Il Carnevale e la tarantella Montemaranese
Transcript
Il Carnevale e la tarantella Montemaranese
La danza, solo recentemente, è concepita come azione di coppia, in quanto è una danza di corteggiamento, un contatto tra uomo-donna. Coreograficamente vi sono due file parallele di danzatori a mò di processione che si allontanano e si avvicinano; alcune espressioni dialettali montemaranesi sottolineano il cambio di passo o di posizione del busto. La tarantella si chiude in cerchio dopo alcuni passi di quadriglia. La disposizione in cerchio vuole essere un rito di esorcizzazione del male; la forma musicale, che accompagna, è a mò di perpetuo battere sul tamburo e le urla nel tessuto musicale puntellano il cambio di tonalità. IL CARNEVALE E LA TARANTELLA MONTEMARANESE Motivo originario della tarantella montemaranese è danza mista a preghiera, come afferma Gabriella Della Sala, attenta studiosa del carnevale: “La ritualità di tale danza è direttamente legata a quella del corteo di carnevale del quale è parte integrante. Nei festeggiamenti confluiscono aspetti di diversi riti pagani. Innegabile è il carattere propiziatorio del carnevale che richiama preistorici riti agricoli di propiziazione della divinità e quindi del raccolto; evidente è il carattere liberatorio che determina l’impostazione antisociale ed estremamente satirica che conservano l’eco e i tratti inconfondibili dei “Saturnalia”, antica festa romana in onore di Saturno, che cadeva il 17 dicembre, con significato propiziatorio e liberatorio. Non ci sono dubbi sulla natura del carnevale, un rito agricolo e, quindi, come tale, legato a culti preistorici e matriarcali”. Quanto detto è confermato anche dal modo in cui oggi i ballerini della tarantella accompagnano il corteo professionale di carnevale, con in testa il “caporabballo”, che guida maschere e suonatori per le strade del paese, ripetendo con movimenti rotatori ondeggianti da sinistra a destra e viceversa, il percorso di remoti riti propiziatori. La danza è uno dei pochi esempi di ballo processionale sopravvissuto all’evolversi dei tempi. Il ballo processionale è un contatto con la divinità, uno sprigionarsi, attraverso il movimento di quell’energia necessaria per propiziarsi la divinità. I passi della tarantella sono legati al procedere caratteristico dei gallinacei ritenuti anticamente uno scudo per tutti i mali della comunità. “L’origine remota del carnevale di Montemarano si può desumere anche dalla raffigurazione della tarantella, la danza autoctona più rappresentativa, in un antico affresco di Ruvo del Monte, eseguita da un gruppo di ancelle e riportata su un nitido graffito. Altra significativa testimonianza è presente nella tomba Leopardi di Tarquinia, in cui si vede il “doppio aulus”, primitivo strumento musicale di accompagnamento del ballo, un doppio “iscaro”, suonato tanti anni fa magistralmente a Montemarano da Celestino Coscia e, con un balzo indietro di oltre tre millenni di anni, già usato dai pastori etruschi”. (da “Il Carnevale di Montemarano” di Aldo De Francesco – Ed. Del Delfino) SCUOLA DI TARANTELLA Sarebbe impossibile spiegare l’energia che si scatena durante il carnevale di Montemarano o durante un magnifico pranzo tra amici in cui spontaneamente compare “Lei”.. il ritmo del tamburo che ti prende, la fisarmonica che ti avvolge come una folata di vento caldo, il clarinetto che quasi disperato s’impossessa dei tuoi pensieri negativi e te li restituisce positivi, quel clarinetto che ti trascina alla danza rendendoti parte essenziale di essa. “La musica ha un ritmo trascinante, con battute alternate. Il tema viene continuamente ripetuto. Ti possiede, il tuo corpo è costretto a muoversi” Hetty Paerl Sarebbe impossibile spiegare cosa si prova a ballare mentre si sale per “parte corta” quando il tuo corpo non esiste più, ma sei pura energia che danza. Sarebbe impossibile spiegare le burla di “Ndonio 'a storia”, “Pescialotto”, “Ngilillo” e gli altri… Sono proprio queste le emozioni che vuole far capire la “Scuola di Tarantella Montemaranese”, a capo della quale ci sono le nostre maestre “Olimpia”, “Ndonetta”, “Chilina”, “Menella”, che ci stanno guidando in questo magnifico percorso. I loro racconti, le loro emozioni, le loro sensazioni sono sempre accompagnate da un’ unica colonna sonora: “LA TARANTELLA DI MONTEMARANO”. Con loro abbiamo viaggiato nel tempo, abbiamo ascoltato la storia di “Mbrusino” di “Minico e Gianninino”, che erano i loro padri, i loro portatori sani di emozioni. Grazie all’esperienza delle nostre maestre, si sono formati degli insegnanti e dei ballerini che guidano in modo preciso e puntuale ogni corso che prevede una parte teorica ed una pratica includendo sia nozioni storiche che di danza. La scuola inoltre propone anche uno spettacolo intitolato “Il carnevale di Montemarano” che vuole essere una infinitesimale rappresentazione di quello che è il rito del Carnevale a Montemarano, dove la Tarantella accompagna le mascherate con un ritmo che ti possiede e spinge il corpo a lasciarsi andare e creare un legame forte con il passato. Infinitesimale in quanto le emozioni che si provano nel contesto del carnevale non si possono rappresentare ma si possono solo “vivere”. La scuola si pone con totale rispetto verso i nostri concittadini e tutte le persone che amano la TARANTELLA MONTEMARANESE che come ogni BENE IMMATERIALE non è possesso di chi “eredita” la tradizione, ma di tutti coloro che la amano e la RISPETTANO.