Bimestrale di attualità, tecnica e cultura
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Bimestrale di attualità, tecnica e cultura
Anno 17 - N. 85 - Novembre 2007 - contiene I.P. In caso di mancata consegna restituire all’ufficio di Milano/Roserio per la restituzione al mittente che si impegna a pagare la relativa tassa Bimestrale di attualità, tecnica e cultura 85 IN FIERA CON MAPEI Mapei invita i Lettori di Realtà Mapei a visitare la prima edizione di MADE EXPO, Milano Architettura Design Edilizia, che si svolgerà a Fiera Milano (Rho) dal 5 al 9 febbraio 2008. La tessera allegata a questo numero della rivista, valida per una persona, consentirà l’ingresso in fiera ogni giorno senza sostare alla biglietteria. Venite a trovarci ai nostri stand Padiglione 4 - Stand A11/B16 Padiglione 9 - Stand M15/N16 Siamo anche presenti nel Padiglione11 alla mostra SKIN, Superfici d’architettura Milano Architettura Design Edilizia Fiera Milano, Rho 05_09 Febbraio 2008 M.C. Escher’s “Relativity” © 2007 The M.C. Escher Company-Holland. All rights reserved. www.mcescher.com Nell’ambito dell’esperienza maturata nell’organizzazione di e di il nuovo appuntamento fieristico internazionale per il progetto, l’architettura e l’edilizia ' ' ' ' ' ' Strutture, Sistemi Costruttivi e Materiali ' Involucro Edilizio Architettura e Finiture d'Interni ' Impiantistica ed Energie Rinnovabili Progetto e Servizi per la Filiera delle Costruzioni Software e Hardware per il Progetto e la Costruzione Attrezzature Tecnologie e Soluzioni per il Cantiere Impiantistica Sportiva, Piscina, Fitness e Arredo Urbano Infinite prospettive MADE expo è un’iniziativa di MADE eventi srl Federlegno-Arredo srl Organizzata da MADE eventi srl tel. 0516646624 [email protected] Promossa da www.madeexpo.it RIVISTA BIMESTRALE Anno 17 - numero 85 - novembre 2007 DIRETTORE RESPONSABILE: Adriana Spazzoli SEGRETERIA DI REDAZIONE: Carla Fini FIERE Cersaie 2007 pag. 2 Tutta la tecnologia del decorare ad Abitare il Tempo pag. 16 REDAZIONE: Metella Iaconello,Tiziano Tiziani, Federica Tomasi REFERENZE RICERCA FOTOGRAFICA: Davide Acampora La via delle Dune Dorate pag. 12 A tutto GAS pag. 24 Acqua e benessere in Polonia pag. 32 FOTOLITO: Overscan - Milano Terrazze Dorate pag. 34 STAMPA: Arti Grafiche Beta - Cologno Monzese (Mi) Casa Störtebeker pag. 40 Alta qualità per il pavimento conduttivo pag. 47 PROGETTO GRAFICO - IMPAGINAZIONE Magazine - Milano DIREZIONE E REDAZIONE Via Cafiero, 22 - 20158 Milano tel. 02-37673.1 - fax 02-37673.214 www.mapei.com - E-mail: [email protected] PRODOT TI IN EVIDENZ A Abbonamenti: [email protected] La nuova tecnologia Dust Free pag. 10 EDITORE: Mapei S.p.A. Registrazione del Tribunale di Milano n. 363 del 20.5.1991 Keraflex Maxi S1 pag. 11 Adesilex P10 pag. 15 Hanno collaborato a questo numero con testi, foto e notizie: Riccardo Ardito, Adelmo Bovio, Anna Calcaterra, Achille Carcagnì, Stefano Carrà, Amilcare Collina, Gianni Dal Magro, Massimo De Santis, Espressione Fiera, Foto Vignoli, Enrico Geronimi, Gabriele Hapke, Cristiano Maltese,Walter Mauer, Agata Modrzejewska, Giovanna Novella, Massimo Paroli, Paolo Sorrentino, Adam Wielunski. Linea Kerapoxy IIIa di cop. MapeGlitter IVa di cop. Foto di copertina: Effetti speciali per le fughe con MapeGlitter, i glitter colorati metallizzati, da additivare a Kerapoxy Design, capaci di creare insoliti riflessi di luce negli ambienti. Utilizzabili anche per le finiture murali. MapeGlitter è stato presentato a Cersaie e ad Abitare il Tempo (vedi articoli alle pagg. 2 e 16). Tiratura di questo numero: 140.000 copie Distribuzione in abbonamento postale in Italia: 134.952 copie - all’estero: 1.448 copie GIOCO DI SQUADR A Mapei Polska raddoppia pag. 28 I L PA R E R E D E L L’ E S P E R T O Pavimentazioni in resina e cementizie: dall’industria al nucleo abitativo Pavimentazioni conduttive Autolivellanti, mai più crepe! pag. 20 pag. 44 pag. 50 RICERCA Le nanotecnologie: Nanoforum 2007 pag. 36 Tutela della riservatezza dei dati personali I dati personali dei destinatari di Realtà Mapei sono trattati in conformità al Decreto Legislativo n. 196/2003 (“Codice in materia di protezione dei dati personali”) e utilizzati per le finalità direttamente connesse e strumentali all'erogazione del servizio. In qualsiasi momento è possibile richiedere la modifica, l’aggiornamento o la cancellazione di tali dati, scrivendo a: Mapei - Ufficio Marketing - Via Cafiero, 22 - 20158 Milano Fax 02/37673214 - E-mail: [email protected] Chi non avesse ricevuto il modulo per l’autorizzazione all’utilizzo dei dati, può richiederlo all’indirizzo sopra indicato. Questo periodico è associato all’Unione Stampa Periodica Italiana Tutti gli articoli pubblicati in questo numero possono essere ripresi, previa autorizzazione dell’editore, citando la fonte. L’ I M P E G N O N E L L O S P O R T Sassuolo, riprovaci! pag. 54 Mapei sponsor dei Campionati del mondo di Ciclocross pag. 56 www.mapei.com Sul sito Mapei trovate tutte le informazioni sui prodotti, sull’organizzazione del Gruppo in Italia e nel mondo, sulla partecipazione alle più importanti fiere di settore. 1 HNOLOGICAL LE TEC A of HIP RS DE 70 y ea rs FIERE 2007 I 25 anni di Cersaie e i 70 di Mapei: due successi destinati a durare 2 C ersaie, il Salone internazionale della ceramica per l’architettura e dell’arredobagno conferma, con tre nuovi record, la centralità della fiera che si è tenuta dal 2 al 6 ottobre scorso a Bologna. Nel 2007, anno in cui ricorre il 70° anniversario della fondazione di Mapei, anche Cersaie ha celebrato un anniversario significativo: quello dei suoi primi 25 anni. E la coincidenza di due ricorrenze così importanti ha fatto sì che, quest’anno, come vedremo, la presenza di Mapei alla manifestazione bolognese sia stata ancora più apprezzata e densa di significati del solito. Cersaie ha registrato un nuovo record per i visitatori complessivi, per gli operatori professionali provenienti da oltre confine e per i giornalisti italiani ed esteri. Sono stati, infatti, 91.935 (+1,1%) i visitatori che hanno affollato i padiglioni della fiera di Bologna. Si tratta del nuovo record per le edizioni di Cersaie che si tengono sui cinque giorni, una performance resa ancor più importante dal fatto che internazionalità e qualità dei visitatori si sono ulteriormente innalzate. Ad affollare gli stand delle 1.078 aziende rappresentanti 32 diverse nazioni, sono stati ben 27.121 operatori professionali esteri (+3,7%), in ulteriore crescita rispetto al record stabilito lo scorso anno, pari adesso al 29,5% del totale: Cersaie si conferma in tal senso ai primi posti nel mondo per l’internazionalità dei visitatori. Di grande qualità è stata anche la partecipazione dei professionisti italiani, che ha raggiunto le 59.345 unità, con una crescita del +0,4%. In crescita la presenza dei giornalisti: i 604 accrediti dell’edizione 2006 sono lievitati a 632 (+4,63%), grazie ad una più massiccia presenza sia di giornalisti italiani (+7,8%), adesso pari a 360 unità, sia esteri: i 272 professionisti dell’informazione internazionale rappresentano ora il 43% del totale. Grande partecipazione di pubblico hanno avuto i diversi incontri istituzionali, a partire da “Liberalizzazioni: a che punto siamo?”, il convegno di martedì 2 ottobre moderato da Giuseppe Turani, giornalista de “La Repubblica”, che ha visto la presenza di Luca Cordero di Montezemolo, Presidente di Confindustria, Innocenzo Cipolletta, Presidente di Ferrovie dello Stato, Francesco Giavazzi, giornalista de “Il Corriere della Sera” ed Alfonso Panzani, Presidente di Confindustria Ceramica. Oltre 200 persone hanno poi preso parte alla Conferenza Stampa Internazionale, tenutasi sempre nel pomeriggio di martedì 2 ottobre presso Palazzo Re Enzo a Bologna, a cui sono intervenuti Alfonso Panzani, Vittorio Borelli, Presidente della commissione Attività Promozionali di Confindustria Ceramica, Giorgio Squinzi, Presidente di Federchimica e Amministratore Unico di Mapei, Massimo Mamberti, Direttore Generale ICE e Franco Vantaggi, Direttore Generale di Confindustria Ceramica. Gremita in ogni ordine di posti anche la Sala Italia del Palazzo dei Congressi dove giovedì 4 ottobre, introdotta da Alfonso Panzani e moderata dal prof. Aldo Colonetti, direttore della rivista Ottagono, si è tenuta la lectio magistralis dell’arch. Mario Botta su “Architettura e Memoria”. Mapei a Cersaie 2007: un salone memorabile Per Mapei Cersaie è sempre un appun3 t FIERE tamento fondamentale intorno al quale si incentrano numerosi appuntamenti che la vedono sempre protagonista. Questa manifestazione internazionale è anche un momento cruciale che serve per tirare le somme di quanto è stato fatto durante l’anno che volge al termine e per progettare il prossimo futuro. È anche un incontro di tutto il Gruppo che, nello stringersi intorno a Giorgio Squinzi, vive un’intensa esperienza di scambio e di conoscenze che alimentano il senso di appartenenza e la consapevolezza di essere davvero “una grande squadra”. Oltre a questi motivi, Cersaie è anche un’occasione importante da un punto di vista squisitamente comunicativo. L’immagine dell’Azienda, infatti, al Cersaie trova modo di esprimersi in tutta la sua pienezza, offrendo al visitatore l’opportunità di cogliere, anche con un solo sguardo, qual è concreta- mente lo spirito che anima l’azienda. Questa XXV edizione della fiera bolognese è stata, per Mapei, davvero memorabile sia per il numero di visitatori che hanno affollato lo stand durante tutti i giorni della manifestazione, sia per la bellezza dell’immagine che l’Azienda ha voluto dare di sé. Nel 2007, anno in cui ricorre il 70° anniversario della fondazione dell’Azienda milanese, lo stand Mapei ha ospitato, infatti, un evento davvero unico e speciale. Lo staff Mapei ha alacremente lavorato per mesi per realizzare il desiderio di Giorgio Squinzi: condividere con i professionisti del mondo della ceramica, con i clienti e con gli amici che avrebbero visitato lo stand, tutta l’emozione ed i ricordi di 70 anni di storia. All’ingresso dello spazio espositivo, una gigantografia seppiata ritraeva Rodolfo Squinzi, il fondatore di Mapei, insieme t 4 ai suoi primi collaboratori, di fronte alla sede originaria di Mapei di via Cafiero a Milano. Accanto a loro un Fiat 1100 E, il primo furgone dell’Azienda. Di fronte a questa immagine simbolo brillava, in tutta la magnificenza del suo restauro, lo stesso modello di vettura con il pianale carico dei primi prodotti concepiti 70 anni fa da Mapei. Un emozionante tuffo nel passato che, sin dal primo impatto, ha trasmesso al visitatore non solo un’immagine storica carica di fascino, ma gli ha fatto percepire quanto l’Azienda, sin dai suoi albori, abbia incentrato la sua storia su un mondo di principi che avevano come elemento imprescindibile quello della valorizzazione degli uomini che ne facevano parte. L’allestimento dello stand Mapei è stato così, a tutti gli effetti, una vera e propria mostra storica dove, su un fondale che consentiva di ripercorrere visivamente t t i momenti storici più significativi del secolo scorso, è stato possibile mettere in evidenza il successo dell’Azienda. Un successo che, a partire dal 1937, è arrivato ad oggi e si appresta ad entrare nel futuro, sorretto da tre principi fondamentali: la specializzazione, l’internazionalità e soprattutto la ricerca. A partire dal 1937, la storia Mapei si dipana evidenziando le tappe più importanti e le pietre miliari conquistate, decennio dopo decennio. Il visitatore che è entrato nel vasto spazio espositivo Mapei ha potuto godere di un vero e proprio viaggio nel tempo. In modo circolare e in senso orario, un percorso costituito di isole ha dato l’opportunità di ricreare l’atmosfera propria di ogni decennio, per un’emozione multimediale di grande impatto. Vediamo, per esempio, SILEXCOLOR nel suo imballo originale: il primo prodotto Mapei nato nel 1937, utilizzato nella t costruzione dell’Ospedale Maggiore di Milano, mentre una radio diffonde la musica dell’epoca. Più avanti, ecco lo storico ADESILEX P9 che nel 1958 segna l’inizio dell’abbandono del sistema di posa tradizionale della ceramica con sabbia e cemento, a favore della più affidabile posa con adesivi premiscelati. Intanto una TV in bianco e nero trasmette le immagini di Carosello, di Fausto Coppi, dei Beatles, e vediamo il Grattacielo Pirelli, uno dei più prestigiosi cantieri dell’epoca curati da Mapei. Il viaggio nel tempo continua, tappa dopo tappa. Arriviamo al presente, con la linea KERAPOXY, una gamma di adesivi e fughe epossidiche, oggi rinnovata e ampliata. Infine, la tecnologia e la ricerca Mapei si proiettano nel futuro. Viene presentata a livello internazionale l’innovativa tecnologia Dust Free®, studiata dai labo- ratori R&S Mapei per migliorare la vita di cantiere, e non manca uno sguardo a una significativa referenza del futuro: gli impianti sportivi in via di realizzazione per le Olimpiadi di Pechino 2008. 6° Grand Prix Referenze Come di consueto, anche quest’anno è stata colta l’occasione di Cersaie per riunire tutta la forza tecnico-commerciale del Gruppo Mapei proveniente da ogni parte del mondo. Appena fuori Bologna, giovedì 5 ottobre, nelle bellissime sale di Palazzo Albergati – una delle più importanti e originali opere architettoniche di tutto il Seicento Emiliano - sono state premiate le referenze più significative dell’anno. Si è trattato del 6° Grand Prix Referenze che ha visto la consegna di numerosissimi premi a tutte le più significative grandi opere alla cui realizzazione t 5 FIERE hanno contributo, insieme al personale tecnico dell’Azienda, i prodotti e i sistemi di prodotto Mapei. Nei prossimi numeri di Realtà Mapei ampio spazio verrà dedicato ai cantieri premiati. Nuove tecnologie e nuovi prodotti Anche se l’impatto comunicativo dello spazio espositivo Mapei era incentrato sulla storia dell’Azienda e sulle tappe che, decennio dopo decennio, ne hanno determinato la crescita, alcuni prodotti e sistemi di prodotto innovativi sono stati al centro dell’attenzione e meritano qui di essere menzionati. In modo particolare nella zona dello stand dedicata al “presente che è già futuro”, merita di essere approfondito il nuovo risultato della ricerca Mapei che ha portato alla realizzazione della nuova tecnologia Dust Free®, che consente un drastico abbattimento del rilascio di polvere in fase di miscelazione, di lavorazione e di utilizzo (vedi articolo a pag. 10). Questa tecnologia consente di migliorare la vita di cantiere, evitando molte fastidiose problematiche, soprattutto durante i lavori di ristrutturazione. Infatti, dai test dimostrati, i prodotti Dust Free® di Mapei, sono in grado di abbattere il 90% della polvere che verrebbe normalmente rilasciata durante la fase di miscelazione, di lavorazione e di utilizzo del prodotto in polvere. Con coerenza rispetto ai principi che da sempre la ispirano, Mapei prosegue, anche così, il suo cammino che la vede impegnata nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo in accordo a diversi sistemi di qualità. Infatti, meno polvere rilasciata significa meno polvere respirata e più salvaguardia dell’ambiente. 6 t La nuova tecnologia Dust Free® presentata al Cersaie, verrà applicata progressivamente a tutta la linea di prodotti in polvere per la posa di ceramica e marmo a partire da KERAFLEX MAXI S1. È questo il prodotto apripista di Mapei: l’adesivo cementizio ad alte prestazioni, a scivolamento verticale nullo, a tempo aperto allungato, deformabile, per piastrelle in ceramica e materiale lapideo, è ora disponibile, infatti, con la tecnologia Dust Free®. Steso con uno spessore che può variare da 3 a 15 mm, KERAFLEX MAXI S1 è particolarmente indicato per la posa di gres porcellanato e pietre naturali di grande formato (maggiori dettagli nell’articolo a pag. 11). Presentata arricchita in fiera anche la LINEA KERAPOXY con nuovi prodotti per l’incollaggio e la stuccatura di piastrelle in ambienti speciali, sia residenziali sia industriali, sottoposti a tutti i tipi di traffico e che, soprattutto, richiedono un’elevata resistenza chimica allo sporco di ogni genere, agli oli e agli acidi. Tre le novità di questa linea, a cominciare da KERAPOXY IEG, la malta epossidi- ca bicomponente ad altissima resistenza chimica, per la stuccatura di fughe di almeno 3 mm. Ideale per applicazioni industriali, è estremamente resistente agli acidi. Una novità è anche KERAPOXY ADESIVE, un adesivo epossidico bicomponente a scivolamento nullo, per piastrelle in ceramica e materiale lapideo. È ideale per l’incollaggio rapido di pezzi speciali e di vetroresina. Abbiamo poi KERAPOXY DESIGN, malta epossidica bicomponente traslucida, antiacida per mosaico vetroso, disponibile in 7 colori più versione neutra. Si aggiorna, infine, anche nella documentazione che lo presenta, un altro prodotto di questa linea: KERAPOXY P. È una malta epossidica bicomponente antiacida, di facile applicazione e buona pulibilità, per fughe di almeno 3 mm. Questo prodotto è utilizzabile per grandi superfici, è ideale per applicazioni industriali ed è molto facile da spatolare. Tra le novità “colorate” presentate al Cersaie, va senz’altro menzionato MAPEGLITTER (glitter colorati metallizzati). E, in fiera, una bella lastra dimostrativa color oro, esplicitava tutta la spettacolarità e versatilità del suo utilizzo. Sicuramente amato da architetti, progettisti e decoratori, questo nuovo prodotto, additivato a KERAPOXY DESIGN, nel quantitativo massimo del 10% in peso, permette di confezionare malte per fughe dall’aspetto brillante e metallizzato, particolarmente indicate per la stuccatura di piastrelle metalliche, mosaico e piastrelle vetrose. MAPEGLITTER è utilizzabile anche per le finiture murali. Confezionato in scatole da 10 buste di 100 grammi ciascuna, MAPEGLITTER è disponibile nei colori silver e light gold, oltre che in altri 22 colori disponibili su richiesta. 7 FIERE IL CONVEGNO INAUGURALE E IL CONFINDUSTRIA CERAMICA DISTRIBUTORS AWARD ARCHITETTURA E MEMORIA: MARIO BOTTA A CERSAIE 2007 Giovedì 4 ottobre si è svolta, nella Sala Italia del Palazzo dei Congressi a Bologna, la conferenza “Architettura e memoria” che ha visto la lectio magistralis di Mario Botta, il celebre architetto svizzero autore di numerose opere nei cinque continenti. “Il passato come un amico”. Da questa significativa frase di Louis I. Kahn, uno dei suoi maestri, è partita la riflessione di Mario Botta, che ha sottolineato e spiegato nella sua “lectio magistralis” il senso del rapporto che lega l’architettura al concetto di memoria. Architettura e memoria come binomio inscindibile, poiché le trasformazioni attuate all’architettura diventano parti del paesaggio umano. “Il passato non da ricordare con nostalgia, ma come radice, struttura, identità capace di trasmettere valori, matrice di ogni intervento umano”. Fare architettura per Botta significa dialogare con il proprio presente, inteso come sedimentazione di esperienze e linguaggi che costituiscono il contesto, il riferimento del progetto. Il discorso di Botta, alla fine, è sfociato nella metastoria quando ha sottolineato le peculiarità culturali del continente europeo affermando che: “L’uomo non ha bisogno solo di risposte tecniche e funzionali, ci sono componenti di storia, simboliche e metaforiche, forse più importanti della facilità con cui possiamo avere un servizio. Nel confronto tra globale e locale vince sicuramente il secondo, ma questo non deve farci cadere nella nostalgia, perché la memoria non ci lascia soli”. Sotto. Il restauro del Teatro alla Scala di Milano è stato uno degli ultimi riusciti progetti di Mario Botta. Mapei ha contribuito con tutta l’innovativa tecnologia dei suoi prodotti. Cersaie si è aperta, come di tradizione, con un convegno inaugurale e la cerimonia del Confindustria Ceramica Distributors Award. “Liberalizzazioni: a che punto siamo?” ha visto la presenza del Presidente di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo, del Presidente di Ferrovie dello Stato Innocenzo Cipolletta, dell’opinionista de “Il Corriere della Sera” Francesco Giavazzi che, assieme al Presidente di Confindustria Ceramica Alfonso Panzani e moderati dall’editorialista de “La Repubblica” Giuseppe Turani, si sono confrontati per “fare il punto della situazione” alla luce dei provvedimenti attuati e futuri. L’incontro si è concluso con la consegna del Confindustria Ceramica Distributors Award, premio che l’associazione conferisce ai quattro importatori/rivenditori europei selezionati per aver promosso e diffuso la cultura della piastrella italiana, in ottemperanza a specifici criteri quali la fedeltà nei confronti del prodotto, la competenza e professionalità dimostrate nel tempo, la solvibilità e correttezza commerciale, il volume di affari conseguito e l’aver messo in essere investimenti finalizzati ad aumentare la conoscenza e l’utilizzo delle piastrelle di ceramica Made in Italy. Nel rispetto di tali principi sono stati selezionati, per questa XII edizione del Premio, operatori provenienti da Italia, Francia, Germania e Svezia. Tre di questi sono importanti clienti del Gruppo Mapei. Cliente di Mapei, per l’Italia è stato insignito del Premio C.C.B Barili Srl di Bari, un azienda fondata nel 1962 e che ha raggiunto, lo scorso anno, un fatturato di 16,5 milioni di euro, il 38% dei quali proveniente proprio dalla vendita di piastrelle. Una realtà che occupa 84 dipendenti nei suoi due show room, la cui superficie espositiva raggiunge i 4.500 metri quadrati. Filgres Carrelages Sarl, distributore di Saint-Genis-Laval (Francia), è una realtà che conta 37 dipendenti ed un fatturato totale di quasi 10 milioni di euro, il 90% dei quali provenienti dalla commercializzazione di ceramica. I suoi quattro show room si estendono per 1.200 metri quadrati. La Harry’s Fliesenmarkt di Amburgo (Germania) è cliente della consociata Mapei, Sopro. Venne fondata nel 1962 e attualmente conta 45 addetti. Particolarmente ampia ed estesa sul territorio è la rete commerciale che raggiunge i 7.000 metri quadrati di superficie espositiva complessiva. Per la Svezia il vincitore 2007 è un altro cliente Mapei. si tratta della Konradssons Kakel AB – sede sociale è a Jönköping e due filiali a Stoccolma e Goteborg – società distributrice fondata nel 1968, che lo scorso anno ha I vincitori del realizzato un fattuConfindustria rato di 17,7 milioni Ceramica Distributors di euro, il 78% dei Award. Da sinistra: quali attraverso la Dieter Stammer della vendita di piastrelHarry’s Fliesenmarkt le di ceramica. (Amburgo - Germania); I dipendenti sono Filippo Fraccalvieri 36. della Filgres Carrelages Sarl (Saint GenisLaval – Francia); al centro Alfonso Panzani e Luca Cordero di Montezemolo e infine Hans Persson della Konradssons Kakel Ab (Jonkoping – Svezia) e Andrea Barili del Centro Commerciale Barili (Bari – Italia). Sopra, Andrea Barili con Giorgio Squinzi. 8 I relatori alla Conferenza Stampa Internazionale Ceramic Tiles of Italy. Da sinistra: Giorgio Squinzi, Presidente del Gruppo Mapei, Vittorio Borelli, Presidente della Commissione Attività Promozionali di Confindustria Ceramica; Alfonso Panzani Presidente di Confindustria Ceramica, Massimo Mamberti, Direttore Generale ICE; Franco Vantaggi, Direttore Generale di Confindustria Ceramica e Andrea Serri, Responsabile Ufficio Stampa e Attività editoriali di Confindustria Ceramica. LA CONFERENZA STAMPA INTERNAZIONALE CERAMIC TILES OF ITALY Nella suggestiva cornice di Palazzo Re Enzo, martedì 2 ottobre, si è svolta la Conferenza Stampa Internazionale Ceramic Tiles of Italy. Hanno parlato - di fronte a oltre 230 tra giornalisti, architetti ed interior designer provenienti dai 5 continenti - il Direttore generale dell’ICE Massimo Mamberti, il Presidente di Confindustria Ceramica Alfonso Panzani, il Presidente della Commissione Attività Promozionali di Confindustria Ceramica Vittorio Borelli e il Presidente di Federchimica e del Gruppo Mapei Giorgio Squinzi, per illustrare ai presenti un’accurata fotografia dell’andamento del settore ceramico e del contesto in cui oggi si trova ad operare l’industria italiana delle piastrelle di ceramica. I dati 2006 confermano l’Italia il paese leader del commercio internazionale in termini di quantità, con il 21,8% dei volumi, e soprattutto grazie al 38,5% dei valori. Giorgio Squinzi ha sottolineato come La consegna del Ceramic Tiles of Italy Journalism Award. Da sinistra: Giorgio Squinzi, Alfonso Panzani, Olga Sisova (la giornalista di “Ceramics: style and fashion” che ha ricevuto il premio), Massimo Mamberti e Vittorio Borelli. gran parte della crescita globale di Mapei è dovuta alla vicinanza con il mondo delle piastrelle. Squinzi ha sottolineato come il 70% degli investimenti in ricerca e sviluppo in Mapei mirano a realizzare prodotti e tecnologie compatibili con l’ambiente, attraverso lo sviluppo di prodotti a bassa emissione di sostanze organiche volatili con prestazioni certificate. “Ci impegniamo inoltre per sviluppare prodotti sempre più vicini alla nuova regolamentazione sulle sostanze chimiche della Comunità Europea. E poi ancora includiamo nei nostri prodotti lo sviluppo di sistemi che aiutino a ridurre consumi energetici”. In qualità di presidente di Federchimica, Giorgio Squinzi ha ricordato che “Il futuro dell’industria chimica è contribuire al progresso sostenibile”. Al termine della conferenza è stato, infine, consegnato alla giornalista ucraina Olga Sisova del magazine “Ceramics: style and fashion” il Ceramic Tiles of Italy Journalism Award 2007, premio giunto alla sua XI edizione e finalizzato a premiare il migliore articolo internazionale sull’industria italiana delle piastrelle di ceramica e su Cersaie 2006. L’articolo è stato scelto tra 103 articoli pervenuti, realizzati da 56 giornalisti di 16 nazioni diverse. I SETTE PRESIDENTI I 25 anni di Cersaie sono stati anche l’occasione per rivedere, riuniti tutti insieme, i 7 presidenti di Assopiastrelle/ Confindustria Ceramica che si sono avvicendati durante i primi 25 anni di questa importante manifestazione. In occasione della Conferenza Stampa Internazionale sono stati festeggiati e premiati. Nella fotografia che qui riproduciamo, da sinistra verso destra, vediamo: Alfredo Romani, Antonio Camellini, Sergio Sassi, Francesco Zironi, Franco Vantaggi, Alfonso Panzani, Angelo Borelli e Oscar Zannoni. 9 PRODOTTI IN EVIDENZA DALLA RICERCA MAPEI LA NUOVA TECNOLOGIA “Dust Free®” DRASTICO ABBATTIMENTO DEL RILASCIO DI POLVERE IN FASE DI MISCELAZIONE, DI LAVORAZIONE E DI UTILIZZO )VANTAGGI M Meno polvere rilasciata significa meno polvere respirata e più salvaguardia dell’ambiente. È la conferma dell’impegno di Mapei nel rispetto dell’ambiente e dell’uomo,in accordo a diversi sistemi di qualità: il sistema di gestione ambientale conforme alla norma ISO 14001, il sistema comunitario di ecogestione e audit ad adesione volontaria EMAS (Environmental Management and Audit Schemel), l’autorizzazione integrata ambientale A.I.A. ai sensi del D.Leg. 372/99 (IPPC: Integrated Pollution Prevention and Control) e il sistema di gestione secondo la norma OHSAS (Occupational Health and Safety Assessment Series) 18001 e regolamento CE n. 761/01 (EMAS 2). apei,dopo lo sviluppo di tecnologie innovative quali gli adesivi monocomponenti deformabili ed altamente deformabili di classe S1 e S2 (secondo la norma europea EN 12002), gli adesivi monocomponenti altamente deformabili, a basso peso specifico ed ad elevata resa (ULTRAFLEX S2 MONO e ULTRAFLEX S2 QUICK), la tecnologia Bio-Block® e Drop Effect® utilizzata per migliorare le già eccellenti proprietà della malte per la stuccatura delle piastrelle ceramiche ed i prodotti ECO sviluppati per la posa di pavimentazioni e rivestimenti resilienti, con Dust Free® presenta oggi un’ulteriore innovazione. La tecnologia Dust Free® migliora la vita di cantiere, liberando da molte fastidiose problematiche soprattutto durante i lavori di ristrutturazione. Infatti, da test dimostrati, i prodotti “Dust Free” di Mapei, sono in grado di abbattere il 90% della polvere che verrebbe normalmente rilasciata durante la fase di produzione, di miscelazione, di lavorazione e di utilizzo di un prodotto in polvere. 10 s s s -ENOPOLVEREDURANTELOPERAZIONEDIVERSAMENTO -ENOPOLVEREDURANTELAFASEDIMISCELAZIONE -ENOPOLVEREDIFFUSANELLAMBIENTEDELCANTIERESIACHE si tratti di lavori nuovi che di ristrutturazione in AMBIENTIGIÌABITATI La nuova tecnologia Dust Free® verrà progressivamente applicata a tutta la gamma dei prodotti in polvere per la posa di ceramica e marmo, a partire da KERAFLEX MAXI S1. Nella pagina accanto, questo adesivo cementizio viene presentato nella sua ultima e innovativa versione. 0OSADICLINKERALLESTERNO Adesivo cementizio ad alte prestazioni a scivolamento verticale nullo, a tempo aperto allungato, deformabile, per piastrelle in ceramica e materiale lapideo, ora con tecnologia Dust Free®, che consente di ridurre l’emissione di polvere durante la miscelazione del prodotto rendendo più agevole e più sicuro il lavoro del posatore. Grazie a Dust Free®, le prestazioni del prodotto migliorano ulteriormente. Particolarmente indicato per la posa di gres porcellanato e pietre naturali di grande formato (spessore dell’adesivo da 3 a 15 mm). 0OSADICOTTOFATTOAMANOSU massetto sconnesso Campi di applicazione Incollaggio all’interno ed all’esterno, a parete e pavimento di piastrelle e mosaici ceramici di ogni tipo e formato, di materiale lapideo (purché stabile all’umidità) su pareti tradizionali con intonaco cementizio, massetti cementizi, massetti in anidrite e pareti in gesso (previa specifica primerizzazione), pareti interne in blocchi di calcestruzzo cellulare, cartongesso, pavimenti riscaldanti, pareti interne verniciate purché la pittura sia ben ancorata, vecchi pavimenti in marmo, marmette e ceramica, supporti impermeabilizzati con MAPELASTIC,MAPELASTIC SMART o MAPEGUM WPS, strutture in calcestruzzo adeguatamente stagionato. Particolarmente indicato per la posa di pavimenti soggetti a traffico intenso e forti sollecitazioni. 0OSADIMARMETTECONGRANIGLIEIN rilievo all’esterno 0OSAASPESSOREDIGRESPORCELLANATO 0OSADIPIETRAASPACCOINESTERNO con imburratura Dati tecnici Consumo s$URATADELLIMPASTO oltre 8 ore s4EMPOAPERTO * 40 minuti s%SECUZIONEFUGHEAPARETE 4-8 ore s%SECUZIONEFUGHEAPAVIMENTO 24 ore s0EDONABILITÌ ca. 24 ore s-ESSAINESERCIZIO ca. 14 giorni s$EFORMABILITÌSECONDO%. S1 - deformabile s#OLORI bianco e grigio s!PPLICAZIONE spatola dentata n. 4, 5, 6 o 10 s)MMAGAZZINAGGIO 12 mesi 1,2 kg/m2 per mm di spessore Confezioni sacchi da 25 kg - Grigio sacchi da 23 kg - Bianco KERALASTIC ha ottenuto la marcatura CE comprovata dal certificato ITT n. 25040320/Gi (TUM) emesso dal laboratorio Technische Universität München (Germania). EN 12004 11 REFERENZE La via delle Dune Dorate A MILANO MARITTIMA LA TRADIZIONE DEL MOSAICO RAVENNATE E LA TECNOLOGIA MAPEI RINNOVANO UN IMPORTANTE CONDOMINIO E ABBELLISCONO LA CITTÀ Foto 1. Stesura di Adesilex P10 miscelato con Isolastic sul fondo della grande vasca. Il supporto in muratura era stato precedentemente impermeabilizzato con Mapelastic. Foto 2. Posa di un foglio di mosaico. Si nota che l’adesivo era stato precedentemente steso anche sul retro del mosaico. Foto 3. La stuccatura del mosaico è stata realizzata con l’adesivo stesso che era fuoriuscito dalle fughe. A questo scopo erano stati aggiunti all’adesivo ossidi di colore giallo-ocra per ottenere la colorazione voluta. 12 1 D ivisa tra spiaggia - con un litorale di 9 km di sabbia finissima - e bellezze naturali, come la pineta, il parco naturale e le aiuole fiorite, Milano Marittima di anno in anno si conferma come una delle città turistiche e balneari più alla moda del nostro Paese. Il passare del tempo non sembra farla invecchiare ma, al contrario, di stagione in stagione il suo aspetto architettonico si mostra sempre più gradevole e attraente. Interventi mirati di riqualificazione come quello del condominio “Centrale” (presentato in queste pagine), che ha visto protagonista anche Mapei, sono la conferma di un trend che, di anno in anno, la conferma come una vera capitale della vacanza attiva, un’oasi dove passare momenti di relax e una città ai vertici nazionali per le strutture ricettive e di servizio, come pure per le opportunità di svago e di divertimento. La nascita e lo sviluppo di Milano Marittima sono, tuttavia, relativamente recenti e risalgono ai primi anni del Novecento. L’inizio della sua storia è anzi legata a una data precisa. È quella del primo giugno 1911, quando venne costituita la “Società Milano Marittima per lo sviluppo della spiaggia di Cervia”, della quale faceva parte, tra gli altri, il pittore 2 e cartellonista Giuseppe Palanti. E fu proprio lo stesso Palanti che riprese in quel tempo, e fece accettare, le teorie di Ebenezer Howard riguardanti la “Garden City”, la “Città Giardino”, un progetto urbanistico molto originale, che disegnava lo sviluppo di una città nuova in cui le residenze turistiche dovevano fondersi perfettamente con la natura circostante. Il progetto Milano Marittima cresce e si rinnova di continuo e anche Mapei contribuisce a questo processo virtuoso. È stata, infatti, parte attiva nel progetto di riqualificazione dell’area di pertinenza del condominio “Centrale” di Milano Marittima. Un intervento che, ispirato a quell’originaria idea urbanistica, si è collocato nel quadro più ampio del ridisegno complessivo degli spazi e dei percorsi qualificanti la parte di città più rappresentativa del centro urbano. L’area interessata si trova, infatti, a occupare il ruolo fondamentale di “cerniera” all’interno del sistema dei luoghi centrali, costituendo una sorta di “fulcro” per la fruizione e la valorizzazione degli spazi che qui si affacciano. Il progetto – concepito dagli architetti Tiziano Conti e Stefania Baruzzi 3 - ha avuto come obiettivo principale la realizzazione di un filtro, una barriera permeabile e al contempo di grande attrazione per l’utente, che separasse lo spazio pubblico della passeggiata, dei negozi e della rappresentatività, dallo spazio più privato del parcheggio condominiale, senza per questo creare fronti o retri. Per interpretare questo è stato scelto un elemento naturalistico specifico del luogo: la duna, ovvero il bordo della pineta su cui si trova insediata Milano Marittima. La duna si è trasformata, dunque, in un elemento architettonico impreziosito dalla presenza dell’acqua e dei mosaici. L’acqua come rimando immediato e costante al luogo e i mosaici dorati come elemento “prezioso”, con richiami decorativi ispirati alle composizioni astratte del primo Novecento, che esaltano le composizioni architettoniche dalla duna alle cascatelle, fino alla fontana che ridisegna il porticato su viale Gramsci. Le versatili soluzioni Mapei Nell’ambito della valorizzazione dell’area di pertinenza al condominio “Centrale” di Milano Marittima, Mapei ha giocato un ruolo fondamentale, fornendo i suoi prodotti migliori per realizzare e posare i mosaici che sono andati LA COOPERATIVA MOSAICISTI RAVENNA Le origini della Cooperativa Mosaicisti Ravenna si possono far risalire all’anno 1924, quando venne istituita la Scuola del mosaico dell’Accademia di Belle Arti di Ravenna, per volontà dell’allora direttore Guaccimanni. Nel primo dopoguerra, quando cominciarono ad arrivare commesse esterne, che la scuola non era più in grado di soddisfare, si costituì il Gruppo Mosaicisti dell’Accademia di Belle Arti (1948), con direttore Salietti. Scuola e bottega erano legati da una convenzione, attraverso la quale era possibile assumere solo studenti provenienti dall’Accademia stessa. Nel 1976, il Gruppo si slegò definitivamente dall’Accademia e si costituì nell’attuale Cooperativa Mosaicisti Ravenna. Oggi l’attività della Cooperativa Mosaicisti si colloca in uno spazio di alta dignità, che comporta da un lato il più severo impegno scientifico, tecnico e filologico per la conservazione e il restauro del patrimonio storico e dall’altro la creatività artistica che la fa emergere a livello internazionale. Da questo impegno nascono opere che restano a documentazione dell’arte del nostro tempo, eseguite rispettando l’antica tecnica RomanoBizantina, con il taglio manuale delle tessere di marmo e smalto, ottenute con tagliola e martellina. 13 REFERENZE 4 a ricoprire una grande vasca e una serie di piccole fontane. Tutti questi mosaici artigianali e artistici (tessere in pasta vitrea e oro tagliate a mano) sono stati realizzati in bottega, a Ravenna, e successivamente collocati nel complesso residenziale. Eseguiti dagli studenti della Cooperativa Mosaicisti di Ravenna, sotto la guida del loro direttore artistico Marco Santi, i mosaici hanno visto l’applicazione di due differenti tecniche sia per quanto riguarda la realizzazione sia per la loro messa in opera. La grande vasca di circa 50 m2 è stata preliminarmente impermeabilizzata con la malta cementizia bicomponente elastica MAPELASTIC* e, successivamente, i singoli pezzi costituenti l’opera musiva – montati in bottega su fogli di carta - sono stati incollati sulla struttura muraria con ADESILEX P10* miscelato con ISOLASTIC*. L’adesivo, fatto fuoriuscire dalle fughe, è servito anche per la loro stuccatura; a questo scopo il prodotto era stato in precedenza pigmentato con ossidi di colore giallo-ocra che assicurassero la tonalità voluta per le fughe. ADESILEX P10*, impastato con il lattice elasticizzate per adesivi cementizi ISOLASTIC* (diluito 1:1 con acqua), consente un incollaggio perfetto all’interno e all’esterno, sia a pavimento sia a parete, di mosaici di vetro o ceramici, montati su carta o su rete, anche se molto pesanti e, soprattutto, immersi in acqua come in questo caso. Le fontane di struttura metallica, di dimensioni più piccole e dalle forme più diverse, sono invece state rivestite da veri e propri tappeti elastici in mosaico, realizzati incollando le tessere su un supporto costituito da due strati di KERALASTIC* che includevano una Rete in Fibra di Vetro* con funzione di rinforzo. In questo caso, per ogni fontana i mosaici erano già stati realizzati in bot14 5 Foto 4. Posa del mosaico, in un unico foglio, in una delle fontane più piccole con Keralastic. tega nella loro forma completa, in un unico pezzo; questa tecnica consente di realizzare rivestimenti in mosaico anche di grandi dimensioni. L’incollaggio di questi particolari tappeti sul metallo delle fontane, precedentemente trattato con un primer, è stato eseguito sempre con KERALASTIC*, adesivo poliuretanico a due componenti per piastrelle ceramiche e materiali lapidei. KERALASTIC* è particolarmente indicato per l’incollaggio di pietre naturali e sintetiche a elevata deformabilità e, applicato in strato continuo, realizza una perfetta impermeabilizzazione. La stuccatura delle fughe, in questo caso eseguita successivamente, è stata realizzata con KERAPOXY*, la malta epossidica ideale per la stuccatura impermeabile, antiacida di pavimenti e rivestimenti, all’interno e all’esterno, in piastrelle di ceramica e pietre naturali; questo prodotto viene utilizzato soprattutto dove è necessaria una totale igienicità e resistenza alla maggior parte degli aggressivi chimici. Precisione, efficacia e creatività nel loro utilizzo: sono questi i requisiti degli evoluti prodotti Mapei. Materiali tecnologicamente avanzati che aiutano artisti e progettisti a tradurre in realtà i loro progetti e a rendere, come in questo caso, ancora più bella una città. Foto 5. Una delle fontane ultimate. *Prodotti Mapei: i prodotti citati in questo articolo appartengono alla linea “Prodotti per ceramica e materiali lapidei”. Le relative schede tecniche sono contenute nel DVD“Mapei Global Infonet” e nel sito www.mapei.com. Gli adesivi e le fugature sono conformi alle norme EN 12004, EN 12002 ed EN 13888. Adesilex P10 (C2TE, impastato con Isolastic rientra in classe S1): adesivo cementizio bianco ad alte prestazioni, a scivolamento verticale nullo e con tempo aperto allungato, per rivestimenti in mosaico vetroso, ceramico e di marmo. Isolastic: lattice elasticizzate per adesivi cementizi. Keralastic (R2): adesivo poliuretanico bicomponente ad alte prestazioni per piastrelle ceramiche e materiale lapideo. Kerapoxy (RG): malta epossidica bicomponente antiacida (disponibile in 26 colori) per fughe di almeno 3 mm. Utilizzabile anche come adesivo. Mapelastic: malta cementizia bicomponente elastica per la protezione e l’impermeabilizzazione di superfici in calcestruzzo, balconi, bagni e piscine. Rete in Fibra di Vetro: rete in fibra di vetro resistente agli alcali per l’armatura di protezioni impermeabili, membrane antifrattura e rivestimenti a cappotto. SCHEDA TECNICA Condominio “Centrale” - “La via delle dune dorate”, Milano Marittima (RA) Intervento: posa di mosaici in una grande vasca e in fontane di diverse dimensioni Anno di intervento: 2006 Direttore Artistico: Marco Santi Progettisti e Direzione lavori: arch. Tiziano Conti e arch. Stefania Baruzzi Impresa: Centro Servizi Casa snc - Ravenna Impresa di posa: Cooperativa Mosaicisti Ravenna Coordinamento Mapei: Fabio Costanzi PRODOTTI IN EVIDENZA CAMPI DI APPLICAZIONE: Incollaggio all’interno e all’esterno, a parete e pavimento ed in piscina (miscelato con Isolastic diluito 1:1 con acqua) di mosaici vetrosi, ceramici e di marmo montati su carta e rete su pareti tradizionali con intonaco cementizio, massetti cementizi, massetti in anidrite e pareti in gesso (previa specifica primerizzazione), pareti interne in blocchi di calcestruzzo cellulare, cartongesso, pavimenti riscaldanti, strutture in calcestruzzo adeguatamente stagionato, pareti interne verniciate, purché la pittura sia ben ancorata. Impastando ADESILEX P10 con ISOLASTIC in sostituzione al 50% dell’acqua si migliorano le prestazioni e la deformabilità, fino a soddisfare i requisiti della classe S1 (adesivo deformabile) secondo EN 12002, rendendo possibile la posa in piscina, su supporti elastici ed inassorbenti tipo MAPELASTIC, MAPELASTIC SMART o MAPEGUM WPS ecc. e su rivestimenti ceramici esistenti. ADESIVO CEMENTIZIO BIANCO AD ALTE PRESTAZIONI A SCIVOLAMENTO VERTICALE NULLO CON TEMPO APERTO ALLUNGATO PER RIVESTIMENTI IN MOSAICO VETROSO, CERAMICO E DI MARMO. EN 12004 DATI TECNICI: Durata dell’impasto: oltre 8 ore Tempo aperto: ≤ 30 minuti Esecuzione fughe: - a parete: 4-8 ore - a pavimento: 24 ore Pedonabilità: ca. 24 ore Messa in esercizio: ca. 14 giorni Colore: bianco Applicazione: spatola dentata n. 4, 5 o 6 Immagazzinaggio: 12 mesi Consumo: 2-5 kg/m2 Confezioni: sacchi da 25 kg ADESILEX P10 ha ottenuto la marcatura CE comprovata dal certificato ITT n. 94140201.101 (SFV) emesso dal laboratorio SäurefliesnerVereinigung e.V. Grossburgwedel (Germania) Per maggiori informazioni su questo prodotto consultare la relativa scheda tecnica nel sito www.mapei.com 15 FIERE TUTTA LA TECNOLOGIA DEL DECORARE Ad Abitare il Tempo Mapei propone tutta la sua vasta gamma di prodotti concepiti per soddisfare ogni esigenza di estetica e affidabilità nel tempo ABITARE IL TEMPO Verona – 20-24 settembre 2007 L a XXII edizione di “Abitare il Tempo” si è svolta a Verona, dal 20 al 24 settembre. Il Salone veronese punta, e non da oggi, su un format fieristico contraddistinto da obiettivi legati alla selezione e al rigore espositivo, e da una altrettanto spiccata propensione alla cultura del progetto. Si assiste oggi a una nuova lettura del design, meno minimalista e sempre più rivolto a ritrovare le inattese qualità del “decoro” facendo così emergere le virtù di un arredamento senza contrapposizioni e/o preclusioni stilistiche, che ha a che fare con materialità e saperi antichi ma declinati su linee e produzioni contemporanee. La manifestazione veronese ha avuto il merito di aver puntato per prima sull’accostamento di classico e moderno, design e decorazione che oggi è accreditato in tutto il mondo. Nel 2007 Abitare il Tempo ha scelto 16 come suo logo la Serie Up disegnata da Gaetano Pesce per B&B Italia nel 1969 e la Up Chair è il simbolo dell’incontro tra arte e design, tra archeologia e modernità, tra tradizione e contemporaneità; Pesce ha reinterpretato per Abitare il Tempo 2007 una versione assolutamente inedita della Up5. Una rigorosa selezione degli espositori ha garantito un altissimo livello qualitativo alle collezioni proposte. Tuttavia il numero degli espositori è andato via via aumentando, ampliando così le tipologie commerciali fino a riunire tutti i settori dell’arredamento d’interni. Quest’anno gli espositori sono stati 707, di cui 148 esteri provenienti da 26 nazioni. In termini numerici, questa maturazione degli espositori ha generato un pubblico sempre più qualificato ed internazionale. Il numero totale dei visitatori ha superato quota 53.000, con più di 10.000 presenze estere. L’area occupata era di 100.000 m2, di cui 30.000 dedicati agli eventi speciali di ricerca. Il molteplici volti espositivi di Mapei Mapei, riconosciuto partner degli operatori dell’edilizia, annovera tra la propria produzione anche prodotti e soluzioni originali e innovative che permettono al progettista di valorizzare la propria creatività, con la sicurezza di utilizzare prodotti di alta qualità. E’ con questa consapevolezza che Mapei ha affrontato questa manifestazione veronese. L’occasione giusta per presentare tutta la sua vasta gamma di finiture murali, di fughe colorate e di pavimenti in resina e a base cementizia, interpretati in abbinamenti originali di più materiali e colori. Sono questi gli elementi dominanti per la progettazione d’interni sui quali Mapei ha incentrato la propria partecipazione a questa manifestazione dedicata proprio all’architettura per interni. Chi ha visitato Abitare il Tempo ha potuto conoscere questi prodotti in due diversi modi. L’approccio classico è stato quello di visitare lo spazio Mapei al Padiglione 7, ma anche quello di osservare l’interpretazione creativa che due noti studi d’architettura hanno dato ai prodotti, visitando due particolari progetti ospitati al Padiglione 9: “Concept House” di Carlo Colombo e “XS – M – XL Simone Micheli Home Solutions” di Simone Micheli (che presentiamo nelle pagine seguenti). Belli e durevoli con i sistemi di prodotto Mapei Rigore e pulizia formale per dare importanza al contenuto e non al contenitore. Su questi principi comunica- tivi è stato allestito lo stand Mapei ad Abitare il Tempo. L’obiettivo è stato quello di far comprendere ad architetti e progettisti come, con vari tipi di prodotti Mapei combinati fra loro, è possibile personalizzare qualsiasi tipo di intervento estetico. L’architetto decide quale effetto dare (spatolato, spugnato, velato, bucciato ecc.) e Mapei consiglia come fare a realizzarlo. Lo stand ha avuto, così, il compito di illustrare concretamente i risultati che si possono ottenere nell’ambito delle finiture murali e dei pavimenti in resina. In tema di “effetti speciali”, è stato presentato a Verona, in anteprima assoluta, anche un nuovo prodotto: MAPEGLITTER. Si tratta di glitter colorati metallizzati capaci di rendere cromaticamente attraenti sia le fughe che le pareti. Sono disponibili in 26 colori di tendenza in grado di creare veri e propri riflessi di luce negli ambienti. Dall’aspetto brillante metallizzato, MAPEGLITTER è particolarmente indicato per la stuccatura di piastrelle metalliche, mosaico e piastrelle vetrose. Ma vediamo più da vicino quanto è stato presentato in questo elegante spazio espositivo partendo dalle finiture murali. Disponibili in un’ampia gamma colori grazie al sistema di colo- razione automatico COLORMAP, sono appositamente sviluppate per una perfetta compatibilità con i sistemi di ripristino delle superfici e nel pieno rispetto delle specificità tecnologiche richieste da ogni singolo intervento. L’obiettivo Mapei è, infatti, quello di permettere la realizzazione di superfici di grande impatto estetico e di valenza emozionale garantendo la necessaria protezione e assicurando traspirabilità, igienicità e idrorepellenza, grazie alle tecnologie BioBlock® e DropEffect®. La gamma delle finiture murali è composta da varie tipologie di sistemi: ELASTOCOLOR SYSTEM, SILANCOLOR SYSTEM, SILANCOLOR PLUS SYSTEM, SILEXCOLOR SYSTEM, QUARZOLITE SYSTEM e COLORITE SYSTEM. Un altro punto di forza di Mapei in mostra sono state le fughe colorate che permettono di ottenere il miglior accostamento cromatico ad ogni genere di piastrella, sia interno che esterno. La linea comprende una gamma completa di stuccature, per interni ed esterni, per pavimenti e rivestimenti di ogni tipo – ceramica, cotto, materiale lapideo, mosaico vetroso - che comprende riempitivi per fughe epossidiche e cementizie. Le fughe colorate Mapei si distinguono sul mercato internazionale grazie alla tecnologia BioBlock® che impedisce, in presenza di umidità, la formazione ed il proliferare di diversi tipi di muffe sulla superficie della stuccatura, e alla tecnologia DropEffect® che, grazie all’utilizzo di speciali additivi idrofobizzanti, permette di ottenere stuccature altamente idrorepellenti. Ricordiamo che le fughe cementizie Mapei, essendo modificate con speciali polimeri, risultano particolarmente flessibili e si adattano a ogni tipo di rivestimento. Fanno parte della gamma delle fughe colorate Mapei: ULTRACOLOR PLUS, KERACOLOR FF, KERACOLOR GG, KERACOLOR SF, KERAPOXY, MAPESIL AC. Il settore delle pavimentazioni è stato il terzo grande ambito che ha visto protagonista Mapei. L’Azienda è, infatti, in costante evoluzione nello sviluppo di sistemi tecnologicamente avanzati per garantire maggiore durabilità e migliori effetti estetici. I progettisti, oggi, cercano, infatti, soluzioni e caratteristiche che devono rispettare diversi parametri: sia l’aspetto puramente strutturale sia la resistenza all’abrasione, all’urto, alla fessurazione e agli agenti chimici aggressivi, senza tralasciare, nello stesso tempo, la planarità e la facilità di pulizia. Data l’importanza di queste tematiche, anche le pavimentazioni industriali sono diventate parte integrante della struttura dove gli aspetti funzionali e quelli estetici hanno acquisito la stessa importanza. Per migliorare la qualità delle nuove pavimentazioni, per conferire a quelle esistenti migliori proprietà meccaniche o chimiche e per riabilitare quelle degradate, Mapei ha sviluppato sistemi epossidici, poliuretanici e cementizi che, grazie alle loro caratteristiche, consentono agli utilizzatori di adeguare efficacemente ed in breve tempo il manufatto alle reali esigenze di utilizzo. Inoltre, grazie all’infinita possibilità d’impiego con speciali colorazioni, i pavimenti funzionali e decorativi Mapei, MAPEFLOOR SYSTEM e ULTRATOP SYSTEM, si prestano ad essere utilizzati in ambienti dove il design è fondamentale come ambienti domestici innovativi, showroom e loft. Infine, sono stati presentati i software personalizzati Color by Mapei e Paint Look. Sono stati studiati in esclusiva da Mapei per i progettisti perché possano scegliere i prodotti colorati Mapei più idonei per ogni singolo ambiente, sia interno che esterno, visualizzando i propri progetti accostati alle soluzioni Mapei più adatte. 17 FIERE IL COLORE E LA TECNOLOGIA MAPEI 14 L’HOTEL LE FLEUR DI FRANCESCO LUCCHESE XS-M-XL DI SIMONE MICHELI Nel colorato spazio espositivo Mapei ad Abitare il Tempo, grandi pannelli fotografici sono stati dedicati a numerosi lavori realizzati proprio con il contributo dei prodotti e dei sistemi di prodotto presentati dall’Azienda a questa manifestazione. Vedere concretamente il risultato che si può raggiungere utilizzando al meglio la tecnologia Mapei, è, da sempre, una delle vie comunicative più efficaci e seguite dall’Azienda per far conoscere tutte le sue potenzialità. E, tra le grandi referenze presentate a Verona una, nello specifico, merita sicuramente di essere qui citata. Si tratta dell’Hotel Les Fleurs di Sofia, in Bulgaria, progettato dall’architetto italiano Francesco Lucchese. Inaugurato nel giugno di quest’anno, offre camere, ristorante e negozi alla moda in un’atmosfera caratterizzata da ampie campiture di colore su pavimenti e pareti e da decori in mosaico, sia all’esterno sia all’interno. La ricercata eleganza prevista dai progettisti, richiedeva finiture di ottimo livello sia per quanto riguardava le prestazioni tecniche sia per L’idea dell’Arch. Micheli per la mostra “XS-M-XL Simone Micheli Home Solutions”, dedicata al padiglione delle architetture d’interni, in seno ad Abitare il Tempo 2007, era portare all’attenzione dei visitatori una straordinaria esperienza di espressione e di contenuto connessa alla dimensione presente e futura della casa metropolitana. Si è trattato di una riflessione tridimensionale sui temi dell’abitare compiuta attraverso la realizzazione di spaccati domestici appartenenti a tre ambiti spaziali diversi - piccolo “XS”, medio “M” e grande “XL” - realizzati quasi integralmente con prototipi realizzati per l’evento. Lo spazio di 1.000 m2 che ha ospitato la sperimentazione volumetrica dell’arch. Simone Micheli era caratterizzato da un esteso garden firmato dall’arch. Gianfranco Paghera, da tre ambiti volumetrici, completamente disegnati da Micheli, dalla forma circolare, che fungevano da palcoscenico per la realizzazione dei tre spaccati domestici. Il contributo di Mapei a questa realizzazione ha riguardato principalmente le finiture murali dove protagonista è stato un prodotto di punta in questo ambito: SILEXCOLOR TONACHINO. Si tratta di un rivestimento minerale in pasta a base di silicato di potas- le possibilità decorative. È stato questo, inoltre, anche un esempio di come l’Assistenza Tecnica Mapei sia stata coinvolta direttamente nel collaborare con i progettisti alla realizzazione di circa 1.000 metri quadrati di pavimenti in resina nella zona ristorante, nella hall, nei corridoi su cui si affacciano le camere degli ospiti, e del pavimento del negozio di proprietà Frank Muller localizzato al pianoterra dell’hotel. Rinviando ad un particolareggiato articolo, che sarà presente sul prossimo numero di questa rivista, ricordiamo come qui siano stati fondamentali i prodotti del sistema MAPEFLOOR SYSTEM. I prodotti utilizzati per realizzare i pavimenti oltre a PRIMER SN e MAPECOAT I 600 W, sono stati MAPEFLOOR I 300 SL TRP, MAPEFLOOR I 500 W, MAPEFLOOR DECOR 700. I pavimenti sono stati poi tutti colorati con MAPECOLOR PASTE nelle tonalità oro e rame. Altri prodotti utilizzati in questo significativo lavoro, sono stati SILANCOLOR PRIMER e SILANCOLOR TONACHINO nei corridoi interni, KERAPOXY per la stuccatura dei mosaici esterni e ULTRACOLOR PLUS per quelli interni. INTERPRETATI DAGLI ARCHITETTI LA CONCEPT HOUSE DI CARLO COLOMBO sio modificato, applicabile a spatola, che si usa per proteggere e decorare intonaci calce-cemento, intonaci deumidificanti o come finitura del MAPE-ANTIQUE MC, MAPE-ANTIQUE LC e MAPE-ANTIQUE CC. Utilizzato, in questo caso, nel colore bianco, SILEXCOLOR TONACHINO forma, ad essiccamento avvenuto, un corpo unico col supporto senza modificare sensibilmente la traspirabilità. È in grado di mascherare le disomogeneità del sottofondo costituendo al tempo stesso un piacevole effetto estetico. Mapei è stata anche tra le aziende che hanno permesso la realizzazione della “Concept House” by Carlo Colombo. La cultura dell’abitare ha subito notevoli cambiamenti in questi anni dovuti all’evoluzione degli stili di vita che si sono riflessi anche nella ridistribuzione del layout abitativo. Questa casa rappresentava una possibile soluzione per chi ama una libera distribuzione degli spazi e una correlazione fra interno ed esterno, quasi come se chi la abita fosse proiettato a 360° dall’involucro abitativo concepito da due corpi incastrati come una sorta di matrimonio di volumi. I materiali, i colori, i dettagli hanno dato infine una piacevole scansione a tutto il pensiero progettuale. Anche in questo caso Mapei ha svolto un ruolo da protagonista nella realizzazione della pavimentazione in resina grazie all’innovativo sistema epossipoliuretanico, senza solventi, DECOR SYSTEM 70, per pavimentazioni decorative con effetto spatolato. Il combinato utilizzo di specifici prodotti Mapei – PRIMER SN, MAPEFLOOR DECOR 700, QUARZO 0,5 e QUARZO 0,25, MAPEFLOOR FINISH 50 o MAPEFLOOR FINISH 52 W – consente di ottenere pavimentazioni decorative con elevata resistenza chimica, impermeabili agli oli e agli agenti aggressivi, resistenti a frequenti lavaggi. Ideale per le grandi aree commerciali e gli show room, DECOR SYSTEM 70, nello spazio abitativo realizzato da Carlo Colombo in fiera, ha dimostrato tutta la versatilità e la robustezza che lo contraddistinguono. 19 IL PARERE DELL’ESPERTO PAVIMENTAZIONI IN RESINA E CEMENTIZIE DALL’INDUSTRIA AL NUCLEO ABITATIVO INVITO AL CONVEGNO L’IMPORTANZA DELLA PAVIMENTAZIONE: DALL’INDUSTRIA AL NUCLEO ABITATIVO I sistemi Mapei per la realizzazione di pavimentazioni in resina e a base cementizia come risposta alle più svariate esigenze del mercato. $02'&: (*3(-. HOTEL MEDITERRANEO Sala Giove Lungomare Cristoforo Colombo 46 CAGLIARI PRESENTATI A CAGLIARI I SISTEMI MAPEI PER LA REALIZZAZIONE DI PAVIMENTAZIONI IN RESINA E A BASE CEMENTIZIA a cura di di Giovanna Novella - Settore Pavimentazioni Industriali Mapei con il contributo di Cristiano Maltese – Laboratorio R&S Mapei L o scorso 5 giugno, Mapei ha organizzato a Cagliari il convegno “L’importanza della pavimentazione: dall’industria al nucleo abitativo”. È stata l’occasione per approfondire un tema di grande attualità come quello delle pavimentazioni in continuo, sia in resina sia a base cementizia. Come ha sottolineato il dott. Zamorani (Divisione Grandi Progetti Mapei) che ha presentato e coordinato il convegno agli oltre 500 intervenuti - architetti, progettisti, direttori di cantiere, ingegneri, rivenditori ed applicatori - il crescente e rapido sviluppo di sistemi tecnologicamente avanzati nel settore delle pavimentazioni permette di sensibilizzare sempre più i progettisti nei confronti della pavimentazione, elemento architettonico che deve rispondere in maniera sempre maggiore a requisiti di durabilità, funzionalità e, non per ultimo, di continuo rinnovamento del suo aspetto estetico. Si è poi entrati più specificatamente nel merito della questione, esponendo alcune delle caratteristiche necessarie al raggiungimento dei requisiti sopra menzionati: il valore di resistenza all’abrasione, per esempio, è un fattore che determina la durata nel tempo della pavimentazione; tale valore, inoltre, deve essere valutato tenendo sempre presente la destinazione d’uso per la quale la pavimentazione è stata progettata. 20 Altri aspetti che interessano i diversi ambiti di applicazione delle pavimentazioni in resina e a base cementizia sono il grado di resistenza meccanica, il valore dell’elasticità, la planarità oltre all’aspetto estetico con le sue colorazioni. La facilità di pulizia e di manutenzione è un altro parametro determinante gli aspetti funzionali e interessa in maniera diversificata tutti i campi applicativi: dai sistemi altamente meccanizzati nell’industria e delle aziende alimentari, agli ospedali, ai supermercati, fino alla manutenzione dei pavimenti, sia in ambito civile che in quello residenziale. Un’altra caratteristica che contraddistingue questa tipologia di pavimentazioni rendendole uniche, dunque mai riproducibili identiche, consiste nel fatto che sono interamente realizzate a mano attraverso una mediazione continua tra il personale gusto estetico del committente e la manualità di ciascun applicatore. Nel settore delle pavimentazioni in resina e a base cementizia, ha spiegato poi Zamorani, Mapei ha sviluppato una gamma di sistemi tecnologicamente avanzati che propongono, per ogni specifica destinazione d’uso - pubblica, privata, industriale e commerciale - forti potenzialità funzionali, espressive e decorative: MAPEFLOOR SYSTEM, linea completa di sistemi epossidici e poliuretanici, e ULTRATOP SYSTEM, sistema cementizio autolivellante a presa ed indurimento rapidi. Questi importanti sistemi sono poi stati oggetto di due successivi interventi; il primo presentato dall’arch. Giovanna Novella (Settore Pavimentazioni Industriali Mapei) che ha trattato il tema: “Dal ripristino della funzionalità alla realizzazione di pavimentazioni decorative: caratteristiche, vantaggi e versatilità d’impiego della pavimentazione cementizia in Ultratop”. Il secondo intervento è stato presentato da Alberto Arosio (Settore Pavimentazioni Industriali Mapei) ed ha avuto come argomento: “I sistemi Mapefloor: caratteristiche tecniche dei vari cicli resinosi per il recupero delle pavimentazioni industriali e per la realizzazione di pavimentazioni civili”. Queste relazioni sono state precedute dall’interessante intervento del dott. Cristiano Maltese (Laboratorio R&S Mapei, Settore Edilizia), dal titolo: “Le cause principali delle problematiche nei pavimenti industriali”. Riportiamo, in queste pagine, degli estratti delle relazioni presentate. Le cause principali delle problematiche nei pavimenti industriali Soltanto un’attenta e sistematica analisi dei meccanismi responsabili dei fenomeni di degrado permette di prevenire le frequenti problematiche a cui i pavimenti industriali sono spesso soggetti e consente di indirizzare la loro progettazione verso criteri sempre più basati sul concetto di durabilità. L’integrità di una pavimentazione può venir meno per effetto di molteplici fattori legati o alla scarsa qualità dei materiali, oppure a errori in fase applicativa o progettuale. I fenomeni di degrado vengono generalmente classificati in base alle zone del pavimento in cui essi si rendono evidenti e possono interessare: - il sottofondo; - la lastra di calcestruzzo; - lo strato d’usura. L’inefficace compattazione del sottofondo e le continue sollecitazioni meccaniche possono causare il dissesto struttu- rale della pavimentazione. Inoltre, anche l’inadeguato isolamento della lastra di calcestruzzo dovuto, per esempio, all’assenza di idonee barriere al vapore, può favorire la migrazione di specie chimiche dal terreno verso la superficie del pavimento. L’accumulo superficiale di tali sostanze può determinare sgradevoli inestetismi o addirittura il degrado del conglomerato cementizio. Va ricordato che, dal punto di vista dimensionale, il calcestruzzo non è un sistema stabile, ma è soggetto a continui movimenti. Tali movimenti, se contrastati, inducono la generazione di tensioni a trazione o a compressione che, superando la soglia critica di resistenza a trazione o a compressione del materiale, innescano la formazione di fessure che riducono la durabilità del manufatto. Tali variazioni dimensionali possono essere controllate attraverso la realizzazione dei giunti di costruzione, contrazione o isolamento. I giunti di costruzione vengono inseriti tra lastre di calcestruzzo gettate in momenti diversi. Questi dovrebbero essere rettilinei e attraversare completamente la sezione verticale. I giunti di contrazione, invece, inducono l’apertura di fessure da ritiro in opportune sezioni che vengono predisposte per assecondare i movimenti differenziali, senza causare problemi di ordine estetico o funzionale. Per raggiungere tale obiettivo le sezioni di giunto vengono indebolite eseguendo un taglio nella parte superiore del pavimento al fine di ridurne lo spessore. I pavimenti in calcestruzzo devono essere strutturalmente indipendenti dagli altri elementi costruttivi dell’edificio (muri, pilastri, colonne), in modo tale da permettere le variazioni dimensionali e gli assestamenti dovuti sia al ritiro sia alle deformazioni di natura termica. Questa separazione deve essere otte- nuta introducendo opportuni giunti di isolamento in corrispondenza delle intersezioni tra il pavimento e gli altri elementi costruttivi. Errori nella realizzazione dei giunti o la loro assenza possono, infatti, innescare l’insorgenza dei fenomeni fessurativi. Il ritiro differenziale tra la superficie superiore e inferiore della lastra in calcestruzzo determina il fenomeno meglio noto come “curling” o imbarcamento. Esso è dovuto alla differente velocità di evaporazione dell’acqua tra lo strato corticale del calcestruzzo e quello a contatto con il sottofondo. Pavimenti sottili o realizzati su supporti impermeabili (barriere a vapore, solette o vecchie pavimentazioni) tendono a subire un maggior imbarcamento rispetto a quelli realizzati su sottofondi drenanti. L’imbarcamento può essere ridotto evitando di preparare campiture aventi un rapporto lunghezza/larghezza > 3 e preferendo in generale assetti geometrici quadrati. La posa in opera di calcestruzzi a elevato rapporto acqua/ cemento può essere un’ulteriore causa di dissesto strutturale della pavimentazione: elevati quantitativi di acqua incrementano la tendenza del sistema a contrarsi e rendono più probabile l’innesco delle fessurazioni. Il fenomeno può essere limitato impiegando idonei additivi superfluidificanti che permettono di ridurre l’acqua mantenendo inalterata la lavorabilità dell’impasto. Talvolta i calcestruzzi vengono confezionati impiegando aggregati “reattivi” a base di opale, cristobalite, tridimite o calcedonio. Tali minerali, in presenza degli alcali rilasciati dal cemento (Na2O, K2O) e di acqua, sono soggetti alla reazione “alcali-aggregato”. Essa dà origine a un silicato alcalino gelatinoso che, rigonfiandosi, porta alla formazione di fessure irregolari dalle quali fuoriesce una 1 Foto 1. Distacco dello strato d’usura. Foto 2. Showroom Ingram - Sansepolcro (AR). Sistema usato: ULTRATOP SYSTEM. sostanza colloidale biancastra. Per migliorare la resistenza all’abrasione del pavimento, si posa superficialmente il cosiddetto “strato d’usura”. Si tratta di un materiale costituito da miscele a base di cemento, quarzo, corindone o limatura di ferro (tecnica a spolvero), talvolta additivate con acqua (tecnica a pastina). L’applicazione prematura o tardiva dello strato ne riduce l’adesione alla lastra di calcestruzzo. Tale effetto può portare al distacco dello strato d’usura con ovvi problemi di funzionalità del pavimento. ULTRATOP SYSTEM Il sistema cementizio autolivellante ULTRATOP, nato con funzioni strettamente legate al settore industriale, grazie alla sua versatilità si è fatto strada nei più svariati ambiti come quello commerciale, civile e residenziale. Le elevate resistenze meccaniche alla compressione e all’abrasione sono le caratteristiche principali del prodotto. È proprio per tali qualità specifiche che 2 21 IL PARERE DELL’ESPERTO Foto 3. Uffici postali – Peschiera Borromeo (MI). Sistema usato: MAPEFLOOR SYSTEM 91. Foto 4. Industria dolciaria Maglio – Maglie (LE). Sistemi usati: MAPEFLOOR SYSTEM 33 e MAPEFLOOR SYSTEM 32. ULTRATOP, a differenza dei comuni autolivellanti cementizi che necessitano di essere ricoperti da un ulteriore rivestimento, può rimanere a vista come pavimento finito e resiste all’usura provocata da un leggero traffico di veicoli con ruote gommate all’interno di magazzini con frequenti movimentazioni di merci. Altre caratteristiche principali del sistema sono le elevate proprietà autolivellanti, la facilità di applicazione per superfici grandi, medie o di piccole dimensioni, la rapidità di asciugamento e di indurimento. In evidenza anche il suo aspetto estetico: le 6 differenti colorazioni della malta possono essere impiegate singolarmente oppure possono essere accostate tra loro per creare superfici uniche in qualsiasi tipo di ambiente. Sono questi i principali effetti della pavimentazione in ULTRATOP: sNATURALE, qualora la realizzazione della nuova pavimentazione serva a ripristinare la funzionalità di superfici degradate dall’usura o dal continuo traffico di mezzi meccanici. Tali ambienti sono rappresentati da capannoni industriali, centri commerciali, parcheggi interrati, supermercati ecc.; s LEVIGATO, qualora la malta indurita di ULTRATOP (dopo circa due giorni dalla stesura), venga sottoposta a trattamento di levigatura a secco in modo da modificarne sensibilmente l’aspetto estetico finale. In seguito a tale trattamento, che prevede l’impiego di levigatrici dotate di utensili diamantati, la pavimentazione assume un aspetto nuovo, la superficie si presenta liscia, lucida e riflettente la luce e diventa simile a una pietra naturale. Specifici trattamenti protettivi superficiali sono stati appositamente formulati per rendere la pavimentazione non assorbente e, al contempo, mantenere o esaltare il suo effetto riflettente. E’ interessante notare, dal punto di vista estetico, come il trattamento di levigatura metta in luce gli inerti contenuti all’interno della malta conferendo alla superficie levigata un effetto sale-pepe; sTERRAZZO, per realizzare pavimentazioni simili all’antico “terrazzo alla veneziana”. In tal caso, la malta di ULTRATOP, 22 3 utilizzata come legante e miscelata con aggregati naturali o artificiali, viene stesa sulla pavimentazione e, trascorso il tempo necessario all’indurimento, viene sottoposta a trattamento di levigatura a secco. Le combinazioni di colori e le geometrie realizzabili sono davvero infinite. La proposta Mapei per la realizzazione di tali pavimentazioni punta verso l’impiego, all’interno della miscela, degli aggregati artificiali DYNASTONE COLOR. Tali aggregati, di natura cementizia, sono prodotti con l’impiego di superfluidificanti acrilici “nanostrutturali” della linea DYNAMON e consentono di ottenere un prodotto finito assolutamente compatibile con la malta in ULTRATOP, con caratteristiche meccaniche simili a quelle delle pietre naturali ma con colorazioni difficilmente riscontrabili in natura e di forma arrotondata. E’ proprio grazie a queste innovative caratteristiche che la pavimentazione in ULTRATOP e DYNASTONE, se da un lato ripropone una tradizione vecchia di secoli, dall’altro supera i limiti delle pavimentazioni tradizionali grazie all’innovazione tecnologica dei materiali impiegati e riesce a ridurre sensibilmente le tempistiche relative alle operazioni di posa. MAPEFLOOR SYSTEM Caratterizzate da superfici continue e monolitiche, le pavimentazioni in resina si considerano ormai soluzioni insostituiMAPEFLOOR SYSTEM Sistemi impermeabili al vapor d’acqua Sistemi permeabili al vapor d’acqua Sistemi per il recupero di pavimentazioni molto degradate Sistemi per pavimentazioni decorative bili sul mercato nei più svariati ambienti: magazzini di stoccaggio, industrie alimentari, chimiche e farmaceutiche, reparti ospedalieri, centri commerciali, abitazioni ecc. Elementi comuni a tutte le tipologie di pavimentazioni in resina sono il limitato spessore applicativo, l’esecuzione di superfici monolitiche con un limitato numero di giunti, la possibilità di applicazione su superfici vecchie o di nuova realizzazione, l’effetto decorativo conferito dal colore e dalla manualità di ogni singolo operatore. La qualità e la resa delle pavimentazioni in resina è strettamente connessa alla sua capacità di aderire al supporto che deve necessariamente essere sempre preparato meccanicamente. L’elevata resistenza meccanica e la resistenza all’abrasione sono le due caratteristiche che hanno permesso il largo impiego delle resine nel settore industriale e logistico, dai magazzini meccanizzati, alle industrie chimiche, farmaceutiche ed alimentari. Altri aspetti che influenzano in maniera differente i vari ambiti applicativi delle pavimentazioni in resina sono l’esigenza di una perfetta planarità, il diverso grado di elasticità dei materiali, l’aspetto superficiale liscio o antiscivolo, la facilità di pulizia e di manutenzione. Quest’ultimo argomento interessa tutti i campi applicativi: dai sistemi meccanizzati del grande complesso industriale, alle esigenze di elevata igiene all’interno MAPEFLOOR SYSTEM – SERIE 30 MAPEFLOOR SYSTEM – SERIE 50 MAPEFLOOR SYSTEM – SERIE 90 DECOR SYSTEM – SERIE 70 di complessi ospedalieri, fino alla manutenzione in ambito residenziale. Un’ultima caratteristica, che rende le pavimentazioni in resina uniche e mai riproducibili, è riconducibile al loro aspetto estetico, ricco di potenzialità espressive e decorative. L’effetto conferito dal colore e dalla natura stessa dei materiali applicati secondo le più svariate tecniche (es. realizzazione di autolivellanti, spatolati, nuvolati, seminati ecc.), consente, infatti, possibilità creative praticamente illimitate. Mapei si è da tempo posizionata nel mercato delle pavimentazioni in resina grazie allo sviluppo di sistemi dall’elevata tecnologia e in grado di soddisfare le molteplici esigenze degli utilizzatori finali. MAPEFLOOR SYSTEM offre le soluzioni funzionali e decorative per ogni specifica destinazione d’uso. Le varie soluzioni proposte interessano tutti i campi applicativi, in quanto consentono di realizzare rivestimenti con differenti gradi di resistenza meccanica, chimica, con o senza barriera a vapore, con diverse finiture e molteplici colorazioni (come riassunto nella tabella nella pagina accanto). Sono questi i sistemi della grande famiglia MAPEFLOOR SYSTEM, le cui caratteristiche peculiari, come vedremo, li rendono idonei nel soddisfare ogni specifica esigenza, come qui sotto elencato. Rivestimenti multistrato antisdrucciolo Con la Serie 30 è possibile realizzare rivestimenti multistrato antisdrucciolo per pavimentazioni sottoposte a un traffico medio-leggero o medio-pesante, con un’elevata resistenza chimica. I sistemi a multistrato si differenziano per il loro spessore applicativo: da 0,8 a 1,2 mm per MAPEFLOOR SYSTEM 31 e da 3 a 3,5 mm per MAPEFLOOR SYSTEM 32. Anche con la Serie 50 è possibile realizzare rivestimenti a multistrato, ma per pavimentazioni anche non dotate di barriera a vapore, sottoposte a una debole resistenza chimica. Fanno parte dei sistemi permeabili al vapor d’acqua: MAPEFLOOR SYSTEM 51, per spessori di circa 3 mm e MAPEFLOOR SYSTEM 52 per spessori di circa 5 mm. Rivestimenti autolivellanti È possibile realizzare rivestimenti epossidici autolivellanti impiegando MAPEFLOOR SYSTEM 33 qualora le pavimentazioni siano dotate di barriera a vapore per spessori da 2 a 4 mm. Per pavimentazioni anche non dotate di barriera a vapore sarà indispensabile impiegare MAPEFLOOR SYSTEM 53 nello spessore di circa 4 mm. Pavimentazioni autolivellanti possono, inoltre, essere realizzate impiegando anche MAPEFLOOR I 320 SL CONCEPT con effetto granulare, per la realizzazione di pavimentazioni resistenti all’abrasione; questo sistema è disponibile in 5 differenti colorazioni. Recupero di vecchie pavimentazioni degradate La Serie 90 è dedicata all’esecuzione di pavimentazioni sottoposte a traffico medio-pesante dove è richiesta anche un’elevata resistenza chimica. Grazie all’impiego di MAPEFLOOR SYSTEM 91, infatti, è possibile realizzare rivestimenti epossidici con malta spatolata esente da solventi, di consistenza terra umida, per spessori compresi tra 6 e 15 mm. Rivestimenti con elevate resistenze chimiche Rivestimenti resinosi che conferiscono elevate resistenze chimiche all’interno di industrie alimentari, chimiche, tessili o nel settore della depurazione delle acque possono essere eseguiti mediante l’impiego di formulati a base di poliuretano cemento: MAPEFLOOR CPU/MF, autolivellante ad elevata resistenza chimica, applicabile in uno spessore di 3-4 mm o MAPEFLOOR CPU/HD, malta tricomponente ad alta resistenza chimica ed elevata resistenza meccanica per il rivestimento di pavimentazioni industriali in uno spessore compreso tra 6 e 9 mm. Trattamenti antipolvere e antiolio L’esecuzione di trattamenti antipolvere e antiolio si può realizzare con diversi sistemi a seconda delle condizioni del supporto oggetto dell’intervento: con MAPEFLOOR SYSTEM 34 è possibile eseguire verniciature con sistemi epossidici esenti da solvente per pavimentazioni industriali dotate di barriera a vapore. Nei casi in cui il supporto non fosse provvisto di adeguata barriera a vapore, sarà indispensabile impiegare MAPEFLOOR SYSTEM 61, sistema epossidico idrodisperso. È anche possibile effettuare il trattamento antipolvere e antiolio impiegando MAPEFLOOR SYSTEM PU 65, sistema poliuretanico alifatico trasparente esente da solventi, permeabile al vapor d’acqua, particolarmente idoneo per superfici in calcestruzzo. Pavimentazioni decorative Infine, per la realizzazione di pavimentazioni decorative con effetto spatolato o nuvolato, DECOR SYSTEM 70 è il sistema epossipoliuretanico esente da solventi con ottime resistenze all’usura, impiegabile in spessori da 1,5 a 3 mm. Questo sistema consente di realizzare pavimentazioni sottoposte a traffico medio dove è richiesta una superficie liscia o mossa all’interno di appartamenti, negozi, show-room, uffici e aree commerciali. Per maggiori informazioni sui prodotti citati all’interno dell’articolo, consultare le relative schede tecniche contenute nel sito www.mapei.com. 4 REFERENZE A tutto GAS PER I PAVIMENTI ALL’INTERNO DELL’AZIENDA DI ABBIGLIAMENTO, ULTRATOP È STATO DIRETTAMENTE STESO SULLA SUPERFICIE IN LEGNO G as Jeans è un marchio italiano di abbigliamento di alta qualità fondato negli anni ’70 da Claudio Grotto. L’azienda vicentina ha consolidato nel tempo la propria fama e ora può vantare sei filiali europee, oltre a quelle giapponesi e indiane, ed è presente in 56 Paesi con 3.000 punti vendita. Nel 2006 la Grotto SpA proprietaria del marchio ha deciso di spostare la produzione presso altre sedi e nel capannone di Chiuppano (VI), sede storica dell’azienda, ha preferito localizzare tutti gli uffici, i laboratori e lo stoccaggio delle merci. L’intervento è stato diviso in due fasi - durante le quali l’Assistenza Tecnica Mapei ha affiancato il progettista nella scelta dei prodotti migliori per soddisfare le richieste del committente – e inizialmente ha previsto la creazione di un pavimento monolitico uniforme, simile alla resina, da realizzare direttamente su un soppalco realizzato per l’occasione in travi di acciaio e con la superficie rivestita in legno per circa 2.500 metri quadrati. In un secondo 24 tempo l’azienda ha richiesto anche di rivestire il vecchio pavimento industriale dell’edificio (5.500 metri quadrati circa) dove precedentemente era localizzata la produzione degli articoli di abbigliamento. Il pavimento del soppalco La prima parte dell’intervento ha riguardato la realizzazione del pavimento sopra il soppalco rivestito da pannelli in legno pressato non trattato (spessore 2 cm) di circa 2.500 metri quadrati. Il direttore dei lavori insieme all’impresa che ha effettuato i pavimenti hanno scelto di utilizzare la malta autolivellante a base di speciali leganti idraulici ULTRATOP* che avevano già usato in un altro cantiere su supporti cementizi ottenendo ottimi risultati. ULTRATOP* si usa all’interno di edifici civili e industriali per livellare e lisciare, in uno spessore compreso tra 5 e 40 mm, su sottofondi nuovi o preesistenti in calcestruzzo e in ceramica allo scopo di renderli in grado di sopportare anche l’intenso traffico pedonale e quello di veicoli con ruote gommate. Oltre alle elevate resistenze meccaniche e all’abrasione, la superficie realizzata con ULTRATOP* è esteticamente piacevole e può rimanere a vista come pavimento finito. Per la sua versatilità (può essere levigato, miscelato con aggregati naturali, scelto in diversi colori) si adatta anche a impieghi legati al settore decorativo dell’edilizia civile. Caratteristica particolare di questa parte dell’intervento però è stata quella di essere la prima volta in cui ULTRATOP* è stato steso direttamente su un supporto in legno. Inizialmente si è proceduto applicando sul supporto due mani di PRIMER SN*; la superficie ancora fresca è stata spolverizzata con QUARZO 0,5* in modo da regolarizzare la superficie esistente e da permettere la massima adesione di ULTRATOP* al supporto. Dopo l’asciugatura di PRIMER SN* il quarzo che non era in adesione è stato aspirato. Sono stati poi applicati dei profili in PVC, incollati con MAPEFLEX PU45*, in modo da formare dei veri e pro- Foto 1. Il soppalco è stato realizzato con pannelli in legno pressato non trattato. Sul supporto in legno sono state applicate due mani di Primer SN; a superficie ancora fresca è stato spolverizzato del Quarzo 0,5. Sono stati poi applicati dei profili in PVC incollati con Mapeflex PU45 così da formare delle superfici ridotte. Foto 2 e 3. Successivamente è stato applicato Ultratop con una pompa Putzmeister. 1 2 3 4 5 Foto 4. Dopo due giorni il supporto è stato carteggiato a secco. Foto 5. La superficie è stata finita con Mapecoat I 600 W e Mapelux Opaca che conferiscono al pavimento un effetto semilucido e lo impermeabilizzano all’acqua e agli olii. 6 Foto 6. Un’immagine del pavimento del soppalco finito. Foto 7. Le pedate della scala in acciaio che mette in comunicazione il soppalco con il piano terra sono state realizzate sempre con Ultratop. 7 pri giunti; i profili hanno creato delle superfici ridotte (seguendo le dimensioni dei pannelli), così da evitare che ULTRATOP* steso come in questo caso su di un supporto piuttosto flettente, potesse avere eventuali fessurazioni. A questo punto prima di procedere al getto, il progettista e la committenza hanno deciso di utilizzare la malta in una miscela formata da ULTRATOP* nel colore Antracite e nel colore Grigio Chiaro al 50%. Successivamente è iniziata la stesura di ULTRATOP* con la pompa Putzmeister (spessore 1 cm). 25 REFERENZE Foto 7. Il precedente pavimento era in cemento quarzato verde. E’ stato prima molato con levigatrice e poi sono state applicate due mani di Primer G. Foto 8, 9 e 10 . Dopo l’asciugatura del primer, si è proceduto con la pompa Putzmeister al getto e poi alla stesura di Ultratop. Foto. 11. La superficie è stata finita con Mapecoat I 600 W e Mapelux Opaca. 11 26 7 8 9 10 Dopo due giorni dall’applicazione dell’impasto è stato effettuato il trattamento di carteggiatura a secco così da portare in superficie i profili in PVC e in modo da ottenere una superficie liscia e lucida. L’intervento è terminato con l’applicazione della finitura epossidica bicomponente in dispersione acquosa MAPECOAT I 600 W* e una mano di MAPELUX OPACA*. Il trattamento conferisce al pavimento un effetto semilucido e rende la superficie maggiormente resistente all’usura, impermeabile all’acqua e agli olii e facilmente pulibile. Il soppalco è collegato al piano sottostante da una scala realizzata in acciaio. Le pedate, sempre nello stesso materiale, sono state rivestite con ULTRATOP e finite con MAPECOAT I 600 W* e una mano di MAPELUX OPACA*. Il pavimento dell’edificio La seconda fase dell’intervento ha riguardato il rivestimento del vecchio pavimento industriale dell’edificio di circa 5.500 metri quadrati sempre con ULTRATOP*, rispettando i giunti di dilatazione già presenti nel pavimento stesso. Per prima cosa la superficie di posa esistente – realizzata in cemento quarzato verde - è stata molata con la levigatrice meccanica e dischi diamantati; successivamente per migliorare l’adesione del getto con ULTRATOP*, sono state applicate due mani dell’appretto a base di resine sintetiche in dispersione acquosa PRIMER G*. La prima mano è stata diluita con acqua nella proporzione 1:1, la seconda invece 1:2. Una volta asciutto il primer, è iniziata la stesura di ULTRATOP* sempre con la macchina a pompa Putzmeister (spessore 6 mm). Come per il soppalco, anche qui la miscela usata per realizzare il pavi- mento è stata miscelata appositamente per il cliente, ed era composta in questo caso da tre parti di ULTRATOP* colore Grigio Chiaro e una di colore Bianco. ULTRATOP* è disponibile nei colori Grigio Chiaro, Bianco, Beige, Rosso, Antracite e Standard. Dopo due giorni la superficie è stata carteggiata e trattata con MAPECOAT I 600 W* e una mano di MAPELUX OPACA* per un effetto semilucido e una maggiore resistenza. *Prodotti Mapei: i prodotti citati in questo articolo appartengono alla linea “Pavimentazioni cementizie e in resina”. Le relative schede tecniche sono contenute nel DVD “Mapei Global Infonet” e nel sito www.mapei.com. Mapecoat I 600 W: finitura trasparente epossidica bicomponente in dispersione acquosa. Mapeflex PU45: sigillante e adesivo poliuretanico monocomponente tissotropico ad alto modulo elastico e a rapido indurimento. Mapelux Opaca: cera metallizzata a doppia reticolazione ad alta resistenza opaca. Primer G: apretto a base di resine sintetiche in dispersione acquosa. Primer SN: primer epossidico bicomponente fillerizzato senza solventi. Quarzo 0,5: quarzo sferico grigio di origine alluvionale per sistemi Mapefloor e Triblock P. Ultratop: malta autolivellante a base di speciali leganti idraulici, ad indurimento ultrarapido per realizzare pavimentazioni resistenti all’abrasione in uno spessore compreso tra 5 e 40 mm. SCHEDA TECNICA GAS Jeans, Chiuppano (VI) Intervento: realizzazione di pavimentazioni cementizie Anno di intervento: 2006 Committente: GAS Jeans - Grotto SpA Progettista: arch. Ruggero Faccin Direzione lavori: Studio A.U.A. – arch. Ruggero Faccin Impresa di posa: Vissa srl – Schio (VI) Rivenditore Mapei: Vissa srl – Schio (VI) Coordinamento Mapei: Paolo Toniolo 27 GIOCO DI SQUADRA VARSAVIA Mapei Polska (ufficio commerciale) MAPEI POLSKA RADDOPPIA TRZEBINIA Górka Cement (cementeria) A Gliwice ampliato lo stabilimento produttivo e inaugurato il centro di formazione della consociata polacca GLIWICE Mapei Polska (stabilimento) L o scorso 14 settembre, alla presenza di più di 800 invitati, a Gliwice, città della regione della Slesia, nella Polonia del Sud, si è svolta la cerimonia ufficiale di fine lavori di ampliamento dello stabilimento produttivo di Mapei Polska, la consociata polacca del Gruppo Mapei. Si tratta di un ulteriore passo avanti nell’ambizioso progetto di investimenti dell’Azienda sul mercato polacco, iniziati nel 2000 con la fondazione di Mapei Polska e proseguiti con l’acquisizione, nello stesso anno, di Gorka Cement, produttore di cemento alluminoso adesso utilizzato come materia prima in molti degli impianti del Gruppo Mapei. Una rapida evoluzione In pochi anni la consociata polacca ha acquisito una posizione di rilievo in questo Paese, non solo nel mercato dei prodotti per la posa di ceramica, ma anche in quello degli impermeabilizzanti, delle finiture murali e delle soluzioni per la posa di resilienti e parquet. A distanza di soli 4 anni dall’inaugurazione dello stabilimento di Gliwice, avvenuta nell’aprile 2003 (si veda l’articolo pubblicato su Realtà Mapei n. 62), i brillanti risultati di Mapei Polska hanno s assicurato a Mapei una posizione solida anche in Polonia e, di conseguenza, è stato necessario investire ulteriormente nelle strutture produttive per sostenere l’intenso ritmo di crescita della consociata. Per il Gruppo Mapei la Polonia si conferma così al quarto posto, in termini di fatturato e di investimenti, tra i mercati mondiali, dopo Italia, Stati Uniti e Germania. Ciò è dovuto alla presenza in questo Paese non solo di Mapei Polska e di Górka Cement, ma anche di Sopro Polska, Società entrata nel Gruppo Mapei con l’acquisizione di Sopro nel 2002. Attualmente in Polonia il Gruppo Mapei conta oltre 500 dipendenti. Per il 2007 Mapei Polska prevede di superare i 35 milioni di euro di fatturato e, grazie anche agli investimenti recentemente avviati, è previsto per l’anno prossimo un ulteriore incremento, di oltre il 30%. Gli obiettivi di Mapei Polska sono ambiziosi: la Società ha intenzione di ampliare la propria quota di mercato e diventare, grazie all’implementazione locale di tutte le gamme di prodotti sviluppati da Mapei, leader in Polonia per quanto riguarda non solo le fugature ma anche gli adesivi e i prodotti chimici per l’edilizia per i quali il mercato polacco è sicuramente molto recettivo. L’Azienda punta su un’ampia offerta di prodotti destinati sia ai professionisti che ai clienti delle catene “Do it yourself”, un segmento di mercato molto importante e ben sviluppato in Polonia. Nuove linee, nuovi macchinari, nuove rampe, nuovi spazi Grazie al recente avviamento di una nuova linea di produzione di adesivi e alla modernizzazione di quella già esistente, Mapei Polska ha raggiunto una capacità produttiva annua di 250.000 tonnellate. Nello stabilimento di Gliwice è stata Foto 1. Lo stabilimento di Mapei Polska a Gliwice. 1 28 Foto 2. La conferenza stampa organizzata da Mapei Polska. Hanno partecipato (da destra): Giorgio Squinzi, Presidente del Gruppo Mapei; Artur Olubek, General Manager di Mapei Polska; Veronica Squinzi, Manager Pianificazione Strategica del Gruppo Mapei e Direttore del Consiglio di Amministrazione di Mapei Polska; Piotr Kuoglin, Responsabile Assistenza Tecnica di Mapei Polska. 2 inoltre installata una nuova macchina per l’applicazione dall’alto dei teli di pvc sui pallet di prodotti, che vengono in questo modo completamente avvolti e protetti. Ciò permette lo stoccaggio dei bancali anche in luoghi aperti: un indubbio vantaggio per i clienti di Mapei, che spesso si trovano a dover conservare i prodotti in spazi non particolarmente ampi e all’esterno. Anche la linea produttiva di malte per fughe è stata completamente automatizzata e potenziata fino a raggiungere una capacità annua di 20.000 tonnellate. Inoltre, l’installazione di un nuovo potente robot permette una rapida e flessibile palletizzazione delle confezioni più piccole di fuganti, destinate a soddisfare le esigenze di un mercato in cui il servizio sta acquisendo sempre maggior peso nella determinazione del vantaggio competitivo. Questo potenziamento della produzione segue da vicino il grande successo in Polonia delle malte per fughe Mapei, in modo particolare di Ultracolor Plus (malta ad asciugamento rapido, Foto 3, 4 e 5. Alcune immagini della visita allo stabilimento. Nella foto 3, da destra: Piotr Wojachek, Presidente dell’Area Economica di Katowice; Giorgio Squinzi e Veronica Squinzi. Nella foto 4: Riccardo Ardito, Export Area Manager per la Polonia; Marco Squinzi, Responsabile Ricerca & Sviluppo del Gruppo Mapei e Presidente del Consiglio di Amministrazione di Górka Cement; Enrico Geronimi, Assistenza Tecnica Mapei SpA. antiefflorescenze, idrorepellente con DropEffect® e antimuffa con tecnologia BioBlock®) che garantiscono all’Azienda una posizione di leadership (detenendo una quota di mercato pari al 70%) grazie alla qualità dei suoi prodotti, riconosciuta anche in questo mercato. L’incremento della capacità produttiva si accompagna ad un’estensione dello spazio dedicato al magazzino (dove agli esistenti 7.000 m2 sono stati aggiunti altri 5.000 m2 coperti) e al miglioramento della logistica in entrata ed in uscita: 4 nuove rampe permettono ora a Mapei Polska il carico di quasi 100 camion al giorno. Nello stabilimento di Gliwice vengo3 4 no dunque oggi fabbricati, con ancora maggior flessibilità e velocità, prodotti nati specificatamente per le esigenze del mercato polacco, come gli adesivi per ceramica MAPEKLEJ EXTRA (classificato C1 secondo la normativa EN 12004) e ADESILEX P9 EXPRESS (classificato C2FT e nato per soddisfare la necessità di avere un adesivo rapido nella classe C2), MAPETHERM DO STYROPIANU e MAPETHERM DO SIAKTI (entrambi appartenenti alla linea MAPETHERM, studiati per rispondere a una crescente domanda locale di materiali per l’isolamento a cappotto degli edifici e usati, rispettivamente, per l’incollaggio dei pannelli di polistirolo e la 4 5 29 6 7 Foto 6. Le due nuove macchine per la pallettizzazione dei prodotti, recentemente introdotte nello stabilimento di Gliwice. Foto 7. La nuova training room di Mapei Polska. Foto 8 e 9. Una dimostrazione all’aperto con la nuova training car di Mapei Polska. successiva rasatura) e le relative finiture, come QUARZOLITE TONACHINO e SILEXCOLOR TONACHINO, caratterizzate da particolari granulometrie e proprietà adatte al mercato locale. Formazione “indoor” e “on the road” Nella sede di Gliwice si trova, oltre all’area per la produzione e agli uffici amministrativi, anche la nuova e modernissima training room, aperta per la prima volta proprio in occasione di quest’inaugurazione ufficiale. Si tratta di un ambiente raffinato e al tempo stesso moderno e tecnologico che, con i suoi 50 posti a sedere, ospiterà le attività formative dedicate ai posatori ed ai clienti Mapei del sud della Polonia. La sala principale è preceduta da un ambiente organizzato come un moderno show room dove, in una cornice di luci artificiali e tra i colori dell’elegante pavimento realizzato con un sistema epossipoliuretanico Mapei (MAPEFLOOR DECOR SYSTEM 70), il visitatore è accompagnato sui due lati da imponenti lastre in cui vengono presentate le principali soluzioni dell’Azienda per la posa della ceramica, delle pavimentazione resilienti, per le 30 finiture murali e la riparazione del calcestruzzo. Mapei pone da sempre grande attenzione alla formazione, che diventa una componente essenziale della strategia di crescita nei diversi mercati dove opera. A riprova di questa vocazione, a fianco della training room, a Gliwice è stato anche presentato il nuovissimo training truck che, come una scuola itinerante, percorrerà la Polonia da nord a sud e da est ad ovest per incontrare i clienti e dare l’opportunità, anche nelle 9 zone più periferiche, di partecipare alle attività formative. Il training truck (12 tonnellate di peso) è stato progettato appositamente per poter realizzare presentazioni all’aperto in modo dinamico e professionale: in 20 minuti viene allestito con tavoli, sedie, televisori al plasma e stage per le dimostrazioni. In caso di pioggia è possibile realizzare un’area riparata. Mapei Polska nel corso del 2006 ha organizzato più di 1.200 incontri di formazione tecnica ai quali hanno partecipato ben 12.000 professionisti. Con questi due nuovi strumenti la consociata polacca potenzierà ulteriormente la sua capacità di interagire e offrire formazione ai posatori professionisti. 8 Festa! L’inaugurazione si è svolta in un clima festoso: nell’area esterna dello stabilimento è stata organizzata una grigliata all’aperto e, tra musica, dimostrazioni tecniche e il divertente intrattenimento di un professionista del cabaret, si è atteso che gli oltre 800 ospiti, fra cui molte autorità locali e giornalisti, visitassero lo stabilimento, la training room e il training truck. Successivamente, giornalisti di diverse testate locali hanno assistito alla conferenza stampa organizzata presso la training room, nel corso della quale sono intervenuti alcuni membri del Consiglio di Amministrazione del Gruppo Mapei e di Mapei Polska. In quest’occasione Giorgio Squinzi, Presidente del Gruppo, ha illustrando i motivi che hanno spinto l’Azienda a investire in maniera così consistente in questo Paese: le grandi potenzialità di quest’ultimo a livello commerciale (il settore delle costruzioni polacco vanta uno dei più elevati tassi di crescita in Europa); la disponibilità di manodopera qualificata e di materie prime di alta qualità; il ruolo propulsivo che svolge nei confronti di altri mercati dell’Europa dell’Est (Mapei Polska, infatti,fornisce anche i Paesi Baltici, la Slovacchia, la Repubblica Ceca e l’Ucraina). A fine giornata, in una sala delimitata da suggestive scaffalature alte più di 12 metri e colme di confezioni di ULTRACOLOR PLUS e di altri prodotti di punta Mapei, è iniziata la grande festa con cena, animata da personaggi dello spettacolo e da due gruppi musicali molto in voga in Polonia: i T-Love e Kombi. La serata è stata un’ottima occasione per Squinzi di confermare a tutti i presenti la propria simpatia per la Polonia e sottolineare l’importanza di questo mercato per l’Azienda, che ha qui raggiunto eccellenti traguardi. A questo risultato ha contribuito in maniera significativa l’impegno personale di Veronica Squinzi, Manager della Pianificazione Strategica del Gruppo Mapei e Direttore del Consiglio di Amministrazione di Mapei Polska, che da sempre ha creduto nelle potenzialità di questo mercato ed è stata l’artefice della realizzazione di obiettivi che nessuna altra azienda straniera è riuscita a concretizzare in un arco di tempo così limitato, così come il coinvolgimento diretto in Polonia di Marco Squinzi, Responsabile della Ricerca & Sviluppo del Gruppo Mapei e Presidente del Consiglio di Amministrazione di Górka Cement. 10 Foto 10. La cena organizzata a fine giornata nello stabilimento di Gliwice. La valorizzazione di un management locale ha sicuramente contribuito al successo di Mapei Polska ed è del tutto in linea con uno dei principi cardini della filosofia di Mapei, Azienda a vocazione globale ma locale nel modo di agire (da qui il motto di Squinzi: “italiani in Italia, americani in America, polacchi in Polonia”). A questo proposito ricor- diamo Artur Olubek, General Manager di Mapei Polska e punto di riferimento dell’organizzazione della consociata, Agata Modrzejewska, Responsabile del Marketing ed organizzatrice di questo riuscitissimo evento, e Miroslav Saluta, Direttore Commerciale della consociata polacca. Il 2010, anno di realizzazione della strategia di sviluppo di Mapei “Vision 2010”, non è lontano, allora avanti tutta…ché il vento dell’est tira forte!! LA NOTTE DEI CAMPIONI Tra le molte attività di marketing organizzate di recente da Mapei Polska c’è anche la cosiddetta “Mapei Night of the Champions”, un evento sportivo a cui hanno assistito, tra gli altri spettatori del folto pubblico, 157 tra clienti, partner d’affari e amici della consociata polacca. Si tratta di un prestigioso incontro di box, svoltosi lo scorso 26 maggio, tra i due famosi pugili Krzysztof “Diablo” Wlodarczyk e Steve Cunningham, di cui hanno parlato diffusamente giornali, televisioni e radio. Mapei Polska è stata sponsor ufficiale dell’evento e ha colto l’occasione per trarre il massimo vantaggio commerciale da quello che è stato il più grande gala di box mai tenutosi in Polonia, attraverso speciali promozioni vendita e spot su vari mezzi di comunicazione. Inoltre, per tutta la serata un’ampia esposizione del marchio Mapei all’interno dell’arena di Gliwice è stata assicurata da numerosi banner, striscioni, palloncini e programmi dell’incontro. L’esclusività dell’evento e l’atmosfera elettrizzante hanno contribuito alla perfetta riuscita dell’iniziativa: gli ospiti di Mapei Polska si sono detti entusiasti della chance, offerta loro dall’Azienda, di essere presenti alla Notte dei Campioni. 31 PORTFOLIO ACQUA E BENESSERE P er la posa, l’impermeabilizzazione e la decorazione delle superfici delle piscine, Mapei ha messo a punto dei sistemi di prodotto che garantiscono facilità d’impiego, eccellenti e durature prestazioni e un piacevole impatto estetico delle superfici finali. Proprio per queste caratteristiche, i sistemi Mapei sono stati, sin da subito, recepiti positivamente dal mercato internazionale, trovando largo impiego in numerosi cantieri di diversi Paesi. In particolare in Polonia, i prodotti dell’Azienda hanno contribuito alla realizzazione di svariate piscine in prestigiosi complessi alberghieri di cui riportiamo alcuni esempi in queste pagine. In generale i lavori per la realizzazione delle superfici delle piscine polacche hanno previsto le seguenti fasi: 1. Preparazione dei supporti. Al fine di livellare le irregolarità delle superfici in calcestruzzo, dopo aver adeguatamente ripulito il sottofondo delle vasche, si è proceduto all’applicazione di una rasatura a base di acqua, cemento Portland e sabbia, additivata con PLANICRETE, previa stesura di un ponte di adesione realizzato ancora con PLANICRETE, acqua e cemento Portland. 2. Impermeabilizzazione dei sottofondi. Intorno alle tubature e ai getti d’acqua sono stati scavati dei solchi, poi riempiti completamente con la malta epossidica KERAPOXY per proteggere queste zone dal rischio di fessurazioni. Sulle restanti superfici è stata applicata In Polonia i più importanti alberghi, seguendo una tradizione mitteleuropea, dedicano piscine e ambienti lussuosi ai luoghi per la cura e il relax del corpo la membrana cementizia MAPELASTIC armata con una rete in fibra di vetro alcali resistente. In molti casi, inoltre, la perfetta impermeabilizzazione degli angoli è stata assicurata con il nastro gommato MAPEBAND applicato sugli angoli. 3. Posa del mosaico o della ceramica. Per l’incollaggio di mosaico di vetro o di piastrelle di ceramica è stato per lo più impiegato l’adesivo GRANIRAPID nella versione bianca. Nel caso di mosaico trasparente è stato invece scelto KERAPOXY, questa volta utilizzato come adesivo, nella tonalità più idonea ad ottenere l’effetto di colore desiderato dai progettisti. Nel caso di posa di piastrelle ceramiche su ampie superfici, come quelle dei pavimenti adiacenti delle piscine, si è fatto ricorso all’adesivo KERAFLEX. 4. Stuccatura delle fughe e dei giunti di espansione. Le fughe delle piastrelle sono state per lo più stuccate con la malta KERAPOXY, particolarmente adatta a quegli ambienti in cui è necessario garantire una totale igienicità e resistenza agli agenti aggressivi chimici. Per le superfici più ampie si è fatto uso della malta ad alte prestazioni, anti-efflorescenze, ULTRACOLOR PLUS, idrorepellente con DropEffect® e antimuffa con tecnologia BioBlock®. Il riempimento dei giunti tra le superfici orizzontali e quelle verticali è stato assicurato con il sigillante siliconico a reticolazione acetica MAPESIL AC, disponibile in un’ampia varietà di colori, in grado di combinarsi perfettamente con le tonalità di KERAPOXY e ULTRACOLOR PLUS. Piscina Hotel Habenda – Budzyn Per questa piscina sono stati utilizzati: PLANICRETE come additivo per preparare i supporti; MAPELASTIC e MAPEBAND per impermeabilizzarli; GRANIRAPID bianco e KERAPOXY per posare il mosaico vetroso; ADESILEX P4 per l’incollaggio del gres porcellanato a pavimento; ADESILEX P9 EXPRESS (adesivo prodotto dalla consociata polacca del Gruppo Mapei e distribuito in Polonia e nei Paesi limitrofi) per quello di altre piastrelle ceramiche; ULTRACOLOR PLUS per la stuccatura delle fughe; MAPEFLEX PU21 per la sigillatura dei giunti tra la vasca e i pavimenti ad essa adiacenti. Con MAPESIL AC sono stati invece riempiti i giunti tra le pareti ed i pavimenti adiacenti alla vasca. Per maggiori informazioni sui prodotti citati consultare le relative schede tecniche nel sito www.mapei.com. 32 Piscina Hotel Belvedere – Zakopane Questo cantiere prevedeva brevissimi tempi di esecuzione (meno di due mesi). Dopo la preparazione dei supporti con una rasatura additivata con PLANICRETE e l’impermeabilizzazione con MAPELASTIC e MAPEBAND, il sistema adesivo GRANIRAPID bianco, a 2 componenti e a presa ed idratazione rapida, si è dimostrato il più adatto per assicurare il veloce completamento della posa del mosaico di vetro sulle superfici delle piscine. Per incollare il rivestimento in mosaico ai pali di legno che in alcuni punti circondano la piscina, è stato usato il sigillante siliconico MAPESIL LM. Piscina Hotel Klimek – Muszyna I supporti della piscina sono stati preparati con una rasatura additivata con PLANICRETE e impermeabilizzati con MAPELASTIC e MAPEBAND; il mosaico vetroso è stato incollato con GRANIRAPID bianco; per le fughe è stato usato KERAPOXY e per i giunti di dilatazione MAPESIL AC. Materiali apparentemente incompatibili, come la plastica della vasca alla fine dello scivolo e il calcestruzzo del suo sottofondo, sono stati accoppiati con KERALASTIC. Piscina Hotel Papuga – Bielsko – Biała PLANICRETE è stato miscelato ai materiali utilizzati per la preparazione dei supporti; con MAPELASTIC è stata assicurata l’impermeabilizzazione; con GRANIRAPID è stato posato il mosaico vetroso; con KERAPOXY si è proceduto alla stuccatura delle fughe. Piscina Hotel Meduza – Mielno La forma ovale della piscina ha reso i lavori di posa del mosaico particolarmente difficili. PLANICRETE è stato adoperato come additivo per la preparazione dei supporti; MAPELASTIC per impermeabilizzarli; GRANIRAPID per incollare il mosaico vetroso; KERAPOXY per stuccare le fughe. Piscina Sabała Hotel Olenka – Zakopane Per questa piscina sono stati adoperati PLANICRETE come additivo per la prepazione dei supporti; MAPELASTIC e MAPEBAND per impermeabilizzarli; GRANIRAPID bianco e KERALASTIC per posare il mosaico vetroso, KERAPOXY per stuccare le fughe; MAPESIL AC per sigillare i giunti di dilatazione. 33 TERRAZZE DORATE REFERENZE I n quasi due anni di lavori, il centro di Varsavia è stato letteralmente rivoluzionato dalla costruzione di un enorme complesso architettonico, completato lo scorso febbraio. Si tratta dello Zlote Tarasi, o Terrazze Dorate, il più grande centro polifunzionale per affari, shopping e intrattenimento della Polonia (e uno dei più grandi in Europa), situato proprio nel cuore della capitale polacca, tra la stazione ferroviaria centrale e la via Zlota, di fronte al Palazzo della Cultura e della Scienza. Il progetto ha portato alla realizzazione di un’area centrale, la cosiddetta “piattaforma” che si estende su tre livelli PRODOTTI INNOVATIVI PER UN CANTIERE “D’ORO” per un totale di 225.000 m2. Qui hanno trovato posto negozi, ristoranti e un cinema multiplex con 800 posti. Sotto terra sono stati ricavati altri due piani che ospitano locali commerciali e di servizio, oltre ad un parcheggio in grado di ospitare ben 17.000 auto. Al complesso appartengono anche tre palazzi per uffici: una “torre” di 22 piani e due edifici ricurvi sul lato nord che sembrano fare da scudo al complesso. Il cuore dello Zlote Tarasi è costituito da un cortile “terrazzato”, che occupa una superficie di 10.250 m2 disposta su più livelli. Il tutto coperto da un tetto di vetro dalla forma irregolarmente ondu1 34 2 lata, che ricorda quella di un cratere lunare. Quest’ultimo è l’elemento più originale e innovativo del complesso: la sua struttura, per la quale sono serviti ben 5.000 pannelli di vetro e centinaia di tonnellate d’acciaio, è sostenuta da undici colonne a forma di albero. Proprio per il suo carattere particolare, la progettazione della cupola ha richiesto ben due anni e mezzo di lavoro allo studio d’architettura Jerde, sotto la direzione dell’architetto David Rogers. Al di sotto della cupola, ristoranti, bar e negozi si alternano a spazi verdi e cascate d’acqua, formando così un 3 luogo ideale per incontri, passeggiate, shopping e eventi culturali e d’intrattenimento, in grado di animare le notti ed i giorni di Varsavia. In effetti, l’intero complesso rappresenta bene lo spirito vivace, alla moda e brillante della città. Kerapoxy F: l’asso nella manica Alla realizzazione di questo centro polifunzionale, in grado di fare invidia ai più grandi “mall” americani, ha contribuito anche Mapei, fornendo prodotti capaci di risolvere anche le più difficili problematiche del cantiere. In particolare, l’offerta dell’Azienda si è dimostrata di gran lunga superiore a quella della concorrenza per quanto riguarda i prodotti per la stuccatura delle fughe. Al di sotto della cupola di vetro, nelle gallerie e nei corridoi dei negozi e degli uffici, il pavimento è stato rivestito con lastre di granito, delle dimensioni di 30x30x2 cm, disposte l’una vicina all’altra secondo motivi geometrici. Lo spessore delle fughe risultava inferiore o pari a 2 mm e nessun produttore di materiali per edilizia sembrava essere in grado di fornire una stuccatura a base epossidica adatta a dimensioni così ridotte. Mapei ha allora proposto KERAPOXY F*, un’innovativa malta epossidica a granulometria fine per fughe fino a 3 mm. Proprio per rispondere alle esigenze del committente di questo progetto, i Laboratori di Ricerca & Sviluppo di Mapei SpA hanno sviluppato la tonalità antracite (n. 114) di questo prodotto, che ha brillantemente superato i test di cantiere. Di conseguenza, ben 7 tonnellate di KERAPOXY F* sono state usate per stuccare le fughe di 20.000 m2 di pavimenti. KERAPOXY*, questa volta nella formulazione standard, è stato invece usato per la stuccatura di 12.000 m2 di pavimenti e pareti in piastrelle ceramiche di varie toilette, là dove i giunti erano di dimensioni standard. Per la realizzazione di queste superfici 4 sono stati impiegati anche altri prodotti Mapei. Ad esempio, per regolarizzare i sottofondi dei pavimenti, su alcune aree è stata applicata NOVOPLAN 21*. Questa lisciatura autolivellante, a rapido indurimento, è normalmente impiegata per la preparazione delle superfici destinate a ricevere un rivestimento in materiali resilienti, ma è adatta anche alla rasatura dei sottofondi prima della posa della ceramica e, in questo caso, è risultata in grado di garantire le resistenze meccaniche richieste dalla committenza. Nelle zone più soggette ai danni causati dall’umidità, come nel caso di varie toilette, l’impermeabilizzazione dei pavimenti è stata assicurata con la malta cementizia elastica MAPELASTIC*, mentre per quella delle pareti è stata scelta la membrana liquida elastica, a rapido asciugamento, MAPEGUM WPS*. Sulle superfici così trattate sono state posate piastrelle ceramiche con l’adesivo ADESILEX P9*, mentre i sottofondi delle aree non interessate dall’umidità sono stati trattati con l’appretto a base di resine sintetiche in dispersione acquosa PRIMER G*, prima di procedere alla posa con l’adesivo KERABOND*. Una volta completata la posa, i giunti di dilatazione delle superfici delle toilette sono stati sigillati con MAPESIL AC*. Gli specchi del bagno sono stati incollati e sigillati con MAPESIL LM*. Foto 1, 2 e 3. Con Kerapoxy F sono state stuccate le fughe, di ridotto spessore, dei pavimenti in granito dei corridoi dei negozi e delle gallerie al di sotto della cupola di vetro. *Prodotti Mapei: i prodotti citati in questo articolo appartengono alle linee “Prodotti per la posa di resilienti, legno e tessili” e “Prodotti per la posa di ceramica e materiali lapidei”. Le relative schede tecniche sono contenute nel DVD “Mapei Global Infonet” e nel sito www.mapei.com. Gli adesivi e le fugature Mapei sono conformi alle norme EN 12004, EN 12002 ed EN 13888. Adesilex P9 (C2TE): adesivo cementizio ad alte prestazioni, a scivolamento verticale nullo e con tempo aperto allungato, per piastrelle ceramiche. Kerabond (C1; se mescolato con Isolastic, diventa C2E e S2): adesivo cementizio per piastrelle ceramiche. Kerapoxy F (RG): malta epossidica a granulometria fine per fughe fino a 3 mm. Kerapoxy (RG): malta epossidica bicomponente antiacida, disponibile in 26 colori, per fughe di almeno 3 mm. Utilizzabile anche come adesivo. Mapegum WPS: membrana liquida elastica a rapido asciugamento per impermeabilizzazioni all’interno. Mapelastic: malta cementizia bicomponente elastica per l’impermeabilizzazione del calcestruzzo e di balconi, terrazze, bagni e piscine. Mapesil AC: sigillante siliconico a reticolazione acetica resistente a muffe, esente da solventi, disponibile in 26 colori e trasparente. Mapesil LM: sigillante siliconico a reticolazione neutra inodore, esente da solventi, per pietre naturali e piastrelle ceramiche in facciata. Novoplan 21: lisciatura autolivellante a rapido indurimento per spessori da 1 a 5 mm. Primer G: appretto a base di resine sintetiche in dispersione acquosa. SCHEDA TECNICA Foto 4. Vari prodotti Mapei (come Novoplan 21, Mapelastic e Mapegum WPS) sono stati usati per trattare le superfici di pavimenti e rivestimenti, di diverse toilette, prima della posa di piastrelle ceramiche incollate con Adesilex P9 o Kerabond. Centro polifunzionale Zlote Tarasi, Varsavia (Polonia) Intervento: stuccatura delle fughe dei pavimenti in granito nei corridoi e nelle gallerie delle aree destinate ai negozi; trattamento e impermeabilizzazione dei sottofondi in alcune toilette; posa e stuccatura dei pavimenti e rivestimenti in ceramica in alcune toilette. Anni di intervento: 2005-2007 Committente: ING Real Estate (arch. David Rogers), Varsavia Progetto: Jerde Partnership, Los Angeles (USA) Direzione lavori: Mike Sulivan Impresa esecutrice: Skanska SA, Varsavia Impresa di posa: Italian Polish Stone Works, Varsavia Distributore Mapei: Phuiw Olimp Coordinamento Mapei: Assistenza Tecnica Mapei Polska 35 ricerca Nanoforum 2007 Si è svolto a Milano il terzo convegno sulle Nanotecnologie di Amilcare Collina* Figura 1 I l 18 e 19 settembre 2007 si è svolta a Milano, presso la sede del Politecnico Bovisa, la terza edizione di Nanoforum, occasione di incontro tra Comunità Scientifica e Imprese sul tema delle Nanotecnologie. Mapei, sempre attenta a cogliere le opportunità offerte dalle tecnologie emergenti, è stata fra le aziende che hanno sponsorizzato la manifestazione. Mapei ha inoltre partecipato all’evento con un proprio stand, dove sono stati esposti alcuni poster che testimoniano come le Nanotecnologie siano già concretamente presenti in alcuni dei suoi prodotti. In particolare: sISUPERFLUIDIFICANTIDELLALINEA$YNAMONVFIGEFOTO sINANOLATTICIVFIG sGLIADESIVINANOSTRUTTURALIABASEPOLIVINILACETATOVFIG! E" Parte importante dell’evento è stato un Convegno, organizzato su diverse sessioni tematiche, ciascuna delle quali focalizzata su uno specifico settore industriale ed aventi lo scopo di rappresentare il grado di sviluppo delle Nanotecnologie nel settore stesso: Industria tessile; Medicina; Costruzioni, !RCHITETTURA E $ESIGN -ATERIALI FUNZIONALI -ATERIALI STRUT TURALI $ISPOSITIVI MINIATURIZZATI 3TRUMENTAZIONE )NDUSTRIA aerospaziale; Industria automobilistica; Energia e ambiente. La sessione introduttiva del convegno Il Convegno è stato inaugurato da una sessione di Introduzione alle Nanotecnologie e completato da alcune sessioni generali riguardanti l’attuale sistema di finanziamenti pubblici, la tematica della sicurezza e delle relative normative sull’uso dei nanomateriali, e da una rassegna delle attività e dei risultati in termini di creazione di Impresa nel settore Nanotech. La Sessione di Introduzione alle Nanotecnologie è stata brilLANTEMENTESVOLTADALLING,ORENZA$RAGHI$OTTOREDIRICERCA del Politecnico di Milano, che si è formata nello specifico settore scientifico anche con il supporto di Mapei. ,ING$RAGHIHASPIEGATOCHECON.ANOTECNOLOGIESIINTEN dono le tecnologie che consentono il controllo e la strutturazione della materia alla scala nanometrica. La dimensione di un nanometro equivale ad un miliardesimo di metro. Lo stato delle conoscenze consolidate consente il controllo e la strutturazione della materia ad una scala mille volte più grande: la scala micrometrica. Perché è importante la capacità di strutturare la materia alla scala nanometrica? $UEPOSSONOESSERELEFORZECHESPINGONOVERSOUNASCALA mille volte più piccola rispetto alla situazione consolidata: sLEPICCOLEDIMENSIONIDELMATERIALEEDELDISPOSITIVOSONO un valore; in questo caso l’uso delle nanotecnologie è indotto dalla necessità di una miniaturizzazione sempre 36 Figura 1. I superfluidificanti della linea DYNAMON, brevettati da Mapei a livello internazionale, sono polimeri innovativi in cui la struttura acrilica di base è stata modificata con l’innesto di catene poliossietileniche di diversa lunghezza per controllare la cinetica di idratazione del cemento e quindi modulare le proprietà del calcestruzzo in funzione delle specifiche applicazioni. (Tutte le figure pubblicate in queste pagine sono state realizzate dal Laboratorio R&S Mapei). più estrema. E’ questa la forza che ha introdotto le nanotecnologie in settori QUALILELETTRONICAEILBIOMEDICALECON particolare riferimento alla diagnostiCAPRIMACHEINALTRISETTORI sLEPRESTAZIONIDELMATERIALEPURUSATO alle dimensioni dei centimetri o metri, sono fortemente influenzate dalla struttura del materiale stesso alla scala nanometrica. E’ questa la forza che spinge per l’introduzione delle nanotecnologie nel mondo, ad esempio, dei materiali per edilizia. La Sessione “Costruzioni, Architettura e Design” Mapei ha svolto un ruolo di primo piano nella Sessione “Costruzioni, !RCHITETTURA E $ESIGNv OVVIAMEN te quella di maggior interesse per il Gruppo. La Sessione, moderata conGIUNTAMENTEDALPROF!LBERTO#IGADA DEL0OLITECNICODI-ILANOEDA!MILCARE Collina di Mapei, si è articolata nella presentazione di diversi lavori, alcuni dei quali assolutamente fuori tema in quanto non centrati sull’argomento del Convegno. I lavori in tema, oltre a quello presen- tato da Mapei, sono stati: s Apparecchi di illuminazione con dispositivi di purificazione dell’aria &ABIO:ANOLA!RTEMIDE sNuove superfici per il design%NRICO3ANDRINI.ANO3URFACES s Aerogel - Studio di applicazione all’isolamento termico degli elettrodomestici 0AOLO&ARALDI)NDESIT#OMPANY sEcoticm, facciate ventilate con proprietà fotocatalitiche - Paolo 'UIDETTI!LU"UILDE,UIGI$E.ARDO0OLITECNICODI-ILANO s Piz intelligent surface, rivestimenti di facciata fotocatalitici 0AOLO-ANZOCCHI:ECCA0REFABBRICATIE-ARIAPIA0EDEFERRI 0OLITECNICODI-ILANO Questo richiederebbe una completa revisione della tecnologia di assemblaggio dei frigoriferi. L’applicazione citata nel lavoro presentato è apparsa ben lontana dal recepire questi concetti ed è sembrata una proposta ancora una volta non basata su solidi fondamenti tecnico-scientifici. s Le proprietà estetiche di rivestimenti in titanio trattato superficialmente con procedimenti elettrochimici per l’ottenimento di effetti di colore molto suggestivi. E’ l’applicazione più convincente mostrata. Foto 1 Foto 1. DYNAMON SX è l’unico prodotto qualificato a livello mondiale per realizzare, nel progetto della Diga delle Tre Gole in Cina (v. Realtà Mapei n. 63), gli sfioratori, che rappresentano il punto della struttura soggetto alle massime sollecitazioni meccaniche e di usura. $A QUESTI LAVORI SI EVINCE CHE LE FUNZIONALITÌ DEI MATE riali nanostrutturati che le Imprese italiane presenti alla Sessione hanno sino ad ora identificato sono: sle proprietà fotocatalitiche di nanoparticelle di biossido di titanio, che vengono utilizzate per proporre dispositivi per l’abbattimento della in-door pollution o facciate di edifici con rivestimenti attivi verso la out-door pollution. Punto debole di queste proposte è la mancanza di una stima quantitativa dell’effetto anti-pollution. I lavori presentati si limitano ad evidenziare l’effetto di abbattimento degli inquinanti misurato analiticamente in laboratorio, senza estrapolarne le conseguenze nell’ambiente reale. L’impressione è che l’effetto alla scala reale sia poco significativo e che pertanto tali applicazioni siano proposte più sull’onda della moda che per soddisfare un bisogno. s Le proprietà di isolamento termico di nanoschiume utilizzate per proporre elettrodomestici, in particolare frigoriferi, con spessore di isolante ridotto rispetto al tradizionale polistirene o poliuretano espanso, e quindi con spazio interno maggiore a parità di ingombro esterno. Queste proprietà di isolamento termico superiore delle nanoschiume sono interessanti ma sono relative a campi DI TEMPERATURE ESTREME LE NANOSCHIUME VENGONO UTILIZ ZATEPERLISOLAMENTOTERMICODELLENAVETTESPAZIALI Per utilizzare le superiori proprietà di isolamento alle temperature non estreme occorre applicare il vuoto. Il contributo di Mapei $ILIVELLOSCIENTIFICAMENTEELEVATOÒSTATOILLAVOROPRESENTATO da Mapei: “Comprensione dei leganti idraulici a livello molecolare: materiali con proprietà controllate” DI 'ILBERTO !RTIOLI 5NIVERSITÌDEGLI3TUDIDI0ADOVA4IZIANO#ERULLIE!MILCARE #OLLINA-APEI )LPROF!RTIOLIHARIFERITOSUIPRIMIRISULTATIOTTENUTIINCOLLABO razione con Mapei, nello studio alla scala nanometrica della morfologia dell’ettringite, molecola che si produce nelle prime fasi di idratazione del cemento. $URANTEIPRIMISTADIDELPROCESSODIIDRATAZIONEDELCEMENTO quando l’acqua entra in contatto con la polvere di cemento, avvengono numerosi rapidi cambiamenti nella composizione mineralogica che inducono importanti modificazioni nanostrutturali. L’investigazione di questi aspetti è cruciale per comprendere e controllare le prestazioni dei materiali a base cementizia. L’ettringite nasce come prodotto della reazione tra l’acqua, le fasi alluminose del cemento e il solfato di calcio che viene aggiunto per evitare il fenomeno della presa rapida e incrementare le resistenze meccaniche. Si presenta generalmente come un feltro fittissimo di cristalli ACICULARI COME Ò VISIBILE NELLA MICROFOTOGRAFIA V FIG ,E dimensioni e la morfologia dell’ettringite che si forma durante i primi stadi dell’idratazione svolgono quindi un ruolo chiave nel fenomeno di presa idraulica del cemento e influenzano lo sviluppo delle proprietà meccaniche nel tempo. Lo studio è stato effettuato su sistemi modello realizzati nei laboratori Mapei di Milano ed ha utilizzato il Sincrotrone di Grenoble e di Zurigo. 37 ricerca E’ stato messo in evidenza come le variabili di processo che presiedono le prime fasi di idratazione del cemento P(FORZAIONICAPRESENZADIADDITIVIORGANICIABBIANOUNA grande influenza sulla morfologia dell’ettringite alla scala nanometrica e sul rapporto tra fase amorfa e fase cristallina dell’ettringite stessa. Il lavoro ha mostrato la strada che Mapei sta intraprendendo nello sviluppo delle nanotecnologie applicate ai materiali per l’industria delle costruzioni, con un impegno di collaborazioNEDECENNALECONL5NIVERSITÌDI0ADOVAINPARTICOLARECONIL PROF'ILBERTO!RTIOLI micrometrica non è più sufficiente. Operare la strutturazione della materia alla scala nanometrica significa: svedere le dimensioni nanometriche con un’adeguata strumentazione: - microscopio elettronico di nuova generazione: in grado di hVEDEREvLANANOSTRUTTURADELMATERIALEINPROFONDITÌ - risonanza magnetica nucleare: in grado di rappresentare immagini tridimensionali della materia alla scala nanometrica; MICROSCOPIO FORZA ATOMICA IN GRADO DI hFOTOGRAFAREv LA Figura 2 Figura 3 A Le considerazioni di Mapei che sono alla base dell’investimento nello sviluppo di nanotecnologie sono le seguenti: 1. Il riconoscimento del trend evolutivo dei mercati dei propri materiali. sNuove funzionalità dei materiali: CHIMICOBIOLOGICHE PROPRIETÌ BATTE RIOSTATICHEEANTIBATTERICHE FISICOMECCANICHEPROPRIETÌIDROFOBE idrofile, termoisolanti, fonoassorbenti, ANTIUSURAEANTIGRAFFIO ELETTRICOMAGNETICHE PROPRIETÌ BAR riera a campi elettrici, a radiofrequenze, ACAMPIMAGNETICI STRUTTURALI PROPRIETÌ ANTISISMICHE anti-intrusione, antiurto, anti-deflagraZIONE ESTETICHE PROPRIETÌ LUMINESCENTI CATARIFRANGENTIANTIGRAFFITI sMultifunzionalità dei materiali: - isolamento termico/acustico; - materiali che adattano le prestazioni alle condizioni ambientali; - componenti attivi per generazione, raccolta, stoccaggio di energia. s $URABILITÌ E MANUTENZIONE PROGRAM mata: - materiali con proprietà controllate nel tempo; - materiali con capacità di autodiagnosi. 2. La consapevolezza che il controllo e la strutturazione della materia alla scala 38 Figura 3 B Figura 2. I nanolattici, impiegati nel campo dei materiali per edilizia come consolidanti e promotori di adesione, sono dispersioni di polimeri in acqua con particelle di dimensioni inferiori a 70 nm, quindi nettamente inferiori alla lunghezza d’onda della luce nel visibile, per cui appaiono trasparenti. Le caratteristiche principali dei nanolattici, in rapporto ai lattici tradizionali con particelle di dimensioni superiori (micron) sono: elevatissime superfici specifiche, filmazione senza coalescenti, elevato potere di penetrazione in supporti porosi. Figure 3A e 3B. Gli adesivi nanostrutturali a base polivinilacetato sono impiegati nel settore adesivi per legno. Una della caratteristiche più rilevanti di questi adesivi termoplastici a base acqua è quella di realizzare incollaggi con resistenza finale superiore a quella del legno stesso e contemporaneamente resistenza nel tempo alla sollecitazione di carichi costanti (creep). Le caratteristiche meccaniche sono correlate all’affinità fra l’adesivo e il substrato e possono essere influenzate dal tipo di legno, mentre la resistenza al creep è influenzata dalle proprietà meccaniche dell’adesivo stesso. Nel caso di polimeri in dispersione, le prestazioni possono essere raggiunte mediante opportuna modulazione dei parametri di sintesi. La sezione trasversale di un sandwich legno-adesivo-legno è stata osservata tramite tecnica di microscopia elettronica: le immagini ottenute evidenziano le differenze tra due classi di polimeri con composizione chimica simile ma sintetizzati in maniera differente (adesivo A e B). Osservando la morfologia del campione A ad ingrandimenti elevati (fig. 3A), si nota che le nanoparticelle originali nel lattice sono ancora visibili, indice di scarsa filmazione. Nel campione B (fig. 3B), vi è omogeneità: le nanoparticelle non sono più distinguibili in quanto fuse tra loro a formare un film continuo. superficie di un materiale distinguendo i singoli atomi; - sincrotrone: in grado di registrare l’evoluzione della nanostruttura di un materiale nel tempo, come in una sequenza cinematografica. sControllare la struttura del materiale alle dimensioni nanometriche modificandola nella direzione voluta: - definire le variabili di composizione chimica del formulato; - definire le cinetiche di reazione dei singoli componenti del formulato tra loro; - identificare i meccanismi di degrado del materiale. sCorrelare la nanostruttura ottenuta con la funzionalità desiFigura 4 Nanotecnologie è una sfida che nessuna Impresa può pensare di affrontare e vincere da sola. Poiché sono necessarie conoscenze di frontiera, è fondamentale attivare una intensa collaborazione tra Impresa e Comunità Scientifica; questa Ò LA RAGIONE DELLIMPORTANTE ACCORDO DI -APEI CON L5NIVER sità di Padova. La stessa scelta dell’obiettivo da perseguire non è, per una Impresa, una scelta banale ma richiede un processo di selezione che si basa su un grado di conoscenza non superficiale della materia, conoscenza che un’Impresa può acquisire solo attivando un dialogo con la Comunità Scientifica. Le Nanotecnologie, ha proseguito Collina, sono una discontinuità tecnologica nel mondo dei materiali per edilizia e quindi offrono straordinarie opportunità che, se colte tempestivamente, consentono la protezione della proprietà intellettuale delle nuove tecnologie sviluppate, e, in definitiva, l’ottenimento di vantaggi competitivi durevoli. Non va tuttavia dimenticato che per ottenere tali vantaggi occorrono investimenti significativi in termini di risorse umane ed economiche, che i tempi di ritorno di tali investimenti sono prevedibili solo nel medio-lungo termine e che la già ricordata collaborazione con la Comunità Scientifica è essenziale; queste caratteristiche rendono problematico, per il sistema italiano di Piccole e Medie Imprese, l’ingresso nel mondo delle Nanotecnologie. Guardando al panorama delle Imprese Italiane e con riferimento alla Sessione, Collina ha così proseguito: “Il mondo delle Nanotecnologie rappresenta oggi per le Imprese il Figura. 4. Ettringite aciculare nanometrica. derata: - misurare le caratteristiche chimico-fisiche, reologiche e fisico-meccaniche del materiale; - misurare l’evoluzione delle caratteristiche nel ciclo di vita del materiale. 3. La valutazione del potenziale innovativo sui propri prodotti. Questa valutazione ha orientato Mapei nella scelta delle funzionalità strutturali come obiettivo del proprio investimento nelle Nanotecnologie, al fine di ottenere materiali con proprietà fisico-meccaniche controllate, con tempo di vita utile certo e con processi di decadimento noti e controllati. L’Industria Italiana di fronte alle Nanotecnologie (A CONCLUSO LA 3ESSIONE LINTERVENTO DI !MILCARE #OLLINA IN rappresentanza di Mapei, dal titolo: ”L’Industria Italiana di fronte alle Nanotecnologie”. Il prof. Collina ha innanzi tutto chiarito che non si deve cadere nell’errore di identificare le Nanotecnologie per i materiali con i nanomateriali, cioè i materiali prodotti in dimensioni nanometriche, quali ad esempio nanotubi, nanopolveri, ecc. Il concetto è ben più ampio ed è più corretto riferirsi a materiali nanostrutturati, cioè con una struttura controllata alle dimensioni nanometriche, anche se prodotti e applicati alla scala di centimetri o metri. Il prof. Collina ha poi sintetizzato le straordinarie opportunità offerte dalle Nanotecnologie al settore Materiali per edilizia nei già citati termini di nuove funzionalità, multifunzionalità, durabilità e controllo della vita utile. L’analisi delle opportunità offerte deve essere, per ogni Impresa, alla base della valutazione di un eventuale investimento in Nanotecnologie, così come lo è stato per Mapei. Collina ha in seguito sottolineato che lo sviluppo di @0AESE DELLE MERAVIGLIE DEL FAMOSO LIBRO #OME !LICE OGNI Impresa attratta da questo mondo chiede alla Comunità 3CIENTIFICAIL@GATTOSAPIENTENELLAMETAFORAINDICAZIONISULLA strada da prendere. ,A #OMUNITÌ 3CIENTIFICA NON PUÛ CHE RISPONDERE i$IPENDE dove vuoi arrivare». Poche sono per ora le Imprese - ha concluso Collina - che nel settore delle costruzioni e più in generale dell’edilizia hanno mostrato di sapere dove vogliono arrivare. Mapei è tra queste e mi auguro che, seguendone l’esempio, altre Imprese identifichino la loro meta e intraprendano il conseguente PERCORSOv !LTERMINEDEILAVORIDELLA3ESSIONE-APEIHARICEVUTONELLA sua sede milanese circa 50 graditi ospiti che ha guidato in UNABREVEVISITAALPROPRIOh#ENTRO2ICERCHE#ORPORATEvDI6IA Cafiero; una opportunità per mostrare il livello raggiunto dal 'RUPPO-APEINELCONIUGARE3CIENZA2ICERCAE4ECNOLOGIA *Il prof. Amilcare Collina è Responsabile Mapei per i rapporti con la comunità scientifica in Italia e all’estero. 39 REFERENZE 40 CASA STÖRTEBEKER STILE ARCHITETTONICO E MATERIALI ISPIRATI ALLA TRADIZIONE PER UN PRESTIGIOSO EDIFICIO AD AMBURGO Foto 1. Preziosi materiali lapidei fanno bella mostra di sé negli atri delle scale. Foto 2. Negli ascensori i pavimenti sono stati incollati con Keralastic, mentre i rivestimenti murali sono stati posati con Granirapid. 1 N on lontano dal centro di Amburgo, nella SüderstraB e, sorge la Störtebeker-Haus. Questo complesso per uffici e attività commerciali, completato nel 2006, per il suo originale stile architettonico ricorda più una costruzione dell’inizio dell’Ottocento che un edificio dei tempi moderni. Il costruttore voleva infatti che la struttura fosse in grado di armonizzarsi perfettamente con l’architettura tipica della “Città Libera e Anseatica” (così viene tradizionalmente definita Amburgo) e di piacere alla popolazione locale. Il risultato parla da solo: un’opera che risente di diversi orientamenti architettonici e sfoggia materiali di altissima qualità. L’edificio è un esempio lampante delle molteplici possibilità plastiche offerte ai progetti di edilizia dai materiali lapidei, della loro bellezza e varietà e, infine, della grande maestria raggiunta dalla tradizione locale di lavorazione delle pietre naturali. Tutto ciò è riscontrabile tanto all’esterno, nella facciata che combina pietra arenaria e clinker, quanto all’interno, in particolare negli atri e nelle scale, dove diverse tipologie di materiali lapidei sono state usate in combinazione con stucchi di altissima qualità. Un rimando alla storia della città Non solo l’architettura, anche il nome stesso dell’edificio, “Casa Störtebeker”, mostra il suo stretto legame, voluto dalla committenza, con la storia della città di Amburgo. Klaus Störtebeker era infatti un pirata che nel XIV secolo, insieme alla sua ciurma e al bucaniere Goedeke Michels, assaliva le navi commerciali in viaggio nel Mare del Nord, causando gravi danni ai mercanti della città anseatica. Alle sue malefatte gli abitanti di Amburgo misero fine nell’anno 1400 (o 1401 secondo alcuni storici), quando Störtebeker e i suoi furono sconfitti davanti all’isola di Helgoland e condannati a morte per decapitazione il 21 ottobre dello stesso anno. I racconti sull’audacia dimostrata da Störtebeker nel corso della battaglia conclusasi con la sua cattura hanno dato origine a una lunga serie di storie e saghe incentrate sulla persona del pirata. Tra di esse c’è anche la leggenda che narra come, dopo essere stato decapitato, Störtebeker abbia continuato a camminare nella direzione della sua ciurma finché il boia gli ha fatto lo sgambetto. L’orologio, situato sulla sommità della torre della Casa Störtebeker, ricorda appunto, tutti i giorni alle dodici, con un gioco di figure animate, l’esecuzione del pirata e del suo seguito. Eleganza lapidea Non solo la facciata e le colonne esterne, ma anche gli interni sono caratterizzati da un ampio e abile impiego di diverse tipologie di pietre naturali che donano ai corridoi, ai pavimenti, alle pareti e alle scalinate un tocco di particolare eleganza. Un esempio della perfezione raggiunta nella decorazione architettonica interna e nella lavorazione dei materiali lapidei è fornito dal motivo di una stella rivolta a nord e corredata da una rosa dei venti, realizzato sul pavimento con le tipologie di materiali lapidei Azul Cielo (marmo blu), Nero Belga (pietra calcarea nera), Estremoz (marmo chiaro) e Rojo Alicante (pietra calcarea rossa). Questo motivo decorativo è composto da otto elementi, realizzati con l’aiuto del laser e posati separatamente. Per le restanti sezioni dei pavimenti del piano terra e per i gradini delle scale sono state invece scelte le tipologie Mugla White (marmo chiaro), Verde Guatemala (serpentino verde) e Crema Valencia (marmo giallo). Sui pianerottoli sono state posate lastre di marmo Mugla White, di serpentino Verde Guatemala e di marmo Crema Valencia. 2 Sui pavimenti interni degli ascensori sono stati installati dei rivestimenti lapidei nelle tipologie Juparana Colombo (migmatite rossa), Verde Guatemala e Crema Valencia. Per le pareti esterne degli ascensori e per il resto delle pareti del piano terra è stata scelta della pietra calcarea nera, nella tipologia Port Laurent, a fianco dei già citati serpentino verde e marmo giallo. Una posa a regola d’arte Il rivestimento lapideo della facciata e le lastre di granito nero (nella tipologia Shanxi Black) delle colonne sono stati ancorati meccanicamente alle pareti. Ai prodotti utilizzati per la posa delle pietre naturali all’interno dell’edificio si richiedeva la garanzia di un’eccellente e durevole adesione del rivestimento, un’adeguata resistenza ai carichi a cui sarebbero stati sottoposti i pavimenti e il mantenimento, a lungo termine, del colore originale dei materiali lapidei. Grazie all’intensa attività dei suoi laboratori di Ricerca & Sviluppo, che le ha consentito di sviluppare dettagliate conoscenze in materia, Mapei è stata in grado di offrire un sistema completo di prodotti, già utilizzato con successo 41 REFERENZE in numerosi cantieri che prevedevano la posa di diverse tipologie di materiali lapidei particolarmente sensibili ai fenomeni di deformazione e formazione di macchie. Per la sezione dei pavimenti che riproduceva il motivo della stella, dopo un’accurata pulizia del sottofondo, con MAPECEM* è stato preparato un massetto che è aderito perfettamente al sottofondo grazie al ponte di adesione precedentemente applicato e realizzato con PLANICRETE*, acqua e MAPECEM*. Dopo aver spalmato l’adesivo cementizio bicomponente GRANIRAPID*, nella tonalità bianca, su tutta la superficie del sottofondo e sul retro delle lastre di materiale lapideo, queste ultime sono state accuratamente adagiate sul letto di posa. I materiali lapidei delle rimanenti sezioni dei pavimenti e dei rivestimenti murali del piano terra sono stati anch’essi posati con GRANIRAPID*, dopo un’accurata pulizia del sottofondo. L’adesivo è stato scelto nella versione bianca per le lastre di colore chiaro, nella versione grigia in tutti gli altri casi. I rivestimenti in materiali lapidei delle pareti esterne degli ascensori sono stati incollati utilizzando principalmente la malta a presa e asciugamento rapido MAPESTONE 1* (un prodotto distribuito 3 4 5 6 sui mercati tedesco, svizzero e austriaco dalle consociate locali del Gruppo Mapei) oppure l’adesivo GRANIRAPID* a seconda delle necessità specifiche del caso. All’interno delle cabine degli ascensori, invece, le lastre in pietra naturale dei pavimenti, che riproducono lo stemma di Amburgo, sono state posate con l’adesivo epossidico bicomponente KERALASTIC*, mentre per incollare quelle delle pareti è stato di nuovo impiegato GRANIRAPID* grigio. Sui pianerottoli, dopo aver realizzato un massetto con MAPECEM*, le lastre di marmo chiaro Mugla White sono state incollate con GRANIRAPID*, mentre quelle di serpentino Verde Guatemala e di marmo giallo Crema Valencia sono state posate con MAPESTONE 1*. Per quanto riguarda le scale, poiché la struttura di queste ultime si inserisce in quella dei muri adiacenti, è stato necessario realizzare un sistema di isolamento del rumore da calpestio che riducesse il trasferimento del rumore dalle scale agli uffici adiacenti. Quest’obiettivo è stato perfettamente raggiunto con l’impiego del sistema rapido di isolamento acustico MAPEFONIC SYSTEM*, che comprenFoto 3. Per la realizzazione del motivo decorativo a stella sul pavimento, è stato preparato un massetto con Mapecem su sottofondi trattati con un ponte di adesione a base di Planicrete. Foto 4, 5 e 6. Le singole lastre che compongono la decorazione sono state posate con l’adesivo Granirapid nella tonalità bianca. Oltre che sul sottofondo, l’adesivo era stato applicato anche sul retro degli elementi lapidei (foto 4). 7 Foto 7. Il motivo decorativo a stella sul pavimento della sala d’ingresso completato. Foto 8. Applicazione del sistema di isolamento acustico Mapefonic System sulle scale. Foto 9 e 10. Posa delle lastre in materiale lapideo sulle alzate e sulle pedate dei gradini delle scale con Mapestone 1. Foto 11. Sui pianerottoli delle scale sono state posate lastre di marmo chiaro con Granirapid, serpentino verde e marmo giallo con Mapestone 1. Foto 12. Le scale e i pianerottoli a lavori ultimati. de delle quadrotte (dello spessore di soli 11,5 mm) di bitume fillerizzato armato con fibre di vetro che presentano sul rovescio un materassino di materiale composito. L’utilizzo di questo sistema consente un abbattimento acustico pari a 17,6 dB, in linea con i requisiti delle normative in materia. Con MAPESTONE 1* sono state posate le lastre di materiale lapideo sulle alzate e le pedate dei gradini delle scale, così come gli zoccolini sulle pareti adiacenti. Per la stuccatura delle fughe di tutte le superfici menzionate era stata dapprima scelta la malta a presa e asciugamento rapido ULTRACOLOR*; successivamen- te, poiché proprio in concomitanza dei lavori di questo cantiere è stata introdotta sul mercato tedesco la versione “evoluta” del prodotto, ULTRACOLOR PLUS*, si è deciso di terminare le operazioni con questa nuova formulazione (già disponibile sul mercato italiano da diversi anni), caratterizzata da un’elevata idrorepellenza e da uno speciale effetto antimuffa grazie alle tecnologie BioBlock® e DropEffect®. Questo articolo è tratto dal n. 5 di “Realta Mapei”, la rivista edita dalle consociate di lingua tedesca del Gruppo Mapei, che ringraziamo. 8 9 10 11 *Prodotti Mapei: i prodotti citati in questo articolo appartengono alla linea “Prodotti per la posa di ceramica e materiali lapidei”. Le relative schede tecniche sono contenute nel DVD “Mapei Global Infonet” e nel sito www.mapei.com. Gli adesivi e le fugature Mapei sono conformi alle norme EN 12004, EN 12002 ed EN 13888. Granirapid (C2F, S1): adesivo cementizio bicomponente ad alte prestazioni, a presa ed idratazione rapida, deformabile, per piastrelle ceramiche e materiale lapideo. Keralastic (R2): adesivo poliuretanico bicomponente ad alte prestazioni per piastrelle in ceramica e materiale lapideo. Mapecem: legante idraulico speciale per massetti a presa e ad asciugamento rapido (24 ore), a ritiro controllato. Mapefonic System: sistema rapido di isolamento acustico a basso spessore contro il rumore da calpestio e urti, per pavimentazioni in piastrelle ceramiche e materiali lapidei. Mapestone 1 (C2F): malta a presa e asciugamento rapido per letti di posa sottili o medi. N.B. Questo prodotto è distribuito sui mercati tedesco, svizzero e austriaco dalle consociate locali del Gruppo Mapei. Planicrete: lattice di gomma sintetica per impasti cementizi. Ultracolor Plus (CG2): malta ad alte prestazioni, modificata con polimero, antiefflorescenze, per la stuccatura di fughe da 2 a 20 mm, a presa e asciugamento rapido, idrorepellente con DropEffect® e antimuffa con tecnologia BioBlock®. 12 SCHEDA TECNICA Störtebeker-Haus, Amburgo, Germania Intervento: preparazione dei sottofondi e posa di materiali lapidei per le pavimentazioni in diverse sale interne, negli ascensori e sulle scale; applicazione di un sistema di isolamento acustico sulle scale Anni di intervento: 2004-2006 Committente: Achim Becker, Amburgo Progetto: Architektenteam Tipke, Buchholz Direzione lavori: Hans Joachim Mehmcke Imprese di posa: Granit Sp. z.o.o., Amburgo Rivenditore Mapei: Hansa Keramik, Amburgo Coordinamento Mapei: Walter Mauer, Mapei GmbH (Germania) 43 IL PARERE DELL’ESPERTO PAVIMENTAZIONI LA CONDUTTIVE CORRETTA REALIZZAZIONE DI UN PAVIMENTO CONDUTTIVO PER GLI AMBIENTI CHE RICHIEDONO UNA PROTEZIONE DALLE CARICHE ELETTROSTATICHE di Adelmo Bovio, Mapei SpA L’evoluzione tecnologica L’evoluzione, nei settori di alta tecnologia come quelli legati all’elettronica, è diventata così rapida che obbliga a una continua innovazione dei prodotti e dei sistemi. Ho visto i primi passi dei pavimenti conduttivi moderni, ne ho seguite le evoluzioni e le vicissitudini e posso asserire che essi, oltre ad essere in grado di risolvere i problemi attuali connessi con la protezione elettrostatica degli ambienti, saranno in grado di farlo ottimamente anche a fronte delle esigenze, sempre più impegnative, che si porranno in un prossimo futuro. E’ ormai accertato che nei processi produttivi dell’industria elettronica i problemi legati all’elettrostatica vanno gestiti con grande attenzione. Il rischio dei guasti che le scariche elettrostatiche (ESD) possono arrecare ai prodotti è preponderante, al punto che tutte le normative e le raccomandazioni che riguardano la protezione del “sistema” per le zone EPA (ESD Protected Area - aree protette elettrostaticamente), vanno rigidamente adottate. Tutte le norme attualmente in vigore, prevedono, nell’ambito della “Protezione Passiva” in EPA, che il pavimento, 44 quando impiegato quale sistema primario di messa a terra, debba ottemperare alla funzione di dissipare le cariche elettrostatiche presenti sulla sua superficie o con le quali viene a contatto (per esempio il personale o parti mobili quali sedie ecc.). Esso dovrà quindi avere, oltre alle normali caratteristiche di resistenza al traffico, di comfort, pulibilità ecc. anche la capacità di gestire le cariche elettrostatiche attraverso la propria “conducibilità”, unita a quella dell’adesivo, fino ai nodi equipotenziali di terra. 1 Foto 1. Esecuzione di massetto cementizio con legante Mapecem. Foto 2. Lisciatura del piano di posa con Ultraplan. Foto 3. Utilizzo del rullo frangibolle sulla lisciatura ancora fresca. Cenni storici I pavimenti cosiddetti tradizionali, quali i cementizi e i lapidei, che, nel passato, erano resi conduttivi secondo necessità usando cariche di carbon black e mediante l’inserimento nel loro getto di reti metalliche, sono stati definitivamente abbandonati. La principale ragione del loro abbandono è stata la difficoltà di mantenere costante e omogenea la loro conducibilità, che, essendo affidata a un’esecuzione molto empirica del cantiere, era sempre imprecisa e richiedeva ulteriori “aggiustamenti” con interventi di bagnatura o deumidificazione con i conseguenti rischi di eccesso o difetto di conducibilità. Attualmente, i pavimenti che meglio si prestano a tale funzione per la loro calibrata e costante capacità di dissipazione delle cariche, appartengono, in larga misura, alla categoria dei pavimenti “resilienti”, che, sottoposti a controlli molto accurati già in fase di produzione, quando sono applicati e mantenuti correttamente, garantiscono una conduttività costante molto precisa. Questi pavimenti, che sono di basso spessore (dell’ordine di pochi millimetri), sono così classificati perché la loro caratteristica di base è la “resilienza”, ovvero la capacità di “ritorno” che si accompagna alla loro “deformabilità” quando sono sottoposti a un “carico dinamico”. Le garanzie di funzionalità La durata dei pavimenti resilienti è un altro aspetto rilevante. I numerosi esempi di pavimenti resilienti posati da oltre venti o trenta anni in ospedali, aeroporti, scuole, metropolitane ecc. soggetti a gran traffico e usura e tuttora in perfetta efficienza, devono tranquillizzare chiunque circa la loro durata e la loro funzionalità. Nei pochi casi in cui il loro impiego non è stato pari alle attese, gli inconvenienti emersi non sono stati causati quasi mai da un’errata scelta del tipo di pavimento e mai dalle sue scadenti caratte- ristiche fisico-meccaniche. E’ da quasi 50 anni, per esempio, che questi pavimenti, nella versione “conduttiva”, sono stati adottati nelle sale operatorie con specifiche molto severe (vedi CEI 64-4) a causa del rischio di deflagrazione di gas anestetici. Di queste applicazioni (e dei problemi connessi) esiste una notevole casistica, che la mia memoria fa partire dai primi anni ‘50, con una statistica sugli incidenti nelle sale operatorie in Inghilterra (dove a quell’epoca furono adottati) e posso garantire che la conoscenza di questi fatti (e misfatti) convincerebbe chiunque a prendere in seria considerazione il problema. Nel passato, anche recente, cariche elettrostatiche di una certa intensità hanno provocato inconvenienti che andavano dal fastidioso shock al chirurgo (magari durante un delicato intervento) al possibile scoppio, o incendio, di miscele detonanti e infiammabili dei gas usati per l’anestesia. L’abbandono di questa tecnica ha ridotto notevolmente tali rischi, rimasti attuali solo per gli ambienti super ossigenati (dove cioè avviene la somministrazione di ossigeno). Per quanto riguarda, poi, la durata e l’efficacia della capacità di dissipare cariche dell’intero sistema, l’esperienza dimostra che, nei rari casi in cui si è riscontrato un inaccettabile incremento dei parametri resistivi, esso è stato quasi esclusivamente causato da una 2 errata o inadeguata manutenzione e pulizia del pavimento e, solo raramente, da un’interruzione del contatto di terra. Criteri di selezione e relativi requisiti fondamentali L’analisi di un materiale/prodotto è un aspetto rilevante e a tale proposito, per la determinazione della resistenza d’isolamento, secondo le recenti norme (vedi, per esempio, la seconda edizione 2003 della CEI IEC 61340 - 4 -1), è stato previsto l’uso di tensioni diverse in base alle resistenze da valutare, sia sul materiale di pavimentazione che sul pavimento finito. La tensione di 500 Volts, prevista dalle vecchie norme per determinare qualunque resistenza, rimane idonea solo per quelle superiori a 1x1011 Ohm (10.000 M1) oppure per verifiche della resistenza di isolamento (test a umido per applicazioni esposte a problemi di sicurezza). Le resistenze fra 1x106 e 1x1011 Ohm dovranno essere misurate con una tensione ridotta a 100 Volts, mentre quelle inferiori a 1x106 (1 M1) dovranno addirittura essere provate con una tensione di solo 10 Volts. La scelta di un pavimento in relazione alla capacità di minimizzare e dissipare cariche elettrostatiche dovrà quindi sempre essere riferita alla soglia di sensibilità dei componenti “ESD sensitive” presenti. A tale proposito, vale la pena di ricordare che le cariche triboelettriche accumulate dal corpo umano in movimento (HBV, Human Body Voltage), i cui effetti raggiungono facilmente diverse migliaia di Volts, possono essere scaricate attraverso il pavimento solo usando calzature conduttive che, per applicazioni elettroniche, devono essere di classe 1 (entro i requisiti degli standard in condizioni di Umidità Relativa “UR” del 12%). E’ pertanto possibile asserire che: 3 il pavimento resiliente ideale per una zona EPA soggetta a un traffico intenso dovrà sommare a una efficace resistenza meccanica anche una ben definita conducibilità elettrica; il materiale dovrà essere posato su di un sottofondo piano, consistente, solido, asciutto e resistente ai carichi previsti mediante un adesivo conduttivo dalla minore resistenza ohmica possibile e collegato stabilmente a terra. Criteri di progettazione ed esecuzione del pavimento La garanzia della funzionalità e della durata nel tempo di un buon pavimento, in grado di esercitare l’eliminazione delle cariche elettrostatiche, anche molto basse, che già possono riuscire dannose ai componenti elettronici di classe “0”, 1A e 1B, richiede, oltre ad un’adeguata conducibilità (spesso superiore alle calzature ESD in uso, che per ragioni di sicurezza, devono normalmente evidenziare valori > 50 Kohm), anche il rispetto di alcuni accorgimenti e “regole” esecutive, che si possono così riassumere: 1. l’adozione di un’efficace e durevole barriera di isolamento del supporto dallo strato sottostante; 2. l’esecuzione di un supporto di consistenza e spessore adeguati ai carichi sia statici che dinamici cui il pavimento sarà sottoposto; 3. l’utilizzo di un adesivo di elevate e durevoli prestazioni meccaniche e conduttive; 4. un efficace collegamento verso nodi equipotenziali “specifici”. Approfondiamo di seguito i punti qui sopra esposti: 1. Strato di isolamento e/o separazione. Esso è fondamentale quando il massetto portante è realizzato su di un sottofondo non isolato dal terreno, su di un vespaio non sufficientemente aerato, su porticati aperti o su locali umidi o su un sottofondo alleggerito, perché deve impedire il passaggio di umidità dagli strati sottostanti. Quando il massetto poggia su una struttura portante, si evita, inoltre, che i movimenti della struttura interferiscano con il pavimento. 2. Supporto. Normalmente è costituito da un massetto in calcestruzzo, di spessore costante (non inferiore a 4-5 cm), con una classe di resistenza adeguata al carico che dovrà sopportare (almeno Rck 25). Esso dovrà essere asciutto (con umidità residua ) 2%) e con superficie liscia, solida e compatta. Eventuali operazioni di rettifica della planarità dovranno essere eseguite con prodotti cementizi di uguale resistenza meccanica. Superfici molto estese (superiori a 60 m2), dovranno essere ridotte con giunti di “ritiro-controllo” il cui interasse non deve superare 8 m, che vengono predeterminati con la formazione del getto. La presenza sul mercato di premiscelati cementizi a presa ed asciugamento rapidi, tipo MAPECEM PRONTO e TOPCEM PRONTO, permette di realizzare un 45 IL PARERE DELL’ESPERTO 4 5 supporto per pavimenti in zone EPA utilizzabile rispettivamente dopo solo 24 ore o 4 giorni dal loro getto. 3. Adesivo di ottime conduttività e resistenza meccanica. La continuità del collegamento del pavimento conduttivo verso terra deve essere garantita da adesivi conduttivi la cui bassa resistenza ohmica (nell’ordine dei 5x104 ÷ 1,5x1051) deve rimanere costante nel tempo, senza influire negativamente sulla capacità adesiva che dovrà essere elevata (* 1 N/mm). La bassa resistenza d’isolamento di tali pavimenti, in un recente passato indicati anche come ECF (elettrostatici conduttivi) o DIF (statico dissipativi), è in grado di garantire una sempre maggiore protezione passiva di tutte le zone EPA, sia per la maggiore precisione delle misure che per la loro integrazione con informazioni complementari come il Decay Time (tempo di decadimento della carica) e la misura della tensione corporea HBV generata dal semplice pedonamento del personale addetto. Questa ultima verifica, fatta con il sistema “Walking test HBV”, mette in evidenza l’assoluta necessità dell’uso di scarpe o calzari conduttivi nelle zone EPA. 4. Collegamento a terra. L’intero sistema dovrà essere stabilmente ed efficacemente collegato con un nodo equipoFoto 4. Posa bandelle di rame con Adesilex VZ Conduttivo, adesivo conduttivo a contatto. tenziale (punto di terra) almeno ogni 30 - 40 m2 di superficie. Il collegamento, eseguito con elementi di rame, darà la massima garanzia se sarà esteso e incorporato nell’adesivo conduttivo, meglio se con bandelle di basso spessore (1/10 di mm) e 10 o 15 mm di larghezza, poste trasversali ai teli o sotto ogni fila di piastrelle (se il pavimento è in piastre). Aspetti operativi e suggerimenti utili per una buona esecuzione dei pavimenti Per ottenere buoni e duraturi risultati, è importante eseguire una posa corretta e accurata, tenendo presenti alcuni elementi basilari che indichiamo qui di seguito. In primo luogo è sempre consigliabile, prima dell’esecuzione del massetto, realizzare uno strato di separazione; quando questo è eseguito con un foglio di polietilene di almeno 3/10 di mm di spessore e completato con uno strato comprimibile (p.e. polistirolo espanso di circa 1 cm) contro ogni elemento in elevazione (muri di contenimento, pilastri, ecc.), svincola il pavimento da tutti i movimenti strutturali e dinamici dell’edificio (vedi fig. 1); lo strato di separazione, in questo caso, con il foglio di polietilene risvoltato verso l’alto contro le pareti per lo spessore del massetto, assume anche la funzio- MASSETTO ISOLATO E DESOLIDARIZZATO Foto 5. Stesura sul sottofondo di Ultrabond V4 Conduttivo . Foto 6. Posa di pavimento conduttivo. 46 Fig. 1. Strato desolidarizzante e impermeabilizzante. 6 ne di impermeabilizzazione dall’umidità di risalita. Quando il massetto di calcestruzzo sarà definitivamente asciutto, se presenta delle lesioni dovrà essere riparato mediante colatura, nelle lesioni aperte e pulite, di resina epossidica bicomponente esente da solventi [tipo EPORIP], a media viscosità (Brookfield rotore 5, giri 20) e perfezionato nei piani con una lisciatura autolivellante tipo ULTRAPLAN a indurimento ultrarapido per spessori da 1 a 10 mm, pedonabile a 3 ore e con una resistenza a compressione di 30 N/mm a 28 gg (foto 2 e 3). Per la posa delle bandelle di rame, nei pavimenti conduttivi realizzati sia in gomma che in PVC, saranno usati i relativi adesivi nella versione conduttiva. La loro scelta resta, quindi, vincolata alle diverse esigenze applicative: resistenze meccaniche, rapidità di presa ecc. Normalmente ADESILEX VZ CONDUTTIVO per le bandelle di rame, ADESILEX G19 CONDUTTIVO per i pavimenti di gomma o vinilici soggetti a traffico pesante o ULTRABOND ECO V4 CONDUTTIVO per pavimenti resilienti a traffico intenso. Per situazioni particolari sono disponibili, oltre ai classici adesivi conduttivi già menzionati, anche delle “paste” conduttive tipo MAPELECTRIC CP1, in grado di conferire un’ottima conducibilità ESD anche a prodotti privi di tale caratteristica. L’aggiunta dell’additivo, nella quantità/percentuale prescritta, ad adesivi, primer e prodotti cementizi, purché compatibili con l’acqua contenuta nell’additivo, consentirà di ridurre la loro resistività fino a 100.000/200.000 1Ás5 ohm). Per maggiori informazioni sui prodotti citati, consultare le relative schede tecniche contenute nel sito www.mapei.com. REFERENZE ALTA QUALITÀ per il pavimento conduttivo LA RISOLUZIONE DELLE PROBLEMATICHE ESD (ELECTROSTATIC DISCHARGE) IN UN’AZIENDA ELETTRONICA DI NUOVA COSTRUZIONE S ul mercato il rapporto che si instaura fra cliente e fornitore sempre più spesso passa attraverso una richiesta di qualità assoluta del bene trattato; un concetto, questo, che parte dalla progettazione e arriva alla fabbricazione e allo stoccaggio del prodotto. In particolare per un prodotto elettronico il fattore “fabbricazione” è di vitale importanza per ottenere un bene di alta qualità. E’ necessario perciò considerare, già durante la progettazione dello spazio produttivo, la presenza di macchine e di persone, i processi lavorativi, i componenti utilizzati. Soprattutto l’ambiente in cui si svolge fattivamente il lavoro deve essere controllato sotto tutti i punti di vista, al fine di ottenere garanzie di affidabilità e di qualità del prodotto fabbricato. I problemi posti dal cantiere Elemaster Fra i diversi elementi che costituiscono un ambiente di lavoro, ci si deve confrontare con i materiali che rivestono i pavimenti. Esiste una normativa specifica che unisce tutte queste voci e che definisce come comportarsi 1 per evitare che fenomeni “invisibili” – ovvero le scariche elettrostatiche (ESD-Electrostatic Discharge) - possano danneggiare elettricamente le apparecchiature e i prodotti. L’ESD è un problema molto sentito in elettronica, perché i circuiti integrati sono costruiti con materiali isolanti come il silicio che possono danneggiarsi se sottoposti ad alte tensioni. I costruttori e gli utilizzatori di circuiti integrati devono prendere opportune precauzioni per evitare questo problema; tra queste è incluso l’uso di materiali appropriati (antistatici) per prevenire l’accumulo di elettricità statica sul corpo umano e l’adozione sul luogo di lavoro di materiali e misure antistatiche per scaricare a terra le cariche eventualmente accumulate. L’analisi e lo studio delle soluzioni ai fenomeni delle scariche elettrostatiche hanno indicato come il pavimento conduttivo o statico dissipativo unita2 mente ad altri elementi, come i tavoli, le persone, le attrezzature di stoccaggio debitamente muniti di accorgimenti ESD, possano far assorbire queste scariche senza danneggiare componenti sciolti o assemblati sulle schede elettroniche. Foto 1. Per realizzare il massetto è stato utilizzato Topcem, un legante idraulico speciale che permette un’umidità residua inferiore al 2% dopo solo pochi giorni di stagionatura. Per una migliore distribuzione dei carichi il massetto è stato armato con una rete elettrosaldata. Foto 2. Sullo strato di Topcem ancora fresco sono stati realizzati i giunti di frazionamento. Foto 3. Prima di procedere alla lisciatura, sulla superficie è stato applicato a spruzzo l’appretto Primer G. 3 REFERENZE Proprio per i motivi descritti sopra, il committente Elemaster – azienda che produce schede elettroniche per i settori ferroviario, elettromedicale, telecomunicazioni, controllo potenza e UPS, domotica e automotive - per il nuovo sito produttivo di Lomagna (LC) ha voluto rivestire il pavimento con quadrotte in gomma conduttiva, al fine di ottenere la protezione ESD necessaria allo scopo. La soluzione del problema parte dal massetto Questo tipo di pavimentazione previsto per lo stabilimento Elemaster ha richiesto inizialmente la realizzazione di un supporto cementizio che pre4 8 * sentasse determinate caratteristiche: possedere un’umidità residua, all’atto della posa del pavimento, inferiore al 2%. Inoltre, considerate le caratteristiche di resilienza e il loro ridotto spessore, i pavimenti in gomma non sono in grado di ripartire i carichi concentrati. Per garantire una buona durabilità della pavimentazione è quindi necessario che il supporto, sul quale la pavimentazione verrà applicata, possegga delle resistenze meccaniche adeguate. Per finire è di fondamentale importanza che i supporti non siano sottoposti a fessurazioni che risulterebbero visibili sulla superficie del pavimento a causa del loro ridotto spessore. Sulla base di queste considerazioni i 5 tecnici dell’Assistenza Tecnica Mapei interpellati per questo intervento hanno suggerito di procedere inizialmente posizionando sul perimetro della superficie da pavimentare e attorno ai pilastri che la attraversano, del materiale comprimibile, tipo polistirolo, dello spessore di 1 cm circa. Dopo si è proceduto con la posa sullo strato di calcestruzzo di fogli di polietilene (spessore 4/10 mm), risvoltati contro le pareti perimetrali e contro i pilastri. I fogli di polietilene vicini e sormontati tra di loro per circa 20 cm sono stati bloccati con nastro adesivo. Al fine di realizzare una più efficace barriera al vapore è stato consigliato di utilizzare due strati di fogli, il secondo dei quali è 6 7 stato applicato perpendicolarmente al primo. Questa operazione è particolarmente importante ed è necessario che i fogli non vengano spostati o strappati durante le operazioni successive: rotture o tagli potrebbero provocare la risalita di umidità negli strati sovrastanti, compromettendo la durabilità della pavimentazione. Per soddisfare la necessità da parte del committente di effettuare il lavoro in breve tempo, i tecnici hanno proposto di utilizzare TOPCEM* per la realizzazione dei massetti. TOPCEM* è un legante idraulico speciale per massetti a presa normale ed asciugamento veloce a ritiro controllato, che, miscelato con aggregato di granulometria variabile tra 0 e 8 mm, permette di realizzare dei massetti che posseggono un’umidità residua inferiore al 2% dopo solo 4 giorni di stagionatura. Il massetto è stato armato con una rete elettrosaldata (dimensioni maglie 5x5 cm, diametro 2 mm). La rete, oltre a permettere una migliore distribuzione dei carichi, riduce il rischio di fessurazioni in corrispondenza di eventuali riprese di getto e in corrispondenza delle fasce di livello. Sullo strato di TOPCEM* ancora fresco sono stati realizzati dei giunti di frazionamento (ogni 5x5 metri circa), tagliando il massetto per una profondità pari a circa un terzo del suo spessore. Gli addetti hanno posto particolare attenzione a non tagliare la rete elettrosaldata. Foto 4. Per perfezionare la planarità della superficie è stata utilizzata la lisciatura autolivellante Ultraplan. Foto 5. Il contatto equipotenziale di terra (messa a terra) è stato realizzato con un reticolo di bandelle di rame fissate al sottofondo con l’adesivo Adesilex VZ Conduttivo. Foto 6. Dopo aver effettuato il collaudo della conduttività si è proceduto con la posa delle quadrotte in gomma con Adesilex G19 Conduttivo. Foto 7. Le quadrotte sono state poi “massaggiate” a rullo dal centro verso i bordi per una miglior adesione e l’eliminazione delle bolle di aria. Foto 8. Un’immagine del pavimento finito: la gomma usata per il rivestimento è stata scelta nei due colori beige e blu. I vantaggi dell’utilizzo di TOPCEM* in questo particolare cantiere non solo hanno ridotto notevolmente i tempi per la realizzazione della pavimentazione, ma hanno permesso anche di realizzare massetti a breve distanza dalla posa del rivestimento, evitando che i massetti venissero danneggiati da altre operazioni necessarie in cantiere. Posa della pavimentazione in gomma Per perfezionare la planarità del piano di posa della pavimentazione in gomma, tutte le asperità del massetto sono state livellate con l’applicazione della lisciatura autolivellante a indurimento ultrarapido per spessori da 1 a 10 mm ULTRAPLAN*. ULTRAPLAN* è stato steso in uno spessore non inferiore a 3 mm; precedentemente sul supporto è stato applicato a spruzzo l’appretto a base di resine sintetiche in dispersione acquosa a bassissimo contenuto di sostanze organiche volatili PRIMER G* diluito con acqua nella proporzione 1:1. Successivamente al livellamento delle superfici, è stato necessario realizzare il contatto equipotenziale di terra (messa terra) realizzato secondo i modi prescritti dalle norme vigenti. Così il reticolo conduttivo costituito da bandelle di rame (spessore 0,080,10 mm, larghezza 10-25 mm) è stato fissato al sottofondo utilizzando l’adesivo policloroprenico in solvente a doppia spalmatura ADESILEX VZ CONDUTTIVO*. Dopo questa operazione è stato effettuato il collaudo della conduttività prima di procedere alla posa del pavimento in gomma. Per rivestire il pavimento è stata scelta della gomma omogenea pressata in quadrotte (dimensioni 1002x1002 mm e spessore di 3,5 mm) con proprietà di conduttività elettrica per la protezione delle aree ESD in cui è richiesta una buona salvaguardia dalle scariche elettrostatiche. Il rivestimento è stato scelto dal committente in due colori: blu per i percorsi di collegamento tra i reparti produttivi e il magazzino e beige per tutte le aree a open space. La posa in opera delle quadrotte in gomma è stata eseguita mediante l’utilizzo di ADESILEX G19 CONDUTTIVO*, un adesivo epossi-poliuretanico a 2 componenti per pavimenti conduttivi. Le quadrotte sono state applicate sull’adesivo e quindi accuratamente “massaggiate” con l’apposito rullo dal centro verso i bordi in modo da permettere un contatto perfetto tra superficie e rivestimento e per eliminare eventuali bolle d’aria. Durante la posa sono stati rispettati i giunti strutturali mentre, per quanto concerne quelli di controllo realizzati nel massetto, sono stati precedentemente sigillati mediante applicazione di EPORIP*, in modo da poter ottenere una superficie priva di interruzioni. L’intervento è terminato con la posa dello zoccolino nel colore coordinato a quello del pavimento, incollato sempre con ADESILEX VZ CONDUTTIVO*. *Prodotti Mapei: i prodotti citati in questo articolo appartengono alla linea “Prodotti per la posa di pavimenti e rivestimenti resilienti, tessili e legno”. Le relative schede tecniche sono contenute nel DVD “Mapei Global Infonet” e nel sito www.mapei.com. Adesilex G19 Conduttivo: adesivo epossiloliuretanico a due componenti per pavimenti conduttivi in gomma e PVC. Adesilex VZ Conduttivo: adesivo policloroprenico a doppia spalmatura per pavimenti conduttivi. Eporip: adesivo epossidico bicomponente per riprese di getto e per la sigillatura monolitica delle fessure nei massetti. Primer G: appretto a base di resine sintetiche in dispersione acquosa. Topcem: legante idraulico speciale per massetti a presa normale e ad asciugamento veloce (4 giorni). Ultraplan: lisciatura autolivellante ad indurimento ultrarapido per spessore da 1 a 10 mm per mano. SCHEDA TECNICA Elemaster, Lomagna (LC) Intervento: realizzazione massetti e posa del pavimento in gomma conduttiva Anno di intervento: 2006 Committente: Elefin Direzione lavori: dott. arch. Ing. Luca Ceppi Impresa: Emmezeta snc - Gardone Valtrompia (BS), per la realizzazione dei sottofondi Impresa di posa: Carrara Andrea sas Cologno al Serio (BG) Coordinamento Mapei: Enrico Geronimi e Angelo Nobili 49 IL PARERE DELL’ESPERTO AUTOLIVELLANTI, mai più crepe! di Stefano Carrà, Marco De Santis e Paolo Sorrentino - Laboratorio Adesivi Cementizi Mapei SpA 1 T utti i prodotti a base cementizia sono segnati da un destino un po’ particolare: le loro caratteristiche prestazionali devono essere garantite per tempi di esercizio molto lunghi, ma sono influenzate indelebilmente da reazioni chimiche di idratazione che avvengono nel giro di poche decine di minuti immediatamente successive alla miscelazione del prodotto con acqua. L’indurimento dei prodotti cementizi avviene a causa dell’idratazione, a seguito della quale essi sviluppano progressivamente le caratteristiche meccaniche desiderate. Le reazioni di idratazione inducono anche delle variazioni volumetriche, causate dal fatto che il volume del cemento idratato è minore della somma dei volumi del cemento e dell’acqua prima dell’idratazione. Una delle conseguenze pratiche più indesiderate di tali variazioni volumetriche è la formazione di crepe che possono verificarsi nei prodotti in fase di indurimento. La formazione di crepe è legata al fatto che il cemento è molto resistente a compressione, ma 50 2 piuttosto debole nei confronti di sforzi di trazione. E’ quindi chiaro che è di estrema importanza essere in grado di controllare le variabili che provocano tali variazioni di volume. Questo argomento è assolutamente cruciale per quanto riguarda i prodotti autolivellanti, in cui la formazione di crepe è un problema ben noto e che desta sempre notevoli preoccupazioni in fase di applicazione. Peraltro le crepe non sono l’unico inconveniente indotto dalle variazioni volumetriche negli autolivellanti, dato che queste possono anche generare delle tensioni eccessive, che possono causare il distacco del prodotto dal sottofondo. Le foto 1 e 2 sono piuttosto espressive e raffigurano il verificarsi di questi due eventi, distacco e crepe, in condizioni reali di cantiere. I laboratori di ricerca Mapei hanno dedicato a tali questioni un’attenzione particolare, con lo scopo di sviluppare dei prodotti autolivellanti che fornissero garanzie speciali rispetto ai problemi descritti sopra. E’ comunemente noto che negli autolivellanti è necessario utilizzare particolari composizioni della fase legante che permettano di ottenere delle espansioni in grado di compensare almeno in parte i movimenti di ritiro. Ciò viene solitamente ottenuto utilizzando delle miscele di cemento Portland, cemento alluminoso e solfato di calcio che per idratazione formano una specie chimica detta ettringite, che provoca un’espansione della matrice cementizia. La foto 3 mostra una bella immagine dell’ettringite ottenuta al microscopio elettronico a scansione ambientale, che è uno strumento che rende disponibili informazioni fondamentali sulla morfologia di questa specie così importante nel determinare le proprietà applicative dei prodotti autolivellanti. La formazione dell’ettringite avviene solitamente entro alcune decine di minuti dalla miscelazione del prodotto con acqua. I fenomeni di contrazione della matrice cementizia intervengono successivamente, in tempi più lunghi: in un buon prodotto autolivellante espansione iniziale e ritiro all’incirca si compensano e il movimento totale è di conseguenza piuttosto piccolo. Un aspetto tuttavia spesso trascurato dai produttori di autolivellanti e su cui viceversa Mapei ha focalizzato la propria attenzione è il fatto che la fase del processo di 3 Foto 1. Distacco di un autolivellante in cantiere. 4 Fig. 1 AUTOLIVELLANTE "A" MOVIMENTO TOTALE Foto 2. Formazione di crepe sulla superficie di un autolivellante in cantiere. Foto 4. Strumento per la misura dei movimenti in fase plastica. Figura 1. Confronto tra i movimenti registrati con il metodo dei ritiri igrometrici e quelli registrati con il rilevatore di movimenti in fase plastica. 3,8 MOVIMENTI [mm/m] Foto 3. Fotografia al microscopio elettronico dell’ettringite (Fonte: Laboratorio R&S Mapei) RITIRI IGROMETRICI ǿ FASE ǿǿ FASE ǿǿǿ FASE 2,8 1,8 istante in cui il provino è estratto dal cassero 0,8 -0,2 0 100 200 300 400 500 600 700 800 TEMPO [MIN] idratazione, durante il quale si forma l’ettringite, è comunque uno stadio critico nel ciclo di vita del prodotto. La formazione massiva di ettrigite, infatti, avviene mentre il prodotto sta andando in presa: in questa fase esso quindi subisce delle notevoli variazioni dimensionali e contemporaneamente attraversa una profonda trasformazione delle proprie caratteristiche meccaniche, passando da uno stato fluido a uno stato solido. E’ necessario quindi che la composizione chimica dell’autolivellante sia tale che questa fase avvenga in maniera ben controllata: solo in questo modo il prodotto è in grado di garantire un’assoluta sicurezza in fase di posa. Per poter meglio focalizzare lo studio di questa fase, la ricerca Mapei ha recentemente implementato dei nuovi metodi di indagine servendosi di strumenti che permettono di approfondire lo studio dei movimenti dei prodotti, estendendo la finestra sperimentale fino ai primi attimi di vita del prodotto impastato, la cosiddetta “fase plastica”. Il metodo convenzionale per misurare i movimenti per i prodotti autolivellanti, rappresentato dal cosiddetto metodo dei ritiri igrometrici, consente infatti di misurare la variazione dimensionale di un provino solo successivamente al suo indurimento. Il valore di riferimento della misura, quindi, corrisponde all’istante in cui questo viene estratto da uno stampo, cosa che avviene almeno tre ore dopo la sua miscelazione con acqua. Di conseguenza il metodo dei ritiri igrometrici non permette di monitorare interamente la fase espansiva. Il primo di questi nuovi strumenti è costituito da una piccola cassaforma d’acciaio di sezione triangolare, dotata di pareti laterali mobili, in cui viene versato il prodotto subito dopo la miscelazione con acqua. Le due pareti si muovono per effetto delle variazioni volumetriche del materiale e i loro spostamenti vengono misurati da due trasduttori sommando le misure dei quali si ottiene il movimento totale (vedi foto 4). A tale strumento è stato affiancato l’uso di una sonda termica con l’intento di monitorare le variazioni di temperatura che si verificano nel campione, provocate dalle reazioni di idratazione che sviluppano calore. L’importanza delle informazioni acquisite con questa tecnica d’indagine può essere compresa con un esempio. Un prototipo “A” di un autolivellante in fase di sviluppo in laboratorio aveva dato risultati in specifica ed i movimenti registrati con i classici ritiri igrometrici - rappresentati dalla linea bianca in fig. 1 - non si discostavano di molto da quelli di prodotti presenti sul mercato. Durante la realizzazione delle prove erano state però riscontrate delle crepe sui provini abitualmente utilizzati per la caratterizzazione meccanica. Il prodotto in questione presentava un lento asciugamento ed era stato possibile estrarre i campioni per i ritiri igrometrici solo 5 ore dopo la miscelazione. L’analisi dei movimenti in fase plastica ha finalmente permesso di individuare la causa dell’anomalia, poiché il prodotto presentava in queste 5 ore un’espansione eccessiva (fig. 1) provocando poi le crepe nei provini. In generale gli andamenti dei vari prodotti autolivellanti misurati con il rilevatore dei movimenti in fase plastica presentano una sequenza di stadi 51 IL PARERE DELL’ESPERTO Fig. 2 5 CONFRONTO MOVIMENTI: ULTRAPLAN VS PRODOTTI CONCORRENTI ULTRAPLAN NUOVA FORMULA PRODOTTO CONCORRENZA ITALIANA PRODOTTO CONCORRENZA TEDESCA ULTRAPLAN VECCHIA FORMULA 2,8 MOVIMENTI [mm/m] 2,5 2,2 1,9 1,6 1,3 1,0 0,7 0,4 0,1 -0,2 0 200 400 600 800 1000 1200 TEMPO [MIN] qualitativamente simili: una prima fase in cui il prodotto non fa registrare movimenti apprezzabili o mostra un lieve ritiro, che ha luogo interamente in fase plastica; una seconda fase di massiccia espansione che si svolge durante l’indurimento del prodotto e una successiva fase di ritiro dovuta all’asciugamento. Tuttavia l’entità di tali fasi può variare notevolmente a seconda della formula e delle materie prime utilizzate. Una serie di prove realizzate nei laboratori Mapei mostra che è necessario mantenere contenuto il valore dell’espansione iniziale; è anche preferibile che questa avvenga nelle prime ore dopo la miscelazione, quando il prodotto non ha ancora sviluppato le proprie resistenze meccaniche ed è in grado di assorbire più facilmente le sollecitazioni dovute a variazioni volumetriche. Lo sviluppo delle tecniche d’analisi per i movimenti dei prodotti e le informazioni estrapolate da una lunga serie di test 6 52 realizzati, hanno fornito al laboratorio R&S di Mapei un ausilio sostanziale nell’introduzione di variazioni formulative di alcuni dei prodotti autolivellanti che hanno permesso di migliorare significativamente le proprietà applicative, dove un’attenzione speciale è stata dedicata al controllo dei movimenti del prodotto. Un particolare progresso nelle performance degli autolivellanti della serie ULTRAPLAN è stato ottenuto grazie all’introduzione della tecnologia DYNAMON come agente fluidificante. I superfluidificanti acrilici per calcestruzzo hanno confermato la loro efficacia anche in formulazioni complesse come quelle degli autolivellanti, consentendo l’ottenimento di prodotti opportunamente ottimizzati in termini di lavorabilità e controllo dei movimenti. Il confronto delle curve rappresentate in figura 2 evidenzia il notevole miglioramento conseguito sulla formula del7 l’ULTRAPLAN con l’introduzione della tecnologia DYNAMON. Sebbene l’ULTRAPLAN con la vecchia formula presentasse già movimenti più contenuti rispetto alla maggioranza dei prodotti concorrenti - di cui in figura sono riportati due esempi - l’introduzione dei superfluidificanti DYNAMON ha consentito di ridurre l’entità dell’espansione, accorciando il tempo necessario per terminare tale espansione. Aggiungiamo che peraltro il prodotto nella nuova formula ha un ritiro igrometrico ai 28 gg molto contenuto, pari a circa 0.3 mm, molto ben compensato dall’espansione in fase plastica. La differenza di comportamento in fase plastica tra l’ULTRAPLAN e i prodotti della concorrenza è amplificata nelle prove eseguite sul secondo degli strumenti implementati nei laboratori Mapei per misurare i movimenti degli autolivellanti in fase plastica, denominato “Film Sottile” (foto 5). Nel film sottile il campione viene cola- Figura 2. Curve registrate con il rilevatore dei movimenti in fase plastica, relative a Ultraplan (nuova e vecchia formula) e a due prodotti della concorrenza, italiana e tedesca. Fig. 3 Figura 3. Confronto delle misure ottenute nella prova a film sottile su Ultraplan e su due prodotti della concorrenza, italiana e tedesca. to su un film di polietilene, supportato da una base rigida e contenuto da una cornice di gomma, deformabile per non ostacolare i movimenti, la cui altezza è variabile per poter simulare spessori applicativi differenti. Sul campione vengono poi sistemati due cubetti di polistirolo, che galleggiano sulla superficie. Questi cubetti riflettono dei raggi laser e ne misurano il tempo di volo, la cui variazione è un indice delle espansioni e dei ritiri del prodotto. I movimenti osservabili con tale tecnica si discostano notevolmente da quelli misurati con la cassaforma a pareti mobili. La diversa geometria dei campioni, molto vicina alle condizioni reali d’applicazione di un autolivellante, con un maggior rapporto superficie/ volume, produce infatti movimenti in ritiro molto più marcati sia nel periodo precedente che in quello successivo alla fase di indurimento. Questo test, molto selettivo, permette di apprez8 Foto 7. Deformazione registrata a fine test sui bordi del provino a film sottile realizzato con Ultraplan. tra i prodotti non rilevabili con i metodi convenzionali. Risulta in ogni caso ancora una volta dimostrato come l’applicazione di nuove tecniche sperimentali abbia consentito a Mapei di ottimizzare opportunamente le caratteristiche dei propri autolivellanti. La sinergia tra scienza formulativa e nuovi metodi sperimentali ha permesso di confermare e consolidare l’eccellenza tecnologica dei prodotti Mapei, particolarmente apprezzabile in prodotti quali gli autolivellanti che nelle applicazioni possono presentare situazioni di particolare criticità. Per concludere, le metodologie sperimentali sopra esposte hanno permesso di migliorare le già eccellenti proprietà di ULTRAPLAN, ULTRAPLAN ECO ed ULTRAPLAN MAXI. Infatti l’uso di autolivellanti di maggiore stabilità volumetrica consente una posa in opera più sicura, limitando rischi di distacchi e fessurazioni specialmente quando applicati, anche ad elevato spessore, in condizioni particolari come ad esempio: massetti con superficie poco compatta, superfici molto lisce come vecchi pavimenti in piastrelle di ceramica o marmo, preesistenti adesivi utilizzati per la posa di vecchi pavimenti in moquette, ecc. Oltre a quanto sopra esposto, l’introduzione della tecnologia DYNAMON ha permesso di migliorare le proprietà autolivellanti delle rasature che risultano di più facile applicazione e di ottenere superfici finali più lisce, con notevole vantaggio nel caso di posa di pavimentazioni resilienti (gomma, PVC ecc.). Foto 8. Realizzazione di lisciatura autolivellante con Ultraplan. Per maggiori informazioni sui prodotti citati, consultare le relative schede tecniche contenute nel sito www.mapei.com. zare l’eccellente compensazione tra espansione e ritiro nel prodotto Mapei, mentre i prodotti della concorrenza appaiono completamente sbilanciati, con movimenti di ritiro decisamente eccessivi, come si può osservare dal grafico di figura 3. La netta differenza di comportamento dei prodotti è facilmente intuibile anche osservando i campioni a fine test. I provini ottenuti con gli autolivellanti della concorrenza si deformano, sollevando i bordi verso l’alto, a causa dell’eccessivo ritiro (foto 6), che invece è molto più contenuto con l’ULTRAPLAN (foto 7). E’ necessario sottolineare che tra film sottile e applicazione reale esiste una differenza sostanziale, cioè che nel test il prodotto non aderisce al supporto, provocando dei movimenti molto più elevati rispetto a quelli che verosimilmente si verificano in cantiere. Tuttavia il metodo del film sottile consente di mettere in evidenza ed apprezzare differenze prestazionali Foto 5. Strumento per la misura dei movimenti in film sottile. Foto 6. Deformazione registrata a fine test sui bordi del provino a film sottile realizzato con un prodotto della concorrenza italiana. 53 L’impegno nello sport SASSUOLO RIPROVACI! RIPARTITA CON RINNOVATO ENTUSIASMO L’AVVENTURA DEL SASSUOLO CALCIO TARGATO MAPEI di Massimo Paroli “Pazienza, ci riproveremo...!”. Con queste parole, all’indomani dell’amaro play off al cospetto del Monza, il Dott. Giorgio Squinzi consegnò agli archivi del calcio sassolese la prima straordinaria annata della formazione neroverde nel campionato di serie C1. L’amarezza per un sogno svanito sul più bello, per un risultato sfuggito all’ultimo sforzo e che sarebbe entrato di diritto nella ricca e gloriosa storia dello sport targato Mapei, lasciò presto spazio alla voglia di riprovarci, di ripartire, con rinnovato entusiasmo e con il desiderio di prendersi ciò che solo per qualche episodio sfortunato si era visto scivolare via dalle mani in una calda domenica di giugno. La programmazione e l’oculatezza nelle scelte fatte negli ultimi tre anni hanno creato una società dalle basi solide tanto che la prima cosa a cui si è pensato è stata quella di riproporsi e proprio quella frase ha rappresentato per lo staff dirigenziale la nuova scintilla dalla quale rimettere in moto la fuoriserie neroverde. Il primo passo è stato quello della scelta del nuovo allenatore. Bisognava individuare una persona che potesse dare continuità a quelle qualità che hanno caratterizzato il Sassuolo degli ultimi anni: una formazione ben organizzata e ordinata in campo, in grado di produrre bel gioco, capace di fare innamorare ed appassionare il pubblico. Tutti elementi che hanno creato i presupposti per gli splendidi risultati sportivi ottenuti finora. La scelta è quindi caduta su Massimiliano Allegri, un tecnico giovane ma già abbastanza navigato per queste categorie e con un importante passato di calciatore ai massimi livelli. Ciò che ha fatto optare per Allegri è stata soprattutto l’idea di calcio del tecnico toscano, la sua filosofia sportiva, 54 perfettamente in linea con quella della dirigenza sassolese e con la recente tradizione societaria. Sistemata la guida tecnica, lo sguardo è stato subito rivolto verso la rosa dei giocatori. Non era facile resistere alle numerose ed insistenti richieste di altri club, alcuni dei quali anche di categoria superiore, che hanno interessato per tutta l’estate alcuni fra i giocatori più rappresentativi e forti del Sassuolo. Il fatto però di blindare i propri gioielli e di confermare, praticamente in blocco, la squadra giunta ad un passo dalla B è stato un segnale davvero forte da parte della società e significativo su ciò che il club si aspetta da questo campionato. In fase di campagna acquisti l’organico è stato poi completato e rinforzato con altri 5-6 elementi, arrivati in neroverde dopo un’accurata selezione con lo scopo di incrementare il valore della rosa da mettere a disposizione di mister Allegri. Di pari passo con l’aspetto tecnico e sportivo, i vertici del sodalizio sassolese hanno proseguito nel loro progetto di rinforzo e di miglioramento della struttura societaria che ha portato all’inserimento di un paio di nuove figure: un direttore generale, che è andato a rappresentare il vero fulcro attorno al quale fare ruotare la complessa organizzazione della società ed un addetto stampa. Grazie all’impegno del Comune di Sassuolo è stata completata la ristrutturazione dello Stadio “Ricci”, un piccolo gioiello da 4.000 posti, ora divenuto più accessibile e, grazie ai risultati degli ultimi tempi, anche maggiormente frequentato. Si è quindi provveduto al rifacimento ed alla ristrutturazione della sede sociale, oggi funzionale e consona ad una società professionistica. E’ stato quindi realizzato un nuovo campo di allenamento che ha sassuolocalcio.it finalmente colmato una lacuna di questi ultimi anni, è infine stato completamente rivisitato nella grafica e nei contenuti il sito internet ufficiale, consultabile all’indirizzo www.sassuolocalcio.it. Un contenitore di dati e notizie sempre aggiornate che è divenuto in breve tempo il principale divulgatore di news della società neroverde. Importanti risorse sono infine state investite nel settore giovanile: un impegno esponenziale che ha contraddistinto l’opera dell’attuale dirigenza negli ultimi anni. Con la stagione sportiva 2007-08 sono divenute 7 le formazioni che rappresentano il vivaio neroverde: tre impegnate in campionati nazionali e quattro in tornei regionali, con uno staff tecnico qualificato e di ottimo livello. Il Sassuolo ha così iniziato ad allacciare proficui rapporti con le società dilettantistiche del comprensorio ceramico e, aspetto non meno importante, ha dato vita ad una condivisibile politica di presenza propositiva sul territorio che ha avuto come primo risultato la creazione della Scuola Calcio nel quartiere cittadino di Braida. Non si tratta per il momento di grandi numeri ma il motore dell’iniziativa è stata la valenza sociale che potrà avere nell’immediato futuro un’iniziativa del genere. Quelli fin qui elencati, dunque, sono una serie di segnali davvero positivi, che fanno capire che la strada intrapresa dal Sassuolo Calcio è quella giusta, sostenuta e condivisa da Mapei. La dirigenza dovrà ora essere brava a dare continuità ed operare con professionalità e lungimiranza per il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Per concludere, ancora due parole sulla stagione agonistica in corso. L’inizio è stato molto positivo e dopo il passaggio alla seconda fase della Coppa Italia, la squadra di Max Allegri è stata artefice di un avvio di campionato folgorante con 4 vittorie consecutive (Paganese, Foggia, Pro Patria e Verona) che l’hanno proiettata al comando della classifica. Una successiva e comprensibile flessione - vista soprattutto la straordinaria presenza nel girone A della serie C1 di squadre forti, blasonate e rappresentanti di importanti bacini d’utenza quali Padova, Venezia, Cremonese, Novara, le stesse Verona, Foggia e tante altre ancora - non ha però impedito al Sassuolo di rimanere nelle zone alte della classifica, sempre all’interno della zona play off. Altri importanti successi infatti sono stati conquistati con la Ternana e con due fra le formazioni più accreditate al successo finale nel girone A: la Cremonese del noto tecnico Emiliano Mondonico, che il Sassuolo ha superato allo “Zini” di Cremona con una prova tutta grinta e determinazione, e l’ambiziosissimo Padova di Ezio Rossi, battuto al “Ricci” grazie ad un secondo tempo spettacolare e di straordinaria intensità agonistica. Un campionato dunque bellissimo e difficilissimo, una vera e propria B2, con un fiero gruppo di atleti in maglia neroverde decisi a mantenere ben vivo e presente il loro obiettivo… il raggiungimento del sogno!!! Per essere sempre aggiornati su risultati e notizie, collegatevi al sito www.sassuolocalcio.it linkabile anche dal sito Mapei: www.mapei.com 55 tt07 ici_se ADVMond_TB 18-09-2007 8:59 Pagina 1 MAPEI SPONSOR DI TREVISO 2008 Mapei parteciperà come Top Sponsor ai Campionati del mondo di ciclocross 2008 in programma a Treviso il 26 e 27 gennaio 2008. L’evento si svolgerà presso il Centro Sportivo Lago Le Bandie di Spresiano, ex cava recuperata grazie all’opera del Gruppo Mosole, che è promotore di questa terza esperienza iridata di Treviso dopo i Campionati del mondo di ciclismo su strada ospitati nel 1985 e 1999. La manifestazione è stata corredata da iniziative ed eventi collaterali; in particolare è stata preceduta da un “test event” al Lago Le Bandie svoltosi il 4 novembre 2006 consistente in una gara del circuito della Coppa del Mondo di 56 ciclocross della stagione 2006/2007. Il programma completo di gennaio prevede giovedì 24 e venerdì 25 gli allenamenti ufficiali; nella giornata di sabato 26 il Campionato del Mondo della categoria Juniores e Under 23 Uomini e nella giornata di domenica 27 le Donne al mattino e gli Elite al pomeriggio. Le competizioni si svolgono su un tracciato elaborato dall’ex campione di ciclismo Adri Van Der Poel di 3.251 m totali, di cui 731 su asfalto, 2.041 su prato e 478 su sterrato. Per maggiori informazioni visitate il sito: www. cxtreviso2008.com. PRODOTTI IN EVIDENZA Linea Kerapoxy ADESIVO Fugature e adesivi epossidici per applicazioni industriali e commerciali FUGATURA Kerapoxy IEG s Kerapoxy P s Kerapoxy SP s Kerapoxy s Kerapoxy Adhesive s Kerapoxy Design s La LINEA KERAPOXY è stata arricchita con nuovi prodotti per l’incollaggio e la stuccatura di piastrelle in ambienti speciali, sia residenziali sia industriali, sottoposti a tutti i tipi di traffico e che soprattutto richiedono un’elevata resistenza chimica allo sporco di ogni genere, agli oli e agli acidi. Kerapoxy Malta epossidica bicomponente antiacida, disponibile in 26 colori, per fughe di almeno 3 mm. Utilizzabile anche come adesivo. KERAPOXY è indicato per ambienti residenziali, commerciali e piscine. Kerapoxy IEG Malta epossidica bicomponente ad altissima resistenza chimica, per la stuccatura di fughe di almeno 3 mm. E’ disponibile in 2 colori (113 e 130 della gamma Mapei). KERAPOXY IEG è indicato per applicazioni industriali. Kerapoxy P Malta epossidica bicomponente antiacida, di facile applicazione e buona pulibilità, per fughe di almeno 3 mm. E’ disponibile in 2 colori (113 e 130 della gamma Mapei). KERAPOXY P è indicato per applicazioni industriali su ampie superfici. Kerapoxy SP Malta epossidica tricomponente ad elevata resistenza chimica per la stuccatura di fughe con larghezza minima di 5 mm. E’ disponibile nel colore neutro. KERAPOXY SP è indicato per applicazioni industriali. Kerapoxy Adhesive Adesivo epossidico bicomponente a scivolamento nullo, per piastrelle in ceramica e materiale lapideo. E’ disponibile nel colore grigio. KERAPOXY ADHESIVE è indicato per l’incollaggio rapido di pezzi speciali, è utilizzabile anche per l’incollaggio di vetroresina. Kerapoxy Design Malta epossidica bicomponente decorativa, translucida, antiacida per fughe. Indicata per mosaico vetroso, piastrelle ceramiche e materiale lapideo di particolare valore estetico, utilizzabile anche come adesivo. Disponibile in 7 colori più la versione neutra, da impiegare in combinazione con MAPEGLITTER. Per maggiori informazioni su questi prodotti consultare la relativa scheda tecnica nel sito www.mapei.com. s s