Risparmiati un po` di sofferenza

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Risparmiati un po` di sofferenza
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RISPARMIATI UN PO’ DI SOFFERENZA
Diventare cristiano è l’avvenimento più straordinario che possa mai capitarti nella vita. Hai fatto
pace con il tuo Creatore e hai avuto in dono la vita eterna! Stanne certo: Dio non ti lascerà e non ti
abbandonerà mai. Ti ha portato fin qui e completerà la grandiosa opera che ha iniziato in te. Lui
conosce ogni tuo pensiero, ogni tua sollecitudine e le tue preoccupazioni più profonde.
Diamo un’occhiata a qualcuna di queste possibili preoccupazioni. Primo, e di estrema importanza:
hai la “certezza” di essere stato salvato? La Bibbia dice di “rendere sicura la vostra vocazione e la
vostra elezione” (2Pt. 1:10): perciò, passiamo in rassegna i seguenti punti per accertarci che tu sia
realmente salvato.
1. Sei consapevole che Dio si incarnò nella persona di Gesù (Gv. 1:14) e che morì per i peccati
del mondo?
2. Sei andato al Salvatore a causa dei tuoi peccati?
3. Ti sei ravveduto, riponendo la tua fede in Gesù?
4. Sei convinto che Gesù abbia sofferto e sia morto sulla Croce, risuscitando poi il terzo giorno?
Davanti all’aula del Tribunale di Eterna Giustizia, Dio ci assolve sulla base del fatto che Gesù
Cristo ha pagato la penale per noi. Siamo così “giustificati” – ossia, resi giusti di fronte a Dio –
dalla sua morte straziante. La risurrezione di Gesù Cristo fu come il sigillo di approvazione di Dio
sul fatto che il suo prezioso sangue era sufficiente per pagare questa penale.
Facciamo un esempio: avendo violato la legge, ti viene comminata un’ammenda di 50 mila euro.
Davanti al giudice affermi di essere sinceramente dispiaciuto per quanto accaduto, e questi ti
risponde: “Fa bene a esserlo, perché non ha rispettato la legge! Ora, è in grado di pagare la penale?”
Il giudice potrà assolverti soltanto se la penale verrà pagata. Se qualcun altro si farà carico della tua
penale, allora ti lascerà libero. Ma deve avere una “base” sulla quale poterlo fare.
Il motivo per cui abbiamo bisogno di un sostituto (un salvatore) per pagare la nostra “penale”
morale è il fatto che abbiamo trasgredito la Legge di Dio. Per renderci conto di quanto abbiamo
trasgredito questa legge (i Dieci Comandamenti), ne considereremo alcuni come, ad esempio: hai
mai detto una bugia? Hai mai rubato qualcosa? Hai mai provato un forte desiderio nei confronti di
un’altra persona? Se hai risposto “Sì” a queste domande, hai ammesso di essere un bugiardo, un
ladro, un adultero nel cuore, e nel Giorno del Giudizio ti troverai di fronte a Dio. Se hai nominato
invano il suo nome, ti sei reso colpevole di “blasfemia” (hai cioè sostituito il suo santo Nome con
parole di maledizione). Può darsi che tu abbia portato rancore nei confronti di qualcuno, e la Bibbia
ti definisce un assassino. Sei in grossi guai, avendo violato la santa Legge di Dio. Nel Giorno del
Giudizio sarai ritenuto colpevole e finirai all’inferno; per questo hai bisogno del Salvatore. Il solo
essere dispiaciuto per i tuoi peccati, o il confessarli a Dio, non ti sarà molto d’aiuto. Devi
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abbandonare il peccato (ravvederti) e la tua fede dev’essere in Gesù, e in lui solo. È soltanto su
questa “base” che Dio può essere misericordioso nei tuoi confronti. Se tu non fossi certo della tua
salvezza, fai del Salmo 51 la tua preghiera personale.
Diamo ora un’occhiata ad alcuni dei principi più importanti, che possono risparmiarti un bel po’ di
sofferenza…
Lettura quotidiana della Bibbia
Un bambino sano ha un sano appetito. Se sei veramente “nato” dallo Spirito di Dio, avrai un sano
appetito spirituale. La Bibbia dice: “come bambini appena nati, desiderate il puro latte spirituale,
perché con esso cresciate per la salvezza” (1Pt. 2:2). Nutriti ogni giorno, costantemente.
Fede
Una volta, un giovane mi guardò e mi disse: “Per me è difficile credere ad alcune cose che ci sono
nella Bibbia.” Io sorrisi, e gli domandai: “Come ti chiami?” e lui mi rispose: “Paolo”. Al che io
dissi, con naturalezza, “Non ci credo”. Lui mi guardò perplesso.
Evangelizzazione
Seconda metà di dicembre del 1996: a Los Angeles una grande famiglia si riunisce per la gioiosa
occasione del confezionamento dei regali natalizi. Era una grande famiglia in quanto era il risultato
di due matrimoni.
Preghiera
Si dice, a ragione, che Dio risponde sempre alle preghiere. A volte dice “Sì”, altre dice “No”. A
volte, invece, dice “Aspetta un minuto” e, siccome per il Signore un giorno è come mille anni per
noi (2Pt. 3:8), un’attesa di dieci anni equivale a 14 minuti e 24 secondi per Dio. Quindi, chiediamo
con fede ma attendiamo con pazienza ricolma di pace.
Battaglia spirituale
Diventando cristiano, ti sei lanciato nella calda mischia di una battaglia che dura da secoli. Hai un
triplice nemico: il mondo, la carne e il diavolo.
Comunione fraterna
Prega per capire dove avere comunione fraterna. Accertati che il luogo che chiamerai “mia chiesa”
chiami il peccato per nome. I suoi membri credono alle promesse di Dio? Sono amorevoli? Il
pastore tratta sua moglie con rispetto? È un uomo della Parola? Ha un cuore umile e uno spirito
dolce?
Ringraziare
Per il cristiano, ogni giorno dovrebbe essere caratterizzato dal ringraziamento. Perfino nel mezzo
dei problemi dovremmo saper ringraziare.
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Battesimo in acqua
La Bibbia dice: "Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il
perdono dei vostri peccati..." (At. 2:38). Non c’è quindi alcun dubbio riguardo a se essere battezzati
o meno. Ci si può piuttosto domandare quando, dove e da chi?
Dare a Dio
Qualcuno disse, una volta, che il portafogli è "l’ultima frontiera"; che è, cioè, l’ultima cosa ad
arrendersi a Dio. Dovrebbe, invece, essere la prima, insieme al nostro cuore arreso.
Risolvere i problemi
Se conosci il Signore, niente farà vacillare la tua fede. È vero che una persona con esperienza non è
alla mercé di una che sa soltanto fare dei ragionamenti. Prendiamo, ad esempio, un bambino che
guarda una stufa. Il padre lo avverte che è calda.
1. Cibarsi della Parola: nutrimento quotidiano
Un bambino sano ha un sano appetito. Se sei veramente “nato” dallo Spirito di Dio, avrai un sano
appetito spirituale. La Bibbia dice: “come bambini appena nati, desiderate il puro latte spirituale,
perché con esso cresciate per la salvezza” (1Pt. 2:2). Nutriti ogni giorno, costantemente. Giobbe
disse: “ho fatto tesoro delle parole della sua bocca più della mia porzione di cibo.” (Gb. 23:12). Più
ti nutri, più in fretta cresci e meno problemi avrai. Accelera il processo ed evitati un po’ di
sofferenze, ripromettendoti di leggere la Parola di Dio ogni giorno, con costanza. Ripeti a te stesso:
“Niente Bibbia, niente colazione. Niente lettura, niente cibo.” Sii come Giobbe e anteponi la Bibbia
al tuo stomaco. Se farai così, Dio promette che sarai come un albero che porta frutto, forte e sano
(vedi il Salmo 1). Ogni giorno trovati un luogo tranquillo, dove la tua anima possa immergersi a
fondo nella Parola di Dio.
A volte ti ritroverai a leggere le sue pagine con grande entusiasmo; altre volte, invece, la lettura ti
sembrerà arida e perfino noiosa. Il cibo, però, fa bene al corpo, che sia di tuo gradimento o meno.
Di sicuro, da bambino mangiavi dolci con grande entusiasmo, mentre le verdure non avevano la
stessa attrattiva. Se eri un bambino nella norma, è probabile che ti dovessero forzare a mangiarle.
Diventando adulto, hai imparato ad autodisciplinarti e a mangiare le verdure, e questo per il fatto
che le verdure hanno effetti benefici sull’organismo, benché da piccolo non procurassero particolare
piacere alle tue papille gustative.
2. Fede: gli ascensori possono farti cadere
Una volta, un giovane mi guardò e mi disse: “Per me è difficile credere ad alcune cose che ci sono
nella Bibbia.” Io sorrisi, e gli domandai: “Come ti chiami?” e lui mi disse: “Paolo”. Al che io dissi,
con naturalezza, “Non ci credo”. Lui mi guardò perplesso, e io ripetei: “Come ti chiami?” Lui
rispose di nuovo: “Paolo”, e io ribadii: “Non ci credo”. Poi gli chiesi: “Dove abiti?”. Alla sua
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risposta replicai: “Non credo nemmeno a questo.” Avresti dovuto vedere la sua reazione! Era
piuttosto arrabbiato, così gli dissi: “Sembri un po’ seccato, e sai perché? Perché non ho creduto a
ciò che mi hai detto. Se mi dici di chiamarti Paolo e io ti rispondo che non ti credo, vuol dire che
penso che tu sia un bugiardo. Cioè, che tu stia cercando di ingannarmi, dicendomi che ti chiami
Paolo, quando invece non è così.” Poi aggiunsi che se, pur essendo soltanto un uomo, lui si sentiva
offeso dalla mia mancanza di fiducia nelle sue parole, quanto più offensivo, nei confronti di Dio
Onnipotente, poteva essere il suo rifiuto a credere alla Sua Parola? Così facendo, era come se
volesse dire che Dio non è degno di fiducia. Che è un bugiardo, un ingannatore. La Bibbia dice:
“chi non crede a Dio, lo fa bugiardo,” (1Gv. 5:10) e anche: “Badate, fratelli, che non ci sia in
nessuno di voi un cuore malvagio e incredulo…” (Eb. 3:12). Martin Lutero affermò: “Quale più
grande insulto a Dio può mai esserci, di quello del non credere alle sue promesse?”
Ho sentito dire, da alcuni, “Il fatto è che mi è difficile avere fede in Dio”; non realizzano però quali
implicazioni abbiano queste parole. Si tratta delle stesse persone che credono alle previsioni del
tempo, credono a ciò che scrivono i giornali, e che quando prendono l’aereo mettono la loro vita
nelle mani di un pilota che non hanno mai visto. Noi esercitiamo la fede tutti i giorni: confidiamo
nei freni della nostra auto, confidiamo nei nostri libri di storia e di medicina, e confidiamo negli
ascensori. Tuttavia, gli ascensori possono anche farci cadere di sotto, i libri di storia possono
sbagliare e gli aerei precipitare. Quanto più, dunque, dovremmo confidare nelle sicure e veritiere
promesse dell’Onnipotente Dio, che non ci farà mai cadere se ci fidiamo di Lui.
Ho sentito dire spesso, cinicamente: “La Bibbia è piena di errori.” Ed è vero: il primo errore fu
quando l’uomo respinse Dio. Le Scritture mostrano uomini e donne che continuano a ripetere
all’infinito lo stesso, tragico errore. Sono anche piene di quelle che paiono essere delle
contraddizioni. Ad esempio, le Scritture ci insegnano che “nulla è impossibile a Dio” (Lc. 1:37
CEI), ossia che non c’è nulla che Dio Onnipotente non possa fare. Eppure, ci viene anche detto che
“… è impossibile che Dio menta,” (Eb. 6:18). Dunque, c’è qualcosa che Dio non può fare! C’è un
evidentissimo “errore”, nella Bibbia! La risposta a questo dilemma va trovata nell’umile verme.
Per me, credimi, sarebbe impossibile mangiare dei vermi, benché l’abbia visto fare. Una volta, in tv,
vidi un uomo imburrare una fetta di pane e poi rovesciarci sopra una scatoletta di grassi e turgidi
vermi vivi che si contorcevano tutti. Poi prese una forchetta e un coltello, con cui tagliò il suo
“pasto” che continuava a muoversi e… se lo mangiò. Mi sentii male: era una cosa disgustosa. Il
pensiero di masticare dei freddi vermi vivi è così ripugnante e di cattivo gusto che posso in tutta
onestà dire che per me sarebbe impossibile mangiarli, benché abbia visto qualcuno farlo. È una cosa
abominevole, e ricorro alla forza dell’aggettivo “impossibile” per dare credito alla mia
affermazione.
La menzogna, l’inganno, la falsa testimonianza, eccetera, sono così ripugnanti e disgustose per Dio,
così contrapposte al suo santo carattere, che le Scritture fanno ricorso all’aggettivo “impossibile”
per rafforzare l’affermazione. Egli non mente, non ha potuto mentire e non mentirà.
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Ciò significa che in un mondo che ci delude continuamente, possiamo assolutamente fare
affidamento, credere e contare sulle sue promesse, che sono sicure, certe, indiscutibili, vere, degne
di fiducia, affidabili, fedeli, attendibili, salde; un’ancora per l’anima. In altre parole, le puoi credere
davvero e, per questa ragione, puoi lanciarti nelle sue potenti mani con gli occhi bendati e senza
riserve. Lui non ti deluderà, mai e poi mai. Ci credi?
3. L’evangelizzazione: il nostro compito più serio
Seconda metà di dicembre del 1996: a Los Angeles una grande famiglia si riunisce per la gioiosa
occasione del confezionamento dei regali natalizi. Era una grande famiglia in quanto era il
“prodotto” di due matrimoni. Dato che erano in molti, quella notte cinque bambini furono messi a
dormire nel garage. Questo era una costruzione riadattata, che di notte veniva riscaldata da una
stufetta elettrica posta accanto alla porta.
Nelle prime ore del mattino, la stufetta prese improvvisamente fuoco, sbarrando l’uscita. In pochi
secondi, la stanza si trasformò in un inferno di fiamme. La chiamata disperata che giunse al 911 era
carica di tutto il terrore di quegli istanti e si udì uno dei bambini che urlava “Sto bruciando!”
Inutilmente il padre, sconvolto, si gettò tra le fiamme per cercare di salvare i suoi adorati figli,
procurandosi ustioni su oltre il 50% del corpo. I figli morirono tragicamente, arsi vivi, perché non
ebbero scampo, a causa della presenza di sbarre d’acciaio alle finestre del garage e del fatto che
c’era soltanto una porta, bloccata dalle fiamme.
Sei tornato indietro nel tempo, a pochi minuti prima che la stufetta prenda fuoco. Nell’oscurità,
sbirci all’interno della stanza, dove i cinque bambini dormono pacificamente. Sai che da un
momento all’altro si scatenerà un inferno che brucerà i poveri piccoli terrorizzati. Potresti mai, in
tutta coscienza, andartene via? No di certo! Li devi svegliare e farli scappare da quella trappola
mortale!
Il mondo sta beatamente dormendo nel buio dell’ignoranza. Esiste una sola Porta attraverso cui
sfuggire alla morte. Le sbarre d’acciaio del peccato impediscono la salvezza, e
contemporaneamente richiedono le fiamme della Giustizia Eterna. Che cosa terribile sarà il Giorno
del Giudizio! Il fuoco dell’ira di Dio Onnipotente brucerà per l’eternità. Alla Chiesa è stato dato il
compito di svegliare la gente prima che sia troppo tardi. Non possiamo, perciò, girare i tacchi e
andarcene via con noncuranza. Pensa a come quel papà si è gettato tra le fiamme: il suo amore non
aveva limiti. La nostra dedizione al compito affidatoci da Dio sarà direttamente proporzionale al
nostro amore per i perduti. Ci sono pochi che si gettano a capofitto nelle fiamme per avvertirli di
scappare (Lc. 10:2). Ti prego, sii uno di questi! Non abbiamo davvero scelta. L’Apostolo Paolo
disse: “Guai a me se non evangelizzo!” (1Cor. 9:16)
Fu Charles Spurgeon, il “Principe dei predicatori”, a pronunciare queste parole: “Non desideri che
altri siano salvati? Allora non sei salvato nemmeno tu, stanne certo!” Un cristiano non può essere
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apatico, riguardo alla salvezza del mondo. L’amore di Dio in lui lo motiverà a cercare e a salvare i
perduti.
Può darsi che il tempo che hai a disposizione per essere d’impatto, con il Vangelo, nei confronti dei
tuoi amici e dei tuoi famigliari non salvati, sia limitato. Dopo lo shock iniziale causato dalla tua
conversione, ti terranno “a distanza di sicurezza”. È quindi importante che tu sfrutti al massimo il
poco tempo in cui ti ascolteranno.
Ecco qualche consiglio per evitarti un bel po’ di grattacapi. Un mio amico, appena convertitosi a
Cristo, fece dei danni quasi irreparabili, muovendosi come un elefante in un negozio di cristalli.
Continuava a insistere con sua mamma, suo papà e molti dei suoi amici perché prendessero “una
decisione per Cristo”. Era sincero, zelante, amorevole, premuroso, ma anche fastidioso. Non capiva
che la salvezza non ha a che fare con una “decisione”, ma con il pentimento, che è Dio stesso a dare
(vedi 2 Tim. 2:25). La Bibbia insegna che nessuno può venire al Figlio se non è Dio ad “attirarlo” a
Lui. Se riesci a far prendere una decisione così a una persona che non è convinta di peccato, quasi
certamente ti ritroverai ad avere per le mani un nato morto.
Nel suo “zelo senza conoscenza”, di fatto, allontanava proprio coloro che stava disperatamente
cercando di raggiungere. Non essendoci nulla di più importante, per te, della salvezza di coloro che
ami, non vorrai di certo sprecare tutto. Altrimenti, potresti scoprire di non avere un’altra occasione.
Prega per loro intensamente, ringraziando Dio per la loro salvezza; fa’ in modo che vedano la tua
fede in azione; fa’ che sentano la tua gentilezza, il tuo amore sincero, la tua delicatezza. Fai dei
regali senza un particolare motivo, fai dei lavoretti senza che ti sia stato chiesto, fai il miglio in più.
Mettiti al loro posto: tu sai di avere trovato la vita eterna – la morte ha perso il suo pungiglione! – e
la tua gioia è indescrivibile. Ma, per loro, sei uno a cui è stato lavato il cervello; uno che è finito in
una strana setta. Ecco perché i tuoi gesti amorevoli parleranno più forte di diecimila discorsi.
Queste loro convinzioni dovrebbero farti stare alla larga da dispute verbali fino a che non avrai un
minimo di conoscenza che possa guidare il tuo zelo. Prega per avere saggezza e per essere in
sintonia con i tempi di Dio. Potresti avere una sola possibilità, dunque fa’ in modo di essere
efficace. Mantieni la calma: se la perdessi, potresti pentirtene per tutta la vita. Credimi: è meglio
sentirti dire da un tuo caro o da un amico: “Parlami della tua fede in Gesù Cristo”, piuttosto che
essere tu a dire loro: “Siediti un attimo, che ti voglio parlare.”
È importante capire che dovremmo condividere la nostra fede con gli altri appena possiamo. La
Bibbia dice che dovremmo farlo soltanto in due circostanze: “…a tempo e fuor di tempo” (2 Tim.
4:2 D). L’apostolo Paolo implorava preghiera per la sua testimonianza personale: ”…affinché mi sia
dato di parlare apertamente per far conoscere con franchezza il mistero del vangelo, per il quale
sono ambasciatore in catene, perché lo annunci francamente, come conviene che ne parli.” (Ef.
6:19-20)
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Ricorda che hai la grande responsabilità di parlare a persone care ad altre persone. Quando apri la
tua bocca per parlare del Vangelo, spesso potresti essere la risposta alle preghiere di un altro
credente, che ha gridato a Dio perché si servisse di un testimone fedele per parlare alla sua amata
mamma, o al suo amato papà, e proprio tu sei la risposta a quella preghiera. Sei tu quel fedele
testimone che Dio vuole usare.
Non perdere mai di vista il mondo e tutte le sue sofferenze. Abbi sempre davanti agli occhi il
destino degli increduli. Troppi, tra di noi, si adagiano, diventando degli introversi. Il nostro mondo
diventa un monastero senza pareti. Riduciamo i nostri amici a soltanto quelli che frequentano la
Chiesa, mentre Gesù era “l’amico dei peccatori”. Prenditi il tempo di diventare loro amico per
amore della loro salvezza. Ricorda che ogni persona che muore nei suoi peccati ha un appuntamento
con il Giudice dell’Universo, mentre l’inferno spalanca le sue fauci. Non c’è compito più solenne di
quello di essere messaggeri del Vangelo della Salvezza, lavorando con Dio per il benessere eterno di
un’umanità che sta morendo.
4. La preghiera: “Aspetta un minuto”
Si dice, a ragione, che Dio risponde sempre alle preghiere. A volte dice “Sì”, altre dice “No”. A
volte, invece, dice “Aspetta un minuto” e, siccome per il Signore un giorno è come mille anni per
noi (2Pt. 3:8), un’attesa di dieci anni equivale a 14 minuti e 24 secondi per Dio. Quindi, chiediamo
con fede ma attendiamo con pazienza ricolma di pace.
Un sondaggio condotto in America rivela che più del 90% delle persone pregano quotidianamente.
Senza dubbio pregano per la salute, il benessere economico, la felicità, e così via. Pregano anche
quando la nonna si ammala, e se lei non guarisce (o muore), molti finiscono per disilludersi, mentre
altri rimangono amareggiati. Questo perché non comprendono ciò che la Bibbia, riguardo alla
preghiera, afferma. E cioè, che il peccato impedirà a Dio perfino di udire la tua preghiera (Sl. 66:18)
e che, tra l’altro, non riceveremo risposta, se preghiamo dubitando (Gm. 1:6-7).
Ecco come fare per essere ascoltati:
1. Pregare con fede (Eb. 11:6)
2. Pregare con mani innocenti e cuore puro (Sl. 24:3-4)
3. Pregare con parole genuine che sgorgano dal cuore, piuttosto che con vuote ripetizioni (Mt.
6:7)
4. Assicurarsi di pregare l’Iddio rivelato nelle Sacre Scritture (Es. 20:3-6)
Tu come “preghi con fede”? Se qualcuno ti dice “Sei una persona di grande fede in Dio”, forse
pensa di farti un complimento. In realtà, il complimento è a Dio. Ad esempio, se io ti dicessi “Ho
una grande fiducia nel mio dottore”, è evidente che sto facendo un apprezzamento al dottore, perché
questa mia affermazione significa che lo ritengo una persona integra, di grande professionalità,
degno - appunto - di fiducia. Con la mia fiducia sto dando “gloria” a quest’uomo. La Bibbia dice
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che Abraamo “non vacillò per incredulità, ma fu fortificato nella sua fede e diede gloria a Dio,
pienamente convinto che quanto egli ha promesso, è anche in grado di compierlo.” (Rm. 4:20-21).
Abraamo era un uomo di grande fede in Dio, ma questo - ricorda - non è un complimento ad
Abraamo, il quale semplicemente ebbe la percezione dell’inimmaginabile potenza di Dio, della sua
impeccabile integrità e della sua meravigliosa fedeltà nel mantenere ogni promessa che fa. La sua
fede diede “gloria” a un Dio fedele.
Se tu appartieni a Gesù, per quanto riguarda Dio tu sei una persona molto importante, un VIP. Puoi
accostarti con piena fiducia al trono della grazia (Eb. 4:16), hai accesso alla presenza del Re, perché
sei un suo figlio/una sua figlia. Quand’eri piccolo, dovevi forse strisciare davanti a tuo papà o a tua
mamma perché loro ti dessero ciò che volevi? Spero proprio di no.
Quindi non dire, pregando, “Oh, Dio, spero che Tu mi dia ciò di cui ho bisogno.” Dì, piuttosto,
qualcosa tipo “Padre, ti ringrazio perché Tu mantieni ogni promessa che fai. La tua Parola dice che
tu soddisfi ogni mio bisogno secondo la tua gloriosa ricchezza, in Cristo Gesù (Fl. 4:19). Perciò ti
rendo grazie perché farai per la mia famiglia ciò che ti sto chiedendo nel meraviglioso nome di
Gesù. Amen.”
Hudson Taylor, un grande missionario, disse: “La potenza della preghiera non è mai stata provata al
massimo della sua potenzialità. Se vogliamo vedere la potenza divina all’opera, al posto della
debolezza, del fallimento e della delusione, rispondiamo alla perenne sfida di Dio: "Invocami, e io ti
risponderò, ti annuncerò cose grandi e impenetrabili che tu non conosci." (Gr. 33:3)
Come si fa ad avere “mani innocenti e cuore puro”? Semplice: confessando a Dio i propri peccati,
attraverso Gesù Cristo, il cui sangue ci purifica da tutti i peccati (1Gv. 1:7-9). Quando li confessi a
Dio per mezzo di Gesù, Dio non solo ti perdonerà da ogni peccato, ma promette di dimenticarsi di
quel peccato (Eb. 8:12), giustificandoti sulla base del sacrificio del Salvatore. Ossia, farà conto che
tu non abbia mai peccato e ti renderà puro ai suoi occhi. Purificherà, inoltre, la tua coscienza, così
che tu non senta più quel senso di colpa provocato dall’avere peccato. Questo è il significato di
“essere giustificati per fede”, ed è per questo che hai bisogno di immergerti nella Sacra Scrittura,
per leggere le lettere alle chiese e per vedere quali meravigliose cose Dio ha fatto per noi per mezzo
della Croce del Calvario. Se non ti preoccupi di conoscere il testamento di un tuo parente defunto,
non avrai alcuna idea di ciò che ti è stato lasciato.
Come si fanno preghiere con “parole genuine che sgorgano dal cuore”? Semplicemente rimanendo
nell’amore di Dio. Non farai mai preghiere ipocrite o egoistiche, se hai in te l’amore di Dio. In
effetti, se hai un cuore pieno d’amore, non potrai nemmeno fare una preghiera egoistica. Quando la
tua vita di preghiera è gradita a Dio, la Bibbia dice che Lui ti ricompenserà apertamente (Mt. 6:6).
Come si fa a sapere che si sta pregando “l’Iddio rivelato nelle Sacre Scritture”? Studiando la Parola.
Non accogliere l’immagine di Dio proposta dal mondo, per quanto sia attraente per la mente
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razionale. Una figura paterna, amorevole e gentile, ma priva di senso di giustizia e di verità, attrae
un peccatore colpevole. Se però consideriamo i tuoni e i lampi sul Monte Sinai e l’indicibile agonia
di Gesù, inchiodato alla Croce sul Calvario a motivo della Giustizia di un Dio santo, ecco che
queste immagini cancellano quella melensa figura.
5. Battaglia: confida nel Signore ma fai la tua parte
Diventando cristiano, ti sei lanciato nella calda mischia di una battaglia che dura da secoli. Hai un
triplice nemico: il mondo, la carne e il diavolo. Prima di diventare un cristiano, venivi trasportato
dalla corrente assieme agli altri pesci morti, galleggiando inerte. Ma ora Dio ha messo in te la sua
vita e così ti ritroverai a nuotare contro una triplice corrente. Analizziamo questi tre nemici che si
oppongono a te.
Il primo è il mondo. Nei contesti che prenderemo in considerazione, la Bibbia definisce “mondo” il
sistema di vita peccaminoso e ribelle. Questo è il mondo che ama le tenebre e odia la luce (Gv.
3:20), governato dal “dio di questo mondo” (2Cor. 4:4), che è anche il “principe della potenza
dell’aria” (Ef. 2:2). La Scrittura dice che i cristiani sono sfuggiti alla corruzione presente nel mondo
a causa della concupiscenza. Quest’ultima è un desiderio illecito, ed è la linfa vitale del mondo, che
si tratti di desiderio sessuale disordinato, di brama di potere, di avidità di denaro e di cose materiali.
La concupiscenza è un mostro insaziabile, perciò non va nutrito. Altrimenti, crescerà sempre di più
fino a diventare un enorme peso sulle tue spalle che ti porterà alla morte (leggi Gm 1:15).
Non c’è nulla di male, di per sé, nel sesso, nel potere, nel denaro o nelle cose materiali; ma quando,
agli occhi di Dio, queste cose diventano predominanti, la Bibbia le definisce “idolatria” (Cl. 3:5). Ci
viene detto “Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del
Padre non è in lui.” “Chi dunque vuol essere amico del mondo si rende nemico di Dio.” (1Gv. 2:15;
Gm. 4:4).
Il secondo nemico è il diavolo. Come abbiamo visto, è conosciuto come il “dio di questo mondo”.
Era lui il tuo padre spirituale, prima che tu entrassi a far parte della famiglia di Dio (Gv. 8:44; Ef.
2:2). Gesù definì il diavolo un ladro, che venne per uccidere, rubare e distruggere (Gv. 10:10).
Per prevalere contro di lui e i suoi demoni, devi assicurarti di essere equipaggiato con l’armatura
spirituale di Dio elencata in Ef. 6:10-20. Familiarizzaci, dormi indossandola, non togliertela mai.
Assicura la spada a doppio taglio alla tua mano, così da non perdere mai la presa. La ragione di
tutto questo ci porta al terzo nemico.
Il terzo nemico è ciò che la Bibbia chiama “carne”. Si tratta della tua natura di peccato e il terreno
di battaglia è la tua mente.
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Se anche tu hai una mente, sarai attirato dal mondo con tutto il suo peccato. La mente è
l’elaboratore di dati per gli occhi e le orecchie, ed è il centro dei tuoi appetiti. Tutti i peccati
nascono dal “cuore” (Pr. 4:23; Mt. 15:19). Noi pensiamo, prima di peccare; ma in realtà non
riflettiamo. La Scrittura ci avverte che la concupiscenza partorisce il peccato e, quando questo è
compiuto, produce la morte. Ogni giorno della nostra vita ci troviamo di fronte a una scelta:
peccare, o non peccare. Questo è il dilemma. Il timore di Dio è la risposta a questo dilemma, ma se
tu non temi Dio peccherai per la gioia del tuo cuore peccaminoso.
Lo sapevi che Dio uccide? Fece morire un uomo perché non gradiva il suo comportamento sessuale
(Ge. 38:10); tolse la vita a un uomo e a sua moglie per una sola menzogna (At. 5:1-11). La
conoscenza della bontà di Dio e dei suoi giusti giudizi nei confronti del peccato dovrebbe produrre
in noi il timore di Dio, aiutandoci a non indulgere nel peccato.
Se sappiamo che gli occhi del Signore sono ovunque e osservano il bene e il male, e che Lui
giudicherà ogni opera, vivremo di conseguenza. Queste riflessioni sono serie e preziose, in quanto
“col timore del Signore si evita il male.” (Pr. 16:6). Gesù disse: “Ma a voi, che siete miei amici, io
dico: non temete quelli che uccidono il corpo ma, oltre a questo, non possono fare di più. Io vi
mostrerò chi dovete temere. Temete colui che, dopo aver ucciso, ha il potere di gettare nella geenna.
Sì, vi dico, temete lui.” (Lc. 12:4-5)
6. Comunione fraterna: il battito d’ali della farfalla
Prega per capire dove avere comunione fraterna. Accertati che il luogo che chiamerai “mia chiesa”
chiami il peccato per nome. I suoi membri credono alle promesse di Dio? Sono amorevoli? Il
pastore tratta sua moglie con rispetto? È un uomo della Parola? Ha un cuore umile e uno spirito
dolce? Ascolta attentamente ciò che insegna: dovrebbe glorificare Dio, magnificare Gesù ed
edificare i credenti. Una cosa che dimostra che sei stato veramente salvato è che proverai amore per
altri cristiani (1Gv. 3:14), desiderando di avere comunione con loro. Il vecchio proverbio “chi si
assomiglia, si piglia” è vero anche per i cristiani. Ci si ritrova insieme per spezzare il pane
(comunione), per l’insegnamento della Parola, e per la compagnia. Si condividono le stesse
ispirazioni, le stesse illuminazioni, le stesse inclinazioni, le stesse tentazioni, le stesse aspirazioni, le
stesse motivazioni e lo stesso sudore: si lavora insieme per la stessa cosa, per l’avanzamento del
Regno di Dio sulla terra. Ecco perché frequenti la chiesa: non perché devi farlo, ma perché lo vuoi.
Non diventare una “farfalla spirituale”, ma metti radici da qualche parte. Se ti sposti di chiesa in
chiesa, come farà il tuo pastore a sapere quale cibo stai assumendo? La Bibbia dice che il tuo
pastore dovrà rendere conto a Colui che ti ha affidato alla sua cura (Eb. 13:17), perciò fatti
conoscere dal tuo pastore. Prega regolarmente per lui, e prega anche per sua moglie, per la sua
famiglia e per gli anziani. Essere pastore è un compito non facile. La maggior parte della gente non
sa quante ore occorrono per mettere insieme un messaggio fresco ogni settimana e non considera
quanto tempo il pastore ha passato in preghiera e nello studio della Parola. Se racconta due volte la
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stessa storiella, oppure condivide qualcosa che ha già condiviso in precedenza, ricorda che il pastore
è umano. Concedigli quindi grazia in abbondanza e doppio onore. Non mormorare mai alle sue
spalle, e se qualcosa che lui ha detto non ti aggrada, pregaci su e poi lascia che si occupi Dio della
questione. Se questo non dovesse soddisfarti, allora lascia la chiesa, piuttosto che provocare
divisioni con lo sparlare e il lamentarsi.
Una volta accadde che una donna mise in giro dei pettegolezzi piccanti sul pastore della chiesa
locale, e ciò che lui avrebbe fatto divenne di dominio pubblico in giro per la città. Poi, però, la
donna scoprì che quanto aveva sentito dire non era affatto vero. Andò quindi dal pastore per
chiedergli perdono, e questi glielo concesse. Ma le disse anche di prendere un cuscino pieno di
piumette e andare in un angolo della città, e qui scuotere il cuscino al vento; poi, cercare di
riprendere tutte le piumette, una ad una. Le fece capire, così, che il danno ormai era stato fatto:
aveva distrutto la sua buona reputazione, e cercare di riparare al danno era un po’ come cercare di
recuperare le piume col vento.
La Bibbia dice che la vita e la morte sono in potere della lingua (Pr. 18:21). Con le nostre parole
possiamo uccidere oppure far vivere. Inoltre, la Scrittura rivela che Dio odia coloro che causano
divisione tra i fratelli (Pr. 6:19). Prega col salmista “SIGNORE, poni una guardia davanti alla mia
bocca, sorveglia l'uscio delle mie labbra.” (Sl. 141:3)
Ricorda il vecchio adagio: “Chi parla male degli altri con te, parlerà male di te con gli altri.”
7. Ringraziare: fai la cosa giusta.
Per il cristiano, ogni giorno dovrebbe essere caratterizzato dal ringraziamento. Perfino nel mezzo
dei problemi dovremmo saper ringraziare. L’Apostolo Paolo disse: “sovrabbondo di gioia in ogni
nostra tribolazione” (2Cor. 7:4). Sapeva che Dio faceva cooperare ogni cosa al suo bene, sebbene
stesse passando attraverso delle prove (Rm. 8:28).
I problemi ti verranno incontro. Dio in persona farà in modo che tu, come cristiano, cresca.
Permetterà che le tempeste della vita facciano affondare le tue radici in profondità nel terreno della
sua Parola. In mezzo ai problemi si prega di più, ma è stato detto, correttamente, che potrai vedere
meglio mentre stai in ginocchio, piuttosto che sulle punte dei piedi.
Una volta, un uomo osservò una farfalla che si dimenava per uscire dal suo bozzolo. Nel tentativo
di aiutarla, prese una lametta e tagliò accuratamente la parte esterna del bozzolo: la farfalla sfuggì al
suo problema, però… morì subito dopo.
La lotta della farfalla è il metodo di Dio: infatti, è la lotta a far sì che il cuoricino della farfalla batta
veloce e mandi il sangue alle ali.
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Le prove hanno un loro scopo: ci fanno lottare, costringendoci ad inginocchiarci. Sono il bozzolo in
cui spesso ci troviamo, ed è lì che il sangue della fede in Dio ci aiuta a dispiegare le nostre ali.
Fede e ringraziamento sono amici intimi. Se hai fede in Dio, gli sarai grato perché sai che la sua
mano amorevole è su di te, anche quando ti trovi nella fossa dei leoni. Questo ti darà un senso di
profonda gioia, e la gioia è il barometro della profondità della fede che hai in Dio. Permettimi di
fare un esempio. Immagina che io ti dica che, se tu mi mandassi un’email, ti darei un milione di
euro. È ovvio che non mi crederesti. Ma immagina di farlo, in quanto hai saputo che più di mille
persone che mi hanno mandato un’email hanno ricevuto il loro milione di euro, senza altre
condizioni. E, inoltre, mi hai chiamato, e io ti ho personalmente assicurato che manterrò la parola.
Se mi hai creduto, non sarai contentissimo? Ma se non mi hai creduto, niente gioia. La misura di
gioia che hai sarà come un barometro che indica quanto hai creduto alla mia promessa.
C’è così tanto per cui essere grati. Dio ci ha dato “gioia abbondante e preziose promesse” che
dobbiamo “desiderare più dell’oro." Fatti un enorme favore: credi a quelle promesse, ringrazia Dio
continuamente per avertele date e “che la tua gioia sia completa."
Un vecchio contadino ricevette un giorno la visita di un parente non convertito. A tavola, dopo che
il contadino ebbe chinato il capo e ringraziato Dio per il cibo che stavano per mangiare, il parente
disse, sgarbatamente: “Perché l’hai fatto? Non c’è nessun Dio: viviamo in un’era di illuminazione.”
Il vecchio contadino sorrise e disse: “Nella fattoria c’è solo uno che non ringrazia Dio prima di
mangiare.” Il parente scattò sulla sedia e domandò: “E chi è questo illuminato?” Al che, il contadino
pacatamente rispose: “Il mio maiale.”
8. Battesimo: per aspersione o per immersione?
La Bibbia dice: "Ravvedetevi e ciascuno di voi sia battezzato nel nome di Gesù Cristo, per il
perdono dei vostri peccati..." (At. 2:38). Non c’è quindi alcun dubbio riguardo a se essere battezzati
o meno. Ci si può piuttosto domandare quando, dove e da chi?
Dalla Scrittura parrebbe anche chiaramente che coloro che furono battezzati vennero immersi
completamente nell’acqua. Un motivo è questo:
"Anche Giovanni stava battezzando a Enon, presso Salim, perché là c'era molta acqua;..." (Gv.
3:23).
Se Giovanni avesse soltanto asperso i credenti, avrebbe avuto bisogno solamente di una tazza colma
d’acqua.
Il carceriere di Filippi e la sua famiglia furono battezzati a mezzanotte, non appena ebbero creduto.
Quindi, cosa stai aspettando?
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Chi ti dovrebbe battezzare? È chiaro, dalla Scrittura, che altri credenti avevano questo privilegio.
Tuttavia, senti il tuo pastore: potrebbe volere lui questo onore.
9. Dare a Dio
Qualcuno disse, una volta, che il portafogli è "l’ultima frontiera"; che è, cioè, l’ultima cosa ad
arrendersi a Dio. Dovrebbe invece essere la prima, insieme al nostro cuore arreso. Gesù parlò molto
del denaro, e disse che non possiamo servire Dio e mammona (leggi Mt. 6:24). "Mammona" era la
parola che, comunemente, in aramaico indicava le ricchezze e significa "ciò in cui si può
confidare". In altre parole, o è il denaro la fonte della nostra gioia, ciò che ci dà sicurezza, che
supplisce ai nostri bisogni, oppure è Dio.
Quando dai, assicurati di farlo con cuore allegro. Il nostro dare dovrebbe, sistematicamente e
decisamente, essere indirizzato alla chiesa che frequentiamo (vedere 2Cor. 9:7). Dovrebbe essere
una risposta al bisogno (vedere At. 11:27-29), dovrebbe essere un sacrificio (vedere Ga. 2:10), e
dovrebbe essere fatto nel segreto e con cuore umile (vedere Mt. 6:1-4). È una chiave per il frutto
spirituale (vedere Lc. 16:10-11).
10. Risolvere il problema delle sette, degli atei e degli scettici
Se conosci il Signore, niente farà vacillare la tua fede. È vero che una persona con esperienza non è
alla mercé di una che sa soltanto fare dei ragionamenti. Prendiamo, ad esempio, un bambino che
guarda una stufa. Il padre lo avverte che è calda, e il bambino dice: "La stufa è calda." A quel punto
ha una conoscenza intellettiva del fatto che la stufa è calda. Quando il papà se ne va, il bambino
comincia a chiedersi se la stufa sia davvero calda. Allora allunga la sua manina e afferra la griglia
della stufa. Nell’attimo stesso in cui la pelle delle dita inizia a bruciargli, smette di credere che la
stufa sia calda: ora sa che lo è! Così, è passato dal reame della “fede” a quello dell’ “esperienza”.
Si presenta un esperto di stufe che dice: "Ciao, piccolo. Io ho una laurea nello studio del calore e ti
garantisco che la stufa non è assolutamente calda. Posso dimostrartelo." Il bambino, probabilmente,
gli dirà: "Signor Esperto, non m’importa quante lauree Lei ha. Io so che la stufa è calda perché l’ho
toccata! Arrivederci."
Se hai toccato la griglia della stufa dell’amore e del perdono di Dio, se lo Spirito Santo ha attestato
che tu sei un figlio di Dio (Rm. 8:16), se hai ricevuto il Vangelo con "potenza, con lo Spirito Santo e
con piena convinzione " (1Tes. 1:5), non sarai mai messo in difficoltà da uno scettico.
Se qualche membro di una setta ti dice che, per essere salvato, devi riconoscere il nome di Dio, o
adorare in un giorno specifico, o essere battezzato da un anziano della loro chiesa, non farti
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prendere dal panico, ma torna, semplicemente, al Manuale d’Istruzioni. La Bibbia ha tutte le
risposte, e ricercarle ti farà crescere.
Se ti senti intimorito dagli atei, se li ritieni degli "intellettuali", leggi il libro 'God Doesn't Believe in
Atheists' (disponibile in Inglese). Ti dimostrerà che sono tutto il contrario, e ti istruirà, inoltre, su
come tu puoi dimostrare l’esistenza di Dio. In più, ti permetterà di dimostrare che l’ “ateo” non
esiste.
Infine, nello sport, per prevenire infortuni e dolore, ci si mantiene in forma, si fa esercizio.
L’Apostolo Paolo si manteneva allenato per mezzo dell’esercizio. Disse: "Per questo anch'io mi
esercito ad avere sempre una coscienza pura davanti a Dio e davanti agli uomini" (At. 24:16). Fai
anche tu così: ascolta la voce della coscienza. È tua amica, non il tuo nemico. Ricorda le parole di
Salomone:
"Temi Dio e osserva i suoi comandamenti, perché questo è il tutto per l'uomo. 16 Dio infatti farà
venire in giudizio ogni opera, tutto ciò che è occulto, sia bene, sia male." (Ec. 12:15-16).
Abbi davanti agli occhi il Giorno del Giudizio. In quel Giorno, gioirai di avere coltivato una
coscienza sensibile.
Grazie per il tempo che hai dedicato a questa lettura. Spero che i principi esposti ti siano stati utili e
che ciò che hai imparato possa, un giorno, risparmiarti un po’ di sofferenza.
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