Scarica in formato pdf

Transcript

Scarica in formato pdf
TOMMASO LABRANCA
78.08
Excelsior 1881, Milano 2008, pp. 278, € 16.50
******
di Marco Simonelli
Stayin’ Alive at the Discoteque:
“78.08” e l’estetica trash di Tommaso Labranca
“La letteratura-narrativa scomparirà, sommersa dalla sua noia, e verrà sostituita da tante cose più fresche,
eccitanti e interessanti.” Tommaso Labranca
Con questa profezia si chiudeva Andy Warhol era un coatto. Vivere e capire il trash (Castelvecchi,
1994) folgorante esordio letterario di Tommaso Labranca. Si trattava di uno di quei libri che fanno
epoca: basti pensare che nel 2004, a dieci anni dalla pubblicazione, fu necessario crearne una
edizione .pdf che tutt’ora risulta disponibile non solo sul sito del suo autore1, ma può essere
facilmente reperita e condivisa tramite il programma di scambio peer-to-peer più popolare della
rete, ossia Emule. Cosa ci fa il .pdf di un libro all’interno del programma maggiormente utilizzato
per scaricare illegalmente musica, film, pornografia? Andrà specificato che la reperibilità di file di
testo all’interno della rete peer-to-peer è un privilegio riservato a quei volumi che, in un
determinato periodo, hanno suscitato, a vario titolo, un interesse di massa: popolari le
scannerizzazioni complete della trilogia di Oriana Fallaci iniziata con La rabbia e l’orgoglio, Il
Codice Da Vinci ed Harry Potter, come pure quelle della Lettera sulla felicità di Epicuro uscita
nella collana Millelire di Stampa Alternativa, che ritorna intatta sugli schermi dei nostri computer
per deliziare i nostalgici occhi degli adolescenti (e non solo) degli anni ’90.
Andy Warhol era un coatto ebbe il merito di affrontare, divulgare, sintetizzare ed esporre
chiaramente il trash prima che questo termine finisse per essere usato esclusivamente ed
impropriamente per descrivere un certo tipo di programmi televisivi. Con un taglio decisamente
filosofico e sociologico, Labranca riuscì ad esporre non la condizione di chi osserva il trash bensì
quella di chi lo vive dall’interno. Il libello, che come da tradizione non risparmiava invettive feroci,
conserva oggi, a distanza di quattordici anni, una straordinaria forza comunicativa e il potere di
creare nel lettore consapevolezza e ilarità nel medesimo momento.
Siamo quindi piacevolmente soddisfatti nel constatare che la profezia di Labranca sulla letteratura
non si è (ancora) avverata e che, anzi, egli stesso ha impiegato le sue capacità di lucido e
1 http://www.tommasolabranca.eu/ANDYWARHOLERAUNCOATTO.pdf
disincantato osservatore della realtà per realizzare narrativa.
Sarebbe però limitante descrivere il suo nuovo libro 78.08 esclusivamente come narrativa: si tratta
di un impasto dannatamente esilarante di monologo interiore in presa diretta, fiction e sociologia del
(mal)costume; ha ambizioni storiche, comiche, divulgative ed educative; nel riflettere
sull’evoluzione del gusto degli ultimi trent’anni ha la capacità toccare vette di un pathos che non si
stempera nonostante un continuo flirtare col paradosso.
Il protagonista e voce narrante si chiama Antonio Maniero, fin dal liceo legato da una quasi
omonimia al personaggio interpretato da John Travolta ne La febbre del sabato sera. Il libro
racconta, tramite un flusso di coscienza joyciano, alcuni giorni della sua esasperante esistenza
slittando continuamente dal presente (lo 08) alla mitica e sapientemente mitizzata epoca dell’uscita
del film (il 78). Durante questi continui e ossessivi salti temporali, Antonio Maniero si trova
costretto a rileggere la sua esistenza alla luce di una mitologia cinematografica degenerata e
devastata più che dall’avvicendarsi delle mode, dall’inconsapevolezza della gente che se ne
appropria. Antonio, antieroe schivo e inacidito, ha tutto il diritto di lamentarsi: ha una madre
borderline che vive come una tragedia euripidea il deterioramento del proprio mobilio; una figlia
dark di nome Laurapalmer (sì, tutto attaccato) che si esprime a monosillabi, affettivamente legata a
Vitty, un obeso e ottuso esponente del movimento emo che coltiva ambizioni artistiche; una serie di
conoscenze che si spacciano per amicizie fra cui spunta l’abominevole Barracuda, vacuo girovago
scroccone affetto da una preoccupante esterofilia. Completano il quadro un lavoro come insegnante
privato in un istituto simil-Cepu e una ex-moglie fuggita con un sosia pecoreccio di Leonardo di
Caprio.
Sebbene una breve sintesi della trama e dell'intreccio possano richiamare alla mente un clima di
confine fra soap-opera e sit-com, la lettura di 78.08 lascia l'impressione del romanzo storico:
Labranca adopera la semantica del consumo di massa per impostare una dura critica nei confronti
della contemporaneità la quale, ormai a quel consumo assuefatta, non è più in grado di costruire un
modello, ma solamente di replicarlo goffamente spacciandolo per novità. Labranca non si limita alla
fotografia del presente ma, ricostruendo minuziosamente (per giunta: con scrupolo filologico)
l’archetipo mitologico de La febbre del sabato sera e attribuendogli il valore di genuinità, riesce a
raccontare trent’anni di storia d’Italia: Antonio Maniero parla di sua madre, giovane sposa in una
Milano che da lì a poco sarebbe diventata “da bere” e del padre immigrato con cui da piccolo
guardava stupito decollare aereoplani; parla di segretarie sempre in partenza per Londra e Madrid e
quindicenni della messenger generation fan dei Tokio Hotel; contrappone alla glocalità fanciullesca
e quasi edenica delle TV private la globalità spocchiosa, superficiale e amorfa dei reality show.
Un documento del tempo che passa, 78.08 è il prodotto di un intellettuale appartato e poliedrico il
cui estro creativo è coerente alla propria estetica in qualsiasi campo essa venga applicata, si tratti di
teoria (Chaltron Hescon, Einaudi, 1998), narrativa (Il piccolo isolazionista, Castelvecchi 2006),
poesia (Poesie dell’agosto oscuro, Pluscool 2006), biografia (La vita secondo Orietta, Sperling &
Kupfer, 1997; su Orietta Berti), traduzione e curatela (Metrosexual, Sperling & Kupfer, 2004) o
televisione (Labranca fu uno degli autori di Anima mia, programma in cui avvenne il ripescaggio
mediatico de I Cugini di Campagna, applicazione musicale dei teoremi trash di Andy Warhol era un
coatto). E se guardassimo da vicino le altre sue esperienze ai confini della realtà letteraria, quali il
collettivo di riscritture Labranca Remix (Castelvecchi, 1996, originale esperimento di letteratura
campionata) o le sue incursioni nell’arte digitale o concettuale (si veda il numero unico della rivista
di estetica concettuale Concetta, raccolta d’arte varia che va ben oltre la boutade titolistica)
potremmo dedurre che anche in Italia il ruolo dello scrittore può avvicinarsi a quello dell’agitatore
culturale di stampo situazionistico alla Malcom McLaren, non più mero produttore di opere singole,
ma esploratore delle realtà plurale, propagatore di un gusto che non sia solo personale bensì
strumento sociale per analisi e riflessioni non seriose e paludate ma fresche, eccitanti, interessanti.