medicina estetica Formazione in cerca di autore
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Inchiesta Tra Scuole e Master Medicina estetica Formazione in cerca di autore di Marvi Tonus Una molteplicità di proposte didattiche, in ambito sia privato sia istituzionale, caratterizza l’insegnamento di questa disciplina. Un quadro disomogeneo sotto diversi aspetti: approccio culturale, programma, numerosità di ore, esperienza dei docenti, natura del tirocinio pratico, valore legale del titolo acquisito e altro 14 Dermakos • marzo 2012 S u una cosa sono tutti d’accordo, la medicina estetica è una disciplina che si occupa della valorizzazione della salute e del benessere di un individuo a 360 gradi. Il numero di pazienti che si rivolge alla medicina estetica, con l’obiettivo di trovare un equilibrio psico-fisico in armonia con la cura del proprio aspetto e la correzione di inestetismi, non sembra calare a causa della crisi economica. Anzi, paradossalmente, molte più persone si rivolgono al medico estetico incerti di poter affrontare i costi di un intervento di chirurgia plastica. Oltre alla passione, è questo uno dei motivi per cui sempre più medici individuano nella medicina estetica una valida opportunità di crescita professionale, una scelta che però si scontra con un’oggettiva difficoltà a destreggiarsi nel ventaglio di offerte formative. L’insegnamento della medicina estetica è caratterizzato da una molteplicità di proposte didattiche che si sviluppano sia in ambito privato sia in ambito istituzionale. Il quadro è senza dubbio variegato, per non dire disomogeneo, sotto diversi aspetti: approccio culturale, programma, numerosità di ore, esperienza dei docenti, natura del tirocinio pratico, valore legale del titolo acquisito e altro. In Italia i pilastri della formazione in medicina estetica sono: le Scuole superiori post universitarie private e i Master universitari di II livello. Sono quadriennali la Scuola internazionale di medicina estetica della Fondazione Internazionale Fatebenefratelli di Roma, gestita scientificamente dalla Società italiana di medicina estetica (Sime) e l’Agorà-Scuola superiore post universitaria di medicina a indirizzo estetico (Smiem) di Milano, entrambe esistenti da più di venti anni. Presso il CPMA di Bologna ha sede la Scuola di formazone della Sies (Società italiana di medicina e chirurgia estetica), secondo un programma strutturato in moduli didattici tematici, che può anche essere completato nell’arco di quattro anni. A queste realtà si affiancano corsi offerti dalle aziende e scuole più o meno serie proliferate sul territorio in questi anni. Nonostante la richiesta e l’offerta di formazione viva un momento di crescita, i canoni di riferimento per giudicare, e quindi certificare, la professionalità di un medico estetico sono ancora in via di definizione. Alcune iniziative sono già partite, per esempio l’istituzione da parte di diversi Ordini dei medici provinciali di Registri per la medicina a indirizzo estetico (vedi il riquadro); oppure la creazione di un Albo dei medici estetici che certifica la frequenza a un Master universitario. Del “bollino blu”, invece, si sono perse le tracce. Il Collegio delle società scientifiche di medicina estetica, formato dalla Sime, dall’Agorà e dalla Società italiana di medicina e chirurgia estetica (Sies) diretta dal professor Maurizio Priori sta lavorando per ottenere un riconoscimento a livello ministeriale. Come si orienta il discente? Per chiarire il quadro è utile tornare alla casella di partenza. In base alla normativa vigente, tutti i laureati in medicina e chirurgia, abilitati all’esercizio della professione sono autorizzati a eseguire interventi di medicina estetica, come conferma Edoardo Raposio, responsabile del Master universitario di II livello in Medicina estetica dell’Università di Parma Tra i medici si sta affermando l’importanza di specializzarsi, perché la pratica ha subìto un’evoluzione sostanziale grazie alle nuove tecnologie e alla medicina rigenerativa Edoardo Raposio, direttore della Scuola di specializzazione in Chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica all’Università degli Studi di Parma, responsabile del Master universitario di II livello in Medicina estetica inaugurato nel 2011: «La decisione di non avventurarsi in campi sconosciuti dipende dalla coscienza di ciascuno. Posto questo paletto, l’obiettivo di chi frequenta un Master è acquisire competenze teorico-pratiche in medicina estetica che consentano di ottenere risultati senza provocare danni. Master e scuole private hanno piani di studi liberi e costi diversi, ma gli unici titoli accademici con un valore medico-legale, e come tale utilizzabile anche per la pubblicità sanitaria, sono per ora quelli universitari. La scelta del discente può basarsi sulla vicinanza geografica, piuttosto che sulla preparazione o semplicemente sui costi. A differenza delle scuole, che non hanno vincoli di organizzazione didattica, l’istituzione di un Master prevede diversi passaggi obbligatori: il vaglio delle lezioni teoriche-pratiche da parte della Facoltà e un atto ufficiale del Rettore. È pur vero che tra i diversi atenei esiste una certa disomogeneità – alcuni Master sono annuali, altri biennali – dato che il piano di studi è approvato a livello locale. Tra i medici si sta affermando l’importanza di specializzarsi, perché la pratica ha subìto un’evoluzione sostanziale grazie I registri per la medicina a indirizzo estetico con la delibera numero 12 del 21/9/2009 il consiglio direttivo dell’ordine provinciale di milano dei medici chirurghi e degli odontoiatri ha istituito un Registro di medicina a indirizzo estetico. il presidente, roberto carlo rossi, ne illustra il razionale: «da tempo l’ordine di milano persegue l’obiettivo di tutelare la qualità, nell’interesse del paziente e del professionista iscritto. per questo abbiamo istituito diversi registri, compreso uno dedicato alla medicina a indirizzo estetico che, sottolineo, non possiede alcuna valenza legale e non impedisce a chi decide di non iscriversi di eseguire trattamenti. tuttavia, per entrare in questo registro abbiamo stabilito, insieme ai colleghi esperti in medicina estetica, alcuni requisiti come la frequenza a una scuola post universitaria della durata quadriennale e attiva da almeno quattro anni, un cursus formativo di 1.200 ore teoriche-pratiche e altre specifiche rintracciabili nella domanda di iscrizione scaricabile dal sito dell’ordine. il fatto di dover presentare dei titoli precisi e dei documenti attestanti la serietà della preparazione è una tutela per la salute del cittadino». per ora solo alcuni ordini provinciali hanno istituito il registro, con prerequisiti non sempre omogenei perché ciascuno è sovrano sul proprio territorio. «mi auguro di arrivare a una codifica nazionale, ma temo che non sarà un percorso privo di ostacoli» conclude il presidente. marzo 2012 • Dermakos 15 Inchiesta Tra Scuole e Master alle nuove tecnologie e alla medicina rigenerativa. In origine, a una grande richiesta corrispondeva una scarsa offerta formativa, ma ora i piani si sono ribaltati: tra Master universitari e corsi di perfezionamento privati la concorrenza è molto forte. Si sente la necessità di fare chiarezza e ritengo che il registro istituito dagli Ordini dei medici rappresenti una tutela anche per il paziente. Perlomeno testimonia la frequenza a un percorso strutturato». Lo sviluppo della medicina estetica non può prescindere dall’attività svolta dalle scuole private storiche e dal contributo che avranno nel riordinare la materia della formazione e della qualifica. Una tra le più importanti in Italia è la Scuola internazionale di medicina estetica, promossa dalla Fondazione Internazionale Fatebenefratelli di Roma e diretta da Emanuele Bartoletti, specialista in Chirurgia plastica ricostruttiva ed estetica, segretario della Società italiana di medicina estetica, direttore del servizio ambulatoriale di medicina estetica dell’Ospedale Fatebenefratelli, dell’Isola Tiberina di Roma. «La medicina estetica, che ha come scopo primario la prevenzione, non si limita a correggere gli inestetismi ma si rivolge a persone che stanno bene e che desiderano continuare a sentirsi bene con se stesse – spiega Bartoletti. – Questa disciplina fa perno sulla diagnosi, per questo la nostra scuola ha messo a punto già nel 1991 un checkup di medicina estetica, visto che le necessità del paziente non sempre coincidono con la sua richiesta di correzione di un inestetismo. Del resto, imparare a fare un peeling o una fiala di acido ialuronico non è imparare a fare medicina estetica. La nostra è una scuola quadriennale, prevede quattro settimane di frequenza l’anno per un totale di 800 ore, durante le quali insegnamo a prendere in carico la problematica estetica in modo Emanuele Bartoletti, segretario della Società italiana di medicina estetica Credo che per formare un medico in una disciplina serva un tempo di metabolizzazione delle informazioni e di maturazione globale, dal punto di vista clinico, etico e a mantenere il risultato ottenuto e, soprattutto, a fronteggiare le eventuali complicanze. Dal secondo anno in poi è prevista una pratica nel Servizio ambulatoriale di medicina estetica presso l’Ospedale Fatebenefratelli – Isola Tiberina di Roma, un’unità unica al mondo riconosciuta strutturalmente dalla Regione Lazio. Nel giro dei quattro anni riusciamo a sviluppare diversi percorsi formativi articolati e completi». A fronte di una preparazione così approfondita, resta il fatto che il diploma ottenuto non possiede valore legale. «È la verità – ammette Bartoletti. – Per superare questo limite e ottenere un riconoscimento dei nostri percorsi formativi, basati su un certo numero di ore di didattica e sulla pratica certificata, abbiamo promosso la nascita di un Collegio tra le tre società scientifiche di medicina estetica, Sime, Sies e Agorà, e di una Federazione europea (Efams) tra le scuole private di riferimento per condividere un programma d’istruzione comune, per stabilire quali debbano essere le competenze del medico estetico e e parlare con una sola voce all’autorità competente, il Ministero della salute e il Ministero dell’istruzione e dell’università Murst. Con l’istituzione dei Registri, gli Ordini dei medici hanno fatto una cosa seria, contribuendo a rischiarare il panorama e ad aiutare i pazienti nella selezione del professionista. Condivido la scelta di mettere sullo stesso piano la scuola quadriennale e il Master, benché Verso un’integrazione europea della didattica la preparazione italiana ed europea in medicina estetica è diversa da quella proposta dal modello anglosassone. «negli stati Uniti la figura del medico estetico non esiste, i trattamenti vengono eseguiti da dermatologi o chirurghi plastici con una connotazione più orientata alla moda e al guadagno – spiega Alberto Massirone. – non esiste il medico che si prepara per quattro anni a eseguire tutte le 16 Dermakos • marzo 2012 procedure di medicina estetica, con lo studio della postura, della fisiatria, della medicina termale, dell’endocrinologia, della nutrizione e di molti altri aspetti che completano questo tipo di procedure. la figura del medico estetico non va banalizzata. a livello europeo, quattro anni fa le principali società scientifiche hanno ideato e ratificato la european Federation of aestetic medicine school (efams), io creda che i Master universitari, tutti eccellenti e con direttori con i quali condivido un’ottima intesa, dovrebbero rappresentare, come per loro definizione, un momento di approfondimento in un aspetto particolare di una disciplina già acquisita, quindi una sorta di superspecializzazione per medici già formati in medicina estetica. E ancora, credo che per formare un medico in una disciplina serva un tempo di “metabolizzazione” delle informazioni e di “maturazione”. Questo è possibile solo con i quattro anni, come ogni altra specializzazione. Su un altro aspetto dissento: nel Registro dell’Ordine di Roma sono stati inseriti per “diritto” anche gli specialisti in chirurgia plastica e dermatologia che non hanno frequentato né una Scuola di medicina estetica né un Master. Sicuramente queste discipline hanno delle metodologie correttive in comune, ma nell’approccio diagnostico e nella loro autonomia clinica non sono sovrapponibili. Inoltre, e questo mi è stato fatto notare da alcuni dei suddetti specialisti, ciò rappresenta una scorrettezza nei confronti dei tanti dermatologi e chirurghi plastici che hanno sentito il bisogno comunque di diplomarsi a una Scuola quadriennale o a un Master». E il bollino blu? «Fu uno stratagemma per attirare l’attenzione dei mass media sulla necessità di distinguere i professionisti seri da chi opera senza adeguata preparazione e rischia di provocare danni che poi finiscono in prima pagina. Mi auguro che in Individuare i criteri della formazione Angela Faga, direttrice del Master biennale di II livello in medicina estetica e del benessere istituito presso l’Università di Pavia Servono indicatori di conoscenza universalmente condivisi e una commissione giudicante mista, con esperti di provenienza accademica e altri dalle scuole storiche, che verifichino la preparazione del medico estetico futuro la questione venga affrontata in modo più organico perché la medicina estetica è un campo in forte espansione che ha bisogno di essere ben regolamentata». una federazione che riunisce le scuole superiori polacca, belga, francese, italiana di formazione post universitaria di medicina estetica con programma quadriennale. L’Efams ha riconosciuto un percorso formativo uniforme. su queste basi ha stabilito un’integrazione europea della didattica seguendo le linee guida tracciate dalle scuole storiche di medicina estetica che, sin dal 1986, hanno promosso e sviluppato in Come in un circolo vizioso, se non si riescono a individuare i criteri della formazione non si precisa neanche la cornice del riconoscimento. Così la pensa Angela Faga, ordinario di Chirurgia plastica e direttrice del Master biennale di II livello in medicina estetica e del benessere istituito presso l’Università di Pavia. «Teoricamente i due aspetti dovrebbero essere agganciati – spiega la professoressa. – Un riconoscimento formale dovrebbe coincidere in maniera automatica con la sostanza, ma non sempre è così. A partire dalla fine degli anni Settanta le due scuole private storiche, la Sime di Carlo Alberto Bartoletti e l’Agorà di Alberto Massirone, hanno fatto un’opera meritoria, perché si sono assunte l’onere della formazione. Nel 2004, grazie alla nuova normativa accademica, si giunge a un consenso per inaugurare a livello universitario i Master in medicina estetica in grado di fornire un titolo di studio con un valore legale. Gli anni passano, molti Master sono stati aperti in diversi atenei ma, in assenza di una normativa ministeriale, ognuno fa un po’ ciò che vuole: Master annuali, Master biennali, altri che accettano solo laureati in Medicina e chirurgia e altri ancora i laureati in Odontoiatria, chi fa esami serissimi di passaggio e chi no, chi chiede una frequenza intensa, chi solo nei fine settimana. Il risultato è che ottengono il diploma legalmente spendibile persone con una preparazione molto difforme. italia la formazione post universitaria e il progresso scientifico in questo settore. a uno studente polacco, per esempio, che desidera frequentare il secondo anno di scuola a roma viene riconosciuto il primo frequentato a varsavia. al di là dell’aspetto pratico, il lavoro dell’efams testimonia una condivisione di ideali molto importante su un modello comune di medicina estetica». marzo 2012 • Dermakos 17 Inchiesta Tra Scuole e Master Le scuole private ovviamente hanno reagito. Prima con l’assegnazione del bollino blu e ora con un documento di consenso recepito da alcuni Ordini professionali per la creazione dei Registri di medici estetici a cui possono iscriversi coloro che hanno frequentato un corso quadriennale o un Master universitario, senza entrare nel merito della qualità. In teoria, chi possiede il titolo universitario non avrebbe necessità a entrare in questo Registro speciale ma la confusione è molta. A livello accademico abbiamo stilato un albo dei diplomati nei Master, che però ci sta mettendo a disagio perché, a fronte di percorsi didattici difformi, il riconoscimento è uguale per tutti. Tra i responsabili delle scuole storiche e i direttori di Master c’è grande collaborazione, il mio auspicio è che riusciamo a condividere le nostre esperienze in campo didattico per scrivere il corpo dottrinale della medicina estetica da far recepire a livello ministeriale. Fatto ciò si può istituire una certificazione, per esempio un esame di abilitazione, che verifichi le competenze del discente, indipendentemente da dove si è formato, superando l’auto-referenzialità. Il Master di Pavia ha un monte ore circa doppio di quello delle scuole storiche pur se articolato in metà del tempo ma la preparazione non può essere quantificata sulle tempistiche. Servono indicatori di conoscenza universalmente condivisi e una commissione giudicante mista, con esperti di provenienza accademica e altri dalle scuole storiche, che verifichino la preparazione del medico estetico». Il protocollo formativo quadriennale La medicina estetica è una disciplina recente, sviluppatasi negli ultimi 40 anni, non inserita nello statuto universitario delle scuole di specializzazione. «Probabilmente non lo sarà mai perché l’Unione europea è orientata a non istituirne di nuove – spiega Alberto Massirone, presidente di Agorà-Amiest Società italiana di 18 Dermakos • marzo 2012 Alberto Massirone, direttore della Scuola superiore post universitaria di medicina a indirizzo estetico (Smiem) di Milano La medicina estetica ha bisogno di un titolo di qualificazione finale che attesti la preparazione del professionista; questo obiettivo può essere raggiunto attraverso un congruo, costante e continuo percorso medicina a indirizzo estetico e direttore della Scuola superiore post-universitaria di medicina a indirizzo estetico (Smiem) di Milano. – La medicina estetica ha quindi bisogno di un protocollo didattico, di un iter formativo e di un titolo di qualificazione finale che attesti la preparazione del professionista, questo obiettivo può essere raggiunto attraverso un congruo, costante e continuo percorso in quanto riteniamo che un programma troppo contratto per la varietà degli argomenti affrontati non può garantire una completa preparazione teorico-pratica. Per esempio, nella nostra scuola attiva dal 1986, investiamo ingenti risorse per garantire ai discenti lo sviluppo di esercitazioni collettive e individuali con tutor su tutte le metodiche proprie della medicina estetica. D’altronde le scuole di specializzazione universitarie proprio per l’articolazione delle singole materie non possono avere una durata inferiore ai 4/5 anni, per garantire la corretta maturazione della stessa. Agorà e Sime hanno promosso da oltre quattro anni un elenco nazionale dei diplomati delle loro scuole quadriennali per rendere pubblico l’elenco dei diplomati ai pazienti (www.mediciestetici.it) in quanto i programmi delle stesse sono tra loro omogenei e omologati alle altre scuole europee attraverso l’organismo internazionale dell’Efams. Gli organismi più idonei a occuparsi di questa materia sono le società scientifiche storiche che dedicano la loro attività alla valutazione e a stilare i canoni di questa disciplina, ovvero l’Agorà, la Sime e la Sies riunite nel Collegio delle società italiane di medicina estetica. Abbiamo condiviso i criteri identificativi della medicina estetica, i modelli di preparazione e i gradi di preparazione. D’altro canto anche gli Ordini dei medici delle province di Milano e di Roma hanno identificato nelle scuole quadriennali una fonte d’ispirazione per istituire i Registri per la medicina a indirizzo estetico. I Master nascono come modelli ad hoc costruiti in Università e come tali hanno una loro dignità, ma non sono conformi al protocollo formativo quadriennale, tipico delle scuole di specializzazioni universitarie, adottato nelle realtà storiche. I Master sono strutturati in base alla richiesta e accreditati dall’ateneo in maniera autonoma, non possono essere uniformi. Ancor meno costruttivo il fatto che, spesso, si identifica come medico estetico un professionista che esegue trattamenti dopo aver frequentato corsi monotematici di pochi giorni. Come società scientifiche ci auguriamo che il Ministero della salute, come già accade per gli psicoterapeuti, stabilisca una procedura legislativa che avvalli i percorsi formativi delle scuole private quadriennali di medicina estetica». ■ © RIPRODUZIONE RISERVATAw