Il sindaco di Urbania non si nasconde Per Lucarini
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Il sindaco di Urbania non si nasconde Per Lucarini
www.laltrogiornale.it Venerdì 20 Settembre 2013 l’Altro giornale 55 FANO E LE SUE VALLI IL PUNTO Il sindaco di Urbania non si nasconde Per Lucarini tutta la questione della Chiusa si poteva gestire meglio URBANIA “Si forse la questione della Chiusa si poteva gestire meglio”. Il sindaco Giuseppe Lucarini esce allo scoperto dopo le polemiche accese dall’Associazione “Progetto Acqua” e dalle missive del ricercatore, urbaniese doc, Massimo Moretti (1978), dottore di ricerca in “Strumenti e metodi per la Storia dell’arte” e dottore di ricerca in “Scienze storiche” inviate all’amministrazione comunale di Urbania. “Ma guardando alla luce dei fatti: era possibile una soluzione alternativa?”- si chiede il primo cittadino. La documentazione fotografica dimostra che la Chiusa da anni era in forte deterioramento. E’ normale. Il nostro è un fiume torrentizio, d’estate si prosciuga, ma d’inverno ha grande potenza. Infatti l’ultimo intervento era stato attorno al 60, probabilmente dopo la piena storica del ‘56. In cemento, rigorosamente in cemento. Era il genio civile ad occuparsene, oggi la Provincia. La chiusa era vuota in estate, il canale di scolo ne impediva il riempimento ed aveva perso la funzione originaria, non avendo più un vallato da servire. La briglia doveva essere restaurata, ma il costo era troppo alto. 400.000 euro era il preventivo di qualche anno fa del genio civile. Per questo la provincia ha pensato di mettere a carico il restauro di un progetto di mini idroelettrico. Il più possibile piccolo, ma in grado di reggere il costo del restauro della briglia”. Era possibile mantenere i canali di scolo realizzando l’idroelettrico? “Penso di no. E non potendo avere tutto, si è scelto di dare priorità alla briglia. Il rischio era di trovarsi la diga scomparsa, come è successo ad altre briglie per i mulini e definitivamente perduta”. A forza di tagliare i fondi sul territorio e sui fiumi, i danni alla lunga si vedono. “Certo. Nelle alberature, nei materiali organici, nella sporcizia”. La Chiusa aveva valore storico? “Non era vincolata dalla soprintendenza ed era di proprietà privata”. Difficile imporlo un restauro. “E su quali materiali visti i rimaneggiamenti continui? E le frane in atto. Quindi difficile pensare che i materiali siano rinascimentali. Più probabilmente del primo ‘900". Gli accorgimenti scelti vi sono sembrati giusti? “Affermativo sia la cattura del pesce all’inizio dei lavori. Poi la scala di risalita del pesce. E l’indicazione del restauro del muro a valle. Quello che non è stato fatto bene dovrà essere rifatto. Abbiamo già chiesto alla ditta accorgimenti diversi sul restauro”. Il problema dei procedimenti semplificati (PASS, come SCIA)? “Diventano spesso solo tecnici. Non li accetto nel privato, figuriamoci nel pubblico. Non è ben chiaro chi fa che cosa. O impediscono [email protected] di valutare complessivamente i problemi. E non si sa bene anche chi deve rispondere delle decisioni. Sembrano velocizzare ma creano solo diffidenza. Il progetto non è il nostro, anzi nasceva già in Provincia con una ditta, su una proprietà privata, l’autorizzazione non è nostra, noi siamo chiamati ad esprimere un parere. Il nostro ufficio ha chiesto anche molte integrazioni nel tempo previsto per legge”. Ma parlarne si doveva. ”Ne sarebbero forse nati utili suggerimenti, anche a me sconosciuti. E diciamo così, per quanto riguarda il comune me ne assumo tutta le responsabilità”. (e.g.) --------------------Nelle foto: gli ultimi interventi alla Chiusa di Urbania