comportamento omosex animali

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comportamento omosex animali
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BREVI CENNI SUL COMPORTAMENTO OMOSESSUALE, dagli animali all’uomo
(integrazione al corso di Evoluzione del comportamento, L.Beani)
Comportamento omosessuale
esibizione del comportamento sessuale (pre-copulatorio e copulatorio) proprio dell’altro sesso,
oppure tipico del sesso genetico di appartenza ma diretto ad un conspecifico dello stesso sesso
Beach, 1978 Animal models for human sexuality.
Due casi di studio: il pinguino reale (Pincemy et al., 2010) e l’albatros di Laysan (Young et
al.,2008 ): vedi gli articoli sul sito.
1.accidentale: indotto da particolari condizioni di allevamento in specie domestiche e selvatiche
(gruppi unisessuali o con sex-ratio molto sbilanciata), da imprinting alterato, da patologie a livello
genetico / ormonale.
2.eccitazione sessuale negli adulti: la pseudo-copula tra maschi, in periodo riproduttivo, aumenta i
livelli ormonali, nelle femmine stimola l’ovulazione (riflessi somatici associati al sexual
excitement), con scambio dei ruoli sessuali.
3.imitazione del comportamento femminile da parte dei maschi come strategia alternativa di
accoppiamento:
in casi di polimorfismo maschile
come strategia condizionale, dipendente dal contesto, per fare “sprecare” tempo e/o gameti al
rivale e insieme attuare il “mate guarding” (la femmina con cui il maschio si è già accoppiato
intanto trasferisce i gameti del primo maschio nella spermateca) oppure il caso dell’albatros.
4.imitazione della monta da parte delle femmine come segnale di dominanza, oppure delle
posture pre-copulatorie femminili da parte dei maschi come segnale di sottomissione nei conflitti
per stabilire il rango sociale (macachi, amadriadi etc).
5. gioco sessuale tra cuccioli, subadulti o adulti nel gioco sociale, come pratica dei moduli sessuali.
6.“peacemaking”, per risolvere i conflitti sociali: tra i bonobo bisessualità e intensa attività omoed etero-sessuale per stabilire alleanze (De Waal & Lanting 1997. Bonobo. The forgotten ape).
“I bonobo hanno un’intensa attività sessuale con individui dello stesso sesso, che comprende baci,
sfregamenti e leccate ai genitali. Questo comportamento non influenza affatto la loro capacità di
riproduzione sessuale (…).Anche molti maschi umani con forte orientamento omosessuale
contraggono matrimonio e hanno figli, come ad esempio Oscar Wilde. Lo stesso vale per molte
donne con spiccato orientamento lesbico. L’evoluzione non ha una ragione moralistica per punire
il comportamento omosessuale. Fino a che il comportamento omo non sostituisce completamente
il comportamento etero, il suo impatto sull’evoluzione è minimo. Il comportamento omosessuale
può evolvere ogni volta che i vantaggi in termini di fitness (nel farsi degli amici o placare i
conflitti) siano superiori ai costi (in termini di energia, tempo, e rischio di trasmissione di malattie
per via sessuale). (...) I nostri antenati ominidi potrebbero essere stati quasi esclusivamente
eterosessuali come gli scimpanzè o con una forte tendenza omosessuale come i bonobo. Non lo
sappiamo. Anche i maschi di scimpanzè si sfregano reciprocamente il pene per confortarsi quando
sono spaventati. Forse, come i bonobo, gli esseri umani hanno evoluto qualche adattamento che
favorisce le storie sentimentali omoerotiche e l’amicizia fra individui dello stesso sesso.” (G.Miller
Uomini, donne e code di pavone. Einaudi 2002. Ed originale 2000: The Mating Mind. How sexual choice shaped the
evolution of human nature.)
OMOSESSUALITA’ NELL’UOMO
Ardent males, choosy females anche nelle coppie omosessuali: maggiore fedeltà e durata dei
rapporti lesbici, maggiore promiscuità tra maschi omosessuali.
Rapporto Istituto Kinsey (San Francisco, 1979, pre-AIDS): il 75% dei gay dichiara più di 100
compagni sessuali, il 25% più di 1000, contro meno di 10 partner sessuali tra lesbiche.
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Donald Symons (Università di Santa Barbara, California - The evolution of Human Sexuality,
1979) “In linea di massima gli omosessuali, come gli eterosessuali, desiderano avere relazioni
intime, che però sono difficili da mantenere, soprattutto a causa del desiderio maschile di varietà
sessuale, unito alla straordinaria opportunità di soddisfarlo offerta da un mondo a mentalità
maschile e alla tendenza del maschio verso la gelosia sessuale”.
ORIENTAMENTO SESSUALE (tendenza a rispondere a certi stimoli sessuali) e identità di
genere (fisica e psicologica) possono non coincidere: andamento bipolare dell’orientamento
sessuale secondo un continuum (modello dello psichiatra Fritz Klein, 1993)
1. Eterosessuale esclusivo
2. Eterosessuale prevalente (occasionalmente Omo)
3. Eterosessuale e Omosessuale
4. Omosessuale prevalente (occasionalmente Etero)
5. Omosessuale esclusivo (2.8% maschile, 1.4% femminile nnel DSM-IV).
Basi ormonali e neurali (influenza del testostosterone nella fase prenatale: EFFETTO
ORGANIZZAZIONALE). Studi di Roger Gorski, Laura Allen et al (1978-) sull’ipotalamo, l’area
preottica, la commessura anteriore. Studi di Swaab sul SDN (Nucleo Sessualmente Dimorfico) e sul
nucleo soprachiasmatico (2002).
Studi di Simon LeVay (1991, Science): confronto sviluppo nucleo INAH-3 nell’ipotalamo
anteriore nell’uomo confrontando un campione di uomini morti di AIDS, etero- e omosessuali (cfr
Alcock, II ed Cap 5, pp 92-93). Orientamento sessuale determinato dallo sviluppo di specifici nuclei
neurali? Ipotesi alternative:
- influenza del comportamento omosessuale sulle dimensioni del nucleo, e non vicevers;a
- influenza AIDS, che abbassa i livelli di testosterone e potrebbe influenzare questo nucleo
ipotalamico.
Le componenti biologiche dell’omosessualità maschile. Simon LeVay & Dean H.Hamer (Le
Scienze, 1994, 311) “Cosa sottintendono queste evidenti correlazioni tra orientamento sessuale e
struttura del cervello?
1. Le differenze strutturali esistono già in una fase precoce della vita e contribuiscono a
formare l’orientamento sessuale.
2. Le differenze appaiono nella vita adulta come risultato di sentimenti / comportamenti
sessuali dei maschi.
3. Non esiste alcuna connessione causale, ma entrambe le componenti rinviano ad una terza
variabile, un evento della vita uterina o della fase postnatale precoce.”
FATTORI GENETICI
Studi sui gemelli (Bailey & Pillard, 1991;1995): su 54 gay con gemello dizigotico, in 12 casi il
gemello era gay (concordanza del 22%); su 56 gay con gemello monozigotico, in 29 casi il gemello
era gay (concordanza del 52%). Concordanze - più lievi - anche per il lesbismo (Baley et al. 1993).
Ridimensionato il fattore genetico rispetto ai primi studi (Kallmann 1952: 100% gemelli identici!)
1993 - Dean Hamer annuncia di aver individuato il “gene gay” sul cromosoma X, in posizione
Xq28, all’estremità del braccio lungo: il 75% dei gay condividono lo stesso marcatore (Hamer et
al. 1993 Science - A linkage between DNA markers on the X chromosome and male sexual
orientation. Hu et al. 1995). Il dato non è stato confermato in altre famiglie (Rice et al. 1999).
ORIENTAMENTO SESSUALE LEGATO ALL’ORDINE DI NASCITA
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Ray Blanchard 1997 Birth order and sibling sex-ratio in homosexual versus heterosexual males
and females (Ann. Rev. Sex Res.)1997 H-Y antigen and homosexuality in men (J. Theor. Biol.)
Chi ha uno o più fratelli maggiori ha più probabilità di essere gay di chi è figlio unico, oppure
ha solo fratelli minori o sorelle maggiori. Ricerca condotta in Inghilterra, Olanda, Canada e Stati
Uniti. Ma l’aumento di probabilità è basso. L’ordine di nascita è ininfluente tra le lesbiche. Sarebbe
coinvolto un complesso di geni sul cromosoma Y responsabili degli antigeni H-Y per
l’istocompatibilità minore (uno influenza la mascolinizzazione): reazione immunitaria materna alle
gravidanze successive.
APPROCCIO SOCIOBIOLOGICO
Robert Trivers(1974, Parent-offspring conflict, Amer Zool): i membri omosessuali delle società
primitive possono aver svolto la funzione di aiutanti di parenti stretti (kin selection). Sulla stessa
linea E.O.Wilson (1975 Sociobiology: the new synthesis). Dati scarsi a supporto dell’ipotesi
“homosexual helpers”.
Tribù a Samoa, “fàafafine” (uomini femmina): in famiglie con soli figli maschi, alcuni sono
allevati come femmine, dal vestito al ruolo in famiglia.
Descritti da Robert Louis Stevenson (“Journey to Samoa”). Sono considerati un “terzo genere”.
Possono stabilire un legame tra di loro, con un uomo o con una donna. Aiutano nelle cure parentali,
spesso adottano un nipote. Studi recenti di Vasey & Barlett (2007): “Gender Identity Disorder in
Childhood”? No, nessun stress. Vasey & Vanderlaan (2010): “avuncular tendency” in “androphilic
males in Samoa”.
Nuovi interventi (Trivers, Miller, Rice) dopo gli studi di Hamer sul paradosso Darwiniano
dell’omosessualità: poiché i gay hanno meno figli degli altri, la frequenza dell’allele per
l’omosessualità avrebbe dovuto sparire dalla popolazione, invece gli uomini decisamente gay sono
il 2-4%. Deve esistere un gene che favorisce la fertilità femminile, legato al “gene gay”, che agisce
come antagonista e compensa lo svantaggio riproduttivo (anticipo della pubertà della donna o
grandi mammelle…)
Andrea Camperio-Ciani, Francesca Corna & Claudio Capiluppi, 2004 Evidence for maternally
inherited factors favouring male homosexuality and promoting female fecundity (Proc Royal Soc)
Inchiesta su 98 omosessuali, 100 eterosessuali e i loro parenti (4600 in tutto): donne imparentate
con omosessuali per via materna hanno una fertilità più alta di quelle imparentate con
eterosessuali oppure per via paterna (ma la varianza spiegata è il 21%). Risultati in accordo con una
maggiore frequenza di parenti omosessuali maschi nella linea materna e di più fratelli che
sorelle, nati prima di loro, nelle famiglie degli omosessuali.
Comportamento omosessuale ! l’orientamento sessuale non è rigidamente preordinato
1.accidentale-indotto (in gruppi unisessuali)
2.imitazione del comportamento sessuale come segnale di dominanza/sottomissione (padroneschiavo, adulto-ragazzo, alcune società di interesse etnologico)
3.modulo dal contesto sessuale al gioco sociale (fenomeno età dipendente)
4.fenomeno complesso, che implica componenti neurali, ormonali (vita intra-uterina) genetiche e
culturali (maggiore rigidità del ruolo maschile).