Untitled - Comune di Sarno

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Untitled - Comune di Sarno
INDICE
1 PARTE GENERALE....................................................................2
1.1
Il territorio ed il centro urbano ..............................................................2
2 PARTE TECNICA.......................................................................8
2.1 L’area di intervento- Descrizione ...........................................................8
2.2 L’area di intervento. Dati .....................................................................11
2.3 Il Progetto ............................................................................................12
2.3.1 Criteri utilizzati per le scelte progettuali...........................................12
2.3.2 Descrizione del progetto...................................................................13
2.3.3 Inserimento dell’intervento sul territorio.........................................14
2.4 IL CONTESTO AMBIENTALE ..................................................................14
2.5 2.4 REALIZZABILITA’ DELL’INTERVENTO ..............................................15
2.5.1 Cave e discariche autorizzate............................................................15
2.5.2 Superamento delle barriere architettoniche....................................15
2.5.3 Reti esterne dei servizi......................................................................15
2.5.4 Verifica sulle interferenze. ................................................................15
3 3 RISPONDENZA AI CRITERI DELL’AVVISO PUBBLICO.............17
4 Quadro Economico ...............................................................19
5 Elenco elaborati....................................................................20
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1 PARTE GENERALE
L’Amministrazione comunale di Sarno, intende proseguire nelle azioni volte a recuperare
funzionalmente e rivitalizzare il suo centro storico, supportando con il rinnovamento delle
infrastrutture e dei servizi, i numerosi residenti che hanno deciso di vivere nel centro storico.
L’intervento è volto a riordinare il tessuto urbanistico del centro della città di Sarno, consentendo
un miglioramento della qualità della vita e contribuendo alla riqualificazione complessiva della
città ai fini della sua valorizzazione turistica. In tal senso la presenza dell’Ente Parco ed il fatto che
l’area da riqualificare confina con la delimitazione del Parco, fa di quest’area il corridoio di
ingresso al Parco ed alla zona della sorgente di Rio Palazzo che verrà riqualificata con progetti a
valere su fondi del PSR, in particolare con quelli del PIRAP del Bacino Idrografico del Fiume Sarno.
1.1
Il territorio ed il centro urbano
Il Comune di Sarno, con un territorio compreso tra i 13 e i 964 metri sul livello del mare e con circa
trentunomila abitanti su una superficie di circa 39 Kmq, è situato alle falde del monte Saro.
Ad oggi, il centro storico, sede delle principali funzioni comunali e sovra comunali, è addensato
intorno al Corso Amendola, concluso a monte dalla facciata principale della settecentesca Casa
Comunale. Il Paese consta di diverse frazioni, tra cui le principali sono Episcopio sul monte Saretto,
a Nord, e Lavorate a Sud- Est.
La struttura delle connessioni della città con il sistema territoriale dell’agro sarnese, per fattori
storici e orografici, è complessa nelle sue stratificazioni, tanto che nell’arco di 2 millenni Sarno è
sempre stata attraversata da importanti flussi di mobilità. I flussi di traffico che toccano il territorio
comunale, su gomma e su ferro, si addensano in prossimità di Sarno centro, attraverso cui
transitano quotidianamente grandi flussi di persone e merci da e per i paesi dell’Agro, per Napoli e
per Salerno, mentre a Nord sono impediti dai Monti di Sarno che separano questo territorio dai
paesi dell’avellinese. Tali flussi seguono l’autostrada A30 - E841 Caserta Salerno a valle
dell’abitato, quindi si rilevano le tratte ferrate FFSS e Circumvesuviana (con capolinea a Sarno) con
stazioni che entrano in Sarno centro. La mobilità su scala provinciale registra le tratte locali in
ingresso al centro provenienti da Striano e Poggio Marino a N-O. da San Valentino Torio e San
Marzano, Nocera Inferiore, Pagani a S, da Nocera e Castel San Giorgio ad E a Nord.
Cenni di storia
La città di Sarno origina dal Fiume omonimo, che la segna con le sue tre sorgenti: la sinistra, Acqua
della Foce, parte dalle Sorgenti omonime; la centrale, Acqua del Palazzo o Rio del Palazzo, emerge
dal centro antico del paese al di sotto di Borgo San Matteo, la destra, Acqua di San Marino,
emerge in località Lavorate.
La città nella sua conformazione attuale, nasce nell’ alto medioevo in corrispondenza del Castello
sulle pendici del Saretto, attorno a cui orbitano i nuclei di Foce, Episcopio e San Vito, crescendo
con il tempo con l’addizione di nuove parti che hanno ampliato il centro storico dalla caratteristica
forma a fuso lungo la direttrice principale dell’antica via Popilia di età romana (chiamata poi in
città Tabellara).
Dal Borgo di Terravecchia o di Terra Murata, primo nucleo posto all’interno della murazione
medievale dell’antica fortezza di epoca longobarda e normanno-sveva (il Castello), si sviluppano
longitudinalmente lungo la via Popilia i tessuti insediativi successivi, morfologicamente distesi ai
piedi della montagna.
Il quartiere di San Matteo comprende l’importante omonima Collegiata del X secolo,
scenograficamente adagiata sulla rupe come gran parte delle abitazioni del quartiere, a cui si
collegano i peculiari riti sacri della Settimana Santa officiati dai Paputi di Sarno.
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Su Rio Palazzo si delinea il centro antico del paese, l’originario insediamento alto medioevale
prossimo al castello normanno sulle pendici del Saretto (di cui sono ancora conservate parti delle
murazioni) che si identifica in Borgo di San Matteo. Infatti, sotto la piazza di ingresso al Borgo di
San Matteo si conservano gli impianti del vecchio Acquedotto Comunale (cisterne voltate ed
impianti di adduzione, con una piccola costruzione di accesso a monte e sbocco delle condutture
nel giardino dell’ex Convento di San Domenico a valle). Al di sotto di San Matteo, con un salto di
quota significativo, si addizionano nuove porzioni urbane che delineano l’impianto a fuso del
centro antico lungo la direttrice principale di Via Tabellaria. Il consolidamento di tale impianto è
segnato dalla realizzazione del Palazzo Comunale, impiantato su porzione di un cinquecentesco
convento francescano.
Tra il 1400 ed il 1700, l’originale nucleo abitato, fino ad allora situato all’interno della cinta muraria
del castello ed attorno al quale orbitavano i nuclei di Foce, Episcopio e San Vito, si amplia con
l’addizione di nuove parti che conferiranno la caratteristica forma a fuso lungo la direttrice
principale dell’antica via Popilia di età romana (chiamata in città Tabellaria). Esaurita la crescita ad
ovest nel Quartiere Borgo, che nei documenti dell’epoca comincia ad essere definito “cibitate
vetere”, la città si espande verso la collina e ad est. Le nuove case per la popolazione in aumento si
addensano a Nord della Tabellara, occupando a strati la fascia pedemontana; nasce la zona di
Mortaro e S. Martino, che danno vita a strade parallele alla stessa Tabellara, che, nelle parti meglio
esposte, si vanno riempiendo di palazzi nobiliari e chiese.
Nel 1700, come si riscontra dal catasto Onciario, ancora frequenti nel centro urbano sono le
abitazioni denominate “masseria rusticane” o “casa per uso di masseria”, dai tratti caratteristici presenza dell’aia per “scognare” legumi e cereali- segno di prevalenza della cerealicoltura.
All’epoca il tessuto edilizio cittadino è discontinuo, e tracciato sulla base delle necessità delle
aziende agricole, che si occupano di produrre cereali.
In questi secoli, nei nuovi quartieri sorgono numerose chiese ed avviene il rifacimento in forma
palaziale di edifici medievali.
Qualche decennio dopo la restaurazione e contemporaneamente a quanto avviene in altre zone
del napoletano e del salernitano, Sarno vive la sua “rivoluzione industriale”, trasformandosi in
fiorente centro della lavorazione della canapa. Si va così trasformando la struttura insediativa in
conseguenza del passaggio dalla tradizionale economia di produzione agricola alla lavorazione
canapiera, che da luogo ad impianti industriali ubicati lungo il tratto vallivo di Rio Palazzo,
(significativo esempio di archeologia industriale, le filande Bucky Strangmann).
Dalla condizione di favorevole punto di stazionamento per i traffici tra Napoli e Salerno, si
trasforma negli ultimi due secoli, in importante polo industriale. Per questo motivo è tra le prime
cittadine del Sud ad avere la ferrovia, realizzata a metà XIX secolo a sud-est verso Nocera, nell’area
di Lavorate, la frazione di Sarno più recente. Nel 1904 viene inaugurata anche la nuova ferrovia
Circumvesuviana, che collega direttamente Sarno con Napoli e con i Comuni Vesuviani, e si realizza
il cosiddetto Rettifilio, imbuto prospettico che va dalla Stazione Circumvesuviana al Municipio, con
cui si concludono le grandi opere di trasformazione del centro civico della città.
Nell'ultimo dopoguerra, dopo la grave crisi dei canapifici, sorgono numerose le industrie
conserviere, che esaltano si la vocazione agricola del territorio sarnese, ma diffondono in maniera
disorganica e disordinata funzioni produttive e residenziali a scapito di un territorio rurale che
aveva conservato per secoli la prosperità e bellezza dell’antichità classica.
La struttura urbana
Il centro antico della città è definito tra Piazza Garibaldi, ad ovest, presso cui sorge il palazzo
baronale dei Tuttavilla- oggi detto Palazzo Napoli- feudatari della città per tutto il ‘500, di fronte
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alla Fontana pubblica dei Tre Cannoli) e la zona ad est, ove sono la Chiesa di Maria Santissima delle
Tre Corone e Palazzo Capua, già Palazzo Ungaro, oggi sede museale.
Nella morfologia urbana a fuso si leggono due assi longitudinali fondamentali, la via Tabellara (oggi
via Abignente, De Liguori, Via Fabricatore, che prosegue fino ad uscire dal centro per Bracigliano, e
la parallela e centrale Via Matteotti, su cui è la piazza del mercato, ed infine via Roma. Le
penetrazioni trasversali sono assicurate principalmente da Corso V. Emanuele II, Via Amendola
(che sbuca sul Comune) , via Lanzara. Nel tessuto che interconnette questi assi si definisce il centro
cittadino. Il nodo amministrativo pubblico è ubicato in Palazzo San Francesco, posto lungo la
percorrenza urbana dell’antica Popilia (Via Abignente, Via Liguori, Via Fabricatore). Più ad O il
mercato rionale, vuoto urbano dal particolare impianto a ferro di cavallo e ad utilizzo promiscuo,
ha sostituito la vecchia area mercatale in Piazza Garibaldi, ove sgorga Rio Palazzo. Interna alla citta
storica è anche l’area del presidio ospedaliero, Villa Malta, nella ex filanda D’Andrea (il nuovo
ospedale di Sarno è invece sorto esternamente al centro abitato, in prossimità dello svincolo
autostradale).
L’intero comparto scolastico è rappresentato in uno spazio urbano ritagliato tra la stazione
circumvesuviana a S-E e dalla ferrovia a S-O. Quindi, i servizi pubblici di rilevanza territoriale si
addensano nel quadrilatero definito da Corso Vittorio Emanuele II, Via De Liguori, Via Amendola, e
dalla linea ferrata con la Stazione verso S, che segna, come un grosso taglio rafforzato da Via
Nuova Variante, il limite del centro cittadino, al di sotto di cui riaffiora libero, in mezzo a brani del
pattern agricolo tipico, il corso di Rio Palazzo. In definitiva, si può affermare che le valenze storicoambientali, urbane e civiche di Sarno siano rappresentate proprio in tale area.
Demografia
Sarno ha, oggi una popolazione di 31.030 abitanti registrando, negli ultimi quaranta anni, una
sostanziale stabilità demografica: al saldo positivo demografico (i nati superano i morti) ha fatto da
contraltare un fenomeno di emigrazione soprattutto verso il nord italia e l’Europa del nord.
Il boom demografico è invece avvenuto dal secondo dopoguerra all’inizio degli anni ’60 quando la
popolazione ha avuto un aumento di circa il 50%, passando da circa 20.000 abitanti a poco più di
30.000 abitanti.
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Evoluzione demografica di
Sarno dal 1861 al 2011
Economia e società
Le condizioni naturali e orografiche del territorio della Valle, di cui la città di Sarno è la “testa” a
monte, ne hanno consentito uno sviluppo insediativo ed economico - produttivo che rende tutta
l’area un luogo emergente nel contesto regionale per la spiccata vocazione agronomica e
produttiva, ma, per contro, ne ha trasformato il carattere originario: la tessitura agricola
omogenea ed equilibrata del territorio, è diventata un frammento di un continuum in cui si
intersecano tessuto abitativo, urbano e periurbano, insediamenti produttivi, attività commerciali,
snodi e traiettorie di connessione del sistema infrastrutturale della mobilità. Ma include zone di
valenza storico-artistica e paesaggistico- ambientale di immenso pregio, di cui parti sempre più
estese vengono recuperate: la memoria delle tradizioni, dell’ambiente, del sapere.
La Valle del Sarno, entità territoriale omogenea per configurazione geografica, vicende storiche,
economiche ed ambientali, è stata sempre nota come uno dei più ricchi distretti agricoli italiani,
per numero e qualità delle colture, per fertilità del suolo, per abbondanza di acque irrigue.
Nonostante le vicende della storia economica hanno prodotto una globale industrializzazione,
nell’Agro Nocerino lo sviluppo è sempre connesso alle attività del settore primario; in buona
sostanza, si tratta di un’economia con una spiccata vocazione agroalimentare. Le ragioni di tali
virtù sono ovviamente riconducibili alla natura vulcanica del suolo che ha reso da sempre questa
terra fertile.
La piana sarnese si è trasformata negli ultimi due secoli, in importante polo industriale, di
produzione e di trasformazione agroalimentare. Tra le punte di eccellenza delle produzioni
agronomiche spiccano la filiera produttiva del pomodoro e dell’ortofrutta in generale, e la filiera
lattiero- casearia.
L’agro nocerino sarnese è la terra “dell’oro rosso”, il pomodoro San Marzano, già presente in Italia
dal 1700. La nascita di quest’ortaggio ha visto i suoi natali proprio sulle rive del Sarno nel territorio
di San Marzano già al tempo del Regno di Napoli. La sua trasformazione ebbe inizio nel 1882 ad
opera degli stabilimenti di Francesco Cirio, oggi diventato un marchio internazionale e che ha
ancora tracce della propria presenza in questi territori, quali il vecchio stabilimento Cirio di Pagani.
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Il clima peculiare dell’Agro ha conferito al pomodoro San Marzano qualità tali per cui è prodotto
DOP e punta di diamante in fatto di orticoltura e di trasformazione dell’Agro Sarnese – Nocerino.
Dopo il pomodoro, la specie ortiva più coltivata è il cipollotto Nocerino, prodotto DOP che
presenta un bulbo molto tenero ed una polpa dolce, per questo è altamente digeribile. La zona di
produzione è quella dell’Agro e dell’area Stabiese - Pompeiana. A questi ortaggi di punta si
aggiungono prodotti poco reclamizzati ma di grande qualità, come il peperone giallo di Nocera, il
peperoncino verde dolce detto friariello (da non confondere con i friarielli napoletani che sono
broccoli), il carciofo tondo di Nocera, il peperone papaccella tondo (detto chiochiera), il
pomodorino di Corbara (detto corbarino), il pomodorino piennolo del Vesuvio, il pomodoro di
Sorrento, il cetriolo di Sarno, il finocchio sarnese, la lattuga Signorella di Sarno, la scarola capillina
di Angri, la carota pastenaca di San Valentino Torio, la melanzana cima di viola, la patata novella
campana e la zucca gialla (cocuzza zuccarina).
La ricchezza ortofrutticola di queste aree ha prodotto nel tempo una cucina “povera” ma ricca di
sapori e di buona qualità. Dal pomodoro San Marzano nasce il condimento principe dei
maccheroni il ragù. Inoltre il San Marzano, in passato, veniva essiccato al sole per dare vita alle
“pummarole secche” (pomodori essiccati) utilizzate con i paccheri oppure fatte sott’olio.
Della cultura contadina e dell’economia rurale oggi a Sarno rimane un vasto repertorio di
tradizioni gastronomiche, con piatti tipici che erano tanto legati alla fauna del fertile e pulito fiume
Sarno quanto alla agricoltura. Permane la produzione di prodotti agricoli quali vino, grano, olio
d'oliva, ortaggi, frutta, in buona parte commerciati sui mercati di Napoli e di Salerno.
Tra le pietanze che ancora oggi caratterizzano la cucina sarnese, sono i gamberetti di fiume
(iammarielli), le anguille, il baccalà e lo stoccafisso, nonché tutta una serie di piatti “poveri”, quali
lagane e ceci, méscete, melanzane in parmigiana, braciola di capra.
Ambiente
In tutta la fascia pedemontana del Saro e Saretto, si trovano numerose sorgenti, tra cui le tre che
danno origine al Fiume Sarno, che ha dato il nome alla città e all’intera valle. Il gruppo montuoso
da cui sorge il fiume è l’estrema propaggine occidentale dei Monti Picentini, una catena montuosa
a cavallo delle province di Avellino e Salerno, caratterizzata da una distesa forestale di oltre 40.000
ettari e da numerosi torrenti, che la rendono il più ricco serbatoio di acqua potabile dell’Italia
meridionale.
La notevole fertilità del suolo sarnese e dei paesi della valle ha portato ad una redditizia pratica
dell’agricoltura, innestatasi e sviluppatasi anche grazie alla bonifica borbonica che realizza una rete
di canalizzazioni per la captazione delle acque del fiume, utilizzata sia per l’irrigazione dei campi sia
per lo sviluppo di attività industriali, quali quelle tessili e della lavorazione della canapa.
Le tre aste, dopo un percorso di qualche chilometro, danno luogo all’alveo fluviale là ove si
incontrano in località Affrontata dello Specchio e proseguono fino alla costa tirrenica dove
sfociano a mare presso Torre Annunziata.
Il reticolo idrografico del fiume e dei suoi affluenti caratterizza il territorio con una serie di
interventi in gran parte realizzati dall’epoca borbonica in poi.
Nonostante gli alti tassi di inquinamento sopportati dal fiume e dai suoi affluenti nell’ultimo
quarantennio, l’area possiede bellezze naturalistiche, oltreché storico-archeologiche, di notevole
importanza. I valori naturalistici sono ancora ben preservati proprio nelle aree presso le sorgenti
sul Monte Saro: ivi, la presenza di vegetazione ai bordi del fiume e di fauna acquatica è
consistente.
Scendendo poi a valle, è ancora positiva fino a San Valentino, Striano e Poggiomarino: abbondano
la tipica vegetazione ripariale e fluviale (pioppo nero, salice bianco, sambuco, frassino, ontano,
corniolo, cipresso, platano, pino), papiro, cannucce di palude, le specie animali (germani reali,
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gallinelle d’acqua, barbagianni, upupe, uccelli acquatici migratori, come l’airone, il trampoliere,
ecc.) e si riscontra ancora una fauna acquatica varia (trote, carpe, gamberetti, rane, sanguisughe,
lumache, ecc.).
L’entità fluviale costituisce la spina portante del Parco Regionale del Sarno, che prendendo origini
dal massiccio a monte del Comune di Sarno (Saro e Saretto), si svolge fino al mare attraversando
una vallata fittamente antropizzata, sfociando nel Tirreno in un’area di forte trasformazione
antropica in territorio di Torre Annunziata. E’ facile identificare quanto sia critico il rapporto tra
uomo e ambiente fluviale, ad esempio proprio considerando tale zona, che ricade nella fascia
costiera campana, ove connotazioni industriali si sono sovrapposte al carattere fluviale e agricolo e
ne hanno posto in secondo piano le qualità culturali ed ambientali.
La ragione di tale criticità nasce dai caratteri che contraddistinguono la Valle del Sarno: la altissima
fertilità dei suoli garantita dalla presenza fluviale e dalle eruzioni del Vesuvio, e la funzione
territoriale di
punto di snodo per percorsi commerciali tra le porzioni costiere e le aree interne della Regione. Si
tratta di una condizion e che ha segnato la storia del Fiume nel corso dei secoli, facendone un
fondamentale centro attrattivo di traffici ed insediamenti umani. Però, soprattutto negli ultimi
decenni, la crescita esponenziale della popolazione e delle attività produttive nei paesi toccati dal
Sarno, con la conseguente densificazione del costruito sia a scopi residenziali che produttivi,
frammentando la qualità dell’originario paesaggio agricolo, ha portato a pressioni antropiche
molto forti sul bene fluviale e sul suo intorno, e dato luogo a complesse problematiche riguardo
alla sicurezza da rischio idrogeologicoIl Parco Regionale del Bacino Idrografico del Fiume Sarno, istituito dal 2003, interessa i Comuni di
Sarno, San Valentino Torio, San Marzano sul Sarno, Angri, Scafati, Nocera Inferiore - appartenenti
alla Provincia di Salerno - ed i Comuni di Striano, Poggiomarino, Pompei, Torre Annunziata e
Castellammare di Stabia, appartenenti alla Provincia di Napoli.
Esso si estende su un vasto territorio che coincide con la fertilissima omonima Piana abbracciando
il territorio che va dalle pendici carbonatiche dei Monti di Sarno (gli acquiferi sotterranei che
alimentano le sorgenti di Foce, Palazzo e San Marino del Complesso montuoso Sant’Angelo-Pizzo
d’Alvano), sino a sud verso i monti Lattari ed a ovest verso il complesso vulcanico del Somma Vesuvio, con una estensione complessiva di 438 Kmq.
ll Parco regionale del Bacino Idrografico del Fiume Sarno, con il suo regime vincolistico di
salvaguardia del corso del Fiume, è stato creato per fare fronte alle emergenze connesse alle
pressioni naturali e antropiche sul territorio fluviale e mettere in valore il potenziale turistico
offerto dal grande patrimonio artistico, archeologico e culturale dell’area, sostenendone forme di
sviluppo insediativo compatibili con il Fiume ed attività economiche basata su tradizioni e cultura
locali.
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2 PARTE TECNICA
2.1
L’area di intervento- Descrizione
L’area di intervento è un fulcro cardine delle attività cittadine.
FOTO D’ EPOCA DELLA “NUOVA VILLA” DI SARNO, ATTUALE PIAZZA MARCONI : LA FONTANA
La via Matteotti di Sarno, all’inizio altro non era che una circonvallazione periferica di un paese
costruito lungo la linea pedemontana. Oggi, via Matteotti, “a’ via Nuova”, è invece il fulcro viario e
commerciale della città. Aperta dopo la fine del secondo conflitto mondiale, questo odierno,
lunghissimo, asse cittadino corre parallelamente alle strette stradine del centro storico e si
interseca all’altra arteria principale del paese, il corso Amendola, e taglia in due una delle piazze
storiche di Sarno, l’attuale Piazza Marconi, ovvero la nuova villetta sarnese concepita come
continuamento della antica Piazza del Popolo, area in oggetto di riqualificazione e
funzionalizzazione.
FOTO D’EPOCA DELLA ANTICA PIAZZA DEL POPOLO : VISTA D’INSIEME CON IL LAVATOIO PUBBLICO
L’intervento su piazza Marconi infatti si propone di arricchire di decoro e qualità urbana il centro
civico della città, continuando l’operazione di riqualificazione urbana già avviata dal Comune negli
scorsi anni.
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FOTO D’EPOCA DELLA NUOVA VILLA, ATTUALE PIAZZA MARCONI : VISTA D’INSIEME CON AL CENTRO LA FONTANA
Nel corso degli ultimi cinquant’anni, via Matteotti ha preso il posto delle storiche vie De Liguori,
via Fabbricatore e via Laudisio. Rispetto a quello che era il centro culturale e commerciale
rappresentato da questi antichi percorsi, lo sviluppo urbanistico della città ha conferito nuova linfa
alla “circonvallazione”. Oggi su questa via, e sulla sua espansione più recente, via Prolungamento
Matteotti, insistono più di un centinaio di attività commerciali per ogni categoria merceologica.
Che sia il centro economico del paese lo testimonia anche la presenza di tutti gli istituti di credito
presenti a Sarno, oltre che dell’ufficio postale.
La vocazione “commerciale” è stata sempre insita in questo tratto di strada, dove si fermavano i
carretti dei contadini per il mercato e nei ricordi di molti anziani infatti, c’è l’immagine di questi
carretti, traini, che sostavano lungo ’a via Nuova. I contadini fermavano le proprie carrette e si
sistemavano per il mercato ortofrutticolo che si svolgeva dove ora sorge piazza Marconi in quel
tratto denominato piazzetta “Mercato”, e dove in effetti si è sempre svolta questa attività.
Tutta piazza Marconi con la via Matteotti chiusa al traffico, infatti era sede della storica fiera
settimanale del giovedì. Ritornando ad essere un'unica piazza pedonale come fu concepita
all’epoca. Prima agli inizi degli anni ’80 ,anni in cui è stata inaugurata la nuova struttura mercatale
periferica di via San Valentino, la fiera si svolgeva lungo il tratto che dall’incrocio di corso
Amendola porta all’odierna piazza Marconi, all’epoca Piazza del Popolo. E per tale motivo che tale
piazza acquistò titolo di vero fulcro cittadino: lungo la strada che la intersecava, la via Matteotti
nascevano le prime vere e proprie attività commerciali, pronte a seguire lo slancio urbanistico che
viveva la città, e vi vengono aperti così anche i primi luoghi di incontri, i primi Bar, il cinema
Augusteo (ora sede di una banca) uno dei tre cinema, due dei quali lungo il corso Amendola.
Tale area urbana inoltre ha subito un’ulteriore espansione quando si decise di riaprire anche un
ulteriore tratto, oggi denominato appunto “prolungamento Matteotti”. la piazza Marconi infatti
delimitava anche il percorso stradale che terminava con la piazza, e c’era solo un passaggio
stretto, detto “bracciello”. Vi si passavano, una alla volta, soprattutto le donne che si recavano a
lavare i panni al lavatoio detto “’ngopp ‘o sciumm ‘a croce”. Piazza Marconi (all’epoca Piazza del
Popolo), era luogo di incontro per eccellenza dei sarnesi. La presenza dei giardinetti pubblici , tra
cui l’attuale Piazza Marconi, detta la “Nuova Villa” di Piazza del Popolo, la cui traccia oggi è in
parte ancora leggibile nel disegno dei giardinetti e nella vasca attuale, anche se quella originale fu
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completamente sostituita, ne faceva la meta preferita dei più piccoli, in quanto giocare intorno
all’antica vasca in pietra con i 2 coni rovesciati ed il suo getto, era uno dei passatempi preferiti dei
piccoli sarnesi, mentre i giovani e gli adulti si dilettavano nello “struscio”, passeggiando lungo il
perpendicolare corso Amendola, il “Rettifilo” sarnese.
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2.2
L’area di intervento. Dati
Il progetto si sviluppa su un’area di intervento è circa 12.350 mq.
L’area di intervento è evidenziata nella figura seguente.
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2.3
Il Progetto
2.3.1 Criteri utilizzati per le scelte progettuali.
La scelta dell’ area di intervento deriva dalla necessità di restituire un equilibrio complessivo al
centro abitato, oltre che di realizzare il recupero delle zone urbane parzialmente degradate. Vi
sono, tra l’altro, interventi già finanziati con altre risorse, che riguardano la zona centrale del
centro storico e che sono da considerare sinergici e complementari al presente intervento.
L’intervento, oltre a riguardare la sistemazione delle aree pubbliche - quali pavimentazione
(selciati), allestimento aree di parcheggio, sistemazione di aree verdi, illuminazione pubblica - sarà
volto anche al riallestimento ex novo della fontana pubblica ivi presente.
Riguardo alla pubblica illuminazione, nell’area di progetto attualmente non esiste un impianto di
pubblica illuminazione a norma rispetto al contenimento dell’inquinamento luminoso dovuto alla
dispersione verso l’alto della luce artificiale. La causa principale è da ricercare nell’impiego di
apparecchiature non schermate che dirigono parte del flusso luminoso verso il cielo. Negli ultimi
anni sono stati messe a punto norme per le luci esterne che hanno lo scopo di limitare questo
fenomeno. Gli effetti indesiderati della dispersione sono diversi: l'efficacia dell’ illuminazione (in
particolare quella stradale) si riduce notevolmente costringendo a sovradimensionare gli impianti
per ottenere i risultati voluti; la luce che sfugge verso l'alto costituisce uno spreco di preziosa
energia che viene generata da processi che sono a loro volta fonte di inquinamento ambientale.
Per tale motivo l’impianto di pubblica illuminazione sarà realizzato ex novo tenendo conto dei
criteri per ridurre l’inquinamento luminoso.
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2.3.2 Descrizione del progetto
Le macro aree di intervento
Percorrendo lvia G. Matteotti lungo l’asse che va da sud verso nord, in soli 175 m di strada, si
incrociano le seguenti macro aree caratteristiche del centro urbano:
in direzione sud il primo elemento è rappresentato dalla piazza indicata usualmente dalla
popolazione con il temine “villette” ed una volta ex piazza del Popolo, avente come elemento
tipico la fontana posta in posizione centrale rispetto a percorsi concentrici che si snodano tra le
aiuole; essa ha una superficie complessiva di circa 2300 mq, comprensiva del marciapiede che la
percorre lungo tutto il perimetro; lo stato di degrado in cui versa è evidenziato dal non
funzionamento della fontana, dal pessimo stato in cui si trova la pavimentazione dei percorsi,
attualmente asfaltati (oggetto negli anni di interventi occasionali solo per garantire l’incolumità
delle persone), dalla presenza di pavimentazioni di diversa forma e colore relative al marciapiede
perimetrale.
all’incrocio di via G. Matteotti con via Piave, non appena si oltrepassa le “villette” di cui
sopra, lungo la direttrice ovest-est si sviluppano due are indicate nel presente progetto
rispettivamente come Piazza Marconi – lato Ovest e Piazza Marconi - lato Est;
la prima delle due si sviluppa intorno all’edificio adibito ad ufficio postale; essa, a sua volta,
per il suo utilizzo, è suddivisibile in due aree avente un diverso uso nelle consuetudini della
popolazione sarnese; quella antistante all’ufficio postale, a forma quasi trapezoidale e superficie di
circa 600mq, è da considerare il proseguimento delle villette, proprio perché una volta esse si
estendevano anche su tale area, dove ora sorge l’ufficio postale; la popolazione la considera una
sorta piccola piazzetta, come evidenziata dalla presenza delle panchine, ed anche come punto
strategico quale punto di osservazione; anche in questo caso lo stato di degrado è ben evidente;
l’altra zona, posta invece in posizione laterale rispetto all’ufficio postale ed in prossimità dei bagni
pubblici, ha forma quasi rettangolare con una superficie di circa 450mq; in questo caso lo stato di
degrado è ancora più evidente, ed allo stato attuale essa è utilizzata a parcheggio pubblico;
la seconda macro area, posta sul lato opposto rispetto alla via G. Matteotti ed indicata
come Piazza Marconi lato Est, ha una forma allungata e si estende per una superficie di circa
1200mq; il pessimo stato in cui versa è evidenziato dal “disordine” che vi regna, dove non sono
univocamente identificabili gli spazi destinati alle persone, alla sosta delle auto ed alla viabilità,
cosa che si propone il presente progetto;
l’ultima area che si incontra del nostro percorso immaginario, ma non in termine di
importanza, è la Piazza Marconi indicata con il termine lato Nord, elemento di connessione della
ex piazza del popolo alla strada del municipio, fulcro di ogni paese; il termine con il quale la
popolazione sarnese chiama abitualmente tale area, ossia “villette vecchie” denota lo stato di
degrado in cui versa; essa ha una superficie di circa 1900mq, e rappresenta quella di maggiore
estensione rispetto alle aree finora descritte, segno di importanza anche per l’ubicazione ancora
più centrale rispetto alle altre aree.
Completano l’area oggetto di intervento le strade di collegamento, identificabili, oltre via
G. Matteotti , con via Piave , via Livenza, via O, Tortora, tale da costituire il centro del paese
insieme al corso Amendola.
14
Il progetto di intervento
L’intervento prevede la sistemazione dell’intera area denominata Piazza Marconi che si estende
per una superficie di oltre 12.000mq ed avente come asse la via G. Matteotti; tale area
rappresenta il pieno centro urbano.
Tale intervento si propone di unificare gli interventi di riqualificazione urbana già realizzati nelle
immediate vicinanze, ed in particolare in riferimento ai lavori di corso Amendola (la strada del
Municipio) e Piazza 5 Maggio.
Infatti, i materiali utilizzati si rifanno sostanzialmente a quelli già adoperati per gli interventi sopra
citati, ed in particolar modo alle pavimentazioni.
Interventi previsti
1. ripavimentazione delle strade, oggi in asfalto, con pietra lavica (basoli);
2. sistemazione delle aiuole;
3. sistemazione del verde pubblico;
4. ripavimentazione delle aree adibite a piazza con pietra lavica;
5. adeguamento ed implementazione dell'impianto di illuminazione recuperando i vecchi
pali;
6. adeguamento dei marciapiedi;
7. adeguamento degli stalli auto;
8. rifacimento della fontana.
Riguardo alla realizzazione della nuova pavimentazione, essa si ricollegherà a quella già posta in
opera dalla PA su altre aree pubbliche del centro storico.
Riguardo all’impianto di pubblica illuminazione sarà riqualificato utilizzando i pali in ghisa già
presenti e di buona qualità, e sostituendo invece i vecchi corpi illuminanti con nuovi compatibili
con il criterio della riduzione dell’inquinamento luminoso (fascio luminoso verso il basso e
lampade a led).
Riguardo al miglioramento dell accessibilità e fruibilità per diversamente abili, è prevista la
realizzazione di un percorso per non vedenti, dotato di segnaletica orizzontale e verticale.
In particolare, si prevede
Riguardo alle reti fognarie, è previsto l’adeguamento del sistema di regimazione delle acque
meteoriche, con l’integrazione di nuove caditoie in ghisa.
2.3.3 Inserimento dell’intervento sul territorio.
Nello strumento urbanistico generale vigente (PRG) l’intera area oggetto di intervento, nell’ambito
del perimetro del Centro abitato appartiene al connettivo pubblico, ed è delimitata da aree di
edificato appartenenti a Zona B1.
2.4
IL CONTESTO AMBIENTALE
Come già evidenziato, l’area d’intervento costituisce l’area centrale, e funzionalmente strategica,
di un centro urbano che ha un notevole interesse culturale in relazione alla struttura urbanistica.
Essa si compone di assi viari e slarghi nodali per la città, comprendendo aree pubbliche a verde
(giardinetti).
Da un punto di vista ambientale il tema maggiormente interessato è il paesaggio, inteso nella sua
estensione concettuale relativamente all’ambiente urbano. Il confronto tra immagine storiche del
15
centro urbano e di oggi sono esplicative della profonda trasformazione urbana che ha modificato il
profilo paesaggistico nell’area di intervento trasformandola da area periferica ad area nodale del
centro abitato.
La più ingente causa storica della trasformazione è originata dall’impianto della Stazione della
Circumvesuviana, avvenuto ai primi del XX secolo e le coeve realizzazione di arterie viarie e tessuto
insediativo. Il tema del paesaggio, pur essendo meno tangibile e valutabile con parametri fisici, ha
un ruolo fondamentale nella identità di un luogo e nel riconoscimento e identificazione della
popolazione con quel luogo.
2.5
2.4 REALIZZABILITA’ DELL’INTERVENTO
2.5.1 Cave e discariche autorizzate.
L’approvvigionamento dei materiali sarà effettuato tramite fornitori di fiducia dell’impresa
esecutrice dei lavori. Per la realizzazione di particolari lavorazioni di cucitura delle murature si
utilizzeranno materiali di recupero provenienti direttamente dal cantiere.
I materiali provenienti da demolizione e quindi da portare a rifiuto saranno inviati a discariche
autorizzate.
2.5.2 Superamento delle barriere architettoniche.
Gli interventi di riqualificazione saranno condotti in modo tale da migliorarne l’accessibilità e la
fruibilità da parte di soggetti diversamente abili. In particolare, per i disabili visivi (ipovedenti e non
vedenti) si è previsto apposito percorso per garantirne la mobilità in sicurezza nell’ambito urbano
di interesse. Inoltre, i servizi igienici pubblici saranno riqualificati e riallestiti secondo le
prescrizioni tecniche presenti del DPR 503/96.
2.5.3 Reti esterne dei servizi.
L’area oggetto d’intervento risulta già collegata alle reti infrastrutturali urbane esistenti. Il carico
urbanistico derivante dal recupero è già ampiamente supportato dalle reti esistenti, trattandosi di
un’area infrastrutturata appartenente al centro abitato.
2.5.4 Verifica sulle interferenze.
Urbanistica.
Dal confronto con la strumentazione urbanistica si evince che non ci sono interferenze, in quanto
si tratta di un intervento su un’area di connettivo urbano.
Edificazioni esistenti
L’intervento, consistente nella riqualificazione urbana e rifunzionalizzazione di un’area del centro
storico non comporta interferenze con il contesto edilizio. Al contrario la riqualificazione
rifunzionalizzazione comporterà un complessivo miglioramento fisico dell’ambito ed una
rivitalizzazione.
Infrastrutture viarie
L’intervento ha interferenza con la viabilità carrabile, pertanto ne verrà curata l’attuazione per
tranches, utilizzando percorrenze alternative e segnalazioni apposite per smistare i flussi di traffico
veicolare (oltrechè pedonale) che quotidianamente attraversano l’area in oggetto.
16
Riduzione degli impatti in fase di realizzazione
Gli impatti negativi sull'ambiente derivanti dall'apertura di un cantiere edile possono essere
attenuati mediante azioni che trovano applicazione nel progetto, nel capitolato speciale e nei piani
di sicurezza ex L.81/08 e smi.
Si prevedono le seguenti azioni:
1) Utilizzo di materiali edili ecocompatibili ove possibile;
2) Riduzione della movimentazione di cantiere attraverso la razionalizzazione dei trasporti;
3)Riduzione dell'impatto visivo attraverso la realizzazione di recinzioni specifiche;
4)Riduzione delle polveri da demolizione attraverso bagnatura delle parti da demolire;
5)Riciclo dei rifiuti edili;
6)Smaltimento dei rifiuti residui in discariche autorizzate;
7)Utilizzo di attrezzature a basso impatto acustico.
In fase di esercizio, la gestione degli impianti sarà ispirata a regole di consapevole riduzione di
forme di spreco, quali, ad esempio, non sovra-illuminare e prevedere la possibilità di una
diminuzione dei livelli di luminanza e illuminamento in quegli orari in cui le caratteristiche di uso
della superficie lo consentano.
17
3 3 RISPONDENZA AI CRITERI DELL’AVVISO PUBBLICO
1. progetti che massimizzano il contributo al raggiungimento del target degli indicatori di
risultato dell’Obiettivo Operativo di riferimento
Indicatori di risultato di riferimento sono i seguenti:
1. Percentuale di residenti in zone interessate da interventi di rigenerazione urbana
sul totale della popolazione residente.
L’intervento riguarda un centro di dimensioni medie ubicato in un’area fondamentale sotto il
profilo sociale ed economico della Campania, ovvero la Valle del Sarno. Pertanto è possibile
affermare che l’intervento è volto sicuramente all’intera popolazione ma che esso potrebbe
contribuire ad una inversione di tendenza grazie all’incremento dell’attrattività turistica del
territorio, con una crescita di attività legate al settore del turismo culturale, enogastronomico e
naturalistico, connesse al Parco del Fiume Sarno, che origina proprio dalla città omonima.
In definitiva, la percentuale di residenti interessata si può assumere al 20% dell’intera popolazione
di Sarno.
2. Percentuale di territorio reso sicuro sul totale del territorio oggetto di intervento.
Il parametro di raffronto da considerare parte dalla riflessione sul fatto chel’area di intervento
rappresenta, ormai, un’area nodale rispetto alla riqualificazione dell’intero centro storico in
quanto ne è un nucleo strategico. Da questo punto di vista, dunque, l’interesse per questa area è
massimo. L’indicatore fisico è del 100%.
2. progetti che contribuiscono al raggiungimento degli obiettivi di servizio di riferimento;
Gli obiettivi di riferimento del QSN sono i seguenti:
1. Sostenere la crescita e la diffusione delle funzioni urbane superiori per aumentare
la competitività e per migliorare la fornitura di servizi di qualità a bacini territoriali
sovracomunali e regionali di riferimento.
L’intervento contribuisce all’aumento della competitività urbana e, soprattutto, a quella di
carattere regionale in quanto esso contribuisce all’incremento dell’attrattività turistica della
Regione Campania. Una attenta riqualificazione ed il miglioramento dell’accessibilità e fruibilità
potrebbe portare questo centro a divenire una sorta di museo-laboratorio di interesse nazionale.
Inoltre, l’area si configura come fulcro di attività di livello sovra comunale, in quanto distribuisce
flussi di traffico veicolare e pedonale per la Stazione Circumesuviana, le scuole, le banche, le
numerose attività commerciali limitrofe ad essa.
2. Elevare la qualità della vita, attraverso il miglioramento delle condizioni
ambientali e la lotta ai disagi derivanti dalla congestione e dalle situazioni di
marginalità urbana, al contempo valorizzando il patrimonio di identità e rafforzando
la relazione della cittadinanza con i luoghi.
L’intervento mira a recuperare un’ area centrale dell’abitato, che diventerà un punto di incontro
ed identitario di tutti gli abitanti. La condizione ambientale è pesantemente gravata dai flussi di
traffico veicolare e pedonale che gravitano sull’area e che peraltro investono tutta la città di
Sarno, in quanto centro attrattore per un’area vasta.
La riqualificazione dell’area consente di assicurarne una migliore vivibilità, con il riallestimento
dielle aree di sosta, con la riqualificazione di servizi pubblici (wc), con il miglioramento della
fruibilità ed accessibilità delle aree a verde ivi presenti, con il riallestimento del forte segno urbano
della Fontana.
3. progetti che assicurano una maggiore sostenibilità dei tempi di attuazione;
Vedasi Cronoprogramma
18
4. progetti che minimizzano i potenziali impatti ambientali;
Vedasi Paragrafo relativo
5. progetti che favoriscono il superamento delle emergenze.
La realizzazione dell’intervento contribuisce in modo determinante nella soluzione dell’emergenza
delle pressioni ambientali legate ai forti flussi di traffico presenti nell’area.
6. progetti dotati di progettazione esecutiva;
Il progetto è dotato di progettazione esecutiva ex DPR 207/2010.
7. progetti inclusi nella DGR 891/10 ovvero Legge regionale 1/2009, coerenti con le
priorità della DGR 148/2013 e/o della DGR 378/2013;
Il progetto non è incluso nella DGR 891/10 ovvero Legge regionale 1/2009, seppur coerente con le
priorità della DGR 148/2013 e/o della DGR 378/2013
8. progetti presentati dai Comuni in forma associata
Il progetto non è presentato in forma associata
19
4 Quadro Economico
QUADRO ECONOMICO
"RIQUALIFICAZIONE PIAZZA MARCONI ED AREE
CIRCOSTANTI NEL CENTRO URBANO DI SARNO"
Importo lavori a base d'asta
Lavori a misura € 2.725.337,66
O.D. oneri diretti per la sicurezza su lavori a misura (inclusi in a1)
O.S. oneri specifici per la sicurezza
incidenza della manodopera non soggetta a ribasso d'asta
€ 23.205,61
€ 30.919,95
€ 283.983,53
importo dei lavori soggetto a ribasso (a1-a2-a3)
€ 2.418.148,52
Importo complessivo oneri della sicurezza O.D. + O.S.+manodopera non soggetti a ribasso
€ 338.109,09
Totale importo lavori a base d'asta
€ 2.756.257,61
Somme a disposizione dell'Amministrazione
Imprevisti 5%
€ 137.812,88
Oneri dicarica comprensivi di IVA pagabili a fattura
€ 50.000,00
Gestione tecnica ai sensi del DM 143/2013 per prestazioni di DL, contabilità
liquidazione e coordiamento della sicurezza in esecuzione
€ 121.062,34
CNPAIA 4%
€ 4.842,49
IVA 22% su gestione tecnica (b3+b4)
€ 27.699,06
Spese per pubblicità
€ 5.000,00
Incentivazione Art. 92 D.Lgs.163/06
€ 38.587,61
IVA 10% su voce A+b1
€ 289.407,05
Totale somme a disposizione dell'Amministrazione
TOTALE
€ 674.411,43
€ 3.430.669,04
20
5 Elenco elaborati
”
COMUNE DI SARNO
Provincia di Salerno
RIQUALIFICAZIONE PIAZZA MARCONI
ED AREE CIRCOSTANTI NEL CENTRO URBANO DI SARNO
PROGETTO ESECUTIVO
A
A.1
B
B.1
B.2
B.3
C
C.1
C.2
C.3
D
D.1
D.2
D.3
D.4
D.5
D.6
D.4
E
E.1
E.2
E.3
E.4
E.5
E.6
E.7
E.8
E.9
E.10
F
F.1
F.2
G
H
H.1
H.2
I
L
M
N
O
P
Relaz ioni
Relazione Generale
Relaz ioni specialistiche
Relazione impianto elettrico
Calcoli elettrici
Calcolo Illuminotecnico
Inquadramento di contesto e studio dettagliato di inserimento urbanistico
Stralcio Rilievo Aerofotogrammetrico - 1: 2.000
Stralcio M appa Catastale – 1:2.000
Stralcio Programma di Fabbricazione de l Comune di Sarno - 1:5.000
Elaborati Grafici Stato di Fatto
Planimetria descrittiva con documentazione fotogra fica - 1:200
Planimetria quotata stato di fatto – 1:200
Sezio ni stato di fatto 1-2-3-4-6-7 – 1:200
Sezio ni stato di fatto 8-9-10-11 – 1:200
Sistema di smaltimento acque bianche stato di fatto – 1:200
Rilievo bagni pubblic i - 1:100
Elaborati Grafici di Progetto
Sovrapposizione stato di fatto e progetto – 1:200
Planimetria di progetto quotata – 1: 200
Sezio ni 1-2-3-4-6-7 – 1:200
Sezioni 8-9-10-11 – 1.200
Planimetria generale – 1:200
Planimetria di dettaglio Piazza Marconi lato nord 1:100
Planimetria di dettaglio Piazza Marconi lati sud e est 1:100
Planimetria di dettaglio Piazza Marconi lato ovest 1:100
Sistema di smaltimento acque bianche – 1:200
Renderin g - visste prospettiche
Impianti
Quadri elettrici - Schema unifilare
Planimetria impianto elettrico
Piano di manutenzione
Manuale di manutenzione
Manuale d’uso
Programma di manutenzione
Piano di Sicurezza e coordinamento
PSC
Stim a incidenza sicurezza, manodopera e oneri specifici sicurezza
Computo metrico estimativo
Cronoprogramma
Elenco pre zzi e analisi nuovi prezzi
Quadro economico
Capitolato speciale di appalto
Schema di contratto