journal - TÜV Italia

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Caro Lettore,
Nessuna teoria è giusta o
sbagliata in assoluto,
bensì tutte possono essere utili
le implicazioni etiche connaturate all’attività di impresa sono da sempre un
tema dibattuto con vigore. Diverse correnti di pensiero lo affrontano storicamente focalizzandosi, ora sull’elemento economico, ora su quello immateriale,
purtroppo non trovando sempre una sintesi tra le due prospettive. Certamente la definizione di “etico”, spaziando in numerosi campi quali, ad esempio, la
sostenibilità del pianeta, il rispetto delle culture e la tutela delle categorie più
deboli, rende la discussione ancora più complessa ed il raggiungimento di un punto
di contatto decisamente impegnativo.
Non vogliamo in questo numero della rivista fornire un’opinione risolutiva in favore
dell’uno o dell’altro orientamento sul tema, tantomeno vogliamo dissertare in via
teorica sul concetto del ruolo sociale dell’impresa, bensì intendiamo offrire chiavi
di lettura concrete che possano stimolare una riflessione più consapevole sull’argomento. In questi casi mi piace sostenere che “nessuna teoria è giusta o sbagliata in
assoluto, bensì tutte possono essere utili. È una questione di prospettive”. Gli articoli
che seguono riguardano infatti imprese di successo che hanno saputo coniugare gli
elementi di cui sopra dimostrando che gli stessi, in molti casi, sono contrapposti
solo in apparenza.
Ferma restando l’importanza del rispetto di tutte le regole cosiddette “sistemiche”,
si apre infatti un campo “libero” rispetto a tutto ciò che non è esplicitamente normato o regolato all’interno degli ordinamenti in cui operano e con cui interagiscono
le imprese. Alcune delle storie che seguiranno possono essere lette in una chiave
“cliente-centrica”. Laddove è infatti il cliente stesso a valorizzare un approccio etico
del proprio fornitore (ad es. acquistando prodotti o servizi cosiddetti equosolidali
2 TÜV Italia Journal
oppure a basso impatto inquinante), ecco allora che l’approccio stesso, seppur ingenerato da una volontà di profitto, sembra produrre contestualmente un risultato
positivo per l’impresa, per il cliente e per il sistema nel suo complesso. È poi in tutti
questi casi che il ruolo di un ente imparziale come TÜV Italia può venire in aiuto, al
fine di validare quanto un’impresa dichiara verso terzi in termini di propensione etica.
Si pensi ad esempio alla certificazione SA 8000®, allo svolgimento di verifiche mirate
in campo su disciplinari a stampo etico presso fornitori nazionali o esteri, oppure alla
validazione dei bilanci di sostenibilità ed ai sistemi di risparmio energetico.
Mi auguro pertanto che le storie di successo qui presentate possano ispirare riflessioni e, perché no, progetti concreti finalizzati ad un maggiore approccio etico,
capace di coniugare gli interessi di tutte le parti coinvolte. TÜV Italia sarà a vostra
disposizione anche per questo.
Ettore Favia
Amministratore Delegato TÜV Italia
Indice
TÜV Italia Journal #8
FOCUS
NEWS
#04 Il valore aggiunto della compliance
#06 Il ruolo della compliance nel
#22 La sicurezza alimentare: una
business del Gruppo TÜV SÜD
#22
#09 Alcantara S.p.A.: versatilità
sostenibile
#22
#16 De Agostini: dal “grande atlante
gegrafico“ alla comunicazione
multicanale
#24 Gruppo Hera: gestione responsabile
delle risorse naturali
#31 Tetra Pak ® : un contenitore pieno di
valori
#23
#23
#23
#37
EDITORE E PROPRIETARIO: TÜV Italia Srl
Via G. Carducci, 125 pal. 23 - 20099 Sesto San Giovanni (MI)
DIRETTORE RESPONSABILE: Emilia Pistone - TÜV Italia Srl
La parola
a
..
..
TUV SUD
#38 Da un film a un progetto
questione di “etichetta“
Consegnato a Florim Ceramiche il
certificato ISO 50001
Il laboratorio TÜV Italia di
Scarmagno ottiene l’estensione del
proprio scopo CBTL
Bytest sviluppa T.A.U.R.U.S
Il metodo HIC (Head Injury Criterion),
per una maggior sicurezza dei
bambini nei parchi gioco
18 ottobre 2013: un appuntamento
A TU per TÜV
Il Comando Generale delle
Capitanerie di Porto certificato
ISO 9001
REDAZIONE E IMPAGINAZIONE: TÜV Italia Srl
Via G. Carducci, 125 pal. 23 - 20099 Sesto San Giovanni (MI)
Supervisione generale: Emilia Pistone.
Copie, inclusi gli estratti, solo su concessione dell’editore.
IMMAGINI: iStock (6), TÜV Italia (22, 23, 37), Illustration LULU (38, 39) - Copertina:
Dreamstime
TIPOGRAFIA: Gam Edit Srl - Via Aldo Moro, 8 - 24035 Curno (BG)
TÜV Italia Journal 3
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
Il valore aggiunto
della compliance
Rispettare le regole per creare valore.
Il punto di vista di Ottorino Pomilio, Governance Manager di TÜV Italia
Quando in azienda si fa cenno alla
Compliance, la prima reazione è: ma non
ci bastano tutte le regole che dobbiamo
seguire?
Mettendo da parte atteggiamenti istintivi,
occorre sfatare qualche luogo comune
sull’argomento, facendo chiarezza. Per
affrontare la questione è necessario
inquadrare il contesto in cui si colloca,
basilare se si vuole comprendere appieno
il fenomeno che, nel mondo occidentale,
è rappresentato dalla volontà di chi ha
la responsabilità di indirizzare le scelte
strategiche in ambito economico, di
offrire pari opportunità a qualunque
organizzazione desideri competere nel
mercato.
Per le aziende queste condizioni si
ottengono dall’applicazione di “regole del
gioco” condivise da tutte le parti interessate,
regole che hanno come obiettivo di
permettere a tutte le organizzazioni una
eguale opportunità di successo.
Pertanto, quando ci confrontiamo con
il tema della Compliance non dobbiamo
pensare solo alle normative cogenti
applicabili, ma a un’ulteriore serie di norme
comportamentali e deontologiche che
hanno l’obiettivo di salvaguardare i valori
intangibili delle aziende, come l’immagine
sul mercato, il senso di appartenenza, la
4 TÜV Italia Journal
cultura della prevenzione, solo per citarne
alcune. Queste norme di comportamento
e deontologiche costituiscono parte del
valore che il mercato attribuisce alle
aziende, la cui violazione può generare dei
costi che possono manifestarsi in modo
non prevedibile.
Una prevenzione consapevole di situazioni
non prevedibili, che possono trasformarsi
in rischi occulti sulle performance delle
aziende, necessita di una puntuale gestione
dei rischi causati dalla violazione di regole
definite (cogenti e/o volontarie).
E proprio la gestione specifica dei
rischi diviene essa stessa una regola
di comportamento, che è opportuno
che le organizzazioni adottino, perché
sottovalutare il rischio di una violazione
delle regole può portare a perdite di valore
significative, spesso non immediatamente
quantificabili, ma che possono avere effetti
devastanti sulla continuità aziendale.
I rischi della Non Compliance
Abbiamo visto come le regole possono
identificarsi nella legislazione applicabile,
ma anche nelle regole interne aziendali e
nei codici di comportamento di settore,
e a questo punto iniziano altre reazioni
poiché queste regole possono rallentare il
business, che invece deve andare veloce, e
concorrere a far perdere opportunità, oltre
al fatto che non tutti i player del mercato le
rispettano.
Di fronte a queste posizioni, assai frequenti,
è necessario porsi la domanda se il rispetto
delle regole crei valore. Oggi il concetto
di valore sta cambiando, non è più solo
rappresentato da un aumento dei ricavi nel
breve periodo, ma anche dalla puntuale
previsione dei costi che rende un business
sostenibile nel lungo periodo.
Non prevedere un budget dei rischi, e dei
costi generati da “incidenti di compliance”,
significa, potenzialmente, distruggere
valore, valore che deve essere invece
difeso con le necessarie contromisure, che
passano anche dal rispetto delle regole.
Il vantaggio di questo tipo di approccio è
dato proprio dalla drastica riduzione dei
costi inattesi, a fronte di investimenti nelle
contromisure, quindi la risposta è positiva:
rispettare le regole conviene, a tutti.
Infatti un “incidente di Compliance” può
generare una serie di eventi negativi come:
■■costi dovuti a sanzioni economiche
per le imprese e, in molti casi sanzioni
penali per gli amministratori, nel caso
di violazione di regole cogenti;
■■revoca di licenze, autorizzazioni e
sospensione di accreditamenti. In alcuni
casi la violazione di regole volontarie ha
come conseguenza anche l’applicazione
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
di sanzioni pecuniarie;
■■costi dovuti a contenziosi significativi
con clienti e fornitori causati dal
mancato rispetto delle regole aziendali.
I costi sono quantificabili, direttamente
per gli eventuali risarcimenti e
indirettamente in termini di clientela
persa.
Inoltre, per ogni incidente occorre contabilizzare anche i costi di gestione dello
stesso rappresentati, per esempio, da quelli
per il personale che deve gestire i rapporti
con gli altri soggetti coinvolti.
Non definire regole, o violarle sistematicamente, porta quindi ad un illusorio
aumento di valore delle aziende, dovuto ad
un effimero aumento di fatturato, anticamera di amare sorprese per tutte le parti
interessate. Elenchi sommari, ma cospicui
di questi casi, sono reperibili in tutte le
cancellerie delle sezioni fallimentari dei
tribunali.
Partendo da
TÜV Italia già
adottato degli
per assicurare,
queste considerazioni,
da tempo ha definito ed
strumenti organizzativi
per quanto possibile, il
Quando in azienda si fa cenno alla Compliance la
prima reazione è: ma non ci bastano tutte le
regole che dobbiamo seguire?
rispetto delle regole che, successivamente,
sono stati resi conformi nell’ambito del
programma di Compliance del gruppo
TÜV SÜD.
L’obiettivo è continuare ad assicurare il
“valore dell’impresa” che per TÜV Italia
significa presidiare il più importante assett
aziendale: la reputazione del marchio.
In TÜV Italia la funzione Compliance
fornisce supporto affinché gli obiettivi di
business vengano raggiunti minimizzando
i rischi di sanzioni e di immagine,
ricercando le soluzioni più efficienti
per conformare le diverse esigenze ed
aspettative coinvolte. Le attività della
funzione di compliance si riassumono
nella:
d’impatto su processi e procedure;
■■proposta di modifiche organizzative
e procedurali per il presidio dei rischi
individuati;
■■reporting a organi di vertice e a funzioni/strutture interessate;
■■verifica dell’efficacia degli interventi organizzativi suggeriti.
In TÜV Italia queste attività sono svolte
a stretto contatto tra la funzione legale
e la funzione Qualità/Organizzazione,
con l’obiettivo di fornire alla Direzione
le migliori soluzioni per la gestione delle
attività nel rispetto delle regole.
Contatto:
Ottorino Pomilio
■■identificazione continua delle norme
applicabili e la misurazione/valutazione
OTTORINO POMILIO
Romano, dopo la laurea in Economia entra come ufficiale nella Guardia di
Finanza dove rimane qualche anno, congedandosi per iniziare una nuova attività
professionale presso SOGEI/Anagrafe Tributaria, come sviluppatore software.
Successivamente si trasferisce in Aeritalia, presso la Direzione Finanza e
Patrimonio, partecipando alle attività per la quotazione del titolo in borsa.
Nel 1987 inizia la libera professione nell’ambito della consulenza aziendale,
affiancando a questa attività, dal 1987 al 2008, quella di docente di informatica
presso l’Università LUISS Guido Carli di Roma. Negli anni ha modo di ampliare
l’ambito delle sue competenze, partecipando allo sviluppo dei primi Sistemi di
Gestione per la Qualità, esperienza che lo porta nel 1999 ad acquisire la qualifica
di Auditor/Lead Auditor per attività di III parte, da principio per lo schema ISO
9001, successivamente per gli schemi ISO 27001, ISO 20000/1 e BS OHSAS 18001.
Dal 2004 svolge attività di consulenza in ambito D.lgs. 231/01, inizialmente conducendo audit interni per conto di P&G
Italia, successivamente anche per altre aziende, sviluppando i Modelli di Organizzazione Gestione e Controllo, ricoprendo
il ruolo di membro di Organismi di Vigilanza. Dal 2011 è Governance Manager di TÜV Italia, continuando a dedicarsi ad
attività formative in ambito di Sistemi di Gestione, Risk Managent, Compliance Aziendale.
TÜV Italia Journal 5
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
Il ruolo della Compliance
nel business del Gruppo
TÜV SÜD
Marina Colapenna, Local Compliance Officer di TÜV Italia, spiega l’impegno di TÜV SÜD e delle sue
subsidiary per garantire, oltre all’eccellenza tecnica, l’osservanza delle normative relative alle attività svolte.
La Compliance nasce, si sviluppa e
diventa obbligatoria in ambiti economico/
finanziari, in organizzazioni come banche
ed assicurazioni, ma oggi anche grandi
gruppi industriali, aziende multinazionali, e non solo, ne hanno compreso l’importanza e la necessità come strumento
organizzativo per prevenire rischi legali
e reputazionali legati alla non conformità rispetto all’attività svolta. TÜV SÜD
rientra in questo gruppo di aziende: può
spiegare ai nostri lettori come è organizzata la compliance al suo interno e quali
sono gli impegni che il Gruppo si assume
verso di essa?
“Una condotta etica, responsabile e
rispettosa delle regole, aggiunge valore
ai nostri clienti”, questo è il motto che ci
accompagna nel nostro agire quotidiano.
TÜV SÜD Compliance Programme è il
progetto avviato dalla nostra Casa Madre
nel 2008, coinvolgendo tutto il gruppo
nel mondo, con lo scopo di rafforzare a
livello globale la cultura di un business
sostenibile, garantendo cioè, accanto
all’eccellenza tecnica, anche l’osservanza
delle normative riguardanti l’attività
svolta, in particolare le relazioni con i
clienti, assicurando loro indipendenza,
6 TÜV Italia Journal
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
integrità e trasparenza, a tutela dei clienti,
dell’immagine e reputazione del Gruppo,
del nostro marchio e delle nostre persone.
Un primo significativo traguardo del
Compliance Programme è stato raggiunto
nel 2009 con la pubblicazione del
Codice Etico di Gruppo. Per garantire la
Compliance e la corretta applicazione delle
regole e i principi etici in tutto il Gruppo,
è stata implementata un’organizzazione
dedicata, centralizzata presso casa
madre, ove le funzioni di Compliance
hanno assunto un ruolo fondamentale di
supporto alle attività di Business. Questa
organizzazione è stata successivamente
rafforzata e ampliata all’inizio del 2012 allo
scopo di presidiare tutte le aree geografiche
del Gruppo e garantire un collegamento tra
i paesi, le società e le divisioni di business
di TÜV SÜD da una parte, e la funzione
Compliance dall’altra, assicurando così
omogeneità di comportamenti etici e di
misure preventive.
Infatti, una sempre più crescente
complessità e diversità del business nelle
aree del mondo, hanno necessariamente
richiesto una revisione della struttura
e degli strumenti di monitoraggio e di
vigilanza.
Questa nuova struttura ha a capo un Chief
Compliance Officer, con fondamentali
compiti d implementazione e monitoraggio
del sistema di Compliance, oltre che di
reporting annuale, un Global Compliance
Officer con compiti di coordinamento
del Programma Compliance all’interno
del Gruppo, comprese la definizione di
specifiche procedure e continue attività di
formazione, e altre figure di Compliance
Officer nei differenti paesi e società.
Nell’ottobre del 2013 è stato aggiornato il
Codice Etico del Gruppo. Il documento
ha assunto anche una nuova e dinamica
veste estetica che consente una immediata
comprensione dei suoi principi e valori. Lo
si può visionare nel sito di TÜV SÜD (www.
tuv-sud.com) e nella versione italiana nel
sito del nostro ente e delle nostre altre
società controllate, Bytest e pH.
Il gruppo TÜV SÜD, negli anni, si è imposto
come player globale nel suo settore di
attività, acquisendo una mentalità ed un
approccio multinazionale, e come tale le
regole messe a punto dalla casa madre
valgono anche per le sue subsidiary.
Con questa premessa, ci illustra come si
declina la compliance in TÜV Italia?
Come accennato in precedenza, nel 2012
ha preso corpo una nuova organizzazione
operativa che ha coinvolto anche le società
controllate del Gruppo con la nomina dei
Local Compliance Officer. Brevemente,
il compito del LCO è quello di garantire
all’interno della subsidiary il rispetto degli
principi e i requisiti sottesi alle normative
citate sono simili. Anzi, in certi casi la
normativa nazionale in qualche modo
si può definire “inclusiva” delle regole
stabilite dal Compliance Programme
di Casa Madre. Inoltre, in Italia il Dlgs
231/01, che disciplina la Responsabilità
Amministrativa delle Persone Giuridiche,
richiede di attuare misure preventive
per diverse possibili violazioni di norme
cogenti, tutte comunque riconducibili
ai principi di base del Codice Etico di
Una sempre più crescente complessità e diversità del
business nelle aree del mondo, hanno necessariamente
richiesto una revisione della struttura e degli
strumenti di monitoraggio e di vigilanza.
standards di compliance e la diffusione
della conoscenza del Codice Etico a
tutte le parti interessate, coordinandosi
con il Global Compliance Officer per
assicurare l’applicazione delle linee guida
e procedure di casa madre, di interfacciarsi
con le Business Units nazionali, ed essere
il riferimento per tutto il personale
dipendente in ambito Compliance, anche
per quanto attiene eventuali segnalazioni
di violazione del Codice Etico e/o di
potenziali rischi di danni reputazionali per
l’ente e quindi per il gruppo.
Certamente l’LCO deve prendersi cura,
prima di tutto, degli aspetti legati alle
normative cogenti nazionali, pertanto
occorre saper coniugare le procedure del
Gruppo con i requisiti legislativi locali.
Sintetizzando, compliance vuol dire
rispetto di regole, norme, leggi etc. e
questo per TÜV Italia si applica, sia al
rispetto di specifiche normative nazionali
in riferimento a privacy, salute & sicurezza, che a responsabilità amministrative
delle società e a quelle internazionali di
gruppo. Guardando alla sua attività quotidiana come, e su quali basi, è possibile
gestire entrambe?
La gestione congiunta di tali aspetti è
possibile grazie al fatto che, in ogni caso, i
Gruppo, che di fatto è uno strumento che
agevola la gestione di tale coordinamento.
TÜV Italia ha adempiuto sin dal 2007 al
suddetto Decreto e l’esperienza accumulata
ha permesso di adeguarsi senza troppi
sforzi al programma di Casa Madre.
Dal suo punto di vista e dalla sua
esperienza, ritiene che l’aumento delle
regolamentazioni alle quali le aziende
sono oggi chiamate a rispondere, rischia
di rallentare i processi decisionali?
In base all’esperienza acquisita in quasi
due anni nel ruolo di Local Compliance
Officer, il presunto “rallentamento” vi è
stato all’inizio dell’applicazione, più per
far comprendere realmente il significato
dello stesso. La necessità di assicurare la
tempestività dei processi di business ha
comportato la scelta di apportare delle
modifiche ai sistemi decisionali e di delega
che, in sintesi, non hanno avuto impatti
negativi sul business e contemporaneamente aumentato la consapevolezza di
tutti i soggetti coinvolti. Inoltre l’applicazione di tali misure diviene uno strumento
di tutela per i dipendenti del Gruppo.
Più regole ma anche maggior tutela per
i dipendenti ed i clienti TÜV Italia. Quali
ritiene siano i vantaggi più evidenti di
TÜV Italia Journal 7
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
cui i clienti dell’ente godono con questo
approccio strutturato alla compliance?
Per i clienti il beneficio diretto è legato alla
“certezza che aggiunge valore”. La certezza
è data anche dal rispetto delle regole e dalla
riduzione di tutti i rischi di compliance.
Al concetto di compliance si associa
quello di etica dei comportamenti, spesso
regolati da codici o principi deontologici.
TÜV Italia lavora secondo un codice etico,
il cui impianto deriva da quello messo a
punto dalla casa madre, con l’aggiunta di
elementi specifici, disponibile per tutti
sul sito web dell’ente.
Può dare ai nostri lettori un suo
commento su questo documento, e una
sua valutazione circa la direzione verso
cui si indirizzeranno i prossimi passi del
Gruppo TÜV SÜD in questo specifico e
delicato ambito?
Come ho anticipato, l’ultima versione del
Codice Etico del Gruppo è stato recepito,
tradotto e diffuso all’inizio del 2014.
Il Codice Etico si basa su di una serie di
principi etici di validità assoluta ed è stato
concepito per agevolarne la diffusione.
Infatti, oltre la veste grafica accattivante, il
contenuto è di semplice comprensione con
numerosi esempi destinati ai lettori.
In Italia abbiamo predisposto due
versioni, una per i dipendenti, pubblicata
sulla intranet nazionale, che riporta i
riferimenti ai link intranet di casa madre
delle procedure operative applicabili,
ed una versione disponibile a tutte le
altre parti interessate, pubblicata sui siti
pubblici www.tuv.it, www.bytest.it e www.
tuv.it/ph. Circa le evoluzioni future posso
anticipare i seguenti obiettivi: attività
di formazione a tutti i livelli di ruoli e
responsabilità, attività di audit da parte
di Casa Madre in ambito Compliance,
continuo aggiornamento delle procedure.
In ogni caso è un progetto che progredirà
nel tempo, anche in funzione delle
evoluzioni normative e dei nuovi servizi
forniti dalle nostre società.
Contatto:
Marina Colapenna
MARINA COLAPENNA
Dopo la Laurea in Giurisprudenza con specializzazione nelle discipline del diritto del lavoro, inizia la sua esperienza
lavorativa presso un’azienda di outplacement, nel settore human resources, dove ha modo di sviluppare le sue
capacità comunicative e relazionali. Trascorre poi alcuni anni di praticantato in uno studio legale, specializzandosi
in discipline di diritto civile e contrattualistica, frequentando nel frattempo un Master come giurista di impresa.
Successivamente lavora in un piccolo Ente di certificazione come responsabile dei servizi formativi, entrando così
in contatto con il mondo della certificazione, delle norme ISO e delle organizzazioni delle società clienti.
In TÜV Italia entra nel 2002 con il compito di avviare l’ufficio legale della società, approfondendo le proprie conoscenze e competenze nell’ambito del diritto, anche commerciale, e implementando procedure dedicate. Successivamente assume anche la responsabilità delle Risorse Umane, mettendo così a frutto i propri studi in ambito del
diritto del lavoro e ampliando le conoscenze e competenze nel settore, e per approfondirle frequenta un Master
per HR Specialist. È membro interno dell’Organismo di Vigilanza dell’ente, ai sensi del D.lgs. 231/01 e collabora
all’implementazione del Modello di organizzazione e gestione di TÜV Italia e del Codice etico, secondo le Linee
Guida compliance di casa madre. Attualmente ricopre anche il ruolo di Local Compliance Officer di TÜV Italia, e di
Bytest e pH, le due società acquisite dal gruppo negli ultimi due anni.
8 TÜV Italia Journal
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
Alcantara:
versatilità sostenibile
Alcantara vuole essere un modello di stile contemporaneo che unisce ricerca, funzionalità
ed emozione del bello nel rispetto di etica e ambiente. Andrea Boragno, Amministratore
Delegato dell’azienda, ci parla delle strategie adottate per esserlo.
P
er Alcantara S.p.A. l’identificazione tra azienda e prodotto è
totale. Alcantara è un brevetto
giapponese della Toray Industries del ‘70, ma l'intuizione di svilupparlo commercialmente è stato di ENI,
azionista di maggioranza della società
fino al 1995. La storia dell’azienda si
snoda in un periodo di cambiamenti, ed
anche il prodotto, negli stessi anni, ha
rivoluzionato il mercato dei materiali da
rivestimento dove si colloca, creando di
fatto una nuova categoria di prodotto. Ci
racconta i passaggi più significativi della
storia aziendale che hanno accompagnato lo straordinario sviluppo del prodotto
Alcantara?
Il materiale Alcantara fu inventato
all’inizio degli anni ‘70 come prodotto per
l’abbigliamento, allo scopo di soddisfare
TÜV Italia Journal 9
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
10 TÜV Italia Journal
un’esigenza specifica del settore: l’assenza
di alternative tra il mondo della pelle (in
quegli anni stava prendendo forma in tutto
il mondo il movimento animalista) e il
mondo dei tessuti. Nato essenzialmente
per l’industria della moda, grazie alle
sue straordinarie proprietà estetiche,
funzionali e sensoriali, il materiale ha poi
trovato impiego anche in altri settori, fino
a rappresentare oggi uno dei materiali
più preziosi e versatili, adatti a qualsiasi
applicazione. Di fatto, l’invenzione di
Alcantara ha rappresentato una svolta
epocale, definendo essa stessa una categoria
di prodotto a sé stante e aprendo al design
nuove possibilità espressive.
Tra le tappe più importanti della storia
dell’azienda ricordiamo, nel 1994,
l’istituzione del CSA (Centro Sviluppo
Applicazioni), dedicato allo sviluppo
in-house di soluzioni e applicazioni
tecniche ad hoc; nel 1998, il raddoppio della
capacità produttiva grazie ad un ingente
intervento impiantistico e strutturale
presso il sito di Nera Montoro; nel 2004,
la collaborazione con Nokia che segna
l’ingresso di Alcantara nelle applicazioni
consumer-electronics. E ancora, nel
2005, la nascita dell’Ufficio Stile presso
la sede di Milano e l’impegno in materia
di sostenibilità, che nel 2009 ha portato
l’azienda ad avviare un’importante attività
di revisione e ammodernamento dei
propri processi che dimezza le emissioni
di CO2 e che porterà Alcantara ad essere
tra le prime realtà in Europa ad ottenere
la certificazione di Carbon Neutrality
(dalla culla al cancello). Nel 2010 viene
redatto il primo bilancio di sostenibilità
e l’azienda avvia un intenso processo di
globalizzazione sbarcando sui mercati
USA, Cina e Giappone, nel 2011 la Carbon
Neutrality viene estesa fino a comprendere
l’intero ciclo di vita del prodotto, incluse
le fasi di uso e smaltimento (dalla culla
alla tomba) e le emissioni delle attività
corporate. Nel 2013 entra in funzione il
nuovissimo impianto di cogenerazione ad
Alto Rendimento, installato all’interno
del sito produttivo, e nasce A’alcantara,
la prima collezione di borse e accessori
hi-tech made by Alcantara. Sempre nel
2013 l’azienda rafforza la propria presenza
nel settore dell’elettronica di consumo
attraverso le prestigiose collaborazioni con
grandi player quali Sennheiser e Leica, e
sviluppando una propria linea di accessori
hi-tech da metà dicembre in vendita negli
Apple Store degli Stati Uniti.
Né pelle, né tessuto: Alcantara è una
sintesi unica tra tecnologia da una parte,
e tradizione e artigianalità italiana
dall’altra. Prodotto totalmente in Italia
valorizzando lavorazioni locali, Alcantara è versatile, resistente, confortevole e
sensoriale, e per queste sue caratteristiche è utilizzato in più settori. Quali sono
i vostri mercati consolidati di riferimento e quelli più recenti e innovativi su cui
puntate per sviluppare nuove aree di
utilizzo?
Ciò che caratterizza Alcantara è la sintesi
perfetta tra alta tecnologia e artigianalità.
Grazie all’intrinseca versatilità del
materiale, nel corso degli anni l’azienda
ha sviluppato un ampio portfolio di brand
globali che scelgono Alcantara per dare
maggior valore alle proprie creazioni nei
settori dell’automotive (il più importante,
vale circa il 60% del fatturato globale),
dell’elettronica di consumo - che è
maggiormente cresciuto negli ultimi anni
– fashion e accessori, interior design,
nautica e aviation.
Oltre al consolidato mercato Europeo,
con particolare focus sulla Germania e
la Francia, negli ultimi anni Alcantara
ha rafforzato la propria presenza a livello
globale soprattutto in Cina, Giappone e
Stati Uniti.
Per Alcantara S.p.A. il settore Automotive, in particolare quello dell’alto di gamma
dove le eccellenze si fondono, è strategico. Cosa richiedono i grandi marchi del
settore vostri clienti, quali sono le aree su
cui avete lavorato per soddisfarli e fidelizzarli e come in questo impegno vi ha
supportato la certificazione ISO TS 16949
che avete con TÜV Italia?
Nel corso degli anni l’esperienza
automobilistica si è evoluta fino a
comprendere
una
moltitudine
di
ingredienti: piacere, divertimento, sport,
viaggio e, naturalmente, sicurezza.
TÜV Italia Journal 11
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
In questo contesto, Alcantara è riuscita
ad affermarsi come partner ideale per
trasformare gli interni delle auto in
ambienti esclusivi e confortevoli, garantendo sempre la massima conformità ai
più rigidi standard di settore. Per questo
collaboriamo da tempo con le più prestigiose case automobilistiche di tutto il
mondo, aggiungendo ulteriore valore alle
vetture più iconiche di sempre. Alcantara è in grado di soddisfare le esigenze di
ogni car maker, da chi richiede un interno
lussuoso a chi punta sul grip e la sportività,
sviluppando soluzioni su misura per ogni
esigenza: colori e lavorazioni speciali, kit
per sedute, materiali ampi abbastanza da
ricoprire il padiglione dei SUV di ultima
generazione, e molto altro.
La certificazione ISO TS 16949 è
fondamentale per lavorare in questo
settore.
Alcantara è versatile, moderno, flessibile
così da poter creare nuove fantasie,
nuovi colori, nuovi effetti, un materiale
che proprio per le sue caratteristiche
intrinseche attrae interior e fashion
designer, target di vostro interesse così
come i loro settori di riferimento: l’arredo
e la moda, ambasciatori del made in Italy
nel mondo. La collaborazione con questi
professionisti, esigenti e imprevedibili è
una sfida impegnativa che vi ha permesso
però di creare nuovi prodotti e nuove
12 TÜV Italia Journal
applicazioni che vi hanno aperto altre
opportunità di business nei settori
contract e nautica per quanto riguarda
l’arredo, quello della moda, e con la linea
A’alcantara quello degli accessori di alta
gamma. Oltre alla cultura dell’eccellenza
che è nel DNA di Alcantara S.p.A., e non
limitata alle performance di prodotto,
quale il valore aggiunto che le aziende
di questi settori trovano nella vostra
organizzazione?
Frutto di una tecnologia unica e
proprietaria, Alcantara è un materiale di
avanguardia assoluta, capace di garantire
prestazioni estetiche, tecniche e sensoriali
che nessun altro è in grado di offrire.
Ottenuta attraverso un sofisticato processo
industriale che non conosce rivali - la
ricetta è tutt’oggi segreta - Alcantara
incarna il nuovo paradigma del lifestyle
contemporaneo, proprio di chi ricerca,
nei prodotti che usa ogni giorno, oltre alla
funzionalità, anche l’emozione del bello,
nel rispetto dell’etica e dell’ambiente.
In sintesi, Alcantara è bella da vedere,
piacevole al tatto (morbidezza e comfort
sono impareggiabili), leggera, resistente e
durevole, oltre ad essere certificata 100%
Carbon Neutral.
Alcantara è inoltre estremamente versatile,
potendo plasmarsi in un numero infinito
di espressioni e linguaggi. Il materiale può
infatti essere prodotto in innumerevoli
varianti che, pur condividendo la stessa
tecnologia di base, si declinano secondo
diverse combinazioni in termini di colori,
spessori (da un minimo di 0,4 ad un
massimo di 1,2 mm), proprietà tecniche
quali
idrorepellenza,
ignifugazione,
traspirabilità e molte altre, e lavorazioni
superficiali – a titolo di esempio citiamo
stampa, goffratura, ricamo, elettrosaldatura e molte altre.
Alcantara S.p.A., con l’obiettivo di aprirsi a
nuovi mercati, da qualche anno ha iniziato
a collaborare con le principali aziende
produttrici di elettronica di consumo
come audio, video, foto, telefonia mobile,
dove il prodotto Alcantara conferisce
ulteriore personalità a questi oggetti,
caratterizzati da elevate funzionalità e
design riconoscibile. Quali ritenete siano
le potenzialità di sviluppo di Alcantara
S.p.A. in questo settore, quali gli aspetti
organizzativi da tenere sotto controllo
per rispondere alle richieste di questa
tipologia di clienti, quali le caratteristiche
del prodotto Alcantara premianti?
Il settore dell’elettronica di consumo è
strategico per l’azienda, che negli anni si
è consolidata come il partner di punta dei
maggiori produttori di device elettronici
per la progettazione e la realizzazione dei
relativi accessori.
Cover per smartphone, custodie per tablet
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
e borse di ogni tipo, rivestiti in preziosa
Alcantara, si fanno portavoce di uno
stile contemporaneo e straordinario. In
questo contesto, e a conferma del grande
apprezzamento per le capacità tecnicostilistiche dell’azienda, sempre più spesso
Alcantara viene incaricata della gestione
completa del progetto, dalla fase di disegno
e progettazione fino alla distribuzione
dei prodotti. Alcantara è infatti in grado
di fornire una consulenza stilistica
estremamente qualificata sull’applicazione
del materiale, oltre a disegnare e realizzare
in-house veri e propri prodotti finiti.
le avanguardie del mondo del design, che
sanno interpretare e valorizzare al meglio
il nostro materiale. Lavoriamo a livello
globale con le eccellenze del mondo auto,
interior, fashion e consumer electronics,
con un approccio che è sia su richiesta
del cliente che su nostra proposta, grazie
al lavoro costante dell’Ufficio Stile e del
Centro Sviluppo Applicazioni, entrambi
interni all’azienda. Inoltre, siamo fieramente Carbon Neutral e l’attenzione alla
sostenibilità per noi non è solo un impegno
concreto ma un vero e proprio vantaggio
competitivo rispetto ad altre aziende.
Prodotto e strategia aziendale sono uno
il risultato dell’altra. Quali sono i pilastri
della strategia aziendale di Alcantara
S.p.A., le tematiche fondanti e come
queste si sono evolute nel tempo?
Business & sostenibilità è, sintetizzando,
il modello di riferimento per Alcantara
S.p.A. di fare impresa. Quali gli obiettivi
che vi siete dati, quali i risultati che avete
raggiunto e quali le difficoltà incontrate?
Tecnologia e artigianalità. Sono questi
gli ingredienti fondamentali alla base del
successo di Alcantara nel mondo e attraverso innumerevoli settori industriali.
Qualità, innovazione e cura per i dettagli
sono per noi un vero e proprio chiodo fisso.
Non a caso, infatti, ogni singolo metro
di Alcantara nasce nel cuore dell’Italia,
dal nostro avanzatissimo e unico stabilimento produttivo situato sulle colline
umbre. Oltre al Made in Italy, da sempre
puntiamo sulla relazione privilegiata che
nel corso degli anni abbiamo stabilito con
Il nostro impegno per la sostenibilità è un
ideale concreto che traduciamo in fatti.
Dal 2009 redigiamo ogni anno il Bilancio
di Sostenibilità, sottoponendolo alla scrupolosa verifica e certificazione da parte
di TÜV Italia. Un atto di trasparenza che
racchiude tutte le nostre iniziative e azioni
a favore della salvaguardia dell’ambiente e delle persone. Ogni giorno infatti
mettiamo in pratica misure aziendali per
ridurre e compensare tutte le emissioni di
CO2 derivanti dalle nostre attività, impegnandoci quotidianamente in modo attivo
per garantire una produzione Carbon
Neutral al 100%. E adottiamo le più attente
norme di sicurezza, salute e responsabilità
sociale, rispettando quelle obbligatorie e
conformandoci anche a quelle non obbligatorie. Tra le prime realtà in Europa,
Alcantara ha tagliato l’ambizioso traguardo della Carbon Neutrality già nel 2009.
All’epoca i confini della rendicontazione facevano riferimento all’intera filiera
produttiva, secondo il noto criterio “dalla
culla al cancello” (from cradle to gate): la
Carbon Neutrality certificava quindi che
l’intero ciclo produttivo di Alcantara,
dalle materie prime fino alla consegna del
prodotto ai clienti, aveva un bilancio netto
di emissioni di CO2 pari a zero.
Nel 2011 abbiamo aggiunto un ulteriore
tassello al nostro impegno con l’ambiente,
estendendo il perimetro di rendicontazione
all’intero ciclo di vita del prodotto,
secondo il criterio “dalla culla alla tomba”
(from cradle to grave). Dal 2011, quindi, la
Carbon Neutrality di Alcantara è totale,
includendo non soltanto il processo
produttivo, ma anche le fasi di uso e
smaltimento del prodotto stesso, e tutte
le emissioni legate alle attività corporate
dell’azienda.
L’obiettivo della Carbon Neutrality, che ha
richiesto sforzi ingenti a tutta l’azienda, è
stato raggiunto grazie all’implementazione coordinata di una serie di azioni mirate:
misurazione
scrupolosa
dell’apporto
TÜV Italia Journal 13
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
complessivo di CO2; drastica riduzione
delle emissioni di CO2 (grazie alle misure
intraprese in termini di ammodernamento
del parco macchine, razionalizzazione dei
processi, migliorie agli equipaggiamenti
tecnici, approvvigionamento energetico e
trattamento delle acque di scarico, Alcantara è riuscita a ridurre del 49% le proprie
emissioni di CO2); compensazione delle
emissioni residue attraverso l’adesione al
programma internazionale di compensazione coordinato dall’ONU.
Tra gli interventi più significativi ricordiamo nel 2008 la conversione dell’approvvigionamento energetico ad una fornitura di
energia da sole fonti rinnovabili (attraverso il sistema REC), nel 2010 l’installazione
di un avanzato sistema di fito-trattamento
a valle dell’impianto produttivo, al fine di
ridurre in modo naturale il trasferimento
dei fanghi della discarica all’esterno dello
stabilimento, dal 1° gennaio 2013 l’entrata
in funzione della centrale di cogenerazione
ad Alto Rendimento installata all’interno
dello stabilimento produttivo.
Progettato da Cofely, questo avanzato
sistema consente di ottenere l’energia
termica come sottoprodotto dell’energia
elettrica, riducendo gli sprechi e le emissioni di CO2.
Senza dimenticare che, nonostante gli
incrementi dei volumi produttivi, il calo
nel prelievo di acqua dall’ambiente circostante è continuo, grazie alle ottimizzazioni raggiunte dal Centro R&D.
14 TÜV Italia Journal
Il Bilancio di Sostenibilità di Alcantara
S.p.A., che TÜV Italia ha verificato, è un
resoconto molto dettagliato delle attività
aziendali. Quali sono gli strumenti che vi
hanno aiutato nell’essere trasparenti con
i vostri stakeholder, e quali i target che
desiderate raggiungere?
Alcantara redige il proprio Bilancio di
Sostenibilità dal 2009: l’attività, che
vede coinvolte tutte le strutture aziendali nella sua stesura, ha sviluppato in tutte
le persone un forte spirito di motivazione e di coerenza con quanto riportato. La
sostenibilità, nella nostra azienda, è diventata un vero e proprio modo di essere e
pertanto non si pone – né mai si è posto
- un problema di trasparenza verso gli
stakeholder.
Alcantara S.p.A. negli anni ha sviluppato
un percorso di gestione responsabile a
360° delle attività, dotandosi di sistemi
di gestione certificati che coprono
qualità, ambiente, sicurezza, responsabilità sociale, oltre all’inventario dei Gas
Serra e la compensazione delle emissioni residue. Spiega ai nostri lettori come
queste certificazioni vi hanno permesso di
maturare, sia in relazione alla compliance dell’organizzazione che allo stimolo
verso il miglioramento continuo, oltre la
semplice conformità?
Essere sostenibili non è una mera dichia-
razione: essere sostenibili significa essere
tali nei propri comportamenti quotidiani.
Per Alcantara il Bilancio di Sostenibilità
rappresenta il culmine di una cultura e
di un approccio mentale condiviso, costituendo di fatto il momento in cui vengono
riportati e codificati tutti nostri impegni,
tra cui, in primis, le certificazioni in nostro
possesso. Sottolineiamo – e non senza un
certo orgoglio - che per noi questo processo
è iniziato già nel 1993, con la prima certificazione UNI ISO 9001.
Lo stimolo è stato sempre quello di
migliorare questo percorso, ponendoci
nuovi traguardi e ottenendo così numerose
certificazioni, sia di prodotto che di
sistema.
Un’ultima domanda: come si integrano nel
modello organizzativo di Alcantara S.p.A.
compliance e sistemi di gestione?
Alcantara si è dotata di un modello
organizzativo fin dal 2005: questo modello
tiene conto di tutti i processi aziendali e si
integra pienamente con i sistemi gestionali
dell’azienda.
Contatto:
Sara Brandimarti
Certificazioni di sistema
Norma
Oggetto
Ente
Data primo rilascio
UNI EN ISO 14001
Sistema Gestione
Ambientale
TÜV Italia Maggio 2000
ISO/TS 16949
Requisiti di qualità
settore auto
TÜV SÜD Febbraio 2004
UNI EN ISO 9001
Sistema di Gestione per
la Qualità
TÜV Italia Settembre 1993
SA8000®
Social Accountability
TÜV SÜD Ottobre 2008
UNI ISO 14064-1
Inventario Gas Serra
TÜV Italia Giugno 2009
CMS Standard GHG
41 of CARBON
NEUTRALITY
Compensazione
emissioni residue di Gas
Serra
TÜV SÜD Giugno 2009
BS OHSAS 18001
Sistema di Gestione per
la Salute e Sicurezza sul
lavoro
TÜV Italia Ottobre 2012
Certificazioni di prodotto
Certificazione
Settore Nautica: Certificazione IMO
MED secondo le Direttive Europee
2002/75/CE e 96/98/CE (valida per
singoli brand/famiglie)
Settore Contract: Certificazione per
Prodotti da costruzione CPD secondo la
Direttiva Europea 89/106/CE (valida per
singoli brand/famiglie)
Oeko-Tex Standard 100 (valida per
singoli brand/famiglie)
Validità
Ottenuta e mantenuta a partire dal 2000
Ottenuta a partire dal 2011
ANDREA BORAGNO
La sua carriera lavorativa matura, dopo la laurea
in Ingegneria Chimica all’Università di Genova
ed un MBA in Bocconi, in posizioni di crescente
responsablità in aree che spaziano dallo Strategic
Planning alla finanza, dalle vendite al marketing
in diverse società tra le quali Pirelli, Montefibre,
Himont e Montedison.
È stato Presidente e AD di Toray Ultrasuede
America Inc., società con sede a New York,
operante nel settore della moda e del design
prima di entrare nel 2004 in Alcantara S.p.A. come
Amministratore Delegato, diventandone nel 2006
anche Presidente, ruoli che ancor oggi ricopre. A
queste cariche affianca, dal 2007, anche quella
di Senior Director per la Toray Industries Inc.
Ispiratore delle scelte strategiche di Alcantara
S.p.A., l’ng. Boragno crede fortemente nel
concetto contemporaneo di “beauty everyday”,
a significare che la bellezza è il risultato della
combinazione di una serie di fattori - estetica,
piacere sensoriale e tecnologia - nel rispetto
dei valori sociali e ambientali ed è un bene di cui
fruire in ogni singolo momento della propria vita
e giornata.
Ottenuta e mantenuta a partire dal 1995
TÜV Italia Journal 15
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
De Agostini:
dal “Grande Atlante Geografico”
alla comunicazione multicanale
Il rinnovamento e gli impegni del gruppo novarese nei diversi mercati di
riferimento, rimanendo fedele ai principi dell’imprenditoria familiare. Ce ne
parla Cesare Ferrari Ardicini, Global Operations Director di De Agostini.
D
e Agostini è oggi un grande
gruppo con interessi in vari
settori industriali e della
finanza, ma soprattutto un
operatore globale nella divulgazione del
sapere e della conoscenza attraverso tutti
i canali multimediali, con radici che risalgono ad oltre un secolo fa, quando nel 1901
l’Istituto Geografico De Agostini, dal nome
del suo fondatore, pubblica “l’Atlante
scolastico moderno” e successivamente
il “Calendario Atlante De Agostini” conosciuto come “l’Atlantino”, un successo
editoriale che rimarrà per decenni il
prodotto immagine della casa editrice,
posizionandola in un’area ben precisa. Da
allora è passato molto tempo, insieme alla
geografia sono cambiati gli strumenti per
conoscere ed essere informati, le mode
e le abitudini dei lettori che il gruppo De
Agostini ha colto diventando un operatore
internazionale leader della comunicazione multicanale. Racconta ai lettori della
rivista le tappe più importanti della storia
del vostro gruppo, che con le sue attività
ha accompagnato anche i cambiamenti
16 TÜV Italia Journal
della nostra società?
L’Istituto Geografico De Agostini viene
fondato a Roma, nel giugno del 1901, dal
geografo Giovanni De Agostini che apre
una sede di rappresentanza e di vendita,
la prima vetrina col marchio De Agostini.
Nel 1904 viene pubblicato il primo “Calendario Atlante De Agostini” e l’enorme
successo lo rende subito il prodotto
immagine della casa editrice, e tale resterà
fino ai giorni nostri. Nel 2014 De Agostini
ha, infatti, pubblicato l’edizione numero
110 dell’annuale Calendario Atlante. Nel
1908, l’Istituto viene trasferito a Novara,
che è a tutt’oggi la sede dell’headquarter
del Gruppo. Nel 1919 l’azienda è rilevata
da Marco Adolfo Boroli e Cesare Angelo
Rossi, che potenziano l’attività cartografica, mentre nel 1946 la società viene acquisita interamente dalla famiglia Boroli,
capostipite della dinastia che ancora oggi
guida il Gruppo. Con Achille Boroli prima
e il fratello Adolfo poi, inizia il grande
sviluppo dell’Istituto. Il lancio del primo
numero dell’enciclopedia “Il Milione”,
la più grande e completa enciclopedia
geografica a fascicoli, nel 1959 apre l’era
del cosiddetto “collezionabile”, mentre nel
1962 inizia l’attività delle vendite rateali.
Dal 1985 al 1996 il Gruppo raggiunge un
altissimo livello di espansione, in Italia e
all’estero. L’innovazione del prodotto e
della strategia di marketing, un’efficiente
pianificazione pubblicitaria, lo scambio
internazionale di know-how, la creazione di prodotti multimediali sono i principali fattori del successo che portano De
Agostini ad essere presente in 30 paesi nel
mondo. Dal 1997 Marco Drago assume la
guida del Gruppo e lo porta ad ampliare
le strategie di sviluppo e di investimento,
attraverso la diversificazione delle attività
e una ulteriore internazionalizzazione
delle stesse. Dallo storico settore editoriale, cresciuto negli anni con De Agostini
Editore, De Agostini Libri, De Agostini
Publishing e la business unit Digital De
Agostini, si entra in nuovi settori: giochi
e servizi con l’acquisizione nel 2002 di
Lottomatica e nel 2006 di GTech, media
e communication che comprende gli inte-
ressi del Gruppo nelle attività di content
production, broadcasting e distribuzione di contenuti per la televisione, i nuovi
media e il cinema; il settore finanziario che
fa capo a DeA Capital, nata nel 2006 e attiva
negli investimenti diretti e indiretti con
logica di private equity e nell’alternative
assets. De Agostini, da sempre aperta all’evoluzione dei mercati coniugando tradizione e innovazione, ha saputo gestire un
forte processo di rinnovamento, restando
ancorata ai principi fondamentali dell’imprenditoria familiare. I risultati ottenuti
nei settori editoria, media e communication, giochi e servizi, e investimenti alternativi, hanno infatti reso il Gruppo una
delle maggiori realtà a capitale familiare,
in Italia e all’estero. De Agostini oggi è
attiva in 66 paesi del mondo con ricavi pari
a 5 miliari di Euro.
Guardando ancora al vostro passato, il
“Grande Atlante Geografico”, la cui prima
edizione De Agostini pubblica nel 1922,
rappresenta una rivoluzione, non solo per
l’adozione di maggiori scale cartografiche, ma anche perché attraverso questa
pubblicazione il nostro paese si affranca
dalla dipendenza dai grandi atlanti inglesi,
tedeschi e francesi. Quali sono stati i
supporti forniti allora da De Agostini agli
operatori per superare questa inferiorità?
Quando nel 1922 uscì la prima edizione del
“Grande Atlante Geografico”, il Corriere
della Sera commentò così la presentazione dell’opera che venne fatta dall’Istituto Geografico De Agostini a Re Vittorio
Emanuele III: “Finalmente dopo tanti anni
di tributo ai grandi atlanti tedeschi, inglesi,
francesi, siamo liberati da questa umiliante schiavitù”. E questa frase, secondo me,
ben riassume tutte le novità introdotte con
il nuovo “Grande Atlante Geografico” De
Agostini.
Le scale cartografiche più grandi consentirono rappresentazioni più nitide e chiare.
Le pietre incise degli atlanti precedenti
vennero eliminate e rifatte completamente, non essendo più suscettibili di ulteriori e radicali miglioramenti e risentendo
appunto del formato ridotto e delle conseguenti scale a suo tempo stabilite. Al suo
esordio l’opera aveva 102 tavole in grande
formato (cm 30x49) di cui 62 fisico-politiche e ben 40 dedicate ai “cartogrammi
economici”, un’importante novità che
consentiva di ricostruire la rete di scambi
tra le nazioni dell’epoca. Gran parte del
merito del “Grande Atlante Geografico”
venne attribuito alla supervisione scientifica di Mario Baratta, docente all’Università di Pavia, e di Luigi Visintin, direttore scientifico dell’Istituto. Già nel 1923
vennero inserite tavole aggiuntive, per
arrivare poi alla terza edizione del 1927, che
aveva come unico reale concorrente l’Atlante internazionale del Touring Club. Il
“Grande Atlante Geografico” De Agostini
fu però l’unica opera italiana ad entrare
per la prima volta nel novero delle grandi
opere internazionali, tanto che un esperto
di fama mondiale come Max Eckert,
sulla rivista “Geographische Zeitschrift”,
constatò che era migliore dei testi tedeschi,
soprattutto per l’omogeneità del progetto
scientifico, per la rappresentazione cromatica e per la chiarezza tipografica. L’opera
divenne così il primo “atlante di consultazione” a livello europeo. Il “Grande
Atlante Geografico” offriva qualcosa di
più rispetto agli altri atlanti: non era solo
per la scuola, ma anche per lo studioso e
per l’uomo d’affari. Non era un atlante
composto soltanto di nomi di luoghi, ma
informava anche sui prodotti, sul clima e
sulle industrie, con innovative cartine sulle
TÜV Italia Journal 17
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
temperature e sulla vegetazione. L’opera
rappresentò anche un’impresa tecnica di
successo con la stampa a 14 colori, con
altrettante “passate in macchina” e con un
metodo di rappresentazione del terreno – il
tratteggio a luce obliqua, con sovrapposizione delle tinte altimetriche – che prima
di allora era stato utilizzato soltanto nel
celebre Times-Atlas del Bartholomew.
La tiratura di 10.000 copie dell’edizione
del 1922 fu prenotata prima di andare in
stampa e presto fioccarono le richieste per
le edizioni all’estero.
Abbiamo visto come De Agostini abbia
partecipato ai cambiamenti nella divulgazione della conoscenza nella nostra
società, ruolo che mantiene ancora oggi
attraverso i più moderni canali di comunicazione come web, TV, social etc. Negli
anni ‘60, nel settore dell’editoria si sono
sviluppati due fenomeni, il collezionabile, con la pubblicazione di fascicoli
dedicati a settori specifici, raccolte che
diventavano volumi, e per De Agostini
ricordiamo “Il Milione”, oltre alla vendita
rateale di enciclopedie e libri. Il vostro
gruppo ha svolto un ruolo da protagonista
in entrambi, rafforzando la sua presenza
sul mercato, coprendone più settori. Cosa
hanno prodotto nella vostra organizzazione questi due fenomeni e che impulso
hanno dato alla vostra azienda, in termini
produttivi, commerciali e di marketing?
Il lancio de “Il Milione” nel 1959 segnò
la nascita di una nuova idea divulgativa e
di un vero e proprio settore editoriale che
verrà poi chiamato “collezionabile”. Forte
di un modello di organizzazione editoriale, produttiva e commerciale che è iniziato
con le vendite in edicola, per poi svilupparsi anche attraverso la vendita rateale,
questa area di attività ha riscontrato subito
un grande successo in tutto il mondo.
Nel 1962, tre anni dopo l’uscita de “Il
Milione” in edicola, l’Istituto Geografico
De Agostini avviò l’organizzazione delle
vendite rateali per raggiungere il maggior
numero di famiglie italiane. L’8 marzo 1962
uscì il primo fascicolo dell’enciclopedia
“Universo”, interamente a colori, un’opera
che fece il giro del mondo, tradotta in
undici lingue e che, dopo i passaggi in
18 TÜV Italia Journal
edicola e in libreria, venne venduta anche
tramite il rateale. Nel 2002 con l’acquisizione di UTET S.p.A., l’area delle Grandi
Opere e della vendita rateale si ampliò ulteriormente. Da questa esperienza, che ha
visto De Agostini leader nel settore collezionabile e rateale per tanti anni, il Gruppo
ha avuto un notevole impulso nella crescita
dei volumi di affari, nella conoscenza dei
diversi target di riferimento, nella creazione di un database di contatti preziosissimo e sinergico per tutte le nostre attività
editoriali, contribuendo alla ideazione di
nuove strategie di marketing promozionale e commerciale.
Innovazione di prodotto, acquisizioni,
l’entrata in nuovi mercati hanno fatto di
De Agostini un editore moderno, dinamico
e internazionale, e portato il gruppo a
diversificare le attività, razionalizzando la propria organizzazione, che oggi è
suddivisa in quattro aree di business: De
Agostini Editore, De Agostini Communications, Lottomatica GTech, DeA Capital. In
quali settori operano, come si posizionano nel gruppo in termini di fatturato, quali
le loro potenzialità nei rispettivi mercati?
Il gruppo oggi è presente in quattro settori:
editoria, media, giochi e servizi, finanza.
De Agostini Editore ha responsabilità di
coordinamento, di gestione strategica e
operativa, in Italia e nel mondo, di tutte
le realtà del settore editoriale, così organizzato: De Agostini Publishing opera nei
settori Collezionabile e Direct Marketing;
Editions Atlas France ed Editions Atlas
Suisse sono invece attive nel settore del
Direct Marketing principalmente nei Paesi
di lingua francese e tedesca; De Agostini
Libri coordina e gestisce le attività editoriali sul mercato italiano, focalizzandosi
sulla pubblicazione di libri, guide, testi
scolastici e opere geocartografiche, oltre
che sul mercato “business to business”,
delle vendite on line (www.deagostinilibri.it), del self-publishing e della promozione editoriale e prestazione di servizi di
consulenza commerciale anche per editori
terzi; Digital De Agostini è la divisione
nata per rafforzare e ampliare la presenza
di De Agostini sulle piattaforme digitali
(televisione, online, mobile) sviluppando e
gestendo property editoriali originali: tra
gli obiettivi di questa divisione, lo sviluppo
del “network kids” con i canali tv dedicati
ai ragazzi DeAKids, DeAJunior, Super!,
DeASapere e del web magazine femminile
www.deabyday.tv.
De Agostini Communications è attiva nel
settore “media & communication” in due
aree: “content production/distribution”
e “broadcasting”. Nella prima area opera
Zodiak Media, società di produzione e
distribuzione di contenuti per la televisione e i nuovi media. Formata da 45 società
internazionali attive in 18 Paesi, Zodiak
Media è presente anche nella produzione
di contenuti digitali per tutte le piattaforme attraverso Zodiak Active. Nell’area
“broadcasting” è invece attivo Atresmedia,
gruppo radio-televisivo spagnolo quotato
alla Borsa di Madrid, di cui De Agostini
detiene una quota di rilevanza strategica in
partnership con il socio spagnolo Planeta
Corporation.
GTech, quotata alla Borsa di Milano, è
la società leader nel mercato dei giochi e
servizi. Dal 1993 Lottomatica Italia, parte
del gruppo GTech, è il concessionario
unico del Gioco del Lotto in Italia e delle
lotterie istantanee e differite (“Gratta &
Vinci”). La società ha ampliato il proprio
portafoglio anche con Giochi Sportivi,
Videolotterie e Scommesse a totalizzatore e offre anche servizi per gli operatori
commerciali e servizi di pagamento. GTech
è il più grande player mondiale nel settore
lotteries, gaming e servizi, ed è uno dei
principali fornitori mondiali di soluzioni
tecnologiche nel gaming, incluso l’online.
DeA Capital, le cui azioni sono quotate
in Borsa, gestisce le attività del Gruppo
De Agostini negli investimenti finanziari,
in particolare nel private equity attraverso investimenti diretti e indiretti, nonché
nell’alternative asset management attraverso IDeA Fimit SGR (leader italiano nel real
estate asset management) e IDeA Capital
Funds SGR (fondi di private equity).
Tra gli investimenti finanziari, De Agostini
detiene anche una quota del 2,4% in Assicurazioni Generali. Nel 2012 i ricavi netti
consolidati del Gruppo De Agostini sono
stati pari a 5 miliardi di Euro, così suddivisi per aree di attività: 60% giochi e servizi,
25% editoria, 13% media & communica-
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
tale e orientale, Giappone e Far East, e
in America Latina attraverso la società
Planeta De Agostini. De Agostini Publishing oggi è leader mondiale nel mercato
dei Partworks grazie ad una lunga tradizione che si fonda sulla capacità di intercettare i gusti, le tendenze e le passioni
dei clienti, su una attenta analisi dei trend
di mercato e sulla capacità di innovare i
nostri prodotti.
La filosofia di base che presiede la produzione di ogni nostro collezionabile unisce
creatività, innovazione, tecnologia digitale,
attenzione al consumatore finale e studio
delle caratteristiche del territorio. I nostri
centri creativi di Novara, Londra e Tokyo
sviluppano progetti, spesso esportabili
in più paesi. L’idea creativa viene testata
attraverso delle indagini qualitative, che
portano poi a realizzare dei market test su
base locale, seguendo un approccio molto
scientifico che ci permette di calibrare il
lancio di un prodotto nei diversi territori.
Il successo internazionale delle collezioni è inoltre sostenuto dai nostri canali di
vendita, che fondamentalmente si dividono
in retail (edicole, librerie, centri commerciali) e abbonamenti (spinti soprattutto dal
web e dai social media).
Altrettanto importante è l’investimento
nella comunicazione del prodotto: gran
parte del nostro budget è ancora destinato alla tv, ma Internet (in particolar
modo tramite i social network e i blog)
sta diventando una leva fondamentale del
marketing mix, in quanto il web dà nuove
opportunità di valorizzare il brand e anche
l’e-commerce costituisce uno strumento di
primaria importanza.
tion, 2% investimenti finanziari.
Alla De Agostini Editore, la più importante delle vostre aree di business,
fanno capo le attività Publishing, Direct
Marketing, Digital e Libri, scolastici e di
cultura generale oltre alla cartografia.
De Agostini Publishing ha una produzione assai ampia che spazia dalle grandi
opere di cultura generale, all’arte, alla
storia e alla geografia, ma anche manuali
di cucina e per il fai da te, corsi di lingue e
di informatica, oltre a musica, film e collezioni per adulti, bambini e adolescenti,
un target di consumatori molto ampio, in
termini di età e interessi, dislocati in una
trentina di paesi. Quali strumenti utilizza
De Agostini per sostenere una diversificazione così ampia, capace di soddisfare interessi e trend di consumatori di età
diverse e locati in un’area geografica così
vasta?
De Agostini Publishing S.p.A. è la principale area di business di De Agostini Editore
con un giro d’affari di 450 milioni di Euro
e un’attività di 120 lanci nei 53 Paesi in
cui opera attualmente: Europa occiden-
I prodotti proposti da De Agostini Editore
sono numerosi e multicanale, dai libri agli
e-book, dai video ai programmi TV, dalle
collezioni agli hobby. Per De Agostini, i
collezionabili, a distanza di oltre mezzo
secolo dall’entrata in questo mercato,
rappresentano ancora oggi un’area di
business strategica, di cui De Agostini
detiene circa il 50% a livello mondiale
con oltre 120 lanci all’anno in circa 50
paesi. Come siete riusciti negli anni a
conquistare questo traguardo, quali le
aree più critiche da tenere sotto controllo per mantenere la leadership, quali i
TÜV Italia Journal 19
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
settori più di moda e i paesi in cui volete
crescere?
Il 90% del giro d’affari di De Agostini
Publishing oggi viene generato all’estero e siamo uno dei pochi casi di editoria
italiana esportata, oramai da tanti anni,
oltre confine. Nei nostri centri creativi
èquipe di esperti fanno ricerca, sviluppo e
test di nuovi prodotti, attività per le quali
il gruppo investe circa 25 milioni di Euro
all’anno. Qui nascono le guide pratiche,
i collezionabili dedicati alle donne come
il “Punto croce”, i modellini di auto o i
vascelli da costruire, i prodotti dedicati ai
bambini come “Gli animali della fattoria”
o “Esplorando il corpo umano”, fino ai
corsi di cake design e a “Robi the robot”,
il prodotto dell’anno 2013. Le serie necessitano di un mercato internazionale per
ammortizzare i costi di sviluppo e realizzazione. Il mercato dei collezionabili in
Italia e nei paesi europei è oramai maturo,
pertanto in Europa stiamo lavorando sul
digitale e su target specifici per incontrare le nuove tendenze e proporre prodotti
mirati. In paesi come Russia e Giappone,
invece, c’è ancora un mercato molto attivo,
dove riscuotono successo sia le collane
più tradizionali, come ad esempio quelle
di cultura generale, sia prodotti più innovativi come quelli dedicati al cake design.
Negli ultimi anni la crescita di De Agostini
Publishing è avvenuta tutta all’estero, con
otto società controllate al 100% dal Gruppo
di Novara: a Londra, dove si gestiscono
tutti i mercati in lingua inglese, a New
York, ultima nata, ad Amburgo, Mosca,
Kiev, Tokyo, Atene (che segue tutto il
mercato dell’Europa dell’Est e dei Balcani)
e Varsavia. Tra i paesi in cui vorremmo
rafforzare la nostra presenza, in rapporto
alle potenzialità dei rispettivi mercati, ci
sono Svezia, Norvegia e Slovenia.
Per quanto riguarda le più recenti tendenze
di prodotto, cito due nostre collezioni che
in breve tempo si sono tradotti in grandi
successi. Il primo è “Cake Decorating”,
collezionabile dedicato alla creazione e
alla decorazione dei dolci. E’ stato lanciato
dapprima in Gran Bretagna e subito dopo
in altri 16 Paesi, dall’Europa al Sudafrica,
dall’Australia al Sudamerica, raggiungendo oltre 25 milioni di copie vendute
in tutto il mondo e ricavi per oltre 100
milioni di euro. I fan di questa collezione su Facebook sono un milione. In Italia
l’opera è stata lanciata con il nome di
“Crea & Decora i tuoi dolci” ed è diventata
anche una trasmissione televisiva, firmata
da De Agostini Publishing in collaborazione con Discovery, in onda su Real
Time con il nome di “My Cake Design La Battaglia dello Zucchero”. Il secondo
esempio è invece rappresentato da “Robi”,
un humanoid robot alto 35 centimetri e
in grado di parlare, ballare e salutare. Il
prodotto è stato lanciato in anteprima in
Giappone lo scorso anno e l’iniziativa si
è rivelata un successo senza precedenti,
un vero e proprio caso mediatico: ad oggi
oltre 100 mila giapponesi hanno iniziato
a costruire pezzo dopo pezzo Robi, che
nella sua versione completa è stato a lungo
l’ospite più conteso dalle trasmissioni televisive nipponiche. Robi ha anche spopolato sul web: in poche settimane si sono
moltiplicati i tweet, i blog a lui dedicati e i
“like” su Facebook, dove gli utenti giapponesi si scambiano consigli e suggerimenti
nell’attesa di poterlo completare. L’enorme
successo di questo prodotto ci ha spinti a
lanciarlo anche in altri Paesi, a cominciare
dall’Italia, dove Robi ha esordito in edicola
lo scorso gennaio.
Le vostre raccolte spesso includono degli
elementi abbinati, piccoli oggetti, giochi,
matite, etc. che rendono più attraente il
prodotto editoriale, diventandone parte
integrante. Ma questi oggetti devono
essere sicuri per gli utilizzatori, soprattutto per quelli più giovani. De Agostini
Editore è particolarmente attento e scrupoloso nel tutelarli, non accontentandosi
dei livelli minimi di sicurezza stabiliti dai
vari regolamenti, e questo rappresenta un
altro aspetto della compliance, riferita in
questo caso alla sicurezza dei prodotti.
Per questo si rivolge soprattutto a produttori italiani, difendendo così anche la
produzione nazionale, e al laboratorio di
TÜV Italia di Scarmagno per sottoporli ai
test di verifica, per una maggiore tutela,
propria e dei consumatori. Quali sono i
test più frequenti che conducete nei nostri
laboratori e come i nostri test sono accettati delle varie autorità internazionali che
sorvegliano sulla sicurezza dei prodotti?
Cerchiamo di essere molto protettivi
nei confronti dei nostri clienti che siano
bambini o adulti. Prestiamo massima
attenzione alla qualità dei prodotti, oltre
che alla sicurezza, quindi su prodotti
destinati ad un pubblico adulto richiediamo sempre ai nostri fornitori test che
attestino la qualità dei materiali utilizza-
20 TÜV Italia Journal
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
ti. Sui prodotti destinati a bambini siamo
sempre in contatto con TÜV Italia a cui
chiediamo costanti aggiornamenti, così da
essere sempre in anticipo rispetto ad eventuali cambiamenti di normative. Oltre che
a quella europea, ci rifacciamo ai decreti
più restrittivi in vigore nei singoli paesi
europei, in questo modo garantiamo che i
nostri prodotti possano essere veicolati in
tutti i Paesi della comunità, indipendentemente dai decreti vigenti.
Ad esempio per i nostri prodotti di plastica
chiediamo i PAH, la EN 71-9, test non
richiesti dalla legge in Italia, e su quelli
più problematici abbiamo creato con TÜV
Italia dei parametri per verificare l’odore
degli articoli. Spesso la presenza di odore
sgradevole può indicare la presenza di
solventi non ben ventilati, quindi se il test
fallisce sottoponiamo nuovamente i nostri
prodotti a ventilazioni o alla verifica di
solventi tramite il test dei VOC per accertarsi che il prodotto sia ben asciutto prima
di essere spedito.
Nel vostro catalogo, compreso quello
digitale, De Agostini propone fumetti,
cartoni e personaggi di successo come
quelli Disney e Warner, brand molto
attenti al rispetto delle regole del Corporate. Essere licenziatari di questi prodotti
è un’opportunità per crescere in tutti i
mercati, ma altrettanto impegnativo. Su
quali basi avete costruito la vostra partnership con questi colossi e quali le aree
che desiderate sviluppare con loro?
Le partnership e le collaborazioni con
editori italiani e internazionali e con global
media company hanno sempre caratterizzato il nostro business. Una curiosità: già
dalla fine degli anni ‘40, l’Istituto Geografico De Agostini pubblicò la serie “Walt
Disney vi insegna a disegnare”, a seguito di
un accordo con The Walt Disney Company.
Le grandi partnership si sono consolidate
nel tempo in base alla credibilità dei nostri
prodotti e alle opportunità di raggiungere una sempre maggiore crescita a livello
internazionale, in termini di copertura di
mercati e lancio di nuove iniziative che
oggi possono essere declinate su carta,
online, app, tv sfruttando la brand extension su tutti i canali.
Contatto:
Nicola Berruti
CESARE FERRARI ARDICINI
gli
Dopo la laurea in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano inizia la sua esperienza lavorativa in un’azienda Automotive, prima nel settore commerciale, successivamente come Responsabile nella Programmazione della produzione e
infine come Responsabile Assicurazione qualità, costruendo, tra l’altro, gli indicatori della qualità interna ed esterna ed
approfondendo i costi della qualità. Si sposta quindi in un’azienda americana produttrice di apparecchiature radiologiche dentali dove inizia come Production & Materials Manager e prosegue, dopo una breve interruzione, come Operations Manager, e quindi come Supply Chain manager a cui aggiunge l’incarico ad interim di General Manager. Dopo
aver diretto uno stabilimento di stampa, entra nel gruppo De Agostini Editore nel 2009 come Operations manager nella
divisione Partworks, con responsabilità del coordinamento delle attività estere e dell’implementazione di soluzioni per
acquisti e saving nell’ambito dei costi di stampa, gadget ed allestimenti. Dal giugno 2011 la sua responsabilità si amplia
con la nomina a Global Operations Director, ruolo che ricopre ancor oggi.
TÜV Italia Journal 21
TÜV Italia News
La sicurezza alimentare: una questione
di “etichetta”
Il laboratorio TÜV Italia di Scarmagno ottiene
l’estensione del proprio scopo CBTL
È questo il titolo di un convegno
promosso da TÜV SÜD, TÜV
Italia e pH che ha avuto luogo il
29 ottobre scorso a Bologna nelle
splendide sale seicentesche di
Villa Guastavillani, indirizzato
alle aziende del settore food e
retail, che ha visto un centinaio di partecipanti. Obiettivo del
convegno era un confronto su
come poter tutelare i consumatori, tra controlli di processo e di
prodotto, obblighi normativi, buone pratiche e opportunità di comunicazione,
oltre ad un focus sull’internazionalizzazione nel settore. Dopo i saluti di Dirk
Eilers del Board di TÜV SÜD, Ettore Favia, AD di TÜV Italia e Presidente di
pH, e quello dell’O.le Paolo De Castro, Presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo, la sessione della mattina ha
visto il suo clou nella presentazione da parte del prof. Renato Mannheimer dei
risultati di una ricerca realizzata per l’evento da ISPO dal titolo “La sicurezza
alimentare: una questione di etichetta. Punti di vista chiave all’interno delle
grandi aziende del settore agroalimentare” che fa luce sulle azioni, le misure e
le difficoltà delle imprese italiane nel campo della sicurezza alimentare.
In tavole rotonde ed approfondimenti tecnici si sono alternati i principali
attori della filiera, rappresentati da aziende alimentari e associazioni confindustriali, dalla distribuzione moderna e dalle associazioni di consumatori, dal
mondo accademico e dalle istituzioni, mentre il pomeriggio è stato dedicato
ad un workshop sull’internazionalizzazione a cui hanno partecipato Antonio
Via, consigliere di pH, Murat Ackay, Vice President FHB di TÜV SÜD Product
Service e Pankai Jaiminy, Assistant Vice President Product Service Food TÜV
SÜD South Asia, che hanno illustrato le opportunità e le sfide nel mercato
globalizzato del food e i test richiesti ai prodotti italiani per essere presenti
sui mercati emergenti. Perfetta conduttrice dell’incontro la giornalista di
Radio 24 Nicoletta Carbone coadiuvata da Ettore Favia durante le varie fasi
del convegno.
Il CB Scheme è un mutuo riconoscimento tra enti di certificazione
internazionali relativo a prodotti elettrici ed elettronici, come elettrodomestici, dispositivi medici, prodotti IT, apparecchi di misura, che ha
l’obiettivo di favorire la loro commercializzazione sui mercati mondiali.
I nostri laboratori di Scarmagno (TO), già riconosciuti secondo questo
schema, hanno ottenuto l’ampliamento del loro scopo CB, e a seguito
di questo importante riconoscimento possono così rilasciare la certificazione IECEE ad un maggior numero di categorie di prodotti rispetto
al passato.
Contatto: Emilia Pistone
L’International Compliance Management di TÜV SÜD
(ICM) cambia nome, ma il servizio resta lo stesso
Nello scorso numero della rivista abbiamo presentato le competenze della
struttura del International Compliance Management di TÜV SÜD, che con i
suoi servizi facilita alle aziende italiane l’accesso a mercati emergenti come
quelli di Russia, Cina, Brasile, etc. Con il 2014 la struttura ha cambiato nome
in Global Market Access (GMA), ma le competenze e le attività non cambiano,
con l’obiettivo prossimo di allargare il servizio a nuovi settori quali telecom,
giocattoli e wireless.
Contatto: Silvano Brambilla
TÜV ITALIA
Consegnato a
Florim Ceramiche
il Certificato ISO 50001
Nel mondo, quando si parla di ceramica
italiana si parla del leader del settore, di
prodotti di qualità, innovativi e di design. Circa il 90% della produzione
del nostro paese si realizza nel distretto emiliano e in quello romagnolo, che grazie ad una tradizione radicata nell’uso dell’argilla per la
realizzazione di pavimentazioni, rivestimenti e stoviglie, a partire dagli
anni Cinquanta si sono sviluppati e consolidati, ed ancora oggi sono
un punto di riferimento per questo settore anche a livello internazionale. In questa storia di successo si inserisce quella di Florim Ceramiche che oggi, ad oltre 50 anni dalla sua fondazione, considerando
i suoi 22,5 milioni di mq di materiale ceramico prodotto è leader nel
panorama mondiale delle aziende della ceramica. Ma fare impresa non
è solo una questione di numeri, per Florim occorrono anche passione,
innovazione e responsabilità sociale d’impresa, i suoi pilastri nel fare
business e che da cinque anni riassume nel Bilancio di Sostenibilità,
dove presenta in modo trasparente gli impegni e gli obiettivi raggiunti
in ambito economico, ambientale e sociale per interloquire direttamente con i propri stakeholder. Focalizzando l’attenzione sugli impegni
dell’azienda in ambito ambientale, negli ultimi anni Florim Ceramiche
si è fortemente impegnata per migliorare l’efficienza energetica della
sua produzione, realizzando due impianti di cogenerazione, installando
16.000 mq di pannelli fotovoltaici, utilizzando forni eco-compatibili di
ultimissima generazione. Questi investimenti, insieme all’impegno per
una corretta gestione ambientale/energetica, hanno portato l’azienda
a conseguire la certificazione di Sistema di Gestione dell’Energia ISO
50001, che va ad aggiungersi alle certificazioni Qualità, Ambiente e
Sicurezza già in suo possesso.
Contatto: Stefania Pesce
Contatto: Angelo Polizzi
22 TÜV Italia Journal
ne
TÜV Italia News
Il metodo HIC (Head Injury Criterion), per una
maggior sicurezza dei bambini nei parchi gioco
I recenti aggiornamenti normativi, ed una crescente sensibilità da parte
dei produttori, hanno portato ad una maggiore attenzione verso la sicurezza delle strutture ludiche collocate all’interno dei parchi pubblici dei paesi
della Comunità Europea. Ai produttori di queste strutture, ed ai soggetti
pubblici gestori degli spazi dove sono inserite, TÜV Italia fornisce una
serie di servizi che vanno dalle valutazioni ai collaudi, dalla certificazione
delle superfici antitrauma a quella di seggiolini, altalene o teleferiche,
mediante l’impiego del metodo HIC (Head Injury Criterion), che permette
di definire in modo oggettivo il grado di assorbimento all’impatto da parte
di materiali utilizzati come pavimentazione, o come rivestimento di un
seggiolino.
Contatto: Matteo Neri
TÜV Italia abilitato per effettuare le verifiche
periodiche delle attrezzature da lavoro su tutto
il territorio nazionale, esclusa la Valle D’Aosta
II DM dell’11 aprile 2011 ha liberalizzato lo svolgimento delle verifiche periodiche sulle attrezzature da lavoro, impianti a pressione e di
sollevamento, che le aziende devono far eseguire obbligatoriamente
a soggetti abilitati, mentre in precedenza potevano essere eseguite
solo da ARPA, ASL e INAIL. Per queste attrezzature, elencate nell’allegato VII del D.Lgs 81/2008 e raggruppate nelle tre tipologie Gruppo
SC (Impianti di sollevamento materiali), Gruppo SP (Impianti di sollevamento persone) e Gruppo GVR (Attrezzature a Gas, Vapore, Riscaldamento), oggi TÜV Italia è in grado di effettuare, sia la prima verifica
periodica che le verifiche periodiche successive alla prima, con le
modalità previste dal Decreto 11 aprile 2011 e s.m.i., in tutte le regioni
italiane ad esclusione della Valle d’Aosta.
Contatto: Filippo Siddi
news
18 Ottobre 2013: un appuntamento
A TU per TÜV
Bytest sviluppa T.AU.R.U.S., un
innovativo sistema per controlli NDT
su materiali compositi
Impiegati nella costruzione di strutture e componenti, nel
mondo dell’industria, soprattutto aeronautica, i materiali compositi, anche di piccole dimensioni e di geometrie
complesse, devono poter essere sottoposti a Controlli Non
Distruttivi basati principalmente sul metodo ad ultrasuoni. I laboratori Bytest, acquisiti da TÜV Italia nel gennaio
2012, hanno recentemente messo a punto un sistema di
test, sempre ad ultrasuoni, automatici e/o robotizzati
chiamato T.AU.R.U.S (Testing AUtomated Robotized Ultrasonic System), che velocizza queste prove, con un risparmio in termini di tempo e costi, mantenendo le peculiarità
di un metodo di prova flessibile, regolabile sulle specifiche
del cliente relativamente alla tipologia ispettiva, di precisione nella misurazione e di qualità dei risultati delle prove.
T.AU.R.U.S. è già stato utilizzato nel programma Boeing
(B787).
Questa data in TÜV Italia, Bytest e pH la ricordano bene perché è stato un momento
particolare della vita aziendale di tutte e tre le società che oggi, insieme, formano un
gruppo importante nel panorama nazionale degli enti di certificazione e dei laboratori di
prova. L’evento ha rappresentato l’occasione per il personale delle tre società, circa 500
persone, di incontrarsi e conoscersi, A TU per TÜV appunto, nel suggestivo Spazio 90
di Milano dove, attraverso immagini flash sono stati ricostruiti i passaggi salienti della
storia delle tre società e festeggiato anche il 25° compleanno di TÜV Italia. Incontrarsi
per consolidare collaborazioni, rapporti, relazioni, guardando al passato per costruire
insieme il futuro. Colleghi che non si vedevano da anni, o si conoscevano per la prima
volta, hanno creato quell’atmosfera di partecipazione e complicità indispensabile per
affrontare, gomito a gomito, la quotidianità del lavoro e per costruire il futuro proprio e
dell’azienda. È stata anche l’occasione per incontrare Michel Valente, CEO di TÜV SÜD
Western Europe, regione in cui TÜV Italia è collocata, ed ascoltare direttamente da lui,
e dal CEO di TÜV Italia, Ettore Favia, progetti, aspettative e obiettivi per l’ente, in un
clima informale.
Contatto: Valter Capitani
Contatto: Emilia Pistone
TÜV Italia Journal 23
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
Gruppo Hera:
gestione responsabile
delle risorse naturali
Ennio Dottori, Direttore Centrale Qualità, Sicurezza e Ambiente
del Gruppo Hera presenta impegni e risultati dell’azienda per essere
la migliore multiutility italiana per i propri stakeholder
I
l gruppo Hera in un decennio ha bruciato
le tappe: nato nel 2002 dalla fusione
di 11 multiutility, l’anno dopo entra
in borsa con un azionariato diffuso
pubblico/privato molto legato al territorio
di riferimento, che in oltre un decennio
si è ampliato ed oggi comprende la quasi
totalità dell’Emilia Romagna, parte delle
Marche, ad est ha raggiunto Padova e
Trieste e prossimamente si aggiungeranno
altre parti del Veneto e del Friuli Venezia
24 TÜV Italia Journal
Giulia, a sud Firenze, con un valore in
termini economici dei servizi offerti, che
comprendono la raccolta e il trattamento
rifiuti, il ciclo dell’acqua, la fornitura di
gas e di energia elettrica, al top in ambito
nazionale. Ci racconta il vostro percorso di
espansione, sia in termini di servizi offerti
che di profitti?
Hera è nata alla fine del 2002 in seguito
a una delle più significative operazioni di
aggregazione mai realizzate in Italia nel
settore delle public utility e da gennaio
2013 è entrata a far parte della società
anche la multiutility AcegasAps.
Oggi il Gruppo Hera è una delle principali
multiutility in Italia e opera in 277 comuni
delle province di Bologna, Ferrara, ForlìCesena, Modena, Ravenna, Rimini, Pesaro
e Urbino, Padova e Trieste, in alcuni
comuni di Ancona, Firenze, Venezia e
Gorizia.
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
Fornisce servizi energetici (gas, energia
elettrica,
teleriscaldamento),
idrici
(acquedotto, fognatura e depurazione) e
ambientali (raccolta e smaltimento rifiuti)
a circa 4 milioni di cittadini.
Dopo la sua costituzione, l’azienda è
stata parzialmente privatizzata con il
collocamento del 44,5% del capitale
sociale alla Borsa di Milano. Il processo
di aggregazione condivisa, alla base della
nascita di Hera, è proseguito nel tempo con
diverse operazioni concentrate su società
operanti nei settori energetico, idrico e
ambientale e in territori limitrofi a quelli
gestiti. La compagine azionaria di Hera
costituisce una peculiarità nel panorama
delle utility italiane, caratterizzandosi per
la mancanza di un azionista con una quota
di controllo assoluto e per la presenza di
un azionariato diffuso costituito da circa
25.000 investitori privati italiani ed esteri
(persone fisiche e persone giuridiche
impegnate in attività non finanziarie);
209 azionisti pubblici (prevalentemente
Comuni del territorio di riferimento);
404 investitori professionali (costituiti da
persone giuridiche impegnate in attività
di tipo finanziario come assicurazioni,
banche, fiduciarie, fondazioni bancarie,
fondi d’investimento, fondi pensione e
hedge funds).
Oltre alla presenza di un azionariato
ampiamente differenziato, il bilanciamento
dei servizi, tra il regime di libero mercato
(come vendita gas e smaltimento di rifiuti
speciali) e quello dei servizi regolamentati
(come distribuzione gas, servizio idrico
integrato, raccolta e smaltimento rifiuti
urbani); nonché il radicamento sul
territorio e la forte attenzione agli aspetti
di sostenibilità, rendono Hera un’azienda
affidabile, stabile e competitiva. Infatti,
il territorio in cui la società opera non
rappresenta soltanto una dimensione
geografica ma soprattutto la principale
ricchezza sociale e ambientale da
rispettare e tutelare per il futuro. È per
questo che Hera si impegna nella gestione
responsabile delle risorse naturali, nel
miglioramento dei propri risultati, nell’uso
di tecnologie sempre più efficienti e a basso
impatto ambientale. Nei servizi energetici
i principali temi sono l’efficienza delle reti
di distribuzione di gas, energia elettrica
e teleriscaldamento, la produzione
di energia elettrica e termica da fonti
rinnovabili (fotovoltaico, utilizzo di biogas
da discariche, depurazione acque reflue
e digestione rifiuti organici), assimilate
(cogenerazione e turboespansione) e da
termovalorizzazione dei rifiuti. Sul fronte
dei servizi idrici, particolare attenzione
viene posta per la limitazione dei fenomeni
di subsidenza, l’efficienza della rete idrica
e degli impianti di potabilizzazione, la
reimmissione dell’acqua nell’ambiente
dopo la raccolta con reti fognarie e la
necessaria depurazione.
Per quanto riguarda i servizi ambientali,
Hera si impegna nella promozione e
applicazione di iniziative di prevenzione
dei rifiuti e riutilizzo dei prodotti,
nell’incremento della raccolta differenziata
e il conseguente recupero di materia, nella
riduzione dei rifiuti inviati in discarica,
conformemente alle norme europee e
nazionali per il recupero di energia dai
rifiuti (tramite la termovalorizzazione e il
recupero di biogas).
Una parte importante dell’azionariato
delle vostra, come di altre multiutilities,
è rappresentato dagli enti locali, che
di questa partecipazione beneficiano
in due forme, sia in termini di entrate
attraverso i dividendi, sia dal punto di
vista patrimoniale con la rivalutazione del
loro pacchetto azionario.
Riferendosi all’esperienza del gruppo
Hera questi due aspetti rappresentano
una forte spinta per i comuni ad entrare
nell’azionariato o anche altri fattori sono
determinanti?
TÜV Italia Journal 25
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
RIFIUTI SPECIALI SMALTITI
PER TIPOLOGIA DI IMPIANTO (2013)
Impianti di inertizzazione
e chimico-fisico 27%
Termovalorizzatori 16%
Discariche 22%
Impianti
di terzi 26%
Impianti
di selezione 4%
Impianti
di compostaggio 5%
Pur essendo molto importanti i due aspetti
citati, finanziario e patrimoniale, e pur
essendo Hera una S.p.A, i servizi che svolge
sono di pubblico interesse e la presenza
dei comuni nella compagine azionaria
(attualmente a maggioranza assoluta)
garantisce una governance a garanzia del
servizio pubblico che politicamente fa
capo ai singoli comuni.
Ambiente, energia, servizi idrici queste
sono le principali aree in cui operano le
aziende che formano il gruppo Hera con
un posizionamento di leader di mercato
o comunque ai primi posti. Al primo lo è
Herambiente nella gestione integrata dei
rifiuti, attività che coinvolge una popolazione di oltre 3.000.000 cittadini, che va
dalla raccolta allo smaltimento, con propri
impianti e servizi, un risultato significativo, guardando anche alle difficoltà che
questo settore presenta in alcune parti
del nostro paese. Su quali leve avete
lavorato per raggiungere questo risultato
che copre l’intera filiera e quali le aree di
miglioramento?
Il Gruppo Hera ricopre un ruolo primario
nelle attività relative alla gestione dei rifiuti
urbani. Hera gestisce il servizio di igiene
urbana in 6 province dell’Emilia-Romagna
per un totale di 137 comuni. Oltre a questi
comuni Hera ne gestisce altri 3 nella
provincia di Firenze. Inoltre, tramite
Marche Multiservizi, serve 41 comuni
nella provincia di Pesaro e Urbino e altri 6
comuni nei territori limitrofi delle Marche.
Dal 2013, tramite AcegasAps, serve 9
comuni delle province di Padova, Trieste,
Udine e Venezia. Complessivamente, nel
2013, i comuni serviti ammontano a 196
per una popolazione complessiva di 3,3
milioni di abitanti.
Il Sistema di Gestione dei Rifiuti (SGR)
di Hera è caratterizzato da tre servizi
principali: le raccolte territoriali per utenze
familiari e piccole utenze non domestiche;
le raccolte domiciliari “utenze target”:
per utenze non domestiche produttrici
di specifici rifiuti assimilati agli urbani;
i Centri di Raccolta Differenziata (detti
anche Stazioni Ecologiche Attrezzate),
infrastrutture per il conferimento
differenziato di tutte le filiere dei rifiuti
26 TÜV Italia Journal
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
urbani, anche pericolosi.
Il sistema è inoltre integrato dalla raccolta
domiciliare dei rifiuti ingombranti (gratuita
mediante chiamata o appuntamento),
dalle raccolte di rifiuti verdi, da quelle di
alcune tipologie di rifiuti pericolosi presso
specifici esercizi (come pile e farmaci).
Il territorio servito da Hera è caratterizzato
da un elevato livello di assimilazione
che determina una produzione annua
procapite di rifiuti tra le più alte in Italia
606 chilogrammi raccolti per abitante nel
2013 (620 chilogrammi per abitante se si
esclude AcegasAps), a fronte di una media
nazionale di 504 chilogrammi nel 2012
(fonte Rapporto Rifiuti Urbani Ispra 2013).
Il territorio gestito dal Gruppo Hera
presenta, inoltre, un sistema di raccolta
molto articolato, che consente di intercettare in maniera differenziata un’amplissima gamma di rifiuti urbani, coniugando le
esigenze dei Comuni con l’efficienza e l’efficacia della gestione.
Il sistema del Gruppo prevede sia raccolte
mediante contenitori stradali (cassonetti,
campane, bidoni), che raccolte porta a
porta (sia domestiche territoriali, sia target
per utenze non domestiche).
L’attuazione dei progetti di sviluppo
della raccolta differenziata ha portato
a un sensibile aumento sia del numero
dei contenitori stradali (+27% rispetto al
2011) sia della loro volumetria complessiva
(+15%). Nel 2013 la raccolta differenziata
è stata pari a 1.121,7 mila tonnellate
(escludendo AcegasAps la raccolta è pari a
1.014,8, +4,5% rispetto al 2013 ).
I rifiuti urbani smaltiti in discarica,
compresi quelli a valle di pretrattamenti,
sono stati pari al 18,8% rispetto al 21,4%
del 2012. La quota di rifiuti urbani termovalorizzati è stabile rispetto al 2012. Includendo anche AcegasAps la quota di rifiuti
urbani smaltiti in discarica è pari al 16,4%.
La raccolta differenziata è stata pari al 54%
a fronte di un consuntivo 2012 del 51,6%.
Per ciò che riguarda i rifiuti speciali, il
flusso di trattamento in Hera è estremamente articolato, vista la loro diversa
natura: provengono dall’industria, dalla
depurazione delle acque di scarico, dalle
costruzioni, dal settore commerciale e dei
servizi, dalla sanità. Herambiente è dotata
di 29 impianti adibiti esclusivamente allo
smaltimento dei rifiuti speciali, con oltre
3,8 milioni di tonnellate gestite nel 2013
(compresi i sottoprodotti derivanti dalle
attività degli impianti del Gruppo).
Con la liberalizzazione del mercato del
gas e di quello elettrico il Gruppo Hera
ha colto nuove opportunità espandendosi
anche in questi settori, ed oggi il gruppo
è al secondo posto nell’ambito delle
multiutilities italiane per il gas venduto. Il
settore energetico è tanto sfidante quanto
complesso, partendo dalla diversificazione delle fonti di approvvigionamento,
passando per le interconnessioni, fino alle
reti di trasporto, un mix di variabili che
si giocano anche su tavoli internazionali.
Come si muove Hera in questo quadro e
come opera nei servizi innovativi in ambito
energetico come il teleriscaldamento o le
produzioni di energia da impianti di cogenerazione e da fonti rinnovabili?
Nel 2013 il Gruppo Hera ha confermato
il proprio impegno nella produzione di
energia da fonti rinnovabili e a basso
impatto ambientale, che rappresentano il
70% della produzione totale del Gruppo.
La produzione di energia elettrica da fonti
rinnovabili raggiunge i 530 gigawattora
(+8,3% a parità di perimetro). Hera
Energie Rinnovabili (società costituita nel
2008 con specifico focus sulle cosiddette
“rinnovabili pure”) è proprietaria di 8
impianti fotovoltaici siti nelle provincie
di Bologna, Ferrara, Ravenna, Brescia e
Macerata, per una potenza complessiva di
7,2 MW.
Hera spa ha 11 impianti che sono compresi
nel sistema europeo di riduzione delle
emissioni di gas serra, il principale e
più diffuso gas responsabile di causare
effetto serra è l’anidride carbonica, che
viene prodotta tra gli altri da processi di
combustione.
Il teleriscaldamento è un servizio
che consiste nella vendita al cliente
di calore per riscaldamento e acqua
calda sanitaria. Si tratta di un sistema
alternativo alle tradizionali caldaie
autonome o condominiali che permette
di concentrare la produzione di calore in
poli di produzione più efficienti e meglio
controllati rispetto alle caldaie domestiche.
Da queste centrali il calore, sotto forma
di acqua calda, viene portato nelle
abitazioni dei clienti attraverso una rete
di distribuzione realizzata con tubazioni
coibentate. Il calore alimenta poi il sistema
di riscaldamento delle case attraverso
scambiatori di calore a emissione nulla
di inquinanti. Il vantaggio per il cliente
è avere maggiore sicurezza e minori
costi di conduzione e manutenzione, pur
mantenendo la possibilità di regolare
autonomamente la temperatura di casa.
Nel 2013 gli impianti gestiti da Hera
S.p.A. hanno permesso un risparmio di
energia primaria pari a 34.460 tonnellate
equivalenti di petrolio, con un lieve
decremento dell’1% rispetto al risparmio
del 2012, pari a circa 400 tonnellate
equivalenti di petrolio in meno.
Nei servizi idrici il Gruppo Hera è il
secondo operatore a livello nazionale e,
così come per i rifiuti, copre l’intera filiera
con servizi integrati che comprendono la
captazione dalle falde, la potabilizzazione,
la distribuzione, la fognatura e la
depurazione. L’acqua è un bene non
inesauribile e di questo il gruppo Hera è
ben conscio, e come operatore coinvolto a
360° nella filiera è impegnato in interventi
verso la salvaguardia delle risorse idriche
con la riduzione dei prelievi dalle falde,
il contenimento delle perdite nella rete
distributiva, la depurazione e il riutilizzo
delle acque reflue, ma anche in campagne
di sensibilizzazione dei cittadini per
limitare gli spreghi in ambito domestico.
Per intervenire su settori così ampi e
complessi occorrono investimenti ed una
forte spinta verso l’innovazione che tenda
alla razionalizzazione degli interventi.
Illustra ai lettori della rivista le azioni di
Hera in questo settore ed i risultati che ha
raggiunto in questo decennio di attività?
Le fonti di approvvigionamento idrico
del Gruppo Hera sono costituite da
falde sotterranee, acque superficiali e,
in misura minore, sorgenti. I processi
di potabilizzazione sono più o meno
complessi a seconda della qualità dell’acqua
all’origine: si passa da processi chimicofisici spinti, effettuati di norma su acque
superficiali, a più semplici trattamenti
TÜV Italia Journal 27
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
di filtrazione e disinfezione sulle acque
provenienti da pozzi profondi e da sorgenti
con buone caratteristiche fin dal prelievo.
I trattamenti effettuati garantiscono che
l’acqua distribuita abbia caratteristiche
chimico-fisiche e microbiologiche idonee
al consumo umano, nel costante rispetto
dei limiti della normativa vigente.
Il gruppo Hera è una realtà multi business
con una mission impegnativa, quella di
essere la migliore multiutility italiana per i
suoi stakeholders interni ed esterni, che si
realizza attraverso un modello di business
innovativo e aperto a cui corrisponde un
forte radicamento nel territorio. Quale è
stata la strategia che avete adottato per
crescere sul mercato in termini economici
ma anche di reputazione?
Hera vuole essere la migliore multiutility
italiana per i suoi clienti, i lavoratori e
gli azionisti e ha individuato in alcuni
principi di funzionamento la sua
mission. Tra questi ci sono la creazione
di valore e la responsabilità sociale e
ambientale, la qualità ed eccellenza del
servizio, l’efficienza, l’innovazione e il
miglioramento continuo, il coinvolgimento
e la valorizzazione, la volontà di scegliere.
La sostenibilità poi, unitamente al forte
radicamento territoriale, nel rispetto
dell’ambiente sono alla base delle scelte
strategiche aziendali che vengono tradotte
in obiettivi e attività quotidiane attraverso
l’approccio “balanced score card”. Questo
consente di assegnare al management
obiettivi “bilanciati”, distribuiti in quattro
aree: sviluppo, qualità e responsabilità
sociale d’impresa, integrazione organizzativa ed efficientamento. Ogni anno la
mappa strategica, aggiornata sulla base dei
contenuti del piano industriale, costituisce una sintesi degli obiettivi strategici del
Gruppo e degli impegni verso gli stakeholder dichiarati nel Bilancio di Sostenibilità.
Gli obiettivi strategici che hanno un
impatto maggiore sulla sostenibilità sono
la riduzione degli impatti ambientali,
l’incremento qualità e sicurezza del
servizio, l’essere protagonisti dello
sviluppo sostenibile del territorio, la
prevenzione e sicurezza sul lavoro, il
dialogo con gli stakeholder e il territorio,
la comunicazione e il coinvolgimento dei
lavoratori, lo sviluppo professionale e la
valorizzazione, l’allineamento ai principi
del Codice Etico, il senso di appartenenza
e la cultura aziendale, la promozione della
politica QSA e la responsabilità sociale.
La società, fin dalla sua costituzione,
pubblica ogni anno il Bilancio di
Sostenibilità e ha inserito nella sua strategia
la Responsabilità Sociale d’Impresa, intesa
come primario strumento per l’aumento
della competitività e come elemento chiave
per il raggiungimento di uno sviluppo
sostenibile per l’azienda e per il territorio
in cui opera.
Il Gruppo Hera basa il suo modello di
business su mission, valori condivisi, tra
i quali una forte attenzione all’ambiente,
codice etico ed una governance trasparente. La privacy è uno degli aspetti della
governance, e proprio su questo il gruppo
Hera ha chiesto a TÜV Italia un intervento di assessment compliance basato sulla
legge 196/2003 “testo unico in materia
di privacy” con l’obiettivo di evidenziare eventuali gap tra la situazione reale
e quanto stabilito dalla legge in materia
di privacy. Per l’ente un intervento non
consueto che ha visto un team multidisciplinare con esperti in sistemi aziendali, di
compliance, di privacy ed un legale, che
ha “fotografato” la situazione reale, utilizzando la metodologia propria degli audit,
concludendo la sua attività con l’emissione di un rapporto di assessment. Come
RIFIUTI URBANI RACCOLTI PER DESTINAZIONE
100%
32.0%
35.6%
34.8%
35.7%
60%
15.9%
14.2%
17.4%
15.2%
40%
29.0%
28.8%
29.0%
32.6%
80%
20%
0%
23.1%
(Di cui conferiti
senza pretrattamenti:
16.2%)
Discarica
28 TÜV Italia Journal
21.4%
(Di cui conferiti
senza pretrattamenti:
15.1%)
Termovalorizzazione
18.8%
(Di cui conferiti
senza pretrattamenti:
13.7%)
Compostaggio
16.4%
(Di cui conferiti
senza pretrattamenti:
12%)
Altro (selezione, recupero, impianti di terzi)
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
ACQUA IMMESSA IN RETE NELL'ACQUEDOTTO CIVILE
(MILIONI DI METRI CUBI)
310
300
305.5
304.1
290
299.9
304.0
305.4
291.8
280
270
260
250
240
230
220
2008
2009
2010
2011
2012
2013
Escluso AcegasAps e Marche Multiservizi.
TÜV Italia Journal 29
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
questo intervento vi è stato di supporto
nel graduare eventuali obiettivi, interventi
e risultati?
Estremamente positivo in quanto l’intervento ha colto il nostro obiettivo offrendoci significativi spunti di riflessione,
non solo sulla verifica di come il sistema
di gestione aziendale risponde al disposto
della 196/2003, supportati da competenze professionali all’altezza della nostra
complessità aziendale ma entrando anche
su altri aspetti di compliance inseriti nel
nostro modello.
La multidisciplinarietà del team all’interno
della DCQSA e la presenza al suo interno
delle aree Presidio Privacy, Normativa
QSA e Security, Sistema di Gestione QSA,
consente di avere una governance in tema
di privacy adottando le metodologie di
analisi dei rischi utilizzate nella security,
nelle procedure interne e nelle modalità
gestionali rispetto alla normativa di
riferimento nell’ambito degli standard
definiti dal sistema della sicurezza delle
informazioni ISO 27001.
Il sistema di gestione integrato aziendale è sotto la Direzione Centrale Qualità
Sicurezza Ambiente. Il 2013 è stato, per
Hera, un anno di grande cambiamento
organizzativo che ha segnato il passaggio
dalla struttura organizzativa per territori a
una basata su linee di business. In questo
contesto e grazie all’oramai collaudato e
consolidato sistema di gestione integrato della qualità, sicurezza e ambiente del
Gruppo, si sono mantenute tutte le certificazioni senza soluzioni di continuità con
il passato, anche sviluppando altri schemi
di certificazione, come la certificazione
energetica ISO 50001 e la certificazione dei
Sistemi di Gestione della Sicurezza delle
Informazioni ISO 27001.
Contatto:
Stefano Bolletta
30 TÜV Italia Journal
I principali riconoscimenti ricevuti
dal gruppo Hera nel 2013
■Top
■
Employer
■3°
■ posto al KWD Webranking
■Premio
■
“Ambrogio Lorenzetti”
■Manager
■
Utility 2012
■HR
■ Innovation Award
■Top
■
Utility 2013 (sezione Comunicazione)
■Premio
■
nazionale sulla prevenzione dei rifiuti
■Certificazione
■
europea Ecolabel per il teleriscaldamento di
Ferrara
■Riconoscimento
■
come best practice dalla Commissione
Consultiva Permanente del Ministero del Lavoro e delle Politiche
Sociali al progetto “La sicurezza non è un gioco”
ENNIO DOTTORI
Marchigiano, terminati gli studi inizia la sua carriera lavorativa nell’ambito dell’amministrazione del personale di aziende
italiane e multinazionali dei settori costruzioni, chimico,
metalmeccanico, con sempre maggiori responsabilità, e nel
2000 entra come Direttore delle Risorse Umane, in Agea
Ferrara, una multiutility che nel 2005 viene incorporata nel
Gruppo Hera. Dal 2005 al 2006 è Responsabile Personale e
Organizzazione di Hera Bologna S.r.l. e successivamente, dal
2006 al 2008, oltre alla funzione di Responsabile Coordinamento Gestione del Personale aggiunge quella di Responsabile della funzione Qualità, Sicurezza e Ambiente del Gruppo Hera, collocata allora all’interno della
Direzione Centrale Personale ed Organizzazione. Nel 2008 è nominato Direttore Centrale Qualità,
Sicurezza e Ambiente del Gruppo Hera, ruolo che ricopre ancora oggi, con la responsabilità per la
definizione e l’attuazione delle politiche di Gruppo relativamente al Sistema di Gestione aziendale
integrato, in materia di Qualità, Sicurezza e Ambiente per tutte le Società del Gruppo, verificandone la corretta attuazione. In particolare, è impegnato nel coordinamento, nello sviluppo e nel
mantenimento del sistema di gestione aziendale e nel garantire il presidio della normativa in
ambito QSA e Privacy, oltre a governare le attività di Security attraverso il presidio della sicurezza fisica e logica, definendo i protocolli 231. In aggiunta, è sua responsabilità il monitoraggio,
diretto o indiretto, e il coordinamento del Servizio di Prevenzione e Protezione Unico in materia
di salute e sicurezza sul lavoro.
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
Tetra Pak :
®
un contenitore
pieno di valori
Un “Codice di Condotta del Business” per la crescita della filiera del confezionamento. Enrico
Fiorani, Quality Director Italy & Cluster South Europe spiega come l’azienda svedese
promuova equità, collaborazione, rispetto, libertà e trasparenza nei rapporti con i propri
stakeholders.
T
etra Pak®: un nome che identifica un’azienda ed il suo prodotto
e, per i lettori della rivista meno
giovani, il ricordo di un contenitore che negli anni ‘60 ha rivoluzionato,
nella forma e nel materiale, quello del
latte allora più utilizzato, la bottiglia di
vetro. Per noi italiani la storia di Tetra
Pak parte da lì, ma il suo inizio risale ad
un decennio prima, dall’idea innovativa
del suo fondatore. Ci racconta la storia
di questa azienda, che attraverso il suo
prodotto ha cambiato il modo di conservare gli alimenti e ha favorito lo sviluppo
di nuovi, che hanno inciso anche sulle
nostre abitudini di consumo?
Il lungo cammino di Tetra Pak, azienda
TÜV Italia Journal 31
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
leader mondiale nel trattamento e
confezionamento di prodotti alimentari,
ha due date fondamentali: maggio 1951
quando Ruben Rausing, fondatore
dell’azienda, convoca la stampa per
presentare il proprio innovativo progetto,
e settembre 1952, data di consegna della
prima macchina alla latteria sociale di
Lund, in Svezia, per il confezionamento
della panna. Il successo è immediato e
travolgente: dopo due anni Tetra Pak arriva
in Messico, in Svizzera poi in Libano.
In un crescendo incredibile, nel 1965 è il
turno dell’Italia dove viene costruito il
primo stabilimento di produzione fuori
dalla Svezia, il terzo per importanza nel
mondo, e nei dieci anni successivi è la volta
di Spagna, Giappone, Francia, Germania,
Russia.
Il legame di Tetra Pak con il nostro
paese è forte e di lungo periodo, ed oggi il
gruppo è presente in Italia con più società
e più sedi. Nel nostro paese quali sono le
attività che Tetra Pak svolge attraverso le
sue varie aziende, i prodotti e i mercati di
riferimento?
®
Il gruppo è presente in Italia con la
sede commerciale e di produzione dei
contenitori a Rubiera (RE): le due aziende
impiegano in totale 420 dipendenti.
Nel 2013 Tetra Pak Italia ha distribuito
circa 4,5 miliardi di contenitori per la
conservazione degli alimenti liquidi e
solidi, equivalenti a circa 3 miliardi di litri.
Solo un 25% del fatturato viene realizzato
con l’export, mentre gran parte delle
vendite è destinato al mercato domestico.
Sul territorio esistono anche altre due sedi:
a Modena si trova Tetra Pak Packaging
Solutions S.p.A., uno degli 11 centri
mondiali di Ricerca & Sviluppo sui sistemi
di confezionamento asettico dove vengono
inoltre assemblate e collaudate le macchine
confezionatrici. A Nova Milanese ha sede
Tetra Pak Food Engineering, specializzata
nel trattamento degli alimenti.
Il latte confezionato in cartone rappresenta
la parte preponderante del nostro business,
seguito dalle bevande a base frutta e dal
vino da tavola. Tetra Pak Italia è presente
anche nel mercato degli alimenti solidi,
come ad esempio quello dei legumi (piselli,
32 TÜV Italia Journal
fagioli, lenticchie e ceci) e dei condimenti
pronti con Tetra Recart®, il nuovo contenitore che negli ultimi anni ha dimostrato di
essere un sistema di confezionamento dal
grande potenziale.
Tetra Pak®: con la creazione nel 1961 del
sistema di confezionamento asettico, ha
cambiato, oltre che il confezionamento,
anche il sistema di conservazione del
latte. Dal 1994, il Centro mondiale R&S
del gruppo per questo settore ha sede a
Modena, presso lo stabilimento Tetra Pak
Packaging Solutions. Quali sono le aree di
ricerca sui prodotti, sui sistemi di apertura
e di confezionamento che l’azienda porta
avanti in questo stabilimento?
La sede modenese è molto dinamica e
innovativa: in un primo momento ha
saputo cavalcare l’onda della crescita
mondiale con prodotti in grado di
preservare al meglio gli alimenti,
prolungandone la durata attraverso il
trattamento asettico, permettendone la
diffusione su scala globale mantenendo
intatte le caratteristiche organolettiche
e nutrizionali dei prodotti confezionati.
Oggi punta a sviluppare concetti che
consentano all’industria di soddisfare
le abitudini di consumo attraverso il
lancio di nuovi formati, che permettano
una migliore presa, una migliore versata,
introducendo sistemi di apertura agevolati
e modificando forma e volume delle proprie
confezioni. Un portafoglio straordinario
in grado di far spiccare molti marchi per
qualità e differenziazione.
Tetra Pak® è leader mondiale nel suo
settore di attività ed un “total system
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
supplier” perché con i suoi prodotti
presidia tutta la filiera, dalla fornitura dei
materiali alle macchine per la trasformazione ed il confezionamento, mantenendo
forti legami con i suoi stakeholders, fornitori, dipendenti, clienti e consumatori,
che si basano sulla condivisione di valori,
elementi fondanti del vostro fare impresa
e sui quali non ammettete compromessi.
Ci presenta i valori “core” dell’azienda e
come questi influenzano le relazioni con i
vostri partner?
Le regole e i valori descritti sopra hanno
portato spesso a piani d’azione condivisi:
tutto ciò con un miglioramento delle
performance attraverso la definizione
di modalità più efficienti di risoluzione
di eventuali problematiche, creando
valore aggiunto per i nostri Clienti, o a
programmi di formazione specifici per lo
sviluppo delle competenze con aumento
del livello di soddisfazione e benessere
per i dipendenti e dunque di successo per
l’azienda.
È nostro compito aiutare, anche attraverso
un network internazionale, i Clienti con
cui lavoriamo a sviluppare il proprio
business. Riteniamo che il livello di
servizio e la fornitura di soluzioni
integrate, dal trattamento degli alimenti
fino al prodotto a scaffale, rappresentino
una grande opportunità di miglioramento
in tutta la filiera dell’industria, come
premessa per lo sviluppo del business a
costi competitivi. Inoltre la nostra azienda
ritiene che un’impresa solida e sostenibile
possa essere considerata tale solo se l’intera
filiera ne condivide gli stessi valori.
Pertanto oggi il nostro modo di lavorare si
basa sul “Codice di Condotta del Business”
e sulle politiche del Gruppo. Ai fornitori
ad esempio è richiesto di rispettare le
leggi e le norme dei paesi in cui lavorano
e periodicamente viene fatto un audit per
verificare la loro conformità ai requisiti
espressi.
Tetra Pak promuove valori quali l’equitá,
la collaborazione, il rispetto, la libertà
e la trasparenza: un impegno assunto
dal Gruppo per garantire un rapporto
trasparente e costruttivo con i propri
stakeholder, nel rispetto dei diritti umani
fondamentali.
Questo si traduce anche nella garanzia di
sicurezza sul posto di lavoro, promozione
della formazione, diffusione e rispetto dei
valori di integrità, legalità, imparzialità e
prudenza.
Tetra Pak® vuole essere riconosciuta
come azienda leader nel rispetto dell’ambiente. Questo impegno si concretizza già
all’inizio della catena produttiva, con la
scelta di carta, componente principale
dei vostri prodotti, proveniente da foreste
gestite in modo sostenibile e prosegue per
tutta la filiera, attraverso un miglioramento delle performance ambientali dei vostri
prodotti, accordi internazionali, partnership a livello nazionale per la promozione
e la diffusione del recupero ed il riciclo
degli imballaggi, accordi con la GDO per
l’utilizzo di prodotti riciclati, gestione
del Carbon Footprint. Un impegno a tutto
tondo che coinvolge processi, prodotti
e partnership. Può descriverli così che
i nostri lettori possano comprendere il
vostro concreto impegno ambientale e,
dove possibile, aderire alle vostre iniziative?
Dipendenti, fornitori, clienti e gli altri
stakeholders devono condividere i valori
dell’azienda e rispettarne le regole:
guardando alla vostra esperienza, illustra
ai lettori come valori e regole hanno
influenzato le vostre relazioni con loro?
L’azienda ha sempre dimostrato grande
attenzione alle tematiche ambientali.
Aderisce al Global Compact delle
Nazioni Unite, collabora a livello globale
ad alcuni progetti del WWF Svezia e
sostiene organizzazioni non governative
per promuovere la gestione responsabile
delle foreste. In Italia, in soli 10 anni,
abbiamo raggiunto risultati notevoli:
abbiamo ridotto drasticamente gli scarti
di produzione, oggi inferiori al 5%.
Analogamente la riduzione si è avuta per
le emissioni di CO2, tutti dati certificati
dalle principali società di riferimento. I
contenitori Tetra Pak vengono raccolti con
la carta o con il multimateriale leggero
in ben 4200 Comuni italiani e poi avviati
al riciclo. Ad oggi oltre 1,3 miliardi di
contenitori sono stati recuperati.
TÜV Italia Journal 33
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
Lo slogan “Proteggere la bontà”, riassume
la mission di Tetra Pak®, quello di prendersi cura e preservare foreste, prodotti,
clienti, consumatori e dipendenti. In
questa direzione va anche la certificazione OHSAS 18001 che Tetra Pak Italia ha
ricevuto da TÜV Italia. Come s’inserisce
nella vostra mission aziendale l’impegno
per il miglioramento dei processi legati
alla salute e alla sicurezza dei vostri
dipendenti e quali vantaggi avete già individuato a seguito di questa certificazione?
Tetra Pak Italia ha sempre attribuito
grande importanza alla Salute e Sicurezza
dei propri dipendenti, analizzando le
condizioni di lavoro attraverso specifici
metodi e il coinvolgimento diretto
degli stessi lavoratori, contribuendo
efficacemente al miglioramento delle
stesse. Attraverso la costruzione del
Sistema di Gestione per la Sicurezza
completamente integrato con il Sistema
di Qualitá aziendale, abbiamo deciso
34 TÜV Italia Journal
di strutturare ulteriormente il nostro
percorso di miglioramento impegnando
l’organizzazione ad ottimizzare i processi
dedicati alla Salute e Sicurezza nell’ottica
di spostare le nostre azioni sempre più
sulla prevenzione. Sicuramente le attività
di formazione e sensibilizzazione fatte sul
personale a fronte del progetto OHSAS
18001, insieme all’approccio metodico
che il Sistema di Gestione richiede, hanno
consentito di elevare la consapevolezza
dell’organizzazione su queste importanti
tematiche e di avere una struttura più
solida nella gestione dei tanti aspetti
che riguardano la Salute e Sicurezza dei
Lavoratori, con l’obiettivo di raggiungere
un’efficace prevenzione di infortuni e
malattie professionali.
In questa intervista ci siamo concentrati sui valori di Tetra Pak®, valori che si
riflettono anche sulla vostra produzione,
attuale e futura. Spiega ai nostri lettori
come il vostro impegno nell’ambito della
FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere
ENRICO FIORANI
Nel 1980 inizia il suo percorso professionale in azienda dove, nel
corso degli anni, ha ricoperto diversi ruoli tecnico/operativi all’interno del settore produttivo del materiale di confezionamento. Nel
1996 ha assunto la responsabilità dell’Assicurazione Qualitá di
stabilimento e, nel 2008, il ruolo di Quality Director delle aziende
italiane del gruppo. Nel 2010 è stato nominato Quality Director per
l’area Sud Europa, che comprende Spagna, Portogallo, Francia e
Italia.
sostenibilità, e quindi ambiente, etica,
sicurezza, influiscono sul livello qualitativo e sulle performance dei vostri prodotti?
Per noi fare business sostenibile significa offrire sul mercato un prodotto sicuro,
funzionale, rispettoso dell’ambiente a un
costo competitivo. In un panorama come
quello attuale di rapidi cambiamenti, la
tecnologia e l’innovazione devono permetterci di ridurre i rifiuti, massimizzare la
sicurezza e raggiungere sempre più persone
con prodotti di qualità, che permettano
una riduzione degli scarti e l’uso di materiali rinnovabili e riciclabili.
Contatto:
Stefano Bolletta
TÜV Italia Journal 35
TÜV Italia News
Certificazione TÜV Italia per la figura professionale di Privacy Officer & Consulente della Privacy:
una certificazione che ha precorso i tempi
Dopo un iter legislativo
iniziato il 25 gennaio 2012,
i paesi dell’Unione Europea
sono in attesa di una svolta
epocale relativamente alla
normativa privacy: se fino
ad oggi ogni stato membro
UE poteva legiferare localmente recependo la Direttiva 95/46/CE in materia
di protezione dei dati personali (in Italia con il
Dlgs 196/2003), il nuovo regolamento che sta
per essere emanato da Bruxelles, detterà regole
comuni, identiche, valide e applicabili in tutti i 28
paesi della Comunità Europea.
Il testo, che è già stato approvato in prima lettura
dal Parlamento Europeo il 17 marzo 2014 con 621
voti favorevoli e solo 10 voti contrari, introdurrà
importanti novità, tra le quali l’obbligo di designare un “privacy officer” per tutte le pubbliche
amministrazioni, e per le imprese che nell’arco di
12 mesi consecutivi effettuino più di 5.000 trattamenti di dati.
Questo significherà che, oltre ai circa 20.000 enti
pubblici, anche migliaia di aziende di piccole/
medie dimensioni, come ad esempio laboratori e
cliniche, che trattano però un’ingente mole di dati
personali, dovranno designare il privacy officer.
Precedendo gli eventi, con un anno di anticipo
rispetto alla proposta del nuovo Regolamento
RICHIESTA DEL MERCATO
Sviluppo schema
Richesta di certificazione
Privacy da parte della Commissione Europea,
nel 2011 TÜV Italia, attraverso il proprio centro
di valutazione TÜV Examination Institute, aveva
stretto una partnership strategica con Federprivacy, creando uno schema di certificazione “ad hoc”
per la figura professionale del Privacy Officer,
che ha già visto oltre 500 professionisti iniziare
il percorso di formazione specifica previsto per
sostenere gli esami con l’organismo di certificazione, e di questi, più di 150 hanno già ottenuto il
certificato e l’iscrizione nel registro della relativa
figura professionale. Ulteriormente avvalorata
dalla riforma delle professioni non organizzate
in ordini e collegi (Legge 4/2013), le certificazioni delle figure professionali, come quella di
Privacy Officer e Consulente della Privacy, hanno
un valore concreto sul mercato, perchè costituiscono uno strumento di misurazione oggettivo,
basato sulla norma UNI EN ISO/IEC 17024:2012,
e rappresentano quindi la miglior garanzia dell’effettivo possesso delle conoscenze, delle competenze e dei comportamenti professionali necessari per svolgere un servizio di qualità.
Se è vero infatti che una laurea in giurisprudenza
o una in informatica costituisce un ottimo biglietto da visita per candidarsi come privacy officer,
con l’entrata in vigore del nuovo regolamento
privacy europeo, ciò che conterà veramente nel
mercato del lavoro, sempre più selettivo, saranno
le credenziali e il know-how. E una carta in più,
che può rivelarsi vincente per avere maggiori
chances, è rappresentata proprio dalla certificazione di “Privacy Officer e Consulente della
Privacy “ proposta da TÜV Italia.
Il processo di certificazione per Privacy Officer
e Consulente della Privacy si basa su una prima
Processo di valutazione
Rinnovo
Analisi documentale
Contatti:
Esame di Certificazione
Nicola Bernardi, Federprivacy
Maria Fernandez, TÜV Italia TÜV Examination Institute
Mantenimento
Certificazione
(Iscrizione Registro)
36 TÜV Italia Journal
valutazione delle conoscenze e delle competenze
del professionista, necessaria per il raggiungimento della certificazione, e di ulteriori verifiche
annuali volte ad assicurare il mantenimento delle
competenze nel tempo. Questo processo è strutturato in modo da garantire a tutti i professionisti
una valutazione equa, trasparente, indipendente
ed imparziale.
Tutto il personale coinvolto nel processo di certificazione è stato preventivamente valutato e qualificato a garanzia della sua competenza. Infatti,
elementi di affidabilità dell’intero processo si
rilevano fin dalla formazione specifica, gestita
direttamente da Federprivacy, attraverso la predisposizione di un percorso formativo, condotto da
un board di docenti di primo livello qualificato
da parte di TÜV Examination Institute e accreditato da parte del Consiglio Nazionale Forense,
presso il Ministero di Grazia e Giustizia. Un ruolo
di rilevante importanza è quello ricoperto dai
commissari di esame, per i quali TÜV Examination
Institute prevede uno specifico percorso di qualifica per garantire un team di esperti con elevata
competenza tecnica, grandi capacità di valutazione delle competenze, attraverso prove di esame,
e specifiche conoscenze procedurali, necessarie
per poter condurre gli esami in maniera efficace
ed efficiente.
In attesa dell’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo, e dell’emissione di una specifica
norma tecnica da parte di UNI che definisca i
requisiti di conoscenza e competenza della figura
professionale del Privacy Officer e Consulente
della Privacy (come promuove la Legge 4/2013), lo
schema di certificazione elaborato da TÜV Italia
e Federprivacy, che vede coinvolti esperti di alto
livello riconosciuti negli ambienti “privacy”, costituisce un importante traguardo ed è garanzia di
Qualità.
TÜV Examination Institute
www.tuv.it/tei
[email protected]
TÜV Italia News
Certificazione Halal e Halal Easy per la Farmacia S. Giacomo di Roma
Per i mussulmani osservanti Halal, (lecito), è
ciò che è conforme alla legge islamica, dove il
concetto di lecito abbraccia molti ambiti della
vita quotidiana come i prodotti alimentari,
l’arredamento, l’abbigliamento, ed anche
farmaci e prodotti cosmetici. E proprio in questo
ampliarsi della certificazione Halal a nuovi settori
merceologici si colloca la certificazione di una
linea di cosmetici e di integratori prodotti dalla
Farmacia S. Giacomo di Roma, primo esempio nel
nostro paese di distribuzione di prodotti cosmetici
Halal nel canale farmacia. Oltre a questa
certificazione, la S. Giacomo ha ricevuto anche la
certificazione Halal Easy, una certificazione che
non copre gli aspetti religiosi dell’Halal, ma va
nella direzione di semplificare e dare disponibilità
di servizi ai consumatori mussulmani.
La consegna dei certificati è stata effettuata dal
Presidente dell’Associazione culturale Zayd Ibn
Thabit, con la quale TÜV Italia collabora per la
parte tecnica di queste certificazioni, presente
il Presidente di TÜV Italia Prof. Peter Schaff
(a sinistra nella foto, con al centro Abdallah
Cozzolino, presidente dell’Associazione Zayd Ibn
Thabit e il dottor Antonio Sacchetti, proprietario
della farmacia).
Contatto: Stefano Bolletta
Per PosteMobile certificazione integrata ISO 9001 e ISO 27001
PosteMobile è l’operatore di telefonia del Gruppo
Poste Italiane sul mercato dal 2007 che conta oggi
oltre 3 milioni di clienti attivi, grazie a un’offerta che
coniuga i tradizionali servizi di comunicazione mobile
di voce, dati ed SMS, con una gamma innovativa di
servizi bancari e finanziari basati sull’integrazione
della SIM con gli strumenti di pagamento BancoPosta. Il posizionamento distintivo sul mercato ha
permesso a PosteMobile di diventare leader nei
Remote Finacial Service, con oltre un milione di
utilizzatori. La tecnologia sviluppata internamente
per questi servizi ha ottenuto il brevetto internazio-
nale dall’European Patent Organization di Monaco
di Baviera. Innovare e creare sinergie sono caratteristiche dell’azienda, e la certificazione integrata
ISO 9001 e ISO 27001 per i servizi di Rete Fissa, è
un esempio delle capacità dell’azienda di applicarle
anche ai suoi processi di gestione interna. Questa
doppia certificazione, il cui certificato è stato consegnato all’Amministratore Delegato di PosteMobile
Roberto Giacchi dall’AD di TÜV Italia Ettore Favia
(nella foto, a destra) nel corso di una breve cerimonia
il dicembre scorso, è il primo passo di un percorso
certificativo completo di processi, infrastrutture e
strumenti della Rete Fissa di PosteMobile mirato ad
aumentare l’efficacia e l’efficienza dei servizi.
Contatto: Stefano Bolletta
Il Comando Generale delle Capitanerie di Porto certificato ISO 9001
Incrociamo le sue motovedette nelle nostre uscite in barca da diportisti mentre sorvegliano le coste, ma
questa è solo una delle attività della Guardia Costiera italiana, forza militare della Marina il cui obiettivo
è garantire una navigazione per scopi civili sicura attraverso le coste ed i porti italiani. In occasione del
convegno “Le Capitanerie: confronto con lo shipping nazionale” tenutosi a Roma lo scorso autunno, Ettore
Favia, Amministratore Delegato di TÜV Italia, ha consegnato al Comandante Generale delle Capitanerie di
Porto il certificato ISO 9001, che comprende il Comando Generale del 6° Reparto “Pianificazione e sviluppo
del Servizio” e 54 sedi di Capitanerie di Porto, di cui 15 con funzione di Direzioni Marittime, strutture che
complessivamente raggiungono i 420 addetti. La certificazione riguarda i processi ispettivi e di certificazione delle navi e del personale marittimo in base alle convenzioni internazionali in materia di sicurezza della
navigazione, prevenzione di disastri ambientali e salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS, STCW,
convenzione Tonnage, ecc.). In dettaglio, l’attività ispettiva sulle navi prevede il rilascio di 26 diversi tipi di
certificati di sicurezza e di conformità per navi passeggeri e da carico battenti bandiera italiana. La certificazione STCW del personale marittimo permette ai lavoratori del settore di vedere riconosciuta in ambito
internazionale la propria figura professionale. L’ottenimento di questa certificazione arricchisce il ruolo della
Guardia Costiera italiana nell’ambito dell’EMSA, l’Agenzia europea per la sicurezza marittima istituita dal
Regolamento CE 1406/2002, per armonizzare le normative comunitarie sul trasporto marittimo, e per gestire
eventuali danni ambientali dovuti ad incidenti con fuoriuscite di greggio.
Ettore Favia, AD di TÜV Italia, a destra nella foto,
consegna il certificato al Comandante Generale delle
Capitanerie di Porto, Amm. CP Felicio Angrisano
Contatto: Stefano Bolletta
TÜV Italia Journal 37
Le attività di TÜV SÜD
Da un film a un progetto
È il momento del cambio di turno delle guardie che sorvegliano sulla
sicurezza degli edifici: presto, i robot potrebbero sostituirli durante le
ore notturne, vegliando al loro posto sugli impianti, come abbiamo
visto nel film “Avatar” di James Cameron.
Le guardie che proteggono la nostra sicurezza sono specialisti molto
richiesti. “Ne assumiamo circa 100.000 ogni anno” dice Alf Göransson,
a capo di Securitas, un gruppo internazionale specializzato nella
protezione di beni e persone. Ma questi professionisti hanno un turn
over molto elevato, in Europa è intorno al 28%, negli USA al 44%, quindi
figure che devono essere frequentemente rimpiazzate, in particolare
quelli che sorvegliano sulla sicurezza degli edifici, ed è facile capire il
motivo. Chi ha voglia di lavorare sempre di notte, mettendo a rischio
la propria vita?
Questo è un lavoro per “Ava”. Ma “Ava” è ancora in fase di costruzione.
Infatti questa guardia del futuro è un robot che rileva a distanza le
presenze, un sistema che lavora azionato da remoto, così come le
guardie fanno invece in loco. Di questo dispositivo ne sono già stati
prodotti alcuni prototipi. Il produttore iRobot, con sede negli USA, è
attualmente in fase di test prima di iniziare la produzione.
Un’azione che i robot con telecamere al posto degli occhi e i piedi in
laminato sanno fare già bene è orientarsi. Mentre si muovono infatti
producono automaticamente le mappe dei dintorni, così da orientarsi
nei luoghi più diversi. Possono muoversi ad una velocità massima di
5,6 km / h, ma naturalmente non sono in grado di inseguire qualcuno.
Sono in grado però di imparare a salire le scale, andare in ascensore,
aprire e chiudere le porte.
iRobot ammette che ci vorrà del tempo prima che “Ava” possa diventare
una guardia efficiente su cui poter far affidamento. Dopo tutto, anche per
i giovani neoassunti in Securitas sono necessari tre anni di formazione
prima di potersi definire specialisti per la protezione e la sicurezza.
L’International Federation of Robotics (IFR) prevede che circa 5.000
telerilevatori di presenze controllati da remoto saranno attivi già nel
2015. L’IFR prevede inoltre che i robot diventeranno sempre più simili
agli esseri umani, proprio come accade nel film di Cameron “Avatar”,
campione di incassi. “Speriamo che le somiglianze con l’uomo si
fermino all’aspetto esteriore. Non vorremmo che ad “Ava” passasse per
la testa di non voler lavorare la notte.”
Contatto: Emilia Pistone
38 TÜV Italia Journal
Le attività di TÜV SÜD
TÜV Italia Journal 39
TÜV Italia partner d'impresa
in certificazione, ispezione, testing, formazione.
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20099 Sesto San Giovanni (MI)
+ 39-02-24130-1
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SEDI INTERNAZIONALI:
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Germania
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