CZ OTTOBRE V.5
Transcript
CZ OTTOBRE V.5
E 1,00 mensile di cultura cinematografica L’allegra s-brigata di Monicelli Il decano del cinema italiano racconta l’avventura di fare film oggi Immagini di Resnais Dall’archivio Vergerio una miniera di foto del maestro francese Signori e signore, vi presento Cuori! Resnais racconta il suo film Altman in realtà non se n’è mai andato I ritratti impuri dell’America nell’omaggio al regista di Nashville Cinemazerocard 2007 Una card, mille vantaggi! 2006 numero 11 anno XXVI Pellicola addio, arriva il digitale! Dicembre 06 Europa cinemas apre al digitale spedizione in abbonamento postale L. 662/96 art. 2 comma 20/b filiale di pordenone - pubblicità inferiore al 45% contiene i.p. in caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di Pordenone per la restituzione al mittente previo pagamento resi Europa Cinemas apre al digitale L'allegra s-brigata di Monicelli Erano 500 i rappresentanti delle sale d’essai riunitisi a Parigi dal 16 al 19 novembre per l’11mo incontro di Europa Cinemas. Il prestigioso circuito di sale, di cui Cinemazero fa parte da molti anni, che riunisce ben 37 paesi europei (il prossimo ingresso sarà quello della Romania) e ha come finalità quella di sostenere e promuovere la circuitazione del cinema europeo di qualità. Il convegno è stato un momento di discussione per fare il punto su una delle trasformazioni più sostanziali che stanno avvenedo nel mondo del cinema: l’avvento del digitale nelle sale. Julian Levin, responsabile per le questioni digitali alla Twentieth Century Fox di Los Angeles ha annunciato che negli Stati Uniti lo sviluppo delle sale che passano al digitale è stato lo scorso anno del 190% e che fra un massimo di dieci anni tutti i cinema americani saranno in digitale. Addio dunque alla vecchia e cara pellicola, con tutte le conseguenze del caso. E l’Europa? Ipotizzavano a Parigi un massimo di 15 anni per il totale passaggio al digitale, con accelerazioni diverse da paese a paese. Il problema principe che è stato posto sul tappeto è quello del formato unico di lettura del digitale. Come ora una pellicola a 35mm può essere proiettata in ogni parte del mondo, così il digitale dovrà trovare uno standard unico per essere fruito in ogni dove e l’attenzione dei convegnisti è confluita verso uno standard DCI a 2K; chiaramente criptato con chiavi di controllo e di sicurezza. Problemi apparentemente tecnici che in realtà coinvolgono enormi investimenti in tecnologie e strumentazioni oltre a riconversioni professionali. L’attenzione di Europa Cinemas si è rivolta giustamente verso le realtà meno forti economicamente ed ha assicurato che manterrà i sostegni inalterati per le fasce deboli, nonostante il contributo che riceve rimarrà fermo a 14 milioni di euro per i prossimi anni, somma da redistribuire ad un circuito di sale in aumento oltre a nuovi paesi che entrano nella comunità. Europa Cinemas si è anche impegnata nella promozione di incontri nei diversi paesi per affrontare questo complesso cambiamento strutturale. Di fronte ai mutamenti conseguenti all’introduzione del digitale ciò che rimane inalterato per il successo delle sale del circuito Europa Cinemas è la capacità di aggregazione, di programmazione, di inventiva e di entusiamo che gli esercenti mettono in questo delicato lavoro. E per il 2006 Europa Cinemas ha voluto premiare 3 sale del circuito con una serata di gala al Cinéma des Cinéastes in Place de Clichy. Per la miglior programmazione il premio è andato al Grand Teatret Cinema (6 schermi) di Copenhagen, per le migliori iniziative rivolte ai giovanissimi è stato premiato Cinema Paradiso (2 schermi) di St. Pölten in Austria, per la migliore conduzione economica il premio è andato al circuito spagnolo d’essai Cines Renoir (65 schermi in varie città). I premi sono stati consegnati da Claude Miller, Costa-Gavras e Jeanne Moreau. Per la chiusura della serata Europa Cinemas aveva scelto un film italiano che ha ritenuto particolarmente adatto per i 500 esercenti europei: Nuovomondo di Emanuele Crialese, un’importante occasione per la promozione della cinematografia italiana, per l’immagine del nostro cinema di fronte ad un pubblico internazionale di programmatori che possono far conoscere i nostri autori in tutta Europa. Con grande capaticà di marketing e di promozione, accanto a Miller, Costa-Gavras e alla Moreau, a presentare il film non c’era nessuno (nonostante fosse annunciata la presenza). Giovane regista italiano latitante. Sembra quasi che i nostri autori siano affetti da demofobia, e nasce spontaneo il grido morettiano «Facciamoci del male!», tanto per citare uno che, invece, si spende con generosità nella promozione dei suoi film. In copertina: Una scena del film Un’ottima annata - a good year di Ridley Scott cinemazeronotizie mensile di informazione cinematografica Dicembre 2006, n. 11 anno XXVI Direttore Responsabile Andrea Crozzoli Capo redattore Riccardo Costantini Comitato di redazione Piero Colussi, Luciano De Giusti, Sabatino Landi, Tommaso Lessio, Elisabetta Pieretto, Maurizio Solidoro Direzione, redazione, amministrazione P.zza della Motta, 2 33170 Pordenone, Tel. 0434.520404 Fax 0434.522603 e-mail: [email protected] http//www.cinemazero.org Progetto grafico Patrizio A. De Mattio [DM+B&Associati] - Pn Composizione e Fotoliti Cinemazero - Pn Pellicole e Stampa Grafiche Risma Roveredo in Piano Pubblicità Manuela Patella cell. 349.8450827 Abbonamenti Italia E. 10,00 Estero E. 14,00 Registrazione Tribunale di Pordenone N. 168 del 3/6/1981 Questo periodico è iscritto alla Unione Italiana Stampa Periodica Lunedì 20 novembre mattina, laboratori Fono Roma, Mario Monicelli visiona la prima copia stampata de Le rose del deserto. "Oramai, io non ho più niente da fare. Basta". Sei contento? "Non so, sono molto perplesso". Non corrisponde alle tue intenzioni? "In parte sì, in parte no. Io lo definisco un film sbrigativo". Per quello che è successo sul set? "Anche. Ma può darsi anche che sia un bene che sia sbrigativo, nel doppio senso del termine. In generale, a me, insistere sulle sequenze, svilupparle, non piace. Io continuo ad essere un pochino sintetico. Ho usato un linguaggio così, molto particolare, senza avvicinarmi mai agli attori. Siamo tutti coinvolti in un gran bailamme, e non so fino a che punto ciò potrà essere gradito". La sceneggiatura, hai potuto girarla tutta? "Ho strappato qualche pagina perché non avevamo il tempo per girare. Però, in sostanza, ho girato l'85%. Solo che ho girato a gran velocità. Ciò può darsi che non sia un danno... L'ultima volta che visto a un convegno a Bologna La grande guerra sono rimasto inorridito, perché non vorrei mai più girare un'altra volta a quel modo. E così ho fatto per Le rose del deserto. Però adesso sono pentito, forse! Chi lo sa? Staremo a vedere... Dura un'ora e tre quarti, una durata che va bene, dieci minuti meno del solito direi. Si svolgono miliardi di cose in questa durata, perciò è sbrigativo, tutto fila via senza indugiare. Sarà bene? Non si sa... La prima proiezione pubblica ce l'ho il 22, però a inviti, perché viene Napolitano. La Mikado ha organizzato questa serata a cui io mi sono opposto più volte. Poi esce un po' dappertutto tra il primo e il 5 dicembre... Finora l'hanno visto solo quelli che hanno collaborato al mixage. Il distributore Cicutto l'ha visto, lui ne dice bene. Ma sai, tutti quelli che sono coinvolti nel film non contano. La mia esperienza ce l'ho. Le proiezioni magari per 500 invitati non contano niente. Non saprai mai l'esito del film finché non esce in un cinema a pagamento... L'uscita è buona, sì, in molti cinema. Anche il battage, fin troppo! Mi sono lamentato. Hanno creato un'attesa che nessun altro mio film ha mai suscitato". Forse perché ci hai messo tanti anni? "L'ho girato in 8 settimane, più velocemente dei miei ultimi 15 o 20. Ma sì, sono stato anni senza fare nulla". I suoi anni del "fare nulla" meriterebbero un romanzo stile Alexandre Dumas. Due soli episodi, tra i tanti a cui ho assistito durante la travagliatissima odissea. Natale 2004, cena di famiglia a casa di Chiara Rapaccini, compagna di Mario e straordinaria pittrice - ha curato lei lo splendido look grafico per il lancio de Le rose del deserto. Paolo Bonacelli, attore destinato a un ruolo nel film, e la costumista Daniela Ciancio, discutono con Mario delle riprese imminentissime fin nei minimi dettagli, come se dovessero partire all'alba del giorno dopo per le trincee del Marocco. Inizi di luglio 2006, bar sottocasa di Mario. Lui arriva un po' trafelato, in bilico, senza casco, su un rudere di motorino guidato da un ragazzo. "Sai, il produttore Berardi risparmia pure su questo! Così, quando non trovo un passaggio dalla Fono Roma fino qui, come adesso, devo farmi un'ora di metropolitana la mattina e una la sera, una scocciatura". Ho inviato una mail ai presidenti delle due associazioni italiane dei produttori per segnalare il fatto che un regista post-novantenne, di nome Monicelli, deve subire 'sto scorno per mesi e mesi, ogni santo giorno di lavoro. Sarà servita, e chi lo sa? Prossimamente Il decano del cinema italiano racconta l’avventura di fare film oggi Lorenzo Codelli Editoriale Andrea Crozzoli 2 Pellicola addio, arriva il digitale! Immagini di Resnais Signori e signore, vi presento Cuori! La mia testimonianza sulla mostra di fotografie dedicate al lavoro di Resnais sul set e di scena non è quella di un collezionista-archivista. Il mio piccolo archivio di foto resneiane si è costituito solo in funzione strumentale, prima della mia tesi di laurea dedicata in parte all'analisi strutturalista (secondo il quadro teorico del primo Christian Metz) de La guerra è finita (1966), poi della monografia edita da Gremese nel 1983. Il lavoro di analisi inquadratura per inquadratura de La guerra è finita prevedeva una rappresentazione grafica di tutti gli elementi costitutivi (dal sonoro ai movimenti di macchina) e almeno una fotografia -a contatto dalla pellicola 35 mm.- per ogni inquadratura. Per le inquadrature più lunghe le fotografie potevano essere più d'una. Solo in questo modo si poteva maneggiare e analizzare il film, scoprirne le strutture narrative e linguistiche, possedendone un suo “doppio” corporale. Oggi, con l'avvento dei DVD, forse il faticoso lavoro di ricostituzione del corpo del film è meno necessario, anche se sono convinto che il lavoro chirurgico di smontaggio e ricostruzione sia una fase preliminare necessaria al “possesso” del film e alla sua analisi. Questa necessità si è manifestata poi quando l'editore Gremese mi ha commissionato la detta monografia, imponendomi anche la ricerca delle fotografie. Con lo stesso metodo artigianale della fotografia a contatto ho riprodotto centinaia di fotogrammi di Mon Oncle d'Amérique, Stavisky, Providence e altri. Che l'editore ha poi utilizzato in minima parte e in malo modo. Solo recentemente le monografie del Castoro o i volumetti di Lindau dedicati a singoli film hanno iniziato a presentare serie di foto tratte dai DVD. Manca ancora a mio avviso la rappresentazione di singole sequenze con la successione di foto che diano l'idea del lavoro registico sul tempo e sullo spazio. L'altro versante su cui ho condotto la mia ricerca per Gremese è stato naturalmente quello dei press-book e delle fotografie di scena, che se talvolta ci restituiscono l'aura dei film, il corpo degli attori, la complessità delle scenografie, alcune curiosità aneddotiche sulla lavorazione, raramente ci aiutano a scoprire la vera natura dei film stessi. Mi piace ricordare la cortesia della maggior parte degli impiegati delle case di distribuzione parigine che mi hanno messo a disposizione foto e press-book di film da tempo ritirati dalla circolazione comerciale. Sintomo di una grande ammirazione per Resnais, vera gloria nazionale per la gente di cinema francese. Ma un vero affetto per il regista veniva manifestato da alcuni suoi stretti collaboratori che non hanno esitato ad aprire i loro archivi prestandomi o regalandomi foto realizzate da loro stessi sui set. In particolare ricordo la disponibilità della mitica script-girl (compagna di lavoro ALAIN RESNAIS: di Resnais per quasi tutti i suoi film) Sylvette Baudrot, che sarà preLO SGUARDO DISCRETO sente al convegno del 2-3 febbraio, autrice non di ovvie foto di 60 fotografie mai esposte scena, ma di originali ritratti del regista nel contesto delle sue sceche documentano nografie “naturali” o “artificiali”, a Hiroshima, Nevers o Marienbad. il cammino artistico L'altro grato ricordo va a Arthur Cloquet, figlio di Ghislain, grande del regista francese, direttore della fotografia di tutti i cortometraggi di Resnais, sino a tratte dal prezioso archivio Notte e nebbia e Toute la mémoire du monde, anche lui pronto a personale di Flavio Vergerio, prestarmi le foto d'archivio del padre. E poi Claude Beylie, allora in mostra patron della gloriosa L'Avant-Scène du Cinéma, Marianne Duvannes dal 9 dicembre 2006 di Image et Son, Mr. Maréchal di Les Films Classiques, Chris presso lo spazio Zeroimage, Cinemazero Marker di Argos Film… Non sono un collezionista di foto, ma la Pordenone, ricerca parigina è stata un modo stimolante, anche se tangenziale, P.zza Maestri Del Lavoro, 3 per capire meglio l'opera de Alain Le Grand. Quando venni a Venezia a presentare L’anno scorso a Marienbad, i primi 45 minuti della “prima” in sala furono accompagnati dalle reazioni brutali del pubblico: alle varie battute del film seguivano fragorose risate, in molti pestavano i piedi sul pavimento... Mi girai verso gli organizzatori del festival, e gli chiesi se fosse il caso di continuare, di sopportare ancora quello strazio che durava ormai da quasi un’ora. D’improvviso, proprio in quell’istante, in seguito a una certa sequenza d’immagini, una parte degli spettatori si lanciò in un applauso estremamente dirompente, e a quel punto, per un fenomeno strano, l’altra parte della sala rimase come ammutolita. Il resto della proiezione si svolse in un silenzio assoluto. Vinsi il Leone d’Oro. Posso dire che il mio lavoro di regista si è concluso definitivamente quella sera. Mai avrei pensato di poter tornare a Venezia come regista cinematografico, come autore di altri film. Venendo a Cuori, tratto dalla pièce teatrale di Alan Ayckbourn Private Fears in Public Places, devo dire che sono rimasto affascinato da questo aspetto fluttuante ed esitante, questo mix di pulsioni – intese anche nel senso più banale del termine - che si agitano nel testo, e che molti di noi provano e che io stesso condivido. Ho voluto valorizzare con la recitazione e con le immagini, con l’atmosfera generale, questo insieme di forze, di desideri. I personaggi appaiono aver voglia di fare qualcosa di meglio nella loro vita, sentono di avere delle possibilità inespresse che non sono in grado di sviluppare e compiono uno sforzo perpetuo per fare in modo che il corso delle cose cambi. Alle volte questa volontà di migliorarsi si trasforma in una incapacità di azione, che può portare a una sorta di blocco, come succede nella vicenda a Dan, il militare. O ancora, qualche volta, può portare i personaggi a tentare guarigioni insperate, come nel caso del personaggio di Charlotte. .[...] Altra cosa che volevo dire con questo film è che i nostri destini e le nostre vite sono spesso guidate, noi pensiamo sempre che sia il libero arbitrio ad agire, ma alla fine dei conti, invece, il nostro destino può dipendere da persone che non abbiamo mai incontrato e che non incontreremo mai più, ma che modificano istantaneamente il percorso della nostra storia [...]. Il film, dopo Melò del 1986, è di nuovo una sorta di esperimento di teatro filmato. Non ho mai sentito in modo particolarmente intenso la differenza fra cinema e teatro. So che di solito si pensa di andare a teatro perchè rappresenta l’opposto del cinema e viceversa; il teatro è fisso, il cinema è mobile; il teatro si rivolge al passato, mentre il cinema si riferisce al presente... Per me la cosa sta in questi termini: è come quando si parla della diversità delle lingue che ci sono sul pianeta: gli esperti, i semiologi per esempio, dicono che la cosa sconvolgente è che tutte le lingue siano particolarmente simili, e che tutte le differenze linguistiche di fatto non esistano, non siano poi così forti. Adattare un romanzo per il cinema, prendere spunto da una piéce teatrale, sono cose che non mi preoccupano affatto, seppur profondamente differenti. Credo che cinema e teatro abbiano anche molti punti in comune. In particolare si pensi al fatto che sia al cinema che a teatro non si possa mai tornare indietro: davanti allo schermo, se c’è una scena che non abbiamo capito, se c’è una battuta che ci è sfuggita, che non abbiamo colto, non si può dire al proiezionista di riavvolgere per rivedere, per risentire; idem davanti al palcoscenico, dove non si può chiedere agli attori «Per cortesia, potete recitare una seconda volta?». È evidente che non si torna indietro. È una forma quasi di schiavitù, un obbligo che hanno il cinema e il teatro: non offrire la possibilità allo spettatore di rileggere la pagina, cosa che invece ovviamente c’è nel romanzo. Quindi, in base a queste somiglianze, mi sento completamente a mio agio nel trasporre un testo teatrale al cinema. Del resto tendo a fare l’operazione con molta fedeltà. [...](Trascrizione inedita dell’intervento di A.Resnais alla conferenza stampa della 63ma Mostra del Cinema di Venezia) Lo sguardo dei maestri Resnais racconta il suo filmTeardo Alain Resnais Lo sguardo dei maestri Flavio Vergerio 4 Dall’archivio Vergerio una miniera di foto sul maestro franceseo Teardo GIOVEDÌ 14-12-2006 ore 20:30 ON CONNAÎT LA CHANSON (1997)- VERSIONE ITALIANA ore 22:30 LA VIE EST UN ROMAN (1983) VERSIONE ITALIANA GIOVEDÌ 11-01-2007 ore 20:30 PAS SUR LA BUCHE (2003) V.O. SOTTOTITOLATA IN ITALIANO ore 22:30 SMOKING (1993) VERSIONE ITALIANA GIOVEDÌ 18-01-2007 ore 20:30 L’AMOUR À MORT (1984) V.O. SOTTOTITOLATA IN ITALIANO ore 22:00 NO SMOKING (1993) VERSIONE ITALIANA GIOVEDÌ 25-01-2007 PER LA GIORNATA DELLA MEMORIA ore 20:30 NUIT ET BROUILLARD (1955) V.O. SOTTOTITOLATA IN ITALIANO COPIA RIGENERATA PER L'OCCASIONE a seguire LA GUERRE EST FINIE (1966) V.O. SOTTOTITOLATA IN ITALIANO Altman in realtà non se n'è mai andato Elisabetta Pieretto Omaggio a Robert Altman La sera in cui è stata data notizia della morte di Robert Altman le reti televisive italiane, prese dalla solita affrettata riconoscenza mediatica, hanno fatto a gara nel trasmettere i suoi film. Per caso mi sono imbattuta in un una sequenza aerea di elicotteri militari dove partivano improvvisi zoom a mostrare corpi ciondolanti stesi ai lati, mentre in sottofondo una musica malinconica cantava Suicide is painless (il suicidio è senza dolore). Come gesto riflesso mi dico «M.A.S.H.!» e un attimo dopo i titoli di apertura convalidano la mia facile supposizione. Sto a guardare, giusto l'inizio, sarà la buona occasione finalmente per non perderlo. L'assoluta libertà di sintassi cinematografica mi cattura e finisco col vederlo tutto. Il cinema di Altman è così. Quando ci si mette di fronte a Nashville inizi a guardarlo con un certo distacco perché è questo l'effetto che produce gran parte del cinema americano degli anni settanta. Eppure, all'improvviso succede che ti ci ritrovi completamente immerso, accettando di seguirne il ritmo e la storia, solo apparentemente sfilacciata. Senza dubbi si sta parlando di uno dei capolavori di quello che Franco La Polla ribattezza Nuovo cinema americano, per vocazione critico nei confronti di quello hollywoodiano, volutamente sporco, fintamente distaccato. In Nashville ogni microstoria è immersa nella desolazione di un America non curante, che pur assistendo in diretta all'assassinio dell’artista country Barbara Jean continua a cantare I don't worry (non me la prendo): il film è del 1975, l'esperienza del Vietnam è lucidamente viva e Altman, ex pilota militare di un caccia bombardiere, non smette di interrogarsi di fronte alle contraddizioni di un Paese che ama e che sente profondamente suo. Negli anni ottanta molti registi entrano in crisi e con essi l'idea stessa di Autore, nel senso moderno del termine; Altman non ne è esime e si ritrova ad accettare lavori su L’Altman dimenticato: commissione, tentando esperimenti troppo nostalgici, i capolavori degli anni ‘70 come Prêt à porter, o quasi parossistici, come Popeye. mercoledì 13 dicembre Tuttavia, in nessuna occasione ha mai realizzato un film Cinemazero SalaGrande mediocre: quando ha fallito, Altman ha fallito in grande, Ore 20.30 mantenendo intatta una concezione di cinema personalisGANG sima, un'invidiabile libertà intellettuale che a volte sconfi(Thieves Like Us) na in un'anarchia provocatoria, e una magistrale padroCast: Keith Carradine, nanza del mestiere. Nel 2001 esce Gosford Park ed è chiaWalter Cooper, Shelley ro che la crisi è superata. Sembrerebbe una storia alla Duvall, Louise Fletcher James Ivory, ma il tono è estremamente diverso: raccoOrigine: Stati Uniti gliendo intorno a sé il meglio del teatro inglese, Altman ci Anno: 1974 consegna l'affresco ironico di un mondo che sta tramonDurata: 120' tando, quello di una viziata nobiltà destinata a estinguersi con la seconda guerra mondiale. Ancora una volta un Ore 22.30 UNA COPPIA PERFETTA assassinio che si consuma mentre una svogliata platea è (A Perfect Couple) intenta ad ascoltare l'esibizione di un mediocre attore ameCast: Paul Dooley, Marta ricano con sullo sfondo la servitù che si lascia andare alle Heflin, Titos Vandis, sue note malinconiche, violando le regole della padrona di Belita Moreno, Henry casa. La macchina da presa danza tra i personaggi in modo Gibson magistrale e il ritorno immediato a Nashville è istintivo. Origine: Stati Uniti Sono passati ventisei anni e Altman ha saputo affrontare i Anno: 1979 cambiamenti restando se stesso senza alcun compromesDurata: 111' so, a parte qualche leggera caduta: inezie che vanno perdonate allo stesso modo in cui si perdonano i piccoli vizi Biglietto unico agli artisti veri. Altman, in realtà, non se n'è mai andato. per la serata CINEMA & FUMETTO. I PERSONAGGI DEI COMICS SUL GRANDE SCHERMO Pordenone, convento di San Francesco dal 2 dicembre 2006 al 18 febbraio 2007 Lo scopo che si prefigge la mostra “Cinema & Fumetto” è di evidenziare la rete di relazioni che i due media hanno intrattenuto, rivelando una non comune capacità di ridefinire l’immaginario collettivo, attraverso l’uso della narrazione per immagini. Accompagnando e spesso addirittura anticipando modi e tematiche del Novecento, film e fumetti hanno interagito con esiti artistici talvolta altissimi e, al tempo stesso, riuscendo ad essere perfettamente fruibili dal grande pubblico. L’esposizione organizzata dal Comune di Pordenone e da esaExpomostre, curata da Roberto Festi, sarà presente nella sede espositiva del Convento di San Francesco dal 2 dicembre 2006, dopo aver esordito con straordinario successo al Mart di Rovereto nel mese di maggio. L’inaugurazione, aperta a tutti, è in programma per il 1 dicembre alle ore 18.00. Info: www.studioesseci.net COURMAYEUR NOIR IN FESTIVAL 2006 Courmayeur, dal 5 all’11 dicembre 2006 Si rinnova l’appuntamento con il giallo e il nero sulle nevi del Monte Bianco: a Courmayeur dal 5 all’11 dicembre si svolge il festival di cinema e letteratura dedicato interamente ai thriller e ai misteri di finzione e realtà, che ospita cineasti e scrittori di fama internazionale. Il binomio cinema-letteratura offre anche quest’anno un ventaglio di proposte che, per gli appassionati come per il grande pubblico, saranno autentica “bussola” nelle scelte dei prossimi mesi. Tra i 13 film inediti della selezione ufficiale per il cinema sono già confermati La tourneuse des pages di Denis Dercourt, una delle rivelazioni de’ultimo festival di Cannes, l’indipendente americano (in odore di scandalo) 10th & Wolf di Robert Moresco con Giovanni Ribisi, Dennis Hopper e Val Kilmer, il campione d’incasso del cinema francese di quest’anno OSS 117: Cario nido di spie di Michel Hazanavicius, spettacolare rivisitazione ironica dei tempi eroici degli 007. Tra i numerosi eventi, anche l’animazione è protagonista per il pubblico più giovane del MINI-Noir, vero festival nel festival che presenta le novità cinematografiche e letterarie per ragazzi nel campo dell’avventura e del fantastico, con l’anteprima italiana di Flushed Away- Giù per il tubo, il nuovo film dei produttori di Wallace & Gromit. Ospite d’onore dell’anno è lo scrittore americano Elmore Leonard, che riceverà il prestigioso Premio Raymond Chandler alla carriera il 7 dicembre a Courmayeur, e incontrerà il pubblico del festival l’8 dicembre. Info: www.noirfest.com 47° FESTIVAL DEI POPOLI Firenze, dall’1 al 7 dicembre 2006 Tra gli oltre 900 titoli pervenuti dalla produzione documentaristica dell'ultimo anno di ben 68 paesi, sono state selezionate 13 opere particolarmente significative delle nuove tendenze del cinema contemporaneo per stile, linguaggio e contenuti. I film sono tutti in anteprima nazionale. La Giuria internazionale, formata da Michael Glawogger (Regista, Austria), Leena Pasanen (Direttrice dell'European Documentary Network, Finlandia) e Alessandro Signetto (Presidente di Doc/It, Italia), assegnerá il Premio al Miglior Documentario di 5.000 e la Targa "Gian Paolo Paoli" al Miglior Film Etno-antropologico. Il concorso internazionale 2006 introduce un'importante novitá: l'istituzione del Premio Lorenzo de' Medici di 2.500, assegnato da una giuria composta di studenti dell'Istituto Lorenzo de' Medici, centro specializzato per l'insegnamento dell'italiano a studenti internazionali. Info: www.festivaldeipopoli.org NOTTE NOIR L’Aquila, giovedì 21 dicembre 2006 Tutto il noir in una notte, quella più lunga dell'anno, il 21 dicembre, per trascorrere le ore dell'oscurità avvolti da immagini, parole, eventi, musica capaci di evocare le atmosfere dell'universo noir. Che possa definirsi o no un genere, un sur-genere, un movimento, uno stile, è inequivocabile come oggi, più che in passato, il noir sia presente in molteplici ambiti creativi: dalla letteratura al cinema, dalle arti visive alla musica, ma ormai anche nella moda fino quasi a divenire un modo di essere. La notte noir, nata da un'idea di Gabriele Lucci, vuole trascinare il suo pubblico in un viaggio attraverso i mille volti del nero, tra mistero e onirismo, per analizzare ciò che è stato, ma anche per guardare al futuro. Il programma offre così una serie di appuntamenti all'insegna della "noirceur": proiezioni di film, concerti, reading di poesia e letteratura, incontri sul cinema, stage, mostre. Info: www.nottenoir.it Domani accadrà ovvero se non si va non si vede I ritratti impuri dell’America nell’omaggio al regista di Nashville Elenco delle organizzazioni, degli esercizi commerciali e artigiani che praticano sconti (esclusi i periodi di saldi e promozioni) su presentazione della Tessera nominale CinemazeroCard 2007. LIBRERIE LIBRERIA EINAUDI sconto del 10% Pordenone - Via Mazzini, 64 – tel. 0434.27744 Con il 2007 la CinemazeroCard non è più semplicemente una card che ti consente di vedere grande Cinema a poco prezzo tutto l’anno, avere sconti su tutte le pubblicazioni di Cinemazero, di ricevere gratuitamente a casa il mensile di cultura cinematografica Cinemazeronotizie, ma (anche se in realtà potrebbe già bastare) quest’anno diventa anche una bussola per orientarti nel tempo che trascorri in città, sia che tu abbia voglia di mangiarti qualcosa prima o dopo il cinema, sia che tu abbia desiderio di un buon libro per placare la tua sete di cultura, ma anche che tu abbia voglia di molte altre cose, dagli occhiali alle scarpe. Una card che si lega a Pordenone e rende la città, come sempre Cinemazero si è impegnato a fare, più varia, più stimolante e più viva. Qui sotto trovi tutto quello che bisogna sapere sulla nuova card, dai prezzi al cinema agli esercizi commerciali convenzionati. Cosa aspetti ad acquistare la Cinemazerocard 2007? La trovi al cinema, in piazza Maestri del lavoro in orario di apertura della sala, oppure in Mediateca, in piazza della Motta, dal lunedì al venerdì dalle 15.00 alle 18.30. CINEMAZEROCARD 2007 A SOLI 12,00 E (PRIMO INGRESSO 3,00 E) I GRANDI VANTAGGI DELLA CINEMAZEROCARD 2007: Ingresso a 5,00 E (mercoledì 4,00 E se non festivo o prefestivo) per tutti gli spettacoli nelle sale di Cinemazero a Pordenone e del Cinema Zancanaro a Sacile La possibilità di acquistare gli abbonamenti a 25,00 E per 5 ingressi e a 50,00 E quello per 10 ingressi Spedizione gratuita del mensile di cultura cinematografica cinemazeronotizie Informazione costante in tempo reale via mail sulle iniziative Sconto del 20% su tutte le pubblicazioni di Cinemazero FUMETTI E DVD FUMETTERIA PAN MEGASTORE sconto del 10% Pordenone - vicolo delle mura, 13 – tel. 0434.554689 YO-YO VIDEO sconto del 20% sulla ricarica della tessera noleggio Presso le sedi di: Pordenone - Via Oberdan, 24 – 0434.524398 Fiume Veneto (PN) - Viale Della Repubblica, 68 – 0434.564156 Fontanafredda (PN) - Via Friuli, 18 – tel. 0434.998601 Roveredo In Piano (PN) - Via Donatori Del Sangue, 6 – tel. 0434.949749 CARTOLIBRERIE SACILOTTO sconto del 15% sulla cancelleria; sconto del 10% sugli articoli da regalo e sull’editoria Presso le sedi di: Pordenone – Via Mazzini, 47 – tel. 0434.520021 Pasiano (PN) – Via Roma 4 – tel. 0434.625607 OTTICA OTTICA SPEROTTO consegna di una Family Card per ottenere sconti sugli occhiali da vista e da sole dal 15% al 30%. Pordenone - Via C.Battisti, 13 – tel. 0434.26760 OGGETTISTICA PER LA CASA LA ROOMS sconto del 10% Pordenone – Vicolo delle mura, 9/11 – tel. 0434.520625 MAGISTORE sconto del 10% (eccetto prodotti del settore gastronomia) Pordenone – Via De Paoli, 2 – tel. 0434.522256 RISTORANTI – TRATTORIE PROSCIUTTERIA FRATELLI MARTIN sconto del 10% su pranzi e cene Pordenone - Via della Motta 20/a – tel. 0434.20520 WOODY RISTORO sconto del 10% su pranzi e cene Pordenone - Via XXX Aprile, 15 - tel. 0434.522347 Sconti e promozioni in molti negozi, bar e ristoranti della città (vedi pagina a fianco) ABBIGLIAMENTO BOLLICINE (Calzature e Pelleterie) sconto del 10% Per chi si tessera entro il 31/12/2006 una pubblicazione di Cinemazero in omaggio. (A scelta tra “La corda rotta”, “Premio Sacher per soggetti cinematografici” e i portfoli fotografici) Pordenone - Viale Cossetti, 5 – tel. 0434.28528 INTIMAMENTE LEI/LUI (Intimo) sconto del 10% Pordenone - Via Battisti, 9 – tel. 0434.524767 ALTRI CINEMA CENTRO ESPRESSIONI CINEMATOGRAFICHE - UDINE I possessori della CinemazeroCard 2007 hanno diritto allo sconto soci C.E.C. presso Schermi di Città: Cinema Centrale – Udine - Via Poscolle, 8 – tel. 0432.504240 Visionario – Udine - Via Asquini, 33 – tel. 0432.227798 AGEVOLAZIONI CON ASSOCIAZIONI CONVENZIONATE: ACI – Automobile Club Pordenone acquisto dei seguenti prodotti associativi a prezzi agevolati: -ACI GOLD: euro 70,00 anziché Euro 90,00 -ACI SISTEM: euro 57,00 anziché Euro 70,00 -ACI MOTOCITY: euro 35,00 anziché Euro 40,00 -ACI VIAGGI: euro 45,00 anziché Euro 50,00 -ACI CLUB: GRATIS!, anziché Euro 21,00 I possessori della tessera ACI esibendola alla cassa del cinema potranno acquistare la CinemazeroCard 2007 insieme al primo abbonamento a 10 ingressi al vantaggioso prezzo di soli Euro 52,00 anziché Euro 62,00. CINEMAZEROCARD 2007 CINEMAZEROCARD 2007: UNA CARD, MILLE VANTAGGI! LE CONVENZIONI PER I POSSESSORI DELLA TESSERA CINEMAZEROCARD 2007: