Leggi il catalogo Premio Marconi

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Leggi il catalogo Premio Marconi
a cura di Claudio Cerritelli
premio marconi 2009
per l’arte multimediale
maurizio osti
GUGLIELMO MARCONI
XXIII° PREMIO INTERNAZIONALE DI PITTURA SCULTURA E ARTE ELETTRONICA
CIRCOLO ARTISTICO • UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BOLOGNA • FONDAZIONE GUGLIELMO MARCONI
PREMIO MARCONI 2009
PROMOTORI
COMITATO D’ONORE
Sindaco di Bologna
Sergio Cofferati
Presidente Camera di Commercio
Bologna
Bruno Filetti
SEGRETARIO GENERALE
Rettore Università di Bologna
Pier Ugo Calzolari
Presidente ASCOM Bologna
Enrico Postacchini
CURATORI DELLE MOSTRE
Assessore alla Cultura
Angelo Guglielmi
Direttore ASCOM
Giancarlo Tonelli
COMITATO SCIENTIFICO
Presidente Fondazione
Cassa di Risparmio di Bologna
Fabio Roversi Monaco
Presidente Acantho
Roberto Vancini
Circolo Artistico di Bologna
Fondazione Guglielmo Marconi
Università degli Studi di Bologna
Bartolomeo de Gioia
Claudio Cerritelli
Bartolomeo de Gioia
Claudio Cerritelli
Silvano Conti
Luciano Bertacchini
Bartolomeo de Gioia
Vittorio Riguzzi
Marco Battaglia
Francesco Martani
Giulio Bargellini
Oddone Sangiorgi
Amalia Baraldi
Querino Merella
Tino Rasero
Gianpiero Pace
Mario Bargiotti
Luciano Mattei
Giuliano Amabile
Franco Savignano
COMITATO ORGANIZZATIVO
Maria Bargiotti
Giusy Gualtieri
Gimmy de Paulis
Francesca de Paolis
Giovanna Montini
Tiziana Alberani
Giorgio Gramantieri
Paolo Fedriga
Gianpiero Pace
Rossella Fedriga
Raffaele de Gioia
Franco Savignano
Vice Presidente Fondazione
Cassa di Risparmio di Bologna
Virginiangelo Marabini
Presidente Fondazione Marconi
Gabriele Falciasecca
Presidente Galleria d’Arte Moderna
Lorenzo Sassoli de Bianchi
Direttore Galleria d’Arte Moderna
Gianfranco Maraniello
Presidente onorario del
Circolo Artistico
Silvano Conti
Presidente Saiet
Daniele Furlanetto
Presidente Teleimpianti
Maurizio Barcelloni Corte
Presidente Museo Bargellini
Giulio Bargellini
Presidente Unicredit Banca
Aristide Canosani
Presidente Tratos Scavi
Albiano Bragagni
Presidente
Fondazione Cà La Ghironda
Francesco Martani
Presidente FIA
Oddone Sangiorgi
Socio Fondatore
Corte Isolani
Francesco Cavazza Isolani
Presidente Gruppo Hera
Tomaso Tommasi di Vignano
SEGRETERIA GENERALE
Circolo Artistico Corte Isolani, 7/A
ALLESTIMENTI
Franco Savignano
2
GUGLIELMO MARCONI
PREMIO INTERNAZIONALE DI PITTURA SCULTURA ED ARTE ELETTRONICA
promosso da
Circolo Artistico di Bologna
Università degli studi di Bologna
Fondazione Guglielmo Marconi
Insigniti del “Premio Marconi” dal 1988 al 2009
Max Bill, Bruno Munari, Luigi Veronesi, Luciano Minguzzi, Lucio Saffaro, Concetto Pozzati, Pirro
Cuniberti, Francesco Martani, Emilio Tadini, Mirta Carroli, Giò Pomodoro, Mario Nanni, Luciano
Menetti, Nino Migliori, Elio Nanni, Nicola Evangelisti, Pompilio Mandelli, Gillo Dorfles, Raimondo
Rimondi, Marco Cardini, Leonello Tarabella, Pietro Cascella, Salvatore Scarpitta, Giorgio Bariani,
Giuliano Giuliani, Luigi E. Mattei, Eugenio Carmi, Bruno Raspanti, Luciano Giaccari, Tullio Pericoli,
Germano Sartelli, Mauro Mazzali, Filippo Centenari, Emilio Vedova, Arnaldo Pomodoro, Silvio Canini,
Sergio Vacchi, Sibylle Geiger, Alessia de Montis, Marcello Jori, Giuseppe Maraniello, Mattia Ruggeri,
Giovanni Pintori, Flavio Favelli, Maurizio Osti.
Partecipanti ai convegni:
Ai convegni conclusivi del “Premio Marconi” sul tema Arte e Scienza e “Idea di comunicazione”
presieduti dal 1988 da Giulio Carlo Argan e dopo la sua scomparsa da Gillo Dorfles hanno partecipato
Il Magnifico Rettore pro-tempore dell’Università di Bologna: Fabio Roversi Monaco
I Presidenti della Fondazione Marconi: Giancarlo Corazza e Gabriele Falciasecca
La Presidenza del Circolo Artistico di Bologna: Silvano Conti, Umberto Severi, Bartolomeo de Gioia
Critici e storici dell’arte, letterati e artisti:
Max Bill, Andrea Emiliani, Filiberto Menna, Renato Barilli, Achille Bonito Oliva, Gianni Scalia, Alberto
Boatto, Massimo Carboni, Flavio Caroli, Tommaso Trini, Luciano Caramel, Giuseppe Pirovano,
Adriano Baccilieri, Bruno Bandini, Giorgio Celli, Emilio Tadini, Giuseppe Pittano, Vittorio Boarini,
Giovanni Pintori, Silvia Pegoraro, Vittoria Coen, Giuseppe Zigaina, Francesco Martani, Giulio
Bargellini, Luigi Veronesi, Luciano Minguzzi, Marcello Pecchioli, Nino Migliori, Carmelo Genovese,
Lucio Saffaro, Leone Pancaldi, Pietro Bonfiglioli, Concetto Pozzati, Giovanni Accame, Nino Castagnoli,
Stefano Bonaga, Vittorio Riguzzi, Pietro Bellasi, Claudio Spadoni, Gregorio Scalise.
Claudio Cerritelli e Bartolomeo de Gioia
hanno curato all’interno del Comitato scientifico
tutte le rassegne del Premio Marconi
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PRIMO CONVEGNO SUL TEMA ARTE COME SCIENZA
Da sinistra: Claudio Cerritelli,
Bartolomeo de Gioia, Pietro
Bonfiglioli, Bolasco, Giulio
Carlo Argan, Max Bill,
Vittorio Boarini, Renato
Barilli e Giorgio Celli
Tenutosi in occasione della prima edizione del Premio Marconi presieduto da
Giulio Carlo Argan, Bologna, Palazzo dei Congressi, Aprile 1988
CONVEGNO DEDICATO A GIULIO CARLO ARGAN SUL TEMA ARTE E SCIENZA
Sabato 29 Aprile 1995 Presiede Gillo Dorfles
Comune di Bologna, Settore Cultura, Assessore alla Cultura Concetto Pozzati
Circolo Artistico di Bologna, Sala dello Stabat Mater, Palazzo dell’Archiginnasio
foto a sinistra, da sinistra: Pietro Bonfiglioli, Massimo Carboni, Concetto Pozzati, Gillo Dorfles, Alberto Boatto e Bruno Bandini
foto a destra: intervento di Claudio Cerritelli.
SECONDO CONVEGNO CONCLUSIVO DEL PREMIO MARCONI
Da sinistra, in basso: Celli,
Pozzati, Argan, Emiliani,
Bonfiglioli, Boarini.
Da sinistra in alto: Pintori,
Cerritelli, Pancaldi, Pecchioli,
Pittano.
Tenutosi a Bologna l’8 Maggio 1992 in chiusura della terza edizione
del premio Marconi, Sala Consiliare della provincia di Bologna
4
IN RICORRENZA DEL CENTENARIO DEL NOBEL A
GUGLIELMO MARCONI
Allorquando, nel 1987, ricoprivo la gravosa carica di Capo dell’Ispettorato delle Comunicazioni di Stato
per l’Italia medio orientale e nel contempo quella di Presidente della più antica e gloriosa istituzione
artistico-culturale della città di Bologna qual’è il Circolo Artistico fondato nel 1879, glorioso perché
annoverò all’atto della sua costituzione fra i promotori e i sostenitori, Giosuè Carducci, Enrico
Panzacchi, Alfredo Oriani, Olindo Guerrini ed altri ancora, letterati ed artisti, fino al mitico Giorgio
Morandi, mai più pensavo che abbandonando la Dirigenza Generale delle Telecomunicazioni per
dedicarmi interamente all’area artistica, mai più pensavo, dicevo, che per saldare virtualmente la
ex professione all’arte avrei abbracciato, per ideare un premio d’arte da legare al nome del celebre
scienziato bolognese, in toto, il binomio Arte e Scienza di cui Giulio Carlo Argan, il maggior storico
dell’arte della seconda metà del secolo era fervido assertore.
Da allora ad oggi d’intesa con la Presidenza della Fondazione Marconi e con il Rettore dell’Università
di Bologna, anno dopo anno sono stati designati a ricevere il Premio per la pittura, la scultura e l’arte
elettronica oltre cinquanta maestri e artisti ai vertici dei valori dell’arte contemporanea, per primo
Max Bill designato nel 1987 da Giulio Carlo Argan che ne promosse la mostra presso la Galleria d’Arte
Moderna di Bologna presiedendo per altro il primo convegno conclusivo sul tema arte e scienza al
Palazzo dei Congressi.
Dell’internazionalità del Premio Marconi avemmo un riscontro nel 2002 all’Istituto Italiano di Cultura
di New York allestendo una mostra dei premiati ed un Convegno sul tema arte e scienza che risvegliò
il vivo interesse della stampa della metropoli nonché di critici e storici italiani e stranieri che
sottolinearono fortemente la originalità e la singolarità della iniziativa con articoli e testimonianze
riportate nella rivista Iterarte del Circolo Artistico.
E oggi nel 2009 anno in cui si celebra il centenario dell’assegnazione del Nobel a Guglielmo Marconi
avvenuto nel gennaio del 1909, i promotori del Premio hanno convenuto di assegnare il premio per
la Pittura a Giovanni Pintori che propone una sintesi delle sue ricerche pittoriche sviluppatesi dagli
anni Settanta ad oggi come continuità con i modelli dell’avanguardia pittorica del ‘900. Il premio per
l’Arte Multimediale a Maurizio Osti che riflette intorno ai modelli della comunicazione dalla tradizione
pittorica alla rivoluzione informatica. Il premio per l’Arte Tecnologica a Flavio Favelli che affronta i
flussi dell’esistenza come memoria condensata nella dimensione poetica dei luoghi vissuti e di quelli
ancora inesplorati.
I promotori hanno inoltre ritenuto che meritava ancor più sottolineare l’evento del 2009 dando vita
ad un libro riassuntivo di tutte le edizioni della manifestazione curate da Claudio Cerritelli, docente
a Brera, curatore insieme al sottoscritto delle ultraventennali manifestazioni. Un testo cioè che
ripercorre la storia del Marconi con un nutrito apporto di immagini relative a questo lungo arco di
eventi dedicato a colui il quale per prima avviò l’era delle comunicazioni senza filo nell’etere.
A fine stagione, è nostro intendimento riproporre al pari di quanto si fece a New York, una rassegna di
tutti i maestri e artisti premiati per consacrare, nell’anno del centenario ancor più la mitica immortale
figura dello scienziato bolognese.
Bartolomeo de Gioia
5
6
Maurizio Osti l’identità molteplice
7
Per avvicinarsi alla ricerca di Maurizio Osti può servire -in fase preliminare- ricordare le definizioni
di “concettualismo inquieto” e “concettualismo impuro” formulate da Pietro Bonfiglioli in relazione
ad alcuni artisti di area italiana che negli anni Settanta si sono impegnati in una critica dell’arte
come produzione analitica di processi conoscitivi. Si tratta di procedure mentali non separate dalla
manipolazione dei materiali, dalla pratica del fare come restituzione visiva di proposizioni concettuali
che hanno comunque bisogno di rivelarsi nella fisicità di segni, forme e oggetti appartenenti al
sistema della comunicazione e alle sue metamorfosi tangibili.
Alla radice dell’arte di Osti sta infatti la forza magnetica della pittura che dialoga con il filtro della
fotografia e con la traccia della scrittura in una comune ricerca di tensioni formali legate ad un
desiderio di bellezza come compresenza di sensi e di idee che si mostrano e si dissolvono nella
stupefazione del loro farsi.
Il concetto di arte multimediale è aperto a molteplici implicazioni che oscillano tra il versante analitico
dei linguaggi e il suo destrutturarsi, tra l’affermazione di un significato codificato nella tradizione e il
rovesciamento dei valori proposto dall’avanguardia.
Questo orientamento si sviluppa, non senza contraddizioni, dall’impulso primordiale dell’atto creativo
all’urgenza di verificarne la portata immaginativa negli eventi del fare, anche a rischio di consegnare la
propria identità a molteplici icone possibili, a mutevoli derive del senso.
L’arte di Osti esprime un metodo esemplare nell’ambito delle poetiche concettuali attingendo sia
ad elementi di nuova scrittura che a respiri minimalisti, sempre commisurati alla necessità di un
rapporto simbolico primario con il flusso inarrestabile del mondo.
L’artista si muove nella dialettica incessante tra finito e in-finito, insegue connessioni che spezzano
il freddo dominio del linguaggio logico, in quanto una pratica dell’arte che voglia dirsi critica e poetica
non può cristallizzarsi in se stessa ma ha la necessità di dissolversi in ipotesi di verifica sempre
differenti.
Si avverte il peso di queste idee nella riflessione dei primi anni Settanta intorno al corpo del libro come
memoria secolare intrisa di materia, di umori scritturali e pittorici che derivano direttamente dalla
sperimentazione dell’oggetto, ora ridotto all’ingombro macerato della carta, ora rivelato nella sua
veste sacrale, o infine dilatato nella sinestesia di valori visivi, tattili e sonori.
Il termine rivelazione assume un ruolo centrale da cui si dirama la conoscenza labirintica della
realtà attraverso il gesto disvelante dell’alchimia, gesto non esauribile ma illimitato che sconfina dal
perimetro autoreferenziale del linguaggio per farsi esperienza totale.
Parallela all’attività pensante dell’artista-filosofo emerge l’energia imponderabile dell’artista-poeta
che evoca altre dimensioni a partire dalle inquietudini ancestrali del proprio punto di vista individuale.
L’opera è il luogo di risonanza delle potenzialità linguistiche dei valori costituiti e di quelli legati
all’invenzione, luogo sublime dove continuamente si rinnova la dialettica delle opposizioni, la sintesi
tra razionalità ed emozione, progetto e casualità, metodo programmatico e produzione di forme
imprevedibili.
Rivelare significa per Osti mostrare il non-conosciuto, disvelare l’invisibile ma anche rimettere in luce
le icone del visibile, giocare sul valore provvisorio della conoscenza che affronta il mondo nella sua
integrità spaziale, non lasciando nulla di intentato, dal limpido esercizio mimetico alla percezione delle
sue ambigue apparenze.
L’unità delle cose viene attinta attraverso l’idea del “doppio” come divenire continuo della vita e
della morte, del diurno e del notturno, della luce e dell’ombra, della trasparenza e dell’opacità.
Sono termini, questi, non semplicemente evocativi, ma calati nella verità fisica delle materie che
l’artista adopera come strumenti di misurazione dello spazio e del tempo, valori archetipici che non si
chiudono in se stessi ma si espandono nelle profondità intersoggettive dell’umano sentire.
Nelle opere dedicate alla persistente tematica della “doppia contrapposizione” il referente iconografico
si avvale dell’opposto, la figurazione canonica sta a fronte della disgregazione, alla capacità
disegnativa si congiunge la polvere di grafite o la traccia lieve e trasparente del silicone.
La forma dialoga con l’informe, Apollo e Dioniso sono figure mitologiche che accompagnano questo
sforzo di conoscere l’origine, oscillano tra la serena individuazione del visibile e l’oscurità del sogno
che evoca le forze irrazionali.
Osti tiene sempre presente queste opposte direzioni che si interrogano a vicenda, nelle istallazioni
realizzate tra il 1975 e il 1979 si affida ad un rituale espositivo dove piano orizzontale e ritmo verticale
dialogano attraverso passaggi intermedi che coinvolgono il mentale e il tattile.
Nella tavola “autocancellante” la parola “finito” mostra il germinare della scrittura tra affermazione
e sparizione, con sensibile adesione ai valori dissolventi della luce, al trasalire del colore verso il
nulla. Si tratta di un’evocazione di sensi pittorici in cui la scrittura si trova nel clima adatto alla sua
trasfigurazione concettuale, mentre afferma il suo dictat la parola perde peso, visibilità, certezza di
durare a lungo nell’eterno.
Nell’istallazione dedicata al binomio “trasparenze opacità” colore e parola si muovono in simbiosi
avvolgendo lo sguardo con lo stupore della luce mutevole, la mano tocca la superficie come un
colloquio con la materia. L’opera-operazione si rivolge al lettore quasi per rivelare ulteriormente i
sensi della visione e congiungere i dati empirici del fare alla vastità sublime dello spaesamento in cui
l’occhio si trovare ad agire.
Anche l’idea di autoritratto è intesa come luogo dello straniamento tra la persistenza dell’essere e il
suo infinito propagarsi nel cosmo; in “IO 10” l’immagine è formata da due entità segniche che l’artista
definisce “morfemi analogici” in grado di congiungere icona visiva e verbale in uno stesso nucleo
linguistico.
è di nuovo la figura dell’artista-alchimista ad essere proposta nell’atto di compiere il “gesto
disvelante-rivelante”, di porsi nel luogo dell’opera come soggetto che fonda sull’umiltà conoscitiva
tutto il suo potere creativo.
Il procedimento maieutico di Osti non ha dogmi teoretici, si confronta con il vissuto come fonte diretta
del sapere, non esclude dunque dal suo orizzonte l’esperienza del dubbio come critica dei presupposti
su cui si articola il processo di costruzione dell’immagine.
Da un lato sta la limpida gestione dei codici ricevuti dalla tradizione, compresa quella delle
avanguardie, dall’altro sta lo sconfinamento dai termini stabiliti per accedere alla soglia dello
smarrimento e dell’infinita mutazione dei sensi. Lo scollamento tra il piano della logica e quello
dell’immaginazione è la situazione in cui l’artista meglio identifica il flusso della propria vena creativa,
il destino della visione come essenza profetica che ha la forza di sfidare il tempo attraverso il levitare
della materia. Si tratta di una forza intuitiva visibile in un altro autoritratto in cui alla limpida presenza
della parola “portrait” corrisponde il caos magmatico della materia fissata nel suo oscuro primordio.
Questa dialettica operativa sostiene le successive stagioni di ricerca dove l’uso del disegno e
della pittura rappresenta un ritorno alla tradizione senza mai perdere contatto con il laboratorio
sperimentale dell’avanguardia. Nel ritratto del figlio Donatello l’artista identifica la congiunzione tra
passato e futuro attraverso l’immagine simbolica della culla come metafora della genesi ininterrotta
che in sé contiene infinite possibilità di creare forme innovative. Lo stupore del disegno è origine di
ogni visione, l’elogio della grafite come freccia del pensiero ha la capacità di formalizzare il divenire
delle idee trasformando il caos in ordine, la disgregazione nella promessa di nuove percezioni
cosmiche.
In “Icone d’Occidente”, ciclo di lavoro che lo tiene impegnato durante gli anni Ottanta, Osti riconsidera
i processi di costruzione iconica come fondamenti del visibile che, pur riferendosi alla dimensione
mimetica del passato, sanno far emergere il respiro dell’origine, il mistero di una visione vicina
all’esperienza del sacro.
I sentieri culturali che accompagnano la riflessione di Osti sono quelli più volte indicati dalla critica: da
Damasceno a Florensky, da Heidegger a Nietzsche, da Jung a Bachelard, a tutti coloro che dai precetti
8
dell’esoterismo occidentale fino alle sponde del materialismo razionale sono punti di riferimento
ineludibili.
Al di là dei nutrimenti sapienziali ciò che conta è sempre la capacità di tradurre il fermento ideativo
nella responsabilità estetica delle opere come strumenti di affermazione di un progetto creativo totale.
Attraverso la serie degli “Alberi filosofici” dei primi anni Ottanta la prospettiva alchemica rinnova le
metodologie intuitive per rapportarsi con la “natura naturans”, una natura non più da contemplare
ma da agire all’interno del corpo-mente. Ciò implica non solo la fisicità delle forme ma soprattutto
il desiderio di risvegliare lo sguardo dalle mortificazioni degli artifici tecnologici, un riscatto interiore
di fronte all’appiattimento dei valori sensoriali, gli unici in grado di far viaggiare le idee per il mondo
senza disperdere nell’oblio la loro energia ermeneutica.
Nell’ultimo decennio Osti torna al piacere sensuale della carta riprendendo a lavorare sul libro come
struttura totemica fatta di strappi e frammenti che sostituiscono il codice convenzionale dell’oggetto
con il corpo polimorfico della scultura.
Questo ritrovamento di sensi plastici verte sulla trasformazione quantitativa della materia nella qualità
della sintesi finale, punto di arrivo di un lungo processo di sedimentazione che spinge la dimensione
terrestre verso lo slancio della sublimazione spirituale.
In questo ambito nasce l’idea di costellazione di micro-eventi linguistici dove pittura e fotografia
stabiliscono nuove regole combinatorie tra l’originale e il multiplo, tra l’attimo irripetibile della materia
e la sua riproducibilità tecnica, come si trattasse di una mappa che si modifica sulla parete in un
movimento aperto all’infinito.
Parallelamente al percorso artistico Osti si cimenta con appassionato rigore nell’attività grafica che
lo vede originale autore di manifesti, copertine, marchi, logotipi e altri interventi riconosciuti a livello
internazionale. Anche in questa area di ricerca l’artista agisce criticamente sulle convenzioni della
comunicazione informativa sviluppando la volontà di stupire e, soprattutto, il progetto di innovare
la struttura del linguaggio grafico nella complessità dei suoi aspetti razionali ed emotivi, dalla
composizione del testo alla ridefinizione dei suoi specifici processi. Tra i progetti più rilevanti va
segnalata l’invenzione dei caratteri Pomona, la riscrittura dell’Alfabeto Folk ispirato ai lettering usati
da Ben Shahn, storico esempio di trasgressione dei codici visivi moderni. Più recentemente Osti ha
rilanciato con il “progetto Viriditas” una parola desueta appresa dai testi di Ildegarda di Bingen. Si
tratta di un vocabolo -spiega l’artista- utilizzabile sia nell’ambito della comunicazione mass-mediatica
che nel campo della ricerca artistica visiva, musicale e letteraria. Viriditas è dunque parola che anima
le energie vitali del pensiero creativo, parola programmatica che serpeggia lungo tutti i percorsi delle
arti come dimensione sovratemporale che annulla i confini della conoscenza e diventa estensione
totale pur occupando poco spazio per la sua brevità lessicale.
In questo impegno grafico Osti è consapevole di frequentare metodologie grafiche affini alla sua
ricerca d’artista ed è convinto di esprimere la medesima tensione poetica che caratterizza il suo modo
di testimoniare l’arte come luogo dell’inafferrabile armonia. Luogo della conoscenza infinita e della
bellezza fondata sull’esperienza tangibile dei sensi, luogo delle contaminazioni sublimi che può essere
raggiunto attraverso l’indispensabile individuazione delle contraddizioni.
Claudio Cerritelli
9
opere
8 quintali di carta e filo metallico (dettaglio)
1970
Scultura dimensioni reali
Galleria di Palazzo Galvani, Bologna
11
12
Trasparenze opacità
1975
Installazione
Cantica (genesi esodo apocalisse)
1972
Libro installazione ed. di 3 + misure variabili
13
14
The Book of its Own Life
Libro scultura per tatto e nastro registrato
1977
ed. di 3
Finito/In
1976
Diapositive per 3 proiettori e nastro registrato
Mercato del Sale, Milano
15
Finito Tavola autocancellante
1975-77
Installazione
IO/10
1979
Installazione, ed. di 3
Performance alla Galleria San Luca, Bologna 1994
16
17
Self Portrait
1979
Installazione
18
Doppia contrapposizione
1971-73-75
dittico
19
Disegno 1877-1977
Disegno su carta + polvere di grafite su vetro
20
Apollo e Dioniso
1982-1987
Dittico, disegno su silicone su vetro
21
Legno di vite
1983
Albero filosofico
22
L’albero della gnosi
1983
Albero filosofico
23
Donatello 10
1994
Grafite su silicone su tela sagomata e resina poliestere
24
25
Caosmo t3-t8
1996-2000
Installazione
26
Caosmo t4-t9
1996-2000
Installazione
27
Ezra Pound Most High Lord
Pensieri sull’amore/Pensieri sull’arte
1993-1995
Libro d’artista, Pazzini Editore
28
Arthur Rimbaud
Illuminations/Illuminazioni
2004
Libro d’artista, Pazzini Editore
29
Finito
2007
Installazione
30
Finito (dettaglio)
2007
Stampa lambda su alluminio
31
Lybris
1993
Carta e resina poliestere
Lybris
2007
Libro, carta e silicone
32
33
34
35
Costellazione miniature (dettaglio)
2007
Costellazione miniature
2007
Libro installazione
36
Viriditas
2007
Libro installazione
37
38
FF FOLK
LA FAMIGLIA DEI CARATTERI DIGITALI FOLK
OGNI ATTO CREATIVO STABILISCE UN AVVICINAMENTO AL MODELLO ISPIRATIVO
MA AL TEMPO STESSO UN SUO FRAINTENDIMENTO CHE CONDUCE ALLA
REALIZZAZIONE DI UNA NUOVA OPERA.
LA FAMIgLiA dEi CARAtTERi digITALI FoLk, In
PARtICoLARE NeLLE DuE VaRiANTi FoLk e FoLK RouGh
rEGuLAR Si poNE CoMe InvEnZionE E RiscRITtuRA
InTEnZIoNaLmenTe FeDeLe In uNA aCcEZiOne sTiLIsTiCa
AGgiORnAta, Che PoTRmMo DefiNiRe XeROx, Che iL PiTtoRe,
GrafiCo e DesIGneR MauRiZio Osti HA EsegUiTo IspIrANdoSi
Ad oPeRE GrAFiche e PiTtorIcHe DeLl'ARTiStA Ben ShahN.
La REALiZzAzIonE DelL'iNTerO AlfaBeto Di oGni Font,
È sTATA OTteNUTa AtTrAVeRSO UnA RiscRitTuRA iN STilE
xERoX SisTEMAtIZzATA e InTeGrAta AtTrAVersO Il
DisegNO dElLE LeTtERe, dEi NumEri e Dei SimBolI
MAnCAnTi. TuTtO ciO' PeR TesTiMoNiaRe La PotEnZIALità
CreaTIva e AtTuAlE INsiTA NElL OperA GrAFica LeGAtA IN
PARTicoLAR Modo Al LetTEriNG Di Un PitTORe Che A
DisTANZa Di oLTre Un QuaRTo Di SecOLo DALlA SuA
MorTe PResENTA AsPeTti Di EsTreMA ATtualITa.
L'iNTeNZiOnAlITà CoNceTtualE, CultUrAlE e di
PoETiCa Del PitToRE E DesIgNer, InsEGnANte di TecNIcHe
GraFichE SPeCiALi ALl'AcCAdEMiA DI BELle ARtI di
BolOGnA, ITALY, È quELla di eSTEnDeRE Al Di FuOri dei
LIMITi PeRImeTRaLi DeLl'OPeRa ORiGiNArIA, Dei LIMITi
SpAzIAli DELla GAlLEriA d’ARte O DElLa FRuiBiLITà Del
LiBro CATaLOGo, LA PERceZIOne DelL'ARtisTICiTà DElLa
SCriTtuRA Di Ben ShaHn Per ImMETtERlA Nei NuovI MEdiA
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FoRme AppLICATiVe E iNteRPRetATIVe RiNnOVaNDo cOSÌ
Nel MonDo ConTEMPoRANEo LA MEMOriA DelL’ARTISta E
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folk
8
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FF Folk display (Light Rough, Rough Regular)
1996
font digitale
41
B
“Ballet USA”
Shahn’s highly recognizable and unique lettering style,
which he called "unlettered lettering", became a part of
his art and can be seen in many of his paintings,
illustrations, and graphics poster such as “Ballet USA”, 1959,
(The Museum of Modern Art, New York).
FF Folk Regular was inspired by this kind of lettering.
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01
MAURIZIO
OSTI
Pazzini Editore (Verucchio, Italy), was one of the first to use FF Folk in some of his
artist book editions, such as a recent version of Rimbaud's “Illuminations” 2004, the
poster “Elogio della Bellezza”, (Elegy to Beauty) and 33 Miniature in “O1 Collana di
eventi inediti” 2005, where Folk Regular, Folk Rough Regular and Folk Rough Light are
used.
33 MINIATURE
01
PER L’EUROPA
MAURIZIO
OSTI
25 artisTI
3 a
4
7 ©
8
2
1
FF Folk Anatomia di un carattere
2006
stampa digitale su Kapamount
0
3
$
42
J
Folk® rough regular
LA FAMIgLiA dEi CARAtTERi digITALI FoLk, In
PARtICoLARE NeLLE DuE VaRiANTi FoLk rEGuLAR e FoLK RouGh
rEGuLAR Si poNE CoMe InvEnZionE E RiscRITtuRA
InTEnZIoNaLmenTe FeDeLe In uNA aCcEZiOne sTiLIsTiCa
AGgiORnAta, Che PoTRemMo DeFiNiRe XeROx, EsegUiTa
IspIrANdoSi Ad oPeRE GrAFichE e PiTtorIcHe di Ben ShaHN.
La REALiZzAzIonE DelL'iNTerO AlfaBeto Di oGni
Font, È sTATA OTteNUTa AtTrAVeRSO Un traCciatO di uN
nUoVO SEGNO SisTEMAtIZzATO e InTeGrAtO AtTrAVersO Il
DisegNO dElLE LeTtERe, dEi NumEri e Dei SimBolI
MAnCAnTi. TuTtO ciÒ PeR TesTiMoNiaRe La PotEnZIALitÀ
CreaTIva E AtTuAlE INsiTA NElL’OperA GrAFica LeGAtA
IN PARTicOLAR Modo Al LetTEriNG Di Un PitTORe Che A
DisTANZa Di oLTre Un QuaRTo Di SEcOLo DALlA SuA MorTe
PResENTA AsPeTti Di EsTreMA ATtualITÀ in SpEciAl
MoDo pER QuEL che RigUARdA l'inVEnzIonE DeLlA ScRITtUra.
L iNTeNZiOnAlITÀ CoNcETtualE, CUltUrAlE e
PoETiCa È QuELla di eSTEnDeRE Al Di FuOri dei LIMITi
PeRImeTRaLi DeLl’OPeRa ORiGiNArIA, Dei LIMITiSpAzIAli
DELla GAlLEriA d'ARte O DElLa FRuiBiLITÀ Del LiBro
CATaLOGo, LA PERceZIOne DelL'ARtisTICiTÀ DElLa
SCriTtuRA Di Ben ShaHn Per ImMETtERlA Nei NuovI MEdiA
Tramite lA ReaLiZzazIonE e DisTrIBuZIOne EdiToRiALE
Di FONtS Da PubBLIcArE pReSsO LA FontFont DI
BERlIno e distRIbuIRlE INTeRnAZIonalmentE mediante
IL CAtALOgO Font SHOP INtERnATIONAL.
In qUeSTo MODo Una RinNOVATa PeRceZIOne DELl‘ESpREsSIvITÀ DElLA SCRITtuRa GraFiCa dI Ben ShaHn
PoTRÀ TroVaRe, atTRAvERSo QueSTa OPeRaZionE
InTeRPRetaTIVA, NuovI LingUAGgi, Nuovi Spazi, Nuove
FoRme di eseCuZioNE E APpLIcAZiONE ILlUSTRANDo
La MEMORIA DelL’ARTISta E L'inFLueNZA Da Lui EseRciTAta
Nel CAmpO DElLa GrAficA, ASsIcURANDoNE in tal modo
la TeStimONIAnza Nel Mondo Ad ALtRe GioVani
GeneRAZIoni.
+ EXP, LF
FOLK ROUGH REGULAR (UPPERCASE)
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZßfiflJ
abcdefghijklmnopqrstuvwxyzßfiflJ
ABcdEfGhIjKLMnoPqRsTUvWXYzßfiflJ
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZßfifl
abcdefghijklmnopqrstuvwxyzßfifl
ABcdEfGhIjKLMnoPqRsTUvWXYzßfifl
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ABcdEfGhIjKLMnoPqRsTUvWXYzßfifl
ABCDEFGHIJKLMNOPQRSTUVWXYZ1234567890
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«àáâäãåæéèêëíìîïıóòôöõøœúùûüçðłñšŸýž»
ÀÁÂÄÃÅÆÉÈÊËÍÌÎÏÓÒÔÖÕØŒÚÙÛÜÇðŁÑŠÿÝž
folk rough regular (lowercase)
FoLK RouGH ReGuLAR (u. & l. cASE)
FF
FOLK® ROUGH LIGHT
FOLK ROUGH LIGHT
+ EXP, LF
FOLK ROUGH LIGHT (UPPERCASE)
folk rough light (lowercase)
FOLK ROuGH LIgHT (U. & l. cASE)
Ö @ µ
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43
MauRiZiO oSti
Q
ALSO REVEAL
FF
FOLK ROUGH REGULAR
LA FAMIGLIA DEI CARATTERI DIGITALI FOLK
OGNI ATTO CREATIVO STABILISCE UN AVVICINAMENTO AL MODELLO da
cui trae ispirazione MA AL TEMPO STESSO UN SUO FRAINTENDIMENTO
CHE CONDUCE ALLA REALIZZAZIONE DI UNA NUOVA OPERA.
Mentre i linguaggi del pensiero astratto corrono verso la comprensione che li divora e quindi lì muoiono ed esauriscono la loro funzione, i linguaggi dell’arte sollecitano anch’essi
la comprensione e, senza consumarsi nel loro effetto, non danno adito a interpretazioni univoche perché “danzano”, spingendosi verso la comprensione e oltre. Nelle Miniature ci
sono questi due ritmi: un ritmo inatteso che trascende il segno come mero significante al servizio del significato e che è corpo. E un ritmo del pensiero astratto che al contempo
è abisso per la ragione. La necessaria moltiplicazione del frammento, attraverso il gioco della ripetizione variata, addolcisce e impreziosisce i ‘piccoli oggetti’, quasi icone, producendo
nello stesso tempo l’assenza di compiacimento di chi li guarda. Tuttavia il fascino di queste forme difformi, produttrici d’insoddisfazione, esercita una sorta di spasmo, di corto circuito,
di ellisse. Osservandole si è trascinati dalla polverizzazione, dalla miniaturizzazione della vita stessa, in contrasto con l’anelito di quell’unità che la pittura – appena evocata in
disperse e fratte tracce, tra colate di lava fuoruscite da bocche vulcaniche simili ad occhi rivolti all’interno di se stessi – aveva potuto esprimere all’origine in un concetto
ontoteologico di bellezza. La miniatura raddoppia formalmente il trinciamento, i segni di frantumazione e rovina, di separazione e ostensione del perduto, del fuori tempo che, proprio
FOLK LIGHT (UPpER & lOWER cASE)
It is possible to compose text by combining uppercase
and lowercase interchangeably (UPPERCASE ONLY,
lowercase only, and UpPeR aNd LoWeRcAsE) to achieve a
more personal artistic effect. The designers modified
the outlines of each letter in order to achieve a fine
balance between the imperfection of letterforms and
the harmony of textual color.
Folk (1995-2003)
folk light (lowercase)
FF
+ EXP, LF
FOLK LIGHT (UPPERCASE)
Each creative act draws close to
the original model but at the same
time this creates a flaw which
leads to the emergence of a new
work.
MAURIZIO OSTI & JANE PATTERSON (ITALY & USA)
FOLK LIGHT
DESIGNING TYPE IS LIKE GIVING AN
INDIVIDUAL VOICE TO THE PRINTED
TEXT.
PAraphrasinG JoHn RUskin, to
draw ClEarly iS poEtry,
proPhEcy and rEligiOn aLl
in One.
Portrait of a typeface •
Folk® LIGHT
FF Folk is an expressive typeface designed by Maurizio
Osti and Jane Patterson in 1995 and published by FontFont
in 2003.
The distinguishing features of Folk Regular and Folk
Rough Regular are their unique double weights heavy and
light drawn to emphasize the contrast within the letter
The height of the letters and numbers vary as does the
kerning and the base line is deliberately imperfect.
Folk Regular and Folk Rough Regular are very close to
Shahn’s original lettering and Folk Light and Folk Rough
Light have been created to complete the family.
Each font has a full character set and typographic
symbols with kern pairs and special dingbats.
Folk is a splendid display of typeface with a lot of
‘character’, especially for artistic purposes.
ThE TypeFacE
CharaCter is the
VoicE Of teXt.
atTrAcT
artiSt
A FREE RELATIONSHIP WITH T
FF
General features of the fonts
Ben Shahn's Folk Alphabet was
originally created as leTtering in 1940
and reconstructed and redesigned
by Maurizio Osti and Jane PatTerson in
1995 with the consent and apProval
of Mrs. Bernarda Shahn and the Estate
of Ben Shahn, under license from
VAGA (New York).
neR
en the
folk regular (lowercase)
FoLK ReGuLAR (upPeR & lower cASE)
AaBb
Folk
+ EXP, LF
FF FOLK is a font inspired by Ben Shahn’s lettering
used in his paintings and lithographs. The Ben Shahn
Folk Alphabet was originally created as lettering in
1940. He drew his alphabet taking inspiration from vernacular shapes - an “unlettered lettering” - and he
called it “folk alphabet”. He believed that letters and
words should have the same importance as images and
drawings, The idea was to break all the established
typographic rules and for this reason we can consider
Folk Alphabet an historical prototype of “creative
typeface”. FF Folk family has been recreated exclusively of uppercase letters (as originally drawn by
Ben Shahn) with two character shapes for each letter
one for the uppercase keymap position and one for the
lowercase keymap position which capture the vibrant
variety present in the original lettering. It is possible
to compose text by combining uppercase and lowercase interchangeably (UPPERCASE ONLY, lowercase
only, and UpPeR aNd LoWeRcAsE) to achieve a more
personal artistic effect. FF Folk is the only authorized
and officially endorsed digital version of Shahn's Folk
Alphabet
FF
Folk® rEGULAR
®
s a dual spirit: two urges, two movements, two ways of expression cohabiting back
o back, like a two-fold daimon: Janus-faced. They survive, together, mutually condiioned: Apollonian harmony functions where it finds Dionysiac frenzy, and vice versa.
s it overturns and dismembers, delirium draws energy from pre-established order,
mashing as it goes and redeploying it in hitherto uncodified forms. Just as two hosile forces, keeping themselves to themselves and yet inseparable, are forced to co-
FF
FoLK REGULAR
FOLK REGULAR (UPPERCASE)
Folk
TesTO COMpoSto In Folk ReGular e lIghT Il 15 2 1995
FF
44
Elogio della Bellezza (dittico)
1999-2000-08
Stampa digitale, silicone su forex
Elogio della Bellezza
1999-2000
Litografia
45
indice delle opere
06
11
12
13
14
15
16
17
18
Doppia contrapposizione T2-T8 (particolare pag.19) in
26
copertina
elaborazione digitale da una foto di Ennio Daltri
2006 da Fifteen, mostra itinerante internazionale
27
8 quintali di carta e filo metallico 1970
scultura dimensioni reali
Galleria di Palazzo Galvani, Bologna
Cantica (genesi esodo apocalisse) 1972
28
Libro installazione edizione di 3 + misure variabili
3 volumi di 100x70cm del peso complessivo di 70 kg.
Cartone, colore nero alla nitro, nastro adesivo, corda
e suo movimento aleatorio
Università degli Studi di Pavia Collegio Cairoli, Pavia
Collezione Fracaro29
Trasparenze opacità 1975, Installazione
Resina poliestere, stampe fotografiche su alluminio + azione
del fruitore con acqua e degli agenti atmosferici
30
Slide performance Finito/In 1976
Diapositive per 3 proiettori e nastro registrato
Mercato del Sale, Milano
31
The Book of its Own Life 1977, 32,5x56,5x4,5 cm, f.to aperto
Libro scultura per tatto e nastro registrato
32
edizione di 3
Finito Tavola autocancellante 1975-77 Installazione
33
Lastra di plexiglas sabbiata sul piano terra 30x43x1 cm
34
Stampe in b.n. su tela emulsionata che registrano l’azione
di scrittura dell’autore e degli agenti atmosferici.
La lastra reca incisa questa dicitura: “su questa tavola
autocancellante maurizio osti ha scritto con acqua ‘finito’
milano martedì 19 aprile 1977 ore 16,15”
36
Galleria Nexus, Philadelphia, USA
IO/10 1979, Installazione, 184x43x25 cm edizione di 3
37
Performance alla Galleria San Luca, Bologna 1994
Resina poliestere, enunciato, stampe fotografiche su
alluminio + azione del fruitore con acqua e degli agenti
atmosferici. Collezione MAGI ‘900, Pieve di Cento
39
Self Portrait 1979, Installazione, 178x188x18 cm
Resina poliestere, stampe fotografiche su tela +
40
azione del fruitore con acqua e degli agenti atmosferici
19 Doppia contrapposizione T2-T8 1971-75-77, dittico,
Stampe fotografiche su alluminio edizione di 6, 70x34 cm
ciascuna + una copia misure variabili
20 Disegno 1877-1977 64x82,5 cm
Disegno su carta + polvere di grafite su vetro
Courtesy Studio G7, Bologna
21 Apollo e Dioniso 1982-87, 45,5x77 cm
Dittico, disegno al silicone su vetro
Courtesy Galleria civica d’arte contemporanea, Marsala
22 Legno di vite 1983, Albero filosofico, base 45,5x35,5 cm
Vetro, disegno su silicone, creta, legno,
foglia d’oro, lettering manuale
23 L’albero della gnosi 1983, Albero filosofico, 84x61x71 cm
Resina poliestere, cotto, scagliola, legno,
colore fluorescente, silicone, foglia d’oro, lettering
manuale
24 Donatello 10 1994, Installazione, 240x165x5 cm
Grafite su silicone su tela sagomata e resina
poliestere
41
43
44
45
Caosmo T3-T8 1996-2000, Installazione
Resina poliestere, enunciato, stampe fotografiche su
medium density + azione del fruitore con acqua e
degli agenti atmosferici
Caosmo T4-T9 1996-2000, Installazione
Resina poliestere, enunciato, stampe fotografiche su
medium density + azione del fruitore con acqua e
degli agenti atmosferici
Ezra Pound Most High Lord Pensieri sull’amore / Pensieri
sull’arte 1993-1995, 34x24,5 cm Libro d’artista
Pazzini Editore, Verucchio ed. 20 esemplari con
intervento manuale di scrittura a grafite, pennarelli
colorati e silicone siglata con monogramma dall’autore
Arthur Rimbaud Illuminations Illuminazioni 2003-2007
Libro d’artista, Pazzini Editore, Verucchio
alcuni esemplari con intervento manuale di
silicone siglata con monogramma dall’autore, 34x24,5 cm
Finito 2007, Installazione, 41x52,3x17 cm, peso 49 Kg
Alluminio, lettering, stampa lambda su alluminio
Finito (dettaglio) 2007, 41x52,3x0,1 cm
Stampa lambda su alluminio
Lybris 1993, 36x10x6 cm, Installazione,
Carta e resina poliestere
Lybris 2007, Libro, carta e silicone, 225x50x28 cm
Costellazione Miniature 2007, Installazione, 235x350x17 cm
edizione di 10, 33 stampe lambda su forex + libro opera
con silicone e grafite
Bibliotecha Alexandrina, Alessandria d’Egitto
Costellazione miniature dettaglio, 2007, 24x12 cm
2 stampe lambda su forex
Viriditas Libro installazione
3 volumi di 49,5x34,5 cm, cartone, colore verde alla nitro,
filo e suo movimento aleatorio
Museo Carale Accattino Ivrea
FF Folk Dichiarazione di poetica 2006
Stampa digitale da file, misure variabili
FF Folk display (Regular, Folk Light Regular)
Font digitale FF Folk display (Light Rough, Rough Regular)
Font digitale FF Folk Anatomia di un carattere 2006, 200x250x0,5 cm
da Fifteen 15 years of type for independent minds
stampa digitale su kapamount
mostra itinerante internazionale
Elogio della Bellezza 1999-2000, Litografia,
edizione di 150, Pazzini Editore, Verucchio
Elogio della Bellezza 1999-2000-08, (dittico)
Stampa digitale, silicone 38,5x49 cm
46
biografia
47
Maurizio Osti è nato a Sasso Marconi (Bologna) il 24 ottobre 1944. Si è diplomato al corso di disegno
industriale presso l’Istituto Tecnico Industriale Aldini Valeriani già scuola di Arti e Mestieri. Ha lavorato
professionalmente come operatore di arti applicate, rivolgendo i suoi interessi prevalentemente al campo
dell’illustrazione e del graphic design.
Dal 1978 è titolare del corso complementare di Tecniche Grafiche Speciali e dal 2005 del corso triennale di
Progettazione Grafica presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna. Accanto a questa scelta professionale,
Osti ha portato avanti fin dal 1964 un suo lavoro di ricerca in campo propriamente artistico; risale al 1973
la sua prima mostra personale.
La sua formazione avviene nel clima delle neo avanguardie, in quella vasta area di intervento che
è propria della Poesia Visuale, della Nuova Scrittura, Arte Concettuale e Minimal Art.
E’ di quegli anni l’amicizia con Adriano Spatola, Giorgio Celli, Mirella Bentivoglio, Ugo Carrega fondatore
della Galleria del Mercato del Sale di Milano. La frequentazione della galleria da lui diretta, contribuisce
ad affinare i suoi strumenti linguistici attraverso l’investigazione di alcune strutture concettuali come il
rapporto trasparenza/opacità, (rinnovata indagine del tradizionale concetto di chiaro scuro), dall’unità
alla disintegrazione, dal rapporto variabilità/immutabilità solo per citarne alcuni. L’analogia nell’ambito
musicale è quella dei minimalisti come Philip Glass e Steve Reich le cui ripetitività ipnotiche hanno
sorprendenti corrispondenze coi lavori di quegli anni. E’ il periodo (fine anni ‘70 e primi ‘80) delle
installazioni e microperformance con intervento diretto dell’artista che operando su strutture di tipo
concettuale con l’uso del mezzo fotografico arriva ad elaborare una propria originale grammatica nel
tentativo di cogliere e formalizzare alcuni processi simbolici primari.
Verso la metà degli anni ‘80 e per circa un decennio, la sua ricerca sempre rivolta a cogliere strutture
archetipiche, si arricchisce, rischiando per qualcuno il fraintendimento, di una investigazione del
sentire mitico espressione di una concezione metafisica che necessariamente ripropone il tema della
tradizione come forma di conoscenza magico-poetica che non rifiuti l’idea della pittura e del disegno
ma piuttosto li sappia far lievitare come ‘enigma perturbante “nuova icona”. Nel ‘94 conierà il termine
“Icone d’Occidente” attraverso l’invenzione evocativa del disegno a grafite e silicone espressione dell’Uno
come principio unificante.
Con Caosmo, dieci anni dopo, Osti, realizzando opere dalla struttura duale, espressione simbolica della
cultura secolarizzata dell’occidente, riprende e riallaccia il rapporto coi linguaggi teconologici.
Essere nella contraddizione abissale del moderno, tra l’eredità dell’apollineo razionalista-teosofo
“verticale” Mondrian e il dionisiaco vitalistico “orizzontale” Pollock.
33 Miniature non fa che ribadire la condizione filosofica ed esistenziale di aporia tra frammenti di
reminescenza del linguaggio codificato della tradizione e la sconvolgente violenza del di-segno
contemporaneo. Viriditas segna in silenziosa progressione il momento germinale della “sacra” energia
creativa.
Maurizio Osti ha realizzato inoltre libri oggetto, ideato e illustrato libri per l’infanzia, creato una numerosa
e qualificata serie di gadget tridimensionali (segni zodiacali e salvamonete) e opere di grafica editoriale
(manifesti, copertine, grafica di pubblica utilità, ex libris, monogrammi, marchi, caratteri tipografici, siti
internet, ecc.) unanimemente apprezzate per la loro alta qualità e originalità.
Fra queste “Most High Lord”, un volume curato da Luca Cesari, sulla traduzione del Cantico delle
Creature di S. Francesco d’Assisi fatta da Ezra Pound, Pazzini Editore1993. Ha disegnato insieme a
Jane Patterson la famiglia di caratteri digitali Folk, ispirati all’opera del pittore e grafico americano Ben
Shahn, edita da FontFont e distribuita da FontShop International di Berlino. Nel 2003/4 sempre per le
Edizioni Pazzini ha realizzato un’interpretazione delle Illuminations /Illuminazioni di Arthur Rimbaud, con
traduzione italiana e testo a fronte a cura di Adriano Marchetti la cui versione italiana è composta in Folk;
da ultimo sempre per l’Editore Pazzini, 33 Miniature con testi di Roberto Daolio e Adriano Marchetti.
mostre personali
1973 Polymorphis, testi di Giorgio Celli,
Galleria di Palazzo Galvani, Bologna
1994 Icone d’Occidente. Sanluca Galleria d’Arte, Bologna
1974 Cantica, al di là del significato, testi di Renato
Barilli, Carmine Benincasa, Roberto Maria Siena e
Gianni Scalia, Galleria 2000, Bologna
Scrittura Significante, Centroquadro, S. Marino
1996 Gli Archetipi e le Figure, testi di
Eleonora Frattarolo, Galleria Alphacentauri,
Parma
1975 Galleria Arti Visive, Roma
Art’s Transformation Gallery, Genova
Galleria il Canale, Venezia
2009 Premio Marconi per l’Arte Multimediale,
testi di Claudio Cerritelli, Circolo Artistico,
Bologna
1976 Trasparenze profondità, testi di Alfredo de Paz
Galleria 2000, Bologna
Reificazione/dissolvimento: sopravvivenza delle
forme, testi di Maurizio Osti e Piero Romano,
Galleria Mercato del Sale, Milano
1977 Università degli studi di Pavia, Collegio Cairoli,
Pavia
Galleria G7, Bologna
1978 Katholische Hochschulgemeinde, Graz
1979 IO 10, testi di Filolao, Galleria Mercato
del Sale, Milano
Galleria Nuova 13, testi di Marisa Vescovo
Alessandria
1980 La doppia articolazione, testi di Giuseppe Bonini,
Galleria il Doppio, Parma
Galleria Drehscheibe, Basilea
1981 Galleria Nexus, Philadelphia, USA
1983 Fragmenta et opus, Galleria il Gabbiano, La
Spezia
1986 L’Ottavo Giorno, testi di Luca Cesari e Maurizio
Brignone, Studio Cristofori, Bologna
Saletta Comunale d’Esposizione, Castel S. Pietro, Bologna
1987 Galleria L’Incontro, Imola
1988 Memorial Vincenzo Galetti. Galliera, Bologna
48
principali mostre collettive
1967 Parole sui Muri, a cura di Adriano Spatola,
Claudio Parmiggiani, Corrado Costa, Fiumalbo
1969 Proposta per una manifestazione incontro esposizione rappresentazione, Museo Civico, Bologna
1970
Festival International du livre, Nice, Francia.
INterVENTION, Galerie de la Salle, Vence, Francia.
De l’unité a la détérioration, Art Total Fluxus, Galerie Ben Doute de Tout, Nizza, Francia
1971 Mecanisme d’un lire, Nizza, Francia
1972 Exposicion exaustiva de la nueva poesia, Galleria U, Montevideo
1973 I libri delle edizioni Geiger, Galleria Stein, Torino.
Gruppo INterVENTION, Nizza, Francia
1974
1975
Arte contemporanea al Museo Civico di Bologna,
Bologna
Visual Poetry International. T’hoogt, Utrect
Doppia Contrapposizione, Installazione + proiezione per diapositive, + videotape, Festival dei due mondi, Spoleto, Studio Cavalieri
Artevideo, Galleria Duemila, Bologna
1976 Parola Immagine Oggetto, a cura di Mirella Bentivoglio, Istituto Italiano di Tokio, Tokio
Foto e Idea, a cura di Ilaria Bignamini, Comune di Parma, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Sala del Ridotto del Teatro Regio, Parma
La Scrittura, a cura di F. Menna, I. Mussa, L. Pignotti, R, Barilli, E. Migliorini, Galleria Seconda Scala, Roma
Rassegna Nazionale d’Arte Contemporanea
Ascoli Piceno, Civica Residenza, Ascoli Piceno
1977
La forma della Scrittura, Galleria Comunale d’Arte Moderna, Bologna
Raccolta Italiana di Nuova Scrittura, a cura di Vittorio Fagone, Mercato del Sale, Milano
Artisti Bolognesi, a cura di Paride Chiapatti, Teatro Gobetti, Torino
Seripla Arte moltiplicata dentro e fuor d’accademia,
a cura di Giorgio Brizio, Teatro Gobetti, Torino.
Mater Materia, Zona, Firenze
1978
Formato Lib(e)ro, a cura di L. Caruso. E. Miccini, M. Nannucci, Fortezza da basso, Firenze
Le Figure del Tempo a cura di Pier Giovanni Castagnoli, Galleria de’Foscherari, Bologna
1979 Testuale: le Parole e le Immagini, a cura di Flavio Caroli
e Luciano Caramel, Rotonda della Besana, Milano
1980 Liber. Pratica Internazionale del libro d’Artista, a cura
di Sarenco, E. Miccini, F. Verdi, Biblioteca Comunale
A. Lazzerini, Prato
49
Multigrafie, Loggetta Lombardesca, Ravenna
1981
Linee della Ricerca Artistica in Italia 1960/1980, Palazzo delle Esposizioni, Roma 1961-1981 I vent’anni della Duemila, Galleria 2000, Bologna
Livres d’art et d’artistes Libri d’Arte e d’Artista,
Presentazione al Centre Georges Pompidou, NRA Parigi Transbook: la trasgressione e trasformazione del libro,
a cura di Mirella Bentivoglio, Arte Duchamp Libreria, Cagliari
Libri circa, a cura di Franco Torriani, Luisella d’Alessandro, Torino
1985
Il non libro. Bibliofollia ieri e oggi in Italia, a cura di
Mirella Bentivoglio, Biblioteca Centrale della Regione Sicilia, Palermo
Sapere/Sapore, Arte in Italia 1958/85, a cura di Carmine
Benincasa, Castello di Baia, Comune di Bacoli, Napoli
1986
Undicesima Quadriennale di Roma, EUR Palazzo dei
Congressi
Arte e Scienza Arte e Alchimia XLII Biennale
Internazionale d’Arte di Venezia, a cura di Arturo Schwarz;
La Memoria del Tempo, a cura di Maurizio Calvesi e Marisa Vescovo, Quartiere fieristico, Verona
L’ideogramma universale, a cura di Mirella Bentivoglio, Galleria e Libreria Il Segno, Torino
1987
La pittura verso gli anni 90, Premio Città di Gallarate, AA.VV. Galleria d’Arte Moderna, Gallarate
Artisti per la pace nel mondo, Premio Città di Marsala,
a cura di Carola Pandolfo Marchegiani, Palazzo Spanò Burgio, Marsala
1988
Il Museo dei Musei, Invenzione Luccio Passetto, AA.VV, Palazzo Strozzi, Firenze, Tokio, Kyoto
L’Arte a Bologna, a cura di Marilena Pasquali, Musée
des Augustins, Toulouse, Francia
1989
Figure del Fiume, a cura di Claudio Spadoni, Città di Adria, Rovigo
Far Libro. Libri e pagine d’artista in Italia, AA.VV. Casermetta del Forte Belvedere, Firenze
1991
Pagine e Dintorni. Libri d’Artista Rassegna
Internazionale, a cura di Gino Gini e Emma Zanella
Manara, Civica Galleria d’Arte Moderna, Casa d’Europa,
Gallarate
1993 L’Arte Contemporanea a Bologna, I Biennale a cura di
Pietro Bonfiglioli, Palazzo Re Enzo, Bologna
1994
Nuova Scrittura. Arte italiana degli anni ‘70 nella
collezione della Banca Commerciale Italiana a Milano, Sede di Piazza della Scala, Milano
Fotocopie. L’uso creativo della fotocopiatrice nella
comunicazione visiva, a cura di Carlo Branzaglia, Museo principali mostre collettive
1995
Ken Damy, Brescia Premio Internazionale Biennale Felice Feliciano, Per la storia, l’arte e la qualità del libro
Selezione delle opere in concorso 1993-1994, a cura AAVV.
Verona, mostra itinerante,
Buchkunst International Frankfurter Buchmesse,
Francoforte, Schonste Bucher aus aller Welt. Leipziger Buchmesse. + Deutschen Buch-und Schriftmuseum in
Leipzig
Libri d’Artista a Bologna 1980 1995, a cura di Guido Tucci, Sala Silentium, Bologna
1997 Rewind, Arte a Bologna 1997-1950, mostre collettive
articolate per decenni, anni ‘90 a cura di Paola Serra
Zanetti, Il Campo delle Fragole, Bologna
1998
Onde Parallele, a cura di Roberto Cresti, Sala Mostre, Sasso Marconi
Poesia Totale, 1897-1997: dal colpo di dadi alla poesia visuale, a cura di Enrico Mascelloni e Sarenco, Palazzo della Ragione, Mantova
1999
L’altro paesaggio, a cura di Vladimiro Zocca, Comuni di
Castel San Pietro Terme, Sasso Marconi, Sindacato Nazionale Artisti C.G.I.L. Bologna
Text Image. Ricerche verbovisuali italiane e
internazionali dalla collezione dell’Archivio di Nuova
Scrittura. Musèe de Beaux-Art, La Chaux-de-Fonds,
(Mostra itinerante), Museo d’Arte Moderna e
Contemporanea di Trento e Rovereto; Museion; Museum
Fur Moderne Kunst/Museo d’Arte Moderna, Bolzano
2000
Il Castello delle Meraviglie. (Le 2000 e ultima notte),
a cura di Valerio Dehò. (Mostra itinerante), Riola di
Vergato, Sala Alvar Aalto; Grizzana Morandi; Galleria
Loretta Cristofori, Bologna
2001: l’Immagine della Parola. Università degli studi
di Bologna, ideazione e cura di Valerio Dehò, Galleria
Studio Cavalieri
Triennale Bologna 2000, Questione di segni, pittura
scultura architettura, a cura di Monica Miretti, Sale
Museali, Baraccano, Bologna
Biblioteca Universitaria, Bologna
ArteLibro, Festival del Libro d’Arte, Most High Lord, Illuminations, Illuminazioni, Pazzini Stampatore Editore,
Palazzo del Podestà, Bologna
2005
Il Libro d’Artista in Emilia-Romagna, a cura di Renato
Barilli Museo Civico Archeologico, Bologna
Bologna Contemporanea 1975-2005, a cura di Peter
Weiermair, Galleria d’Arte Moderna, Bologna
2006
Arte e Città 2006, L’alchimia dei quattro elementi: aria
acqua, terra, fuoco, Sant’Apollinare, Comune di
S. Giovanni in Persiceto
Fifteen. 15 years of Type for independent Minds. Bologna Accademia di Belle Arti, mostra itinerante internazionale
Artelibro, Festival del libro d’arte. 33 Miniature, Pazzini
Editore, Palazzo del Podestà, Bologna
2007
Imagining the Book International Biennale 2007.
Vegetal Memory of Umberto Eco, Bibliotheca
Alexandrina, Art Center, Alessandria d’Egitto
Oggetto LIBERo. Libri d’artista da collezioni pubbliche e
private, a cura di Andrea Granchi, Archivio di Stato Firenze
Spagiria Sette artisti per sette metalli, a cura di Paolo
Gualandi, testi di Loretta Secchi, Gruppo Fiori, Ecomondo,
Rimini Fiera
2008 La critica d’Arte come Critica dell’Arte. Opere dedicate
a Pietro Bonfiglioli, a cura di Claudio Cerritelli, Circolo
Artistico, Bologna
La parola mostra il suo corpo, Forme della
Verbovisualità Contemporanea, Museo della Carale,
Accattino, Ivrea
Biennale di Alessandria, Videofotografia contemporanea,
curatrice Sabrina Raffaghello, sezione Il mito della
bellezza eterna l’occhio sull’anima, a cura di
Laura Villani Ambasz, La Cittadella, Alessandria,
Piemonte
Fil Rouge: il filo rosso dell’Arte Contemporanea a
Ferrara, a cura di Nedda Bonini, Rocca di Cento, Ferrara
2001 Premio di Pittura Città di Busto Arsizio 2001, Palazzo
Cicogna, Busto Arsizio
2002 Italic 1.0. Il disegno di caratteri contemporaneo in Italia,
a cura di Paola Lenarduzzi, Mario Piazza e Silvia Sfligiotti, Biblioteca Nazionale di Roma
2003 Geiger e Tèchne edizioni di poesia e arte, a cura di
Marco Bazzini e Giorgio Maffei, Biblioteca Poletti,
Modena
2004 25 Artisti Per L’Europa, testi di Roberto Cresti, Gregorio Scalise, Biblioteca Lame, Bologna
Sulle tracce del Paratesto, a cura di Biancastella
Antonino, Marco Santoro, Maria Gioia Tavoni Aula Magna
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crediti
Progetto grafico
Maurizio Osti
Crediti fotografici
Cnb & C
Ennio Daltri
Secondo Gnani
Antonio Guerra
Antonio Masotti
Luca Perticoni
Gabriele Romiti
Uscito per la stampa
da FA&BA
Aprile 2009
Si ringraziano
Oscar Baroncini
Will Be Creative
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