vassoio grasso operativo
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vassoio grasso operativo
FILIERE DELLA CARNE CONTAMINAZIONE PROCESSI IMPIANTI SANIFICAZIONE PROCEDURE Conoscere una filiera significa: capire il ciclo di vita di un prodotto governare i punti critici del processo produttivo darsi delle priorità nella gestione del quotidiano e delle urgenze Conoscere una filiera significa: produzione il meglio in base alle attuali conoscenze igiene sicurezza organolettica e tossicologica sicurezza anche nel controllo dei corpi estranei storico soluzione immediata delle emergenze Per sapere comprendere i problemi e essere preparati a risolverli non bisogna improvvisare, ma formarsi una competenza: • sul processo produttivo (GMP) • sulla sua microbiologia (igiene) • sul modo di sanificare (cleaning) come pulire e valutare il risultato come disinfettare e valutare il risultato su come gestire l’impresa di pulizia Per confrontarsi con gli standard europei in una ottica di progressivo e continuo miglioramento igienico LA CARNE PER SUA NATURA E’ IL REGNO DEI PATOGENI Per selezione naturale (animale, uomo) Per assorbimento dall’esterno (ambiente, acqua) Per contaminazione crociata (manipolazione) Non è ben chiaro o definibile quanta popolazione microbica sia necessaria per sviluppare malattia, es. listeriosi, salmonellosi. La presenza di qualcuno di questi microbi deve essere un allarme, non una preoccupazione isterica ma nemmeno una giustificazione alla trascuratezza o al lavorare male. PATOGENI PRIMARI NELLA FILIERA Listeria monocytogenes ubiquitario anche a bassa T°C Salmonella typhimurium / enteritidis intestinale Escherichia coli ubiquitario e fecale Campylobacter jejuni / coli gastrointestinale Clostridium perfringens suolo e intestino Staphylococcus aureus mucose e cute Pseudomonas aeruginosa ambiente - acqua TRE ASPETTI CONOSCITIVI SONO ESSENZIALI PER CAPIRE COME AFFRONTARE LA SANIFICAZIONE 1) IN CHE STATO SI PRESENTA LA CONTAMINAZIONE Fresca o trattata termicamente (cottura) Idratata o seccata (asciugata) 2) DOVE SI TROVA LA CONTAMINAZIONE Su superfici lisce (es. acciaio, piastrelle) Su superfici ruvide (es. teflon, PE) 3) DOVE ESISTE IL RISCHIO DI CRESCITA DEL BIOFILM Superfici rugose (tagli, calcare, ruggine) Superfici trascurate Cortesia Italcarni Levigatezza dell’acciaio Rugosità del PTFE e PE Quello che rimane dopo la sanificazione diventa biofilm PRINCIPALI PROCESSI NELLA FILIERA DELLE CARNI Macellazione bovina e assimilabili, suina, avicola Lavorazione della carne su plastica Preparazione delle conserve animali salumi (fresco, cotto, affumicato) e prosciutti Stampi, teglie di cottura e siringatrici Celle di raffreddamento e freezer (giro – tunnel) Confezionamento in atmosfera modificata camere bianche: superficie e ambiente Lavaggio attrezzature in tutte le loro forme (carrelli, vagonetti, spalliere, marne, bacinelle, vassoi…) Lavaggio dei forni di cottura e camera di affumicamento Lavorazione ittica Laboratori della GDO e artigianali (macelleria, pescheria, gastronomia) Da ricordare sempre che l’acqua influenza anche, ma nella filiera della carne, soprattutto la MICROBIOLOGIA DOVE C’E’ ACQUA CI SONO MICROBI lactobacilli Coliformi e E. coli muffe Il concetto di ‘perfezione strutturale’ va associato anche a quello dell’igiene Condenza sul soffitto che cade sul processo CREARE MENO MENO ACQUA C’E’ IN GIRO VAPORE POSSIBILE Meno microbi ci sono LEGIONELLA Meno possibilità di inquinamento casuale Sia microbico Sia di odori trasferibili (derivati metabolici) Meno problemi da risolvere Sicuramente migliora l’igiene di produzione TENERE GLI AMBIENTI IL PIU’ ASCIUTTO POSSIBILE Pavimenti omogenei senza buche, crepe e avvallamenti Canaline di scolo pulite e disinfettate tutti i giorni lavorativi Tombini drenati e tenuti disinfettati sempre Attenzione alla superficie al di sotto di impianti-macchinari Tubazioni mobili asportate dal pavimento (barriere alla pulizia) CAPIRE LO SPORCO DAL PUNTO DI VISTA DELLA DETERGENZA CONOSCERE L’ACQUA PER CAPIRE LA SITUAZIONE DEL SITO ED I POTENZIALI PROBLEMI PRESENTI almeno 1- conoscere la DUREZZA precipitazione di calcare, porosità, consumo di detersivo 2- conoscere i CLORURI corrosione, porosità superficiale, attenzione uso disinfettanti 3- conoscere i SOLFATI puzza, corrosione, + inquinamento microbiologia selettiva 4- conoscere i SILICATI opacità, corrosione, porosità 5- conoscere l’OSSIDABILITA’ colloidi, depositi, intasamento filtri favorevoli al biofilm VALORI DA TENERE PRESENTI per definire un’acqua “buona” nel processo di sanificazione DUREZZA: inferiore a 15 dF CLORURI: inferiori a 25 mg/l SOLFATI: inferiori a 30 mg/l SILICATI: inferiori a 8 mg/l COLLOIDI: inferiori a 1 mg O2/l 18 OGNI SCOSTAMENTO A VALORI SUPERIORI CREA UNO O PIU’ PROBLEMI di calcare di corrosione di rugosità superficiale di selezione batterica di odori e VOC CONOSCERE LA NATURA DELLA CONTAMINAZIONE PER CAPIRE LE DIVERSE DIFFICOLTA’ NELLA SUA RIMOZIONE PER COMPRENDERE QUALE DETERGENTE E’ PIU’ IDONEO ALLA SANIFICAZIONE CONTAMINAZIONE non è tutta uguale non si comporta allo stesso modo con i detergenti richiede scelta e applicazione corretta di detergenti e additivi PROTEINE GRASSI ACIDI GRASSI SALI INORGANICI (Ca) AMIDI elaborati POLIFOSFATI BIOFILM 22 (caseine) (maltodestrine) (xantani) (carragenine) Microbiologia M I S C E L E Anche i residui da CARNE cambiano resistenza se: FRESCHI TRATTATI TERMICAMENTE 23 JohnsonDiversey 5/30/2016 CARNE FRESCA Grasso prevale sulle proteine Grasso (trigliceridi) idrolizza acidi grassi Acidi grassi reagiscono col calcio: Sapone di calcio 24 JohnsonDiversey 5/30/2016 CARNE FRESCA Il grasso necessita di detergenti con : Tensioattivi lavanti (dodecilbenzensolfonato è il migliore) Bassa alcalinità, possibilmente da potassa caustica (o almeno miscele con soda), per lavare in sistema fluido e non precipitare Na-Ca sali da soda caustica Deve esserci EDTA nei detergenti non ossidanti (senza Cl2 o H2O2) DETERGENTE OSSIDANTE cloro o H2O2 per staccare, disinfettare e deodorare (es. pesce) 25 CARNE FRESCA foto DIFFICOLTA’ pollame >> suino > bovinidi > conigli-altro > pesce dipende dalla quantità, tipo di grasso dove si trova il grasso nell’animale dalla complessità degli impianti dall’odore residuale (pesce) CARNE FRESCA SANGUE Sangue: lascia nel tempo superfici giallo-arancione ferro idrato) (soda Trattamento: - Alcalino clorinato / acqua ossigenata - Alcalino enzimatico - Periodico con acido (fosforico o fosfonitrico) 28 Proteine del sangue: fermentazione anaerobica in punti statici (anaerobiosi) ammoniaca alla depurazione NON E’ COLPA DEL DETERSIVO ! occorre tenere il sistema in fase aerobica insufflazione aria nei serbatoi di accumulo, nelle zone stagnanti, pulizia canaline e fosse, tubazioni) CARNE TRATTATA TERMICAMENTE Denaturazione proteica Polimerizzazione Formazione di gel Carbonizzazione Asciugatura/essicamento Compattazione 30 JohnsonDiversey 5/30/2016 RESIDUI DI CARNE COTTA I residui del cotto non lavati manualmente necessitano di detergenti con: Alta alcalinità per idrolizzare ( inibita se Al) Tensioattivi bagnanti per accelerare Meglio se presente EDTA Ca sapone Lavaggio anche acido per gli stampi L’acqua ossigenata va sempre tenuta disponibile come additivo strategico 31 RESIDUI DI CARNE: SU CHE SUPERFICIE ? Acciaio: materiale inerte non poroso (assenza di rischio di biofilm, problema delle siringatrici) Alluminio stampi (lavaggio automatico) Lavaggio acido: idrogeno gas favorisce la pulizia (vedi come pulire gli stampi) teglie (lavatrice: con alcalinità inibita manuale: detergenti specifici) Plastica: materiale inerte ma fragile (tagli - rugosità) 32 CARNE asciugatura dei residui Pulire con facilità dipende anche dal non lasciare asciugare pulire subito al termine del processo produttivo 33 JohnsonDiversey 5/30/2016 In generale La filiera della carne si divide in aree definite - Sporche ! - Pulite ! Zona macellazione fino a produzione mezzene o carcassa pulita - ganci - grandi superfici verticali - grate e pavimenti - macchinari semiautomatici ‘ZONA SPORCA’ rischio contaminazione - fecale - ruminale Spaccatura del bacino Aree a valle : sezionamento, disosso, lavorazione carne ‘ZONA PULITA’ esempio Prosciutto Coppa Lombo Cortesia di Italcarni Spalla Pancetta Gole – lardi In realtà Il rischio contaminazione – microbi è presente ovunque soprattutto dove non si pensa Nastri (sotto – testata – ghiere) Zone d’ombra (retro, protezioni…= difficoltà) Zone nascoste (da individuare in HACCP) Es. taglio del pescespada Zone di ristagno (pavimento – scosaline – superfici) Rugosità (superfici disosso-sezionamento ) Aree al di sotto (sotto impianti, sostegni… trascuratezza negligenza Impianti in alto (guide – ganci – ghiere – catene) fatica disattenzione Ricontaminazione (pulizia pezzi mobili – scolatura canaline - inversione di pulizia) FARE BENE CIO’ CHE SERVE SENZA ECCESSI! 46 JohnsonDiversey 5/30/2016 FARE BENE SIGNIFICA USARE LA TESTA !!! 47 JohnsonDiversey 5/30/2016 SANIFICAZIONE IL PRIMARIO PROCESSO E’ QUELLO A SCHIUMA “la schiuma” è il principale metodo di sanificazione schiuma SCHIUMA gel schiuma a strato sottile schiuma filmante Il metodo più efficace per pulire dappertutto senza fatica e senza sprecare risorse 50 JohnsonDiversey 5/30/2016 PULENDO CON LA PRESSIONE DEL RISCIASCQUO NON SI GUARDA LA BELLEZZA DELLA SCHIUMA MA QUANTO TEMPO LA SUPERFICIE RIMANE BAGNATA 51 JohnsonDiversey 5/30/2016 I sanificanti devono avere i principi attivi e modo d’uso specifico al reparto Detergenti disinfettanti a con diversa modalità schiuma/gel/filmanti di azione Anche in fase unica detergenti anche SMS (Al-Zn) detergenti disinfettanti disinfettanti con cloro-H2O2 istantanei senza ossidante ad effetto residuale (con cationici) SMS = Soft Metal Safe anche SMS Processo di sanificazione generale: schiuma gel schiuma a strato sottile filmante Che differenza c’è ? schiuma Gel senza aria Gel con aria schiuma Gel – strato sottile - filmante Asciuga entro una decina di minuti Asciuga oltre 20 minuti QUELLO CHE TOGLIE LO SPORCO NON E’ IL DETERGENTE MA LA FORZA MECCANICA DEL RISCIACQUO COME LAVORARE ? ALTA O BASSA PRESSIONE (>40 o <40 bar) SI CONSIGLIA DI LAVORARE CON BASSA PRESSIONE (25 – 40 bar) 57 JohnsonDiversey 5/30/2016 PERDITA di PRESSIONE all’aumentare della distanza dalla superficie Caduta della o forza d’impatto Pressure drop as pressione a function of distance in funzione della distanza dall’ugello di uscita Water pressure of High pressure systems as a function of distance from nozzle 35 30 Newton 25 Primo motivo per scegliere la bassa pressione 20 15 10 5 0 0 58 10 20 30 40 Distance in cm JohnsonDiversey 5/30/2016 170 bar; 17 l/min 100 bar; 10 l/min 140 bar; 14 l/min 50 PERDITA di TEMPERATURA all’aumentare della distanza dalla superficie bassa pressione Secondo motivo per scegliere la bassa pressione 59 JohnsonDiversey 5/30/2016 alta pressione FORZA MECCANICA Perché si perde TEMPERATURA ATOMIZZAZIONE 160 bar 600km/h •Riduzione della forza d’impatto •Perdita di temperatura Non c’è ATOMIZZAZIONE 25 bar 150 km/h 60 JohnsonDiversey 5/30/2016 Forza meccanica intatta Poca perdita di temperatura FORMAZIONE DI AEROSOL Terzo motivo per scegliere la bassa pressione Bassa pressione Alta pressione In pratica Si prende lo sporco da una parte e lo si butta da un’altra parte Si mandano i microbi in aria da dove ricadono sulle superfici 61 JohnsonDiversey 5/30/2016 62 JohnsonDiversey 5/30/2016 Conta microbica nell’aria 100 90 80 70 60 50 40 30 20 10 0 63 Air sample Counts of microorganisms in filter on a vacuum system High pressure Low pressure after after after after 15 min 30 min 45 min 60 min JohnsonDiversey 5/30/2016 IMPIANTI MOBILI Idropulitrici FISSI Bassa pressione : 25-40 bar (25-35 lt/min. per lancia) Media pressione: 40-60 bar (20-30 lt/min. per lancia) Alta pressione : 60-120 bar (15-20 lt/min. per lancia) Pressione ‘dedicata’ in ogni punto: 25-120 bar (15-30 lt/min. per lancia) 64 JohnsonDiversey 5/30/2016 VANTAGGI E SVANTAGGI L’alta pressione è ritenuta idonea per sporco tenace in realtà - Tempo operativo simile (si lavora minuziosamente vicino) Minore efficacia all’aumentare della distanza Pompe a pistone più onerose Maggior energia richiesta Sistema più rumoroso Maggiore aerosol Manutenzione più frequente (guarnizioni) Minor consumo di acqua 65 JohnsonDiversey 5/30/2016 VANTAGGI E SVANTAGGI La bassa pressione è versatile e più pratica per - Tempo operativo simile (si lavora minuziosamente vicino) Pompe centrifughe meno onerose Praticamente senza necessità di manutenzione Minor energia richiesta Sistema relativamente meno rumoroso Minore aerosol Maggior consumo di acqua Ideale per il prelavaggio e il risciacquo finale Mantiene buona efficacia all’interno delle rugosità 66 JohnsonDiversey 5/30/2016 IMPIANTI CENTRALIZZATI (i più sicuri) IMPIANTI DECENTRALIZZATI (i più usati) 67 JohnsonDiversey 5/30/2016 DISTRIBUZIONE SCHIUMA E RISCIACQUO sempre dall’alto verso il basso 68 JohnsonDiversey 5/30/2016 PROBLEMI PIU’ COMUNI DI DETERGENZA CON LA PROCEDURA SCHIUMA/GEL/FILMANTE 1) Idrofobia dell’acciaio E’ un residuo anche in tracce di grasso-unto Se la concentrazione del detergente è corretta (2.5-5%) E’ LA FORMULA DEL DETERGENTE NON OTTIMALE (sequestrazione e tensioattivi non adatti) Soluzione: è meglio cambiare detergente 2) Macchiatura blu-violacea Residuo accentuato grasso-proteico (principalmente grasso) •ancorato come acido grasso •assorbito come trigliceride (reazione chimica (assorbimento bluastro) unto) In questo caso normalmente la concentrazione è troppo bassa (rimetterla a posto verificando le cause) 3) Residuo bianco giallastro che aumenta nel tempo Residuo grasso proteico e saponi di Na-Ca •cosidetto ‘grasso cotto’ che si raschia con le unghie • durezza non controllata, eccesso di soda caustica Se la concentrazione del detergente è corretta normalmente è il detergente non ottimale (sequestrazione , alcali e tensioattivi non adatti) Soluzione: è meglio cambiare detergente Ripristinare con energico detergente Rifare la scelta di un detergente più idoneo 3) Residuo evidente asportato a chiazze CONTAMINAZIONE DIFFICILE DA RIMUOVERE Impianto con Temperatura non corretta Impianto con Pressione non idonea (impianto starato) Negligenza dell’operatore TRATTARE ANCHE DOVE NON SI VEDE !! Attenzione alle superfici con differente difficoltà Cortesia Italcarni Resistenza dell’acciaio Rugosità del teflon e del polietilene Deterioramento Rugosità (tavolame in teflon, polietilene, nastri in plastica) Cortesia Inalca La scelta dell’alcalino ossidante (cloro o acqua ossigenata) Acido 1 Alcalino Acido 2 Alcalino +H2O2 Alcalino clorinato La scelta nella manutenzione periodica come prevenzione al biofilm (acqua ossigenata o enzima) MICRORGANISMI e BIOFILM BIOFILM NON SIGNIFICA ‘MICRORGANISMI SU UNA SUPERFICE’ MA DEPOSITO COMPLESSO SU UNA SUPERFICE COSTRUITO DAI MICRORGANISMI NEL QUALE SI PROTEGGONO E DIFENDONO 86 JohnsonDiversey 5/30/2016 Questo non è biofilm: è contaminazione da produzione che si rimuove con la sanificazione quotidiana Questo è biofilm: -rimozione incompleta -contaminazione trascurata PERCHE’ ? LA SINGOLA CELLULA MICROBICA SU UNA SUPERFICE MANDA SEGNALI DI CONTATTO (speciali proteine) PER RILEVARE LA PRESENZA DI ALTRE CELLULE 89 JohnsonDiversey 5/30/2016 QUANDO I SEGNALI SI INCONTRANO I MICROBI SINCRONIZZANO IL LORO METABOLISMO E INSIEME SI COSTRUISCONO UN ABITAT PROTETTIVO FATTO DI MUCO GLICO-PROTEICO-ALGINICO 90 JohnsonDiversey 5/30/2016 QUESTO E’ IL ‘BIOFILM’ CHE CRESCE E SI STACCA PER COLONIZZARE ALTRE SUPERFICI 91 JohnsonDiversey 5/30/2016 Possibilità nella scelta dei disinfettanti •Alogeni (cloro, bromo, iodio) • Derivati azotati (QAC monomeri, polimeri, poliamine, anfoteri) • Donatori di ossigeno (acqua ossigenata, acido peracetico, percitrico, ozono) • Aldeidi (glutaraldeide) • Alcoli (etilico, isopropilico, benzilico) • Anidridi (solforosa) • Ossidi (biossido di cloro) • Metalli (Rame, zinco, argento) • Altro (isotiazolone, permanganato) 92 MA I MICRORGANISMI SONO UNO SPORCO ORGANICO PRIMA DI ESSERE UNA BIO-CONTAMINAZIONE OCCORRE PULIRE PER RIUSCIRE A DISINFETTARE QUANDO ESISTE UN BIO-PROBELMA IL SOLO DISINFETTARE E’ UN APPROCCIO SBAGLIATO AL PROBLEMA 93 Individuare i punti critici del processo non il processo in sè (HACCP) JohnsonDiversey 5/30/2016 ALLORA Ritornando alle scelte di prevenzione al biofilm pulizia manutenzione periodica detergente e disinfettante acqua ossigenata o enzima Nei tagli diventa quasi impossibile rimuovere completamente lo sporco. Soluzioni applicate: Lavaggio con detergente a schiuma alcalino clorinato (SMS) Bloccaggio microbico con distribuzione di QAC Risciacquo subito o anche prima di iniziare il lavoro Manutenzione periodica (fine settimana o quindicinale) Enzima (proteico-lipidico) Acqua ossigenata Manutenzione periodica (fine settimana o quindicinale) Enzima (proteico-lipidico) - Acqua ossigenata Sta dando risultati positivi sul controllo del biofilm da Listeria e in generale su ogni tipologia di biofilm Enzimi Sono molecole proteiche hanno la chimica delle proteine Sono catalizzatori hanno reazione catalitica Enzimi Reazione di fase stazionaria Enzima + Substrato → Enzima-Substrato → Enzima-Prodotto di catalisi → Enzima + Prodotto Quando il substrato (= contaminazione) è presente in eccesso la velocità di pulizia diventa costante per saturazione dell’enzima Gli enzimi peggiori (materia prima) costano una quarantina di euro, quelli buoni superano i 100 al kg. I prodotti sul mercato hanno enzimi sotto il 10%, mediamente tra il 5-8%. Quelli pronto all’uso anche meno. Questi prodotti enzimatici sono usati tra 0.5 - 2% Enzimi Quanto enzima c’è in confronto alla quantità di sporco? Quindi : o ci vuole tempo per pulire completamente o occorre velocizzare = aiutare a rimuovere e riportare l’enzima sullo sporco [sistemi a ricircolo (CIP) e a spruzzo] PIU’ SI AUMENTA LA STATICITA’ PIU’ CI VUOLE TEMPO Acqua ossigenata L’alternativa al trattamento di superfici di lavoro più semplice, meno onerosa, ugualmente efficace e disinfettante risiede nell’acqua ossigenata ACQUA OSSIGENATA sui tavoli di lavoro e nastri: Gestione periodica come l’enzima (5-10%) (spruzzatura anche manuale) Applicazione più semplice periodicità più ravvicinata (settimanale) Disgrega il biofilm estraendolo dalle rugosità Disinfetta Non c’è bisogno di risciacquarla perché alla ripresa del lavoro è già ritornata ad essere semplice acqua Dopo aver pulito si disinfetta: i disinfettanti La fondamentale divisione applicativa dei disinfettanti: OSSIDANTI (RED-OX) DERIVATI AZOTATI SENSIBILITA’ ALLO SPORCO RED-OX ATTIVITA’ RAPIDA SENZA RESIDUALITA’ ClO2, ozono perossidi, alogeni, aldeidi an. solforosa Protezione QAC monomeri QAC polimerici Poliammine, P. anfotere Clorexidina minuti ore giorni RESISTENZA ALLO SPORCO CATIONICI 103 JohnsonDiversey 5/30/2016 RESIDUALE ATTIVITA’ BIOCIDA LE TRE CARATTERISTICHE LEGATE INDISSOLUBILMENTE ALL’APPLICAZIONE DEI DISINFETTANTI concentrazione minima concentrazione e tempo di contatto variabile temperatura 104 Concentrazione minima al di sotto della quale il disinfettante non è più attivo Anche se la superficie è pulita esiste una concentrazione al di sotto della quale il disinfettante non è più attivo (non riesce ad uccidere tutti i microbi) indipendentemente dal tempo di contatto 105 CONCENTRAZIONE e TEMPO DI CONTATTO proporzionalità Disinfettanti inversa Il tempo di contatto può aumentare l’attività e la categoria di definizione (da semplice battericida ad anche funghicida) battericida in sospensione funghicida in sospensione virulicida e 106 battericida su superficie funghicida su superficie sporicida CONCENTRAZIONE e TEMPO DI CONTATTO sono indissolubili Ogni documento che confronta disinfettanti senza riportare ‘concentrazione e tempo’ e destituito di ogni credibilità 107 TEMPERATURA I DISINFETTANTI SI APPLICANO A FREDDO tuttavia Il peracetico (perossidi) ha picco di attività a 52°C Il cloro non va usato sopra i 45°C (si libera e corrode) Il biossido di cloro tassativamente a freddo (gas evapora) I derivati cationici sono indifferenti alla temperatura 108 JohnsonDiversey 5/30/2016 L’ARMA DEL BIOSSIDO DI CLORO (ClO2) Si usa a ~ 0.4ppm come disinfettante per l’acqua (potabilizzazione) Nulla vieta di salire tra 1.0 – 1.2ppm per lo stesso scopo (a parte la valutazione sui cloriti residui) A queste ppm l’acqua diventa anche disinfettante di superficie senza creare fastidi agli operatori. Il risciacquo delle carcasse (finale e intermedio) con quest’acqua abbina risciacquo chimico e bonifica dai patogeni (es. salmonella) rimanendo all’interno della regolamentazione legislativa. 109 JohnsonDiversey 5/30/2016 LAVAGGIO STAMPI e TEGLIE DI COTTURA TRE DIFFERENTI TIPOLOGIE DI IMPIANTI •a immersione •in macchina tunnel •lavatrici per i laboratori artigianali e GDO DUE DIFFERENTI SISTEMI CHIMICI •acido •alcalino SMS (sicuro su Al) TRE DIFFERENTI TIPOLOGIE DI MATERIALI •alluminio •acciaio •teflonato e simile LA DISIDRATAZIONE IN SEGUITO AD ASCIUGATURA •DETERMINA LA DIFFICOLTA’ DI PULIZIA •DETERMINA IL PROCESSO DI PULIZIA Perché ? La perdita d’acqua innesca innumerevoli reazione (polimerizzazioni crociate, cementazione Me polivalenti….) che rendono più difficile il processo di detergenza tempo Anche a reidratare struttura finale non si ritorna mai reidratazione asciugatura alla struttura originaria struttura originale contenuto di acqua PERCIO’ SE SI LASCIA SECCARE LO SPORCO NON SI PUO’ LAVARE IN MACCHINA A TUNNEL O IN LAVATRICE E’ NECESSARIO FARE UN LUNGO AMMOLLO SI DEVE USARE IL PROCESSO AD IMMERSIONE PER GLI STAMPI INDUSTRIALI LAVATI IN IMMERSIONE Usando detergenti a base di acido fosforico Stampo in alluminio libera idrogeno che agisce meccanicamente sullo sporco = STAMPO PULITO Stampo in acciaio è inerte (assenza di forza meccanica) = STAMPO RIMANE SPORCO Usando detergenti alcalini SMS (non attaccano l’alluminio) Stampo in alluminio non libera idrogeno (assenza di forza meccanica) = STAMPO RIMANE SPORCO Stampo in acciaio è inerte (assenza di forza meccanica) = STAMPO RIMANE SPORCO Aggiungendo acqua ossigenata al detergente alcalino SMS (+ forza meccanica per sviluppo O2) Stampo diventa pulito RIASSUMENDO RESIDUO FRESCO MACCHINA A TUNNEL con detergente a base di acido fosforico IMMERSIONE A) RESIDUO VECCHIO SECCATO detergente acido fosforico per stampi in alluminio alcalino + acqua ossigenata per stampi in acciaio B) RESIDUO VECCHIO SECCATO Ammollo macchina tunnel C) LAVATEGLIE meglio non vale la pena per facilitare aggiungere perossido (acqua ossigenata o perossido in polvere) PER LE SIRINGATRICI VALE LO STESSO CONCETTO: NON FARE ASCIUGARE Le siringatrici Non lasciare seccare i residui all’interno (es. maltodestrine, zuccheri, lattosio, caseina, gelatine) LAVARE SUBITO (CIP) • Alcalino • Alcalino clorinato Se la salamoia asciuga all’interno diventano irrecuperabili (~50 € l’una !) CAMERE BIANCHE ( clean rooms ) • Cosa sono le camere bianche • Perché si usano • Quali requisiti devono avere • Come si sanificano Secondo la norma ISO la CAMERA BIANCA è definita: UNI EN ISO 14644 1 e successive UNI EN ISO 14698 1-2 123 JohnsonDiversey 5/30/2016 Le camere bianche o clean rooms perciò sono ambienti produttivi isolati per evitare la ricontaminazione microbica del prodotto LA CAMERA BIANCA NON E’ FATTA PER PULIRE I PRODOTTI MA PER PRESERVARNE LA QUALITA’ IL RIFERIMENTO NON SONO I MICROBI MA LE PARTICELLE microscopio SI CALCOLA CHE AD OGNI PARTICELLA DI 0.5µ POSSANO ESSERE ATTACCATI DA 2 a 4 MICROBI 125 Fino a 108 particelle di dimensioni anche oltre 0.5 micron possono essere presenti nell’aria non filtrata Effetto Tyndall di particolato ambientale quindi materiale amorfo ma anche microbi spore virus acari e insetti 126 COME PRESERVANO I PRODOTTI ? mantenendo l’ambiente col minor numero di particelle vaganti DEPURANDO L’ARIA CON FILTRI Filtri HEPA (es. ISO 5) flusso laminare unidirezionale 127 JohnsonDiversey 5/30/2016 0.45m/sec. Filtri a diffusione (es. ISO 7) flusso non unidirezionale Cortesia di Sinteco Schema dei flussi 128 JohnsonDiversey 5/30/2016 CLASSIFICAZIONE DELLE CAMERE BIANCHE (ISO 14644) La classe 100 (ISO class 5) ad esempio per l’affettato dei cotti La classe 10000 (ISO Class 7) ad esempio per l’affettato dei crudi L’attività umana produce da 104 a 106 particelle da 0.3 micron/min. (per questo motivo è obbligatorio l’isolamento del corpo nell’ambiente) Particelle <10µ possono rimanere sospese all’infinito CHI PRODUCE PARTICELLE MICROBI ? ARIA OPERATORE L’ALIMENTO ENTRANTE L’aria è gestita con filtri HEPA (High Efficiency Particulate Airfilter) L’operatore è il principale responsabile source Sinteco L’operatore è protetto da idoneo vestiario e riceve formazione su come muoversi Cortesia di Sinteco Cortesia di Sinteco CHI ENTRA SEGUE PERCORSI PRESTABILITI COMPRESO L’ALIMENTO La plastica che sigilla l’alimento, spesso semicongelato, è disinfettata con un alcoolico (>65% di alcool) contenente QAC prima di entrare nella camera bianca in sovrappressione La detergenza e la disinfezione della camera si svolge in: Pulizia giornaliera superfici Disinfezione giornaliera superfici Pulizia con disincrostazione settimanale Disinfezione intermedia durante il lavoro, quando necessaria Sanificazione ambiente (aria e suoi circuiti) Pulizia giornaliera Schiuma o alcalino /alcal. clorinato Disinfezione giornaliera derivati cationici o anfoteri anche peracetico se in automatico Pulizia e disinfezione aria cationici con glutaraldeide Pulizia con disincrostazione settimanale schiuma acida Disinfezione intermedia su superfici a contatto alimento Acoolici (cambio turno-sospensione attività-inquinamento accidentale) Disinfezione circuiti aria: filtri staccati nebulizzazione QAC + glutaraldeide o glutaraldeide TRATTAMENTO CHIMICO DELL’ARIA due specifiche funzioni dei tensioattivi cationici Suole e calzature QAC (o anche cloro) Mani ed avambracci (guanti) Alcoolico Strumenti di pulizia tenuti disinfettati in anfotero Impianti a bassa pressione (non distribuzione dello sporco) Temperature inferiori a 50°C (non formazione di aerosol) Unità di trattamento dell’aria (UTA) SANIFICAZIONE A SCHIUMA CON: Alcalino clorinato Alcalino con cationico (QAC o triammina) Alcalino seguito da disinfezione cationica Cortesia di Sinteco Il cloro – clorinati uso non qualificato all’interno uso a rischio odori residui per una valutazione di costo ?!? per applicazioni al contorno (canaline, pozzetti, pavimenti, suole-scarpe in entrata) LAVAGGIO ATTREZZATURE CARELLATE Procedura a schiuma Sistema CIP Impianti dedicati Detergente alcalino Detergente alcalino SMS Alcalino Alcalino clorinato Soft metal safe SMS se c’è CIP di lavaggio se c’è zinco, alluminio a schiuma a schiuma su zinco e alluminio NON CARELLATE marne, cassette, vassoi, bacinelle, teglie, parti smontabili… Source prcimpianti Source Colussi E. Detergente alcalino forte Detergente alcalino SMS se c’è alluminio Acqua ossigenata sempre disponibile : Rinforzo per contaminazione carbonizzata Accelerazione dei tempi di pulizia Forno per cottura LAVAGGIO Camere affumicamento Courtesy Soalfi Courtesy Wolf Sauris se c’è CIP di lavaggio Forte alcalino Forte alcalino a schiuma (forni cottura) Alcalino a schiuma con formula specifica (affumicamento) CELLE DI RAFFREDDAMENTO FREEZER TUNNEL GIROFREEZER PULIZIA Cip o schiuma Rimuovendo lo sfrido congelato prima che si sciolga DISINFEZIONE Istantanea con Peracetico - Percitrico •Residuale con cationici QAC / anfoteri •Applicazione (anche senza risciacquo) QAC LE MUFFE NELLE CELLE NON SI RISOLVONO COL CLORO MA CON I CATIONICI (QAC e SIMILI) LAVORAZIONE ITTICA SIMILE ALLA LAVORAZIONE DELLA CARNE IN PIU’ LA RIMOZIONE DELL’ODORE ODORI E COLORI PRESENZA DI UN OSSIDANTE CLORO - ACQUA OSSIGENATA in detergenti a schiuma Schiumatura alcalina + acqua ossigenata giornaliera (o monofase con cloro) Schiumatura acida settimanale Detergente alcalino monofase per CIP Eventuale rinforzo con acqua ossigenata (es. cuocitori) E POI IL PROBLEMA ALLERGENI… 155 LA GDO E I LABORATORI ARTIGIANALI Riproducono in piccolo la medesima produzione con le medesime problematiche della grande industria di trasformazione con le medesime soluzioni di sanificazione discusse TERMINANDO QUANTO ABBIAMO DETTO IN QUESTI INCONTRI SULLA SANIFICAZIONE La vita (il lavoro, la sanificazione) è come una scatola di cioccolatini tu non saprai mai quello che ti può capitare. (Forest Gump - 1994) La formazione e la cultura fanno sperare di no Buon lavoro 159 JohnsonDiversey 5/30/2016