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cultura “Il Libro dell’Amore” di Mohammed Bennis Marocco OGGI un’informazione italiana su un paese in movimento Intervento/Giuliano Amato COSTITUZIONE IN MAROCCO Un passo lungimirante verso una vera democrazia parlamentare Economia MISSIONI E RISORSE: LE INCERTEZZE ITALIANE IN MAGHREB immigrazione Tunisia. L’Europa alla ricerca di soluzioni all’immigrazione clandestina Newsletter n.09 del 15 luglio 2011 Marocco OGGI MaroccOggi - un’informazione italiana su un paese in movimento Newsletter del sito www.genemaghrebina.com Newsletter n.09 del 15 luglio 2011 In questo numero: editoriale L’Europa non è al tramonto e la primavera araba non è finita Intervento/Giuliano Amato Costituzione in Marocco. Un passo lungimirante verso una vera democrazia parlamentare Economia Missioni e risorse: Le incertezze italiane in Maghreb cultura “Il Libro dell’Amore” di Mohammed Bennis immigrazione Tunisia. L’Europa alla ricerca di soluzioni all’immigrazione clandestina www.genemaghrebina.com M OGGI L’editoriale di karima Moual L’Europa non è al tramonto e la primavera araba non è finita L’Europa? È finita. Gli economisti di tutto il mondo si sono scatenati a dare anche la data di scadenza. Tra un anno o due. A far suonar l’allarme questa volta è un’Italia indebolita, che in pochi giorni è stata obbligata in fretta e furia a fingersi unita, per approvare la sua manovra, e dare certezze a quei mercati che gli stanno girando le spalle. Così, dopo la Grecia, si è aperta un’altra ferita in quell’idea tanto grande e ambiziosa battezzata Europa. Pare dunque che questo inizio di decennio sia segnato dal pessimismo e soprattutto dall’impazienza. La frenesia del tutto ora e subito, che non lascia il tempo alla riflessione e a progetti a lungo termine. Non c’è più spazio per il silenzio, che non è il vuoto ma lo spazio perché le idee maturino prima di esprimersi. Sembra che tutto sia discusso all’interno di un format televisivo, dove appunto il silenzio non è ospite gradito. E dunque la primavera? Anche quella è finita. A pochi mesi dalle rivolte, che hanno buttato giù regimi al potere da decenni, si pretende che una popolazione intera abbia già trovato modi e compromessi per accordarsi e organizzarsi nel ridisegnare le future sfide che l’aspettano. Senza tener conto della crisi economica, che ha inghiottito tutti, paesi stabili e meno stabili, e soprattutto senza tener conto di un fondamentale punto: i fautori della primavera araba hanno tanti entusiasmi e voglia di cambiamento, ma mancano di un progetto politico che sia vero e credibile. Un progetto che non si può improvvisare in qualche mese, dopo la caduta di un dittatore. Ma un progetto che può maturare in una cultura politica, che nei paesi in questione non aveva terreno fertile per germogliare. Dunque c’è bisogno di tempo per seminare prima di pretendere i frutti. Tempi e leader. Credibili e leali, veri politici al servizio della propria nazione e società. Leader di cui ha bisogno la stessa Europa che, attenzione, non è al tramonto come idea. Ciò che è in declino sono i suoi leader che non sono stati all’altezza di portare in alto idea e progetto, ambiziosi, di unione. Diamo tempo alla Primavera, e diamo tempo all’Europa. Marocco L’editoriale OGGI 3 Marocco L’intervento OGGI COSTITUZIONE IN MAROCCO Un passo lungimirante verso una vera democrazia parlamentare di Giuliano Amato Mentre la primavera araba prende pieghe che ancora non ci sono chiare, che dovrebbero sperabilmente portare verso sistemi democratici paesi retti da regimi autoritari fino a ieri, il regno del Marocco invece procede attraverso una via tutta istituzionale verso un mutamento graduale e non traumatico di un assetto costituzionale che si sta progressivamente avvicinando a quei regimi parlamentari, classicamente conosciuti nell’esperienza europea. Questo denota sia la lungimiranza del re che si muove in anticipo, previene la piazza e si rende anziché vittima protagonista del cambiamento, sia la sua capacità di sintonizzarsi con le maggiori forze politiche del paese. Naturalmente il risultato al punto al quale siamo arrivati è ancora lontano dalle democrazie parlamentari europee e non europee che conosciamo al nostro tempo. Però se pensiamo che il processo attuato dal re si colloca come genus nel passaggio ottocentesco da monarchie tendenzialmente assolute a monarchie costituzionali, va detto che qui siamo già molto al di là di quei processi: siamo a un punto intermedio tra quello da cui partirono i regimi parlamentari della vecchia Europa e quello a cui sono arrivati. E considerando che il percorso che ha portato a questo punto intermedio è stato bruciato in un numero di anni molto breve, si può ragionevolmente pensare che procedendo così il regno del Marocco sarà tra breve, una monarchia costituzionale non diversa da quella britannica. Ripeto, siamo ancora a metà strada. Ma se io penso alle costituzioni octroye dell’ottocento, noto subito 4 una differenza: questa non è stata imposta o concessa dal re alla nazione, ma votata dal corpo elettorale per entrare in vigore, e dice che la sovranità appartiene alla nazione e non al re. Questo è molto importante perché il re si viene a configurare non come la fonte della sovranità, ma come una delle massime istituzioni costituzionali, come è il capo di Stato in qualunque regime costituzionale. Si aggiunga che la caratterizzazione di questa come una forma costituzionale nella quale il potere del sovrano si colloca in un sistema di poteri e non al di sopra dei poteri è rafforzata dall’adozione esplicita della divisione dei poteri. E dal fatto che questa divisione si presenta un po’ all’americana, tanto come divisione orizzontale tra i poteri dello Stato, quanto come divisione verticale tra i poteri conferiti allo Stato e quelli degli enti decentrati di governo. Il sistema costituzionale prevede infatti una forma di regionalismo che distribuisce il potere. Certo siamo ancora a quel tipico dualismo che caratterizzava le monarchie costituzionali dell’800. La formula della doppia fiducia che chi governa deve avere dal parlamento e dal re. Tipico delle situazioni di trapasso. Per questo dico che siamo a metà strada. C’è poi un potere di scioglimento del parlamento che è assai più forte di quello che possiedono oggi la maggioranza dei capi di Stato occidentali, che entrano molto meno nel circuito politico di quanto sia abilitato a fare dalla Costituzione marocchina il re. Va del resto positivamente sottolineato che il re debba comunque nominare il primo ministro dal partito che ha avuto più voti. Insomma non ha una libera Giuliano Amato scelta del primo ministro. E questo crea un piano inclinato verso il maggior peso futuro della fiducia del parlamento. Un altro punto importante riguarda il potere giudiziario. Quanto riuscirà davvero ad essere davvero indipendente? Nelle democrazie che sono venute crescendo nella vecchia Europa ci sono voluti decenni perché la giustizia riuscisse ad affermarsi come potere indipendente. Nella Costituzione marocchina sembrerebbe che ci siano alcuni principi che già appartengono alle costituzioni delle democrazie mature: l’indipendenza è affermata, così come è affermata l’inamovibilità dei giudici. Bisognerebbe però essere certi dell’effettività delle norme e della loro applicazione. Ma il vero tema in realtà è quello delle libertà dei cittadini, in tutti i sensi, e della libertà di religione in particolare, perché siamo in un paese a maggioranza musulmana che proclama quella musulmana come religione di stato in un articolo un po’ arduo (il numero 3) anche in termini concettuali, che dice che è quella musulmana la religione dello Stato, il quale garantisce la libertà di religione. Su questo punto vanno fatte alcune sottolineature. Positivo è il riconoscimento delle diversità etnico religiose come componenti della nazione marocchina, che rafforza evidentemente il ruolo delle minoranze. Va poi detto che la religione di Stato è stata conservata in paesi dove la libertà dei culti diversi da quello che è religione di Stato è di sicuro esistente. L’esempio è la Gran Bretagna, dove il capo dello Stato è anche capo della confessione anglicana, il ché non attenua la libertà degli altri. C’è tuttavia la spinta che può venire dall’interno della religione musulmana, con le sue regole e aspettative, in funzione di una non piena libertà religiosa degli altri. Fenomeno che può passare non attraverso le leggi ma attraverso quella che Tocqueville chiamava la dittatura della maggioranza. Ciò che avviene in più paesi, ed è di particolare evidenza nella Turchia di oggi, dove a prescindere dal sistema legislativo che è ancora fortemente kemalista, la società preme soprattutto nei confronti delle donne perché si torni al passato. Si tratta di vedere quanto, e se, questa pressione ci sarà. Io simpatizzo con quegli studiosi musulmani i quali mettono in dubbio che il pluralismo intrinseco all’islam, che non ha una struttura gerarchica, sia compatibile con l’essere l’islam religione di Stato. Perché l’essere religione di Stato implica che ci sono dei credenda, principi e regole che dalla religione transitano allo Stato. Ma allora, cosa significa che le autorità dello Stato acquistano quella auctoritas interpretativa che nessun imam ha nei confronti degli altri? Questa non è una critica, ma una domanda importante, alla quale il futuro ci aiuterà a rispondere. In conclusione si può dire che il percorso sul quale si è messo Muhammed VI, senza dubbio, porta verso la democrazia parlamentare. E lo fa con molta più forza di quanto non stia accadendo nei paesi che hanno avuto le rivolte. Perché lì gli esiti sono tutt’altro che chiari. 5 Marocco Economia OGGI MISSIONI E RISORSE: LE INCERTEZZE ITALIANE IN MAGHREB 6 a prova. In Algeria, ancora nel 2010, le produzioni elettromeccaniche ed elettroniche del Sistema ANIE coprivano il 10,7% delle esportazioni, pari a 296,1 milioni di euro: tutti fondi destinati alla fornitura italiana di tecnologie per le reti energetiche, a dimostrazione dell’interesse sempre vivo dei produttori algerini verso il commercio italiano. “ Se l’Italia resta ferma in questa fase, altri grandi attori internazionali con una storica tradizione nell’area, continuano invece a portare avanti i loro progetti “ Un miliardo di esportazioni a rischio. Il prezzo che le imprese italiane impegnate sul fronte dell’energia stanno pagando alle difficoltà politiche dell’area del Maghreb in questa fase è assai caro. E viene stimato in mille milioni di euro da Confindistria-Anie. Un carico al quale va aggiunta anche la difficoltà che, in questi mesi, c’è nella comunicazione tra l’Italia e quest’area. Tutti gli accordi chiusi dopo le ultime missioni diplomatiche sono congelati e rischiano di non avere nessun seguito, restando lettera morta. I dati delle esportazioni italiane verso questi Paesi parlano di interessi economici pesantissimi. Già nel 2009 le sole esportazioni dall’Italia verso l’Egitto erano pari a 2, 6 miliardi di euro, un miliardo in meno della somma delle importazioni: dati che si attestano con buone percentuali di crescita anche nello scorso anno. Sul fronte specifico delle energie rinnovabili, sempre nel 2010, l’ENEA ha coordinato l’installazione dell’impianto pilota dimostrativo solare termodinamico, finanziato dalla Commissione Europea con circa 12,5 milioni di euro. Un impianto divenuto il simbolo della collaborazione tra Italia ed Egitto, dopo solo un anno già messa però a dura Meno rilevante sul fronte delle energie, secondo dati ISTAT del 2009, risulta essere le Tunisia, partner comunque interessante per i settori dell’elettrotecnica e dell’elettronica, che contano 350 aziende Il ministro marocchino per l’Energia Amina Ben Khadra, col ministro dell’Industria francese Eric Besson attive, di cui la metà è al cento per cento a partecipazione estera. Importante anche il settore tessile, dove il saldo della bilancia commerciale nel 2009 risultava positivo per l’Italia con un attivo di oltre 500 milioni di Euro. In questo elenco non può mancare la Libia, che attualmente detiene circa il 3,5 % delle riserve mondiali di petrolio e 1500 miliardi di metri cubi di riserve di gas. Da sempre legata all’Italia e partner storico dell’Eni, la Libia ha annunciato proprio in questi giorni la chiusura di qualsiasi rapporto commerciale con i nostri player nel campo del gas e del petrolio. Sono servite a poco anche le recenti missioni italiane nell’area. Nel marzo del 2010 una missione di industrie italiane, organizzata da Confindustria-Anie, si era recata in Algeria per sostenere la nascita di nuove PMI: gli stanziamenti previsti dal Paese, allora, erano di 16,6 miliardi di dollari per progetti infrastrutturali e 600 milioni di dollari per le energie rinnovabili. Ad ottobre corso risale invece una missione di Confindustria e Ministero dello Sviluppo economico in Marocco, finalizzata al rafforzamento del dialogo istituzionale con le Autorità marocchine per l’incremento della presenza italiana nei settori delle energie rinnovabili ed i relativi progetti infrastrutturali. Tutte missioni che, da quanto segnala l’associazione delle imprese del settore energetico, rimangono lettera morta. Se l’Italia resta ferma in questa fase, altri grandi attori internazionali con una storica tradizione nell’area, continuano invece a portare avanti i loro progetti. È il caso della Francia. La scorsa settimana il ministro dell’Industria francese, Eric Besson, era a Rabat per illustrare il piano solare mediterraneo, descrivendolo come il più grande progetto dell’Unione per il Mediterrano (UPM). “Con il ministro marocchino per l’Energia, Amina Ben Khadra, stiamo per proporre un patto energetico euromediterraneo per accelerare la realizzazione del piano solare mediterraneo. Il piano solare marocchino ha bisogno di finanziamenti pubblici e privati, della costruzione di nuove interconnessioni elettriche e di organizzare una nuova cooperazione tecnologica industriale”. Insomma un impegno consistente per il quale la Francia investe da subito 100 milioni di euro. 7 Marocco Cultura OGGI “ celato per non essere osservato apparente per non essere celato è latente come il fuoco nella pietra s’accende per frizione e sparisce per distrazione se non fosse una punta di follia sarebbe quintessenza di magia “ “Il Libro dell’Amore” di Mohammed Bennis Mohammed Bennis è nato a Fes nel 1948 ed è uno degli scrittori più importanti nel panorama letterario marocchino. Nel suo “Libro dell’amore” si rivolge a noi con un misto di audacia e di sgomento estasiato, di cui rendono conto i versi con i quali termina la raccolta: “Io, Ibn Hazm, nella tua amicizia e nel tuo amore/t’ho accompagnato/ma un altro cammina con noi/non ho temuto che la solitudine partecipe/ sia il mio ultimo rifugio/essa m’offre lume e gazzella/in questo tempo di violenza/non mio”. Le poesie della raccolta corrono sulle pagine. Precipitano e si dissolvono nella memoria di chi le scopre, in un effluvio di immagini semplici, come disegni oscuri che si dissolvono aprendo le palpebre, visioni sospese in un momento di smarrimento e di fusione che si afferma o si nega, un’alleanza che si spezza anziché durare. Dove la lettura esita, l’immagine insiste. Bennis spiega che “Il libro dell’amore” è un omaggio al “Collare della colomba” di Ibn Hazm 8 ed è un crocevia di testi d’amore, ricchi di citazioni della poesia e della tradizione pre-islamica, che il lettore arabo sarà subito in grado di riconoscere. Già in epigrafe si parla della donna beduina preislamica: “Celato per non essere osservato/Apparente/per non essere celato/è latente/come il fuoco nella pietra/s’accende per frizione/e sparisce per distrazione/se non fosse una punta di follia/sarebbe quintessenza di magia”. Sono le poesie più brevi il punto di forza di Bennis: simili ad aforismi enigmatici e cruciali, fuori da qualsiasi regia, rasentano una misteriosa morbosità. Come in questi versi: “Il mio cielo/ e sotto i cieli che inveiscono:/Cielo di spada/ cielo di t’offro secondo il tuo desio/cielo di dire/cielo di chi non ha cielo/cielo di quiete/cielo d’ecco per loro/il mio cielo/cielo del legame”. Il cielo del luogo è il cielo di Cordova poiché Ibn Hazm (994-1064) scrisse “Il Collare della Colomba” tra il 1025 e il 1030, mentre si trovava in Spagna. Mohammed Bennis Bennis scrive: “Giro tra libri e veggenti esperte nelle linee della tua mano. Vi supplico, figlie di Kairouan. L’olio delle mie lampade s’è consumato. Quest’osso è proprio il mio. Sento il soffio di un’immagine, dico al mio piacere: sei il mio percorso”. Il rifiuto dello scorrere del tempo, che qui si legge e che nodale in tutta l’opera di Bennis, è proprio anche di un altro poeta marocchino, Mohammed Khair-Eddine, come si legge ne ‘Il tempo del rifiuto’, una raccolta di interviste curate da Abdellatif Abboubi e pubblicate dalla casa editrice L’Harmattan nel 1998. Libri di Mohammed Bennis tradotti in italiano: Il Dono del Vuoto, Traduzione di Fawzi Al Delmi, Edizioni San Marco dei Giustiniani, Genova, 2001. Il Mediterraneo e la parola, Viaggio, poesia, ospitalità, a cura di Francesca Corrao e Maria Donzelli, Saggine, Donzelli Editore, Roma, 2009. Il poeta marocchino Mohammed Bennis riceve in Italia il premio internazionale di letteratura “Ceppo” L’Accademia Pistoiese di Ceppo, in Italia, ha consegnato a marzo 2011 il premio internazionale di letteratura “Ceppo” al poeta marocchino Mohammed Bennis per le sue due raccolte “Il Mediterraneo e la parola” e “Il Dono del Vuoto”. Lo stesso premio era stato attribuito nel 2009 al peruviano Mario Vargas Llosa, poi premio Nobel 2010, e l’anno dopo allo spagnolo Antonio Carvajal Milena. Bennis ha ricevuto il premio durante una cerimonia ufficiale presso il Comune di Pistoia, alla presenza del Sindaco, dei membri dell’accademia e di poeti, critici, giornalisti, studenti. La manifestazione è durata tre giorni e si è svolta tra Firenze e Pistoia, offrendo serate di poesia al teatro Funaro, una lectio magistralis alla sala dell’Assemblea legislativa toscana, una conferenza con i membri della rivista della poesia comparata “Semicerchio” ed una conferenza stampa. 9 Marocco Immigrazione OGGI Tunisia. L’Europa alla ricerca di soluzioni all’immigrazione clandestina Si è tenuta a Tunisi il 13 ed il 14 luglio, la conferenza internazionale sul ruolo dell’immigrazione nello sviluppo del Paese a ridosso della primavera araba. Tra gli ospiti Dirk Buda, incaricato d’affari presso la delegazione dell’Unione Europea in Tunisia, che ha dichiarato: “L’Unione Europea è disposta ad aprire un dialogo sull’immigrazione, la mobilità e la sicurezza, che ci consenta di individuare esigenze, attuare nuove forme di cooperazione e creare partnership di mobilità. Siamo disposti a sostenere il processo di stabilizzazione politica del Paese” Parole che confortano i decisionisti tunisini, pronti ad avviare un processo di gestione globale - e non unilaterale - del problema migratorio. La primavera araba, dopotutto, pone molti interrogativi sull’efficienza delle attuali politiche migratorie soprattutto in Italia e Francia, i Paesi europei più colpiti dalle ondate di clandestini seguite alle rivoluzioni. La conferenza si è posta anche l’obiettivo di raccogliere le proposte per definire una road map che regoli i flussi migratori, arginando i flussi clandestini. Pertanto, la Commissione sull’immigrazione del parlamento europeo propone di aprire un dialogo con i Paesi della sponda sud del Mediterraneo per definire vere e proprie partnerships per la mobili- 10 tà in Tunisia, Marocco ed Egitto. Paesi verso i quali l’Unione europea si dichiara disposta ad adottare un approcio conciliante anzichè difensivo, studiando costantemente la mobilità sotto l’aspetto positivo dello sviluppo e dell’arricchimento dei Paesi d’origine e di accoglienza. “Si parla sempre dell’immigrazione come di una fonte di impoverimento dimenticandone le potenzialità positive - ha spiegato Buda - ma il controllo dei flussi è necessario proprio affinché le migrazioni siano un vantaggio per lo sviluppo. Bisogna inoltre definire una politica di gestione efficace per favorire i flussi regolari ed evitare la fuga dei cervelli dai Paesi d’origine”. Per Lukas Gehrke, vice-presidente del Centro internazionale per lo sviluppo delle politiche migratorie, l’immigrazione è un fenomemo globale che richiede una risposta globale da parte di governi e società civili. “Con la crisi economica e i problemi di sicurezza - ha dichiarato Gehrke - l’immigrazione è diventata una vera sfida per i politici. È quindi importante pensarla come un’opportunità di sviluppo”. La Tunisia insiste su una soluzione alla disoccupazione dei giovani laureati del Paese. Ali Goutali, Ambasciatore e direttore dell’istituto diplomatico di formazione e degli studi, ha affermato che occorre riformare il sistema delle quote, semplificandolo ed allineandolo ad altri Paesi europei. I Tunisini hanno quindi lanciato un appello a razionalizzare la gestione dell’immigrazione organizzata, offrendo opportunità maggiori ai laureati tunisini. “Finora, le specialità richieste non sono state adeguate alle competenze che i Tunisini possono fornire all’Europa” ha sottolineato Godutali. Nel suo intervento, Mohamed Mouldi Kefi, ministro degli affari esteri, ha precisato che il problema migratorio è strettamente legato alla consacrazione dello sviluppo solidale. La sua proposta è un rafforzamento nella gestione delle risorse umane in base alle esigenze dei vari settori del Paese d’accoglienza ed una tripla partnership basata su progetti di sviluppo sostenibile nelle zone a forte impatto migratorio, senza dimenticare che occorre migliorare le condizioni lavorative e la vita degli immigrati regolari, garentendo loro la possibilità di circolare liberamente nell’UE. D’altra parte, il Sig. Kefi insiste sulla necessità di rafforzare gli investimenti dei Tunisini residenti all’estero (TRE) per favorire le rimesse, che saranno poi investite nei settori produttivi, attuando misure di accompagnamento degli immigrati interessati a progetti di sviluppo comune. Infine, Kefi ha raccomandato di dare garanzie giuridiche ai lavoratori tunisini all’estero con la mobilità professionale e lo statuto di residenza permanente, in conformità con le direttive europee. Alcune misure finanziare a favore degli immigrati d’Europa sono effettivamente al vaglio, per consentire il finanziamento di progetti d’investimento nel loro Paese d’origine, insieme ad una formula pensionistica. 11 Marocco Brevi OGGI Prorogato l’accordo Marocco-UE sulla pesca Prorogato di un anno l’accordo Marocco/Ue sulla pesca. Questo è il risultato dei negoziati chiusi il 13 luglio scorso. Il protocollo sulla pesca tra Marocco ed UE, scaduto il 28 febbraio scorso e poi prolungato, in via provvisoria, fino all’agosto 2011, è stato ulteriormente rimandato. Gli ambasciatori degli Stati membri dell’Unione si sono pronunciati in maggioranza a favore di un nuovo testo, quattro si sono astenuti (tra cui Gran Bretagna e Finlandia) e tre hanno votato contro (tra cui Svezia e Paesi Bassi). Il nuovo accordo sarà adottato in Marocco dal prossimo Consiglio dei ministri dell’Agricoltura e della Pesca, previa approvazione del Parlamento europeo. Due le novità importanti inserite nel nuovo accordo: una clausola che obbliga il Marocco a fornire informazioni sull’uso dei fondi versati dall’UE ed il rilascio di 119 licenze marocchine per la flotta europea. La bandiera del popolo Tamazigh Il porto di Tanger Med 12 Algeria: Il Movimento culturale amazigh domanda l’ufficializzazione del tamazigh La nuova Costituzione marocchina riconosce come ufficiale la lingua amazigh. Una conquista che spinge a chiedere il medesimo riconoscimento anche in Algeria. Il movimento culturale amazigh “insorge con forza contro la marginalizzazione di cui è stato vittima durante queste consultazioni - ha dichiarato il presidente Rachid Belkhiri - e questa ennesima esclusione conferma l’ostracismo contro il tamazight, lingua ancestrale ed autoctona degli algerini parlata da milioni di persone”. I movimenti amazigh algerini ritengono, infatti, di essere stati esclusi dalle consultazioni per le riforme e chiedono, pertanto, un cambiamento dello statuto della loro lingua come quello concesso in Marocco. L’attività dei trasporti in piena crescita Cresce l’attività portuale marocchina. Gli ultimi dati, rilevati alla fine di maggio, segnano un rafforzamento del 19,3%, pari a 42,7 milioni di tonnellate di merci trasportate. Aumenta soprattutto il traffico interno: 31,3 milioni di tonnellate (ovvero il 73% del totale che ha transitato nei porti nazionali), pari ad una crescita del 5,1% con un risvolto positivo per le esportazioni ed importazioni, che salgono rispettivamente del 4,3% e del 5,7%. Determinante il contributo del porto di Tangeri Med, che solo nell’ultimo anno ha raddoppiato il suo volume. Marocco Brevi OGGI Festival Jawhara. Dal 20 al 24 luglio 2011 50 concerti, 15 spettacoli di strada, 5 rappresentazioni teatrali Saranno tre i concerti della libanese Carole Samaha per la prima edizione del festival internazionale Jawhara. Organizzato dalla provincia di El Jadida e dall’Associazione dei Doukkala, l’evento si terrà dal 20 al 24 luglio a Azemmour, Sidi Bozid ed El Jadida. Quest’ultima, ospiterà contemporaneamente il moussem moulay Abdellah Amghar, Malhounnyat ed il festival Jawhara, richiamando 150 mila persone. Alcuni degli artisti in programma: Carole Samaha, Mostapha Bourgogne, Stati, Hamid El Kasri, Fnaire, Cheb Bilal, Gisela Joao. Aprirà il festival una parata di 200 artisti nelle grandi arterie di El Jadida. Molti altri gli spettacoli previsti. Alle gallerie Chaibia Talal e Abdelkbir Khatibi, l’esposizione “Incontri con la memoria del movimento”. Sei pièce teatrali alla casa dei giovani di Azemmour ed al teatro municipale di El Madida. Animazione di quindici atelier con il contributo di studenti e docenti dell’Istituto superiore di arte drammatica ed animazione culturale (ISADAC), con attenzione ai valori civici. La chiusura sarà affidata ad uno spettacolo pirotecnico, previsto per la sera del 24. Tessile: le esportazioni in aumento del 13,4% alla fine di maggio, il flusso degli ordini aumenta Tornano in Marocco le grandi società dell’industria tessile Max Mara, Diesel, Camaieu. I dati di crescita del settore sono inequivocabili: 12,4 miliardi di DH nel gennaio 2011 contro gli 11 miliardi del 2010 (per una crescita del 13,4%) ed una progressione delle esportazioni mensili dal 13,7% di gennaio al 15,8% di marzo. A rendere noti questi numeri, il 6 luglio scorso, è stato un rapporto dell’Ufficio dell’Associazione marocchina delle industrie del tessile e dell’abbigliamento (Amith). Gli esperti collegano la ripresa delle esportazioni a due fattori: la realizzazione, nel marzo 2011, di un piano di urgenza per la formazione e l’inserimento di 20 mila lavoratori e la rete di contatti del Ministero del Commercio estero con le grandi società europee. Il piano, voluto da Amith ed Ufficio nazionale della formazione professionale e della promozione del lavoro (OFPPT), ha già inserito 6 mila giovani nelle filiere della confezione e della maglieria. Eppure, le imprese vivono ancora una situazione precaria dovuta al rincaro dei costi delle materie prime ed all’aumento del salario minimo garantito (Smig) sul bilancio delle imprese, che comporterà un aggravio dell’11% delle spese. 13 La RAM lancia due nuovi collegamenti nunciato il primo ministro del governo tunisino di da Roma a Marrakech e Agadir. transizione Béji Caïd Essebsi. Lo spostamento della La compagnia di bandiera “Royal Air Maroc” si data del voto era stato chiesto dall’Alta Istanza, la propone di rafforzare la sua posizione sul mercacommissione indipendente incaricata di tracciare il to italiano, secondo per importanza dopo quello percorso amministrativo ed organizzativo del più francese, con l’inaugurazione di due nuovi colleimportante evento politico dopo la caduta del regigamenti diretti da Roma a Marrakech e Agadir, a me di Ben Ali. La richiesta di slittamento era stata partire dalla prossima stagione invernale. La commotivata con i tempi tecnici necessari per organizpagnia che collega attualmente il Regno con 40 zare il voto non conciliabili con l’appuntamento di voli alla settimana verso undici mete nazionali a luglio, ritenuto troppo vicino. Il presidente dell’Alta partire da Milano, Bologna, Torino, Verona e Roma, Istanza, Kamel Jendoubi, aveva proposto, però, il vuole quindi “soddisfare le aspettative ed esigen16 ottobre. L’annuncio arriva ora dopo un incontro www.genemaghrebina.com tra il premier provvisorio Essebsi e i rappresentanti ze dei suoi numerosi partner italiani” si legge nel comunicato. Inoltre, nell’ambito della promozione dei partiti e della società civile tunisina. della meta Marocco nel Golf, la rappresentanza Libia: il fondo aiuti è operativo. della RAM in Italia organizza, in cooperazione con È quanto stato deciso nella riunione del gruppo l’aeroporto di Verona “la Royal Air Maroc cup di contatto per la Libia svoltasi ad Abu Dhabi il 9 2011”, con l’obiettivo di promuovere il collegagiugno. Il fondo internazionale di aiuti finanziari mento Verona-Casablanca, avviato nel 2010 come per i ribelli libici è ‘’operativo da oggi’’: lo ha detto il vice presidente del Consiglio nazionale di tranhub per l’Africa Sub-sahariana. Questo torneo di golf, iniziato a maggio, si svolge in otto tappe che sizione (Cnt) Abdel Hafidh Ghoga ad Abu Dhabi saranno disputate fino ad ottobre sui più prestigio- a margine della riunione del Gruppo di Contatto si circuiti di Golf del Nord Italia. I migliori disputesulla Libia. Il fondo è stato al centro della riunione. ranno la finale, a novembre prossimo, sul percorso “Abbiamo bisogno di almeno 3 miliardi di dollari per i prossimi quattro mesi, aveva detto l’ex minidel Royal Golf Dar Es Salam di Rabat. stro degli Esteri e ambasciatore all’Onu passato agli Tunisia: il voto slitta all’autunno Le prime elezioni in Tunisia del dopo-Ben Alì, insorti, Abdel Rahman Shalgam. inizialmente previste per il 24 luglio, sono state definitivamente rinviate al 23 ottobre. Lo ha an-