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cultura “Il Libro dell’Amore” di Mohammed Bennis
Marocco
OGGI
un’informazione italiana su un paese in movimento
Intervento/Giuliano Amato
COSTITUZIONE IN MAROCCO
Un passo lungimirante
verso una vera
democrazia parlamentare
Economia
MISSIONI E RISORSE:
LE INCERTEZZE
ITALIANE IN MAGHREB
immigrazione
Tunisia. L’Europa
alla ricerca di soluzioni
all’immigrazione
clandestina
Newsletter n.09 del 15 luglio 2011
Marocco
OGGI
MaroccOggi - un’informazione italiana
su un paese in movimento
Newsletter del sito www.genemaghrebina.com
Newsletter n.09 del 15 luglio 2011
In questo numero:
editoriale
L’Europa non è al tramonto
e la primavera araba non è finita
Intervento/Giuliano Amato
Costituzione in Marocco. Un passo lungimirante
verso una vera democrazia parlamentare
Economia
Missioni e risorse:
Le incertezze italiane in Maghreb
cultura
“Il Libro dell’Amore” di Mohammed Bennis
immigrazione
Tunisia. L’Europa alla ricerca di soluzioni
all’immigrazione clandestina
www.genemaghrebina.com
M
OGGI
L’editoriale di karima Moual
L’Europa non è al tramonto
e la primavera araba non è finita
L’Europa? È finita. Gli economisti di tutto il mondo si sono scatenati a dare anche la
data di scadenza. Tra un anno o due. A far suonar l’allarme questa volta è un’Italia
indebolita, che in pochi giorni è stata obbligata in fretta e furia a fingersi unita, per approvare la sua manovra, e dare certezze a quei mercati che gli stanno girando le spalle.
Così, dopo la Grecia, si è aperta un’altra ferita in quell’idea tanto grande e ambiziosa
battezzata Europa.
Pare dunque che questo inizio di decennio sia segnato dal pessimismo e soprattutto
dall’impazienza. La frenesia del tutto ora e subito, che non lascia il tempo alla riflessione e a progetti a lungo termine. Non c’è più spazio per il silenzio, che non è il vuoto
ma lo spazio perché le idee maturino prima di esprimersi. Sembra che tutto sia discusso all’interno di un format televisivo, dove appunto il silenzio non è ospite gradito.
E dunque la primavera? Anche quella è finita. A pochi mesi dalle rivolte, che hanno
buttato giù regimi al potere da decenni, si pretende che una popolazione intera abbia
già trovato modi e compromessi per accordarsi e organizzarsi nel ridisegnare le future
sfide che l’aspettano. Senza tener conto della crisi economica, che ha inghiottito tutti,
paesi stabili e meno stabili, e soprattutto senza tener conto di un fondamentale punto: i fautori della primavera araba hanno tanti entusiasmi e voglia di cambiamento, ma
mancano di un progetto politico che sia vero e credibile. Un progetto che non si può
improvvisare in qualche mese, dopo la caduta di un dittatore. Ma un progetto che può
maturare in una cultura politica, che nei paesi in questione non aveva terreno fertile
per germogliare. Dunque c’è bisogno di tempo per seminare prima di pretendere i
frutti.
Tempi e leader. Credibili e leali, veri politici al servizio della propria nazione e società.
Leader di cui ha bisogno la stessa Europa che, attenzione, non è al tramonto come
idea. Ciò che è in declino sono i suoi leader che non sono stati all’altezza di portare
in alto idea e progetto, ambiziosi, di unione. Diamo tempo alla Primavera, e diamo
tempo all’Europa.
Marocco
L’editoriale
OGGI
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Marocco
L’intervento
OGGI
COSTITUZIONE IN MAROCCO
Un passo lungimirante verso
una vera democrazia parlamentare
di Giuliano Amato
Mentre la primavera araba prende pieghe che ancora non ci sono chiare, che dovrebbero sperabilmente portare verso sistemi democratici paesi retti
da regimi autoritari fino a ieri, il regno del Marocco
invece procede attraverso una via tutta istituzionale
verso un mutamento graduale e non traumatico di
un assetto costituzionale che si sta progressivamente avvicinando a quei regimi parlamentari, classicamente conosciuti nell’esperienza europea.
Questo denota sia la lungimiranza del re che si
muove in anticipo, previene la piazza e si rende anziché vittima protagonista del cambiamento, sia la
sua capacità di sintonizzarsi con le maggiori forze
politiche del paese.
Naturalmente il risultato al punto al quale siamo arrivati è ancora lontano dalle democrazie parlamentari
europee e non europee che conosciamo al nostro
tempo. Però se pensiamo che il processo attuato dal
re si colloca come genus nel passaggio ottocentesco
da monarchie tendenzialmente assolute a monarchie costituzionali, va detto che qui siamo già molto
al di là di quei processi: siamo a un punto intermedio tra quello da cui partirono i regimi parlamentari
della vecchia Europa e quello a cui sono arrivati. E
considerando che il percorso che ha portato a questo punto intermedio è stato bruciato in un numero
di anni molto breve, si può ragionevolmente pensare che procedendo così il regno del Marocco sarà tra
breve, una monarchia costituzionale non diversa da
quella britannica.
Ripeto, siamo ancora a metà strada. Ma se io penso
alle costituzioni octroye dell’ottocento, noto subito
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una differenza: questa non è stata imposta o concessa dal re alla nazione, ma votata dal corpo elettorale per entrare in vigore, e dice che la sovranità
appartiene alla nazione e non al re. Questo è molto
importante perché il re si viene a configurare non
come la fonte della sovranità, ma come una delle
massime istituzioni costituzionali, come è il capo di
Stato in qualunque regime costituzionale.
Si aggiunga che la caratterizzazione di questa come
una forma costituzionale nella quale il potere del
sovrano si colloca in un sistema di poteri e non al di
sopra dei poteri è rafforzata dall’adozione esplicita
della divisione dei poteri. E dal fatto che questa divisione si presenta un po’ all’americana, tanto come
divisione orizzontale tra i poteri dello Stato, quanto
come divisione verticale tra i poteri conferiti allo Stato e quelli degli enti decentrati di governo. Il sistema
costituzionale prevede infatti una forma di regionalismo che distribuisce il potere.
Certo siamo ancora a quel tipico dualismo che caratterizzava le monarchie costituzionali dell’800. La
formula della doppia fiducia che chi governa deve
avere dal parlamento e dal re. Tipico delle situazioni
di trapasso. Per questo dico che siamo a metà strada. C’è poi un potere di scioglimento del parlamento
che è assai più forte di quello che possiedono oggi
la maggioranza dei capi di Stato occidentali, che entrano molto meno nel circuito politico di quanto sia
abilitato a fare dalla Costituzione marocchina il re.
Va del resto positivamente sottolineato che il re debba comunque nominare il primo ministro dal partito
che ha avuto più voti. Insomma non ha una libera
Giuliano Amato
scelta del primo ministro. E questo crea un piano
inclinato verso il maggior peso futuro della fiducia
del parlamento.
Un altro punto importante riguarda il potere giudiziario. Quanto riuscirà davvero ad essere davvero indipendente? Nelle democrazie che sono venute crescendo nella vecchia Europa ci sono voluti decenni
perché la giustizia riuscisse ad affermarsi come potere indipendente. Nella Costituzione marocchina
sembrerebbe che ci siano alcuni principi che già appartengono alle costituzioni delle democrazie mature: l’indipendenza è affermata, così come è affermata l’inamovibilità dei giudici. Bisognerebbe però
essere certi dell’effettività delle norme e della loro
applicazione.
Ma il vero tema in realtà è quello delle libertà dei
cittadini, in tutti i sensi, e della libertà di religione
in particolare, perché siamo in un paese a maggioranza musulmana che proclama quella musulmana
come religione di stato in un articolo un po’ arduo
(il numero 3) anche in termini concettuali, che dice
che è quella musulmana la religione dello Stato, il
quale garantisce la libertà di religione.
Su questo punto vanno fatte alcune sottolineature. Positivo è il riconoscimento delle diversità etnico
religiose come componenti della nazione marocchina, che rafforza evidentemente il ruolo delle
minoranze.
Va poi detto che la religione di Stato è stata conservata in paesi dove la libertà dei culti diversi da
quello che è religione di Stato è di sicuro esistente. L’esempio è la Gran Bretagna, dove il capo dello
Stato è anche capo della confessione anglicana, il
ché non attenua la libertà degli altri.
C’è tuttavia la spinta che può venire dall’interno della religione musulmana, con le sue regole e aspettative, in funzione di una non piena libertà religiosa
degli altri. Fenomeno che può passare non attraverso le leggi ma attraverso quella che Tocqueville
chiamava la dittatura della maggioranza. Ciò che
avviene in più paesi, ed è di particolare evidenza
nella Turchia di oggi, dove a prescindere dal sistema legislativo che è ancora fortemente kemalista, la
società preme soprattutto nei confronti delle donne
perché si torni al passato.
Si tratta di vedere quanto, e se, questa pressione ci
sarà. Io simpatizzo con quegli studiosi musulmani i
quali mettono in dubbio che il pluralismo intrinseco
all’islam, che non ha una struttura gerarchica, sia
compatibile con l’essere l’islam religione di Stato.
Perché l’essere religione di Stato implica che ci sono
dei credenda, principi e regole che dalla religione
transitano allo Stato.
Ma allora, cosa significa che le autorità dello Stato
acquistano quella auctoritas interpretativa che nessun imam ha nei confronti degli altri? Questa non è
una critica, ma una domanda importante, alla quale
il futuro ci aiuterà a rispondere.
In conclusione si può dire che il percorso sul quale si
è messo Muhammed VI, senza dubbio, porta verso
la democrazia parlamentare. E lo fa con molta più
forza di quanto non stia accadendo nei paesi che
hanno avuto le rivolte. Perché lì gli esiti sono tutt’altro che chiari.
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Marocco
Economia
OGGI
MISSIONI E RISORSE:
LE INCERTEZZE ITALIANE IN MAGHREB
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a prova. In Algeria, ancora nel 2010, le produzioni
elettromeccaniche ed elettroniche del Sistema ANIE
coprivano il 10,7% delle esportazioni, pari a 296,1
milioni di euro: tutti fondi destinati alla fornitura italiana di tecnologie per le reti energetiche, a dimostrazione dell’interesse sempre vivo dei produttori
algerini verso il commercio italiano.
“
Se l’Italia resta ferma in
questa fase, altri grandi attori internazionali con una
storica tradizione nell’area,
continuano invece a portare avanti i loro progetti
“
Un miliardo di esportazioni a rischio. Il prezzo che
le imprese italiane impegnate sul fronte dell’energia
stanno pagando alle difficoltà politiche dell’area del
Maghreb in questa fase è assai caro. E viene stimato in mille milioni di euro da Confindistria-Anie. Un
carico al quale va aggiunta anche la difficoltà che,
in questi mesi, c’è nella comunicazione tra l’Italia
e quest’area. Tutti gli accordi chiusi dopo le ultime
missioni diplomatiche sono congelati e rischiano di
non avere nessun seguito, restando lettera morta.
I dati delle esportazioni italiane verso questi Paesi parlano di interessi economici pesantissimi. Già
nel 2009 le sole esportazioni dall’Italia verso l’Egitto erano pari a 2, 6 miliardi di euro, un miliardo in
meno della somma delle importazioni: dati che si
attestano con buone percentuali di crescita anche
nello scorso anno. Sul fronte specifico delle energie
rinnovabili, sempre nel 2010, l’ENEA ha coordinato
l’installazione dell’impianto pilota dimostrativo solare termodinamico, finanziato dalla Commissione
Europea con circa 12,5 milioni di euro. Un impianto
divenuto il simbolo della collaborazione tra Italia ed
Egitto, dopo solo un anno già messa però a dura
Meno rilevante sul fronte delle energie, secondo
dati ISTAT del 2009, risulta essere le Tunisia, partner comunque interessante per i settori dell’elettrotecnica e dell’elettronica, che contano 350 aziende
Il ministro marocchino per l’Energia Amina Ben Khadra, col ministro dell’Industria francese Eric Besson
attive, di cui la metà è al cento per cento a partecipazione estera. Importante anche il settore tessile,
dove il saldo della bilancia commerciale nel 2009 risultava positivo per l’Italia con un attivo di oltre 500
milioni di Euro. In questo elenco non può mancare
la Libia, che attualmente detiene circa il 3,5 % delle
riserve mondiali di petrolio e 1500 miliardi di metri
cubi di riserve di gas. Da sempre legata all’Italia e
partner storico dell’Eni, la Libia ha annunciato proprio in questi giorni la chiusura di qualsiasi rapporto
commerciale con i nostri player nel campo del gas e
del petrolio.
Sono servite a poco anche le recenti missioni italiane nell’area. Nel marzo del 2010 una missione di industrie italiane, organizzata da Confindustria-Anie,
si era recata in Algeria per sostenere la nascita di
nuove PMI: gli stanziamenti previsti dal Paese, allora, erano di 16,6 miliardi di dollari per progetti
infrastrutturali e 600 milioni di dollari per le energie
rinnovabili.
Ad ottobre corso risale invece una missione di Confindustria e Ministero dello Sviluppo economico in
Marocco, finalizzata al rafforzamento del dialogo
istituzionale con le Autorità marocchine per l’incremento della presenza italiana nei settori delle energie rinnovabili ed i relativi progetti infrastrutturali.
Tutte missioni che, da quanto segnala l’associazione
delle imprese del settore energetico, rimangono lettera morta.
Se l’Italia resta ferma in questa fase, altri grandi attori internazionali con una storica tradizione
nell’area, continuano invece a portare avanti i loro
progetti. È il caso della Francia. La scorsa settimana
il ministro dell’Industria francese, Eric Besson, era a
Rabat per illustrare il piano solare mediterraneo, descrivendolo come il più grande progetto dell’Unione
per il Mediterrano (UPM). “Con il ministro marocchino per l’Energia, Amina Ben Khadra, stiamo per
proporre un patto energetico euromediterraneo per
accelerare la realizzazione del piano solare mediterraneo. Il piano solare marocchino ha bisogno di finanziamenti pubblici e privati, della costruzione di
nuove interconnessioni elettriche e di organizzare
una nuova cooperazione tecnologica industriale”.
Insomma un impegno consistente per il quale la
Francia investe da subito 100 milioni di euro.
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Marocco
Cultura
OGGI
“
celato per non essere osservato
apparente
per non essere celato
è latente
come il fuoco nella pietra
s’accende per frizione
e sparisce per distrazione
se non fosse una punta di follia
sarebbe quintessenza di magia
“
“Il Libro dell’Amore”
di Mohammed Bennis
Mohammed Bennis è nato a Fes nel 1948 ed è uno
degli scrittori più importanti nel panorama letterario
marocchino. Nel suo “Libro dell’amore” si rivolge a
noi con un misto di audacia e di sgomento estasiato, di cui rendono conto i versi con i quali termina la
raccolta: “Io, Ibn Hazm, nella tua amicizia e nel tuo
amore/t’ho accompagnato/ma un altro cammina
con noi/non ho temuto che la solitudine partecipe/
sia il mio ultimo rifugio/essa m’offre lume e gazzella/in questo tempo di violenza/non mio”.
Le poesie della raccolta corrono sulle pagine. Precipitano e si dissolvono nella memoria di chi le scopre,
in un effluvio di immagini semplici, come disegni
oscuri che si dissolvono aprendo le palpebre, visioni
sospese in un momento di smarrimento e di fusione
che si afferma o si nega, un’alleanza che si spezza
anziché durare. Dove la lettura esita, l’immagine insiste. Bennis spiega che “Il libro dell’amore” è un
omaggio al “Collare della colomba” di Ibn Hazm
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ed è un crocevia di testi d’amore, ricchi di citazioni della poesia e della tradizione pre-islamica, che
il lettore arabo sarà subito in grado di riconoscere.
Già in epigrafe si parla della donna beduina preislamica: “Celato per non essere osservato/Apparente/per non essere celato/è latente/come il fuoco
nella pietra/s’accende per frizione/e sparisce per distrazione/se non fosse una punta di follia/sarebbe
quintessenza di magia”. Sono le poesie più brevi il
punto di forza di Bennis: simili ad aforismi enigmatici e cruciali, fuori da qualsiasi regia, rasentano una
misteriosa morbosità. Come in questi versi: “Il mio
cielo/ e sotto i cieli che inveiscono:/Cielo di spada/
cielo di t’offro secondo il tuo desio/cielo di dire/cielo
di chi non ha cielo/cielo di quiete/cielo d’ecco per
loro/il mio cielo/cielo del legame”. Il cielo del luogo
è il cielo di Cordova poiché Ibn Hazm (994-1064)
scrisse “Il Collare della Colomba” tra il 1025 e il
1030, mentre si trovava in Spagna.
Mohammed Bennis
Bennis scrive: “Giro tra libri e veggenti esperte nelle
linee della tua mano. Vi supplico, figlie di Kairouan.
L’olio delle mie lampade s’è consumato. Quest’osso
è proprio il mio. Sento il soffio di un’immagine, dico
al mio piacere: sei il mio percorso”. Il rifiuto dello
scorrere del tempo, che qui si legge e che nodale in
tutta l’opera di Bennis, è proprio anche di un altro
poeta marocchino, Mohammed Khair-Eddine, come
si legge ne ‘Il tempo del rifiuto’, una raccolta di interviste curate da Abdellatif Abboubi e pubblicate
dalla casa editrice L’Harmattan nel 1998.
Libri di Mohammed Bennis tradotti in italiano:
Il Dono del Vuoto, Traduzione di Fawzi Al Delmi,
Edizioni San Marco dei Giustiniani, Genova, 2001.
Il Mediterraneo e la parola, Viaggio, poesia,
ospitalità, a cura di Francesca Corrao e Maria
Donzelli, Saggine, Donzelli Editore, Roma, 2009.
Il poeta marocchino Mohammed Bennis
riceve in Italia il premio internazionale di
letteratura “Ceppo”
L’Accademia Pistoiese di Ceppo, in Italia, ha
consegnato a marzo 2011 il premio internazionale di letteratura “Ceppo” al poeta marocchino Mohammed Bennis per le sue due raccolte
“Il Mediterraneo e la parola” e “Il Dono del
Vuoto”. Lo stesso premio era stato attribuito
nel 2009 al peruviano Mario Vargas Llosa, poi
premio Nobel 2010, e l’anno dopo allo spagnolo Antonio Carvajal Milena. Bennis ha ricevuto
il premio durante una cerimonia ufficiale presso
il Comune di Pistoia, alla presenza del Sindaco,
dei membri dell’accademia e di poeti, critici,
giornalisti, studenti. La manifestazione è durata tre giorni e si è svolta tra Firenze e Pistoia,
offrendo serate di poesia al teatro Funaro, una
lectio magistralis alla sala dell’Assemblea legislativa toscana, una conferenza con i membri
della rivista della poesia comparata “Semicerchio” ed una conferenza stampa.
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Marocco
Immigrazione
OGGI
Tunisia. L’Europa alla ricerca di
soluzioni all’immigrazione clandestina
Si è tenuta a Tunisi il 13 ed il 14 luglio, la conferenza
internazionale sul ruolo dell’immigrazione nello sviluppo del Paese a ridosso della primavera araba. Tra
gli ospiti Dirk Buda, incaricato d’affari presso la delegazione dell’Unione Europea in Tunisia, che ha dichiarato: “L’Unione Europea è disposta ad aprire un
dialogo sull’immigrazione, la mobilità e la sicurezza, che ci consenta di individuare esigenze, attuare
nuove forme di cooperazione e creare partnership
di mobilità. Siamo disposti a sostenere il processo di
stabilizzazione politica del Paese”
Parole che confortano i decisionisti tunisini, pronti
ad avviare un processo di gestione globale - e non
unilaterale - del problema migratorio. La primavera
araba, dopotutto, pone molti interrogativi sull’efficienza delle attuali politiche migratorie soprattutto
in Italia e Francia, i Paesi europei più colpiti dalle
ondate di clandestini seguite alle rivoluzioni.
La conferenza si è posta anche l’obiettivo di raccogliere le proposte per definire una road map che
regoli i flussi migratori, arginando i flussi clandestini. Pertanto, la Commissione sull’immigrazione del
parlamento europeo propone di aprire un dialogo
con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo per
definire vere e proprie partnerships per la mobili-
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tà in Tunisia, Marocco ed Egitto. Paesi verso i quali
l’Unione europea si dichiara disposta ad adottare un
approcio conciliante anzichè difensivo, studiando
costantemente la mobilità sotto l’aspetto positivo
dello sviluppo e dell’arricchimento dei Paesi d’origine e di accoglienza.
“Si parla sempre dell’immigrazione come di una
fonte di impoverimento dimenticandone le potenzialità positive - ha spiegato Buda - ma il controllo
dei flussi è necessario proprio affinché le migrazioni
siano un vantaggio per lo sviluppo. Bisogna inoltre
definire una politica di gestione efficace per favorire
i flussi regolari ed evitare la fuga dei cervelli dai Paesi d’origine”.
Per Lukas Gehrke, vice-presidente del Centro internazionale per lo sviluppo delle politiche migratorie,
l’immigrazione è un fenomemo globale che richiede
una risposta globale da parte di governi e società civili. “Con la crisi economica e i problemi di sicurezza
- ha dichiarato Gehrke - l’immigrazione è diventata una vera sfida per i politici. È quindi importante
pensarla come un’opportunità di sviluppo”.
La Tunisia insiste su una soluzione alla disoccupazione dei giovani laureati del Paese. Ali Goutali,
Ambasciatore e direttore dell’istituto diplomatico di
formazione e degli studi, ha affermato che occorre riformare il sistema delle quote, semplificandolo ed allineandolo ad altri Paesi europei. I Tunisini
hanno quindi lanciato un appello a razionalizzare
la gestione dell’immigrazione organizzata, offrendo
opportunità maggiori ai laureati tunisini. “Finora,
le specialità richieste non sono state adeguate alle
competenze che i Tunisini possono fornire all’Europa” ha sottolineato Godutali.
Nel suo intervento, Mohamed Mouldi Kefi, ministro
degli affari esteri, ha precisato che il problema migratorio è strettamente legato alla consacrazione
dello sviluppo solidale. La sua proposta è un rafforzamento nella gestione delle risorse umane in base
alle esigenze dei vari settori del Paese d’accoglienza
ed una tripla partnership basata su progetti di sviluppo sostenibile nelle zone a forte impatto migratorio, senza dimenticare che occorre migliorare le
condizioni lavorative e la vita degli immigrati regolari, garentendo loro la possibilità di circolare liberamente nell’UE.
D’altra parte, il Sig. Kefi insiste sulla necessità di
rafforzare gli investimenti dei Tunisini residenti
all’estero (TRE) per favorire le rimesse, che saranno
poi investite nei settori produttivi, attuando misure
di accompagnamento degli immigrati interessati a
progetti di sviluppo comune. Infine, Kefi ha raccomandato di dare garanzie giuridiche ai lavoratori
tunisini all’estero con la mobilità professionale e lo
statuto di residenza permanente, in conformità con
le direttive europee. Alcune misure finanziare a favore degli immigrati d’Europa sono effettivamente
al vaglio, per consentire il finanziamento di progetti
d’investimento nel loro Paese d’origine, insieme ad
una formula pensionistica.
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Marocco
Brevi
OGGI
Prorogato l’accordo Marocco-UE sulla pesca
Prorogato di un anno l’accordo Marocco/Ue sulla pesca. Questo è il
risultato dei negoziati chiusi il 13 luglio scorso. Il protocollo sulla pesca
tra Marocco ed UE, scaduto il 28 febbraio scorso e poi prolungato, in
via provvisoria, fino all’agosto 2011, è stato ulteriormente rimandato.
Gli ambasciatori degli Stati membri dell’Unione si sono pronunciati in
maggioranza a favore di un nuovo testo, quattro si sono astenuti (tra
cui Gran Bretagna e Finlandia) e tre hanno votato contro (tra cui Svezia
e Paesi Bassi). Il nuovo accordo sarà adottato in Marocco dal prossimo
Consiglio dei ministri dell’Agricoltura e della Pesca, previa approvazione del Parlamento europeo. Due le novità importanti inserite nel nuovo
accordo: una clausola che obbliga il Marocco a fornire informazioni
sull’uso dei fondi versati dall’UE ed il rilascio di 119 licenze marocchine
per la flotta europea.
La bandiera del popolo Tamazigh
Il porto di Tanger Med
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Algeria: Il Movimento culturale amazigh domanda l’ufficializzazione del tamazigh
La nuova Costituzione marocchina riconosce come ufficiale la lingua
amazigh. Una conquista che spinge a chiedere il medesimo riconoscimento anche in Algeria. Il movimento culturale amazigh “insorge con
forza contro la marginalizzazione di cui è stato vittima durante queste
consultazioni - ha dichiarato il presidente Rachid Belkhiri - e questa
ennesima esclusione conferma l’ostracismo contro il tamazight, lingua
ancestrale ed autoctona degli algerini parlata da milioni di persone”.
I movimenti amazigh algerini ritengono, infatti, di essere stati esclusi
dalle consultazioni per le riforme e chiedono, pertanto, un cambiamento dello statuto della loro lingua come quello concesso in Marocco.
L’attività dei trasporti in piena crescita
Cresce l’attività portuale marocchina. Gli ultimi dati, rilevati alla fine di
maggio, segnano un rafforzamento del 19,3%, pari a 42,7 milioni di
tonnellate di merci trasportate. Aumenta soprattutto il traffico interno:
31,3 milioni di tonnellate (ovvero il 73% del totale che ha transitato nei
porti nazionali), pari ad una crescita del 5,1% con un risvolto positivo
per le esportazioni ed importazioni, che salgono rispettivamente del
4,3% e del 5,7%. Determinante il contributo del porto di Tangeri Med,
che solo nell’ultimo anno ha raddoppiato il suo volume.
Marocco
Brevi
OGGI
Festival Jawhara. Dal 20 al 24 luglio 2011 50 concerti, 15 spettacoli di strada, 5 rappresentazioni teatrali
Saranno tre i concerti della libanese Carole Samaha per la prima edizione del festival internazionale Jawhara. Organizzato dalla provincia di El Jadida e dall’Associazione dei Doukkala, l’evento si terrà dal
20 al 24 luglio a Azemmour, Sidi Bozid ed El Jadida. Quest’ultima,
ospiterà contemporaneamente il moussem moulay Abdellah Amghar,
Malhounnyat ed il festival Jawhara, richiamando 150 mila persone.
Alcuni degli artisti in programma: Carole Samaha, Mostapha Bourgogne, Stati, Hamid El Kasri, Fnaire, Cheb Bilal, Gisela Joao. Aprirà il
festival una parata di 200 artisti nelle grandi arterie di El Jadida. Molti
altri gli spettacoli previsti. Alle gallerie Chaibia Talal e Abdelkbir Khatibi, l’esposizione “Incontri con la memoria del movimento”. Sei pièce
teatrali alla casa dei giovani di Azemmour ed al teatro municipale di El
Madida. Animazione di quindici atelier con il contributo di studenti e
docenti dell’Istituto superiore di arte drammatica ed animazione culturale (ISADAC), con attenzione ai valori civici. La chiusura sarà affidata
ad uno spettacolo pirotecnico, previsto per la sera del 24.
Tessile: le esportazioni in aumento del 13,4% alla fine di maggio, il flusso degli ordini aumenta
Tornano in Marocco le grandi società dell’industria tessile Max Mara,
Diesel, Camaieu. I dati di crescita del settore sono inequivocabili: 12,4
miliardi di DH nel gennaio 2011 contro gli 11 miliardi del 2010 (per
una crescita del 13,4%) ed una progressione delle esportazioni mensili
dal 13,7% di gennaio al 15,8% di marzo. A rendere noti questi numeri, il 6 luglio scorso, è stato un rapporto dell’Ufficio dell’Associazione
marocchina delle industrie del tessile e dell’abbigliamento (Amith). Gli
esperti collegano la ripresa delle esportazioni a due fattori: la realizzazione, nel marzo 2011, di un piano di urgenza per la formazione e
l’inserimento di 20 mila lavoratori e la rete di contatti del Ministero del
Commercio estero con le grandi società europee. Il piano, voluto da
Amith ed Ufficio nazionale della formazione professionale e della promozione del lavoro (OFPPT), ha già inserito 6 mila giovani nelle filiere
della confezione e della maglieria. Eppure, le imprese vivono ancora
una situazione precaria dovuta al rincaro dei costi delle materie prime
ed all’aumento del salario minimo garantito (Smig) sul bilancio delle
imprese, che comporterà un aggravio dell’11% delle spese.
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La RAM lancia due nuovi collegamenti
nunciato il primo ministro del governo tunisino di
da Roma a Marrakech e Agadir.
transizione Béji Caïd Essebsi. Lo spostamento della
La compagnia di bandiera “Royal Air Maroc” si
data del voto era stato chiesto dall’Alta Istanza, la
propone di rafforzare la sua posizione sul mercacommissione indipendente incaricata di tracciare il
to italiano, secondo per importanza dopo quello
percorso amministrativo ed organizzativo del più
francese, con l’inaugurazione di due nuovi colleimportante evento politico dopo la caduta del regigamenti diretti da Roma a Marrakech e Agadir, a
me di Ben Ali. La richiesta di slittamento era stata
partire dalla prossima stagione invernale. La commotivata con i tempi tecnici necessari per organizpagnia che collega attualmente il Regno con 40
zare il voto non conciliabili con l’appuntamento di
voli alla settimana verso undici mete nazionali a
luglio, ritenuto troppo vicino. Il presidente dell’Alta
partire da Milano, Bologna, Torino, Verona e Roma, Istanza, Kamel Jendoubi, aveva proposto, però, il
vuole quindi “soddisfare le aspettative ed esigen16 ottobre. L’annuncio arriva ora dopo un incontro
www.genemaghrebina.com
tra il premier provvisorio Essebsi e i rappresentanti
ze dei suoi numerosi partner italiani” si legge nel
comunicato. Inoltre, nell’ambito della promozione
dei partiti e della società civile tunisina.
della meta Marocco nel Golf, la rappresentanza
Libia: il fondo aiuti è operativo.
della RAM in Italia organizza, in cooperazione con
È quanto stato deciso nella riunione del gruppo
l’aeroporto di Verona “la Royal Air Maroc cup
di contatto per la Libia svoltasi ad Abu Dhabi il 9
2011”, con l’obiettivo di promuovere il collegagiugno. Il fondo internazionale di aiuti finanziari
mento Verona-Casablanca, avviato nel 2010 come
per i ribelli libici è ‘’operativo da oggi’’: lo ha detto
il vice presidente del Consiglio nazionale di tranhub per l’Africa Sub-sahariana. Questo torneo di
golf, iniziato a maggio, si svolge in otto tappe che
sizione (Cnt) Abdel Hafidh Ghoga ad Abu Dhabi
saranno disputate fino ad ottobre sui più prestigio- a margine della riunione del Gruppo di Contatto
si circuiti di Golf del Nord Italia. I migliori disputesulla Libia. Il fondo è stato al centro della riunione.
ranno la finale, a novembre prossimo, sul percorso
“Abbiamo bisogno di almeno 3 miliardi di dollari
per i prossimi quattro mesi, aveva detto l’ex minidel Royal Golf Dar Es Salam di Rabat.
stro degli Esteri e ambasciatore all’Onu passato agli
Tunisia: il voto slitta all’autunno
Le prime elezioni in Tunisia del dopo-Ben Alì,
insorti, Abdel Rahman Shalgam.
inizialmente previste per il 24 luglio, sono state
definitivamente rinviate al 23 ottobre. Lo ha an-