Lachenmann - Conservatorio della Svizzera Italiana

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Lachenmann - Conservatorio della Svizzera Italiana
Luganomodern
Lachenmann
Domenica 20 marzo 2016
ore 17.30
Auditorio Stelio Molo RSI | Lugano
Helmut Lachenmann
Ensemble 900 del Conservatorio
Direttore Arturo Tamayo
Ruben Mattia Santorsa, chitarra I
Christopher Moy, chitarra II
Alice Rossi, soprano
Nicolò Manachino, flauto
Alejandro Oloriz Soria, violoncello
conservatorio.ch/900
+41(0)91 960 23 62
Biglietto 15 CHF
Lugano Card, Club Rete Due e Amici del Conservatorio 10 CHF
Fino a 18 anni e studenti entrata libera
Lachenmann
domenica 20 marzo 2016 | 17.30
auditorio stelio molo RSI| lugano
H. Lachenmann Salut für Caudwell (1977)
*1935
per 2 chitarre
26’
ruben mattia santorsa _ chitarra I*
christopher moy _chitarra II
*in collaborazione con la Musikhochschule Bern
temA (1968)
per flauto, mezzosoprano e violoncello
14’
nicolò manachino _flauto
alice rossi _soprano
alejandro olóriz soria _ violoncello
“…zwei Gefühle…”, Musik mit Leonardo (1992)
per voce recitante ed ensemble
helmut lachenmann _ voce
20’
Il mio primo contatto con la musica di Helmut Lachenmann fu nel
maggio 1968 per la prima in Spagna del suo "Trio fluido", sotto la mia
direzione. Nonostante il ricordo di questo concerto sia ancora vivo nella
mia memoria, mi chiedo, a distanza di molti anni, come il pubblico
all’ascolto abbia percepito quest’opera, essendo all’epoca così poco
abituato alle nuove sonorità (e alle risorse tecniche inusuali) che questo
lavoro presentava.
Ciò che posso realmente constatare è l’impatto che il brano ha avuto su
di me, dal primo contatto con la partitura: l’estremo rigore della
scrittura, la fantasia sonora, le diversità tecniche e il virtuosismo
strumentali, la disposizione delle proporzioni all’interno della struttura e
il suo sorprendente equilibrio formale. Tutti questi aspetti hanno creato
in me un grande fascino che ancora oggi è vivo. Chiaramente l’Helmut
Lachenmann contemporaneo, esteticamente parlando, risulta molto
lontano da questo lavoro, ma la recente rilettura della partitura mi ha
affascinato così come fece allora...
Qualche tempo dopo la prima esecuzione spagnola, ho avuto la
possibilità di conoscerlo di persona e, da quel momento la nostra
amicizia si è andata rafforzando negli anni attraverso molti incontri ed
innumerevoli collaborazioni professionali. Il suo lavoro è stato un
crescendo continuo di qualità ed intensità e nel suo catalogo si trovano
opere che hanno segnato un cammino da seguire per le generazioni
future. La mia ammirazione per la persona e per il suo lavoro, nata in
quella data lontana, ha continuato a crescere senza interruzioni e sono
orgoglioso di godere dell’amicizia e della fiducia professionale di una
delle figure più importanti della musica del nostro tempo.
Arturo Tamayo
“…zwei Gefühle…”, Musik mit Leonardo (1992)
Non fa sì gran mugghio il tempestoso mare, quando il settentrionale
aquilone lo ripercuote colle schiumose onde fra Scilla e Cariddi, né
Stromboli o Mongibello quando le solfuree fiamme, essendo rinchiuse,
per forza rompendo e aprendo il gran monte, fulminando per l’aria
pietra, terra, insieme coll’uscita e vomitata fiamma, né quando le
infocate
caverne
di
Mongibello rivomitando il
male
tenuto
elemento,
spigniendolo alla sua regione
con furia, cacciando innanzi
qualunque
ostacolo
s’interpone alla sua impetuosa
furia. E tirato dalla mia
bramosa voglia, vago di
vedere la gran copia delle
varie e strane forme fatte dalla
artificiosa natura raggiratomi
alquanto infra gli ombrosi
scogli, pervenni all’entrata
d’una caverna, dinanzi alla
quale,
restato
alquanto
stupefatto e ignorante di tal
cosa, piegato le mie reni in
arco, e ferma la stanca mano
sopra il ginocchio e colla
destra mi feci tenebre alle abbassate e chiuse ciglia, e spesso
piegandomi in qua e in là per vedere dentro, vi discernessi alcuna cosa,
e questo vietatomi per la grande oscurità che là entro era. È stato
alquanto, subito s’alza in me due cose: paura e desiderio, paura per la
minacciosa oscura spelonca, desiderio di vedere se là entro fosse
alcuna miracolosa cosa.
Leonardo da Vinci: Codex Arundel
Verlangen nach Erkenntnis
So donnernd brüllt nicht das stürmische Meer, wenn der scharfe
Nordwind es mit seinen brausenden Wogen zwischen Scylla und
Charybdis hin und her wirft, noch der Stromboli oder Aetna, wenn die
Schwefelfeuer im gewaltsamen Durchbruch den großen Berg öffnen, um
Steine und Erde samt den austretenden und herausgespieenen Flammen
durch die Luft zu schleudern, noch auch die glühenden Höhlen von
Mongibello, wenn sie beim Herausstoßen des schlecht verwahrten
Elements rasend jedes Hindernis verjagen, das sich ihrem ungestümen
Wüten entgegenstellt ...
Doch ich irre umher, getrieben von meiner brennenden Begierde, das
große Durcheinander der verschiedenen und seltsamen Formen
wahrzunehmen, die die sinnreiche Natur hervorgebracht hat. Ich wand
mich eine Weile zwischen den schattigen Klippen hindurch, bis ich zum
Eingang einer großen Höhle gelangte, vor der ich betroffen im Gefühl
der Unwissenheit eine Zeit lang verweilte. Ich hockte mit gekrümmtem
Rücken. Die müde Hand aufs Knie gestützt beschattete ich mit der
Rechten die gesenkten und geschlossenen Wimpern. Und nun, da ich
mich oftmals hin und her beugte, um in die Höhle hineinzublicken und
dort etwas zu unterscheiden, verbot mir das die große Dunkelheit, die
darin herrschte. Als ich aber geraume Zeit verharrt hatte, erwachten
plötzlich in mir zwei Gefühle: Furcht und Verlangen. Furcht vor der
drohenden Dunkelheit der Höhle, Verlangen aber mit eigenen Augen zu
sehen, was darin an Wunderbarem sein möchte.
Leonardo da Vinci: Codex Arundel
Traduzione a cura di Kurt Gerstenberg
“Salut für Caudwell” (1977)
“La vostra libertà è incompleta, poiché si radica solo in una parte della
società. Tutta la coscienza è plasmata dalla società nel suo insieme. Ma
poiché non siete coscienti di questo, credete di essere liberi. Questa
illusione messa in mostra così orgogliosamente è il segno della vostra
schiavitù.
Sperate di dividere il pensiero della vita e, così facendo, di custodire una
parte della libertà umana.
La libertà, tuttavia, non è una sostanza da custodire, ma una forza
prodotta nella lotta attiva con i concreti problemi della vita. Non esiste
un mondo artistico neutrale. Dovete scegliere tra un’arte che non è
consapevole di sé, che non è libera e che non è vera, e un’arte che
conosce le sue condizioni e le esprime. Non smetteremo mai di criticare
il contenuto borghese della vostra arte. Noi avanziamo solo la richiesta
di conciliare l’arte con la vita e la vita con l’arte. Noi vi chiediamo di
vivere realmente in un nuovo mondo e di non lasciare la vostra anima
nel passato. Rimarrete divisi finché non potrete permettere che le logore
categorie dell’arte borghese si mescolino meccanicamente tra loro,
oppure che le categorie di un ambito diverso, quello proletario, le
sostituiscano meccanicamente. Dovete percorrere il difficile sentiero
creativo, dare nuova forma alle leggi e alla tecnica dell’arte in modo
che essa esprima il mondo che sta nascendo e che costituisca una parte
della sua realtà. Perciò diremo…”.
Christopher Caudwell: dall’Illusion and Reality
Traduzione dal tedesco a cura di Pietro Mussino
Helmut Lachenmann
Helmut Lachenmann, nato il 27
novembre 1935 a Stoccarda, ha
studiato
pianoforte,
teoria
e
contrappunto
alla
Staatliche
Hochschule
für
Musik
und
Darstellende Kunst Stuttgart dal 1955
al 1958.
Dal 1958 al 1960 ha studiato
composizione con Luigi Nono a
Venezia. La prima esecuzione pubblica
dei suoi brani è stata alla “Biennale di
Venezia” nel 1962 e all’Internationale
Ferienkurse für Neue Musik a
Darmstadt.
Dopo aver insegnato al Pädagogische Hochschule Ludwigsburg,
Lachenmann è stato il docente di composizione alla Hochschule für
Musik, Theater und Medien Hannover (1976–81) e alla Staatliche
Hochschule für Musik und Darstellende Kunst Stuttgart (1981–99).
Inoltre ha tenuto seminari, workshop e masterclass in Germania e
all’estero, come all’Internationale Ferienkurse für NeuMusik a
Darmstadt nel periodo dal 1978 al 2014.
Nel 2008 è stato nominato Visiting Professor alla Harvard University,
Cambridge/MA. Nel 2010 è diventato il membro del Royal College of
Music di Londra.
Ha vinto numerosi premi tra i quali possiamo citare The Siemens
Musikpreis (1997), The Royal Philharmonic Society Award London
(2004), The Berliner Kunstpreis (2008) così come il Leone d’oro alla
Biennale di Venezia, The BBVA Award “Frontiers of Knowledge” (2011),
The “GEMA Autorenpreis” (2015) e per la sua opera “The Little Match
Girl” il premio Hans Christian Andersen (2016).
Lachenmann è Honorary Doctor ai Conservatori di Hannover, Dresden
e Cologne e membro della Akademie der Künste Berlin, Brussels,
Hamburg, Leipzig, Mannheim e Munich. I suoi brani sono stati eseguiti
nei più importanti festival in Germania e all’estero.
Ruben Mattia Santorsa
Nato nel 1992, è un chitarrista
classico ed elettrico italiano.
Consegue con lode il Master of
Arts in Music Performance alla
Hochschule der Künste Bern con
la professoressa Elena Càsoli.
Attualmente frequenta il Master of
Arts
in
Specialized
Music
Performance (Solistendiplom) ed
è vincitore della borsa di studio
“Swiss Government Excellence”
per gli anni 2013-2015, conferita ai migliori studenti stranieri ammessi
ad un’università svizzera. Nell’ottobre 2011 si diploma con il massimo
dei voti presso il Conservatorio di Verona e con il massimo dei voti e la
lode consegue il Biennio sperimentale di chitarra con il Maestro Walter
Zanetti presso il conservatorio di Bologna. Ha tenuto numerosi concerti
in Italia, Svizzera, Austria, Ungheria, Germania e Colombia tra i quali
Vienna (Istituto Italiano di Cultura), Budapest (Pestszentimrei Evangélikus
Gyülekeze), Bogotà (Universidad de los Andes), Zurigo (Literaturhaus),
Darmstadt (Centralstation Halle), Milano (Auditorium Martinitt). I
prossimi impegni lo vedranno coinvolto come solista e membro di
ensemble al festival “Sonemus Fest” di Sarajevo e alla Biennale di
Monaco. Si sta specializzando in musica contemporanea, lavorando a
stretto contatto con compositori quali Helmut Lachenmann, Helmut
Oehring, Salvatore Sciarrino, Giacomo Manzoni, Sylvano Bussotti,
Maurizio Pisati, Catalina Peralta. Ha tenuto première di giovani
compositori quali Rosalba Quindici, Maurizio Azzan, Yesid Fonseca,
Rocco De Cia, Michele Foresi, Karim Younis. Ha frequentato la
Chigiana Summer Academy 2015 con il Maestro Oscar Ghiglia
(ottenendo il Diploma di merito), gli Internationales Musikinstitut
Darmstadt 2014 con il Maestro Tom Pauwels e l’Akademie für
Zeitgenössische Musik in Luzern 2015 con il Maestro Mats Scheidegger.
Christopher Moy
Christopher
Moy,
chitarrista
americano
proveniente
dal
Maryland, ha conseguito il Master
of Arts in Music Performance con il
Maestro
Lorenzo
Micheli
al
Conservatorio
della
Svizzera
italiana a Lugano. Attualmente
frequenta il Master of Advanced Studies in Contemporary Music
Performance and Interpretation a Lugano. Ha iniziato gli studi musicali
all’età di quattro anni suonando il violino al Peabody Preparatory di
Baltimore. Ha studiato chitarra classica con il Maestro Franco Platino
presso la Levine School of Music a Washington DC e con il Maestro
Julian Gray al Peabody Institute of the Johns Hopkins University a
Baltimore, dove è stato assegnatario di borsa di studio per completare i
suoi studi del Bachelor of Music, in cui riporta il massimo dei voti.
Christopher ha tenuto concerti in America, Italia e Svizzera. Nel 2010
prende parte allo spettacolo dell’orchestra di chitarre suonando il brano
“Concierto de Los Angeles” scritto dal compositore Shingo Fuji sotto la
direzione di Julian Gray e con William Kanengiser come solista a
Bethesda, Maryland. Nel 2013 si esibisce presso il Künstlerhaus Boswil
nel quartetto di chitarre di “Canciones Remotas” di Leo Brouwer e nello
stesso anno tiene concerti a Boswil, Lugano, Basilea, e Ftan in qualità di
chitarrista elettrico con l’ensemble di musica contemporanea di Boswil.
Nel 2013 suona in quartetto di chitarre il brano “Quartett für vier
Gitarren” di Georg Friedrich Hass per la 900presente di Lugano, e nel
2014 suona in ensemble la “Serenata per un satellite” di Bruno
Maderna per il Festival Suoni Riflessi a Firenze.
Ha vinto il primo premio nei concorsi MarlinEngel Music Competition
nel 2007 e John and Susie Beatty Classical Guitar Competition nel
2008, entrambi a Washington DC. Christopher ha anche studiato jazz
presso il Peabody Conservatory di Baltimore con il chitarrista Paul
Bollenback e il sassofonista Gary Thomas, esibendosi come chitarrista
nel Maryland AllState Jazz Band nel 2008. Attualmente suona nel
quintetto jazz/funk Sharp Shock con sede a Lugano.
Nicolò Manachino
Diplomatosi a pieni voti
presso l’Istituto superiore di
studi musicali G. Puccini di
Gallarate sotto la guida del
M. M. Valentini, Nicolò
Manachino si perfeziona
presso alcune delle più
importanti istituzioni italiane
e estere, tra cui l’Accademia nazionale di Santa Cecilia a Roma,
l’Accademia internazionale di Imola, l’Accademia estiva di Nizza e il
Conservatorio della Svizzera italiana.
Nel 2012 vince l’audizione come Primo flauto (con borsa di studio)
presso l’Orchestra giovanile italiana e nel 2014 vince l’audizione come
Primo flauto presso l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala di
Milano. Grazie a queste due realtà, ha la possibilità di suonare sotto la
direzione di alcuni dei più importanti Maestri del panorama
internazionale (B. Haitink, R. Muti, F. Luisi, P. Rophè, A. Lonquich, W.
Marshall, A. Ceccato, M. Zanetti, L. Forster) e in alcune tra le più
prestigiose sale del panorama europeo e mondiale (Teatro alla Scala di
Milano, Opera House di Muscat, Konzerthaus di Berlino, Grand
Theatre di Aix-en-Provence, Teatro dell’opera di Tirana, State Theatre di
New Brunswick, Teatro Carlo Felice di Genova, Teatro San Carlo di
Napoli, Teatro Massimo di Palermo).
Ha inoltre collaborato con alcuni dei più importanti enti lirici/sinfonici
italiani: come Primo flauto con l’Orchestra del Teatro alla Scala di
Milano, La Filarmonica del Teatro alla Scala di Milano, l’Orchestra del
Teatro Regio di Torino, con l’Orchestra filarmonica di Torino e con
l’Orchestra sinfonica siciliana; come secondo flauto con la Filarmonica
del Teatro alla Scala di Milano, con l’Orchestra A. Toscanini di Parma,
con l’Orchestra sinfonica di Roma e l’Orchestra del Teatro Regio di
Parma. Attualmente, oltre ad essere in procinto di concludere il MA in
Music Performance al Conservatorio della Svizzera italiana, dove studia
con Felix Renggli, sta seguendo i corsi del M. Giampaolo Pretto presso
l’Accademia DILS. Inoltre, è assistente del M. Maurizio Valentini.
Alice Rossi
Alice Rossi è nata a Varese il 10
Maggio 1992; figlia d’arte, inizia gli
studi di pianoforte con Claudia Bracco
e si dedica in seguito al canto lirico con
Francesca Lombardi ed Enza Giacoia.
Nel 2014 ottiene il Bachelor of Arts in
Music al Conservatorio della Svizzera
italiana, dove frequenta attualmente il
MA in Pedagogy sotto la guida di Luisa Castellani e Barbara Zanichelli.
Debutta nel 2013 con l’opera con The rape of Lucretia di Benjamin
Britten, diretta da Arturo Tamayo nel ruolo di Lucia al Palazzo dei
Congressi di Lugano. Continua la sua attività solistica in diversi contesti,
tra questi si ricorda il concerto di apertura della stagione
900presente/2013 dedicato alla seconda scuola di Vienna dove
interpreta i 4 Lieder op. 13 per voce e orchestra di Anton Webern, la
partecipazione al festival Sir Harry’s songs in Hannover, in occasione
dell’ottantesimo compleanno del compositore Harrison Birtwistle, dove
interpreta Songs by myself e Nenia: the Death of Orpheus sotto la
direzione di Stefan Asbury e in collaborazione con Das Neue Ensamble;
interpreta il ruolo di Regina all’interno dell’oratorio San Giovanni
Nepomuceno di A. Caldara al Salzburger Bach Gesellschaft in
collaborazione con La Divina Armonia diretta da Lorenzo Ghielmi, ed
Euridice nell’Orfeo di C. Monteverdi al teatro Comunale C. Abbado di
Ferrara, sotto la direzione di Roberto Zarpellon. Le sue collaborazioni
comprendono svariati ensemble, tra questi l’ensemble vocale
contemporaneo Vox Altera diretto da Massimiliano Pascucci, lo Studium
Ensemble di musica medievale diretto da Barbara Zanichelli e con il
coro della RSI diretto da Diego Fasolis. È vincitrice di diversi concorsi,
tra questi La Borsa Colette Mosetti di Losanna nel 2013, ottiene il terzo
premio al concorso Antonio Cesti di Opera barocca ad Innsbruck nel
2015, vince un primo premio della fondazione Kiefer-Hablitzel nel
2016; si qualifica quale finalista nel concorso Credit Suisse/2014 e al
Concorso Renata Tebaldi di San Marino per la sezione musica antica e
barocca nel 2015. Ha approfondito ulteriormente la conoscenza del
repertorio della musica leggera, jazz e blues partecipando a diverse
masterclass con Benny Golson, Colleen Mc Nabb, Joe di Francesco,
Laura Fedele e Alberto Marsico.
Alejandro Olóriz Soria
Nato a Pamplona (Spagna), comincia
lo
studio
del
violoncello
al
Conservatorio di musica Pablo
Sarasate di Pamplona e, all’età di 15
anni viene ammesso, per il bachelor,
al Conservatorio Superiore di Musica
di Navarra. Più tardi si trasferisce al Centro Superior de Musica del Pais
Vasco dove conclude i suoi studi con i Maestri Maria Casado ed Asier
Polo. Attualmente frequenta il Master Performance con il Maestro Enrico
Dindo presso il Conservatorio della Svizzera italiana, a Lugano.
Dall’età di 15 anni assiste regolarmente a corsi di perfezionamento di
violoncello, musica da camera ed orchestra dove riceve lezioni da
importanti Maestri come Asier Polo, Maria Casado, Aldo Mata, Angel
Luis Quintana, Amit Peled, Daniel Grosgurin, Charles Tunell, Emil
Rovner, Enrico Dindo, etc.
Dal 2010 al 2014 è membro dell’Orchestra Giovanile Spagnola
(JONDE), con la quale tiene concerti in diversi auditorium della Spagna
e all’estero come l’Auditorio Nacional de Madrid, il Teatro Vicoria
Eugenia di San Sebastian, Teatro Calderon de Valladolid, Auditorio de
Zaragoza, Auditorio Principe Felipe de Oviedo, Auditorio de Santander,
Konzerthaus am Gendarmenmark (Festival Young.Euro.Classic) en
Berlín o Teatro di Aux en Provence en Francia, etc. Con questa
orchestra ha suonato sotto la direzione di importanti direttori quali Jesús
López Cobos, Cristóbal Soler, Víctor Pablo Pérez, George Pehlivanian o
Lutz Köhler. Ha collaborato con le orchestre professionale OSE
(Orquesta sinfonica de Euskadi), BOS (Sinfonica de Bilbao) ed
Orchestra Nazionale della Spagna.
Nel 2013 usufruisce della borsa di studio «Ampliacion de estidos
artisticos» del Governo di Navarra.
Suona uno strumento di origine francese di metà Ottocento.
Arturo Tamayo
Nato
a
Madrid,
ha
compiuto
gli
studi
universitari presso la facoltà
di Giurisprudenza e quelli
musicali al Conservatorio
Reale di Madrid, dove si è
diplomato nel 1970 con
nota di merito. Ha studiato
direzione d’orchestra con
Pierre Boulez a Basilea e
con Francis Travis, mentre
composizione con Wolfgang Fortner e Klaus Huber presso la Staatliche
Hochschule di Freiburg in Germania. Nel ’76 conclude il suo corso di
studi a Freiburg con il Diploma di Direzione d’orchestra. Dal 1977
intraprende un’intensa attività che lo vede impegnato in diverse
produzioni radiofoniche e televisive, sul podio dei più importanti
complessi sinfonici europei. Viene inoltre invitato da numerosi festival
internazionali, quali i “Donaueschinger Musiktage”, Festival di
Salisburgo, “Luzerner Festwochen”, Biennale di Venezia, Maggio
Musicale Fiorentino, Autunno di Varsavia, “Berliner Musikbiennale”,
Wien Modern, Settembre Musica di Torino, “Proms” di Londra, dove
dirige in prima assoluta composizioni di John Cage, Iannis Xenakis,
Franco Donatoni, Niccolò Castiglioni, Sylvano Bussotti, Wolfgang Rihm,
Brian Ferneyhough, Giacomo Manzoni. Dirige anche diverse produzioni
operistiche e di balletto in numerosi teatri, tra i quali la Deustche Oper
di Berlino, la Wiener Staatsoper, Covent Garden di Londra, Teatro Real
di Madrid, Opera di Roma, Opera di Parigi, Opera di Graz, Opera di
Basilea, “La Fenice” di Venezia, Théâtre de Champs Elysées Paris. Ha
diretto le più importanti orchestre europee, tra le quali figurano la
Symphonie-Orchester des Bayerischer Rundfunks, Berliner Symphonie
Orchester, Deutsches Symphonie-Orchester Berlin, Südfunk Stuttgart,
WDR-Orchester Köln, Radio-Symphonie-Orchester Frankfurt, BBCSymphonie Orchestra, Orchestre Nationale de France, Orchestre
Philharmonique de la Radio di Parigi, Radio- Symphonie-Orchester
Wien, Orchestre della RAI di Milano, Napoli, Torino e Roma, Orchestra
del Maggio Musicale Fiorentino, Orchestra “Toscanini” di Parma,
Orchestra de L’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Orchestra del
Teatro “La Fenice”, Orchestra dell’Opera di Roma. Numerose sono le
sue incisioni discografiche, tra le quali si annoverano quelle con
importanti orchestre come la BBC di Londra, Ensemble
Intercontemporain, Radio-Symphonie-Orchester Frankfurt, Orchestre
Philharmonique du Luxembourg (le opere orchestrali di Iannis Xenakis).
Ensemble ‘900 del Conservatorio della Svizzera italiana:
Flauto in sol, ottavino:
Flauto basso:
Corno inglese:
Clarinetto basso:
Clarinetto contrabbasso:
Controfagotto:
Trombe:
Contrabbasso:
Nicolò Manachino
Chiaki Nakagomi
Giuliana Zanoni
Alba Dominguez Delgado
Rui França Ferreira
Arseniy Shkaptsov
Simone Telandro
Giovanni Re
Luca Ballabio*
Federico Moscarola*
Rina Fukuda
Davide Testa
Luca Ieracitano*
Gregor Bugar
Maria Luciani
Beatrice Melis
Rebeca Maseda Longarela
Eugenio Sacchetti
Lavinia Quatrini
Teresa Robledo Risueño
Alejandro Olóriz Soria
Camillo Lepido
Sabrina Merz
Regia del suono:
Alberto Barberis
Trombone:
Tuba:
Percussioni:
Pianoforte:
Assistente al pianoforte:
Chitarra:
Arpa:
Violini:
Viole:
Violoncelli:
* ospite
Prossimo appuntamento 900presente:
Giovedì 14 aprile 2016, ore 20.30 – LAC, Sala Teatro
LuganoInScena
Opera da tre soldi
di Bertolt Brecht e Kurt Weill
Arturo Tamayo, direzione
Daniel Bausch, regia