Provincia di Firenze Assessorato alla pianificazione territoriale
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Provincia di Firenze Assessorato alla pianificazione territoriale Direzione Generale Sviluppo e Territorio Direzione Urbanistica e Pianificazione Territoriale A.S. Progetti d’area vasta e S.I.G. ATTO DI AVVIO DEL PROCEDIMENTO PER LA FORMAZIONE DEL PIANO ATTIVITÀ ESTRATTIVE E RECUPERO DELLE AREE ESCAVATE E RIUTILIZZO DEI RESIDUI RECUPERABILI DELLA PROVINCIA (P.A.E.R.P.) ALLEGATO 1 - RELAZIONE TECNICA Febbraio 2009 Indice 1. INTRODUZIONE ........................................................................ 1 2. OBIETTIVI DI PIANO E RISULTATI ATTESI .............................. 2 3. CONTENUTI DEL QUADRO CONOSCITIVO ................................ 4 4. SINTESI DEI RISULTATI DEL CENSIMENTO ........................... 18 3.1 Scheda di censimento .........................................................................................5 3.2 Informazioni cartografiche ................................................................................ 14 3.3 Basi informative geografiche utilizzate per l’inquadramento del contesto territoriale generale ............................................................................................................... 17 5. IL RICICLAGGIO DI MATERIALI DERIVANTI DA ATTIVITÀ DI COSTRUZIONE & DEMOLIZIONE (C&D) .......................................... 20 5.1 Potenzialità offerta di materia prima secondaria derivante da impianti di recupero . 21 5.2 Offerta materia prima seconda derivante da impianti di recupero con riferimento all’annualità 2006 .................................................................................................. 22 6. PRELIMINARE INDIVIDUAZIONE DELLE AZIONI DI PIANO... 24 7. ULTERIORI RICERCHE DA SVOLGERE..................................... 27 8. ENTI ED ORGANISMI EVENTUALMENTE TENUTI A FORNIRE GLI APPORTI TECNICI E CONOSCITIVI IDONEI AD INCREMENTARE IL QUADRO CONOSCITIVO, ANCHE AI FINI DELL’EFFETTUAZIONE DELLA VALUTAZIONE INTEGRATA (LR 1/2005 art. 15 c. 2, lett. c e DPGR 4/R del 9.02.2007 art. 12 c. 2, lett. a) .................................. 29 9. ENTI ED ORGANISMI PUBBLICI EVENTUALMENTE COMPETENTI ALLA EMANAZIONE DI PARERI, NULLA-OSTA O ASSENSI COMUNQUE DENOMINATI, RICHIESTI AI FINI DELLA APPROVAZIONE DEL PIANO (LR 1/2005 art. 15, comma 2, lett. d) 30 I 1. INTRODUZIONE La Regione Toscana ha approvato il P.R.A.E.R. con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 27 del 27 febbraio 2007 e demandato alla province la predisposizione dei P.A.E.R.P. da redigersi ai sensi delle leggi vigenti in materia nonché del regolamento regionale n.10/R del 23 febbraio 2007. Il P.A.E.R.P., come definito dall’art 7 della LR 78/98, “è l’atto della pianificazione settoriale attraverso il quale la Provincia attua gli indirizzi e le prescrizioni dei due settori del P.R.A.E.R.” (Piano regionale delle attività estrattive, di recupero delle aree escavate e di riutilizzo dei residui recuperabili). Settori concernenti rispettivamente i materiali per usi industriali, per costruzioni e opere civili (Settore I) ed i materiali ornamentali (Settore II). Il P.A.E.R.P. inoltre, è elemento del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, di cui art. 9 – L.R. 78/98 e ad esso si applicano le procedure di formazione, approvazione e relative varianti di cui alla LR n.1 del 3.01.2005 “Norme per il governo del territorio”. Ai sensi dell’art. 10 comma 2 lett. a) della” e s.m.i., della stessa legge regionale, infatti, il P.A.E.R.P. è un atto di governo del territorio e come tale è sottoposto, ai fini della sua approvazione, alle procedure previste all’art. 18 e quindi alle disposizioni di cui agli articoli 15, 16 e 17, nonché alla Valutazione Integrata disciplinata dall’art. 11 della medesima legge e dal Regolamento regionale 4/R del 9.02.2007. Il presente documento, predisposto ai sensi dell’art.15 della LR 1/05, rappresenta la parte costitutiva dell’atto di avvio e riporta tra gli altri lo stato attuale delle attività estrattive in Provincia di Firenze, effettuato tramite una ricognizione delle conoscenze in materia di cave, recupero di cave dismesse o in abbandono e riutilizzo dei materiali recuperabili assimilabili. A seguito dell’approvazione del P.R.A.E.R., infatti, la Provincia di Firenze si è organizzata per ricomporre un quadro conoscitivo di riferimento, esauriente e soprattutto aderente alla realtà provinciale, sia in termini di localizzazioni territoriali che di dimensionamenti relativamente ai quantitativi di materiali estratti, ai materiali recuperabili e potenzialmente estraibili nell’arco dei prossimi anni. Il primo passo è stato dunque quello di definire e specificare le conoscenze in materia di attività estrattive esistenti nel territorio provinciale fiorentino. Le iniziative attivate in questo senso, hanno riguardato in sintesi la creazione una banca dati geografica in ambiente GIS che ha preso in considerazione i seguenti elementi: a) lo stato aggiornato delle attività estrattive presenti nel territorio provinciale relativamente ai due settori del P.R.A.E.R., comprensivo di dati sui quantitativi estratti e dimensionamento così come risultante dagli atti autorizzativi; b) il contesto territoriale in cui si inseriscono tali attività, inteso come risultante della sovrapposizione di più temi e precisamente, il sistema dei vincoli ambientali e paesaggistici, le conoscenze fisiche e naturalistiche del territorio, il patrimonio edilizio e insediativo nonché il quadro della pianificazione provinciale. 1 Tale banca dati geografica è stata concepita come un sistema dinamico ed aperto a nuove implementazioni e aggiornamenti, anche in conseguenza delle diverse fasi temporali di attuazione del piano. L’aggiornamento di partenza di tale banca dati risale al 31 Dicembre 2006; ciò consente di estrarre una serie di risultati di sintesi che analizzati con i dati di produzione all’anno 2007, attualmente in fase di aggiornamento, ci inducono già ad esprimere alcune riflessioni svolte preliminarmente. Durante il periodo compreso tra il presente avvio del procedimento e l’adozione del Piano inoltre, saranno altresì eseguite ulteriori analisi di statistica descrittiva anche con riferimento all’annualità 2008, ciò al fine di acquisire elementi di ulteriore completezza del Piano. 2. OBIETTIVI DI PIANO E RISULTATI ATTESI La L.R. 78/98 indica in modo abbastanza preciso quelli che sono i “compiti” ed il ruolo delle Province nella redazione degli elaborati che compongono il P.A.E.R.P.. In particolare all’art. 8 descrive i seguenti “Elementi essenziali di ciascun settore del P.A.E.R.P.”: a) la specificazione del quadro conoscitivo delle risorse estrattive, dei giacimenti, dei materiali recuperabili assimilabili individuati dal P.R.A.E.R. e delle altre risorse essenziali del territorio potenzialmente interessate dai processi estrattivi, nonché il censimento delle attività estrattive in corso; b) le prescrizioni localizzative delle aree estrattive in relazione al dimensionamento e ai criteri attuativi definiti dal P.R.A.E.R., ai fini della pianificazione comunale di adeguamento, precisando i criteri e i parametri applicati nella redazione del P.A.E.R.P. per la valutazione degli effetti territoriali, ambientali e igienico sanitari sulla base delle prescrizioni del P.R.A.E.R.; c) le interrelazioni con gli altri piani di settore regionali e provinciali interessati; d) i termini, comunque non superiori a sei mesi, per l'adeguamento della pianificazione comunale al P.A.E.R.P.; e) le eventuali misure di salvaguardia di cui all'art. 21 della L.R. n. 5 del 1995; f) il programma di monitoraggio del P.A.E.R.P. anche ai fini della verifica del rispetto del dimensionamento definito dal P.R.A.E.R. Un obiettivo non espressamente indicato dalla legge regionale ma ben enunciato all’interno del P.R.A.E.R. è quello di avvicinare con maggiore precisione possibile il dimensionamento del piano, in termini di fabbisogno provinciale, proprio a partire dai dati forniti dal Bilancio Regionale. Ulteriori obiettivi generali di piano ci derivano inoltre dalla declinazione del dettato normativo di riferimento e quindi anche da quanto previsto dal P.R.A.E.R., relativamente all’assetto territoriale e allo stato della pianificazione nella Provincia di Firenze. In particolare, tali obbiettivi possono essere riassunti nei seguenti punti, qui di seguito enunciati: 2 1 – Verifica dei contenuti del P.R.A.E.R. a) esame degli allegati cartografici del P.R.A.E.R. e verifica delle relative localizzazioni, attraverso una puntuale specificazione del quadro delle risorse e dei giacimenti in scala 1:10.000. In questa fase saranno considerate attentamente le caratteristiche fisico-ambientali del territorio attraverso l’acquisizione di dati e informazioni di maggior dettaglio per quanto attiene la conoscenza delle risorse (CARG Regione Toscana, dati puntuali reperibili in progetti e dati di letteratura). Tale approfondimento sarà svolto ripercorrendo il processo logico concettuale contenuto nel P.R.A.E.R., poiché in prima analisi saranno valutate le risorse nelle loro consistenze qualitative e quantitative dopodiché la loro conferma e riproposizione quali giacimenti avverrà prevalentemente sulla base di considerazioni di merito sullo stato attuale delle produzioni oltre che dal confronto con il sistema della vincolistica; b) verifica e confronto delle previsioni contenute nel P.R.A.E.R. e la pianificazione territoriale in Provincia di Firenze - di livello statale, provinciale e comunale - con particolare riferimento al sistema della vincolistica ambientale dello Stato. Saranno quindi effettuate verifiche sulla coerenza del piano con i vigenti strumenti di pianificazione. Attraverso questi ultimi saranno raccolti ulteriori elementi di conoscenza a livello di strati GIS implementando in tal modo le banche dati già in possesso dell’Amministrazione anche al fine di ottimizzare l’attività di pianificazione provinciale. c) verifica di coerenza con il dimensionamento del P.R.A.E.R. relativamente ai diversi settori; I risultati di questa fase porteranno dunque ad una ridefinizione, in scala 1:10.000, delle perimetrazioni individuate nel P.R.A.E.R., consentendo di verificare la coerenza del P.A.E.R.P. con il sistema della pianificazione territoriale di qualsiasi livello territoriale. 2 – Definizione dei contenuti pianificatori del P.A.E.R.P.. a) monitoraggio, a partire dalla data di redazione del P.A.E.R.P. dei contenuti in termini di produzione e di fabbisogni riportati dal P.R.A.E.R. approvato nel 2007; b) definizione delle prescrizioni localizzative e dei criteri di rinaturalizzazione, con indicazione delle modalità di adeguamento della pianificazione comunale; c) Indicazioni per i Comuni sui siti dismessi aventi potenzialità di recupero, da svolgersi secondo quanto prescritto al punto 4 “Recupero di Cave dismesse” dell’Allegato 1 - Elaborato 2 del P.R.A.E.R.; d) fasatura del P.A.E.R.P. con il Piano provinciale dei rifiuti, in particolare per lo sviluppo di quelle parti di piano inerenti i seguenti aspetti: il recupero nel Settore I degli scarti di produzione del Settore II (pietra ornamentale), il riciclaggio di materiali provenienti da Costruzioni & Demolizioni (in questo caso il lavoro va principalmente svolto nella asseverazione dei percorsi di certificazione di tali materiali), il reperimento di siti idonei allo stoccaggio di terre e rocce da scavo; 3 e) definizione delle situazioni estrattive meritevoli di costituzione di Consorzi estrattivi secondo quanto previsto al punto 5 “Consorzi di cave contermini” dell’Allegato 1 - Elaborato 2 del P.R.A.E.R. e relativa individuazione dei Comuni interessati; f) stesura delle norme tecniche di attuazione; In sostanza il P.A.E.R.P. della Provincia di Firenze dovrà riuscire a coniugare la permanenza sul territorio provinciale di attività cruciali per il suo sviluppo senza intaccare le risorse ambientali e i valori identitari riconoscibili nel territorio. Una volta effettuata la verifica della identificazione di una data area da risorsa a giacimento, la linea attuativa del piano, espressa a livello di prescrizioni localizzative, sarà pertanto quella di consolidare fino al totale sfruttamento le attività presenti nelle aree già coltivate ed intaccare giacimenti “vergini” esclusivamente laddove ne sia documentata la assoluta necessità per tipologia di materiale, altrimenti non reperibile sul mercato nell’ambito del territorio provinciale. 3. CONTENUTI DEL QUADRO CONOSCITIVO Come già indicato nell’introduzione alla presente relazione, la strutturazione del quadro conoscitivo del P.A.E.R.P. della Provincia di Firenze si è in primo luogo concretizzata nel censimento, nella schedatura e inquadramento a livello di contesto territoriale allargato, delle attività estrattive presenti nel territorio della Provincia di Firenze. È stata inoltre effettuata una ricognizione sui giacimenti di nuova perimetrazione presenti nel P.R.A.E.R., ma non ricompresi nel PRAE e quindi ancora non oggetto di concessione all’esercizio dell’attività di cava. Le attività sono state condotte attraverso un’operazione di ricerca, schedatura ed approfondimento delle attività estrattive in esercizio e dismesse, eseguita mediante la documentazione autorizzativa ed informativa (redatta ai sensi del Testo Unico in materia di cave e torbiere) disponibile presso gli Uffici Comunali competenti, interviste e ricerche bibliografiche oltre che tramite indagini di campagna. Al termine di tale attività è stato possibile mettere a punto un database contenente le informazioni relative a tutti siti coinvolti dal censimento, suddivisi secondo le seguenti categorie indicanti lo “Stato di attività”: • cave attive o inattive con autorizzazioni valide o garanzie fideiussorie aperte; • cave dismesse (non autorizzate o garantite); • cave storiche (sempre non autorizzate o garantite); • nuovi giacimenti (per i quali non sono ancora state rilasciate autorizzazioni). Le cave dismesse e quelle storiche sono state a loro volta suddivise in: • cave di maggiore interesse, meritevoli di approfondimento • cave di minore interesse, non meritevoli di approfondimento. La necessità di approfondimento è stata determinata in base alla sussistenza di almeno una delle seguenti condizioni: 4 ¾ inserimento tra le risorse del P.R.A.E.R.; ¾ elevate dimensioni; ¾ collocazione nell’ambito di importanti bacini estrattivi (anche storici); ¾ interessamento o richieste di riattivazione (giunte alla Provincia di Firenze) da parte di Amministrazioni Pubbliche o privati; ¾ importanza storica; ¾ elevata qualità della risorsa. Le cave attive e inattive, i nuovi giacimenti e le cave dismesse o storiche di maggiore interesse sono state oggetto di sopralluoghi specifici. Per le cave dismesse o storiche di minore interesse si è fatto riferimento alla raccolta delle informazioni documentali e bibliografiche. È opportuno evidenziare che alcune cave dimesse potrebbero essere non comprese nella ricerca e risultare quindi escluse dal quadro conoscitivo. Ciò è purtroppo inevitabile per molte cave di modeste dimensioni e/o datato abbandono e/o collocate in ambienti quasi completamente rinaturalizzati. In molti casi le aree in questione sono completamente coperte da boschi affermati. In altri casi si tratta invece di cave di pianura o collina colmate o rimodellate fino a rendere irriconoscibili le antiche tracce di scavo. Riteniamo tuttavia che ciò non costituisca un limite del quadro conoscitivo, poiché il censimento delle attività estrattive dismesse è finalizzato ad individuare le situazioni meritevoli di nuovi interventi di recupero. Ebbene, è indiscutibile che le cave non riconoscibili non necessitino, in prima istanza, di essere recuperate per mitigare gli impatti esistenti, salvo casi particolari (aree di degrado, instabilità dei versanti, ecc.). 3.1 Scheda di censimento Per ogni cava è stata compilata una scheda di censimento contenente il maggior numero di informazioni reperibili dagli atti amministrativi (soprattutto comunali), dagli strumenti urbanistici, dal regime vincolistico (ai vari livelli), dalle destinazioni d’uso e da tutti gli elementi a carattere giacimentologico e geologico in senso lato rilevabili in situ. Ne è risultata la scheda riportata nelle pagine seguenti, organizzata su due fogli in formato A4. Ovviamente le informazioni riportate nella scheda, al termine del censimento, risultano sviluppate nella sua completezza solo per le cave attive. Le cave dismesse risultano prive o quasi del quadro degli atti amministrativi, poiché difficilmente reperibile, mentre le cave non visitate sono prive delle osservazioni e dei giudizi di campagna. I nuovi giacimenti non hanno ovviamente alcun dato nei campi relativi alle attività estrattive pregresse. La tabella successiva riassume, per le diverse tipologie di cava o giacimento, le informazioni contenute nelle schede di censimento (1=si, 0=no). 5 MODELLO SCHEDA DI CENSIMENTO CAVE - PAGINA 1 6 MODELLO SCHEDA DI CENSIMENTO CAVE - PAGINA 2 7 1 1 1 1 1 0 1 1 giacimento P.R.A.E.R. Approfondimento Denominazione Comune Località 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 0 1 1 1 1 0 1 1 est Gauss-Boaga 1 1 1 1 CAMPO sistemazioni ambientali realizzate vincoli e limitazioni (caselle) eventuali annotazioni geotopi, biotopi e risorse idriche ptcp pericolosità geologica piani bacino pericolosità idraulica piani bacino frane censite autorità bacino aree golenali eventuali annotazioni su specifici vincoli e limitazioni nord Gauss-Boaga titolare autorizzazione indirizzo titolare telefono titolare tipologia cava uso principale materiali escavati uso secondario materiali escavati presenza impianti prima o seconda lavorazione distanza impianti lavorazione principali se esterni alla cava mercato servito dalla cava estensione area cava Sopralluogo metodi coltivazione 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 1 1 1 1 0 1 1 1 1 1 0 0 1 1 1 numero di addetti Attività anno attivazione 1 1 1 data rilascio autorizzazione NUOVE AREE CAVE ATTIVE CAVE DISMESSE VISIT. CAVE NON VISITATE NUOVE AREE CAVE ATTIVE CAVE DISMESSE VISIT. CAVE NON VISITATE CAMPO cava numero codifica risorsa P.R.A.E.R. 1 1 1 1 0 1 0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 ulteriori vincoli Morfologia posizione cava di versante quota massima acclività media versante evidenza della discarica dissesti nel raggio di 50 m dalla cava 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 1 1 0 0 0 1 1 1 1 1 0 1 0 formazioni geologiche 1 1 1 1 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 1 0 0 1 1 1 1 1 1 0 0 1 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 1 1 0 0 0 1 1 1 1 0 0 0 1 1 0 1 numero autorizzazione 1 0 0 0 1 1 1 1 data scadenza dell’autorizzazione tipologia cavata 1 tipologia cavata 2 tipologia cavata 3 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 1 1 1 0 volume volume volume volume 1 1 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 1 1 1 1 1 1 1 0 0 0 0 1 0 1 0 1 0 0 0 litologie estratte uso del suolo copertura vegetale qualità del giacimento rapporti con i corsi d’acqua eventuali annotazioni sugli elementi ambientali salienti Fotografie classificazione viabilità di accesso eventuali annotazioni sulla viabilità di accesso note nuclei abitati presso cava e infrastrutture presenza centri e nuclei abitati nel raggio di 200 m dalla cava criticità manifeste eventuali annotazioni sulle criticità impatto ambientale e naturalistico attuale impatto ambientale e naturalistico in caso di estensione impatto paesaggistico attuale impatto paesaggistico in caso di estensione impatto per l’igiene e la salute attuale impatto per l’igiene e la salute in caso di estensione 1 1 0 1 autorizzato - tipologia 1 autorizzato - tipologia 2 autorizzato - tipologia 3 totale autorizzato volume autorizzato a discarica volume autorizzato a ripristino proveniente dall’interno volume autorizzato a ripristino proveniente dall’esterno 1 0 0 0 impatto sociale attuale 1 1 0 0 1 0 0 0 1 1 0 1 volume totale estratto (ufficiale) volume totale residuo (ufficiale) 1 1 0 0 0 0 0 0 impatto sociale in caso di estensione eventuali annotazioni sugli impatti in caso di estensione orientamento possibile riattivazione 1 0 1 1 0 0 1 0 8 volume totale residuo (stima) volume annuo estratto negli ultimi anni importo lavori ripristino (fidejussione) procedure in corso tipologia ripristino sistemazioni ambientali autorizzate 1 1 0 1 impatto acustico 1 0 0 0 1 0 0 0 1 1 0 1 1 0 0 0 1 1 0 1 1 1 0 1 0 0 0 0 priorità di recupero indicazioni tecniche sugli interventi necessari indirizzi coordinamento attività estrattive per cave contermini fonti bibliografiche 1 1 1 1 0 1 0 1 1 0 0 0 Note 1 1 1 1 Tabella 1 – Campi della scheda di censimento delle cave e criterio di compilazione (1 = sì, 0 = no) I campi della scheda sono di diversa tipologia: • campi testuali o numerici liberi; • selezione singola da elenco; • selezione multipla da elenco. Le possibilità di scelta per selezioni multiple sono esplicitate nella scheda, mentre non lo sono le selezioni singole da elenco. Le relative possibilità di scelta sono evidenziate nella seguente tabella: CAMPO SCELTE MULTIPLE giacimento P.R.A.E.R. Si no approfondimento Si no tipologia cava 1 fronte unico 2 anfiteatro 3 fossa 6 schermato 7 sotterraneo 8 sottotecchia I industriale C costruzione " uso materiali escavati 4 imbuto 5 culminale O ornamentale N inerti P prestito 1 " M cemento presenza impianti prima o seconda lavorazione Si no distanza impianti lavorazione principali 1) < 500 m 2) tra 500 m e 5 km 3) tra 5 km e 20 km 4) > 20 km 5) in cava I internazionale N nazionale R regionale P provinciale C comunale A attiva SA attiva I inattiva D dismessa ST storica N inerti " mercato cava 6) no impianti servito dalla attività " saltuariamente N nuovo sito anno attivazione A anteriore 1981 oppure anno tipologia cavata I industriale C costruzione O ornamentale P interessati in parte T interessati in toto frane censite autorità bacino A assenti aree golenali A assenti P interessati in parte T interessati in toto morfologia M montagna2 C collina3 P pianura S sommitale M mezza costa P piede posizione versante cava di evidenza della discarica Si no dissesti nel raggio di 50 m dalla cava A assenti M moderati 1 2 3 F fossa L fossa lago S significativi sito rientrante tra le concessioni minerarie di marna da cemento vigenti (Settimello, Testi, Monsavano) o recenti (Sieci) montagna è definito terreno impervio ad almeno 600 m slm collina è ciò che non è montagna o pianura 9 con CAMPO SCELTE MULTIPLE uso del suolo 1 edificato pertinenze e 3 discariche 4 cantieri 7 frutteti ed oliveti 8 prati 9 aree agricole eterogenee 10 boschi " 6 seminativi " 11 vegetazione arbustiva ed 12 vegetazione rada o erbacea assente 13 zone umide qualità del giacimento classificazione di accesso… A alta M media 14 corpi idrici B bassa viabilità 1 cava servita da 2 cava servita strada comunale strada provinciale da 3 cava servita strada regionale 4 cava servita 5 cava servita da da strada da statale superstrada 8 strada di accesso 7 strada di accesso alla alla cava non indicata 6 cava servita da cava non indicata entro entro 300 m dal autostrada 100 m dal perimetro perimetro " presenza centri e nuclei abitati nel raggio di 200 m dalla cava A assenti D nel estrattivo impatti stimati 2 alto orientamento riattivazione4 5 aree verdi non agricole 2 aree estrattive 1 molto alto perimetro F fuori dal perimetro estrattivo 3 medio 4 basso 5 assente preponderante 3 esclusiva finalità di possibile 1 preponderante 2 finalità estrattiva5 finalità di recupero6 recupero7 4 sconsigliata8 impatto acustico9 1 alto 2 medio 3 basso Tabella 2– Scelte dei campi della scheda di censimento a selezione singola da elenco Segue una sintetica descrizione dei campi della scheda di censimento: CAMPO cava numero codifica risorsa P.R.A.E.R. giacimento P.R.A.E.R. approfondimento fonti informative denominazione comune località est Gauss-Boaga nord Gauss-Boaga titolare autorizzazione indirizzo titolare telefono titolare tipologia cava uso principale materiali escavati uso secondario materiali DESCRIZIONE codice ISTAT del Comune esclusa parte riferibile alla Provincia di Firenze; punto; numerazione in ambito comunale ordinata in base alla coordinata nord codice della risorsa P.R.A.E.R. che interseca anche solo in parte la cava in questione Giacimento P.R.A.E.R. che interseca anche solo in parte la cava in questione cave visitate o meno elenco e codifica delle fonti informative: denominazione Autorità di Bacino, denominazione proposta 1994 piano cave Firenzuola, cave storiche, cave IGM, cave CARG risultante da progetti, cartelli o notizie dirette Comune in cui si trova la cava località oppure via e numero civico riferita al baricentro della cava riferita al baricentro della cava risultante da progetti, cartelli o notizie dirette risultante da progetti, cartelli o notizie dirette; talvolta omesso per cave dismesse risultante da progetti, cartelli o notizie dirette; talvolta omesso per cave dismesse geometria della cava, scelta da elenco classificazione ai sensi della LR 78/98, scelta da elenco come sopra, compilato solo se presente 4 questo campo sintetizza il giudizio soggettivo del rilevatore circa la teorica possibilità di riattivazione della cava dismessa o storica, senza per entrare nel merito circa l’opportunità di attuare o meno tale possibilità 5 se la cava dovesse riaprire risultano esserci gli spazi per una importante produzione di materiali commerciabili 6 modesta produttività residua della cava ma potenzialità per un buon ripristino 7 elevate difficoltà a proseguire con gli scavi ma buone condizioni per operare un recupero, ad esempio mediante tombamento 8 le condizioni geologiche, giacimentologiche, ambientali, vegetazionali (anche in riferimento al rinverdimento spontaneo), stradali e abitative sono tali da sconsigliare, in prima analisi, interventi di una certa rilevanza 9 calcolato in base alla presenza degli abitati, del metodo di coltivazione, della presenza degli impianti, della litologia estratta 10 CAMPO DESCRIZIONE scavati presenza impianti prima o interni al perimetro di cava individuato 10 seconda lavorazione distanza impianti lavorazione scelto da elenco oppure omesso in mancanza di informazioni principali se esterni alla cava scelto da elenco in base alle informazioni sommarie raccolte; per le collocazioni al mercato servito dalla cava confine di Comune, Provincia o Regione si considerano comunali, provinciali e regionali anche i mercati del territorio adiacente estensione area cava calcolata in base al perimetro di cava individuato sopralluogo Data risultante dal progetto, evidente da sopralluogo o supposto in base alla tipologia di metodi coltivazione cava; la voce “escavatore” comprende pale meccaniche, ruspe, ripper e mezzi manuali dato richiesto al titolare dell’autorizzazione o altri soggetti informati; sono solitamente compresi gli addetti agli impianti di lavorazione dentro la cava; di numero di addetti conseguenza sono sottovalutati gli addetti delle cave che eseguono la lavorazione esterna scelto da elenco in base alla situazione riscontrata durante il sopralluogo o alle attività informazioni fornite dal Comune fornito dal Comune, desunto dalla data di prima autorizzazione o richiesto a persone anno attivazione informate autorizzazione vigente di apertura, variante o ampliamento, in generale l’ultima data rilascio autorizzazione rilasciata numero autorizzazione se assegnato dal Comune data scadenza risultante dall’autorizzazione stessa dell’autorizzazione tipologia cavata 1 classificazione ai sensi della LR 78/98, scelta da elenco; aggiunta la tipologia "cava di tipologia cavata 2 prestito", nella Provincia di Firenze sempre riferita all’utilizzo per inerti tipologia cavata 3 volume autorizzato - tipologia 1 volume autorizzato - tipologia metri cubi totali in banco 2 volume autorizzato - tipologia 3 volume totale autorizzato metri cubi totali in banco, di norma equivalente alla somma delle tre tipologie volume autorizzato a discarica metri cubi riportati al volume in banco; stimato in mancanza di informazioni chiare volume autorizzato a metri cubi riportati al volume in banco; scavo non venduto né collocato nella ripristino proveniente discarica ma usato per il rimodellamento e ripristino della cava dall’interno volume autorizzato a metri cubi così come messi a dimora del materiale usato per il rimodellamento e ripristino proveniente ripristino della cava, proveniente dall’esterno dall’esterno metri cubi in banco risultanti dalla documentazione di avanzamento lavori o dalla volume totale estratto contabilità dei contributi ai sensi della LR 78/98, sommato per le diverse tipologie di (ufficiale) materiale volume totale residuo volume totale autorizzato meno volume totale estratto (ufficiale) la stima si riferisce: a) cava compresa tra i giacimenti P.R.A.E.R., in aggiunta a quanto autorizzato; b) cava esclusa dai giacimenti P.R.A.E.R. teoricamente volume totale residuo (stima) riattivabile (giudizio personale); valore arrotondato alle decine di migliaia se inferiore a 100000 e alle centinaia di migliaia se superiore volume annuo estratto negli media o valore maggiormente significativo delle ultime misurazioni, con particolare ultimi anni riferimento ai contributi LR 78/98 importo lavori ripristino importo intero comprensivo di IVA (fidejussione) procedure in corso iter amministrativi avviati presso il Comune tipologia ripristino scelta multipla tra scarpata unica, gradoni, tombamento parziale, tombamento totale 10 area di cava autorizzata o area di cava individuata nel censimento o giacimento P.R.A.E.R. 11 CAMPO DESCRIZIONE sistemazioni ambientali opere di ripristino della vigente autorizzazione autorizzate sistemazioni ambientali opere di ripristino evidenti dal sopralluogo o rinverdimento spontaneo realizzate vincoli e limitazioni (caselle) sono spuntati i vincoli che interessano almeno una parte della cava perimetrata eventuali annotazioni geotopi, note riferite ai vincoli presenti nel sito biotopi e risorse idriche ptcp pericolosità geologica piani basata sulle classi individuate nei Piani di Assetto Idrogeologico bacino pericolosità idraulica piani basata sulle classi individuate nei Piani di Assetto Idrogeologico bacino frane censite Autorità di solo per fiume Arno Bacino aree golenali vincolate dal Piano Stralcio per le Attività Estrattive dell’Autorità di aree golenali Bacino del Fiume Arno eventuali annotazioni su note al fine di chiarire o quantificare le selezioni di vincoli e limitazioni specifici vincoli e limitazioni morfologia selezione da elenco posizione cava di versante selezione da elenco quota massima valore arrotondato alla decina più vicina acclività media versante valore arrotondato ai 5° più vicini si risponde no anche per le discariche, definite con riferimento al DPR 128/59, evidenza della discarica sicuramente presenti ma non individuabili a distanza dissesti nel raggio di 50 m da rilevamento geomorfologico o informazioni bibliografiche (prime tra tutte quelle dalla cava delle Autorità di Bacino e degli Strumenti Urbanistici Comunali) formazioni geologiche denominazione della formazione arealmente dominante individuata dal CARG litologie estratte da rilevamento geologico o informazioni progettuali selezione da elenco basata sulla classificazione Corine Land Cover della Regione uso del suolo Toscana, con raggruppamento di classi copertura vegetale commento relativo a specie presenti, dimensioni, distribuzione, stato salute, ecc. qualità del giacimento scelta da elenco, in base al rilevamento giacimentologico e alle informazioni raccolte rapporti con i corsi d’acqua come definiti dal PTCP e dai Piano di Bacino eventuali annotazioni sugli note per approfondimenti o chiarimenti sulle componenti ambientali elementi ambientali salienti fotografie codifica originale delle fotografie scattate e selezionate per la cava in esame classificazione viabilità di classificazione della più vicina strada pubblica, scelta da elenco accesso eventuali annotazioni sulla Descrizione del collegamento tra la cava e la viabilità pubblica viabilità di accesso note nuclei abitati presso elenco nominativi cava e infrastrutture presenza centri e nuclei scelta da elenco; "nel perimetro estrattivo" indica che gli abitati sono compresi abitati nel raggio di 200 m nell’area a destinazione estrattiva comunale dalla cava Scelta multipla su quali sono i problemi della cava attuali o futuri (prosecuzione o ripresa dell’attività). Alcune note: "ripristino" indica che il ripristino non è adeguato; "centri e nuclei abitati" indica che la cava da loro fastidio; "turismo" indica che ci sono visitatori che si potrebbero allontanare; "viabilità" indica che la viabilità di accesso alla cava è inadeguata (ad esempio, poiché passa da paesi oppure è stretta oppure limitata nel carico dei veicoli, ecc.); "qualità acque" indica inquinamenti criticità manifeste attuali o potenziali; "captazione acque" indica interferenze attuali o potenziali con pozzi e sorgenti; "stabilità versanti" - "caduta massi" – "erosione" – "ristagni" si riferiscono alle condizioni attuali o alle previste condizioni future; "rumore" e "polvere" sono critici in mancanza di barriere, in presenza di ricettori sensibili, in previsione di attrezzature rumorose (esplosivi, martellone, impianti frantumazione) o materiali polverulenti; l’igiene è perlopiù connessa ai precedenti problemi, ma potrebbe anche derivare da altro… eventuali annotazioni sulle note per motivare le selezioni del campo precedente criticità impatto ambientale e selezione da elenco riferita alla data di sopralluogo 12 CAMPO naturalistico attuale impatto ambientale e naturalistico in caso di estensione impatto paesaggistico attuale impatto paesaggistico in caso di estensione impatto per l’igiene e la salute attuale impatto per l’igiene e la salute in caso di estensione DESCRIZIONE selezione da elenco riferita a una ipotetica e significativa prosecuzione o ampliamento della cava selezione da elenco riferita alla data di sopralluogo selezione da elenco riferita a una ipotetica e significativa prosecuzione o ampliamento della cava selezione da elenco riferita alla data di sopralluogo; comprende rumore, polvere, inquinamento, pericoli… selezione da elenco riferita a una ipotetica e significativa prosecuzione o ampliamento della cava selezione da elenco riferita alla data di sopralluogo; rappresenta l’apparente grado di impatto sociale attuale accettazione della cava da parte della Comunità impatto sociale in caso di selezione da elenco riferita a una ipotetica e significativa prosecuzione o estensione ampliamento della cava eventuali annotazioni sugli note per motivare le selezioni dei campi precedenti per ampliamento o prosecuzione impatti in caso di estensione dell’attività orientamento possibile selezione da elenco per cave inattive, dismesse o storiche riattivazione scelta da elenco basata su presenza di abitati nel raggio di 200 m (1 = assenti, 3 = presenti), impianti (3 = si, 0 = no), metodi coltivazione (massimo tra 4 = esplosivo, 3 = martellone, 2 = escavatore, 1 = altro), litologia (1 = alluvionali, 2 = altro); il impatto acustico fattore determinato è R = abitati x (impianti + metodo) x litologia; in base alla distribuzione dei valori sono definite le classi R < 7 basso, R = 8-15 medio, R > 15 alto priorità di recupero note e suggerimenti riferiti alla situazione attuale indicazioni tecniche sugli ipotesi di intervento e suggerimenti interventi necessari indirizzi di coordinamento indicazioni per eventuali problemi di convivenza segnalati o supposti tra cave attività estrattive per cave contermini contermini cave segnalate in: censimento cave dell’Autorità di Bacino del fiume Arno (sigle tipo brip-7 e 152/m), cartografie IGM scala 1:25.000 (sigla 25k), cave segnalate nella fonti bibliografiche nuova Carta Geologica Regionale (sigla CARG), proposta piano cave De Zordo per Comune Firenzuola (solo numero, es. 81), studio Geolitologia del costruito di Firenze (sigle tipo stor. serena) note Annotazioni non comprese nei precedenti campi Tabella 3 – Descrizione dei campi della scheda di censimento Una parte delle informazioni contenute nelle schede di censimento derivano dal rilevamento di campagna o dall’esame delle cartografie. Molti campi sono invece calcolati automaticamente in base alle informazioni territoriali di seguito descritte. Nel corso dei sopralluoghi, dove eseguiti, è stata controllata la validità delle immissioni automatiche e/o sono state aggiunte specifiche annotazioni. Si precisa che l’assegnazione dei valori automatici, come ad esempio quello relativo ai vincoli esistenti, comprende nella maggior parte dei casi le casistiche si/no: il risultato è “si” anche se una piccola parte della cava è coperta dal vincolo in questione. In altri casi sono invece distinti i casi di interessamento “assente”, “in parte”, “in toto”. Questo tipo di trattazione corrisponde alla ricognizione di documenti di prima analisi che saranno opportunamente verificati ed elaborati nella formazione del Piano. La parte dedicata alla descrizione degli impatti è finalizzata ad evidenziare le maggiori criticità emerse dalla gestione dell’attività di cava e conseguentemente fornire un supporto decisionale all’ente avente competenze autorizzatorie, nei confronti della realizzazione di opere di mitigazione e di prevenzione di ulteriori impatti in sede di ampliamento. 13 Per le cave di tipo puntuale, il calcolo dei campi automatici è stato fatto assegnando alle cave stesse una superficie circolare con raggio 25 m. Quello acquisito rappresenta un primo livello di informazioni che saranno oggetto di specifici ulteriori approfondimenti nel proseguo delle attività di redazione del Piano. 3.2 Informazioni cartografiche Oltre alle informazioni contenute nella scheda di censimento delle cave della Provincia di Firenze, sono state raccolte ed elaborate ulteriori informazioni cartografiche, organizzate in strati informativi GIS secondo i seguenti raggruppamenti tematici: 1. cave riconoscibili da ortofoto; 2. cave individuate nella cartografia IGM in scala 1:25.000; 3. cave censite dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno nell’ambito della “Proposta di stralcio del Piano di Bacino” del 1994 relativa alla “attività estrattiva nel bacino dell’Arno- Fabbisogno di materiali litoidi e cave”; 4. cave censite nella proposta di Piano Cave 1994 del Comune di Firenzuola, redatta dall’arch. De Zordo; 5. cave individuate nella nuova Carta Geologica Regionale; 6. cave storiche individuate dalla ricerca “Le pietre del patrimonio storico italiano: conoscenze finalizzate alla conservazione. Verifica di metodologie e applicazione a significativi casi urbani e territoriali. La geolitologia del costruito della città di Firenze”; 7. cave della Provincia di Firenze, suddivise in areali e puntuali; 8. aree estrattive dello Strumento Urbanistico comunale11; 9. risorse del P.A.E.R.P.; 10. giacimenti del P.A.E.R.P.; 11. cave storiche del P.A.E.R.P.. I primi 6 punti hanno costituito la base di partenza per la perimetrazione e la localizzazione delle “cave della Provincia di Firenze”, ossia per le cave di cui al presente censimento e relative schede. Si precisa, infatti, che in precedenza non esisteva una restituzione delle aree estrattive esistenti nella Provincia di Firenze, aggiornata e opportunamente georiferita. Le seguenti informazioni hanno inoltre concorso alla perimetrazione definitiva delle cave: • limiti di coltivazione autorizzati dalle Amministrazioni Comunali raccolti a titolo ricognitivo; • esame delle fotografie aeree, effettuata per talune cave sui voli disponibili all’Archivio Cartografico della Regione Toscana; • rilevamento di campagna; 11 cartografate solo a livello ricognitivo, ferma restando la validità della documentazione originale degli S.U.; in taluni casi sono state incontrate significative differenze tra le perimetrazioni riportate prima sotto forma cartacea e successivamente riproposte dai Piani Strutturali o Regolamenti Urbanistici informatizzati probabilmente riconducibili a varianti approvate in seguito all’avvio del procedimento. Ai fini della redazione delle prescrizioni localizzative verrà specificatamente richiesto un contributo ai Comuni in termini di fornitura degli esatti limiti autorizzati 14 • consultazione e confronto di strumenti di navigazione virtuale, basati su riprese da satellite e aereo, quali Terra Flyer (Regione Toscana), Google Earth, Local Live. Nella delimitazione delle cave è stata generalmente data priorità ai limiti autorizzati, anche se – in alcuni casi - diversi dai limiti estrattivi attuali. Se la cava esistente risulta di estensione minore rispetto alla cava autorizzata si dà atto del prevedibile sviluppo della cava nell’arco di validità dell’autorizzazione comunale. Dove la cava esistente da foto aeree invece risulta più estesa della cava autorizzata, è stata di norma operata una suddivisione in cava attiva o comunque autorizzata e cava dismessa (porzione di cava non autorizzata, di regola ripristinata ed esaurita). Le cave non individuabili ma comunque segnalate dalle fonti bibliografiche sono state mantenute con individuazione puntuale. A questo riguardo si evidenzia che sono state utilizzate le cave del CARG (elementi vettoriali puntuali) solo dove le stesse trovavano conferma dalle altre fonti informative o dalla stessa cartografia raster del CARG (presenza del simbolo cave e miniere); il livello vettoriale consultato (strato13), oltre alle cave, comprende infatti anche i siti dove si rinviene una risorsa naturale e dove sono stati condotti sondaggi di varia natura (dai sondaggi per la ricerca geotermica ai sondaggi di carattere conoscitivo svolti dalla Regione Toscana). Nella banca dati geografica sono state inserite anche le informazioni tematiche ritenute più significative ai fini della pianificazione estrattiva. Si tratta di informazioni contenute anche nelle schede di censimento, nei confronti delle quali viene svolta una continua attività di aggiornamento mano a mano che si rendono reperibili nuovi dati. Questi dati risultano in parte documentati a titolo ricognitivo, mentre in altri casi vengono a costituirsi quali parti fondative del P.A.E.R.P. in quanto caratterizzanti il territorio dal punto di vista dei vincoli ritenuti ostativi e condizionanti nei confronti dello svolgimento di una attività di cava. Il continuo aggiornamento dei dati seguenti risulta pertanto cruciale ai fini di una corretta definizione degli ambiti di impegno territoriale sviluppati dal P.A.E.R.P.: • • • • • • • • • • • • • • • • • • • riserve naturali; parchi aree naturali protette di interesse locale (ANPIL); siti di interesse comunitario (SIC); vincolo archeologico; boschi; elettrodotti > 132 kV; gasdotti; infrastrutture principali (ferrovie, autostrade e strade statali, regionali, provinciali e comunali); aree di reperimento parchi del PTCP; bellezze naturali e monumentali; captazioni di acque sotterranee a uso acquedottistico; biotopi del PTCP; geotopi del PTCP; risorse idriche del PTCP; sentieri CAI; aree di rispetto cimiteriale; aree sottoposte a vincolo paesaggistico; pericolosità geologica di cui ai Piani di Assetto Idrogeologico delle Autorità di Bacino (Arno, Reno, Bacini Romagnoli); • pericolosità idraulica di cui ai Piani di Assetto Idrogeologico delle Autorità di Bacino (Arno, Reno, Bacini Romagnoli); 15 • • • • frane censite dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno; aree golenali oggetto del Piano Stralcio delle Attività Estrattive dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno; aree allagate del Piano Stralcio sul Rischio Idraulico dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno; aree per interventi strutturali per la riduzione del rischio idraulico del Piano Stralcio sul Rischio Idraulico dell’Autorità di Bacino del Fiume Arno; • alvei e golene perimetrati dall’Autorità di Bacino del Fiume Arno; • informazione geologica del CARG. Sono state inoltre consultate e inserite nelle schede di censimento, ma non ancora nella banca dati geografica, le seguenti informazioni provenienti dalle Autorità di Bacino del Reno (fiumi Reno, Sillaro, Idice, Santerno, Senio) e dei Bacini Romagnoli (Lamone): • reticolo idrografico corsi d’acqua principali, secondari e minori; • fasce di pertinenza fluviale; • aree ad alta probabilità di inondazione. Le aree destinate a casse di espansione delle Autorità di Bacino del Reno e dei Bacini Romagnoli sono assenti nel territorio della Provincia di Firenze. Le informazioni reperite dalle varie Autorità di Bacino sono abbastanza disomogenee. Si è cercato quindi di uniformare i dati raccolti secondo i criteri seguenti: BACINO ARNO pericolosità geologica PF4 pericolosità geologica PF3 pericolosità geologica PF2 pericolosità geologica PF1 pericolosità geologica assente pericolosità idraulica PI4 pericolosità idraulica PI3 pericolosità idraulica PI2 pericolosità idraulica PI1 pericolosità idraulica assente ALTRI BACINI pericolosità geologica PF4 pericolosità geologica PF3 pericolosità geologica PF2, PF1 o assente ANNOTAZIONI informazioni contenute nella banca dati geografica l’informazione per il bacino dell’Arno è completa; per gli altri bacini è indicata pericolosità assente per le tre classi raggruppate aree ad alta probabilità da considerare che nei bacini montani del Reno e della Romagna la di inondazione pericolosità idraulica è assente o molto circoscritta non rilevata territorio esterno alle “aree ad alta probabilità di inondazione” reticolo idrografico reticolo idrografico principale (alveo) corsi d’acqua principali, secondari e minori aree golenali del Piano fasce di pertinenza Stralcio sul Rischio fluviale Idraulico per l’Arno si tratta di una informazione lineare, per gli altri bacini di una informazione areale le aree golenali dell’Arno sono definite con buona attendibilità per le zone di pianura immediatamente adiacenti ai corsi d’acqua principali; le fasce di pertinenza fluviale di Reno e Romagna sono molto estese, talvolta fino a decine di metri sopra la pianura alluvionale aree allagate (1966 – aree ad alta probabilità le aree ad alta probabilità di inondazione derivano dal censimento 1999) del Piano di inondazione degli eventi Stralcio sul Rischio Idraulico Tabella 4 – Corrispondenza informazioni nelle varie Autorità di Bacino 16 La struttura della scheda di censimento delle cave segue le suddivisioni relative al bacino dell’Arno, convertendo le informazioni degli altri bacini secondo la precedente tabella. 3.3 Basi informative geografiche utilizzate per l’inquadramento del contesto territoriale generale Le fonti informative utilizzate per la schedatura delle cave e la realizzazione della banca dati sono riassunte nella seguente tabella: DESCRIZIONE Risorse, giacimenti, storiche P.R.A.E.R. Censimento cave Arno Parchi Riserve naturali Anpil Sic Archeologico Boschi Elettrodotti Gasdotti Infrastrutture Principali Reperimento Parchi PTC Bellezze naturali e monumentali Captazioni acquedottistiche Biotopi, Geotopi Risorse idriche PTCP Sentieri Rispetto cimiteriale Vincolo paesaggistico Pericolosità piani di bacino – geologica Pericolosità piani di bacino – idraulica Frane censite dall’Adb Arno Aree golenali Rapporti con i corsi d’acqua – alveo e golene Rapporti con i corsi d’acqua – ambito A, B Rapporti con i corsi d’acqua – aree esondabili Casse di laminazione Informazione geologica FONTE Regione ADB Arno SIT Regione SIT Regione PTCP Provincia PTCP Provincia PTCP Provincia – Regione Toscana PTCP Provincia PTCP Provincia PTCP Provincia Provincia PTCP Provincia PTCP Provincia Ufficio pozzi Provincia PTCP Provincia PTCP Provincia SIT Regione SIT Regione Provincia ADB Arno, Reno, Romagna ADB Arno ADB Arno ADB Arno ADB Arno ADB Arno ADB Arno ADB Arno Regione Tabella 5 – Fonti informative e archivi GIS reperiti I biotopi e i geotopi sono distinti in base alla codifica delle schede allegate al PTCP (file BIO_REP.DBF). Le basi cartografiche utilizzate sono la CTR in scala 1:10.000 e la corografia IGM in scala 1:25.000. Per tutto il territorio provinciale sono state esaminate le ortofoto in scala 1:10.000. 17 4. SINTESI DEI RISULTATI DEL CENSIMENTO COMPARTI ESTRATTIVI DELLA PROVINCIA DI FIRENZE Sono state censite 902 cave di cui 532 areali e 370 puntuali. La seguente tabella riepiloga la loro distribuzione nei comuni della Provincia di Firenze. COD. COMUNE 1 BAGNO A RIPOLI 2 BARBERINO DI MUGELLO 3 BARBERINO VAL D’ELSA 4 BORGO SAN LORENZO 5 CALENZANO 6 CAMPI BISENZIO 7 CAPRAIA E LIMITE 8 CASTELFIORENTINO 9 CERRETO GUIDI 10 CERTALDO 11 DICOMANO 12 EMPOLI 13 FIESOLE 14 FIGLINE VALDARNO 15 FIRENZE 16 FIRENZUOLA 17 FUCECCHIO 18 GAMBASSI TERME 19 GREVE IN CHIANTI 20 IMPRUNETA 21 INCISA IN VAL D’ARNO 22 LASTRA A SIGNA 23 LONDA 24 MARRADI 25 MONTAIONE 26 MONTELUPO FIORENTINO 27 MONTESPERTOLI 28 PALAZZUOLO SUL SENIO 29 PELAGO 30 PONTASSIEVE 31 REGGELLO 32 RIGNANO SULL’ARNO 33 RUFINA 34 SAN CASCIANO IN VAL DI PESA 35 SAN GODENZO 36 SAN PIERO A SIEVE 37 SCANDICCI 38 SCARPERIA 39 SESTO FIORENTINO TOTALE AT. S.A. IN. 24 30 6 26 18 7 7 7 7 6 2 14 47 26 114 151 13 21 30 31 11 27 1 3 12 15 30 6 10 20 40 10 1 23 15 7 14 12 10 0 1 0 0 1 0 0 1 0 0 0 2 0 0 0 21 0 1 3 0 0 0 0 2 3 0 0 1 0 1 1 0 0 0 0 1 0 0 0 18 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 6 0 0 2 2 0 0 0 0 0 0 0 1 0 0 2 0 0 0 0 1 0 0 0 0 2 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 15 0 0 1 2 0 0 0 0 0 0 1 1 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 DI. 19 27 6 25 17 7 7 6 7 6 2 12 7 26 37 78 13 20 24 27 11 18 1 1 8 15 29 3 10 19 36 10 1 23 15 5 14 12 10 ST. PUNTUALI AREALI 5 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 40 0 77 31 0 0 0 0 0 9 0 0 1 0 0 0 0 0 1 0 0 0 0 0 0 0 0 16 27 3 20 3 1 3 0 1 0 2 4 21 5 77 22 2 6 16 14 10 16 0 0 4 4 11 0 5 9 19 3 0 9 4 2 3 4 5 8 3 3 6 15 6 4 7 6 6 0 10 26 21 37 129 11 15 14 17 1 11 1 3 8 11 19 6 5 11 21 7 1 14 11 5 11 8 5 40 19 4 16 8 1 902 SIGNA 41 TAVARNELLE VAL DI PESA 42 VAGLIA 43 VICCHIO 44 VINCI TOTALI 1 1 0 1 0 42 0 0 0 0 0 14 0 18 0 3 0 10 0 7 0 1 23 653 0 0 6 0 0 170 1 3 12 3 0 370 18 1 4 5 1 532 Tabella 6 - Riepilogo per comune delle cave censite Le abbreviazioni indicano le cave attive (AT.), saltuariamente attive (S.A.), inattive (IN.), dismesse (DI.), storiche (ST.). In realtà vi sono ulteriori 8 cave storiche, non risultanti nella tabella poiché tuttora attive e quindi ricomprese fra quest’ultime. Le cave dismesse di dimensioni non cartografabili alla scala 1:10.000 o non più riconoscibili sul territorio perché trasformate o mascherate alla vista da parte della vegetazione, ma note sulla base di documenti di letteratura, sono state rappresentate con tematismo puntuale. Si evidenziano i seguenti comparti estrattivi comprensivi di cave storiche: MATERIALE argilla per cotto argilliti per imprunetino basalto e calcare calcare calcare calcare calcare calcare calcare, sabbie gesso e e e e USO industriale cotto industriale LOCALITÀ Circondario Empolese Chianti FORMAZIONE depositi marini pliocenici Formazione di Sillano, Argille a Palombini inerti Mugello - Alto Mugello Ofioliti inerti Montaione Anidriti di Burano e Calcare Cavernoso marna inerti Firenzuola F.ne di Monte Morello marna inerti/minerario Calvana - Monte Morello F.ne di Monte Morello marna minerario Greve in Chianti, San Casciano F.ne di Monte Morello marna minerario/inerti Pontassieve, Rignano, Incisa F.ne di Monte Morello Valdarno serpentiniti, inerti Montagnoso Ofioliti industriale Gambassi ghiaia ghiaia e sabbia ghiaia e sabbia ghiaia e sabbia inerti inerti inerti inerti Alto Mugello Valdarno superiore Val di Sieve Val di Pesa lignite lignite onice calcareo pietra bigia minerario minerario ornamentale ornamentale Barberino di Mugello Santa Barbara Montaione Santa Brigida - Monte Senario Anidriti di Burano e Calcare Cavernoso depositi alluvionali depositi alluvionali Fiume Arno depositi alluvionali Fiume Sieve depositi fluvio-lacustri pliocenici depositi lacustri villafranchiani depositi lacustri villafranchiani Travertino Arenarie di Monte Senario pietra di Montaione ornamentale Montaione Pcg – conglomerati pietra pietra pietra pietra serena serena serena serena ornamentale ornamentale ornamentale ornamentale pietra serena pietra serena pietraforte pietraforte pietraforte ornamentale ornamentale costruzione ornamentale ornamentale Alto Mugello Marnoso Arenacea San Godendo Marnoso Arenacea Fiesole Unità Cervarola-Falterona Monti del Chianti – Gonfolina – Unità Cervarola-Falterona Tavarnuzze Pratomagno Unità Cervarola-Falterona Bruscoli Unità Cervarola-Falterona Greve in Chianti Formazione della Pietraforte Firenze Formazione della Pietraforte Riscaggio Formazione della Pietraforte 19 MATERIALE pietraforte pietraverde (gabbro serpentiniti) sabbia sabbia USO ornamentale e ornamentale inerti inerti LOCALITÀ Bagno a Ripoli Montaione FORMAZIONE Formazione di Sillano Ofioliti Bacino FI-PO-PT Circondario Empolese depositi alluvionali Fiume Arno depositi alluvionali Fiume Arno Tabella 7– Comparti estrattivi della Provincia di Firenze Nella CARTA DI SINTESI DELL’APPROFONDIMENTO DEL QUADRO CONOSCITIVO, sono cartografate tutte le risorse, i giacimenti ed i materiali storici del P.R.A.E.R. e le cave del censimento suddivise in puntuali ed areali. Per la verifica delle concessioni minerarie sono stati consultati i registri e le cartografie presso ex Corpo delle Miniere, adesso “Unità Operativa Complessa Vigilanza sulle Attività Minerarie - Area Miniere, Distretto Minerario di Firenze” e verificate le informazioni disponibili in rete. Nella provincia di Firenze sono registrate come attive le seguenti concessioni: COMUNE NOME MINERALE Calenzano – Sesto Settimello Fiorentino Pelago Monsavano Greve in Testi Chianti QUANTITA’ QUANTITA’ ESTRATTA ESTRATTA 2006 [ton] 2007 [ton] PRIMA ULTIMO CONCESSIONARIO CONCESSIONE Marna 154.600 107.300 27/09/1930 BUZZI S.p.A. Marna 156.915 153.522 15/11/1930 ITALCEMENTI S.p.A. Marna 490.597 440.559 10/01/1934 SACCI S.p.A. Tabella 8 – Concessioni minerarie rilasciate in ambito provinciale I feldspati di Sasso di Castro sono stati completamente asportati nell’ambito della coltivazione della omonima cava per l’Alta Velocità, gestita da Cavet. Merita fin da ora sottolineare che il settore delle concessioni minerarie esula dai contenuti di pianificazione del P.A.E.R.P., e viene pertanto riportato solo a titolo ricognitivo. 5. IL RICICLAGGIO DI MATERIALI DERIVANTI DA ATTIVITÀ DI COSTRUZIONE & DEMOLIZIONE (C&D) Nelle attività edilizie, nei ripristini ambientali, nel settore della costruzione stradale, in alternativa al materiale proveniente dalle cave, possono essere utilizzate materie prime seconde derivanti da attività di recupero di rifiuti esercitate essenzialmente da impianti iscritti nell’apposito Albo Provinciale per le attività di recupero (art 216 D.Lgs. 152/06) e pertanto soggetti a procedure semplificate; questi impianti sono sostanzialmente mulini per la triturazione e vagliatura dei rifiuti inerti atti a produrre materie seconde di pezzatura omogenea e caratteristiche chimico-fisiche, previo obbligatorie verifiche di laboratorio, conformi alle vigenti normative. 20 Gli studi merceologici e tecnici hanno dimostrato che le caratteristiche chimico-fisiche di detti materiali sono paragonabili a quelle della materia prima vergine estratta dalla cava, ciò che comporta un notevole risparmio sull’impatto ambientale legato alla estrazione e al mancato smaltimento del rifiuto inerte in discarica. La Provincia intende fondare in questo settore parte del proprio fabbisogno di inerti e pertanto, fin dalle fasi di avvio del procedimento di redazione del piano, è stata effettuata una attenta ricognizione finalizzata ad un corretto dimensionamento delle potenzialità presenti sul territorio provinciale oltre che delle effettive produzioni. 5.1 Potenzialità offerta di materia prima secondaria derivante da impianti di recupero Al fine di effettuare una valutazione dei materiali inerti disponibili nella Provincia di Firenze è stato determinato, in base alla potenzialità degli impianti di gestione di rifiuti inerti iscritti in procedura semplificata nel Registro Provinciale, il quantitativo di inerti che “virtualmente” potrebbero derivare da attività di recupero indicata con il codice R5 (Riciclo/recupero di altre sostanze inorganiche) sulle tipologie considerate nei punti 7.1, 7.3b e 7.12b del D.M. 05/02/1998 (come modificato dal D.M. 186/2006). Nello specifico, le tipologie di rifiuti considerate sono le seguenti: ¾ Punto 7.1 - Tipologia: rifiuti costituiti da laterizi, intonaci e conglomerati di cemento armato, purché privi di amianto, in generale provenienti da demolizione. Mediante attività meccaniche e tecnologicamente interconnesse di macinazione, vagliatura, selezione granulometrica e separazione della frazione metallica e delle altre frazioni indesiderate, da questi materiali si ottengono materie prime seconde per l’edilizia, con caratteristiche conformi all'allegato C della circolare del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio 15 luglio 2005, n. UL/2005/5205. ¾ Punto 7.3b – Tipologia: sfridi e scarti di prodotti ceramici crudi smaltati e cotti. Codici CER identificativi provenienti dalla fabbricazione di prodotti ceramici, mattoni, mattonelle e materiale di costruzione smaltati. Le attività di recupero di tale tipologia di rifiuto comprendono le operazioni di frantumazione, vagliatura, eventuale miscelazione con materia prima inerte nell'industria lapidea al fine di ottenere materiale lapideo nelle forme usualmente commercializzate. ¾ Punto 7.12b - Tipologia: calchi in gesso esausti, provenienti da attività scultoree ed industrie ceramiche. Le attività di recupero di tale tipologia di rifiuto comprendono la frantumazione dei manufatti e la separazione della parte metallica ai fini della produzione di materiale e manufatti per l'edilizia, nelle forme usualmente commercializzate. 21 In pratica, sono considerati nel calcolo i materiali rispetto ai quali gli impianti sono autorizzati a svolgere operazioni meccaniche e tecnologicamente interconnesse di frantumazione, vagliatura e miscelazione, selezione granulometrica e separazione da frazioni indesiderate ai fini di ottenere frazioni inerti di natura lapidea. Si noti che gli atti disponibili presso gli uffici della Direzione Ambiente e Gestione Rifiuti riguardano unicamente gli impianti dell’ATO 6, pertanto non sono compresi nel calcolo i quantitativi relativi agli impianti del Circondario Empolese Valdelsa, che comunque verranno acquisiti successivamente per un corretto e completo dimensionamento. I 37 impianti presenti sul territorio provinciale complessivamente presentano le seguenti potenzialità suddivise in base ai punti del D.M. del 05/02/1998 (poi modificati dal D.M. n. 186/2006): capitolo CER Quantità (t/a) 07.01 1.191.825,0 07.03b 15.712,5 07.12b 2.150,0 totale 1.209.688,5 Tabella 9– Totale quantitativi di rifiuti dei punti 7.1, 7.3b e 7.12b che le aziende della Provincia di Firenze sono autorizzate a sottoporre ad R5 5.2 Offerta materia prima seconda derivante da impianti di recupero con riferimento all’annualità 2006 Di seguito, per confronto, si valuta l’effettiva produzione delle materie prime seconde in Provincia. A tale scopo sarebbe utile poter determinare il quantitativo di rifiuti di tali tipologie prodotto in Provincia ma, poiché i soggetti che producono tali tipologie di rifiuti non sono ad oggi obbligati alla denuncia MUD, il dato di produzione che si ottiene risulta sottostimato rispetto a quello reale. In ogni caso pur conoscendo questo limite è stata effettuata un’indagine sulle denunce del 2006 (MUD presentato ad aprile 2007) la quale ha fornito per i codici CER dei punti 7.1, 7.3b e 7.12b del già citato DM un quantitativo totale di rifiuti prodotti (quantitativo totale comprendente i rifiuti prodotti nella unità locale ed al di fuori della unità locale) pari a 417.297 t, di cui 396.317 t per la Provincia di Firenze (escluso il Circondario) e 20.980 t per il Circondario Empolese Valdelsa. Al fine di avere una stima più rappresentativa della potenzialità di produzione di materie prime seconde si sono analizzati i dati delle Aziende della Provincia di Firenze che effettuano operazioni di recupero R5. I dati estratti dai MUD del 2006 inerenti i rifiuti inerti dei punti 7.1, 7.3b e 7.12b effettivamente sottoposti ad operazioni di recupero come R5 dalle aziende della Provincia di Firenze (incluso Circondario Empolese Valdelsa) sono riportati nella seguente Tabella: 22 codice CER descrizione Quantità sottoposta ad R5 (t) Provincia FI (no Circ.) 101201 101206 scarti di mescole trattamento termico non sottoposte 101311 101399 Rifiuti non specificati altrimenti 170101 Cemento 170102 Mattoni 170103 mattonelle e ceramiche miscugli o scorie di cemento, mattoni, mattonelle e ceramiche, diverse da quelle di cui alla voce 17 01 06 materiali da costruzione a base di gesso diversi da quelli di cui alla voce 17 08 01 rifiuti misti dell'attività di costruzione e demolizione, diversi da quelli di cui alle voci 17 09 01, 17 09 02 e 17 09 03 101208 101299 170107 170802 170904 200301 TOT parziale TOT -------- --------- 94,22 9,4 691,67 20,94 157,60 ---------- --------5,00 -------- -------- 2.453,97 9544,04 -------------- 64,48 526,91 49,9 5.533,13 1.689,62 7,75 51,9 662.683,75 36.448,68 0,18 ---------- a stampi di scarto scarti di ceramica, mattoni, mattonelle e materiali da costruzione (sottoposti a trattamento termico) rifiuti non specificati altrimenti rifiuti della produzione di materiali compositi a base di cemento, diversi da quelli di cui alle voci 10 13 09 e 10 13 10 Circondario Rifiuti urbani non differenziati 672.149,18 47.883,96 720.033,14 Tabella 10 – Elenco tipologie di rifiuti dei punti 7.1, 7.3b e 7.12b (e relativi quantitativi) che nel 2006 risulta siano state sottoposte ad R5 Rispetto ai dati estratti considerando l’anno di produzione e recupero 2005 (531.391,35 t) è risultato un netto incremento del quantitativo totale di tali tipologie di rifiuti sottoposti ad R5. Riepilogando, si è determinato che la potenzialità degli impianti virtualmente sfruttabile per il recupero di materiali inerti in Provincia di Firenze (escluso il Circondario) è pari a 1.209.688,5 t/a e che, in base a quanto dichiarato dagli impianti stessi, per l’anno 2006 i materiali inerti effettivamente recuperati sono stati in totale 720.033,14 t/a, di cui 672.149,18 t/a per la Provincia di Firenze e 47.883,96 t/a del Circondario Empolese. Considerando che, il peso di volume del materiale inerte da C&D sia pari a 1.3 t/m3 si può attendere una produzione di 930.529 m3/a, mentre la quantità effettivamente prodotta con riferimento alla annualità 2005 è di 553.871 m3/a. 23 6. PRELIMINARE INDIVIDUAZIONE DELLE AZIONI DI PIANO Coerentemente con quanto indicato in sede di programmazione degli obiettivi e di formazione del quadro conoscitivo, sono state sviluppate alcune considerazioni in merito alla individuazione di quelle azioni prioritarie che consentiranno il conseguimento dei richiamati obiettivi. 1. Individuazione di prescrizioni localizzative in funzione di una lista di vincoli territoriali modulati in funzione del loro status di “ostativi” o “condizionanti” alla conduzione di una attività estrattiva. In questa fase di avvio del procedimento si è preventivamente deciso di inserire nella lista dei vincoli ostativi: • Aree ricadenti in art.10 (ambiti di reperimento per l’istituzione di parchi, riserve e aree naturali protette di interesse locale – L.R.49/95) del PTCP della Provincia di Firenze ad esclusione delle aree su cui esistono attività già autorizzate in bacini estrattivi consolidati nel tempo. • Aree derivanti dall'attuazione della "Legge quadro sulle aree protette" 6.12.91 n.394 e della l.r. 11.4.1995, n.49 "Norme sui parchi, le riserve naturali e le aree naturali protette di interesse locale". • Aree di salvaguardia delle opere di captazione delle acque destinate al consumo umano, in attuazione dell’art. 94 del D.lgs 152/2006 e successive modificazioni ed integrazioni. • Zone di salvaguardia assoluta dei Piani di Bacino dell’Arno, della Toscana Nord, della Toscana Costa e dell’Ombrone. • Aree soggette a vincolo archeologico ai sensi del D.Lgs 42/2004 ex L.364/1909 ed ex L.1089/39. • Aree carsiche e grotte. e dei vincoli condizionanti da sottoporsi a specifica valutazione in sede di adeguamento urbanistico: • Terreni rimboschiti con finanziamento o contributo finanziario pubblico ed aree boscate distrutte o danneggiate dal fuoco, in attuazione della l.r. 21.3.2000 n. 39 “Legge forestale della Toscana” e relativi regolamenti. • Aree di cui all’Allegato D – siti di importanza comunitaria della l.r. 6.4.2000 n. 56 “Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche eccettuato quelle che presentano a fini estrattivi materiali non reperibili all’esterno di tali aree e previa verifica di incidenza. • Aree ricadenti in art.11 (“aree fragili” da sottoporre a programma di paesaggio) del PTCP della Provincia di Firenze. • Altre zone di salvaguardia dei Piani di Bacino. • Aree soggette a vincolo idrogeologico così come determinate ai sensi del Regio Decreto Legge 30 dicembre 1923 n. 3267 “Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani” . • Aree soggette a usi civici. 24 • Aree soggette a vincolo storico-monumentale o paesaggistico ai sensi del D.Lgs. 42/2004 ex L. 1497/39, ex L. 431/85, ex L.364/1909 ed ex L.1089/39. • Altri condizionamenti introdotti da normative urbanistiche di settore di qualsiasi livello. 2. La definizione di prescrizioni operative per le modalità di estrazione dei materiali e di indirizzi per la progettazione finalizzati alla minimizzazione di impatti sulle componenti ambientali, che dovranno essere recepiti dalla strumentazione urbanistica comunale; 3. L’incremento del recupero di rifiuti speciali provenienti dall’attività di costruzione e demolizione, i cosiddetti rifiuti C&D, e quindi conseguentemente la riduzione della quantità di questi rifiuti da smaltire; 4. L’incentivazione delle attività di recupero di aree di cava dismesse per le quali non esiste allo stato attuale un obbligo di sistemazione derivante da concessioni in essere; 5. Adozione di misure tese al soddisfacimento a scala provinciale del fabbisogno individuato dal P.R.A.E.R. e di conseguenza una ridotta mobilità in entrata e uscita di materiale dalla Provincia di Firenze. Merita infine evidenziare fin da ora, un elemento di criticità desunto dalle attività conoscitive finora messe in atto. Il censimento dell’attività estrattiva per l’annualità 2006 rappresenta un primo elemento di monitoraggio/valutazione del dimensionamento P.R.A.E.R., a cui le Province toscane, in ottemperanza al perseguimento del principio dell’autosufficienza di produzione e utilizzo su base provinciale, si devono attenere con scostamenti inferiori al 10%. Con riferimento alle tabelle di dimensionamento A, B, E, G (P.R.A.E.R. – Elaborato 2), si rileva che i risultati del richiamato censimento sono riportati in modo comparativo in Tabella 10 ed evidenziano forti scostamenti in termini di produzione rispetto al dimensionamento, con particolare riferimento al Settore I inerti di pregio. Tipologia di materiale inerti di pregio inerti non di pregio arenaria (ornamentale) Produzione 2006 Dimensionamento Note P.R.A.E.R. (Elaborato 2 Tabelle A, B, E, G) 404,521 1,668,000 Il dato di produzione e quello di dimensionamento P.R.A.E.R. differiscono in modo sostanziale. È probabile che il dimensionamento regionale sia sovrastimato. Al tempo stesso ad oggi si verifica sicuramente un apporto dall’esterno di materiali di qualità, che rende effettivamente inferiori le produzioni interne rispetto ai fabbisogni 545,398 305,000 In questo caso si verifica che il dato di produzione presenta esubero rispetto al dimensionamento P.R.A.E.R.. In realtà la distinzione fra materiali di pregio e non di pregio talvolta risulta molto labile per cui è realistico ritenere che il mercato assorba più materiale scadente rispetto a quanto previsto e che pertanto i materiali prodotti "non di pregio" vadano a decremento del deficit di quelli di pregio che comunque rimane alto 64,901 62,000 La stima di fabbisogno appare sostanzialmente allineata con quella di produzione con uno scostamento minimo 25 materiali recupero da ornamentali 501,409 1,003,000 Il dimensionamento risulta molto alto se confrontato con il dato di produzione annuo di pietra ornamentale. E' probabile che il piano regionale intenda perseguire il recupero anche di ravaneti e situazioni di accumulo presenti nei bacini estrattivi di pietra ornamentale. La localizzazione di quest’ultimi quasi esclusivamente nel Comune di Firenzuola offre un ulteriore elemento di riflessione principalmente soprattutto se si considera che gran parte del materiale è commercializzato verso l’Emilia Romagna. In ogni caso il dato va combinato con quello degli inerti non di pregio Tabella 11 – Riepilogo attività estrattiva per tipologia di materiale Per quanto riguarda le produzioni presenti in Provincia di Firenze ed escluse dalla Tabella 10, il riferimento va alle argille per la produzione di cotto che nel 2006 totalizzano 51.255 m3 e di gesso per leganti 30.000 m3. Come precisato dal P.R.A.E.R. nell’Elaborato 2 – Prescrizioni e criteri per l’attuazione del P.R.A.E.R., la produzione di questi materiali del Settore I non è vincolata a stime precise di fabbisogno e dimensionamento, ma deve essere sufficiente a coprire la domanda interna. Per quanto attiene le argille, il mercato del cotto, quello maggiormente presente in Provincia di Firenze, sta subendo un momento di generalizzata contrazione e la produzione risulta sufficiente a coprire la domanda, mentre per la produzione di gesso, la presenza di questa attività nel Comune di Gambassi Terme risulta coprire una domanda che va oltre il fabbisogno provinciale e regionale, risultando di interesse nazionale. Per queste produzioni, in assenza di ulteriori segnalazioni o elementi di interesse si ritiene pertanto, a livello di P.A.E.R.P., di agire nel senso del consolidamento delle attività esistenti senza bisogno di pianificare l’apertura di ulteriori situazioni estrattive. Per quanto riguarda le strategie generali del piano si cercherà, per quanto possibile, di potenziare la produzione e vendita di materiale di C & D su cui esistono concreti margini di miglioramento. Tipologia Produzione Dimensionamento di 2005 (m3) P.R.A.E.R. anno materiale 2005 (Elaborato 2 - Tabella H) (m3) Riciclaggio 408.762.58 510.000 di materiali da C&D. Materie prime seconde Produzione 2006 (m3) Dimensionamento Note P.R.A.E.R. anno 2006 (Elaborato 2 - Tabella H) (m3) 553.871 521.000 Mentre nel 2005 il dato di produzione e quello di dimensionamento P.R.A.E.R. differiscono di circa 100.000 m3, nel 2006 la produzione supera il dimensionamento di circa 30.000 m3. Come tendenza di mercato si registra una difficoltà da parte dei produttori a vendere i materiali di riciclaggio da C&D. La Provincia di Firenze presenta tuttavia potenzialità al trattamento di materiali in misura che supera il 1.000.000 m3. Tabella 12 – Riepilogo produzione di materiali di riciclaggio da C&D 26 Come accennato in precedenza, infatti, in questo settore e con riferimento ai dati del 2005 e del 2006, la Provincia di Firenze mostra complessivamente un elevato potenziale in termini di impianti, con una prosuzione che nel 2006 supera di 30.000 m3 il dimensionamento del P.R.A.E.R.. Risulta tuttavia interessante sottolineare che esistono già le potenzialità per raddoppiare la produzione utilizzando a completo regime gli impianti già autorizzati. Importante sarà anche migliorare la promozione dell’utilizzo di queste materie prime seconde e ciò si ritiene che possa avvenire agendo sulla leva della certificazione degli impianti e dei prodotti. In relazione al panorama estrattivo provinciale, rimane “scoperto” il settore della produzione di materiale inerte per cementifici. Dal punto di vista della produzione, si verifica, infatti, che le caratteristiche petrografiche dei materiali estratti dalle miniere in concessione ai cementifici presenti in Provincia di Firenze, risultano spesso carenti in calcare rispetto alla componente silicatica della marna. Ciò corrisponde all’ingresso di calcari prodotti esternamente rispetto all’attività mineraria che arricchiscono la marna in dovuta percentuale al fine di ottenere un prodotto idoneo alla produzione del clinker. In Provincia di Firenze non risultano attive - al momento - situazioni di estrazione di calcare puro, disponibili per queste finalità e non sono individuate neanche risorse e giacimenti in grado di soddisfare potenzialmente questa tipologia di domanda. Per questa tipologia di materiale, oltre che per quello degli inerti di pregio per la produzione di calcestruzzi, è probabile che il Piano possa presentare situazioni di elevato deficit. Va quindi segnalata la concreta possibilità di dover addivenire alla sottoscrizione di accordi di programma con le Province “esportatrici” di materiali del Settore I, almeno per i primi anni di vigenza del P.A.E.R.P.. In alternativa si potrebbe supplire attraverso un forte aumento di produzione nel territorio della Provincia di Firenze, ma se da un lato ciò appare difficilmente perseguibile dal punto di vista tecnico in relazione all’entità dei volumi in gioco, configurerebbe invece un importante sfruttamento delle attuali risorse in un breve arco temporale ed oltretutto avrebbe ripercussioni su un tessuto produttivo consolidato presso le Province confinanti ed “esportatrici” con facilmente comprensibili conseguenze sulla produzione, fatturati e livelli occupazionali. 7. ULTERIORI RICERCHE DA SVOLGERE Considerando il quadro conoscitivo acquisito, le ulteriori ricerche da svolgere sono quelle sostanzialmente indicate dalle norme specifiche in materia, ivi compreso il Piano regionale. In particolare, la costruzione del quadro conoscitivo prevede sostanzialmente i seguenti ulteriori contributi analitici: 1. L’aggiornamento, alle annualità 2007 e 2008, delle conoscenze relative al censimento delle attività estrattive in esercizio, con la specificazione dello stato di attuazione delle autorizzazioni rilasciate dai comuni, della tipologia dei materiali estratti, dei metodi di coltivazione e delle potenzialità estrattive residue anche in termini temporali. Individuazione dei quantitativi di materiale residuo da estrarre con le attuali autorizzazioni in corso o con i piani di coltivazione da portare a termine. Definizione del bacino di utenza delle attività in esercizio. Il quadro estrattivo generale e la definizione del bacino di 27 utenza benché con gli inevitabili limiti di approssimazione legati alla difficoltà di reperimento di dati e dinamicità del mercato, consentirà di formulare un’attendibile valutazione della misura in cui si attua il soddisfacimento della domanda interna provinciale e dell’incidenza dell’importazione di materiali. I dati in possesso fanno oltretutto ritenere che ci siano anche casi di esportazione, oltre che nel tradizionale settore degli ornamentali, nel settore I degli inerti, recuperati dagli scarti di lavorazione del settore ornamentale e veicolati dai bacini estrattivi di Firenzuola verso la Provincia di Bologna lungo la valle del Santerno. 2. Approfondimenti delle conoscenze relative alle risorse estrattive ed ai giacimenti individuati dal P.R.A.E.R. con verifica dettagliata delle risorse essenziali del territorio, di cui all’articolo 3 della legge regionale 3 gennaio 2005 n. 1 (Norme per il governo del territorio), potenzialmente interessate. 3. Definizione e verifica puntuale dei vincoli e limitazioni d’uso del territorio, compresi quelli eventualmente stabiliti da atti di pianificazione territoriale e ambientale. 4. Approfondimento delle conoscenze relative alle cave e alle zone di reperimento di materiali ornamentali storici con particolare riferimento all’evidenziazione di quelle che sono suscettibili di riapertura. 5. Evidenziazione fra le cave dismesse di quelle poste in elevate condizioni di degrado e suscettibili di parziale riapertura alla produzione finalizzata al recupero; 6. Ricognizione della consistenza dei materiali di recupero derivanti dall’estrazione dei materiali ornamentali con riferimento alle potenzialità di utilizzo degli attuali ravaneti. 7. Completamento del censimento e localizzazione GIS delle attività di recupero di materiali assimilabili di cui all’articolo 2, comma 2, della L.R. 78/1998 ed autorizzate ai sensi del D.Lgs. 152/2006 e s.m.i.: aggiornamento dell’acquisizione delle informazioni relative ai quantitativi di materiale trattato, assimilabile alle materie prime, ai fini della verifica delle previsioni del P.R.A.E.R. e della sua capacità di integrazione e/o sostituzione di equivalenti quantitativi di materia prima proveniente dai siti di cava. 8. Evidenziazione delle potenzialità in termini di produzione di materiali inerti provenienti dalla manutenzione, sghiaiatura di invasi collinari disposti sul territorio provinciale in connessione ad eventi di manutenzione e recupero volumetrie idriche ed eventuale analisi del percorso tecnico amministrativo per l’autorizzazione. 9. Approfondimento del piano di dimensionamento del P.R.A.E.R. anche in seguito alle attività di monitoraggio e all’andamento della domanda edilizia nel territorio provinciale; 10. Approfondimento sulla possibilità di estendere ad altre cave la coltivazione in galleria di pietra ornamentale attualmente portata avanti in una cava del Bacino di Brento Sanico (Firenzuola).; 11. Esatta riperimetrazione dei limiti autorizzati dai Comuni per l’estrazione, quadro conoscitivo imprescindibile ai fini della stesura delle prescrizioni localizzative nell’ambito dei giacimenti. 28 8. ENTI ED ORGANISMI EVENTUALMENTE TENUTI A FORNIRE GLI APPORTI TECNICI E CONOSCITIVI IDONEI AD INCREMENTARE IL QUADRO CONOSCITIVO, ANCHE AI FINI DELL’EFFETTUAZIONE DELLA VALUTAZIONE INTEGRATA (LR 1/2005 art. 15 c. 2, lett. c e DPGR 4/R del 9.02.2007 art. 12 c. 2, lett. a) Tenendo conto delle finalità e degli specifici caratteri settoriali del piano, nonchè del percorso metodologico descritto nei paragrafi precedenti, gli Enti e gli organismi pubblici a cui richiedere di fornire eventuali apporti tecnici e conoscitivi utili e/o idonei ad incrementare il quadro conoscitivo di riferimento, anche ai fini della valutazione integrata del Piano, sono: 1. la Regione Toscana; 2. la Soprintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici di Firenze; 3. la Soprintendenza Archeologica della Toscana; 4. l’Autorità di Bacino del Fiume Arno; 5. l’Autorità di Bacino del Fiume Reno; 6. l’Autorità di Bacino dei Fiumi romagnoli; 7. l’Ufficio Regionale Tutela dell’Ambiente e del Territorio; 8. l’ARPAT; 9. l’AATO 2 e l’AATO 3 per quanto riguarda la risorsa idrica; 10. Publiacqua S.p.A.; 11. Acque Toscane S.p.A.; 12. l’AATO 5 e AATO 6 per quanto attiene i rifiuti; 13. l’ARRR (Agenzia Regionale Recupero Risorse); 14. i 44 comuni della Provincia di Firenze; 15. il Circondario Empolese – Valdelsa; 16. l’ANCE Toscana; 17. AITEC; 18. ANDIL; 19. l’Assocave Toscana; 20. le Comunità Montane della Montagna Fiorentina, del Mugello e del Pratomagno; 21. i Consorzi di Bonifica della Romagna Occidentale, Toscana Centrale, Area fiorentina, Ombrone Pistoiese, Bisenzio, Reno-Palata, Renana; 22. le Province contermini di Pisa, Arezzo, Prato, Pistoia, Siena, Bologna, Ravenna, Forlì – Cesena; 23. le associazioni sindacali di categoria; 24. le associazioni delle imprese di categoria; 25. l’Università degli Studi di Firenze; 29 26. gli Ordini e collegi professionali (Geologi, Ingegneri, Architetti, Agronomi e Forestali, Chimici, Geometri, Periti Industriali, Periti agrari); 27. il Corpo Forestale dello Stato; 28. l’Azienda A.S.L. n. 10 e n. 11; 29. la Camera Commercio, Industria e dell’Artigianato; 30. le Associazioni ambientaliste riconosciute dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio ex Art.13 della L.349/86, limitatamente a quelle presenti con propri organi rappresentativi in provincia di Firenze. Con riferimento a quanto previsto dalla LR 1/2005 art. 15 comma 2, lettera e) si ritiene congruo stabilire in 60 (sessanta) giorni dalla data di trasmissione del presente atto il termine entro cui potranno pervenire alla Provincia eventuali apporti tecnici e conoscitivi. 9. ENTI ED ORGANISMI PUBBLICI EVENTUALMENTE COMPETENTI ALLA EMANAZIONE DI PARERI, NULLAOSTA O ASSENSI COMUNQUE DENOMINATI, RICHIESTI AI FINI DELLA APPROVAZIONE DEL PIANO (LR 1/2005 art. 15, comma 2, lett. d) Secondo le disposizioni della LR n. 78/1998, e s.m.i. e delle norme e regolamenti ad essa collegati, non risulta che il Piano della Attività Estrattive, di Recupero delle aree escavate e riutilizzo dei residui recuperabili della Provincia di Firenze debba essere sottoposto a preventivi pareri, nulla-osta o assensi comunque denominati da parte di Enti od organismi pubblici. 30