fuga dalla scuola media - Scuola media Pregassona
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fuga dalla scuola media - Scuola media Pregassona
SCUOLA MEDIA DI PREGASSONA Direttore Mario Colombo ANNI 2008-09 e 2009-10 CLASSI 3. e 4. “CINEMA E CONFLITTI” – MATERIALI DIDATTICI FUGA DALLA SCUOLA MEDIA di Todd Solondz, Usa 1995 Schede per i docenti 1. 2. 3. 4. Introdurre il film Guardare e ascoltare il film Approfondire il film Materiali a cura di Gregory Catella docente di materie cinematografiche tel +4191 930 0769 e cell. +4179 687 2101 [email protected] Corcarei, 6968 Sonvico © Sonvico, 20 febbraio 2010 Schede per i docenti 1. Introdurre il film Fuga dalla scuola media (1995) È bene che la visione di un film avvenga senza troppe informazioni preventive per salvaguardare il sentimento di scoperta e di confronto a sorpresa col film, di cui saranno gli studenti stessi a definire le ricadute e le implicazioni con il proprio vissuto. Tuttavia alcuni approcci didatticamente leggeri sono possibili: a. tematico/ Si possono introdurre alcuni temi del film, in modo generico, chiedendo per esempio agli studenti di esprimere un parere riguardo al proprio rapporto con i compagni, con i genitori e i fratelli, con i docenti e gli altri adulti. Chiedere loro con quali sentimenti affrontano il cambiamento che il loro corpo sta compiendo. In quale modo si immaginano la loro vita di adulti. Cosa pensano della sessualità. Quanto desiderano fare esperienze sessuali e che cosa questo rappresenta per loro. Quali sono le situazioni che creano loro imbarazzo. Quando capita loro di sentirsi impacciati e quando invece tutto risulta facile. Come pensano di risolvere le situazioni più imbarazzanti o spiacevoli che sono destinate a riprodursi (a scuola, a casa). Quali strategie adottano per dirsi che tutto va bene anche quando le situazioni sembrano provare il contrario. Cosa significa per loro l’autostima. b. stilistico-formale/ il posto dello spettatore/ A partire dalla scheda tecnica del film, dalla locandina, dalla sinossi, da stralci di recensioni, eventualmente dal trailer del film (o da un suo spezzone), interrogare le conoscenze degli studenti sul tipo di film che stanno per vedere. Di cosa tratta e in che modo? Quali sono i meccanismi messi in atto quando si va al cinema e si decide di vedere un film. Come avviene la scelta? Quali aspettative si creano attorno a un film? In quale modo si crea il desiderio di vedere un film e non un altro? Interrogare così alcune strategie commerciali (l’effetto traino costituito da uno o più attori; o dal libro di successo da cui è tratto il film; la pubblicità; la vendita di gadgets, ecc.) c. narrativo/ A partire dalle prime righe della trama, chiedere agli studenti di scrivere o raccontare uno sviluppo possibile: “Dawn Wiener, seconda figlia di una famiglia ebrea nel New Jersey, ha undici anni, è bruttina, porta occhiali spessi e veste decisamente male. Cerca di essere aperta e allegra ma non trova comprensione. A casa i genitori la mettono sempre in difficoltà, la sorellina Missy viene coccolata e preferita, mentre il fratello maggiore Mark, esperto di computer e componente di una band musicale, non le dà molta attenzione (…)”. Dopo la visione del film si potranno confrontare le proprie ipotesi narrative con quelle del film e ragionare con il docente sull’organizzazione narrativa, la scansione drammaturgica, il peso dei singoli episodi nello sviluppo della storia. Qualsiasi sia l’approccio scelto non è importante che gli argomenti vengano trattati in maniera esaustiva. Si tratta di creare attesa e curiosità per l’imminente proiezione. E la disposizione d’animo adatta a un successivo ritorno sul film di cui si saranno già tracciate le coordinate principali del discorso. 2. Guardare e ascoltare il film La visione del film in comune con i propri compagni e i compagni delle altre classi è un momento importante di socializzazione e di incontro. Non è possibile prevedere se un film conquisterà il cuore e la pancia degli studenti. È per conto possibile trasmettere il sentimento della possibilità che questo accada. Che un film, cioè, non rappresenta tanto un’occasione di svago – per quanto importante – ma, se affrontato con la giusta disposizione di spirito, un’occasione impareggiabile perché uno scambio avvenga: tra il film e il suo spettatore, in primo luogo; tra lo spettatore e gli altri spettatori in sala in un secondo momento, quando le sensazioni, le emozioni, le gioie e le tristezze, gli slanci e i timori indotti dal film diventeranno oggetto di discussione, di scambio del visto e sentito, del proprio vissuto di spettatori. Il docente ha il ruolo prezioso e insostituibile di motivare gli studenti alla visione del film, di far presagire loro la possibilità di un incontro con la vita ricreata del cinema, per indagare le proprie emozioni e farne tesoro nelle prove quotidiane che sono chiamati a affrontare. 3. Approfondire il film 3.1 espressione spontanea: breve commento scritto su “quello che avete voglia di esprimere, quel che avete provato durante la visione del film o di un suo momento (sequenza) particolare”. 3.2 comunicazione al gruppo _ogni allievo legge ciò che ha scritto _il maestro prende sinteticamente nota, alla lavagna, dei significati e delle sensazioni provate. 3.3 confronto collettivo: considerazioni sulle valutazioni condivise, su differenze e opposizioni, con la necessità di giustificare affermazioni e significati con elementi o parti del film visti o ascoltati. 3.4 rivedere estratti e sequenze del film Dal confronto collettivo (3.3) ogni classe e ogni gruppo di studenti stabiliranno la direzione del lavoro successivo. A seconda del caso, la visione di alcune sequenze del film servirà a : _arricchire la memoria esplicita di ognuno (la costruzione, il senso generale del film); _a scoprire i procedimenti d’espressione cinematografici a partire dai significati messi in luce e dal vissuto espresso dagli studenti (studio più dettagliato delle sequenze). Lo scopo è quello di stimolare una percezione più ampia e più profonda del film, ma non bisogna per forza condividere un’interpretazione unica (possono continuare a esistere interpretazioni discordanti, coerentemente con quanto “visto e ascoltato”). Nota: cominciare da ciò che è stato vissuto, (ri)sentito, poi verificare nel film in quale modo (costruzione e senso generale del film; studio dettagliato dei piani e delle sequenze, dell’uso del sonoro) ciò viene trasmesso allo spettatore. Obiettivo: riconoscere le scelte di stile del regista, le componenti (alcune di esse) del processo creativo/ dell’atto di creazione. Fonte: Bergala, Alain. 2002. L’hypothèse cinema. Petit traité de transmission du cinéma à l’école et ailleurs. Paris: Ed. Cahiers du cinema. 4. Materiali FUGA DALLA SCUOLA MEDIA Welcome to the Dollhouse, Usa, 1995, colore, 87’. Regia, soggetto e sceneggiatura: TODD SOLONDZ Fotografia: RANDY DRUMMOND Musiche: JILL WISOFF Montaggio: ALAN OXMAN Scenografia: SUSAN BLOCK Attori: HEATHER MATARAZZO (DAWN WIENER), VICTORIA DAVIS (LOLITA), CHRISTINA BRUCATO (COOKIE), CHRISTINA VIDAL (CYNTHIA), SIRI HOWARD (CHRISSY), BRENDAN SEXTON JR. (BRANDON MC CARTHY), TELLY PONTIDIS (JED), BILL BUELL (SIGNOR WIENER), TEDDY COLUCA (POLIZIOTTO), SCOTT COOGAN (TROY) Produzione: TODD SOLONDZ Trama Dawn Wiener, seconda figlia di una famiglia ebrea nel New Jersey, ha undici anni, è bruttina, porta occhiali spessi e veste decisamente male. Cerca di essere aperta e allegra ma non trova comprensione. A casa i genitori la mettono sempre in difficoltà, la sorellina Missy viene coccolata e preferita, mentre il fratello maggiore Mark, esperto di computer e componente di una band musicale, non le dà molta attenzione. A scuola il teppistello Brandon minaccia di stuprarla, e lei, dopo avere invano corteggiato un amico di Mark, sembra decidersi a cedere ma Brandon alla fine rinuncia. La vera ossessione di Dawn è quella di riuscire a crescere il prima possibile, e, dopo tante delusioni da adolescente, non può fare altro che chiedere al fratello maggiore com'è la vita quando si arriva alla scuola superiore. Critica "Film non di genere, assai perfido e divertente nel denunciare, come uno schizzo o fumetto dark, l'ostinazione di una teen-ager che sarebbe l'ideale protagonista di una velenosa sitcom: ripudiata o quasi dai ragazzi e dalla mamma, è la cartina di tornasole di una borghesia di provincia terrificante nello specchio deformante della satira. Alzi la mano chi non ha avuto una compagna di scuola come Dawn, che si prende un'inutile cotta per un ragazzaccio rockettaro, mescola paura e desiderio, ansia di crescere e voglia di rintanarsi. Il film è sulla caccia al diverso e cresce poco alla volta lasciando nell'inconscio un segno non superficiale. Memorabile la performance del teddy boy Brendan Sexton jr. che annuncia alla prescelta che sarà violentata alle 15 precise." (Maurizio Porro, 'Il Corriere della Sera', 5 Ottobre 1996) "Atmosfere giuste, ambienti – domestici e scolastici – evocati con garbo, ritratti e ritrattini disegnati non di rado con indubbia attenzione anche se i risultati definitivi, alla lunga, senza essere proprio modesti, sono di livello medio, solo ravvivati da quell'osservazione in più momenti anche acuta di un'età, di un ambiente e, pur essendo il termine forse un po' eccessivo dato il film, di una condizione umana; quella che, a molti adulti in vena di sincerità, farà ricordare gli anni giovani come un periodo certamente poco felice; per la difficoltà, spesso sottaciuta, che hanno i bruchi di diventare farfalle. La protagonista è l'esordiente Heather Matarazzo, con impacci sinceri; il suo partner è Brendan Sexton, un simpatico bulletto." (Gian Luigi Rondi, 'Il tempo', 4 Ottobre 1996) "Ma il merito del regista Todd Solondz è quello di non tifare apertamente per lei, di non indulgere in un'eroina simpatica o leziosa: Dawn è una donnina senza qualità, sgradevole e sconfortante quando s'innamora d'un bel Jim Morrison locale o si lascia baciare da un coetaneo che minaccia di stuprarla, vulnerabile ma dolcemente caparbia nell'autostimarsi contro un mondo che la disprezza. Un mondo crudele e caricaturale, insensibile e ingrato irreale e famelico, a metà strada tra un film di John Waters e la memorabile Sweetie di Jane Campion. Pur essendo un'outsider, una nerd (come dicono negli Usa) un'infelice anticonvenzionale il film ci fa dono d'un prezioso epilogo senza lacrime o riscatti, vaccinato ai buoni sentimenti, con qualche incursione nell'horror quotidiano. Straordinaria l'attrice protagonista, l'italoamericana Heather Matarazzo, implacabile prototipo di contro-lolita, di bambina anti-spot, teneramente goffa come la "bellissima" di Visconti." (Fabio Bo, 'Il Messaggero', 6 Ottobre 1996)