Lachenmann - Conservatorio della Svizzera Italiana
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Lachenmann - Conservatorio della Svizzera Italiana
Luganomodern Lachenmann Domenica 20 marzo 2016 ore 17.30 Auditorio Stelio Molo RSI | Lugano Helmut Lachenmann Ensemble 900 del Conservatorio Direttore Arturo Tamayo Ruben Mattia Santorsa, chitarra I Christopher Moy, chitarra II Alice Rossi, soprano Nicolò Manachino, flauto Alejandro Oloriz Soria, violoncello conservatorio.ch/900 +41(0)91 960 23 62 Biglietto 15 CHF Lugano Card, Club Rete Due e Amici del Conservatorio 10 CHF Fino a 18 anni e studenti entrata libera Lachenmann domenica 20 marzo 2016 | 17.30 auditorio stelio molo RSI| lugano H. Lachenmann Salut für Caudwell (1977) *1935 per 2 chitarre 26’ ruben mattia santorsa _ chitarra I* christopher moy _chitarra II *in collaborazione con la Musikhochschule Bern temA (1968) per flauto, mezzosoprano e violoncello 14’ nicolò manachino _flauto alice rossi _soprano alejandro olóriz soria _ violoncello “…zwei Gefühle…”, Musik mit Leonardo (1992) per voce recitante ed ensemble helmut lachenmann _ voce 20’ Il mio primo contatto con la musica di Helmut Lachenmann fu nel maggio 1968 per la prima in Spagna del suo "Trio fluido", sotto la mia direzione. Nonostante il ricordo di questo concerto sia ancora vivo nella mia memoria, mi chiedo, a distanza di molti anni, come il pubblico all’ascolto abbia percepito quest’opera, essendo all’epoca così poco abituato alle nuove sonorità (e alle risorse tecniche inusuali) che questo lavoro presentava. Ciò che posso realmente constatare è l’impatto che il brano ha avuto su di me, dal primo contatto con la partitura: l’estremo rigore della scrittura, la fantasia sonora, le diversità tecniche e il virtuosismo strumentali, la disposizione delle proporzioni all’interno della struttura e il suo sorprendente equilibrio formale. Tutti questi aspetti hanno creato in me un grande fascino che ancora oggi è vivo. Chiaramente l’Helmut Lachenmann contemporaneo, esteticamente parlando, risulta molto lontano da questo lavoro, ma la recente rilettura della partitura mi ha affascinato così come fece allora... Qualche tempo dopo la prima esecuzione spagnola, ho avuto la possibilità di conoscerlo di persona e, da quel momento la nostra amicizia si è andata rafforzando negli anni attraverso molti incontri ed innumerevoli collaborazioni professionali. Il suo lavoro è stato un crescendo continuo di qualità ed intensità e nel suo catalogo si trovano opere che hanno segnato un cammino da seguire per le generazioni future. La mia ammirazione per la persona e per il suo lavoro, nata in quella data lontana, ha continuato a crescere senza interruzioni e sono orgoglioso di godere dell’amicizia e della fiducia professionale di una delle figure più importanti della musica del nostro tempo. Arturo Tamayo “…zwei Gefühle…”, Musik mit Leonardo (1992) Non fa sì gran mugghio il tempestoso mare, quando il settentrionale aquilone lo ripercuote colle schiumose onde fra Scilla e Cariddi, né Stromboli o Mongibello quando le solfuree fiamme, essendo rinchiuse, per forza rompendo e aprendo il gran monte, fulminando per l’aria pietra, terra, insieme coll’uscita e vomitata fiamma, né quando le infocate caverne di Mongibello rivomitando il male tenuto elemento, spigniendolo alla sua regione con furia, cacciando innanzi qualunque ostacolo s’interpone alla sua impetuosa furia. E tirato dalla mia bramosa voglia, vago di vedere la gran copia delle varie e strane forme fatte dalla artificiosa natura raggiratomi alquanto infra gli ombrosi scogli, pervenni all’entrata d’una caverna, dinanzi alla quale, restato alquanto stupefatto e ignorante di tal cosa, piegato le mie reni in arco, e ferma la stanca mano sopra il ginocchio e colla destra mi feci tenebre alle abbassate e chiuse ciglia, e spesso piegandomi in qua e in là per vedere dentro, vi discernessi alcuna cosa, e questo vietatomi per la grande oscurità che là entro era. È stato alquanto, subito s’alza in me due cose: paura e desiderio, paura per la minacciosa oscura spelonca, desiderio di vedere se là entro fosse alcuna miracolosa cosa. Leonardo da Vinci: Codex Arundel Verlangen nach Erkenntnis So donnernd brüllt nicht das stürmische Meer, wenn der scharfe Nordwind es mit seinen brausenden Wogen zwischen Scylla und Charybdis hin und her wirft, noch der Stromboli oder Aetna, wenn die Schwefelfeuer im gewaltsamen Durchbruch den großen Berg öffnen, um Steine und Erde samt den austretenden und herausgespieenen Flammen durch die Luft zu schleudern, noch auch die glühenden Höhlen von Mongibello, wenn sie beim Herausstoßen des schlecht verwahrten Elements rasend jedes Hindernis verjagen, das sich ihrem ungestümen Wüten entgegenstellt ... Doch ich irre umher, getrieben von meiner brennenden Begierde, das große Durcheinander der verschiedenen und seltsamen Formen wahrzunehmen, die die sinnreiche Natur hervorgebracht hat. Ich wand mich eine Weile zwischen den schattigen Klippen hindurch, bis ich zum Eingang einer großen Höhle gelangte, vor der ich betroffen im Gefühl der Unwissenheit eine Zeit lang verweilte. Ich hockte mit gekrümmtem Rücken. Die müde Hand aufs Knie gestützt beschattete ich mit der Rechten die gesenkten und geschlossenen Wimpern. Und nun, da ich mich oftmals hin und her beugte, um in die Höhle hineinzublicken und dort etwas zu unterscheiden, verbot mir das die große Dunkelheit, die darin herrschte. Als ich aber geraume Zeit verharrt hatte, erwachten plötzlich in mir zwei Gefühle: Furcht und Verlangen. Furcht vor der drohenden Dunkelheit der Höhle, Verlangen aber mit eigenen Augen zu sehen, was darin an Wunderbarem sein möchte. Leonardo da Vinci: Codex Arundel Traduzione a cura di Kurt Gerstenberg “Salut für Caudwell” (1977) “La vostra libertà è incompleta, poiché si radica solo in una parte della società. Tutta la coscienza è plasmata dalla società nel suo insieme. Ma poiché non siete coscienti di questo, credete di essere liberi. Questa illusione messa in mostra così orgogliosamente è il segno della vostra schiavitù. Sperate di dividere il pensiero della vita e, così facendo, di custodire una parte della libertà umana. La libertà, tuttavia, non è una sostanza da custodire, ma una forza prodotta nella lotta attiva con i concreti problemi della vita. Non esiste un mondo artistico neutrale. Dovete scegliere tra un’arte che non è consapevole di sé, che non è libera e che non è vera, e un’arte che conosce le sue condizioni e le esprime. Non smetteremo mai di criticare il contenuto borghese della vostra arte. Noi avanziamo solo la richiesta di conciliare l’arte con la vita e la vita con l’arte. Noi vi chiediamo di vivere realmente in un nuovo mondo e di non lasciare la vostra anima nel passato. Rimarrete divisi finché non potrete permettere che le logore categorie dell’arte borghese si mescolino meccanicamente tra loro, oppure che le categorie di un ambito diverso, quello proletario, le sostituiscano meccanicamente. Dovete percorrere il difficile sentiero creativo, dare nuova forma alle leggi e alla tecnica dell’arte in modo che essa esprima il mondo che sta nascendo e che costituisca una parte della sua realtà. Perciò diremo…”. Christopher Caudwell: dall’Illusion and Reality Traduzione dal tedesco a cura di Pietro Mussino Helmut Lachenmann Helmut Lachenmann, nato il 27 novembre 1935 a Stoccarda, ha studiato pianoforte, teoria e contrappunto alla Staatliche Hochschule für Musik und Darstellende Kunst Stuttgart dal 1955 al 1958. Dal 1958 al 1960 ha studiato composizione con Luigi Nono a Venezia. La prima esecuzione pubblica dei suoi brani è stata alla “Biennale di Venezia” nel 1962 e all’Internationale Ferienkurse für Neue Musik a Darmstadt. Dopo aver insegnato al Pädagogische Hochschule Ludwigsburg, Lachenmann è stato il docente di composizione alla Hochschule für Musik, Theater und Medien Hannover (1976–81) e alla Staatliche Hochschule für Musik und Darstellende Kunst Stuttgart (1981–99). Inoltre ha tenuto seminari, workshop e masterclass in Germania e all’estero, come all’Internationale Ferienkurse für NeuMusik a Darmstadt nel periodo dal 1978 al 2014. Nel 2008 è stato nominato Visiting Professor alla Harvard University, Cambridge/MA. Nel 2010 è diventato il membro del Royal College of Music di Londra. Ha vinto numerosi premi tra i quali possiamo citare The Siemens Musikpreis (1997), The Royal Philharmonic Society Award London (2004), The Berliner Kunstpreis (2008) così come il Leone d’oro alla Biennale di Venezia, The BBVA Award “Frontiers of Knowledge” (2011), The “GEMA Autorenpreis” (2015) e per la sua opera “The Little Match Girl” il premio Hans Christian Andersen (2016). Lachenmann è Honorary Doctor ai Conservatori di Hannover, Dresden e Cologne e membro della Akademie der Künste Berlin, Brussels, Hamburg, Leipzig, Mannheim e Munich. I suoi brani sono stati eseguiti nei più importanti festival in Germania e all’estero. Ruben Mattia Santorsa Nato nel 1992, è un chitarrista classico ed elettrico italiano. Consegue con lode il Master of Arts in Music Performance alla Hochschule der Künste Bern con la professoressa Elena Càsoli. Attualmente frequenta il Master of Arts in Specialized Music Performance (Solistendiplom) ed è vincitore della borsa di studio “Swiss Government Excellence” per gli anni 2013-2015, conferita ai migliori studenti stranieri ammessi ad un’università svizzera. Nell’ottobre 2011 si diploma con il massimo dei voti presso il Conservatorio di Verona e con il massimo dei voti e la lode consegue il Biennio sperimentale di chitarra con il Maestro Walter Zanetti presso il conservatorio di Bologna. Ha tenuto numerosi concerti in Italia, Svizzera, Austria, Ungheria, Germania e Colombia tra i quali Vienna (Istituto Italiano di Cultura), Budapest (Pestszentimrei Evangélikus Gyülekeze), Bogotà (Universidad de los Andes), Zurigo (Literaturhaus), Darmstadt (Centralstation Halle), Milano (Auditorium Martinitt). I prossimi impegni lo vedranno coinvolto come solista e membro di ensemble al festival “Sonemus Fest” di Sarajevo e alla Biennale di Monaco. Si sta specializzando in musica contemporanea, lavorando a stretto contatto con compositori quali Helmut Lachenmann, Helmut Oehring, Salvatore Sciarrino, Giacomo Manzoni, Sylvano Bussotti, Maurizio Pisati, Catalina Peralta. Ha tenuto première di giovani compositori quali Rosalba Quindici, Maurizio Azzan, Yesid Fonseca, Rocco De Cia, Michele Foresi, Karim Younis. Ha frequentato la Chigiana Summer Academy 2015 con il Maestro Oscar Ghiglia (ottenendo il Diploma di merito), gli Internationales Musikinstitut Darmstadt 2014 con il Maestro Tom Pauwels e l’Akademie für Zeitgenössische Musik in Luzern 2015 con il Maestro Mats Scheidegger. Christopher Moy Christopher Moy, chitarrista americano proveniente dal Maryland, ha conseguito il Master of Arts in Music Performance con il Maestro Lorenzo Micheli al Conservatorio della Svizzera italiana a Lugano. Attualmente frequenta il Master of Advanced Studies in Contemporary Music Performance and Interpretation a Lugano. Ha iniziato gli studi musicali all’età di quattro anni suonando il violino al Peabody Preparatory di Baltimore. Ha studiato chitarra classica con il Maestro Franco Platino presso la Levine School of Music a Washington DC e con il Maestro Julian Gray al Peabody Institute of the Johns Hopkins University a Baltimore, dove è stato assegnatario di borsa di studio per completare i suoi studi del Bachelor of Music, in cui riporta il massimo dei voti. Christopher ha tenuto concerti in America, Italia e Svizzera. Nel 2010 prende parte allo spettacolo dell’orchestra di chitarre suonando il brano “Concierto de Los Angeles” scritto dal compositore Shingo Fuji sotto la direzione di Julian Gray e con William Kanengiser come solista a Bethesda, Maryland. Nel 2013 si esibisce presso il Künstlerhaus Boswil nel quartetto di chitarre di “Canciones Remotas” di Leo Brouwer e nello stesso anno tiene concerti a Boswil, Lugano, Basilea, e Ftan in qualità di chitarrista elettrico con l’ensemble di musica contemporanea di Boswil. Nel 2013 suona in quartetto di chitarre il brano “Quartett für vier Gitarren” di Georg Friedrich Hass per la 900presente di Lugano, e nel 2014 suona in ensemble la “Serenata per un satellite” di Bruno Maderna per il Festival Suoni Riflessi a Firenze. Ha vinto il primo premio nei concorsi MarlinEngel Music Competition nel 2007 e John and Susie Beatty Classical Guitar Competition nel 2008, entrambi a Washington DC. Christopher ha anche studiato jazz presso il Peabody Conservatory di Baltimore con il chitarrista Paul Bollenback e il sassofonista Gary Thomas, esibendosi come chitarrista nel Maryland AllState Jazz Band nel 2008. Attualmente suona nel quintetto jazz/funk Sharp Shock con sede a Lugano. Nicolò Manachino Diplomatosi a pieni voti presso l’Istituto superiore di studi musicali G. Puccini di Gallarate sotto la guida del M. M. Valentini, Nicolò Manachino si perfeziona presso alcune delle più importanti istituzioni italiane e estere, tra cui l’Accademia nazionale di Santa Cecilia a Roma, l’Accademia internazionale di Imola, l’Accademia estiva di Nizza e il Conservatorio della Svizzera italiana. Nel 2012 vince l’audizione come Primo flauto (con borsa di studio) presso l’Orchestra giovanile italiana e nel 2014 vince l’audizione come Primo flauto presso l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Grazie a queste due realtà, ha la possibilità di suonare sotto la direzione di alcuni dei più importanti Maestri del panorama internazionale (B. Haitink, R. Muti, F. Luisi, P. Rophè, A. Lonquich, W. Marshall, A. Ceccato, M. Zanetti, L. Forster) e in alcune tra le più prestigiose sale del panorama europeo e mondiale (Teatro alla Scala di Milano, Opera House di Muscat, Konzerthaus di Berlino, Grand Theatre di Aix-en-Provence, Teatro dell’opera di Tirana, State Theatre di New Brunswick, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro San Carlo di Napoli, Teatro Massimo di Palermo). Ha inoltre collaborato con alcuni dei più importanti enti lirici/sinfonici italiani: come Primo flauto con l’Orchestra del Teatro alla Scala di Milano, La Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano, l’Orchestra del Teatro Regio di Torino, con l’Orchestra filarmonica di Torino e con l’Orchestra sinfonica siciliana; come secondo flauto con la Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano, con l’Orchestra A. Toscanini di Parma, con l’Orchestra sinfonica di Roma e l’Orchestra del Teatro Regio di Parma. Attualmente, oltre ad essere in procinto di concludere il MA in Music Performance al Conservatorio della Svizzera italiana, dove studia con Felix Renggli, sta seguendo i corsi del M. Giampaolo Pretto presso l’Accademia DILS. Inoltre, è assistente del M. Maurizio Valentini. Alice Rossi Alice Rossi è nata a Varese il 10 Maggio 1992; figlia d’arte, inizia gli studi di pianoforte con Claudia Bracco e si dedica in seguito al canto lirico con Francesca Lombardi ed Enza Giacoia. Nel 2014 ottiene il Bachelor of Arts in Music al Conservatorio della Svizzera italiana, dove frequenta attualmente il MA in Pedagogy sotto la guida di Luisa Castellani e Barbara Zanichelli. Debutta nel 2013 con l’opera con The rape of Lucretia di Benjamin Britten, diretta da Arturo Tamayo nel ruolo di Lucia al Palazzo dei Congressi di Lugano. Continua la sua attività solistica in diversi contesti, tra questi si ricorda il concerto di apertura della stagione 900presente/2013 dedicato alla seconda scuola di Vienna dove interpreta i 4 Lieder op. 13 per voce e orchestra di Anton Webern, la partecipazione al festival Sir Harry’s songs in Hannover, in occasione dell’ottantesimo compleanno del compositore Harrison Birtwistle, dove interpreta Songs by myself e Nenia: the Death of Orpheus sotto la direzione di Stefan Asbury e in collaborazione con Das Neue Ensamble; interpreta il ruolo di Regina all’interno dell’oratorio San Giovanni Nepomuceno di A. Caldara al Salzburger Bach Gesellschaft in collaborazione con La Divina Armonia diretta da Lorenzo Ghielmi, ed Euridice nell’Orfeo di C. Monteverdi al teatro Comunale C. Abbado di Ferrara, sotto la direzione di Roberto Zarpellon. Le sue collaborazioni comprendono svariati ensemble, tra questi l’ensemble vocale contemporaneo Vox Altera diretto da Massimiliano Pascucci, lo Studium Ensemble di musica medievale diretto da Barbara Zanichelli e con il coro della RSI diretto da Diego Fasolis. È vincitrice di diversi concorsi, tra questi La Borsa Colette Mosetti di Losanna nel 2013, ottiene il terzo premio al concorso Antonio Cesti di Opera barocca ad Innsbruck nel 2015, vince un primo premio della fondazione Kiefer-Hablitzel nel 2016; si qualifica quale finalista nel concorso Credit Suisse/2014 e al Concorso Renata Tebaldi di San Marino per la sezione musica antica e barocca nel 2015. Ha approfondito ulteriormente la conoscenza del repertorio della musica leggera, jazz e blues partecipando a diverse masterclass con Benny Golson, Colleen Mc Nabb, Joe di Francesco, Laura Fedele e Alberto Marsico. Alejandro Olóriz Soria Nato a Pamplona (Spagna), comincia lo studio del violoncello al Conservatorio di musica Pablo Sarasate di Pamplona e, all’età di 15 anni viene ammesso, per il bachelor, al Conservatorio Superiore di Musica di Navarra. Più tardi si trasferisce al Centro Superior de Musica del Pais Vasco dove conclude i suoi studi con i Maestri Maria Casado ed Asier Polo. Attualmente frequenta il Master Performance con il Maestro Enrico Dindo presso il Conservatorio della Svizzera italiana, a Lugano. Dall’età di 15 anni assiste regolarmente a corsi di perfezionamento di violoncello, musica da camera ed orchestra dove riceve lezioni da importanti Maestri come Asier Polo, Maria Casado, Aldo Mata, Angel Luis Quintana, Amit Peled, Daniel Grosgurin, Charles Tunell, Emil Rovner, Enrico Dindo, etc. Dal 2010 al 2014 è membro dell’Orchestra Giovanile Spagnola (JONDE), con la quale tiene concerti in diversi auditorium della Spagna e all’estero come l’Auditorio Nacional de Madrid, il Teatro Vicoria Eugenia di San Sebastian, Teatro Calderon de Valladolid, Auditorio de Zaragoza, Auditorio Principe Felipe de Oviedo, Auditorio de Santander, Konzerthaus am Gendarmenmark (Festival Young.Euro.Classic) en Berlín o Teatro di Aux en Provence en Francia, etc. Con questa orchestra ha suonato sotto la direzione di importanti direttori quali Jesús López Cobos, Cristóbal Soler, Víctor Pablo Pérez, George Pehlivanian o Lutz Köhler. Ha collaborato con le orchestre professionale OSE (Orquesta sinfonica de Euskadi), BOS (Sinfonica de Bilbao) ed Orchestra Nazionale della Spagna. Nel 2013 usufruisce della borsa di studio «Ampliacion de estidos artisticos» del Governo di Navarra. Suona uno strumento di origine francese di metà Ottocento. Arturo Tamayo Nato a Madrid, ha compiuto gli studi universitari presso la facoltà di Giurisprudenza e quelli musicali al Conservatorio Reale di Madrid, dove si è diplomato nel 1970 con nota di merito. Ha studiato direzione d’orchestra con Pierre Boulez a Basilea e con Francis Travis, mentre composizione con Wolfgang Fortner e Klaus Huber presso la Staatliche Hochschule di Freiburg in Germania. Nel ’76 conclude il suo corso di studi a Freiburg con il Diploma di Direzione d’orchestra. Dal 1977 intraprende un’intensa attività che lo vede impegnato in diverse produzioni radiofoniche e televisive, sul podio dei più importanti complessi sinfonici europei. Viene inoltre invitato da numerosi festival internazionali, quali i “Donaueschinger Musiktage”, Festival di Salisburgo, “Luzerner Festwochen”, Biennale di Venezia, Maggio Musicale Fiorentino, Autunno di Varsavia, “Berliner Musikbiennale”, Wien Modern, Settembre Musica di Torino, “Proms” di Londra, dove dirige in prima assoluta composizioni di John Cage, Iannis Xenakis, Franco Donatoni, Niccolò Castiglioni, Sylvano Bussotti, Wolfgang Rihm, Brian Ferneyhough, Giacomo Manzoni. Dirige anche diverse produzioni operistiche e di balletto in numerosi teatri, tra i quali la Deustche Oper di Berlino, la Wiener Staatsoper, Covent Garden di Londra, Teatro Real di Madrid, Opera di Roma, Opera di Parigi, Opera di Graz, Opera di Basilea, “La Fenice” di Venezia, Théâtre de Champs Elysées Paris. Ha diretto le più importanti orchestre europee, tra le quali figurano la Symphonie-Orchester des Bayerischer Rundfunks, Berliner Symphonie Orchester, Deutsches Symphonie-Orchester Berlin, Südfunk Stuttgart, WDR-Orchester Köln, Radio-Symphonie-Orchester Frankfurt, BBCSymphonie Orchestra, Orchestre Nationale de France, Orchestre Philharmonique de la Radio di Parigi, Radio- Symphonie-Orchester Wien, Orchestre della RAI di Milano, Napoli, Torino e Roma, Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino, Orchestra “Toscanini” di Parma, Orchestra de L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra del Teatro “La Fenice”, Orchestra dell’Opera di Roma. Numerose sono le sue incisioni discografiche, tra le quali si annoverano quelle con importanti orchestre come la BBC di Londra, Ensemble Intercontemporain, Radio-Symphonie-Orchester Frankfurt, Orchestre Philharmonique du Luxembourg (le opere orchestrali di Iannis Xenakis). Ensemble ‘900 del Conservatorio della Svizzera italiana: Flauto in sol, ottavino: Flauto basso: Corno inglese: Clarinetto basso: Clarinetto contrabbasso: Controfagotto: Trombe: Contrabbasso: Nicolò Manachino Chiaki Nakagomi Giuliana Zanoni Alba Dominguez Delgado Rui França Ferreira Arseniy Shkaptsov Simone Telandro Giovanni Re Luca Ballabio* Federico Moscarola* Rina Fukuda Davide Testa Luca Ieracitano* Gregor Bugar Maria Luciani Beatrice Melis Rebeca Maseda Longarela Eugenio Sacchetti Lavinia Quatrini Teresa Robledo Risueño Alejandro Olóriz Soria Camillo Lepido Sabrina Merz Regia del suono: Alberto Barberis Trombone: Tuba: Percussioni: Pianoforte: Assistente al pianoforte: Chitarra: Arpa: Violini: Viole: Violoncelli: * ospite Prossimo appuntamento 900presente: Giovedì 14 aprile 2016, ore 20.30 – LAC, Sala Teatro LuganoInScena Opera da tre soldi di Bertolt Brecht e Kurt Weill Arturo Tamayo, direzione Daniel Bausch, regia