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Italia Italia TTÜÜVnaV l L A N R U O J jour . om ANTARA S.p.A Italo alst LC 1A 09 ##1 TG allibi‘olera, dal V a sost0en ilitaà 30 atni 30rsan Ve I ecEmAGOSTIN 165 D ##1 o“cnologia ficte ge te ariogderalla e atsulan i bin ndza raez l “gur Da la sic multicanale alla comunicazione #21 #24 #25 #31 far systems RA E e sostenibilità Hrio Ovia G chPfePrro teU li hi R e delle risorse natura Gestione responsabil traspo®rti trentino PAK silenzioso e wi-fi RA TEmT a il treno diè va in ontagn lori itore pieno Un conten # 06 # 08 E: C N A I L P N M E O T C K TEE& I C H N A C N R R A E V R O A G T S e r e t e p m o c e e r sce e r c N r e Ü p R e G l o N g E e r H SE MERO: NUns O ue deSsTba tE nfU kuQ IN die zu Caro Lettore, Nessuna teoria è giusta o sbagliata in assoluto, bensì tutte possono essere utili le implicazioni etiche connaturate all’attività di impresa sono da sempre un tema dibattuto con vigore. Diverse correnti di pensiero lo affrontano storicamente focalizzandosi, ora sull’elemento economico, ora su quello immateriale, purtroppo non trovando sempre una sintesi tra le due prospettive. Certamente la definizione di “etico”, spaziando in numerosi campi quali, ad esempio, la sostenibilità del pianeta, il rispetto delle culture e la tutela delle categorie più deboli, rende la discussione ancora più complessa ed il raggiungimento di un punto di contatto decisamente impegnativo. Non vogliamo in questo numero della rivista fornire un’opinione risolutiva in favore dell’uno o dell’altro orientamento sul tema, tantomeno vogliamo dissertare in via teorica sul concetto del ruolo sociale dell’impresa, bensì intendiamo offrire chiavi di lettura concrete che possano stimolare una riflessione più consapevole sull’argomento. In questi casi mi piace sostenere che “nessuna teoria è giusta o sbagliata in assoluto, bensì tutte possono essere utili. È una questione di prospettive”. Gli articoli che seguono riguardano infatti imprese di successo che hanno saputo coniugare gli elementi di cui sopra dimostrando che gli stessi, in molti casi, sono contrapposti solo in apparenza. Ferma restando l’importanza del rispetto di tutte le regole cosiddette “sistemiche”, si apre infatti un campo “libero” rispetto a tutto ciò che non è esplicitamente normato o regolato all’interno degli ordinamenti in cui operano e con cui interagiscono le imprese. Alcune delle storie che seguiranno possono essere lette in una chiave “cliente-centrica”. Laddove è infatti il cliente stesso a valorizzare un approccio etico del proprio fornitore (ad es. acquistando prodotti o servizi cosiddetti equosolidali 2 TÜV Italia Journal oppure a basso impatto inquinante), ecco allora che l’approccio stesso, seppur ingenerato da una volontà di profitto, sembra produrre contestualmente un risultato positivo per l’impresa, per il cliente e per il sistema nel suo complesso. È poi in tutti questi casi che il ruolo di un ente imparziale come TÜV Italia può venire in aiuto, al fine di validare quanto un’impresa dichiara verso terzi in termini di propensione etica. Si pensi ad esempio alla certificazione SA 8000®, allo svolgimento di verifiche mirate in campo su disciplinari a stampo etico presso fornitori nazionali o esteri, oppure alla validazione dei bilanci di sostenibilità ed ai sistemi di risparmio energetico. Mi auguro pertanto che le storie di successo qui presentate possano ispirare riflessioni e, perché no, progetti concreti finalizzati ad un maggiore approccio etico, capace di coniugare gli interessi di tutte le parti coinvolte. TÜV Italia sarà a vostra disposizione anche per questo. Ettore Favia Amministratore Delegato TÜV Italia Indice TÜV Italia Journal #8 FOCUS NEWS #04 Il valore aggiunto della compliance #06 Il ruolo della compliance nel #22 La sicurezza alimentare: una business del Gruppo TÜV SÜD #22 #09 Alcantara S.p.A.: versatilità sostenibile #22 #16 De Agostini: dal “grande atlante gegrafico“ alla comunicazione multicanale #24 Gruppo Hera: gestione responsabile delle risorse naturali #31 Tetra Pak ® : un contenitore pieno di valori #23 #23 #23 #37 EDITORE E PROPRIETARIO: TÜV Italia Srl Via G. Carducci, 125 pal. 23 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) DIRETTORE RESPONSABILE: Emilia Pistone - TÜV Italia Srl La parola a .. .. TUV SUD #38 Da un film a un progetto questione di “etichetta“ Consegnato a Florim Ceramiche il certificato ISO 50001 Il laboratorio TÜV Italia di Scarmagno ottiene l’estensione del proprio scopo CBTL Bytest sviluppa T.A.U.R.U.S Il metodo HIC (Head Injury Criterion), per una maggior sicurezza dei bambini nei parchi gioco 18 ottobre 2013: un appuntamento A TU per TÜV Il Comando Generale delle Capitanerie di Porto certificato ISO 9001 REDAZIONE E IMPAGINAZIONE: TÜV Italia Srl Via G. Carducci, 125 pal. 23 - 20099 Sesto San Giovanni (MI) Supervisione generale: Emilia Pistone. Copie, inclusi gli estratti, solo su concessione dell’editore. IMMAGINI: iStock (6), TÜV Italia (22, 23, 37), Illustration LULU (38, 39) - Copertina: Dreamstime TIPOGRAFIA: Gam Edit Srl - Via Aldo Moro, 8 - 24035 Curno (BG) TÜV Italia Journal 3 FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere Il valore aggiunto della compliance Rispettare le regole per creare valore. Il punto di vista di Ottorino Pomilio, Governance Manager di TÜV Italia Quando in azienda si fa cenno alla Compliance, la prima reazione è: ma non ci bastano tutte le regole che dobbiamo seguire? Mettendo da parte atteggiamenti istintivi, occorre sfatare qualche luogo comune sull’argomento, facendo chiarezza. Per affrontare la questione è necessario inquadrare il contesto in cui si colloca, basilare se si vuole comprendere appieno il fenomeno che, nel mondo occidentale, è rappresentato dalla volontà di chi ha la responsabilità di indirizzare le scelte strategiche in ambito economico, di offrire pari opportunità a qualunque organizzazione desideri competere nel mercato. Per le aziende queste condizioni si ottengono dall’applicazione di “regole del gioco” condivise da tutte le parti interessate, regole che hanno come obiettivo di permettere a tutte le organizzazioni una eguale opportunità di successo. Pertanto, quando ci confrontiamo con il tema della Compliance non dobbiamo pensare solo alle normative cogenti applicabili, ma a un’ulteriore serie di norme comportamentali e deontologiche che hanno l’obiettivo di salvaguardare i valori intangibili delle aziende, come l’immagine sul mercato, il senso di appartenenza, la 4 TÜV Italia Journal cultura della prevenzione, solo per citarne alcune. Queste norme di comportamento e deontologiche costituiscono parte del valore che il mercato attribuisce alle aziende, la cui violazione può generare dei costi che possono manifestarsi in modo non prevedibile. Una prevenzione consapevole di situazioni non prevedibili, che possono trasformarsi in rischi occulti sulle performance delle aziende, necessita di una puntuale gestione dei rischi causati dalla violazione di regole definite (cogenti e/o volontarie). E proprio la gestione specifica dei rischi diviene essa stessa una regola di comportamento, che è opportuno che le organizzazioni adottino, perché sottovalutare il rischio di una violazione delle regole può portare a perdite di valore significative, spesso non immediatamente quantificabili, ma che possono avere effetti devastanti sulla continuità aziendale. I rischi della Non Compliance Abbiamo visto come le regole possono identificarsi nella legislazione applicabile, ma anche nelle regole interne aziendali e nei codici di comportamento di settore, e a questo punto iniziano altre reazioni poiché queste regole possono rallentare il business, che invece deve andare veloce, e concorrere a far perdere opportunità, oltre al fatto che non tutti i player del mercato le rispettano. Di fronte a queste posizioni, assai frequenti, è necessario porsi la domanda se il rispetto delle regole crei valore. Oggi il concetto di valore sta cambiando, non è più solo rappresentato da un aumento dei ricavi nel breve periodo, ma anche dalla puntuale previsione dei costi che rende un business sostenibile nel lungo periodo. Non prevedere un budget dei rischi, e dei costi generati da “incidenti di compliance”, significa, potenzialmente, distruggere valore, valore che deve essere invece difeso con le necessarie contromisure, che passano anche dal rispetto delle regole. Il vantaggio di questo tipo di approccio è dato proprio dalla drastica riduzione dei costi inattesi, a fronte di investimenti nelle contromisure, quindi la risposta è positiva: rispettare le regole conviene, a tutti. Infatti un “incidente di Compliance” può generare una serie di eventi negativi come: ■■costi dovuti a sanzioni economiche per le imprese e, in molti casi sanzioni penali per gli amministratori, nel caso di violazione di regole cogenti; ■■revoca di licenze, autorizzazioni e sospensione di accreditamenti. In alcuni casi la violazione di regole volontarie ha come conseguenza anche l’applicazione FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere di sanzioni pecuniarie; ■■costi dovuti a contenziosi significativi con clienti e fornitori causati dal mancato rispetto delle regole aziendali. I costi sono quantificabili, direttamente per gli eventuali risarcimenti e indirettamente in termini di clientela persa. Inoltre, per ogni incidente occorre contabilizzare anche i costi di gestione dello stesso rappresentati, per esempio, da quelli per il personale che deve gestire i rapporti con gli altri soggetti coinvolti. Non definire regole, o violarle sistematicamente, porta quindi ad un illusorio aumento di valore delle aziende, dovuto ad un effimero aumento di fatturato, anticamera di amare sorprese per tutte le parti interessate. Elenchi sommari, ma cospicui di questi casi, sono reperibili in tutte le cancellerie delle sezioni fallimentari dei tribunali. Partendo da TÜV Italia già adottato degli per assicurare, queste considerazioni, da tempo ha definito ed strumenti organizzativi per quanto possibile, il Quando in azienda si fa cenno alla Compliance la prima reazione è: ma non ci bastano tutte le regole che dobbiamo seguire? rispetto delle regole che, successivamente, sono stati resi conformi nell’ambito del programma di Compliance del gruppo TÜV SÜD. L’obiettivo è continuare ad assicurare il “valore dell’impresa” che per TÜV Italia significa presidiare il più importante assett aziendale: la reputazione del marchio. In TÜV Italia la funzione Compliance fornisce supporto affinché gli obiettivi di business vengano raggiunti minimizzando i rischi di sanzioni e di immagine, ricercando le soluzioni più efficienti per conformare le diverse esigenze ed aspettative coinvolte. Le attività della funzione di compliance si riassumono nella: d’impatto su processi e procedure; ■■proposta di modifiche organizzative e procedurali per il presidio dei rischi individuati; ■■reporting a organi di vertice e a funzioni/strutture interessate; ■■verifica dell’efficacia degli interventi organizzativi suggeriti. In TÜV Italia queste attività sono svolte a stretto contatto tra la funzione legale e la funzione Qualità/Organizzazione, con l’obiettivo di fornire alla Direzione le migliori soluzioni per la gestione delle attività nel rispetto delle regole. Contatto: Ottorino Pomilio ■■identificazione continua delle norme applicabili e la misurazione/valutazione OTTORINO POMILIO Romano, dopo la laurea in Economia entra come ufficiale nella Guardia di Finanza dove rimane qualche anno, congedandosi per iniziare una nuova attività professionale presso SOGEI/Anagrafe Tributaria, come sviluppatore software. Successivamente si trasferisce in Aeritalia, presso la Direzione Finanza e Patrimonio, partecipando alle attività per la quotazione del titolo in borsa. Nel 1987 inizia la libera professione nell’ambito della consulenza aziendale, affiancando a questa attività, dal 1987 al 2008, quella di docente di informatica presso l’Università LUISS Guido Carli di Roma. Negli anni ha modo di ampliare l’ambito delle sue competenze, partecipando allo sviluppo dei primi Sistemi di Gestione per la Qualità, esperienza che lo porta nel 1999 ad acquisire la qualifica di Auditor/Lead Auditor per attività di III parte, da principio per lo schema ISO 9001, successivamente per gli schemi ISO 27001, ISO 20000/1 e BS OHSAS 18001. Dal 2004 svolge attività di consulenza in ambito D.lgs. 231/01, inizialmente conducendo audit interni per conto di P&G Italia, successivamente anche per altre aziende, sviluppando i Modelli di Organizzazione Gestione e Controllo, ricoprendo il ruolo di membro di Organismi di Vigilanza. Dal 2011 è Governance Manager di TÜV Italia, continuando a dedicarsi ad attività formative in ambito di Sistemi di Gestione, Risk Managent, Compliance Aziendale. TÜV Italia Journal 5 FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere Il ruolo della Compliance nel business del Gruppo TÜV SÜD Marina Colapenna, Local Compliance Officer di TÜV Italia, spiega l’impegno di TÜV SÜD e delle sue subsidiary per garantire, oltre all’eccellenza tecnica, l’osservanza delle normative relative alle attività svolte. La Compliance nasce, si sviluppa e diventa obbligatoria in ambiti economico/ finanziari, in organizzazioni come banche ed assicurazioni, ma oggi anche grandi gruppi industriali, aziende multinazionali, e non solo, ne hanno compreso l’importanza e la necessità come strumento organizzativo per prevenire rischi legali e reputazionali legati alla non conformità rispetto all’attività svolta. TÜV SÜD rientra in questo gruppo di aziende: può spiegare ai nostri lettori come è organizzata la compliance al suo interno e quali sono gli impegni che il Gruppo si assume verso di essa? “Una condotta etica, responsabile e rispettosa delle regole, aggiunge valore ai nostri clienti”, questo è il motto che ci accompagna nel nostro agire quotidiano. TÜV SÜD Compliance Programme è il progetto avviato dalla nostra Casa Madre nel 2008, coinvolgendo tutto il gruppo nel mondo, con lo scopo di rafforzare a livello globale la cultura di un business sostenibile, garantendo cioè, accanto all’eccellenza tecnica, anche l’osservanza delle normative riguardanti l’attività svolta, in particolare le relazioni con i clienti, assicurando loro indipendenza, 6 TÜV Italia Journal FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere integrità e trasparenza, a tutela dei clienti, dell’immagine e reputazione del Gruppo, del nostro marchio e delle nostre persone. Un primo significativo traguardo del Compliance Programme è stato raggiunto nel 2009 con la pubblicazione del Codice Etico di Gruppo. Per garantire la Compliance e la corretta applicazione delle regole e i principi etici in tutto il Gruppo, è stata implementata un’organizzazione dedicata, centralizzata presso casa madre, ove le funzioni di Compliance hanno assunto un ruolo fondamentale di supporto alle attività di Business. Questa organizzazione è stata successivamente rafforzata e ampliata all’inizio del 2012 allo scopo di presidiare tutte le aree geografiche del Gruppo e garantire un collegamento tra i paesi, le società e le divisioni di business di TÜV SÜD da una parte, e la funzione Compliance dall’altra, assicurando così omogeneità di comportamenti etici e di misure preventive. Infatti, una sempre più crescente complessità e diversità del business nelle aree del mondo, hanno necessariamente richiesto una revisione della struttura e degli strumenti di monitoraggio e di vigilanza. Questa nuova struttura ha a capo un Chief Compliance Officer, con fondamentali compiti d implementazione e monitoraggio del sistema di Compliance, oltre che di reporting annuale, un Global Compliance Officer con compiti di coordinamento del Programma Compliance all’interno del Gruppo, comprese la definizione di specifiche procedure e continue attività di formazione, e altre figure di Compliance Officer nei differenti paesi e società. Nell’ottobre del 2013 è stato aggiornato il Codice Etico del Gruppo. Il documento ha assunto anche una nuova e dinamica veste estetica che consente una immediata comprensione dei suoi principi e valori. Lo si può visionare nel sito di TÜV SÜD (www. tuv-sud.com) e nella versione italiana nel sito del nostro ente e delle nostre altre società controllate, Bytest e pH. Il gruppo TÜV SÜD, negli anni, si è imposto come player globale nel suo settore di attività, acquisendo una mentalità ed un approccio multinazionale, e come tale le regole messe a punto dalla casa madre valgono anche per le sue subsidiary. Con questa premessa, ci illustra come si declina la compliance in TÜV Italia? Come accennato in precedenza, nel 2012 ha preso corpo una nuova organizzazione operativa che ha coinvolto anche le società controllate del Gruppo con la nomina dei Local Compliance Officer. Brevemente, il compito del LCO è quello di garantire all’interno della subsidiary il rispetto degli principi e i requisiti sottesi alle normative citate sono simili. Anzi, in certi casi la normativa nazionale in qualche modo si può definire “inclusiva” delle regole stabilite dal Compliance Programme di Casa Madre. Inoltre, in Italia il Dlgs 231/01, che disciplina la Responsabilità Amministrativa delle Persone Giuridiche, richiede di attuare misure preventive per diverse possibili violazioni di norme cogenti, tutte comunque riconducibili ai principi di base del Codice Etico di Una sempre più crescente complessità e diversità del business nelle aree del mondo, hanno necessariamente richiesto una revisione della struttura e degli strumenti di monitoraggio e di vigilanza. standards di compliance e la diffusione della conoscenza del Codice Etico a tutte le parti interessate, coordinandosi con il Global Compliance Officer per assicurare l’applicazione delle linee guida e procedure di casa madre, di interfacciarsi con le Business Units nazionali, ed essere il riferimento per tutto il personale dipendente in ambito Compliance, anche per quanto attiene eventuali segnalazioni di violazione del Codice Etico e/o di potenziali rischi di danni reputazionali per l’ente e quindi per il gruppo. Certamente l’LCO deve prendersi cura, prima di tutto, degli aspetti legati alle normative cogenti nazionali, pertanto occorre saper coniugare le procedure del Gruppo con i requisiti legislativi locali. Sintetizzando, compliance vuol dire rispetto di regole, norme, leggi etc. e questo per TÜV Italia si applica, sia al rispetto di specifiche normative nazionali in riferimento a privacy, salute & sicurezza, che a responsabilità amministrative delle società e a quelle internazionali di gruppo. Guardando alla sua attività quotidiana come, e su quali basi, è possibile gestire entrambe? La gestione congiunta di tali aspetti è possibile grazie al fatto che, in ogni caso, i Gruppo, che di fatto è uno strumento che agevola la gestione di tale coordinamento. TÜV Italia ha adempiuto sin dal 2007 al suddetto Decreto e l’esperienza accumulata ha permesso di adeguarsi senza troppi sforzi al programma di Casa Madre. Dal suo punto di vista e dalla sua esperienza, ritiene che l’aumento delle regolamentazioni alle quali le aziende sono oggi chiamate a rispondere, rischia di rallentare i processi decisionali? In base all’esperienza acquisita in quasi due anni nel ruolo di Local Compliance Officer, il presunto “rallentamento” vi è stato all’inizio dell’applicazione, più per far comprendere realmente il significato dello stesso. La necessità di assicurare la tempestività dei processi di business ha comportato la scelta di apportare delle modifiche ai sistemi decisionali e di delega che, in sintesi, non hanno avuto impatti negativi sul business e contemporaneamente aumentato la consapevolezza di tutti i soggetti coinvolti. Inoltre l’applicazione di tali misure diviene uno strumento di tutela per i dipendenti del Gruppo. Più regole ma anche maggior tutela per i dipendenti ed i clienti TÜV Italia. Quali ritiene siano i vantaggi più evidenti di TÜV Italia Journal 7 FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere cui i clienti dell’ente godono con questo approccio strutturato alla compliance? Per i clienti il beneficio diretto è legato alla “certezza che aggiunge valore”. La certezza è data anche dal rispetto delle regole e dalla riduzione di tutti i rischi di compliance. Al concetto di compliance si associa quello di etica dei comportamenti, spesso regolati da codici o principi deontologici. TÜV Italia lavora secondo un codice etico, il cui impianto deriva da quello messo a punto dalla casa madre, con l’aggiunta di elementi specifici, disponibile per tutti sul sito web dell’ente. Può dare ai nostri lettori un suo commento su questo documento, e una sua valutazione circa la direzione verso cui si indirizzeranno i prossimi passi del Gruppo TÜV SÜD in questo specifico e delicato ambito? Come ho anticipato, l’ultima versione del Codice Etico del Gruppo è stato recepito, tradotto e diffuso all’inizio del 2014. Il Codice Etico si basa su di una serie di principi etici di validità assoluta ed è stato concepito per agevolarne la diffusione. Infatti, oltre la veste grafica accattivante, il contenuto è di semplice comprensione con numerosi esempi destinati ai lettori. In Italia abbiamo predisposto due versioni, una per i dipendenti, pubblicata sulla intranet nazionale, che riporta i riferimenti ai link intranet di casa madre delle procedure operative applicabili, ed una versione disponibile a tutte le altre parti interessate, pubblicata sui siti pubblici www.tuv.it, www.bytest.it e www. tuv.it/ph. Circa le evoluzioni future posso anticipare i seguenti obiettivi: attività di formazione a tutti i livelli di ruoli e responsabilità, attività di audit da parte di Casa Madre in ambito Compliance, continuo aggiornamento delle procedure. In ogni caso è un progetto che progredirà nel tempo, anche in funzione delle evoluzioni normative e dei nuovi servizi forniti dalle nostre società. Contatto: Marina Colapenna MARINA COLAPENNA Dopo la Laurea in Giurisprudenza con specializzazione nelle discipline del diritto del lavoro, inizia la sua esperienza lavorativa presso un’azienda di outplacement, nel settore human resources, dove ha modo di sviluppare le sue capacità comunicative e relazionali. Trascorre poi alcuni anni di praticantato in uno studio legale, specializzandosi in discipline di diritto civile e contrattualistica, frequentando nel frattempo un Master come giurista di impresa. Successivamente lavora in un piccolo Ente di certificazione come responsabile dei servizi formativi, entrando così in contatto con il mondo della certificazione, delle norme ISO e delle organizzazioni delle società clienti. In TÜV Italia entra nel 2002 con il compito di avviare l’ufficio legale della società, approfondendo le proprie conoscenze e competenze nell’ambito del diritto, anche commerciale, e implementando procedure dedicate. Successivamente assume anche la responsabilità delle Risorse Umane, mettendo così a frutto i propri studi in ambito del diritto del lavoro e ampliando le conoscenze e competenze nel settore, e per approfondirle frequenta un Master per HR Specialist. È membro interno dell’Organismo di Vigilanza dell’ente, ai sensi del D.lgs. 231/01 e collabora all’implementazione del Modello di organizzazione e gestione di TÜV Italia e del Codice etico, secondo le Linee Guida compliance di casa madre. Attualmente ricopre anche il ruolo di Local Compliance Officer di TÜV Italia, e di Bytest e pH, le due società acquisite dal gruppo negli ultimi due anni. 8 TÜV Italia Journal FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere Alcantara: versatilità sostenibile Alcantara vuole essere un modello di stile contemporaneo che unisce ricerca, funzionalità ed emozione del bello nel rispetto di etica e ambiente. Andrea Boragno, Amministratore Delegato dell’azienda, ci parla delle strategie adottate per esserlo. P er Alcantara S.p.A. l’identificazione tra azienda e prodotto è totale. Alcantara è un brevetto giapponese della Toray Industries del ‘70, ma l'intuizione di svilupparlo commercialmente è stato di ENI, azionista di maggioranza della società fino al 1995. La storia dell’azienda si snoda in un periodo di cambiamenti, ed anche il prodotto, negli stessi anni, ha rivoluzionato il mercato dei materiali da rivestimento dove si colloca, creando di fatto una nuova categoria di prodotto. Ci racconta i passaggi più significativi della storia aziendale che hanno accompagnato lo straordinario sviluppo del prodotto Alcantara? Il materiale Alcantara fu inventato all’inizio degli anni ‘70 come prodotto per l’abbigliamento, allo scopo di soddisfare TÜV Italia Journal 9 FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere 10 TÜV Italia Journal un’esigenza specifica del settore: l’assenza di alternative tra il mondo della pelle (in quegli anni stava prendendo forma in tutto il mondo il movimento animalista) e il mondo dei tessuti. Nato essenzialmente per l’industria della moda, grazie alle sue straordinarie proprietà estetiche, funzionali e sensoriali, il materiale ha poi trovato impiego anche in altri settori, fino a rappresentare oggi uno dei materiali più preziosi e versatili, adatti a qualsiasi applicazione. Di fatto, l’invenzione di Alcantara ha rappresentato una svolta epocale, definendo essa stessa una categoria di prodotto a sé stante e aprendo al design nuove possibilità espressive. Tra le tappe più importanti della storia dell’azienda ricordiamo, nel 1994, l’istituzione del CSA (Centro Sviluppo Applicazioni), dedicato allo sviluppo in-house di soluzioni e applicazioni tecniche ad hoc; nel 1998, il raddoppio della capacità produttiva grazie ad un ingente intervento impiantistico e strutturale presso il sito di Nera Montoro; nel 2004, la collaborazione con Nokia che segna l’ingresso di Alcantara nelle applicazioni consumer-electronics. E ancora, nel 2005, la nascita dell’Ufficio Stile presso la sede di Milano e l’impegno in materia di sostenibilità, che nel 2009 ha portato l’azienda ad avviare un’importante attività di revisione e ammodernamento dei propri processi che dimezza le emissioni di CO2 e che porterà Alcantara ad essere tra le prime realtà in Europa ad ottenere la certificazione di Carbon Neutrality (dalla culla al cancello). Nel 2010 viene redatto il primo bilancio di sostenibilità e l’azienda avvia un intenso processo di globalizzazione sbarcando sui mercati USA, Cina e Giappone, nel 2011 la Carbon Neutrality viene estesa fino a comprendere l’intero ciclo di vita del prodotto, incluse le fasi di uso e smaltimento (dalla culla alla tomba) e le emissioni delle attività corporate. Nel 2013 entra in funzione il nuovissimo impianto di cogenerazione ad Alto Rendimento, installato all’interno del sito produttivo, e nasce A’alcantara, la prima collezione di borse e accessori hi-tech made by Alcantara. Sempre nel 2013 l’azienda rafforza la propria presenza nel settore dell’elettronica di consumo attraverso le prestigiose collaborazioni con grandi player quali Sennheiser e Leica, e sviluppando una propria linea di accessori hi-tech da metà dicembre in vendita negli Apple Store degli Stati Uniti. Né pelle, né tessuto: Alcantara è una sintesi unica tra tecnologia da una parte, e tradizione e artigianalità italiana dall’altra. Prodotto totalmente in Italia valorizzando lavorazioni locali, Alcantara è versatile, resistente, confortevole e sensoriale, e per queste sue caratteristiche è utilizzato in più settori. Quali sono i vostri mercati consolidati di riferimento e quelli più recenti e innovativi su cui puntate per sviluppare nuove aree di utilizzo? Ciò che caratterizza Alcantara è la sintesi perfetta tra alta tecnologia e artigianalità. Grazie all’intrinseca versatilità del materiale, nel corso degli anni l’azienda ha sviluppato un ampio portfolio di brand globali che scelgono Alcantara per dare maggior valore alle proprie creazioni nei settori dell’automotive (il più importante, vale circa il 60% del fatturato globale), dell’elettronica di consumo - che è maggiormente cresciuto negli ultimi anni – fashion e accessori, interior design, nautica e aviation. Oltre al consolidato mercato Europeo, con particolare focus sulla Germania e la Francia, negli ultimi anni Alcantara ha rafforzato la propria presenza a livello globale soprattutto in Cina, Giappone e Stati Uniti. Per Alcantara S.p.A. il settore Automotive, in particolare quello dell’alto di gamma dove le eccellenze si fondono, è strategico. Cosa richiedono i grandi marchi del settore vostri clienti, quali sono le aree su cui avete lavorato per soddisfarli e fidelizzarli e come in questo impegno vi ha supportato la certificazione ISO TS 16949 che avete con TÜV Italia? Nel corso degli anni l’esperienza automobilistica si è evoluta fino a comprendere una moltitudine di ingredienti: piacere, divertimento, sport, viaggio e, naturalmente, sicurezza. TÜV Italia Journal 11 FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere In questo contesto, Alcantara è riuscita ad affermarsi come partner ideale per trasformare gli interni delle auto in ambienti esclusivi e confortevoli, garantendo sempre la massima conformità ai più rigidi standard di settore. Per questo collaboriamo da tempo con le più prestigiose case automobilistiche di tutto il mondo, aggiungendo ulteriore valore alle vetture più iconiche di sempre. Alcantara è in grado di soddisfare le esigenze di ogni car maker, da chi richiede un interno lussuoso a chi punta sul grip e la sportività, sviluppando soluzioni su misura per ogni esigenza: colori e lavorazioni speciali, kit per sedute, materiali ampi abbastanza da ricoprire il padiglione dei SUV di ultima generazione, e molto altro. La certificazione ISO TS 16949 è fondamentale per lavorare in questo settore. Alcantara è versatile, moderno, flessibile così da poter creare nuove fantasie, nuovi colori, nuovi effetti, un materiale che proprio per le sue caratteristiche intrinseche attrae interior e fashion designer, target di vostro interesse così come i loro settori di riferimento: l’arredo e la moda, ambasciatori del made in Italy nel mondo. La collaborazione con questi professionisti, esigenti e imprevedibili è una sfida impegnativa che vi ha permesso però di creare nuovi prodotti e nuove 12 TÜV Italia Journal applicazioni che vi hanno aperto altre opportunità di business nei settori contract e nautica per quanto riguarda l’arredo, quello della moda, e con la linea A’alcantara quello degli accessori di alta gamma. Oltre alla cultura dell’eccellenza che è nel DNA di Alcantara S.p.A., e non limitata alle performance di prodotto, quale il valore aggiunto che le aziende di questi settori trovano nella vostra organizzazione? Frutto di una tecnologia unica e proprietaria, Alcantara è un materiale di avanguardia assoluta, capace di garantire prestazioni estetiche, tecniche e sensoriali che nessun altro è in grado di offrire. Ottenuta attraverso un sofisticato processo industriale che non conosce rivali - la ricetta è tutt’oggi segreta - Alcantara incarna il nuovo paradigma del lifestyle contemporaneo, proprio di chi ricerca, nei prodotti che usa ogni giorno, oltre alla funzionalità, anche l’emozione del bello, nel rispetto dell’etica e dell’ambiente. In sintesi, Alcantara è bella da vedere, piacevole al tatto (morbidezza e comfort sono impareggiabili), leggera, resistente e durevole, oltre ad essere certificata 100% Carbon Neutral. Alcantara è inoltre estremamente versatile, potendo plasmarsi in un numero infinito di espressioni e linguaggi. Il materiale può infatti essere prodotto in innumerevoli varianti che, pur condividendo la stessa tecnologia di base, si declinano secondo diverse combinazioni in termini di colori, spessori (da un minimo di 0,4 ad un massimo di 1,2 mm), proprietà tecniche quali idrorepellenza, ignifugazione, traspirabilità e molte altre, e lavorazioni superficiali – a titolo di esempio citiamo stampa, goffratura, ricamo, elettrosaldatura e molte altre. Alcantara S.p.A., con l’obiettivo di aprirsi a nuovi mercati, da qualche anno ha iniziato a collaborare con le principali aziende produttrici di elettronica di consumo come audio, video, foto, telefonia mobile, dove il prodotto Alcantara conferisce ulteriore personalità a questi oggetti, caratterizzati da elevate funzionalità e design riconoscibile. Quali ritenete siano le potenzialità di sviluppo di Alcantara S.p.A. in questo settore, quali gli aspetti organizzativi da tenere sotto controllo per rispondere alle richieste di questa tipologia di clienti, quali le caratteristiche del prodotto Alcantara premianti? Il settore dell’elettronica di consumo è strategico per l’azienda, che negli anni si è consolidata come il partner di punta dei maggiori produttori di device elettronici per la progettazione e la realizzazione dei relativi accessori. Cover per smartphone, custodie per tablet FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere e borse di ogni tipo, rivestiti in preziosa Alcantara, si fanno portavoce di uno stile contemporaneo e straordinario. In questo contesto, e a conferma del grande apprezzamento per le capacità tecnicostilistiche dell’azienda, sempre più spesso Alcantara viene incaricata della gestione completa del progetto, dalla fase di disegno e progettazione fino alla distribuzione dei prodotti. Alcantara è infatti in grado di fornire una consulenza stilistica estremamente qualificata sull’applicazione del materiale, oltre a disegnare e realizzare in-house veri e propri prodotti finiti. le avanguardie del mondo del design, che sanno interpretare e valorizzare al meglio il nostro materiale. Lavoriamo a livello globale con le eccellenze del mondo auto, interior, fashion e consumer electronics, con un approccio che è sia su richiesta del cliente che su nostra proposta, grazie al lavoro costante dell’Ufficio Stile e del Centro Sviluppo Applicazioni, entrambi interni all’azienda. Inoltre, siamo fieramente Carbon Neutral e l’attenzione alla sostenibilità per noi non è solo un impegno concreto ma un vero e proprio vantaggio competitivo rispetto ad altre aziende. Prodotto e strategia aziendale sono uno il risultato dell’altra. Quali sono i pilastri della strategia aziendale di Alcantara S.p.A., le tematiche fondanti e come queste si sono evolute nel tempo? Business & sostenibilità è, sintetizzando, il modello di riferimento per Alcantara S.p.A. di fare impresa. Quali gli obiettivi che vi siete dati, quali i risultati che avete raggiunto e quali le difficoltà incontrate? Tecnologia e artigianalità. Sono questi gli ingredienti fondamentali alla base del successo di Alcantara nel mondo e attraverso innumerevoli settori industriali. Qualità, innovazione e cura per i dettagli sono per noi un vero e proprio chiodo fisso. Non a caso, infatti, ogni singolo metro di Alcantara nasce nel cuore dell’Italia, dal nostro avanzatissimo e unico stabilimento produttivo situato sulle colline umbre. Oltre al Made in Italy, da sempre puntiamo sulla relazione privilegiata che nel corso degli anni abbiamo stabilito con Il nostro impegno per la sostenibilità è un ideale concreto che traduciamo in fatti. Dal 2009 redigiamo ogni anno il Bilancio di Sostenibilità, sottoponendolo alla scrupolosa verifica e certificazione da parte di TÜV Italia. Un atto di trasparenza che racchiude tutte le nostre iniziative e azioni a favore della salvaguardia dell’ambiente e delle persone. Ogni giorno infatti mettiamo in pratica misure aziendali per ridurre e compensare tutte le emissioni di CO2 derivanti dalle nostre attività, impegnandoci quotidianamente in modo attivo per garantire una produzione Carbon Neutral al 100%. E adottiamo le più attente norme di sicurezza, salute e responsabilità sociale, rispettando quelle obbligatorie e conformandoci anche a quelle non obbligatorie. Tra le prime realtà in Europa, Alcantara ha tagliato l’ambizioso traguardo della Carbon Neutrality già nel 2009. All’epoca i confini della rendicontazione facevano riferimento all’intera filiera produttiva, secondo il noto criterio “dalla culla al cancello” (from cradle to gate): la Carbon Neutrality certificava quindi che l’intero ciclo produttivo di Alcantara, dalle materie prime fino alla consegna del prodotto ai clienti, aveva un bilancio netto di emissioni di CO2 pari a zero. Nel 2011 abbiamo aggiunto un ulteriore tassello al nostro impegno con l’ambiente, estendendo il perimetro di rendicontazione all’intero ciclo di vita del prodotto, secondo il criterio “dalla culla alla tomba” (from cradle to grave). Dal 2011, quindi, la Carbon Neutrality di Alcantara è totale, includendo non soltanto il processo produttivo, ma anche le fasi di uso e smaltimento del prodotto stesso, e tutte le emissioni legate alle attività corporate dell’azienda. L’obiettivo della Carbon Neutrality, che ha richiesto sforzi ingenti a tutta l’azienda, è stato raggiunto grazie all’implementazione coordinata di una serie di azioni mirate: misurazione scrupolosa dell’apporto TÜV Italia Journal 13 FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere complessivo di CO2; drastica riduzione delle emissioni di CO2 (grazie alle misure intraprese in termini di ammodernamento del parco macchine, razionalizzazione dei processi, migliorie agli equipaggiamenti tecnici, approvvigionamento energetico e trattamento delle acque di scarico, Alcantara è riuscita a ridurre del 49% le proprie emissioni di CO2); compensazione delle emissioni residue attraverso l’adesione al programma internazionale di compensazione coordinato dall’ONU. Tra gli interventi più significativi ricordiamo nel 2008 la conversione dell’approvvigionamento energetico ad una fornitura di energia da sole fonti rinnovabili (attraverso il sistema REC), nel 2010 l’installazione di un avanzato sistema di fito-trattamento a valle dell’impianto produttivo, al fine di ridurre in modo naturale il trasferimento dei fanghi della discarica all’esterno dello stabilimento, dal 1° gennaio 2013 l’entrata in funzione della centrale di cogenerazione ad Alto Rendimento installata all’interno dello stabilimento produttivo. Progettato da Cofely, questo avanzato sistema consente di ottenere l’energia termica come sottoprodotto dell’energia elettrica, riducendo gli sprechi e le emissioni di CO2. Senza dimenticare che, nonostante gli incrementi dei volumi produttivi, il calo nel prelievo di acqua dall’ambiente circostante è continuo, grazie alle ottimizzazioni raggiunte dal Centro R&D. 14 TÜV Italia Journal Il Bilancio di Sostenibilità di Alcantara S.p.A., che TÜV Italia ha verificato, è un resoconto molto dettagliato delle attività aziendali. Quali sono gli strumenti che vi hanno aiutato nell’essere trasparenti con i vostri stakeholder, e quali i target che desiderate raggiungere? Alcantara redige il proprio Bilancio di Sostenibilità dal 2009: l’attività, che vede coinvolte tutte le strutture aziendali nella sua stesura, ha sviluppato in tutte le persone un forte spirito di motivazione e di coerenza con quanto riportato. La sostenibilità, nella nostra azienda, è diventata un vero e proprio modo di essere e pertanto non si pone – né mai si è posto - un problema di trasparenza verso gli stakeholder. Alcantara S.p.A. negli anni ha sviluppato un percorso di gestione responsabile a 360° delle attività, dotandosi di sistemi di gestione certificati che coprono qualità, ambiente, sicurezza, responsabilità sociale, oltre all’inventario dei Gas Serra e la compensazione delle emissioni residue. Spiega ai nostri lettori come queste certificazioni vi hanno permesso di maturare, sia in relazione alla compliance dell’organizzazione che allo stimolo verso il miglioramento continuo, oltre la semplice conformità? Essere sostenibili non è una mera dichia- razione: essere sostenibili significa essere tali nei propri comportamenti quotidiani. Per Alcantara il Bilancio di Sostenibilità rappresenta il culmine di una cultura e di un approccio mentale condiviso, costituendo di fatto il momento in cui vengono riportati e codificati tutti nostri impegni, tra cui, in primis, le certificazioni in nostro possesso. Sottolineiamo – e non senza un certo orgoglio - che per noi questo processo è iniziato già nel 1993, con la prima certificazione UNI ISO 9001. Lo stimolo è stato sempre quello di migliorare questo percorso, ponendoci nuovi traguardi e ottenendo così numerose certificazioni, sia di prodotto che di sistema. Un’ultima domanda: come si integrano nel modello organizzativo di Alcantara S.p.A. compliance e sistemi di gestione? Alcantara si è dotata di un modello organizzativo fin dal 2005: questo modello tiene conto di tutti i processi aziendali e si integra pienamente con i sistemi gestionali dell’azienda. Contatto: Sara Brandimarti Certificazioni di sistema Norma Oggetto Ente Data primo rilascio UNI EN ISO 14001 Sistema Gestione Ambientale TÜV Italia Maggio 2000 ISO/TS 16949 Requisiti di qualità settore auto TÜV SÜD Febbraio 2004 UNI EN ISO 9001 Sistema di Gestione per la Qualità TÜV Italia Settembre 1993 SA8000® Social Accountability TÜV SÜD Ottobre 2008 UNI ISO 14064-1 Inventario Gas Serra TÜV Italia Giugno 2009 CMS Standard GHG 41 of CARBON NEUTRALITY Compensazione emissioni residue di Gas Serra TÜV SÜD Giugno 2009 BS OHSAS 18001 Sistema di Gestione per la Salute e Sicurezza sul lavoro TÜV Italia Ottobre 2012 Certificazioni di prodotto Certificazione Settore Nautica: Certificazione IMO MED secondo le Direttive Europee 2002/75/CE e 96/98/CE (valida per singoli brand/famiglie) Settore Contract: Certificazione per Prodotti da costruzione CPD secondo la Direttiva Europea 89/106/CE (valida per singoli brand/famiglie) Oeko-Tex Standard 100 (valida per singoli brand/famiglie) Validità Ottenuta e mantenuta a partire dal 2000 Ottenuta a partire dal 2011 ANDREA BORAGNO La sua carriera lavorativa matura, dopo la laurea in Ingegneria Chimica all’Università di Genova ed un MBA in Bocconi, in posizioni di crescente responsablità in aree che spaziano dallo Strategic Planning alla finanza, dalle vendite al marketing in diverse società tra le quali Pirelli, Montefibre, Himont e Montedison. È stato Presidente e AD di Toray Ultrasuede America Inc., società con sede a New York, operante nel settore della moda e del design prima di entrare nel 2004 in Alcantara S.p.A. come Amministratore Delegato, diventandone nel 2006 anche Presidente, ruoli che ancor oggi ricopre. A queste cariche affianca, dal 2007, anche quella di Senior Director per la Toray Industries Inc. Ispiratore delle scelte strategiche di Alcantara S.p.A., l’ng. Boragno crede fortemente nel concetto contemporaneo di “beauty everyday”, a significare che la bellezza è il risultato della combinazione di una serie di fattori - estetica, piacere sensoriale e tecnologia - nel rispetto dei valori sociali e ambientali ed è un bene di cui fruire in ogni singolo momento della propria vita e giornata. Ottenuta e mantenuta a partire dal 1995 TÜV Italia Journal 15 FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere De Agostini: dal “Grande Atlante Geografico” alla comunicazione multicanale Il rinnovamento e gli impegni del gruppo novarese nei diversi mercati di riferimento, rimanendo fedele ai principi dell’imprenditoria familiare. Ce ne parla Cesare Ferrari Ardicini, Global Operations Director di De Agostini. D e Agostini è oggi un grande gruppo con interessi in vari settori industriali e della finanza, ma soprattutto un operatore globale nella divulgazione del sapere e della conoscenza attraverso tutti i canali multimediali, con radici che risalgono ad oltre un secolo fa, quando nel 1901 l’Istituto Geografico De Agostini, dal nome del suo fondatore, pubblica “l’Atlante scolastico moderno” e successivamente il “Calendario Atlante De Agostini” conosciuto come “l’Atlantino”, un successo editoriale che rimarrà per decenni il prodotto immagine della casa editrice, posizionandola in un’area ben precisa. Da allora è passato molto tempo, insieme alla geografia sono cambiati gli strumenti per conoscere ed essere informati, le mode e le abitudini dei lettori che il gruppo De Agostini ha colto diventando un operatore internazionale leader della comunicazione multicanale. Racconta ai lettori della rivista le tappe più importanti della storia del vostro gruppo, che con le sue attività ha accompagnato anche i cambiamenti 16 TÜV Italia Journal della nostra società? L’Istituto Geografico De Agostini viene fondato a Roma, nel giugno del 1901, dal geografo Giovanni De Agostini che apre una sede di rappresentanza e di vendita, la prima vetrina col marchio De Agostini. Nel 1904 viene pubblicato il primo “Calendario Atlante De Agostini” e l’enorme successo lo rende subito il prodotto immagine della casa editrice, e tale resterà fino ai giorni nostri. Nel 2014 De Agostini ha, infatti, pubblicato l’edizione numero 110 dell’annuale Calendario Atlante. Nel 1908, l’Istituto viene trasferito a Novara, che è a tutt’oggi la sede dell’headquarter del Gruppo. Nel 1919 l’azienda è rilevata da Marco Adolfo Boroli e Cesare Angelo Rossi, che potenziano l’attività cartografica, mentre nel 1946 la società viene acquisita interamente dalla famiglia Boroli, capostipite della dinastia che ancora oggi guida il Gruppo. Con Achille Boroli prima e il fratello Adolfo poi, inizia il grande sviluppo dell’Istituto. Il lancio del primo numero dell’enciclopedia “Il Milione”, la più grande e completa enciclopedia geografica a fascicoli, nel 1959 apre l’era del cosiddetto “collezionabile”, mentre nel 1962 inizia l’attività delle vendite rateali. Dal 1985 al 1996 il Gruppo raggiunge un altissimo livello di espansione, in Italia e all’estero. L’innovazione del prodotto e della strategia di marketing, un’efficiente pianificazione pubblicitaria, lo scambio internazionale di know-how, la creazione di prodotti multimediali sono i principali fattori del successo che portano De Agostini ad essere presente in 30 paesi nel mondo. Dal 1997 Marco Drago assume la guida del Gruppo e lo porta ad ampliare le strategie di sviluppo e di investimento, attraverso la diversificazione delle attività e una ulteriore internazionalizzazione delle stesse. Dallo storico settore editoriale, cresciuto negli anni con De Agostini Editore, De Agostini Libri, De Agostini Publishing e la business unit Digital De Agostini, si entra in nuovi settori: giochi e servizi con l’acquisizione nel 2002 di Lottomatica e nel 2006 di GTech, media e communication che comprende gli inte- ressi del Gruppo nelle attività di content production, broadcasting e distribuzione di contenuti per la televisione, i nuovi media e il cinema; il settore finanziario che fa capo a DeA Capital, nata nel 2006 e attiva negli investimenti diretti e indiretti con logica di private equity e nell’alternative assets. De Agostini, da sempre aperta all’evoluzione dei mercati coniugando tradizione e innovazione, ha saputo gestire un forte processo di rinnovamento, restando ancorata ai principi fondamentali dell’imprenditoria familiare. I risultati ottenuti nei settori editoria, media e communication, giochi e servizi, e investimenti alternativi, hanno infatti reso il Gruppo una delle maggiori realtà a capitale familiare, in Italia e all’estero. De Agostini oggi è attiva in 66 paesi del mondo con ricavi pari a 5 miliari di Euro. Guardando ancora al vostro passato, il “Grande Atlante Geografico”, la cui prima edizione De Agostini pubblica nel 1922, rappresenta una rivoluzione, non solo per l’adozione di maggiori scale cartografiche, ma anche perché attraverso questa pubblicazione il nostro paese si affranca dalla dipendenza dai grandi atlanti inglesi, tedeschi e francesi. Quali sono stati i supporti forniti allora da De Agostini agli operatori per superare questa inferiorità? Quando nel 1922 uscì la prima edizione del “Grande Atlante Geografico”, il Corriere della Sera commentò così la presentazione dell’opera che venne fatta dall’Istituto Geografico De Agostini a Re Vittorio Emanuele III: “Finalmente dopo tanti anni di tributo ai grandi atlanti tedeschi, inglesi, francesi, siamo liberati da questa umiliante schiavitù”. E questa frase, secondo me, ben riassume tutte le novità introdotte con il nuovo “Grande Atlante Geografico” De Agostini. Le scale cartografiche più grandi consentirono rappresentazioni più nitide e chiare. Le pietre incise degli atlanti precedenti vennero eliminate e rifatte completamente, non essendo più suscettibili di ulteriori e radicali miglioramenti e risentendo appunto del formato ridotto e delle conseguenti scale a suo tempo stabilite. Al suo esordio l’opera aveva 102 tavole in grande formato (cm 30x49) di cui 62 fisico-politiche e ben 40 dedicate ai “cartogrammi economici”, un’importante novità che consentiva di ricostruire la rete di scambi tra le nazioni dell’epoca. Gran parte del merito del “Grande Atlante Geografico” venne attribuito alla supervisione scientifica di Mario Baratta, docente all’Università di Pavia, e di Luigi Visintin, direttore scientifico dell’Istituto. Già nel 1923 vennero inserite tavole aggiuntive, per arrivare poi alla terza edizione del 1927, che aveva come unico reale concorrente l’Atlante internazionale del Touring Club. Il “Grande Atlante Geografico” De Agostini fu però l’unica opera italiana ad entrare per la prima volta nel novero delle grandi opere internazionali, tanto che un esperto di fama mondiale come Max Eckert, sulla rivista “Geographische Zeitschrift”, constatò che era migliore dei testi tedeschi, soprattutto per l’omogeneità del progetto scientifico, per la rappresentazione cromatica e per la chiarezza tipografica. L’opera divenne così il primo “atlante di consultazione” a livello europeo. Il “Grande Atlante Geografico” offriva qualcosa di più rispetto agli altri atlanti: non era solo per la scuola, ma anche per lo studioso e per l’uomo d’affari. Non era un atlante composto soltanto di nomi di luoghi, ma informava anche sui prodotti, sul clima e sulle industrie, con innovative cartine sulle TÜV Italia Journal 17 FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere temperature e sulla vegetazione. L’opera rappresentò anche un’impresa tecnica di successo con la stampa a 14 colori, con altrettante “passate in macchina” e con un metodo di rappresentazione del terreno – il tratteggio a luce obliqua, con sovrapposizione delle tinte altimetriche – che prima di allora era stato utilizzato soltanto nel celebre Times-Atlas del Bartholomew. La tiratura di 10.000 copie dell’edizione del 1922 fu prenotata prima di andare in stampa e presto fioccarono le richieste per le edizioni all’estero. Abbiamo visto come De Agostini abbia partecipato ai cambiamenti nella divulgazione della conoscenza nella nostra società, ruolo che mantiene ancora oggi attraverso i più moderni canali di comunicazione come web, TV, social etc. Negli anni ‘60, nel settore dell’editoria si sono sviluppati due fenomeni, il collezionabile, con la pubblicazione di fascicoli dedicati a settori specifici, raccolte che diventavano volumi, e per De Agostini ricordiamo “Il Milione”, oltre alla vendita rateale di enciclopedie e libri. Il vostro gruppo ha svolto un ruolo da protagonista in entrambi, rafforzando la sua presenza sul mercato, coprendone più settori. Cosa hanno prodotto nella vostra organizzazione questi due fenomeni e che impulso hanno dato alla vostra azienda, in termini produttivi, commerciali e di marketing? Il lancio de “Il Milione” nel 1959 segnò la nascita di una nuova idea divulgativa e di un vero e proprio settore editoriale che verrà poi chiamato “collezionabile”. Forte di un modello di organizzazione editoriale, produttiva e commerciale che è iniziato con le vendite in edicola, per poi svilupparsi anche attraverso la vendita rateale, questa area di attività ha riscontrato subito un grande successo in tutto il mondo. Nel 1962, tre anni dopo l’uscita de “Il Milione” in edicola, l’Istituto Geografico De Agostini avviò l’organizzazione delle vendite rateali per raggiungere il maggior numero di famiglie italiane. L’8 marzo 1962 uscì il primo fascicolo dell’enciclopedia “Universo”, interamente a colori, un’opera che fece il giro del mondo, tradotta in undici lingue e che, dopo i passaggi in 18 TÜV Italia Journal edicola e in libreria, venne venduta anche tramite il rateale. Nel 2002 con l’acquisizione di UTET S.p.A., l’area delle Grandi Opere e della vendita rateale si ampliò ulteriormente. Da questa esperienza, che ha visto De Agostini leader nel settore collezionabile e rateale per tanti anni, il Gruppo ha avuto un notevole impulso nella crescita dei volumi di affari, nella conoscenza dei diversi target di riferimento, nella creazione di un database di contatti preziosissimo e sinergico per tutte le nostre attività editoriali, contribuendo alla ideazione di nuove strategie di marketing promozionale e commerciale. Innovazione di prodotto, acquisizioni, l’entrata in nuovi mercati hanno fatto di De Agostini un editore moderno, dinamico e internazionale, e portato il gruppo a diversificare le attività, razionalizzando la propria organizzazione, che oggi è suddivisa in quattro aree di business: De Agostini Editore, De Agostini Communications, Lottomatica GTech, DeA Capital. In quali settori operano, come si posizionano nel gruppo in termini di fatturato, quali le loro potenzialità nei rispettivi mercati? Il gruppo oggi è presente in quattro settori: editoria, media, giochi e servizi, finanza. De Agostini Editore ha responsabilità di coordinamento, di gestione strategica e operativa, in Italia e nel mondo, di tutte le realtà del settore editoriale, così organizzato: De Agostini Publishing opera nei settori Collezionabile e Direct Marketing; Editions Atlas France ed Editions Atlas Suisse sono invece attive nel settore del Direct Marketing principalmente nei Paesi di lingua francese e tedesca; De Agostini Libri coordina e gestisce le attività editoriali sul mercato italiano, focalizzandosi sulla pubblicazione di libri, guide, testi scolastici e opere geocartografiche, oltre che sul mercato “business to business”, delle vendite on line (www.deagostinilibri.it), del self-publishing e della promozione editoriale e prestazione di servizi di consulenza commerciale anche per editori terzi; Digital De Agostini è la divisione nata per rafforzare e ampliare la presenza di De Agostini sulle piattaforme digitali (televisione, online, mobile) sviluppando e gestendo property editoriali originali: tra gli obiettivi di questa divisione, lo sviluppo del “network kids” con i canali tv dedicati ai ragazzi DeAKids, DeAJunior, Super!, DeASapere e del web magazine femminile www.deabyday.tv. De Agostini Communications è attiva nel settore “media & communication” in due aree: “content production/distribution” e “broadcasting”. Nella prima area opera Zodiak Media, società di produzione e distribuzione di contenuti per la televisione e i nuovi media. Formata da 45 società internazionali attive in 18 Paesi, Zodiak Media è presente anche nella produzione di contenuti digitali per tutte le piattaforme attraverso Zodiak Active. Nell’area “broadcasting” è invece attivo Atresmedia, gruppo radio-televisivo spagnolo quotato alla Borsa di Madrid, di cui De Agostini detiene una quota di rilevanza strategica in partnership con il socio spagnolo Planeta Corporation. GTech, quotata alla Borsa di Milano, è la società leader nel mercato dei giochi e servizi. Dal 1993 Lottomatica Italia, parte del gruppo GTech, è il concessionario unico del Gioco del Lotto in Italia e delle lotterie istantanee e differite (“Gratta & Vinci”). La società ha ampliato il proprio portafoglio anche con Giochi Sportivi, Videolotterie e Scommesse a totalizzatore e offre anche servizi per gli operatori commerciali e servizi di pagamento. GTech è il più grande player mondiale nel settore lotteries, gaming e servizi, ed è uno dei principali fornitori mondiali di soluzioni tecnologiche nel gaming, incluso l’online. DeA Capital, le cui azioni sono quotate in Borsa, gestisce le attività del Gruppo De Agostini negli investimenti finanziari, in particolare nel private equity attraverso investimenti diretti e indiretti, nonché nell’alternative asset management attraverso IDeA Fimit SGR (leader italiano nel real estate asset management) e IDeA Capital Funds SGR (fondi di private equity). Tra gli investimenti finanziari, De Agostini detiene anche una quota del 2,4% in Assicurazioni Generali. Nel 2012 i ricavi netti consolidati del Gruppo De Agostini sono stati pari a 5 miliardi di Euro, così suddivisi per aree di attività: 60% giochi e servizi, 25% editoria, 13% media & communica- FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere tale e orientale, Giappone e Far East, e in America Latina attraverso la società Planeta De Agostini. De Agostini Publishing oggi è leader mondiale nel mercato dei Partworks grazie ad una lunga tradizione che si fonda sulla capacità di intercettare i gusti, le tendenze e le passioni dei clienti, su una attenta analisi dei trend di mercato e sulla capacità di innovare i nostri prodotti. La filosofia di base che presiede la produzione di ogni nostro collezionabile unisce creatività, innovazione, tecnologia digitale, attenzione al consumatore finale e studio delle caratteristiche del territorio. I nostri centri creativi di Novara, Londra e Tokyo sviluppano progetti, spesso esportabili in più paesi. L’idea creativa viene testata attraverso delle indagini qualitative, che portano poi a realizzare dei market test su base locale, seguendo un approccio molto scientifico che ci permette di calibrare il lancio di un prodotto nei diversi territori. Il successo internazionale delle collezioni è inoltre sostenuto dai nostri canali di vendita, che fondamentalmente si dividono in retail (edicole, librerie, centri commerciali) e abbonamenti (spinti soprattutto dal web e dai social media). Altrettanto importante è l’investimento nella comunicazione del prodotto: gran parte del nostro budget è ancora destinato alla tv, ma Internet (in particolar modo tramite i social network e i blog) sta diventando una leva fondamentale del marketing mix, in quanto il web dà nuove opportunità di valorizzare il brand e anche l’e-commerce costituisce uno strumento di primaria importanza. tion, 2% investimenti finanziari. Alla De Agostini Editore, la più importante delle vostre aree di business, fanno capo le attività Publishing, Direct Marketing, Digital e Libri, scolastici e di cultura generale oltre alla cartografia. De Agostini Publishing ha una produzione assai ampia che spazia dalle grandi opere di cultura generale, all’arte, alla storia e alla geografia, ma anche manuali di cucina e per il fai da te, corsi di lingue e di informatica, oltre a musica, film e collezioni per adulti, bambini e adolescenti, un target di consumatori molto ampio, in termini di età e interessi, dislocati in una trentina di paesi. Quali strumenti utilizza De Agostini per sostenere una diversificazione così ampia, capace di soddisfare interessi e trend di consumatori di età diverse e locati in un’area geografica così vasta? De Agostini Publishing S.p.A. è la principale area di business di De Agostini Editore con un giro d’affari di 450 milioni di Euro e un’attività di 120 lanci nei 53 Paesi in cui opera attualmente: Europa occiden- I prodotti proposti da De Agostini Editore sono numerosi e multicanale, dai libri agli e-book, dai video ai programmi TV, dalle collezioni agli hobby. Per De Agostini, i collezionabili, a distanza di oltre mezzo secolo dall’entrata in questo mercato, rappresentano ancora oggi un’area di business strategica, di cui De Agostini detiene circa il 50% a livello mondiale con oltre 120 lanci all’anno in circa 50 paesi. Come siete riusciti negli anni a conquistare questo traguardo, quali le aree più critiche da tenere sotto controllo per mantenere la leadership, quali i TÜV Italia Journal 19 FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere settori più di moda e i paesi in cui volete crescere? Il 90% del giro d’affari di De Agostini Publishing oggi viene generato all’estero e siamo uno dei pochi casi di editoria italiana esportata, oramai da tanti anni, oltre confine. Nei nostri centri creativi èquipe di esperti fanno ricerca, sviluppo e test di nuovi prodotti, attività per le quali il gruppo investe circa 25 milioni di Euro all’anno. Qui nascono le guide pratiche, i collezionabili dedicati alle donne come il “Punto croce”, i modellini di auto o i vascelli da costruire, i prodotti dedicati ai bambini come “Gli animali della fattoria” o “Esplorando il corpo umano”, fino ai corsi di cake design e a “Robi the robot”, il prodotto dell’anno 2013. Le serie necessitano di un mercato internazionale per ammortizzare i costi di sviluppo e realizzazione. Il mercato dei collezionabili in Italia e nei paesi europei è oramai maturo, pertanto in Europa stiamo lavorando sul digitale e su target specifici per incontrare le nuove tendenze e proporre prodotti mirati. In paesi come Russia e Giappone, invece, c’è ancora un mercato molto attivo, dove riscuotono successo sia le collane più tradizionali, come ad esempio quelle di cultura generale, sia prodotti più innovativi come quelli dedicati al cake design. Negli ultimi anni la crescita di De Agostini Publishing è avvenuta tutta all’estero, con otto società controllate al 100% dal Gruppo di Novara: a Londra, dove si gestiscono tutti i mercati in lingua inglese, a New York, ultima nata, ad Amburgo, Mosca, Kiev, Tokyo, Atene (che segue tutto il mercato dell’Europa dell’Est e dei Balcani) e Varsavia. Tra i paesi in cui vorremmo rafforzare la nostra presenza, in rapporto alle potenzialità dei rispettivi mercati, ci sono Svezia, Norvegia e Slovenia. Per quanto riguarda le più recenti tendenze di prodotto, cito due nostre collezioni che in breve tempo si sono tradotti in grandi successi. Il primo è “Cake Decorating”, collezionabile dedicato alla creazione e alla decorazione dei dolci. E’ stato lanciato dapprima in Gran Bretagna e subito dopo in altri 16 Paesi, dall’Europa al Sudafrica, dall’Australia al Sudamerica, raggiungendo oltre 25 milioni di copie vendute in tutto il mondo e ricavi per oltre 100 milioni di euro. I fan di questa collezione su Facebook sono un milione. In Italia l’opera è stata lanciata con il nome di “Crea & Decora i tuoi dolci” ed è diventata anche una trasmissione televisiva, firmata da De Agostini Publishing in collaborazione con Discovery, in onda su Real Time con il nome di “My Cake Design La Battaglia dello Zucchero”. Il secondo esempio è invece rappresentato da “Robi”, un humanoid robot alto 35 centimetri e in grado di parlare, ballare e salutare. Il prodotto è stato lanciato in anteprima in Giappone lo scorso anno e l’iniziativa si è rivelata un successo senza precedenti, un vero e proprio caso mediatico: ad oggi oltre 100 mila giapponesi hanno iniziato a costruire pezzo dopo pezzo Robi, che nella sua versione completa è stato a lungo l’ospite più conteso dalle trasmissioni televisive nipponiche. Robi ha anche spopolato sul web: in poche settimane si sono moltiplicati i tweet, i blog a lui dedicati e i “like” su Facebook, dove gli utenti giapponesi si scambiano consigli e suggerimenti nell’attesa di poterlo completare. L’enorme successo di questo prodotto ci ha spinti a lanciarlo anche in altri Paesi, a cominciare dall’Italia, dove Robi ha esordito in edicola lo scorso gennaio. Le vostre raccolte spesso includono degli elementi abbinati, piccoli oggetti, giochi, matite, etc. che rendono più attraente il prodotto editoriale, diventandone parte integrante. Ma questi oggetti devono essere sicuri per gli utilizzatori, soprattutto per quelli più giovani. De Agostini Editore è particolarmente attento e scrupoloso nel tutelarli, non accontentandosi dei livelli minimi di sicurezza stabiliti dai vari regolamenti, e questo rappresenta un altro aspetto della compliance, riferita in questo caso alla sicurezza dei prodotti. Per questo si rivolge soprattutto a produttori italiani, difendendo così anche la produzione nazionale, e al laboratorio di TÜV Italia di Scarmagno per sottoporli ai test di verifica, per una maggiore tutela, propria e dei consumatori. Quali sono i test più frequenti che conducete nei nostri laboratori e come i nostri test sono accettati delle varie autorità internazionali che sorvegliano sulla sicurezza dei prodotti? Cerchiamo di essere molto protettivi nei confronti dei nostri clienti che siano bambini o adulti. Prestiamo massima attenzione alla qualità dei prodotti, oltre che alla sicurezza, quindi su prodotti destinati ad un pubblico adulto richiediamo sempre ai nostri fornitori test che attestino la qualità dei materiali utilizza- 20 TÜV Italia Journal FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere ti. Sui prodotti destinati a bambini siamo sempre in contatto con TÜV Italia a cui chiediamo costanti aggiornamenti, così da essere sempre in anticipo rispetto ad eventuali cambiamenti di normative. Oltre che a quella europea, ci rifacciamo ai decreti più restrittivi in vigore nei singoli paesi europei, in questo modo garantiamo che i nostri prodotti possano essere veicolati in tutti i Paesi della comunità, indipendentemente dai decreti vigenti. Ad esempio per i nostri prodotti di plastica chiediamo i PAH, la EN 71-9, test non richiesti dalla legge in Italia, e su quelli più problematici abbiamo creato con TÜV Italia dei parametri per verificare l’odore degli articoli. Spesso la presenza di odore sgradevole può indicare la presenza di solventi non ben ventilati, quindi se il test fallisce sottoponiamo nuovamente i nostri prodotti a ventilazioni o alla verifica di solventi tramite il test dei VOC per accertarsi che il prodotto sia ben asciutto prima di essere spedito. Nel vostro catalogo, compreso quello digitale, De Agostini propone fumetti, cartoni e personaggi di successo come quelli Disney e Warner, brand molto attenti al rispetto delle regole del Corporate. Essere licenziatari di questi prodotti è un’opportunità per crescere in tutti i mercati, ma altrettanto impegnativo. Su quali basi avete costruito la vostra partnership con questi colossi e quali le aree che desiderate sviluppare con loro? Le partnership e le collaborazioni con editori italiani e internazionali e con global media company hanno sempre caratterizzato il nostro business. Una curiosità: già dalla fine degli anni ‘40, l’Istituto Geografico De Agostini pubblicò la serie “Walt Disney vi insegna a disegnare”, a seguito di un accordo con The Walt Disney Company. Le grandi partnership si sono consolidate nel tempo in base alla credibilità dei nostri prodotti e alle opportunità di raggiungere una sempre maggiore crescita a livello internazionale, in termini di copertura di mercati e lancio di nuove iniziative che oggi possono essere declinate su carta, online, app, tv sfruttando la brand extension su tutti i canali. Contatto: Nicola Berruti CESARE FERRARI ARDICINI gli Dopo la laurea in Ingegneria Gestionale al Politecnico di Milano inizia la sua esperienza lavorativa in un’azienda Automotive, prima nel settore commerciale, successivamente come Responsabile nella Programmazione della produzione e infine come Responsabile Assicurazione qualità, costruendo, tra l’altro, gli indicatori della qualità interna ed esterna ed approfondendo i costi della qualità. Si sposta quindi in un’azienda americana produttrice di apparecchiature radiologiche dentali dove inizia come Production & Materials Manager e prosegue, dopo una breve interruzione, come Operations Manager, e quindi come Supply Chain manager a cui aggiunge l’incarico ad interim di General Manager. Dopo aver diretto uno stabilimento di stampa, entra nel gruppo De Agostini Editore nel 2009 come Operations manager nella divisione Partworks, con responsabilità del coordinamento delle attività estere e dell’implementazione di soluzioni per acquisti e saving nell’ambito dei costi di stampa, gadget ed allestimenti. Dal giugno 2011 la sua responsabilità si amplia con la nomina a Global Operations Director, ruolo che ricopre ancor oggi. TÜV Italia Journal 21 TÜV Italia News La sicurezza alimentare: una questione di “etichetta” Il laboratorio TÜV Italia di Scarmagno ottiene l’estensione del proprio scopo CBTL È questo il titolo di un convegno promosso da TÜV SÜD, TÜV Italia e pH che ha avuto luogo il 29 ottobre scorso a Bologna nelle splendide sale seicentesche di Villa Guastavillani, indirizzato alle aziende del settore food e retail, che ha visto un centinaio di partecipanti. Obiettivo del convegno era un confronto su come poter tutelare i consumatori, tra controlli di processo e di prodotto, obblighi normativi, buone pratiche e opportunità di comunicazione, oltre ad un focus sull’internazionalizzazione nel settore. Dopo i saluti di Dirk Eilers del Board di TÜV SÜD, Ettore Favia, AD di TÜV Italia e Presidente di pH, e quello dell’O.le Paolo De Castro, Presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento Europeo, la sessione della mattina ha visto il suo clou nella presentazione da parte del prof. Renato Mannheimer dei risultati di una ricerca realizzata per l’evento da ISPO dal titolo “La sicurezza alimentare: una questione di etichetta. Punti di vista chiave all’interno delle grandi aziende del settore agroalimentare” che fa luce sulle azioni, le misure e le difficoltà delle imprese italiane nel campo della sicurezza alimentare. In tavole rotonde ed approfondimenti tecnici si sono alternati i principali attori della filiera, rappresentati da aziende alimentari e associazioni confindustriali, dalla distribuzione moderna e dalle associazioni di consumatori, dal mondo accademico e dalle istituzioni, mentre il pomeriggio è stato dedicato ad un workshop sull’internazionalizzazione a cui hanno partecipato Antonio Via, consigliere di pH, Murat Ackay, Vice President FHB di TÜV SÜD Product Service e Pankai Jaiminy, Assistant Vice President Product Service Food TÜV SÜD South Asia, che hanno illustrato le opportunità e le sfide nel mercato globalizzato del food e i test richiesti ai prodotti italiani per essere presenti sui mercati emergenti. Perfetta conduttrice dell’incontro la giornalista di Radio 24 Nicoletta Carbone coadiuvata da Ettore Favia durante le varie fasi del convegno. Il CB Scheme è un mutuo riconoscimento tra enti di certificazione internazionali relativo a prodotti elettrici ed elettronici, come elettrodomestici, dispositivi medici, prodotti IT, apparecchi di misura, che ha l’obiettivo di favorire la loro commercializzazione sui mercati mondiali. I nostri laboratori di Scarmagno (TO), già riconosciuti secondo questo schema, hanno ottenuto l’ampliamento del loro scopo CB, e a seguito di questo importante riconoscimento possono così rilasciare la certificazione IECEE ad un maggior numero di categorie di prodotti rispetto al passato. Contatto: Emilia Pistone L’International Compliance Management di TÜV SÜD (ICM) cambia nome, ma il servizio resta lo stesso Nello scorso numero della rivista abbiamo presentato le competenze della struttura del International Compliance Management di TÜV SÜD, che con i suoi servizi facilita alle aziende italiane l’accesso a mercati emergenti come quelli di Russia, Cina, Brasile, etc. Con il 2014 la struttura ha cambiato nome in Global Market Access (GMA), ma le competenze e le attività non cambiano, con l’obiettivo prossimo di allargare il servizio a nuovi settori quali telecom, giocattoli e wireless. Contatto: Silvano Brambilla TÜV ITALIA Consegnato a Florim Ceramiche il Certificato ISO 50001 Nel mondo, quando si parla di ceramica italiana si parla del leader del settore, di prodotti di qualità, innovativi e di design. Circa il 90% della produzione del nostro paese si realizza nel distretto emiliano e in quello romagnolo, che grazie ad una tradizione radicata nell’uso dell’argilla per la realizzazione di pavimentazioni, rivestimenti e stoviglie, a partire dagli anni Cinquanta si sono sviluppati e consolidati, ed ancora oggi sono un punto di riferimento per questo settore anche a livello internazionale. In questa storia di successo si inserisce quella di Florim Ceramiche che oggi, ad oltre 50 anni dalla sua fondazione, considerando i suoi 22,5 milioni di mq di materiale ceramico prodotto è leader nel panorama mondiale delle aziende della ceramica. Ma fare impresa non è solo una questione di numeri, per Florim occorrono anche passione, innovazione e responsabilità sociale d’impresa, i suoi pilastri nel fare business e che da cinque anni riassume nel Bilancio di Sostenibilità, dove presenta in modo trasparente gli impegni e gli obiettivi raggiunti in ambito economico, ambientale e sociale per interloquire direttamente con i propri stakeholder. Focalizzando l’attenzione sugli impegni dell’azienda in ambito ambientale, negli ultimi anni Florim Ceramiche si è fortemente impegnata per migliorare l’efficienza energetica della sua produzione, realizzando due impianti di cogenerazione, installando 16.000 mq di pannelli fotovoltaici, utilizzando forni eco-compatibili di ultimissima generazione. Questi investimenti, insieme all’impegno per una corretta gestione ambientale/energetica, hanno portato l’azienda a conseguire la certificazione di Sistema di Gestione dell’Energia ISO 50001, che va ad aggiungersi alle certificazioni Qualità, Ambiente e Sicurezza già in suo possesso. Contatto: Stefania Pesce Contatto: Angelo Polizzi 22 TÜV Italia Journal ne TÜV Italia News Il metodo HIC (Head Injury Criterion), per una maggior sicurezza dei bambini nei parchi gioco I recenti aggiornamenti normativi, ed una crescente sensibilità da parte dei produttori, hanno portato ad una maggiore attenzione verso la sicurezza delle strutture ludiche collocate all’interno dei parchi pubblici dei paesi della Comunità Europea. Ai produttori di queste strutture, ed ai soggetti pubblici gestori degli spazi dove sono inserite, TÜV Italia fornisce una serie di servizi che vanno dalle valutazioni ai collaudi, dalla certificazione delle superfici antitrauma a quella di seggiolini, altalene o teleferiche, mediante l’impiego del metodo HIC (Head Injury Criterion), che permette di definire in modo oggettivo il grado di assorbimento all’impatto da parte di materiali utilizzati come pavimentazione, o come rivestimento di un seggiolino. Contatto: Matteo Neri TÜV Italia abilitato per effettuare le verifiche periodiche delle attrezzature da lavoro su tutto il territorio nazionale, esclusa la Valle D’Aosta II DM dell’11 aprile 2011 ha liberalizzato lo svolgimento delle verifiche periodiche sulle attrezzature da lavoro, impianti a pressione e di sollevamento, che le aziende devono far eseguire obbligatoriamente a soggetti abilitati, mentre in precedenza potevano essere eseguite solo da ARPA, ASL e INAIL. Per queste attrezzature, elencate nell’allegato VII del D.Lgs 81/2008 e raggruppate nelle tre tipologie Gruppo SC (Impianti di sollevamento materiali), Gruppo SP (Impianti di sollevamento persone) e Gruppo GVR (Attrezzature a Gas, Vapore, Riscaldamento), oggi TÜV Italia è in grado di effettuare, sia la prima verifica periodica che le verifiche periodiche successive alla prima, con le modalità previste dal Decreto 11 aprile 2011 e s.m.i., in tutte le regioni italiane ad esclusione della Valle d’Aosta. Contatto: Filippo Siddi news 18 Ottobre 2013: un appuntamento A TU per TÜV Bytest sviluppa T.AU.R.U.S., un innovativo sistema per controlli NDT su materiali compositi Impiegati nella costruzione di strutture e componenti, nel mondo dell’industria, soprattutto aeronautica, i materiali compositi, anche di piccole dimensioni e di geometrie complesse, devono poter essere sottoposti a Controlli Non Distruttivi basati principalmente sul metodo ad ultrasuoni. I laboratori Bytest, acquisiti da TÜV Italia nel gennaio 2012, hanno recentemente messo a punto un sistema di test, sempre ad ultrasuoni, automatici e/o robotizzati chiamato T.AU.R.U.S (Testing AUtomated Robotized Ultrasonic System), che velocizza queste prove, con un risparmio in termini di tempo e costi, mantenendo le peculiarità di un metodo di prova flessibile, regolabile sulle specifiche del cliente relativamente alla tipologia ispettiva, di precisione nella misurazione e di qualità dei risultati delle prove. T.AU.R.U.S. è già stato utilizzato nel programma Boeing (B787). Questa data in TÜV Italia, Bytest e pH la ricordano bene perché è stato un momento particolare della vita aziendale di tutte e tre le società che oggi, insieme, formano un gruppo importante nel panorama nazionale degli enti di certificazione e dei laboratori di prova. L’evento ha rappresentato l’occasione per il personale delle tre società, circa 500 persone, di incontrarsi e conoscersi, A TU per TÜV appunto, nel suggestivo Spazio 90 di Milano dove, attraverso immagini flash sono stati ricostruiti i passaggi salienti della storia delle tre società e festeggiato anche il 25° compleanno di TÜV Italia. Incontrarsi per consolidare collaborazioni, rapporti, relazioni, guardando al passato per costruire insieme il futuro. Colleghi che non si vedevano da anni, o si conoscevano per la prima volta, hanno creato quell’atmosfera di partecipazione e complicità indispensabile per affrontare, gomito a gomito, la quotidianità del lavoro e per costruire il futuro proprio e dell’azienda. È stata anche l’occasione per incontrare Michel Valente, CEO di TÜV SÜD Western Europe, regione in cui TÜV Italia è collocata, ed ascoltare direttamente da lui, e dal CEO di TÜV Italia, Ettore Favia, progetti, aspettative e obiettivi per l’ente, in un clima informale. Contatto: Valter Capitani Contatto: Emilia Pistone TÜV Italia Journal 23 FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere Gruppo Hera: gestione responsabile delle risorse naturali Ennio Dottori, Direttore Centrale Qualità, Sicurezza e Ambiente del Gruppo Hera presenta impegni e risultati dell’azienda per essere la migliore multiutility italiana per i propri stakeholder I l gruppo Hera in un decennio ha bruciato le tappe: nato nel 2002 dalla fusione di 11 multiutility, l’anno dopo entra in borsa con un azionariato diffuso pubblico/privato molto legato al territorio di riferimento, che in oltre un decennio si è ampliato ed oggi comprende la quasi totalità dell’Emilia Romagna, parte delle Marche, ad est ha raggiunto Padova e Trieste e prossimamente si aggiungeranno altre parti del Veneto e del Friuli Venezia 24 TÜV Italia Journal Giulia, a sud Firenze, con un valore in termini economici dei servizi offerti, che comprendono la raccolta e il trattamento rifiuti, il ciclo dell’acqua, la fornitura di gas e di energia elettrica, al top in ambito nazionale. Ci racconta il vostro percorso di espansione, sia in termini di servizi offerti che di profitti? Hera è nata alla fine del 2002 in seguito a una delle più significative operazioni di aggregazione mai realizzate in Italia nel settore delle public utility e da gennaio 2013 è entrata a far parte della società anche la multiutility AcegasAps. Oggi il Gruppo Hera è una delle principali multiutility in Italia e opera in 277 comuni delle province di Bologna, Ferrara, ForlìCesena, Modena, Ravenna, Rimini, Pesaro e Urbino, Padova e Trieste, in alcuni comuni di Ancona, Firenze, Venezia e Gorizia. FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere Fornisce servizi energetici (gas, energia elettrica, teleriscaldamento), idrici (acquedotto, fognatura e depurazione) e ambientali (raccolta e smaltimento rifiuti) a circa 4 milioni di cittadini. Dopo la sua costituzione, l’azienda è stata parzialmente privatizzata con il collocamento del 44,5% del capitale sociale alla Borsa di Milano. Il processo di aggregazione condivisa, alla base della nascita di Hera, è proseguito nel tempo con diverse operazioni concentrate su società operanti nei settori energetico, idrico e ambientale e in territori limitrofi a quelli gestiti. La compagine azionaria di Hera costituisce una peculiarità nel panorama delle utility italiane, caratterizzandosi per la mancanza di un azionista con una quota di controllo assoluto e per la presenza di un azionariato diffuso costituito da circa 25.000 investitori privati italiani ed esteri (persone fisiche e persone giuridiche impegnate in attività non finanziarie); 209 azionisti pubblici (prevalentemente Comuni del territorio di riferimento); 404 investitori professionali (costituiti da persone giuridiche impegnate in attività di tipo finanziario come assicurazioni, banche, fiduciarie, fondazioni bancarie, fondi d’investimento, fondi pensione e hedge funds). Oltre alla presenza di un azionariato ampiamente differenziato, il bilanciamento dei servizi, tra il regime di libero mercato (come vendita gas e smaltimento di rifiuti speciali) e quello dei servizi regolamentati (come distribuzione gas, servizio idrico integrato, raccolta e smaltimento rifiuti urbani); nonché il radicamento sul territorio e la forte attenzione agli aspetti di sostenibilità, rendono Hera un’azienda affidabile, stabile e competitiva. Infatti, il territorio in cui la società opera non rappresenta soltanto una dimensione geografica ma soprattutto la principale ricchezza sociale e ambientale da rispettare e tutelare per il futuro. È per questo che Hera si impegna nella gestione responsabile delle risorse naturali, nel miglioramento dei propri risultati, nell’uso di tecnologie sempre più efficienti e a basso impatto ambientale. Nei servizi energetici i principali temi sono l’efficienza delle reti di distribuzione di gas, energia elettrica e teleriscaldamento, la produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili (fotovoltaico, utilizzo di biogas da discariche, depurazione acque reflue e digestione rifiuti organici), assimilate (cogenerazione e turboespansione) e da termovalorizzazione dei rifiuti. Sul fronte dei servizi idrici, particolare attenzione viene posta per la limitazione dei fenomeni di subsidenza, l’efficienza della rete idrica e degli impianti di potabilizzazione, la reimmissione dell’acqua nell’ambiente dopo la raccolta con reti fognarie e la necessaria depurazione. Per quanto riguarda i servizi ambientali, Hera si impegna nella promozione e applicazione di iniziative di prevenzione dei rifiuti e riutilizzo dei prodotti, nell’incremento della raccolta differenziata e il conseguente recupero di materia, nella riduzione dei rifiuti inviati in discarica, conformemente alle norme europee e nazionali per il recupero di energia dai rifiuti (tramite la termovalorizzazione e il recupero di biogas). Una parte importante dell’azionariato delle vostra, come di altre multiutilities, è rappresentato dagli enti locali, che di questa partecipazione beneficiano in due forme, sia in termini di entrate attraverso i dividendi, sia dal punto di vista patrimoniale con la rivalutazione del loro pacchetto azionario. Riferendosi all’esperienza del gruppo Hera questi due aspetti rappresentano una forte spinta per i comuni ad entrare nell’azionariato o anche altri fattori sono determinanti? TÜV Italia Journal 25 FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere RIFIUTI SPECIALI SMALTITI PER TIPOLOGIA DI IMPIANTO (2013) Impianti di inertizzazione e chimico-fisico 27% Termovalorizzatori 16% Discariche 22% Impianti di terzi 26% Impianti di selezione 4% Impianti di compostaggio 5% Pur essendo molto importanti i due aspetti citati, finanziario e patrimoniale, e pur essendo Hera una S.p.A, i servizi che svolge sono di pubblico interesse e la presenza dei comuni nella compagine azionaria (attualmente a maggioranza assoluta) garantisce una governance a garanzia del servizio pubblico che politicamente fa capo ai singoli comuni. Ambiente, energia, servizi idrici queste sono le principali aree in cui operano le aziende che formano il gruppo Hera con un posizionamento di leader di mercato o comunque ai primi posti. Al primo lo è Herambiente nella gestione integrata dei rifiuti, attività che coinvolge una popolazione di oltre 3.000.000 cittadini, che va dalla raccolta allo smaltimento, con propri impianti e servizi, un risultato significativo, guardando anche alle difficoltà che questo settore presenta in alcune parti del nostro paese. Su quali leve avete lavorato per raggiungere questo risultato che copre l’intera filiera e quali le aree di miglioramento? Il Gruppo Hera ricopre un ruolo primario nelle attività relative alla gestione dei rifiuti urbani. Hera gestisce il servizio di igiene urbana in 6 province dell’Emilia-Romagna per un totale di 137 comuni. Oltre a questi comuni Hera ne gestisce altri 3 nella provincia di Firenze. Inoltre, tramite Marche Multiservizi, serve 41 comuni nella provincia di Pesaro e Urbino e altri 6 comuni nei territori limitrofi delle Marche. Dal 2013, tramite AcegasAps, serve 9 comuni delle province di Padova, Trieste, Udine e Venezia. Complessivamente, nel 2013, i comuni serviti ammontano a 196 per una popolazione complessiva di 3,3 milioni di abitanti. Il Sistema di Gestione dei Rifiuti (SGR) di Hera è caratterizzato da tre servizi principali: le raccolte territoriali per utenze familiari e piccole utenze non domestiche; le raccolte domiciliari “utenze target”: per utenze non domestiche produttrici di specifici rifiuti assimilati agli urbani; i Centri di Raccolta Differenziata (detti anche Stazioni Ecologiche Attrezzate), infrastrutture per il conferimento differenziato di tutte le filiere dei rifiuti 26 TÜV Italia Journal FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere urbani, anche pericolosi. Il sistema è inoltre integrato dalla raccolta domiciliare dei rifiuti ingombranti (gratuita mediante chiamata o appuntamento), dalle raccolte di rifiuti verdi, da quelle di alcune tipologie di rifiuti pericolosi presso specifici esercizi (come pile e farmaci). Il territorio servito da Hera è caratterizzato da un elevato livello di assimilazione che determina una produzione annua procapite di rifiuti tra le più alte in Italia 606 chilogrammi raccolti per abitante nel 2013 (620 chilogrammi per abitante se si esclude AcegasAps), a fronte di una media nazionale di 504 chilogrammi nel 2012 (fonte Rapporto Rifiuti Urbani Ispra 2013). Il territorio gestito dal Gruppo Hera presenta, inoltre, un sistema di raccolta molto articolato, che consente di intercettare in maniera differenziata un’amplissima gamma di rifiuti urbani, coniugando le esigenze dei Comuni con l’efficienza e l’efficacia della gestione. Il sistema del Gruppo prevede sia raccolte mediante contenitori stradali (cassonetti, campane, bidoni), che raccolte porta a porta (sia domestiche territoriali, sia target per utenze non domestiche). L’attuazione dei progetti di sviluppo della raccolta differenziata ha portato a un sensibile aumento sia del numero dei contenitori stradali (+27% rispetto al 2011) sia della loro volumetria complessiva (+15%). Nel 2013 la raccolta differenziata è stata pari a 1.121,7 mila tonnellate (escludendo AcegasAps la raccolta è pari a 1.014,8, +4,5% rispetto al 2013 ). I rifiuti urbani smaltiti in discarica, compresi quelli a valle di pretrattamenti, sono stati pari al 18,8% rispetto al 21,4% del 2012. La quota di rifiuti urbani termovalorizzati è stabile rispetto al 2012. Includendo anche AcegasAps la quota di rifiuti urbani smaltiti in discarica è pari al 16,4%. La raccolta differenziata è stata pari al 54% a fronte di un consuntivo 2012 del 51,6%. Per ciò che riguarda i rifiuti speciali, il flusso di trattamento in Hera è estremamente articolato, vista la loro diversa natura: provengono dall’industria, dalla depurazione delle acque di scarico, dalle costruzioni, dal settore commerciale e dei servizi, dalla sanità. Herambiente è dotata di 29 impianti adibiti esclusivamente allo smaltimento dei rifiuti speciali, con oltre 3,8 milioni di tonnellate gestite nel 2013 (compresi i sottoprodotti derivanti dalle attività degli impianti del Gruppo). Con la liberalizzazione del mercato del gas e di quello elettrico il Gruppo Hera ha colto nuove opportunità espandendosi anche in questi settori, ed oggi il gruppo è al secondo posto nell’ambito delle multiutilities italiane per il gas venduto. Il settore energetico è tanto sfidante quanto complesso, partendo dalla diversificazione delle fonti di approvvigionamento, passando per le interconnessioni, fino alle reti di trasporto, un mix di variabili che si giocano anche su tavoli internazionali. Come si muove Hera in questo quadro e come opera nei servizi innovativi in ambito energetico come il teleriscaldamento o le produzioni di energia da impianti di cogenerazione e da fonti rinnovabili? Nel 2013 il Gruppo Hera ha confermato il proprio impegno nella produzione di energia da fonti rinnovabili e a basso impatto ambientale, che rappresentano il 70% della produzione totale del Gruppo. La produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili raggiunge i 530 gigawattora (+8,3% a parità di perimetro). Hera Energie Rinnovabili (società costituita nel 2008 con specifico focus sulle cosiddette “rinnovabili pure”) è proprietaria di 8 impianti fotovoltaici siti nelle provincie di Bologna, Ferrara, Ravenna, Brescia e Macerata, per una potenza complessiva di 7,2 MW. Hera spa ha 11 impianti che sono compresi nel sistema europeo di riduzione delle emissioni di gas serra, il principale e più diffuso gas responsabile di causare effetto serra è l’anidride carbonica, che viene prodotta tra gli altri da processi di combustione. Il teleriscaldamento è un servizio che consiste nella vendita al cliente di calore per riscaldamento e acqua calda sanitaria. Si tratta di un sistema alternativo alle tradizionali caldaie autonome o condominiali che permette di concentrare la produzione di calore in poli di produzione più efficienti e meglio controllati rispetto alle caldaie domestiche. Da queste centrali il calore, sotto forma di acqua calda, viene portato nelle abitazioni dei clienti attraverso una rete di distribuzione realizzata con tubazioni coibentate. Il calore alimenta poi il sistema di riscaldamento delle case attraverso scambiatori di calore a emissione nulla di inquinanti. Il vantaggio per il cliente è avere maggiore sicurezza e minori costi di conduzione e manutenzione, pur mantenendo la possibilità di regolare autonomamente la temperatura di casa. Nel 2013 gli impianti gestiti da Hera S.p.A. hanno permesso un risparmio di energia primaria pari a 34.460 tonnellate equivalenti di petrolio, con un lieve decremento dell’1% rispetto al risparmio del 2012, pari a circa 400 tonnellate equivalenti di petrolio in meno. Nei servizi idrici il Gruppo Hera è il secondo operatore a livello nazionale e, così come per i rifiuti, copre l’intera filiera con servizi integrati che comprendono la captazione dalle falde, la potabilizzazione, la distribuzione, la fognatura e la depurazione. L’acqua è un bene non inesauribile e di questo il gruppo Hera è ben conscio, e come operatore coinvolto a 360° nella filiera è impegnato in interventi verso la salvaguardia delle risorse idriche con la riduzione dei prelievi dalle falde, il contenimento delle perdite nella rete distributiva, la depurazione e il riutilizzo delle acque reflue, ma anche in campagne di sensibilizzazione dei cittadini per limitare gli spreghi in ambito domestico. Per intervenire su settori così ampi e complessi occorrono investimenti ed una forte spinta verso l’innovazione che tenda alla razionalizzazione degli interventi. Illustra ai lettori della rivista le azioni di Hera in questo settore ed i risultati che ha raggiunto in questo decennio di attività? Le fonti di approvvigionamento idrico del Gruppo Hera sono costituite da falde sotterranee, acque superficiali e, in misura minore, sorgenti. I processi di potabilizzazione sono più o meno complessi a seconda della qualità dell’acqua all’origine: si passa da processi chimicofisici spinti, effettuati di norma su acque superficiali, a più semplici trattamenti TÜV Italia Journal 27 FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere di filtrazione e disinfezione sulle acque provenienti da pozzi profondi e da sorgenti con buone caratteristiche fin dal prelievo. I trattamenti effettuati garantiscono che l’acqua distribuita abbia caratteristiche chimico-fisiche e microbiologiche idonee al consumo umano, nel costante rispetto dei limiti della normativa vigente. Il gruppo Hera è una realtà multi business con una mission impegnativa, quella di essere la migliore multiutility italiana per i suoi stakeholders interni ed esterni, che si realizza attraverso un modello di business innovativo e aperto a cui corrisponde un forte radicamento nel territorio. Quale è stata la strategia che avete adottato per crescere sul mercato in termini economici ma anche di reputazione? Hera vuole essere la migliore multiutility italiana per i suoi clienti, i lavoratori e gli azionisti e ha individuato in alcuni principi di funzionamento la sua mission. Tra questi ci sono la creazione di valore e la responsabilità sociale e ambientale, la qualità ed eccellenza del servizio, l’efficienza, l’innovazione e il miglioramento continuo, il coinvolgimento e la valorizzazione, la volontà di scegliere. La sostenibilità poi, unitamente al forte radicamento territoriale, nel rispetto dell’ambiente sono alla base delle scelte strategiche aziendali che vengono tradotte in obiettivi e attività quotidiane attraverso l’approccio “balanced score card”. Questo consente di assegnare al management obiettivi “bilanciati”, distribuiti in quattro aree: sviluppo, qualità e responsabilità sociale d’impresa, integrazione organizzativa ed efficientamento. Ogni anno la mappa strategica, aggiornata sulla base dei contenuti del piano industriale, costituisce una sintesi degli obiettivi strategici del Gruppo e degli impegni verso gli stakeholder dichiarati nel Bilancio di Sostenibilità. Gli obiettivi strategici che hanno un impatto maggiore sulla sostenibilità sono la riduzione degli impatti ambientali, l’incremento qualità e sicurezza del servizio, l’essere protagonisti dello sviluppo sostenibile del territorio, la prevenzione e sicurezza sul lavoro, il dialogo con gli stakeholder e il territorio, la comunicazione e il coinvolgimento dei lavoratori, lo sviluppo professionale e la valorizzazione, l’allineamento ai principi del Codice Etico, il senso di appartenenza e la cultura aziendale, la promozione della politica QSA e la responsabilità sociale. La società, fin dalla sua costituzione, pubblica ogni anno il Bilancio di Sostenibilità e ha inserito nella sua strategia la Responsabilità Sociale d’Impresa, intesa come primario strumento per l’aumento della competitività e come elemento chiave per il raggiungimento di uno sviluppo sostenibile per l’azienda e per il territorio in cui opera. Il Gruppo Hera basa il suo modello di business su mission, valori condivisi, tra i quali una forte attenzione all’ambiente, codice etico ed una governance trasparente. La privacy è uno degli aspetti della governance, e proprio su questo il gruppo Hera ha chiesto a TÜV Italia un intervento di assessment compliance basato sulla legge 196/2003 “testo unico in materia di privacy” con l’obiettivo di evidenziare eventuali gap tra la situazione reale e quanto stabilito dalla legge in materia di privacy. Per l’ente un intervento non consueto che ha visto un team multidisciplinare con esperti in sistemi aziendali, di compliance, di privacy ed un legale, che ha “fotografato” la situazione reale, utilizzando la metodologia propria degli audit, concludendo la sua attività con l’emissione di un rapporto di assessment. Come RIFIUTI URBANI RACCOLTI PER DESTINAZIONE 100% 32.0% 35.6% 34.8% 35.7% 60% 15.9% 14.2% 17.4% 15.2% 40% 29.0% 28.8% 29.0% 32.6% 80% 20% 0% 23.1% (Di cui conferiti senza pretrattamenti: 16.2%) Discarica 28 TÜV Italia Journal 21.4% (Di cui conferiti senza pretrattamenti: 15.1%) Termovalorizzazione 18.8% (Di cui conferiti senza pretrattamenti: 13.7%) Compostaggio 16.4% (Di cui conferiti senza pretrattamenti: 12%) Altro (selezione, recupero, impianti di terzi) FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere ACQUA IMMESSA IN RETE NELL'ACQUEDOTTO CIVILE (MILIONI DI METRI CUBI) 310 300 305.5 304.1 290 299.9 304.0 305.4 291.8 280 270 260 250 240 230 220 2008 2009 2010 2011 2012 2013 Escluso AcegasAps e Marche Multiservizi. TÜV Italia Journal 29 FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere questo intervento vi è stato di supporto nel graduare eventuali obiettivi, interventi e risultati? Estremamente positivo in quanto l’intervento ha colto il nostro obiettivo offrendoci significativi spunti di riflessione, non solo sulla verifica di come il sistema di gestione aziendale risponde al disposto della 196/2003, supportati da competenze professionali all’altezza della nostra complessità aziendale ma entrando anche su altri aspetti di compliance inseriti nel nostro modello. La multidisciplinarietà del team all’interno della DCQSA e la presenza al suo interno delle aree Presidio Privacy, Normativa QSA e Security, Sistema di Gestione QSA, consente di avere una governance in tema di privacy adottando le metodologie di analisi dei rischi utilizzate nella security, nelle procedure interne e nelle modalità gestionali rispetto alla normativa di riferimento nell’ambito degli standard definiti dal sistema della sicurezza delle informazioni ISO 27001. Il sistema di gestione integrato aziendale è sotto la Direzione Centrale Qualità Sicurezza Ambiente. Il 2013 è stato, per Hera, un anno di grande cambiamento organizzativo che ha segnato il passaggio dalla struttura organizzativa per territori a una basata su linee di business. In questo contesto e grazie all’oramai collaudato e consolidato sistema di gestione integrato della qualità, sicurezza e ambiente del Gruppo, si sono mantenute tutte le certificazioni senza soluzioni di continuità con il passato, anche sviluppando altri schemi di certificazione, come la certificazione energetica ISO 50001 e la certificazione dei Sistemi di Gestione della Sicurezza delle Informazioni ISO 27001. Contatto: Stefano Bolletta 30 TÜV Italia Journal I principali riconoscimenti ricevuti dal gruppo Hera nel 2013 ■Top ■ Employer ■3° ■ posto al KWD Webranking ■Premio ■ “Ambrogio Lorenzetti” ■Manager ■ Utility 2012 ■HR ■ Innovation Award ■Top ■ Utility 2013 (sezione Comunicazione) ■Premio ■ nazionale sulla prevenzione dei rifiuti ■Certificazione ■ europea Ecolabel per il teleriscaldamento di Ferrara ■Riconoscimento ■ come best practice dalla Commissione Consultiva Permanente del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali al progetto “La sicurezza non è un gioco” ENNIO DOTTORI Marchigiano, terminati gli studi inizia la sua carriera lavorativa nell’ambito dell’amministrazione del personale di aziende italiane e multinazionali dei settori costruzioni, chimico, metalmeccanico, con sempre maggiori responsabilità, e nel 2000 entra come Direttore delle Risorse Umane, in Agea Ferrara, una multiutility che nel 2005 viene incorporata nel Gruppo Hera. Dal 2005 al 2006 è Responsabile Personale e Organizzazione di Hera Bologna S.r.l. e successivamente, dal 2006 al 2008, oltre alla funzione di Responsabile Coordinamento Gestione del Personale aggiunge quella di Responsabile della funzione Qualità, Sicurezza e Ambiente del Gruppo Hera, collocata allora all’interno della Direzione Centrale Personale ed Organizzazione. Nel 2008 è nominato Direttore Centrale Qualità, Sicurezza e Ambiente del Gruppo Hera, ruolo che ricopre ancora oggi, con la responsabilità per la definizione e l’attuazione delle politiche di Gruppo relativamente al Sistema di Gestione aziendale integrato, in materia di Qualità, Sicurezza e Ambiente per tutte le Società del Gruppo, verificandone la corretta attuazione. In particolare, è impegnato nel coordinamento, nello sviluppo e nel mantenimento del sistema di gestione aziendale e nel garantire il presidio della normativa in ambito QSA e Privacy, oltre a governare le attività di Security attraverso il presidio della sicurezza fisica e logica, definendo i protocolli 231. In aggiunta, è sua responsabilità il monitoraggio, diretto o indiretto, e il coordinamento del Servizio di Prevenzione e Protezione Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro. FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere Tetra Pak : ® un contenitore pieno di valori Un “Codice di Condotta del Business” per la crescita della filiera del confezionamento. Enrico Fiorani, Quality Director Italy & Cluster South Europe spiega come l’azienda svedese promuova equità, collaborazione, rispetto, libertà e trasparenza nei rapporti con i propri stakeholders. T etra Pak®: un nome che identifica un’azienda ed il suo prodotto e, per i lettori della rivista meno giovani, il ricordo di un contenitore che negli anni ‘60 ha rivoluzionato, nella forma e nel materiale, quello del latte allora più utilizzato, la bottiglia di vetro. Per noi italiani la storia di Tetra Pak parte da lì, ma il suo inizio risale ad un decennio prima, dall’idea innovativa del suo fondatore. Ci racconta la storia di questa azienda, che attraverso il suo prodotto ha cambiato il modo di conservare gli alimenti e ha favorito lo sviluppo di nuovi, che hanno inciso anche sulle nostre abitudini di consumo? Il lungo cammino di Tetra Pak, azienda TÜV Italia Journal 31 FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere leader mondiale nel trattamento e confezionamento di prodotti alimentari, ha due date fondamentali: maggio 1951 quando Ruben Rausing, fondatore dell’azienda, convoca la stampa per presentare il proprio innovativo progetto, e settembre 1952, data di consegna della prima macchina alla latteria sociale di Lund, in Svezia, per il confezionamento della panna. Il successo è immediato e travolgente: dopo due anni Tetra Pak arriva in Messico, in Svizzera poi in Libano. In un crescendo incredibile, nel 1965 è il turno dell’Italia dove viene costruito il primo stabilimento di produzione fuori dalla Svezia, il terzo per importanza nel mondo, e nei dieci anni successivi è la volta di Spagna, Giappone, Francia, Germania, Russia. Il legame di Tetra Pak con il nostro paese è forte e di lungo periodo, ed oggi il gruppo è presente in Italia con più società e più sedi. Nel nostro paese quali sono le attività che Tetra Pak svolge attraverso le sue varie aziende, i prodotti e i mercati di riferimento? ® Il gruppo è presente in Italia con la sede commerciale e di produzione dei contenitori a Rubiera (RE): le due aziende impiegano in totale 420 dipendenti. Nel 2013 Tetra Pak Italia ha distribuito circa 4,5 miliardi di contenitori per la conservazione degli alimenti liquidi e solidi, equivalenti a circa 3 miliardi di litri. Solo un 25% del fatturato viene realizzato con l’export, mentre gran parte delle vendite è destinato al mercato domestico. Sul territorio esistono anche altre due sedi: a Modena si trova Tetra Pak Packaging Solutions S.p.A., uno degli 11 centri mondiali di Ricerca & Sviluppo sui sistemi di confezionamento asettico dove vengono inoltre assemblate e collaudate le macchine confezionatrici. A Nova Milanese ha sede Tetra Pak Food Engineering, specializzata nel trattamento degli alimenti. Il latte confezionato in cartone rappresenta la parte preponderante del nostro business, seguito dalle bevande a base frutta e dal vino da tavola. Tetra Pak Italia è presente anche nel mercato degli alimenti solidi, come ad esempio quello dei legumi (piselli, 32 TÜV Italia Journal fagioli, lenticchie e ceci) e dei condimenti pronti con Tetra Recart®, il nuovo contenitore che negli ultimi anni ha dimostrato di essere un sistema di confezionamento dal grande potenziale. Tetra Pak®: con la creazione nel 1961 del sistema di confezionamento asettico, ha cambiato, oltre che il confezionamento, anche il sistema di conservazione del latte. Dal 1994, il Centro mondiale R&S del gruppo per questo settore ha sede a Modena, presso lo stabilimento Tetra Pak Packaging Solutions. Quali sono le aree di ricerca sui prodotti, sui sistemi di apertura e di confezionamento che l’azienda porta avanti in questo stabilimento? La sede modenese è molto dinamica e innovativa: in un primo momento ha saputo cavalcare l’onda della crescita mondiale con prodotti in grado di preservare al meglio gli alimenti, prolungandone la durata attraverso il trattamento asettico, permettendone la diffusione su scala globale mantenendo intatte le caratteristiche organolettiche e nutrizionali dei prodotti confezionati. Oggi punta a sviluppare concetti che consentano all’industria di soddisfare le abitudini di consumo attraverso il lancio di nuovi formati, che permettano una migliore presa, una migliore versata, introducendo sistemi di apertura agevolati e modificando forma e volume delle proprie confezioni. Un portafoglio straordinario in grado di far spiccare molti marchi per qualità e differenziazione. Tetra Pak® è leader mondiale nel suo settore di attività ed un “total system FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere supplier” perché con i suoi prodotti presidia tutta la filiera, dalla fornitura dei materiali alle macchine per la trasformazione ed il confezionamento, mantenendo forti legami con i suoi stakeholders, fornitori, dipendenti, clienti e consumatori, che si basano sulla condivisione di valori, elementi fondanti del vostro fare impresa e sui quali non ammettete compromessi. Ci presenta i valori “core” dell’azienda e come questi influenzano le relazioni con i vostri partner? Le regole e i valori descritti sopra hanno portato spesso a piani d’azione condivisi: tutto ciò con un miglioramento delle performance attraverso la definizione di modalità più efficienti di risoluzione di eventuali problematiche, creando valore aggiunto per i nostri Clienti, o a programmi di formazione specifici per lo sviluppo delle competenze con aumento del livello di soddisfazione e benessere per i dipendenti e dunque di successo per l’azienda. È nostro compito aiutare, anche attraverso un network internazionale, i Clienti con cui lavoriamo a sviluppare il proprio business. Riteniamo che il livello di servizio e la fornitura di soluzioni integrate, dal trattamento degli alimenti fino al prodotto a scaffale, rappresentino una grande opportunità di miglioramento in tutta la filiera dell’industria, come premessa per lo sviluppo del business a costi competitivi. Inoltre la nostra azienda ritiene che un’impresa solida e sostenibile possa essere considerata tale solo se l’intera filiera ne condivide gli stessi valori. Pertanto oggi il nostro modo di lavorare si basa sul “Codice di Condotta del Business” e sulle politiche del Gruppo. Ai fornitori ad esempio è richiesto di rispettare le leggi e le norme dei paesi in cui lavorano e periodicamente viene fatto un audit per verificare la loro conformità ai requisiti espressi. Tetra Pak promuove valori quali l’equitá, la collaborazione, il rispetto, la libertà e la trasparenza: un impegno assunto dal Gruppo per garantire un rapporto trasparente e costruttivo con i propri stakeholder, nel rispetto dei diritti umani fondamentali. Questo si traduce anche nella garanzia di sicurezza sul posto di lavoro, promozione della formazione, diffusione e rispetto dei valori di integrità, legalità, imparzialità e prudenza. Tetra Pak® vuole essere riconosciuta come azienda leader nel rispetto dell’ambiente. Questo impegno si concretizza già all’inizio della catena produttiva, con la scelta di carta, componente principale dei vostri prodotti, proveniente da foreste gestite in modo sostenibile e prosegue per tutta la filiera, attraverso un miglioramento delle performance ambientali dei vostri prodotti, accordi internazionali, partnership a livello nazionale per la promozione e la diffusione del recupero ed il riciclo degli imballaggi, accordi con la GDO per l’utilizzo di prodotti riciclati, gestione del Carbon Footprint. Un impegno a tutto tondo che coinvolge processi, prodotti e partnership. Può descriverli così che i nostri lettori possano comprendere il vostro concreto impegno ambientale e, dove possibile, aderire alle vostre iniziative? Dipendenti, fornitori, clienti e gli altri stakeholders devono condividere i valori dell’azienda e rispettarne le regole: guardando alla vostra esperienza, illustra ai lettori come valori e regole hanno influenzato le vostre relazioni con loro? L’azienda ha sempre dimostrato grande attenzione alle tematiche ambientali. Aderisce al Global Compact delle Nazioni Unite, collabora a livello globale ad alcuni progetti del WWF Svezia e sostiene organizzazioni non governative per promuovere la gestione responsabile delle foreste. In Italia, in soli 10 anni, abbiamo raggiunto risultati notevoli: abbiamo ridotto drasticamente gli scarti di produzione, oggi inferiori al 5%. Analogamente la riduzione si è avuta per le emissioni di CO2, tutti dati certificati dalle principali società di riferimento. I contenitori Tetra Pak vengono raccolti con la carta o con il multimateriale leggero in ben 4200 Comuni italiani e poi avviati al riciclo. Ad oggi oltre 1,3 miliardi di contenitori sono stati recuperati. TÜV Italia Journal 33 FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere Lo slogan “Proteggere la bontà”, riassume la mission di Tetra Pak®, quello di prendersi cura e preservare foreste, prodotti, clienti, consumatori e dipendenti. In questa direzione va anche la certificazione OHSAS 18001 che Tetra Pak Italia ha ricevuto da TÜV Italia. Come s’inserisce nella vostra mission aziendale l’impegno per il miglioramento dei processi legati alla salute e alla sicurezza dei vostri dipendenti e quali vantaggi avete già individuato a seguito di questa certificazione? Tetra Pak Italia ha sempre attribuito grande importanza alla Salute e Sicurezza dei propri dipendenti, analizzando le condizioni di lavoro attraverso specifici metodi e il coinvolgimento diretto degli stessi lavoratori, contribuendo efficacemente al miglioramento delle stesse. Attraverso la costruzione del Sistema di Gestione per la Sicurezza completamente integrato con il Sistema di Qualitá aziendale, abbiamo deciso 34 TÜV Italia Journal di strutturare ulteriormente il nostro percorso di miglioramento impegnando l’organizzazione ad ottimizzare i processi dedicati alla Salute e Sicurezza nell’ottica di spostare le nostre azioni sempre più sulla prevenzione. Sicuramente le attività di formazione e sensibilizzazione fatte sul personale a fronte del progetto OHSAS 18001, insieme all’approccio metodico che il Sistema di Gestione richiede, hanno consentito di elevare la consapevolezza dell’organizzazione su queste importanti tematiche e di avere una struttura più solida nella gestione dei tanti aspetti che riguardano la Salute e Sicurezza dei Lavoratori, con l’obiettivo di raggiungere un’efficace prevenzione di infortuni e malattie professionali. In questa intervista ci siamo concentrati sui valori di Tetra Pak®, valori che si riflettono anche sulla vostra produzione, attuale e futura. Spiega ai nostri lettori come il vostro impegno nell’ambito della FOCUS: Governance & Compliance, regole per crescere e competere ENRICO FIORANI Nel 1980 inizia il suo percorso professionale in azienda dove, nel corso degli anni, ha ricoperto diversi ruoli tecnico/operativi all’interno del settore produttivo del materiale di confezionamento. Nel 1996 ha assunto la responsabilità dell’Assicurazione Qualitá di stabilimento e, nel 2008, il ruolo di Quality Director delle aziende italiane del gruppo. Nel 2010 è stato nominato Quality Director per l’area Sud Europa, che comprende Spagna, Portogallo, Francia e Italia. sostenibilità, e quindi ambiente, etica, sicurezza, influiscono sul livello qualitativo e sulle performance dei vostri prodotti? Per noi fare business sostenibile significa offrire sul mercato un prodotto sicuro, funzionale, rispettoso dell’ambiente a un costo competitivo. In un panorama come quello attuale di rapidi cambiamenti, la tecnologia e l’innovazione devono permetterci di ridurre i rifiuti, massimizzare la sicurezza e raggiungere sempre più persone con prodotti di qualità, che permettano una riduzione degli scarti e l’uso di materiali rinnovabili e riciclabili. Contatto: Stefano Bolletta TÜV Italia Journal 35 TÜV Italia News Certificazione TÜV Italia per la figura professionale di Privacy Officer & Consulente della Privacy: una certificazione che ha precorso i tempi Dopo un iter legislativo iniziato il 25 gennaio 2012, i paesi dell’Unione Europea sono in attesa di una svolta epocale relativamente alla normativa privacy: se fino ad oggi ogni stato membro UE poteva legiferare localmente recependo la Direttiva 95/46/CE in materia di protezione dei dati personali (in Italia con il Dlgs 196/2003), il nuovo regolamento che sta per essere emanato da Bruxelles, detterà regole comuni, identiche, valide e applicabili in tutti i 28 paesi della Comunità Europea. Il testo, che è già stato approvato in prima lettura dal Parlamento Europeo il 17 marzo 2014 con 621 voti favorevoli e solo 10 voti contrari, introdurrà importanti novità, tra le quali l’obbligo di designare un “privacy officer” per tutte le pubbliche amministrazioni, e per le imprese che nell’arco di 12 mesi consecutivi effettuino più di 5.000 trattamenti di dati. Questo significherà che, oltre ai circa 20.000 enti pubblici, anche migliaia di aziende di piccole/ medie dimensioni, come ad esempio laboratori e cliniche, che trattano però un’ingente mole di dati personali, dovranno designare il privacy officer. Precedendo gli eventi, con un anno di anticipo rispetto alla proposta del nuovo Regolamento RICHIESTA DEL MERCATO Sviluppo schema Richesta di certificazione Privacy da parte della Commissione Europea, nel 2011 TÜV Italia, attraverso il proprio centro di valutazione TÜV Examination Institute, aveva stretto una partnership strategica con Federprivacy, creando uno schema di certificazione “ad hoc” per la figura professionale del Privacy Officer, che ha già visto oltre 500 professionisti iniziare il percorso di formazione specifica previsto per sostenere gli esami con l’organismo di certificazione, e di questi, più di 150 hanno già ottenuto il certificato e l’iscrizione nel registro della relativa figura professionale. Ulteriormente avvalorata dalla riforma delle professioni non organizzate in ordini e collegi (Legge 4/2013), le certificazioni delle figure professionali, come quella di Privacy Officer e Consulente della Privacy, hanno un valore concreto sul mercato, perchè costituiscono uno strumento di misurazione oggettivo, basato sulla norma UNI EN ISO/IEC 17024:2012, e rappresentano quindi la miglior garanzia dell’effettivo possesso delle conoscenze, delle competenze e dei comportamenti professionali necessari per svolgere un servizio di qualità. Se è vero infatti che una laurea in giurisprudenza o una in informatica costituisce un ottimo biglietto da visita per candidarsi come privacy officer, con l’entrata in vigore del nuovo regolamento privacy europeo, ciò che conterà veramente nel mercato del lavoro, sempre più selettivo, saranno le credenziali e il know-how. E una carta in più, che può rivelarsi vincente per avere maggiori chances, è rappresentata proprio dalla certificazione di “Privacy Officer e Consulente della Privacy “ proposta da TÜV Italia. Il processo di certificazione per Privacy Officer e Consulente della Privacy si basa su una prima Processo di valutazione Rinnovo Analisi documentale Contatti: Esame di Certificazione Nicola Bernardi, Federprivacy Maria Fernandez, TÜV Italia TÜV Examination Institute Mantenimento Certificazione (Iscrizione Registro) 36 TÜV Italia Journal valutazione delle conoscenze e delle competenze del professionista, necessaria per il raggiungimento della certificazione, e di ulteriori verifiche annuali volte ad assicurare il mantenimento delle competenze nel tempo. Questo processo è strutturato in modo da garantire a tutti i professionisti una valutazione equa, trasparente, indipendente ed imparziale. Tutto il personale coinvolto nel processo di certificazione è stato preventivamente valutato e qualificato a garanzia della sua competenza. Infatti, elementi di affidabilità dell’intero processo si rilevano fin dalla formazione specifica, gestita direttamente da Federprivacy, attraverso la predisposizione di un percorso formativo, condotto da un board di docenti di primo livello qualificato da parte di TÜV Examination Institute e accreditato da parte del Consiglio Nazionale Forense, presso il Ministero di Grazia e Giustizia. Un ruolo di rilevante importanza è quello ricoperto dai commissari di esame, per i quali TÜV Examination Institute prevede uno specifico percorso di qualifica per garantire un team di esperti con elevata competenza tecnica, grandi capacità di valutazione delle competenze, attraverso prove di esame, e specifiche conoscenze procedurali, necessarie per poter condurre gli esami in maniera efficace ed efficiente. In attesa dell’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo, e dell’emissione di una specifica norma tecnica da parte di UNI che definisca i requisiti di conoscenza e competenza della figura professionale del Privacy Officer e Consulente della Privacy (come promuove la Legge 4/2013), lo schema di certificazione elaborato da TÜV Italia e Federprivacy, che vede coinvolti esperti di alto livello riconosciuti negli ambienti “privacy”, costituisce un importante traguardo ed è garanzia di Qualità. TÜV Examination Institute www.tuv.it/tei [email protected] TÜV Italia News Certificazione Halal e Halal Easy per la Farmacia S. Giacomo di Roma Per i mussulmani osservanti Halal, (lecito), è ciò che è conforme alla legge islamica, dove il concetto di lecito abbraccia molti ambiti della vita quotidiana come i prodotti alimentari, l’arredamento, l’abbigliamento, ed anche farmaci e prodotti cosmetici. E proprio in questo ampliarsi della certificazione Halal a nuovi settori merceologici si colloca la certificazione di una linea di cosmetici e di integratori prodotti dalla Farmacia S. Giacomo di Roma, primo esempio nel nostro paese di distribuzione di prodotti cosmetici Halal nel canale farmacia. Oltre a questa certificazione, la S. Giacomo ha ricevuto anche la certificazione Halal Easy, una certificazione che non copre gli aspetti religiosi dell’Halal, ma va nella direzione di semplificare e dare disponibilità di servizi ai consumatori mussulmani. La consegna dei certificati è stata effettuata dal Presidente dell’Associazione culturale Zayd Ibn Thabit, con la quale TÜV Italia collabora per la parte tecnica di queste certificazioni, presente il Presidente di TÜV Italia Prof. Peter Schaff (a sinistra nella foto, con al centro Abdallah Cozzolino, presidente dell’Associazione Zayd Ibn Thabit e il dottor Antonio Sacchetti, proprietario della farmacia). Contatto: Stefano Bolletta Per PosteMobile certificazione integrata ISO 9001 e ISO 27001 PosteMobile è l’operatore di telefonia del Gruppo Poste Italiane sul mercato dal 2007 che conta oggi oltre 3 milioni di clienti attivi, grazie a un’offerta che coniuga i tradizionali servizi di comunicazione mobile di voce, dati ed SMS, con una gamma innovativa di servizi bancari e finanziari basati sull’integrazione della SIM con gli strumenti di pagamento BancoPosta. Il posizionamento distintivo sul mercato ha permesso a PosteMobile di diventare leader nei Remote Finacial Service, con oltre un milione di utilizzatori. La tecnologia sviluppata internamente per questi servizi ha ottenuto il brevetto internazio- nale dall’European Patent Organization di Monaco di Baviera. Innovare e creare sinergie sono caratteristiche dell’azienda, e la certificazione integrata ISO 9001 e ISO 27001 per i servizi di Rete Fissa, è un esempio delle capacità dell’azienda di applicarle anche ai suoi processi di gestione interna. Questa doppia certificazione, il cui certificato è stato consegnato all’Amministratore Delegato di PosteMobile Roberto Giacchi dall’AD di TÜV Italia Ettore Favia (nella foto, a destra) nel corso di una breve cerimonia il dicembre scorso, è il primo passo di un percorso certificativo completo di processi, infrastrutture e strumenti della Rete Fissa di PosteMobile mirato ad aumentare l’efficacia e l’efficienza dei servizi. Contatto: Stefano Bolletta Il Comando Generale delle Capitanerie di Porto certificato ISO 9001 Incrociamo le sue motovedette nelle nostre uscite in barca da diportisti mentre sorvegliano le coste, ma questa è solo una delle attività della Guardia Costiera italiana, forza militare della Marina il cui obiettivo è garantire una navigazione per scopi civili sicura attraverso le coste ed i porti italiani. In occasione del convegno “Le Capitanerie: confronto con lo shipping nazionale” tenutosi a Roma lo scorso autunno, Ettore Favia, Amministratore Delegato di TÜV Italia, ha consegnato al Comandante Generale delle Capitanerie di Porto il certificato ISO 9001, che comprende il Comando Generale del 6° Reparto “Pianificazione e sviluppo del Servizio” e 54 sedi di Capitanerie di Porto, di cui 15 con funzione di Direzioni Marittime, strutture che complessivamente raggiungono i 420 addetti. La certificazione riguarda i processi ispettivi e di certificazione delle navi e del personale marittimo in base alle convenzioni internazionali in materia di sicurezza della navigazione, prevenzione di disastri ambientali e salvaguardia della vita umana in mare (SOLAS, STCW, convenzione Tonnage, ecc.). In dettaglio, l’attività ispettiva sulle navi prevede il rilascio di 26 diversi tipi di certificati di sicurezza e di conformità per navi passeggeri e da carico battenti bandiera italiana. La certificazione STCW del personale marittimo permette ai lavoratori del settore di vedere riconosciuta in ambito internazionale la propria figura professionale. L’ottenimento di questa certificazione arricchisce il ruolo della Guardia Costiera italiana nell’ambito dell’EMSA, l’Agenzia europea per la sicurezza marittima istituita dal Regolamento CE 1406/2002, per armonizzare le normative comunitarie sul trasporto marittimo, e per gestire eventuali danni ambientali dovuti ad incidenti con fuoriuscite di greggio. Ettore Favia, AD di TÜV Italia, a destra nella foto, consegna il certificato al Comandante Generale delle Capitanerie di Porto, Amm. CP Felicio Angrisano Contatto: Stefano Bolletta TÜV Italia Journal 37 Le attività di TÜV SÜD Da un film a un progetto È il momento del cambio di turno delle guardie che sorvegliano sulla sicurezza degli edifici: presto, i robot potrebbero sostituirli durante le ore notturne, vegliando al loro posto sugli impianti, come abbiamo visto nel film “Avatar” di James Cameron. Le guardie che proteggono la nostra sicurezza sono specialisti molto richiesti. “Ne assumiamo circa 100.000 ogni anno” dice Alf Göransson, a capo di Securitas, un gruppo internazionale specializzato nella protezione di beni e persone. Ma questi professionisti hanno un turn over molto elevato, in Europa è intorno al 28%, negli USA al 44%, quindi figure che devono essere frequentemente rimpiazzate, in particolare quelli che sorvegliano sulla sicurezza degli edifici, ed è facile capire il motivo. Chi ha voglia di lavorare sempre di notte, mettendo a rischio la propria vita? Questo è un lavoro per “Ava”. Ma “Ava” è ancora in fase di costruzione. Infatti questa guardia del futuro è un robot che rileva a distanza le presenze, un sistema che lavora azionato da remoto, così come le guardie fanno invece in loco. Di questo dispositivo ne sono già stati prodotti alcuni prototipi. Il produttore iRobot, con sede negli USA, è attualmente in fase di test prima di iniziare la produzione. Un’azione che i robot con telecamere al posto degli occhi e i piedi in laminato sanno fare già bene è orientarsi. Mentre si muovono infatti producono automaticamente le mappe dei dintorni, così da orientarsi nei luoghi più diversi. Possono muoversi ad una velocità massima di 5,6 km / h, ma naturalmente non sono in grado di inseguire qualcuno. Sono in grado però di imparare a salire le scale, andare in ascensore, aprire e chiudere le porte. iRobot ammette che ci vorrà del tempo prima che “Ava” possa diventare una guardia efficiente su cui poter far affidamento. Dopo tutto, anche per i giovani neoassunti in Securitas sono necessari tre anni di formazione prima di potersi definire specialisti per la protezione e la sicurezza. L’International Federation of Robotics (IFR) prevede che circa 5.000 telerilevatori di presenze controllati da remoto saranno attivi già nel 2015. L’IFR prevede inoltre che i robot diventeranno sempre più simili agli esseri umani, proprio come accade nel film di Cameron “Avatar”, campione di incassi. “Speriamo che le somiglianze con l’uomo si fermino all’aspetto esteriore. Non vorremmo che ad “Ava” passasse per la testa di non voler lavorare la notte.” Contatto: Emilia Pistone 38 TÜV Italia Journal Le attività di TÜV SÜD TÜV Italia Journal 39 TÜV Italia partner d'impresa in certificazione, ispezione, testing, formazione. ITALIA: TÜV Italia S.r.l. Via G. Carducci, 125 pal. 23 20099 Sesto San Giovanni (MI) + 39-02-24130-1 + 39-02-24130-399 SEDI INTERNAZIONALI: Headquarter/Europa: TÜV SÜD AG Westendstraße 199 D-80686 Monaco Germania +49-89-5791-0 +49-89-5791-1551 America: TÜV SÜD America Inc. 10 Centennial Drive FL2 Peabody, MA 01960-7900 USA +1-978-573-2500 +1-978-977-0157 Asia - Pacific: TÜV SÜD Asia Pacific Pte. Ltd. 3 Science Park Drive #04-01/05 The Franklin Singapore 118223 +65-6427-4700 +65-6872-4948