acqua granda - UPA per la cultura

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acqua granda - UPA per la cultura
ACQUA GRANDA
Venezia 4 - 11 - 1966
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Venezia 4 - 11 - 2016
La Città di Venezia e il Teatro La Fenice ricordano l’alluvione
del 1966 con una prima assoluta al Teatro La Fenice il 4 novembre 2016
Caro Amico,
Il Teatro La Fenice inaugurerà la prossima stagione lirica, il 4 novembre
2016, con Acqua Granda, un’opera nuova commissionata per ricordare a
cinquant’anni di distanza l’alluvione del 1966. Sul palcoscenico verranno
riportati i fatti accaduti quel lontano 4 novembre in cui la città venne
sommersa.
L’opera si basa su Acqua granda. Il romanzo dell’alluvione, il romanzo scritto
da Roberto Bianchin, messo in versi dallo stesso autore con il poeta Luigi
Cerantola e il regista Damiano Michieletto.
Il protagonista del romanzo è un ragazzo di Pellestrina, Ernesto Ballarin,
che vive in prima persona il disastro di quel lontano e drammatico giorno,
bloccato in casa con l’isola coperta dall’acqua.
Insieme ad Ernesto e a tutta la Città di Venezia, la Fondazione Teatro La
Fenice vuole ricordare, attraverso Acqua Granda, quel tragico evento
perché non sia dimenticata la fragilità di una città unica al mondo.
In questo breve libretto troverete le istruzioni e le modalità di partecipazione
all’iniziativa.
Cordiali saluti.
Il Sovrintendente
Cristiano Chiarot
Ernesto Ballarin
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Chiesa della Salute, 4 Novembre 1966
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ACQUA GRANDA
Anteprima | 4 Novembre 2016
6 Novembre 2016 | 8 Novembre 2016 | 10 Novembre 2016 | 12 Novembre 2016
Teatro La Fenice
Opera in atto
libretto di Roberto Bianchin e Luigi Cerantola
Musica
Filippo Perocco
Regia
Damiano Michieletto
Scene e costumi
Paolo Fantin, Carla Teti
Direttore d’Orchestra
Marco Angius
Orchestra e Coro del Teatro La Fenice
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www.mosevenezia.eu
www.ilgiornaledelpo.it
www.comune.venezia.org
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IL PROGETTO IN BREVE
Il Teatro La Fenice inaugurerà la sua stagione lirica 2016/2017 con Aqua
Granda, un’opera contemporanea che rievoca l’alluvione del 1966, quando
Venezia e le sue isole furono sommerse da quasi due metri di mare.
Nel cinquantenario di quel drammatico avvenimento il Teatro ripercorrerà,
attraverso la musica e la parola, i fatti accaduti in quel lontano 4 novembre,
in cui una sfortunata concomitanza di ininterrotti nubifragi e straordinari
innalzamenti della temperatura provocarono la più grande inondazione che
la città abbia subito dai tempi della sua fondazione.
Il progetto è stato commissionato dalla Fondazione Teatro La Fenice
a Roberto Bianchin, autore del romanzo Acqua Granda, il romanzo
dell’alluvione pubblicato nel 1996 da Filippi Editore, cui l’opera si ispira.
Protagonista del romanzo è un abitante dell’isola di Pellestrina, Ernesto
Ballarin, che ha vissuto in prima persona la vicenda del 1966.
Il testo narrativo è stato modificato e reso in versi nel libretto composto
dallo stesso Bianchin insieme al poeta Luigi Cerantola e al regista Damiano
Michieletto. Quest’ultimo ha partecipato concretamente alla costruzione
della drammaturgia e curerà la regia dell’opera.
La musica è stata affidata a Filippo Perocco, uno dei maggiori compositori
contemporanei.
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LA STORIA
Isola di Pellestrina, novembre del 1966. Fortunato e Nane, due pescatori,
uno anziano e uno giovane, guardano con preoccupazione il livello della
marea. Il primo è più allarmato, crede che l’acqua continuerà a crescere, il
secondo invece pensa che da un momento all’altro calerà.
Compare Ernesto, figlio di Fortunato, che informa il padre della sua
decisione di partire come emigrante invece di restare in isola a fare il
pescatore, nella speranza di una vita migliore. Fortunato non capisce le
sue motivazioni, e ne nasce un breve scontro. Anche Lilli, la giovane moglie
di Ernesto, condivide la contrarietà e i dubbi del suocero. Quest’ultima
e il marito comunque si accingono ad andare a comprare delle scarpe
al mercato, in vista dell’imminente partenza di Ernesto. Il tempo sembra
peggiorare, e l’acqua continua a crescere inesorabile. Sopraggiunge
Luciano, il farmacista, e mette Fortunato ed Ernesto al corrente delle ultime
notizie sentite alla radio: tutta l’Europa è agitata da fortunali, acquazzoni e
tempeste.
A mezzanotte l’acqua arriva all’altezza di un metro. Le donne, turbate,
non riescono a dormire. La marea sale, inonda l’isola, entra nelle case,
l’abitazione di Ernesto e Fortunato rimane al buio.
Isola di Pellestrina
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Isola di Pellestrina
Si ode un enorme boato, come fosse scoppiata una bomba. Il maresciallo
dei Carabinieri, Cester, arriva con una notizia tremenda: si è aperta una
falla nei murazzi che proteggono Pellestrina da più di duecento anni. Il
mare sta impadronendosi della laguna. Soffia forte il vento, mentre l’acqua
raggiunge il secondo piano delle case. La paura diviene terrore, ciascuno
ora teme per la propria vita. I murazzi cedono definitivamente, nella località
di Portosecco: Cester ordina attraverso un altoparlante l’evacuazione
dell’isola. Fortunato decide di restare, succeda quel che succeda. Ernesto
rimane con lui.
L’acqua continua a crescere, arriva quasi alle finestre dei piani alti. Si sente
una sirena in lontananza, che sibila tre volte. La gente ha lasciato Pellestrina.
Arriva anche Cester, l’unico, oltre ai tre amici, che non ha abbandonato
l’isola. Con sé ha una bandiera bianca, che potrebbe forse segnalare la
loro presenza a qualche aereo di passaggio. Il cielo è nero, la marea non dà
cenno di recedere.
A un certo punto però - quando ormai si crede sia tutto perduto - Fortunato,
il più esperto del quartetto, nota un impercettibile cambiamento: il vento
si è fermato. L’insidioso scirocco non soffia più. Il mare cessa di salire
minaccioso. L’acqua comincia, quasi miracolosamente, a calare. La vita è
salva, gli sfollati, ritornano alle loro case. Tutti festeggiano: l’acqua granda
finalmente non fa più paura.
La potenza distruttrice e la forza immane dell’acqua sono celebrati dal
Coro, voce della laguna, che apre e chiude l’opera e accompagna con un
continuo, poetico controcanto le emozioni contrastanti dei protagonisti.
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I PROTAGONISTI
Damiano Michieletto, Direttore
E’ forse uno dei registi italiani d’opera più importanti dell’ultimo decennio.
Veneziano, 38 anni, Damiano Michieletto, uscito dalla Scuola d’Arte
Drammatica «Paolo Grassi» di Milano, è conteso dai più importanti teatri di
mezzo mondo; è ideatore di molti allestimenti di prosa e ancor più di lirica,
tutti contrassegnati da uno sguardo innovativo, audace, provocatorio.
Roberto Bianchin, Autore e Giornalista
Nato a Venezia, vive tra Venezia, Milano e Parigi. E’ direttore artistico del
Teatro Gerolamo di Milano, direttore editoriale della rivista di attualità
culturali Il Ridotto, presidente della casa editrice I Antichi Editori. Ha scritto
per la radio e per il teatro. I suoi lavori teatrali sono stati rappresentati, tra
gli altri, alla Biennale Teatro, al Gran Teatro La Fenice di Venezia, al Palais
Royal di Parigi, al Deutsches Theater di Monaco di Baviera, alla Kadewe di
Berlino, al Frick Museum di New York, al Conservatorio di Khartoum.
Filippo Perocco, Compositore
Compositore, direttore e organista ha partecipato al 40° e 41° Ferienkurse
von neue Musik Darmstadt.
E’ stato composer in residence all’ European Centre for the Arts di
Dresda, all’American Academy in Rome e visiting composer presso Boston
University, Tufts University, New York University, Conservatorio di Lugano.
Come direttore ha collaborato con: Orchestra del Teatro Comunale di
Bologna Neue Vocalsolisten, EuropaChorAkademie, United Instruments of
Lucilin, Mannheimer Schlagwerk, Argento, ACME, Ecce, Metropolis, Venice
Biennale, Mata Festival, AngelicA, New Music Brandeis, Harvard University,
Northeastern University.
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Luigi Cerantola, Poeta
Originario di Altivole, in provincia di Treviso, da anni si occupa di arte ed è
autore di poesia, prosa e drammaturgia. Docente di Lingua e Letteratura
italiana all’Università Imperiale di Tokyo, tra le sue ultime pubblicazioni “Le
sequenze di Tokyo” e “Gli amanti di Medusa”.
Ernesto Ballarin, Protagonista
Scampato miracolosamente all’alluvione, ha rilevato una piccola osteria a
Venezia, in calle degli Assassini, ha mantenuto la vecchia insegna “Vini da
Arturo” e l’ha trasformata in un gioioso tempio gastronomico prediletto dai
Veneziani e dai viaggiatori di tutto il Mondo.
Ernesto Ballarin, 1958
Cartello originale “vini da Arturo”
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COME SOSTENERE IL PROGETTO
Desidero partecipare al progetto con una donazione di
La donazione dovrà essere effettuata mediante bonifico bancario intestato a:
FONDAZIONE TEATRO LA FENICE
Banca Popolare di Vicenza – Tesoreria Filiale di Venezia – S. Marco 4403
IBAN IT 22 H 05728 02003 157570687186
BIC BPVIIT21157
Si prega di inviare copia del bonifico, assieme al presente modulo compilato e
firmato, via mail all’indirizzo [email protected]
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Previo consenso, il nome del donor sarà inserito in una pagina del libretto di sala
dedicato ai partner dell’evento.
Le donazioni a partire da 5.000€ includono un totale di 6 inviti da utilizzare in una
o più date di rappresentazione. Ai donors saranno riservati ulteriori benefit di
visibilità e comunicazione.
ART BONUS: dal 2014, con il Decreto Cultura DL 83/2014, aziende e privati possono
usufruire di un credito d’imposta (pari al 65% dell’importo erogato durante l’anno)
a favore dei soggetti che effettuano erogazioni liberali a favore delle fondazioni
lirico-sinfoniche.
Es. Donazione 1.000 € ---> Credito d’imposta: 650 €
Per usufruire del credito d’importa è necessario indicare nella causale del bonifico il Decreto Cultura
DL 83/2014.
La Fondazione Teatro La Fenice rilascerà una ricevuta dell’avvenuta donazione.
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Fest srl
San Marco 4387
30124 Venezia
tel: + 39 041 786672
mail: [email protected]
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Teatro La Fenice di Venezia