Francesca (Franca) Trentin

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Francesca (Franca) Trentin
Francesca (Franca) Trentin
Franca nasce a Venezia il 13 dicembre 1919, da Silvio Trentin e Giuseppina Nardari.
Il padre, nato a San Donà nel 1885 da una agiata famiglia borghese di proprietari terrieri, professore universitario di
diritto amministrativo dal 1911 - docente a Ca' Foscari dal 1923 -, volontario nella prima guerra mondiale, deputato nel
1919, grande giurista antifascista, in seguito all'emanazione del decreto legge del 24 dicembre del 1925 che privava tutti
gli impiegati dello stato della loro libertà politica e intellettuale, si dimette dall'insegnamento con una nobilissima lettera
di denuncia dell'incompatibilità dell'obbedienza alla legge fascista con il rispetto delle proprie idee: non poteva - scrisse
- «continuare ad insegnare diritto pubblico, proprio quella materia che inerisce allo Stato, quando si è sotto il tallone di
una dittatura che snatura e sradica quei principi stessi sui quali si fonda la vita dello Stato». Soltanto altri due docenti in
Italia compiono allora lo stesso gesto: Gaetano Salvemini e Francesco Saverio Nitti. Nel febbraio del 1926 sceglie la via
dell'esilio, espatriando in Francia. Lo accompagnano la moglie Beppa Nardari, trevigiana, e i due figli Giorgio e Franca,
di otto anni e mezzo e sei. Prima tappa: Pavie (Gers) nel sud-ovest della Francia, dove Silvio Trentin tenta, senza
successo, di far fruttare un terreno agricolo acquistato con tutte le risorse di cui dispone la famiglia. Alla fine di quel
primo anno di esilio nasce il terzogenito Bruno. Nel luglio del 1928, dopo il fallimento dell'impresa agricola, la famiglia
si trasferisce a Auch dove Silvio trova lavoro come operaio tipografo. Franca vi frequenta le scuole locali. Nel luglio
del 1934 Silvio, licenziato per aver scioperato il primo maggio 1934, aiutato da amici italiani e francesi, apre una
libreria a Tolosa. Franca frequenta il Liceo di quella città, conseguendo, nel luglio 1936, la maturità liceale.
Gli anni 1936-39 costituiscono un periodo molto movimentato per la famiglia Trentin: la libreria e la loro casa
diventano secondo Emilio Lussu «una specie di ambasciata, la sede dei collegamenti irregolari fra la Francia e
Barcellona», punto di riferimento per i giovani volontari della guerra di Spagna e per gli esuli italiani antifascisti in terra
francese. Dopo la sconfitta della repubblica spagnola, i Trentin, figli compresi, si occupano di soccorrere i tanti esuli
spagnoli costretti a fuggire dal franchismo.
Franca si iscrive alla Facoltà di lettere di Tolosa dove, nel giugno del 1939, ottiene la prima laurea, la Licence
d'Anglais. Nel giugno del 1940 presenta il Diplôme d'Études Supérieures (la tesi di dottorato) su un autore inglese, G.B.
Beresford. Nell'ottobre dello stesso anno ottiene la naturalizzazione, ma per avere la cittadinanza con i pieni diritti deve
aspettare dieci anni. Due anni dopo consegue la seconda laurea, in Lingua e letteratura italiana. Per guadagnarsi la vita
accetta varie supplenze a tempo determinato, lavora come segretaria del Rettore della facoltà, fa la sorvegliante nelle
colonie estive, l'interprete e la traduttrice. Nel frattempo partecipa alla Resistenza, in qualità di staffetta del Movimento
Libérer et Fédérer fondato dal padre.
Nel settembre del 1943, dopo la caduta del fascismo, il padre con la moglie e i figli maschi può rientrare in Italia, dove
inizia subito a organizzare il Movimento di Liberazione diventandone uno dei massimi dirigenti. Anche i figli Giorgio e
Bruno partecipano attivamente alla Resistenza italiana. Franca, rimasta in Francia, non potendo espatriare, essendo
l'unica della famiglia con cittadinanza francese, continua in clandestinità l'attività resistenziale nel tolosano. Il 2 marzo
1944 Franca sposa un rifugiato spagnolo, Horace Torrubia, dirigente della Resistenza locale. Nello stesso mese, a
Treviso, muore il padre, dopo esser stato arrestato dai fascisti, ma Franca lo apprenderà solo più tardi e riuscirà a
riabbracciare la famiglia soltanto nell'estate dell'anno successivo, dopo la liberazione dell'Italia dal nazifascismo.
Rientrata in Francia, riceve nel 1946 la decorazione della Resistenza francese assegnata dal Generale De Gaulle, La
croix de la Résistance. Riprende gli studi universitari a Tolosa mentre si guadagna la vita con supplenze e lezioni
private. In quello stesso anno nasce il suo primo figlio, Silvio Torrubia. Il marito Horace diventa dottore in Medicina. Si
spostano a Parigi, il marito per preparare il concorso di Psichiatria, lei per preparare il concorso nazionale (l'Agrégation)
di Lingua e Letteratura Italiana.
Nel 1951 il marito vince il concorso di Direttore in un Ospedale Psichiatrico, mentre lei vince il concorso di Lingua e
Letteratura Italiana ed è nominata alla Facoltà di Digione. Inizia in quel periodo la spola tra Parigi, dove abita in Quai
de Gesvres, e Digione. Nel 1954 divorzia da Torrubia, e due anni dopo sposa Mario Baratto, Lettore d'Italiano a Parigi.
Nel 1958 nasce il secondo figlio, Giorgio Baratto. In quel periodo compie degli studi sul verismo italiano e in
particolare su Verga, sotto la direzione del suo Maestro, Henri Bédarida, alla cui morte, nel 1957, è chiamata a
sostituirlo al Dipartimento d'Italiano della Sorbona in qualità di Maître-Assistant. Insegnerà alla Sorbona fino al 30
settembre 1966, allorché ottiene di essere distaccata alla facoltà di Lingue di Ca' Foscari di Venezia dal Ministero degli
Affari Esteri Francese, in qualità di Lettrice di Lingua e Letteratura Francese. Vi resterà per 19 anni, fino alla pensione,
nel 1985. L'anno prima, nel 1984, muore improvvisamente il marito, professor Mario Baratto, Preside di facoltà a Ca'
Foscari.
Nel 1976, la regista, sua amica, Ariane Mnouchkine, direttrice del Thêâtre du Soleil, la chiama ad interpretare Mad.lle
de Scudéry nel suo monumentale film per la tv francese Molière, nel capitolo dedicato a L'école des femmes.
Il 14 luglio 1978 Franca è insignita della decorazione di Chevalier de la Légion d'Honneur dal Console Generale a
Venezia, a nome del Governo francese.
Continua per un altro decennio a lavorare all'Università a titolo gratuito: direzione di tesi, seminari, coordinamento di
lingua, conferenze ecc. Tiene numerosi corsi di aggiornamento e formazione nelle scuole secondarie e conferenze nelle
associazioni culturali italo-francesi del Veneto e dell'Emilia.
Nel 1989 è nominata Vicepresidente dell'Associazione culturale italo-francese di Venezia, A.C.I.F., dove opera con
lezioni e conferenze e collaborazioni varie.
Partecipa attivamente alla vita sociale e politica della città. È tra le fondatrici di associazioni culturali e promuove varie
iniziative soprattutto legate al movimento delle donne. Nei primi anni Ottanta ha collaborato con il Centro donna del
Comune di Venezia organizzando cicli di incontri sulle scrittrici (1982 , Le madri di noi tutte, 1983, Ritratto di signora,
1984, Madre per sempre?) nei quali ha coinvolto come relatrici molte giovani docenti di Ca' Foscari. È tra le fondatrici
dell'Associazione Donnexlacittà e ha sempre dato la sua militanza di base nella sinistra (PCI-PDS-DS e ora PD),
portando in particolare la sua riflessione sui temi della cittadinanza, della laicità e della pace. Dal 1996 al 2000 è
Presidente dell'Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea, di cui è tuttora Presidente
onoraria. Nel 1997 le viene conferito dal console onorario francese a Venezia il grado di officier dans l'ordre National
du Mérite.
Interventi e Pubblicazioni
Ha collaborato a convegni e riviste su temi di cultura e letteratura italiana, pubblicando saggi su Verga e il verismo
italiano, e analisi sulle influenze reciproche della cultura italiana e della cultura francese.
Ha scritto molti saggi e interventi sull'insegnamento della lingua francese, in particolare per la rivista di LEND (Lo
scritto nell'insegnamento della lingua;Il Linguaggio della stampa; Metodologia della traduzione ecc. ). Ha pubblicato
presso la Casa editrice Cafoscarina, nel 1981, La pratica della traduzione, un libro che si è rivelato una guida importante
per tutti i docenti di francese come lingua straniera.
Per l'Ateneo Veneto e per l'Alliance Française di Venezia e di altri centri del Veneto, Friuli, Emilia Romagna, ha tenuto
ogni anno decine di conferenze di letteratura francese, in particolare sulla letteratura femminile: George Sand, Colette,
Beauvoir, Duras, Flora Tristan ecc., ma anche su Proust, Aragon, Céline, Pennac, Zola ecc. Oltre che su riviste, ha
pubblicato vari articoli su giornali locali, «Il Gazzettino» e «La Nuova Venezia» in particolare su Beauvoir, Prévert, Il
Teatro di Mnouchkine, La Parigi di Augias, Simenon ecc.
Un'ampia intervista sulla sua vita e sulla sua partecipazione alla Resistenza, rilasciata e curata da Maria Teresa Sega, è
pubblicata in Nella Resistenza. Giovani e vecchi a Venezia sessant'anni dopo, a cura di G. Albanese e M. Borghi,
Portogruaro, Nuova Dimensione, 2004, e riedita in Bruno Trentin. Dalla guerra partigiana alla Cgil, a cura di I.
Ariemma e L. Bellina, Roma, Ediesse, 2008.
Biografia apparsa in occasione dei 90 anni di Franca Trentin, festeggiati con la pubblicazione del libro: Franca Trentin.
Carte ritrovate, Cafoscarina, Venezia 2009