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MENSILE N.5 MAGGIO 2013 € 3,50 fondazione ente™ dello spettacolo Spietati! LA CASA FA PAURA La Mulligan con Leonardo Di Caprio nel kolossal di Baz Luhrmann L'horror di Raimi diventa più feroce nelle mani di Alvarez Il grande Gatsby della Mulligan JANE CAMPION STEVEN SPIELBERG AUDREY TAUTOU Poste Italiane SpA - Sped. in Abb. Post. - D.I. 353/2003 (conv. in L. 27.02.2004, n° 46), art. 1, comma 1, DCB Milano Dai Coen a Sofia Coppola, da Ryan Gosling a Sorrentino: Croisette di star rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo Nuova serie - Anno 82 n.5 maggio 2013 / '$#Grande Gatsby Punti di vista Segui l’Ente dello Spettacolo anche su FACEBOOK Fondazione Ente dello Spettacolo: facebook.com/entespettacolo Tertio Millennio Film Fest: = > ? YOUTUBE www.youtube.com/EnteSpettacolo TWITTER www.twitter.com/entespettacolo FACEBOOK Cinematografo.it: facebook.com/rdc.it Rivista del Cinematografo: facebook.com/rivistadelcinematografo Scary Movie Rinnovo del tax credit, contrasto alla pirateria, ritocco del FUS. Sono alcune delle proposte avanzate dai produttori italiani per frenare l’emorragia del nostro sistema cinema. Una catastrofe galoppante, lo dicono impietosamente i numeri. Nel 2012: -7,95% di incassi rispetto al 2011 (-17% sul 2010); -9,88% di presenze rispetto al 2011 (-17%); solo in riferimento alla produzione tricolore: -34,71% di presenze e -36,23% di incassi rispetto al 2011, con la quota di mercato (Italia + coproduzioni) che passa dal 35,53 al 25,2%, cui fa fronte un aumento di quella Usa (dal 48,58 al 53,21%). Nel primo scorcio del 2013 le cose vanno addirittura peggio: -5% di presenze nel primo trimestre rispetto all’analogo periodo dell’anno scorso (-35% sul 2010). Unico dato in controtendenza: l’aumento fronte dei 155 del 2011. Ma è una positività che non deve ingannare, deriva da una crescita delle coproduzioni con l’estero, mentre dei 129 quasi la metà (61) hanno budget di produzione sotto gli 800 mila euro e nessuna chance sul mercato. DIRETTORE RESPONSABILE Dario Edoardo Viganò @CHJKQ@VVHJK Marina Sanna REDAZIONE Gianluca Arnone, Federico Pontiggia, Valerio Sammarco HWV@VV/ [email protected] @JVQ/JKVHJ Alessandro Palmieri HANNO COLLABORATO @#& H X# Y Q@ QY Adriano Ercolani, Bruno Fornara, Antonio [ X\"$$$ Monteleone, Franco Montini, Morando Morandini, Manuela Pinetti, Angela Prudenzi, Maria Teresa Santaguida, Boris Sollazzo, Marco Spagnoli REGISTRAZIONE AL TRIBUNALE DI ROMA N. 380 del 25 luglio 1986 / JH]^_?]?` STAMPA V #YVJCYj{|j} Pomezia (RM) Finita di stampare nel mese di aprile 2013 MARKETING E ADVERTISING K>~Yj{\Y }`j}$ Tel. 02-83427030 Fax: 02-83427032 __]j]}^` e-mail: [email protected] DISTRIBUTORE ESCLUSIVO ME.PE. Milano ABBONAMENTI ABBONAMENTO PER L’ITALIA (10 numeri) 30,00 euro ABBONAMENTO PER L’ESTERO (10 numeri) 110 euro ?^|]^`j/ [ K Y PER ABBONARSI [email protected] Tel. 06.96.519.200 PROPRIETA’ ED EDITORE PRESIDENTE Dario Edoardo Viganò DIRETTORE Antonio Urrata [[//HYV@$C@ H$W/@/HWKKY{/\CCH Franco Conta - [email protected] HHJQ/W@$KWVHYKXJKVKJ/@ Marisa Meoni - [email protected] Inutile nascondersi: questa è una crisi più grande di quella del cinema Sulla bilancia pesa negativamente anche l’irripetibile exploit realizzato nel 2011 da Che bella giornata (43 milioni di euro d’incassi), considerato che Benvenuti al Nord si è fermato nel 2012 a 27 milioni e Il principe abusivo qui il titolo più ricco di questo 2013 - non è andato oltre i 15. Segno che né le storie né i linguaggi sono stati capaci di rinnovarsi in questi anni mentre la Tv ha esaurito la sua funzione vicaria, fucina di fenomeni (Zalone, Bisio, Siani) da sfruttare in sala per una, due stagioni. A questo quadro, già di per sé desolante, va aggiunto il preoccupante - e ci riguarda da vicino - quello tra critica e pubblico, con la prima sempre meno determinante nelle scelte di fruizione del secondo. Il sistema oggi presenta tante e tali disfunzioni che le ricette sostenute dai produttori, per quanto auspicabili, possono solo tamponare qualche falla. Inutile nascondersi: questa è una crisi più grande di quella endogena al nostro cinema. Non si può chiedere alle famiglie di pagare dagli 8 ai 12 euro (con il 3D) a biglietto quando ! " #$ &' $ &! gran lavoro. In bocca al lupo! DIREZIONE E AMMINISTRAZIONE {XC =j]J jV|]| Fax 06.96.519.220 - amministrazione@ entespettacolo.org Associato all’USPI Unione Stampa - Periodica Italiana Iniziativa realizzata con il contributo della Q Xj$ &@ La testata fruisce dei contributi statali diretti di cui alla legge 7 agosto 1990, n. 250 MAGGIO 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 5 L A VIDEOTECA ON LINE Oggi i film sono su Chili scopri come su www.chili-tv.it Grazie a Chili avrai sempre a tua disposizione migliaia di titoli, su Smart tv, Pc, Mac, Tablet e Smartphone, quando e dove vuoi. Registrati gratuitamente su www.chili-tv.it, avrai subito un film in omaggio e poi scegli tu cosa vedere senza costi di attivazione né canone mensile SU PC O MAC COLLEGATO ALLA TV ENTRA NELL’ APP CHILI DELLA TUA SMART TV CERCA L’APP CHILI SU SMARTPHONE O TABLET SOMMARIO MAGGIO 2013 33 18 Morandini in pillole 10 Glamorous 14 Colpo d’occhio 16 COVER STORY Carey Mulligan Con Di Caprio sulla Croisette: è Daisy nel Grande Gatsby di Baz Luhrmann 22 Dentro La casa Alla riscoperta dell’horror: il remake del cult di Sam Raimi 26 Jane Levy Ryan Gosling Sepolta viva: dal teen serial Suburgatory al terrore firmato Fede Alvarez A CANNES ONLY GOD FORGIVES 16 26 28 Musical Voices Cronistoria di un genere. Saranno famosi? Tutto dipende dalla tv 33 SPECIALE Cannes et voilà Nomi forti e autori sconosciuti: un Festival di Grande bellezza? 38 I magnifici 8 40 Lassù qualcuno vi ama 44 Jane e le donne 46 Il giudice ragazzino CAREY MULLIGAN: IL GRANDE GATSBY 28 50 Oriente nero Arrivano Stoker di Park Chanwook e Confessions di Tetsuya Nakashima 54 Ritratti LE RAGAZZE DI VOICES Jane Levy Cento anni fa nasceva Stewart Granger: gentiluomo avventuroso 57 Recensioni, anteprime, colpi di fulmine 72 Dvd & Blu-ray Les Misérables, Tarantino e Lincoln. Indagine restaurato 78 Borsa del cinema 54 STEWART GRANGER 50 MIRINO SULL’ORIENTE 80 Libri 82 Colonne sonore MAGGIO 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 7 Morandini in pillole Fine pen[n]a mai di Morando Morandini Scosse Un terremoto sul cinema - L’11 marzo 2011 avvenne il più po del 1900, causando danni enormi sulle coste orientali e in Qualcuno da amare di produzione franco-giapponese, scritto e diret !"#$ le riprese il produttore francese Marin Karmitz vendette una scultura di Yves Klein che gli era molto cara a un’asta negli Stati Uniti. Un metodo insolito Secondo Karmitz, il metodo di lavorare di Kiarostami gli ricorda quello dello scultore/pittore sviz !% 1966) che lasciava il suo lavoro su una panca nel suo studio e soltanto qualche tempo dopo decideva se tornare a lavorarci #&'( – dice Karmitz – un metodo che non avevo mai visto utilizzare da altri registi”. Kiarostami ha di *&pone è come farlo in Iran: poiché gli attori parlano giapponese o persiano, i sottotitoli devono esserci”. (Purtroppo la Lucky 45( "#57Qualcuno da amare%8;< 2012 ed è stato distribuito in Italia il 25 aprile 2013. Amnesia Secondo il narratore>?@BC"DE>DE?#F in Italia, considerata da alcuni una colonia degli USA per più di una ragione, in fatto di amnesia, soprattutto storica, non si scherza. Destra o sinistra? “Non crederai mica che Il Fatto quotidiano sia un giornale di N#*&Q crederai mica che sia di centro?”. Almeno nell’ambiente che frequento, si discute assai sulla posizione politica/partitica. Secondo me, è una delle ragioni del successo di vendite. Per terminare Kiarostami il produttore E’ soltanto una metafora? Karmitz ha Leggo su LEFT un articolo di due pagine di Romana Petri in venduto ; $* &X / che brillano da tanto tempo”. La chiamo battuta, ma una scultura stelle # X * ? di Yves poesia, spiritosa ma cerebrale, credo di capire, però, che sia Klein soltanto una metafora. 8 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo MAGGIO 2013 VISIONI FORZATE E INDULTI CRITICI Al cinema come alla politica. Il box ?Z%B!" <*Scary Movie 5 (PD), Attacco al potere (M5S), Oblivion (Prodi), Ci vediamo domani (Renzi), Bianca come il latte rossa come il sangue (Boldrini), I Croods (Marini), Passione sinistra (D’Alema), Come un tuono (Bersani), Benvenuto Presidente! (Napolitano), Nella casa (bicamerale). STOP Napolitano bis a 87 anni. Rondi trema. STOP 4*&5 andando verso il piccolo e brutto”. <#STOP Michele Placido: &$_> ?`# STOP>j>*&La città ideale non lo volevano i distributori, né gli esercenti né il pubblico”. Sarà il crollo del mercato immobiliare? STOPw>{w*&< action da 12,5 miliardi contro lo Stato per i danni della pirateria”. Il nuovo cinepanettone è già in lavorazione? ALMOST (IN)FAMOUS: DALLE STALLE ALLE STARLETTE Festival con scasso*$X <The Bling Ring). #### w(5<8(?* La grande bellezza, Miele, Salvo. Lo specchio dei tempi? #### Norte, the end of historyw{&` per 4 orette buone. The end of audience? #### Scommettiamo che… Borgman}@~ vince la Palma? #### Alfred X *&58 le parti noiose”. Abdellatif Kechiche: La vie d’Adèle dura 3h07... #### @ ;@*&5 capita troppo dagli umani. I pesci mi capiscono di più”. #### F*&D paese che dice solo no e vive di veti incrociati, resterà al palo per sempre”. ####E*&< appassionati di animali....il mio leone si l’ho ritrovato, un regalo di Dio, degli sciacalli volevano un riscatto, MALEDETTI”. Federico Pontiggia glamorous Ultimissime dal pianeta cinema: news e tendenze a cura di Gianluca Arnone < Trema la Hollywood del poker. La giustizia americana ha messo nel mirino la Helly Nahmad, proprietaria di una galleria extralusso all’interno del Carlyle Hotel di New York in cui si organizzavano partite a poker illegali appannaggio dei big spettacolo. L’accusa è riciclaggio e gioco d’azzardo, ma l’inchiesta potrebbe allargarsi presto ad altri resort e casino americani. Nessuna star è al momento nel registro degli indagati, ma tra quelle coinvolte grande è l’imbarazzo. 10 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo MAGGIO 2013 Poker di star: Matt Damon, Tobey Maguire, Katie Holmes e Giochi pericolosi Tavoli da poker in cui le cifre per giocare sono molto elevate: li chiamano high-stakes, si > spopolano tra i ricchi e annoiati signori dell’high society: inclusi attori di prima fascia, tirapiedi X uomini d’affari. La recente inchiesta sul gioco d’azzardo Usa, che ha rivelato pericolosi > d’azzardo e vip, rischia di provocare un terremoto. Nei fascicoli relativi alle indagini, accanto ai nomi di banchieri, manager e professionisti dello sport, > F>j?F {Q< w{< X# nessuna rilevanza penale. La questione morale è un’altra cosa però. Star capaci di C!#!!! avere solo un posto al tavolo, assatanati giocatori di NowX del Texas, opzionabile solo da chi detiene conti in banca da almeno 6 zeri. Otto giocatori per partita, riuniti in segreto nelle suite jX Bel Air, Brentwood o Malibu, in grado di vincere o perdere in una sola notte - spesso in una sola mano - centinaia di migliaia di dollari. Notti di rischi, di ottovolanti emotivi, di massaggi al limite del lecito, di cene salatissime. Q dimenticare. Notti di stelle appannate. MAGGIO 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 11 glamorous “Work in progress” Oliver Stone Dreaming Troll Kate Mara _E ?? agli States. Il regista/attivista si è incontrato con Julian Assange presso l’ambasciata ecuadoriana a Londra. Una semplice visita > >&`?~w# La Dreamworks è in bambola. La società ha messo in cantiere una nuova saga dedicata alle famose bambole Troll che tanto andavano >!#w( riguarderà anche la tv, sfruttando il nuovo canale tematico fondato dagli studios. Lanciata da House of Cards, è solo uno dei > % Transcendence. Per il debutto alla regia del ?>~$ già scesi in campo Johnny Depp, Paul Bettany e Morgan Freeman. Adrien Brody Abbie Cornish Robert Downey Jr. jXX XThe Bible) sulla vita del celebre illusionista. Per l’attore si tratta di un ritorno al piccolo schermo dopo più di 20 anni: nel 1990 era stato tra i protagonisti di Bullet Hearts. E< #w( in Bright Star ? X <;??{F> cast di Solace, storia di un chiaroveggente arruolato dalla polizia per scovare un serial killer. La vedremo anche nel nuovo RoboCop. Iron Man e Robert Downey Jr. si separano. Onorato il contratto con la Marvel (prevedeva " rinnovo. E’ stato lo stesso attore, d’altra parte, a manifestare di recente una crescente insofferenza per il personaggio. 12 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo MAGGIO 2013 colpo d’occhio FESTIVAL DEL MESE a cura di Massimo Monteleone 58<#F(5 risponde: Milano e Roma su tutti DEL CINEMA 1 FESTIVAL AFRICANO, D’ASIA E SPIRAGLIO – 5 LO FILMFESTIVAL DELLA AMERICA LATINA XXIII edizione dell’importante ? provenienti da Asia e America w&; sul mondo”). Previste sezioni &` #< Orientamento Educativo <#_#'#"# Località Milano, Italia Periodo 4-10 maggio Tel. (02) 6696258 Web festivalcinemaafricano.org Mail [email protected] Resp. Alessandra Speciale, Rigamonti SALUTE MENTALE III edizione del festival che tratta la salute mentale. <>>> decina di corti in concorso: dal drammatico alla commedia, al fantasy. Tra questi, il doc Antonio + Silvana = 2, diretto @?E Aleandri e Luca Onorati, struggente storia d’amore fra due anziani di Trastevere. Località Roma, Italia Periodo 31 maggio - 1 giugno Tel. (06) 37515922 Web lospiraglio.altervista.org Mail [email protected] Resp. Franco Montini, Federico Russo MASHROME FILMFEST – CELEBRATING ARTS EXPERIENCES IN THE REMIX ERA II edizione del primo festival italiano dedicato al Mash up e alla cultura del 4}#$ & >>` e incontri con artisti, tra cui il <# Evento Speciale è il mash up The Final Cut: Ladies and Gentleman del regista > >$ del festival. Località Roma, Italia Periodo 8-11 maggio Tel. (06) 86705507 Web mashrome.org Mail [email protected] Resp. Mariangela Matarozzo, Alessandra Lo Russo CINEMAMBIENTE – ENVIRONMENTAL FILM FESTIVAL @5>> ? #<!! tra sezioni competitive e non, che aiutano ad approfondire tematiche legate allo stato di salute del nostro pianeta. Località Torino, Italia Periodo 31 maggio - 5 giugno Tel. (011) 8138860 Web cinemambiente.it Mail [email protected] Resp. < 2 Il regista Shane Carruth. Sotto una scena di Upstream Color L’erede di Lynch 40 anni, ingegnere, cineasta tuttofare: l’America scopre Shane Carruth, e noi? etichetta (erede di Lynch) magari non sarà appropriata, il regista di Mulholland Drive è vivo e vegeto E < }>> >> #> occhi dello spettatore tuttavia l’esperienza di visione resta un lacerante rompicapo. Il suo primo lavoro, Primer (premiato al Sundance nel 2004), aveva L’ 14 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo MAGGIO 2013 nuovo cinema underground, ma è il secondo, Upstream Color (?) nei meandri del cosmo - a >< 40enne) le attenzioni della stampa non specializzata (NYT in testa) e (&`#5 >(?? 8> sceneggiatore, produttore, ?> montatore e compositore dei " lanciata da un cineasta capace di tessere veri e propri enigmi visivi che seducono gli occhi e fanno lavorare il pensiero. Di questi tempi una buona notizia, che ne meriterebbe un’altra: presto anche in Italia. G.A. MIFF AWARDS - FILM FESTIVAL INTERNAZIONALE DI MILANO XIII edizione dell’evento > meneghino dedicato al cinema internazionale, che ?& festival” convenzionale al formato tradizionale di cerimonia di premiazione. Il <w assegnato ai lungometraggi e ai cortometraggi che si distinguono nelle diverse categorie della competizione. Località Milano, Italia Periodo 8-18 maggio Tel. (02) 92871578 Web miff.it Mail ???# Resp. 3 – FESTIVAL 4 CINEINDIE CINEMA INDIPENDENTE MADE IN ITALY I edizione del festival di cinema indipendente italiano. Tre categorie di opere in concorso: videoclip, cortometraggi e documentari, presentati in sala e in diretta streaming sul sito della rassegna durante le due tranche di novembre e aprile. Il voto del pubblico determina le 4 nomination per il festival e il vincitore unico per ciascuna categoria. Località Padova, Italia Periodo 10-12 maggio Tel. (049) 719153 Web cineindie.it Mail [email protected] Resp. E>< 6 CINEMASPAGNA @5? che presenta le ultime novità del cinema spagnolo, dai >>> animazione, con un occhio di riguardo anche alle produzioni latinoamericane. In apertura Blancanieves di Pablo Berger, !$# L’omaggio è per il 50esimo anniversario di La ballata del wj> con Nino Manfredi. 7 Località Roma, Italia Periodo 9-15 maggio Tel. (06) 6864395 Web cinemaspagna.org Mail festival@cinemaspagna. org Resp.5F%$ Federico Sartori FABRIANO FILM FEST I edizione della rassegna di cortometraggi (durata massima 15 minuti), organizzata dall’Associazione _#$ incontri con gli autori e con personalità del mondo del cinema. Località Fabriano, Italia Periodo 22-26 maggio Tel. 3385701267 Web ??# Mail ?# Resp. '>< Tarabusi 8 16 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 COVER STORY CAREY Al fianco di Leonardo Di Caprio sulla Croisette, la Mulligan si scopre come la Daisy di Gatsby: “Capisco le sue scelte imperfette” di Miriam Mauti maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 17 COVER STORY diventare Daisy: “I libri non danno tutte le informazioni per interpretarla, ho dovuto riempire la sua biografia, costruire la personalità che non ritrovavo nelle pagine. E’ cresciuta in una famiglia ricca, negli anni 20, quando alle donne si chiedeva di sposarsi per i soldi... e anche lei lo fa. Poi trova l’amore della sua vita, ma quando lo perde continua a vivere. Non è un essere umano idealizzato, ha dei sentimenti profondi, ma ha un’immagine da bella ed eccentrica, dice quello che le viene in mente, le piacciono le cose belle e vuole stabilità. Ho molta empatia per lei e la scelta che prende alla fine... di andarsene via, con il suo bambino, invece di andare in prigione. Lei fa delle scelte imperfette ma che si possono capire”. Che effetto le ha fatto lavorare in una megaproduzione? Avevo molta paura, veramente, con uno studio così grande. Non avevo mai fatto esperienze del genere, tranne che con Wall Street 2, nel quale avevo un ruolo minore e che comunque non aveva queste dimensioni. Tra l’altro abbiamo lavorato in spazi enormi, sceglievamo noi come muoverci e loro decidevano in che modo riprenderci. Baz vuole che i suoi attori facciano quello che vogliono e poi lui lavora con i cameraman. Tecnicamente il danzare e il portamento erano le cose più difficili. Ci ha aiutato anche il settore dei costumi, magnifici. Vi assicuro che il portamento è diverso se si indossa un abito coperto di diamanti. Veri. Ha lavorato in alcuni dei film migliori degli ultimi anni: come fa a non sbagliare un colpo? Cerco un buon personaggio, che non ho fatto nel passato: non mi piace fare la stessa cosa più di una volta. E un buon regista. Per esempio, in Drive il personaggio non mi piaceva granché, finché non lo abbiamo cambiato molto, ma avevo visto i film precedenti di Nicolas Winding Refn ed ero ferma “La mia eroina ha sentimenti profondi ma ha un'immagine da bella ed eccentrica. Fuori dalle regole” CI HA STUPITO in An Education e intenerito in Drive, ci ha emozionato in Shame e il 15 maggio aprirà il festival di Cannes, al braccio di Leonardo Di Caprio. In una manciata di anni, Carey Mulligan è diventata uno dei volti imprescindibili del nuovo cinema d’autore. Nei trailer che impazzano sul web del nuovo Gatsby di Baz Luhrmann è la magnifica Daisy, fragile e ruggente come gli anni 20 che il visionario regista australiano ha ricreato per il grande schermo. Carey Mulligan la incontriamo a Londra, dove ci racconta il lavoro fatto per Leonardo Di Caprio con Carey Mulligan. Accanto e sopra Tobey Maguire 18 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 Dietro la dolce vita I romanzi di Scott Fitzgerald e lo stordimento di una generazione. Hanno fatto epoca di Marina Sanna Un party dopo l’altro e un futuro senza domani. Così vivevano i personaggi dei romanzi di Francis Scott Fitzgerald: veglioni infiniti e sbornie continue. Dove finisse la finzione e incominciasse la realtà, difficile dirlo. La passione struggente per Zelda, le magnifiche feste, le avventure spericolate, erano prima ispirazione di scrittura e poi lucida follia sul finire della sua breve esistenza (muore il 21 dicembre del ’40, a 44 anni). Passato il fulgido decennio, Fitzgerald galleggiava, complice l’alcolismo, tra l’illusione e il disincanto di un’epoca in cui si era persa una generazione, per scoprirsi appena qualche anno dopo (i Trenta), un fantasma persino tra i suoi coetanei. Pubblicato per la prima volta a New York il 10 aprile 1925 e definito da T.S. Eliot: “Il primo passo in avanti fatto dalla narrativa americana dopo Henry James”, Il grande Gatsby è la storia di Nick Carraway, aspirante scrittore, che arriva a New York nella primavera del 1922. Alla ricerca di fama e successo, diventa vicino di casa di un eccentrico milionario, Jay Gatsby, e della “cugina” Daisy. La trappola di mirabilie è a portata di mano, impossibile non afferrarla e rimanerne imprigionati. Un destino ineluttabile anche per l’australiano regista di Moulin Rouge e Romeo+Giulietta, Baz Luhrmann. Esteta fino al midollo, spregiudicato e perfezionista, ha accostato la fisicità di Leonardo Di Caprio (James Gatsby) alla bellezza delicata di Carey Mulligan. E messo in moto una produzione faraonica, che ha sforato il budget previsto e causato lo slittamento del film più volte. I numeri danno la grandeur di questo kolossal in 3D: 1.160 persone nella troupe (di cui 84 per i costumi), 960 per la costruzione dei set; 288.000 i cristalli prestati da Swaroski. 40 vestiti forniti da Prada per le feste, per non parlare dei 2.291 abiti eleganti e non prodotti per le comparse da Brooks Bros., di cui 200 smoking. Cifre da capogiro, appunto. maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 19 COVER STORY “Avevo paura all’inizio, poi Baz ha creato un’atmosfera intima e tranquilla. Sono stata fortunata” da due anni, dopo Wall Street 2, proprio perché non trovavo il ruolo che mi piacesse. Ho mandato una e-mail al mio agente e gli ho detto che se Nicolas stava lavorando su qualche progetto sarei stata interessata. Dopo 2 settimane l’ho convinto a darmi il ruolo. La scelta di Shame invece è stata fatta puramente sul personaggio. Quel film era come il paese dei balocchi: Steve McQueen, Michael Fassbender, un attore da cui sono stata ispirata per un paio di anni, aveva tutti gli elementi che cercavo. Film molto diversi da Gatsby... Non so, a Sidney Baz ha creato una situazione 20 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 molto intima. Ogni giorno iniziavamo con Leo (Di Caprio) e Tobey (Maguire) lavorando sulla scena, discutendola finché ci era chiaro cosa volevamo fare, poi arrivavano tutti gli altri. Certo, è diverso da me e Michael Fassbender in un appartamento a New York, con una piccola cinepresa: completamente l’opposto. Ma credo sia importante avere un buon rapporto con le persone con cui lavori. Sono stata molto fortunata ed ho lavorato con gente che ha rispettato i miei sentimenti. % Di Caprio. Sopra Joel Edgerton remake doc LA Il ciak di La casa diretto da Fede Alvarez. Con Jane Levy che studia la sua parte sul cofano di un'automobile 22 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 SECONDA casA Come si rifà un classico dell’horror? Chiedetelo a Fede Alvarez che ha “ristrutturato” il capolavoro di Raimi con cattiveria e originalità. Senza offuscarne la leggenda di Adriano Ercolani maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 23 remake doc Jane Levy. Sopra con il regista Alvarez e a sinistra in altre due orrorifiche pose. Accanto Shiloh Fernandez D Da almeno un decennio circolava voce che Sam Raimi era intenzionato a realizzare il remake de La casa, l’horror che all’inizio degli anni ’80 lo ha imposto come autore di culto. La svolta però è arrivata soltanto nel 2010, quando il cineasta ha visionato Panic Attack, piccolo grande cortometraggio incentrato su un attacco alieno a Montevideo. Da quel momento il regista Fede Alvarez è diventato il suo uomo: “Sam cercava un cineasta libero dai condizionamenti del sistema hollywoodiano - ha dichiarato il trentacinquenne uruguaiano - e pronto a buttarsi con folle ottimismo nel progetto, proprio come ha fatto lui con l’originale.” Ma attenzione: La casa (in originale Evil Dead) non è il solito, inerme remake di un horror che ha fatto la storia del cinema. Alvarez ha scelto un aggiornamento che, invece di seguire pedissequamente la (esilissima) trama del primo, ne ricostruisce la storia, rinforzando gli snodi narrativi anche grazie a un prologo che spiega l’origine del male, quello che inevitabilmente colpirà il gruppo di giovani andati a 24 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 passare il weekend dentro la classica, sperduta casa nella foresta. Dove il film di Alvarez rende il dovuto omaggio al suo predecessore è nello spirito intrinseco dell’operazione: con l’originale Raimi era stato un vero e proprio precursore del gore anni ’80, quello fatto di effetti a dir poco artigianali e litri e litri di succo di pomodoro. La nuova casa sceglie molto intelligentemente di riproporre quella visione di genere: il regista ha evitato (quasi) del tutto effetti speciali digitali in favore di quelli meccanici. L’effetto è ammirevole: Evil Dead è un horror che funziona principalmente proprio sul piano della visione, mai artificiosa a causa del computer ma al contrario immersa nel realismo prodotto dai trucchi realizzati sul set. Girato interamente in Nuova Zelanda, il film propone al pubblico di appassionati del genere e ai fan del capolavoro di Sam Raimi un aggiornamento di sorprendente lucidità, che omaggia il passato ma non cade nella trappola dello sterile ricalco. Interessante la scelta del cambio di sesso del protagonista: se nel primo era Ash, il leggendario Bruce Campbell, adesso al centro della vicenda si trova la fragile ma combattiva Mia, che ha il volto della neostar televisiva Jane Levy. C’è stata molta curiosità da parte dei fan per sapere se Ash tornerà almeno in un cammeo. Lo stesso Campbell ha smentito categoricamente questa possibilità, affermando che si tratta di due operazioni totalmente differenti tra loro, legate soprattutto dalla volontà di riproporre un prodotto che era stato così amato dal pubblico. Noi che abbiamo visto il film preferiamo evitare qualsiasi tipo di spoiler… Ultimo punto a favore del film di Alvarez è quello di essere un gore che non risparmia al pubblico la truculenza più ardita, inserendola però in una storia funzionale e non solo scarabocchiata per poter inserire la maggior parte di violenza possibile, nella tradizione per noi rivedibile dei vari Hostel o Saw. In poche parole, questo nuovo La casa è un prodotto riuscito sia come remake di un classico che come film a sé stante, nettamente superiore alla media dell’odierna produzione horror. % remake doc Dalla tv con Suburgatory alla discesa agli inferi con Alvarez. Jane Levy: “Il ruolo dell’adolescente svitata mi stava stretto” di Adriano Ercolani Morta e sepolta? TENTARE IL SALTO DA UNA SIT-COM DI SUCCESSO al remake di un cult horror come La casa (Evil Dead) non è una scelta facile. La ventitreenne californiana Jane Levy però non ha esitato un istante a prenderla: “Avevo un bel po’ di tempo prima di riprendere a girare Suburgatory (la serie TV che l’ha lanciata, ndr) e volevo tentare qualcosa di nuovo. Il ruolo dell’adolescente simpatica e un po’ svitata iniziava a starmi stretto, avevo il terrore di cominciare ad annoiarmi, così ho fatto l’audizione per La casa e Fede Alvarez mi ha scelto”. Come si è trovata a lavorare con il regista uruguayano? Non è stata un’impresa facile, il compito di Fede è stato quello di torturarmi per tutta la durata delle riprese, come richiedevano sia la trama che il personaggio di Mia. Però siamo rimasti ottimi amici sia mentre lavoravamo insieme che una volta finito di girare. Quindi significa che sapevamo di star facendo un buon lavoro, cosa che ci ha spinto nella direzione giusta. Ci sono stati comunque momenti difficili sul set? Alcune scene sono state complesse a livello fisico e psicologico. La sequenza in cui vengo sepolta viva mi ha messo a dura prova: quel giorno avevamo preso tutte le precauzioni ed ero controllata con la massima sicurezza, ma quando hanno iniziato a tirarmi la terra in faccia non è stata una 26 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 bella sensazione. Un altro momento seriamente imbarazzante è stato quando, di fronte alle settanta persone del cast, ho dovuto urlare oscenità di tutti i tipi al mio collega Shiloh Fernandez. E se l’avesse presa sul personale? (ride, ndr). Il film è prodotto da Sam Raimi e Bruce Campbell, i mitici realizzatori dell’originale Evil Dead. Che tipo di collaborazione è stata? Una volta stabilito con Alvarez che avevano delle idee in comune su come fare il film sono stati estremamente intelligenti a lasciarci lavorare con la massima serenità possibile, senza interferire sul set o metterci alcuna pressione addosso. Trovo che sia il modo migliore per collaborare con un produttore, soprattutto se ha un nome importante come quello di Sam Raimi. Capigliatura rossa, occhi azzurri, sguardo sicuro, Jane è una ragazza già abituata a scelte coraggiose… Dopo un anno di college in un posto sperduto nel Maryland ho capito che studiare non era la mia strada. Sentivo invece di voler tentare con la recitazione, così ho abbandonato tutto e mi sono trasferita prima a New York, poi a Los Angeles. Pare che al momento stia funzionando, meglio così. Per fortuna il college aveva già rimborsato i miei genitori dei dollari spesi per me… % maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 27 anteprima Anna Kendrick nel college musical di Jason Moore, Voices Guarda che 28 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 Il musical e i talent show: evoluzione di un genere sempre più reality. Dal capostipite Fame all’imminente Pitch Perfect, tv permettendo Voices! di Alessandro De Simone maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 29 anteprima U n milione e mezzo: le visualizzazione che ha avuto su YouTube la clip della final performance delle Barden Bellas in Pitch Perfect, opportunamente ribattezzato in Italia Voices. Scelta mossa dalla necessità di cavalcare il successo che da anni i talent show hanno nel nostro paese, ma non solo, se è vero che il musical cinematografico ha subito dei profondi mutamenti proprio a seguito delle influenze dei reality. Chi per primo aveva capito che le cose sarebbero andate a finire così fu Alan Parker, che di musical ne sa qualcosa, avendone girati cinque, tra cui quello che diede il La, è il caso di dirlo, alla new wave, quel Saranno famosi che avrebbe poi ispirato “Amici” di Maria De Filippi. La School of music and performing arts di New York fu nel lontano 1980 il Paziente Zero, all’alba di un decennio durante il quale si sarebbero gettate le basi di una nuova comunicazione musicale, con l’avvento dei videoclip e di MTV. Un’estetica che proprio registi come Parker, Ridley Scott o Adrian Lyne avevano contribuito a creare, quest’ultimo amplificandola e iconizzandola in Flashdance, opera che ispirò poi una nuova generazione di ballerine. Da noi erano gli anni di “Fantastico”, quando nascevano giovani miti del catodico come Lorella Cuccarini, ruspante fanciulla tutta gambe e diffusore capace di sostituire nell’immaginario italico il mito americano di Heather Parisi. Negli Stati Uniti invece ci si preoccupava del futuro di una generazione che stava crescendo divisa tra yuppismo e disagio sociale, salvata dal cinema di John Hughes e da pellicole insospettabilmente sovversive come Footloose, il Grease degli anni Ottanta. Il musical stava cambiando anche per salvare se stesso, come già era successo più volte, con il passaggio dal classico alla rock opera alle trasposizioni dei successi di Broadway e del West End. L’evoluzione del videoclip negli anni Novanta, da cui sono venuti fuori registi di grande talento come Spike Jonze e Michel Gondry, ha inferto un duro colpo al genere, cannibalizzato da piccoli Esordio da Broadway Palcoscenici di successo e teen series nel bagaglio, Jason Moore ci prova con il cinema Il 6 agosto saranno quattro anni dalla morte di John Hughes e quei cineasti cresciuti negli anni Ottanta stanno oggi rendendo omaggio al cantore dell’adolescenza. Lo aveva fatto Will Gluck nel delizioso Easy Girl, ci ha pensato Jason Moore in Voices, suo esordio nel lungometraggio, in Italia dal 6 giugno. Regista con una solida carriera a Broadway e incursioni in serie teen di successo, Moore ha ben sfruttato le sue competenze confezionando un college musical che strizza, e tanto, l’occhio a Glee, aggiungendovi una marcata vena comica che gli fa guadagnare in ritmo narrativo. Magnifiche le scene musicali, girate e montate con sapienza, soprattutto la travolgente performance finale, e doverosa citazione per Elizabeth Banks e John Michael Higgins, esilarante coppia di commentatori. Ma soprattutto, c’è Breakfast Club, quindi è da vedere. A.D.S. 30 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 capolavori da cinque minuti fruibili su un canale televisivo dedicato globale prima e su YouTube poi. La chiave di volta sono i talent show, che nel loro essere la rincorsa di un sogno hanno modificato l’essenza stessa del musical. “Amici”, “America’s Got Talent”, “The Voice”, “X-factor”, hanno creato una nuova struttura narrativa, dalla formazione del gruppo alla caratterizzazione dei personaggi principali e della fila, passando per la rivalità, l’amore, l’amicizia, l’obiettivo raggiunto e il conseguente successo. Schemi che riconosciamo e ritroviamo in un qualunque Step Up, ma anche in Dreamgirls e nel fenomeno Glee, in cui l’essere dei “singing nerd” può cambiarti la vita. Una Reality aumentata, che Matteo Garrone ha IL PRIMO A CAPIRE COME SAREBBERO ANDATE LE COSE FU ALAN PARKER: ANCHE “AMICI” DELLA DE FILIPPI SI ISPIRA AL SUO SARANNO FAMOSI ben colto, come aveva fatto Paul Weitz nel sottovalutato e caustico American Dreamz, in cui Hugh Grant era l’host di un “X-Factor” la cui giuria era presieduta da un depresso presidente degli Stati Uniti. Ma che ancor meglio si comprende nel talent show cinematografico di maggior successo di questi ultimi anni. Hunger Games, ovviamente. % Ancora la protagonista Anna Kendrick. Sopra Rebel Wilson in un’altra scena del film, in sala dal 6 giugno maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 31 bella Croisette Pienone di film e star. Tra glam e presidenti, la nostra mini guida agli imperdibili S E N N A C G N I BL G N I L B maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 33 bella Croisette UN FESTIVAL STRACULT La grande bellezza di Sorrentino, a sinistra Kristin Scott Thomas in Only God Forgives Edizione che farà scalpore, con un programma che schiera registi poco conosciuti e grandi autori. Opere feroci e folgoranti di Marina Sanna 34 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 35 bella Croisette I l programma di Cannes, in particolare questa 66a edizione, risponde alla domanda puntuale che si pongono critici, giornalisti, persone comuni: a che cosa servono i festival? C’è chi difende i piccoli (quelli a basso budget, per intendersi), chi si basa sui numeri degli accreditati e del mercato per stilare delle toplist, vere o false, sicuramente parziali. Chi frequenta i festival sa che senza di essi sarebbe impossibile far circolare film che altrimenti non sarebbero distribuiti, perché il cinema, lo sappiamo bene, non è solo industria o commercio: è arte. I festival servono a questo. Ma non solo: a recuperare la memoria passata, la storia dei primi film. A trasformare l’arte in cultura e insieme fare una festa. Scorrendo la lista dei titoli di Cannes non si può far altro che riconoscere: la missione è compiuta. In mostra ci sono opere che vanno oltre il cinema, che lo destrutturano e lo stilizzano. Lo spettatore ha il privilegio di seguire la carriera di un prodigio come Nicolas Winding Refn che con Only God Forgives prende da Lynch, Tarantino e omaggia Alejandro Jodorowsky (presente alla Quinzaine con La danza de la realidad). Di guardare con crescente curiosità ad Oriente: il giapponese Hirokazu Koreeda e la storia del figlio scambiato o del cinese Jia Zhang-ke (lo stesso di Still Life) che con A Touch of Sin fa un salto in avanti, il suo puzzle scomposto ci parla di una Cina corrotta e violenta da cui non c’è via di uscita. Se non il suicidio. O il sorprendente Heli di Amat Escalante, già assistente alla regia di Carlos Reygadas, che fotografa quel Sorprendente Heli di Amat Escalante: il Messico povero e periferico, raccontato con brutalità e poesia Madrina Tautouata Audrey sulla Montée: ancora favolosa? Non è la Hepburn, eppure anche lei ha qualcosa da dire: incantevole in tubino nero, a Roma (o Arcore) la dolce Tautou finirebbe a Palazzo. Oltralpe, viceversa, ha scoperto Il favoloso mondo di Amélie (2000) e di poter essere, così minuta, un gigante tra i nani. Per molti, Audrey inizia e finisce lì, ma è andata avanti: Una lunga domenica di passioni, Il codice Da Vinci, Coco Chanel… Lo stile non le manca, gli occhioni spalancati sul mondo neppure, da madrina a Cannes serviranno entrambi: classe ’78, dentista e insegnante per genitori, è abituata a sorridere con grazia discente, la Croisette dirà se basta. Madrina Tautouata, ma senza esibizionismi, nome cinematografico, ma senza imbarazzi, non è di molte parole, e dietro le apparenze bobo nasconde squisiti paradossi: “Credo in Dio, ma non sono sicura se fidarmi di lui”. Autori e demiurghi in sedicesimi sono avvisati. FEDERICO PONTIGGIA 36 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 Inside Llewyn Davis dei fratelli Coen. Sotto Jasmine Trinca e il regista Jia Zhang-ke America vs. Francia Squadrone Usa in corsa per la Palma. Occhio a Escalante CONCORSO ONLY GOD FORGIVES di Nicolas Winding Refn (Francia/Danimarca) BORGMAN di Alex Van Warmerdam (Olanda) LA GRANDE BELLEZZA di Paolo Sorrentino (Italia, Francia) Messico periferico e misero, che abbiamo imparato a conoscere con Iñárritu e Reygadas stesso, caratterizzato da ferocia e brutalità. Un festival disegnato con sapienza ci insegna ad aspettare con desiderio crescente Inside Llewyn Davis dei fratelli Coen, ispirato alla vita di un cantante folk (Dave Van Ronk interpretato da Oscar Isaac) degli anni ’60 o il personalissimo The Immigrant di James Gray con Marillon Cotillard e Joaquin Phoenix. Con altrettanta speranza La grande bellezza di Paolo Sorrentino, che ci auguriamo non sia stata superata dai drammatici fatti di questi mesi. L’esordio di Valeria Golino, Miele (Un Certain Regard), con Jasmine Trinca angelo della morte che oltrepassa il confine del bene. E ancora: Il grande Gatsby di Baz Luhrmann, con Leonardo Di Caprio e Carey Mulligan, ingioiellata da Tiffany; The Bling Ring di Sofia Coppola (apertura Un Certain Regard) con le cattive ragazze capitanate da Emma Watson (in copertina del nostro speciale). Nel ricchissimo cartellone ci sono anche opere sconosciute: il palestinese Omar, in cui viene mostrato un lato inedito del conflitto: nuovi coloni e vecchi abitanti divisi dal muro, traditori e onesti musulmani. Spesso si scrive che a Cannes (e a Venezia) passano solo autori conosciuti: non è vero. Certo gli affezionati ci sono, però è innegabile che allo stesso tempo si scopra sempre qualcosa. Il cinema serve ad allargare gli orizzonti, a dare spunti di riflessione o a trasmettere un’emozione. Thierry Fremaux, spalleggiato da Gilles Jacob, da qualche anno sta dando l’impronta al suo festival. Non ha paura, a volte sbaglia, altre mette su una macchina da guerra. Può contare su un ottimo budget, una cittadina sul mare, sulle strutture alberghiere e sponsor generosi. Ma dalla sua, ed è giusto ripeterlo, c’è la strategia: la visione di insieme. Ama il cinema profondamente ed è un organizzatore fenomenale. Una controprova? Andate al festival di Lione e assisterete al più grande spettacolo del mondo. % BEHIND THE CANDELABRA di Steven Soderbergh (Usa) LA VENUS A LA FOURRURE di Roman Polanski (Francia) NEBRASKA di Alexander Payne (Usa) JEUNE ET JOLIE di François Ozon (Francia) WARA NO TATE di Takashi Miike (Giappone) LA VIE D’ADELE di Abdellatif Kechiche (Francia) SOSHITE CHICHI NI NARU di Kore-Eda Hirokazu (Giappone) TIAN ZHU DING di Jia Zhangke (Cina) GRISGRIS di Mahamat-Saleh Haroun (Chad) THE IMMIGRANT di James Gray (Usa) LE PASSÉ di Asghar Farhadi (Francia) HELI di Amat Escalante (Messico) JIMMY P. di Arnaud Desplechin (Usa) MICHAEL KOHLHAAS di Arnaud Despallieres (Francia/Germania) INSIDE LLEWYN DAVIS di Ethan Coen, Joel Coen (Usa) UN CHATEAU EN ITALIE di Valeria Bruni-Tedeschi (Francia) ONLY LOVERS LEFT di Jim Jarmusch (Usa) FUORI CONCORSO THE GREAT GATSBY di Baz Luhrmann (Australia/Usa) BLOOD TIES di Guillaume Canet (Francia/Usa) ALL IS LOST di J.C Chandor (Usa) maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 37 bella Croisette i magnifici 8 a cura di Federico Pontiggia THE BLING RING Non si dica che Sofia Coppola non è un’autrice: martella sempre lì, sulla cultura pop e i suoi derivati, più o meno malsani. Abbandonato lo Chateau Marmont e Maria Antonietta, The Bling Ring aka Hollywood Hills Burglars è la teen-gang che dall’ottobre 2008 all’agosto 2009 rubò più di 3 milioni di abiti, accessori e altro LE PASSÉ Una separazione al quadrato? Dopo l’en plein a Berlino e l’Oscar miglior film straniero, l’iraniano Asghar Farhadi ritorna su coppia e conflitti, ma rincara la dose con due p(a)esi e due culture: Le passé (Il passato) si gioca tra Iran e Francia, divorzio e conseguenze, unione e dolore. Nel cast, il marito Ali Mosaffa, la moglie Bérénice Bejo (The Artist) e Tahar Rahimi (Il profeta), Farhadi scavalla i confini, ma non le geometrie relazionali: l’Iran cinematografico oggi è lui, import/export d’autore. LA GRANDE BELLEZZA ai ricchi di fama, da Paris Hilton a Orlando Bloom. Shopping criminale, qui affidato alla maghetta Emma Watson e un tot di carneadi, più la vittima Paris Hilton. Apertura del Certain Regard. INSIDE LLEWYN DAVIS Piccolo sulla carta, bigger than life negli esiti? Inside Llewyn Davis rischia di essere la meglio cosa dei fratelli Joel e Ethan Coen da lustri a questa parte: anni ‘60, New York, dal buco della serratura filtra la vita di Dave Van Ronk (morto nel 2002), musicista e cantautore folk che ispirò, tra gli altri, Bob Dylan e Joni Mitchell. L’alter ego Llewyn Davis è Oscar Isaac, al suo fianco il sodale John Goodman, il rivale Justin Timberlake e la moglie Carey Mulligan: Coppa Davis o Palma d’Oro? “Dame dell’alta società, parvenu, politici, criminali d’alto bordo, giornalisti, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti e intellettuali veri o presunti tessono trame di rapporti inconsistenti, fagocitati in una babilonia disperata che si agita nei palazzi antichi, le ville sterminate, le terrazze più belle della città. Ci sono dentro tutti”. Roma, this must 38 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 be the place, e Paolo Sorrentino sceglie l’antifrasi: La grande bellezza, in Concorso con “il re dei mondani” Toni Servillo, Carlo Verdone e Sabrina Ferilli. La città eterna è “come una diva morta”, sospesa tra Fellini, Visconti e Il Divo, con una certezza: esistono anche le conseguenze del disamore. Kaputt mundi. SOSHITE CHICHI NI NARU GRISGRIS ONLY GOD FORGIVES “Wanna fight?”. Muscoli di Ryan Gosling, ventriloquo Nicolas Winding Refn: Only God Forgives lotta per la Palma, inopinatamente scippata a Drive da The Tree of Life nel 2011. A spianare la rivincita è lo stesso Thierry Fremaux, che fa da megafono alla vox populi : è Drive 2, con ambientazione thai e il solito sapore di ultraviolenza. Il manierismo è in agguato, l’accademia iperrealista bussa alla porta, ma attenti a quei tre: Nicolas finta, Ryan prende le botte, ma irriconoscibile è pure la madre non materna Kristin Scott Thomas. Che qualcuno li perdoni, perché sanno quel che fanno. Dal Giappone con prole: businessman avido e di successo, Ryota Nonomiya scopre che il figlio biologico venne scambiato in culla con un altro bambino… Una mazzata tra capo e collo, e il denaro non salva: deve scegliere, il suo vero figlio o quello che ha cresciuto? A sguazzarci è il buon Hirokazu Kore-eda, che con Soshite chichi ni naru (Like Father, Like Son) ibrida greed e caos, formato famiglia e tensione psicologica, portando sotto la Palma con Shield of Straw di Takashi Miike una doppietta made in Japan. L’anti parabola del papà prodigo? Vi ricordate il Premio Bresson 2010? Dopo il riconoscimento speciale della Giuria (e la nostra Navicella) a Venezia nel 2006 con Daratt – La stagione del perdono e la Croisette calcata con Un homme qui crie nel 2010, il regista chadiano MahamatSaleh Haroun porta in concorso Grisgris. Il nome viene da un amuleto voodoo portafortuna e antimalocchio, ma è pure quello del 25enne protagonista, che nonostante una gamba paralizzata vorrebbe diventare un ballerino. Quando lo zio s’ammala, deve rimettere il sogno nel cassetto: per aiutarlo, decide di lavorare per i contrabbandieri di petrolio… Palma d’Oro nero? MIELE Opera prima di Valeria Golino, è il Miele tricolore al Certain Regard: bel titolo plurisemantico, coraggio tematico e stile maturo senza ansia da prestazione. Nel cast Carlo Cecchi, Libero De Rienzo, Vinicio Marchioni e Iaia Forte, Jasmine Trinca aiuta i sofferenti… a farla finita. Tutto scorre liscio, finché un 70enne (Cecchi) in buona salute vuole andarsene solo perché ne ha avuto abbastanza: che fare? Ambiguità e non detti, la Golino indaga sul crinale e osa quello che (quasi) nessuno fa nel nostro cinema: dirige senza recitare. Chapeau! maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 39 bella Croisette Lassù qualcuno vi ama di Silvio Danese Joanne Woodward e Paul Newman coppia immortale 40 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 Il bacio tra Joanne Woodward e Paul Newman nel poster ufficiale dice più di quello che mostra. Ci ricorda quanta vita, arte e gloria può esserci dentro un fotogramma pubblicitario L ei sempre un po’ zitella, lui ci lavora, e scoperchia il geiser. Maschietta introversa e modaiola (Il mio amore con Samantha), biondina con la coda puritana minacciata dal piromane del cuore (La lunga estate calda), signorina sfiorita e bruttina che cede alla passione (La prima volta di Jennifer, ma qui lui è il timoniere del set). Joanne e Paul. Lei il ghiaccio, lui il fuoco, quando si fondono finiscono così, la S di Samantha disegnata con grazia da due corpi d’amore addomesticati. Coppia né allacciata, né avvinghiata, niente di torrido, archiviati i baci di Ava e Myrna resta un tocco, un tenero scambio in fondo un po’ tortuoso e distante, uno stile del matrimonio. Ma che immagine. Manifesto forse tra i più eleganti della storia del cinema americano, quello scelto dal festival di Cannes per l’edizione 2013, un marchio, un segno di Zorro della nuova commedia anni ‘60, ha un patinato da feticcio, ma ci si sono messi loro nella posizione innocente d’un bacetto fetale (per la Bronx Agency di Parigi), così è anche un’immagine che parla del menage d’una coppia di lungo corso, freddina e duratura, duratura proprio perchè freddina, in mezzo a quelle schegge turbolente intorno. E’ vero, Newman ha detto che Woodward era la migliore anche a letto. Non suona come un generoso onore delle armi? La biografia di Joanne è dentro la vita di Paul. Anche quella artistica, se teniamo in eccezione la formidabile schizofrenica di La donna dai tre volti, un premio Oscar per la miglior interpretazione che mette in pace per tutta la vita con Hollywood, mentre si dispiega un lungo e acclamato capitolo nella storia del teatro americano per diversi lustri, frequentatrice di grandi autori e registi, molto impegno, stima artistica. Lei è l’intellettuale della coppia. Lui la star. Nel 1974, Paris Match fotografa un uomo smagliante e scrive: “Cinquant’anni, un interprete che tiene in mano tutte le carte, presenza virile, seduzione invincibile, potere di decidere i ruoli, regista di vaglia, con Robert Redford è l’attore che ogni studio nel mondo vorrebbe”. Star di quarta generazione della storia del cinema di Hollywood, dopo i Valentino, i Flynn e poi Stewart-Grant, Paul Newman è stato il divo della transizione, dal cinema della vecchia America maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 41 bella Croisette in rivolta al cinema della Nuova Hollywood, a cui più propriamente appartiene Redford, con De Niro, Hoffman, Pacino (ovvio che Brando è un outsider). Newman è la star planetaria, attore stimato e premiato da un Oscar (Il colore dei soldi di Scorsese, nel 1986), indaffarato inte rprete teatra le a Broadway, regista appassionato (cinque film), sfegatato driver di corse d’auto (terzo a Daytona quando aveva 70 anni), filantropo e benefattore (con l’azienda culinaria Newman’s Own che negli anni ha affidato 100 milioni di dollari per l’infanzia), amante fedele perché poco o niente si sa delle infedeltà. Sguardo freddo e diretto in una faccia stretta, s’illumina con un sorriso largo che apre e alza gli zigomi e gli muove l’espressione, trasformando la durezza in disponibilità e gagliarda sfida, è la doppia natura fotogenica di Newman, lo sfidante fragile, un dotato e insieme complessato oppositore dei destini scontati nell’America che chiede riscatto, con una dose potente di romanticismo, buono per gli idealisti come per le signore, accessorio che diventa il suo tratto distintivo a partire dallo sguardo fatale. Così, anche quan- do sembra “lo spaccone”, il diverso, il furbo, riveste il ruolo di brillante stratega per il successo, diventa simpatico “bastardo”, e questo lo salva. E la linea che va dal giocatore di biliardo Fast Eddie all’inafferrabile Butch Cassidy, rimato dal ruolo del Sundance di Redford, entrambi ripresi, con lo stesso regista, George Roy Hill, nella coppia di memorabili stangate. Newman melodrammatico sembra invece semplicemente cambiare le dosi, il sentimento e una sensibilità inquieta come fondamento, nello sfondo invece l’impenitente temerario, ed è la linea degli intrepidi e impegnati nei diritti civili, guide del popolo ebraico o giudici severi nel mondo delle nuove corruzioni. Quanta gloria, e cinema, e film, si porta dentro un fotogramma pubblicitario. % Sempre insieme, Paul Newman e Joanne Woodward 42 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo Lei il ghiaccio, lui il fuoco, quando si fondono finiscono così: la S disegnata con grazia da due corpi d’amore addomesticati maggio 2013 EUROPACORP E ABEL NAHMIAS PRESENTANO UN FILM DI DAVID MOREAU CON VIRGINIE EFIRA PIERRE NINEY ATTORE STABILE DELLA COMÉDIE FRANÇAISE «20 ANNI DI MENO» CHARLES BERLING GILLES COHEN AMÉLIE GLENN CAMILLE JAPY MICHAËL ABITEBOUL UNA COPRODUZIONE ECHO FILMS EUROPACORP TF1 FILMS PRODUCTION CON LA PARTECIPAZIONE DI CANAL + CINÉ + E TF1 SOGGETTO AMRO HAMZAWI SCENEGGIATURA E DIALOGHI AMRO HAMZAWI DAVID MOREAU ADATTAMENTO AMRO HAMZAWI DAVID MOREAU VIRGINIE EFIRA DIRETTRICE DI PRODUZIONE CAMILLE COURAU CASTING GUILLAUME MOULIN DAVID BARANES DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA LAURENT TANGY DIRETTORE SCENOGRAFIE JEAN RABASSE (ADC) DIRETTORE MONTAGGIO CYRIL BESNARD MUSICHE GUILLAUME ROUSSEL SUONO LUCIEN BALIBAR NICOLAS PROVOST GWENNOLÉ LE BORGNE DOMINIQUE GABURIEAU DIRETTO DA DAVID MOREAU © 2012 EUROPACORP - ECHO FILMS - TF1 FILMS PRODUCTION - FOTO : MAGALI BRAGARD DAL 9 MAGGIO AL CINEMA www.20annidimeno.it A Cannes presiede la Cinefondation, forte di un recentissimo successo: Top of the Lake. Il capolavoro al femminile della Campion JANE E LE DONNE di Angela Prudenzi S guardo femminile o femminista? Né l’uno né l’altro. Quello di Jane Campion, presidente della giuria di Cinéfondation (e premio speciale della Quinzaine), è un punto di vista assolutamente personale che nulla ha a che fare con ideologie e generi. I suoi film compongono un mosaico sfaccettato, inclassificabile, con alcune costanti che ne fanno un corpo urticante, misterioso, tra i più originali del panorama contemporaneo. Quando pensi di aver trovato la chiave per decifrarne i segreti, un nuovo elemento destabilizza il quadro e costringe a ricominciare daccapo. Ora poi che con la serie tv Top of the Lake la regista è tornata al punto di partenza, l’opera prima Two Friends era un prodotto televisivo, di nuovo le carte si sono mischiate. Non c’è dubbio infatti che Top of the Lake segni il raggiungimento di un punto limite. Nella miniserie Campion condensa tutta la propria poetica, sette ore di puro cinema che invitano a decrittare per l’ennesima volta il mistero che rende magici e unici i suoi film. Come in ogni buon thriller, e Top of the Lake lo è, gli indizi non mancano. La protagonista della serie è una detective in cerca di se stessa prima che della verità. Campion che pure adora raccontare le donne non le considera per questo migliori degli uomini, semplicemente più complesse. La grande sfida consiste nel bucarne la superficie esteriore per inabissarsi nella profondità del loro animo. Nei suoi ritratti di signora, Campion va a caccia del lato oscuro delle eroine guidando la macchina da presa ben oltre il visibile, verso un abisso morale e sentimentale segnato dal dolore e dalla rinuncia. Lo sanno bene le protagoniste di Lezioni di piano, Un angelo alla mia tavola, Bright Star. Jane Campion è attratta dal mistero. E dalla violenza, che pure non inquadra mai oltre il lecito. In Top of the Lake è la scomparsa di una dodicenne a marchiare la storia, mentre in Two Friends aleggia la morte di una ragazzina. Per non parlare dei delitti che sporcano di sangue e orrore In the Cut. La violenza alberga nel cuore degli uomini, Campion minuziosamente ne analizza forme e processi. Figlia della selvag- Guida la macchina da presa ben oltre il visibile, verso un abisso morale segnato da dolore e rinuncia 44 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 bella Croisette gia Nuova Zelanda, l’autrice ha un rapporto controverso con la natura: la ama, la rispetta e al contempo la teme. Madre e matrigna, nei film è spesso coprotagonista. A volte favorisce positive liberazioni interiori, altre segna negativamente le vite degli individui. Le acque scure di un bacino restituiscono un cadavere in Top of the Lake, il mare risucchia Ada in Lezioni di piano. La devianza, con le sue mille sfaccettature, ha da sempre affascinato Jane Campion. In Top of the Lake, punta estrema, nessuno è equilibrato: né la detective in crisi sentimentale, né la madre di lei vittima del compagno violento, né il potente intrallazzatore tormentato dal complesso di Edipo, né tantomeno la guru che dovrebbe lenire il dolore delle seguaci. Altro che Un angelo alla mia tavola quale straordinario elogio della follia riscattata dalla scrittura. La sanità mentale è un costante miraggio. Non è un miraggio, inve- Bright Star con Abbie Cornish. ce, l’approccio formale di Campion che per l’oc- Sopra Jane casione si fa fortemente sperimentale. Anche Campion, in per lei la tv è una palestra in cui cercare nuovi basso da sinistra: Elisabeth Moss e stimoli, rinnovare il linguaggio, concentrare sug- Holly Hunter in Top of the Lake gestioni e tematiche, liberare la scrittura. Ecco, l’indizio più importante conferma la prima impressione e porta a pensare che Campion con questa serie abbia tracciato una linea con il passato. Una scelta di profondo rinnovamento. Verso cosa lo dirà il prossimo film. Ma dopo Top of the Lake guardare indietro per Campion non sarà più possibile. % maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 45 bella Croisette IL GIUDICE RAGAZ Da Hollywood a Cannes, il 70enne Spielberg prova ancora a sorprendersi. Un presidente di giuria che sta alla Croisette come Alice al paese delle meraviglie di Bruno Fornara 46 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 ZINO maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 47 bella Croisette Dopo i ripetuti no del passato, a Gilles Jacob stavolta ha detto: “E.T. telefono casa”. Ovvero: vengo ADESSO CHIUDETE GLI OCCHI e pensate quante storie e personaggi riuscite a far stare tra una minacciosa autocisterna guidata da un autista omicida che non vediamo mai e un presidente degli Stati Uniti che invece appare in quasi tutte le inquadrature, magro, lungo, politicamente agguerrito, che deve mettere fine a una guerra civile e abolire la schiavitù. Duel è del 1971. Lincoln è di oggi, quarant’anni dopo. Steven Spielberg, giovane di belle speranze, si era messo in testa, insieme al suo amico George Lucas, a Francis Ford Coppola, Martin Scorsese, John Landis e Brian De Palma, di svecchiare Hollywood, cambiarne l’immaginario, immaginarsi film planetari, infilare tra un campione di incassi e l’altro tanti piccoli film dal gran cuore, sentimentali, anche retorici, tutti emotivamente forti e universali sia i grandi spettacoli che i lavori più intimi, con bambini, mamme, padri, cuccioli alieni dalla testa enorme, tirannosauri con unghioni da far paura, squali dalle spaventose mascelle spalancate che si mangiano in un boccone mezzo peschereccio. Emozioni, sentimenti, spettacolo. Spielberg ha sempre giocato a carte scoperte con le sue idee di cinema e di pubblico, convinto che sia compito di un regista coinvolgere gli spettatori in storie di cavalli in guerra che si buttano tra i reticolati, di una bambina con il cappottino rosso in un lager, di archeologi tra arche perdute, crociate e templi maledetti, di uno scienziato francese di nome François Truffaut che accoglie un’astronave, archetipica e junghiana!, con una frase musicale che è offerta di pace. Spielberg è presidente di giuria al festival di Cannes. L’eterno e spielberghiano presidente del festival, Gilles Jacob, ha raccontato che erano anni Jude Law e Haley Joel Osment in A.I. – Intelligenza artificiale. Pagina precedente Steven Spielberg 48 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 che glielo chiedeva e la risposta era sempre la stessa: sto girando. Stavolta la voce di Spielberg ha detto: “E.T. telefono casa”, ovvero: vengo. Regista, sceneggiatore, produttore, Spielberg sembra sempre voler conservare l’aria da ragazzino, da Peter Pan del cinema anche se è ormai vicino ai settanta. E lo stupore resta la molla profonda dei suoi film. Meraviglia di raccontare una storia attraente, di costruire un film senza grilli stilistici per la testa. E anche quando mostra i muscoli cinematografici, visivi e sonori, come nella prima mezz’ora di Salvate il soldato Ryan, sulla spiaggia dello sbarco in Normandia, tra sangue, spari, fischi di pallottole, caos della guerra e dell’esser fatto a pezzi, del morire appena si abbassa lo sportellone del mezzo da sbarco – anche in quella terribile e lunghissima sequenza di morte e di cinema non dimentica di sottolineare che la stiamo vedendo attraverso gli occhi azzurri, trasparenti e pieni di dolore del vecchio soldato tornato, tanti anni dopo, a cercare i suoi compagni tra le croci bianche di un cimitero di guerra. C’è chi dice che Spielberg appare talvolta troppo caricato, che i suoi film sono disomogenei e patetici. Può darsi. Di certo non è uno che si risparmia. Risultato: ognuno può, saltando avanti e indietro, affezionarsi ai suoi film più nascosti: a The Terminal, apologo chiuso dentro un non luogo aeroportuale, oppure al demenziale 1941 – Allarme a Hollywood, o a Prova a prendermi, gioiellino amarognolo sul camaleontismo. Il suo Lincoln ce lo mostra maturo, controllato e consapevole nel guardare indietro alla faticosa nascita dell’America. Si dice che possieda la slitta originale di Quarto potere, quella con su scritto “Rosebud”. Tanti suoi film sono boccioli di rosa. % 50 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 oriente estremo Come in uno specchio Mia Wasikowska in Stoker. A destra i due registi Stoker e Confessions rivelano le affinità elettive di due filmaker diversi: Park Chan-wook e Tetsuya Nakashima. Cattivi maestri di una scuola che sa ancora provocare di Angela Bosetto maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 51 oriente estremo P ark Chan-wook e Tetsuya Nakashima non sembrano avere molto in comune, al di là del fatto che i loro due film, Stoker e Confessions, arriveranno nelle nostre sale quasi contemporaneamente. Il primo, sudcoreano, classe 1963, dopo due lungometraggi di scarso successo, esplode in patria nel 2000 grazie al giallo politico Joint Security Area per poi imporsi al mondo come autore della trilogia nerissima composta da Mr. Vendetta (2002), Old Boy (2003) e Lady Vendetta (2005). Il remake statunitense del secondo, a opera di Spike Lee, lo vedremo in autunno, gli altri prossimamente. A maggior ragione, la fama “vendicativa” di Park fa sì che il pubblico internazionale si interessi al vampiresco Thirst (2009) piuttosto che al surreale I’m a Cyborg, But That’s OK (2006), dedicato al bizzarro amore sbocciato fra due giovani malati di mente. Dal canto suo, il giapponese Nakashima, di quattro anni più vecchio, è già un affermato regista televisivo quando si rivela con la commedia demenziale Kamikaze Girls (2004), il cui stile ultrapop entusiasma le adolescenti, ma al tempo stesso porta gli spettatori stranieri a liquidarlo come infantile. Sono i dubbiosi che Nakashima si diverte a spiazzare con Memories of Matsuko (2006), un mélo musicale che pare concepito sotto acido, così folle da far sembrare Confrontandosi con il thriller, Nakashima rinuncia per una volta allo stile ultrapop. Avvicinandosi a Park Kamikaze Girls un esempio di neorealismo intimista. A scanso di equivoci, Paco and the Magical Book (2008), invece, è fatto proprio per i bambini. Park e Nakashima appartengono alla new wave dei rispettivi cinema nazionali, ma è con i loro ultimi due lungometraggi che, metaforicamente, si incrociano. Quando Nicole Kidman in Stoker. Sopra una scena di Confessions 52 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 Confessions di Nakashima esce in patria nel 2010, complice la trama (un’insegnante delle medie pianifica la propria vendetta contro i due allievi che le hanno ucciso la figlia) e il fatto che abbia rinunciato ai colori saturi che lo contraddistinguono in favore di immagini inchiostrate, il paragone con Park scatta in automatico, per quanto il regista nipponico non lo abbia imitato. Ciò è dovuto alla maggior fama del collega coreano, ma, in occasione del debutto di Stoker, primo film di Park in lingua inglese, ci si potrebbe porre una domanda analoga: cosa sarebbe successo se la disgregazione del mondo interiore della protagonista India (Mia Wasikowska) davanti alla morte del padre e all’arrivo di un ambiguo zio (Matthew Goode) l’avesse raccontata Nakashima proprio come ha fatto con quello di Matsuko? Al di là delle speculazioni metaforiche, esiste un parallelismo tangibile fra le pellicole. Per entrambi i cineasti si tratta di un progetto che segna una svolta profonda: Nakashima si confronta con un genere ben codificato (il thriller psicologico, al quale appartiene anche Stoker) senza stravolgerne i canoni a proprio piacimento e, per farlo, sposa uno stile metallico, mentre Park oltre a fare i conti con una cultura diversa (quella americana), per la prima volta rinuncia a mettere mano al copione, affidandosi alla sceneggiatura di Wentworth Miller. Circa i prossimi progetti, Park sta valutando alcune possibili storie ed è impegnato nella produzione del dramma fantascientifico Snowpiercer, diretto dal connazionale Bong Joon-ho, mentre Nakashima, inattivo come regista dal 2010, ha abbandonato a dicembre l’adattamento cinematografico del manga fantahorror L’attacco dei giganti per divergenze creative con la produzione. Qualunque cosa riservi loro il futuro un dato pare certo: dopo Stoker e Confessions, nel bene o nel male, difficilmente la loro carriera proseguirà sui vecchi binari. % COSA FARESTI PER SALVARE TUO FIGLIO? DWAYNE JOHNSON ISPIRATO RA AT O A UNA STORIA V VERA DAL 1 MAGGIO AL CINEMA SNITCH-LINFILTRATO.IT RITRATTI di Orio Caldiron Gentiluomo avventuroso: è il centenario di Granger, lo spadaccino Scaramouche John suona STEWART 54 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 In apertura Stewart Granger con Rita Hayworth in Salomè. Qui ne Il prigioniero di Zenda e con Grace Kelly S Stewart Granger è il nome d’arte di James Lablanche Stewart, nato a Londra il 6 maggio 1913 e morto a Santa Monica, California, il 16 agosto 1993. Figlio di un maggiore dell’esercito e di un’attrice, dopo la laurea in medicina frequenta una scuola di recitazione e intraprende con successo la carriera teatrale prima di passare al cinema. Negli studi della Gainsborough non ha rivali nel ruolo dell’eroe romantico senza macchia e senza paura alle prese con l’universo a forti tinte del melodramma popolare. Il suo aspetto atletico e virile, le sue maniere da gentiluomo, le sue pose da avventuriero conquistano il pubblico sin da L’uomo in grigio (1943) di Leslie Arliss, il fortunato prototipo di una serie di mélo in costume che impongono il galante seduttore nel firmamento del divismo britannico. Scritturato dalla Metro-Goldwyn-Mayer, si trasferisce a Hollywood con Jean Simmons, la seconda moglie. Cappello coloniale con tesa leopardata, sahariana aperta sul petto, cartucciera a tracolla, striature grigie alle tempie, l’intrepido cacciatore di Le miniere di re Salomone (1950) di Compton Bennett e Andrew Marton è irresistibile. Fino a diventare il testimonial privilegiato dell’avventura esotica. Sullo sfondo degli scenari naturali esaltati dal colore o dal cinemascope, è cacciatore di pelli in Canada (Inferno bianco), baleniere nei Mari del Sud (I fratelli senza paura), minatore in Colombia (Fuoco verde), cacciatore di bisonti nel West (L’ultima caccia), di tigri in India (La tigre), di elefanti in Africa (L’ultimo safari). Ma il suo genere d’elezione è il cappa e spada, favorito dall’eleganza dell’aplomb, dalla voce suadente, dal metro e novantuno di statura. Il capolavoro dell’eroe in calzamaglia è Scaramouche (1952) di George Sydney, dove incarna l’irruento avventuriero che, per vendicarsi del cinico marchese che gli ha ucciso l’amico, non esita a indossare volta a volta le maschere del rivoluzionario, del girovago, dello spadaccino. Il film deve il suo fascino allo sfarzo delle scenografie e dei costumi, alla leggerezza sopra le righe delle schermaglie, al carattere sportivo delle esibizioni. L’illusionismo performativo di Granger, sempre pronto alla battuta ironica come al colpo di fioretto, trionfa nel duello finale di quasi sette minuti, inventivo e dinamico come i balletti del musical. Nel silenzio del teatro si sente solo il tintinnare delle lame, mentre i due avversari rimbalzano dai palchi ai corridoi, dalla platea alle quinte. La formula non cambia in Il prigioniero di Zenda (1952) di Richard Thorpe, dove è lo spavaldo turista inglese, sosia del re di Ruritania, che prende il posto del sovrano per far fallire il complotto di corte. Si moltiplicano i colpi di scena, tra passaggi segreti e duelli all’ultimo sangue. Il covo dei contrabbandieri (1955) di Fritz Lang riserva all’attore il personaggio del gentiluomo più ambiguo del solito che dietro la facciata rispettabile è il capo di una banda di contrabbandieri, tra società segrete, medaglioni in codice, tesori misteriosi. Quasi un congedo dal mito dell’eroe, visto attraverso lo sguardo innocente del bambino che sfoglia incantato il libro d’avventura ma non sa fino a che punto può ancora credergli. % sempre due L’EROE maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 55 IN COLLABORAZIONE CON Palacongressi 1-4 Luglio 1 LUGLIO CINEDIGITAL DAY Apertura trade show - incontri e workshop - Anteprima inaugurale 2-4 LUGLIO CONVENTION listini - anteprime - incontri - trade show - eventi speciali www.cinegiornate.it TECHNICAL PARTNER UNA PRODUZIONE DI SEGRETERIA ESPOSITIVA Palazzo dei Congressi di Riccione I TOP 5 al Cinema ##### OTTIMO #### BUONO ### SUFFICIENTE ## MEDIOCRE # SCARSO 58 No 60 60 Mi rifaccio vivo Beket 61 62 Il cecchino 66 Effetti collaterali Confessions 63 La casa 65 Post Tenebras Lux 68 After Earth 58 No 60 Beket 60 Mi rifaccio vivo 61 Confessions 62 Il cecchino 62 Tulpa 62 Sta per piovere 63 Nina 63 Fire with Fire 63 Benur - Un gladiatore in affitto 63 La casa 65 Post Tenebras Lux 66 Qualcuno da amare 66 Effetti collaterali 68 Preview After Earth Fast & Furious 6 In Another Country Infancia Clandestina Epic 3D Una notte da leoni 3 maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 57 i film del mese Il “no” è il voto che le opposizioni chiedono ai cittadini 58 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 NO ##### La campagna cilena del 1988 che mise fine alla dittatura di Pinochet. Pablo Larraín formidabile in uscita Regia Pablo Larraín Con Gael Garcia Bernal, Alfredo Castro Genere Drammatico A l terzo film, il cileno Pablo Larraín si impone definitivamente come uno dei registi più interessanti del panorama internazionale. In Toni Manero aveva raccontato la torbida vicenda di un ballerino dilettante che, nel buio della dittatura di Pinochet, tirava avanti con un secondo lavoro da serial killer. Poi Larraín aveva fatto un passo indietro e in Post mortem era tornato all’inizio Gael Garcia Bernal è René Saavedra della dittatura per seguire un impiegato all’obitorio di Santiago del Cile, altro piccolo omicida che al momento del golpe si vedeva arrivare, per l’autopsia, il cadavere di Salvador Allende. Con No Larraín continua a muoversi nella storia del suo paese. Siamo nel 1988 quando l’opposizione affronta il referendum che Pinochet pensava di vincere per riconfermarsi al potere per un altro decennio. Il no è il voto che le opposizioni chiedono ai cittadini: tutto sta nel come e nel cosa fare per convincerli. Bisogna impostare la campagna elettorale sui crimini del colonnello: così vorrebbero i ‘tradizionalisti’. Oppure si deve puntare sulla speranza, sul futuro, su un Cile dove, come si canta nel film, “la alegria ya viene”: è quello che vuole un giovane pubblicitario, René Saavedra, chiamato a costruire la campagna elettorale delle sinistre. René è testardo, pervicace, rintuzza le critiche e i dubbi, va avanti spot dopo spot, trasmissione televisiva dopo trasmissione. È una strategia, è un uso dei mezzi di comunicazione decisamente fuori linea rispetto a quelli che sembrerebbero vicini alle inclinazioni di una opposizione più incline a rinfacciare a Pinochet gli orrori, le uccisioni, la durezza della sua dittatura. René usa anche i colpi più bassi del suo mestiere di pubblicitario. Felicità a piene mani, tramonti rosei, belle macchine. Non le tragedie del Cile, ma le sue speranze. Non il buio del passato: il sole dei tramonti e, un po’, anche quello dell’avvenire. No è il resoconto sorprendente di un percorso vissuto giorno dopo giorno insieme a uno dei protagonisti. Inseguiamo René e lo guardiamo dentro immagini che hanno tutto l’aspetto delle immagini di venticinque anni fa. Larraín ha scelto di utilizzare, per le riprese, il sistema di registrazione che si usava nel 1988, il 3/4 U-Matic. Così la parte del film, girata oggi è del tutto simile e sovrapponibile a quella delle immagini di allora, siano trasmissioni televisive, messaggi pubblicitari, interviste, inchieste. L’oggi e l’allora si mescolano: e noi spettatori siamo là dov’era quel referendum che cambiò il Cile. L’attore Garcia Bernal, nella parte di René, ha indosso la grana, l’impasto, i colori che si usavano un tempo. Ed è questa bassa definizione visiva a ridarci l’altissima tensione di quei giorni. Siamo dentro il passato per riviverlo. Per ripercorrere, nell’incertezza, nella speranza (e nella pubblicità!), la strada verso la libertà. % BRUNO FORNARA maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 59 i film del mese BEKET ##### Un piccolo gioiello misconosciuto, di nuovo in sala Curreli e Jerome Duranteau): aspettano un Godot che passa e non si ferma in un deserto sardo che è un luogo dell’anima e dell’arte, in cui tanti talenti trovano il loro spazio: gli agenti zero sei e zero otto – Fabrizio Gifuni e Paolo Rossi – così come Mariachi e Oracolo, riuniti nell’istrionismo del grande Roberto Freak Antoni. Uscirete dalla sala sorridendo, magari ripetendo quello strano e pazzo mantra “ho trovato il giusto tono, sono buono sono buono” che torna periodicamente nel film. E sentirete quella poetica e quell’estetica così diverse dal solito trovare una forma. Scoprendo che cuore e istinto lo hanno capito prima di occhi e cervello. Perché a volte ci si può riconoscere in un viaggio inconcludente, picaresco e improbabile più che in un realismo da salotto. BORIS SOLLAZZO TORNA DOPO 5 ANNI in sala Beket di Davide Manuli, dopo un breve passaggio circa un anno dopo la sua presentazione al Festival di Locarno. Lo fa grazie a Distribuzione Indipendente, che trova film “invisibili” nuovi e passati per portarli su grande schermo. E questa bizzarra e potente avventura che rimodella Beckett proprio come suggerisce il titolo doveva trovare ancora spazio. Non potrete non farvi ipnotizzare da Freak e Jajà (Luciano % In uscita Regia Davide Manuli Con Luciano Curreli, Jerome Duranteau Genere Commedia MI RIFACCIO ##### VIVO Sofisticato o farsesco? Rubini non sceglie In uscita Regia Sergio Rubini Con Sergio Rubini, Margherita Buy Genere Commedia PENSI ALLA COMMEDIA SOFISTICATA e subito riaffiorano alla mente indimenticabili sequenze di Susanna, Partita a quattro, Scandalo a Filadelfia. Titoli da far tremare le vene ai polsi. Non a Sergio Rubini, che per Mi rifaccio vivo dice di aver guardato alla più riuscita tra le declinazione del genere. In effetti lo spunto di partenza, con il protagonista Biagio Bianchetti frettoloso suicida benevolmente rispedito sulla terra, mischia le atmosfere di L’inafferrabile signor Jordan, diventato nel 1978 Il paradiso può attendere, e La vita è meravigliosa. 60 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 Le affinità però finiscono qui. La sophisticated comedy lavorava di leggerezza e battute in punta di penna, Mi rifaccio vivo regala dialoghi non sempre riusciti e un eccesso di gag fisiche. Cary Grant e Katharine Hepburn non forzavano mai la recitazione, qui si gioca molto sull’esagerazione di facce e gesti. Eppure Buy è divertente nella parte della moglie sessualmente frustrata, mentre Solfrizzi dimostra ancora una volta di essere un attore maturo. Il problema sta nel fatto che strada facendo il film si dimentica della sua natura sofisticata, per nascondersi dietro la farsa e il grottesco. Perso il percorso tradita l’idea, che pure era buona. Ma avrebbe avuto bisogno di una scrittura più meditata. ANGELA PRUDENZI % CONFESSIONS ##### Tra Rashomon e Lady Vendetta, la rilettura del romanzo a incastro di Kanae Minato In uscita Regia Tetsuya Nakashima Con Takako Matsu, Yukito Nishii Genere Thriller ULTIMA ORA DI LEZIONE in una comune scuola media giapponese. A una classe rumorosa e totalmente disinteressata la giovane professoressa Yuko Moriguchi (Takako Matsu) annuncia il proprio ritiro dalla cattedra. Tuttavia, prima di andarsene, darà loro un ultimo insegnamento sul valore della vita. Sua figlia Manami, che tutti pensano annegata accidentalmente, è stata uccisa e i responsabili (chiamati studente A e B) sono lì, davanti a lei. Secondo l’articolo 41 del codice penale nipponico, i minori di quattordici anni non possono essere processati: un inconveniente giuridico al quale Yuko ha deciso di rimediare con gelida lucidità. Altro non si può dire dell’ultimo film di Tetsuya Nakashima (uscito nel 2010, ma distribuito solo adesso in Italia grazie alla Tucker Film), sia per non rovinare i colpi di scena, sia perché nel corso della vicenda altri personaggi forniranno il loro punto di vista (inclusi A e B), quasi a voler mischiare Rashomon di Akira Kurosawa con la cultura manga. Ciascuno ha i suoi traumi, ma nessuno è senza macchia, nemmeno Yuko, la cui spietatezza fa rabbrividire quasi più dei fendenti della Sposa tarantiniana o degli omicidi di Lady Vendetta. Basandosi sul romanzo a incastro La confessione di Kanae Minato, il regista si mette al servizio della trama, puntigliosamente sceneggiata, e abbandona i deliri cromatici di Kamikaze Girls per un fotografia fredda, cristallizzata da continui ralenty. Il risultato è un thriller dal nichilismo quasi annientante, che decreta l’inadeguatezza, nonché il fallimento, di ogni istituzione educativa, famiglia inclusa. Se l’America deve fare i conti con le continue stragi compiute dai liceali, per il Giappone la ferita aperta sono gli assassini di Kobe o Sasebo, quasi bambini e insospettabili proprio come A e B. Figli nostri, figli mostri. Trasportato dalle note di Bach e dei Radiohead, Nakashima scivola un po’ verso la fine (la cui drammaticità avrebbe richiesto maggiore asciuttezza stilistica), ma la mezz’ora iniziale resta nella memoria. % ANGELA BOSETTO Nessuno è senza macchia in questo dramma nichilista maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 61 i film del mese IL CECCHINO ##### Avventura d’Oltralpe per Placido: polar senza infamie IL CAPITANO MATTEI (Daniel Auteuil) sta per beccare una gang, quando un cecchino (Mathieu Kassovitz) spara dai tetti parigini: poliziotti sull’asfalto, rapinatori in fuga. Ma uno (Luca Argentero) è ferito: cambio di piano, e ricorso a un medico criminale (Olivier Gourmet). Il bottino fa gola, il cecchino viene preso, viceversa, misteri, intrighi e omicidi sono a piede libero, e della partita è anche la guerra in Afganistan. Prima avventura francese di Michele Placido, è Il cecchino (Le guetteur): 14 i milioni di euro del budget affidati due giovani sceneggiatori, Cedric Melon e Denis Brusseaux. Sì, non è l’Italia. Chiamato Oltralpe sulla scia di Romanzo criminale, Placido ricorda quello, pensa a Melville e guarda a Olivier Marchal (36 Quai des Orfevres, L’ultima missione): un polar X senza infamie e qualche lode, con fotografia grigio-bluastra di Arnaldo Catinari, azioni ben girate, ma troppe sottotrame e ferraglia nello script. La trasferta dai cugini - ci tornerà presto con L’innesto da Pirandello - fa bene al nostro, e lo aiuta a schiarirsi le idee: Placido è un buon professionista del cinema di genere. L’ha detto lui stesso, e gli fa onore: l’autorialità non è di tutti e, soprattutto, non è una garanzia. In sala Regia Michele Placido Con Daniel Auteuil, Luca Argentero Genere Thriller In sala Anteprima STA PER PIOVERE ##### TULPA ##### Immigrati senza diritti, ma anche gli spettatori… Una pruriginosa carnevalata di sangue ORA CHE IL CINEMA italiano ha riscoperto la voglia di raccontare il paese e le sue contraddizioni, è tempo anche che ritrovi un discorso convincente, meditato. Altrimenti questa ondata civica serve a poco. Non ce ne voglia Haider Rashid (nato a Firenze da padre iracheno) ma, nel dare asilo al tema degli immigrati SE A ZAMPAGLIONE dai troppi colori, li vuole usare tutti. Successe con il noir Nero Bifamiliare, accade di nuovo con Tulpa, che pesca nelle passioni del suo regista e le mostra con una lente deformante. Cerca un horror tra il trash-splatter e l’erotico chic, magari pensando alla Troma, a Corman o ai nostri maestri rivalutati da 62 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 di seconda generazione, confonde i diritti dei personaggi con i doveri del narratore. Operazione logorroica, iterativa, fatta di piani stretti e strettissimi. E pure il giusto soffoca. GIANLUCA ARNONE Regia Haider Rashid Con Lorenzo Baglioni, Mohamed Hanifi % FEDERICO PONTIGGIA % Tarantino, ma il talento del musicista-cineasta sta nel craveniano Shadow, in una poetica e in un’estetica dura, raffinata, essenziale. Non in questa pruriginosa carnevalata di sangue. BORIS SOLLAZZO Regia Federico Zampaglione Con Claudia Gerini, Michele Placido % In uscita In sala BENUR - UN GLADIATORE IN AFFITTO LA CASA ##### Remake all’altezza dell’originale: solo per stomaci forti CI SONO MITI che non andrebbero toccati e libri che sarebbe meglio non aprire. Chi ha architettato La casa 30 anni dopo La casa (di Raimi, 1981) fa l’uno e l’altro. E a ragione: il sangue zampilla, gli arti volano, in poltrona si balla. Visione a tratti insostenibile, make-up artigianale, stile e storia ok. Horror da manuale, che frulla bene cliché e omaggi. La furia con cui Alvarez aggredisce le immagini però non te la insegnano. L’allievo non supera il maestro, ma ci va molto vicino. % GIANLUCA ARNONE Regia Fede Alvarez Con Jane Levy, Shiloh Fernandez ##### Disperata comicità tra Roma antica e periferia TRE STORIE di disperata comicità, che il regista di Mater Natura racconta con sguardo ironico e commosso. Una contraddizione tra la Roma attuale, della gente comune, della crisi, dello sfruttamento, degli immigrati, e la Roma di Nerone, Poppea e Messalina, quella dei fasti imperiali. Così lungo un Circo Massimo vuoto e desolato un centurione bielorusso, senza permesso di soggiorno, corre scappando dalla polizia sopra una biga trainata da un cavallo. % GIULIA LUCCHINI Regia Massimo Andrei Con Nicola Pistoia, Paolo Triestino In uscita In sala FIRE WITH FIRE ##### NINA ##### Action muscolare, senza fronzoli Elisa Fuksas, debutto in bello stile: non basta REVENGE-MOVIE, love story o la sintesi di un buon serial tv? Fire With Fire somiglia a molte cose, pur essendone alla fine solo una: onesto intrattenimento. Un film che non bara sulle intenzioni ma nemmeno si butta via. Cinema muscolare, poco evangelico, allergico ai fronzoli. Bastano un regista senza pretese ma NINA ha i pregi e i difetti di un’opera prima. Ha l’audacia di osare e poco senso della misura. Ogni inquadratura ostenta un complesso del bello. Cerca uno stile, ma non sempre un motivo. Elisa Fuksas, figlia d’arte, ricama su un fazzoletto di trama gli origami del presunto cinema d’autore: linee, luci, corpi e volumi compongono sempre dentro l’azione; uno script prevedibile ma non scontato; il riuscito impasto di vecchie e nuove star dell’action: e il lavoro è fatto. Sporco finché si vuole, ma appropriato. GIANLUCA ARNONE Regia David Barrett Con Josh Duhamel, Bruce Willis % scatole geometriche perfette. Nella gloria del piano, gorgo centripeto della visione, le architetture dello sguardo suscitano ammirazione. Senza smuovere nulla. % GIANLUCA ARNONE Regia Elisa Fuksas Con Diane Fleri, Luca Marinelli maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 63 i film del mese POST TENEBRAS LUX ##### Carlos Reygadas e il diavolo probabilmente: stile mozzafiato, la storia annaspa In sala Regia Carlos Reygadas Con Adolfo Jiménez Castro, Nathalia Acevedo Genere Drammatico DICIAMO LA VERITA’: quando un personaggio si stacca la testa con le sue mani, vorresti fare lo stesso con Carlos Reygadas. Eppure l’alchimia di naturalismo e allucinazione servita dal regista messicano non ti lascia, ti scava dentro con la silhouette fluorescente del diavolo e le fascinose deformazioni del grandangolo. Dopo Battaglia nel cielo, Japón, stellet licht, Post Tenebras Lux evoca Giobbe e tanta pazienza ci vuole, ma è Reygadas all’ennesima potenza: prendere o lasciare. Da afferrare e mettere in bacheca è sicuramente l’ouverture: infantile e temporalesca, con la sua vera figlia abbandonata tra cani e lampi nel fango (cuore di tenebra, papà Carlos?), è stata la meglio cosa di Cannes 2012, dove il nostro ha portato a casa il premio per la regia. Difficile eccepire, perché il problema – sì, c’è – non è il racconto, perfino virtuosistico e sempre mozzafiato, bensì la storia: Reygadas forse se ne dimentica, sicuramente non se ne cura, nonostante – o proprio perché - giri a casa propria, letteralmente e autobiograficamente/esistenzialmente. Difficile raccogliere i cocci “narrativi”, diciamo che una coppia molto benestante si trasferisce in un buen retiro immerso in splendida natura, dove si affacciano incomprensioni, scontri di classe (indigeni ed europei, una costante di Reygadas), inadattabilità, sangue e, pure, un sex club memore di altre battaglie a naso insù. C’è anche una partita di rugby, presumibilmente giocata in Inghilterra, ma mancano Spagna e Belgio tra le altre location pre-annunciate dal regista: questioni di budget ad acuire il dadaismo del plot? Chissà, ma Post Tenebras Lux non si dimentica: puoi schifarlo, respingerlo, rinnegarlo, ma rimane. Forse lo zampino è quello bressoniano: il diavolo probabilmente. Già, Reygadas rabbrividirebbe, ma tocca rispolverare un adagio: anche lui fa le pentole, ma non i coperchi. E qualcosa si perde: non il talento dietro la macchina da presa, ma la coerenza davanti. Dopo il buio in sala, non ogni cosa è illuminata. % FEDERICO PONTIGGIA Miglior regia a Cannes 65 per l’autore messicano maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 65 i film del mese EFFETTI COLLATERALI ##### L’effetto flou di Soderbergh: un “thriller” da dimenticare all’eccellenza dantesca. Non sveliamo troppo, è un thriller (risata d’obbligo): una coppia newyorkese (Rooney Mara e Channing Tatum) prova a rimettersi in carreggiata dopo l’insider trading e la prigione di lui, finché lo psichiatra (Jude Law) di lei non prescrive un nuovo psicofarmaco per combattere la depressione... Nel cast anche Catherine Zeta-Jones (formato milf ma senza prole), la depressione viene allo spettatore memore del Soderbergh migliore: miscast (Rooney Mara non ha empatia, ma solo la coda di paglia; Tatum è un bamboccione), inverosimiglianze che fanno dello script cartastraccia, colonna sonora didascalica for dummies, e tutte le controindicazioni di un progetto nato storto e cresciuto peggio. L’effetto flou di Soderbergh? FEDERICO PONTIGGIA DOPO CONTAGION, Steven Soderbergh disse di voler smettere col cinema: a giudicare da Effetti collaterali, l’ha fatto davvero. Il problema non è la regia, seppur impalpabile (a parte la scena delittuosa), ma la sceneggiatura vergata – non si direbbe né con la penna né con la tastiera – da Scott Z. Burns: “thriller provocatorio”, nelle intenzioni, ma fa acqua da tutte le parti, imbarca noia e, se non bastasse, un rapporto saffico da elevare Harmony % In sala Regia Steven Soderbergh Con Rooney Mara, Jude Law Genere Thriller QUALCUNO DA AMARE ##### Slow-motion sentimentale: al timone c’è Kiarostami In sala Regia Abbas Kiarostami Con Rin Takanashi, Tadashi Okuno Genere Drammatico NOMADISMO sui generis quello di Abbas Kiarostami. Gira in Iran, in Italia (Copia conforme), in Giappone (Qualcuno da amare), senza mai dare l’impressione di muoversi. La mano è sempre la sua, le tasche quelle del produttore-amico (Marin Karmitz) e pure le location paiono ogni volta le stesse: gli interni- macchina divenuti, da qualche anno a questa parte, cifra stilistica del regista iraniano, tòpoi narrativi e luoghi dell’anima. Del resto, dice lui, “esiste un altro posto dove due generazioni distanti si dicono cose così 66 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 intime senza nemmeno guardarsi in faccia”? Rassegniamoci dunque a vedere nascere e morire storie nello spazio di un abitacolo. Dalle colline del Chianti a Tokyo, tutto accade se non di corsa (Kiarostami si prende tutto il tempo che reputa necessario) almeno in corsa: tre cuori (la prostituta, l’amante e il professore), quattro ruote e uno slow-motion affettivo, che passa in rassegna cocci di solitudine, trappole d’amore e sensi unici generazionali. Un film che scivola via con stile cristallino, come un incidente sentimentale alla moviola. Morbido, frontale. Spinto da un’inerzia poetica non sempre modulata sul ritmo del cuore. Come se al timone non ci fosse il maestro, ma il suo pilota automatico. GIANLUCA ARNONE % UN FILM DI RODRIGO CORTÉS CILLIAN MURPHY SIGOURNEY WEAVER E ROBERT DE NIRO www.01distribution.it E SE NON FOSSE UN’ILLUSIONE? i film del mese preview a cura di Manuela Pinetti AFTER EARTH FAST & FURIOUS 6 IN ANOTHER COUNTRY COL RAPPORTO PADRE-FIGLIO non si sbaglia (quasi) mai. È il caposaldo di tante storie, e di innumerevoli film. E vale anche su un pianeta Terra post-apocalittico, abbandonato e definitivamente letale per l’umanità. M. Night Shyamalan, da qualche tempo non più gran campione di incassi, eleva al quadrato il concetto di paternità, affidandosi a Will Smith (anche autore del soggetto) e suo figlio Jaden. Saranno leggendari? % CORRERE O MORIRE. Se cinque non sono stati abbastanza, il sesto capitolo torna a sottolineare il concetto. Alla base della longeva saga action, auto rombanti ed eroiche missioni da portare a termine su ruote motrici, un po’ di muscoli in esposizione e donzelle affatto indifese. Stavolta la posta in gioco dei nostri eroi, idealistica e quasi impalpabile, è la serenità familiare. Nel mezzo, perfino un duello con un carro armato… % METACINEMA e umani sentimenti, il tutto declinato in tre episodi con una costante: la protagonista è sempre una donna francese di nome Anne, interpretata da Isabelle Huppert. La meta-sottolineatura, di grana grossa, prevede anche la figura di una sceneggiatrice, ovviamente autrice delle tre storie. La narrazione gioca sul meccanismo della ripetitività, ma siamo più dalle parti dell’omaggio alla settima arte che da quelle della sperimentazione del nuovo. % Regia M. Night Shyamalan Con Will Smith, Jaden Smith Regia Justin Lin Con Vin Diesel, Michelle Rodriguez Regia Hong Sang-soo Con Isabelle Huppert, Kwon Hye Hyo INFANCIA CLANDESTINA EPIC 3D UNA NOTTE DA LEONI 3 CON INFANCIA CLANDESTINA, opera prima complessa e ambiziosa, il neoregista Ávila (classe 1972) compie una serie di scelte piuttosto rischiose: narrare una storia in parte autobiografica (è anche cosceneggiatore), girare un film in costume (siamo alla fine degli anni settanta) ed avere un ragazzino come protagonista. Con in più la pretesa di far sorridere, di tanto in tanto, in un contesto plumbeo e drammatico. Chapeau. % UNA RAGAZZINA SI SVEGLIA, e scopre di esser finita in un altro universo, peraltro neanche pacifico: è infatti in corso una battaglia, i cui esiti avranno ripercussioni anche nel mondo degli umani. Animazione in 3D brillante per una storia tutto sommato classica, con qualche punto in comune con l’Alice di Carroll e la Dorothy di Fleming. Intrattenimento per tutta la famiglia, tratto da un libro per bambini (di William Joyce). % NESSUN ADDIO al celibato, nessun matrimonio. Ma le cose non andranno comunque per il verso giusto. Per l’ultimo capitolo della saga, come già annunciato in precedenza dal regista – addirittura durante la presentazione del secondo film – la storia vira un po’ più verso la riflessione, pur rimanendo ben ancorata al genere commedia. Immancabili le situazioni assurde, con spassoso arricchimento del campionario animale in scena. % Regia Benjamín Ávila Con Natalia Oreiro, Ernesto Alterio 68 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 Regia Chris Wedge Con Colin Farrell, Beyoncé Knowles (doppiatori originali) Regia Todd Phillips Con Bradley Cooper, Ed Helms Dvd /// Blu-ray /// SerieTv /// Borsa del cinema /// Libri /// Colonne sonore TELECOMANDO A cura di Valerio Sammarco Dvd & Blu-ray Django Unchained e molto ancora Borsa del cinema Enti locali: come valorizzarli Libri Taxi Driver negli scatti di Schapiro Colonne sonore Sinfonie da Confessions Les Misérables In homevideo il musical colossale di Tom Hooper: cast all star e tanti extra TELECOMANDO /// Dvd e Blu-ray ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Django Unchained In dvd e Blu-ray il western secondo Tarantino. Con extra e curiosità E’ disponibile dal 15 maggio Django Unchained: in dvd e Blu-ray il film di Quentin Tarantino che rende omaggio allo spaghetti western vincitore di due Oscar (sceneggiatura e miglior attore non protagonista, Christoph Waltz). Oltre al film – che ha incassato quasi 420 milioni di dollari in tutto il mondo – l’edizione homevideo prevede interessanti extra: “Cavalli e gli stunt”, “I costumi di Sharen Davis”, “In ricordo di J. Michael Riva - La scenografia di Django Unchained”, “20 anni di cinema: la collezione Blu-ray Tarantino XX” e “La colonna sonora”. DISTR. SONY PICTURES HOME ENTERTAINMENT 72 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Laclasse deiclassici a cura di Bruno Fornara Golfo del Messico Lincoln C andidato a 12 premi Oscar, con due statuette vinte (Daniel DayLewis migliore attore protagonista e scenografie), è disponibile dall’8 maggio in Blu-ray, Dvd e Digital HD Lincoln di Steven Spielberg: ispirato alla storia vera di Abraham Lincoln, a partire dal suo grande senso morale fino alla sua sfida politica per modificare la Costituzione e abolire la schiavitù negli Stati Uniti, il film è un coinvolgente dramma storico e umano. Innumerevoli i contenuti speciali dell’edizione Blu-ray, viaggio attraverso i 12 anni che ci sono voluti alla realizzazione del film: “Lincoln: un percorso affascinante”, “Un luogo memorabile: Richmond, Virginia, “In compagnia del protagonista”, “Rispolverare il passato”, “Lincoln, passo dopo passo”, “Lasciare un’impronta”. DISTR. 20TH CENTURY FOX H.E. La migliore offerta Il cavallo di Torino Hitchcock Boxset Tra i film italiani che hanno incassato di più in questa prima parte del 2013, arriva in Dvd e Blu-ray La migliore offerta di Giuseppe Tornatore, thriller ambientato nel mondo delle aste d’arte e interpretato da Geoffrey Rush. Che veste i panni di un antiquario colto e solitario: sarà l’incarico affidatogli da una misteriosa donna a cambiare, per sempre, le carte in tavola. Negli extra il backstage lungo del film. Sei giorni dell’esistenza di un uomo (János Derzsi), di sua figlia (Erika Bók) e del loro cavallo: un’apocalisse invisibile che ha il sapore della vita umana che si ripete con ossessione. Imitando i cicli della natura. Orso d’Argento per la miglior regia al Festival di Berlino 2011, l’ennesimo capolavoro del maestro ungherese Béla Tarr. Purtroppo senza contenuti speciali, trailer a parte. Un unico cofanetto (Dvd) e due boxset Blu-ray per raccogliere 14 capolavori del maestro britannico, ovviamente impreziositi da ore e ore di contenuti speciali: Psyco, La congiura degli innocenti, Nodo alla gola, Sabotatori, L’ombra del dubbio, La finestra sul cortile, L’uomo che sapeva troppo, La donna che visse due volte, Gli uccelli, Il sipario strappato, Marney, Frenzy, Complotto di famiglia e Topaz. DISTR. WARNER HOME VIDEO DISTR. EYE DIVISION Sono tre i film tratti da Avere e non avere di Hemingway (1937). Acque del Sud di Howard Hawks (1944) reinventa il romanzo con Bogart, la Bacall e con William Faulkner cosceneggiatore. Golfo del Messico di Michael Curtiz (1950), protagonista John Garfield, è il più rispettoso della trama e dello spirito hemingwayano. Il terzo è Agguato nei Caraibi di Don Siegel (1958). Al centro di Golfo del Messico è il pescatore Harry Morgan che non pesca mai un pesce. Curtiz lavora con quel suo stile brusco e rapido. Può contare su un Garfield che aggiunge un’altra figura alla sua collezione di ribelli scontrosi e perdenti, istintivi e testardi, onesti anche quando sbagliano, personaggi che anticipano la Hollywood dei corrucciati Brando, Newman, Dean. Harry accetta lavori sporchi, prende a bordo clandestini e gangster. Film che riassume in una inquadratura senso e visioni di un mondo: come quel ragazzo solitario che suona la fisarmonica, come il bambino orfano di Wesley, l’aiutante di Harry fatto fuori dai gangster senza batter ciglio. Regia Michael Curtiz Con John Garfield, Patricia Neal Genere Drammatico (Usa, 1950) Distr. A & R Productions DISTR. UNIVERSAL PICTURES H.E. maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 73 /// Dvd & Blu-ray ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- TELECOMANDO Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto Vincitore del Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes 1970 e del Premio Oscar per il miglior film straniero nel 1971, il capolavoro di Elio Petri con Gian Maria Volonté arriva finalmente in Blu-ray grazie alla versione restaurata a cura della Cineteca di Bologna. E con nuovi extra: Indagine su un cittadino di nome Volonté (documentario a cura di Atacama Film), intervista a Ennio Morricone di Fabio Ferzetti, intervista a Paola Petri e Marina Cicogna, intervista a Gian Maria Volonté alla tv uruguaiana, commento audio di Ugo Pirro, Florinda Bolkan e Marina Cicogna a cura di Claudio Masenza. Les Misérables DISTR. LUCKY RED/MUSTANG Jack Reacher - La prova decisiva Un po’ Ethan Hunt, un po’ Sherlock Holmes: Tom Cruise veste i panni dell’eroe letterario di Lee Child, protagonista di ben 17 romanzi. Thriller, action e giallo convivono, tra indizi, scazzottate e inseguimenti sotto la regia di Christopher McQuarrie. Nel cast anche Rosamunde Pike, Richard Jenkins, Werner Herzog (nei panni del villain) e Robert Duvall. In dvd e Blu-ray dall’8 maggio, con l’edizione HD ricca di contenuti speciali: commento al film di Cruise, del regista e del compositore Joe Kraemer, “When the Man Comes Around”, “Non metterti contro Jack Reacher: armi e tecniche di combattimento”. DISTR. UNIVERSAL PICTURES H. E. 74 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 E’ disponibile dal 22 maggio, in dvd e Blu-ray, il kolossal musicale di Tom Hooper, adattamento dell’omonimo spettacolo teatrale tratto a sua volta dall’immortale romanzo di Victor Hugo. Vincitore di 3 premi Oscar (Anne Hathaway migliore attrice non protagonista per la struggente prova nei panni di Fantine, missaggio sonoro, trucco e acconciature) e candidato a 8 statuette, Les Misérables è interpretato da un cast stellare (Hugh Jackman è Jean Valjean, Russell Crowe il poliziotto Javert, Amanda Seyfried è Cosette, Eddie Redmayne è Marius Pontmercy) ed è cantato dalla prima all’ultima scena. Negli extra, oltre al trailer e al commento del regista, “I Miserabili: un approccio rivoluzionario” e “Il capolavoro originale: I Miserabili di Victor Hugo”. DISTR. UNIVERSAL PICTURES H. E. ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Jesus Christ Superstar Moonrise Kingdom La parte degli angeli In Blu-ray il musical di Andrew Lloyd Webber e la celebre trasposizione cinematografica Arriva in dvd e Blu-ray il film-concerto di Wes Anderson, che aprì in concorso Cannes 2012: in un’isola al largo delle coste del nel New England, nel 1965, l’insolita storia d’amore di due dodicenni durante un’estate indimenticabile. I due stringono un patto segreto e fuggono insieme. Mentre le autorità li cercano, la situazione è complicata dallo scoppio di una terribile tempesta. Supportato dalla straordinaria colonna sonora di Alexandre Desplat e da un cast sensazionale: da Edward Norton a Bruce Willis, da Bill Murray a Frances McDormand e Tilda Swinton. Extra: Dentro Moonrise Kingdom; Benvenuti a New Pengance; Sul set con Bill Murray. Sarà in vendita dal 22 maggio il dvd del bellissimo, ultimo film di Ken Loach, vincitore del Premio della Giuria allo scorso Festival di Cannes e incentrato sulla parabola di Robbie (Paul Branningan), giovane disadattato in attesa di un figlio, condannato a svolgere lavori socialmente utili. Il suo sorprendente talento nel degustare whisky (del tutto inatteso) gli aprirà le porte di un riscatto sociale inaspettato e travolgente. Inno alla speranza nel segno del divertimento, mix perfetto di commedia e sentimenti più “puri”, con making of, scene eliminate e intervista a Ken Loach negli extra. Da degustare fino in fondo. Occasione irripetibile per gli amanti del “miglior musical di sempre”: dal 22 maggio infatti è disponibile (in dvd e Blu-ray) l’arena tour del leggendario Jesus Christ Superstar di Tim Rice e Andrew Lloyd Webber, con la tappa live di Birmingham di ottobre 2012. Negli extra, il preroll e il dietro le quinte. Ma non finisce qui: per celebrare i 40 anni della release cinematografica di DISTR. LUCKY RED Norman Jewison, Universal distribuisce anche l’edizione Blu-ray del celebre film (con intervista a Rice e il commento di Jewison e dell’attore Ted Neely), più Jesus Christ Superstar Stage Show (2000), revival in chiave moderna del musical messa in scena a Broadway da Gale Edwards. Negli extra il making of. DISTR. UNIVRSAL PICTURES H. E. DISTR. 01 DISTRIBUTION/BIM Tutto tutto niente niente VIDEOGAME PICCHIADURO INJUSTICE: GODS AMONG US Combattimenti a non finire con i personaggi dei fumetti DC Comics Injustice: Gods Among Us è un picchiaduro a incontri sviluppato dagli autori del recente Mortal Kombat, ovvero NetherRealm Studio, basato sulla licenza dei fumetti DC Comics. Nella lista dei combattenti selezionabili troviamo dunque parecchi personaggi famosi appartenenti alla scuderia della casa editrice in questione come Batman, The Flash, Harley Quinn, Solomon Grundy, Superman, Wonder Woman, NightWing, Cyborg e molti altri. La particolarità del gioco è data dalla sua ambientazione, basata su un mondo futuro nel quale la linea tra il bene e il male non è più facilmente distinguibile, in una versione distorta dei super-eroi DC Comics più amati. Nel mondo di Injustice: Gods Among Us, infatti, i più grandi eroi possono essere la più grande minaccia per gli uomini, e i loro super-poteri possono essere piegati a scopi malvagi e altamente distruttivi. Disponibile per PlayStation 3 e Xbox 360. Per saperne di più visitate www.multiplayer.it Dopo Qualunquemente, Antonio Albanese torna a vestire i panni di Cetto La Qualunque diretto da Giulio Manfredonia. Stavolta, però, il destino del politico “disinvolto” si incrocia con quello di altri due improbabili “italiani”: Rodolfo Favaretto e Frengo Stoppato. Il primo, nordista estremo, rincorre il sogno secessionista; il secondo, pugliese verace, rientra dal suon buen retiro “stupefacente” e finisce per farsi incastrare da sua madre, ingombrante quanto il suo desiderio: riformare la chiesa e guadagnarsi la beatitudine. Negli extra il backstage, le papere, la soap tv, il prefinale alternativo e “Le vere primarie”. ANTONIO FUCITO DISTR. 01 DISTRIBUTION maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 75 TELECOMANDO /// Serie Tv ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Uccidete Bin Laden! [CANALE 407 DI SKY] Docu-fiction con intervista esclusiva a Barack Obama e testimonianze dirette A due anni dalla morte del terrorista islamico, venerdì 3 maggio alle 22:00 (e in replica domenica 12 alle 21.00, domenica 19 alle 14.15 e lunedì 20 alle 01.55), History ricostruisce la caccia all’uomo più importante degli ultimi anni. Arricchito da un’intervista esclusiva filminorbita 76 al presidente Barack Obama, da testimonianze dei più alti esponenti del governo americano, da immagini e fotografie d’archivio e da ricostruzioni mozzafiato, Uccidete Bin Laden! è una vera e propria docu-fiction che ci svela i dettagli del blitz delle forze speciali USA, permetten- do di rivivere i momenti più salienti dell’operazione militare. Dopo l’imponente e sottovalutato Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow, un altro modo per tentare di avvicinarsi alla “verità” sulla fine del nemico n° 1 degli Stati Uniti d’America. a cura di Federico Pontiggia Frank Sinatra Mr. Selfridge James Stewart Studio Universal Diva Studio Universal A 15 anni dalla morte, ogni lunedì Il fidanzato di tutte, Bulli e pupe, L’uomo dal braccio d’oro e Colpo Grosso. Londra, primi del ‘900: può lo shopping elettrizzare come il sesso? Il “magazziniere” Selfridge disse sì… A 105 anni dalla nascita, il lunedì Nodo alla gola, Liberty Valance, Anatomia di un omicidio, L’uomo di Laramie. rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 DAL 22 MAGGIO IN VENDITA IN DVD E BLU-RAY LA NUOVA ESILARANTE COMMEDIA DI ANTONIO ALBANESE CHE DOPO QUALUNQUEMENTE SI FA IN TRE PER DIVERTIRCI CON I SUOI FANTASTICI PERSONAGGI! www.01distribution.it TELECOMANDO /// Borsa del cinema ///----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- TERRITORIO INESPLORATO “Radicale cambiamento della politica degli enti locali”: la richiesta di 13 associazioni e festival che operano nel Lazio di Franco Montini U n radicale cambiamento della politica degli enti locali nel cinema e più in generale nel settore della cultura. E’ quanto chiedono, attraverso un articolato documento denominato “Rete Cinema & Territorio”, 13 associazioni e festival che operano nel Lazio. La proposta, aperta ad ulteriori riflessioni e contributi, pur prendendo spunto da alcune peculiarità locali, lancia una serie di idee che ipotizzano un nuovo modello di sviluppo, valido per tutte le regioni. Per ciò che riguarda il sostegno alla pro- 78 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 duzione, nel documento non viene chiesto alcun aumento di risorse. Anzi, a proposito della Legge Regionale del Lazio, approvata circa due anni fa, si arriva perfino ad ipotizzare una riduzione dei fondi. “Anche perché - si legge nel testo - i 15 milioni di euro previsti annualmente appaiono oggi sproporzionati rispetto alle disponibilità ipotizzabili e incoerenti per i difetti di impostazione della legge stessa”. Insomma, mentre sussistono forti incertezze sulla stessa esistenza dello stanziamento teoricamente approvato dalla giunta Polverini perfino per l’esercizio 2012, il documento fa presente che i finanziamenti a pioggia e le modalità delle erogazioni, a due anni dalla conclusione delle lavorazioni, non sono utili. Si chiede invece che il sostegno arrivi allo start-up dei progetti e sia quantitativamente determinato da un giudizio sulla qualità degli stessi, affidato al vaglio di commissioni trasparenti e rappresentative, che privilegino le produzioni indipendenti e le proposte più innovative. Tutto ciò sia per evitare che le risorse fi- ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Cast Crew niscano in poche tasche, sia per favorire un ricambio generazionale nel settore. Il documento individua un altro punto fondamentale della politica e dell’intervento degli Enti Locali nel recupero e nella riqualificazione degli spazi. Si sostiene la necessità di contrastare la progressiva scomparsa di sale nei centri storici, nei quartieri periferici delle grandi città e nei piccoli comuni, per restituire alle comunità locali centri di aggregazione che funzionino come piazze a disposizione di tutti i momenti della vita quotidiana: dalla cultura, all’intrattenimento, alla ristorazione. Queste strutture rappresentano anche lo strumento indispensabile per la formazione del pubblico. L’educazione audiovisiva andrebbe affidata a figure professionali specifiche, da individuare attraverso l’istituzione di un apposito albo. Nel lavoro di formazione e promozione cinematografica un contributo importante può venire dai festival, che di fatto rappresentano un autentico sistema alternativo alle logiche del mercato commerciale. L’invito agli Enti Locali è quello di ripristinare condizioni burocratico/procedurali necessarie a far conoscere tempestivamente l’entità delle assegnazioni, evitando, come accaduto di recente nella Regione Lazio, di trovarsi di fronte ad improvvise e insostenibili riduzioni di budget. E sempre per ciò che riguarda il Lazio si auspica la creazione di una rete delle manifestazioni in grado di coordinarsi con il Festival di Roma, anche per favorirne quel radicamento sul territorio da sempre carente. Il richiamo è quello di operare in profondità, evitando di concentrare sforzi e risorse solo sugli eventi di richiamo mediatico. Il compito degli Enti Locali deve essere un altro. Bisogna evitare di concentrare sforzi e risorse solo sugli eventi di richiamo mediatico Marco Spagnoli Dante Ferretti “Fare qualche errore”, ecco il segreto dello scenografo italiano più famoso del mondo I TRE OSCAR, i quattro Bafta e i cinque David di Donatello dice di tenerli su una mensola comprata all’IKEA insieme a tutti gli altri premi vinti insieme anche a sua moglie e collaboratrice Francesca Lo Schiavo. Dante Ferretti, lo scenografo italiano più famoso del mondo, è una persona che ha mantenuto inalterata l’irresistibile simpatia e la curiosità di quando, studente, a Macerata “scappava di casa” pur andare al cinema. “Vivevo in un piccolo centro di provincia – ricorda Ferretti – ma c’erano molte sale e potevo vedere un sacco di film: sapevo che avrei lavorato nel cinema, solo non sapevo cosa avrei fatto”. La sua prima esperienza sul set? Per Il Vangelo secondo Matteo di Pierpaolo Pasolini in cui facevo da assistente. La più grande emozione è stata vedere i miei disegni diventare oggetti concreti. Pasolini è stato il mio mentore e con lui ho esordito in Medea. Quale qualità deve avere uno scenografo? Il desiderio di studiare sempre: ogni film, compatibilmente con il budget, richiede una preparazione particolare per quello che riguarda tutta la sua lavorazione, ma anche i set e la loro costruzione. La ricerca di base è fondamentale: libri e immersione totale del pensiero legato all’epoca e al momento. Cerco di pensare come un architetto del luogo o dell’epoca. La cosa più importante? Fare qualche errore, perché quando vedi un film dove tutto è perfetto, le atmosfere risultano false. In nessun luogo tutto appartiene esclusivamente ad un’epoca. Tenere conto della stratificazione del tempo è importante. E’ un insegnamento che ho ricevuto da Fellini e di cui gli sono grato. L’incredibile scenografia di Hugo Cabret, diretto da Martin Scorsese maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 79 /// Libri ///------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------ TELECOMANDO Taxi fotografico Steve Schapiro, Paul Duncan Steve Schapiro. Taxi Driver Steve Schapiro colpisce ancora. Dopo averci fatto divenire parte della famiglia Corleone con The Godfather Family Album, eccolo raccogliere in un unico volume (curato dal “solito” Paul Duncan) la sua esperienza come fotografo di scena sul set di Taxi Driver. Riprodotte in tutta la loro potenza, le immagini a colori e in bianco e nero di Schapiro vanno a costituire quasi un altro film nel film. Per i cultori più estremisti, la prima edizione del libro (la cui premessa è dello stesso Martin Scorsese), risalente al settembre 2010, costa 1000 euro e ha ancora qualche copia disponibile. Nulla da fare, invece, per i preziosissimi Taxi Driver, Art Edition A (2.500 €) e Art Edition B (1.750 €). Il feticismo costa. (Taschen - Pagg. 400 - € 49,99) Album Driver Gli incredibili scatti di Steve Schapiro sul set del cult scorsesiano. I segreti di Scarpelli e Ferrini ANGELA BOSETTO Nessuno come Furio Alessio Accardo Chiara Giacobelli Federico Govoni Furio Scarpelli Il cinema viene dopo L’autore più longevo del cinema italiano (scomparso nel 2010), la miglior penna di Mario Monicelli e Dino Risi, Ettore Scola e Paolo Virzì, soprattutto, uno dei padri riconosciuti della commedia all’italiana, da I soliti ignoti a I mostri, passando per 80 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 C’eravamo tanto amati, Il buono, il brutto, il cattivo e Ovosodo. Chi è costui? Furio Scarpelli, che rivive con passione umanissima nel saggio di Accardo, Giacobelli e Govoni. Tra vita e opere e le tantissime testimonianze, da Francesca Archibugi a Paolo Virzì, gli autori mettono il dito nell’anima candida di Furio, sotto la spiritual guidance di Flannery O’Connor: “L’arte trascende i propri limiti solo quando non pretende di superarli”. Così era Furio, e tocca (ri)scoprirlo. (Le Mani – Pagg. 352 - € 20,00) FEDERICO PONTIGGIA La penna di Sergio Leone Franco Ferrini C’era una volta il cinema. Storie, aneddoti, ritratti e battute fulminanti nei ricordi di un grande sceneggiatore italiano Franco Ferrini, nato nel ‘44 e attivo dal 1976, ha scritto copioni per Dario Argento, Lamberto Bava, Michele Soavi, Alberto Lattuada e Carlo Verdone, ma, soprattutto, è stato una del- le penne che hanno dato la vita al capolavoro di Sergio Leone: C’era una volta in America. Tuttavia, come spesso il cinema insegna, la pellicola più avvincente non è quella che arriva sullo schermo, bensì quella che la vita stessa gira dietro le quinte dei film. E chi può raccontare con la giusta arguzia e senza scadere nell’autobiografismo quel mondo rutilante, composto in pari misura da miti e gente comune, meglio di uno sceneggiatore che ne faceva parte? (Gremese - Pagg. 160 - € 15,00) ANGELA BOSETTO --------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Gattopardo Saggio che sembra un giallo: alla scoperta delle scene tagliate da Visconti di Angela Bosetto da e le scene splatter delle opere di Refn vengono analizzate per dare una panoramica del suo stile. Preziosa è la lettura tematica dei singoli film: da Fear X, per l’opposizione cromatica bianco/rosso, a Valhalla Rising, dove anti-eroi vichinghi rivelano la loro “materia immortale” fra le nebbie delle Highlands scozzesi. Il ritratto di un grandioso interprete del thriller, in grado di intrecciare citazioni e suggestioni adatte ai cinefili. (Il Foglio - Pagg. 147 - € 14,00) MARIA TERESA SANTAGUIDA Figli del Giappone Andrea Fontana La bomba e l’onda. Storia dell’animazione giapponese da Hiroshima a Fukushima Gli incredibili antieroi di Refn Stefano Giorgi, Fabio Zanelli (a cura di) La vendetta degli antieroi. Il cinema di Nicolas Winding Refn La produzione del regista danese va alle radici dell’aggressività attraverso gli occhi dei protagonisti, uomini e donne senza Dio, che affogano nella palude di leggi non scritte del mondo criminale. Nel volume, la tecnica cru- Basta guardare l’opera di Osamu Tezuka, Isao Takahata, Hayao Miyazaki, Mamoru Oshii, Leiji Matsumoto, Yoshiyuki Tomino e Katsuhiro Otomo (Akira, il 29 maggio nuovamente in sala solo per un giorno) per renderci conto di quanto la seconda guerra mondiale e l’incubo atomico abbiano condizionato lo sviluppo dell’animazione giapponese. Ma questa è solo la prima parte della storia, che Fontana intitola I figli della bomba. Le altre due (I figli del boom e I figli della bolla) aiutano a capire come la situazione sociale, economica e culturale del paese sia inscindibile, nel benessere come nella crisi, dalla creatività dei suoi animatori. Lettura consigliata a chiunque si ostini ancora a dire che anime e manga sono “cose da ragazzini”. (Bietti - Pagg. 450 - € 19,00) ANGELA BOSETTO Alain Delon e Claudia Cardinale ne Il Gattopardo Operazione Gattopardo. Come Visconti trasformò un romanzo di «destra» in un successo di «sinistra» Quanto sarebbe cambiata la nostra concezione de Il Gattopardo se avessimo visto il principe di Salina tormentato dagli incubi o in compagnia di una cocotte parigina per un incontro privato a base di champagne? Oppure Don Calogero Sedara impegnato in una discussione sul plebiscito per l’Unità d’Italia? Non possiamo saperlo dato che tutte queste scene sono cadute nel breve lasso di tempo che separò la prima italiana del film (svoltasi il 27 marzo 1963 al cinema Barberini di Roma) dal lancio mondiale della pellicola, avvenuto sul tappeto rosso di Cannes. Dodici minuti di tagli operati dallo stesso Luchino Visconti, sia per rendere Il Gattopardo il perfetto concorrente per la Palma d’oro, sia per smussare l’evidente inclinazione politica del film, esplicitata in sequenze come quella che vede il colonnello Pallavicino profetizzare, dopo l’epoca delle camicie rosse garibaldine, l’arrivo di camicie nere e poi l’avvento di altre rosse. O quella, avulsa dal libro, in cui Tancredi invita Don Calogero a usare i militari contro i contadini. Ma come il comunista Visconti si impossessò letteralmente del progetto, tramutando la malinconia aristocratica del romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa nella metafora del tradimento degli ideali e delle lotte di classe, non si può svelare, altrimenti si comprometterebbe il piacere di leggere un libro che, più di un saggio cinematografico, sembra un giallo. maggio 2013 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo 81 TELECOMANDO /// Colonne sonore ///-------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- COLLECTION DA GATSBY Il regista aussie Baz Luhrmann prova a rendere appetibile per i più giovani il capolavoro di Fitzgerald con il 3D, le facce giuste (Leo Di Caprio, Carey Mulligan e Tobey Maguire), nonché la soundtrack: al compositore scozzese Craig Armstrong (Romeo + Juliet) il compito di raccordare, ma a far la parte del leone… Ebbene, Jay-Z (100$ Bill), Beyoncé e André 3000 (Back To Black), will.i.am (Bang Bang), Lana Del Rey con la struggente Young and Beautiful, e ancora Florence & The Machine, Jack White e Bryan Ferry. Tanto fiato per nulla? F.P. CONFESSIONS: PLAYLIST STRUGGENTE ESCE NELLE SALE ITALIANE Confessions, thriller psicologico del 2010, ed è un’occasione per parlare della colonna sonora, interessante quanto il film. La cosa non è scontata, viste le numerose tracce già edite, ma il lavoro di assemblaggio a cura di Tetsuya Nakashima, che viene dai videoclip e del film è sia regista che music supervisor, regala una tracklist eterogenea e struggente. Presenze illustri Last Flowers dei Radiohead, tratta da In Rainbows, e Fantasy degli XX: ma il resto non è da meno. L’inizio è esplosivo, con la terrificante Milk, un beffardo omaggio alle qualità del latte cantato da un bambino (chi ha visto il film capirà). Poi si gioca su tre piani: quello pop (le idol AKB48, That’s the Way I Like It), usato sempre in background e in chiave ironica e smitizzante; quello della tensione, affidato alla noise band Boris (Feedbacker, Ketsubetsu, Bit) e alle inquietanti sonorità della brava Yukiko Ito alias Cokiyu, simili a lamenti di oltretomba (See the Sun, Gloomy); la catarsi, infine, è affidata a un pugno di brani di musica classica, di Bach e Haendel in grado di creare un intermezzo. Una playlist che funziona splendidamente come colonna sonora: rock sperimentale, pop commerciale made in Japan, elettronica che evoca l’atmosfera richiesta in modo funzionale. Ascolto raccomandato. GIANLUIGI CECCARELLI 82 rivista del cinematografo fondazione ente dello spettacolo maggio 2013 LA GRANDE BELLEZZA Lele Marchitelli per (de)cantare la Roma mondana di Paolo Sorrentino, ma a colpire nel timpano è Far l’amore, remix firmato Bob Sinclair del classico A far l’amore comincia tu di Raffaella Carrà: dance de’ noantri, irresistibile e caciarona. E la F.P. bellezza? ONLY GOD FORGIVES Per chi ha ancora negli orecchi l’elettronica di Drive c’è una buona notizia: in Only God Forgives, il danese volante Nicolas Winding Refn non solo ritrova Ryan Gosling, ma pure il compositore Cliff Martinez, garanzia di ascolti ghiotti e adrenalinici, come ribadito da Spring Breakers. Ma non finisce qui: il trailer – e probabilmente il film – è contrappuntato dal carillon ipnotico e dalla voce morbida e sensuale di Tur Kue Kwam Fun (You are my dream) della Thai band Proud. Uno zuccherino sonoro per un Drive 2! F.P. PARTECIPA ALLA FESTA DEL CINEMA VIVI UNA SETTIMANA DA PROTAGONISTA * 5 Euro per gli spettacoli in 3D VINCI IL CINEMA SU WWW.FESTADELCINEMA.IT Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali In collaborazione con Media Partner #festadelcinema F A B I O N O V E M B R E - AT E L I E R P E R S O L , N O V 2 0 1 2 .