………………..………………………………………………………
..………………………………………………………………………………………
………………………………………………………………………………
11.Pensi che un/a ragazzo/a che è (o che sembra) omosessuale si senta al sicuro in
questa scuola?
□
□
Sì
No
12.Perché?......................................................................................................
………………………………..………………………………………………………
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Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_all:stop_bullismo 26/03/2012 11:58 Pagina 87
Questionario 2: Omosessualità e atteggiamenti delle/dei giovani
Questo è un questionario anonimo. Per favore non mettere il tuo nome né alcuna informazione
che ti identifichi sul foglio. Ti preghiamo solo di fornirci questi dati:
Dati dello/a studente/essa:
□
Maschio
Femmina
□
Età
_________
1. Definisci con le tue parole il termine omosessualità:
..............................................................................................................
..............................................................................................................
..................................................................................................
2. Conosci personalmente un ragazzo gay nella tua scuola? Se sì, quale è il vostro
grado di conoscenza? (Indica in base all’intervallo sottostante)
lo conosco appena
siamo amici
□
□
□
□
3. Conosci personalmente una ragazza lesbica nella tua scuola? Se sì, quale è il
vostro grado di conoscenza? (Indica in base all’intervallo sottostante)
lo conosco appena
□
Stop alle discriminazioni
□
□
siamo amici
□
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4. Francesca e Marta sono due ragazze lesbiche. Come ti senti nel guardarle mentre si scambiano dei gesti affettuosi?
a) imbarazzato/a
□molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
b) attratto/a
□molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
c) spaventato/a
□molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
d) in difficoltà
□molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
e) sdegnato/a
□molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
f ) in vergogna
□molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
g) disgustato/a
□molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
h) confortato/a
□molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
i) sorpreso/a
□molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
j) arrabbiato/a
□molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
k) contento/a
□molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
5. Luigi e Marco sono due ragazzi gay. Come ti senti nel guardarli mentre si
scambiano dei gesti affettuosi?
a) imbarazzato/a
□ molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
b) attratto/a
□ molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
c) spaventato/a
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
d) in difficoltà
□ molto
□ molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
e) sdegnato/a
□ molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
f ) in vergogna
□ molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
g) disgustato/a
□ molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
h) confortato/a
□ molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
i) sorpreso/a
□ molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
j) arrabbiato/a
□ molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
k) contento/a
□ molto
□ abbastanza
□ un poco
□ per niente
6. In che misura ti senti d’accordo con le seguenti affermazioni?
PER
NIENTE
POCO
ABBASTANZA
MOLTO
MOLTISSIMO
a) Se una persona ha attrazioni omosessuali dovrebbe fare di
tutto per superarle
b) Non cambierei i miei sentimenti verso un amico o una
amica se venissi a sapere che è gay o lesbica
c) Le persone omosessuali non dovrebbero insegnare o stare
a contatto con i bambini
d) L’omosessualità è semplicemente un differente modo di
vivere e non dovrebbe essere condannata
e) L’omosessualità è un’espressione della sessualità negli esseri umani
j) Gli uomini gay e le donne lesbiche hanno avuto relazioni
disturbate con uno od entrambi i genitori
g) Molti dei problemi del vivere connessi con l’omosessualità
sono il risultato degli atteggiamenti sociali negativi
h) L’omosessualità è una fase passeggera che le persone superano
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Stop alle discriminazioni
Stop_discriminazioni_cover:Layout 1 26/03/2012 11:46 Pagina 2
La presente pubblicazione raccoglie i principali esiti del Progetto-Pilota “Educare al rispetto
delle differenze” finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca
– Dipartimento per l’Istruzione e realizzato nell’anno scolastico 2010/2011 da
A.GE.D.O. - Associazione GEnitori, parenti e amici Di Omosessuali presso l’Istituto
Tecnico Agrario “Emilio Sereni” di Roma.
Sono autori del volume:
Patrizia Marini Dirigente I.T.A. “E. Sereni” - Roma
Giovanna Boda Dirigente Dipartimento per l’Istruzione –
Direzione Generale perlo Studente, l’Integrazione, la Partecipazione e la Comunicazione
Ufficio 3 MIUR
Berardino Di Bernardino docente di Religione presso l’I.T.A. “E. Sereni”
Ettore Ciano Presidente A.GE.D.O. Roma
Carlo Terriaca Vice Presidente A.GE.D.O. Roma
Federica Paragona psicologa, psicoterapeuta A.GE.D.O. Roma
Daniele Terriaca psicologo, psicoterapeuta A.GE.D.O. Roma
Angela Piliu economista, esperta in analisi di dati statistici
Revisione dei testi:
Alessandra Antinori
Un ringraziamento particolare a:
- Giuseppe Pierro, collaboratore Dott.ssa G. Boda, MIUR
- gli alunni delle classi Terza B e Terza Ambientale
- i docenti dell’I.T.A. “E. Sereni”
Progetto grafico a cura di
Diana Oreffice
Stampa tipografica
G.P.S. Srl - Roma
Per ulteriori informazioni sul progetto “Educare al rispetto delle differenze” è possibile
scrivere a:
Patrizia Marini - [email protected]
Federica Paragona - [email protected]
Daniele Terriaca - [email protected]
Finito di stampare presso G.P.S. Srl - marzo 2012
Stop_discriminazioni_cover:Layout 1 26/03/2012 11:46 Pagina 1
S TO P A L LE DI SC R IM IN A ZI O NI
Federica Paragona - Daniele Terriaca
STOP
ALLE DISCRIMINAZIONI
Differenze di Genere e di Orientamento sessuale
“Ne ssu no p uò e sse re li b er o s e c ostre tto ad
e sse re si m i le ag li altr i”
( Oscar Wi ld e ) Federica Paragona - Daniele Terriaca
Il Progetto-Pilota “Educare al rispetto delle differenze”
realizzato presso l’Istituto Tecnico Agrario
“Emilio Sereni” di Roma