Bimestrale di attualità, tecnica e cultura

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Bimestrale di attualità, tecnica e cultura
Anno 17 - N. 85 - Novembre 2007 - contiene I.P.
In caso di mancata consegna restituire all’ufficio di Milano/Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa
Bimestrale di attualità, tecnica e cultura
85
IN FIERA CON MAPEI
Mapei invita i Lettori di Realtà Mapei a visitare la prima edizione di MADE EXPO,
Milano Architettura Design Edilizia, che si svolgerà a Fiera Milano (Rho) dal 5 al 9
febbraio 2008. La tessera allegata a questo numero della rivista, valida per una
persona, consentirà l’ingresso in fiera ogni giorno senza sostare alla biglietteria.
Venite a trovarci ai nostri stand
Padiglione 4 - Stand A11/B16
Padiglione 9 - Stand M15/N16
Siamo anche presenti nel Padiglione11
alla mostra SKIN, Superfici d’architettura
Milano Architettura Design Edilizia
Fiera Milano, Rho 05_09 Febbraio 2008
M.C. Escher’s “Relativity” © 2007 The M.C. Escher Company-Holland. All rights reserved. www.mcescher.com
Nell’ambito dell’esperienza
maturata nell’organizzazione di
e di
il nuovo appuntamento fieristico internazionale
per il progetto, l’architettura e l’edilizia
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Strutture, Sistemi Costruttivi e Materiali ' Involucro Edilizio
Architettura e Finiture d'Interni ' Impiantistica ed Energie Rinnovabili
Progetto e Servizi per la Filiera delle Costruzioni
Software e Hardware per il Progetto e la Costruzione
Attrezzature Tecnologie e Soluzioni per il Cantiere
Impiantistica Sportiva, Piscina, Fitness e Arredo Urbano
Infinite prospettive
MADE expo
è un’iniziativa di
MADE eventi srl
Federlegno-Arredo srl
Organizzata da
MADE eventi srl
tel. 0516646624
[email protected]
Promossa da
www.madeexpo.it
RIVISTA BIMESTRALE
Anno 17 - numero 85 - novembre 2007
DIRETTORE RESPONSABILE: Adriana Spazzoli
SEGRETERIA DI REDAZIONE: Carla Fini
FIERE
Cersaie 2007
pag. 2
Tutta la tecnologia del decorare ad Abitare il Tempo
pag. 16
REDAZIONE: Metella Iaconello,Tiziano Tiziani,
Federica Tomasi
REFERENZE
RICERCA FOTOGRAFICA: Davide Acampora
La via delle Dune Dorate
pag. 12
A tutto GAS
pag. 24
Acqua e benessere in Polonia
pag. 32
FOTOLITO: Overscan - Milano
Terrazze Dorate
pag. 34
STAMPA: Arti Grafiche Beta - Cologno Monzese (Mi)
Casa Störtebeker
pag. 40
Alta qualità per il pavimento conduttivo
pag. 47
PROGETTO GRAFICO - IMPAGINAZIONE
Magazine - Milano
DIREZIONE E REDAZIONE
Via Cafiero, 22 - 20158 Milano
tel. 02-37673.1 - fax 02-37673.214
www.mapei.com - E-mail: [email protected]
PRODOT TI IN EVIDENZ A
Abbonamenti: [email protected]
La nuova tecnologia Dust Free
pag. 10
EDITORE: Mapei S.p.A.
Registrazione del Tribunale di Milano n. 363 del 20.5.1991
Keraflex Maxi S1
pag. 11
Adesilex P10
pag. 15
Hanno collaborato a questo numero con testi, foto e notizie:
Riccardo Ardito, Adelmo Bovio, Anna Calcaterra, Achille
Carcagnì, Stefano Carrà, Amilcare Collina, Gianni Dal Magro,
Massimo De Santis, Espressione Fiera, Foto Vignoli, Enrico
Geronimi, Gabriele Hapke, Cristiano Maltese,Walter Mauer,
Agata Modrzejewska, Giovanna Novella, Massimo Paroli, Paolo
Sorrentino, Adam Wielunski.
Linea Kerapoxy
IIIa di cop.
MapeGlitter
IVa di cop.
Foto di copertina:
Effetti speciali per le fughe con MapeGlitter,
i glitter colorati metallizzati, da additivare a
Kerapoxy Design, capaci di creare insoliti riflessi
di luce negli ambienti. Utilizzabili anche per le
finiture murali.
MapeGlitter è stato presentato a Cersaie e ad
Abitare il Tempo (vedi articoli alle pagg. 2 e 16).
Tiratura di questo numero: 140.000 copie
Distribuzione in abbonamento postale
in Italia: 134.952 copie - all’estero: 1.448 copie
GIOCO DI SQUADR A
Mapei Polska raddoppia
pag. 28
I L PA R E R E D E L L’ E S P E R T O
Pavimentazioni in resina e cementizie:
dall’industria al nucleo abitativo
Pavimentazioni conduttive
Autolivellanti, mai più crepe!
pag. 20
pag. 44
pag. 50
RICERCA
Le nanotecnologie: Nanoforum 2007
pag. 36
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conformità al Decreto Legislativo n. 196/2003 (“Codice in materia di
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Questo periodico è associato
all’Unione Stampa Periodica Italiana
Tutti gli articoli pubblicati in questo numero possono essere ripresi,
previa autorizzazione dell’editore, citando la fonte.
L’ I M P E G N O N E L L O S P O R T
Sassuolo, riprovaci!
pag. 54
Mapei sponsor dei Campionati del mondo di Ciclocross
pag. 56
www.mapei.com
Sul sito Mapei trovate tutte le informazioni sui prodotti, sull’organizzazione del Gruppo in Italia e nel mondo, sulla partecipazione alle più
importanti fiere di settore.
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FIERE
2007
I 25 anni
di Cersaie e
i 70 di Mapei:
due successi
destinati a
durare
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C
ersaie, il Salone internazionale
della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno conferma,
con tre nuovi record, la centralità della
fiera che si è tenuta dal 2 al 6 ottobre
scorso a Bologna.
Nel 2007, anno in cui ricorre il 70°
anniversario della fondazione di Mapei,
anche Cersaie ha celebrato un anniversario significativo: quello dei suoi primi
25 anni. E la coincidenza di due ricorrenze così importanti ha fatto sì che,
quest’anno, come vedremo, la presenza di Mapei alla manifestazione bolognese sia stata ancora più apprezzata e
densa di significati del solito.
Cersaie ha registrato un nuovo record
per i visitatori complessivi, per gli operatori professionali provenienti da oltre
confine e per i giornalisti italiani ed
esteri.
Sono stati, infatti, 91.935 (+1,1%) i visitatori che hanno affollato i padiglioni
della fiera di Bologna.
Si tratta del nuovo record per le edizioni di Cersaie che si tengono sui cinque
giorni, una performance resa ancor più
importante dal fatto che internazionalità e qualità dei visitatori si sono
ulteriormente innalzate.
Ad affollare gli stand delle 1.078 aziende rappresentanti 32 diverse nazioni,
sono stati ben 27.121 operatori professionali esteri (+3,7%), in ulteriore crescita rispetto al record stabilito lo scorso
anno, pari adesso al 29,5% del totale:
Cersaie si conferma in tal senso ai primi
posti nel mondo per l’internazionalità
dei visitatori.
Di grande qualità è stata anche la partecipazione dei professionisti italiani,
che ha raggiunto le 59.345 unità, con
una crescita del +0,4%.
In crescita la presenza dei giornalisti: i
604 accrediti dell’edizione 2006 sono
lievitati a 632 (+4,63%), grazie ad una
più massiccia presenza sia di giornalisti
italiani (+7,8%), adesso pari a 360 unità,
sia esteri: i 272 professionisti dell’informazione internazionale rappresentano
ora il 43% del totale.
Grande partecipazione di pubblico
hanno avuto i diversi incontri istituzionali, a partire da “Liberalizzazioni: a
che punto siamo?”, il convegno di martedì 2 ottobre moderato da Giuseppe
Turani, giornalista de “La Repubblica”,
che ha visto la presenza di Luca
Cordero di Montezemolo, Presidente
di Confindustria, Innocenzo Cipolletta,
Presidente di Ferrovie dello Stato,
Francesco Giavazzi, giornalista de “Il
Corriere della Sera” ed Alfonso Panzani,
Presidente di Confindustria Ceramica.
Oltre 200 persone hanno poi preso
parte alla Conferenza Stampa
Internazionale, tenutasi sempre nel
pomeriggio di martedì 2 ottobre presso
Palazzo Re Enzo a Bologna, a cui sono
intervenuti Alfonso Panzani, Vittorio
Borelli, Presidente della commissione
Attività Promozionali di Confindustria
Ceramica, Giorgio Squinzi, Presidente di
Federchimica e Amministratore Unico
di Mapei, Massimo Mamberti, Direttore
Generale ICE e Franco Vantaggi,
Direttore Generale di Confindustria
Ceramica.
Gremita in ogni ordine di posti anche
la Sala Italia del Palazzo dei Congressi
dove giovedì 4 ottobre, introdotta da
Alfonso Panzani e moderata dal prof.
Aldo Colonetti, direttore della rivista
Ottagono, si è tenuta la lectio magistralis dell’arch. Mario Botta su “Architettura
e Memoria”.
Mapei a Cersaie 2007: un salone
memorabile
Per Mapei Cersaie è sempre un appun3
t
FIERE
tamento fondamentale intorno al quale
si incentrano numerosi appuntamenti
che la vedono sempre protagonista.
Questa manifestazione internazionale è anche un momento cruciale che
serve per tirare le somme di quanto è
stato fatto durante l’anno che volge al
termine e per progettare il prossimo
futuro. È anche un incontro di tutto il
Gruppo che, nello stringersi intorno a
Giorgio Squinzi, vive un’intensa esperienza di scambio e di conoscenze che
alimentano il senso di appartenenza
e la consapevolezza di essere davvero
“una grande squadra”. Oltre a questi
motivi, Cersaie è anche un’occasione
importante da un punto di vista squisitamente comunicativo.
L’immagine dell’Azienda, infatti, al
Cersaie trova modo di esprimersi in
tutta la sua pienezza, offrendo al visitatore l’opportunità di cogliere, anche
con un solo sguardo, qual è concreta-
mente lo spirito che anima l’azienda.
Questa XXV edizione della fiera bolognese è stata, per Mapei, davvero
memorabile sia per il numero di visitatori che hanno affollato lo stand durante tutti i giorni della manifestazione,
sia per la bellezza dell’immagine che
l’Azienda ha voluto dare di sé.
Nel 2007, anno in cui ricorre il 70° anniversario della fondazione dell’Azienda
milanese, lo stand Mapei ha ospitato,
infatti, un evento davvero unico e speciale.
Lo staff Mapei ha alacremente lavorato
per mesi per realizzare il desiderio di
Giorgio Squinzi: condividere con i professionisti del mondo della ceramica,
con i clienti e con gli amici che avrebbero visitato lo stand, tutta l’emozione
ed i ricordi di 70 anni di storia.
All’ingresso dello spazio espositivo, una
gigantografia seppiata ritraeva Rodolfo
Squinzi, il fondatore di Mapei, insieme
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4
ai suoi primi collaboratori, di fronte alla
sede originaria di Mapei di via Cafiero a
Milano. Accanto a loro un Fiat 1100 E, il
primo furgone dell’Azienda. Di fronte
a questa immagine simbolo brillava, in
tutta la magnificenza del suo restauro,
lo stesso modello di vettura con il pianale carico dei primi prodotti concepiti
70 anni fa da Mapei.
Un emozionante tuffo nel passato che,
sin dal primo impatto, ha trasmesso al
visitatore non solo un’immagine storica carica di fascino, ma gli ha fatto
percepire quanto l’Azienda, sin dai suoi
albori, abbia incentrato la sua storia
su un mondo di principi che avevano
come elemento imprescindibile quello
della valorizzazione degli uomini che
ne facevano parte.
L’allestimento dello stand Mapei è stato
così, a tutti gli effetti, una vera e propria
mostra storica dove, su un fondale che
consentiva di ripercorrere visivamente
t
t
i momenti storici più significativi del
secolo scorso, è stato possibile mettere
in evidenza il successo dell’Azienda.
Un successo che, a partire dal 1937, è
arrivato ad oggi e si appresta ad entrare nel futuro, sorretto da tre principi
fondamentali: la specializzazione, l’internazionalità e soprattutto la ricerca.
A partire dal 1937, la storia Mapei si
dipana evidenziando le tappe più
importanti e le pietre miliari conquistate, decennio dopo decennio.
Il visitatore che è entrato nel vasto spazio espositivo Mapei ha potuto godere
di un vero e proprio viaggio nel tempo.
In modo circolare e in senso orario, un
percorso costituito di isole ha dato l’opportunità di ricreare l’atmosfera propria di ogni decennio, per un’emozione
multimediale di grande impatto.
Vediamo, per esempio, SILEXCOLOR nel
suo imballo originale: il primo prodotto
Mapei nato nel 1937, utilizzato nella
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costruzione dell’Ospedale Maggiore di
Milano, mentre una radio diffonde la
musica dell’epoca.
Più avanti, ecco lo storico ADESILEX P9
che nel 1958 segna l’inizio dell’abbandono del sistema di posa tradizionale
della ceramica con sabbia e cemento,
a favore della più affidabile posa con
adesivi premiscelati. Intanto una TV in
bianco e nero trasmette le immagini di
Carosello, di Fausto Coppi, dei Beatles,
e vediamo il Grattacielo Pirelli, uno dei
più prestigiosi cantieri dell’epoca curati
da Mapei.
Il viaggio nel tempo continua, tappa
dopo tappa. Arriviamo al presente, con
la linea KERAPOXY, una gamma di adesivi e fughe epossidiche, oggi rinnovata e ampliata.
Infine, la tecnologia e la ricerca Mapei si
proiettano nel futuro. Viene presentata
a livello internazionale l’innovativa tecnologia Dust Free®, studiata dai labo-
ratori R&S Mapei per migliorare la vita
di cantiere, e non manca uno sguardo
a una significativa referenza del futuro:
gli impianti sportivi in via di realizzazione per le Olimpiadi di Pechino 2008.
6° Grand Prix Referenze
Come di consueto, anche quest’anno
è stata colta l’occasione di Cersaie per
riunire tutta la forza tecnico-commerciale del Gruppo Mapei proveniente da
ogni parte del mondo.
Appena fuori Bologna, giovedì 5 ottobre, nelle bellissime sale di Palazzo
Albergati – una delle più importanti e originali opere architettoniche di
tutto il Seicento Emiliano - sono state
premiate le referenze più significative
dell’anno.
Si è trattato del 6° Grand Prix Referenze
che ha visto la consegna di numerosissimi premi a tutte le più significative grandi opere alla cui realizzazione
t
5
FIERE
hanno contributo, insieme al personale
tecnico dell’Azienda, i prodotti e i sistemi di prodotto Mapei.
Nei prossimi numeri di Realtà Mapei
ampio spazio verrà dedicato ai cantieri
premiati.
Nuove tecnologie e nuovi prodotti
Anche se l’impatto comunicativo dello
spazio espositivo Mapei era incentrato
sulla storia dell’Azienda e sulle tappe
che, decennio dopo decennio, ne
hanno determinato la crescita, alcuni
prodotti e sistemi di prodotto innovativi sono stati al centro dell’attenzione e
meritano qui di essere menzionati.
In modo particolare nella zona dello
stand dedicata al “presente che è già
futuro”, merita di essere approfondito
il nuovo risultato della ricerca Mapei
che ha portato alla realizzazione della
nuova tecnologia Dust Free®, che consente un drastico abbattimento del
rilascio di polvere in fase di miscelazione, di lavorazione e di utilizzo (vedi
articolo a pag. 10).
Questa tecnologia consente di migliorare la vita di cantiere, evitando molte
fastidiose problematiche, soprattutto durante i lavori di ristrutturazione.
Infatti, dai test dimostrati, i prodotti
Dust Free® di Mapei, sono in grado di
abbattere il 90% della polvere che verrebbe normalmente rilasciata durante
la fase di miscelazione, di lavorazione e
di utilizzo del prodotto in polvere.
Con coerenza rispetto ai principi che
da sempre la ispirano, Mapei prosegue,
anche così, il suo cammino che la vede
impegnata nel rispetto dell’ambiente e
dell’uomo in accordo a diversi sistemi
di qualità. Infatti, meno polvere rilasciata significa meno polvere respirata e
più salvaguardia dell’ambiente.
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t
La nuova tecnologia Dust Free® presentata al Cersaie, verrà applicata
progressivamente a tutta la linea di
prodotti in polvere per la posa di ceramica e marmo a partire da KERAFLEX
MAXI S1. È questo il prodotto apripista
di Mapei: l’adesivo cementizio ad alte
prestazioni, a scivolamento verticale
nullo, a tempo aperto allungato, deformabile, per piastrelle in ceramica e
materiale lapideo, è ora disponibile,
infatti, con la tecnologia Dust Free®.
Steso con uno spessore che può variare
da 3 a 15 mm, KERAFLEX MAXI S1 è
particolarmente indicato per la posa
di gres porcellanato e pietre naturali
di grande formato (maggiori dettagli
nell’articolo a pag. 11).
Presentata arricchita in fiera anche la
LINEA KERAPOXY con nuovi prodotti
per l’incollaggio e la stuccatura di piastrelle in ambienti speciali, sia residenziali sia industriali, sottoposti a tutti i
tipi di traffico e che, soprattutto, richiedono un’elevata resistenza chimica allo
sporco di ogni genere, agli oli e agli
acidi.
Tre le novità di questa linea, a cominciare da KERAPOXY IEG, la malta epossidi-
ca bicomponente ad altissima resistenza chimica, per la stuccatura di fughe di
almeno 3 mm. Ideale per applicazioni
industriali, è estremamente resistente
agli acidi.
Una novità è anche KERAPOXY ADESIVE,
un adesivo epossidico bicomponente a
scivolamento nullo, per piastrelle in
ceramica e materiale lapideo. È ideale per l’incollaggio rapido di pezzi
speciali e di vetroresina. Abbiamo poi
KERAPOXY DESIGN, malta epossidica
bicomponente traslucida, antiacida per
mosaico vetroso, disponibile in 7 colori
più versione neutra.
Si aggiorna, infine, anche nella documentazione che lo presenta, un altro
prodotto di questa linea: KERAPOXY P.
È una malta epossidica bicomponente antiacida, di facile applicazione e
buona pulibilità, per fughe di almeno
3 mm. Questo prodotto è utilizzabile
per grandi superfici, è ideale per applicazioni industriali ed è molto facile da
spatolare.
Tra le novità “colorate” presentate
al Cersaie, va senz’altro menzionato
MAPEGLITTER (glitter colorati metallizzati). E, in fiera, una bella lastra dimostrativa color oro, esplicitava tutta la
spettacolarità e versatilità del suo utilizzo.
Sicuramente amato da architetti, progettisti e decoratori, questo nuovo
prodotto, additivato a KERAPOXY
DESIGN, nel quantitativo massimo del
10% in peso, permette di confezionare malte per fughe dall’aspetto brillante e metallizzato, particolarmente
indicate per la stuccatura di piastrelle
metalliche, mosaico e piastrelle vetrose. MAPEGLITTER è utilizzabile anche
per le finiture murali.
Confezionato in scatole da 10 buste di
100 grammi ciascuna, MAPEGLITTER è
disponibile nei colori silver e light gold,
oltre che in altri 22 colori disponibili su
richiesta.
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FIERE
IL CONVEGNO INAUGURALE
E IL CONFINDUSTRIA CERAMICA
DISTRIBUTORS AWARD
ARCHITETTURA E MEMORIA:
MARIO BOTTA A CERSAIE 2007
Giovedì 4 ottobre si è svolta, nella Sala
Italia del Palazzo dei Congressi a Bologna,
la conferenza “Architettura e memoria”
che ha visto la lectio magistralis di Mario
Botta, il celebre architetto svizzero autore
di numerose opere nei cinque continenti.
“Il passato come un amico”. Da questa
significativa frase di Louis I. Kahn, uno
dei suoi maestri, è partita la riflessione di
Mario Botta, che ha sottolineato e spiegato nella sua “lectio magistralis” il senso
del rapporto che lega l’architettura al concetto di memoria. Architettura e memoria
come binomio inscindibile, poiché le trasformazioni attuate all’architettura diventano parti del paesaggio umano.
“Il passato non da ricordare con nostalgia,
ma come radice, struttura, identità capace
di trasmettere valori, matrice di ogni intervento umano”. Fare architettura per Botta
significa dialogare con il proprio presente,
inteso come sedimentazione di esperienze
e linguaggi che costituiscono il contesto, il
riferimento del progetto.
Il discorso di Botta, alla fine, è sfociato
nella metastoria quando ha sottolineato
le peculiarità culturali del continente europeo affermando che: “L’uomo non ha bisogno solo di risposte tecniche e funzionali,
ci sono componenti di storia, simboliche
e metaforiche, forse più importanti della
facilità con cui possiamo avere un servizio.
Nel confronto tra globale e locale vince
sicuramente il secondo, ma questo non
deve farci cadere nella nostalgia, perché la
memoria non ci lascia soli”.
Sotto. Il restauro del Teatro alla Scala di Milano
è stato uno degli ultimi riusciti progetti di Mario
Botta. Mapei ha contribuito con tutta l’innovativa
tecnologia dei suoi prodotti.
Cersaie si è aperta, come di tradizione, con un convegno inaugurale e la
cerimonia del Confindustria Ceramica Distributors Award.
“Liberalizzazioni: a che punto siamo?” ha visto la presenza del Presidente
di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, del Presidente di Ferrovie
dello Stato Innocenzo Cipolletta, dell’opinionista de “Il Corriere della Sera”
Francesco Giavazzi che, assieme al Presidente di Confindustria Ceramica
Alfonso Panzani e moderati dall’editorialista de “La Repubblica” Giuseppe
Turani, si sono confrontati per “fare il punto della situazione” alla luce dei
provvedimenti attuati e futuri.
L’incontro si è concluso con la consegna del Confindustria Ceramica
Distributors Award, premio che l’associazione conferisce ai quattro importatori/rivenditori europei selezionati per aver promosso e diffuso la cultura
della piastrella italiana, in ottemperanza a specifici criteri quali la fedeltà
nei confronti del prodotto, la competenza e professionalità dimostrate
nel tempo, la solvibilità e correttezza commerciale, il volume di affari
conseguito e l’aver messo in essere investimenti finalizzati ad aumentare
la conoscenza e l’utilizzo delle piastrelle di ceramica Made in Italy. Nel
rispetto di tali principi sono stati selezionati, per questa XII edizione del
Premio, operatori provenienti da Italia, Francia, Germania e Svezia. Tre di
questi sono importanti clienti del Gruppo Mapei.
Cliente di Mapei, per l’Italia è stato insignito del Premio C.C.B Barili Srl di
Bari, un azienda fondata nel 1962 e che ha raggiunto, lo scorso anno, un
fatturato di 16,5 milioni di euro, il 38% dei quali proveniente proprio dalla
vendita di piastrelle. Una realtà che occupa 84 dipendenti nei suoi due
show room, la cui superficie espositiva raggiunge i 4.500 metri quadrati.
Filgres Carrelages Sarl, distributore di Saint-Genis-Laval (Francia), è una
realtà che conta 37 dipendenti ed un fatturato totale di quasi 10 milioni di
euro, il 90% dei quali provenienti dalla commercializzazione di ceramica.
I suoi quattro show room si estendono per 1.200 metri quadrati.
La Harry’s Fliesenmarkt di Amburgo (Germania) è cliente della consociata Mapei, Sopro. Venne fondata nel 1962 e attualmente conta 45 addetti.
Particolarmente ampia ed estesa sul territorio è la rete commerciale che
raggiunge i 7.000 metri quadrati di superficie espositiva complessiva.
Per la Svezia il vincitore 2007 è un altro cliente Mapei. si tratta della
Konradssons Kakel AB – sede sociale è a Jönköping e due filiali a
Stoccolma e Goteborg – società distributrice fondata nel 1968, che
lo scorso anno ha
I vincitori del
realizzato un fattuConfindustria
rato di 17,7 milioni
Ceramica Distributors
di euro, il 78% dei
Award. Da sinistra:
quali attraverso la
Dieter Stammer della
vendita di piastrelHarry’s Fliesenmarkt
le di ceramica.
(Amburgo - Germania);
I dipendenti sono
Filippo Fraccalvieri
36.
della Filgres Carrelages
Sarl (Saint GenisLaval – Francia); al
centro Alfonso Panzani
e Luca Cordero di
Montezemolo e infine
Hans Persson della
Konradssons Kakel Ab
(Jonkoping – Svezia)
e Andrea Barili del
Centro Commerciale
Barili (Bari – Italia).
Sopra, Andrea Barili
con Giorgio Squinzi.
8
I relatori alla Conferenza Stampa
Internazionale Ceramic Tiles of Italy.
Da sinistra: Giorgio Squinzi, Presidente
del Gruppo Mapei, Vittorio Borelli,
Presidente della Commissione Attività
Promozionali di Confindustria
Ceramica; Alfonso Panzani Presidente
di Confindustria Ceramica, Massimo
Mamberti, Direttore Generale ICE;
Franco Vantaggi, Direttore Generale di
Confindustria Ceramica e Andrea Serri,
Responsabile Ufficio Stampa e Attività
editoriali di Confindustria Ceramica.
LA CONFERENZA STAMPA
INTERNAZIONALE
CERAMIC TILES
OF ITALY
Nella suggestiva cornice di Palazzo Re
Enzo, martedì 2 ottobre, si è svolta
la Conferenza Stampa Internazionale
Ceramic Tiles of Italy.
Hanno parlato - di fronte a oltre 230 tra
giornalisti, architetti ed interior designer
provenienti dai 5 continenti - il Direttore
generale dell’ICE Massimo Mamberti, il
Presidente di Confindustria Ceramica
Alfonso Panzani, il Presidente della
Commissione Attività Promozionali di
Confindustria Ceramica Vittorio Borelli
e il Presidente di Federchimica e del
Gruppo Mapei Giorgio Squinzi, per illustrare ai presenti un’accurata fotografia
dell’andamento del settore ceramico e
del contesto in cui oggi si trova ad operare l’industria italiana delle piastrelle di
ceramica. I dati 2006 confermano l’Italia
il paese leader del commercio internazionale in termini di quantità, con il
21,8% dei volumi, e soprattutto grazie
al 38,5% dei valori.
Giorgio Squinzi ha sottolineato come
La consegna del
Ceramic Tiles
of Italy Journalism
Award.
Da sinistra: Giorgio
Squinzi, Alfonso
Panzani, Olga Sisova
(la giornalista di
“Ceramics: style
and fashion” che ha
ricevuto il premio),
Massimo Mamberti e
Vittorio Borelli.
gran parte della crescita globale di
Mapei è dovuta alla vicinanza con il
mondo delle piastrelle. Squinzi ha sottolineato come il 70% degli investimenti in ricerca e sviluppo in Mapei mirano a realizzare prodotti e tecnologie
compatibili con l’ambiente, attraverso
lo sviluppo di prodotti a bassa emissione di sostanze organiche volatili con
prestazioni certificate. “Ci impegniamo
inoltre per sviluppare prodotti sempre
più vicini alla nuova regolamentazione
sulle sostanze chimiche della Comunità
Europea. E poi ancora includiamo nei
nostri prodotti lo sviluppo di sistemi che
aiutino a ridurre consumi energetici”. In
qualità di presidente di Federchimica,
Giorgio Squinzi ha ricordato che “Il futuro dell’industria chimica è contribuire al
progresso sostenibile”.
Al termine della conferenza è stato, infine, consegnato alla giornalista ucraina
Olga Sisova del magazine “Ceramics:
style and fashion” il Ceramic Tiles of
Italy Journalism Award 2007, premio
giunto alla sua XI edizione e finalizzato
a premiare il migliore articolo internazionale sull’industria italiana delle piastrelle di ceramica e su Cersaie 2006.
L’articolo è stato scelto tra 103 articoli
pervenuti, realizzati da 56 giornalisti di
16 nazioni diverse.
I SETTE PRESIDENTI
I 25 anni di Cersaie sono stati anche
l’occasione per rivedere, riuniti tutti
insieme, i 7 presidenti di Assopiastrelle/
Confindustria Ceramica che si sono
avvicendati durante i primi 25 anni
di questa importante manifestazione.
In occasione della Conferenza Stampa
Internazionale sono stati festeggiati e
premiati.
Nella fotografia che qui riproduciamo, da sinistra verso destra, vediamo:
Alfredo Romani, Antonio Camellini,
Sergio Sassi, Francesco Zironi, Franco
Vantaggi, Alfonso Panzani, Angelo
Borelli e Oscar Zannoni.
9
PRODOTTI IN EVIDENZA
DALLA RICERCA MAPEI
LA NUOVA TECNOLOGIA
“Dust Free®”
DRASTICO
ABBATTIMENTO
DEL RILASCIO DI POLVERE IN
FASE DI MISCELAZIONE,
DI LAVORAZIONE E DI UTILIZZO
)VANTAGGI
M
Meno polvere rilasciata significa meno polvere respirata e più
salvaguardia dell’ambiente. È la conferma dell’impegno di
Mapei nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo,in accordo a diversi
sistemi di qualità: il sistema di gestione ambientale conforme alla
norma ISO 14001, il sistema comunitario di ecogestione e audit
ad adesione volontaria EMAS (Environmental Management
and Audit Schemel), l’autorizzazione integrata ambientale A.I.A.
ai sensi del D.Leg. 372/99 (IPPC: Integrated Pollution Prevention
and Control) e il sistema di gestione secondo la norma OHSAS
(Occupational Health and Safety Assessment Series) 18001 e
regolamento CE n. 761/01 (EMAS 2).
apei,dopo lo sviluppo di tecnologie innovative quali gli
adesivi monocomponenti deformabili ed altamente
deformabili di classe S1 e S2 (secondo la norma europea
EN 12002), gli adesivi monocomponenti altamente deformabili,
a basso peso specifico ed ad elevata resa (ULTRAFLEX S2 MONO
e ULTRAFLEX S2 QUICK), la tecnologia Bio-Block® e Drop Effect®
utilizzata per migliorare le già eccellenti proprietà della malte
per la stuccatura delle piastrelle ceramiche ed i prodotti ECO
sviluppati per la posa di pavimentazioni e rivestimenti resilienti,
con Dust Free® presenta oggi un’ulteriore innovazione.
La tecnologia Dust Free® migliora la vita di cantiere, liberando
da molte fastidiose problematiche soprattutto durante i
lavori di ristrutturazione. Infatti, da test dimostrati, i prodotti
“Dust Free” di Mapei, sono in grado di abbattere il 90% della
polvere che verrebbe normalmente rilasciata durante la fase
di produzione, di miscelazione, di lavorazione e di utilizzo di un
prodotto in polvere.
10
s
s
s
-ENOPOLVEREDURANTELOPERAZIONEDIVERSAMENTO
-ENOPOLVEREDURANTELAFASEDIMISCELAZIONE
-ENOPOLVEREDIFFUSANELLAMBIENTEDELCANTIERESIACHE
si tratti di lavori nuovi che di ristrutturazione in
AMBIENTIGIÌABITATI
La nuova tecnologia Dust Free® verrà progressivamente
applicata a tutta la gamma dei prodotti in polvere per la posa di
ceramica e marmo, a partire da KERAFLEX MAXI S1. Nella pagina
accanto, questo adesivo cementizio viene presentato nella sua
ultima e innovativa versione.
0OSADICLINKERALLESTERNO
Adesivo cementizio ad alte prestazioni a scivolamento
verticale nullo, a tempo aperto allungato, deformabile,
per piastrelle in ceramica e materiale lapideo, ora
con tecnologia Dust Free®, che consente di ridurre
l’emissione di polvere durante la miscelazione del
prodotto rendendo più agevole e più sicuro il lavoro
del posatore. Grazie a Dust Free®, le prestazioni del
prodotto migliorano ulteriormente.
Particolarmente indicato per la posa di gres porcellanato e pietre naturali di grande formato
(spessore dell’adesivo da 3 a 15 mm).
0OSADICOTTOFATTOAMANOSU
massetto sconnesso
Campi di applicazione
Incollaggio all’interno ed all’esterno, a parete e pavimento di piastrelle e mosaici ceramici
di ogni tipo e formato, di materiale lapideo (purché stabile all’umidità) su pareti
tradizionali con intonaco cementizio, massetti cementizi, massetti in anidrite e pareti in
gesso (previa specifica primerizzazione), pareti interne in blocchi di calcestruzzo cellulare,
cartongesso, pavimenti riscaldanti, pareti interne verniciate purché la pittura sia ben
ancorata, vecchi pavimenti in marmo, marmette e ceramica, supporti impermeabilizzati
con MAPELASTIC,MAPELASTIC SMART o MAPEGUM WPS, strutture in calcestruzzo
adeguatamente stagionato. Particolarmente indicato per la posa di pavimenti soggetti a
traffico intenso e forti sollecitazioni.
0OSADIMARMETTECONGRANIGLIEIN
rilievo all’esterno
0OSAASPESSOREDIGRESPORCELLANATO
0OSADIPIETRAASPACCOINESTERNO
con imburratura
Dati tecnici
Consumo
s$URATADELLIMPASTO oltre 8 ore
s4EMPOAPERTO * 40 minuti
s%SECUZIONEFUGHEAPARETE 4-8 ore
s%SECUZIONEFUGHEAPAVIMENTO 24 ore
s0EDONABILITÌ ca. 24 ore
s-ESSAINESERCIZIO ca. 14 giorni
s$EFORMABILITÌSECONDO%.
S1 - deformabile
s#OLORI bianco e grigio
s!PPLICAZIONE spatola dentata n. 4, 5, 6 o 10
s)MMAGAZZINAGGIO 12 mesi
1,2 kg/m2 per mm di spessore
Confezioni
sacchi da 25 kg - Grigio
sacchi da 23 kg - Bianco
KERALASTIC ha ottenuto la marcatura CE
comprovata dal certificato
ITT n. 25040320/Gi (TUM) emesso dal
laboratorio Technische Universität
München (Germania).
EN 12004
11
REFERENZE
La via delle
Dune Dorate
A MILANO MARITTIMA LA TRADIZIONE DEL MOSAICO RAVENNATE E LA TECNOLOGIA MAPEI
RINNOVANO UN IMPORTANTE CONDOMINIO E ABBELLISCONO LA CITTÀ
Foto 1.
Stesura di Adesilex P10
miscelato con Isolastic
sul fondo della grande
vasca. Il supporto in
muratura era stato
precedentemente
impermeabilizzato con
Mapelastic.
Foto 2.
Posa di un foglio di
mosaico. Si nota che
l’adesivo era stato
precedentemente steso
anche sul retro del
mosaico.
Foto 3.
La stuccatura del
mosaico è stata
realizzata con l’adesivo
stesso che era fuoriuscito
dalle fughe. A questo
scopo erano stati
aggiunti all’adesivo
ossidi di colore
giallo-ocra per ottenere
la colorazione voluta.
12
1
D
ivisa tra spiaggia - con un litorale
di 9 km di sabbia finissima - e
bellezze naturali, come la pineta, il parco naturale e le aiuole fiorite,
Milano Marittima di anno in anno si
conferma come una delle città turistiche e balneari più alla moda del nostro
Paese. Il passare del tempo non sembra farla invecchiare ma, al contrario,
di stagione in stagione il suo aspetto
architettonico si mostra sempre più
gradevole e attraente. Interventi mirati
di riqualificazione come quello del condominio “Centrale” (presentato in queste pagine), che ha visto protagonista
anche Mapei, sono la conferma di un
trend che, di anno in anno, la conferma
come una vera capitale della vacanza
attiva, un’oasi dove passare momenti di
relax e una città ai vertici nazionali per
le strutture ricettive e di servizio, come
pure per le opportunità di svago e di
divertimento. La nascita e lo sviluppo
di Milano Marittima sono, tuttavia, relativamente recenti e risalgono ai primi
anni del Novecento.
L’inizio della sua storia è anzi legata a
una data precisa. È quella del primo
giugno 1911, quando venne costituita
la “Società Milano Marittima per lo sviluppo della spiaggia di Cervia”, della
quale faceva parte, tra gli altri, il pittore
2
e cartellonista Giuseppe Palanti. E fu
proprio lo stesso Palanti che riprese in
quel tempo, e fece accettare, le teorie di Ebenezer Howard riguardanti la
“Garden City”, la “Città Giardino”, un
progetto urbanistico molto originale,
che disegnava lo sviluppo di una città
nuova in cui le residenze turistiche
dovevano fondersi perfettamente con
la natura circostante.
Il progetto
Milano Marittima cresce e si rinnova
di continuo e anche Mapei contribuisce a questo processo virtuoso. È stata,
infatti, parte attiva nel progetto di
riqualificazione dell’area di pertinenza
del condominio “Centrale” di Milano
Marittima. Un intervento che, ispirato
a quell’originaria idea urbanistica, si è
collocato nel quadro più ampio del
ridisegno complessivo degli spazi e dei
percorsi qualificanti la parte di città più
rappresentativa del centro urbano.
L’area interessata si trova, infatti, a occupare il ruolo fondamentale di “cerniera”
all’interno del sistema dei luoghi centrali, costituendo una sorta di “fulcro”
per la fruizione e la valorizzazione degli
spazi che qui si affacciano.
Il progetto – concepito dagli architetti Tiziano Conti e Stefania Baruzzi
3
- ha avuto come obiettivo principale la
realizzazione di un filtro, una barriera
permeabile e al contempo di grande
attrazione per l’utente, che separasse
lo spazio pubblico della passeggiata,
dei negozi e della rappresentatività,
dallo spazio più privato del parcheggio
condominiale, senza per questo creare
fronti o retri. Per interpretare questo è
stato scelto un elemento naturalistico
specifico del luogo: la duna, ovvero il
bordo della pineta su cui si trova insediata Milano Marittima. La duna si è
trasformata, dunque, in un elemento
architettonico impreziosito dalla presenza dell’acqua e dei mosaici. L’acqua
come rimando immediato e costante al
luogo e i mosaici dorati come elemento
“prezioso”, con richiami decorativi ispirati alle composizioni astratte del primo
Novecento, che esaltano le composizioni architettoniche dalla duna alle cascatelle, fino alla fontana che ridisegna il
porticato su viale Gramsci.
Le versatili soluzioni Mapei
Nell’ambito della valorizzazione dell’area di pertinenza al condominio
“Centrale” di Milano Marittima, Mapei
ha giocato un ruolo fondamentale, fornendo i suoi prodotti migliori per realizzare e posare i mosaici che sono andati
LA COOPERATIVA MOSAICISTI RAVENNA
Le origini della Cooperativa
Mosaicisti Ravenna si possono
far risalire all’anno 1924, quando
venne istituita la Scuola del mosaico
dell’Accademia di Belle Arti di
Ravenna, per volontà dell’allora
direttore Guaccimanni. Nel primo
dopoguerra, quando cominciarono
ad arrivare commesse esterne,
che la scuola non era più in grado
di soddisfare, si costituì il Gruppo
Mosaicisti dell’Accademia di Belle
Arti (1948), con direttore Salietti.
Scuola e bottega erano legati da una
convenzione, attraverso la quale
era possibile assumere solo studenti
provenienti dall’Accademia stessa.
Nel 1976, il Gruppo si slegò
definitivamente dall’Accademia e
si costituì nell’attuale Cooperativa
Mosaicisti Ravenna. Oggi l’attività
della Cooperativa Mosaicisti si
colloca in uno spazio di alta dignità,
che comporta da un lato il più
severo impegno scientifico, tecnico
e filologico per la conservazione e
il restauro del patrimonio storico e
dall’altro la creatività artistica che la
fa emergere a livello internazionale.
Da questo impegno nascono opere
che restano a documentazione
dell’arte del nostro tempo, eseguite
rispettando l’antica tecnica RomanoBizantina, con il taglio manuale delle
tessere di marmo e smalto, ottenute
con tagliola e martellina.
13
REFERENZE
4
a ricoprire una grande vasca e una serie
di piccole fontane. Tutti questi mosaici
artigianali e artistici (tessere in pasta
vitrea e oro tagliate a mano) sono stati
realizzati in bottega, a Ravenna, e successivamente collocati nel complesso
residenziale.
Eseguiti dagli studenti della Cooperativa
Mosaicisti di Ravenna, sotto la guida del
loro direttore artistico Marco Santi, i
mosaici hanno visto l’applicazione di
due differenti tecniche sia per quanto
riguarda la realizzazione sia per la loro
messa in opera.
La grande vasca di circa 50 m2 è stata
preliminarmente impermeabilizzata
con la malta cementizia bicomponente elastica MAPELASTIC* e, successivamente, i singoli pezzi costituenti l’opera
musiva – montati in bottega su fogli di
carta - sono stati incollati sulla struttura
muraria con ADESILEX P10* miscelato
con ISOLASTIC*.
L’adesivo, fatto fuoriuscire dalle fughe,
è servito anche per la loro stuccatura;
a questo scopo il prodotto era stato in
precedenza pigmentato con ossidi di
colore giallo-ocra che assicurassero la
tonalità voluta per le fughe.
ADESILEX P10*, impastato con il lattice elasticizzate per adesivi cementizi
ISOLASTIC* (diluito 1:1 con acqua), consente un incollaggio perfetto all’interno e all’esterno, sia a pavimento sia a
parete, di mosaici di vetro o ceramici,
montati su carta o su rete, anche se
molto pesanti e, soprattutto, immersi in
acqua come in questo caso.
Le fontane di struttura metallica, di
dimensioni più piccole e dalle forme
più diverse, sono invece state rivestite
da veri e propri tappeti elastici in mosaico, realizzati incollando le tessere su
un supporto costituito da due strati di
KERALASTIC* che includevano una Rete
in Fibra di Vetro* con funzione di rinforzo. In questo caso, per ogni fontana i
mosaici erano già stati realizzati in bot14
5
Foto 4.
Posa del mosaico, in un unico foglio, in una
delle fontane più piccole con Keralastic.
tega nella loro forma completa, in un
unico pezzo; questa tecnica consente di
realizzare rivestimenti in mosaico anche
di grandi dimensioni. L’incollaggio di
questi particolari tappeti sul metallo
delle fontane, precedentemente trattato con un primer, è stato eseguito sempre con KERALASTIC*, adesivo
poliuretanico a due componenti per
piastrelle ceramiche e materiali lapidei.
KERALASTIC* è particolarmente indicato per l’incollaggio di pietre naturali
e sintetiche a elevata deformabilità e,
applicato in strato continuo, realizza
una perfetta impermeabilizzazione.
La stuccatura delle fughe, in questo
caso eseguita successivamente, è stata
realizzata con KERAPOXY*, la malta
epossidica ideale per la stuccatura
impermeabile, antiacida di pavimenti e
rivestimenti, all’interno e all’esterno, in
piastrelle di ceramica e pietre naturali;
questo prodotto viene utilizzato soprattutto dove è necessaria una totale igienicità e resistenza alla maggior parte
degli aggressivi chimici.
Precisione, efficacia e creatività nel loro
utilizzo: sono questi i requisiti degli evoluti prodotti Mapei. Materiali tecnologicamente avanzati che aiutano artisti
e progettisti a tradurre in realtà i loro
progetti e a rendere, come in questo
caso, ancora più bella una città.
Foto 5.
Una delle fontane ultimate.
*Prodotti Mapei: i prodotti citati
in questo articolo appartengono
alla linea “Prodotti per ceramica
e materiali lapidei”.
Le relative schede tecniche
sono contenute nel
DVD“Mapei Global Infonet”
e nel sito www.mapei.com.
Gli adesivi e le fugature sono conformi alle
norme EN 12004, EN 12002 ed EN 13888.
Adesilex P10 (C2TE, impastato con
Isolastic rientra in classe S1): adesivo
cementizio bianco ad alte prestazioni, a
scivolamento verticale nullo e con tempo
aperto allungato, per rivestimenti in mosaico
vetroso, ceramico e di marmo.
Isolastic: lattice elasticizzate per adesivi
cementizi.
Keralastic (R2): adesivo poliuretanico
bicomponente ad alte prestazioni per
piastrelle ceramiche e materiale lapideo.
Kerapoxy (RG): malta epossidica
bicomponente antiacida (disponibile in 26
colori) per fughe di almeno 3 mm.
Utilizzabile anche come adesivo.
Mapelastic: malta cementizia
bicomponente elastica per la protezione
e l’impermeabilizzazione di superfici in
calcestruzzo, balconi, bagni e piscine.
Rete in Fibra di Vetro: rete in fibra di
vetro resistente agli alcali per l’armatura
di protezioni impermeabili, membrane
antifrattura e rivestimenti a cappotto.
SCHEDA TECNICA
Condominio “Centrale” - “La via delle
dune dorate”, Milano Marittima (RA)
Intervento: posa di mosaici in una grande
vasca e in fontane di diverse dimensioni
Anno di intervento: 2006
Direttore Artistico: Marco Santi
Progettisti e Direzione lavori:
arch. Tiziano Conti e arch. Stefania Baruzzi
Impresa: Centro Servizi Casa snc - Ravenna
Impresa di posa: Cooperativa Mosaicisti
Ravenna
Coordinamento Mapei: Fabio Costanzi
PRODOTTI IN EVIDENZA
CAMPI DI APPLICAZIONE:
Incollaggio all’interno e all’esterno,
a parete e pavimento ed in piscina
(miscelato con Isolastic diluito 1:1 con
acqua) di mosaici vetrosi, ceramici e di
marmo montati su carta e rete su pareti
tradizionali con intonaco cementizio,
massetti cementizi, massetti in anidrite
e pareti in gesso (previa specifica
primerizzazione), pareti interne in blocchi
di calcestruzzo cellulare, cartongesso,
pavimenti riscaldanti, strutture in
calcestruzzo adeguatamente stagionato,
pareti interne verniciate, purché la pittura
sia ben ancorata. Impastando
ADESILEX P10 con ISOLASTIC in
sostituzione al 50% dell’acqua si
migliorano le prestazioni e la deformabilità,
fino a soddisfare i requisiti della classe S1
(adesivo deformabile) secondo EN 12002,
rendendo possibile la posa in piscina,
su supporti elastici ed inassorbenti tipo
MAPELASTIC, MAPELASTIC SMART o
MAPEGUM WPS ecc. e su rivestimenti
ceramici esistenti.
ADESIVO CEMENTIZIO BIANCO
AD ALTE PRESTAZIONI
A SCIVOLAMENTO VERTICALE NULLO
CON TEMPO APERTO ALLUNGATO
PER RIVESTIMENTI IN MOSAICO
VETROSO, CERAMICO E DI MARMO.
EN 12004
DATI TECNICI:
Durata dell’impasto: oltre 8 ore
Tempo aperto: ≤ 30 minuti
Esecuzione fughe:
- a parete: 4-8 ore
- a pavimento: 24 ore
Pedonabilità: ca. 24 ore
Messa in esercizio: ca. 14 giorni
Colore: bianco
Applicazione: spatola dentata
n. 4, 5 o 6
Immagazzinaggio: 12 mesi
Consumo: 2-5 kg/m2
Confezioni: sacchi da 25 kg
ADESILEX P10 ha ottenuto la marcatura CE
comprovata dal certificato ITT n. 94140201.101
(SFV) emesso dal laboratorio SäurefliesnerVereinigung e.V. Grossburgwedel (Germania)
Per maggiori informazioni su questo
prodotto consultare la relativa scheda
tecnica nel sito www.mapei.com
15
FIERE
TUTTA LA
TECNOLOGIA
DEL DECORARE
Ad Abitare il Tempo Mapei propone tutta la sua
vasta gamma di prodotti concepiti per soddisfare
ogni esigenza di estetica e affidabilità nel tempo
ABITARE IL TEMPO
Verona – 20-24 settembre 2007
L
a XXII edizione di “Abitare
il Tempo” si è svolta a Verona,
dal 20 al 24 settembre. Il Salone
veronese punta, e non da oggi, su
un format fieristico contraddistinto da
obiettivi legati alla selezione e al rigore
espositivo, e da una altrettanto spiccata propensione alla cultura del progetto. Si assiste oggi a una nuova lettura
del design, meno minimalista e sempre
più rivolto a ritrovare le inattese qualità
del “decoro” facendo così emergere le
virtù di un arredamento senza contrapposizioni e/o preclusioni stilistiche, che
ha a che fare con materialità e saperi
antichi ma declinati su linee e produzioni contemporanee. La manifestazione veronese ha avuto il merito di aver
puntato per prima sull’accostamento
di classico e moderno, design e decorazione che oggi è accreditato in tutto
il mondo.
Nel 2007 Abitare il Tempo ha scelto
16
come suo logo la Serie Up disegnata da
Gaetano Pesce per B&B Italia nel 1969 e
la Up Chair è il simbolo dell’incontro tra
arte e design, tra archeologia e modernità, tra tradizione e contemporaneità;
Pesce ha reinterpretato per Abitare il
Tempo 2007 una versione assolutamente inedita della Up5.
Una rigorosa selezione degli espositori
ha garantito un altissimo livello qualitativo alle collezioni proposte. Tuttavia
il numero degli espositori è andato
via via aumentando, ampliando così
le tipologie commerciali fino a riunire
tutti i settori dell’arredamento d’interni. Quest’anno gli espositori sono stati
707, di cui 148 esteri provenienti da
26 nazioni. In termini numerici, questa
maturazione degli espositori ha generato un pubblico sempre più qualificato ed internazionale. Il numero totale
dei visitatori ha superato quota 53.000,
con più di 10.000 presenze estere.
L’area occupata era di 100.000 m2, di
cui 30.000 dedicati agli eventi speciali
di ricerca.
Il molteplici volti espositivi di Mapei
Mapei, riconosciuto partner degli
operatori dell’edilizia, annovera tra la
propria produzione anche prodotti e
soluzioni originali e innovative che permettono al progettista di valorizzare la
propria creatività, con la sicurezza di
utilizzare prodotti di alta qualità.
E’ con questa consapevolezza che
Mapei ha affrontato questa manifestazione veronese.
L’occasione giusta per presentare tutta
la sua vasta gamma di finiture murali,
di fughe colorate e di pavimenti in resina e a base cementizia, interpretati in
abbinamenti originali di più materiali
e colori.
Sono questi gli elementi dominanti
per la progettazione d’interni sui quali
Mapei ha incentrato la propria partecipazione a questa manifestazione dedicata proprio all’architettura per interni.
Chi ha visitato Abitare il Tempo ha
potuto conoscere questi prodotti in
due diversi modi. L’approccio classico è stato quello di visitare lo spazio
Mapei al Padiglione 7, ma anche quello
di osservare l’interpretazione creativa
che due noti studi d’architettura hanno
dato ai prodotti, visitando due particolari progetti ospitati al Padiglione
9: “Concept House” di Carlo Colombo
e “XS – M – XL Simone Micheli Home
Solutions” di Simone Micheli (che presentiamo nelle pagine seguenti).
Belli e durevoli con i sistemi
di prodotto Mapei
Rigore e pulizia formale per dare
importanza al contenuto e non al contenitore. Su questi principi comunica-
tivi è stato allestito lo stand Mapei ad
Abitare il Tempo. L’obiettivo è stato
quello di far comprendere ad architetti
e progettisti come, con vari tipi di prodotti Mapei combinati fra loro, è possibile personalizzare qualsiasi tipo di
intervento estetico. L’architetto decide
quale effetto dare (spatolato, spugnato, velato, bucciato ecc.) e Mapei consiglia come fare a realizzarlo.
Lo stand ha avuto, così, il compito
di illustrare concretamente i risultati
che si possono ottenere nell’ambito
delle finiture murali e dei pavimenti in
resina.
In tema di “effetti speciali”, è stato
presentato a Verona, in anteprima
assoluta, anche un nuovo prodotto:
MAPEGLITTER.
Si tratta di glitter colorati metallizzati capaci di rendere cromaticamente
attraenti sia le fughe che le pareti. Sono
disponibili in 26 colori di tendenza in
grado di creare veri e propri riflessi
di luce negli ambienti. Dall’aspetto
brillante metallizzato, MAPEGLITTER è
particolarmente indicato per la stuccatura di piastrelle metalliche, mosaico e piastrelle vetrose.
Ma vediamo più da vicino quanto è
stato presentato in questo elegante
spazio espositivo partendo dalle finiture murali. Disponibili in un’ampia
gamma colori grazie al sistema di colo-
razione automatico COLORMAP, sono
appositamente sviluppate per una perfetta compatibilità con i sistemi di ripristino delle superfici e nel pieno rispetto
delle specificità tecnologiche richieste
da ogni singolo intervento.
L’obiettivo Mapei è, infatti, quello di
permettere la realizzazione di superfici
di grande impatto estetico e di valenza
emozionale garantendo la necessaria
protezione e assicurando traspirabilità,
igienicità e idrorepellenza, grazie alle
tecnologie BioBlock® e DropEffect®.
La gamma delle finiture murali è composta da varie tipologie di sistemi:
ELASTOCOLOR SYSTEM, SILANCOLOR
SYSTEM, SILANCOLOR PLUS SYSTEM,
SILEXCOLOR SYSTEM, QUARZOLITE
SYSTEM e COLORITE SYSTEM.
Un altro punto di forza di Mapei in
mostra sono state le fughe colorate
che permettono di ottenere il miglior
accostamento cromatico ad ogni genere di piastrella, sia interno che esterno. La linea comprende una gamma
completa di stuccature, per interni ed
esterni, per pavimenti e rivestimenti di
ogni tipo – ceramica, cotto, materiale
lapideo, mosaico vetroso - che comprende riempitivi per fughe epossidiche e cementizie.
Le fughe colorate Mapei si distinguono
sul mercato internazionale grazie alla
tecnologia BioBlock® che impedisce, in
presenza di umidità, la formazione ed il
proliferare di diversi tipi di muffe sulla
superficie della stuccatura, e alla tecnologia DropEffect® che, grazie all’utilizzo
di speciali additivi idrofobizzanti, permette di ottenere stuccature altamente
idrorepellenti.
Ricordiamo che le fughe cementizie
Mapei, essendo modificate con speciali polimeri, risultano particolarmente flessibili e si adattano a ogni tipo
di rivestimento. Fanno parte della
gamma delle fughe colorate Mapei:
ULTRACOLOR PLUS, KERACOLOR FF,
KERACOLOR GG, KERACOLOR SF,
KERAPOXY, MAPESIL AC.
Il settore delle pavimentazioni è stato
il terzo grande ambito che ha visto protagonista Mapei. L’Azienda è, infatti, in
costante evoluzione nello sviluppo di
sistemi tecnologicamente avanzati per
garantire maggiore durabilità e migliori
effetti estetici.
I progettisti, oggi, cercano, infatti,
soluzioni e caratteristiche che devono
rispettare diversi parametri: sia l’aspetto
puramente strutturale sia la resistenza
all’abrasione, all’urto, alla fessurazione e
agli agenti chimici aggressivi, senza tralasciare, nello stesso tempo, la planarità
e la facilità di pulizia. Data l’importanza
di queste tematiche, anche le pavimentazioni industriali sono diventate
parte integrante della struttura dove gli
aspetti funzionali e quelli estetici hanno
acquisito la stessa importanza.
Per migliorare la qualità delle nuove
pavimentazioni, per conferire a quelle
esistenti migliori proprietà meccaniche o chimiche e per riabilitare quelle
degradate, Mapei ha sviluppato sistemi epossidici, poliuretanici e cementizi che, grazie alle loro caratteristiche,
consentono agli utilizzatori di adeguare
efficacemente ed in breve tempo il
manufatto alle reali esigenze di utilizzo.
Inoltre, grazie all’infinita possibilità
d’impiego con speciali colorazioni, i
pavimenti funzionali e decorativi Mapei,
MAPEFLOOR SYSTEM e ULTRATOP
SYSTEM, si prestano ad essere utilizzati
in ambienti dove il design è fondamentale come ambienti domestici innovativi, showroom e loft.
Infine, sono stati presentati i software
personalizzati Color by Mapei e Paint
Look. Sono stati studiati in esclusiva da
Mapei per i progettisti perché possano scegliere i prodotti colorati Mapei
più idonei per ogni singolo ambiente,
sia interno che esterno, visualizzando i
propri progetti accostati alle soluzioni
Mapei più adatte.
17
FIERE
IL COLORE E LA TECNOLOGIA MAPEI
14
L’HOTEL LE FLEUR
DI FRANCESCO LUCCHESE
XS-M-XL
DI SIMONE MICHELI
Nel colorato spazio espositivo Mapei
ad Abitare il Tempo, grandi pannelli fotografici sono stati dedicati a numerosi lavori realizzati proprio con il contributo dei prodotti
e dei sistemi di prodotto presentati
dall’Azienda a questa manifestazione.
Vedere concretamente il risultato
che si può raggiungere utilizzando
al meglio la tecnologia Mapei, è, da
sempre, una delle vie comunicative
più efficaci e seguite dall’Azienda
per far conoscere tutte le sue potenzialità.
E, tra le grandi referenze presentate
a Verona una, nello specifico, merita
sicuramente di essere qui citata.
Si tratta dell’Hotel Les Fleurs di Sofia,
in Bulgaria, progettato dall’architetto italiano Francesco Lucchese.
Inaugurato nel giugno di quest’anno, offre camere, ristorante e negozi
alla moda in un’atmosfera caratterizzata da ampie campiture di colore
su pavimenti e pareti e da decori
in mosaico, sia all’esterno sia all’interno.
La ricercata eleganza prevista dai
progettisti, richiedeva finiture di
ottimo livello sia per quanto riguardava le prestazioni tecniche sia per
L’idea dell’Arch. Micheli per la
mostra “XS-M-XL Simone Micheli
Home Solutions”, dedicata al padiglione delle architetture d’interni,
in seno ad Abitare il Tempo 2007,
era portare all’attenzione dei visitatori una straordinaria esperienza di
espressione e di contenuto connessa alla dimensione presente e futura
della casa metropolitana. Si è trattato di una riflessione tridimensionale sui temi dell’abitare compiuta
attraverso la realizzazione di spaccati domestici appartenenti a tre
ambiti spaziali diversi - piccolo “XS”,
medio “M” e grande “XL” - realizzati
quasi integralmente con prototipi
realizzati per l’evento. Lo spazio di
1.000 m2 che ha ospitato la sperimentazione volumetrica dell’arch.
Simone Micheli era caratterizzato da
un esteso garden firmato dall’arch.
Gianfranco Paghera, da tre ambiti
volumetrici, completamente disegnati da Micheli, dalla forma circolare, che fungevano da palcoscenico
per la realizzazione dei tre spaccati
domestici. Il contributo di Mapei a
questa realizzazione ha riguardato principalmente le finiture murali
dove protagonista è stato un prodotto di punta in questo ambito:
SILEXCOLOR TONACHINO.
Si tratta di un rivestimento minerale
in pasta a base di silicato di potas-
le possibilità decorative.
È stato questo, inoltre, anche un
esempio di come l’Assistenza Tecnica
Mapei sia stata coinvolta direttamente nel collaborare con i progettisti alla realizzazione di circa 1.000
metri quadrati di pavimenti in resina
nella zona ristorante, nella hall, nei
corridoi su cui si affacciano le camere degli ospiti, e del pavimento del
negozio di proprietà Frank Muller
localizzato al pianoterra dell’hotel.
Rinviando ad un particolareggiato articolo, che sarà presente sul
prossimo numero di questa rivista,
ricordiamo come qui siano stati
fondamentali i prodotti del sistema
MAPEFLOOR SYSTEM. I prodotti utilizzati per realizzare i pavimenti oltre
a PRIMER SN e MAPECOAT I 600 W,
sono stati MAPEFLOOR I 300 SL TRP,
MAPEFLOOR I 500 W, MAPEFLOOR
DECOR 700.
I pavimenti sono stati poi tutti colorati con MAPECOLOR PASTE nelle
tonalità oro e rame.
Altri prodotti utilizzati in questo significativo lavoro, sono stati SILANCOLOR
PRIMER e SILANCOLOR TONACHINO
nei corridoi interni, KERAPOXY per
la stuccatura dei mosaici esterni e
ULTRACOLOR PLUS per quelli interni.
INTERPRETATI DAGLI ARCHITETTI
LA CONCEPT HOUSE
DI CARLO COLOMBO
sio modificato, applicabile a spatola,
che si usa per proteggere e decorare intonaci calce-cemento, intonaci
deumidificanti o come finitura del
MAPE-ANTIQUE MC, MAPE-ANTIQUE
LC e MAPE-ANTIQUE CC. Utilizzato,
in questo caso, nel colore bianco,
SILEXCOLOR TONACHINO forma, ad
essiccamento avvenuto, un corpo
unico col supporto senza modificare
sensibilmente la traspirabilità. È in
grado di mascherare le disomogeneità del sottofondo costituendo al
tempo stesso un piacevole effetto
estetico.
Mapei è stata anche tra le aziende
che hanno permesso la realizzazione della “Concept House”
by Carlo Colombo. La cultura
dell’abitare ha subito notevoli
cambiamenti in questi anni dovuti
all’evoluzione degli stili di vita che
si sono riflessi anche nella ridistribuzione del layout abitativo.
Questa casa rappresentava una
possibile soluzione per chi ama
una libera distribuzione degli
spazi e una correlazione fra interno ed esterno, quasi come se chi
la abita fosse proiettato a 360°
dall’involucro abitativo concepito
da due corpi incastrati come una
sorta di matrimonio di volumi.
I materiali, i colori, i dettagli hanno
dato infine una piacevole scansione a tutto il pensiero progettuale.
Anche in questo caso Mapei ha
svolto un ruolo da protagonista
nella realizzazione della pavimentazione in resina grazie all’innovativo sistema epossipoliuretanico,
senza solventi, DECOR SYSTEM
70, per pavimentazioni decorative
con effetto spatolato. Il combinato
utilizzo di specifici prodotti Mapei
– PRIMER SN, MAPEFLOOR DECOR
700, QUARZO 0,5 e QUARZO
0,25, MAPEFLOOR FINISH 50 o
MAPEFLOOR FINISH 52 W – consente di ottenere pavimentazioni
decorative con elevata resistenza
chimica, impermeabili agli oli e
agli agenti aggressivi, resistenti
a frequenti lavaggi. Ideale per le
grandi aree commerciali e gli show
room, DECOR SYSTEM 70, nello
spazio abitativo realizzato da Carlo
Colombo in fiera, ha dimostrato
tutta la versatilità e la robustezza
che lo contraddistinguono.
19
IL PARERE DELL’ESPERTO
PAVIMENTAZIONI IN
RESINA E CEMENTIZIE
DALL’INDUSTRIA AL NUCLEO ABITATIVO
INVITO
AL CONVEGNO
L’IMPORTANZA DELLA PAVIMENTAZIONE:
DALL’INDUSTRIA AL NUCLEO ABITATIVO
I sistemi Mapei per la realizzazione di
pavimentazioni in resina e a base cementizia come
risposta alle più svariate esigenze del mercato.
$02'&:
(*3(-.
HOTEL MEDITERRANEO
Sala Giove
Lungomare Cristoforo Colombo 46
CAGLIARI
PRESENTATI
A CAGLIARI I SISTEMI MAPEI PER LA REALIZZAZIONE
DI PAVIMENTAZIONI IN RESINA E A BASE CEMENTIZIA
a cura di di Giovanna Novella - Settore Pavimentazioni Industriali Mapei
con il contributo di Cristiano Maltese – Laboratorio R&S Mapei
L
o scorso 5 giugno, Mapei ha
organizzato
a Cagliari il convegno “L’importanza
della pavimentazione: dall’industria al nucleo abitativo”. È stata l’occasione per approfondire un tema
di grande attualità
come quello delle
pavimentazioni
in continuo, sia in resina sia a base
cementizia.
Come ha sottolineato il dott. Zamorani
(Divisione Grandi Progetti Mapei) che
ha presentato e coordinato il convegno agli oltre 500 intervenuti - architetti, progettisti, direttori di cantiere,
ingegneri, rivenditori ed applicatori - il
crescente e rapido sviluppo di sistemi
tecnologicamente avanzati nel settore
delle pavimentazioni permette di sensibilizzare sempre più i progettisti nei
confronti della pavimentazione, elemento architettonico che deve rispondere in maniera sempre maggiore a
requisiti di durabilità, funzionalità e,
non per ultimo, di continuo rinnovamento del suo aspetto estetico. Si è poi
entrati più specificatamente nel merito della questione, esponendo alcune
delle caratteristiche necessarie al raggiungimento dei requisiti sopra menzionati: il valore di resistenza all’abrasione, per esempio, è un fattore che
determina la durata nel tempo della
pavimentazione; tale valore, inoltre,
deve essere valutato tenendo sempre
presente la destinazione d’uso per la
quale la pavimentazione è stata progettata.
20
Altri aspetti che interessano i diversi
ambiti di applicazione delle pavimentazioni in resina e a base cementizia
sono il grado di resistenza meccanica,
il valore dell’elasticità, la planarità oltre
all’aspetto estetico con le sue colorazioni. La facilità di pulizia e di manutenzione è un altro parametro determinante gli aspetti funzionali e interessa
in maniera diversificata tutti i campi
applicativi: dai sistemi altamente meccanizzati nell’industria e delle aziende
alimentari, agli ospedali, ai supermercati, fino alla manutenzione dei pavimenti, sia in ambito civile che in quello
residenziale. Un’altra caratteristica che
contraddistingue questa tipologia di
pavimentazioni rendendole uniche,
dunque mai riproducibili identiche,
consiste nel fatto che sono interamente realizzate a mano attraverso una
mediazione continua tra il personale
gusto estetico del committente e la
manualità di ciascun applicatore.
Nel settore delle pavimentazioni in resina e a base cementizia, ha spiegato poi
Zamorani, Mapei ha sviluppato una
gamma di sistemi tecnologicamente
avanzati che propongono, per ogni
specifica destinazione d’uso - pubblica,
privata, industriale e commerciale - forti
potenzialità funzionali, espressive e
decorative: MAPEFLOOR SYSTEM, linea
completa di sistemi epossidici e poliuretanici, e ULTRATOP SYSTEM, sistema
cementizio autolivellante a presa ed
indurimento rapidi.
Questi importanti sistemi sono poi stati
oggetto di due successivi interventi; il
primo presentato dall’arch. Giovanna
Novella (Settore Pavimentazioni
Industriali Mapei) che ha trattato il
tema: “Dal ripristino della funzionalità alla realizzazione di pavimentazioni
decorative: caratteristiche, vantaggi e
versatilità d’impiego della pavimentazione cementizia in Ultratop”. Il secondo intervento è stato presentato da
Alberto Arosio (Settore Pavimentazioni
Industriali Mapei) ed ha avuto come
argomento: “I sistemi Mapefloor: caratteristiche tecniche dei vari cicli resinosi per il recupero delle pavimentazioni
industriali e per la realizzazione di pavimentazioni civili”.
Queste relazioni sono state precedute
dall’interessante intervento del dott.
Cristiano Maltese (Laboratorio R&S
Mapei, Settore Edilizia), dal titolo: “Le
cause principali delle problematiche nei
pavimenti industriali”.
Riportiamo, in queste pagine, degli
estratti delle relazioni presentate.
Le cause principali delle problematiche nei pavimenti industriali
Soltanto un’attenta e sistematica analisi
dei meccanismi responsabili dei fenomeni di degrado permette di prevenire
le frequenti problematiche a cui i pavimenti industriali sono spesso soggetti e
consente di indirizzare la loro progettazione verso criteri sempre più basati sul
concetto di durabilità.
L’integrità di una pavimentazione può
venir meno per effetto di molteplici fattori legati o alla scarsa qualità dei materiali, oppure a errori in fase applicativa o
progettuale. I fenomeni di degrado vengono generalmente classificati in base
alle zone del pavimento in cui essi si rendono evidenti e possono interessare:
- il sottofondo;
- la lastra di calcestruzzo;
- lo strato d’usura.
L’inefficace compattazione del sottofondo e le continue sollecitazioni meccaniche possono causare il dissesto struttu-
rale della pavimentazione. Inoltre, anche
l’inadeguato isolamento della lastra di
calcestruzzo dovuto, per esempio, all’assenza di idonee barriere al vapore, può
favorire la migrazione di specie chimiche dal terreno verso la superficie del
pavimento. L’accumulo superficiale di
tali sostanze può determinare sgradevoli inestetismi o addirittura il degrado
del conglomerato cementizio.
Va ricordato che, dal punto di vista
dimensionale, il calcestruzzo non è un
sistema stabile, ma è soggetto a continui movimenti.
Tali movimenti, se contrastati, inducono
la generazione di tensioni a trazione
o a compressione che, superando la
soglia critica di resistenza a trazione o a
compressione del materiale, innescano
la formazione di fessure che riducono la
durabilità del manufatto. Tali variazioni
dimensionali possono essere controllate
attraverso la realizzazione dei giunti di
costruzione, contrazione o isolamento.
I giunti di costruzione vengono inseriti tra lastre di calcestruzzo gettate in
momenti diversi. Questi dovrebbero
essere rettilinei e attraversare completamente la sezione verticale.
I giunti di contrazione, invece, inducono
l’apertura di fessure da ritiro in opportune sezioni che vengono predisposte per
assecondare i movimenti differenziali,
senza causare problemi di ordine estetico o funzionale. Per raggiungere tale
obiettivo le sezioni di giunto vengono
indebolite eseguendo un taglio nella
parte superiore del pavimento al fine di
ridurne lo spessore.
I pavimenti in calcestruzzo devono essere strutturalmente indipendenti dagli
altri elementi costruttivi dell’edificio
(muri, pilastri, colonne), in modo tale
da permettere le variazioni dimensionali e gli assestamenti dovuti sia al ritiro
sia alle deformazioni di natura termica.
Questa separazione deve essere otte-
nuta introducendo opportuni giunti
di isolamento in corrispondenza delle
intersezioni tra il pavimento e gli altri
elementi costruttivi.
Errori nella realizzazione dei giunti o la
loro assenza possono, infatti, innescare
l’insorgenza dei fenomeni fessurativi.
Il ritiro differenziale tra la superficie
superiore e inferiore della lastra in calcestruzzo determina il fenomeno meglio
noto come “curling” o imbarcamento.
Esso è dovuto alla differente velocità
di evaporazione dell’acqua tra lo strato corticale del calcestruzzo e quello a
contatto con il sottofondo. Pavimenti
sottili o realizzati su supporti impermeabili (barriere a vapore, solette o vecchie pavimentazioni) tendono a subire
un maggior imbarcamento rispetto a
quelli realizzati su sottofondi drenanti. L’imbarcamento può essere ridotto
evitando di preparare campiture aventi
un rapporto lunghezza/larghezza > 3
e preferendo in generale assetti geometrici quadrati. La posa in opera di
calcestruzzi a elevato rapporto acqua/
cemento può essere un’ulteriore causa
di dissesto strutturale della pavimentazione: elevati quantitativi di acqua
incrementano la tendenza del sistema
a contrarsi e rendono più probabile
l’innesco delle fessurazioni. Il fenomeno
può essere limitato impiegando idonei
additivi superfluidificanti che permettono di ridurre l’acqua mantenendo inalterata la lavorabilità dell’impasto.
Talvolta i calcestruzzi vengono confezionati impiegando aggregati “reattivi”
a base di opale, cristobalite, tridimite o
calcedonio.
Tali minerali, in presenza degli alcali rilasciati dal cemento (Na2O, K2O) e
di acqua, sono soggetti alla reazione
“alcali-aggregato”. Essa dà origine a un
silicato alcalino gelatinoso che, rigonfiandosi, porta alla formazione di fessure irregolari dalle quali fuoriesce una
1
Foto 1.
Distacco dello strato d’usura.
Foto 2.
Showroom Ingram - Sansepolcro (AR).
Sistema usato: ULTRATOP SYSTEM.
sostanza colloidale biancastra.
Per migliorare la resistenza all’abrasione
del pavimento, si posa superficialmente
il cosiddetto “strato d’usura”. Si tratta
di un materiale costituito da miscele a
base di cemento, quarzo, corindone o
limatura di ferro (tecnica a spolvero),
talvolta additivate con acqua (tecnica
a pastina). L’applicazione prematura o
tardiva dello strato ne riduce l’adesione
alla lastra di calcestruzzo. Tale effetto può portare al distacco dello strato
d’usura con ovvi problemi di funzionalità del pavimento.
ULTRATOP SYSTEM
Il sistema cementizio autolivellante
ULTRATOP, nato con funzioni strettamente legate al settore industriale, grazie alla sua versatilità si è fatto strada
nei più svariati ambiti come quello commerciale, civile e residenziale.
Le elevate resistenze meccaniche alla
compressione e all’abrasione sono le
caratteristiche principali del prodotto.
È proprio per tali qualità specifiche che
2
21
IL PARERE DELL’ESPERTO
Foto 3.
Uffici postali – Peschiera Borromeo (MI).
Sistema usato: MAPEFLOOR SYSTEM 91.
Foto 4.
Industria dolciaria Maglio – Maglie (LE).
Sistemi usati: MAPEFLOOR SYSTEM 33 e
MAPEFLOOR SYSTEM 32.
ULTRATOP, a differenza dei comuni
autolivellanti cementizi che necessitano
di essere ricoperti da un ulteriore rivestimento, può rimanere a vista come pavimento finito e resiste all’usura provocata da un leggero traffico di veicoli con
ruote gommate all’interno di magazzini
con frequenti movimentazioni di merci.
Altre caratteristiche principali del sistema sono le elevate proprietà autolivellanti, la facilità di applicazione per
superfici grandi, medie o di piccole
dimensioni, la rapidità di asciugamento
e di indurimento.
In evidenza anche il suo aspetto estetico: le 6 differenti colorazioni della malta
possono essere impiegate singolarmente oppure possono essere accostate tra
loro per creare superfici uniche in qualsiasi tipo di ambiente.
Sono questi i principali effetti della pavimentazione in ULTRATOP:
sNATURALE, qualora la realizzazione della
nuova pavimentazione serva a ripristinare la funzionalità di superfici degradate dall’usura o dal continuo traffico
di mezzi meccanici. Tali ambienti sono
rappresentati da capannoni industriali,
centri commerciali, parcheggi interrati,
supermercati ecc.;
s LEVIGATO, qualora la malta indurita
di ULTRATOP (dopo circa due giorni
dalla stesura), venga sottoposta a trattamento di levigatura a secco in modo
da modificarne sensibilmente l’aspetto
estetico finale. In seguito a tale trattamento, che prevede l’impiego di levigatrici dotate di utensili diamantati, la
pavimentazione assume un aspetto
nuovo, la superficie si presenta liscia,
lucida e riflettente la luce e diventa simile a una pietra naturale.
Specifici trattamenti protettivi superficiali sono stati appositamente formulati per rendere la pavimentazione non
assorbente e, al contempo, mantenere
o esaltare il suo effetto riflettente. E’
interessante notare, dal punto di vista
estetico, come il trattamento di levigatura metta in luce gli inerti contenuti
all’interno della malta conferendo alla
superficie levigata un effetto sale-pepe;
sTERRAZZO, per realizzare pavimentazioni simili all’antico “terrazzo alla veneziana”. In tal caso, la malta di ULTRATOP,
22
3
utilizzata come legante e miscelata con
aggregati naturali o artificiali, viene
stesa sulla pavimentazione e, trascorso il
tempo necessario all’indurimento, viene
sottoposta a trattamento di levigatura
a secco. Le combinazioni di colori e
le geometrie realizzabili sono davvero
infinite.
La proposta Mapei per la realizzazione di
tali pavimentazioni punta verso l’impiego, all’interno della miscela, degli aggregati artificiali DYNASTONE COLOR. Tali
aggregati, di natura cementizia, sono
prodotti con l’impiego di superfluidificanti acrilici “nanostrutturali” della linea
DYNAMON e consentono di ottenere
un prodotto finito assolutamente compatibile con la malta in ULTRATOP, con
caratteristiche meccaniche simili a quelle delle pietre naturali ma con colorazioni difficilmente riscontrabili in natura e
di forma arrotondata.
E’ proprio grazie a queste innovative
caratteristiche che la pavimentazione
in ULTRATOP e DYNASTONE, se da un
lato ripropone una tradizione vecchia
di secoli, dall’altro supera i limiti delle
pavimentazioni tradizionali grazie all’innovazione tecnologica dei materiali
impiegati e riesce a ridurre sensibilmente le tempistiche relative alle operazioni
di posa.
MAPEFLOOR SYSTEM
Caratterizzate da superfici continue e
monolitiche, le pavimentazioni in resina
si considerano ormai soluzioni insostituiMAPEFLOOR SYSTEM
Sistemi impermeabili al vapor d’acqua
Sistemi permeabili al vapor d’acqua
Sistemi per il recupero di pavimentazioni
molto degradate
Sistemi per pavimentazioni decorative
bili sul mercato nei più svariati ambienti: magazzini di stoccaggio, industrie
alimentari, chimiche e farmaceutiche,
reparti ospedalieri, centri commerciali,
abitazioni ecc.
Elementi comuni a tutte le tipologie di
pavimentazioni in resina sono il limitato spessore applicativo, l’esecuzione di
superfici monolitiche con un limitato
numero di giunti, la possibilità di applicazione su superfici vecchie o di nuova
realizzazione, l’effetto decorativo conferito dal colore e dalla manualità di ogni
singolo operatore.
La qualità e la resa delle pavimentazioni
in resina è strettamente connessa alla
sua capacità di aderire al supporto che
deve necessariamente essere sempre
preparato meccanicamente.
L’elevata resistenza meccanica e la resistenza all’abrasione sono le due caratteristiche che hanno permesso il largo
impiego delle resine nel settore industriale e logistico, dai magazzini meccanizzati, alle industrie chimiche, farmaceutiche ed alimentari.
Altri aspetti che influenzano in maniera
differente i vari ambiti applicativi delle
pavimentazioni in resina sono l’esigenza di una perfetta planarità, il diverso
grado di elasticità dei materiali, l’aspetto superficiale liscio o antiscivolo, la
facilità di pulizia e di manutenzione.
Quest’ultimo argomento interessa tutti i
campi applicativi: dai sistemi meccanizzati del grande complesso industriale,
alle esigenze di elevata igiene all’interno
MAPEFLOOR SYSTEM – SERIE 30
MAPEFLOOR SYSTEM – SERIE 50
MAPEFLOOR SYSTEM – SERIE 90
DECOR SYSTEM – SERIE 70
di complessi ospedalieri, fino alla manutenzione in ambito residenziale.
Un’ultima caratteristica, che rende le
pavimentazioni in resina uniche e mai
riproducibili, è riconducibile al loro
aspetto estetico, ricco di potenzialità
espressive e decorative.
L’effetto conferito dal colore e dalla natura stessa dei materiali applicati secondo
le più svariate tecniche (es. realizzazione di autolivellanti, spatolati, nuvolati,
seminati ecc.), consente, infatti, possibilità creative praticamente illimitate.
Mapei si è da tempo posizionata nel
mercato delle pavimentazioni in resina
grazie allo sviluppo di sistemi dall’elevata tecnologia e in grado di soddisfare
le molteplici esigenze degli utilizzatori
finali. MAPEFLOOR SYSTEM offre le soluzioni funzionali e decorative per ogni
specifica destinazione d’uso.
Le varie soluzioni proposte interessano
tutti i campi applicativi, in quanto consentono di realizzare rivestimenti con
differenti gradi di resistenza meccanica,
chimica, con o senza barriera a vapore,
con diverse finiture e molteplici colorazioni (come riassunto nella tabella nella
pagina accanto).
Sono questi i sistemi della grande famiglia MAPEFLOOR SYSTEM, le cui caratteristiche peculiari, come vedremo, li rendono idonei nel soddisfare ogni specifica esigenza, come qui sotto elencato.
Rivestimenti multistrato antisdrucciolo
Con la Serie 30 è possibile realizzare rivestimenti multistrato antisdrucciolo per
pavimentazioni sottoposte a un traffico
medio-leggero o medio-pesante, con
un’elevata resistenza chimica. I sistemi
a multistrato si differenziano per il loro
spessore applicativo: da 0,8 a 1,2 mm
per MAPEFLOOR SYSTEM 31 e da 3 a 3,5
mm per MAPEFLOOR SYSTEM 32.
Anche con la Serie 50 è possibile realizzare rivestimenti a multistrato, ma
per pavimentazioni anche non dotate
di barriera a vapore, sottoposte a una
debole resistenza chimica. Fanno parte
dei sistemi permeabili al vapor d’acqua:
MAPEFLOOR SYSTEM 51, per spessori di
circa 3 mm e MAPEFLOOR SYSTEM 52
per spessori di circa 5 mm.
Rivestimenti autolivellanti
È possibile realizzare rivestimenti
epossidici autolivellanti impiegando
MAPEFLOOR SYSTEM 33 qualora le
pavimentazioni siano dotate di barriera a vapore per spessori da 2 a 4 mm.
Per pavimentazioni anche non dotate
di barriera a vapore sarà indispensabile impiegare MAPEFLOOR SYSTEM 53
nello spessore di circa 4 mm.
Pavimentazioni autolivellanti possono,
inoltre, essere realizzate impiegando
anche MAPEFLOOR I 320 SL CONCEPT
con effetto granulare, per la realizzazione di pavimentazioni resistenti all’abrasione; questo sistema è disponibile in 5
differenti colorazioni.
Recupero di vecchie pavimentazioni
degradate
La Serie 90 è dedicata all’esecuzione
di pavimentazioni sottoposte a traffico
medio-pesante dove è richiesta anche
un’elevata resistenza chimica. Grazie
all’impiego di MAPEFLOOR SYSTEM 91,
infatti, è possibile realizzare rivestimenti
epossidici con malta spatolata esente da
solventi, di consistenza terra umida, per
spessori compresi tra 6 e 15 mm.
Rivestimenti con elevate resistenze chimiche
Rivestimenti resinosi che conferiscono
elevate resistenze chimiche all’interno
di industrie alimentari, chimiche, tessili
o nel settore della depurazione delle
acque possono essere eseguiti mediante l’impiego di formulati a base di poliuretano cemento: MAPEFLOOR CPU/MF,
autolivellante ad elevata resistenza chimica, applicabile in uno spessore di 3-4
mm o MAPEFLOOR CPU/HD, malta tricomponente ad alta resistenza chimica
ed elevata resistenza meccanica per il
rivestimento di pavimentazioni industriali in uno spessore compreso tra 6
e 9 mm.
Trattamenti antipolvere e antiolio
L’esecuzione di trattamenti antipolvere
e antiolio si può realizzare con diversi sistemi a seconda delle condizioni
del supporto oggetto dell’intervento:
con MAPEFLOOR SYSTEM 34 è possibile eseguire verniciature con sistemi
epossidici esenti da solvente per pavimentazioni industriali dotate di barriera
a vapore. Nei casi in cui il supporto non
fosse provvisto di adeguata barriera a
vapore, sarà indispensabile impiegare
MAPEFLOOR SYSTEM 61, sistema epossidico idrodisperso.
È anche possibile effettuare il trattamento antipolvere e antiolio impiegando MAPEFLOOR SYSTEM PU 65, sistema poliuretanico alifatico trasparente
esente da solventi, permeabile al vapor
d’acqua, particolarmente idoneo per
superfici in calcestruzzo.
Pavimentazioni decorative
Infine, per la realizzazione di pavimentazioni decorative con effetto spatolato o
nuvolato, DECOR SYSTEM 70 è il sistema
epossipoliuretanico esente da solventi
con ottime resistenze all’usura, impiegabile in spessori da 1,5 a 3 mm.
Questo sistema consente di realizzare pavimentazioni sottoposte a traffico
medio dove è richiesta una superficie
liscia o mossa all’interno di appartamenti, negozi, show-room, uffici e aree
commerciali.
Per maggiori informazioni sui prodotti citati
all’interno dell’articolo, consultare le relative
schede tecniche contenute nel sito
www.mapei.com.
4
REFERENZE
A tutto
GAS
PER I PAVIMENTI ALL’INTERNO DELL’AZIENDA DI ABBIGLIAMENTO,
ULTRATOP È STATO DIRETTAMENTE STESO SULLA SUPERFICIE IN LEGNO
G
as Jeans è un marchio italiano
di abbigliamento di alta qualità fondato negli anni ’70 da
Claudio Grotto.
L’azienda vicentina ha consolidato nel
tempo la propria fama e ora può vantare sei filiali europee, oltre a quelle
giapponesi e indiane, ed è presente
in 56 Paesi con 3.000 punti vendita.
Nel 2006 la Grotto SpA proprietaria
del marchio ha deciso di spostare la
produzione presso altre sedi e nel
capannone di Chiuppano (VI), sede
storica dell’azienda, ha preferito localizzare tutti gli uffici, i laboratori e lo
stoccaggio delle merci.
L’intervento è stato diviso in due fasi
- durante le quali l’Assistenza Tecnica
Mapei ha affiancato il progettista nella
scelta dei prodotti migliori per soddisfare le richieste del committente – e
inizialmente ha previsto la creazione
di un pavimento monolitico uniforme,
simile alla resina, da realizzare direttamente su un soppalco realizzato per
l’occasione in travi di acciaio e con la
superficie rivestita in legno per circa
2.500 metri quadrati. In un secondo
24
tempo l’azienda ha richiesto anche di
rivestire il vecchio pavimento industriale dell’edificio (5.500 metri quadrati circa) dove precedentemente era
localizzata la produzione degli articoli
di abbigliamento.
Il pavimento del soppalco
La prima parte dell’intervento ha
riguardato la realizzazione del pavimento sopra il soppalco rivestito da
pannelli in legno pressato non trattato
(spessore 2 cm) di circa 2.500 metri
quadrati.
Il direttore dei lavori insieme all’impresa che ha effettuato i pavimenti hanno
scelto di utilizzare la malta autolivellante a base di speciali leganti idraulici
ULTRATOP* che avevano già usato in
un altro cantiere su supporti cementizi
ottenendo ottimi risultati. ULTRATOP*
si usa all’interno di edifici civili e industriali per livellare e lisciare, in uno
spessore compreso tra 5 e 40 mm, su
sottofondi nuovi o preesistenti in calcestruzzo e in ceramica allo scopo di
renderli in grado di sopportare anche
l’intenso traffico pedonale e quello di
veicoli con ruote gommate.
Oltre alle elevate resistenze meccaniche e all’abrasione, la superficie realizzata con ULTRATOP* è esteticamente
piacevole e può rimanere a vista come
pavimento finito. Per la sua versatilità (può essere levigato, miscelato
con aggregati naturali, scelto in diversi colori) si adatta anche a impieghi
legati al settore decorativo dell’edilizia
civile. Caratteristica particolare di questa parte dell’intervento però è stata
quella di essere la prima volta in cui
ULTRATOP* è stato steso direttamente su un supporto in legno.
Inizialmente si è proceduto applicando sul supporto due mani di PRIMER
SN*; la superficie ancora fresca è stata
spolverizzata con QUARZO 0,5* in
modo da regolarizzare la superficie
esistente e da permettere la massima
adesione di ULTRATOP* al supporto.
Dopo l’asciugatura di PRIMER SN* il
quarzo che non era in adesione è stato
aspirato.
Sono stati poi applicati dei profili in
PVC, incollati con MAPEFLEX PU45*,
in modo da formare dei veri e pro-
Foto 1.
Il soppalco è stato realizzato con pannelli in
legno pressato non trattato.
Sul supporto in legno sono state applicate
due mani di Primer SN; a superficie ancora
fresca è stato spolverizzato del Quarzo 0,5.
Sono stati poi applicati dei profili in PVC
incollati con Mapeflex PU45 così da formare
delle superfici ridotte.
Foto 2 e 3.
Successivamente è stato applicato Ultratop
con una pompa Putzmeister.
1
2
3
4
5
Foto 4.
Dopo due giorni il supporto è stato
carteggiato a secco.
Foto 5.
La superficie è stata finita con
Mapecoat I 600 W e Mapelux Opaca
che conferiscono al pavimento un effetto
semilucido e lo impermeabilizzano
all’acqua e agli olii.
6
Foto 6.
Un’immagine del pavimento del
soppalco finito.
Foto 7.
Le pedate della scala in acciaio che mette in
comunicazione il soppalco con il piano terra
sono state realizzate sempre con Ultratop.
7
pri giunti; i profili hanno creato delle
superfici ridotte (seguendo le dimensioni dei pannelli), così da evitare che
ULTRATOP* steso come in questo caso
su di un supporto piuttosto flettente,
potesse avere eventuali fessurazioni.
A questo punto prima di procedere al
getto, il progettista e la committenza
hanno deciso di utilizzare la malta in
una miscela formata da ULTRATOP*
nel colore Antracite e nel colore Grigio
Chiaro al 50%. Successivamente è iniziata la stesura di ULTRATOP* con la
pompa Putzmeister (spessore 1 cm).
25
REFERENZE
Foto 7.
Il precedente pavimento era in cemento
quarzato verde.
E’ stato prima molato con levigatrice e poi
sono state applicate due mani di Primer G.
Foto 8, 9 e 10 .
Dopo l’asciugatura del primer, si è proceduto
con la pompa Putzmeister al getto e poi alla
stesura di Ultratop.
Foto. 11.
La superficie è stata finita con
Mapecoat I 600 W e Mapelux Opaca.
11
26
7
8
9
10
Dopo due giorni dall’applicazione dell’impasto è stato effettuato il trattamento di carteggiatura a secco così
da portare in superficie i profili in PVC
e in modo da ottenere una superficie
liscia e lucida.
L’intervento è terminato con l’applicazione della finitura epossidica
bicomponente in dispersione acquosa MAPECOAT I 600 W* e una mano
di MAPELUX OPACA*. Il trattamento
conferisce al pavimento un effetto
semilucido e rende la superficie maggiormente resistente all’usura, impermeabile all’acqua e agli olii e facilmente pulibile.
Il soppalco è collegato al piano sottostante da una scala realizzata in
acciaio. Le pedate, sempre nello stesso materiale, sono state rivestite con
ULTRATOP e finite con MAPECOAT
I 600 W* e una mano di MAPELUX
OPACA*.
Il pavimento dell’edificio
La seconda fase dell’intervento ha
riguardato il rivestimento del vecchio
pavimento industriale dell’edificio di
circa 5.500 metri quadrati sempre con
ULTRATOP*, rispettando i giunti di
dilatazione già presenti nel pavimento
stesso.
Per prima cosa la superficie di posa
esistente – realizzata in cemento quarzato verde - è stata molata con la levigatrice meccanica e dischi diamantati;
successivamente per migliorare l’adesione del getto con ULTRATOP*, sono
state applicate due mani dell’appretto
a base di resine sintetiche in dispersione acquosa PRIMER G*. La prima mano
è stata diluita con acqua nella proporzione 1:1, la seconda invece 1:2.
Una volta asciutto il primer, è iniziata la stesura di ULTRATOP* sempre
con la macchina a pompa Putzmeister
(spessore 6 mm).
Come per il soppalco, anche qui la
miscela usata per realizzare il pavi-
mento è stata miscelata appositamente per il cliente, ed era composta in
questo caso da tre parti di ULTRATOP*
colore Grigio Chiaro e una di colore
Bianco.
ULTRATOP* è disponibile nei colori
Grigio Chiaro, Bianco, Beige, Rosso,
Antracite e Standard.
Dopo due giorni la superficie è stata
carteggiata e trattata con MAPECOAT
I 600 W* e una mano di MAPELUX
OPACA* per un effetto semilucido e
una maggiore resistenza.
*Prodotti Mapei:
i prodotti citati in questo
articolo appartengono
alla linea “Pavimentazioni
cementizie e in resina”.
Le relative schede tecniche
sono contenute nel DVD
“Mapei Global Infonet”
e nel sito www.mapei.com.
Mapecoat I 600 W: finitura trasparente
epossidica bicomponente in dispersione
acquosa.
Mapeflex PU45: sigillante e adesivo
poliuretanico monocomponente
tissotropico ad alto modulo elastico e a
rapido indurimento.
Mapelux Opaca: cera metallizzata a
doppia reticolazione ad alta resistenza
opaca.
Primer G: apretto a base di resine
sintetiche in dispersione acquosa.
Primer SN: primer epossidico
bicomponente fillerizzato senza solventi.
Quarzo 0,5: quarzo sferico grigio di origine
alluvionale per sistemi Mapefloor e
Triblock P.
Ultratop: malta autolivellante a base di
speciali leganti idraulici, ad indurimento
ultrarapido per realizzare pavimentazioni
resistenti all’abrasione in uno spessore
compreso tra 5 e 40 mm.
SCHEDA TECNICA
GAS Jeans, Chiuppano (VI)
Intervento: realizzazione di pavimentazioni
cementizie
Anno di intervento: 2006
Committente: GAS Jeans - Grotto SpA
Progettista: arch. Ruggero Faccin
Direzione lavori: Studio A.U.A. – arch.
Ruggero Faccin
Impresa di posa: Vissa srl – Schio (VI)
Rivenditore Mapei: Vissa srl – Schio (VI)
Coordinamento Mapei: Paolo Toniolo
27
GIOCO DI SQUADRA
VARSAVIA
Mapei Polska (ufficio commerciale)
MAPEI POLSKA
RADDOPPIA
TRZEBINIA
Górka Cement
(cementeria)
A Gliwice ampliato lo stabilimento
produttivo e inaugurato il centro di
formazione della consociata polacca
GLIWICE
Mapei Polska (stabilimento)
L
o scorso 14 settembre, alla presenza di più di 800 invitati, a Gliwice,
città della regione della Slesia,
nella Polonia del Sud, si è svolta la cerimonia ufficiale di fine lavori di ampliamento dello stabilimento produttivo di
Mapei Polska, la consociata polacca del
Gruppo Mapei.
Si tratta di un ulteriore passo avanti
nell’ambizioso progetto di investimenti
dell’Azienda sul mercato polacco, iniziati nel 2000 con la fondazione di
Mapei Polska e proseguiti con l’acquisizione, nello stesso anno, di Gorka
Cement, produttore di cemento alluminoso adesso utilizzato come materia prima in molti degli impianti del
Gruppo Mapei.
Una rapida evoluzione
In pochi anni la consociata polacca ha
acquisito una posizione di rilievo in
questo Paese, non solo nel mercato dei
prodotti per la posa di ceramica, ma
anche in quello degli impermeabilizzanti, delle finiture murali e delle soluzioni per la posa di resilienti e parquet.
A distanza di soli 4 anni dall’inaugurazione dello stabilimento di Gliwice,
avvenuta nell’aprile 2003 (si veda l’articolo pubblicato su Realtà Mapei n. 62), i
brillanti risultati di Mapei
Polska hanno
s
assicurato a Mapei una posizione solida
anche in Polonia e, di conseguenza, è
stato necessario investire ulteriormente
nelle strutture produttive per sostenere
l’intenso ritmo di crescita della consociata.
Per il Gruppo Mapei la Polonia si conferma così al quarto posto, in termini
di fatturato e di investimenti, tra i mercati mondiali, dopo Italia, Stati Uniti e
Germania. Ciò è dovuto alla presenza in
questo Paese non solo di Mapei Polska
e di Górka Cement, ma anche di Sopro
Polska, Società entrata nel Gruppo
Mapei con l’acquisizione di Sopro nel
2002. Attualmente in Polonia il Gruppo
Mapei conta oltre 500 dipendenti.
Per il 2007 Mapei Polska prevede di
superare i 35 milioni di euro di fatturato
e, grazie anche agli investimenti recentemente avviati, è previsto per l’anno
prossimo un ulteriore incremento, di
oltre il 30%.
Gli obiettivi di Mapei Polska sono ambiziosi: la Società ha intenzione di ampliare la propria quota di mercato e diventare, grazie all’implementazione locale
di tutte le gamme di prodotti sviluppati
da Mapei, leader in Polonia per quanto
riguarda non solo le fugature ma anche
gli adesivi e i prodotti chimici per l’edilizia per i quali il mercato polacco è
sicuramente molto recettivo.
L’Azienda punta su un’ampia offerta
di prodotti destinati sia ai professionisti che ai clienti delle catene “Do it
yourself”, un segmento di mercato
molto importante e ben sviluppato in
Polonia.
Nuove linee, nuovi macchinari, nuove
rampe, nuovi spazi
Grazie al recente avviamento di una
nuova linea di produzione di adesivi e
alla modernizzazione di quella già esistente, Mapei Polska ha raggiunto una
capacità produttiva annua di 250.000
tonnellate.
Nello stabilimento di Gliwice è stata
Foto 1. Lo stabilimento di Mapei Polska a Gliwice.
1
28
Foto 2. La conferenza stampa organizzata da Mapei
Polska. Hanno partecipato (da destra): Giorgio
Squinzi, Presidente del Gruppo Mapei; Artur Olubek,
General Manager di Mapei Polska; Veronica Squinzi,
Manager Pianificazione Strategica del Gruppo
Mapei e Direttore del Consiglio di Amministrazione
di Mapei Polska; Piotr Kuoglin, Responsabile
Assistenza Tecnica di Mapei Polska.
2
inoltre installata una nuova macchina
per l’applicazione dall’alto dei teli di
pvc sui pallet di prodotti, che vengono
in questo modo completamente avvolti e protetti. Ciò permette lo stoccaggio dei bancali anche in luoghi aperti:
un indubbio vantaggio per i clienti di
Mapei, che spesso si trovano a dover
conservare i prodotti in spazi non particolarmente ampi e all’esterno.
Anche la linea produttiva di malte per
fughe è stata completamente automatizzata e potenziata fino a raggiungere
una capacità annua di 20.000 tonnellate. Inoltre, l’installazione di un nuovo
potente robot permette una rapida e
flessibile palletizzazione delle confezioni più piccole di fuganti, destinate a
soddisfare le esigenze di un mercato
in cui il servizio sta acquisendo sempre
maggior peso nella determinazione del
vantaggio competitivo.
Questo potenziamento della produzione segue da vicino il grande successo in Polonia delle malte per fughe
Mapei, in modo particolare di Ultracolor
Plus (malta ad asciugamento rapido,
Foto 3, 4 e 5. Alcune immagini della visita allo
stabilimento. Nella foto 3, da destra: Piotr Wojachek,
Presidente dell’Area Economica di Katowice; Giorgio
Squinzi e Veronica Squinzi. Nella foto 4: Riccardo
Ardito, Export Area Manager per la Polonia; Marco
Squinzi, Responsabile Ricerca & Sviluppo del Gruppo
Mapei e Presidente del Consiglio di Amministrazione
di Górka Cement; Enrico Geronimi, Assistenza
Tecnica Mapei SpA.
antiefflorescenze, idrorepellente con
DropEffect® e antimuffa con tecnologia
BioBlock®) che garantiscono all’Azienda
una posizione di leadership (detenendo
una quota di mercato pari al 70%) grazie alla qualità dei suoi prodotti, riconosciuta anche in questo mercato.
L’incremento della capacità produttiva
si accompagna ad un’estensione dello
spazio dedicato al magazzino (dove agli
esistenti 7.000 m2 sono stati aggiunti
altri 5.000 m2 coperti) e al miglioramento della logistica in entrata ed in
uscita: 4 nuove rampe permettono ora
a Mapei Polska il carico di quasi 100
camion al giorno.
Nello stabilimento di Gliwice vengo3
4
no dunque oggi fabbricati, con ancora
maggior flessibilità e velocità, prodotti
nati specificatamente per le esigenze
del mercato polacco, come gli adesivi per ceramica MAPEKLEJ EXTRA
(classificato C1 secondo la normativa
EN 12004) e ADESILEX P9 EXPRESS
(classificato C2FT e nato per soddisfare la necessità di avere un adesivo
rapido nella classe C2), MAPETHERM
DO STYROPIANU e MAPETHERM DO
SIAKTI (entrambi appartenenti alla linea
MAPETHERM, studiati per rispondere a
una crescente domanda locale di materiali per l’isolamento a cappotto degli
edifici e usati, rispettivamente, per l’incollaggio dei pannelli di polistirolo e la
4
5
29
6
7
Foto 6.
Le due nuove
macchine per la
pallettizzazione dei
prodotti, recentemente
introdotte nello
stabilimento di Gliwice.
Foto 7.
La nuova training
room di Mapei Polska.
Foto 8 e 9.
Una dimostrazione
all’aperto con la
nuova training car
di Mapei Polska.
successiva rasatura) e le relative finiture, come QUARZOLITE TONACHINO e
SILEXCOLOR TONACHINO, caratterizzate da particolari granulometrie e proprietà adatte al mercato locale.
Formazione “indoor”
e “on the road”
Nella sede di Gliwice si trova, oltre
all’area per la produzione e agli uffici amministrativi, anche la nuova e
modernissima training room, aperta
per la prima volta proprio in occasione
di quest’inaugurazione ufficiale.
Si tratta di un ambiente raffinato e al
tempo stesso moderno e tecnologico che, con i suoi 50 posti a sedere,
ospiterà le attività formative dedicate
ai posatori ed ai clienti Mapei del sud
della Polonia.
La sala principale è preceduta da un
ambiente organizzato come un moderno show room dove, in una cornice
di luci artificiali e tra i colori dell’elegante pavimento realizzato con un
sistema epossipoliuretanico Mapei
(MAPEFLOOR DECOR SYSTEM 70),
il visitatore è accompagnato sui due
lati da imponenti lastre in cui vengono presentate le principali soluzioni
dell’Azienda per la posa della ceramica,
delle pavimentazione resilienti, per le
30
finiture murali e la riparazione del calcestruzzo.
Mapei pone da sempre grande attenzione alla formazione, che diventa una
componente essenziale della strategia di crescita nei diversi mercati dove
opera. A riprova di questa vocazione,
a fianco della training room, a Gliwice
è stato anche presentato il nuovissimo
training truck che, come una scuola
itinerante, percorrerà la Polonia da nord
a sud e da est ad ovest per incontrare i
clienti e dare l’opportunità, anche nelle
9
zone più periferiche, di partecipare alle
attività formative.
Il training truck (12 tonnellate di peso)
è stato progettato appositamente per
poter realizzare presentazioni all’aperto
in modo dinamico e professionale: in 20
minuti viene allestito con tavoli, sedie,
televisori al plasma e stage per le dimostrazioni. In caso di pioggia è possibile
realizzare un’area riparata.
Mapei Polska nel corso del 2006 ha
organizzato più di 1.200 incontri di formazione tecnica ai quali hanno partecipato ben 12.000 professionisti.
Con questi due nuovi strumenti la consociata polacca potenzierà ulteriormente la sua capacità di interagire e offrire
formazione ai posatori professionisti.
8
Festa!
L’inaugurazione si è svolta in un clima
festoso: nell’area esterna dello stabilimento è stata organizzata una grigliata
all’aperto e, tra musica, dimostrazioni
tecniche e il divertente intrattenimento
di un professionista del cabaret, si è
atteso che gli oltre 800 ospiti, fra cui
molte autorità locali e giornalisti, visitassero lo stabilimento, la training room
e il training truck.
Successivamente, giornalisti di diverse
testate locali hanno assistito alla conferenza stampa organizzata presso la training room, nel corso della quale sono
intervenuti alcuni membri del Consiglio
di Amministrazione del Gruppo Mapei
e di Mapei Polska.
In quest’occasione Giorgio Squinzi,
Presidente del Gruppo, ha illustrando
i motivi che hanno spinto l’Azienda a
investire in maniera così consistente in
questo Paese: le grandi potenzialità di
quest’ultimo a livello commerciale (il
settore delle costruzioni polacco vanta
uno dei più elevati tassi di crescita in
Europa); la disponibilità di manodopera
qualificata e di materie prime di alta
qualità; il ruolo propulsivo che svolge
nei confronti di altri mercati dell’Europa
dell’Est (Mapei Polska, infatti,fornisce
anche i Paesi Baltici, la Slovacchia, la
Repubblica Ceca e l’Ucraina).
A fine giornata, in una sala delimitata da suggestive scaffalature alte più
di 12 metri e colme di confezioni di
ULTRACOLOR PLUS e di altri prodotti
di punta Mapei, è iniziata la grande
festa con cena, animata da personaggi
dello spettacolo e da due gruppi musicali molto in voga in Polonia: i T-Love e
Kombi.
La serata è stata un’ottima occasione
per Squinzi di confermare a tutti i presenti la propria simpatia per la Polonia
e sottolineare l’importanza di questo
mercato per l’Azienda, che ha qui raggiunto eccellenti traguardi.
A questo risultato ha contribuito in
maniera significativa l’impegno personale di Veronica Squinzi, Manager della
Pianificazione Strategica del Gruppo
Mapei e Direttore del Consiglio di
Amministrazione di Mapei Polska, che
da sempre ha creduto nelle potenzialità
di questo mercato ed è stata l’artefice
della realizzazione di obiettivi che nessuna altra azienda straniera è riuscita a
concretizzare in un arco di tempo così
limitato, così come il coinvolgimento
diretto in Polonia di Marco Squinzi,
Responsabile della Ricerca & Sviluppo
del Gruppo Mapei e Presidente del
Consiglio di Amministrazione di Górka
Cement.
10
Foto 10. La cena organizzata
a fine giornata nello stabilimento di Gliwice.
La valorizzazione di un management
locale ha sicuramente contribuito al
successo di Mapei Polska ed è del tutto
in linea con uno dei principi cardini
della filosofia di Mapei, Azienda a vocazione globale ma locale nel modo di
agire (da qui il motto di Squinzi: “italiani
in Italia, americani in America, polacchi
in Polonia”). A questo proposito ricor-
diamo Artur Olubek, General Manager
di Mapei Polska e punto di riferimento
dell’organizzazione della consociata,
Agata Modrzejewska, Responsabile del
Marketing ed organizzatrice di questo
riuscitissimo evento, e Miroslav Saluta,
Direttore Commerciale della consociata
polacca.
Il 2010, anno di realizzazione della strategia di sviluppo di Mapei “Vision 2010”,
non è lontano, allora avanti tutta…ché
il vento dell’est tira forte!!
LA NOTTE DEI CAMPIONI
Tra le molte attività di marketing organizzate di recente da Mapei Polska c’è anche
la cosiddetta “Mapei Night of the Champions”, un evento sportivo a cui hanno
assistito, tra gli altri spettatori del folto pubblico, 157 tra clienti, partner d’affari
e amici della consociata polacca. Si tratta di un prestigioso incontro di box, svoltosi lo scorso 26 maggio, tra i due famosi pugili Krzysztof “Diablo” Wlodarczyk
e Steve Cunningham, di cui hanno parlato diffusamente giornali, televisioni e
radio. Mapei Polska è stata sponsor ufficiale dell’evento e ha colto l’occasione
per trarre il massimo vantaggio commerciale da quello che è stato il più grande
gala di box mai tenutosi in Polonia, attraverso speciali promozioni vendita e spot
su vari mezzi di comunicazione. Inoltre, per tutta la serata un’ampia esposizione
del marchio Mapei all’interno dell’arena di Gliwice è stata assicurata da numerosi
banner, striscioni, palloncini e programmi dell’incontro. L’esclusività dell’evento
e l’atmosfera elettrizzante hanno contribuito alla perfetta riuscita dell’iniziativa:
gli ospiti di Mapei Polska si sono detti entusiasti della chance, offerta loro dall’Azienda, di essere presenti alla Notte dei Campioni.
31
PORTFOLIO
ACQUA E
BENESSERE
P
er la posa, l’impermeabilizzazione e la decorazione delle superfici delle piscine, Mapei ha messo
a punto dei sistemi di prodotto che garantiscono
facilità d’impiego, eccellenti e durature prestazioni e un
piacevole impatto estetico delle superfici finali. Proprio
per queste caratteristiche, i sistemi Mapei sono stati, sin
da subito, recepiti positivamente dal mercato internazionale, trovando largo impiego in numerosi cantieri
di diversi Paesi. In particolare in Polonia, i prodotti dell’Azienda hanno contribuito alla realizzazione di svariate
piscine in prestigiosi complessi alberghieri di cui riportiamo alcuni esempi in queste pagine.
In generale i lavori per la realizzazione delle superfici
delle piscine polacche hanno previsto le seguenti fasi:
1. Preparazione dei supporti. Al fine di livellare le irregolarità delle superfici in calcestruzzo, dopo aver adeguatamente ripulito il sottofondo delle vasche, si è proceduto all’applicazione di una rasatura a base di acqua,
cemento Portland e sabbia, additivata con PLANICRETE,
previa stesura di un ponte di adesione realizzato ancora
con PLANICRETE, acqua e cemento Portland.
2. Impermeabilizzazione dei sottofondi. Intorno alle
tubature e ai getti d’acqua sono stati scavati dei solchi,
poi riempiti completamente con la malta epossidica
KERAPOXY per proteggere queste zone dal rischio di
fessurazioni. Sulle restanti superfici è stata applicata
In Polonia i più importanti
alberghi, seguendo una tradizione
mitteleuropea, dedicano piscine e
ambienti lussuosi ai luoghi per la
cura e il relax del corpo
la membrana cementizia MAPELASTIC armata con una
rete in fibra di vetro alcali resistente. In molti casi, inoltre,
la perfetta impermeabilizzazione degli angoli è stata
assicurata con il nastro gommato MAPEBAND applicato
sugli angoli.
3. Posa del mosaico o della ceramica. Per l’incollaggio
di mosaico di vetro o di piastrelle di ceramica è stato per
lo più impiegato l’adesivo GRANIRAPID nella versione
bianca. Nel caso di mosaico trasparente è stato invece
scelto KERAPOXY, questa volta utilizzato come adesivo,
nella tonalità più idonea ad ottenere l’effetto di colore
desiderato dai progettisti. Nel caso di posa di piastrelle
ceramiche su ampie superfici, come quelle dei pavimenti adiacenti delle piscine, si è fatto ricorso all’adesivo
KERAFLEX.
4. Stuccatura delle fughe e dei giunti di espansione.
Le fughe delle piastrelle sono state per lo più stuccate
con la malta KERAPOXY, particolarmente adatta a quegli
ambienti in cui è necessario garantire una totale igienicità e resistenza agli agenti aggressivi chimici. Per le superfici più ampie si è fatto uso della malta ad alte prestazioni, anti-efflorescenze, ULTRACOLOR PLUS, idrorepellente
con DropEffect® e antimuffa con tecnologia BioBlock®. Il
riempimento dei giunti tra le superfici orizzontali e quelle
verticali è stato assicurato con il sigillante siliconico a reticolazione acetica MAPESIL AC, disponibile in un’ampia
varietà di colori, in grado di combinarsi perfettamente
con le tonalità di KERAPOXY e ULTRACOLOR PLUS.
Piscina Hotel Habenda – Budzyn
Per questa piscina sono stati utilizzati:
PLANICRETE come additivo per preparare i
supporti; MAPELASTIC e MAPEBAND per impermeabilizzarli; GRANIRAPID bianco e KERAPOXY
per posare il mosaico vetroso; ADESILEX P4 per
l’incollaggio del gres porcellanato a pavimento;
ADESILEX P9 EXPRESS (adesivo prodotto dalla
consociata polacca del Gruppo Mapei e distribuito in Polonia e nei Paesi limitrofi) per quello
di altre piastrelle ceramiche; ULTRACOLOR PLUS
per la stuccatura delle fughe; MAPEFLEX PU21
per la sigillatura dei giunti tra la vasca e i pavimenti ad essa adiacenti. Con MAPESIL AC sono
stati invece riempiti i giunti tra le pareti ed i pavimenti adiacenti alla vasca.
Per maggiori informazioni sui prodotti citati consultare le
relative schede tecniche nel sito www.mapei.com.
32
Piscina Hotel Belvedere – Zakopane
Questo cantiere prevedeva brevissimi tempi di
esecuzione (meno di due mesi). Dopo la preparazione dei supporti con una rasatura additivata
con PLANICRETE e l’impermeabilizzazione con
MAPELASTIC e MAPEBAND, il sistema adesivo
GRANIRAPID bianco, a 2 componenti e a presa ed
idratazione rapida, si è dimostrato il più adatto per
assicurare il veloce completamento della posa del
mosaico di vetro sulle superfici delle piscine. Per
incollare il rivestimento in mosaico ai pali di legno
che in alcuni punti circondano la piscina, è stato
usato il sigillante siliconico MAPESIL LM.
Piscina Hotel Klimek – Muszyna
I supporti della piscina sono stati preparati con una rasatura additivata con PLANICRETE e impermeabilizzati con
MAPELASTIC e MAPEBAND; il mosaico vetroso è stato incollato con GRANIRAPID bianco; per le fughe è stato usato
KERAPOXY e per i giunti di dilatazione MAPESIL AC. Materiali
apparentemente incompatibili, come la plastica della vasca
alla fine dello scivolo e il calcestruzzo del suo sottofondo,
sono stati accoppiati con KERALASTIC.
Piscina Hotel Papuga – Bielsko – Biała
PLANICRETE è stato miscelato ai materiali utilizzati per
la preparazione dei supporti; con MAPELASTIC è stata
assicurata l’impermeabilizzazione; con GRANIRAPID
è stato posato il mosaico vetroso; con KERAPOXY si è
proceduto alla stuccatura delle fughe.
Piscina Hotel Meduza – Mielno
La forma ovale della piscina ha reso i lavori di posa del
mosaico particolarmente difficili. PLANICRETE è stato
adoperato come additivo per la preparazione dei supporti; MAPELASTIC per impermeabilizzarli; GRANIRAPID per
incollare il mosaico vetroso; KERAPOXY per stuccare le
fughe.
Piscina Sabała Hotel Olenka – Zakopane
Per questa piscina sono stati adoperati PLANICRETE
come additivo per la prepazione dei supporti;
MAPELASTIC e MAPEBAND per impermeabilizzarli; GRANIRAPID bianco e KERALASTIC per posare il
mosaico vetroso, KERAPOXY per stuccare le fughe;
MAPESIL AC per sigillare i giunti di dilatazione.
33
TERRAZZE
DORATE
REFERENZE
I
n quasi due anni di lavori, il centro di Varsavia è stato letteralmente
rivoluzionato dalla costruzione di
un enorme complesso architettonico,
completato lo scorso febbraio. Si tratta
dello Zlote Tarasi, o Terrazze Dorate, il
più grande centro polifunzionale per
affari, shopping e intrattenimento della
Polonia (e uno dei più grandi in Europa),
situato proprio nel cuore della capitale
polacca, tra la stazione ferroviaria centrale e la via Zlota, di fronte al Palazzo
della Cultura e della Scienza.
Il progetto ha portato alla realizzazione
di un’area centrale, la cosiddetta “piattaforma” che si estende su tre livelli
PRODOTTI INNOVATIVI PER UN CANTIERE “D’ORO”
per un totale di 225.000 m2. Qui hanno
trovato posto negozi, ristoranti e un
cinema multiplex con 800 posti. Sotto
terra sono stati ricavati altri due piani
che ospitano locali commerciali e di servizio, oltre ad un parcheggio in grado di
ospitare ben 17.000 auto. Al complesso appartengono anche tre palazzi per
uffici: una “torre” di 22 piani e due edifici ricurvi sul lato nord che sembrano
fare da scudo al complesso.
Il cuore dello Zlote Tarasi è costituito
da un cortile “terrazzato”, che occupa
una superficie di 10.250 m2 disposta su
più livelli. Il tutto coperto da un tetto di
vetro dalla forma irregolarmente ondu1
34
2
lata, che ricorda quella di un cratere
lunare.
Quest’ultimo è l’elemento più originale e innovativo del complesso: la
sua struttura, per la quale sono serviti
ben 5.000 pannelli di vetro e centinaia di tonnellate d’acciaio, è sostenuta
da undici colonne a forma di albero.
Proprio per il suo carattere particolare,
la progettazione della cupola ha richiesto ben due anni e mezzo di lavoro
allo studio d’architettura Jerde, sotto la
direzione dell’architetto David Rogers.
Al di sotto della cupola, ristoranti, bar
e negozi si alternano a spazi verdi e
cascate d’acqua, formando così un
3
luogo ideale per incontri, passeggiate,
shopping e eventi culturali e d’intrattenimento, in grado di animare le notti
ed i giorni di Varsavia. In effetti, l’intero
complesso rappresenta bene lo spirito
vivace, alla moda e brillante della città.
Kerapoxy F: l’asso nella manica
Alla realizzazione di questo centro polifunzionale, in grado di fare invidia ai più
grandi “mall” americani, ha contribuito
anche Mapei, fornendo prodotti capaci
di risolvere anche le più difficili problematiche del cantiere. In particolare,
l’offerta dell’Azienda si è dimostrata di
gran lunga superiore a quella della concorrenza per quanto riguarda i prodotti
per la stuccatura delle fughe.
Al di sotto della cupola di vetro, nelle
gallerie e nei corridoi dei negozi e degli
uffici, il pavimento è stato rivestito con
lastre di granito, delle dimensioni di
30x30x2 cm, disposte l’una vicina all’altra secondo motivi geometrici.
Lo spessore delle fughe risultava inferiore o pari a 2 mm e nessun produttore di materiali per edilizia sembrava essere in grado di fornire una
stuccatura a base epossidica adatta a
dimensioni così ridotte. Mapei ha allora
proposto KERAPOXY F*, un’innovativa
malta epossidica a granulometria fine
per fughe fino a 3 mm. Proprio per
rispondere alle esigenze del committente di questo progetto, i Laboratori
di Ricerca & Sviluppo di Mapei SpA
hanno sviluppato la tonalità antracite
(n. 114) di questo prodotto, che ha brillantemente superato i test di cantiere.
Di conseguenza, ben 7 tonnellate di
KERAPOXY F* sono state usate per stuccare le fughe di 20.000 m2 di pavimenti.
KERAPOXY*, questa volta nella formulazione standard, è stato invece usato per
la stuccatura di 12.000 m2 di pavimenti
e pareti in piastrelle ceramiche di varie
toilette, là dove i giunti erano di dimensioni standard.
Per la realizzazione di queste superfici
4
sono stati impiegati anche altri prodotti
Mapei.
Ad esempio, per regolarizzare i sottofondi dei pavimenti, su alcune aree è
stata applicata NOVOPLAN 21*. Questa
lisciatura autolivellante, a rapido indurimento, è normalmente impiegata per
la preparazione delle superfici destinate
a ricevere un rivestimento in materiali
resilienti, ma è adatta anche alla rasatura dei sottofondi prima della posa della
ceramica e, in questo caso, è risultata in
grado di garantire le resistenze meccaniche richieste dalla committenza.
Nelle zone più soggette ai danni causati
dall’umidità, come nel caso di varie toilette, l’impermeabilizzazione dei pavimenti è stata assicurata con la malta
cementizia elastica MAPELASTIC*, mentre per quella delle pareti è stata scelta
la membrana liquida elastica, a rapido
asciugamento, MAPEGUM WPS*.
Sulle superfici così trattate sono state
posate piastrelle ceramiche con l’adesivo ADESILEX P9*, mentre i sottofondi
delle aree non interessate dall’umidità sono stati trattati con l’appretto a
base di resine sintetiche in dispersione
acquosa PRIMER G*, prima di procedere
alla posa con l’adesivo KERABOND*.
Una volta completata la posa, i giunti di
dilatazione delle superfici delle toilette
sono stati sigillati con MAPESIL AC*.
Gli specchi del bagno sono stati incollati e sigillati con MAPESIL LM*.
Foto 1, 2 e 3.
Con Kerapoxy F sono state stuccate le
fughe, di ridotto spessore, dei pavimenti
in granito dei corridoi dei negozi e delle
gallerie al di sotto della cupola di vetro.
*Prodotti Mapei: i prodotti citati in
questo articolo appartengono alle
linee “Prodotti per la posa di resilienti,
legno e tessili” e “Prodotti per la posa di
ceramica e materiali lapidei”.
Le relative schede tecniche sono
contenute nel DVD “Mapei Global
Infonet” e nel sito www.mapei.com.
Gli adesivi e le fugature Mapei sono
conformi alle norme
EN 12004, EN 12002 ed EN 13888.
Adesilex P9 (C2TE): adesivo cementizio ad
alte prestazioni, a scivolamento verticale nullo
e con tempo aperto allungato, per piastrelle
ceramiche.
Kerabond (C1; se mescolato con Isolastic,
diventa C2E e S2): adesivo cementizio per
piastrelle ceramiche.
Kerapoxy F (RG): malta epossidica a
granulometria fine per fughe fino a 3 mm.
Kerapoxy (RG): malta epossidica
bicomponente antiacida, disponibile in 26
colori, per fughe di almeno 3 mm.
Utilizzabile anche come adesivo.
Mapegum WPS: membrana liquida
elastica a rapido asciugamento per
impermeabilizzazioni all’interno.
Mapelastic: malta cementizia bicomponente
elastica per l’impermeabilizzazione del
calcestruzzo e di balconi, terrazze, bagni e
piscine.
Mapesil AC: sigillante siliconico a
reticolazione acetica resistente a muffe,
esente da solventi, disponibile in 26 colori e
trasparente.
Mapesil LM: sigillante siliconico a
reticolazione neutra inodore, esente da
solventi, per pietre naturali e piastrelle
ceramiche in facciata.
Novoplan 21: lisciatura autolivellante a
rapido indurimento per spessori da 1 a 5 mm.
Primer G: appretto a base di resine sintetiche
in dispersione acquosa.
SCHEDA TECNICA
Foto 4.
Vari prodotti Mapei (come Novoplan 21,
Mapelastic e Mapegum WPS) sono stati
usati per trattare le superfici di pavimenti e
rivestimenti, di diverse toilette, prima della
posa di piastrelle ceramiche incollate con
Adesilex P9 o Kerabond.
Centro polifunzionale Zlote Tarasi,
Varsavia (Polonia)
Intervento: stuccatura delle fughe dei
pavimenti in granito nei corridoi e nelle
gallerie delle aree destinate ai negozi;
trattamento e impermeabilizzazione
dei sottofondi in alcune toilette; posa e
stuccatura dei pavimenti e rivestimenti in
ceramica in alcune toilette.
Anni di intervento: 2005-2007
Committente: ING Real Estate
(arch. David Rogers), Varsavia
Progetto: Jerde Partnership,
Los Angeles (USA)
Direzione lavori: Mike Sulivan
Impresa esecutrice: Skanska SA, Varsavia
Impresa di posa: Italian Polish Stone Works,
Varsavia
Distributore Mapei: Phuiw Olimp
Coordinamento Mapei: Assistenza Tecnica
Mapei Polska
35
ricerca
Nanoforum 2007
Si è svolto a Milano il terzo convegno sulle Nanotecnologie
di Amilcare Collina*
Figura 1
I
l 18 e 19 settembre 2007 si è svolta a Milano, presso la sede
del Politecnico Bovisa, la terza edizione di Nanoforum,
occasione di incontro tra Comunità Scientifica e Imprese
sul tema delle Nanotecnologie.
Mapei, sempre attenta a cogliere le opportunità offerte
dalle tecnologie emergenti, è stata fra le aziende che hanno
sponsorizzato la manifestazione. Mapei ha inoltre partecipato all’evento con un proprio stand, dove sono stati esposti
alcuni poster che testimoniano come le Nanotecnologie
siano già concretamente presenti in alcuni dei suoi prodotti.
In particolare:
sISUPERFLUIDIFICANTIDELLALINEA$YNAMONVFIGEFOTO
sINANOLATTICIVFIG
sGLIADESIVINANOSTRUTTURALIABASEPOLIVINILACETATOVFIG!
E"
Parte importante dell’evento è stato un Convegno, organizzato su diverse sessioni tematiche, ciascuna delle quali focalizzata su uno specifico settore industriale ed aventi lo scopo
di rappresentare il grado di sviluppo delle Nanotecnologie
nel settore stesso: Industria tessile; Medicina; Costruzioni,
!RCHITETTURA E $ESIGN -ATERIALI FUNZIONALI -ATERIALI STRUT
TURALI $ISPOSITIVI MINIATURIZZATI 3TRUMENTAZIONE )NDUSTRIA
aerospaziale; Industria automobilistica; Energia e ambiente.
La sessione introduttiva del convegno
Il Convegno è stato inaugurato da una sessione di
Introduzione alle Nanotecnologie e completato da alcune
sessioni generali riguardanti l’attuale sistema di finanziamenti pubblici, la tematica della sicurezza e delle relative
normative sull’uso dei nanomateriali, e da una rassegna delle
attività e dei risultati in termini di creazione di Impresa nel
settore Nanotech.
La Sessione di Introduzione alle Nanotecnologie è stata brilLANTEMENTESVOLTADALLING,ORENZA$RAGHI$OTTOREDIRICERCA
del Politecnico di Milano, che si è formata nello specifico
settore scientifico anche con il supporto di Mapei.
,ING$RAGHIHASPIEGATOCHECON.ANOTECNOLOGIESIINTEN
dono le tecnologie che consentono il controllo e la strutturazione della materia alla scala nanometrica.
La dimensione di un nanometro equivale ad un miliardesimo di metro.
Lo stato delle conoscenze consolidate consente il controllo
e la strutturazione della materia ad una scala mille volte più
grande: la scala micrometrica.
Perché è importante la capacità di strutturare la materia alla
scala nanometrica?
$UEPOSSONOESSERELEFORZECHESPINGONOVERSOUNASCALA
mille volte più piccola rispetto alla situazione consolidata:
sLEPICCOLEDIMENSIONIDELMATERIALEEDELDISPOSITIVOSONO
un valore; in questo caso l’uso delle nanotecnologie è
indotto dalla necessità di una miniaturizzazione sempre
36
Figura 1.
I superfluidificanti
della linea
DYNAMON,
brevettati da
Mapei a livello
internazionale, sono
polimeri innovativi
in cui la struttura
acrilica di base è
stata modificata con
l’innesto di catene
poliossietileniche di
diversa lunghezza
per controllare
la cinetica di
idratazione
del cemento e
quindi modulare
le proprietà del
calcestruzzo
in funzione
delle specifiche
applicazioni.
(Tutte le figure
pubblicate in queste
pagine sono state
realizzate dal
Laboratorio R&S
Mapei).
più estrema. E’ questa la forza che ha
introdotto le nanotecnologie in settori
QUALILELETTRONICAEILBIOMEDICALECON
particolare riferimento alla diagnostiCAPRIMACHEINALTRISETTORI
sLEPRESTAZIONIDELMATERIALEPURUSATO
alle dimensioni dei centimetri o metri,
sono fortemente influenzate dalla
struttura del materiale stesso alla scala
nanometrica. E’ questa la forza che
spinge per l’introduzione delle nanotecnologie nel mondo, ad esempio,
dei materiali per edilizia.
La Sessione “Costruzioni, Architettura e Design”
Mapei ha svolto un ruolo di primo
piano nella Sessione “Costruzioni,
!RCHITETTURA E $ESIGNv OVVIAMEN
te quella di maggior interesse per il
Gruppo. La Sessione, moderata conGIUNTAMENTEDALPROF!LBERTO#IGADA
DEL0OLITECNICODI-ILANOEDA!MILCARE
Collina di Mapei, si è articolata nella
presentazione di diversi lavori, alcuni
dei quali assolutamente fuori tema in
quanto non centrati sull’argomento
del Convegno.
I lavori in tema, oltre a quello presen-
tato da Mapei, sono stati:
s Apparecchi di illuminazione con dispositivi di purificazione
dell’aria &ABIO:ANOLA!RTEMIDE
sNuove superfici per il design%NRICO3ANDRINI.ANO3URFACES
s Aerogel - Studio di applicazione all’isolamento termico degli
elettrodomestici 0AOLO&ARALDI)NDESIT#OMPANY
sEcoticm, facciate ventilate con proprietà fotocatalitiche - Paolo
'UIDETTI!LU"UILDE,UIGI$E.ARDO0OLITECNICODI-ILANO
s Piz intelligent surface, rivestimenti di facciata fotocatalitici
0AOLO-ANZOCCHI:ECCA0REFABBRICATIE-ARIAPIA0EDEFERRI
0OLITECNICODI-ILANO
Questo richiederebbe una completa revisione della tecnologia di assemblaggio dei frigoriferi.
L’applicazione citata nel lavoro presentato è apparsa ben
lontana dal recepire questi concetti ed è sembrata una
proposta ancora una volta non basata su solidi fondamenti tecnico-scientifici.
s Le proprietà estetiche di rivestimenti in titanio trattato
superficialmente con procedimenti elettrochimici per l’ottenimento di effetti di colore molto suggestivi.
E’ l’applicazione più convincente mostrata.
Foto 1
Foto 1.
DYNAMON SX è
l’unico prodotto
qualificato a
livello mondiale
per realizzare,
nel progetto
della Diga delle
Tre Gole in
Cina (v. Realtà
Mapei n. 63), gli
sfioratori, che
rappresentano
il punto della
struttura soggetto
alle massime
sollecitazioni
meccaniche e di
usura.
$A QUESTI LAVORI SI EVINCE CHE LE FUNZIONALITÌ DEI MATE
riali nanostrutturati che le Imprese italiane presenti alla
Sessione hanno sino ad ora identificato sono:
sle proprietà fotocatalitiche di nanoparticelle di biossido
di titanio, che vengono utilizzate per proporre dispositivi
per l’abbattimento della in-door pollution o facciate di
edifici con rivestimenti attivi verso la out-door pollution.
Punto debole di queste proposte è la mancanza di una
stima quantitativa dell’effetto anti-pollution.
I lavori presentati si limitano ad evidenziare l’effetto di
abbattimento degli inquinanti misurato analiticamente in
laboratorio, senza estrapolarne le conseguenze nell’ambiente reale.
L’impressione è che l’effetto alla scala reale sia poco significativo e che pertanto tali applicazioni siano proposte più
sull’onda della moda che per soddisfare un bisogno.
s Le proprietà di isolamento termico di nanoschiume
utilizzate per proporre elettrodomestici, in particolare
frigoriferi, con spessore di isolante ridotto rispetto al tradizionale polistirene o poliuretano espanso, e quindi con
spazio interno maggiore a parità di ingombro esterno.
Queste proprietà di isolamento termico superiore delle
nanoschiume sono interessanti ma sono relative a campi
DI TEMPERATURE ESTREME LE NANOSCHIUME VENGONO UTILIZ
ZATEPERLISOLAMENTOTERMICODELLENAVETTESPAZIALI
Per utilizzare le superiori proprietà di isolamento alle temperature non estreme occorre applicare il vuoto.
Il contributo di Mapei
$ILIVELLOSCIENTIFICAMENTEELEVATOÒSTATOILLAVOROPRESENTATO
da Mapei: “Comprensione dei leganti idraulici a livello molecolare: materiali con proprietà controllate” DI 'ILBERTO !RTIOLI
5NIVERSITÌDEGLI3TUDIDI0ADOVA4IZIANO#ERULLIE!MILCARE
#OLLINA-APEI
)LPROF!RTIOLIHARIFERITOSUIPRIMIRISULTATIOTTENUTIINCOLLABO
razione con Mapei, nello studio alla scala nanometrica della
morfologia dell’ettringite, molecola che si produce nelle
prime fasi di idratazione del cemento.
$URANTEIPRIMISTADIDELPROCESSODIIDRATAZIONEDELCEMENTO
quando l’acqua entra in contatto con la polvere di cemento,
avvengono numerosi rapidi cambiamenti nella composizione mineralogica che inducono importanti modificazioni
nanostrutturali. L’investigazione di questi aspetti è cruciale
per comprendere e controllare le prestazioni dei materiali a
base cementizia. L’ettringite nasce come prodotto della reazione tra l’acqua, le fasi alluminose del cemento e il solfato di
calcio che viene aggiunto per evitare il fenomeno della presa
rapida e incrementare le resistenze meccaniche.
Si presenta generalmente come un feltro fittissimo di cristalli
ACICULARI COME Ò VISIBILE NELLA MICROFOTOGRAFIA V FIG ,E
dimensioni e la morfologia dell’ettringite che si forma durante i primi stadi dell’idratazione svolgono quindi un ruolo chiave nel fenomeno di presa idraulica del cemento e influenzano lo sviluppo delle proprietà meccaniche nel tempo.
Lo studio è stato effettuato su sistemi modello realizzati nei
laboratori Mapei di Milano ed ha utilizzato il Sincrotrone di
Grenoble e di Zurigo.
37
ricerca
E’ stato messo in evidenza come le variabili di processo
che presiedono le prime fasi di idratazione del cemento
P(FORZAIONICAPRESENZADIADDITIVIORGANICIABBIANOUNA
grande influenza sulla morfologia dell’ettringite alla scala
nanometrica e sul rapporto tra fase amorfa e fase cristallina
dell’ettringite stessa.
Il lavoro ha mostrato la strada che Mapei sta intraprendendo
nello sviluppo delle nanotecnologie applicate ai materiali per
l’industria delle costruzioni, con un impegno di collaborazioNEDECENNALECONL5NIVERSITÌDI0ADOVAINPARTICOLARECONIL
PROF'ILBERTO!RTIOLI
micrometrica non è più sufficiente.
Operare la strutturazione della materia alla scala nanometrica
significa:
svedere le dimensioni nanometriche con un’adeguata strumentazione:
- microscopio elettronico di nuova generazione: in grado di
hVEDEREvLANANOSTRUTTURADELMATERIALEINPROFONDITÌ
- risonanza magnetica nucleare: in grado di rappresentare
immagini tridimensionali della materia alla scala nanometrica;
MICROSCOPIO FORZA ATOMICA IN GRADO DI hFOTOGRAFAREv LA
Figura 2
Figura 3 A
Le considerazioni di Mapei che sono
alla base dell’investimento nello sviluppo di nanotecnologie sono le seguenti:
1. Il riconoscimento del trend evolutivo
dei mercati dei propri materiali.
sNuove funzionalità dei materiali:
CHIMICOBIOLOGICHE PROPRIETÌ BATTE
RIOSTATICHEEANTIBATTERICHE
FISICOMECCANICHEPROPRIETÌIDROFOBE
idrofile, termoisolanti, fonoassorbenti,
ANTIUSURAEANTIGRAFFIO
ELETTRICOMAGNETICHE PROPRIETÌ BAR
riera a campi elettrici, a radiofrequenze,
ACAMPIMAGNETICI
STRUTTURALI PROPRIETÌ ANTISISMICHE
anti-intrusione, antiurto, anti-deflagraZIONE
ESTETICHE PROPRIETÌ LUMINESCENTI
CATARIFRANGENTIANTIGRAFFITI
sMultifunzionalità dei materiali:
- isolamento termico/acustico;
- materiali che adattano le prestazioni
alle condizioni ambientali;
- componenti attivi per generazione,
raccolta, stoccaggio di energia.
s $URABILITÌ E MANUTENZIONE PROGRAM
mata:
- materiali con proprietà controllate nel
tempo;
- materiali con capacità di autodiagnosi.
2. La consapevolezza che il controllo e la
strutturazione della materia alla scala
38
Figura 3 B
Figura 2.
I nanolattici,
impiegati nel
campo dei materiali
per edilizia come
consolidanti e
promotori di
adesione, sono
dispersioni di
polimeri in acqua
con particelle di
dimensioni inferiori
a 70 nm, quindi
nettamente inferiori
alla lunghezza
d’onda della luce
nel visibile, per
cui appaiono
trasparenti. Le
caratteristiche
principali dei
nanolattici, in
rapporto ai lattici
tradizionali
con particelle
di dimensioni
superiori (micron)
sono: elevatissime
superfici specifiche,
filmazione senza
coalescenti,
elevato potere di
penetrazione in
supporti porosi.
Figure 3A e 3B.
Gli adesivi nanostrutturali a base polivinilacetato sono impiegati
nel settore adesivi per legno. Una della caratteristiche più rilevanti
di questi adesivi termoplastici a base acqua è quella di realizzare
incollaggi con resistenza finale superiore a quella del legno stesso
e contemporaneamente resistenza nel tempo alla sollecitazione di
carichi costanti (creep). Le caratteristiche meccaniche sono correlate
all’affinità fra l’adesivo e il substrato e possono essere influenzate
dal tipo di legno, mentre la resistenza al creep è influenzata dalle
proprietà meccaniche dell’adesivo stesso. Nel caso di polimeri in
dispersione, le prestazioni possono essere raggiunte mediante
opportuna modulazione dei parametri di sintesi. La sezione
trasversale di un sandwich legno-adesivo-legno è stata osservata
tramite tecnica di microscopia elettronica: le immagini ottenute
evidenziano le differenze tra due classi di polimeri con composizione
chimica simile ma sintetizzati in maniera differente (adesivo A e
B). Osservando la morfologia del campione A ad ingrandimenti
elevati (fig. 3A), si nota che le nanoparticelle originali nel lattice sono
ancora visibili, indice di scarsa filmazione. Nel campione B (fig. 3B), vi
è omogeneità: le nanoparticelle non sono più distinguibili in quanto
fuse tra loro a formare un film continuo.
superficie di un materiale distinguendo i singoli atomi;
- sincrotrone: in grado di registrare l’evoluzione della nanostruttura di un materiale nel tempo, come in una sequenza
cinematografica.
sControllare la struttura del materiale alle dimensioni nanometriche modificandola nella direzione voluta:
- definire le variabili di composizione chimica del formulato;
- definire le cinetiche di reazione dei singoli componenti del
formulato tra loro;
- identificare i meccanismi di degrado del materiale.
sCorrelare la nanostruttura ottenuta con la funzionalità desiFigura 4
Nanotecnologie è una sfida che nessuna Impresa può pensare di affrontare e vincere da sola. Poiché sono necessarie
conoscenze di frontiera, è fondamentale attivare una intensa
collaborazione tra Impresa e Comunità Scientifica; questa
Ò LA RAGIONE DELLIMPORTANTE ACCORDO DI -APEI CON L5NIVER
sità di Padova. La stessa scelta dell’obiettivo da perseguire
non è, per una Impresa, una scelta banale ma richiede un
processo di selezione che si basa su un grado di conoscenza
non superficiale della materia, conoscenza che un’Impresa
può acquisire solo attivando un dialogo con la Comunità
Scientifica. Le Nanotecnologie, ha proseguito Collina, sono
una discontinuità tecnologica nel mondo dei materiali per
edilizia e quindi offrono straordinarie opportunità che, se
colte tempestivamente, consentono la protezione della proprietà intellettuale delle nuove tecnologie sviluppate, e, in
definitiva, l’ottenimento di vantaggi competitivi durevoli.
Non va tuttavia dimenticato che per ottenere tali vantaggi occorrono investimenti significativi in termini di risorse
umane ed economiche, che i tempi di ritorno di tali investimenti sono prevedibili solo nel medio-lungo termine e che
la già ricordata collaborazione con la Comunità Scientifica è
essenziale; queste caratteristiche rendono problematico, per
il sistema italiano di Piccole e Medie Imprese, l’ingresso nel
mondo delle Nanotecnologie.
Guardando al panorama delle Imprese Italiane e con riferimento alla Sessione, Collina ha così proseguito: “Il mondo
delle Nanotecnologie rappresenta oggi per le Imprese il
Figura. 4.
Ettringite aciculare nanometrica.
derata:
- misurare le caratteristiche chimico-fisiche, reologiche e fisico-meccaniche del materiale;
- misurare l’evoluzione delle caratteristiche nel ciclo di vita
del materiale.
3. La valutazione del potenziale innovativo sui propri prodotti.
Questa valutazione ha orientato Mapei nella scelta delle funzionalità strutturali come obiettivo del proprio investimento
nelle Nanotecnologie, al fine di ottenere materiali con proprietà fisico-meccaniche controllate, con tempo di vita utile
certo e con processi di decadimento noti e controllati.
L’Industria Italiana di fronte alle Nanotecnologie
(A CONCLUSO LA 3ESSIONE LINTERVENTO DI !MILCARE #OLLINA IN
rappresentanza di Mapei, dal titolo: ”L’Industria Italiana di
fronte alle Nanotecnologie”.
Il prof. Collina ha innanzi tutto chiarito che non si deve cadere
nell’errore di identificare le Nanotecnologie per i materiali
con i nanomateriali, cioè i materiali prodotti in dimensioni
nanometriche, quali ad esempio nanotubi, nanopolveri, ecc.
Il concetto è ben più ampio ed è più corretto riferirsi a materiali nanostrutturati, cioè con una struttura controllata alle
dimensioni nanometriche, anche se prodotti e applicati alla
scala di centimetri o metri.
Il prof. Collina ha poi sintetizzato le straordinarie opportunità
offerte dalle Nanotecnologie al settore Materiali per edilizia
nei già citati termini di nuove funzionalità, multifunzionalità,
durabilità e controllo della vita utile. L’analisi delle opportunità offerte deve essere, per ogni Impresa, alla base della
valutazione di un eventuale investimento in Nanotecnologie,
così come lo è stato per Mapei.
Collina ha in seguito sottolineato che lo sviluppo di
@0AESE DELLE MERAVIGLIE DEL FAMOSO LIBRO #OME !LICE OGNI
Impresa attratta da questo mondo chiede alla Comunità
3CIENTIFICAIL@GATTOSAPIENTENELLAMETAFORAINDICAZIONISULLA
strada da prendere.
,A #OMUNITÌ 3CIENTIFICA NON PUÛ CHE RISPONDERE i$IPENDE
dove vuoi arrivare».
Poche sono per ora le Imprese - ha concluso Collina - che nel
settore delle costruzioni e più in generale dell’edilizia hanno
mostrato di sapere dove vogliono arrivare. Mapei è tra queste e mi auguro che, seguendone l’esempio, altre Imprese
identifichino la loro meta e intraprendano il conseguente
PERCORSOv
!LTERMINEDEILAVORIDELLA3ESSIONE-APEIHARICEVUTONELLA
sua sede milanese circa 50 graditi ospiti che ha guidato in
UNABREVEVISITAALPROPRIOh#ENTRO2ICERCHE#ORPORATEvDI6IA
Cafiero; una opportunità per mostrare il livello raggiunto dal
'RUPPO-APEINELCONIUGARE3CIENZA2ICERCAE4ECNOLOGIA
*Il prof. Amilcare Collina è Responsabile Mapei per i rapporti con la
comunità scientifica in Italia e all’estero.
39
REFERENZE
40
CASA
STÖRTEBEKER
STILE ARCHITETTONICO
E MATERIALI ISPIRATI
ALLA TRADIZIONE PER
UN PRESTIGIOSO EDIFICIO
AD AMBURGO
Foto 1.
Preziosi materiali lapidei
fanno bella mostra di sé
negli atri delle scale.
Foto 2.
Negli ascensori i
pavimenti sono stati
incollati con Keralastic,
mentre i rivestimenti
murali sono stati posati
con Granirapid.
1
N
on lontano dal centro di
Amburgo, nella SüderstraB
e, sorge la Störtebeker-Haus.
Questo complesso per uffici e attività commerciali, completato nel 2006,
per il suo originale stile architettonico
ricorda più una costruzione dell’inizio
dell’Ottocento che un edificio dei tempi
moderni. Il costruttore voleva infatti che
la struttura fosse in grado di armonizzarsi perfettamente con l’architettura
tipica della “Città Libera e Anseatica”
(così viene tradizionalmente definita
Amburgo) e di piacere alla popolazione
locale. Il risultato parla da solo: un’opera
che risente di diversi orientamenti architettonici e sfoggia materiali di altissima
qualità.
L’edificio è un esempio lampante delle
molteplici possibilità plastiche offerte ai
progetti di edilizia dai materiali lapidei,
della loro bellezza e varietà e, infine,
della grande maestria raggiunta dalla
tradizione locale di lavorazione delle
pietre naturali. Tutto ciò è riscontrabile
tanto all’esterno, nella facciata che combina pietra arenaria e clinker, quanto
all’interno, in particolare negli atri e nelle
scale, dove diverse tipologie di materiali
lapidei sono state usate in combinazione con stucchi di altissima qualità.
Un rimando alla storia della città
Non solo l’architettura, anche il nome
stesso dell’edificio, “Casa Störtebeker”,
mostra il suo stretto legame, voluto
dalla committenza, con la storia della
città di Amburgo. Klaus Störtebeker
era infatti un pirata che nel XIV secolo,
insieme alla sua ciurma e al bucaniere
Goedeke Michels, assaliva le navi commerciali in viaggio nel Mare del Nord,
causando gravi danni ai mercanti della
città anseatica. Alle sue malefatte gli
abitanti di Amburgo misero fine nell’anno 1400 (o 1401 secondo alcuni storici), quando Störtebeker e i suoi furono
sconfitti davanti all’isola di Helgoland e
condannati a morte per decapitazione il
21 ottobre dello stesso anno. I racconti
sull’audacia dimostrata da Störtebeker
nel corso della battaglia conclusasi con
la sua cattura hanno dato origine a una
lunga serie di storie e saghe incentrate
sulla persona del pirata. Tra di esse c’è
anche la leggenda che narra come, dopo
essere stato decapitato, Störtebeker
abbia continuato a camminare nella
direzione della sua ciurma finché il boia
gli ha fatto lo sgambetto. L’orologio,
situato sulla sommità della torre della
Casa Störtebeker, ricorda appunto, tutti
i giorni alle dodici, con un gioco di figure
animate, l’esecuzione del pirata e del
suo seguito.
Eleganza lapidea
Non solo la facciata e le colonne esterne,
ma anche gli interni sono caratterizzati
da un ampio e abile impiego di diverse
tipologie di pietre naturali che donano
ai corridoi, ai pavimenti, alle pareti e alle
scalinate un tocco di particolare eleganza. Un esempio della perfezione raggiunta nella decorazione architettonica
interna e nella lavorazione dei materiali lapidei è fornito dal motivo di una
stella rivolta a nord e corredata da una
rosa dei venti, realizzato sul pavimento
con le tipologie di materiali lapidei Azul
Cielo (marmo blu), Nero Belga (pietra
calcarea nera), Estremoz (marmo chiaro)
e Rojo Alicante (pietra calcarea rossa).
Questo motivo decorativo è composto
da otto elementi, realizzati con l’aiuto
del laser e posati separatamente.
Per le restanti sezioni dei pavimenti del
piano terra e per i gradini delle scale
sono state invece scelte le tipologie
Mugla White (marmo chiaro), Verde
Guatemala (serpentino verde) e Crema
Valencia (marmo giallo).
Sui pianerottoli sono state posate lastre
di marmo Mugla White, di serpentino
Verde Guatemala e di marmo Crema
Valencia.
2
Sui pavimenti interni degli ascensori
sono stati installati dei rivestimenti lapidei nelle tipologie Juparana Colombo
(migmatite rossa), Verde Guatemala e
Crema Valencia. Per le pareti esterne
degli ascensori e per il resto delle pareti
del piano terra è stata scelta della pietra calcarea nera, nella tipologia Port
Laurent, a fianco dei già citati serpentino verde e marmo giallo.
Una posa a regola d’arte
Il rivestimento lapideo della facciata e
le lastre di granito nero (nella tipologia
Shanxi Black) delle colonne sono stati
ancorati meccanicamente alle pareti.
Ai prodotti utilizzati per la posa delle
pietre naturali all’interno dell’edificio si
richiedeva la garanzia di un’eccellente
e durevole adesione del rivestimento,
un’adeguata resistenza ai carichi a cui
sarebbero stati sottoposti i pavimenti e
il mantenimento, a lungo termine, del
colore originale dei materiali lapidei.
Grazie all’intensa attività dei suoi laboratori di Ricerca & Sviluppo, che le ha
consentito di sviluppare dettagliate
conoscenze in materia, Mapei è stata
in grado di offrire un sistema completo
di prodotti, già utilizzato con successo
41
REFERENZE
in numerosi cantieri che prevedevano
la posa di diverse tipologie di materiali
lapidei particolarmente sensibili ai fenomeni di deformazione e formazione di
macchie.
Per la sezione dei pavimenti che riproduceva il motivo della stella, dopo
un’accurata pulizia del sottofondo, con
MAPECEM* è stato preparato un massetto che è aderito perfettamente al
sottofondo grazie al ponte di adesione
precedentemente applicato e realizzato
con PLANICRETE*, acqua e MAPECEM*.
Dopo aver spalmato l’adesivo cementizio bicomponente GRANIRAPID*, nella
tonalità bianca, su tutta la superficie
del sottofondo e sul retro delle lastre di
materiale lapideo, queste ultime sono
state accuratamente adagiate sul letto
di posa. I materiali lapidei delle rimanenti sezioni dei pavimenti e dei rivestimenti murali del piano terra sono
stati anch’essi posati con GRANIRAPID*,
dopo un’accurata pulizia del sottofondo. L’adesivo è stato scelto nella versione bianca per le lastre di colore chiaro,
nella versione grigia in tutti gli altri casi.
I rivestimenti in materiali lapidei delle
pareti esterne degli ascensori sono stati
incollati utilizzando principalmente la
malta a presa e asciugamento rapido
MAPESTONE 1* (un prodotto distribuito
3
4
5
6
sui mercati tedesco, svizzero e austriaco dalle consociate locali del Gruppo
Mapei) oppure l’adesivo GRANIRAPID*
a seconda delle necessità specifiche del
caso.
All’interno delle cabine degli ascensori,
invece, le lastre in pietra naturale dei
pavimenti, che riproducono lo stemma di Amburgo, sono state posate con
l’adesivo epossidico bicomponente
KERALASTIC*, mentre per incollare quelle delle pareti è stato di nuovo impiegato GRANIRAPID* grigio.
Sui pianerottoli, dopo aver realizzato
un massetto con MAPECEM*, le lastre di
marmo chiaro Mugla White sono state
incollate con GRANIRAPID*, mentre
quelle di serpentino Verde Guatemala
e di marmo giallo Crema Valencia sono
state posate con MAPESTONE 1*.
Per quanto riguarda le scale, poiché la
struttura di queste ultime si inserisce in
quella dei muri adiacenti, è stato necessario realizzare un sistema di isolamento
del rumore da calpestio che riducesse il
trasferimento del rumore dalle scale agli
uffici adiacenti. Quest’obiettivo è stato
perfettamente raggiunto con l’impiego
del sistema rapido di isolamento acustico MAPEFONIC SYSTEM*, che comprenFoto 3.
Per la realizzazione del motivo decorativo
a stella sul pavimento, è stato preparato
un massetto con Mapecem su sottofondi
trattati con un ponte di adesione a base di
Planicrete.
Foto 4, 5 e 6.
Le singole lastre che compongono la
decorazione sono state posate con l’adesivo
Granirapid nella tonalità bianca.
Oltre che sul sottofondo, l’adesivo era stato
applicato anche sul retro degli elementi
lapidei (foto 4).
7
Foto 7.
Il motivo decorativo a stella sul pavimento
della sala d’ingresso completato.
Foto 8.
Applicazione del sistema di isolamento
acustico Mapefonic System sulle scale.
Foto 9 e 10.
Posa delle lastre in materiale lapideo sulle
alzate e sulle pedate dei gradini delle scale
con Mapestone 1.
Foto 11.
Sui pianerottoli delle scale sono state
posate lastre di marmo chiaro con
Granirapid, serpentino verde e marmo
giallo con Mapestone 1.
Foto 12.
Le scale e i pianerottoli a lavori ultimati.
de delle quadrotte (dello spessore di soli
11,5 mm) di bitume fillerizzato armato
con fibre di vetro che presentano sul
rovescio un materassino di materiale
composito. L’utilizzo di questo sistema
consente un abbattimento acustico pari
a 17,6 dB, in linea con i requisiti delle
normative in materia. Con MAPESTONE
1* sono state posate le lastre di materiale lapideo sulle alzate e le pedate dei
gradini delle scale, così come gli zoccolini sulle pareti adiacenti.
Per la stuccatura delle fughe di tutte le
superfici menzionate era stata dapprima
scelta la malta a presa e asciugamento
rapido ULTRACOLOR*; successivamen-
te, poiché proprio in concomitanza dei
lavori di questo cantiere è stata introdotta sul mercato tedesco la versione
“evoluta” del prodotto, ULTRACOLOR
PLUS*, si è deciso di terminare le operazioni con questa nuova formulazione
(già disponibile sul mercato italiano da
diversi anni), caratterizzata da un’elevata idrorepellenza e da uno speciale
effetto antimuffa grazie alle tecnologie
BioBlock® e DropEffect®.
Questo articolo è tratto dal n. 5 di “Realta
Mapei”, la rivista edita dalle consociate
di lingua tedesca del Gruppo Mapei, che
ringraziamo.
8
9
10
11
*Prodotti Mapei:
i prodotti citati in questo
articolo appartengono alla
linea “Prodotti per la posa
di ceramica e materiali
lapidei”. Le relative schede
tecniche sono contenute nel DVD
“Mapei Global Infonet” e nel sito
www.mapei.com.
Gli adesivi e le fugature Mapei sono
conformi alle norme EN 12004, EN 12002
ed EN 13888.
Granirapid (C2F, S1): adesivo cementizio
bicomponente ad alte prestazioni, a presa
ed idratazione rapida, deformabile, per
piastrelle ceramiche e materiale lapideo.
Keralastic (R2): adesivo poliuretanico
bicomponente ad alte prestazioni per
piastrelle in ceramica e materiale lapideo.
Mapecem: legante idraulico speciale per
massetti a presa e ad asciugamento rapido
(24 ore), a ritiro controllato.
Mapefonic System: sistema rapido di
isolamento acustico a basso spessore
contro il rumore da calpestio e urti, per
pavimentazioni in piastrelle ceramiche e
materiali lapidei.
Mapestone 1 (C2F): malta a presa e
asciugamento rapido per letti di posa sottili
o medi.
N.B. Questo prodotto è distribuito sui
mercati tedesco, svizzero e austriaco dalle
consociate locali del Gruppo Mapei.
Planicrete: lattice di gomma sintetica per
impasti cementizi.
Ultracolor Plus (CG2): malta ad alte
prestazioni, modificata con polimero,
antiefflorescenze, per la stuccatura di fughe
da 2 a 20 mm, a presa e asciugamento
rapido, idrorepellente con DropEffect® e
antimuffa con tecnologia BioBlock®.
12
SCHEDA TECNICA
Störtebeker-Haus, Amburgo, Germania
Intervento: preparazione dei sottofondi
e posa di materiali lapidei per le
pavimentazioni in diverse sale interne, negli
ascensori e sulle scale; applicazione di un
sistema di isolamento acustico sulle scale
Anni di intervento: 2004-2006
Committente: Achim Becker, Amburgo
Progetto: Architektenteam Tipke, Buchholz
Direzione lavori: Hans Joachim Mehmcke
Imprese di posa: Granit Sp. z.o.o., Amburgo
Rivenditore Mapei: Hansa Keramik,
Amburgo
Coordinamento Mapei: Walter Mauer,
Mapei GmbH (Germania)
43
IL PARERE DELL’ESPERTO
PAVIMENTAZIONI
LA
CONDUTTIVE
CORRETTA REALIZZAZIONE DI UN PAVIMENTO CONDUTTIVO PER GLI AMBIENTI
CHE RICHIEDONO UNA PROTEZIONE DALLE CARICHE ELETTROSTATICHE
di Adelmo Bovio, Mapei SpA
L’evoluzione tecnologica
L’evoluzione, nei settori di alta tecnologia come quelli legati all’elettronica,
è diventata così rapida che obbliga a
una continua innovazione dei prodotti
e dei sistemi.
Ho visto i primi passi dei pavimenti
conduttivi moderni, ne ho seguite le
evoluzioni e le vicissitudini e posso asserire che essi, oltre ad essere in grado
di risolvere i problemi attuali connessi
con la protezione elettrostatica degli ambienti, saranno in grado di farlo
ottimamente anche a fronte delle esigenze, sempre più impegnative, che si
porranno in un prossimo futuro.
E’ ormai accertato che nei processi
produttivi dell’industria elettronica i
problemi legati all’elettrostatica vanno
gestiti con grande attenzione.
Il rischio dei guasti che le scariche elettrostatiche (ESD) possono arrecare ai
prodotti è preponderante, al punto che
tutte le normative e le raccomandazioni che riguardano la protezione del “sistema” per le zone EPA (ESD Protected
Area - aree protette elettrostaticamente), vanno rigidamente adottate.
Tutte le norme attualmente in vigore,
prevedono, nell’ambito della “Protezione Passiva” in EPA, che il pavimento,
44
quando impiegato quale sistema
primario di messa a terra, debba
ottemperare alla
funzione di dissipare le cariche
elettrostatiche
presenti sulla sua
superficie o con le
quali viene a contatto (per esempio
il personale o parti
mobili quali sedie
ecc.). Esso dovrà
quindi avere, oltre
alle normali caratteristiche di resistenza al traffico,
di comfort, pulibilità ecc. anche la
capacità di gestire
le cariche elettrostatiche attraverso la
propria “conducibilità”, unita a quella
dell’adesivo, fino ai nodi equipotenziali
di terra.
1
Foto 1.
Esecuzione di massetto cementizio
con legante Mapecem.
Foto 2.
Lisciatura del piano di posa con
Ultraplan.
Foto 3.
Utilizzo del rullo frangibolle sulla
lisciatura ancora fresca.
Cenni storici
I pavimenti cosiddetti tradizionali, quali i cementizi e i lapidei, che, nel passato,
erano resi conduttivi secondo necessità usando cariche di carbon black e
mediante l’inserimento nel loro getto
di reti metalliche, sono stati definitivamente abbandonati.
La principale ragione del loro abbandono è stata la difficoltà di mantenere
costante e omogenea la loro conducibilità, che, essendo affidata a un’esecuzione molto empirica del cantiere, era
sempre imprecisa e richiedeva ulteriori “aggiustamenti” con interventi di
bagnatura o deumidificazione con i
conseguenti rischi di eccesso o difetto
di conducibilità.
Attualmente, i pavimenti che meglio
si prestano a tale funzione per la loro
calibrata e costante capacità di dissipazione delle cariche, appartengono, in larga misura, alla categoria dei
pavimenti “resilienti”, che, sottoposti
a controlli molto accurati già in fase di
produzione, quando sono applicati e
mantenuti correttamente, garantiscono una conduttività costante molto
precisa.
Questi pavimenti, che sono di basso
spessore (dell’ordine di pochi millimetri), sono così classificati perché la loro
caratteristica di base è la “resilienza”,
ovvero la capacità di “ritorno” che si
accompagna alla loro “deformabilità”
quando sono sottoposti a un “carico
dinamico”.
Le garanzie di funzionalità
La durata dei pavimenti resilienti è
un altro aspetto rilevante. I numerosi
esempi di pavimenti resilienti posati
da oltre venti o trenta anni in ospedali, aeroporti, scuole, metropolitane
ecc. soggetti a gran traffico e usura e
tuttora in perfetta efficienza, devono
tranquillizzare chiunque circa la loro
durata e la loro funzionalità.
Nei pochi casi in cui il loro impiego non
è stato pari alle attese, gli inconvenienti emersi non sono stati causati quasi
mai da un’errata scelta del tipo di pavimento e mai dalle sue scadenti caratte-
ristiche fisico-meccaniche.
E’ da quasi 50 anni, per esempio, che
questi pavimenti, nella versione “conduttiva”, sono stati adottati nelle sale
operatorie con specifiche molto severe
(vedi CEI 64-4) a causa del rischio di deflagrazione di gas anestetici.
Di queste applicazioni (e dei problemi
connessi) esiste una notevole casistica,
che la mia memoria fa partire dai primi
anni ‘50, con una statistica sugli incidenti nelle sale operatorie in Inghilterra (dove a quell’epoca furono adottati)
e posso garantire che la conoscenza di
questi fatti (e misfatti) convincerebbe
chiunque a prendere in seria considerazione il problema.
Nel passato, anche recente, cariche
elettrostatiche di una certa intensità
hanno provocato inconvenienti che
andavano dal fastidioso shock al chirurgo (magari durante un delicato intervento) al possibile scoppio, o incendio,
di miscele detonanti e infiammabili dei
gas usati per l’anestesia.
L’abbandono di questa tecnica ha
ridotto notevolmente tali rischi, rimasti attuali solo per gli ambienti super
ossigenati (dove cioè avviene la somministrazione di ossigeno).
Per quanto riguarda, poi, la durata e
l’efficacia della capacità di dissipare
cariche dell’intero sistema, l’esperienza dimostra che, nei rari casi in cui si è
riscontrato un inaccettabile incremento dei parametri resistivi, esso è stato
quasi esclusivamente causato da una
2
errata o inadeguata manutenzione e
pulizia del pavimento e, solo raramente, da un’interruzione del contatto di
terra.
Criteri di selezione e relativi
requisiti fondamentali
L’analisi di un materiale/prodotto è un
aspetto rilevante e a tale proposito,
per la determinazione della resistenza d’isolamento, secondo le recenti
norme (vedi, per esempio, la seconda
edizione 2003 della CEI IEC 61340 - 4
-1), è stato previsto l’uso di tensioni
diverse in base alle resistenze da valutare, sia sul materiale di pavimentazione che sul pavimento finito.
La tensione di 500 Volts, prevista
dalle vecchie norme per determinare
qualunque resistenza, rimane idonea
solo per quelle superiori a 1x1011 Ohm
(10.000 M1) oppure per verifiche della
resistenza di isolamento (test a umido
per applicazioni esposte a problemi
di sicurezza). Le resistenze fra 1x106 e
1x1011 Ohm dovranno essere misurate
con una tensione ridotta a 100 Volts,
mentre quelle inferiori a 1x106 (1 M1)
dovranno addirittura essere provate
con una tensione di solo 10 Volts.
La scelta di un pavimento in relazione
alla capacità di minimizzare e dissipare
cariche elettrostatiche dovrà quindi
sempre essere riferita alla soglia di
sensibilità dei componenti “ESD sensitive” presenti. A tale proposito, vale
la pena di ricordare che le cariche
triboelettriche accumulate dal corpo
umano in movimento (HBV, Human
Body Voltage), i cui effetti raggiungono facilmente diverse migliaia di Volts,
possono essere scaricate attraverso il
pavimento solo usando calzature conduttive che, per applicazioni elettroniche, devono essere di classe 1 (entro i
requisiti degli standard in condizioni
di Umidità Relativa “UR” del 12%).
E’ pertanto possibile asserire che:
3
il pavimento resiliente ideale per una
zona EPA soggetta a un traffico intenso
dovrà sommare a una efficace resistenza meccanica anche una ben definita conducibilità elettrica; il materiale
dovrà essere posato su di un sottofondo piano, consistente, solido, asciutto
e resistente ai carichi previsti mediante
un adesivo conduttivo dalla minore
resistenza ohmica possibile e collegato
stabilmente a terra.
Criteri di progettazione
ed esecuzione del pavimento
La garanzia della funzionalità e della
durata nel tempo di un buon pavimento, in grado di esercitare l’eliminazione delle cariche elettrostatiche,
anche molto basse, che già possono
riuscire dannose ai componenti elettronici di classe “0”, 1A e 1B, richiede,
oltre ad un’adeguata conducibilità
(spesso superiore alle calzature ESD in
uso, che per ragioni di sicurezza, devono normalmente evidenziare valori >
50 Kohm), anche il rispetto di alcuni
accorgimenti e “regole” esecutive, che
si possono così riassumere:
1. l’adozione di un’efficace e durevole
barriera di isolamento del supporto
dallo strato sottostante;
2. l’esecuzione di un supporto di consistenza e spessore adeguati ai carichi
sia statici che dinamici cui il pavimento
sarà sottoposto;
3. l’utilizzo di un adesivo di elevate
e durevoli prestazioni meccaniche e
conduttive;
4. un efficace collegamento verso nodi
equipotenziali “specifici”.
Approfondiamo di seguito i punti qui
sopra esposti:
1. Strato di isolamento e/o separazione.
Esso è fondamentale quando il massetto portante è realizzato su di un
sottofondo non isolato dal terreno, su
di un vespaio non sufficientemente
aerato, su porticati aperti o su locali
umidi o su un sottofondo alleggerito, perché deve impedire il passaggio di umidità dagli strati sottostanti.
Quando il massetto poggia su una
struttura portante, si evita, inoltre, che
i movimenti della struttura interferiscano con il pavimento.
2. Supporto. Normalmente è costituito
da un massetto in calcestruzzo, di spessore costante (non inferiore a 4-5 cm),
con una classe di resistenza adeguata
al carico che dovrà sopportare (almeno
Rck 25). Esso dovrà essere asciutto (con
umidità residua ) 2%) e con superficie
liscia, solida e compatta.
Eventuali operazioni di rettifica della
planarità dovranno essere eseguite con
prodotti cementizi di uguale resistenza meccanica. Superfici molto estese
(superiori a 60 m2), dovranno essere
ridotte con giunti di “ritiro-controllo”
il cui interasse non deve superare 8
m, che vengono predeterminati con
la formazione del getto. La presenza
sul mercato di premiscelati cementizi a presa ed asciugamento rapidi,
tipo MAPECEM PRONTO e TOPCEM
PRONTO, permette di realizzare un
45
IL PARERE DELL’ESPERTO
4
5
supporto per pavimenti in zone EPA
utilizzabile rispettivamente dopo solo
24 ore o 4 giorni dal loro getto.
3. Adesivo di ottime conduttività e resistenza meccanica. La continuità del
collegamento del pavimento conduttivo verso terra deve essere garantita
da adesivi conduttivi la cui bassa resistenza ohmica (nell’ordine dei 5x104 ÷
1,5x1051) deve rimanere costante nel
tempo, senza influire negativamente
sulla capacità adesiva che dovrà essere
elevata (* 1 N/mm).
La bassa resistenza d’isolamento di
tali pavimenti, in un recente passato
indicati anche come ECF (elettrostatici
conduttivi) o DIF (statico dissipativi),
è in grado di garantire una sempre
maggiore protezione passiva di tutte
le zone EPA, sia per la maggiore precisione delle misure che per la loro
integrazione con informazioni complementari come il Decay Time (tempo
di decadimento della carica) e la misura della tensione corporea HBV generata dal semplice pedonamento del
personale addetto.
Questa ultima verifica, fatta con il
sistema “Walking test HBV”, mette in
evidenza l’assoluta necessità dell’uso
di scarpe o calzari conduttivi nelle
zone EPA.
4. Collegamento a terra. L’intero sistema
dovrà essere stabilmente ed efficacemente collegato con un nodo equipoFoto 4.
Posa bandelle di
rame con Adesilex VZ
Conduttivo, adesivo
conduttivo a contatto.
tenziale (punto di terra) almeno ogni
30 - 40 m2 di superficie.
Il collegamento, eseguito con elementi di rame, darà la massima garanzia se
sarà esteso e incorporato nell’adesivo
conduttivo, meglio se con bandelle di
basso spessore (1/10 di mm) e 10 o 15
mm di larghezza, poste trasversali ai
teli o sotto ogni fila di piastrelle (se il
pavimento è in piastre).
Aspetti operativi e suggerimenti
utili per una buona esecuzione dei
pavimenti
Per ottenere buoni e duraturi risultati,
è importante eseguire una posa corretta e accurata, tenendo presenti alcuni elementi basilari che indichiamo
qui di seguito.
In primo luogo è sempre consigliabile,
prima dell’esecuzione del massetto,
realizzare uno strato di separazione;
quando questo è eseguito con un foglio di polietilene di almeno 3/10 di
mm di spessore e completato con
uno strato comprimibile (p.e. polistirolo espanso di circa 1 cm) contro ogni
elemento in elevazione (muri di contenimento, pilastri, ecc.), svincola il pavimento da tutti i movimenti strutturali e
dinamici dell’edificio (vedi fig. 1); lo strato di separazione, in questo caso, con
il foglio di polietilene risvoltato verso
l’alto contro le pareti per lo spessore
del massetto, assume anche la funzio-
MASSETTO ISOLATO E DESOLIDARIZZATO
Foto 5.
Stesura sul sottofondo
di Ultrabond V4
Conduttivo .
Foto 6.
Posa di pavimento
conduttivo.
46
Fig. 1. Strato desolidarizzante e impermeabilizzante.
6
ne di impermeabilizzazione dall’umidità di risalita.
Quando il massetto di calcestruzzo
sarà definitivamente asciutto, se presenta delle lesioni dovrà essere riparato mediante colatura, nelle lesioni
aperte e pulite, di resina epossidica
bicomponente esente da solventi [tipo
EPORIP], a media viscosità (Brookfield
rotore 5, giri 20) e perfezionato nei piani con una lisciatura autolivellante tipo
ULTRAPLAN a indurimento ultrarapido
per spessori da 1 a 10 mm, pedonabile
a 3 ore e con una resistenza a compressione di 30 N/mm a 28 gg (foto 2 e 3).
Per la posa delle bandelle di rame, nei
pavimenti conduttivi realizzati sia in
gomma che in PVC, saranno usati i relativi adesivi nella versione conduttiva.
La loro scelta resta, quindi, vincolata
alle diverse esigenze applicative: resistenze meccaniche, rapidità di presa ecc. Normalmente ADESILEX VZ
CONDUTTIVO per le bandelle di rame,
ADESILEX G19 CONDUTTIVO per i pavimenti di gomma o vinilici soggetti a
traffico pesante o ULTRABOND ECO V4
CONDUTTIVO per pavimenti resilienti
a traffico intenso.
Per situazioni particolari sono disponibili, oltre ai classici adesivi conduttivi già menzionati, anche delle “paste”
conduttive tipo MAPELECTRIC CP1, in
grado di conferire un’ottima conducibilità ESD anche a prodotti privi di tale
caratteristica.
L’aggiunta dell’additivo, nella quantità/percentuale prescritta, ad adesivi,
primer e prodotti cementizi, purché
compatibili con l’acqua contenuta
nell’additivo, consentirà di ridurre la
loro resistività fino a 100.000/200.000
1Ás5 ohm).
Per maggiori informazioni sui prodotti
citati, consultare le relative schede tecniche
contenute nel sito www.mapei.com.
REFERENZE
ALTA QUALITÀ
per il pavimento conduttivo
LA RISOLUZIONE DELLE
PROBLEMATICHE ESD
(ELECTROSTATIC
DISCHARGE) IN
UN’AZIENDA ELETTRONICA
DI NUOVA COSTRUZIONE
S
ul mercato il rapporto che si
instaura fra cliente e fornitore
sempre più spesso passa attraverso una richiesta di qualità assoluta
del bene trattato; un concetto, questo,
che parte dalla progettazione e arriva
alla fabbricazione e allo stoccaggio del
prodotto.
In particolare per un prodotto elettronico il fattore “fabbricazione” è di
vitale importanza per ottenere un
bene di alta qualità. E’ necessario perciò considerare, già durante la progettazione dello spazio produttivo, la
presenza di macchine e di persone, i
processi lavorativi, i componenti utilizzati. Soprattutto l’ambiente in cui
si svolge fattivamente il lavoro deve
essere controllato sotto tutti i punti
di vista, al fine di ottenere garanzie di
affidabilità e di qualità del prodotto
fabbricato.
I problemi posti
dal cantiere Elemaster
Fra i diversi elementi che costituiscono un ambiente di lavoro, ci si deve
confrontare con i materiali che rivestono i pavimenti. Esiste una normativa specifica che unisce tutte queste
voci e che definisce come comportarsi
1
per evitare che fenomeni “invisibili”
– ovvero le scariche elettrostatiche
(ESD-Electrostatic Discharge) - possano danneggiare elettricamente le
apparecchiature e i prodotti. L’ESD è
un problema molto sentito in elettronica, perché i circuiti integrati sono
costruiti con materiali isolanti come
il silicio che possono danneggiarsi se
sottoposti ad alte tensioni. I costruttori e gli utilizzatori di circuiti integrati
devono prendere opportune precauzioni per evitare questo problema;
tra queste è incluso l’uso di materiali
appropriati (antistatici) per prevenire l’accumulo di elettricità statica sul
corpo umano e l’adozione sul luogo
di lavoro di materiali e misure antistatiche per scaricare a terra le cariche
eventualmente accumulate.
L’analisi e lo studio delle soluzioni ai
fenomeni delle scariche elettrostatiche hanno indicato come il pavimento
conduttivo o statico dissipativo unita2
mente ad altri elementi, come i tavoli,
le persone, le attrezzature di stoccaggio debitamente muniti di accorgimenti ESD, possano far assorbire
queste scariche senza danneggiare
componenti sciolti o assemblati sulle
schede elettroniche.
Foto 1.
Per realizzare il massetto è stato utilizzato
Topcem, un legante idraulico speciale che
permette un’umidità residua inferiore al
2% dopo solo pochi giorni di stagionatura.
Per una migliore distribuzione dei carichi
il massetto è stato armato con una rete
elettrosaldata.
Foto 2.
Sullo strato di Topcem ancora fresco sono
stati realizzati i giunti di frazionamento.
Foto 3.
Prima di procedere alla lisciatura, sulla
superficie è stato applicato a spruzzo
l’appretto Primer G.
3
REFERENZE
Proprio per i motivi descritti sopra,
il committente Elemaster – azienda
che produce schede elettroniche per
i settori ferroviario, elettromedicale,
telecomunicazioni, controllo potenza
e UPS, domotica e automotive - per
il nuovo sito produttivo di Lomagna
(LC) ha voluto rivestire il pavimento
con quadrotte in gomma conduttiva,
al fine di ottenere la protezione ESD
necessaria allo scopo.
La soluzione del problema parte
dal massetto
Questo tipo di pavimentazione previsto per lo stabilimento Elemaster ha
richiesto inizialmente la realizzazione
di un supporto cementizio che pre4
8
*
sentasse determinate caratteristiche:
possedere un’umidità residua, all’atto
della posa del pavimento, inferiore al
2%. Inoltre, considerate le caratteristiche di resilienza e il loro ridotto spessore, i pavimenti in gomma non sono
in grado di ripartire i carichi concentrati. Per garantire una buona durabilità
della pavimentazione è quindi necessario che il supporto, sul quale la pavimentazione verrà applicata, possegga
delle resistenze meccaniche adeguate.
Per finire è di fondamentale importanza che i supporti non siano sottoposti a
fessurazioni che risulterebbero visibili
sulla superficie del pavimento a causa
del loro ridotto spessore.
Sulla base di queste considerazioni i
5
tecnici dell’Assistenza Tecnica Mapei
interpellati per questo intervento
hanno suggerito di procedere inizialmente posizionando sul perimetro
della superficie da pavimentare e attorno ai pilastri che la attraversano, del
materiale comprimibile, tipo polistirolo, dello spessore di 1 cm circa. Dopo
si è proceduto con la posa sullo strato
di calcestruzzo di fogli di polietilene
(spessore 4/10 mm), risvoltati contro
le pareti perimetrali e contro i pilastri.
I fogli di polietilene vicini e sormontati
tra di loro per circa 20 cm sono stati
bloccati con nastro adesivo. Al fine di
realizzare una più efficace barriera al
vapore è stato consigliato di utilizzare
due strati di fogli, il secondo dei quali è
6
7
stato applicato perpendicolarmente al
primo. Questa operazione è particolarmente importante ed è necessario che
i fogli non vengano spostati o strappati durante le operazioni successive:
rotture o tagli potrebbero provocare
la risalita di umidità negli strati sovrastanti, compromettendo la durabilità
della pavimentazione.
Per soddisfare la necessità da parte del
committente di effettuare il lavoro in
breve tempo, i tecnici hanno proposto
di utilizzare TOPCEM* per la realizzazione dei massetti. TOPCEM* è un legante
idraulico speciale per massetti a presa
normale ed asciugamento veloce a
ritiro controllato, che, miscelato con
aggregato di granulometria variabile
tra 0 e 8 mm, permette di realizzare
dei massetti che posseggono un’umidità residua inferiore al 2% dopo solo
4 giorni di stagionatura.
Il massetto è stato armato con una rete
elettrosaldata (dimensioni maglie 5x5
cm, diametro 2 mm). La rete, oltre a
permettere una migliore distribuzione
dei carichi, riduce il rischio di fessurazioni in corrispondenza di eventuali
riprese di getto e in corrispondenza
delle fasce di livello.
Sullo strato di TOPCEM* ancora fresco sono stati realizzati dei giunti di
frazionamento (ogni 5x5 metri circa),
tagliando il massetto per una profondità pari a circa un terzo del suo spessore. Gli addetti hanno posto particolare attenzione a non tagliare la rete
elettrosaldata.
Foto 4.
Per perfezionare la planarità della superficie
è stata utilizzata la lisciatura autolivellante
Ultraplan.
Foto 5.
Il contatto equipotenziale di terra (messa
a terra) è stato realizzato con un reticolo di
bandelle di rame fissate al sottofondo con
l’adesivo Adesilex VZ Conduttivo.
Foto 6.
Dopo aver effettuato il collaudo della
conduttività si è proceduto con la posa delle
quadrotte in gomma con Adesilex
G19 Conduttivo.
Foto 7.
Le quadrotte sono state poi “massaggiate” a
rullo dal centro verso i bordi per una miglior
adesione e l’eliminazione delle bolle di aria.
Foto 8.
Un’immagine del pavimento finito: la
gomma usata per il rivestimento è stata
scelta nei due colori beige e blu.
I vantaggi dell’utilizzo di TOPCEM* in
questo particolare cantiere non solo
hanno ridotto notevolmente i tempi
per la realizzazione della pavimentazione, ma hanno permesso anche di
realizzare massetti a breve distanza
dalla posa del rivestimento, evitando
che i massetti venissero danneggiati
da altre operazioni necessarie in cantiere.
Posa della pavimentazione
in gomma
Per perfezionare la planarità del
piano di posa della pavimentazione in
gomma, tutte le asperità del massetto
sono state livellate con l’applicazione
della lisciatura autolivellante a indurimento ultrarapido per spessori da 1 a
10 mm ULTRAPLAN*. ULTRAPLAN* è
stato steso in uno spessore non inferiore a 3 mm; precedentemente sul
supporto è stato applicato a spruzzo
l’appretto a base di resine sintetiche
in dispersione acquosa a bassissimo
contenuto di sostanze organiche volatili PRIMER G* diluito con acqua nella
proporzione 1:1.
Successivamente al livellamento delle
superfici, è stato necessario realizzare il contatto equipotenziale di terra
(messa terra) realizzato secondo i modi
prescritti dalle norme vigenti.
Così il reticolo conduttivo costituito
da bandelle di rame (spessore 0,080,10 mm, larghezza 10-25 mm) è
stato fissato al sottofondo utilizzando
l’adesivo policloroprenico in solvente a doppia spalmatura ADESILEX VZ
CONDUTTIVO*.
Dopo questa operazione è stato
effettuato il collaudo della conduttività prima di procedere alla posa del
pavimento in gomma. Per rivestire il
pavimento è stata scelta della gomma
omogenea pressata in quadrotte
(dimensioni 1002x1002 mm e spessore
di 3,5 mm) con proprietà di conduttività elettrica per la protezione delle aree
ESD in cui è richiesta una buona salvaguardia dalle scariche elettrostatiche.
Il rivestimento è stato scelto dal committente in due colori: blu per i percorsi di collegamento tra i reparti produttivi e il magazzino e beige per tutte le
aree a open space.
La posa in opera delle quadrotte in
gomma è stata eseguita mediante l’utilizzo di ADESILEX G19 CONDUTTIVO*,
un adesivo epossi-poliuretanico a 2
componenti per pavimenti conduttivi. Le quadrotte sono state applicate
sull’adesivo e quindi accuratamente
“massaggiate” con l’apposito rullo dal
centro verso i bordi in modo da permettere un contatto perfetto tra superficie e rivestimento e per eliminare
eventuali bolle d’aria. Durante la posa
sono stati rispettati i giunti strutturali
mentre, per quanto concerne quelli di controllo realizzati nel massetto,
sono stati precedentemente sigillati
mediante applicazione di EPORIP*, in
modo da poter ottenere una superficie
priva di interruzioni. L’intervento è terminato con la posa dello zoccolino nel
colore coordinato a quello del pavimento, incollato sempre con ADESILEX
VZ CONDUTTIVO*.
*Prodotti Mapei:
i prodotti citati in questo
articolo appartengono alla
linea “Prodotti per la posa di
pavimenti e rivestimenti
resilienti, tessili e legno”.
Le relative schede
tecniche sono contenute
nel DVD “Mapei Global
Infonet” e nel sito www.mapei.com.
Adesilex G19 Conduttivo: adesivo
epossiloliuretanico a due componenti per
pavimenti conduttivi in gomma e PVC.
Adesilex VZ Conduttivo: adesivo
policloroprenico a doppia spalmatura per
pavimenti conduttivi.
Eporip: adesivo epossidico bicomponente
per riprese di getto e per la sigillatura
monolitica delle fessure nei massetti.
Primer G: appretto a base di resine
sintetiche in dispersione acquosa.
Topcem: legante idraulico speciale
per massetti a presa normale e ad
asciugamento veloce (4 giorni).
Ultraplan: lisciatura autolivellante ad
indurimento ultrarapido per spessore da
1 a 10 mm per mano.
SCHEDA TECNICA
Elemaster, Lomagna (LC)
Intervento: realizzazione massetti e posa
del pavimento in gomma conduttiva
Anno di intervento: 2006
Committente: Elefin
Direzione lavori: dott. arch. Ing. Luca Ceppi
Impresa: Emmezeta snc - Gardone
Valtrompia (BS), per la realizzazione dei
sottofondi
Impresa di posa: Carrara Andrea sas Cologno al Serio (BG)
Coordinamento Mapei: Enrico Geronimi e
Angelo Nobili
49
IL PARERE DELL’ESPERTO
AUTOLIVELLANTI,
mai più crepe!
di Stefano Carrà, Marco De Santis e Paolo Sorrentino - Laboratorio Adesivi Cementizi Mapei SpA
1
T
utti i prodotti a base cementizia
sono segnati da un destino un po’
particolare: le loro caratteristiche
prestazionali devono essere garantite
per tempi di esercizio molto lunghi,
ma sono influenzate indelebilmente
da reazioni chimiche di idratazione che
avvengono nel giro di poche decine
di minuti immediatamente successive alla miscelazione del prodotto con
acqua. L’indurimento dei prodotti
cementizi avviene a causa dell’idratazione, a seguito della quale essi sviluppano progressivamente le caratteristiche meccaniche desiderate. Le reazioni di idratazione inducono anche delle
variazioni volumetriche, causate dal
fatto che il volume del cemento idratato è minore della somma dei volumi del
cemento e dell’acqua prima dell’idratazione. Una delle conseguenze pratiche più indesiderate di tali variazioni
volumetriche è la formazione di crepe
che possono verificarsi nei prodotti in
fase di indurimento. La formazione di
crepe è legata al fatto che il cemento
è molto resistente a compressione, ma
50
2
piuttosto debole nei confronti di sforzi
di trazione. E’ quindi chiaro che è di
estrema importanza essere in grado di
controllare le variabili che provocano
tali variazioni di volume.
Questo argomento è assolutamente
cruciale per quanto riguarda i prodotti
autolivellanti, in cui la formazione di
crepe è un problema ben noto e che
desta sempre notevoli preoccupazioni in fase di applicazione. Peraltro le
crepe non sono l’unico inconveniente
indotto dalle variazioni volumetriche
negli autolivellanti, dato che queste
possono anche generare delle tensioni eccessive, che possono causare il
distacco del prodotto dal sottofondo.
Le foto 1 e 2 sono piuttosto espressive
e raffigurano il verificarsi di questi due
eventi, distacco e crepe, in condizioni
reali di cantiere.
I laboratori di ricerca Mapei hanno
dedicato a tali questioni un’attenzione
particolare, con lo scopo di sviluppare
dei prodotti autolivellanti che fornissero garanzie speciali rispetto ai problemi descritti sopra. E’ comunemente
noto che negli autolivellanti è necessario utilizzare particolari composizioni
della fase legante che permettano di
ottenere delle espansioni in grado di
compensare almeno in parte i movimenti di ritiro. Ciò viene solitamente
ottenuto utilizzando delle miscele di
cemento Portland, cemento alluminoso e solfato di calcio che per idratazione formano una specie chimica detta
ettringite, che provoca un’espansione della matrice cementizia. La foto 3
mostra una bella immagine dell’ettringite ottenuta al microscopio elettronico a scansione ambientale, che è uno
strumento che rende disponibili informazioni fondamentali sulla morfologia
di questa specie così importante nel
determinare le proprietà applicative
dei prodotti autolivellanti. La formazione dell’ettringite avviene solitamente
entro alcune decine di minuti dalla
miscelazione del prodotto con acqua.
I fenomeni di contrazione della matrice
cementizia intervengono successivamente, in tempi più lunghi: in un buon
prodotto autolivellante espansione iniziale e ritiro all’incirca si compensano e
il movimento totale è di conseguenza
piuttosto piccolo. Un aspetto tuttavia spesso trascurato dai produttori di
autolivellanti e su cui viceversa Mapei
ha focalizzato la propria attenzione
è il fatto che la fase del processo di
3
Foto 1.
Distacco di un autolivellante in cantiere.
4
Fig. 1
AUTOLIVELLANTE "A"
MOVIMENTO TOTALE
Foto 2.
Formazione di crepe sulla superficie di un
autolivellante in cantiere.
Foto 4.
Strumento per la misura dei movimenti
in fase plastica.
Figura 1.
Confronto tra i movimenti registrati con il
metodo dei ritiri igrometrici e quelli registrati
con il rilevatore di movimenti in fase plastica.
3,8
MOVIMENTI [mm/m]
Foto 3.
Fotografia al microscopio elettronico
dell’ettringite (Fonte: Laboratorio R&S Mapei)
RITIRI IGROMETRICI
ǿ FASE
ǿǿ FASE
ǿǿǿ FASE
2,8
1,8
istante in cui il
provino è estratto dal
cassero
0,8
-0,2 0
100
200
300
400
500
600
700
800
TEMPO [MIN]
idratazione, durante il quale si forma
l’ettringite, è comunque uno stadio
critico nel ciclo di vita del prodotto.
La formazione massiva di ettrigite,
infatti, avviene mentre il prodotto sta
andando in presa: in questa fase esso
quindi subisce delle notevoli variazioni
dimensionali e contemporaneamente
attraversa una profonda trasformazione delle proprie caratteristiche meccaniche, passando da uno stato fluido a
uno stato solido. E’ necessario quindi
che la composizione chimica dell’autolivellante sia tale che questa fase
avvenga in maniera ben controllata:
solo in questo modo il prodotto è in
grado di garantire un’assoluta sicurezza in fase di posa.
Per poter meglio focalizzare lo studio di questa fase, la ricerca Mapei ha
recentemente implementato dei nuovi
metodi di indagine servendosi di strumenti che permettono di approfondire
lo studio dei movimenti dei prodotti,
estendendo la finestra sperimentale
fino ai primi attimi di vita del prodotto
impastato, la cosiddetta “fase plastica”.
Il metodo convenzionale per misurare i
movimenti per i prodotti autolivellanti,
rappresentato dal cosiddetto metodo
dei ritiri igrometrici, consente infatti
di misurare la variazione dimensionale
di un provino solo successivamente al
suo indurimento. Il valore di riferimento della misura, quindi, corrisponde
all’istante in cui questo viene estratto da uno stampo, cosa che avviene
almeno tre ore dopo la sua miscelazione con acqua. Di conseguenza il
metodo dei ritiri igrometrici non permette di monitorare interamente la
fase espansiva.
Il primo di questi nuovi strumenti è
costituito da una piccola cassaforma
d’acciaio di sezione triangolare, dotata
di pareti laterali mobili, in cui viene versato il prodotto subito dopo la miscelazione con acqua. Le due pareti si
muovono per effetto delle variazioni
volumetriche del materiale e i loro
spostamenti vengono misurati da due
trasduttori sommando le misure dei
quali si ottiene il movimento totale
(vedi foto 4). A tale strumento è stato
affiancato l’uso di una sonda termica
con l’intento di monitorare le variazioni di temperatura che si verificano nel
campione, provocate dalle reazioni di
idratazione che sviluppano calore.
L’importanza delle informazioni acquisite con questa tecnica d’indagine può
essere compresa con un esempio.
Un prototipo “A” di un autolivellante
in fase di sviluppo in laboratorio aveva
dato risultati in specifica ed i movimenti registrati con i classici ritiri igrometrici - rappresentati dalla linea bianca in
fig. 1 - non si discostavano di molto da
quelli di prodotti presenti sul mercato.
Durante la realizzazione delle prove
erano state però riscontrate delle crepe
sui provini abitualmente utilizzati per
la caratterizzazione meccanica.
Il prodotto in questione presentava
un lento asciugamento ed era stato
possibile estrarre i campioni per i ritiri
igrometrici solo 5 ore dopo la miscelazione. L’analisi dei movimenti in fase
plastica ha finalmente permesso di
individuare la causa dell’anomalia, poiché il prodotto presentava in queste
5 ore un’espansione eccessiva (fig. 1)
provocando poi le crepe nei provini.
In generale gli andamenti dei vari
prodotti autolivellanti misurati con il
rilevatore dei movimenti in fase plastica presentano una sequenza di stadi
51
IL PARERE DELL’ESPERTO
Fig. 2
5
CONFRONTO MOVIMENTI: ULTRAPLAN VS PRODOTTI
CONCORRENTI
ULTRAPLAN NUOVA FORMULA
PRODOTTO CONCORRENZA ITALIANA
PRODOTTO CONCORRENZA TEDESCA
ULTRAPLAN VECCHIA FORMULA
2,8
MOVIMENTI [mm/m]
2,5
2,2
1,9
1,6
1,3
1,0
0,7
0,4
0,1
-0,2
0
200
400
600
800
1000
1200
TEMPO [MIN]
qualitativamente simili: una prima fase
in cui il prodotto non fa registrare
movimenti apprezzabili o mostra un
lieve ritiro, che ha luogo interamente in fase plastica; una seconda fase
di massiccia espansione che si svolge
durante l’indurimento del prodotto e
una successiva fase di ritiro dovuta
all’asciugamento. Tuttavia l’entità di
tali fasi può variare notevolmente a
seconda della formula e delle materie
prime utilizzate. Una serie di prove realizzate nei laboratori Mapei mostra che
è necessario mantenere contenuto il
valore dell’espansione iniziale; è anche
preferibile che questa avvenga nelle
prime ore dopo la miscelazione, quando il prodotto non ha ancora sviluppato le proprie resistenze meccaniche ed
è in grado di assorbire più facilmente le
sollecitazioni dovute a variazioni volumetriche.
Lo sviluppo delle tecniche d’analisi per i
movimenti dei prodotti e le informazioni estrapolate da una lunga serie di test
6
52
realizzati, hanno fornito al laboratorio
R&S di Mapei un ausilio sostanziale nell’introduzione di variazioni formulative
di alcuni dei prodotti autolivellanti che
hanno permesso di migliorare significativamente le proprietà applicative,
dove un’attenzione speciale è stata
dedicata al controllo dei movimenti
del prodotto. Un particolare progresso nelle performance degli autolivellanti della serie ULTRAPLAN è stato
ottenuto grazie all’introduzione della
tecnologia DYNAMON come agente
fluidificante.
I superfluidificanti acrilici per calcestruzzo hanno confermato la loro efficacia anche in formulazioni complesse
come quelle degli autolivellanti, consentendo l’ottenimento di prodotti
opportunamente ottimizzati in termini
di lavorabilità e controllo dei movimenti.
Il confronto delle curve rappresentate
in figura 2 evidenzia il notevole miglioramento conseguito sulla formula del7
l’ULTRAPLAN con l’introduzione della
tecnologia DYNAMON. Sebbene l’ULTRAPLAN con la vecchia formula presentasse già movimenti più contenuti
rispetto alla maggioranza dei prodotti
concorrenti - di cui in figura sono riportati due esempi - l’introduzione dei
superfluidificanti DYNAMON ha consentito di ridurre l’entità dell’espansione, accorciando il tempo necessario per terminare tale espansione.
Aggiungiamo che peraltro il prodotto
nella nuova formula ha un ritiro igrometrico ai 28 gg molto contenuto, pari
a circa 0.3 mm, molto ben compensato
dall’espansione in fase plastica.
La differenza di comportamento in
fase plastica tra l’ULTRAPLAN e i prodotti della concorrenza è amplificata
nelle prove eseguite sul secondo degli
strumenti implementati nei laboratori
Mapei per misurare i movimenti degli
autolivellanti in fase plastica, denominato “Film Sottile” (foto 5).
Nel film sottile il campione viene cola-
Figura 2.
Curve registrate con il rilevatore dei
movimenti in fase plastica, relative a
Ultraplan (nuova e vecchia formula) e a
due prodotti della concorrenza, italiana e
tedesca.
Fig. 3
Figura 3.
Confronto delle misure ottenute nella prova
a film sottile su Ultraplan e su due prodotti
della concorrenza, italiana e tedesca.
to su un film di polietilene, supportato
da una base rigida e contenuto da
una cornice di gomma, deformabile
per non ostacolare i movimenti, la cui
altezza è variabile per poter simulare spessori applicativi differenti. Sul
campione vengono poi sistemati due
cubetti di polistirolo, che galleggiano
sulla superficie. Questi cubetti riflettono dei raggi laser e ne misurano il
tempo di volo, la cui variazione è un
indice delle espansioni e dei ritiri del
prodotto.
I movimenti osservabili con tale tecnica si discostano notevolmente da quelli misurati con la cassaforma a pareti
mobili. La diversa geometria dei campioni, molto vicina alle condizioni reali
d’applicazione di un autolivellante,
con un maggior rapporto superficie/
volume, produce infatti movimenti in
ritiro molto più marcati sia nel periodo
precedente che in quello successivo
alla fase di indurimento. Questo test,
molto selettivo, permette di apprez8
Foto 7.
Deformazione registrata a
fine test sui bordi del provino
a film sottile realizzato con
Ultraplan.
tra i prodotti non rilevabili con i metodi convenzionali. Risulta in ogni caso
ancora una volta dimostrato come
l’applicazione di nuove tecniche sperimentali abbia consentito a Mapei di
ottimizzare opportunamente le caratteristiche dei propri autolivellanti.
La sinergia tra scienza formulativa e
nuovi metodi sperimentali ha permesso di confermare e consolidare l’eccellenza tecnologica dei prodotti Mapei,
particolarmente apprezzabile in prodotti quali gli autolivellanti che nelle
applicazioni possono presentare situazioni di particolare criticità.
Per concludere, le metodologie sperimentali sopra esposte hanno permesso di migliorare le già eccellenti
proprietà di ULTRAPLAN, ULTRAPLAN
ECO ed ULTRAPLAN MAXI.
Infatti l’uso di autolivellanti di maggiore stabilità volumetrica consente
una posa in opera più sicura, limitando
rischi di distacchi e fessurazioni specialmente quando applicati, anche ad
elevato spessore, in condizioni particolari come ad esempio: massetti con
superficie poco compatta, superfici
molto lisce come vecchi pavimenti in
piastrelle di ceramica o marmo, preesistenti adesivi utilizzati per la posa di
vecchi pavimenti in moquette, ecc.
Oltre a quanto sopra esposto, l’introduzione della tecnologia DYNAMON
ha permesso di migliorare le proprietà
autolivellanti delle rasature che risultano di più facile applicazione e di
ottenere superfici finali più lisce, con
notevole vantaggio nel caso di posa
di pavimentazioni resilienti (gomma,
PVC ecc.).
Foto 8.
Realizzazione di lisciatura
autolivellante con Ultraplan.
Per maggiori informazioni sui prodotti
citati, consultare le relative schede tecniche
contenute nel sito www.mapei.com.
zare l’eccellente compensazione tra
espansione e ritiro nel prodotto Mapei,
mentre i prodotti della concorrenza
appaiono completamente sbilanciati,
con movimenti di ritiro decisamente
eccessivi, come si può osservare dal
grafico di figura 3.
La netta differenza di comportamento dei prodotti è facilmente intuibile
anche osservando i campioni a fine
test. I provini ottenuti con gli autolivellanti della concorrenza si deformano,
sollevando i bordi verso l’alto, a causa
dell’eccessivo ritiro (foto 6), che invece
è molto più contenuto con l’ULTRAPLAN (foto 7). E’ necessario sottolineare che tra film sottile e applicazione
reale esiste una differenza sostanziale, cioè che nel test il prodotto non
aderisce al supporto, provocando dei
movimenti molto più elevati rispetto a
quelli che verosimilmente si verificano
in cantiere. Tuttavia il metodo del film
sottile consente di mettere in evidenza
ed apprezzare differenze prestazionali
Foto 5.
Strumento per la misura dei
movimenti in film sottile.
Foto 6.
Deformazione registrata a
fine test sui bordi del provino
a film sottile realizzato
con un prodotto della
concorrenza italiana.
53
L’impegno nello sport
SASSUOLO
RIPROVACI!
RIPARTITA CON RINNOVATO
ENTUSIASMO L’AVVENTURA DEL
SASSUOLO CALCIO TARGATO MAPEI
di Massimo Paroli
“Pazienza, ci riproveremo...!”. Con queste parole, all’indomani
dell’amaro play off al cospetto del Monza, il Dott. Giorgio
Squinzi consegnò agli archivi del calcio sassolese la prima
straordinaria annata della formazione neroverde nel campionato di serie C1. L’amarezza per un sogno svanito sul più bello,
per un risultato sfuggito all’ultimo sforzo e che sarebbe entrato di diritto nella ricca e gloriosa storia dello sport targato
Mapei, lasciò presto spazio alla voglia di riprovarci, di ripartire,
con rinnovato entusiasmo e con il desiderio di prendersi ciò
che solo per qualche episodio sfortunato si era visto scivolare
via dalle mani in una calda domenica di giugno.
La programmazione e l’oculatezza nelle scelte fatte negli ultimi tre anni hanno creato una società dalle basi solide tanto
che la prima cosa a cui si è pensato è stata quella di riproporsi
e proprio quella frase ha rappresentato per lo staff dirigenziale la nuova scintilla dalla quale rimettere in moto la fuoriserie
neroverde.
Il primo passo è stato quello della scelta del nuovo allenatore.
Bisognava individuare una persona che potesse dare continuità a quelle qualità che hanno caratterizzato il Sassuolo
degli ultimi anni: una formazione ben organizzata e ordinata
in campo, in grado di produrre bel gioco, capace di fare innamorare ed appassionare il pubblico. Tutti elementi che hanno
creato i presupposti per gli splendidi risultati sportivi ottenuti
finora. La scelta è quindi caduta su Massimiliano Allegri, un
tecnico giovane ma già abbastanza navigato per queste categorie e con un importante passato di calciatore ai massimi
livelli. Ciò che ha fatto optare per Allegri è stata soprattutto
l’idea di calcio del tecnico toscano, la sua filosofia sportiva,
54
perfettamente in linea con quella della dirigenza sassolese e
con la recente tradizione societaria.
Sistemata la guida tecnica, lo sguardo è stato subito rivolto
verso la rosa dei giocatori. Non era facile resistere alle numerose ed insistenti richieste di altri club, alcuni dei quali anche
di categoria superiore, che hanno interessato per tutta l’estate
alcuni fra i giocatori più rappresentativi e forti del Sassuolo. Il
fatto però di blindare i propri gioielli e di confermare, praticamente in blocco, la squadra giunta ad un passo dalla B è stato
un segnale davvero forte da parte della società e significativo
su ciò che il club si aspetta da questo campionato. In fase di
campagna acquisti l’organico è stato poi completato e rinforzato con altri 5-6 elementi, arrivati in neroverde dopo un’accurata selezione con lo scopo di incrementare il valore della rosa
da mettere a disposizione di mister Allegri.
Di pari passo con l’aspetto tecnico e sportivo, i vertici del
sodalizio sassolese hanno proseguito nel loro progetto di
rinforzo e di miglioramento della struttura societaria che ha
portato all’inserimento di un paio di nuove figure: un direttore generale, che è andato a rappresentare il vero fulcro
attorno al quale fare ruotare la complessa organizzazione
della società ed un addetto stampa. Grazie all’impegno del
Comune di Sassuolo è stata completata la ristrutturazione
dello Stadio “Ricci”, un piccolo gioiello da 4.000 posti, ora
divenuto più accessibile e, grazie ai risultati degli ultimi tempi,
anche maggiormente frequentato. Si è quindi provveduto al
rifacimento ed alla ristrutturazione della sede sociale, oggi
funzionale e consona ad una società professionistica. E’ stato
quindi realizzato un nuovo campo di allenamento che ha
sassuolocalcio.it
finalmente colmato una lacuna di questi ultimi anni, è infine
stato completamente rivisitato nella grafica e nei contenuti il
sito internet ufficiale, consultabile all’indirizzo www.sassuolocalcio.it. Un contenitore di dati e notizie sempre aggiornate
che è divenuto in breve tempo il principale divulgatore di
news della società neroverde.
Importanti risorse sono infine state investite nel settore giovanile: un impegno esponenziale che ha contraddistinto l’opera
dell’attuale dirigenza negli ultimi anni. Con la stagione sportiva 2007-08 sono divenute 7 le formazioni che rappresentano
il vivaio neroverde: tre impegnate in campionati nazionali e
quattro in tornei regionali, con uno staff tecnico qualificato
e di ottimo livello. Il Sassuolo ha così iniziato ad allacciare
proficui rapporti con le società dilettantistiche del comprensorio ceramico e, aspetto non meno importante, ha dato
vita ad una condivisibile politica di presenza propositiva sul
territorio che ha avuto come primo risultato la creazione della
Scuola Calcio nel quartiere cittadino di Braida. Non si tratta
per il momento di grandi numeri ma il motore dell’iniziativa è
stata la valenza sociale che potrà avere nell’immediato futuro
un’iniziativa del genere.
Quelli fin qui elencati, dunque, sono una serie di segnali
davvero positivi, che fanno capire che la strada intrapresa
dal Sassuolo Calcio è quella giusta, sostenuta e condivisa da
Mapei. La dirigenza dovrà ora essere brava a dare continuità
ed operare con professionalità e lungimiranza per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Per concludere, ancora due parole sulla stagione agonistica in
corso. L’inizio è stato molto positivo e dopo il passaggio alla
seconda fase della Coppa Italia, la squadra di Max Allegri è
stata artefice di un avvio di campionato folgorante con 4 vittorie consecutive (Paganese, Foggia, Pro Patria e Verona) che
l’hanno proiettata al comando della classifica. Una successiva
e comprensibile flessione - vista soprattutto la straordinaria
presenza nel girone A della serie C1 di squadre forti, blasonate
e rappresentanti di importanti bacini d’utenza quali Padova,
Venezia, Cremonese, Novara, le stesse Verona, Foggia e tante
altre ancora - non ha però impedito al Sassuolo di rimanere
nelle zone alte della classifica, sempre all’interno della zona
play off. Altri importanti successi infatti sono stati conquistati
con la Ternana e con due fra le formazioni più accreditate al
successo finale nel girone A: la Cremonese del noto tecnico
Emiliano Mondonico, che il Sassuolo ha superato allo “Zini”
di Cremona con una prova tutta grinta e determinazione, e
l’ambiziosissimo Padova di Ezio Rossi, battuto al “Ricci” grazie
ad un secondo tempo spettacolare e di straordinaria intensità
agonistica. Un campionato dunque bellissimo e difficilissimo,
una vera e propria B2, con un fiero gruppo di atleti in maglia
neroverde decisi a mantenere ben vivo e presente il loro
obiettivo… il raggiungimento del sogno!!!
Per essere sempre aggiornati su risultati
e notizie, collegatevi al sito
www.sassuolocalcio.it
linkabile anche dal sito Mapei: www.mapei.com
55
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ici_se
ADVMond_TB
18-09-2007
8:59
Pagina 1
MAPEI SPONSOR DI TREVISO 2008
Mapei parteciperà come Top Sponsor ai Campionati del
mondo di ciclocross 2008 in programma a Treviso il 26 e 27
gennaio 2008. L’evento si svolgerà presso il Centro Sportivo
Lago Le Bandie di Spresiano, ex cava recuperata grazie
all’opera del Gruppo Mosole, che è promotore di questa
terza esperienza iridata di Treviso dopo i Campionati del
mondo di ciclismo su strada ospitati nel 1985 e 1999.
La manifestazione è stata corredata da iniziative ed eventi collaterali; in particolare è stata preceduta da un “test
event” al Lago Le Bandie svoltosi il 4 novembre 2006 consistente in una gara del circuito della Coppa del Mondo di
56
ciclocross della stagione 2006/2007.
Il programma completo di gennaio prevede giovedì 24 e
venerdì 25 gli allenamenti ufficiali; nella giornata di sabato
26 il Campionato del Mondo della categoria Juniores e
Under 23 Uomini e nella giornata di domenica 27 le Donne
al mattino e gli Elite al pomeriggio.
Le competizioni si svolgono su un tracciato elaborato dall’ex campione di ciclismo Adri Van Der Poel di 3.251 m totali, di cui 731 su asfalto, 2.041 su prato e 478 su sterrato.
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