esito esame di relazioni pubbliche del 24 maggio 2011

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esito esame di relazioni pubbliche del 24 maggio 2011
ESITO ESAME DI RELAZIONI PUBBLICHE DEL 24
MAGGIO 2011
(l’indicazione progressiva è in linea di massima basata su differenze a
parità di votazione)
La registrazione del voto potrà essere effettuata il giorno 14 giugno
2011 dalle ore 12.45 fino ad esaurimento dei presenti, presso l’Aula 20.
Chi non potrà registrare in quella occasione, potrà farlo in una
qualsiasi successiva sessione di esame, a cominciare da quella del 29
giugno, purchè regolarmente iscritto alla sessione scelta.
Commento complessivo
(aggiornato)
Per il commento all’esame del 24 maggio, occorre innanzitutto una premessa, rivolta
in particolare ai non frequentanti, che questi argomenti non hanno potuto ascoltarli a
lezione.
La materia “relazioni pubbliche” è considerata in generale una materia “facile”,
apparentemente perché sembra che basti una certa intuizione per comprenderne le
regole. Regole, spesso di derivazione anglosassone, che hanno invece alle spalle
ormai una letteratura ed una pratica tutt’altro che banali. La complessità della nuova
comunicazione è inoltre quasi tutta da ascrivere all’evoluzione delle relazioni
pubbliche.
In realtà, pertanto, un approccio troppo disinvolto nasconde molte insidie. A lezione
ricordo che anche la lingua spagnola, per gli italiani, sembra una lingua facile, ma se,
per tradurre la parola “burro” si pensa ad un alimento da spalmare sul pane, si rischia
facilmente di essere scambiati per un “asino”…
Nell’esame del 24 maggio, molti hanno invece approcciato le domande con questa
disinvoltura, finendo fuori strada. Quasi il 20% dei candidati non frequentanti o ha
rinunciato seduta stante – con realismo - alla presentazione del compito, oppure –
insistendo nel rispondere a tutti i costi a domande cui non era preparato – è andato
alle votazioni minime o ad iscriversi nella fascia dei non classificabili, che dovranno
rifare l’esame (magari stavolta studiando il libro, e non improbabili appunti) o
addirittura a scegliere meglio il proprio piano di studi.
Nell’attesa del risultato individuale, inviterei pertanto gli esaminati a confrontare la
propria preparazione effettiva con alcuni contenuti reali delle domande proposte.
1
Alcune di loro richiedevano la conoscenza di autori come Watzlawick (il primo
assioma della comunicazione), Mancini (la natura della comunicazione pubblica),
Grunig (l’evoluzione della asimmetricità nelle relazioni) o come Carroll (la piramide
del ruolo sociale dell’impresa), Azzoni (natura delle relazioni interne).
Argomenti che vanno maneggiati con precisione. Non sono consentite le
approssimazioni.
La stessa cosa può dirsi dell’uso di terminologie inglesi che purtroppo non hanno
equivalenti – in comunicazione – per la lingua italiana.
Per questo, traduzioni letterali di termini come “press brief”, “take out” (descritto in
un caso come un “take over”), “labour intensive” (diventato laboriosità), possono dar
luogo ad esiti magari creativi ma talvolta umoristici.
Un’ultima notazione.
Le domande avevano tutte una precisa angolazione, che andava tenuta presente.
Se vi vengono chiesti gli stakeholder di un’industria chimica, quello che conta è
indicare gli specifici stakeholder di quella particolare industria. Essendo chimica, i
fattori di localizzazione e di impatto ambientale spingono alla scelta di un genere di
stakeholder ben diversi da quelli di un’azienda che produce biciclette….
Più in dettaglio, qualche annotazione sulle singole domande.
1) Gli elementi caratterizzanti delle RP non dovevano essere quelli della loro
definizione scolastica (consapevoli, continuativi, programmati) ma quelli che li
distinguono da altre attività di comunicazione. La gamma era molto ampia e
consentiva varie soluzioni. Ma le prime a cui far riferimento (ne erano richieste
tre), per distinguerle ad esempio dalla pubblicità, potevano essere le dicotomie
razionale/emozionale, push/pull, pochi/molti.
2) Sul primo assioma della comunicazione abbiamo già accennato. Molti lo
hanno esattamente riportato, ma un minimo di spiegazione sarebbe stata
necessaria. Perché è assiomatico che “non si può non comunicare”?
3) Anche per l’industria chimica si è già detto dell’errore principale. A
pochissimi è venuto in mente che stakeholder-chiave di un’indusria chimica
sono le associazioni ambientaliste, i sindacati, le autorità locali e i media locali,
tutti corrispondenti alla definizione di stakeholder (avere una posta in gioco).
Qualcuno li ha posti tra gli influenti (coloro che non ritengono di avere
influenza; figuriamoci se così possono pensarla Legambiente o un Sindaco!).
Tutti hanno cominciato dall’elencazione pedissequa degli stakeholder
scolastici (i riferimenti interni, che vanno bene, ma non sono così prioritari, se
non tramite i loro sindacati e le associazioni)…
4) Per la distinzione tra identità e immagine, molto poteva servire il riferimento
(basilare per le RP) a mission, vision, valori guida, come parte essenziale
dell’identità.
5) Per il third part endorsement vale l’accenno alle traduzioni letterali
dall’inglese. Qui la parola chiave è endorsement, cioè l’avallo che viene dato
2
da soggetti terzi alla missione dell’organizzazione e per questa terzietà diventa
fortemente credibile.
6) Molto generica, spesso, la spiegazione di ciò che significano le parole
“plurale”, simbolica” ed “etica” per le relazioni interne. C’è una precisa
catalogazione fatta appunto da Azzoni.
7) Dei 4 modelli storici delle RP non era richiesta la spiegazione puntuale, ma
almeno la citazione dei 4 nomi e soprattutto il senso dell’evoluzione verso la
asimmetricità totale come dato-chiave del pensiero di Grunig (almeno fino
all’avvento dei social network, che stanno confermando ma facendo anche
modificare questa teoria).
8) Il “press brief” è parso quasi un tranello (non voleva esserlo). E’ stato infatti
confuso da molti con quel brief o briefing che precede la preparazione di un
piano di comunicazione. Qui era soltanto uno degli strumenti delle media
relation, cioè l’incontro informale, non legato ad una notizia ma utilissimo in
termini di relazione, tra la coalizione dominante e un gruppo ristretto di
giornalisti. Non un documento, non una conferenza stampa.
9) Un po’ più di ricchezza sarebbe stata auspicabile nell’elencazione, si voleva
solo questo, dei possibili “eventi”. Auspicabile una suddivisione tra grandi e
piccoli, ricorrenti o occasionali. Ci sarebbe stata bene una distinzione con gli
pseudo eventi.
10)
Nella comunicazione pubblica il ruolo di integrazione simbolica e
funzionale è il punto chiave per identificare il fine attivo di questo tipo di
comunicazione. Questo era il focus della domanda.
11)
Sul decreto mille proroghe alcune risposte sono state ben più che
fantasiose. Innanzitutto, occorreva quella cultura minima, indispensabile ad
uno studente di scienze politiche, per capire il significato del termine
giornalistico “mille proroghe”. Poi occorreva indicare con precisione
l’importanza di questa occasione annuale per i lobbisti, non certo – come è
stato scritto – per prorogare le regole della loro attività (!), quanto per cogliere
l’occasione, data la miriade di argomenti in gioco, per piazzare emendamenti
anche piccoli o minimi, più o meno legati ad una proroga, e soprattutto quasi
invisibili, pressoché su tutto l’universo delle materie di interesse di
un’organizzazione. Uno strumento, insomma, per riuscire a modificare la
legislazione senza grandi battaglie e mobilitazioni, con l’astuzia di una virgola
o di una data ben piazzate.
12)
L’indicazione dei 4 livelli della piramide di Carroll poteva consentire di
fare un mini riferimento al tema della CSR, frontiera decisiva delle nuove
relazioni pubbliche.
13)
Nel glossario italo-inglese uno dei termini era già compreso nella
domanda numero 1 e dunque era solo da riproporre, evitando traduzioni
maccheroniche. L’out take come forma di misurazione dell’esito di un piano di
comunicazione non era poi così difficile da individuare. E’ il più semplice,
quasi rozzo, tra i metodi di misurazione.
3
ATTRIBUZIONE DELLE SINGOLE VOTAZIONI
Voto 30/30
RAVALLI Tatiana
CANTONE Valentina
COMINI Enrica
TOMASSONI Emanuele
Voto 29/30
GAIARIN Anna (frequentante)
LONGONI Daniele
Voto 28/30
DEL GATTO Anna
BONFIOLI Arianna (frequentante)
FUMAGHALLI Elena
LORENZO Bruno
LENTINI Miriam
FLORI Fabio
TRONCHIN Elena
4
Voto 27/30
APOLLONIO Simona (frequentante)
GRECO Graziella (frequentante)
PESTINI Sara
NARDON Marco (frequentante)
BONASSI Barbara (frequentante)
DI MITA Fabiana (frequentante)
CROCI Andrea
POLI Umberto
MERCATILI Silvia
BELOTTI Laura
VANINI Raissa
GRANDO Enrico (frequentante)
SILVA Michela
FURIATO Matteo
GIACCO Angela
TRAPANI Andrea
ZAFFARONI Valentina
5
MARCONI Sara
LOMBARDI Sara
VOTO 26/30
VILLA DAniela
CHIRICHELLA Sabrina
LILLO Francesco
PIROLA Deborah
D’AMICO Serena
CAPELLI Maria Beatrice
MARTINI Daniele
VOTO 25/30
LATUSKE Martina
VACCA Daniela
ALBERTINI Viola
TEZZON Luca
ALBERTINI Viola
BERETTA Elisabetta
6
RISPOLI Roberta
LAMON Marica
ZAMBOTTO Annalia
STRACCIA Fabio
GIUDICI Linda
ASSABESE Fabrizio
DELL’AVERSANA Flavio
COLNAGHI Fabrizio
PAGANELLI Marco
IARAINO Simona
Voto 24/30
POLACCI Paolo
BORSANI Michela
DE AMICIS Matteo
TORRETTA Valentina
CALIGIURI Giulia
POMA Silvia
COCO Rosario
7
MARCINNO’ Claudia
FERRARO Salvatore
SI CONSIGLIA DI RIPRESENTARSI:
VOTO 22/30
COLOMBO Paola
FOSSATI Mauro
VOTO 20/30
COLOMBO Silvia
RESCALLI Gabriele
VOTO 18/30
CERVO Chiara
MERLINO Andrea
PINO’ Benedetta
FOGLIATA Ilaria
BARONE Luca
QUITADAMO Alessandra
8
NON CLASSIFICATI
ROSSI Matteo
PILIA Gianmarco
LONGO Tiziano
SGARELLA Maddalena
VENTURA Ilaria
LA ROSA Gaertano
MIRAUDO Federica
SUALZI Daniel
GRILLI Valentina
ANONIMO (!!!!)
TRE CREDITI
Voto 29/30
VETTORATO Jennier
Voto 28/30
GENINAZZA Carlo
Voto 25/30
CARDENAS Katherine
9