Co orsi E ECM F Om FAD U meopa UTIFA atia. AR 20 014
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atura Felicitas In Na Progettto per la diiffusione e la formaziione in disccipline olistiche, aanalogiche e della na aturopatia www.natturafelicitas.it – info@ @naturafel icitas.it Co orsi ECM E F FAD UTIFA U AR 20 014 Om meopa atia. Il farmacista om meopa ata: prrepara azione e, corrretta ssomministra azione e e principalli tratta amentti om meopattici. Costtituzionii e mate eria med dica dei principa p li rimedii omeop patici Doc cente: prrof. Roc cco Carb bone PRIIMA PAR RTE 1 Omeopatia. Il farmacista omeopata: preparazione, corretta somministrazione e principali trattamenti omeopatici. Costituzioni e materia medica dei principali rimedi omeopatici PROGRAMMA Nota dell’autore PRIMA PARTE Triade medicale o Trilogia della salute 1. Terapia allopatica 2. Terapia vibrazionale 3. Riequilibrio energetico Riferimenti storici e nascita dell’omeopatia Ippocrate Theophrast Bombast von Hohenheim Christian Friedrich Samuel Hahnemann Costantin Hering Evoluzione normativa dei medicinali omeopatici Concetti fondamentali di omeopatia Introduzione alle bioterapie e concetti fondamentali Rimedi di derivazione animale (isoterapia, organoterapia, nosodi omeopatici) Rimedi di derivazione minerale (litoterapia, oligoterapia, sali di Schűssler, omeopatia) Rimedi di derivazione vegetale (aromaterapia, gemmoterapia, floriterapia, fitoterapia, spagiria) Definizioni e principi di azioni delle bioterapie Bioterapia o nosodoterapia Isoterapia Litoterapia Meristemoterapia o Gemmoterapia Oligoterapia Omeosinergia 2 Omotossicologia Organoterapia Sali di Shűssler Tabella diluizioni e dosaggi Le leggi dell’Omeopatia Legge di Arndt-Schulz Legge di guarigione di Constantine Hering Concetti di Risonanza Onda di risonanza SECONDA PARTE Tecnologia e forme farmaceutiche in omeopatia Fonti Ufficiali Principi fondamentali dell’omeoaptia La legge dei simili Specificità medicamentosa La dose infinitesimale Legge di Hering o di guarigione Concetto di diluizione e dinamizzazione Principio chimico Principio fisico Diluizioni e Dinamizzazioni Rimedio ad azione massa-energia Rimedio ad azione energia Tabella tra diluizioni omeopatiche e presenza molecolare del ceppo Metodi di classificazione dei Medicinali Omeopatici Classificazione e Nomenclatura dei medicinali omeopatici Metodo decimale DH Metodo centesimale CH Metodo korsakoviano K Metodo cinquantesimale LM Metodo a Flusso Continuo FC o di Skinne Diluizioni Potenziate P 3 Tabella di comparazione tra le diluizioni omeopatiche Forme farmaceutiche omeopatiche Veicoli Granuli Globuli Gocce Compresse Fiale orali Supposte Pomate Triturazioni Cenni di farmacocinetica omeopatica Fase farmacocinetica Fase farmacodinamica Contenuto vibrazionale dei medicinali omeopatici Della “Memoria dell’acqua” Modalità di somministrazione dei medicinali omeopatici Classificazioni delle diluizioni Assorbimento sublinguale Come vanno assunti i medicinali omeopatici Modalità di conservazione dei medicinali omeopatici Schema generico di somministrazione dei rimedi omeopatici Degli “effetti collaterali" Aggravamento patogenetico Aggravamento omeopatico Interazioni dei medicinali omeopatici Interazioni tra cute e medicinali omeopatici Interazioni tra sostanze nervine e medicinali omeopatici Interazioni tra essenze aromatiche e medicinali omeopatici Interazioni tra sostanze tanniniche e medicinali omeopatici 4 Cronofarmacologia omeopatica Regola mezzogiorno-mezzanotte TERZA PARTE Costituzioni omeopatiche e tipologie Importanza delle costituzioni Il modello costituzionale di Ippocrate: approccio umorale Il modello di Vannier: approccio psico-somatico Il modello di Pende: approccio endocrinologico Il modello di Martiny: approccio embriologico Schema delle costituzioni morfologici fisiologici psicologici indagini chimico-cliniche e radiologiche Sistema reticolo endoteliale (SRE) Biotipo cordoblastico (muriatico) – longilineo stenico Biotipo ectoblastico (fosforico) – longilineo astenico Biotipo endoblastico (carbonico) – brevilineo astenico Biotipo mesoblastico (sulfurico) – brevilineo stenico Biotipo disblastico (fluorico) – dismorfico disergico Aspetto endocrinologico delle costituzioni Il Carbonico Il Fosforico Il Fluorico Costituzioni e miasmi Costituzione carbonica Costituzione sulfurea Costituzione fosforica Costituzione fluorica Concetto di terreno e di Diatesi Miasmi e Diatesi Psora Sicosi 5 Luesinismo Tubercolinismo QUARTA PARTE Glossario della materia medica dei principali rimedi omeopatici 1. Abies nigra 2. Acidum Hydrocyanicum 3. Aconitum napellus 4. Actea racemosa 5. Aescolus hippocastanum 6. Agaricus muscarius 7. Agnus castus 8. Allium cepa 9. Alumina 10.Ambra grisea 11.Anacardium Orientale 12.Antimonium crudum 13.Antimonium tartaricum 14.Apis mellifica 15.Argentum nitricum 16.Arnica montana 17.Arsenicum album 18.Arsenicum iodatum 19.Arum triphyllum 20.Asa foetida 21.Aurum metallicum 22.Baryta carbonica 23.Belladonna 24.Berberis 25.Borax 26.Bryonia 27.Cactus grandiflorus 28.Caladium 6 29.Calcarea fluorica 30.Calcarea phosphorica 31.Camphora 32.Cantharis 33.Capsicum 34.Carbo vegetabilis 35.Caulophyllum thalictroides 36.Causticum 37.Chamomilla 38.Chelidonium majus 39.Chimaphila 40.China rubra 41.Chininum sulfuricim 42.Clematis erecta 43.Cocculus indicus 44.Coccus cacti 45.Coffea cruda 46.Colchicum 47.Collinsonia 48.Colocynthis 49.Condurango 50.Conium maculatum 51.Crocus Sativus 52.Cuprum metallicum 53.Cyclamen europaeum 54.Drosera 55.Dulcamara 56.Eugenia jambosa 57.Eupatorium 58.Euphrasia 59.Ferrum mallicum 60.Ferrum phosphoricum 61.Glonoinum 62.Graphites 63.Hamamelis virginiana 7 64.Helonias dioica 65.Hepar sulfur 66.Histaminum 67.Hydrastis canadensis 68.Ignatia amara 69.Influenzinum 70.Ipeca 71.Iris versicolor 72.Kali bichromicum 73.Kali bromatum 74.Kalium carbonicum 75.Kalium muriaticum 76.Kalium phosporicum 77.Kreosotum 78.Lachesis 79.Lachnanthes Tinctoria 80.Ledum palustre 81.Lycopodium 82.Magnesia muriatica 83.Medorrhinum 84.Mezereum 85.Muriaticum acidum 86.Natrum muriaticum 87.Naya tripudians 88.Nitricum acidum 89.Nux moschata 90.Paeonia 91.Petroleum 92.Phosphoricum acidum 93.Phophorus 94.Phytolacca decandra 95.Platina 96.Podophyllum 97.Poumon histamine 98.Psorinum 8 99.Pulsatilla 100. Pyrogenium 101. Raphanus sativus niger 102. Rathania 103. Rhus toxicodendron 104. Ricinus communis 105. Rumex crispus 106. Ruta graveolens 107. Sabadilla 108. Sabal serrulata 109. Sabina 110. Sambucus nigra 111. Sepia officinalis 112. Silicea 113. Spigelia anthelmia 114. Spongia 115. Staphysagria 116. Sticta pulmonaria 117. Sulfur iodatum 118. Sulfuricum acidum 119. Symphytum 120. Tabacum 121. Tarantula cubensis 122. Thallium metallicum 123. Thymuline 124. Thuya 125. Urtica urens 126. Veratrum album QUINTA PARTE Guida al consiglio dei medicinali omeopatici di primo impiego in farmacia ACNE 9 AFFATICAMENTO E STANCHEZZA AFONIA E RAUCEDINE AFTE E STOMATITE ALLERGIE Rinite allergica con starnuti Congiuntivite allergica Spasmo bronchiale ANSIA E PANICO CHINETOSI CONGIUNTIVITE DENTI DISTURBI DELL’APPARATO DIGESTIVO Indigestione e insufficienza digestiva Colon irritabile Diarrea Aerofagia o Meteorismo Alitosi Stitichezza DISTURBI URINARI DOLORI ARTICOLARI - REUMATISMI – ARTROSI – ARTRITE EMORRAGIE EMORROIDI FEBBRE GRAVIDANZA – PARTO – ALLATTAMENTO HERPES LABIALIS MAL DI TESTA PUNTURE D’INSETTI RAFFREDDORE TONSILLITE TOSSE TRAUMA APPENDICE Sperimentazioni e studi clinici in omeopatia 10 Sperimentazioni in omeopatia: effetti antitumorali dei medicinali omeopatici. Homeopathy, 2013, 102, (4), 274 Studi clinici sulle malattie infettive delle prime vie aeree e ORL in omeopatia Tabella 1 Studi clinici sulle sindromi influenzali in omeopatia Tabella 2 Studi clinici sulle allergie in omeopatia Tabella 3 Studi clinici di reumatologia e osteoartriti in omeopatia Tabella 4 Studio osservazionale-pilota in omeopatia Raccolta di studi clinici su patologie varie in omeopatia Tabella 5 Sommario dei livelli di evidenza di studi clinici omeopatici nel campo di infezioni e infiammazioni Tabella 6 Sistematica degli studi clinici in base alle patologie Tabella 7 Effetti antitumorali dei medicinali omeopatici Bibliografia e ricerche cliniche in omeopatia Normativa italiana dei medicinali omeopatici Comunicato del Ministero della Sanità, G.U. n. 113 del 17 maggio 1989. Prescrizioni sulla produzione e sul commercio dei prodotti omeopatici. Decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 185. Attuazione della Direttiva 92/73/ CEE in materia di medicinali omeopatici. Legge 27 dicembre 2002, n. 289. "Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato (legge finanziaria 2003)". G.U. n. 305 del 31.12.2002 Suppl. Ordinario n. 240 Comunicato del Ministero della Salute, G.U. n. 258 del 6 novembre 2003. Medicinali omeopatici: comunicato esplicativo alla legge n. 289 del 27 dicembre 2002, art. 52, comma 15: notifica delle variazioni previste per i medicinali omeopatici. Bibliografia 11 Nota dell’autore Viviamo in un periodo in cui l’attenzione per il benessere psico-fisico dell’individuo rappresenta una legittima richiesta della persona, che sempre di più, cerca la via del benessere attraverso strumenti e cure naturali. Pertanto, parlare di Naturopatia potrebbe apparire un semplice discorso di tendenza, invece, si osserva un fenomeno inversamente proporzionale: più si sviluppa la ricerca scientifica e i risultati applicati ottenuti dal tecnicismo della scientificità, tanto più aumenta il desiderio dell’uomo di ritrovare una propria dimensione spirituale e un benessere psico-fisico in armonia col contesto universale. Questa legittima aspettativa dell’uomo moderno ha portato ad una crescita e diffusione significativa delle discipline olistiche e della medicina naturale, chiedendo come risposta alle sue sofferenze non un farmaco o una prescrizione, bensì, una risposta contestuale ed una motivazione agli accadimenti di determinati avvenimenti, che rappresentano le causa del suo stato di malessere. Non è il rimedio, e nemmeno le innumerevoli analisi che spesso è sottoposta una persona desiderosa di conoscere il motivo e l’origine della propria sofferenza; ma, il principio nascosto, l’arcano, che conduce verso la malattia e la sofferenza. Nei confronti di tali aspettative non può essere la scientificità e il tecnicismo conseguente ad appagare questa legittima richiesta umana: la verità, come in ogni cosa, è dentro di noi. Dentro di noi si sviluppa la malattia e dentro di noi esiste la fonte di guarigione: vis medicatrix naturae. Cioè il potere curativo della natura: espressione della capacità di mantenimento dell'equilibrio dell’omeostasi corporea in rapporto alle interazioni con l’ecosistema tra i vari organismi viventi e le condizioni geo-meteo-climatiche. Infine, identificare nella sofferenza, attraverso l’accettazione e la consapevolezza, il messaggio archetipo di percezione delle informazioni del contesto universale (principio unitario) che possa orientare la persona verso la propria crescita spirituale. L’Omeopatia non è un'invenzione dei giorni nostri, è il primo metodo di cura che l’uomo abbia sperimentato. Alcuni comportamenti umani istintivi rappresentano le basi dell’Omeopatia: il primo uomo che non sentendosi bene si riposava e non mangiava, oppure, coloro che per placare la tensione dello spirito pregavano, meditavano o si rilassavano. Oggi quest’attitudine si può osservare negli animali che si astengono dal cibo e si riposano quando non sono in salute. 12 In questo contesto, il medicinale omeopatico attraverso le informazioni vibrazionali tipiche del rimedio, crea le condizioni idonee per dare l'opportunità al corpo di sprigionare la propria forza vitale, l'energia di auto-guarigione, che è insita in noi e che rappresenta l'unica vera fonte, innata, guaritrice dell’uomo. Se identifichiamo l’uomo in un ingegnere e artigiano di se stesso capace di realizzare la meravigliosa macchina umana, avremo che come ingegnere è in grado di autorealizzarsi seguendo le istruzioni del proprio progetto (costituito dal suo DNA), e come artigiano, sarà in grado di costruire la meravigliosa macchina umana; pertanto, in qualità di artigiano sarà anche capace di auto-ripararsi Seguendo queste semplice regole un corpo perfettamente funzionante è capace di mantenersi in salute, è per questo che l’omeopata attiva tutti i sistemi mirati a ripristinare e a promuovere la capacità funzionale del corpo, agendo a livello mentale, fisico e ambientale. Questa valenza d’azione accredita all’Omeopatia la definizione di disciplina olistica, poiché non è la malattia in sé al centro dell’attenzione del terapeuta, ma l’uomo ammalato nel suo contesto mentale e fisico; inoltre, il sintomo, in questo contesto, rappresenta l’espressione del linguaggio del suo disagio. La realizzazione di questo libro ha lo scopo di fornire un minimo contributo a questa disciplina della medicina molto vicina ai bisogni dell’uomo, e si prefigge l’obiettivo di divulgare e sfatare le solite affermazioni semplicistiche, espresse con leggerezza e senza alcuna consapevolezza, da parte anche di operatori e ricercatori pochi attenti alle tematiche umane e più propensi alle regole meccanicistiche. Spero di aver indicato con questa pubblicazione le ragioni della scienza e dello scientificismo, che spesso confusi tra di loro perdono la natura della propria essenza. Curarsi e farsi curare è un legittimo diritto dell’individuo. Assistiamo frequentemente a queste problematiche, e non solo. La salute di ognuno di noi rappresenta il bene primario imprescindibile ed innegabile. Non esistono veti e limiti, chiunque, ha diritto di essere curato con ogni mezzo e con qualsiasi mezzo che dimostri di possedere quel minimo di possibilità di alleviare il disturbo e la sofferenza umana. È auspicabile che l’etica la morale e la deontologia abbiamo a prevalere sugli interessi di lobbying. La centralità dell’interesse della persona e il diritto alla salute dell’uomo diventino certi ed impari. Qualunque professionista della salute abbia il dovere di 13 somministrare tutte le possibilità di cure e che sia un obbligo per la società civile erogare indiscriminatamente ogni forma di cura. Rocco Carbone 14 PRIMA PARTE Tecnica di preparazione dei galenici omeopatici Triade medicale o Trilogia della salute Le possibilità di cure che la natura offre da secoli sono infinite. In occidente la possibilità terapeutica è stata individuata nello sviluppo scientifico della farmacologia, delimitando anche dogmaticamente, altre possibilità di cure. 15 In questo breve saggio daremo uno sguardo alle tre grandi categorie di cura, che la natura mette a disposizione dell’uomo. Queste possibilità di cure possono essere distinte: terapia allopatica, terapia vibrazionale, terapia energetica o meglio definita come riequilibrio energetico. Questi aspetti sono racchiusi ed espressi nella triade medicale o trilogia della salute1. Terapia allopatia Per allopatia (allos = altro e pathos = sofferenza) si intende un metodo di cura che usa sistemi e mezzi (la chimica, il farmaco) atti ad aggirare il male, a trasferirlo e portarlo ad un’altra parte del corpo. I farmaci infatti si limitano a curare gli effetti e non le cause profonde delle malattie, con un meccanismo di tipo agonismoantagonismo recettoriale. Il farmaco (dal greco pharmakon, veleno) svolge la sua azione in competizione e/o in antagonismo con mediatori chimici, deputati al trasporto di informazioni attraverso le fibre nervose ad organi, tessuti e cellule, utilizzando sostanze chimiche organiche o inorganiche o di derivazione vegetale. Per cui la terapia assume la natura di una repressione sintomatica, causando a volte il blocco delle crisi eliminatorie del nostro corpo, quali gli eczemi o le diarree attraverso le quali l’organismo cerca di espellere le tossine che causano danno ai vari apparati. L’allopatia, peraltro, ha la forza della rapidità di azione essendo molto potente, e indubbiamente nei casi di estrema urgenza risulta essere il metodo migliore facilmente accessibile. I riferimenti per l’allopatia sono i segni clinici della malattia e non l’uomo ammalato. La Terapia allopatica è quindi una metodica terapeutica che si rivolge alla malattia, basata sul meccanismo di agonismo ed antagonismo a livello dei recettori; in questo caso l’elemento terapeutico principale è il farmaco, quindi, una sostanza chimica o biochimica, in cui la malattia rappresenta la condizione principale da guarire. La guarigione, in allopatia, è una guarigione clinica, avviene principalmente attraverso il ripristino di dati obiettivi clinici: parametri di laboratori, esami emodinamici, TAC, RMN, ecc. In realtà in questo caso si parla di guarigione clinica. Terapia vibrazionale L’omeopatia (omeos = simile e pathos = sofferenza) si rivolge al malato, in quanto la malattia è vista come una perturbazione tra una forza apparentemente sconosciuta e 1 R. Carbone. Triade medicale. Kyrone magazine, Numero 5, anno III, pag. 6, Edizione Farmacia.it, Napoli, maggio 2006. R. Carbone. Dispense corso di Omeopatia. Smb-Italia, scuola di medicina bioterapica, Roma, a.a. 2006/2007. 16 il modus vivendi dell’uomo, tenendo presente che nulla si sviluppa senza la presenza di un terreno costituzionale favorevole allo sviluppo di un determinato disturbo (preannunciando così la teoria dei miasmi). L’omeopatia attiva e stimola le difese dell’organismo e mette in pratica i precetti dell’igienismo, anticipando la moderna profilassi. I rimedi omeopatici agiscono a livello atomico-vibrazionale e non molecolare di massa; verso questa disciplina la comunità scientifica spesso deride il metodo di preparazione delle diluizioni infinitesimali pur non conoscendo come effettivamente agiscono i medicinali omeopatici. In medicina contano i risultati della sperimentazione clinica, in omeopatia tali risultato sono tanti ed inconfutabili. L’Omeopatia è una terapia vibrazionale, (si rivolge al malato ed alle sue espressioni psico-fisiche) in cui l’elemento principale non è più il farmaco, la sostanza chimica e quindi i recettori da colpire, bensì, il ripristino dell’omeostasi e dei campi elettromagnetici perturbati: sono tali disequilibri che possono portare ad un disturbo fisico, e quindi alla patologia. È considerato il malato nel suo complesso e i suoi disagi emozionali, lo psichismo e la valutazione dei segni prodromici, in sostanza i sintomi che la malattia manifesta. Il ripristino avviene attraverso l’impiego di medicinali omeopatici, in cui non è più presente la sostanza chimica a livello ponderale bensì l’informazione vibrazionale di quella determinata sostanza. Appartengono a questa categoria terapeutica tutti i rimedi che hanno subito una diluizione infinitesimale ed una dinamizzazione, potentizzazione che determina il passaggio da effetto chimico ad effetto vibrazionale. Appartengono alle discipline di cure naturali vibrazionali: omeopatia, litoterapia dechelatrice, oligoterapia catalitica, organoterapia, omotossicologia, omeosinergia. Naturopatia La Naturopatia (dall’inglese nature’s path, sentiero della vita) si rivolge all’equilibrio dell’uomo visto in tutto il suo contesto, in senso olistico, tutto nel suo insieme, attuando un sorta di riequilibrio energetico, in questo metodo le variabili della malattia sono da ricercare negli aspetti fondamentali della vita umana, nelle sue pulsioni interiori e nel significato della vita che egli esprime. Viene considerata anche una parte della spiritualità dell’uomo, attraverso il significato della sua presenza e della sua missione da compiere. Gli strumenti utilizzati in questa disciplina hanno caratteristiche energetiche che vanno a ripristinare i campi di disturbo relativi alle frequenze che regolano i sistemi viventi 17 e non viventi, che sono presenti nell’universo, interconnessi tra loro fino a rappresentare una sorta di “inconscio collettivo” junghiano. I principali disturbi curabili energeticamente sono dovuti ad interferenze tra l’uomo e l’ambiente, sia a livello fisico sia emozionale: geopatie, meteoropatie, riequlibrio dei chakra, regolazione dei meridiani e dei punti di agopuntura. Sono disturbi che possono essere affrontati sia con rimedi energetici quali floriterapia (fiori di Bach, fiori Australiani, fiori Californiani, fiori Himalayani, fiori Indiani, fiori Alaskani e fiori di Raphäel), cristalloterapia, medicina ayurvedica, sia con tecniche di meditazione e di rilassamento (yoga, meditazione,Qi gong, ecc.), sono rimedi e tecniche maggiormente utilizzate in naturopatia2. L’importanza per il farmacista di una conoscenza globale di questa materia scaturisce dal fatto che esistono in commercio e vengono distribuiti in farmacia rimedi aventi queste caratteristiche vibrazionali ed energetiche. Lo studio della preparazione e dell’uso di questi rimedi non sono contemplati durante la formazione accademica per il conseguimento della laurea in Farmacia. È un mercato in continua crescita ed espansione, pertanto, rappresenta anche un’opportunità sia professionale per il farmacista che economica per l’azienda farmacia. 2 La naturopatia opera un riequilibrio energetico, si rivolge all’equilibrio dell’uomo visto in tutto il suo contesto, in senso olistico, tutto nel suo insieme. Considera anche l’aspetto della spiritualità dell’uomo, attraverso il significato della sua presenza e della sua missione da compiere. 18 Riferime enti storic ci e nascita dell’om meopatia Ippoc crate (460 0-375 a.C., medico greco) Sin da all’antichittà la mala attia si rite eneva fossse causata a da forze e magic che o so ovrannaturrali, veniv va eserciitata da sacerdotii config gurando un n aspetto teurgico, quindi, co onsiderata medicina a medic co-religiosa a (Asclepio). Con Ippocrate, la medicina viene intesa co ome “religione della a natura a” in cui il medico sacerdote e e filosoffo diventa a ministro o della natura, e ed il ruolo o principale guarito ore è riservato alla a natura a (naturae e medicatrrix). Il ruo olo del me edico era quello di capire e di seguire le leggii dell`univ verso intellegibile. La L malattia a era cons siderata un n effetto l a cui caus sa era da a ricercare nei fenom meni naturrali: nell’accqua, nell’’aria, nel cibo c e nel cosmo. Si attribu uiva un potere p curativo del la natura,, per indic care la ca apacità del corpo dii guarire s se stesso: "vis medic catrix natu urae". Dall’osse ervazione delle legg gi della na atura Ippo ocrate edifica i due e canoni di d tutta la a medicina a occidenta ale, tuttora a vigenti. Le egge dei contrari: c Contraria a contrariiis curenttur. Legge de ei simili: Similia similibus s curentur. c . Ippocrate e si può considerare e il primo Naturopa ata ed igie enista fauttore della scuola dii Cos. Con tuttii i limiti delle conos scenze dell suo temp po, formulò il princ ipio "Vis medicatrix m x Naturae"" che costituisce il fo ondamento o basilare della natu uropatia. Ippocrate e riteneva a che per curare un na malattia a era nece essario cu urare il paziente nell suo com mplesso, quindi per Ippocrate e, curare significava avere u una vision ne olistica a (olos, del tutto). Quindi, iil medico doveva considerar c re che i problemi p di qualsia asi parte del corpo o coinvolgo ono l'intera struttura a psichica e fisica. Secondo Ippocrate e, per es ssere defi nito "med dico" un dottore in n medicina doveva a conoscerre molto bene b le sciienze natu urali e dov veva esserre consape evole che l'uomo sii mantiene e in relazione a com me si nutrre, a ciò che beve, come vive e e in rela azione alla a sua occupazione. Le opere del grande medico greco sono pus Ippocra raticum". o raccolte nel "Corp 19 Theophrast Bombast von Hohenheim (Paracelso) (1493-1541 d.C., medico, naturalista e filosofo svizzero) Paracelso, vissuto in un epoca cruciale e di notevoli cambiamenti nella storia del mondo occidentale, periodo in cui il Rinascimento iniziava a collocare l'uomo al centro di ogni interesse. Studiò i segreti dell'uomo in rapporto al cosmo e fu fautore "dell'uomo integrale", latente in ogni persona. Scrisse undici trattati sull’origine, le cause, i segni e la cura delle singole malattie, ed altre pubblicazioni. Sfiduciato dei rimedi e della scienza medica di quel tempo, incendiò i testi medioevali in piazza a dimostrazione della sua contrarietà ad una medicina obsoleta. Divenne un simbolo di ribellione contro l'accettazione indiscussa delle vecchie dottrine Egli credeva nel motto degli studenti di quel periodo: "Sono i pazienti il tuo vero libro di insegnamento, il tuo studio è il letto dell'ammalato" (Pachter, 1951, pag.16). "Considerate l'occhio, con quale arte sia costruito e con quanta mirabile finezza il corpo abbia impresso la propria anatomia nella sua immagine." Paracelso, fu il primo medico dell'epoca a riprendere il concetto del potere naturale di guarigione e non si stancò mai di ripetere che è la forza vitale che cura tutte corpo le ferite e protegge il umano dalle aggressioni esterne. Vicino alla teoria del Karma orientale, introdusse il concetto in cui la guarigione avviene secondo modalità che egli definisce “dell'ora nel tempo”, citato nella seguente farse: "Dio ha creato le medicine perché prevalgano sulle malattie, ed ha creato le sanguisughe allo stesso scopo, eppure Egli (anche laico) le tiene lontane dall'uomo malato finché non giunge l'Ora nel Tempo”. E ancora "l'uomo ha ricevuto dalla natura la capacità di distruggere la salute e quella di preservarla" (Paracelso 1958, p.76). Nonostante tutto il suo fervore per le terapie naturali, oggi si ritiene che egli non possa essere definito un naturopata in senso stretto, il suo ruolo di medico, speziale chimico e alchimista dedito la ricerca della quinta essenza, lo colloca tra i medici dissidenti, ma la sua ricerca fu principalmente rivolta all’applicazione del secondo postulato di Ippocrate (similia similibus curentur) ed alla sua ricerca applicativa. Egli mise in relazione i colori e la morfologia delle piante con gli organi e visceri umani, pubblicando il “Trattato delle signature”. Inoltre, la sua 20 visione unitaria dell’uomo, fu il passaggio storico importante che porterà successivamente Samuel Hahnemann, alla scoperta dell’omeopatia ed Eduard Bach alla floriterapia. Punto di riferimento della moderna farmacologia e tossicologia, definì la relazione tra l’effetto terapeutico e la risposta tossicologica in funzione della dose del medicamento, espressa dal seguente aforisma: “sola dosis facit veneum”. Christian Friedrich Samuel Hahnemann (Meissen, Sassonia, 1755 - Parigi 1843, medico tedesco). Hahnemann si laureò in medicina nel 1779 ed esercitò la professione per dieci anni a Lipsia, nel 1789 si rese conto dell'inadeguatezza delle dottrine mediche di quel tempo ed intraprese il lavoro di traduttore di testi per guadagnarsi da vivere. Un giorno, mentre traduceva un capitolo dedicato alla corteccia di china, riportato nella "Materia medica” del Cullen, medico scozzese, in cui veniva descritto che gli operai addetti alla lavorazione della china si ammalavano di febbri intermittenti, con sintomi simili alla malaria, intuì il significato della similitudine. Osservò in seguito che una sostanza assunta a dosi ponderali, tossiche non letali, provocava in un individuo sano i sintomi di un'intossicazione, ipotizzando che la somministrazione della stessa sostanza, in dosi diluite infinitesimali e dinamizzate, poteva guarire una persona malata con quegli stessi sintomi. Elaborò un metodo di preparazione dei rimedi omeopatici basato sulla diluizione centesimale e sulla dinamizzazione utilizzando materie prime provenienti dal regno vegetale, animale e minerale. Si dedicò ad una serie di studi e di sperimentazioni su se stesso dei vari rimedi; riprese l’esercizio della professione con successo e formulò la dottrina omeopatica pubblicando le opere fondamentali. (vedi omeopatia). 21 capitolo: concetti fondamentali di Costantin Hering Cos stantin H Hering (1 1800-1880 0), consiiderato il i "padre e delll'omeopatiia america ana", nacq que a Osch hatz, in Sa assonia, ill 1° gennaio g 1 800, in un na famiglia a numerossa e poco fortunata. Con nstantin d diede sub bito prova a d'una notevole precocità à a Dresda inte ellettuale, studiò medicina m a, a Weittzburg, e term minò a Lip psia. Nel N 1821, Hahnema ann si erra rifugiatto a Koe ethen, nell prin ncipato di Anhalt, per vicissitudini e pe ersecuzioni da parte e dellla classe medica di d Lipsia. Hering e era assiste ente d'un n chirurgo molto fa amoso di Lipsia, i l dr. Rob bbi, tra l’altroi, fe eroce opp positore e denigrato ore dell'o omeopatia, affidò a ad Hering, il compito di scrrivere un libro che e in partico confutass se la teorria omeopatica in g generale e il suo fondatore f olare. Perr soddisfare e tale rich hiesta, Hering, decisse di stud diare a fon ndo tutte le opere pubblicate p e da Hahnemann. Durante D tale t studiio si risv vegliò in lui un v vivissimo interesse,, converten ndosi all’o omeopatia davanti all'evidenz za delle sue s stesse e investigazioni. In n seguito è citato un saggio tra atto dalla ssua biogra afia. "Ero allorra occupatto a scrive ere contro o l'omeopa atia. Era l'inverno d del 1821, e allorché é manifesta ai la mia in ntenzione di fare de elle esperie enze a riguardo, il ffarmacista a di Lipsia, di cui ave evo guada agnato i fa avori e che e m'aveva a spesso procurato p buoni cam mpioni perr la mia co ollezione farmacolog f gica, mi a avvisò del pericolo a cui un giovane si s sarebbe e esposto iin tali cirrcostanze, del risch hio di cad dere in un na trappolla e dell'iinevitabile e delusione e finale. Storsi S il na aso davan nti a quegli avvertim menti mollto signific cativi. Ma, esaminan ndo accura atamente la l question ne, trovai che vi era a in effettii qualcosa,, qualcosa a che non p potevo rifi fiutare. La redazione e del mio libro tard dava e, con n i violenti attacchii che in qu uel periodo o si rinnov vavano co ontro Hahn nemann, ebbi e a soff ffrire molto o, anche i tormenti della fam me. Alcuni amici mii consigliarono con benevolen nza di rin nunciare a simili sacrrifici per una u causa che era giià morta in n partenza a."3 Hering ffu il primo o a parlarre di noso ode, inten ndendo un n medicam mento pre eparato in n diluizioni omeopattiche estra atto da e escrezioni o secrez zioni pato ologiche, di d origine e umana o animale, creando c le e basi per lo sviluppo delle bio oterapie. Nel 1833,, dopo ess ser ritorna ato in Sasssonia per una breve e visita, e dopo un altrettanto a o breve perriodo ad Allentown, A Hering si stabilì a Philadelphi P a che restterà definittivamente e 3 Jacques Baur, La Matière e Médicale Homoéopathique e, Cahiers Hah hnemannien, 24a serie, n°1 1, 1987. H Le Pro opagateur de l 'Homoéopathie, 11° anno, n°1, 1936, pp J.A. Lathoud,, Constantin Hering, p. 5-15. 22 il suo luogo di vita e di lavoro e divenne il protagonista principale della diffusione dell’omeopatia in America. 23 Evoluzione normativa dei medicinali omeopatici La prima Farmacopea Omeopatica Poliglotta redatta in italiano e tradotta dalla Farmacopea homeopahica polyglotta del Dr. Willmar Dchwabw, Lipsia, fu pubblicata dalla Farmacia Omeopatica Centrale di Napoli del 1879. All’inizi del secolo XIX viene considerato un progetto di Farmacopea Omeopatica e istituito il primo insegnamento di omeopatia presso l’Università Federico secondo di Napoli, successivamente soppresso. Dal 1945 al 1970, la vigilanza sui prodotti omeopatici commercializzati Sanità che era dava il assicurata nulla dal osta Ministero per ogni della singola importazione. Tale regime è stato in uso fino alla fine degli anni ‘70. Tra gli anni 1979 e 1980, il Consiglio Superiore della Sanità esprimeva un commercializzazione, parere dei che ammettevao prodotti la omeopatici assimilandoli ai preparati galenici, a condizione che risultassero innocui, senza indicazioni terapeutiche scritte, e che fossero venduti in farmacia. Nel 1989 la Direzione Generale del Servizio Farmaceutico emana una circolare pubblicata su G.U. n. 113 del 17/5/1989, con istruzioni alle aziende produttrici ed importatrici di prodotti omeopatici: in particolare si stabilisce che le officine di produzione debbano essere autorizzate dal Ministero della Sanità sulla base dell'art. 144 del TULS (officine farmaceutiche). Nel 1992 il Parlamento Europeo emana la Direttiva 92/73/CEE del 22 settembre 1992, che amplia il campo d'applicazione delle precedenti direttive 65/65/CEE e 75/319/CEE concernenti il ravvicinamento delle disposizioni legislative, regolamentari ed amministrative, determinando le disposizioni in materia di medicinali omeopatici concernenti la disciplina per l'immissione in commercio di medicinali omeopatici rispettivamente ad uso umano e ad uso veterinario, con l’obiettivo di completare il Disposto della Direttiva 65/65 che rimandava ad apposite disposizioni le norme comunitarie per armonizzare il mercato comune. In particolare la Direttiva 92/73 detta norme per la registrazione dei medicinali omeopatici attraverso due tipi di procedure: 24 1. di tipo "semplificata" per i prodotti omeopatici immessi in commercio senza indicazioni terapeutiche, senza una denominazione specifica, che soddisfino precisi criteri di innocuità e che siano per uso orale od esterno; 2. di tipo "non semplificata" nella quale rientrano tutti i prodotti che non soddisfano i requisiti precedenti e i medicinali omeopatici con nome di fantasia, riportanti indicazioni terapeutiche, ed infine le forme di somministrazione che non siano per uso esterno o per uso orale. Nel 1994 la legge delega n.146/94 "Comunitaria 93" riporta i criteri per il recepimento da parte del Governo delle Direttive in questione e dispone due importanti punti: a. Deve essere istituita una Commissione con il compito di studiare norme particolari per i medicinali. b. I prodotti omeopatici, presenti sul mercato italiano al 31. 12. 1992, sono automaticamente registrati. Il 17 marzo 1995 vengono emanati i D.L.vi n. 110 e n. 185 nei quali sono recepite le due Direttive 74/92 e 73/92 rispettivamente per i medicinali omeopatici ad uso veterinario e ad uso umano. Il 6 giugno 1995 entra in vigore il Decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 185, pubblicato nella Gazz. Uff., 22 maggio 1995, n. 117 e viene così recepita in Italia la norma attuativa della direttiva 92/73/CEE in materia di medicinali omeopatici, con riferimento alla commercializzazione e registrazione dei prodotti omeopatici. Contiene inoltre, una norma retroattiva relativa ai prodotti presenti sul mercato al 31.12.1992, stabilendo il termine del 31.12.97 per la regolarizzazione dei prodotti. Il 3 agosto 1995, il Ministero della Sanità emana la Circolare n. 22 con disposizioni relative all’attuazione del D. L.vo 185/95. Nel 1996, su iniziativa di varie Associazioni di categoria che contestavano le norme retroattive contenute nel D. L.vo 185/95 vengono varati dal Governo dei Decreti di proroga N. 176 del 2 aprile 96 e n. 478 del 13 settembre 96 che, stabilivano dei termini più congrui per la regolarizzazione dei prodotti presenti sul mercato. I Decreti per varie ragioni decadono e il 8 ottobre 1997, la legge n. 347 proroga dei termini per la regolarizzazione dei prodotti presenti sul mercato al 6 giugno del 1995, al 6 giugno del 2000. Il 29 dicembre 1997, il Ministero della Sanità emana la Circolare del Ministro che stabilisce le tariffe per la registrazione dei medicinali omeopatici. Il 30 dicembre 1997, il Ministero della Sanità dirama la Circolare n. 17 concernenti le disposizioni in merito all’applicazione della legge 347/97. 25 Il 3 luglio 2007 con determinazione dell’AIFA – Agenzia Italiana del Farmaco – viene pubblicata la determinazione che regolamenta e indica le modalità di controllo e produzione dei medicinali omeopatici: “Qualità, informazioni chimiche, farmaceutiche e biologiche, per medicinali omeopatici”. 26 Concetti fondamentali di omeopatia Omeopatia L'Omeopatia è una scienza medica olistica che cura l'individuo nella sua interezza con l'obiettivo di ristabilire l’integrità organica e l’equilibrio psicofisico dell’essere umano. Prende in considerazione gli aspetti costituzionali, i fattori ereditari, emozionali, ambientali e le modalità con cui si manifestano i sintomi di una malattia. Si fonda sul principio ippocratico della Legge dei simili: "Similia similibus curentur”. Fondatore e assertore dell’omeopatia fu Christian Friedrich Samuel Hahnemann (Meissen, Sassonia, 10 aprile 1755 – Parigi, 2 luglio 1843), medico tedesco. Hahnemann si laureò in medicina nel 1779 ed esercitò la professione per dieci anni a Lipsia, durante questo periodo capì i limiti della medicina della sua epoca e comprese che quella medicina e quei medicinali arrecavano più danni che benefici: “Divenuto consapevole della debolezza e degli errori dei miei maestri e dei miei libri, piombai in un tale stato di indignazione melanconica da provare quasi disgusto per lo studio della medicina”4. Infatti, nella pratica medica di quel periodo erano molto comuni i salassi (che rimasero molto diffusi fino alla fine del XIX secolo), purgativi ed emetici che avevano lo scopo di far uscire dal corpo la malattia e restaurare il corretto bilancio degli umori, sali inorganici di metalli pesanti (mercuriali, arsenicali) impiegati nelle cure di malattie infettive. Preso da questo sentimento di sfiducia abbandonò l’esercizio della professione medica, nel 1782 sposò Johanna Kuchler, dalla quale ebbe undici figli. Negli anni successivi viaggiò da una città all'altra della Prussia, senza praticare la professione ma interessandosi alle nuove scoperte della chimica e dedicandosi allo studio e alla traduzione di testi medici dal latino, per procurarsi il sostentamento per sé e la propria famiglia. 4 Tétau M. Hahnemann. Intuizione e genialità. Tecniche Nuove Edizioni, p. 3, Milano, 2003. 27 Nel 1789, mentre traduceva un capitolo dedicato alla corteccia di china, riportato nella "Materia medica” di William Cullen5, medico scozzese, in cui veniva descritto che gli operai addetti alla lavorazione della china si ammalavano di febbri intermittenti, con sintomi simili alla malaria, intuì il significato della similitudine. Fece delle sperimentazioni ed in seguito postulò: una sostanza assunta a dosi ponderali (dosi tossiche non letali) può provocare in un individuo sano i sintomi di un'intossicazione, la somministrazione della stessa sostanza in dosi infinitesimali e dinamizzate può guarire una persona malata con quegli stessi sintomi. A tal proposito, egli rifiutò il concetto di curare la malattia “facendo fuoriuscire dal corpo la materia malata”, e sostenne, invece, che curare significava aiutare la forza vitale a riportare l'armonia e l'equilibrio all'interno dell'organismo, con aria fresca, cibo sano ed attività fisica. Nel 1806 Hahnemann pubblicò il suo primo lavoro importante, "La medicina dell'esperienza", che introduceva i principi fondamentali dell'omeopatia: a) le medicine devono essere scelte in base ai sintomi del paziente, senza fare riferimento alla presunta malattia che li avrebbe causati; l'effetto delle medicine si può scoprire solo con esperimenti su persone sane, in quanto nei malati i sintomi della malattia si confondono con quelli causati dalla medicina; b) il "principio dei simili" (similia similibus curentur): le medicine devono essere scelte in base alla somiglianza tra i loro effetti e i sintomi del paziente; c) le medicine devono essere date in piccole dosi; d) il trattamento deve essere ripetuto soltanto al ripresentarsi dei sintomi. Nel 1810 Hahnemann pubblicò la prima edizione del suo principale lavoro teorico, "L'Organon della guarigione razionale", più tardi ribattezzato "L'Organon dell'arte del guarire", seguito da altre edizioni fino ad arrivare alla sesta, pubblicata dopo la sua morte nel 1921. "L'Organon dell'arte del guarire" è un’opera che contiene i principi fondamentali e la descrizione degli effetti di un centinaio di rimedi. Seguì la pubblicazione della "Materia medica pura” (1811-1821), testo in cui vengono descritte in ordine alfabetico le patogenesi (l'insieme dei sintomi provocati in via sperimentale 5 Materia Medica di William Cullen, medico scozzese del 1710, 28 dalla som mministraz zione in dosi ponde erali di un na sostanz za in un iindividuo sano) deii singoli rim medi secon ndo i segu uenti param metri. 1) Descriizione della fonte orriginaria de el rimedio. 2) Tecnic ca di prepa arazione del rimedio o. 3) Sintom mi patogen netici. 4) Insorg genza e ca ausalità de ella sindrom me. 5) Psichis smo e alte erazioni ps sicosomati che. 6) Modalità caratte eristiche. 7) Indica azioni clinic che. 8) Posolo ogia e diluizione. In questi due trattati Hahnemann tracccia i principi gene erali e le rregole fondamentalii dell’omeo opatia. Ritornato a Lipsia,, Hahnemann incom minciò a diffondere d le sue sscoperte alla a classe e medica ttenendo le etture di omeopatiia all'univ versità, do ove incontrò la forte opposizio one dei ccolleghi medici m e dei farmacistti, ostili in quanto Hahnemann n producev va in prop prio i rimedi o omeopaticii. Preso dallo sconfo orto contin nuò, con un piccolo gruppo di allievi, la a sperimen ntazione omeopatic o ca che co onsisteva nel somminis strare più volte dos si pondera ali di una a sostanza a a soggetti sani fino a provoc care dei sintomi, fase f defin nita successiv vamente patogenes si del rim medio, ch he veniva ano registrati dagli allie evi e comu unicati ad H Hahneman nn. Intanto c cresceva la a sua fam ma e giun se a Lipsiia il principe Schwarze enberg, l'e eroe della battaglia a di Lipsia a, per farrsi curare da Hahnemann in n persona. Le gravi condizioni del princcipe, orma ai aggrava ate, non gli consentirono la a guarigione, il princ cipe morì e circolò l a voce ch he fosse sttata colpa a di Hahne emann. In n seguito a questo caso, ad ottene c i medici e i fa armacisti riuscirono r ere per Ha ahnemann n l'ingiunzio one a non distribu uire i pro opri prodo otti, e Hahnemann,, non pottendo più ù esercitare e, fu costretto a lasc ciare la citttà. Si trasferrì, nel 1821, a Kotthen (Gerrmania), dove d elaborò ulterio ormente la propria a teoria pe er rispondere alle critiche c ed d attacchi provenie enti dal m mondo scie entifico dii allora. Ap pprofondì i concetti di d forza vittale e di vitalismo. v Inoltre, p per evitarre gli effe etti collate erali delle e medicine e Hahnem mann avev va ridotto o sempre d di più il do osaggio, arrivando a così a do osi estremamente b basse, infin nitesimali,, 29 aumentando il potere curativo delle sostanze tramite un processo di potentizzazione dei rimedi, chiamato "dinamizzazione", consistente nello scuotere ripetutamente il prodotto, fino a 100 volte. In concomitanza sviluppò lo studio sulle cause dei disturbi cronici: nel 1827 comunicò, ai suoi due allievi più fidati, di avere scoperto le cause di tutti i disturbi cronici e i rimedi per curarli. Pubblicò nel 1828 il "Trattato delle malattie croniche” in cui vengono formulate le tipologie costituzionali e le diatesi, strumenti d'integrazione olistica tra la malattia e il malato. Secondo Hahnemann tutte le malattie croniche, tranne quelle causate dalla medicina ortodossa (patologie jatrogene), da traumi o da un cattivo stile di vita, erano causate da quattro "miasmi": psora, sicosi, sifilide e tubercolosi. Seguì un periodo di attacchi e controversie anche tra gli stessi omeopati che venivano alimentate dallo stesso Hahnemann e che giudicava come "traditori" e "apostati" gli omeopati che apportavano variazioni anche minime alla sua dottrina. Dopo la morte della moglie, nel 1835, all'età di quasi ottant'anni, si sposò nuovamente con Marie Melanie d'Hervilly, una donna di poco più di trent'anni con la quale pochi mesi dopo si trasferì a Parigi. Hahnemann morì a Parigi nel 1843 e fu seppellito nel cimitero monumentale del Pére Lachaise della stessa città. Hahnemann elaborò un metodo di preparazione dei rimedi omeopatici basato sulla diluizione centesimale e sulla dinamizzazione utilizzando materie prime provenienti dal regno vegetale, animale e minerale. Si dedicò ad una serie di studi e di sperimentazioni su se stesso dei vari rimedi; riprese l’esercizio della professione con successo e formulò la dottrina omeopatica pubblicando le opere fondamentali6. 6 Hahnemann C.S.F., Saggio su di un nuovo principio per scoprire le virtù curative delle sostanze medicinali (articolo), in Hufelands Journal der practischen Arzneykunde, 1796 Hahnemann C.S.F., La medicina dell'esperienza, 1806 Hahnemann C.S.F., L'Organon della medicina razionale, prima edizione 1810, successive edizioni ampliate e modificate con il titolo L'Organon dell'arte del guarire, 1824, 1829, 1833, 1921 (postuma) Hahnemann C.S.F., La Materia medica pura, 1811-1821. Seconda edizione ampliata 1822-1827 Hahnemann C.S.F., Le malattie croniche: la loro natura specifica e il trattamento omeopatico, 1828. Seconda edizione modificata e ampliata 1835-1839 30 L'Omeopatia moderna si è successivamente sviluppata in tre indirizzi principali. Unicismo: si basa sulla somministrazione di un solo rimedio omeopatico, solitamente in alta diluizione. Pluralismo: si basa sulla prescrizione di più rimedi da assumere singolarmente seguendo una sequenza prestabilita. Complessismo: si basa sull'assunzione di più rimedi in un unico preparato. Le medicine omeopatiche non contengono sostanza farmacologica, svolgono la loro azione attraverso un'informazione vibrazionale ed energetica proveniente dalla diluizione centesimale e dalla dinamizzazione del rimedio. I medicinali omeopatici vengono prodotti seguendo le norme dettate dalla Farmacopea francese o tedesca; in molte nazioni sono riconosciuti ed equiparati ad altri farmaci e forniti dal sistema sanitario, come in Germania, Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. In Italia solo da pochi anni è stata trasformata la denominazione da rimedi omeopatici a medicinali omeopatici e regolamentata la produzione con il Decreto Legislativo del 17 marzo 1995, n. 185. 31 Introduzione alle bioterapie e concetti fondamentali Nel citare il “Triangolo medicale” si evidenziano con chiarezza le tre possibilità di cure fondamentali a disposizione dell’uomo, in natura. Per un principio di conservazione dell’eco-bio-sistema, esse sono presenti per garantire la continuità e l’esistenza della vita e dell’universo: 1. azione chimica, ponderale, farmacologica (medicina allopatica); 2. azione di risonanza vibrazionale rimedi omeopatici (omeopatia, omotossicologia, omeosinergia, ecc.); 3. azione di sincronicità7 energetica (cromoterapia, spagiria, fiori di Bach, floriterapia in genere e tutte le discipline olistiche). Le bioterapie rappresentano le possibilità di cure intermedie tra i rimedi ad azione chimica ponderale e i rimedi ad azione di risonanza vibrazionale, quindi non seguono i principi e le regole della legge della similitudine dell’omeopatia, pur avendo, tra queste discipline, alcuni rimedi subito la diluizione infinitesimale ed eventuale dinamizzazione. I rimedi bioterapici rappresentano degli utili strumenti integrativi dell’omeopatia o della fitoterapia a questo scopo sono utili le bioterapie, come supporti di drenaggio e purificazione degli organi, visceri, tessuti e cellule (gemmoterapia o meristemoterapia, omotossicologia), inoltre, possono essere associate a cure di riequilibrio di fondo a carattere diatesico e costituzionale (litoterapia, oligoterapia e omeopatia). Quindi, nella categoria delle bioterapie si raggruppano diverse discipline naturali classificate secondo la fonte di origine (ceppo di partenza) e che in qualche modo abbiano subito un processo di diluizione e/o dinamizzazione. L’omeopatia, come pure l’omeosinergia e l’omotossicologia utilizzano come ceppi di origine derivati dai tre regni: origine animale, origine vegetale e origine chimica o minerale. Le bioterapie sono state introdotte in Francia dal dott. Max Tétau e Cloude Bergeret, esse rappresentano delle vere e proprie cure naturali regolatrici e riequilibranti dei sistemi metabolici. Trovano impiego come coadiuvanti e per la preparazione alle cure omeopatiche. Possono essere considerate delle cure pre-omeopatiche che utilizzano fonti di derivazione principalmente animali e minerali, a basso dosaggio e diluizione spinta. Nello schema seguente è rappresentato uno schema di bioterapie suddiviso nelle tre fonti principali e relative categorie di appartenenza. L’omeopatia è rappresentata in 7 V. concetto di sincronicità di Carl Gustav Jung e Wolfang Pauli. 32 alto, poiché, rappresenta il passaggio dalla terapia chimica ponderale, alla terapia fisica vibrazionale imponderabile: racchiude le tre fonti principali e il cambiamento di azione. Rimedi di derivazione animale (isoterapia, organoterapia, nosodi omeopatici) Rimedi di derivazione minerale (litoterapia, oligoterapia, sali di Schűssler, omeopatia) Rimedi di derivazione vegetale (aromaterapia, fitoterapia, spagiria) Definizioni e principi di azioni delle bioterapie 33 gemmoterapia, floriterapia, Per ragioni di omogeneità e secondo la tecnica farmaceutica di preparazione dei rimedi omeopatici abbiamo classificato tra i rimedi bioterapici le seguenti categorie di terapie naturali: isoterapia, organoterapia, nosodi omeopatici, litoterapia, oligoterapia, sali di Schűssler, gemmoterapia, floriterapia. Bioterapia o nosodoterapia La Bioterapia o nosodoterapia, è una disciplina d'ispirazione ippocratica basata sul principio: "Primum non nocere”. Nasce dall'intuizione di Constantin Hering8, medico nato in Sassonia nel 1800. Hering diede un contributo fondamentale all’omeopatia, in particolare si deve a lui la sperimentazione di Lachesis e la preparazione di rimedi omeopatici a partire da escrezioni e secrezioni patologiche, che egli chiamò "nosodi". Bioterapia: forme farmaceutiche e modalità di somministrazione. Si usano le stesse forme e diluizioni dell’omeopatia: granuli, globuli, fiale in diluizioni DH, CH, K e LM Isoterapia Il termine Isoterapia deriva dal greco isos, identico, si basa sul principio dell'uguaglianza: "Aequalia aequalibus curentur” o legge d'identità. Fu Wilhelm Lux, nato a Slesia nel 1776, veterinario, professore di Scienze Veterinarie fin dal 1806 all'università di Leipzig, a coniare, tra il 1831 e il 1833, il termine isopatia. A partire dal 1820 conobbe gli scritti di Hahnemann ed applicò il nuovo metodo in medicina veterinaria, divenendo un diffusore appassionato dell'omeopatia veterinaria. Wilhelm Lux osservò che applicando la tecnica di diluizione e dinamizzazione omeopatica ad un derivato organico infettivo (batterio, virus, escrezioni o secrezioni di materiale organico infetti), quest'ultimo acquista azione terapeutica sulla malattia risultata dal contagio. L'Isoterapia è menzionata nelle ultime edizioni dell’Organon di Hahnemann, utilizza rimedi omeopatici unitari derivati da sostanze che hanno provocato lo stato patologico. 8 Constantine Hering (1800-1880), padre dell'Omeopatia negli Stati Uniti d'America, medico ricercatore nel 1830 assistente in una università tedesca. 34 Isoterapia: forme farmaceutiche e modalità di somministrazione. Si usano le stesse forme e diluizioni dell’omeopatia: granuli, globuli, fiale in diluizioni DH, CH, K e LM Litoterapia La litoterapia è nata in Francia nel 1974 per opera di Claude Bergeret e Max Tétau, impiega minerali e rocce diluite e dinamizzate col metodo omeopatico, la sua azione si svolge regolarizzando le reazioni metaboliche bloccate a livello enzimatico favorendo la catalisi. Alcuni metalli cationici: magnesio, ferro, calcio, manganese, cromo, zinco, sono deputati in molti processi enzimatici in qualità di catalizzatori. Data la loro natura cationica, rappresentata da una valenza elettropositiva, possono essere chelati, in altre parole sequestrati, da alcune sostanze organiche, inorganiche o scarti metabolici per affinità elettrochimica. Il meccanismo di azione della Litoterapia, si esplica con la dechelazione di cationi e minerali, rendendoli disponibili a livello cellulare e molecolare per espletare le funzioni biochimiche metaboliche. I processi di chelazione di ioni metallici sono frequenti e dovuti a cause ambientali, alimentari, costituzionali, farmacologiche. Litoterapia: forme farmaceutiche e modalità di somministrazione. I rimedi litoterapici provengono da rocce e minerali diluiti e dinamizzati in soluzione acquosa, alla ottava decimale hahnemmaniana (8 DH), questa diluizione è stata prescelta in quanto rappresenta la diluizione limite in cui viene conservata la struttura originaria in “unità di microcristalli” dimostrata come più attiva, corrispondente in grandezza ad un millimicron. Le forme farmaceutiche di dispensazione sono fiale per somministrazione sublinguale o granuli. Da somministrare una fiala ogni sera se si utilizza un solo prodotto o a sere alterne se i prodotti sono associati. 35 Meristemoterapia o Gemmoterapia9 La Gemmoterapia rappresenta la parte innovativa, introdotta per ultima, in ordine di tempo, tra le varie tecniche applicate alle proprietà curative delle piante officinali, è considerata una branca della Fitoterapia bioterapiche, costituisce il ponte e confine fitoterapia tradizionale (che fa rinnovata, fa parte delle medicine tra la riferimento al principio attivo), la moderna Fitoterapia rinnovata (la cui azione è identificabile nel fitocomplesso in riferimento alla risposta curativa data dal totum dei vari componenti), e l’omeopatia, poiché subisce la prima diluizione decimale e dinamizzazione Hahnemaniana. La Gemmoterapia nasce in Belgio (Bruxelles) agli inizi degli anni '50, ad opera del dott. Pol Henry, medico belga, sviluppando l'intuizione di Paracelso, che anticipando di secoli le attuali scoperte di fitochimica, aveva già intuito le diverse proprietà e le indicazioni terapeutiche delle varie parti di una stessa pianta, La Gemmoterapia10 è un metodo terapeutico fitoterapico basato sull’assunzione di tessuti freschi vegetali allo stato embrionale, come gemme o giovani germogli, diluiti in un solvente idrogliceroalcolico, alla prima diluizione decimale, ed ottenuti per macerazione. Le parti delle piante utilizzate sono: gemme, giovani getti, giovani radici, boccioli, amenti, scorze interne di giovani rami e radici, i semi e qualsiasi altro tessuto embrionale. Il termine di Gemmoterapia è comunemente accettato e diffuso, il termine più corretto ed appropriato dovrebbe essere "Meristemoterapia". Infatti, i tessuti vegetali che si utilizzano sono tutti di derivazione meristematica; inoltre, il termine meristema esprime un concetto univoco, peculiare del tessuto vegetale indifferenziato, che divedendosi origina i tessuti definitivi le cui cellule sono incapaci di riprodursi. La preparazione dei gemmoderivati è definita nella monografia delle “Preparazioni Omeopatiche” riportata nella VI edizione Farmacopea Francese del 1965. 9 Carbone R. Planta medicamentum naturae – Aromaterapia, gemmoterapia e fitoterapia, Dibuono edizioni srl, Villa d’Agri (PZ), nuova edizione 2008. TP 10 Pol Henry. Medico belga, assertore nella Gemmoterpia, (v. Gemmoterapia, terapia con gli estratti vegetali embrionali, Ricchiuto Editore, Verona, 1989). PT 36 In essa sono specificate le parti vegetali che devono essere utilizzate: gemme, giovani getti o germogli (gemme appena schiuse), giovani radici, scorza delle radici, semi e, meno frequentemente, scorza dei giovani fusti. Le parti vegetali, raccolte durante il loro tempo balsamico, solitamente all'inizio della primavera, sono sottoposte, allo stato fresco, a ripulitura, triturazione, determinazione del grado di umidità ed infine a macerazione. Su un campione del vegetale appena raccolto, si determina il peso desiderato ponendolo in stufa a 105° e lasciandolo fino al raggiungimento del peso costante. Il materiale vegetale viene poi posto a macerare per 21 giorni in una miscela di acqua, alcool e glicerolo, la cui quantità è calcolata in modo da ottenere un prodotto finale che corrisponde a 20 volte il peso della materia prima riportata allo stato secco. Si procede ad una decantazione seguita da una filtrazione sotto pressione costante. A questa operazione si fa seguire un riposo del filtrato per 48 ore ed un'ulteriore filtrazione. Si ottiene così il macerato glicerico (M.G.) di base al quale con opportuna diluizione si otterrà il prodotto pronto per l'uso. La diluizione richiesta per gemmoderivati è alla prima decimale hahnemanniana (1 DH): ciò sta ad indicare che una parte del preparato di base viene diluita con 9 parti di una miscela contenente 50 parti in peso di glicerolo, 30 parti di alcol e 20 parti di acqua. Gemmoterapia: forme farmaceutiche e modalità di somministrazione. La prescrizione corretta in gemmoterapia prevede il nome del gemmoderivato in latino, seguito dalla sigla M.G. (macerato glicerico) e la diluizione 1 DH (prima decimale hahnemanniana) e dalle regole posologiche (es. Ribes nigrum Mg 1DH). Come drenante si consiglia 20 gocce mattino e sera da 20 a 40 giorni. Oppure, 50 gocce al mattino al risveglio, diluite in un acqua, per 3 mesi. La posologia media nell'adulto, per i gemmoderivati, è di 30-50 gocce, da 1 a 3 volte al dì. (v. tabella dosaggi) 37 ETA’ SCHEMA POSOLOGICO DEI MACERATI GLICERICI DOSE gtt/die DOSE RAPPPORTO NEONATI 5 - 15 1/10 LATTANTI 10 - 30 1/5 TERZA INFANZIA 25 - 75 1/2 ADOLESCENTI 35 - 100 2/3 ADULTO 50 - 150 1 ANZIANO 35 - 100 2/3 In generale i gemmoterapici vengono somministrati diluiti in acqua naturale o acqua oligominerale e lasciati in bocca per un minuto circa, prima di essere deglutiti, al fine di assicurare il massimo assorbimento per via perlinguale. In generale si consiglia la somministrazione del gemmoderivato un quarto d'ora prima dei pasti. Nell’associazione di più gemmoterapici si consiglia di sceglierli in base al loro meccanismo d'azione complementare. Il Viscum album è l'unico gemmoderivato disponibile alla prima centesimale (M.G. 1CH), per via della sua tossicità. La linfa di betulla (Sève de bouleau), pur essendo considerata un gemmoderivato, non è un macerato glicerico, bensì è considerato un omoterapico alla prima decimale. Infatti non riporta la sigla MG. La prescrizione corretta è: Linfa di betulla o Sève de bouleau 1 DH. La somministrazione di gemmoderivati è sprovvista di tossicità, tanto da poter essere consigliata anche in gravidanza. In generale è sconsigliato utilizzare i gemmoderivati in bambini di età inferiore ai 2 anni per la presenza di alcool e glicerolo nei preparati. Oligoterapia L’oligoterapia rappresenta una metodica terapeutica basata sulla somministrazione di oligoelementi diluiti e dinamizzati secondo il metodo omeopatico, introdotta negli anni Trenta dal dott. Jacques Menetrier (1908-1986), medico francese. Sono definiti oligoelementi, dal greco oligos (poco) gli elementi chimici presenti nell’organismo umano in concentrazione inferiore a 0,01% della massa corporea; quindi in un soggetto di 70 kg sono presenti circa 7 g di un determinato elemento. Gli oligoelementi costituiscono dei cofattori di enzimi che svolgono la loro attività catalitica in processi metabolici; l'assenza o carenza di questi elementi rallenta o impedisce la catalisi provocando blocchi metabolici e conseguenti lesioni tissutali o 38 alterazione della funzionalità metabolica. "Le manifestazioni cliniche funzionali sono conseguenze di blocchi a livello enzimatico con rallentamenti e alterazioni a catena di vie metaboliche con possibili lesioni organiche”. Oligoterapia: forme farmaceutiche e modalità di somministrazione. Gli oligoelementi sono preparati in soluzioni o fiale da 2 ml alla 4 DH (alla quarta diluizione decimale Hahnemanniana), tranne il Rame-Oro-Argento alla 8 DH e il Litio alla 3 DH; salificati con Acido Gluconico (acido fisiologico del ciclo metabolico del glucosio). Gli oligolementi vengono assunti per via perlinguale a digiuno, mantenendoli per alcuni minuti sotto la lingua e poi deglutiti, la posologia consigliata non varia per bambini, adulti e anziani. Raccomandazioni e cautele d’impiego degli oligoelementi. Gli oligoelementi somministrati sotto forma catalitica non presentano alcuni tossicità, l'assunzione errata non induce né effetti tossici né effetti sfavorevoli, è segnalato che l’assunzione di alcuni oligoelementi possono provocare effetti indesiderati reversibili, che regrediscono con la sospensione della somministrazione. Cobalto può provocare sensazione di malessere generale e vertigini. Rame può provocare turbe digestive con crampi addominali. Manganese può provocare un’accentuazione transitoria dell’allergia. Rame-Oro-Argento possono provocare agitazione serotina ed insonnia. SCHEMA POSOLOGICO DEGLI OLIGOELEMENTI OLIGOELEMENTI Manganese DILUIZIONE 4 DH Manganese-Rame 4 DH Manganese-Cobalto 4 DH Rame-Oro-Argento 8 DH Zinco-Rame 4 DH Zinco-Nichel-Cobalto 4 DH Rame Litio 4 DH 3 DH 39 POSOLOGIA 1 fiala da 1 a 3 volte la settimana 1 fiala da 1 a 3 volte la settimana 1 fiala da 1 a 3 volte la settimana 1 fiala da 1 a 3 volte la settimana 1 fiala da 1 a 3 volte la settimana 1 fiala da 1 a 3 volte la settimana Da 2 a 5 fiale pro die Da 1 a 3 fiale pro die Omeosin nergia La medic cina omeosinergetica si propo one di riequilibrare l'energia vitale del paziente e ottenendo o la salute e dell'anim ma e del corpo, tra amite non solo la ssomministrazione dii rimedi om motossicologici partiicolarmentte formula ati, ma an nche attrav verso l'acc cettazione e di atteggiamenti o comporta amenti alttrui simili (omeo), che sono armonici (sin) alla a consapev volezza e al a ritrovam mento di sse stessi; inoltre si propone d di facilitare e la presa a di coscien nza dello Spirito S che e dimora in n ogni essere umano o come En nergia di Vita. V Pertanto i rimedi omeosiner o rgetici son no un’asso ociazione di d più classse di pro odotti, che e agiscono a livello o fisico sistemico (omotossicologici, fitoterapi ci, gemm moterapici,, organoterrapici, litoterapici, ecc), e a live ello emozio onale (fiorri di Bach, oli essenz ziali) e sull piano ca ausale, t trascenden ntale e spirituale (fiori Himalayan H ni, fiori di Bach,, cristallote erapia). Omeosin nergia: fo orme farm maceutich he e moda alità di so omministtrazione. Le forme e farmaceu utiche utilizzate so no: soluzioni e gocce, somm ministrate per via a perlinguale. Omotoss sicologia L'Omotos ssicologia, definita anche Me edicina an ntiomotoss sica si bassa sullo studio s deii fattori tos ssici per l’’uomo ed identifica nelle "om motossine" la causa etio ologica priincipale all'origine d di tutte le malattie. m L’Omotos ssicologia si s diffonde e in Germa ania negli anni 30-4 40, ad opera del Dott. Hans He einrich Re eckeweg (1905-1985) clinico, app passionato o omeopatta e ottim mo musicis sta esperto c (grazie allla musica si mantiene all’univ versità). Sono gli anni dell'afferm mazione dell'Immu unologia che della co ostituirann o le Bio ochimica e protagonis p ste principali della Med dicina conttemporane ea, ed è proprio alla a luce di qu ueste due discipline e che Reck keweg crea a questa nuova me etodica ap pplicando alle teorie e hahnem manniane i principi delle nuove e scienze mediche. m Omotoss sicologia:: forme fa armaceuttiche e modalità di sommin nistrazion ne. L'Omotos ssicologia utilizza medicinal i omeopa atici unitarri o comp plessi in diluizionii decimali, in accordo o di potenza. D6, D D10, D30, D200. La prescrrizione si basa b su prreparati il cui effetto o farmacod dinamico a avviene in n diluizionii decimali (DH), varriabili da 6 a 200 DH, in queste q dilu uizioni è a ancora prresente la a molecola originaria. 40 Le forme farmaceutiche utilizzate sono: soluzioni, gocce, fiale e compresse, somministrate per via perlinguale. Organoterapia L'organoterapia consiste in un metodo terapeutico che cura un organo, ghiandola o tessuto somministrando un suo derivato opportunamente diluito e dinamizzato. Questa pratica differisce dall'opoterapia (riportata in diverse farmacopee e che impiega estratti in soluzione o polverizzati di ghiandole, organi e tessuti in terapia), in quanto utilizza la metodica omeopatica. L'organoterpia è contemplata nella farmacopea tedesca e francese; gli assertori principali sono stati il Dott. Fortier Bernoville e il Dott. Marcel Martiny. I preparati organoterapici vengono estratti da suini e montoni con la tecnica della microliofilizzazione; la condizione principale nella scelta dell'animale donatore è costituita dalla compatibilità antigenica tra animale donatore e l'uomo che utilizza i derivati. Dal suino derivano i preparati di organi endocrini e dell'apparato digerente, del montone si utilizzano i derivati del sistema nervoso centrale e periferico. L'attività dei rimedi organoterapici si esplica secondo due principi. 1. Primo principio: l'organo agisce sull'organo. 2. Secondo principio: azione trifasica della diluizione. Primo principio: l'organo agisce sull'organo. In questa metodica v'è una precipua elezione d'azione rivolta all'organo, ghiandola o tessuto, con una specificità di identità biologica, ottenendo un'azione mirata su un determinato distretto cellulare. L'azione che ne deriva si può sintetizzare nelle seguenti modalità: • specificità di attività d'organo, tissulare e cellulare; • produzione di auto-anticorpi; • riequilibrio della tolleranza immunitaria; • utilizzo di dosi infinitesimali. Secondo principio: azione trifasica della diluizione. 1. a basse diluizioni alla 4 o 5 CH si ottiene un'azione stimolante: 2. a medie diluizioni alla 7 CH si ottiene un'azione regolatrice; 3. ad alte diluizione alla 9 CH si ottiene un'azione inibente, bloccante. 41 Organoterapia: forme farmaceutiche e modalità di somministrazione. I medicinali organoterapici sono preparati, col metodo omeopatico, in diluizioni centesimali Hahnemanniane (CH), dalla 4 alla 9 CH, ed agiscono secondo il principio dell’azione trifasica della diluizione. Le forme farmaceutiche utilizzate nell’organoterapia sono: soluzioni, gocce, fiale, supposte, pomate, ovuli e compresse, somministrate per via perlinguale. Sali di Shűssler Furono ideati nel 1872 dal medico omeopata tedesco Wilhelm Schüssler, il quale affermava che 12 sostanze inorganiche e fisiologiche dell'organismo potevano essere utilizzate per curare e ripristinare squilibri metabolici causati da una loro carenza. In particolare alcune malattie derivano da uno squilibrio tra ferro, calcio, potassio, sodio, silicio e magnesio, elementi minerali di base necessari per il regolare funzionamento del metabolismo cellulare. Egli rilevò che spesso la malattia si accompagna ad una carenza di uno o più di questi sali; questa ipotesi trova le sue origini da una valutazione analitica di alcuni sali minerali presenti nel residuo di combustione del tessuto umano, sotto forma di dodici sali inorganici, la cui proporzionale presenza permette il perfetto funzionamento delle cellule. Lo stesso Schüssler scrisse: "I tessuti sono malati perché le cellule che li costituiscono non contengono più nelle proporzioni richieste le sostanze minerali che entrano nella loro costituzione. L'apporto progressivo e a dosi infinitesimali di queste sostanze consentirà alle cellule di ristabilire la loro integrità e vitalità". La loro azione avviene non seguendo il concetto di similitudine omeopatico, bensì attraverso il ripristino di processi biochimici alterati dalla carenza di questi sali minerali, pertanto sono definiti "sali biochimici funzionali". Sali di Shűssler: forme farmaceutiche e modalità di somministrazione I sali biochimici di Schüssler vengono preparati nelle seguenti forme farmaceutiche: polveri, compresse e gocce, in diluizioni alla sesta o dodicesima decimale: D6 o D12. La somministrazione avviene per via perlinguale come tali o disciolti in acqua da bere a piccoli sorsi, durante la giornata: in malattie croniche si assumono 3 volte al dì, nelle fasi acute ogni ora. 42 I sali di Schüssler non presentano alcuna tossicità, assunti nelle diluizioni comunemente impiegati, e nessun effetto tossico da accumulo o sovradosaggio. 43 Le leggi dell’Omeopatia Legge di Arndt-Schulz11 La legge di Arndt-Schulz nasce dal principio dell’ormesi12, che rappresenta la relazione dose/risposta ad una stimolazione. È caratterizzata da un effetto bifasico: molti organismi e sistemi biologici esposti ad un’ampia gamma di stimoli mostrano risposte opposte a seconda della dose; l’ormesi viene considerata una funzione adattativa13. La storia dell’ormesi affonda le sue origini quando il fisico-alchimista tedesco Theophrast Bombast von Hohenheim (1493-1541), sotto lo pseudonimo di Paracelso, aveva riconosciuto nella pratica medica, che l’efficacia di piccole quantità di sostanze tossiche dipendeva principalmente dalla dose. Questa idea, ora comunemente accettata, conoscendo gli effetti stimolanti di alcool, caffeina e nicotina, tutte sostanze tossiche ad alte concentrazioni, venne fortemente contrastata per molto tempo (Stebbing, 1997). Un altro pezzo di storia dell’ormesi ha invece inizio intorno alla fine del XIX Secolo: le curve ormetiche vennero rilevate indipendentemente - e conseguentemente nominate in modi diversi - più volte nel corso di esperimenti di tossicologia. I primi esperimenti del Prof. Hugo Schultz (1888) mostrarono che molti agenti chimici avevano la capacità di stimolare la crescita e la respirazione nel lievito. Nel 1912 Grote e Schulz pubblicarono un libro sulle risposte bifasiche, assegnandone parte della paternità al medico omeopata Rudolph Arndt, che tanto aveva influenzato Schulz nello studio del processo ermetico. Il fenomeno fu denominato Legge di Arndt–Schulz, con il seguente enunciato: 11 Hugo Paul Friedrich Schulz (1853 – 1932), farmacologo tedesco e Rudolf Arndt 1835-1900, psichiatra tedesco. 12 13 Ormao, dal greco stimolare è una relazione dose/risposta. Amendola A., Cerioli N.L., Migliore L., 2006. Ormesi: la rivoluzione dose/risposta. Monografie APAT, pp. 1-31. Amendola A., Cerioli N.L., Migliore L., 2008. Ormesi. Enciclopedia Medica Italiana, , III Aggiornamento, II tomo, coll. 2707-2714, UTET Torino. 44 ”Stimoli di debole intensità accelerano modestamente l’attività vitale, di media intensità la incrementano, di forte intensità la bloccano in parte, di elevatissima intensità la sopprimono completamente”. Le risposte ormetiche sono caratterizzate da una modesta stimolazione della funzione interessata a basse dosi e dall’inibizione della stessa alle alte dosi. La curva dose/risposta può essere raffigurata da una U diritta o rovesciata a seconda dell’endpoint considerato: è dritta se viene valutato un danno all’organismo (alterazione di funzioni fisiologiche, mortalità o incidenza di malattie), è rovesciata se si considerano funzioni quali accrescimento o sopravvivenza. (v. fig.) Legge di guarigione di Constantine Hering La legge di guarigione di Constantine Hering esprime l’evoluzione del processo di guarigione durante un trattamento omeopatico attraverso l’evoluzione e scomparsa dei sintomi. Il paziente non giunge allo stato di pieno benessere in modo casuale, bensì seguendo un processo di guarigione secondo un’evoluzione precisa di centrifuga ben eliminazione dei sintomi. Spariranno inizialmente i sintomi che sono comparsi più recentemente e in un secondo tempo quelli un'origine più che hanno remota nel tempo. In altri termini: quando un rimedio è giustamente prescritto secondo le regole omeopatiche, si verificano nel paziente la scomparsa dei sintomi della malattia secondo un ordine ben preciso. Prima regola I sintomi scompaiono in ordine inverso alla loro comparsa, ovvero quelli cronologicamente più recenti vengono sostituiti da quelli caratteristici del primo stadio 45 della malattia. Può succedere che alcune manifestazioni della malattia, che furono soppresse da un trattamento errato in una precedente fase della vita del paziente, riappariranno non appena verrà somministrato il rimedio più appropriato. Seconda regola I sintomi si spostano dagli organi più vitali a quelli meno vitali e dall’interno del corpo verso l’esterno, verso la cute. Terza regola I sintomi si spostano dall’alto verso il basso, scomparendo prima dalla testa, poi dal tronco e infine dalle estremità. 46 Concetti di Risonanza La parola "risonanza" proviene dall’acustica: se una corda, una sorgente sonora, o qualsiasi fonte vibrazionale caratterizzata da una determinata frequenza, è investita da un’onda di frequenza nettamente diversa, si comporta come un sistema rigido, impercettibile o quasi; ma se le due frequenze, del sistema proprio e della fonte esterna emittente, differiscono poco l’una dall’altra, hanno la stessa frequenza, la sorgente entra in oscillazione sincronica determinando con immediatezza un ampliamento dell’area d’onda rinforzando quindi il suono o la natura della fonte. In tal caso, le due entità entrano in “risonanza”, ottenendo un potenziamento e un sinergismo. Il concetto di risonanza è applicato in chimica e in fisica, in tal caso può essere definito: risonanza meccanica, chimica, elettrica, ottica, magnetica, nucleare, delle particelle sottili. L’applicazione del fenomeno della risonanza agli esseri viventi è denominato biorisonanza. Il fenomeno prende origini studiando la meccanica quantistica14. Infatti, nell’atomo gli elettroni migrano in determinate zone energetiche dello spazio intorno al nucleo chiamate orbite. Ad ogni orbita sono attribuibili determinate frequenze con caratteristiche energetiche dipendenti dal tipo e dal peso molecolare dell’atomo. Per spostare “eccitare” un elettrone nell’orbita superiore è necessario fornire energia con specifica frequenza; determinando il quantum energetico necessario per farà saltare l’elettrone sull’orbita superiore (salto quantico). Questo è conosciuto anche come il principio di risonanza, secondo il quale gli oscillatori accettano soltanto energia di una certa banda di frequenza. Attraverso il processo di risonanza, l’energia della giusta frequenza ecciterà l’elettrone a spostarsi ad un livello o stato energetico superiore nella sua orbita intorno al nucleo. L’essere umano nella sua costituzione più intima organi, tessuti, proteine, amminoacidi, molecole, atomi, esprimerà i suoi livelli di funzionalità ed equilibrio in funzione degli stati energetici degli elettroni, ancora prima che eventi e sintomi fisici 14 Niels Henrik David Bohr (Copenaghen, 7 ottobre 1885 – 18 novembre 1962) fisico e matematico danese. Contribuì alla comprensione della struttura atomica e nella meccanica quantistica. 47 emettono i loro segnali di disturbo, nel corpo, la sua entità più piccola, infinitesimale ha già acquisito un’informativa di variante del sistema. All’uopo, sarà possibile con sistemi di natura vibrazionale percepire queste varianti di sistema e non solo, è possibile, tramite fonti vibrazionali (rimedi omeopatici, omotossicologici, oligoterapici, organoterapici, litoterapici, agopuntura, fiori di Bach ed energie sottili) trasmettere frequenze di biorisonanza atte a ridare al sistema l’informazione frequenziale di ripristino della originaria onda di risonanza. Resta inesplorata la causalità che come Hahnemann insegna non è la noxa patogena, in sé, non è il batterio, il virus ma il terreno a determinare la malattia, quindi, all’origine anche la mente attraverso le sue emozione sgradevole può indurre un’alterazione del sistema con le sue conseguenze. La risonanza biologica è un fenomeno che avviene ovunque in natura: a livello atomico sappiamo che gli elettroni girano intorno al nucleo su orbite energeticamente definite; perché un elettrone passi da un’orbita inferiore ad una superiore deve ricevere energia con caratteristiche frequenziali molto precise. Passando da una superiore ad una inferiore emetterà energia di quella stessa frequenza: tale frequenza è definita "frequenza di risonanza". Per esempio il cantante che è in grado di frantumare un bicchiere emettendo una sola nota molto alta, lo fa cantando alla esatta frequenza di risonanza degli atomi del vetro. Un’altra definizione di risonanza è rappresentata dal fenomeno della comunicazione energetica tra oscillatori accordati: prendiamo come esempio due violini perfettamente accordati messi agli angoli opposti di una piccola stanza; se pizzichiamo la corda MI di un violino, l’osservatore attento noterà che anche la corda MI dell’altro comincerà a vibrare in armonia. La ragione di questo comportamento risiede nel fatto che le corde dei violini sono accuratamente accordate e sono quindi sensibili ad una frequenza particolare; le corde MI possono accettare energie e frequenze MI poiché questa è la loro frequenza di risonanza. Onda di risonanza L’onda di risonanza è rappresentata da una curva di Gaus in cui l’ampiezza dell’onda di oscillazione indotta A è proporzionale 48 all’ampiezza dell’oscillazione incidente ed inversamente proporzionale alla differenza tra la frequenza della oscillazione indotta e la frequenza dell’oscillazione propria. Se facciamo vibrare un corpo elastico (risonatore) per esempio colpendolo con un martelletto ad intervalli di tempo regolari, esso inizia a vibrare con la stessa frequenza del segnale martellante (la frequenza della vibrazione è il numero di oscillazioni al secondo, si misura in Herts15, Hz). Se interrompiamo il martellamento le vibrazioni del risonatore si smorzano rapidamente. Però ogni risonatore ha una propria frequenza caratteristica - la frequenza di risonanza Vo il cui valore dipende dal materiale e dalla geometria del corpo. Se il segnale con cui lo eccitiamo ha la stessa frequenza V l’ampiezza dell’oscillazione indotta aumenta, se smettiamo l’eccitazione la vibrazione permane per un tempo maggiore. È risaputo che un plotone di soldati riceve l’ordine di rompere il passo in prossimità di un ponto, e deve attraversarlo in ordine sparso, perché se la vibrazione di risonanza del ponte fosse uguale a quella prodotta dal passo cadenzato dei soldati esso, pur essendo capace di sostenere numerosi autocarri e carri armati, potrebbe crollare entrando in risonanza. Un altro esempio di risonanza è costituito dal segnale acustico emesso da un diapason. Se un diapason di determinata forma viene eccitato induce per risonanza vibrazioni in un diapason identico, anche se in una stanza diversa, che inizia a vibrare con la stessa frequenza Vo mentre non produce alcuna vibrazione negli altri diapason di forma diversa. 15 L'hertz (simbolo Hz) è l'unità di misura del Sistema Internazionale della frequenza, numero di oscillazioni nell’unità di tempo. Prende il nome dal fisico tedesco Heinrich Rudolf Hertz che sviluppò gli studi nel campo dell'elettromagnetismo. 49