L`Europa che vorrei è la Patria delle Patrie

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L`Europa che vorrei è la Patria delle Patrie
L’Europa che vorrei è la Patria delle Patrie
“L'epoca passata, che è finita con la rivoluzione francese, era destinata ad emancipare l'uomo, l'individuo,
conquistandogli i doni della libertà, della eguaglianza, della fraternità. L'epoca nuova è invece destinata a costituire
l'umanità, è destinata ad organizzare un'Europa di popoli, indipendenti quanto la loro missione interna, associati tra
loro a un comune intento.1” Sono parole del patriota Giuseppe Mazzini, scritte nel 1834 ed ancora oggi attuali, perché
quel sogno e quel progetto costituente appare troppo lontano.
Eppure, un sentiero da percorrere esiste ancora: è quello del virtuoso patriottismo europeo. Sempre il Mazzini,
nell’appello ai giovani, scrive che l’Europa “rappresenterà un giorno la patria di tutti, la Patria delle Patrie, l’Umanità”;
una “santa alleanza dei popoli2”, mentre un altro patriota del tempo come Carlo Cattaneo ci insegna che “avremo
pace vera solo quando avremo gli Stati Uniti d’Europa3”. Anche Giuseppe Garibaldi ne era convinto: “E' tempo che le
classi laboriose e sofferenti di tutti i paesi, per mezzo di un concordato universale eretto in Costituente, annunzino
all'oligarchia disordinata, tumultuosa e battagliera che il tempo è finito! Compiamo ciò che essi non hanno giammai
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voluto: la fratellanza delle Nazioni. ” Bisognerebbe recuperare quindi il senso mazziniano dell’unità nella diversità, di
un’Europa che diventa Patria comune. A tal proposito, un grande Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, ci
insegnò che “Patria è una parola impegnativa; ma ho un’idea precisa e nobile della Patria, ed il passo centrale di
Mazzini mi è stato di faro: la Patria è una comunione di liberi e d’uguali affratellati in concordia di lavori verso un unico
fine. La Patria non è un aggregato, è un’associazione.5
L’ autorevole studioso Maurizio Viroli sul punto è chiaro: “Patria viene da pater; evoca immagini di amore filiale,
armonia, felicità, e bisogna saper distinguere la Patria dal paese: il paese è il luogo in cui siamo nati o dove viviamo; la
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patria esiste solo nella libertà e nel buongoverno ”. D’altronde, se torniamo indietro nel tempo, notiamo che tale
parola ha avuto un grande rispetto e dedizione: Cicerone lega spesso la Patria alla libertà e alle leggi; Quintiliano
distingue nazione, che usa nell’accezione dei costumi di un popolo, da Patria, intesa come corredo di leggi e istituzioni,
come ordinamento giuridico; Sallustio cita la Patria come antidoto al regime oligarchico e Livio abbina in un concetto
unico le “sacre armi” della Patria e della libertà7. Patria dunque non è fede cieca; l’ inglese John Milton scrisse che
“l’amore della patria riassume in sé l’amore della giustizia, della libertà e dell’onore. Non è un amore cieco, ma un
amore che ci permette di vedere con chiarezza, con particolare attenzione e severità. Se vede che la sua patria opprime
e commette ingiustizie, il patriota non volge lo sguardo altrove; il sentimento di carità per i suoi concittadini gli da la
forza per non fuggire e combattere l’oppressione e l’ingiustizia. Il patriottismo della libertà impone doveri onerosi 8”
L’importanza del concetto emerge anche per il francese Rousseau: “l’amore della patria è cento volte più vivo e
delizioso di quello per un’amante”. Per tornare ai maestri europei italiani, Carlo Rosselli scriveva che “La nostra Patria
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non si misura a frontiere e cannoni, ma coincide col nostro mondo morale e con la patria di tutti gli uomini liberi. ” In
una pagina degli appunti del 1934 invitò a “fare l’Europa e farla per via rivoluzionaria in nome di un nuovo umanesimo:
è questa una delle idee forza essenziali della rivoluzione europea”10. Anche Benedetto Croce scrisse un bellissimo
auspicio ed una previsione dell’Europa, unita quale risultato non dell’estinguersi dell’amore di patria, ma del suo
sviluppo: “già in ogni parte d’Europa si assiste al germinare di una nuova coscienza, di una nuova nazionalità; (…)
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c i t a t o d a C . C E C C UT I i n “ P a t r i a , d e m o c r a z i a e u ma n i t à n el p e n si er o d i G i u s e p p e M a z zi n i ” ( p u b b l i ca z i o n e p e r g l i
“ A n n a l i d e l C e n t r o P a n n u n z i o ” ) a n n o 2 0 0 5 / 2 0 0 6 , T o r i n o , p a g 1 3 . L ’ o p er a è v i su a l i z za b i l e a n c h e a l l i n k :
h t t p : / / w w w . c e n t r o p a n n u n z i o . i t / e d i t o r i a / A n n a l i % 2 0 2 0 0 5 -2 0 0 6 . p d f
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C i t a t o i n M . R I C C E R I , I l c a m m i n o d e l l ’ i d e a d ’ E u r o p a , a p p u n t i e l et t e r e. ” R u b b et t i n o E d i t o r e , 2 0 0 4 , p a g 1 0 2
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“ L i n e a m e n t i d i d i r i t t o c o s t i t u z i o n a l e d e l l ’ u n i o n e eu r o p ea “ ( P . C O S T AN Z O , L . M E Z Z E T T I , A . R UG G E R I )
Gia p p i ch e ll i, T or i no , 2 0 1 4 , pa g 2 5 .
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L e p a r o l e d i G a r i b a l d i s o n o c i t a t e n e l l a p u b b l i ca zi o n e d i A . M . I sa s t i a d a l t i t o l o “ G i u s e p p e G a r i b a l d i p er l a p a c e
e g l i S t a t i U n i t i d 'E u r o p a ” , a l l i n k h t t p : / / w w w . eu r i t . i t / E u r p l a c e / i t a l y / cu l t u r a 2 k / i sa st i a / g a r i b a l d i . h t ml
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Sono par ol e di Ca rl o Azegl io Cia mpi , tra tt e dal li br o di C. A. CI AM PI e A.ORI OLI “ N on è i l Pa ese che sogna vo:
t a c c u i n o l a i c o p e r i 1 5 0 a n n i d e l l ’ u n i t à d ’ I t a l i a ” E d i t o r e I l S a g g i a t o r e, 2 0 1 0 , P a g 3 6
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M . VI R O L I , “ P e r a m o r e d e l l a P a t r i a : p a t r i o t t i s m o e n a z i o n a l i s m o n e l l a s t r i a ” , E d i t o r i L a t er za , 2 0 0 1 , p a g 1 0 3
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Ci a mp i op . ci t . p a g 3 7
Ci t at o i n M . VIRO LI, op . ci t . p a g 5 5
C . R O S S E L L I , “ F r o n t e v e r s o l ’ I t a l i a ” , i n “ S c r i t t i d el l ’ e si l i o ” , E i u n a u d i , 1 9 9 2 , p a g 4
S o n o p a r o l e d i C a r l o R o s s e l l i , c i t a t o d a M a u r i zi o Vi r o l i i n “ P a t r i o t t i s m o e r i n a s ci t a c i v i l e” , sa g g i o p u b b l i c a t o
su l n . 3 4 / 2 0 0 6 d i A s p e n i a , r i v i st a d i A s p e n i s t i t u t i - I t a l i a , p a g 7 6 2 . D o cu m en t o r i n t r a c ci a b i l e a n c h e a l l i n k :
h t t p : / / s sa i . i n t e r n o . i t / d o w n l o a d / a l l e g a t i 1 / i n s t r u m e n t a _ 2 9 _ 1 1 _ v i r o l i . p d f
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francesi e tedeschi e italiani e tutti gli altri s’innalzeranno a europei e i loro pensieri indirizzeranno all’Europa e i loro
cuori batteranno per lei come prima per le patrie più piccole, non dimenticate già, ma meglio amate” 11.
Questo aureo concetto venne espresso anche dai padri fondatori; De Gasperi nel 1954 disse che «Siamo tutti
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ugualmente preoccupati del bene comune delle nostre patrie europee, della nostra Patria Europa.» . Ma il cammino è
complesso, e la strada dobbiamo percorrerla noi stessi; per citare un altro dei padri, Robert Schuman, “l’Europa non si
farà d’un tratto, né secondo un unico piano generale: essa si farà attraverso delle realizzazioni concrete, creando
anzitutto una solidarietà di fatto”13. Sarà quindi necessaria la rinascita di un vero senso di orgoglio comunitario tra gli
Stati europei e nei loro cittadini; una responsabilità difficile quanto ineludibili per le giovani (nostre e future)
generazioni. In un continente che sembra attraversato dal populismo e dall’incertezza dell’avvenire, infatti, la fiducia
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dei cittadini si ripristinerà solo se essi comprenderanno che l’Europa è la soluzione, e non il problema . Emblematiche
le parole di Winston Churchill, che parlando all'Albert Hall il 14 maggio del 1947, in uno dei discorsi memorabili che
hanno contribuito a gettare le basi di un'Europa unita dopo gli orrori della II Guerra Mondiale, disse: "Speriamo di
giungere nuovamente ad un'Europa in cui gli uomini siano orgogliosi di affermare: 'Sono europeo', così come una volta
erano soliti dire : 'Civis Romanus sum'15". E allora mi chiedo: riusciremo ad essere orgogliosi di essere europei così
come si auspicava? Forse, ma c’è bisogno di patriottismo repubblicano europeo, perché il pericolo che incombe è
quello di un'Europa senza europei, e che, come stiamo vivendo oggi, è a rischio: il motto dell’Unione Europea di “unita
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nella diversità” sembra mutare in “divisa nelle avversità”
Questo cammino, inutile negarlo, è molto difficile, ma non impossibile. Il Presidente Ciampi scrisse che: “le classi
dirigenti europee devono convincersi, e convincere l’opinione pubblica, che l’Europa è destinata a scivolare
nell’insignificanza se non ritrova le ragioni e l’azione di un progetto unitario, che esige vista lunga e impegno
massimo.17” Lo stesso Jean Monnet, nelle sue Mèmoires, ci avvertì che “l’Europa si farà nelle crisi e sarà la somma
delle soluzioni date a queste crisi18”. Come ci hanno già insegnato, l’etimo greco del termine “crisi” non ha un
significato necessariamente negativo, anzi, indica il trovarsi di fronte a una svolta che potrebbe essere positiva. Si
Presenta un gruppo di fenomeni che si separano da quelli usuali e c’è un problema di passaggio, di adattamento e di
decisione, che potrebbe essere costruttiva e arricchente come anche letale per gli assetti attuali 19. Guido De Ruggiero
nel gennaio del 46’ ci spiegò che “vi sono periodi di crisi, di trapasso in cui viviamo nello scontento e nell’indecisione,
tra una vecchia routine che più non ci appaga e che addirittura ci ripugna, e una prospettiva nuova che non ci offre
ancora una solida presa. Sono periodi in cui è ingrato vivere, ma sono questi anche i periodi in cui è più degno vivere da
uomini, cioè da artefici del proprio avvenire.20”
La crisi che stiamo attraversando è una crisi morale, politica e istituzionale, prima ancora che economica, e se
vogliamo uscirne l’avvenire non può che essere europeo. Solo ad allora si potrà avverare il buon auspicio di Victor
Hugo: “Avremo questi grandi Stati Uniti d'Europa, che coroneranno il vecchio mondo come gli Stati Uniti d'America
coronarono il nuovo.21” Viva la Repubblica, viva l’ Europa Patria delle Patrie!
Giovanni Chiarini
S o n o p a r o l e d i B e n e d e t t o C r o c e , t r a t t e d a l l a su a o p er a “ S t o r i a d ’ E u r o p a n e l s e c o l o d e ci m o n o n o ” , a cu r a d i
G . G A L A S S O , A d e l p h i E d i t o r e , 1 9 9 1 , p a g 4 3 5 -4 3 6 .
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S o n o p a r o l e d i Al c i d e D e G a s p e r i t r a t t e d a l su o d i s c o r s o “ L a n o s t r a P a t r i a eu r o p ea ” , 2 1 a p r i l e 1 9 5 4 , P a r i g i , a l
l i n k : h t t p : / / w w w . i n t e r n e t i c a . i t / E U c o s t i t -D e G a s p er i . h t m
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S o n o p a r o l e d i R o b e r t S c h u m a n n d e l 5 m a g g i o 1 9 5 0 , ci t a z i o n e t r a t t a d a S . C AS S E S E i n “ L a C o s t i t u zi o n e eu r o p e a :
e l o g i o d e l l a p r e c a r i e t à ” ( p u b b l i c a z i o n e p e r A S T R I D ) p a g 1 -2
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A . G I O V A N N E L L I ( a c u r a d i ) A s p e t t i d e l l a g o v er n a n c e e c o n o m i ca n e l l ’ UE e i n a l cu n i S t a t i d el l ’ U n i o n e. 2 0 1 4 ,
G i a c c h i p e l l i E d i t o r e , T o r i n o , p a g 6 0 -6 1
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C i t a t o su l l a r i v i s t a t r i m e s t r a l e “ A f fa r i E st e r i ” a n n o X L I - n . 1 6 3 - a n n o 2 0 0 9 , R o ma , r i n t r a c c i a b i l e a n c h e a l l i n k :
h t t p : / / w w w . a f fa r i - e s t e r i . i t / A f f a r i _ E s t e r i _ 1 6 3 . p d f
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F . B . C A L L E J O N , “ C r i s i e c o n o m i c a e c r i s i c o st i t u zi o n a l e i n E u r o p a ” ( r i v i s t a K o r E u r o p a , p a g 9 8 -9 9 =
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C. A. CI AM PI , “ A u n gi ova ne ita lia no”, 2011 RC S Li br i, Mi lano pag 89.
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A . G I O V A N N E L L I ( a c u r a d i ) A s p e t t i d e l l a g o v er n a n c e e c o n o m i ca n e l l ’ UE e i n a l cu n i S t a t i d el l ’ U n i o n e. 2 0 1 4 ,
Gia c ch i p ell i E di to r e, T or in o , pa g 1 ss.
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F . VI O L A “ L o S t a t o c o n t e m p o r a n e o e l a su a c r i si ” , i n Ar s I n t er p r e t a n d i ( a n n u a r i o d i er m e n eu t i ca g i u r i d i ca , X V I ,
2 0 1 1 ) p a g 1 -2 L i n k h t t p : / / w w w1 . u n i p a . i t / v i o l a / C r i s i _ d e l l o _ S t a t o . p d f
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C. A. CIAMPI, “Non è il paese che sognavo”, op. cit. pag 42
V i c t o r H u g o , “ A t t i e p a r o l e ” , 1 8 7 5 c i t a t o i n h t t p : / / w w w . eu r o p e d a y s. eu / eu r o p e d a y s_ 2 0 1 3 /