Attività di florovivaismo
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Attività di florovivaismo
® Schede Teseo Idee d’impresa a portata di mano Attività di florovivaismo DEFINIZIONE, COMPETENZE NECESSARIE e TREND STATISTICO Con il termine “florovivaismo” si intende quel settore dell’attività agricola al quale appartengono i produttori di fiori da recidere e di fogliame ornamentale, di bulbi e di piante (in vaso per interni, da balcone e da esterno), comprese le frutticole, le orticole e le forestali. Di solito si usa distinguere l’attività di floricoltura (o arte di coltivare i fiori) dall’attività di vivaismo (orientata alla produzione di piante). È poi importante chiarire che solo se i prodotti sono piantati e coltivati dall’imprenditore si può parlare di attività agricola florovivaistica, per svolgere la quale sono essenziali sia un impegno non indifferente in termini di tempo, necessario a far crescere e successivamente vendere i prodotti florovivaistici ottenuti, sia un certo investimento in attrezzature necessarie; naturalmente serve anche possedere specifiche competenze tecnico-professionali. Se invece le piante e i fiori vengono acquistati all’ingrosso, da aziende produttrici, per essere poi rivenduti al cliente finale, si tratta di attività commerciale. Sebbene oggi gli imprenditori che abbinano all’attività di produzione agricola l’attività di commercializzazione alla clientela non solo di piante e fiori, ma anche di prodotti per il giardinaggio e l’hobbistica (es. sementi, bulbi, terricci, concimi, utensili, vasi, arredamento per esterni, ecc.) siano molti (si pensi alla diffusione dei “garden center”), bisogna ricordare che per rimanere agricola l’attività di produzione di prodotti florovivaistici deve comunque essere prevalente rispetto all’attività commerciale. Per aprire un vivaio non basta però avere “il pollice verde”: sono infatti richiesti una serie di requisiti professionali (si veda oltre), necessari per potersi occupare di coltivazione, acquisti e vendite, ed è consigliabile aver svolto una precedente esperienza lavorativa in altre aziende del settore per poter apprendere/sviluppare la professionalità necessaria. Da un punto di vista delle competenze tecniche, è bene che l’imprenditore, o uno o più dei suoi operatori, sappia riconoscere le principali piante, abbia dimestichezza con il loro ciclo biologico e le loro specifiche esigenze, sappia applicare le tecniche di moltiplicazione e coltivazione, utilizzare in maniera appropriata utensili, attrezzature e macchine agricole, valutare le caratteristiche del terreno, attuare tecniche di impianto, effettuare la manutenzione del verde, eseguire trattamenti fitosanitari con presidi chimici, applicare tecniche di fertilizzazione, conoscere i principi guida delle coltivazioni biologiche e biodinamiche, realizzare composizioni floreali, ed altro ancora. A queste vanno poi aggiunte altre competenze di tipo amministrativo e gestionale, come la capacità di trattare con i fornitori, di occuparsi delle vendite, di comunicare e promuovere in modo efficace la propria attività e i propri prodotti, ecc. Aprire un’azienda florovivaistica può rappresentare oggi una buona opportunità di business, ma ci vogliono grande preparazione e impegno per riuscire a definire una strategia di mercato vincente e trovare i giusti canali di vendita. La concorrenza infatti è molto agguerrita, non soltanto quella interna, ma soprattutto quella internazionale, sia europea (Olanda in particolare), sia extra-Ue (Paesi come Kenya, Colombia ed Ecuador, potendo contare su condizioni economiche, ambientali e normative favorevoli, producono ed esportano a costi inferiori rispetto a quelli praticati dagli imprenditori italiani). È poi importante tenere presenti le attese dei consumatori: dal prodotto florovivaistico i clienti si aspettano freschezza, durevolezza e un buon rapporto qualità/prezzo; rilevante risulta anche che piante o fiori siano prodotti da un’azienda agricola attenta all’ambiente e che siano stati coltivati in Italia o comunque vicino al punto di acquisto (Fonte: indagine SWG aprile 2011). A livello statistico, con un fatturato che sfiora i 3 miliardi di euro e il 6% della produzione agricola nazionale, il florovivaismo rappresenta un comparto strategico per l’economia del nostro Paese. Sono oltre 20mila le aziende complessivamente impegnate: circa 13.000 si occupano di piante in vaso, alberi e arbusti, più di 6.000 di fiori e fronde, mentre le restanti hanno un indirizzo misto. La Lombardia, con una presenza di aziende operanti nel settore pari al 12%, si colloca al 3° posto dopo la Liguria (21%) e la Toscana (17%). Nella bergamasca si contano 279 aziende florovivaistiche (dati aggiornati al III trimestre 2011), di cui 203 dedite alla coltivazione di fiori in piena aria, 40 dedite alla floricoltura e alla coltivazione di altre colture non permanenti, 21 alla riproduzione delle piante e 15 alla coltivazione di fiori in colture protette. Guide collana * Come avviare un negozio al dettaglio non alimentare (giugno 2010) * Come avviare un’attività alimentare artigiana (dicembre 2007) * Come avviare un negozio al dettaglio alimentare (ottobre 2007) * Come avviare un’impresa artigiana (luglio 2006) * Come avviare un’attività di bar e ristorante (dicembre 2005) * Come avviare un’attività di agriturismo (giugno 2005) RIFERIMENTI LEGISLATIVI, REQUISITI PROFESSIONALI e ITER BUROCRATICO L’attività di florovivaismo è disciplinata dal Decreto Legislativo 19 agosto 2005, n. 214 “Attuazione della direttiva 2002/89/CE concernente le misure di protezione contro l’introduzione e la diffusione nella Comunità di organismi nocivi ai vegetali o ai prodotti vegetali” e dal Decreto 12 novembre 2009 “Determinazione dei requisiti di professionalità e della dotazione minima delle attrezzature occorrenti per l’esercizio dell’attività di produzione, commercio e importazione di vegetali e prodotti vegetali”. Chiunque svolga attività di produzione e commercio di vegetali, prodotti vegetali e altre voci disciplinate dal D. Lgs. 214 deve presentare domanda per il rilascio dell’autorizzazione (in bollo e prima dell’inizio dell’attività) ai Servizi Fitosanitari Regionali (SFR) competenti a seconda dell’ubicazione dei centri aziendali (cioè le unità produttive autonome stabilmente costituite). L’autorizzazione deve essere richiesta da una serie di soggetti indicati dall’art. 19 del Decreto, e in particolare dai produttori di piante e dei relativi materiali di propagazione, comprese le sementi, destinati alla vendita. I soggetti che producono, commercializzano o importano i prodotti indicati nell’allegato V del Decreto devono inoltre presentare richiesta di iscrizione al Registro Ufficiale dei Produttori (RUP) al SFR competente per territorio, che esamina la richiesta e verifica il possesso dei requisiti. Infatti i produttori di piante e dei relativi materiali di propagazione, con esclusione dei produttori di sementi, devono dimostrare, in prima persona o tramite una figura tecnica professionale operante in modo continuativo in azienda, di possedere adeguate conoscenze sulle normative fitosanitarie e di qualità riguardanti le categorie dei vegetali per le quali viene richiesta l’autorizzazione a produrre. Tali requisiti si considerano acquisiti se il responsabile tecnico/fitosanitario soddisfa una delle seguenti condizioni: • è in possesso di laurea o diploma in ambito agrario o forestale; • ha frequentato con esito positivo un corso di formazione sulle normative fitosanitarie e di qualità, il cui programma è stato approvato dal SFR; • ha superato con esito favorevole un colloquio al SFR, volto a verificare le conoscenze sulle normative fitosanitarie e di qualità relative alle categorie per cui ha presentato domanda. Sono esonerati dall’iscrizione al RUP i “piccoli produttori”, cioè coloro che producono e vendono vegetali e prodotti vegetali che nella loro totalità sono destinati, nell’ambito del mercato locale*, a persone o acquirenti non professionalmente impegnate nella produzione di vegetali, a condizione che presentino ai SFR una dichiarazione attestante il possesso di tale requisito. Nella domanda di iscrizione al RUP vanno specificati i settori di attività per i quali si richiede l’iscrizione (ad es. materiale vivaistico colture floricole). L’iscrizione al RUP, e la conseguente autorizzazione, comporta per il richiedente una serie di obblighi, tra cui segnaliamo: • tenere in ciascun centro aziendale una mappa aggiornata dell’azienda (vegetali coltivati, prodotti conservati, immagazzinati o utilizzati); • conservare i registri e i documenti riguardanti i vegetali e i prodotti vegetali acquistati, in produzione o ceduti a terzi; • designare una persona (il titolare o un tecnico esperto in materia di produzioni vegetali e in questioni fitosanitarie attinenti la produzione) a mantenere i contatti con il SFR, collaborando con lo stesso, eseguendo controlli visivi nel periodo vegetativo e segnalando qualsiasi manifestazione atipica di parassiti; compilare il passaporto delle piante CEE in ogni sua parte e • conservare per almeno 1 anno i documenti relativi al materiale acquistato. * per mercato locale si intende la commercializzazione effettuata dai “piccoli produttori” nell’ambito del territorio della provincia dove è ubicata l’azienda. Passaporto delle piante È un’etichetta ufficiale identificativa che si appone sui vegetali da “spostare” in ambito comunitario (compreso il territorio nazionale), anche se originari di Paesi terzi, e che li “accompagna” in tutta la filiera commerciale, con esclusione della vendita al consumatore finale, consentendo così di risalire al produttore originario di un vegetale portatore di eventuali organismi nocivi. Il passaporto delle piante deve essere utilizzato dal produttore di vegetali che vende i propri prodotti a: vivaisti, frutticoltori, garden/fioristi, centri commerciali (grande distribuzione). I soggetti iscritti al RUP che intendono utilizzare il passaporto delle piante devono richiedere apposita autorizzazione al SFR competente per territorio. Il passaporto, da applicare sui vegetali, sui loro imballaggi o sui veicoli di trasporto, in modo da impedirne il reimpiego, deve riportare una serie di indicazioni, tra cui il codice del produttore (cioè il numero di iscrizione al RUP), il numero di serie/settimana o di partita, la specie botanica, il quantitativo e il nome del Paese terzo extra UE di provenienza. In caso di vendita frazionata di vegetali acquistati con passaporto da ditte che commerciano o lavorano i vegetali stessi senza alterarne lo stato fitosanitario, può essere utilizzato il passaporto di sostituzione, rilasciato previa autorizzazione del SFR. Il passaporto delle piante non è necessario per i prodotti dei “piccoli produttori” (si veda sopra), per i commercianti al dettaglio (es. fiorista che vende al cliente finale) e nel caso di spostamenti di piccoli quantitativi di prodotti destinati ad essere utilizzati dal possessore o dal destinatario a fini non industriali, né agricoli, né commerciali o consumati durante il trasporto, a condizione che non vi sia rischio di diffusione di organismi nocivi. Iter burocratico Dal 1° aprile 2010, ai sensi del D.L. 7/2007, per iniziare un’attività imprenditoriale è obbligatorio presentare un’unica comunicazione telematica all’Ufficio del Registro delle Imprese della Camera di Commercio competente per territorio. La “Comunicazione Unica” permette infatti di svolgere, attraverso una singola pratica telematica, tutti gli adempimenti fiscali (Agenzia delle Entrate), previdenziali (Inps) e assistenziali (Inail) necessari all’avvio dell’impresa. Per la presentazione della pratica ci si può avvalere di professionisti, di agenzie per l’invio delle pratiche o della rete di sportelli attivata all’interno di alcune Organizzazioni di Categoria del territorio (fra cui Cia, Coldiretti Bergamo e Confagricoltura Bergamo); gli sportelli forniscono agli imprenditori informazioni e supporto tecnico per un corretto invio delle pratiche, in quanto per accedere alla modalità telematica di invio è necessario possedere alcuni prerequisiti, quali la convenzione Telemaco, la firma digitale e la Pec-Posta elettronica certificata. La scheda è aggiornata “Teseo” realizzate * Come avviare un’attività di servizi per l’infanzia (nidi e micronidi) (ottobre 2004) * Come avviare un'attività agricola (novembre 2003) * Come avviare un'attività di parrucchiere o estetiste (aprile 2003) * Attività di facchinaggio e logistica in cooperativa (novembre 2002) * Imprese di pulizia (marzo 2000) * Automotoriparatori (luglio 1999) INVESTIMENTO INIZIALE PER STRUTTURA E SERVIZI Dare indicazioni precise sugli investimenti iniziali e le spese per costituire un’azienda florovivaistica non è semplice, perché tutto dipende dalla superficie a disposizione, dal tipo di coltivazioni scelte e dalla località in cui si esercita l’attività. Non potendo essere precisi daremo dei valori indicativi dei costi che potrebbero essere necessari per svolgere l’attività, ricordando che essi variano se si decide di acquistare ad es. attrezzi/macchinari nuovi o attrezzi/macchinari usati. L’attività di floricoltura viene generalmente esercitata in serre, nelle quali l’elevata tecnologia e l’automazione delle operazioni colturali (irrigazione, gestione del riscaldamento, degli impianti di illuminazione/ombreggiamento, trattamenti antiparassitari, ecc.) sono ormai prassi consolidata. L’attività di vivaismo viene invece esercitata su superfici aperte o con strutture più “limitate” rispetto a quella floricola (es. impianti di irrigazione/ombreggiamento, tunnel non riscaldati, ecc.). I costi per l’acquisto delle attrezzature necessarie allo svolgimento dell’attività sono abbastanza “importanti”: ad esempio, una serra in plastica di circa 1.000 mq costa sui 30.000 euro, un impianto di irrigazione mobile a doppia rotaia circa 5.000 euro, un motocoltivatore attrezzabile con diversi strumenti (es. aratro o vanga) circa 4.000 euro, mentre un trattorino per lavorare in spazi ridotti sui 10.000 euro. Per chi produce piante grasse, orchidee, garofani, ecc., è poi assolutamente necessario l’acquisto di una serra completa di copertura, bancali, impianto di irrigazione a pioggia e di riscaldamento ad aria, serre in ferro/vetro di circa 500 euro/mq. Per quanto riguarda il terreno, le cui caratteristiche vanno valutate a seconda delle colture scelte (ad es. la terra di castagno è particolarmente adatta alla coltivazione di azalee, camelie e rododendri mentre la torba è indicata per le piante da interno), per produrre piante in vaso ci vogliono indicativamente almeno 5.000 mq di terreno, meglio se non esposto al vento e non troppo soleggiato, mentre le piante da appartamento hanno bisogno di essere coltivate al coperto, in serre di vetro o sotto tunnel in polietilene di almeno 1.000 mq. Il costo del terreno varia da zona a zona: a Bergamo/in Lombardia la media è tra i 10 e i 30 euro al mq, ma il prezzo può salire se il terreno è direttamente sulla strada, in posizione visibile e se ci arriva già l’acqua. Da tenere poi presente, soprattutto se si prevede di affiancare l’attività agricola a quella di vendita, sono i costi non solo di allestimento del punto vendita, ma anche del personale necessario, che incidono fortemente sui costi di produzione; per un’attività di questo tipo è quindi consigliabile la conduzione familiare. FONTI DI FINANZIAMENTO Coloro che sono interessati ad avviare questo tipo di attività possono usufruire, grazie al Piano di Sviluppo Rurale dell’Unione Europea 2007-2013, degli incentivi a fondo perduto, in particolare la “Misura 112 Insediamento di giovani agricoltori” (requisito essenziale: l’età del proprietario non deve superare i 40 anni). È anche aperto il bando “Garanzie agevolate per l’agroindustria”, che mira a favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese, operanti sul territorio lombardo nel settore della trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli. Per maggiori informazioni si veda il sito Internet della Regione Lombardia www.agricoltura.regione.lombardia.it. Per informazioni sull’apertura/chiusura delle principali leggi agevolative è possibile rivolgersi gratuitamente sia alle Organizzazioni di Categoria del comparto agricolo (in particolare ai loro Consorzi Fidi) sia al servizio Punto Nuova Impresa di Bergamo Formazione, o ancora iscriversi alla newsletter di Bergamo Formazione (consultare il sito Internet www.bergamoformazione.it). a dicembre 2011 CONSIGLI UTILI • Un’attività di florovivaismo può produrre su commessa per conto di altre aziende della zona, limitando in questo modo il rischio di invenduto, oppure può rivolgersi al cliente finale, proponendo un’ampia gamma di prodotti, a cui si possono applicare ricarichi più alti rispetto alla vendita all’ingrosso. Sempre più spesso queste 2 opzioni si sovrappongono: l’imprenditore può infatti trovare convenienza a trattare sia con i grossisti e i mercati locali sia vendendo direttamente al pubblico. • Per la propria offerta l’imprenditore può decidere di specializzarsi su un certo tipo di prodotto (es. solo rose, orchidee o piante grasse) oppure proporre una varietà più ampia di prodotti. La scelta è naturalmente soggettiva, ma bisogna ricordare che puntare sulla nicchia può esporre il business a un rischio più alto (ad es. i consumi di fiori recisi spesso si limitano a ricorrenze e cerimonie, mentre le piante da interno possono avere un mercato più vasto perché acquistabili per abitazioni, ma anche, per aziende e per uffici). • Molte aziende florovivaistiche offrono alla clientela (privati ed enti pubblici) servizi di giardinaggio, progettazione di balconi/terrazze e aree verdi: si tratta di servizi “accessori” che, oltre a garantire un’integrazione del reddito (le tariffe orarie per consulenze e realizzazione lavori variano tra i 30 e i 60 euro), possono poi essere “mostrati” sul sito Internet del- PER SAPERNE DI PIÙ l’azienda o tramite pubblicazioni ad hoc, in modo da stupire positivamente il cliente e suggerirgli alcune idee per la propria abitazione o il proprio giardino. • Tra le motivazioni d’acquisto della clientela, il “fattore regalo” resta primario: in questi casi il florovivaista (e in generale il personale che con esso lavora) deve saper consigliare il cliente, mostrandosi disponibile e gentile, assecondando le sue richieste, rispettando il budget e proponendo, in mancanza di idee chiare, soluzioni che possano incontrare i diversi gusti. Particolarmente apprezzati, oltre ai consigli su come prendersi cura del prodotto acquistato (innaffiamento, potatura, posizione rispetto al sole, ecc.), sono anche i significati tradizionalmente attribuiti a quel fiore/pianta: conoscere questo patrimonio simbolico può permettere al cliente non solo di fare un “bel” regalo, ma anche il “giusto” regalo per ogni occasione (ad es. le dalie simboleggiano eleganza e riconoscenza, i gigli fascino e bellezza, ecc.). Anche l’attività di florovivaismo necessita di essere • ben pubblicizzata per attrarre clienti. Oltre a scegliere una posizione facilmente raggiungibile e dotata di ampio parcheggio, via libera alla realizzazione di brochure, cartelloni/totem pubblicitari, ma non trascurare anche la partecipazione a fiere/manifestazioni locali e a creare un sito Internet funzionale e di impatto. (associazioni regionali, fiere di settore e formazione) Associazioni regionali e provinciali del settore • Assofloro Lombardia - Associazione dei Florovivaisti della Lombardia; sito Internet: www.assoflorolombardia.com • Consorzio Florovivaisti lombardi (associazione di produttori); sito Internet: www.conflo.it • Associazione florovivaisti bergamaschi; sito Internet: www.florovivaisti.bg.it Fiere di settore • Flormart – Salone professionale del florovivaismo e giardinaggio, Padova; sito Internet: www.flormart.it (fiera annuale) • Orticola – Fiori & piante, Milano (mostra mercato annuale); sito Internet: www.orticola.org • Euroflora, Genova; sito Internet: www.euroflora2011.it (fiera quinquennale) Formazione Anche chi non ha un diploma o una laurea in agraria può sviluppare la professionalità richiesta grazie ai numerosi corsi organizzati da scuole specializzate accreditate alla Regione Lombardia (es. Fondazione Minoprio di Vertemate con Minoprio (CO) o Scuola Agraria del Parco di Monza, ecc.); si segnala infine che anche le Associazioni di Categoria del nostro territorio periodicamente organizzano corsi sulla progettazione/manutenzione del verde, gestione aziendale e marketing di un’azienda florovivaistica. Le schede Teseo sono realizzate in collaborazione con: Via Mangili, 21 - Bergamo Tel. 035 4524011 Patrocinio: Largo Belotti, 16 - Bergamo Coordinamento: Via Zilioli, 2 - Bergamo Tel. 035 3888011