Deposito Amministrato. Se volete investire in azioni, obbligazioni e
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Deposito Amministrato. Se volete investire in azioni, obbligazioni e
Deposito Amministrato. Se volete investire in azioni, obbligazioni e titoli di Stato, derivati, warrant, covered warrant, quote di fondi comuni di investimento e Sicav, è necessario aprire un Deposito Amministrato, ovvero un conto d’appoggio a voi intestato sul quale la banca iscrive tutti i titoli che comprate. La banca curerà per voi la gestione dei titoli stessi riscuotendo le cedole e i dividendi e curando il rimborso del capitale alla loro scadenza. Il dossier titoli è quindi, uno strumento bancario messo a disposizione dall’intermediario (ad un costo generalmente maggiore rispetto ad un conto tradizionale) per acquistare azioni via web e per effettuare altre operazioni. La semplice apertura di un conto corrente non include l’apertura anche di questa sorta di paniere titoli: si tratta di una nuova operazione da effettuare su richiesta del cliente e che prevede dei costi maggiori. Il correntista può richiedere in qualsiasi momento l’apertura del dossier titoli; deve semplicemente sottoscrivere un nuovo contratto, autorizzare l’istituto di credito ed accettare le previste condizioni contrattuali. Il dossier titoli non è un servizio gratuito che la banca fornisce ai propri clienti, ma è soggetto a dei costi. Innanzitutto, gli investimenti custoditi nel dossier titoli sono soggetti a due tipologie di tassazione. Si tratta dell’imposta di bollo e del capital gain: dal primo gennaio 2014 c’è stato l’aumento dell’aliquota imposta di bollo da 0,15% allo 0,2% sulle comunicazione relative ai prodotti finanziari; per le persone fisiche i guadagni di capitale, conseguiti cedendo partecipazioni non qualificate o altri titoli non azionari, sono soggetti ad un’aliquota fissa del 26% (i Titoli di Stato sono al 12,50%). A questi vanno ad aggiungersi ad eventuali costi praticati dalla banca: ad esempio, diritti di custodia dei titoli, acquisto e vendita dei titoli (emolumenti bancari). Se non ci sono conti depositati, il dossier titoli non è soggetto al pagamento del bollo statale (nella misura relativa al dossier stesso) né degli altri oneri bancari quali il diritto di custodia dei titoli e quello di compravendita. In ogni caso i costi del dossier titoli sono ben specificati nel contratto e nel Foglio Informativo che l’intermediario deve mettere a disposizione dei propri clienti. Almeno una volta all’anno l’intermediario deve inviare al cliente un preciso resoconto di tutti i titoli in suo possesso. Un tempo (quando esistevano ancora i titoli cartacei) la banca provvedeva anche alla loro custodia e alla loro movimentazione fisica. Adesso gli strumenti finanziari sono delle semplici scritture contabili detenute da Monte Titoli S.p.A. (società del Gruppo Borsa Italiana che svolge il ruolo di depositario centrale nazionale per gli strumenti finanziari e che gestisce il servizio di liquidazione) che si occupa di eseguite tutte le operazioni per conto delle banche e dei loro clienti. Anche i titoli esteri seguono sistemi analoghi: sono affidati a grandi depositari internazionali che hanno pi o meno le stesse funzioni di Monte Titoli. Se questa gestione da un lato ha permesso di rendere più snella e semplice la circolazione dei titoli, dall’altro ha generato spiacevoli effetti collaterali. Ne sanno qualcosa i soggetti che detengono azioni o obbligazioni di società fallite. Se prima era possibile farsi restituire il titolo originale dalla banca e conservarlo gratuitamente presso il proprio domicilio, ora è necessario mantenere aperto il dossier titoli e pagare le relative commissioni e bolli sino a quando la procedura fallimentare non è conclusa. Solo allora, infatti Monte Titoli provvederà a cancellarlo. Soprattutto se si tratta di azioni o di titoli che non hanno più alcun valore residuo, si può chiedere alla banca di acquistarli ad un prezzo simbolico ottenendo così il duplice beneficio di liberarsene e di godere di una minusvalenza fiscalmente deducibile.La banca però non è obbligata ad acquistarli.