band: faun fables

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band: faun fables
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BAND: THE CRAZY CRAZY
WORLD OF MR.RUBIK
TITLE: ARE YOU CRAZY OR
CRAZY CRAZY?
LABEL: LOCOMOTIV RECORDS
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NERDS ATTACK
http://www.nerdsattack.net/?cat=6
Nove pezzi spietati, violenti e in alcuni casi vivaci grazie alle sterzate forzatamente e
volutamente pop tipo gocce di aceto balsamico su un filetto al sangue fumante polvere da
sparo. Decisamente pulp. Probabilmente stiamo parlando di un progetto musicale che lascerà
degli interessanti strascichi di pensiero e di stile nell’Italia della ‘musica bene’ se sarà […]
LIVE ROCK
http://liverock.it/tuttarec.phpchiave=1070&chiave2=The^Crazy^Crazy^World^Of^Mr.^Rubik
The Crazy Crazy World Of Mr. Rubik è il primo progetto lanciato da Locomotiv Records,
etichetta discografica nata attorno all’omonimo locale bolognese. La band scaturisce
dall’incontro di tre musicisti emiliani precedentemente impegnati in altri progetti (Eveline, The
Orange e Arabesque Trees) e da subito si pone con degli obiettivi programmatici ben
dichiarati: giocare con la lingua, i cambi di voce e i suoi intrecci con la musica per creare un
connubio compiuto che generi una sorta di stream of consciousness, alla maniera di certa
letteratura di inizio novecento. La matrice musicale dei The Crazy Crazy World Of Mr. Rubik
spazia da certi momenti apertamente post-hardcore (come è già nel primo brano, 1st step: the
crazy crazy lesson) ad altri più accomodanti, più classicamente indie, come Tic Tic Tac, ad altri
più eterei, un po’ sporcati da qualche momento psichedelico anni ’70, come My mama told me.
Il tono dell’album, grazie soprattutto agli intrecci di voci, assume da subito un tono piuttosto
giocoso, teatrale, come se stessimo ascoltando una versione farsesca dei Massimo Volume. Il
risultato, in certi momenti, ha degli spunti interessanti, 43252003274489856000 combinazioni!
ad esempio, è il brano più interessante del lotto, ma non sempre i The Crazy Crazy World Of
Mr. Rubik riescono a mantenere alto il grado di combinazione tra voci e musica e spesso i due
ambiti rimangono poco coesi e incomunicanti. L’effetto finale fa apparire il disco un po’
incompiuto e poco focalizzato, come se procedesse a tentoni. A mancare è insomma un modus
operandi più definito che dia forma più compiuta a quello che è l’obiettivo dichiarato della band
e che porti il prossimo disco a uscire dal limbo in cui l’esordio sembra essersi bloccato.
LOUDVISION
http://www.loudvision.it/musica-dischi-the-crazy-crazy-world-of-mr-rubik-are-you-crazy-orcrazy-crazy--3620.html
"Are you crazy or crazy crazy?" Con questa domanda esistenziale veniamo scaraventati
all'interno del mondo dei The Crazy Crazy World Of Mr. Rubik, un universo surreale tra il serio
e il faceto e perennemente in bilico sul filo del nonsense. Il sound della band bolognese è
assolutamente originale e spigliato e dimostra un'apertura mentale a 360 gradi. Progressive,
jazz, elettronica, canti gregoriani e rock ad accompagnare la declamazione mista a recital delle
stranianti linee vocali.
Un po' John Zorn un po' Massimo Volume, il gruppo dimostra di avere una grande conoscenza
musicale otre che tecnica. Come la storia ci insegna la pazzia contiene un profondo senso di
verità e frasi come "Io vorrei ucciderlo il 68, vorrei ficcargli una pistola in gola, non è intelletto
è immagine, è composizione di elementi!!!" o "Te l'avevo già detto ieri! Voglio comprare tutto!
E quando avrò tutto, lo rivenderò al doppio!" non possono che far riflettere. Se poi
aggiungiamo lo stesso gusto per i monosillabi e le onomatopee di Lady Gaga, beh, il mix non
può che essere perfetto!
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AUDODROME
http://www.audiodrome.it/modules.php?
op=modload&name=News&file=article&sid=5978&mode=thread&order=0&thold=0
La cappa di incertezza e instabilità degli ultimi tempi infila i suoi tentacoli di nebbia oscura
ovunque. I Crazy Crazy World Of Mr. Rubik ne esplorano a modo loro gli effetti e inaugurano al
meglio il debutto produttivo della Locomotive Records, nata dai fermenti artistici del Locomotiv
Club di Bologna. Il tutto reca con sé i segni del malumore e della violenta, per quanto incerta,
voglia di riscatto e rivalsa che alberga nei “nostri” cuori giovani. Avvelenata generazionale il
disco del gruppo di Bologna, insomma, esemplificata alla perfezione da quanto declamato in
“Tum Tum Pa Tu – Tum Tum Tum Pa”: C'è un'infezione / ci campa addosso, gira e si fa breccia
/ viene a seppellire questo enorme magma di escrementi e noi non ci pensavamo / Io vorrei
ucciderlo il 68, vorrei ficcargli una pistola in gola / non è intelletto è immagine è composizione
di elementi. È opposizione all’omologazione, è ironia e sarcasmo velenoso al servizio del
tentativo di rinfrancarsi da una generazione e dai risultati non ottenuti da essa, per i quali ci si
era sì mobilitati, ma tremendamente illusi. Il tutto tradotto in linguaggio sonoro, figlio di certo
math core e di suggestioni allucinate e penetranti. Non si tratta di istigazione alla violenza, ma
di esortazione a riprendersi il concetto di umanità e renderlo vivo o meno morto di quanto sia.
Come un flusso ciclico, ottundente, ma rigenerante.
OUTUNE
http://www.outune.net/dischi/medium/electropsichedelico-the-crazy-crazy-world-of-mr-rubikwhere-is-paolone-2010.html
Che “Ci facciano e non ci siano”, tanto per rispondere ad una di quelle domande che ti pone la
mamma quando vede i tuoi amici vestiti in modo strano, è inequivocabile.
Il mondo che The Crazy Crazy World Of Mr. Rubik ci svela nel corso di queste nove tracce di
sana demenza mista a lucidità tagliente come una lama è un mondo difficile da penetrare al
primo ascolto, è quello che si vede in copertina: tre musicisti sospesi a dei cavi come dei deus
ex-machina a “Fare lo Show” per giovani in cappello elegante e binocolo da teatro
accompagnati da ragazze che fumano sigarette col bocchino.
“Lo Show” in questo caso è un tutto e niente introdotto dall'idiozia aerobica di “1st Stop: The
Crazy Crazy Lesson”, che sta fra gli El Guapo ed Heather Parisi, e dalla cugina dei !!! “Tic Tic
Tac”, una demenza che, stupefacendoci, vira poi bruscamente verso l'introspezione.
Ecco allora il post-rock alla Slint (o alla Massimo Volume, per dirla in italiano) di “Tum Tum Pa
Tu – Tum Tum Tum Pa”, che però non ha né lo spleen esistenziale dei primi né la violenza dei
secondi e il math rock di “Soqquadro”, che lascia basiti per la distanza siderale che pone fra sé
e i primi pezzi.
E tutto da vedere se il mix possa essere godibile o piuttosto risultare piuttosto caotico e poco
pensato, facendo perdere di vista i pezzi interessanti dei quali “Where Is Paolone?” è pieno.
È un peccato infatti che “43.252.003.274.489.856.000 combinazioni!” o “ Yellow House” siano
sepolti nelle ultime posizioni, così com'è un peccato che ad aprire le danze siano due tracce più
goliardiche che altro, col rischio di buttare il tutto in ridicolo, quando invece il ridicolo, eccezion
fatta per la parodia rock'n'roll di “My Mama Told Me” (che sembra cantata da Elvis dopo
un'indigestione di panini allo scoiattolo) è l'ultima preoccupazione.
Da rivedere i testi, che si perdono via nell'aggressività ma sono in realtà poco incisivi e non
fanno altro che convalidare l'impressione generale che tutto quest'album sia più confuso che
“pazzo”, più un'esagerazione che un colpo di genio, nonostante la lucidità, nonostante la
bravura tecnica e non, nonostante l'impegno.
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ROCKIT
http://www.rockit.it/album/12540/the-crazy-crazy-world-of-mr-rubik-are-you-crazy-or-crazycrazy
Sei matto, o matto-matto? Si chiama così il disco di una nuova band che comincia ad aggirarsi
sui palchi di mezza Italia. The crazy crazy world of Mr. Rubik: sono in tre, stanno a Bologna e
hanno come casa base il Locomotiv, locale che in tre anni ha conquistato il podio dei club indie
e che ora, tramite loro, lancia una label nuova di zecca, la Locomotiv Records.
Di follia ce n'è tanta in questo disco, ma di quella lucida, la più pericolosa e, insieme, la più
affascinante. Power post punk? Post energy rock? Funk psichedelico con incursioni drone? Si
accettano consigli, perchè dentro c'è di tutto. Quel che più colpisce, fin dalle prime battute, è la
totale malleabilità di ogni singola traccia, a partire dalle voci: violente, sussurrate, ironiche, da
front man o da coro gregoriano, da giovane incazzato che ne ha le palle piene di sentirsi dire
che non ha fatto il '68. Così come la musica che le accompagna: tastiere allegre o terribilmente
minori, batterie in loop, chitarrine blues che si perdono in scorribande post-qualcosa, cenni
math rock, passaggi che ricordano gli anni '90 dei Massimo Volume o i primissimi anni zero dei
Giardini di Mirò.
Si parte con un intro che promette sudore e scintille, "1st step: the crazy crazy lesson". Una
gym lesson vera e propria, destra-sinistra, per il corpo e per la mente: la temperatura sale,
more energy please!, il banditore scende dal palco e lascia spazio a una mattonata di chitarre
che fuggono via. Poi compare "Tic tic tac", destinata ad essere la hit della primavera
bolognese, e sarebbe anche lecito pensare a qualcosa come i !!!, o i Go!Team (dite che non
fanno un video con orologi giganti da schivare al posto dei fantasmi di PacMan?). L'ascolto
prosegue, questi pensieri vengono spazzati via in fretta: qualche spianata desert, e non si
scherza più. Risatine sarcastiche e lestofanti da mercato nero, si corre a mille lacerando l'aria
e, poi, ci si ferma di nuovo. Con "My mama told me", che fa il verso a Elvis e infila dei riff blues
che fanno riprendere il fiato. Si ricade nelle atmosfere già segnate da Emidio Clementi & co,
con un brano che sembra nichilista fin dal titolo ("Tum tum pa tu – tum tum tum pa"), ma che
in realtà è sfogo in versi più o meno criptici, con le casse e i tom del titolo, appunto, a fare da
base incessante e lancinante. Si conclude poi con altri tre pezzi da flusso di coscienza, che
incasinano ancor di più il panorama: cattivi, buoni, giocosi, pure sensuali verso la fine.
Matti-matti, dunque, e bravi-bravi, ma anche parecchio casinisti, in un sincretismo che vuol
tenere davvero tutto assieme, e che fa fatica a dettare una linea precisa. Forse, perchè la linea
non c'è, nemmeno quella a cui essere fedeli. Da una parte ci presentano dei personaggi che
sembrano usciti da un videogioco dell'Atari, dall'altra ci colpiscono la freddezza con cui
guardano a "questo enorme magma di escrementi", a tratti robotica e decisamente non
analogica. La summa, direi, è qualcosa di esplosivo e, volenti o nolenti, ne sentiremo parlare,
perciò preparatevi.
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INDIE-EYE
http://www.indie-eye.it/recensore/2010/03/the-crazy-crazy-world-of-mr-rubik-%E2%80%93where-is-paolone-locomotiv-records-2010/
Premessa: cercherò di usare la parola pazzia il meno che posso, sostituendola con sinonimi e
perifrasi; è una condizione necessaria per un gruppo che raddoppia il termine crazy all’interno
del loro nome, rafforzando, se possibile, il concetto, più di quanto possa esprimere la musica.
Where is Paolone?, la prima prova di questo trio, è un insolito mix musicale che richiama il
mondo del circo, come si evince anche dalla copertina, ma anche quello del teatro e, perché
no, anche il cinema. Le suggestioni non sono poche, ma si rifanno, eccetto alcuni intervalli
acustici, a un rock compatto e spesso ripetitivo, dove predomina la sezione ritmica e
subentrano tastiere à la “For the Benefit of Mr. Kite”. Si apprezzano soprattutto le “vie
d’uscita” sperimentate dal gruppo, sebbene rimandino a un rock meno estremo (la leggera
come vento “Yellow House”, lo pseudo singolo “Tic Tic Tac”, il rock’n’rolla della prima ora “My
Mama Told Me”); da segnalare gli ossequiosi omaggi ai Pink Floyd dell’era del pifferaio ai
cancelli dell’alba, ma anche del muro e degli animali. Le liriche si fanno sentire spesso
casualmente, decantando possibili scene da teatro dell’assurdo (“Soqquadro”) o poesie simil Re
Lucertola Jim Morrison (si veda “Tum tum…”, titolo non futurista ma onomatopeico). La poesia
è nel sangue dei Crazy, spillata alla maniera degli ultimi Meganoidi, che parla di tentati
assassinii al ’68, di colori preferiti e di danze stile Gioca Jouer. Comunque sia, non vi è un
senso, nemmeno apparente, nell’opera intera; forse con ripetuti ascolti si può trovare. O forse
no. All’ascoltatore l’ardua decisione di addentrarsi o no nel confusionario e stancante mondo
del trio Rubik.
INDIE MUSIC
http://indiemusic.blogosfere.it/2010/01/the-crazy-crazy-world-of-mr-rubik-cose-da-pazzisotto-il-cielo-di-bologna.html
The Crazy Crazy World of Mr. Rubik è la sigla sotto cui debutta con il cd "Are You Crazy Or
Crazy Crazy?" questo nuovo progetto sonoro felsinea che mira a creare, attraverso un uso teso
e corrosivo della lingua, lo stream of consciousness esplicitato soprattutto nei botta e risposta
che si susseguono nei vari brani.
Il cd dei The Crazy Crazy World of Mr. Rubik battezza anche la nuova avventura musicale
dell'etichetta Locomotiv Records (braccio discografico del noto locale de lLocomotiv Club di
Bologna)
Una ferma opposizione alla stasi di idee che contraddistingue il mainstream di questo tempo.
La tensione che sfocia in violenza di fronte alla sensazione diessere parcheggiati in un angolo
del tempo al di fuori dallastoria, dove tutto è omologazione e marketing, dove non viè la
possibilità di replica, immersi in un fiume, trascinati dalla corrente."Are you Crazy Or Crazy
Crazy"tratta questi concetti utilizzando registri e lingue differenti; da un approccio divertito,
sarcastico ( Tic Tic Tac, My Mama Told Me, 43.252.003.274.489.856.000 Combinazioni!) ad
uno più fisico, rabbioso e violento (Tum Tum Tum Pa, Te L'aveva Già Detto Ieri Vincenzo
Zappa etc).
The Crazy Crazy World of Mr. Rubik è un nuovissimo progetto musicale natodall'incontro di
3musicisti attivi in diverse esperienze underground e nell'organizzazione di eventi culturali.
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LOSING TODAY
http://www.losingtoday.com/it/reviews.php?review_id=5346
Fulminante fin dall'avvio, l'esordio di questo progetto nato dalle menti (insane...) di tre
musicisti orbitanti attorno alla sena indipendente bolognese: nelle prime tre delle nove tracce
presenti, l'ascolto viene preso a spallate senza tanti complimenti da un delirante mix di indie
rock sghembo e
free jazz, fissando fin da subito le coordinate del gruppo.
Un'attitudine 'trasversale', accompagnata, come si conviene dalla classica attitudine ludica di
chi dà voce a ciò che gli passa per la testa, incurante delle classificazioni o delle conseguenze.
Avviene così che nel corso del disco si abbandoni la frenesia iniziale per inoltrarsi in territori
dall'aria più rarefatta, guidati dal solo onirico avanzare della sezione ritmica, per poi riprecitare
in un clima manicomiale, con un esempio di country sghembo e barcollante, e successivamente
imbattersi in un crescendo dal tenore quasi epico che sfocia nell'esplosione incontrollata dei
fiati.
Del resto, il 'mondo di Mr. Rubik' pazzo lo è per definizione: l'inaspettato, l'imprevisto,
il rasserenamento di umori così lo scoppio d'ira improvviso è sempre dietro l'angolo, in un
disco che affascina e stupisce, regalando la prima (bella) sorpresa del 2010.
MUCCHIO ONLINE(FDM)
http://www.ilmucchio.it/fdm_content.php?sez=scelte&id_riv=76&id=1455
Il Locomotiv è un locale bolognese che ha scelto di scendere discograficamente in campo per
lanciare gruppi evidentemente in sintonia con la propria linea artistica. I Crazy Crazy World Of
Mr. Rubik sono la prima band in catalogo e si meritano fin da subito un encomio, quantomeno
per una capacità di affrontare l'espressione artistica privi di qualsivoglia criterio di prudenza o
di necessità di appartenere ad una scena, ad un suono, ad un immaginario. Le coordinate del
trio, di cui fanno parte elementi impegnati in altri progetti come Eveline o The Orange, vanno
da quel tipo di party music un po' funk e un po' indie che va per la maggiore nell'ultimo lustro
(“Tic Tic Tac”) a nenie sferraglianti spruzzate di noise e attraversate da chitarre sbilenche e
declamazioni di scuola hardcore, trasportate in qualche buffonesco contesto teatrale (“Te
l'aveva già detto ieri Vincenzo Zappa”), a parodie blues (“My Mama Told Me”) e comizi
esistenziali nella vena dei Massimo Volume, né troppo faceti né troppo seri (“Tum tum pa tu –
tum tum tum pa”), fino a un alieno finale folk che sembra finito lì da un altrove indefinito,
“Yellow House”, incantevole e notturna apparizione acustica che quasi si sbriciola tra i
riverberi. Troppa carne al fuoco, troppa varietà messa in campo? No, solo qualche sbavatura,
nulla che ci possa far cambiare idea sulla bontà del progetto e sul segnale importante che
sembra sottintendere, ovvero un invito poco retorico e molto concreto a lasciare il primato
all'immaginazione.
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SHIVER
http://shiverwebzine.com/2010/05/16/the-crazy-crazy-world-of-mr-rubik-are-you-crazy-orcrazy-crazy-2010-locomotive-club-rec/
“Io vorrei ucciderlo il Sessantotto/Vorrei ficcargli una pistola in gola/Non era intelletto/è
immagine / è composizione di elementi”
The Crazy Crazy World Of Mr. Rubik è la prima band lanciata da Locomotiv Club Records,
etichetta discografica nata attorno all’omonimo locale bolognese. “Are You Crazy Or CrazyCrazy?” è il loro primo disco.
Suona la campanella. Comincia la lezione con “1st Step: The Crazy Crazy Lesson” che
introduce l’ascoltatore in questo pazzo pazzo mondo (“This is a great big bordello only for
you!”) attraverso una sorta di riscaldamento, un allenamento per le orecchie e per la mente
(“It’s for your mind not for your body! On the left! On the right!”) a base di tastiere drone.
Finito lo stretching si inizia a fare sul serio. “Tic Tic Tac”, è l’ipotetico singolo da passare e
ripassare sulle frequenze radio: basso funk e fischietti, un po’ disco un po’ post-punk, alta
ballabilità e qualche postumo da “Psicopatico Party”. “L’ottava rivoluzione silenziosa del Lighi
Ghighi Gi” è uno strano processo: un flusso di coscienza che si snoda attraverso un basso
pulsante, rulli di tamburi e cambi di dinamica che sfiorano il prog, flusso che giunge fino a “Te
l’aveva già detto ieri Vincenzo Zappa” dove il delirio diventa sempre più psychedelia e i colori si
moltiplicano. Segue il rock and roll di “My Mama Told Me” con la voce di un non-morto Elvis
che ricorda tanto Frank Zappa intento a scimmiottare la voce di Bob Dylan, durante uno dei
suoi tanti concerti. Ma l’atmosfera diventa più oscura e disillusa ed è ora di sedersi e prestare
attenzione al cinico monologo, tragitto dolorosamente politico e minimalista, che fa “Tum Tum
Pa Tu – Tum Tum Tum Pa” come il tempo che la batteria scandisce per tutta la durata della
traccia, accompagnata da una chitarra che graffia le unghie contro un vetro. Dentro il
“Soqquadro” c’è un po’ di tutto: noise, fusion, tastiere impazzite, trombe dal sapore jazz più
una giusta dose di non-sense che i nostri non si fanno mai mancare, e all’interno di questa
confusione, mentre si tenta di risolvere il rompicapo del cubo magico di Rubik, ci si accorge
che si possono ottenere “43.252.003.274.589.856.000 Combinazioni!”, combinazioni che
iniziano con “The Piper at the Gates of Dawn” e scorrono via veloci, mescolandosi, fino ai ’90.
Chiude il folk acustico di “Yellow House”, ennesimo risvolto di un disco-pastiche dai mille volti.
… che dire?
Giunto alla fine, ci si domanda che tipo di strana reazione chimica possa aver generato un
simile universo, un universo vivente fatto di suoni e colori, che vanno dal rock and roll alla
psychedelia dei ’60 passando per il progressive/jazz fusion, facendo scalo al post-punk/postfunk/post-chiamalo-come-ti-pare e ripartendo, fino a non so più dove. Un universo fatto anche
di immagini e di parole, soprattutto parole: l’inclinazione verso una forma di
conversazione/dialogo piuttosto che su forme di testo più “tradizionali” fanno di The Crazy
Crazy World Of Mr. Rubik, oltre che una band musicale anche una strana compagnia teatrale,
che ha nel suo repertorio performance di ogni tipo, dal cabaret al Teatro delle Atrocità di
Antonin Artaud e quando alla fine ci si accorge di tutto questo si rimane stupiti, imbambolati e
piacevolmente senza parole.
Are you crazy or crazy-crazy? … Crazy-crazy! Senza alcun dubbio!
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HATE TV
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Direi matto matto. Ma chi non lo è? Considerando che i massimi esperti di matematica ed
algoritmi informatici hanno stabilito con ben pochi dubbi che il numero di Nostro Signore Dio
Padre di tutti i cieli (e tutti i laghi ecc) sia il 20, sembra che il numero di matti sia in continuo
aumento. Come hanno fatto? Semplice! Per completare il cubo cromato di mr. Rubik si è
stabilito che non occorrono più di venti movimenti e devo dire che mi sento abbastanza in
sintonia con gli effetti collaterali che questo disco può provocare, nonostante sia un periodo di
forte alienazione, riesco a ritrovarmici. Credo. Ma non dovremmo parlare di me...credo.
Siamo in vacanza? Me lo chiedo perchè, dopo l'ascolto del pazzo mondo di quel mattacchione
di mr. Rubik (chissà se si riferiscono proprio a lui..), mi sono sentito un po' stressato..come se
fossi stato in vacanza. Ma cominciamo la nostra storia dall'inizio, o quasi.
Diciamo che avete già preso l'aereo o il mezzo preferito e siete già arrivati a destinazione.
Bene! Il viaggio non è stato dei più rilassanti, un po' come succede nella maggior parte dei
casi: code, e non importa che mezzo abbiate scelto perchè sarete stati sicuramente in fila,
telefonate più o meno inutili, qualche scaramuccia con il compagno o i compagni di viaggio.
Insomma siamo già nel fatidico e famigerato mood "ALL INCLUSIVE". Si avete capito bene:
tutto compreso, pachetto completo..bevande a volontà, colazione pranzo e cena, spuntini di
ogni genere e animazione a go go.
Si! l'animazione: "Evviva! Mi divertirò un sacco e poi leggerò il mio libro e farò sport e mi farò
fare due massaggi, la cromoterapia, il relax in piscina! E quanti amici! Sarò nerissimo e questi
ultimi mesi di palestra finalmente daranno i risultati adeguati. Per non parlare delle notti
folli...wow!"
E così, in men che non si dica, ci si scorda di quello che, più che un viaggio, assomigliava ad
una deportazione.
Che bello, che entusiasmo! E allora via che si va, fin dal primo giorno, con l'incubo di tutti i
pigri della città, che per qualche irragionevole allineamento planetario in vacanza si
trasformano, 1St Step: The Crazy Crazy Lesson. Una lezione di ginnastica in puro stile fantozvillage che vuole trasformare corpo e cervello in un sol colpo. Mica cotica. Il tempo stringe, Tic
Tic Tac, si deve correre. Ancora pochi minuti e parte il torneo di qualche sport con la palla:
calcio, calcetto, calcino, pallanuoto, pallavolo, beach volley, palla avvvelenata, palla tu che
pallo anche io, insomma una palla. E dopo tanta fatica l'agognato pasto che rifocillerà i nostri
eroi nel modo più adeguato: solo il rumore delle posate, l'ennesima fila al buffet e il
silenzio...L'Ottava Rivoluzione Silenziosa Del Lighi Gighi Gi; tutto molto bello. Tutto troppo.
Forse. E siamo solo all'inizio.
"Sono davvero stato un grande oggi al torneo, ormai sono un eroe. Mi conoscono tutti e questa
pasta fredda non è nemmeno tanto male".
Il sole è alto, sembra vicinissimo, si fa sempre più forte; i raggi non sono più ultravioletti, sono
ultraviolenti; solo Chuck Norris resisterebbe. Un bel tuffo in piscina risolverà tutto.
Tutto..Sembra che si riparta, dopo una mezz'oretta di pausa (forzata) tra una pagina di
Grisham e due paroline crociate si riparte più carichi di prima per il risveglio muscolare, mah?
Devo meritarmela sta merenda, per non parlare del gioco aperitivo a suon di Tum Tum Pa Tu –
Tum Tum Tum Pa. Prima di cena sarà tutto a Soqquadro, quasi sicuramente anche lo stomaco
dei poveri avventori che ritroveranno al famigliare buffet una delle tante
43.252.003.274.489.856.000 Combinazioni di agghiacciante cibaria rimescolata dal pranzo
precedente.
E' vero, sono stato in vacanza, ho fatto una marea di cose e ho conosciuto una miriade di
persone, ma mi sento talmento pieno che mi sento svuotare. Forse ho bisogno di tornare a
casa. Yellow House.
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MUSICLINKER
http://www.musiclinker.it/news.php
In sigla vengon TCCWOMR,
In alternativa potete chiamarli The Crazy Crazy World of Mr Rubik.
Ho ascoltato a lungo il loro disco e debbo confessare che non ci ho capito quasi nulla. E'
improbabile definire il genere, è difficile fare paragoni, probabilmente la loro miglior vena
dipende proprio da questo. Ascoltare per credere.
In copertina i tre componenti sono imbragati a penzoloni sospesi sul palcoscenico giallastro e ci
si chiede perfino dove sia Paolone.
In effetti la risultante è piuttosto pazza. Nove tracce nel ciddì uscito a febbraio, il primo lavoro
per la loro giovane etichetta Locomotiv Records. Vi accoglie una intro, primo step, con la tipica
voce di Chef, spero lo conosciate. Si passa poi a Tic tic tac che è buona per essere cantata da
Party Boy, spero l'abbiate visto. L'ottava rivoluzione silenziosa è un pezzo altrettanto
strampalato, con una voce parlata, quasi gridata data tonalità. Un titolo come
43.152.003.274.489.852.000 combinazioni! offre la più sincera caratura della stabilità mentale
del trio. E' un trio, si e mi complimento con loro per un pezzo come Tum Tum Tum Pa, altro
gridato raccontato in lode agli onomatopeici. Quanto a My Mama Told Me vi pregherei di
guardarla e ascoltarla cantata in radio: il volto del cantante non ricorda anche a voi quello di
Mariottide, alias Maccio Capatonda, in una pantomima? Non se la prenda il frontman per carità,
la band è apprezzatissima, ha un curriculum di concerti già sudati e ancora da sudare che fa
invidia al C.V. degli U2 e di recente è tra i finalisti per un premio del MEI. Ci sarà anche
Musiclinker in quel di Faenza e spero vivamente di poterli applaudire con le mie mani. Ora
passo agli errori da piazzarsi unitamente e in blocco nella recensione: credo i CrazyRubik
vengano da Pisa dacchè il pacchetto che ho ricevuto con il ciddì proveniva da lì. Non conosco i
nomi dei tre componenti, ma direi che gli amici del pazzo cubista suonano batteria, chitarra e
tastiere tutto fare, in effetti è zeppo di suoni ricercati e strani. Ogni sgarro che ho commesso
potete tranquillamente commentarlo senza ingiurie. Come nei peggiori temi di terza media
"concludo dicendo che" questo è un ottimo disco, ottimo perchè originale, una musica diversa
dall'indie alternativo rock echealtro che di recente spopola con eccessiva facilità. Questo trio di
suonatori rodati (non mi permetto di ipotizzare l'età, siamo galanti non solo con le signore) ha
una pazzia gagliarda, parole ad alta voce e una comicità non-sense buona per farci divertire.
Me li ascolto con gusto.
::: PROMORAMA ::: PRESS :::
BAND: THE CRAZY CRAZY
WORLD OF MR.RUBIK
TITLE: ARE YOU CRAZY OR
CRAZY CRAZY?
LABEL: LOCOMOTIV RECORDS
PAG. 12
KATHODIC
http://www.kathodik.it/modules.php?name=Reviews&rop=showcontent&id=4399
È proprio un mondo doppiamente pazzo quello dei Crazy Crazy World Of Mr. Rubik, band
bolognese alla seconda prova sulla lunga distanza. Difficile da definire il frullato surreale
disegnato dal gruppo, che transita per mondi circensi, post-rock, psichedelia e riflessione senza
soluzione di continuità.
L’iniziale 1st Step: The Crazy Crazy Lesson si pone tra atmosfere synth-rock anni ’80 ed un
indie-rock contemporaneo. Tic Tic Tac si schiude tra charleston schizofrenici per virare nel
finale verso lidi più giocosamente oscuri. Con L’Ottava Rivoluzione Silenziosa Del Lighi Gighi Gi
si passa alla psichedelia dilatata di stampo floydiano, mentre con Te L’Avevo Già Detto Ieri
Vincenzo Zappa ci avviciniamo a territori più solfurei, vagamente Slint. My Mama Told Me
cambia totalmente direzione: si entra in un immaginario country-folk, ma scimmiottandone il
paesaggio più che facendolo proprio. Ma è solo un flash, perché con Tum Tum Pa Tu – Tum
Tum Tum Pa si torna in un’oscurità sinistra, quasi rituale, non lontana da certi Father Murphy.
La differenza in questo caso sta nel testo recitato a-là Massimo Volume, che però non
raggiunge neanche per sbaglio le vette poetiche di Clementi e soci. Soqquadro strizza l’occhio
addirittura al math, sciogliendosi scarnamente in un finale sottilissimo.
43.252.003.274.489.856.000 Combinazioni! miscela funambolismi da cabaret ad un rock
sempre e comunque asfittico. A chiudere c’è la delicata ballata Yellow House, ennesima
sorpresa di un album che di sicuro non ne ha fatte mancare.
L’impressione è che in questo disco la goliardia lasci ben presto il passo a qualcosa di più
solido, più vicino all’oscurità, che la band voglia in qualche modo esorcizzare nella parte
iniziale. Così si finisce per inficiare tanto la prima quanto la seconda strada, restando in un
limbo che non ha grande sapore. Aspettiamo di capire se la band sarà carne o pesce.