il geometra bresciano - Collegio Geometri di Venezia
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IL GEOMETRA BRESCIANO Rivista bimestrale d'informazione del Collegio Geometri della provincia di Brescia Il quadro della pittrice prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la multiforme attività del geometra nei secoli. Direttore responsabile Bruno Bossini Sommario Segretaria di redazione Carla Comincini EDITORIALE - La qualità nel lavoro professionale 2 Redazione Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini, Lara Baghino, Stefano Benedini, Nadia Bettari, Laura Cinelli, Alessandro Colonna, Mario Comincini, Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio, Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento, Stefano Fracascio, Francesco Ganda, Francesco Lonati, Franco Manfredini, Giuseppe Mori, Fulvio Negri, Matteo Negri, Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Giovanni Platto, Marco Tognolatti, Simonetta Vescovi, Giuseppe Zipponi INTERVISTA - Amadasi: finalmente operativa la nostra previdenza integrativa studiata a misura di geometra 4 Hanno collaborato a questo numero Beppe Battaglia, Rachele Bonetti, Andrea Botti, Nicola Conenna, Francesco Cuzzetti, Antonio Gnecchi, Leo Matesich, Franco Robecchi Direzione, redazione e amministrazione 25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12 Tel. 030/3706411 www.collegio.geometri.bs.it Editing, grafica e impaginazione Francesco Lonati Fotografie Studio Eden e Francesco Lonati Concessionario della pubblicità Emmedigi Pubblicità Via Malta 6/b - 25125 Brescia Tel. 030/224121 - Fax: 030/226031 Stampa IGB Group/Grafo Via A. Volta 21/A - 25010 S. Zeno Naviglio (Brescia) Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20 DALLA CASSA - Fondo pensione complementare “Futura” per i geometri liberi professionisti 10 “Abitantionline” il nuovo social network per la casa e il costruito 12 DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Standard di qualità nell’attività dei geometri 14 DOSSIER SCUOLA - Rinnovare il praticantato per garantire l’accesso alla professione 16 SCUOLA - Inquadramento topografico dell’abitato di Salò eseguito dagli studenti del “C. Battisti” 22 Quattro passi nell’architettura moderna in una mostra degli studenti dell’Olivieri 24 LAVORI DI GEOMETRI- Quando il terremoto ti coglie sul ponteggio nel bel mezzo di un importante cantiere 26 ESTIMO - Procedimenti di stima per la valutazione degli immobili 42 Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46) art. 1, comma 1, DCB Brescia CATASTO - Le modalità di accatastamento degli immobili con impianti fotovoltaici 58 Associato alI’USPI FORMAZIONE CONTINUA - L’attività formativa del Collegio di Brescia durante tutto il 2012 64 N. 1 - 2013 gennaio-febbraio Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono. DAL COLLEGIO DI MANTOVA - Previdenza complementare e polizza responsabilità civile professionale 77 DAL COLLEGIO DI LODI - Brevi cenni sulle ispezioni ipotecarie 78 TECNICA - Geografia litica: le pietre del Veneto 82 GEOLOGIA - I geositi: risorse per la valorizzazione culturale e turistica di un territorio 86 CONDOMINIO - Scarichi e ascensore a separato utilizzo 91 CULTURA - L’idrogeno, energia pulita per la salvaguardia della natura 92 Jean-Jacques Lequeu, un talento, un visionario, un architetto 94 Novità di legge La parola agli esperti Aggiornamento Albo 102 108 110 LEGALE - Le modifiche alle norme sul condominio 48 URBANISTICA - Novità e approfondimenti urbanistici 50 Aggiornato il “Modello semplificato per l’edilizia” 56 Niente proroghe per i Comuni senza Pgt 57 Di questa rivista sono state stampate ????? copie, che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia, Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio. DAL COLLEGIO DI BRESCIA - I diversi aspetti per realizzare la Smart City 68 Consegnati gli attestati ai geometri impegnati nell’Emilia terremotata 72 Bozza del nuovo “Regolamento professionale dei geometri italiani” 74 MEDIAZIONE - Il geometra “Consulente di parte” nella mediazione 66 IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 1 EDITORIALE Bruno Bossini N on è certamente il momento più indicato per parlare di qualità del lavoro professionale in un periodo di grave difficoltà economica come quello che stiamo vivendo, caratterizzato da perdurare di una crisi economica che colpisce pesantemente il settore dell’edilizia, da sempre il ”vero” baluardo del nostro lavoro di progettazione e direzione lavori. A qualcuno sembrerà fuori luogo se non addirittura fuorviante farlo, e riconosciamo legittime le perplessità di quei geometri molto preoccupati della mancanza di lavoro che sta diventando endemica e quindi poco inclini a “perdere” il loro 2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 La qualità nel lavoro professionale tempo al momento su argomenti seppure importanti come quello della qualità del lavoro. Ma non è così. E vediamo il perché di questa nostra convinzione e le ragioni che seppure in un momento di recessione ci devono indurre, a dedicare parte del nostro tempo ad un aspetto così importante ed innovativo per la nostra categoria. La liberalizzazione delle professioni, seppur per ora applicata in modo alquanto blando, ha innescato effetti di concorrenzialità che di fatto hanno già abbassato i prezzi delle prestazioni, spesso però a discapito della qualità del lavoro professionale e quindi con grande pregiudizio per la nostra e le altre categorie tecniche interessate dal fenomeno. La Scuola Tecnica Superiore per i geometra è diventata anche nelle per le ultime innovazione legislative (Riforma Gelimini) sempre più generalista e vede più rafforzati i suoi aspetti formativi a discapito di quelli più propriamente professionali. I nuovi geometri seppur superato l’esame di Stato, peraltro impostato ancora sui criteri essenzialmente scolastici, si ritrovano nel loro patrimonio professionale, all’atto della pratica professionale, nozioni tecnico pratiche sempre più scarse, che “faticano” a rispondere alle esigenze di un mercato sempre più spe- cialistico. Spetta quindi ai Collegi provinciali ed insieme a loro alla direzionale strategica del loro Consiglio Nazionale sopperire a tali lacune dell’apparto formativo, da un lato con una nuova e rivoluzionaria gestione della formazione continua e dall’altro con un incremento del loro apporto sinergico e professionale alla scuola. In questa nuova funzione formativa determinanti saranno sempre più i concetti di qualità del lavoro. L’abolizione della tariffa minima di cu alla L. 144/49 con le sue modifiche successive (altro effetto della liberalizzazione) che pur nella limitatezza dei suoi riferimenti alle sole prestazioni che allora erano previste per la nostra professione, che costituiva una traccia delle “cose” da fare nei settori tradizionali della nostra attività, ha privato i geometri di uno strumento consolidato atto a stabilire e precisare il susseguirsi seppur di massima delle modalità dì intervento nello svolgimento delle singole fasi della prestazione professionale stessa. Anche su questo aspetto ma soprattutto in relazione alle attività “nuove” che non sono mai state nel tempo normate gli standard qualitativi diventeranno determinanti. La richiesta di prestazioni professionali soprattutto nell’ultimo decennio è molto cambiata. Al geometra ora si richiede meno polivalenza e molta più specializzazione insieme al EDITORIALE La nota del Presidente La burocrazia ed il rilancio del settore edile l mio recente breve intervento all’interno del convegno su Brescia come possibile Smart City ha consentito di porre l’attenzione sul rischio che si corre nel veder vanificati tutti quegli sforzi che le istituzioni e le amministrazioni stanno ipotizzando per la realizzazione di un contesto urbano più sostenibile e vivibile anche attraverso un approccio di riqualificazione del costruito consentendo un rilancio nel settore dell’edilizia. Le mie preoccupazioni sono state condivise dagli eminenti rappresentanti, anche nel mondo politico, presenti alla tavola rotonda proposta al termine del convegno ed hanno consentito di raccogliere consensi alla prospettiva che gli eventuali incentivi alla realizzazione dei progetti non siano esclusivamente di tipo economico, ma che interessino anche l’aspetto normativo. Per esperienza personale ho potuto constatare come spesso tra le decisioni stabilite tra i rappresentanti politici e tecnici e la pubblicazione di un regolamento o di una normativa intervengano modifiche che ne variano l’efficacia e la semplicità necessarie per un rapido iter di presentazione delle pratiche. Anche la presenza di numerosi enti che si sovrappongono con le proprie normative in alcuni casi discordanti tra loro interviene sulla rapidità delle approvazioni necessarie. Queste interferenze devono cessare, oppure andrà di conseguenza a rischio qualsiasi intenzione di miglioramento della vivibilità delle nostre città e di valorizzazione del patrimonio immobiliare. Ulteriore ostacolo, che le lungaggini dei tempi burocratici possono imprimere alla realizzazione di tutti quei progetti che consentirebbero un cambiamento positivo nei I coordinamento tecnico per l’esecutività dei lavori rivolto anche a settori di nuova specializzazione (vedi certificazioni, sicurezza, risparmio energetico, bio edilizia). E nel contempo sono molto cambiate le procedure di progetti di ristrutturazione o nuova costruzione. Alla classica richiesta di Concessione Edilizia con o senza oneri e di seguito al Permesso a costruire si sono ora aggiunte la DIA, la SUPERDIA, la CIAL, la SCIA, che prevedono con l’asseverazione del progettista l’assunzione da parte del medesimo di responsabilità che una volta resta- vano invece in capo all’Ente autorizzante. Ma a queste sostanziali modifiche non hanno mai fatto seguito da parte del legislatore precise indicazioni sulle modalità di intervento professionale essendosi la legge limitata ad indicazioni normative che raramente entrano nel merito di “cosa, quando e come” deve essere espletato un incarico professionale. Anche su questo versante il concetto di qualità di lavoro diventerà sempre più decisivo. C’è infine (e questo per i geometri può essere motivo di orgoglio professionale), il legittimo intento dei profes- comfort abitativi, nel rispetto dei canoni di sicurezza antisismica, e nell’acquisizione dei vantaggi derivanti dal risparmio energetico è rappresentato dal fatto che la mancanza di certezza nei tempi di realizzazione dei progetti non favorisce il coinvolgimento degli istituti di credito, affinché concedano il sostegno necessario ai proprietari che desiderano valorizzare la propria abitazione. Grande senso di responsabilità viene richiesto, in questo difficile momento, a tutti i soggetti interessati: agli Ordini e ai Collegi professionali affinché preparino ed aggiornino i propri professionisti e vigilino sull’approccio deontologico, alle amministrazioni pubbliche affinché siano pronte ad informare e sostenere le diverse iniziative, agli investitori che sappiano vedere i benefici degli interventi di miglioramento ed in questo la certezza di un ritorno di quanto investito; ma ancora di più si ricordino i burocrati della responsabilità che hanno di poter contribuire ad uscire da questa crisi ed a rilanciare il nostro settore oppure di far naufragare tutte le nuove speranze con applicazioni troppo cavillose dei molteplici vincoli, con risposte troppo prorogate o contraddittorie e mostrando diffidenza preconcetta nell’operato dei professionisti. L’avvicinarsi delle prossime festività pasquali mi è gradita occasione per porgere a tutti gli iscritti e collaboratori i migliori auguri di buona Pasqua. Il Presidente Giovanni Platto sionisti più preparati o che hanno in cuore di esserlo, di migliorare giorno per giorno la loro preparazione professionale, per spirito di emulazione nei confronti dei più bravi, ma anche di legittima competizione al fine di essere più produttivi e quindi anche meglio pagati nei loro interventi professionali. Nei momenti di stagnazione economica questo comportamento di ricerca della qualità diviene un’arma in più per i colleghi più meritevoli che intendono promuoversi e proporsi per il lavoro sempre più limitato che offre il mercato. Per tutte queste ragioni, ma anche nell’ottica di valorizzazione del futuro della nostra professione di geometra, che vorrebbe essere sempre più competitiva e moderna, il Consiglio Nazionale ha messo in agenda e nei suoi programmi strategici il problema della qualità del lavoro. Annunciato al Congresso di Palermo nel 1996 il tema è stato ora finalmente licenziato (sull’argomento diamo ampio resoconto a pag. 14) e per gli iscritti i così detti standard di qualità delle attività professionali sono divenuti realtà. Sapranno farne tesoro. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 3 INTERVISTA Amadasi: finalmente operativa la nostra previdenza integrativa studiata a misura di geometra C aro presidente, giusto un anno fa ci hai rilasciato un’intervista nella quale non nascondevi la tua preoccupazione non tanto e non solo per la Cassa, quanto per il futuro dell’intera categoria. Ricordo che temevi alcune delle scelte che il governo si apprestava a fare, soprattutto in tema di società tra professionisti e apertura senza controllo di queste ultime ai capitali privati. Ebbene, qualcosa è cambiato in questi 12 mesi? «Sul versante della crisi e degli orientamenti del Governo, purtroppo è cambiato ben poco, ma la vera novità, se mi consenti di partire da qui, l’abbiamo messa in campo noi varando a fine dicembre la previdenza integrativa, ovvero un’opportunità offerta a tutti i geometri di integrare la propria pensione per garantirsi un reddito adeguato quando decideranno di lasciare la professione». Il punto di partenza è la constatazione dell’insufficienza della pensione futura per garantire un livello di reddito accettabile… «In parte sì, nel senso che il passaggio nel calcolo della pensione dal sistema retributivo a quello contributivo, imposto dal Governo a tutte le Casse pubbliche e private, meglio autonome, crea una situazione praticamente diversa per ogni iscritto. Il calcolo della pensione avviene infatti pro quota, ovvero per gli anni maturati sino al 2009 in cui vigeva il retributivo si usa quel sistema, per gli ultimi anni successivi invece si usa il contributivo. E poiché il 4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 È la previdenza integrativa dei geometri, partita alla fine di dicembre, la principale novità della nostra Cassa che con questo strumento offre ai colleghi l’opportunità di garantirsi una pensione più adeguata al proprio livello di reddito. Ed è proprio di quella che abbiamo parlato con il presidente Fausto Amadasi che, come ormai tradizione in questo periodo dell’anno, ci concede un’intervista per illustrare la situazione del nostro istituto e guardare più generalmente alle prospettive della categoria. Un’intervista che quest’anno assume anche un valore particolare, giacché a maggio il vertice della Cassa sarà rinnovato; in questa chiacchierata con il nostro Direttore, Amadasi traccia anche un breve bilancio della sua gestione, ricandidandosi alla presidenza. contributivo è (solitamente) meno favorevole rispetto al retributivo, la penalizzazione è proporzionalmente maggiore per chi ha ancora parecchi anni di contributivo da mettere nel conto. In termini generali comunque le pensioni che andremo a liquidare nei prossimi anni saranno sempre meno adeguate per mantenere il proprio livello di reddito; più d’una simulazione arriva infatti a prevedere che a regime, se non si prenderanno provvedimenti drastici di aumenti dei contributi, liquideremo assegni pari forse al 40% in meno dell’ultimo reddito dichiarato». Ed è qui che interviene la pensione integrativa… «Esattamente e debbo dire che nel tour informativo per i colleghi che stiamo fa- cendo un po’ in tutta Italia in queste settimane, riscontriamo grande interesse». Proviamo a fare qualche calcolo. «Abbiamo diffuso più d’una simulazione (che noi pubblichiamo in queste stesse pagine n.d.r.)e ognuno è bene che faccia il calcolo sulla sua posizione. Giusto per fare qualche numero diciamo che se un geometra di 35 anni decidesse di aderire alla pensione integrativa investendovi circa 5 mila euro all’anno, a fine carriera potrebbe ritrovarsi con un assegno di pensione da 12 mila euro all’anno. Val la pena inoltre di ricordare che l’investimento nella previdenza integrativa è interamente detraibile fino a 5 mila euro, e ciò per un professionista medio si tratta di risparmiare immediata- mente poco meno del 50% in tasse. Inoltre la formula che abbiamo adottato consente al geometra di interrompere i versamenti in un periodo di difficoltà senza perdere nulla dei suoi diritti ed anche di trasferire senza oneri i suoi versamenti ad un Ente diverso nel caso di mutamento del suo lavoro. Insomma abbiamo cercato di costruire un meccanismo agile, per offrire la massima libertà di scelta alle persone, una formula adattabile alle situazioni più diverse, realmente conveniente per il professionista». Scusa presidente, la convenienza per un giovane è palese, ma per un cinquantenne, ad esempio, val la pena aprire la pratica? «La convenienza c’è per tutti, innanzitutto sul versante fiscale. Inoltre la previdenza complementare prevede anche la liquidazione non solo con il vitalizio, ma anche in una unica soluzione, una specie di liquidazione che il professionista si costruisce anno per anno. Di più: la previdenza complementare prevede anche la possibilità di sottoscrivere la pensione integrativa a favore dei figli; c’è una piena reversibilità non solo per la moglie, ma pure per un’altra persona che il geometra ritenga di dover beneficiare. In altre parole val la pena di leggersi con attenzione tutta la proposta per verificare quali vantaggi può offrire. Senza mai dimenticare il risparmio fiscale che, non a caso, è una delle fondamentali ragioni di suc- INTERVISTA Il presidente della Cassa di Previdenza dei geometri Fausto Amadasi (a destra) intervistato dal nostro direttore Bruno Bossini cesso di questa formula». E come risponde la categoria? «La risposta mi sembra ottima, almeno dall’interesse riscontrato negli incontri che stiamo avendo in questi giorni in giro per l’Italia e dai primi risultati concreti in termini di adesioni. Certo non è facile far passare tra i colleghi il concetto che per avere una pensione adeguata al proprio reddito occorre mettere in conto il versamento obbligatorio a fini previdenziali superiore al 20% del proprio reddito. D’altra parte i parametri europei ai quali dobbiamo adeguarci anche noi prevedono che si arrivi ad una contribuzione di circa il 22% del reddito, così da garantire a fine carriera una pensione pari al 55% dell’ultimo reddito dichiarato. E noi geometri con la contribuzione normale, che a regime arriverà al 15% nel 2017, e con quella integrativa, fatta su base volontaria e non obbligatoria, stiamo giusto puntando a centrare questi obiettivi». In termini di adesioni che obiettivo vi siete dati? «Noi partiamo da un questionario che il Censis ha curato per noi raggiungendo ben 15 mila colleghi; il 20% degli intervistati ha manifestato non solo interesse, ma ci ha detto d’essere apertamente intenzionato ad aderire. Sulla base anche di queste risposte il nostro target a regime dovrebbe essere di 5 mila iscritti alla previdenza integrativa. Riteniamo che questo obiettivo sia raggiungibile, non solo per la bontà e i vantaggi della proposta, ma anche perché siamo competitivi sul mercato pure in termini di costi di gestione. Noi dovremmo caricare sulla gestione costi da uno 0,60 o uno 0,80%, mentre altri prodotti, soprattutto sul versante assicurativo, mettono in conto alla gestione ben oltre il 2%. È un risparmio non da poco, che noi possiamo garantire perché a gestire la previdenza integrativa sarà la stessa struttura attuale della Cassa, potendo usufruire della anagrafica degli iscritti aggiornata già esistente e comunque gestita in tempo reale fin d’ora, nonché dei canali di comunicazione abituali on line. Per non dire della presenza diffusa sul territorio attraverso i Collegi che ci evita i costi di una rete di promotori ad hoc». Mi pare di capire che hai voluto iniziare quest’intervista parlando della novità della pensione integrativa, perché su altri fronti non ci sono notizie troppo positive da mettere nel conto dei dodici mesi appena trascorsi. «Beh, mi verrebbe da dire che sono stato facile profeta nel prevedere una situazione non molto favorevole per i professionisti ed in prospettiva non certo facile per la categoria e, di conseguenza, anche per la Cassa. Sulle professioni regolamentate come la nostra il Governo non ha ancora fatto scelte definitive, ma l’indirizzo è evidente da quanto è stato deciso per quelle non regolamentate e senz’Albo. La tendenza è chiara: c’è una totale apertura delle società ai capitali privati e inoltre c’è un preciso indirizzo ad aprire anche ai non iscritti agli Albi la gran parte delle attività un tempo riservate ai professionisti». IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 5 INTERVISTA Spiegati meglio. «Basta vedere ad esempio le ultime indicazioni per una serie di attività professionali non esclusive per gli iscritti agli Ordini come la certificazione energetica, la sicurezza, le valutazioni immobiliari, le consulenze tecniche per i tribunali e l’amministrazione di condominio. Non solo i regolamenti che sono usciti su questi ambiti escludono una esclusiva competenza agli iscritti ad Albi, ma si prevede che queste attività possono essere svolte anche da non professionisti che hanno ottenuto una abilitazione specifica con un corso di poche decine di ore e, per alcune di esse, anche con incarichi diretti a Società di Servizi costituite da soli soci di capitale. Avete già fatto un po’ di conti su questa prospettiva? «Conti ne facciamo ogni giorno e, con i provvedimenti che abbiamo preso, non vi sono preoccupazioni per la Cassa se la categoria mantiene la propria solidità nel tempo. Abbiamo superato, e brillantemente, tutti gli stress test che ci sono stati richiesti. La previdenza della Cassa, così com’è strutturata, resta in equilibrio e garantisce solvibilità anche per i prossimi 50 anni, rispettando quanto richiesto dagli organismi di vigilanza; ciò che fatichiamo a quantificare è l’effetto che i provvedimenti annunciati dal Governo e che toccano direttamente la categoria potranno avere sulla stessa. Da qui 6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 nasce la mia preoccupazione che non possiamo certo nascondere ai colleghi». quotidianamente emergono analizzando tutti i fattori di possibile criticità che a lungo andare potrebbero cambiare il quadro di riferimento». Anch’io ho guardato i conti e debbo dire d’essere soddisfatto della situazione…. «Sì, occorre dire che, nonostante abbiamo alle spalle tre anni nei quali i geometri hanno visto ridursi fortemente i loro redditi (e la Cassa i versamenti), i conti sono a posto, reggiamo insomma con sufficiente tranquillità la crisi. A mio avviso però non ci si può sedere sugli allori e anche noi della Cassa dobbiamo aver coscienza dei rischi per il futuro della categoria dovuti ad esempio, dall’apertura del mercato a nuovi attori sottratti alle regole che hanno finora governato le nostre attività, per non dire dell’incertezza sul percorso per l’accesso alla professione che sta angustiando molte famiglie e spiega , ad esempio, la riduzione delle iscrizioni a quelli che fino a ieri si chiamavano istituti per geometri. Occorre infatti aver sempre presente che il futuro della professione ed anche la sostenibilità nei decenni a venire della Cassa sta nella certezza che sempre nuovi geometri verranno a sostituire quanti andranno in pensione». Ti riferisci all’abbassamento del reddito dei professionisti e dunque alla riduzione dei versamenti che avete verificato in questi anni? «Mi riferisco anche a quello, pur se quello mi sembra il problema minore, nel senso che il ciclo economico per sua natura è destinato ad invertire prima o poi il suo andamento e, pertanto, sono certo che il reddito dei geometri tornerà a crescere quanto prima. Per capirci: non sono preoccupato se, com’è capitato in questi anni, è praticamente raddoppiata la morosità nei versamenti dei colleghi, perché siamo passati da un 10/12 per cento fisiologico al 20% attuale. Sono certo infatti che la morosità verso la Cassa è figlia della morosità dei committenti per le fatture che i colleghi faticano a farsi pagare e , dunque, sono convinto che l’inversione del ciclo economico farà rientrare la morosità a livelli fisiologici». A proposito di sostenibilità: un anno fa c’era incertezza sul fatto che la nostra Cassa, anche per gli astrusi metodi di calcolo imposti dal Governo, superasse il test delle valutazioni attuariali per i prossimi 50 anni. E invece ce l’avete fatta…. «Sì, il test non ci ha creato particolari problemi e dunque i colleghi possono tutti dormire sonni tranquilli: la Cassa c’è, funziona, ha davanti conti in equilibrio anche per i prossimi 50 anni». Ma a te non basta… «No, io dico semplicemente che tutti questi conteggi si basano ovviamente su ipotesi statistiche, previste nel decreto ed uguali per tutte le categorie, riguardo a Pil, all’inflazione, alla dinamica del reddito professionale, all’evoluzione demografica degli iscritti ed altri dati macroeconomici. Ma io credo che dobbiamo responsabilmente valutare anche ipotesi di evoluzione meno favorevoli e tenere sotto osservazione gli elementi che Quali sono invece i fenomeni che ti segnalano una criticità? «Mi fa ad esempio pensare parecchio il fatto che per la prima volta da quando c’è l’Albo, tanto nel 2011 come nel 2012, sia negativo il saldo tra iscrizioni e cancellazioni. I geometri liberi professionisti italiani sono ancora circa 95 mila, ma nel 2011 si sono ridotti di 200 e INTERVISTA nel 2012 di altri 300 e questa tendenza non mi lascia tranquillo. Anche perché, ad esempio, quanti si iscrivono solo all’Albo e non alla Cassa sono raddoppiati passando dagli 8 mila del 2004, quando questa possibilità venne introdotta, ai 16 mila di oggi. Mi pare insomma che si stia allargando un’area di potenziale evasione ed elusione contributiva, che l’ingresso delle società tra professionisti non farà che aumentare». Cosa incide negativamente sulle iscrizioni? «In estrema sintesi: meno giovani si iscrivono e molti più anziani decidono di ritirarsi dalla professione prima. E se per gli anziani è facile trovare una spiegazione nella crisi, nella complessità sempre maggiore delle attività legate alla professione, nella rapida evoluzione delle procedure informatizzate che sicuramente sono tra i fattori che incoraggiano l’abbandono e la cancellazione dall’Albo; per i giovani verrebbe da pensare invece che la nostra professione abbia meno appeal d’un tempo, mentre per gli uni e per gli altri resta il sospetto della crescita dell’area dell’elusione e della evasione tout court». Per i giovani in effetti aprire uno studio, crearsi una posizione non è per nulla semplice… «Vero, ma proprio per questa ragione come Cassa abbiamo varato una serie di agevolazioni significative, che speriamo diano i loro frutti. Non ci costa poco, ma siamo convinti che vada fatto. Così ad esempio i neoiscritti per sette anni hanno la possibilità di ridurre di un quarto o della metà la contribuzione soggettiva mantenendo il calcolo figurativo della contribuzione intera, così come nel calcolo dell’anzianità c’è la possibilità di inserire, con l’iscrizione alla Cassa, anche il praticantato senza necessità di riscatto; inoltre già da diversi anni sosteniamo la formazione per coloro che hanno meno di 35 anni, erogando un contributo a copertura della spesa per i corsi di qualificazione e specializzazione. Sono tutte agevolazioni che hanno un ben preciso valore economico e che val la pena far conoscere ai giovani». Torniamo alla Cassa. Ho letto che il Governo ha imposto una sorta di ‘spending review’ anche a voi: di cosa si tratta? «Si tratta di un altro provvedimento vessatorio e senza alcun fondamento giuridico e tantomeno etico che questo Governo ci ha imposto. Ma contro il quale, insieme ad alcune altre Casse ci stiamo opponendo, accantonando in bilancio i fondi di questa nuova assurda tassa senza versarli in attesa dell’esito del ricorso tempestivamente presentato. Il Governo infatti ci impone di risparmiare sul nostro bilancio circa 200 mila euro per il 2012 e 500 mila euro nel 2013, e sin qui nulla da eccepire, ma , soprattutto, ed è qui la maggiore assurdità, ci impone di versare queste somme allo Stato sottraendole alla previdenza della categoria. Ripeto: è una norma vessatoria, illegale, assolutamente folle che per la Cassa significa una spesa in più e non certamente un risparmio come prevede la norma. Aggiungo poi che comunque la Cassa fin dal 2007 sta risparmiando sui suoi costi con una serie di azioni mirate a ridurre la spesa e a migliorare l’efficienza. Anche nel 2012 abbiamo risparmiato un 4/5% che intendiamo utilizzare per la categoria e non certo gettarlo nel calderone della spesa pubblica». E le altre Casse cos’hanno fatto? «A parole tutti protestano come noi, ma poi, anche per le pressioni che i membri ministeriali del Collegio dei Sindaci dei singoli Enti esercitano, hanno preferito pagare e chiedere la restituzione. Noi invece resistiamo, convinti che questa norma non sia applicabile alle Casse, come ci hanno confermato autorevoli pareri legali, per cui o si tratta di una ennesima tassa, ed allora questo deve essere espressamente previsto, oppure se invece la previsione normativa è quella che tutti gli Enti operino un risparmio in un’ottica di miglioramento della gestione amministrativa, allora ben venga, ma certo non per trasformarli in una maggior spesa a favore dello Stato che non concorre in alcun modo a finanziare la Cassa. Questi sono soldi dei geometri che ci sono stati affidati dalla categoria per la previdenza, e l’intero Consiglio di Amministrazione è ben determinato a non utilizzarli che a favore dei geometri». Mi pare che il Governo vi stia anche imponendo di vendere parte del vostro patrimonio immobiliare agli inquilini… «E questa è un’iniziativa davvero scandalosa, per fortuna è solo una proposta e non è ancora diventata legge, ma ha proprio le caratteristiche d’un provvedimento destinato a privilegiare i soliti noti. Il disegno di legge impone infatti agli Enti di vendere con uno sconto fortissimo l’immobile costruito alla fine degli anni settanta agli inquilini che ne facciano richiesta. A prima vista potrebbe sembrare una norma tesa a favorire il rinnovo del patrimonio immobiliare in mano pubblica favorendo l’inquilino che decide di comprare la propria casa. Ma non è così, perché la proposta riguarda solo Roma e Milano, città dove è facile verificare che il patrimonio pubblico degli Enti previdenziali è spesso affittato ai soliti noti (politici, sindacalisti, gente in qualche modo legata al potere) che con un esborso minimo possono così acquisire la proprietà di immobili spesso di grande valore. È la solita furbata della casta che non si cura di svendere in questo modo patrimoni pubblici costati sacrifici e che dovrebbero garantire le pensioni future; così come nessuno si preoccupa della IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 7 INTERVISTA evidente disparità tra inquilini (se io sono in affitto da un privato perché non ho lo stesso diritto di chi è in affitto in un immobile di una Cassa?), tra cittadini di diverse città e regioni. Sono norme vessatorie, incostituzionali, assolutamente al di fuori di ogni logica che non sia quella d’arraffare più che si può sfruttando la propria posizione». A proposito del nostro patrimonio immobiliare, come procede la gestione affidata al fondo immobiliare esterno? «Procede secondo i programmi e con le garanzie che ci eravamo dati. Il fondo è partecipato solo dalla Cassa, ci sono nostri rappresentanti nel Consiglio e nel Comitato ristretto che ne cura la gestione e, anche se la gestione è affidata ad una Sgr esterna partecipata dalla Cassa, il Consiglio della Cassa ne mantiene, attra8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 verso questi organismi, il controllo e la responsabilità diretta». Dobbiamo conferire altro patrimonio? «Abbiamo già conferito il residenziale e gli immobili che necessitavano di ristrutturazione. L’abbiamo fatto, come ho già detto più volte, perché il fondo ha un trattamento fiscale più favorevole, recupera l’Iva e può portare in detrazione le spese, mentre a noi ciò non è consentito. Per questo abbiamo mantenuto in capo alla Cassa gli immobili che non hanno spese rilevanti in vista e ci garantiscono dunque un reddito senza problemi particolari. Inoltre Groma, la società della Cassa che ha sempre curato il nostro patrimonio, continua la gestione degli immobili non solo per questo fondo, ma anche per altri fondi; per il momento però non prevediamo, viste anche le difficoltà dei mercati, di dover fare particolari cambiamenti, sarà compito del nuovo Consiglio di Amministrazione assumere eventuali iniziative in merito». Non so dove ho letto che c’è però una necessità di riequilibrio degli asset… «Sì, in termini generali, diciamo di scuola, nel patrimonio di ogni Ente previdenziale la parte immobiliare, intesa come investimento liquido, dovrebbe pesare per il 27-28% mentre nel portafoglio della Cassa pesa per un 39%. La situazione è figlia del fatto che i geometri tradizionalmente hanno sempre investito molto su questo versante e negli anni, fortunatamente, il valore degli immobili acquistati è andato aumentando. Ora, in condizioni di mercato normale, non ci sarebbe alcun problema a ridi- mensionare il nostro patrimonio, ma con questa prolungata depressione dell’immobiliare il tema del riequilibrio degli asset deve gioco forza attendere tempi migliori». Caro presidente, detto che a maggio la categoria rinnoverà i vertici della Cassa e che in queste settimane già sono stati eletti i delegati, vorrei chiudere quest’intervista chiedendoti se ti ricandidi. «Il discorso è un po’ più ampio e riguarda non tanto e non solo la mia persona, ma l’intero Consiglio. Il Consiglio di Amministrazione della Cassa, che ha completato questo mandato, aveva infatti inserito sei nuovi membri al momento del suo insediamento e, dunque, è già stato ampiamente rinnovato nel recente passato. Inoltre mi sento di dire che questo Consiglio ha lavorato bene, in buona armonia e con grande dedizione ed ef- INTERVISTA ficienza; per questa ragione è pronto a reggere un nuovo mandato di quattro anni. Aggiungo, senza falsa modestia, che questo Consiglio ha meritato di poter continuare il proprio lavoro, perché non ha esaurito la carica di entusiasmo che ci ha consentito di raggiungere obiettivi importanti per la previdenza della categoria». Vuoi trarne un bilancio? «No, non è questa la sede e sarebbe troppo lungo. Ma voglio solo ricordare che questi sono stati quattro anni esaltanti e pieni di novità e di iniziative concluse. Voglio ricordarne una sola: la possibilità offerta ai geometri di versare il proprio contributo alla Cassa utilizzando il modello Unico fiscale. È stato un gran lavoro, ci abbiamo messo anni, ma alla fine siamo riusciti a far passare questa novità che è straordinariamente vantag- giosa per ogni collega. Con Unico abbiamo già avuto quest’anno 36 milioni di compensazioni: un pieno successo. Aggiungo inoltre che con l’introduzione del Portale dei Pagamenti anche per le contribuzioni scadute stiamo ottenendo risultati straordinari: abbiamo incassato già otto milioni di euro di contribuzioni scadute, mentre 10 milioni sono già calendarizzati; tutto ciò senza prendere nessuno per il collo, ma aiutando i colleghi a mettersi in regola concedendo a tutti la possibilità di rateizzare il debito contributivo». Cos’è che invece non ha funzionato? «Due sono le battaglie che dobbiamo assolutamente riprendere e che saranno nel programma per il nuovo mandato. Aiutare la categoria a rendere più semplice l’accesso alla professione e migliorare la vigilanza su e- lusione ed evasione. Quei 16 mila geometri iscritti all’Albo e non alla Cassa sono una preoccupazione vera; abbiamo ottenuto per legge l’accesso alle banche dati ministeriali per vigilare affinché non continui a sfuggire reddito alla contribuzione, anche se per ora gli ostacoli burocratici ci hanno bloccato sulla soglia d’ingresso. Il primo impegno sarà proprio quello di garantire gli iscritti corretti dalla concorrenza sleale di chi evade la contribuzione continuando a beneficiare dei servizi messi a disposizione della categoria per sostenere il praticantato, per la formazione continua e per le tutele assicurative. L’altro problema riguarda la mancata regolamentazione delle Società tra Professionisti (STP) con la previsione dell’ingresso anche di capitali privati, presumibilmente non assoggettabili ad alcuna contribuzione previdenziale e, se non regolamentate in modo adeguato, con trattamenti fiscali molto diversi rispetto a quelli del libero professionista singolo in materia di ritenuta d’acconto e di detraibilità delle spese. Se dunque il buongiorno si vede dal mattino, temo che per i professionisti i prossimi non saranno tempi facili se non saremo in grado di prendere contromisure adeguate. E di conseguenza non saranno facili neanche per la Cassa che in una prospettiva neppure tanto lontana rischia di vedere scemare i suoi iscritti e i varsamenti che ne dovrebbero reggere l’attività». ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 9 DALLA CASSA Fondo Pensione Complementare “Futura” per i geometri liberi professionisti Pubblichiamo di seguito stralcio di alcune fra le più significative disposizioni della Pensione Complementare recentemente adottata dalla nostra Cassa di Previdenza, che nei prossimi numeri completeremo. Fermo restando che chi volesse saperne di più in anticipo, potrà consultare il sito www.fondofutura.it/pages/faq.aspx LE PRESTAZIONI PENSIONISTICHE Che tipo di prestazioni si possono ottenere al momento del pensionamento? Al momento del pensionamento sono previste due tipologie di prestazioni: 1) la rendita pensionistica 2) la prestazione in capitale. La prestazione pensionistica complementare può essere liquidata in forma di capitale: – sempre, fino al 50% del montante accumulato nel fondo pensione Futura (e la restante parte è convertita in rendita); – eccezionalmente, per l’intero importo, se la rendita derivante dalla conversione del 70% della posizione accumulata materialmente presente in quel momento presso il Fondo, risulti di ammontare inferiore al 50% dell’assegno sociale (5.424,9 euro annui nel 2011). Quando si matura il diritto alle prestazioni di previdenza complementare? Il diritto alla pensione complementare si acquisisce se sussistono i seguenti requisiti: – maturazione dei requisiti di accesso alle prestazioni stabilite nel regime obbligatorio di appartenenza; – almeno cinque anni di partecipazione alla forma pensionistica complementare. I requisiti sopra richiamati devono sussistere in concorso fra loro, di conseguenza, e in termini generali, se mancano i requisiti per ottenere la pensione pubblica non si può chiedere la pensione complementare. Mentre se sussistono i requisiti per la pensione pubblica non si può chiedere la pensione complementare. Mentre se sussistono i requisiti per la pensione pubblica ma l’aderente non può far valere almeno cinque anni di partecipazione alla forma pensionistica complementare, quest’ultima non può erogare le prestazioni di previdenza complementare. Maturare i requisiti per il pensionamento non significa quindi necessariamente andare in pensione. L’aderente al fondo pensione comunque decide autonomamente se percepire la prestazione pensionistica o proseguire la contribuzione fino a quando lo riterrà più opportuno. Nel valutare 10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 il momento di accesso al pensionamento è importante tenere conto delle aspettative di vita. In cosa consiste la prestazione pensionistica in rendita? Dal momento del pensionamento e per tutta la durata della vita verrà erogata all’aderente una pensione complementare (rendita) mediante pagamenti periodici di una somma calcolata in base al capitale accumulato durante la contribuzione al fondo pensione e all’età al momento del pensionamento. La rendita verrà erogata da una impresa di assicurazione che ha stipulato una convenzione con il Fondo Pensione Futura. Le condizioni applicate dipenderanno dalla convenzione in vigore al momento del pensionamento. In cosa consiste la prestazione in capitale? Al momento del pensionamento l’aderente può scegliere di liquidare la posizione individuale in un’unica soluzione fino ad un importo massimo del 50% del capitale accumulato. Questa decisione può consentire di soddisfare altre importanti necessità che possono essere manifestate al momento del pensionamento. È importante, quindi, valutare con attenzione quale scelta compiere; la liquidazione in un’unica soluzione con il passare del tempo può esporre al rischio di non disporre di denaro sufficiente per affrontare con serenità l’età avanzata. Cosa succede nel caso in cui l’iscritto al Fondo Futura decida prima di aver maturato i requisiti di accesso alle prestazioni? In caso di decesso dell’iscritto prima del pensionamento la posizione individuale accumulata presso il Fondo Pensione Future sarà erogata ai beneficiari designati. Qualora non sia stato designato alcun beneficiario, la posizione accumulata verrà devoluta agli eredi. L’aderente può decidere di designare eventuali beneficiari diversi dagli eredi all’atto dell’adesione o in un qualsiasi momento successivo. I capitali liquidati a tali soggetti sono soggetti alle medesime regole fiscali applicabili al de cuius. Cosa accade se l’iscritto decide dopo il pensionamento? Nel caso di decesso di un pensionato che percepisce la rendita può scattare se prevista in convenzione la cosiddetta reversibilità. Al momento del pensionamento, infatti, ogni associato può infatti decidere se rendere tale la rendita reversibile o non reversibile. Tale scelta, ovviamente, unitamente all’indicazione dell’età e del sesso del beneficiario, influirà sull’entità della somma erogata. DALLA CASSA IL REGIME FISCALE Quali sono i vantaggi fiscali aderendo al Fondo Pensione Futura? Aderendo alla previdenza complementare il contribuente beneficia di una tassazione favorevole: – Contribuzione: si può dedurre dal reddito complessivo i contributi che versati fino al limite massimo di 5.164,57 euro all’anno. Tale importo comprende gli eventuali versamenti effettuati a favore del soggetto fiscalmente a carico per la parte da essi non dedotta. L’agevolazione fa diminuire l’imposta Irpef; – Rendimenti: sono tassati, anno per anno, i rendimenti con una aliquota dell’11% rispetto al 20 per cento che si applica invece alle forme di risparmio finanziario. LE ANTICIPAZIONI È possibile chiedere un’anticipazione al fondo pensione future? Nella premessa che il regolamento completo per le anticipazioni è consultabile dal sito del Fondo in via generale e sintetica l’iscritto che ne faccia richiesta ha diritto a conseguire anticipazioni sul monte maturato nel Fondo pensione. L’accesso alle anticipazioni può avvenire: 1) in qualsiasi momento per spese sanitarie dell’aderente, del coniuge o dei figli nella misura del 75% della posizione maturata; tale anticipazione sarà tassata in modo agevolato al 15% ridotta dello 0,30% per ogni anno eccedente il quindicesimo anno di partecipazione con un limite massimo di riduzione di 6 punti percentuali. 2) per l’acquisto, la realizzazione ovvero la ristrutturazione della prima casa dell’aderente o dei figli nella misura del 75% del montante maturato dopo almeno otto anni dall’inizio della permanenza al fondo; tali anticipazioni saranno tassate al 23%. 3) per altre esigenze si può ottenere una anticipazione del 30% dopo almeno otto anni di partecipazione; anche tali anticipazioni sono tassate al 23%. Per nessuna di queste tipologie di anticipazioni il Fondo Futura ha previsto al momento alcun costo per la gestione della pratica sulla somma erogata. In qualsiasi momento si possono reintegrare le somme percepite a titolo di anticipazione effettuando versamenti aggiuntivi al Fondo Pensione Futura. Come si fa a richiedere un’anticipazione? Nella premessa che il regolamento completo per le anticipazioni è consultabile dal sito del Fondo in via generale e sintetica l’anticipazione deve essere richiesta in forma scitta dall’aderente compilando l’apposito modulo che deve poi essere trasmesso, unitamente alla documentazione pre- vista, a mezzo posta ordinaria ed anticipata via e-mail al Fondo Pensione Futura. Il fondo verificherà la regolarità e la completezza della documentazione presentata dall’iscritto e provvederà all’erogazione dell’anticipazione entro 90 giorni decorrenti dal ricevimento di tutti i documenti richiesti per le singole fattispecie. Quando è possibile chiedere l’anticipazione per spese sanitarie? Nella premessa che il regolamento completo per le anticipazioni è consultabile dal sito del Fondo in via generale e sintetica, l’anticipazione è concessa a fronte di gravissime situazioni relative all’aderente, al coniuge e ai figli che comportino spese sanitarie per terapie o interventi, riconosciuti e attestati come necessari e straordinari dalle competenti strutture pubbliche. L’anticipazione non può essere richiesta decorsi dodici (?) dall’effettuazione della spesa. Il Fondo può corrispondere all’aderente le somme necessarie prima dell’effettuazione della terapia o dell’intervento solo in casi valutati urgenti e per spese documentate da idoneo preventivo, fermo restando l’obbligo di presentare, entro 90 giorni dalla emissione, la documentazione comprovante la spesa sostenuta. Che tipo di documentazione deve essere prodotta per chiedere l’anticipazione per spese sanitarie? Nella premessa che il regolamento completo per le anticipazioni è consultabile dal sito del Fondo in via generale e sintetica ai fini della liquidazione delle somme a titolo di anticipazione, dve essere prodotta la seguente documentazione: – certificazione rilasciata dalla struttura pubblica che attesti la natura straordinaria dell’intervento o della terapia e la circostanza che si tratti di situazioni gravissime attinenti all’aderente, al coniuge o ai figli; – copia di un valido documento di identità dell’iscritto e/o del familiare a favore del quale venga eventualmente richiesta l’anticipazione; – fatture, ricevute fiscali e/o altri idonei documenti attestanti gli oneri effettivamente sostenuti, debitamente quietanzati; – nel caso di richiesta a favore del coniuge o dei figli ilm certificato di stato di famiglia; – il consenso al trattamento dei dati personali sottoscritto dal coniuge o dal figlio dell’aderente nel caso di richiesta a favore di questi. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 11 DALLA CASSA Simonetta Vescovi D a gennaio è nato il social network costruito dai geometri per i geometri e per tutto il mondo della casa: mette in contatto tutte le professioni e i servizi che ruotano attorno al mondo della casa per parlare, conoscere e discutere. Permette a domanda e offerta di incontrarsi e conoscersi. Nel nostro mondo globalizzato, la Groma, società di servizi della Cassa di Previdenza dei geometri, in collaborazione con Fondazione Geometri, ha ideato e realizzato un canale informatico per essere al passo con i tempi e per poter entrare 12 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 “Abitantionline” il nuovo social network per la casa e il costruito nelle case e negli uffici di tutti quelli che operano nel settore edilizio e non solo. In questo modo si è creata una grande rete di geometri, avvocati, idraulici, amministratori di condomini, artigiani dove chiunque voglia offrire la propria professionalità ai cittadini possa entrare e confrontare prezzi, conoscere ogni aspetto riguardante la casa; una virtuale piazza dove scambiare opinioni e consigli. Il nuovo network mette in contatto le professioni e i servizi riguardanti l’abitare e fa incontrare domanda e offerta, offre spazi di discussione, di approfondimento e confronto sui temi oggetto del sito. Tutti coloro che si iscrivono al network diventano “abitanti” e possono utilizzare questo moderno strumento per ogni ricerca: di fornitori, di servizi, di professionisti, comparando i loro prezzi, mettendoli in gara, con la possibilità di consultare la loro reputazione leggendo i feedback degli altri “abitanti”. Tutti possoni diventare un “abitante” del social network semplicemente registrandosi e compilando il proprio profilo. L’acquisto di beni su Internet fino a qualche anno fa sembrava una assurdità, ma oggi non è più così. Ora è possibile acquistare perfino servizi, proprio attraverso Abitantionline. Per i geometri, all’interno del network, è attiva anche la “cassetta degli attrezzi”, area con strumenti specifici a cui possono accedere attraveso: – Greta Easy-piattaforma per la gestione degli immobili (contratti, fornitori, spese e tutti i documenti inerenti agli immobili); – Dossier del fabbricato software per la gestione quotidiana della cocumentazione dell’immobile; – Lextel - punto di accesso telematico nell’ambito del processo telematico; – Technical guide - libreria tecnica con guide e manuali specifici. A breve saranno disponibili: – Condoeasy - per la gestione dei condomini; – Geostudio - per la gestione dello studio tecnico. Abitantionline.it vuole dare nuovo slancio ai giovani colleghi per acquisire informazioni, formazione, specializzazioni e farsi conoscere dal mercato. Per i colleghi non più giovani sarà un modo per sentirsi ancora giovani e per rimanere al passo con i tempi, aprirsi al mercato globale e ulteriore stimolo verso la continua innovazione che, anche nel nostro settore, è fondamentale per un servizio sempre professionale e all’altezza delle aspettative dei clienti. ❑ DALLA CASSA IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 13 DAL CONSIGLIO NAZIONALE Bruno Bossini “Standard di qualità” nell’attività dei geometri D opo tre anni di intensa e proficua collaborazione tra Consiglio Nazionale Geometri e l’Uni (Ente Nazionale di Unificazione, fondata nel lontano 1921) ecco finalmente pronti gli “standard di qualità” dell’attività professionale dei geometri. La loro adozione, promessa al Congresso di Palermo come necessario percorso di valorizzazione della nostra professione, non è stato un impegno facile da mantenere, ma che pur tuttavia è stato assolto. L’Uni, oltre ad offrire la sua struttura operativa, ha anche garantito al Consiglio Nazionale la consulenza scientifica, essenziale per il compimento del complesso per- 14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 corso intrapreso a Palermo, che ha consentito alla categoria di essere la prima, fra quelle tecniche concorrenti, lavorativa, che devono essere rispettati dal professionista a garanzia della qualità del suo lavoro. Requisiti che, insieme al buon svolgimento dell’incarico, dovranno soddisfare le esigenze della committenza (sia pubblica che privata). Della loro applicazione la committenza sarà messa a conoscenza al momento della firma dell’incarico professionale, sia per avvalorare in assoluta trasparenza l’onorario pattuito, sia per un’analitica definizione della qualità del lavoro da svolgere. a dotarsi di questo importante e innovativo strumento di lavoro. Quarantasette sono le specifiche ora disponibili sulle Prima tra le categorie professioattività tecniche dei geonali, quella dei geometri ha inmetri. Consulteso intraprendere con la preditabili anche su supporto inforsposizione degli “Standard di matico (vedi box a qualità” un percorso indirizzato lato), sono riferite ai settori alla valorizzazione dell’attività più praticati del professionale che deve essere loro impegno professionale e svolta con competenza, attencosì distinte: ezione e trasparenza negli onorari dilizia (urbanirichiesti, anche a tutela del prostica e ambiente) 19; efessionista che desidera seguistimo e attività tare a operare con passione, peperitarie n. 17; catasto e toporizia e fierezza la propria attigrafia n. 11. Tovità. tale, appunto, 47. Definiscono, sotto l’aspetto normativo, per ogni La cerimonia di presentaintervento professionale i zione degli “standard di requisiti minimi di ogni fase qualità”, un dossier di ben DAL COLLEGIO DI BRESCIA 977 pagine che ora si aggiunGli standard di qualità intengono al patridono, con la garanzia di Uni, formonio tecnico della categoria, nire ai geometri gli strumenti di si è svolta a Misupporto alla competitività, alla lano il 25 genprotezione dei consumatori, alla naio u.s. nella sede dell’Uni di tutela dell’ambiente e alla quavia Sannio. Elità dei prodotti e dei processi. rano presenti i delegati di tutti i Collegi italiani e gli staff dirigenziali del- campi dell’operatività indul’Uni e del Cng. Per l’Ente striale. Per la prima volta, e Nazionale di Unificazione il in collaborazione con i geoPresidente Piero Torretta e il metri italiani, si è applicata a Direttore Responsabile a scrivere le regole di un proRuggero Lenzi. Per il nostro cesso di lavoro intelletConsiglio Nazionale il Presi- tuale». Le nuove norme Uni dente Savoldi e il Consi- per i geometri (come tutte le gliere Antonio Benvenuti. altre che fanno parte del paQuesti, dal 2009, ha assunto trimonio tecnico del nostro il delicato e gravoso compito Paese) costituiscono – ha soggiunto Lenzi – «uno struI documenti sono stati eleborati mento di lavoro non obbligamediante un processo traspatorio, ma consirente e democratico, al quale derato dagli addetti una “legge tutti gli iscritti hanno partecipato di fatto». inviando i propri commenti con il La complessità del lavoro per la proposito di fornire agli operadefinizione tori riferimenti precisi e anche di degli standard rilevanza contrattuale. qualitativi e la sua tempistica di approvadi coordinare le aspettative zione sono dipesi dalla mee le esigenze della categoria todologia del processo Uni, con le metodologie norma- che prevede, per ogni specitivo-gestionali dell’ente fica, almeno quattro paspreposto alla stesure delle saggi: la raccolta delle esigenze; la stesura del docunorme. «Da sempre, per meglio dire mento; l’esame degli adda 90 anni, – ha precisato il detti; la pubblicazione della Direttore Lenzi nel suo in- norma. tervento – l’Uni si applica Il nostro Consigliere Benvequotidianamente a normare nuti, dopo aver messo l’aci processi produttivi in tutti i cento sul cambio epocale che un progetto normativo riore (quella professionale come quello degli standard dei geometri), siano essi i qualitativi ha comportato colleghi iscritti che opeper la categoria, ha sottoli- rando per la categoria nella neato «che finalmente la sot- formazione continua e nella toscrizione dei disciplinari di scuola dei geometri in aiuto incarico potrà fare riferi- alle docenze tecniche». mento anche ai riepiloghi delle Le norme tecniche costituiscono specifiche normative, quelle “un capitale di conoscenza di vaovviamente che lore inestimabile che agevola interesseranno l’incarico scelte consapevoli del mercato, stesso». aiuta ad elevare la concorrenza Il Presidente del Cng Fausto dalla mera compressione del Savoldi, dopo i costo verso una competizione rituali ringraziache sa riconoscere il merito e l’ementi a tutti coloro che hanno quilibrio tra qualità della prestapartecipato al zione e prezzo del prodotto-serprogetto, ha invece sottolivizio offerto” come ribadito duneato che i georante l’incontro di presentazione. metri «continuando ad essere profondamente legati al territorio, ed Sarebbe un passo significaessendo la loro attività tivo per il raggiungimento di molto variegata e rivolta a quel salto di qualità nella una pluralità di soggetti, ne- preparazione professionale cessitano di regole precise», dei futuri geometri tanto auche ora finalmente sono spicato, ma finora mai ottestate messe a disposizione nuto. ❑ della categoria. «Regole precise alle quali – ha aggiunto un Gli standard di qualità svolgono po’ provocatoquindi anche una funzione forriamente Savoldi – dovrebmativa e, quale incentivo al mibero però riglioramento della conoscenza e spondere dell’autonomia professionale, anche tutti gli addetti alla forconsentendo anche una giusta mazione proottimizzazione nell’uso delle rifessionale, siano essi i dosorse. centi della scuola supeIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 15 DOSSIER SCUOLA Rinnovare il praticantato per garantire l’accesso alla professione Non funziona il praticantato, che non prepara i geometri liberi professionisti di domani; non funziona l’esame di Stato che continua a basarsi non sulla pratica di saper fare il geometra, ma è al più una riedizione dell’esame di maturità. Ce lo diciamo da anni, ma stavolta non ci accontentiamo di dirlo e ripeterlo. Presentiamo invece una proposta, figlia del lavoro dei colleghi e del prof. Fulvio Negri, per tanti anni preside del “Tartaglia”, che intende riformare radicalmente il praticantato e l’esame. L’abbiamo elaborata oltre un anno fa ed abbiamo cominciato a farla circolare tra i colleghi di mezza Italia, ricevendo ovunque attenzione e consenso. Approfittando della ormai prossima massima assise della categoria a Rimini, la presenteremo ufficialmente ai presidenti dei Collegi ed ai delegati di tutto lo Stivale, affidandola poi al nuovo Consiglio nazionale perché la traduca in una iniziativa capace di cambiare un sistema di accesso alla professione che non funziona più e penalizza la categoria, i geometri di oggi e quelli di domani. In vista dell’importante e forse decisivo appuntamento in Romagna, abbiamo incontrato al Collegio alcuni dei colleghi che hanno svolto anche quest’anno il non facile compito di commissari interni agli esami di stato (i geometri Isidoro Di Maria, Tiberio Mancini e Sergio Pagnoni, insieme al professor Cominelli del Tartaglia) nonché alcuni ragazzi che hanno terminato il praticantato e superato l’esame (Thomas Bediako di Chiari, Erika Giacomini di Prevalle e Mattia Poli di Villa Carcina) . Qui di seguito trovate la proposta illustrata dal prof. Negri ed un sunto della chiacchierata con i colleghi ed i giovani, alla quale ha preso parte oltre al direttore anche il presidente del Collegio geom. Giovanni Platto. La situazione più, è ugualmente ovvio che le agenzie formative devono a loro volta offrire maggiori opportunità di crescita. Per Negri dirla senza mezzi termini, sia nella scuola che nei luoghi che ospitano i praticanti (studi, imprese, cantieri, o uffici pubblici) il percorso formativo offerto non è sempre adeguato al bisogno di implementare la preparazione tecnica che per di più è destinata a diminuire in esito dal quinquennio: infatti la recente riforma, magari a ragion veduta, tende a dare maggior spazio agli aspetti educativi e alle competenze di base e trasversali, contraendo invece il monte ore destinato alle materie profesionalizzanti. La specializzazione viene rinviata al dopo diploma. Ma l’alta formazione tecnica è rappresentata da un’offerta ancora assai limitata, per cui parecchi ragazzi, una volta u- I La proposta bresciana l modesto miglioramento non cambia il Fulvio senso dell’analisi dei risultati: quasi la metà dei candidati risulta bocciata a fronte del 5% al momento della maturità, a conferma di uno iato profondo tra due momenti di verifica. Evidentemente il biennio che intercorre fra la fine del percorso scolastico di ordinamento e l’esame di Stato non risulta proficuo per la preparazione di molti neo-diplomati. Certamente vi sono in taluni casi responsabilità individuali concernenti lo scarso impegno e l’interesse approssimativo di qualche allievo, ma è altrettanto inconfutabile che molti, troppi ragazzi non sono acconciamente accompagnati in quel tratto di cammino che dovrebbe introdurli alla professione. Se per l’ingresso nella categoria si chiede agli aspiranti di 16 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 DOSSIER SCUOLA Esami di Stato per l’esercizio della professione di geometra Esami di Stato per l’esercizio della professione di geometra Riepilogo della sessione 2011 Riepilogo della sessione 2012 Candidati ammessi Candidati presentati Candidati non presentati Esiti positivi Esiti negativi Percentuale di abilitati 289 251 38 155 96 62% sciti dal circuito scolastico tradizionale, non trovano valide occasioni per rafforzare la loro preparazione nelle dicipline di indirizzo che vengono testate nell’esame di Stato. Qualche singola scuola generosamente opera, insieme al Collegio, per surrogare con corsi di ripasso allestiti a ridosso dell’esame l’asenza dell’Istituzione (appunto con la “I” maiuscola) che continua a latitare. Ma non può bastare affastellare in un tempo ristretto e lontano dall’origine dell’iniziale apprendimento un trafelato tentativo di recupero delle discipline d’area, parte delle quali non sono state più frequentate ed aggiornate da molti candidati nemmeno nell’ambito del tirocinio, perché investiti da incarichi molto settoriali o, peggio, impiegati in segmenti di scarso spessore. L’esame cala impietosamente le sue richieste di conoscenza a tutto campo anche su questi soggetti che hanno cumulato lacune rilevanti. Che fare S e non si interviene e ci si limita alla disanima i risultati non miglioreranno. Come agire allora per colmare l’abbandono in cui versa parte dei nostri giovani anelanti l’ingresso nella categoria? Senza presunzione di soluzioni miracolistiche si può riprendere una proposta già avanzata su queste pagine e cercare di realizzarla almeno a livello sperimentale. Ai giovani che si dichiarano disponibili si dia la possibilità di alternare sistematicamente due fasi formative: una rap- G li esami di Stato di quest’anno hanno fatto registrare percentuali di promozioni più omogenee rispetto al passato, annullando diversità che non avevano di fatto ragione d’essere e si potevano spiegare solo con un non omogeneo criterio di valutazione degli elaborati e della preparazione dei candidati. Ma la percentuale dei bocciati è ancora altissima: come mai? I ragazzi sono meno preparati? O è l’esame che non consente ai candidati di esprimere il loro valore, il loro saper fare? Vorrei che a rispondere fossero prima i colleghi geometri commissari d’esame che, se non daranno risposte troppo diverse l’uno dall’altro cercheremo poi di unificare, come sempre, in una sola voce. «Diciamo subito che la mag- Candidati ammessi Candidati presentati Candidati non presentati Esiti positivi Esiti negativi Percentuale di abilitati presentata dalla pratica fondamentale del tirocinio, modellizzato però secondo protocolli comuni che consentano un’ampia esplorazione attiva delle tematiche principali del lavoro del geometra, l’altra, fatta di moduli periodici, da organizzare in ticket con le scuole, che favoriscano momenti di ripresa (nonché di aggiornamento) della riflessione teorica in ordine alle conoscenze e competenze essenziali all’esercizio della professione. Tutto ciò consentirebbe di tenere vivo il bagaglio culturale fondamentale e di acquisire progressivamente i segreti dell’arte anche tramite l’attività in situazione. I comportamenti dei candidati nel corso di quel cammino andrebbero testati sulla base di criteri condivisi in modo che ciascuno di essi arrivi all’esame con un portfolio che certifichi i risultati conseguiti sull’esempio del sistema dei crediti. La commissione dell’esame di Stato avrebbe un elemento di valutazione in più, molto probante, e l’esaminando potrebbe affrontare il cimento più attrezzato, soprattutto se contestualmente gli esaminatori a loro volta unificassero le modalità di valutazione. Già dalle prossime leve di diplomati si dovrebbe quanto meno avviare una sorta di prova generale del progetto per misurarne gli effetti al momento dell’esame: se, come ritengo, le risultanze fossero palesemente positive in termini di successo dei candidati, quello potrebbe divenire il modello da adottare anche con tutte le integrazioni del caso. ❑ Praticantato con troppe incognite Esame di Stato teorico ed inutile giore omogeneità nei giudizi non è frutto del caso, ma d’un lavoro a monte che tutti i colleghi commissari d’esame hanno fatto insieme al Collegio stabilendo una griglia di valutazione comune ed applicandola con il mas- 282 241 41 155 86 64% simo del buon senso. Ma la sensazione in verità è se è vero che passano l’esame in pochi è altrettanto vero che sarebbero ancora meno se non si cercasse in ogni modo di aiutare i candidati. Se fossimo stati solo un po’ più ri- gidi a passare l’esame sarebbe stato a mala pena il 10% dei candidati. L’impreparazione che verifichiamo ha dell’incredibile; per qualcuno fa dubitare addirittura che siano mai stati in uno studio professionale o abbiano mai preso in mano un disegno. E va rimarcato che quest’anno i compiti erano, a parere di tutti, molto, molto facili» Eppure questi stessi ragazzi solo due anni fa hanno superato l’esame di maturità… “Sì, ed anche questo esame di abilitazione professionale non è molto diverso da una prova tecnica per la maIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 17 DOSSIER SCUOLA Momenti dell’intervista turità. Eppure si ha la sensazione che nei due anni di praticantato moltissimo abbiano dimenticato quel poco o quel tanto che avevano studiato all’istituto superiore. E si badi bene, non è questione di ricordare una formula matematica, ma elementi basilari, semplici schizzi, questioni facili facili». Vi siete chiesti il perché di questa situazione? «La prima risposta chiama in causa la scuola, che ogni anno sembra progressivamente diluire l’insegnamento tecnico ai ragazzi, anche per le disposizioni della recente riforma della scuola superiore. Cosa che peraltro ci conferma anche il professor Cominelli: nei nuovi programmi degli ex Istituti per geometri il contenuto professionalizzante tende ad annacquarsi; in altre parole i fondamenti della professione, di fatto, si imparano solo dopo la maturità nel praticantato». Ma l’esame coglie davvero la reale preparazione professionale di un ragazzo? «No, l’esame è ancora totalmente scolastico, è ancora totalmente teorico, soprattutto nella parte scritta, mentre all’orale riusciamo talvolta a fare emergere gli elementi del saper fare, ovvero quello che dovrebbe essere il bagaglio acquisito durante i due anni nello studio del collega. E purtroppo spesso scopriamo che in questi due anni è stato fatto ben poco». 18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 Pertanto è il praticantato che non funziona, siamo noi geometri che non sappiamo far crescere i ragazzi? «In parte è certamente così, ma c’è innanzitutto una questione da porre: la questione della motivazione. Ovvero: troppi ragazzi fanno il praticantato senza realmente voler diventare liberi professionisti. Stanno lì, quasi parcheggiati dalle famiglie o da loro stessi, sperando di capire cosa vogliono fare da grandi o scommettendo su mille altre possibilità: fare il calciatore, entrare nel mondo dello spettacolo o, più semplicemente, in un impiego meno responsabilizzante, trovare un posto in banca o in qualche impresa». Quindi non sono geometri mancati perché bocciati all’esame, ma perché in verità hanno pensato ad altro nei due anni di praticantato? «In moltissimi casi è proprio così. Molti, anche al termine dell’istituto superiore, non sanno neppure cosa fa realmente un geometra. Ecco perché varrebbe la pena che il Collegio intensificasse la sua presenza negli istituti, incontrando i ragazzi delle quarte e delle quinte per mostrare loro cos’è la professione, cosa offre ma anche cosa chiede. Avremmo così più ragazzi che scelgono di svolgere il praticantato con un minimo di reale conoscenza della professione». E poi c’è la questione del praticantato… «Esattamente, perché fa- cendo i commissari ci siamo accorti che spesso, anzi quasi sempre, quello che il ragazzo dice di aver fatto durante il praticantato non è vero, non è minimamente stato fatto. Tenete conto che, nel tentativo di aiutare chi mostra anche solo di saper far qualcosa allo scritto, l’orale parte sempre da un argomento che il ragazzo dichiara di aver fatto durante il praticantato. Se, ad esempio, un ragazzo dice di aver lavorato da un catastale, parliamo di Catasto e spesso scopriamo che non sa neppure cos’è il Catasto, quali pratiche si fanno in quella sede. Non dico di usare il Docfa o sistemi simili, ma neppure perché un cliente si rivolge allo studio per una pratica catastale». DOSSIER SCUOLA Il prof. Fulvio Negri e (sotto) il presidente del Collegio di Brescia geom. Giovanni Platto In buona sostanza la vostra sensazione è che anche nei due anni nello studio i ragazzi imparino ben poco… «Per amore di verità dobbiamo dire che chi è stato in uno studio solitamente qualcosa, magari poco, ha imparato, mentre sono deludenti oltre ogni possibile considerazione i ragazzi che sono stati nei Comuni o in un’impresa. Lì hanno davvero buttato via il loro tempo». Resta comunque anche il problema di chi ha fatto la pratica da un catastale e non può neppure conoscere il lavoro degli altri geometri… «Proprio così. E siccome ormai molti di noi hanno finito per specializzarsi occorre abbinare al praticantato vecchia maniera, corsi specifici ed esperienze diverse. Solo così potremo sperare di offrire ai ragazzi l’opportunità di conquistarsi quel bagaglio di conoscenze professionali senza le quali non potranno offrire nulla al mercato». Urge pertanto riformare il praticantato. Lo diciamo da molto tempo, però in questi ultimi mesi abbiamo anche preparato, con l’aiuto del professor Negri, una proposta: cosa ne pensate? «È l’unica soluzione possibile. Bisogna infatti ormai pensare ad un sistema formativo superiore che si basi tanto sul lavoro nello studio quanto sui corsi al Collegio ancora all’istituto per geometri o all’Università. Un percorso le cui tappe siano valutate e certificate, più o meno come succede a chi fa l’università e dà, di volta in IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 19 DOSSIER SCUOLA Il presidente Giovanni Platto e il direttore della rivista Bruno Bossini volta, un esame su una singola materia raccogliendo i crediti che potrà presentare a fine percorso». «Ed è questa l’unica formula possibile – aggiunge il professor Cominelli – una formula che abbini scuola e lavoro, studio professionale ed aula scolastica, perché la sola scuola, anche post diploma, non riuscirebbe a trasmettere quel contenuto professionalizzante che ci interessa. Ed è per questo che tocca alla categoria costruire una parte significativa di questo sistema». «È esattamente quello che stiamo facendo – afferma il presidente Platto – pur tra mille difficoltà e sapendo che ci muoviamo su un ter20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 reno incerto invaso da norme d’ogni genere e con il controllo occhiuto della burocrazia, nemica di ogni innovazione. Stiamo moltiplicando innanzitutto la nostra presenza negli istituti superiori, stiamo moltiplicando le occasioni di incontro tra geometri liberi professionisti e ragazzi degli ultimi anni delle superiori, stiamo mettendo i colleghi a disposizione delle scuole per rendere più concreta ed attuale la lezione delle materie tecniche. È uno sforzo di non poco conto nel quale crediamo moltissimo. Nello stesso tempo abbiamo elaborato, d’intesa con il professor Negri, una proposta articolata di riforma del pra- ticantato (con corsi e stage da abbinare alla presenza nello studio professionale) e dell’esame che intendiamo non solo far conoscere ed approvare dall’assise di Rimini (così che diventi non la proposta di Brescia ma di tutti i geometri italiani) ma che almeno in alcune sue parti intendiamo applicare al più presto possibile, senza at- tendere le lungaggini della burocrazia. Siamo infatti fermamente convinti che ai ragazzi i contenuti professionali può darli solo la categoria, impegnandosi ad attuare fino in fondo il nuovo regolamento basato sulla qualità delle procedure. Tanto per capirci, chi d’ora in avanti prenderà un prati- cante dovrà impegnarsi a fargli svolgere il praticantato secondo un modello ben preciso, garantendo insegnamenti e trasmissione di competenze, anche con la frequenza a corsi del Collegio, secondo un programma definito e comune a tutti i geometri d’Italia. È un percorso non semplice, ma che ci siamo impegnati a fare: da Rimini aspettiamo il via libera dell’intera categoria». Grazie presidente. Adesso vorrei sentire i ragazzi: qual è stata la vostra esperienza di praticantato e d’esame? A voi è andata bene, ma perché sono tanto pochi i promossi? «Non sono pochi i promossi. Non sono pochi perché la percentuale non legge la realtà effettiva. Su cento ragazzi che si presentano all’esame c’è ne’è 25/30 che in realtà il praticantato non l’hanno praticamente fatto. Pur escludendo quei casi, che comunque ci sono, nei quali il praticantato è stato solo la firma compiacente sulla pratica da parte di un geometra amico di famiglia, molti svolgono il praticantato semplicemente parcheggiandosi in uno studio e continuando a seguire i loro interessi, magari l’università con facoltà lontane dal settore come filosofia o scienza della comunicazione, oppure preparando concorsi pubblici o colloqui per l’impiego. Nello studio professionale ci stanno solo a perdere tempo magari perché i genitori gliel’hanno imposto; allora giocano con il computer, stanno su Facebook e al più fanno qualche DOSSIER SCUOLA fotocopia. Questi ragazzi non solo non saranno mai geometri liberi professionisti, ma non vogliono neppure esserlo: sono parcheggiati in attesa di un’occasione diversa. Se depuriamo i numeri da questi casi, scopriamo in definitiva che i promossi sono tanti». Voi comunque siate tra quelli che sono passati: com’è andata? «Quest’anno è stato semplice e noi tre siamo passati al primo tentativo. Avevamo tutti fatto un buon praticantato, nel senso che siamo stati coinvolti dallo studio fin dal principio in tutte le pratiche, spesso ci è stato chiesto un parere, siamo andati in cantiere e al catasto, abbiamo seguito la progettazione, la sicurezza, la direzione lavori. Inoltre dove non è arrivata la pratica nello studio professionale, molto ha fatto il corso di preparazione svolto qui al Collegio: abbiamo rinfrescato le nozioni delle superiori e completato la preparazione studiando a casa. Nel complesso non è stato difficile anche perché il compito era abbordabile e la commissione ci ha poi aiutato a far emergere nel colloquio quel poco o quel tanto che sapevamo. Resta solo da aggiungere che all’esame ci aspettavamo qualcosa di più concreto e di meno teorico, mentre si è trattato di una sorta di riedizione della maturità. Peccato». Voi siete stati dunque fortunati col praticantato e bravi a seguire la preparazione finale ed a studiare. Ma a- desso vi sentite pronti alla professione? «No e pensiamo in effetti che nessuno dopo l’esame possa aprire a cuor leggero un suo studio. Noi stiamo cominciando con piccole cose, oppure abbiamo scelto di specializzarci con qualche corso specifico ed offrire la nostra collaborazione allo studio dove abbiamo fatto il prie competenze e aprono nuove opportunità di lavoro. Siamo fortemente impegnati su questo versante, ma anche per il praticantato non restiamo con le mani in mano, ma cercheremo di anticipare la riforma. Scuola e lavoro, presenza attiva negli studi e corsi al Collegio debbono essere il programma condiviso da tutti i ragazzi portafoglio di competenze da mostrare e una vera preparazione da poter poi proporre al mercato. Senza questo cammino avere altri geometri ben preparati domani è una pia illusione e il fallimento di questo obiettivo ci porterebbe in poco tempo all’estinzione della categoria. Di questo dobbiamo essere ben consci, praticantato. Per il grande salto nella professione ci vuole ancora un po’ di rodaggio». «Ed è anche in questo passaggio che il Collegio intende darvi una mano – aggiunge il presidente Platto – Ogni giorno qui ci sono corsi di specializzazione che consentono di migliorare le pro- che vogliono diventare geometri liberi professionisti. È un percorso che sta a cuore alla categoria e al Collegio di Brescia: la professionalità ai giovani la dobbiamo dare noi e la dobbiamo certificare con esami e la concessione di crediti passo dopo passo cosicché il giovane arrivi all’esame di stato con un suo contro questa possibile deriva vogliamo e dobbiamo opporci. Le idee ci sono, in parte le stiamo già realizzando ora, non resta che metterle in pratica compiutamente e con l’aiuto di tutti». ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 21 SCUOLA Leo Matesich Inquadramento topografico dell’abitato di Salò eseguito dagli studenti del “C. Battisti” Dal professor Leo Matesich – fino all’anno scorso docente di topografia nell’Istituto “Cesare Battisti” di Salò – riceviamo la segnalazione di un importante lavoro svolto in quella scuola, nel corso di più anni, dagli studenti del triennio del corso di topografia. Pubblichiamo volentieri l’articolo del Professore – molto rimpianto – e alcune fotografie che mostrano l’impegno degli studenti durante le lezioni pratiche. Da parte nostra, ci complimentiamo con il prof. Matesich che ha coordinato l’oneroso rilievo. Ci piace anche sottolineare l’importanza di esercitazioni di questo tipo e di questa complessità nella formazione tecnica degli studenti. S i è svolto, per oltre un decennio, presso l’I.T.C.G. “Cesare Battisti” di Salò, un progetto di inquadramento topografico dell’abitato in cui è situato l’Istituto stesso, dalle classi del triennio geometri, come didattica di Topografia-Pratico (Topografia è l’unica materia che prevede tre voti: scritto, orale e pratico ). Il territorio oggetto del rilievo comprende gran parte dell’abitato e del lungolago del comune di Salò, con elementi terminali nelle seguenti zone: Carmine, Pozzo, Campoverde, Mulino. Su tale superficie, di circa 200 ettari, sono stati segnalizzati permanentemente, tramite chiodi topografici, 565 punti di inquadramento (PI) costituenti una rete iperdeterminata (con oltre 3000 osservazioni sovrabbon22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 danti) dai quali sono stati rilevati 33 punti fiduciali catastali (PF) e un gran numero di punti di dettaglio (PD) di zone di specifico interesse. Le determinazioni planimetriche sono state svolte con la procedura di rilievo tradizionale per irraggiamento da punto stazione, utilizzando le quattro stazioni to- tali presenti in Istituto (Sokkia, Sokkisha e Topcon), in corrispondenza ai vari punti di inquadramento collimando tutti i punti d’inquadramento visibili dal punto stesso; punti di interesse non acquisibili con tale tecnica sono stati rilevati per intersezione diretta da due o più punti d’inquadramento. Poligonazioni chiuse o aperte vincolate sono derivate dalle operazioni di rilievo per irraggiamento svolte. Per le determinazioni altimetriche, sono state allestite, e in parte risolte, cinque linee di livellazione, per livellazione geometrica dal mezzo utilizzando i quattro autolivelli (Kern e Sokkia) presenti in Istituto e riferendo le quote a un punto arbitrario posto in corrispondenza al P.I. denominato 20600, situato in Piazza Serenissima, al quale è stato attribuita la quota 66.00m . Il complesso dei dati di rilievo si traduce in un file denominato ITCAS.xls (prodotto da programma Excel) di circa 8MB predisposto per il riporto dei libretti di campagna, l’organizzazione e il filtraggio dei dati di rilievo e in una terna di file derivanti da elaborazione dei dati raccolti nel foglio elettronico suddetto: 12100.dat (PI) 12200.dat (PI e PF) e 12300.dat (PI, PF e PD) con programma Pregeo per un’estensione di 9086, 10029 e 21300 righe rispettivamente. Dai file .dat suddetti, tramite opportuno software to- SCUOLA pografico (Meridiana, Vigeo, Unico, ecc.) si creano i file 12100.dxf, 12200.dxf e 12300.dxf (terna di file in formato grafico universale a livello di dettaglio crescente) acquisibili da programma autocad per ottenere il relativo file di estensione dwg . L’incertezza media in planimetria è dell’ordine dei 10 cm, con diminuzione ai 2 cm per ambiti limitati. L’incertezza media in altimetria è dell’ordine del cm. Il progetto rappresenta una base per lo sviluppo e il mantenimento di una rete di punti di inquadramento capillarmente distribuiti e segnalizzati su parte del territorio comunale; tale rete, determinata plano-altimetricamente e ancorata alla rete di punti fiduciali catastali, permette il rilievo di dettaglio di zone di particolare interesse del territorio di Salò; è auspicabile che alle tecniche e strumentazioni tradizionali finora utilizzate vengano aggiunte risorse di utilizzo corrente per il geometra-topografo (sistemi di posizionamento satellitare, rilevamento tramite laser-scanner, fotogrammetria e telerilevamento). Documentazione e file relativi al progetto si rendono disponibili per i tecnici e per gli enti territoriali come contributo allo svolgimento di interventi locali (la topografia è un servizio all’edilizia) e all’aggiornamento della cartografia urbana . ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 23 SCUOLA Quattro passi nell’architettura moderna in una mostra degli studenti dell’Olivieri R ecentemente abbiamo appreso che da quest’anno l’Istituto d’istruzione superiore “Tartaglia” e il liceo artistico statale “Olivieri” di Brescia fanno parte dello stesso plesso scolastico. La sede dell’Olivieri è in Corso Matteotti, in Palazzo Bargnani, già sede storica del “Tartaglia” fino alla fine degli anni Sessanta. La costituzione dell’Istituto d’istruzione Superiore “Tartaglia-Olivieri” è una novità non di poco conto, non foss’altro per il rilevante numero degli iscritti: 650 al “Tartaglia” e 750 all’”Oli- vieri”. L’occasione per conoscere meglio i nuovi “cugini” degli aspiranti geometri è stata offerta dall’annuale mostra didattica della loro sezione di 24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 architettura, tenuta nella sala dei Santi Filippo e Giacomo di via Battaglie nel dicembre scorso. Vi erano presentati i loro migliori lavori di modellistica architettonica ispirati ai più significativi edifici del mondo realizzati da famosi architetti (Richard Meier, Peter Eisenmam, Henry N. Cobb, Jean Nouvel, Teodoro Gonzales de Lein - Francisco Serrano, Norman Foster, Santiago Calatrava, Richard Rogers, Renzo Piano, William Pedersen e altri), ma anche modelli frutto della fantasia di alcuni allievi. Alcuni lavori, riproducevano edifici anche della nostra città. Li hanno realizzati, in scala 1:400, coppie di allievi utilizzando prevalentemente il poliplat bianco (un materiale in lastre sandwich di poliuretano espanso e superfici in cartoncino) nei laboratori dell’Istituto. I plastici esposti, molto ben fatti, hanno rivelato da parte degli allievi grande perizia realizzativa e abilità manuale elevata. Le classi impegnate sono state: 4aI, 4aF, 5aL e 5aN per un totale di 70 allievi; non tutti però hanno seguito questi progetti: altri, nel contempo, procedevano con programmi curriculari differenti. Il corso di 40 ore settimanali che questi studenti seguono comprende oltre a 8 ore di architettura e geometria anche 11 ore di laboratorio. All’inaugurazione della mostra c’era naturalmente il massimo dirigente scolastico del plesso prof. Paolo Taddei, che ha vivamente elogiato gli studenti per il lavoro eseguito, la delegata alla mostra prof.ssa Vanna Capelli, e l’assessore alla Cultura del Comune di Brescia Andrea Arcai. Quest’ultimo è intervenuto per sottolineare la spiccata propensione di Brescia verso l’architettura d’avanguardia, aggiungendo che «la nostra città ha bisogno di ragazzi che credono nel futuro». Ha anche ricordato come in tempi passati l’ente pub- blico committente fosse obbligato a stanziare il 2% del valore delle opere realizzate per abbellirle, spesso per mano di importanti artisti. D a parte nostra ci auguriamo che l’incontro fra due entità scolastiche diverse – il Tartaglia e l’Olivieri –, ma che entrambe hanno a che fare con l’arte del costruire, produca un interscambio di esperienze culturali a vantaggio di un arricchimento generale della formazione degli allievi. ❑ SCUOLA IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 25 LAVORI DI GEOMETRI Quando il terremoto ti coglie sul ponteggio nel bel mezzo di un importante cantiere I Il geom. Dario Righetti si è diplomato all’Istituto Tecnico Tartaglia di Brescia nel 1978; è libero professionista dal 1983 e si occupa di progettazione e direzione lavori per opere civili e industriali, di piani di lottizzazione, di urbanistica. È autorizzato alla realizzazione di opere soggette a nullaosta VV.FF.; certificatore energetico e collaudatore di OO.PP. della Regione Lombardia; specialista in piani di sicurezza e coordinamento anche per cantieri complessi, redattore di Pos per le imprese. Perizie giudiziali e stragiudiziali, consulente in transazioni immobiliari, cura redazione di documenti e preventivazione per le imprese nel campo dei LL.PP. Appassionato di meridiane, vive e lavora a Gussago. 26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 l sapere tecnico che il mercato richiede ai geometri professionisti è in questi anni talmente aumentato che la tradizionale polivalenza – vanto e merito proverbiale della categoria – è oggi non più sufficiente ad assicurare ai geometri professione e carriera. Tale assunto – ormai serenamente accettato da tutti – ha fatto sì che la stessa categoria abbia, con sempre maggiore determinazione, promosso percorsi di specializzazione post diploma seri e approfonditi nei più vari settori professionali: sia in quelli di più ovvia e antica tradizione, sia in quelli più nuovi e avanzati. Come a dire che il geometra, oggi, è un tecnico che non solo deve sapere tutto in generale (come da percorso scolastico), ma anche che, in specifici ambiti (come da specializzazioni conseguite e certificate) deve stare alla pari o, addirittura, smarcarsi anche dai tecnici di più “scintillante” titolo. Questo, non per innescare una competizione con i laureati – che non giova a nessuno –, ma, al contrario, per collaborare con loro a pari livello in precisi ambiti, ricavandone reciproci vantaggi economici e uguale dignità professionale. Collaborare, ma come? Lavorando con essi in équipe pluridisciplinari, dove i singoli partecipanti, in funzione di uno scopo comune, in modo armonico fra loro, gestiscono il proprio apporto attraverso una continua correlazione di interscambi, di confronti, di contributi, di suggerimenti. Ci sembra emblematico, in tal senso, l’esempio di cui siamo venuti a conoscenza e che, attraverso la rubrica “Lavori di geometri” vogliamo e- rando su opere del passato, sporre: quello dello “Studio le si conoscono più profonassociato arch. Stefano Car- damente. Conoscendo metella e geom. Renata Dri”, glio il lavoro di chi ci ha preche ha invitato alla collabo- ceduto nell’operosità, nelrazione il collega geom. l’impegno e nell’ingegno caDario Righetti – tecnico di piamo meglio noi stessi, le provata esperienza in dire- nostre opere e il nostro zione lavori e cantieristica – tempo. Per sapere chi siamo quale coordinatore per la si- e dove vogliamo andare curezza nel restauro della dobbiamo conoscere da Parrocchiale di Gussago: un dove veniamo. cantiere importante. Perché l cantiere del quale importante? intendiamo parlare, Sappiamo che ogni cantiere ha riguardato la chiedi restauro è apprezzabile, poiché rinnova e riporta agli sa parrocchiale preposituantichi splendori opere più rale pievana con il titolo delo meno note di autori famosi l’Assunta di Gussago centro. o semplicemente di arti- L’edificio, iniziato nella giani che, con la loro opera, prima metà del XVIII secolo hanno contribuito al pro- e aperto al culto nel 1760, fu gresso di tutti noi. Lavo- completato circa cent’anni I LAVORI DI GEOMETRI In senso antorario: le “perdite” del tetto della Parrocchiale di Gussago nel 2011; ponteggi (?)nel sottotetto della chiesa; diagnosi alla struttura lignea della copertura. dopo attorno alla prima metà del XIX secolo, rappresentando, da allora, il “luogo” per eccellenza identificativo della cittadina e che è tuttora uno degli angoli più suggestivi e frequentati del paese. La Parrocchiale di Gussago era già stata oggetto di interventi di restauro alla facciata tra il 1980 e il 1981 sotto la guida della Soprintendenza di Brescia, ma il dilavamento meteorico in questi trent’anni ne aveva però alterato il colore e in parte compromesso l’intonaco. In anni successivi venne attuato anche un intervento di restauro sulla copertura della navata, consistente nella sostituzione di tutti i travetti secondari e dell’assito, con la posa di lastre sottocoppo (onduline) e la sostituzione di parte dei coppi. Le onduline, però, non fissate, col tempo erano scivolate creando problemi di infiltrazione d’acqua piovana, i cui effetti erano visi- bili anche ad occhio nudo sull’intradosso della volta della navata. Cosicché il rev. Prevosto don Adriano Dabellani, parroco e titolare della chiesa, allarmato per i danni che le infiltrazioni avrebbero potuto produrre sugli affreschi che ornano l’intradosso dei volti, allertava l’arch. Tarcisio Belleri (storico coadiutore della parrocchia per le opere edilizie) per eventuali lavori di sistemazione. I l tecnico però, considerata la sua età, indicava nello Studio associato arch. Stefano Cartella e geom. Renata Dri di Gussago, suoi sostituti, riservando per sé la “supervisione” delle opere. I due tecnici indicati, affrontando “ingegneristicamente” i lavori, si sono avvalsi della consulenza e della collaborazione di specialisti per le rilevazioni propedeutiche e per la stesura del progetto che sarà la costante opera- tiva durante tutti i lavori: quello che si può definire un lavoro in équipe. In particolare l’ing. Elide Tomasoni è stata incaricata di svolgere le verifiche statiche e sismiche e ha redatto il progetto strutturale di cui nel presente articolo sono riportati alcuni stralci. Si condussero le necessarie indagini storiche, dalle quali emerse che nei primi dell’Ottocento gli architetti Vantini e Donegani erano già intervenuti per contrastare IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 27 LAVORI DI GEOMETRI notevoli dimensioni: la navata all’interno è lunga m 28,00 e larga m14,70. Il presbiterio è largo m14,10 e lungo 12,70; il raggio dell’abside è di m 4,80. La muratura perimetrale, realizzata con pietre irregolari legate con malta compatta e resistente, ha spessore variante da m 1.15 a m 1.45. La copertura, a due falde, è realizzata con terzeri lignei, poggiati su capriate, sui quali poggia l’orditura secondaria. Le capriate, dopo 250 anni di vita, sono tutt’ora perfettamente integre. La struttura secondaria, invece, oltre che sottodimensionata rispetto ai reali carichi d’esercizio era deteriorata dall’umidità e dalle infiltrazioni. Nel tempo erano stati inseriti puntelli precari poggianti direttamente sulla volta, rimossi durante i lavori, perché incongrui con le sollecitazioni sia statiche che dinamiche a cui erano sottoposti. L’edificio nel suo complesso aveva resistito egregiamente per 250 anni ma, prima che si verificassero criticità irreversibili, era necessario intervenire con opere di consolidamento sismico-strutturale. alcune crepe di assestamento verificatesi nella volta della chiesa. Le pareti laterali, infatti, non reggevano adeguatamente le spinte della volta e i due illustri architetti ritennero indispensabile inserire delle chiavi supplementari di contenimento. Da allora agli anni Ottanta del secolo scorso più nulla fu fatto: la situazione rischiava 28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 di diventare molto critica. Alcune lesioni verticali nelle pareti e nelle volte delle cappelle laterali centrali risultarono provocate dalla spinta delle volte non efficacemente contrastata. Si riscontrarono lesioni in corrispondenza della facciata, quasi esattamente al centro delle finestre laterali, segno di un potenziale ribaltamento della facciata/timpano. Tali lesioni avevano forse suggerito all’epoca l’inserimento delle catene longitudinali. L’abside presentava fenditure originate dalla spinta delle travi di copertura sulla muratura. Nel complesso, i danni erano abbastanza limitati, ma destinati ad aggravarsi nel caso di eventi sismici anche non particolarmente gravi. L’edificio di cui parliamo ha L e analisi effettuate mostravano che l’edificio non era mai stato sottoposto a verifica statica rispetto ad alcuni dei più probabili movimenti sismici che si manifestano solitamente nelle chiese a pianta longitudinale: in particolare nei confronti del ribaltamento della facciata e dell’abside, e riguardo alla LAVORI DI GEOMETRI Operazioni di ricondizionamento della facciata e un particolare del restauro sotto il timpano. Particolare di una capriata alla palladiana, i ponteggi nel sottotetto della chiesa e l’intervento di affiancamento su una terzera. risposta cinetica trasversale dell’aula. Risultava perciò evidente che la chiesa di Gussago necessitasse di interventi, alcuni dei quali di primaria importanza: alla struttura per le azioni statiche, e altri, auspicabili e utili, per aumentarne la resistenza agli eventi sismici. Si decise che il miglioramento dell’equilibrio della struttura sarebbe stato ottenuto con: 1. il rinforzo degli elementi che costituiscono l’ordi- tura principale della chiesa e dell’abside; 2. la revisione dei nodi e dei collegamenti tra gli elementi portanti della copertura; 3. la realizzazione di un doppio assito irrigidito con bandelle metalliche, ancorato alla facciata; 4. la cerchiatura dell’abside, per contrastare la spinta della copertura e ridurre la vulnerabilità sismica riguardo al ribaltamento dell’abside; 5. l’inserimento di catene IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 29 LAVORI DI GEOMETRI A destra, la sostituzione di una terzera. Sotto: rimozione delle tegole del tetto; per eliminare la spinta delle cappelle laterali; 6. l’inserimento di catene nella sacrestia, per contrastare la spinta della copertura. Ciò stabilito, si decise di procedere in due stralci, dando precedenza innanzitutto alla navata con: a) restauro delle coperture; b) consolidamento strutturale e miglioramento sismico del fabbricato; c) restauro degli intonaci e delle murature esterne, gran parte delle quali non 30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 sono mai state toccate dai tempi dell’edificazione della chiesa. Non si è trattato di un intervento estetico, ma prettamente conservativo, perché finalizzato a garantire l’integrità delle murature e, quindi, la durata dell’edificio. Il 27 febbraio 2012, ottenuta dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici di Brescia, Cremona e Mantova l’autorizzazione a procedere alle opere di restauro conservativo della chiesa, si dava avvio ai lavori. LAVORI DI GEOMETRI Applicazione di rinforzo delle travi di copertura con tiranti e contraffissi IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 31 LAVORI DI GEOMETRI Particolare della copertura scatolare costituita da doppio assito incrociato. Sono ben visibili i tiranti in acciaio inox tipo BMF 80x2 mm con funzione di irrigidimento e controventatura della copertura. 32 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 La doratura applicata alla “dedica” della chiesa. LAVORI DI GEOMETRI IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 33 LAVORI DI GEOMETRI Fase di montaggio dei ponteggi in facciata. Si intravvedono sul fianco destro della chiesa la gru da 40 metri e il montacarichi. Nella pagina di destra: tre vedute dei ponteggi nel sottotetto poggianti sull’estradosso della volta. Come più sopra accennato, l’incarico di controllare e coordinare la sicurezza di tutti i soggetti coinvolti nel cantiere fu affidato al collega Dario Righetti di Gussago. Si trattava di un incarico particolarmente impegnativo per la dimensione del cantiere, per la quota alla quale si svolgevano prevalentemente i lavori, per la delicatezza della materia artistica sulla quale si ponevano le mani. Rigorose furono le operazioni che il geometra Righetti metodicamente se- guiva giorno dopo giorno, implicanti serie responsabilità riguardo alla sicurezza e al corretto svolgimento dei lavori. Si pensi solo che la maggior parte dei lavori si svolgevano a circa trenta metri d’altezza. 34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 F urono installati un montacarichi/ascensore con portata di una tonnellata del tipo utilizzato per l’esecuzione dei fabbricati di notevole altezza, così da agevolare l’accesso al sottotetto, LAVORI DI GEOMETRI Renata Dri, geometra, si è diplomata nel 1981; per 8 anni è tecnico in una primaria azienda di prefabbricazione; nel ’90 apre un proprio studio professionale per poi costituire, in Gussago nel ’93, lo Studio Associato con l’arch. Stefano Cartella; si occupa di progettazione, sicurezza, contabilità e gestione tecnico-amministrativa. Fra le sue realizzazioni per committenze pubbliche e private in coincarico: l’ampliamento e restauro del Cimitero di Gussago centro, la Biblioteca della scuola Bettinzoli di Brescia, il Centro giovanile di Palazzo Nava a Gussago, opere di viabilità per il Comune di Gussago, il restauro e risanamento della Parrocchiale dell’Assunta di Gussago. la zona di maggiore operatività, e una gru da cantiere alta circa quaranta metri con sbraccio di quarantacinque. Era importante inoltre verificare la rispondenza e la compatibilità tra i cavalletti e i completamenti/adattamenti eseguiti con tubo e giunto, con speciale nota di autorizzazione sul libretto di montaggio dei ponteggi stessi. Per ottimizzare l’utilizzo del ponteggio, considerata l’incidenza del suo costo, le opere furono divise in più fasi lavorative. Le voci del costo della logistica di cantiere, le opere provvisionali e antinfortunistiche, il diagramma di Gantt e il piano esecutivo dei lavori, erano sotto la la diretta responsabilità del geom. Righetti. L’impianto del cantiere doveva garantire la fruibilità dell’edificio sacro alla popolazione, come stabilito dalla committenza, e in modo da ridurre al minimo i disagi per la viabilità pedonale intorno alla chiesa, secondo quanto indicato dal Coordinatore Il geometra Mattia Poli si è diplomato nel 2010, ha sostenuto il praticantato nello Studio Tecnico Associato geom. Renata Dri - arch. Stefano Cartella. Durante il praticantato ha collaborato alla realizzazione di varie opere pubbliche e private, in particolar modo quelle per il restauro della zona monumentale del Cimitero di Gussago, la fase di rilievo, di progetto ed esecuzione delle opere di restauro della Chiesa Parrocchiale di S. M. Assunta di Gussago. Dopo aver sostenuto e superato l’esame abilitativo alla professione, si è iscritto nel 2013 all’Albo dei geometri di Brescia. Sta intraprendendo la strada della libera professione. per la Sicurezza dei Lavori. I pericoli dovuti alle sovrapposizioni di eventi (presenza di estranei, fasi lavorative contemporanee sulla stessa verticale, ecc.) venivano evidenziati sia sul Piano della Sicurezza sia sul Lay-out di cantiere, e, maggiormente nelle varie riunioni di coordinamento alla presenza di tutti i soggetti coivolti. I l computo metrico e la contabilità di cantiere, precisi e accurati, date le insolite voci di lavorazione, erano predisposti dal geom. Renata Dri, affiancata dal praticante geom. Mattia Poli (che, in altra parte della rivista esprime grande soddisfazione per l’esperienza acquisita in questa circostanza), aiutati dalla particolare perizia in ristrutturazioni e restauri dell’arch. Cartella, contitolare dello studio associato e della strutturista Elide Tomasoni con studio in Desenzano. L’ammontare totale dell'impegno di spesa, alla fine dei conti, risulterà prossimo al milione di euro, a dimostrazione della particolarità delle lavorazioni e dell’impiego di manodopera di alta qualificazione. I lavori edili e gli oneri relativi ai ponteggi erano affidati all’impresa Dalla Fiore di Gussago, mentre i lavori di restauro delle facciate e di ricondizionamento degli elementi statuari alla ditta gussaghese di restauro delle superfici architettoniche e artistiche dell’arch. Giuseppe Lorenzini. I lavori proseguivano celermente: nonostante le copiose precipitazioni del marzo e dell’aprile 2012 l’avanzamento dei lavori si percepiva visivamente con soddisfazione della committenza e della popolazione. Ma era in agguato un accadimento assolutamente imprevedibile che avrebbe IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 35 LAVORI DI GEOMETRI sconvolto i piani predisposti. Domenica 20 e martedì 29 maggio 2012, il terremoto di grande intensità che colpì l’Emilia procurò alcuni danni pure nella pianura bresciana e allarme anche a Gussago. Soprattutto la scossa del martedì 29 maggio procurò molto spavento alle maestranze presenti in cantiere. Circa alle nove del mattino gli operai che stavano lavorando alle strutture di copertura e operavano sul ponteggio nel sottotetto si sentirono sobbalzare sull’incastellatura metal- 36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 lica pesante tonnellate. Nonostante il forte senso di nausea provocato dall’evento, fortunatamente tutti riuscirono a guadagnare l’esterno e poi a scendere dalle scalette dimostrando nel frangente un’esemplare disciplina nonostante il pericolo e la tensione prodottasi: a dimostrazione del buon effetto sul personale delle riunioni di coordinamento della sicurezza. A poche ore dall’evento sismico veniva eseguito un sopralluogo dalle figure tec- niche coinvolte, dal quale emergeva chiaramente l’innesco del meccanismo di ribaltamento della facciata, oltre all’apertura di preoccupanti fessure sulla volta centrale e sulle lunette della prima campata. Fattori di aggravamento della situazione statica del complesso in quel frangente furono la mancanza del peso a contrasto costituito dal manto di copertura e la presenza dei ponteggi nel sottotetto. Questi, appoggiando sulle volte – che in condizioni statiche ordinarie sono perfettamente in grado di sostenere il loro carico –, in seguito ai ripetuti squotimenti tellurici, avevano “martellato” aggravando il quadro fessurativo della copertura voltata. Le lesioni furono generate dalla concomitanza di più fattori, quali: 1. la flessione generata dalle spinte orizzontali dovute al movimento della facciata; 2. l’irrigidimento della volta generato dal ponteggio LAVORI DI GEOMETRI Pianta dei ponteggi. stesso; 3. la mancanza di contrasto alle spinte sui muri per mancanza del carico in copertura; 4. il martellamento dei piedini di appoggio dei puntelli. Si operò pertanto per garantire l’incolumità dei lavoratori e dei fedeli che frequentavano la chiesa: dichiarandola inagibile fino a cessato allarme, rimuovendo i ponteggi e monitorando le lesioni principali nelle volte. Il 1° giugno la Direzione Lavori e lo strutturista, ing. Elide Tomasoni, inoltrarono alla Soprintendenza Regionale, alla Soprintendenza Ecclesiastica, alla Committenza e al Comune di Gussago la richiesta di emissione immediata dell’ordinanza di inagibilità della chiesa. Cosa che avvenne lo stesso giorno per mano del Sindaco con l’ordinanza n. 10/ 2012 di parziale inagibilità della chiesa fino a nuovo ordine. I l 29 giugno, a firma dello Strutturista, veniva trasmessa alle autorità sopra citate una relazione tecnica dettagliata, nella quale erano elencati i difetti e i danni riscontrati, nonché proposti i rimedi per eliminarli. Vennero anzitutto date indicazioni affinché, in via cautelativa, si provvedesse alla messa in sicurezza dei ponteggi, essenzialmente con la posa di cravatte di ancoraggio alle capriate esistenti. A tempio chiuso si provvide anche alla posa di ponteggi in mezzo alla naIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 37 LAVORI DI GEOMETRI 38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 LAVORI DI GEOMETRI Nella pagina di sinistra: prospetti dei ponteggi. Ponteggi di verifica dell’intradosso della volta dopo il terremoto. Operazioni di inghisaggio nelle falle causate dal terremoto. Visita guidata del 19 novembre 2012: illustrazione al pubblico di una capriata alla palladiana. Nella pagina seguente: visite guidate alle strutture della chiesa e visione finale della facciata a restauro terminato. vata, raggiungendo in tal modo dall’intradosso il vòlto di copertura nelle zone interessate dalle fessure. Si consolidarono le volte e la muratura, ripristinandone la continuità in corrispondenza delle lesioni con iniezioni e/o costipamento fino a chiusura con malte coerenti con il substrato esistente a base di calce idraulica naturale. Ai lavori in corso che già ab origine prevedevano il miglioramento sismico della struttura e, in particolare, gli interventi contro il ribaltamento della facciata e dell’abside compresa la posa in opera di catene intradossali in corrispondenza delle cappelle laterali principali, si aggiunsero le opere di inghisaggio delle nuove lesioni generate dal sisma. esposte, all’interno della chiesa a cura dello Studio Cartella-Dri, le documentazioni grafiche e fotografiche della progressione dei lavori, nonché i giustificativi delle spese. I l 26 luglio lo Strutturista e il Direttore dei Lavori producevano una perizia asseverata con la quale, visti i dati del monitoraggio delle fessure che apparivano stabili, la cessazione dello sciame sismico, la fine dei lavori di messa in opera della copertura scatolare nelle zone danneggiate, il riposizionamento dei carichi stabilizzanti sulla copertura, dichiaravano cessata la situazione di pericolo. Nello stesso giorno il Sindaco di Gussago con l’ordinanza n. 11/2012 disponeva la riapertura ai fedeli della chiesa, consentendo così di andare spediti verso la conclusione, avvenuta a fine anno 2012. Durante ogni fase del lavoro, dalla progettazione alla chiusura del cantiere, furono S i verificò anche che da più parti pervenissero richieste di visita al cantiere; da settembre a novembre 2012, su percorsi obbligati dedicati ai non addetti ai lavori, furono organizzate visite guidate sia al sottotetto, sia alla facciata. Fra le numerose visite avvenute ci fu anche quella di studenti del Politecnico di Milano accompagnati da un professore. Fungevano da guide l’arch. Cartella per la parte tecnico-descrittiva, il geom. Dri per la parte organizzativa, e il geom. Dario Righetti, Coordinatore della Sicurezza, quale mentore dei possibili pericoli riscontrabili in cantiere, provvedendo i visitatori di caschetti (messi gentilmente a disposizione dalle ditte ivi operanti) che verificava il rigoroso adempimento delle indicazioni di sicurezza fornite ai visitatori. La comunità gussaghese, costantemente informata dello stato dei lavori, seguì con trepidazione e interesse l’evolversi della “malattia” della sua chiesa parrocchiale, fino alla sua riconsegna ai riti sacri, coltivando la viva speranza che per decenni (si spera parecchi) non siano più necessari ulteriori interventi manutentivi. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 39 LAVORI DI GEOMETRI 40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 ESTIMO Matteo Negri Viale Europa 52 - 25133 Brescia E-mail: [email protected] Web site: www.isostime.com I procedimenti di stima rappresentano la “struttura portante” del rapporto di valutazione. Al fine della determinazione del valore di mercato degli immobili1 e dei valori diversi dal valore di mercato, possono essere utilizzati uno o più procedimenti di stima (approcci), in funzione alla natura, alle caratteristiche dell’immobile ed alla disponibilità dei dati immobiliari osservati. Nella valutazione immobiliare i procedimenti di stima sono previsivi e generalmente sono rappresentati da schemi concettuali, modelli logici, modelli matematici e statistici. I tre approcci classici, nell’ambito dei quali possono essere classificati i metodi di valutazione immobiliare, utilizzati nella best practice2 professionale, sono i seguenti: – Approccio di mercato (market approach); – Approccio ai redditi (income approach); – Approccio al costo o di riproduzione deprezzato (cost approach). Approccio di mercato (market approach) Quando il mercato è molto attivo e quindi sono disponibili i dati immobiliari necessari per la valutazione, il market approach è il procedimento estimativo più diretto, probante e documentato metodo per valutare un immobile. Il Market Comparison Approach (MCA) è il principale procedimento estimativo ricon42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 Procedimenti di stima per la valutazione degli immobili ducile all’approccio del confronto di mercato. Il MCA è un procedimento di stima pluriparametrico che permette di determinare il valore degli immobili, attraverso il confronto tra l’immobile oggetto di stima (subject) ed un insieme di immobili di confronto (comparables), compravenduti di recente e di prezzo noto, simili per caratteristiche tecniche ed appartenenti al medesimo segmento di mercato . Il MCA è un processo logico di comparazione tra le varie caratteristiche tecnico-economiche degli immobili presi a confronto, che utilizza come base del raffronto i prezzi marginali di ogni caratteristica esaminata. I prezzi marginali rappresentano la variazione del prezzo totale al variare della caratteristica presa in considerazione. Il MCA si fonda sull’assioma elementare per il quale il mercato fisserà il prezzo dell’immobile da stimare allo stesso modo in cui ha già determinato il prezzo per immobili simili. Il MCA è applicabile in tutti i casi di stima a condizione che siano disponibili un numero sufficiente di dati reali di recenti transazioni immobiliari. Le principali fasi del MCA sono le seguenti: 1) l’analisi di mercato per la rilevazione di contratti recenti di immobili appartenenti allo stesso segmento di mercato dell’immobile da valutare; 2) la rilevazione dei dati immobiliari; 3) la scelta delle caratteri- stiche immobiliari da considerare nel procedimento; 4) la compilazione della tabella dei dati; 5) la stima dei prezzi marginali o dei redditi marginali; 6) la redazione della tabella di valutazione; 7) la sintesi valutativa e presentazione dei risultati. Vedi Tabella 1 Approccio ai redditi (income approach) L’approccio basato sui redditi si fonda sulla capitalizzazione del reddito di un definito immobile. Se in un segmento immobiliare non esistono immobili simili a quelli da stimare, recentemente compravenduti e di caratteristiche note, si può ricorrere alla determinazione del valore di mercato attraverso il procedimento per capitalizzazione dei redditi. I procedimenti di stima per capitalizzazione del reddito possono anche essere utilizzati per analizzare il “valore di investimento” di un immobile, ossia il valore che un particolare soggetto investitore attribuisce razionalmente all’immobile secondo il proprio saggio di redditività. La simulazione del mercato avviene attraverso la determinazione dei redditi che esprime l’immobile in esame e la ricerca analitica del saggio di capitalizzazione. La stima del reddito dell’im- mobile, finalizzata alla determinazione del canone di mercato, si svolge nel mercato degli affitti immobiliari. Il saggio di capitalizzazione, che non è una grandezza naturale espressa spontaneamente dal mercato come il saggio di interesse, è una grandezza derivata dal rapporto tra i fitti e i prezzi di un immobile. L’income capitalization approach si articola in tre metodologie: – la capitalizzazione diretta (direct capitalization); – la capitalizzazione finanziaria (yield capitalization); – l’analisi del flusso di cassa scontato (discounted cash flow analysis). La capitalizzazione diretta (direct capitalization) La capitalizzazione diretta converte istantaneamente il reddito atteso di un singolo anno nel valore di stima di un immobile. La direct capitalization si applica: – in carenza di disponibilità dei dati di mercato (prezzi e caratteristiche tecnicoeconomiche); – in presenza di immobili che generano benefici economici . La direct capitalization viene utilizzata per: – valutare i redditi che generano gli immobili; – effettuare il bilancio estimativo; – determinare il saggio di capitalizzazione; – conoscere il tempo di rientro dell’investimento; – determinare il valore di mercato o di investimento. Nel metodo della capitaliz- ESTIMO Tabella 1 - Esemplificazione del “Market Comparison Approach - MCA” IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 43 Tabella 2 - Esemplificazione della “direct capitalization” 44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 ESTIMO Tabella 3 - Esemplificazione del “cost approach” IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 45 ESTIMO zazione diretta, in termini generici, il saggio di capitalizzazione si calcola dal rapporto tra il reddito ed il prezzo di mercato di un immobile. Per la determinazione del saggio di capitalizzazione, ove non è possibile la ricerca diretta dei redditi e dei prezzi di mercato , si utilizza il band of investiment , ossia il calcolo del saggio di capitalizzazione come risultato della somma ponderata dei saggi relativi alle parti finanziarie dell’investimento immobiliare o alle parti tecnico-economiche dell’immobile. La capitalizzazione finanziaria (yield capitalization) Considera la serie dei costi e dei ricavi di un completo investimento immobiliare, dall’acquisto alla rivendita finale, attraverso il saggio di capitalizzazione finanziaria. Il metodo della capitalizzazione finanziaria converte i redditi futuri nel valore di mercato presente dell’immobile attraverso una procedura di sconto finanziario. Il metodo della capitalizzazione finanziaria considera la serie dei redditi annuali dal momento dell’acquisto al momento della rivendita dell’immobile da valutare, prevedendo un valore di mercato finale. Il saggio di capitalizzazione finanziaria si ricerca come saggio di rendimento interno per tentativi (interpolazione). In carenza di dati di mercato e/o verifica del saggio di capitalizzazione è possibile calcolare indirettamente il 46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 saggio di capitalizzazione mediante l’yield and change formulas. L’analisi del flusso di cassa scontato (discounted cash flow analysis) Si applica allo studio dei flussi di cassa immobiliari , atipici nella distribuzione temporale dei ricavi e dei costi, per le periodicità delle scadenze, il tutto attraverso il saggio di sconto. L’analisi del flusso di cassa scontato considera la serie dei costi e dei ricavi di un immobile, calcolando il valore di mercato come valore attuale netto dell’investimento immobiliare rappresentato dall’immobile da stimare. L’analisi del flusso di cassa scontato è utilizzato per il calcolo del valore di trasformazione, cioè del valore attuale netto di un investimento immobiliare. Vedi Tabella 2 Approccio al costo o di riproduzione deprezzato (cost approach). Il cost approach è un procedimento di stima mirato ad attribuire il più probabile valore di mercato di un immobile attraverso la somma del valore del suolo edificato, sul quale il fabbricato insiste, e del costo di ricostruzione dell’edificio eventualmente deprezzato. La stima al costo o di riproduzione deprezzato si utilizza in genere quando non si ha la possibilità di conoscere dal mercato recenti compravendite e/o canoni di locazione, oppure quando è richiesta la stima di immobili strumentali speciali e/o di immobili secondari e di parti accessorie di immobili complessi. I principali procedimenti di stima del valore di mercato di un’area edificata sono in sintesi: – il valore di trasformazione; – il rapporto complementare del terreno edificato (incidenza dell’area edificata); – i procedimenti market oriented; – il procedimento di capitalizzazione del reddito; – le tecniche residuali. Il costo di ricostruzione dell’edificio a nuovo si determina con una stima comparativa (incidenza di valore di costruzione €/m2 suddivisa per tipologia edilizia ed immobiliare) o stima analitica (computo metrico estimativo: noti i prezzi unitari di mercato degli appalti e le quantità delle voci analizzate). Il costo di ricostruzione dell’edificio deve tener conto anche degli oneri professionali, degli oneri di urbanizzazione, dell’utile del promotore, etc. Nel caso in cui la valutazione riguardi costruzioni usate, si deve considerare il deprezzamento maturato che riguarda: _ il deprezzamento fisico; _ il deprezzamento funzionale; _ l’obsolescenza economica. Vedi Tabella 3 ❑ Note 1 valore di mercato: è l’ammontare stimato per il quale un determinato immobile può essere compravenduto alla data della valutazione tra un acquirente e un venditore, essendo entrambi i soggetti non condizionati, indipendenti e con interessi opposti, dopo un’adeguata attività di marketing durante la quale entrambe le parti hanno agito con eguale capacità, con prudenza e senza alcuna costrizione. (IVS 1 - 3.1) 2 best practice: è la migliore pratica valutativa tra quelle esistenti nell’esercizio della professione. Tale pratica mostra risultati superiori rispetto a quelli raggiunti con qualsiasi altra pratica. La best practice è usata come benchmark minimo accettabile. Bibliografia IVSC, International Valutation Standards. IVSC, London, 2007. SIMONOTTI. M., Manuale delle stime immobiliari, Reana del Rojale, Udine, 2005. SIMONOTTI. M., Prontuario delle stime immobiliari. Reana del Rojale, Udine, 2005. SIMONOTTI. M., Metodi di stima immobiliare, applicazione degli standard internazionali, trattato teorico pratico, Dario Flaccovio editore, Palermo, 2006. ABI - ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA, Codice per le valutazione degli immobili in garanzia delle esposizioni creditizie, 2009. SIMONOTTI. M., (2011) : valutazione immobiliare - standard. Stampa: pixart srl, Quarto d’Altino (VE) TECNOBORSA, (2011): Codice delle valutazioni immobiliari - Quarta edizione Tecnoborsa, Roma. ASSOCIAZIONE GEO.VAL., Geometri Valutatori Esperti (Web site www.geoval.it): Corso professionale di estimo immobiliare basato sugli standard internazionali di valutazione, 2012. LEGALE Avv. Francesco Cuzzetti I n questa rubrichetta ho sempre cercato di tenervi al corrente delle novità del momento, e questa volta la novità è l’approvazione della legge 11 dicembre 2012 n. 220 intitolata “Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici”, che avrà efficacia dal 18 giugno 2013. La riforma è stata variamente anticipata, per cui quanto dirò può non essere una novità, ma lo scopo è quello di dare una certa sistematicità alle modifiche introdotte, sia pure indicativamente, attraverso l’esame dei vari articoli. Ciò che mi preme anticipare e che la natura giuridica del condominio non muta: a esso non viene riconosciuta alcuna autonomia e più o meno ampia capacità giuridica. Permane la funzione meramente strumentale al miglior godimento delle parti comuni, in funzione del miglior godimento delle parti di esclusiva proprietà. Come definito dalla giurisprudenza il condominio rimane un ente di gestione privo di personalità giuridica distinta da quella dei singoli condomini, e la legge di modifica non fa che adeguarsi ai mutamenti imposti per i servizi dalle innovazioni tecnologiche e tecniche, e per le strutture dai nuovi modelli di insediamento abitativo. Incomincio con la parti comuni dell’edificio: l’art. 1 della nuova legge ridefinisce l’art. 1117 C.c., e offre un’elencazione più completa e puntuale, anche se sempre esemplificativa e non tassa48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 Le modifiche alle norme sul condominio tiva. Vedi la specificazione che riguarda i sottotetti, non più dipendenti dal titolo, ma indicati come parte comune dell’edificio, destinati per caratteri strutturali e funzionali all’uso comune. Vedi l’inserimento degli impianti tecnologici nella loro attualità. E cosi la nuova dizione “area destinata a parcheggio”. L’art. 2 della nuova legge introduce i nuovi articoli 1117 bis C.c. (ambito di applicabilità), 1117 ter C.c. (modificazione della destinazione d’uso), 1117 quater C.c. (tutela della destinazione d’uso). Definendo l’ambito di applicazione, la nuova legge dà un assetto definitivo a quelle che erano solo ipotesi giurisprudenziali, chiarendo che le disposizioni del presente capo si applicano in quanto compatibili, in tutti i casi in cui più unità immobiliari e più edifici, ovvero più condomini di unità immobiliari o di edifici, abbiano parti comuni ai sensi dell’art. 1117 C.c. rinnovato dalla legge, ricomprendendo quindi anche i super condominii. Nulla la legge dice in merito alla disciplina del condominio parziale e di quello minimo, che restano regolati da dottrina e giurisprudenza. La modificazione della destinazione d’uso del nuovo art. 1117 ter C.c. prevede i quorum assembleari necessari laddove le modificazioni si rendano necessarie per soddisfare esigenze d’interesse comune e detta norme procedurali. Diversa proce- dura è dettata dall’art. 1117 quater C.c. a tutela della destinazione d’uso, in caso di contestazioni. Nel nuovo art. 1118 C.c. (art. 3 della nuova legge) c’è da evidenziare la disciplina della possibilità di distacco dal riscaldamento centrale, problema spesso ricorrente. La rinuncia all’utilizzo dell’impianto di riscaldamento, diventa un diritto se dal distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento e aggravi di spese per gli altri condomini, fermo l’obbligo di pagare le spese di manutenzione straordinaria, di conservazione e di messa a norma dell’impianto. L’art. 1119 C.c. (art. 4 della nuova legge) aggiunge che la divisibilità delle parti comuni, laddove possibile, deve avvenire con il consenso di tutte le parti interessate. Nell’art. 1120 C.c. (art.5 della nuova legge) vengono introdotte oltre alle ordinarie, le innovazioni cosiddette agevolate (sicurezza, barriere architettoniche, parcheggi) e vengono indicate le maggioranze necessarie per le diverse ipotesi in base alle quali l’assemblea, che deve essere convocata anche su richiesta d’un solo condomino, può decidere. Dopo l’art. 1122 C.c. (art. 7 della nuova legge) vengono aggiunti l’art. 1122 bis C.c. (impianti non centralizzati di ricezione radio televisiva e di produzione d’energia da fonti rinnovabili) e l’art. 1122 ter C.c.(impianti di videosorveglianza sulle parti comuni). L’art. 1124 C.c. (art. 8 della nuova legge) ora s’ intesta “manutenzione e ricostruzione delle scale e degli ascensori” e regola il riparto delle spese come prima stabiliva l’art. 1123 C.c. L’art. 1129 C.c. (art. 9 della nuova legge) è innovativo per quanto riguarda la nomina, la revoca e gli obblighi dell’amministratore. Questi diventa un mandatario con responsabilità per atti e fatti imputabili all’insieme dei condomini. Così l’art. 1130 C.c. (art. 10 della nuova legge) per quanto riguarda le sue attribuzioni. A esso si aggiunge l’art. 1130 bis sul rendiconto condominiale. Subiscono innovazioni anche gli artt. 1135 e 1136 C.c. (art. 13 e 14 della nuova legge) e anche l’art. 1137 C.c (art. 15 nuova legge) che per quanto riguarda l’impugnazione delle delibere dell’assemblea condominiale opera un chiarimento, stabilendo che con atto di citazione si può chiedere l’annullamento della delibera assembleare nel termine perentorio di trenta giorni. Per questo breve excursus resta l’art. 1138 C.c. (art.16 nuova legge) di coordinamento in materia dei approvazione del regolamento con le nuove disposizioni in materia di deliberazioni assembleari. La nuova legge poi si occupa anche di modificare le disposizioni di attuazione del codice civile, e ciò meriterà un discorso a parte. ❑ URBANISTICA A cura della sezione UNITEL di Brescia Novità e approfondimenti urbanistici 1) Legge di Stabilità per l’anno 2013. Sul S.O. n. 212 alla Gazzetta Ufficiale 29 dicembre 2012, n. 302 è stata pubblicata la legge 24 dicembre 2012, n. 228, recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato” (La cosiddetta “Legge di stabilità”). Il provvedimento, in vigore dal 1° gennaio 2013, contiene numerose disposizioni di interesse generale, specie in materia fiscale. Tra le principali novità si segnalano la nuova numerazione delle fatture, l’introduzione della TARES, la riapertura dei termini per la rivalutazione del costo di acquisto di terreni edificabili e agricoli, l’aumento dell’aliquota IVA, la rivalutazione del reddito domenicale e agrario e l’IMU. Riprendendo, una ad uno, gli argomenti sopra accennati, si sintetizzano le principali novità introdotte dalla legge di Stabilità. a) Numerazione delle fatture A decorrere dal 1° gennaio 2013, a seguito dell’entrata in vigore della Legge di Stabilità 2013 che ha recepito la Direttiva 2010/45/UE, tutte le fatture emesse dovranno contenere le indicazioni previste dal riformulato articolo 21 del decreto IVA il quale, tra l’altro, prevede che ognuna deve evidenziare un “numero progressivo che la identifichi in modo univoco”. In linea di principio, dunque, vi sono due modalità per ottemperare a tale precetto: • Progressiva, senza azzeramento all’inizio di ciascun anno solare, con la conseguenza che, già a partire dal 1° gennaio 2013, la numerazione seguirà quella dell’ultimo documento emesso nel 2012. Ad esempio, se l’ultima fattura emessa in data 31 dicembre 2012 è la n. 484, la prima fattura emessa nel 2013 riporterà il numero 485, omettendo il riferimento all’anno solare, in quanto non più richiesto adottando questo tipo di numerazione; • Progressiva, con azzeramento all’inizio di ciascun anno solare, e quindi in continuità con il comportamento adottato dai soggetti passivi fio al 2012, in vigenza delle “vecchie” disposizioni. In tale ipotesi, quindi,, le fatture emesse dal 1° gennaio 2013 riporteranno una numerazione progressiva a partire dal 2013 e via dicendo fino all’ultima fatture emessa il 31 dicembre 2013, con azzeramento a partire dal 1° gennaio 2014, data a partire dalla quale sarà ripresa la numerazione n. 1/2014. Nell’ipotesi di adozione di registri sezionali, e quindi con serie di numerazioni distinte, l’Associazione nazionale Commercialisti ritiene che debbano essere osservate le descritte modalità di numerazione per ogni serie di numerazione stessa (e quindi all’interno di ogni sezionale). Così operando, si ritiene sia garantito il rispetto della progressività e della univoca identificazione previsto dalla norma. IMPORTANTE: sull’argomento è necessario un chiarimento da 50 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 parte dell’Agenzia delle Entrate, peraltro già richiesto dalle case produttrici di software. b) L’introduzione della Tares Dal 1° gennaio 2013 entra in vigore il tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES) che sostituisce la TARSU e la TIA (tariffa di igiene ambientale). La legge di Stabilità in parola ha modificato i criteri per la determinazione del tributo e ha previsto un periodo transitorio per il versamento nell’anno. Infatti, l’art. 14, commi 8 e 9, del D.L. n. 201/2001, come modificato, prevede che il tributo sia corrisposto in base ad una tariffa commisurata ad un anno solare e calcolata sia in base alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per unità di superficie, sia in relazione agli usi e alla tipologia di attività svolte, sia sulla base dei criteri determinati con regolamento di cui al Dpr n. 158/1999. La superficie delle unità immobiliari a destinazione ordinaria (iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano) assoggettabile alla TARES è, per ora, costituita da quella calpestabile dei locali e delle aree suscettibili di produrre rifiuti urbani e assimilati: saranno prese in considerazione le superfici già precedentemente dichiarate o accertate. Questo sarà il riferimento fino a quando non saranno attivate le procedure per l’allineamento tra i dati catastali relativi alle unità immobiliari a destinazione ordinaria e i dati riguardanti la toponomastica e la numerazione civica interna ed esterna di ciascun comune (al fine di determinare la superficie assoggettabile al tributo pari all’80% di quella catastale). Inoltre, verranno versati esclusivamente al comune la tariffa ed anche la maggiorazione che si applica alla tariffa stessa per coprire i costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni. Il versamento sarà effettuato in quattro rate trimestrali nei mesi di gennaio, aprile, luglio e ottobre con possibilità per i comuni di variare non soltanto la scadenza, ma anche il numero delle rate di versamento. La TARES deve essere versata esclusivamente al comune tramite modello F24 o apposito bollettino di c/c postale e in quattro rate trimestrali, scadenti, come detto, nei mesi di gennaio, aprile, luglio e ottobre. Per il solo anno 2013, la prima rata è posticipata ad aprile, salva la facoltà del comune di posticipare ulteriormente tale termine. c) La riapertura dei termini per la rivalutazione del costo di acquisto di terreni edificabili e agricoli La legge di stabilità 2013 riapre i termini per la rivalutazione del costo di acquisto dei terreni edificabili e agricoli, da parte di persone fisiche. Il termine entro il quale provvedere alla redazione ed asseverazione della perizia di stima è fissato al 30 giugno 2013. d) Aumento dell’aliquota IVA Dal 1° luglio 2013 l’aliquota IVA nella misura ordinaria passa dal 21% al 22% mentre l’aliquota IVA ridotta del 10% rimane URBANISTICA confermata in tale misura. e) Rivalutazione del reddito domenicale e agrario Per il triennio 2013-2015 ai fini delle imposte dirette il reddito domenicale e agrario è rivalutato del 15%. Per i terreni agricoli e per quelli non coltivati posseduti e condotti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola la rivalutazione sarà pari al 5%. Le nuove rivalutazione devono essere prese in considerazione ai fini della determinazione degli accordi delle imposte sui redditi dovuti per l’anno 2013, f) IMU Per gli anni 2013 e 2014, al fine di assicurare la spettanza ai comuni del gettito è soppressa la quota riservata allo Stato pari al 50% dell’importo calcolato applicando alla base imponibile di tutti gli immobili e, pertanto, il gettito dell’IMU sarà interamente attribuito ai comuni. Resterà riservato allo Stato il gettito IMU derivante dagli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D, calcolato con l’ali- quota standard dello 0,76%. Per tali immobili i comuni possono aumentare l’aliquota base fino all’ 0,3%. 2) Si segnala che, a partire dal 1° gennaio 2013, il costo base di costruzione degli edifici residenziali, per il 2013 (comuni della regione Lombardia), è stato determinato in euro 401,49 al metro quadrato. Detto costo è stato determinato ai sensi dell’articolo 16, comma 4, del dPR n. 380 del 2001, nonché dell’articolo 48, commi 1 e 2, delle legge regionale n. 12 del 2005. Tale importo è stato calcolato a partire dal costo base che la regione Lombardia ha determinato nel 1994 ed è stato adeguato annualmente, ed automaticamente, in ragione dell’intervenuta variazione dei costi di costruzione accertata dall’ISTAT , a partire dal giugno 1994 al giugno 2012. Tutti i comuni, quindi sono tenuti ad applicare questo costo base per determinare la quota del contributo di costruzione, afferente il costo di costruzione per gli inter- IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 51 URBANISTICA venti di nuova costruzione o di ristrutturazione edilizie di edifici a destinazione residenziale. 3) DGRL n. 4416 del 21 novembre 2012 (Burl n. 48 del 26 novembre 2012): possibilità di autocertificare l’esclusione dall’obbligo dell’ACE per gli edifici sprovvisti di impianto di riscaldamento. In contrapposizione con quanto stabilito dal D.M. 22 novembre 2012 secondo il quale, benché effettuabile con procedura semplificata, la certificazione energetica diventa comunque obbligatoria per tutti, o quasi, gli edifici. E’ convinzione della sezione UNITEL di Brescia che in Lombardia debba rispettarsi la disposizione della DGRL sopra richiamata, così che sarà possibile dimostrare, anche solo tramite autocertificazione, che il proprio immobile non necessita della relazione di un tecnico abilitato perché privo di impianto termico. In questo caso, dunque, nell’atto di compravendita, non dovrà essere esibita la relazione del tecnico, ma solo l’autocertificazione. 4) Nuova legge regionale 24 dicembre 2012, n, 21 (Burl n. 52 del 28 novembre 2012) Articolo 4 – modifiche all’articolo 25 della legge regionale n. 12 del 2005. Prime di entrare nel merito delle modifiche ci siamo soffermati sul momento di applicazione delle nuove disposizioni, nel senso che la norma parla di “approvazione del PGT” senza esplicitamente far riferimento alla data di approvazione del Consiglio Comunale, ovvero, alla data di entrata in vigore del PGT, dopo la pubblicazione sul BURL 52 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 che può avvenire anche diversi mesi dopo. Ad avviso di tutti l’esatto riferimento è quello dalla data di entrata in vigore del nuovo strumento urbanistico. Anche se la nuova norma interessa solo poco più di una ventina di comuni, è bene ricordare le modiche introdotte (ad esclusione di quelle per i comuni terremotati o in dissesto finanziario). Qualora il comune non abbia, alla data del 1° gennaio 2013, approvato il PGT e fino alla all’approvazione del PGT, fermo restando quanto dispone la salvaguardia tra l’adozione e l’approvazione e le disposizioni che riguardano l’adozione del PGT al 30 settembre 2011 in base alle quali non è possibile approvare piani attuativi, possono essere ammessi unicamente: a) Nelle zone omogenee A, B, C e D interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e risanamento conservativo sugli edifici esistenti b) Nelle zone E e F gli interventi che erano consentiti dal medesimo PRG o da altro strumento comunque denominato, c) Gli interventi in esecuzione di PA approvati entro il 29 dicembre 2013, la cui convenzione, stipulata entro la medesima data, è in corso di validità. Lo stesso articolo 4 esclude per i comuni che si trovano in queste condizioni di applicare le disposizione del secondo Piano Casa. 5) La legittimità differita, il termine inibitorio perentorio e il mancato esercizio del doveroso potere inibitorio della URBANISTICA Dia (e Scia) Relativamente a questo aspetto si segnala la sentenza del Consiglio di Stato n. 5751 del 12 ottobre 2012, secondo la quale i punti fermi della Dia sono proprio quelli sopra citati. Di seguito si cerca di sintetizzare le principali valutazioni che riguardano la disciplina della Dia e le conclusioni a cui è giunta la sentenza sopra citata. L’articolo 49 del DL n. 78/2010, convertito dalla legge n. 122 del 2010, ha modificato gli articoli 14 e 19 della legge n. 241 del 1990, secondi i quali gli interventi edilizi minori realizzabili mediante Dia (ex Dia ordinaria – art. 22, comma 1, TU Edil.), non riconducibili alle seguenti categorie: a) attività edilizia libera (art. 6, comma 1, Dpr n. 380/2001) b) attività edilizia soggetta a comunicazione preventiva (art. 6, comma 2, Dpr n. 380/2001) c) interventi soggetti a permesso di costruire (arti. 10, T.U. Edil.) sono soggetti alla Scia (vedi nota Ufficio legislativo del Ministero 16 settembre 2010) L’articolo sopra citato, al comma 4-ter, sostituisce nella legislazione vigente le disposizioni “dichiarazioni di inizio attività” e “Dia” con le nuove “segnalazione certificata di inizio attività” e “Scia”. La disciplina della Scia sostituisce, di fatto alla data di entrata in vigore della legge n. 122/2010, quella della Dia e, perciò, tutti gli interventi edilizi diversi dalle nuove costruzioni, ampliamenti, sopralzi, e ristrutturazioni edilizie, sono subordinati alla Scia. Sia la procedura che le sanzioni amministrative (fatto salvo che il fatto costituisca reato più grave, ascrivibile all’azione penale), la Scia è disciplinata dal nuovo articolo 19 della legge n. 241 del 1990 (così come modificato della legge n. 122 del 2010), per la quale è pure prevista l’applicazione del procedimento, in via di autotutela, di revoca (art. 21 quinquies), ovvero di annullamento (articolo 21 nonies), della stessa legge n. 241 del 1990 Le due norme richiamate prevedono, rispettivamente, la possibilità da parte dell’Amministrazione di revocare il “provvedimento” per sopravvenuti motivi di interesse pubblico, ovvero, nel caso di mutamento della situazione di fatto o di nuova valutazione dell’interesse pubblico, o di annullare la stessa entro un tempo ragionevole in presenza di vizi di legittimità originari, sussistendone le ragioni di interesse pubblico e tenendo conto dell’interesse privato. Entrambe le norme richiamate riportano la nozione di “provvedimento”, così che non è chiaro come si concili con il principio della segnalazione. La procedura della Dia (e della Scia, non applicabile in presenza di vincoli) per interventi edilizi minori presuppone l’applicazione del potere inibitorio entro il termine di trenta giorni dalla data della loro presentazione da parte dell’Amministrazione, la quale, in caso di accertata carenza dei requisiti e dei presupposti richiesti, adotta motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione dell’attività e di rimozione degli eventuali effetti dannosi. La Sarà presente anche il Collegio Geometri della provincia di Brescia con tecnici in grado di rispondere a qualsiasi quesito, dubbio, problema. L’ingresso al Meeting Immobiliare è libero Meeting Immobiliare seconda edizione. Il 16 e 17 marzo (un sabato e una domenica, dalle 9 alle 18) alla Fiera di Brescia, un’iniziativa promossa dal Giornale di Brescia per “animare” il settore dell’edilizia e immobiliare, ma anche per dare un’opportunità ai bresciani di poter avere – in un sol colpo e in un sol posto – quanto di meglio il mercato sta offrendo. Se pensate a casa vostra, mettete in agenda l’appuntamento: in due ore potrete avere una panoramica proposta da decine di agenzie e imprese costruttrici, avere un quadro dei prezzi, conoscere di persona tecnici qualificati e costruttori. IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 53 URBANISTICA norma prevede, invero, anche la possibilità dell’interessato di provvedere a conformare l’attività ed i suoi effetti alla normativa vigente entro il termine fissato dall’amministrazione competente e di assumere determinazioni in via di autotutela per l’eventuale revoca o annullamento. Sia nel caso di revoca che in quello di annullamento, l’Amministrazione (e, nell’ambito edilizio, si tratta dello Sportello Unico dell’Edilizia), deve valutare attentamente: – lo stato di sviluppo dell’iniziativa privata – l’entità dell’interesse pubblico – il decorso del tempo trascorso – il verificarsi del vizi riscontrati (formali o sostanziali), motivandone esplicitamente le ragioni – eventuali altre condizioni che hanno determinato la mancanza dei requisiti e dei presupposti attinenti all’applicabilità della Dia (o Scia) – la non sussistenza della possibilità del rifacimento della procedura, prima dell’emissione del provvedimento di revoca o di annullamento Il potere spettante alla Pubblica amministrazione, nel caso della Scia, riguarda, in primo luogo, il controllo e la verifica nei trenta giorni dal ricevimento della segnalazione (il termine è ridotto, rispetto ai 60 giorni previsto dal comma 3, per la Scia in materia edilizia) per l’effettiva conformità delle opere. La norma non esplicita chiaramente se tale termine debba intendersi come perentorio o come ordinatorio. Alla stessa stregua della procedura della Dia per la quale l’articolo 23 del Dpr n. 380/2001 stabilisce 30 giorni per inibire i lavori da parte del dirigente o responsabile del competente. Proprio perché la Giurisprudenza amministrativa di alcuni TAR non ha voce univoca, sembrano significative le conclusioni della sentenza del Consiglio di Stato n. 5751 del 12 ottobre 2012, proprio perché dispongono tre punti fermi che riguardano la Dia, ma anche la Scia che l’ha sostituita e cioè: 54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 1) la Dia edilizia è “a legittimazione differita”, sicché l’attività denunciata può essere intrapresa, con contestuale comunicazione, solo dopo il decorso del termine di trenta giorni dalla comunicazione. 2) ai sensi dell’art. 23, comma 6, del Dpr n. 380/2001, l’amministrazione competente, in caso di dichiarazione presentata in assenza delle condizioni, modalità, e fatti legittimanti, può esercitare il potere inibitorio nel termine di trenta giorni dalla presentazione della dichiarazione che, a sua volta, deve precedere di almeno trenta giorni l’inizio concreto dell’attività edificatoria: È stato chiarito, inoltre, che il termine per l’esercizio del potere inibitorio doveroso è perentorio e che, comunque, anche dopo il decorso di tale spazio temporale, la p.a. conserva un potere residuale di autotutela. Tale potere, con cui l’amministrazione è chiamata a porre rimedio al mancato esercizio del doveroso potere inibitorio, condivide i principi regolatori sanciti, in materia di autotutela, delle norme citate, con particolare riguardo alla necessità dell’avvio di un apposito procedimento in contraddittorio, al rispetto del limite del termine ragionevole, e soprattutto, alla necessità di una valutazione comparativa, di natura discrezionale, degli interessi pubblici e privati. 3) decorso senza esito il termine per l’esercizio del potere inibitorio, la pubblica amministrazione dispone del potere di autotutela ai sensi degli articoli 21 quinquies e 21 nonies della legge 7 agosto 1990, n. 241. 4) Restano inoltre salve, ai sensi dell’art. 21 della legge n. 241/1990, le misure sanzionatorie volte a reprimere le dichiarazioni false o mendaci, nonché le attività svolte in contrasto con la normativa vigente, così come sono impregiudicate le attribuzioni di vigilanza, prevenzione controllo previste dalla disciplina di settore. ❑ URBANISTICA Giuseppe Zipponi S u iniziativa della Commissione Urbanistica è stato aggiornato il Modello semplificato per l’Edilizia; ricordiamo che il modello raggruppa 16 procedimenti in materia edilizia: Dia, Scia, Comunicazioni, Permesso di Costruire, Sanatorie, Pratiche Paesistiche e di Vincolo Idrogeologico, Agibilità Certificato di Destinazione Urbanistica e altro. Innanzitutto è stata introdotta la posta elettronica certificata Pec sia per l’invio al Comune sia per la risposta al richiedente (ovviamente facoltativa) e progettista. Inoltre il modello è stato aggiornato alla normativa so- 56 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 Aggiornato il “Modello semplificato per l’edilizia” pravvenuta e in particolare alle seguenti modifiche al testo Unico dell’Edilizia – Dpr 380/2001 – apportate con l’articolo 13 bis della Legge 134/2012. – possibilità della comunicazione per le “modifiche interne di carattere edilizio sulla superficie coperta dei fabbricati adibiti ad esercizio d’impresa, ovvero le modifiche della destinazione d’uso dei locali adibiti ad esercizio d’impresa” (art. 6, comma 2, lettera e-bis del Dpr 380/2001). – possibilità di chiedere allo sportello unico comunale anche le autorizzazioni di altri Enti quali l’autorizzazione per il vincolo idrogeologico (anche quelli non già delegati ai Comuni) e gli interventi sui beni culturali (di competenza della Soprintendenza). Ricordiamo infatti che, in base al nuovo art. 5 del Dpr 380/2001, tutte le istanze vanno presentate allo Sportello Unico dell’Edilizia, in quale provvederà poi ad acquisire le varie autorizzazioni/pareri. In particolare, “Lo sportello unico per l’edilizia accetta le domande, le dichiarazioni, le segnalazioni, le comunicazioni e i relativi elaborati tecnici o allegati presentati dal richiedente con modalità telematica e provvede all’inoltro telematico della documentazione alle altre amministrazioni che intervengono nel procedimento…”. Rivolgiamo pertanto un invito ai colleghi affinchè trasmettano la documentazione con modalità telematica. Rivolgiamo anche un appello a tutti i dirigenti e funzionari preposti affinché attivino tali procedure. Noi abbiamo fatto la nostra parte mettendo a disposizione il “modulo”. A nostro avviso basterebbe che i vari enti si scambiassero le mail certificate per la trasmissione del documenti. Ricordiamo che il Modello è disponibile sul sito: collegio.geometri.bs.it nella sezione Settori Tematici / Edilizia e Urbanistica. ❑ URBANISTICA R egione Lombardia interviene nuovamente a modificare la Legge regionale 12/2005 “Legge per il governo del territorio”. Con la Legge regionale 24 dicembre 2012 n. 21 “Collegato Ordinamentale 2013” è stato modificato l’art. 25; quello che stabiliva che gli strumenti urbanistici (i vecchi Prg) conservavano efficacia fino all’approvazione del Pgt e comunque non oltre la data del 31 dicembre 2012. La modifica era attesa, ovviamente, da tutti i Comuni che non avevano, e non hanno, ancora approvato i pubblicato il Pgt; in Lombardia sono circa 400 e in Provincia di Brescia una quarantina. Inutile dire che ci si aspettava una ulteriore proroga. In tal senso la Giunta aveva fatto una proposta di legge (Dgr 4300 del 29 ottobre 2008) e numerosi emendamenti erano piovuti sulla bozza di Legge. Invece il Consiglio regionale ha concesso la proroga solo per i Comuni danneggiati dal sisma del 20 maggio 2012 e per gli altri ha inserito solo le seguenti possibilità edificatorie: Art. 25 comma 1 ter, quater e quinquies: a) nelle zone omogenee A, B, C e D individuate dal previgente Prg, interventi sugli edifici esistenti nelle sole tipologie di cui all’articolo 27, comma 1, lett. a), b) e c) ovvero manutenzione straordinaria, restauro e ristrutturazione. Niente proroghe per i Comuni senza Pgt b) nelle zone omogenee E e F individuate dal previgente Prg, gli interventi che erano consentiti dal medesimo Prg o da altro strumento urbanistico comunque denominato; c) gli interventi in esecuzione di piani attuativi approvati entro la data di entrata in vigore della legge la cui convenzione, stipulata entro la medesima data, è in corso di validità. Nemmeno gli interventi previsti dal cosiddetto “Piano casa bis” di cui alla L.R. 4/2012 si sono salvati, salve le istanze di permesso di costruire e le denunce di inizio attività presentate entro il 31 dicembre 2012. I COMUNI RITARDATARI Cosa dire Da una parte, è vero, per vari motivi, alcuni Comuni non hanno ancora approvato i Pgt dopo quasi 8 anni dalla legge 12. Dall’altra Regione Lombardia è andata dritta per la sua strada; evidentemente non ha ritenuto di concedere la quinta proroga penalizzando così i Comuni inadempienti e, per essi, i loro cittadini e gli operatori del settore. Sarà anche una situazione transitoria ma ci si chiede c’è n’era proprio bisogno, in questo momento di grave crisi del settore? ❑ Fonte: Regione Lombardia Giuseppe Zipponi Acquafredda Anfo Artogne Bassano Bresciano Berzo Demo Berzo Inferiore Borno Bovegno Braone Brione Capriolo Ceto Cevo Cigole Cimbergo Collio Comezzano-Cizzago Corteno Golgi Lozio Magasa Malonno Marmentino Monte Isola Monticelli Brusati Montichiari Nave Ome Ospitaletto Ossimo Paisco Loveno Paspardo Ponte di Legno Pontoglio Pralboino Preseglie Prestine Roccafranca Sarezzo Seniga Sonico Temù Tremosine Vallio Terme Valvestino Vione Avvio Adozione Avvio Adozione Avvio Avvio Avvio Adozione Avvio Adozione Avvio Avvio Avvio Adozione Avvio Avvio Adozione Avvio Avvio Avvio Avvio Avvio Avvio Avvio Adozione Adozione Avvio Adozione Adozione Adozione Avvio Avvio Avvio Adozione Avvio Avvio Adozione Adozione Avvio Adozione Avvio Adozione Avvio Avvio Avvio IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 57 CATASTO Rachele Bonetti P er opportuna trasparenza e vista la delicatezza dell’argomento, si ritiene indispensabile e doveroso riprendere le parti principali della nota dell’Agenzia del Territorio. 1. Criteri generali per l’attribuzione della categoria e della rendita In linea generale, coerentemente con quanto già precisato nella risoluzione n. 3 del 6 novembre 2008, si ribadisce che gli immobili ospitanti le centrali elettriche a pannelli fotovoltaici devono essere accertati nella categoria D/1 - opifici e che nella determinazione della relativa rendita catastale, qualora valutata in base al costo di ricostruzione, riferito all’epoca censuaria 1988-89, a cui applicare il saggio di fruttuosità fissato al 2%, devono essere inclusi i pannelli fotovoltaici, in quanto ne determinano il carattere sostanziale di centrale elettrica e, quindi, di “opificio”. A tal proposito, si osserva che, ai fini catastali, non è rilevante il fatto che i componenti degli impianti fotovoltaici siano facilmente amovibili, né la circostanza che le medesime componenti possano essere posizionate in altro luogo mantenendo inalterata la loro originale funzionalità e senza antieconomici interventi di adattamento. Si intende poi ricordare la nozione di unità immobiliare, al meglio definita dagli 58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 Le modalità di accatastamento degli immobili con impianti fotovoltaici articoli 2 e 3 del Decreto del Ministro delle Finanze 2 gennaio 1988 n. 28 «L’unità immobiliare è costituita da una porzione di fabbricato, o da un fabbricato, o da un insieme di fabbricati ovvero da un’area, che, nello stato in cui si trova e secondo l’uso locale, presenta potenzialità di autonomia funzionale e reddituale», considerando unità immobiliari «anche le costruzioni ovvero porzioni di esse, ancorate o fisse al suolo, di qualunque materiale costituite, nonché gli edifici sospesi o galleggianti, stabilmente assicurati al suolo, purché risultino verificate le condizioni funzionali e reddituali di cui al comma 1. Del pari sono considerate unità immobiliari i manufatti prefabbricati ancorché semplicemente appoggiati al suolo, quando siano stabili nel tempo e presentino autonomia funzionale e reddituale». Ne consegue che ai fini dell’obbligo di accatastamento e della determinazione della rendita catastale di un impianto fotovoltaico non è fondamentale la facile amovibilità delle sue varie componenti impiantistiche, quanto, piuttosto, la capacità delle stesse, in rapporto con le altre porzioni immobiliari, di produrre un reddito ordinario, rilevante nel tempo, caratterizzante l’unità immobiliare a cui appartengono. Tale principio è stato ulteriormente ribadito, in termini più generali, nella sentenza della Corte Costituzionale n. 162 del 20 maggio 2008, ove si chiarisce che… «tutte quelle componenti […] che contribuiscono in via ordinaria ad assicurare, ad una unità immobiliare, una specifica autonomia funzionale e reddituale stabile nel tempo, sono da considerare elementi idonei a descrivere l’unità stessa ed influenti rispetto alla quantificazione della relativa rendita catastale». 2. Le installazioni fotovoltaiche per le quali sussiste l’obbligo di accatastamento Non sussiste l’obbligo di accatastamento come unità immobiliari autonome, in quanto possono assimilarsi agli impianti di pertinenza degli immobili, per le installazioni fotovoltaiche architettonicamente integrate o parzialmente integrate e quelle realizzate su aree di pertinenza; in proposito, si chiarisce che è necessario procedere, con dichiarazione di variazione da parte del soggetto interessato, alla rideterminazione della rendita catastale dell’unità immobilare a cui l’impianto risulta integrato, allorquando lo stesso ne incrementa il valore capitale ( o la relativa CATASTO redditività ordinaria) di una percentuale pari al 15% o superiore, in accordo alla prassi estimativa adottata dall’amministrazione catastale. Nel caso in cui sorga la necessità, per finalità civilistiche, di individuare separatamente il fabbricato e l’installazione fotovoltaica realizzata sulla copertura, si procede preliminarmente al frazionamento del fabbricato, individuando con i rispettivi subalterni le porzioni immobiliari componenti l’unità. In particolare, deve essere preliminarmente individuato il lastrico solare, oggetto di trasferimento di diritti reali. Successivamente, ultimata la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, si deve procedere alla presenta- zione della dichiarazione di variazione in categoria D/1, oppure D/10, qualora in possesso dei requisiti per il riconoscimento del carattere di ruralità, in coerenza con quanto specificato nel successivo paragrafo 3. Di contro, non hanno autonoma rilevanza catastale, e costituiscono semplici pertinenze delle unità immobiliari, le porzioni di immobili ospitanti gli impianti di produzione di energia di modesta entità in termini dimensionali e di potenza, quali, ad esempio, quelli destinati prevalentemente ai consumi domestici delle abitazioni. In particolare, non sussiste alcun obbligo di dichiarazione al catasto, qualora sia soddisfatto almeno uno dei seguenti requisiti: • la potenza nominale dell’impianto fotovoltaico non è superiore a tre chilowatt; • la potenza nominale complessiva, espressa in chilowatt non è superiore a tre volte il numero delle unità immobiliari le cui parti comuni sono servite dall’impianto, indipendentemente dalla circostanza che sia installato al suolo ovvero, sia architettonicamente o parzialmente integrato ad immobili già censiti al catasto edilizio urbano; • per le installazioni ubicate al suolo, quando il volume dell’area destinata all’intervento è inferiore a 150 metri cubi. Il volume si calcola considerando l’intera area, compresi gli spazi tra i pannelli fotovoltaici per un’altezza calcolata dall’asse mediano (in orizzontale) del pannello fino a terra. L’obbligo della dichiarazione in catasto, quando ne ricorrono i presupposti, resta in carico ai titolari dei diritti reali sull’immobile. All’uopo pare utile rammentare che il soggetto obbligato, in base ai principi generali stabiliti dall’ordinamento, può incaricare dell’adempimento altri soggetti, mediante specifica delega redatta nelle forme di legge (anche riportata nel contratto di locazione); in tale circostanza, la dichiarazione è sottoscritta, per la proprietà, dal soggetto delegato. 3. La ruralità degli immobili ospitanti gli impianti fotovoltaici Come noto, nell’ottica dell’incentivazione della produzione di energia elettrica mediante fonti rinnovabili, il legislatore ha introdotto, negli ultimi anni, disposizioni di carattere fiscale volte a promuovere l’esercizio di tali attività da parte degli imprenditori agricoli. Con riferimento agli impianti fotovoltaici l’Agenzia delle Entrate, con circolare n. 32 del 6 luglio 2009, ha individuato specifici criteri di connessione con l’attività agricola svolta sul fondo. È stato chiarito, infatti, che la produzione di energia in parola,«... trattandosi di attività agricola “connessa” presuppone, comunque, un collegamento con l’attività agricola tipica, caratterizzata dalla presenza di un’azienda con terreni coltivati … In particolare, i terreni, di proprietà dell’imprenditore agricolo o, comunque nella sua disponibilità, devono essere condotti dall’imprenditore medesimo ed essere ubicati nello stesso Comune ove è sito il parco fotovoltaico, ovvero in Comuni confinanti. […] Agli immobili ospitanti gli impianti fotovoltaici realizzati su fondi agricoli, che soddisfano i requisiti sopra richiamati, deve essere riconosciuto il carattere di ruralità; si deve quindi accertare in sintesi che: • l’azienda agricola esista, ossia si riscontri la presenza di terreni e beni strumentali che congiuntamente siano, IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 59 CATASTO di fatto, correlati alla produzione agricola; • l’energia sia prodotta dall’imprenditore agricolo nell’ambito dell’azienda agricola; • l’impianto fotovoltaico sia posto nel Comune ove sono ubicati i terreni agricoli o in quelli limitrofi; • almeno uno dei requisiti oggettivi, richiamati al paragrafo 4 della circolare n. 32 del 2009, sia soddisfatto. Pertanto, agli immobili ospitanti le installazioni fotovoltaiche, censiti autonomamente e per i quali sussistono i requisiti per il riconoscimento del carattere di ruralità, nel caso in cui ricorra l’obbligo di dichiarazione in catasto, è attribuita la categoria “D/10 - fabbricati per funzioni produttive connesse alle attività agricole”. In tal caso deve essere unita l’autocertificazione redatta su modello conforme all’allegato C del decreto del Ministro dell’Economia e delle Finanze del 14 settembre 2011, oltre ad una specifica relazione contenente le informazioni utili alla verifica dei requisiti di ruralità. In allegato alla nota, l’Agenzia del Territorio propone esemplificazioni e modalità di rappresentazione e intestazione delle unità in argomento. Allegato tecnico Immobili ospitanti gli impianti fotovoltaici: esempi di rappresentazione in mappa e casi particolari di intestazione 1. Esempi di rappresentazione in mappa: Riguardo alla rappresenta60 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 zione in mappa degli immobili ospitanti gli impianti fotovolaici, occorre praliminarmente distinguere se la tipologia costruttiva dell’impianto: 1. non consente il contemporaneo svolgimento di attività agricole sull’area interessata dall’intervento, sottraendola, di fatto, alla produzione agricola; 2. consente il contemporaneo svolgimento di attività agricole, quali, ad esempio, il pascolo. 1.1 Riguardo al caso di cui al punto 1, non sembra possano sorgere particolari incertezze. Si procede, secondo la prassi comunemente adottata, all’eventuale frazionamento della particella catastale, individuando con linea continua l’area interessata dall’intervento ossia il perimetro esterno dell’impianto fotovoltaico con l’eventuale corte. Le costruzioni strumentali al funzio- A namento dell’impianto stesso (ad esempio, quelle che ospitano le apparecchiature per il controllo e la trasformazione dell’energia prodotta) si indicano in mappa secondo le correnti disposizioni di prassi (Figura A). 1.2 Riguardo al caso di cui al punto 2, il perimetro dell’impianto fotovoltaico è indicato con una linea tratteggiata e il numero della nuova particella, che individua l’impianto stesso al catasto B parentesi è iscritto solo negli atti censuari del catsto edilizio urbano e nella partita speciale enti urbani e promiscui, con superficie pari a zero (Figura B). 2. Rappresentazione planimetrica delle installazioni fotovoltaiche realizzate sulla copertura dei fabbricati. 2.1 Con riferimento alle installazioni fotovoltaiche architettonicamente integrate o parzialmente integrate, si ribadisce che, in coerenza con i principi generali esposti nella citata risoluzione n. 3 del 6 novembre 2008, non sussiste l’obbligo di accatastamento come unità immobiliari autonome, in quanto possono assimilarsi agli impianti di pertinenza degli immobili. In tali casi, le installazioni fotovoltaiche realizzate sulla copertura si indicano con linea tratteggiata (Figura C). C edilizio urbano, è riportato tra parentesi tonde. Le eventuali costruzioni strumentali al funzionamento dell’impianto sono indicate, come nel caso precedente, secondo le disposizioni di prassi. Nel merito, si rammenta che il numero riportato tra CATASTO 2.2 Installazioni fotovoltaiche realizzate sulle serre. Come noto, a meno di una ordinaria autonoma suscettività reddituale, non costituiscono oggetto di inventariazione le serre adibite alla coltivazione e protezione delle piante su suolo naturale (cfr. art. 3, comma 3, DM 2 gennaio 1998, n. 28). Ad esse è attribuita la specifica qualità del quadro di qualificazione catastale o, in mancanza, il reddito dominicale viene determinato mediante l’applicazione della tariffa d’estimo più alta in vigore nella provincia (cfr. art. 25, comma 4-bis, del linea tratteggiata. Le eventuali costruzioni strumentali al funzionamento dell’impianto sono indicate secondo le disposizioni di prassi. Riguiardo alla tipologia di cui al punto 2, la rappresentazione planimetrica segue la prassi indicata al paragrafo 2.1 relativa alle installazioni fotovoltaiche integrate o parzialmente integrate, in quanto applicabile. 1 2 2) Serre censibili al catasto edilizio urbano: (Foto 3). R iguardo alla tipologia di cui al punto 1, la rappresentazione in mappa segue la prassi indicata al paragrafo 1.2, in quanto applicabile. La serra rimane censita al catasto terreni nella specifica qualità di competenza, mentre l’impianto fotovoltaico è rappresentato con 3. Particolari casi di intestazione di immobili ospitanti gli impianti fotovoltaici. 3.1 Impianto fotovoltaico realizzato su terreno di proprietà di terzi. Nel caso in cui l’impianto fotovoltaico è realizzato su terreno di proprietà di terzi, e il proprietrio del suolo ceda il diritto di superficie, è possibile iscrivere i titolari dei diritti sulle installazioni impiantistiche poste nel soprassuolo in modo distinto da quelli aventi diritti sull’area. In tal caso, l’intestazione corretta della denuncia di 3 TUIR). Occorre tuttavia distinguere, in funzione della tipologia costruttiva, le serre censibili al catsto terreni, caratterizzate da semplici strutture leggere, da quelle per le quali sorge l’obbligo di accatastamento al catasto edilizio urbano, in quanto costruzioni assimilabili, di fatto, a veri e propri fabbricati. Si riportano di seguito alcuni esempi, utili a distinguere le tipologie di serre appena descritte: 1) Serre censibili al catasto terreni: (Foto 1 e 2). IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 61 CATASTO Esempio di installazione fotovoltaica architettonicamente integrata o parzialmente integrata accatastamento prevede che la ditta proprietaria dell’area sia indicata con il codice del titolo “1T - Proprietà per l’area” e le quote, e- vanti sul fabbricato), con la dicitura “ CONCEDENTE” racchiusa tra parentesi. spresse in millesimi, vengano in via transitoria specificate nel campo “Eventuale specificazione del diritto” (non è possibile, infatti, indicare le quote di possesso nel campo specifico “Quote”, riservato ai diritti gra- bricato va indicata con il codice del titolo “IS - Proprietà Superficiaria” e le relative quote indicate nel campo “Quota”. Nel campo “Eventuale specificazione del diritto” va inserita la dicitura “PER IL FAB- 62 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 La ditta proprietaria del fab- BRICATO”. 3.2 Impianto fotovoltaico realizzato su terreno di proprietà di terzi, in forza di spe- cifico contratto di locazione. Nel caso che il terreno sia ceduto dal proprietario in locazione, l’intestazione corretta segue la medesima prassi riportata al paragrafo 3.1, riguardante la cessione del diritto di superficie. In tal caso, tuttavia, poiché il contratto di locazione non costituisce un diritto reale di superficie, in realzione ai soggetti che vantano diritti sull’impianto fotovoltaico (a cui è attribuito il codice titolo “01S - Proprietà Superficiaria”), deve essere apposta nel campo “Eventuale specificazione del diritto” la dicitura “RIS 1 - DITTA PRIVA DI TITOLO LEGALE RESO PUBBLICO”. L’Ufficio provvede, dopo la registrazione della dichiarazione in banca dati, ad inserire l’annotazione “Ris 1: ATTI PASS. INTERM. NON ESIST .”, cancellando nel contempo l’annotazione riportata a seguito della registrazione in banca dati. [ OMISSIS ] Qualora, per ob- bligo pattizio, è fatto carico all’affittuario di ottemperare agli obblighi catastali, è necessario che il contratto di locazione, regolarmente registrato, preveda espressamente l’autorizzazione, da parte del proprietario del terreno, alla presentazione dei documenti necessari per gli adempimenti in materia catastale. Copia del contratto deve essere allegata alla documentazione presentata, ovvero devono essere resi disponibili gli estremi di registrazione dello stesso. In tali circostanze, la dichiarazione al catsto edilizio urbano viene inserita agli atti dopo aver acquisito la copia del contratto registrato presso il competente Ufficio delle Entrate. ❑ Da “Il Triangolo” n. 3/2012 FORMAZIONE CONTINUA Stefano Benedini D esideriamo offrire agli iscritti un breve riepilogo della complessa attività che il Collegio di Brescia ha proposto, durante l’anno appena concluso, in riferimento alla formazione e all’aggiornamento dei professionisti. Come prima considerazione proponiamo un riepilogo grafico complessivo delle ore dei corsi e degli altri eventi formativi, suddivisi nelle categorie stabilite dal Consiglio Nazionale, per poter così analizzare la particolare attenzione agli argomenti inerenti non solo all’ambiente, con la progettazione e realizzazione di standard abitativi contraddistinti da sempre maggior comfort e sostenibilità, ma anche all’edilizia, con i corsi di aggiornamento in prevenzione incendi organizzati con la preziosa collaborazione del Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco e con quelli di aggiornamento alla sicurezza, per i quali qualche volta si è avuta anche la possibilità di ottenere l’autorevole contributo da parte di dirigenti dell’ASL. Nei confronti degli ambiti dell’estimo-attività peritali e della topografia-catasto si può confermare l’attenzione nel soddisfare quella carenza segnalata dagli iscritti specializzati in tali ambiti professionali o interessati ad acquisire competenze in queste attività per sviluppare le proprie possibilità lavorative. 64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 L’attività formativa del Collegio di Brescia durante tutto il 2012 Nello specifico per quanto riguarda l’area delle attività peritali è proseguita la formazione di consulenti del giudice e delle parti nelle controversie ed è stata apprezzata la serie di incontri offerti per l’approfondimento della normativa introdotta dall’Imu per poter essere di riferimento ai propri clienti. Particolare impegno è stato espresso dalla Commissione Catasto del Collegio nel proporre corsi di formazione nel settore catastale caratterizzati da un duplice livello di offerta, base e avanzato. Confermato il particolare sostegno, in ore di formazione, alla preparazione dei tirocinanti all’esame di abilitazione alla libera professione, che nella recente proposta del nuovo regolamento della professione sta per essere istituzionalizzato per tutti i Collegi italiani e che compone, già da diversi anni per il Collegio di Brescia, la maggior parte delle Diagramma 1 ore dedicate alla formazione, identificate nel grafico dal settore “varie” (vedi diagramma 1). La differenziazione dell’offerta formativa è illustrata in modo più preciso dai grafici successivi che presentano la maggior diversificazione, rispetto al precedente periodo, degli argomenti trattati all’interno dei macro-argomenti, nell’intenzione di sostenere così la polivalenza dell’attività del geometra (vedi diagrammi 2, 3, 4). Le difficoltà che stanno interessando il settore dell’edilizia, soprattutto nella realizzazione di nuovi immobili, non può che comportare l’orientamento dei geometri anche verso altri ambiti come, per esempio, quello della riqualificazione dell’edilizia, oppure quello delle stime e delle valutazioni immobiliari, oppure ancora dell’amministrazione condominiale; il Collegio deve raccogliere la sfida e saper recepire queste necessità predisponendo, di conseguenza, un’offerta formativa che soddisfi le esigenze professionali dei propri iscritti cercando di non trascurare gli aspetti fondamentali come quelli legati alla sicurezza, e sostenendo la formazione con costi ragionevoli, oppure con l’organizzazione di seminari gratuiti, con particolare disponibilità verso i neo-iscritti e i praticanti, come si è impegnato a fare con quote d’iscrizione ai corsi agevolate. L’esito delle schede di valutazione, distribuite al termine dei corsi, ci sta concedendo una discreta soddisfazione nei confronti delle scelte formative effettuate; è doveroso un ringraziamento rivolto a chi, al termine del corso, trova un po’ di tempo per esprimere il proprio parere e fornire indicazioni per migliorare ulteriormente il servizio. ❑ FORMAZIONE CONTINUA Diagramma 2 Diagramma 3 Diagramma 4 IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 65 MEDIAZIONE Lara Baghino L e figure che rappresentano la parte attiva nella mediazione sono varie: il soggetto attivo che avvia il procedimento, il soggetto passivo contro il quale viene avviato il procedimento, il mediatore, il consulente del mediatore e infine, molto importanti, le figure dei consulenti legali e dei consulenti tecnici che possono accompagnare le parti durante la mediazione. Nella mediazione le parti possono essere affiancate dai propri consulenti di cui pensano di aver bisogno. La presenza del geometra, durante la mediazione, è ritenuta spesso dalle parti necessaria, perché da sempre è il “consulente di famiglia” 66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 Il geometra “Consulente di parte” nella mediazione e ben conosce i molteplici aspetti tecnici e personali dei suoi clienti. Non tutti sanno che il geometra ha un ruolo di fondamentale importanza nell’ambito della mediazione civile e commerciale. Infatti se da una parte gli attori della controversia hanno una visione “limitata” del problema, dall’altra i consulenti tecnici sanno valutare concretamente quali possano essere le migliori alternative da proporre in mediazione, affinché le parti possano giungere ad un accordo che risolva la controversia. Importante durante gli incontri che si svolgono in mediazione, è la capacità del geometra consulente della parte, coinvolto dal mediatore a collaborare per esprimere “proposte alternative” che possano aiutare il proprio cliente a giungere ad un accordo. Nella mediazione, qualora le parti arrivino ad un accordo, il mediatore è tenuto solo a redigere un verbale di avvenuta conciliazione; spetterà alle parti, aiutate e assistite dai propri consulenti, il compito di stesura dei contratti e/o dei patti che concludono la conciliazione. L’accordo redatto andrà poi allegato al verbale del mediatore. Naturalmente il vantaggio di scegliere la mediazione, come alternativa alla causa civile in Tribunale, è quello di avere comunque un risul- tato in tempi ridotti ( quattro mesi) e, qualora si arrivi alla conciliazione, di ottenere un documento che avrà una validità e un riconoscimento giuridico. Nel contesto culturale odierno si è abituati a “delegare” agli altri la soluzione dei nostri conflitti ed è per questo che la mediazione dovrà entrare a far parte della mentalità dei geometri, che saranno le figure più coinvolte nella procedura della mediazione e ne diventeranno consapevolmente parte attiva; in qualità di consulente tecnico, il geometra accompagnerà i propri clienti in questo nuovo modo di affrontare le controversie. ❑ DAL COLLEGIO DI BRESCIA Stefano Benedini I diversi aspetti per realizzare la Smart City S e dovessimo tradurre letteralmente il significato di “smart city” si otterrebbe “città intelligente” ma tale considerazione risulta insufficiente per definire il fenomeno che sta interessando un numero sempre maggiore di città nel mondo. La sola considerazione che la smart city è un concetto che si sviluppa coinvolgendo ben sei ambiti – Smart Economy, Smart Mobility, Smart Environment, Smart People, Smart Living e Smart Governance – può iniziare a far comprendere questa realtà della sua complessità. La comprensione della completezza con cui questi fattori determinano il realizzarsi di una smart city determina la conseguente consapevolezza che siamo tutti coinvolti in questo processo, che aspira a rendere possibile il raggiungimento di un più elevato livello di vivibilità dell’ambiente urbano e il derivante aumento del grado di competitività e di creatività di coloro che lo abitano. 68 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 Il concetto di smart city supera quindi quelli di sostenibilità, connettività e vivibilità con cui si è soliti definirla e quanto emerso nel Convegno “Real Estate nella Smart city” ha aiutato i partecipanti ad approfondire le conoscenze di questi aspetti. Negli incontri proposti dagli organizzatori, nella prima parte dell’evento, diverse prestigiose realtà produttive della provincia bresciana hanno potuto presentare le proprie soluzioni e gli sviluppi che sono oggetto di ricerca nell’intenzione, non solo di migliorare la vivibilità, ma anche di rendere più sicure le costruzioni e di riqualificare e valorizzare quanto sinora realizzato. Nella seconda parte del Convegno l’intervento di autorevoli rappresentanti della politica bresciana, quali l’on. Stefano Saglia, Sottosegretario di Stato allo Sviluppo Economico, e l’on. Adriano Paroli, Sindaco di Brescia, e quelli del dott. Andrea Granelli, membro del gruppo di lavoro interministeriale per lo sviluppo della Cultura Scientifica e Tecnologica, e del geom. Giovanni Platto, Presidente del Collegio geometri, hanno consentito di aggiungere ulteriori considerazioni sui significati aggiunti che si possono attribuire al concetto di smart city offrendo diversi punti di riflessione. Secondo le considerazioni dell’on. Paroli, Brescia ha tutte le caratteristiche che garantiscono il successo nel rispetto del patto dei sindaci, il movimento europeo che vede coinvolte le autorità locali impegnate ad aumentare l’efficienza energe- DAL COLLEGIO DI BRESCIA Nella pagina di sinistra: da sinistra: l’on. Stefano Saglia, il dott. Massimo Tedeschi, l’on. Adriano Paroli Sindaco di Brescia, il dott. Andrea Granelli e il geom. Giovanni Platto. Il dott. Ziletti della Camera di Commercio di Brescia e, sotto, il geom. Paolo Bettoni, presidente del Gruppo Giovani Costruttori tica e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, sorto a seguito della constatazione che l’azione degli Stati, a seguito della firma del protocollo di Kioto, ha ottenuto scarsi risultati – principalmente raggiunti non tanto per interventi migliorativi quanto per il calo dei consumi a conseguenza della crisi. L’on. Paroli, in tal senso, è decisamente convinto dell’approccio espresso dalla politica U.S.A., che si è opposta alla considerazione che fermando il progresso si risolvano le negatività che questo comporta, ottenendo solo una sospensione degli aspetti sfavorevoli che il progresso può produrre senza proporre quindi delle soluzioni; da qui la considerazione che sostenendo la realizzazione di una smart city si abbia bisogno di infrastrutture adeguate a coniugare lo sviluppo della città e il benessere dei cittadini. I l ruolo dell’amministrazione pubblica è quindi quello di interlocutore e di informazione degli eventuali piani di finanziamento nazionali ed europei – a questo proposito si invitano i lettori ad acquisire maggiori informazioni, per esempio, visitando il sito del Comune di Brescia al percorso “Conoscere il tuo Comune” – “Brescia smart city”. L’intervento del Sindaco di Brescia ha consentito di segnalare le grosse difficolta nel poter intervenire a riqualificare edifici costruiti negli anni ’50-’60, a causa dell’opposizione di pochi residenti, da qui la necessità di diffondere un approccio smart nella popolazione – smart people – evitando che venga espressa, a priori, ostilità nel confronto del cambiamento migliorativo. L’intervento del dott. Granelli – autore del libro “Città intelligenti? Per una via italiana alle Smart Cities” – ha sviluppato l’argomento delle smart city nella necessità che venga affrontato non come una semplice risposta ai bandi europei per ottenere risorse pubbliche, ma come l’occasione per meditare sul futuro delle nostre città, riunendo attorno a tavoli progettuali tutti i soggetti coinvolti per cogliere tutte le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie, che tengano conto delle nuove necessità della composizione degli abitanti – che tenga conto all’andamento demografico legato alla composizione per fasce d’età –, ma sempre in armonia con la storia del cuore delle città, ricordando che le tecnologie non sono il fine ma rappresentano lo strumento per la realizzazione della smart city; è quindi necessario costruire le smart city IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 69 DAL COLLEGIO DI BRESCIA Sopra: l’ing. Marco Belardi, presidente dell’Ordine degli ingegneri di Brescia e, sotto, il dott. Alessio Pesenti della NordZinc. sia destinato all’acquisizione di tecnologie innovative. A partendo dalla vocazione della città stessa. Il dott. Grannelli ha poi ricordato come sia pericoloso considerare la città solo come una «città che consuma e che 70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 amministra» senza ricordare la «città che produce», da qui la necessità di coinvolgere nel progetto anche tutte le realtà camerali e produttive. La prospettiva eu- ropea suggerisce due direzioni: la città come Living Lab – con l’individuazione di spazi come luoghi di sperimentazione – oppure il prevedere che parte dei bandi nche l’on. Saglia nel suo intervento, considerando quanto sinora realizzato, ritiene che Brescia abbia tutte gli elementi per considerarsi smart, basti pensare al teleriscaldamento, al termovalorizzatore, alla raccolta differenziata, alla metropolitana leggera e alle numerose colonnine disposte per la ricarica dei mezzi elettrici. Le stesse limitate dimensioni della città di Brescia, rispetto ad altre realtà più estese, più che rappresentare un ostacolo consentono una maggior facilità di realizzazione dei progetti proposti. L’aspetto fondamentale della smart city, per il Sottosegretario, è rappresentato dallo sviluppo delle “reti”, non solo quelle per la trasmissione di dati ma anche quelle di distribuzione idrica ed elettrica per esempio. L’on. Saglia non ha tralasciato l’importanza di insistere sulla politica del 55% per le detrazioni per la riqualificazione energetica degli edifici con il duplice effetto positivo di favorire l’emersione del lavoro irregolare e rilanciare l’edilizia e tutte le realtà produttive ad essa collegate. Il geom. Platto nel suo intervento ha consentito infine di focalizzare l’attenzione dei presenti sulle difficoltà che possono sorgere dagli ostacoli alla realizzazione degli obiettivi individuati dal Convegno posti da una burocrazia che allunga i tempi di realizzazione e che for- DAL COLLEGIO DI BRESCIA La dott.ssa Laura Olivari Guarda della MGM nisce spesso risposte contraddittorie. Da aggiungersi anche la considerazione che sempre più frequentemente viene registrato come l’aspetto sanzionatorio assuma un valore preponderante nel rapporto con l’amministrazione, al punto di escludere qualsiasi altro tipo di confronto, di prevenzione o di informazione, per esempio. Spesso buoni progetti possono essere condizionati nei tempi della loro realizzazione dall’operato del burocrate che ostacola in tal modo lo sviluppo e il rilancio del settore. L’on. Paroli condividendo le considerazioni del Presidente del Collegio si teri quartieri, operando in modo che l’interesse del singolo non prevalga sul bene della collettività. L rende conto di come la mancanza di certezza dei tempi tecnici possa incidere fino a rendere obsoleti gli interventi progettati e propone una riflessione sulla eventuale diffusione della prassi del “silenzio assenso” in modo che se, allo scadere del tempo concesso agli Uffici per le opportune verifiche, non pervenga al professionista alcuna comuni- cazione avversa, il progetto si intenda autorizzato. Il dott. Pavoni, in rappresentanza dell’ANCE, è intervenuto suggerendo la necessità di ragionare in modo più ampio e, di fronte alle difficoltà accennate dal Sindaco, invita a riflettere su un approccio non focalizzato sulla riqualificazione di un singolo edificio, ma porsi come obiettivo la riqualifica di in- o spazio al dibattito ha consentito alla geom. Zamarra di chiedere chiarimenti, in merito alla vivibilità della città, sulla rimozione di alcune colonnine di misurazione delle polveri sottili nella zona sud di Brescia. Il Sindaco ha fatto presente che la gestione di queste colonnine è affidata ad ARPA e non al Comune; il problema delle polveri sottili è un problema che interessa numerose città del nord Italia, non legato quindi al termovalorizzatore, anzi con i termovalorizzatori e il teleriscaldamento si è operato nella direzione di ridurne la presenza, sostituendosi alla diffusione delle caldaie in ogni abitazione. Il Comune, proponendosi come garante della salute dei propri cittadini, deve comunque sempre porsi in una equilibrata posizione tra le tendenze ecologiste e quelle tecniche effettuando valutazioni che tengano conto dei diversi pareri. Successivi interventi da parte dei presenti al Convegno hanno consentito di raccogliere sostegno alle osservazioni proposte dal geom. Platto, sulla necessità che i burocrati siano sensibilizzati sul ruolo che possono svolgere per il rilancio del settore, anche da parte di professionisti appartenenti ad altri Ordini che hanno condiviso la necessità che l’amministrazione consenta il rispetto di tempi certi e ristretti per non rinviare o compromettere la realizzazione dei progetti. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 71 DAL COLLEGIO DI BRESCIA Consegnati gli attestati ai geometri impegnati nell’Emilia terremotata N ella sede del Collegio si è tenuta, alla presenza dei membri del Consiglio Direttivo e del presidente Fausto Savoldi, la consegna degli attestati di benemerenza rilasciati dalla Protezione Civile Nazionale ai geometri che si sono impegnati nel periodo post-sisma nella zona terremotata dell’Emilia. La cerimonia ha fornito al Presidente Savoldi e al geom. Armido Bellotti – che rappresentava il Presidente Platto in quel frangente infortunato – l’occasione di ringraziare i colleghi che hanno segnalato la propria disponibilità per gli interventi richiesti. Interventi che hanno pienamente soddisfatto le necessità delle amministrazioni locali, favorendo la collaborazione tra professionisti di tutte le categorie intervenute e dimostrando le potenzialità che i geometri sanno esprimere nell’operare in questi contesti. Sostanzialmente accertando la vulnerabilità sismica degli edifici ed effettuando la rilevazione dei danni prodotti da calamità naturali secondo gli schemi predisposti dal dipartimento della Protezione Civile Nazionale. I partecipanti, nell’occasione, hanno suggerito possibili miglioramenti nella fase di coordinamento, nell’organizzazione della tempistica di intervento, sottolineando l’opportunità di corsi di formazione con la collaborazione della Protezione Civile per aggiornare i professionisti già formati e 72 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 aumentare il numero di geometri “esperti”, in modo da garantire l’allestimento di un adeguato numero di squadre. Il geom. Savoldi, condividendo le richieste espresse dai colleghi, ha ricordato «… il vincolo necessario che impone che tali corsi siano tenuti esclusivamente dal personale della Protezione Civile con la conseguente soggezione alle disponibilità di tale Ente. Importante il supporto che può essere e- spresso dai geometri nell’elaborazione, nella gestione e nell’aggiornamento dei Piani di Protezione Civile comunali, provinciali e regionali, nonché nel monitoraggio del territorio». ❑ DAL COLLEGIO DI BRESCIA IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 73 DAL COLLEGIO DI BRESCIA Bozza del nuovo “Regolamento professionale dei geometri italiani” È stata messa a disposizione dei Collegi, e quindi degli iscritti, la bozza del Nuovo Regolamento professionale dei geometri italiani predisposta dal Consiglio Nazionale, che dovrà essere approvata fra breve dalla categoria. Il nostro Collegio ha già provveduto a inviarne copia per via telematica agli iscritti, per i quali ha già tenuto al “Tartaglia” un convegno il 27 febbraio scorso. Possiamo dire che si tratta di una svolta epocale, tenuto conto che il nuovo testo mo- difica radicalmente e per la prima volta dopo tentativi sempre andati delusi, il R. Decreto n. 274 dell’11 febbraio 1929, sul quale finora si è basata l’operatività della nostra categoria. Con la lettura del nuovo corposo regolamento (costituito da 7 titoli, 8 capi e 60 articoli) gli iscritti, e per loro tramite i Collegi, avranno modo di suggerire al Consiglio Nazionale quelle modificazioni migliorative che intenderanno apportare al testo, in modo che le discussioni e il confronto sul tema, prima all’Assemblea dei presidenti del prossimo 6 marzo 2013 e poi al successivo 44° Congresso di categoria del 10-11-12-13 aprile di Rimini, possano portare ad una versione del Regolamento condivisa da tutta la categoria. Solo con tali presupposti il nostro Consiglio Nazionale potrà proporre la nuova legge professionale al ministero competente per la tanto auspicata adozione, con il consenso della totalità degli iscritti (e non di pochi tra loro); sarebbe il segnale di una forza contrattuale importante che in quei frangenti è sempre essenziale. Sono quattro i punti salienti del nuovo disposto disciplinare, sui quali tutti, immagi- niamo, vorranno confrontarsi: – competenze (artt. 3 e 4); – accesso alla professione (art. 15 e 2); – praticantato (art. 19); – formazione continua (art. 5); – governance-autogoverno (art. dal 22 al 60). I tempi sono molto ristretti, ma val la pena che tutti gli iscritti e i Consiglieri di buona volontà esprimano i loro giudizi – anche quelli negativi – che dovranno essere inoltrati al Collegio via Pec, allo scopo di alimentare una “vera” discussione democratica proficua su uno strumento professionale come quello della nuova legge professionale che costituirà, almeno per alcuni decenni, la base del nostro futuro. ❑ Comunicazioni ai lettori Sono state segnalate alla redazione differenti interpretazioni legislative di medesime norme trattate in articoli di diversa provenienza territoriale apparsi sulla rivista. Invitiamo i lettori a tener conto, in questi casi, delle specificità del territorio d’origine, della diversa interpretazione degli autori che, ricordiamo, si assumono, a tal riguardo, la responsabilità di quanto scritto. Errata corrige Segnaliamo tre errata-corrige da apportare nella rivista n. 5/2012: – a pagina 8, nella rubrica «INTERVISTA», “Topografi di ieri e di oggi …”, nella prima colonna di testo, al posto di: “… con un collega cercai uno sbocco. E mi venne l’idea …”, leggasi: “… con due colleghi cercammo uno sbocco. E ci venne l’idea …”. – a pagina 11, nella prima colonna, al posto di: “… il programma stabilisce tot casi tipo…”, leggasi: “… il programma stabilisce 34 casi tipo …”. – a pagina 32, nella rubrica «SCUOLA», “Si apre un nuovo corso Ifts …”, nel testo rosso introduttivo, seconda colonna, al posto di “… professionista, diplomato nel 2000 ed iscritto al nostro Collegio dal 2000 –”, leggasi: “… professionista, diplomato nel 1989 ed iscritto al nostro Collegio dal 2000 –”. 74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 DAL COLLEGIO DI MANTOVA Previdenza complementare e polizza responsabilità civile professionale I l giorno 17 dicembre 2012 presso l’Auditorium del Centro Culturale del Comune di San Giorgio si è tenuto un incontro su: “Fondo Pensione Futura” e “Marsh – polizza responsabilità Civile Professionale”. L’incontro, organizzato dalla Cassa di previdenza geometri e dal Consiglio Nazionale, ha richiamato l’interesse e la partecipazione di numerosi iscritti. Il primo argomento è stato trattato dai Consiglieri CIPAG geometri Mario Ravasi e Renato Ferrari e dal funzionario della Cassa dott.ssa Gera Valenti. I relatori hanno spiegato ai professionisti presenti come la possibilità di un piano di previdenza complementare sia particolarmente utile per integrare e incrementare la loro pensione. Il “Fondo Pensione Futura” predisposto dalla Cassa di Previdenza ha infatti lo scopo di consentire agli aderenti di disporre, all’atto del pensionamento, di prestazioni pensionistiche complementari al sistema obbligatorio. Dal momento del pensionamento e per tutta la durata della vita, a chi aderirà a questo fondo verrà erogata una pensione complementare pagata periodicamente calcolata in base al capitale accumulato e all’età. I relatori, dopo la loro esposizione hanno risposto ai numerosi quesiti posti dai geometri presenti, evidentemente interessati a capire nel dettaglio la proposta loro indirizzata. frontato, la polizza responsabilità civile professionale, è stato invece trattato dal dott. Marco Oliveri della “Client Executive Affinity Marsh”. Si ricorda che a seguito del Dpr 137/2012, il professionista è oggi tenuto a stipulare, anche per il tramite di convenzioni collettive negoziate dai consigli nazionali e dagli enti previdenziali, un’idonea assicurazione per i danni derivanti al cliente dall’esercizio dell’attività professionale, comprese le attività di custodia di documenti e valori ricevuti dal cliente stesso. Il relatore ha annunciato che il Consiglio Nazionale geometri ha stipulato all’uopo un vantaggioso accordo-quadro con Marsh per le polizze di RC professionale e tutela legale, al quale possono aderire i geometri professionisti italiani. Il dott. Oliveri ne ha illustrate le caratteristiche e le condizioni generali. ❑ P rima di passare al secondo argomento in programma il geom. Renato Ferrari ha fatto un breve escursus sulla Cassa Italiana geometri, illustrandone il patrimonio, l’andamento degli iscritti e delle pensioni, l’assistenza e le prestazioni erogate, le varie agevolazioni attuate dalla Cassa negli ultimi anni per venire incontro ai geometri in difficoltà, ecc. Il secondo argomento afIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6- 77 DAL COLLEGIO DI LODI A cura di Lorenzo Negrini e Patrizia Pinciroli I l nostro sistema di pubblicità immobiliare (il cosiddetto sistema latino) convive con altri che trovano il loro fondamento in culture giuridiche diverse dalla nostra. Il sistema latino, che deriva da quello francese, fu introdotto nel Regno d’Italia nel 1806, a seguito del Codice Napoleonico; è detto della trascrizione e consente di rendere noti ai terzi gli atti che costituiscono, trasferiscono o modificano diritti reali su immobili, al fine della loro opponibilità. L'istituto della trascrizione è normalmente una forma di pubblicità dichiarativa su base personale, che presuppone cioè l’esistenza di un titolo da rendere pubblico con riferimento ai soggetti che ne sono parte. La trascrizione non sana eventuali vizi dell’atto. La trascrizione è un onere per le parti il cui adempimento consente, come già detto, di conseguire determinati effetti e di dirimere i conflitti fra più acquirenti di un bene da uno stesso venditore. È, invece, un obbligo per il notaio o per il pubblico ufficiale rogante o autenticante curare l’esecuzione della trascrizione nel più breve tempo possibile, obbligo cui è connesso l’eventuale risarcimento del danno in caso di ritardo. Alcuni cenni normativi Il dettato degli articoli 2643 – 2644 – 2645 del Codice civile evidenziano l’importanza della trascrizione, nei rapporti tra privati. Li si ripor78 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 Brevi cenni sulle ispezioni ipotecarie tano di seguito. Art. 2643 - Atti soggetti a trascrizione. Si devono rendere pubblici col mezzo della trascrizione: 1) i contratti che trasferiscono la proprietà di beni immobili; 2) i contratti che costituiscono, trasferiscono o modificano il diritto di usufrutto su beni immobili, il diritto di superficie i diritti del concedente e dell’enfiteuta; 3) i contratti che costituiscono la comunione dei diritti menzionati nei numeri precedenti; 4) i contratti che costituiscono o modificano servitù prediali, il diritto di uso sopra beni immobili, il diritto di abitazione; 5) gli atti tra vivi di rinunzia ai diritti menzionati nei numeri precedenti ; 6) i provvedimenti con i quali nell’esecuzione forzata si trasferiscono la proprietà di beni immobili o altri diritti reali immobiliari, eccettuato il caso di vendita seguita nel processo di liberazione degli immobili dalle ipoteche a favore del terzo acquirente; 7) gli atti e le sentenze di affrancazione del fondo enfiteutico; 8) i contratti di locazione di beni immobili che hanno durata superiore a nove anni; 9) gli atti e le sentenze da cui risulta liberazione o cessione di pigioni o di fitti non ancora scaduti, per un termine maggiore di tre anni; 10) i contratti di società e di associazione con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di altri diritti reali immobiliari, quando la durata della società o dell’associazione eccede i nove anni o è indeterminata; 11) gli atti di costituzione dei consorzi che hanno l’effetto indicato dal numero precedente; 12) i contratti di anticresi; 13) le transazioni che hanno per oggetto controversie sui diritti menzionati nei numeri precedenti; 14) le sentenze che operano la costituzione, il trasferimento o la modificazione di uno dei diritti menzionati nei numeri precedenti. Art. 2644 - Effetti della trascrizione. Gli atti enunciati nell’articolo precedente non hanno effetto riguardo ai terzi che a qualunque titolo hanno acquistato diritti sugli immobili in base a un atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione degli atti medesimi. Seguita la trascrizione, non può avere effetto contro colui che ha trascritto alcuna trascrizione o iscrizione di diritti acquistati verso il suo autore, quantunque l’acquisto risalga a data anteriore. Art. 2645 – Atti soggetti a trascrizione. Deve del pari rendersi pubblico, agli effetti previsti dall’articolo precedente, ogni altro atto o provvedimento che produce in relazione a beni immobili o a diritti immobiliari taluno degli effetti dei contratti menzionati nell’articolo 2643, salvo che dalla legge risulti che la trascrizione non è richiesta o è richiesta a effetti diversi. L’art.2808 del codice civile precisa poi che la costituzione dell’ipoteca avviene con l’iscrizione nei registri immobiliari (quindi la prelazione nei confronti degli altri creditori nasce con l’iscrizione della formalità e non con la stipula dell’atto di mutuo. Quest’ultimo fa solo nascere il diritto alla restituzione di quanto prestato alle condizioni convenute). Art.2808 – Costituzione ed effetti dell’ipoteca. L’ipoteca attribuisce al creditore il diritto di espropriare, anche in confronto del terzo acquirente, i beni vincolati a garanzia del suo credito e di essere soddisfatto con preferenza sul prezzo ricavato dall’espropriazione. L’ipoteca può avere per oggetto beni del debitore o di un terzo e si costituisce mediante iscrizione nei registri immobiliari. L’ipoteca è legale, giudiziale o volontaria. Sulle ispezioni ipotecarie in generale Le ispezioni fatte presso la competente Conservatoria dei Registri immobiliari (c.d. ispezioni ipotecarie) permettono di conoscere il titolare di diritti reali di godimento su di un determinato bene (ad es. proprietà, usufrutto, diritto di superficie, servitù prediali....) così come l’esistenza sugli stessi di diritti reali di garanzia (ipoteche). Ufficio competente a ricevere le trascrizioni e le iscrizioni e quindi competente per le ispezioni ipotecarie, è l’Agenzia del Territorio, sezione Conservatoria dei Registri Immobiliari, nella cui circoscrizione sono situati i beni (art.2663 e 2827 codice civile). L’ispezione può essere fatta mediante la consultazione dei registri cartacei o telematicamente. La banca dati ipotecaria è aggiornata dalle formalità di trascrizione, iscrizione e annotazione che quotidianamente vengono accettate dai Servizi di Pubblicità Immobiliare. I dati acquisiti possono essere usufruiti con l’ispezione e la certificazione ipotecaria. DAL COLLEGIO DI LODI Agenzia delle Entrate, modello 310 L’ispezione ipotecaria consiste nella consultazione dei registri, delle note e dei titoli presenti in conservatoria. Il diritto di ispezionare i registri è riconosciuto dall’art. 2673 C.c., secondo comma, quando dispone che: «il conservatore deve altresì permettere l’ispezione dei registri nei modi e nelle ore fissati dalla legge». I registri immobiliari costituiscono un sistema pubblicitario strutturato in modo organico che consente, partendo dai dati anagrafici di un soggetto, di individuare, tramite successivi puntamenti, il volume e la pagina di repertorio dove, a fronte del soggetto richiesto, sono riportate tutte le formalità a favore e contro in cui lo stesso compare. I registri, disciplinati dagli artt. 2678, 2679 e 2680 C.c., sono: – il registro generale d’ordine che regola l’ordine di presentazione e, quindi stabilisce il grado tra le varie formalità eseguite; – i registri particolari costituiti dalla raccolta di uno degli originali delle note di trascrizione e iscrizione e delle domande di annotazione. Oltre a tali registri, il conservatore era obbligato a tenere i seguenti registri in forma cartacea, ancora utilizzati per le sole ispezioni relative al periodo antecedente all’automazione: – rubrica alfabetica dei cognomi; – tavola alfabetica dei soggetti; – repertorio delle trascriIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 79 DAL COLLEGIO DI LODI Agenzia delle Entrate, modello 310 zioni e delle iscrizioni.” Ispezioni cartacee La legge 52/85 ha introdotto nuove modalità di effettuazione delle ispezioni ipotecarie. La richiesta viene effettuata compilando un apposito modulo (modello 310), le ispezioni si effettuano presso l’Ufficio Territoriale competente (ogni Agenzia del Territorio gestisce la conservazione degli atti aventi per oggetto beni siti in un determinato numero di Comuni). La ricerca copre fino alla data della meccanizzazione. (Nella pagina precedente e in questa un fac simile del modello 310) P er sapere se una persona è proprietaria di un determinato bene e se il medesimo è gravato da ipoteche o formalità pregiudizievoli, è necessario disporre di nome, cognome, luogo e data di nascita del soggetto nei confronti del quale si sta effettuando l’ispezione; se la ricerca deve essere estesa al periodo antecedente al 1957, è necessario indicare anche la paternità. Il funzionario dell’Ufficio effettua una prima ricerca per verificare se la persona indicata ha compiuto atti giuridici aventi per oggetto diritti reali in uno dei comuni facenti parte del proprio distretto. In caso positivo verrà fornito un registro, chiamato repertorio, a chi sta effettuando l’ispezione (a tal proposito, esiste un repertorio per le trascrizioni ed uno per le i80 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 DAL COLLEGIO DI LODI scrizioni). Le prime (trascrizioni) riguardano i passaggi di proprietà (sia tra vivi che mortis causa), la costituzione, la soppressione e la modifica dei diritti reali di godimento (usufrutto, superficie, servitù ad esempio) ed i pignoramenti (cfr. art.2643 – 2644 – 2645 codice civile riportato in principio). Le seconde (iscrizioni) evidenziano la presenza di ipoteche su un determinato bene (cfr. art.2808 codice civile citato). Vi sono poi gli annotamenti che vengono posti a margine delle trascrizioni e delle iscrizioni per segnalare l’esistenza di atti che hanno in qualche modo interessato le precedenti formalità: ad esempio, cancellazione del pignoramento o dell’ipoteca, oppure il frazionamento di quest’ultima. Il repertorio cartaceo delle trascrizioni riporta: 1. nome e cognome, il luogo e la data di nascita della persona nei confronti della quale si sta facendo l’ispezione; 2. trascrizioni a favore: ovvero tutti gli atti che hanno comportato l’acquisizione di un diritto a favore della persona nei confronti della quale si sta effettuando l’ispezione (acquisti per esempio); 3. trascrizioni contro: ovvero tutti gli atti che hanno comportato la perdita di un diritto da parte della persona nei confronti della quale si sta facendo l’ispezione (ad esempio vendite). Sul repertorio, le trascrizioni a favore e contro (c.d. formalità) sono indicate con una data e due numeri: il primo, quello più elevato, corrisponde al generale mentre il secondo, quello più piccolo, al particolare. Con questi estremi (data e numero particolare) è possibile consultare i volumi ove sono rilegate le note di trascrizione e iscrizione (le note possono considerarsi un riassunto dell’atto) oppure quelli dove sono rilegati gli atti (c.d. Titoli) e quindi conoscere nel dettaglio il contenuto di quanto convenuto tra le parti. Si segnala che in alcune Conservatorie – come ad esempio a quella di Milano – la ricerca della nota di trascrizione e iscrizione o dei titoli, avviene attraverso il numero generale invece del particolare. Il repertorio cartaceo delle iscrizioni riporta: 1. nome e cognome, il luogo e la data di nascita della persona nei confronti della quale si sta facendo l’ispezione; 2. data e due numeri: il primo, quello più elevato, corrisponde al generale mentre il secondo, quello più piccolo, al particolare. Come per le trascrizioni, con questi estremi (data e numero particolare) è possibile con- sultare i volumi delle note o quelli degli atti (c.d. Titoli) e quindi conoscere nel dettaglio il contenuto il contenuto di quanto convenuto tra le parti. Anche per le iscrizioni, in alcune Conservatorie – come ad esempio a Milano – la ricerca della nota di trascrizione o dei titoli avviene attraverso il numero generale invece del particolare. Ispezioni telematiche Le ispezioni telematiche possono essere fatte direttamente dal proprio studio (in seguito ad un abbonamento fatto con Geoweb o direttamente con Sister) o presso una qualsiasi Conservatoria e comprendono il periodo che va dalla meccanizzazione alla data odierna. La ricerca può essere limitata agli atti depositati presso una determinata Conservatoria oppure essere estesa all’intero territorio nazionale. Inoltre può essere nominativa oppure mirata ad un determinato immobile nei confronti dei quali è focalizzato il nostro interesse; in tal caso si utilizzando gli estremi catastali (Comune, Sezione, foglio, mappale e subalterno). “L’ispezione per soggetto può essere effettuata secondo tre modalità: per dati anagrafici (persona fisica: con nome cognome luogo e data di nascita della persona interessata), per denominazione (persona non fisica: denominazione o ragione sociale e sede legale) e per codice fiscale (persone fisiche e non fisiche). Per i primi due tipi la ricerca può essere ristretta o ampliata (con maggiori possibilità di trovare il soggetto richiesto); è possibile reperire anche tutti gli altri soggetti che hanno lo stesso codice fiscale del soggetto rinvenuto (c.d. omocodici) anche se con diversa denominazione o dati anagrafici.” Se l’ispezione è fatta per immobile, bisogna fare attenzione alla descrizione catastale che il bene ha avuto nel tempo, perché il sistema focalizza la ricerca sui soli dati forniti e non su quelli che aveva il bene prima della sua attuale identificazione. Occorre inoltre tener presente che, ad oggi, la ricerca fatta per immobile non riesce ancora a coprire il ventennio (cosa che sarà comunque possibile fare nei prossimi anni). Il risultato della ricerca in base alla selezione è la stampa di un elenco sintetico delle formalità, contenente i dati identificativi delle trascrizioni, delle iscrizioni e delle annotazioni (queste ultime distintamente se riferite a formalità del periodo non meccanizzato). Individuata la formalità o le formalità che interessano, è possibile richiederne la stampa integrale (delle note di trascrizione, iscrizione e di annotamento). La consultazione dei titoli (atti) è possibile invece solo presso la Conservatoria competente per territorio secondo le modalità descritte per le ispezioni cartacee. ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 81 TECNICA Andrea Botti N el nostro paese sono attualmente presenti numerose realtà estrattive e di trasformazione che, pur non possedendo, in termini di estensione territoriale, produzione ed export, i numeri del marmo di botticino, vengono apprezzate, sia per la qualità della materia estratta sia per quella del prodotto finito. Pietre che, in molti casi, devono la loro fama al lavoro di grandi protagonisti della storia dell’architettura, da Benedetto Antelami a Jacopo Sansovino, dal Sanmicheli a Palladio e, molto più recentemente, a quello di alcune archistar del contemporaneo che, attraverso le loro scelte, hanno contribuito a perpetuarne il prestigio nel tempo. Fra queste vale la pena segnalare due materiali lapidei di antica tradizione apprezzati dai progettisti: la Pietra di Vicenza e il Marmo Rosso Verona, litotipi1 che, come spesso accade, indicano già nel nome i luoghi di provenienza, sinonimo di un radicamento che è autentico valore aggiunto e garanzia di qualità. La Pietra di Vicenza è un calcare di origine sedimentaria 2 , composto da frammenti fossili legati da un impasto cementante di colore paglierino chiaro, coltivato in galleria nei colli Berici3, in particolare nelle zone di S. Gottardo, Costozza, Zovencedo e Grancona. Il diverso ambiente di formazione ne determina le caratteristiche salienti ed i fossili contenuti rappresentano una sorta di Dna della materia oltre che 82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 Geografia litica: le pietre del Veneto una peculiarità estetica. Come la maggior parte delle pietre naturali essa non possiede una colorazione uniforme, tuttavia, pur generalizzando, è possibile affer- il tempo s’indurisce progressivamente (attraverso un processo di cristallizzazione) e la pigmentazione, calda e luminosa, tende, nel corso degli anni, a trasfor- mare che, a seconda dei composti minerali presenti, si caratterizza per tre tendenze cromatiche: il bianco, il giallo e il grigio. Appena estratta, questa pietra risulta tenera, dotata di una duttilità che la rende incline a ogni tipo di lavorazione, con marsi nei toni del grigio. La sua nota resistenza alle intemperie è dovuta al fenomeno della carbonatazione: l’umidità prodotta dagli agenti atmosferici, penetrando nella materia litica scioglie una parte di calcare che, in soluzione, migra verso l’e- sterno depositandosi sulla superficie a formare uno strato di calcite che qui solidifica, portando a una riduzione della porosità e a un aumento della resistenza all’acqua e al gelo. Già conosciuta in età romana, questa pietra deve la sua notorietà al Palladio che, nella seconda metà del ‘500, la impiegò largamente nella realizzazione delle celebri ville della campagna veneta. Oggi viene impiegata nel settore dell’arredamento e dell’architettura per interni ed esterni ed è presente sul mercato in molteplici formati e finiture superficiali, fra le quali: piano sega, levigatura, spazzolatura (anticatura), bocciardatura, sabbiatura. Fra le più famose e recenti realizzazioni con questo materiale, vanno segnalate: la sede della DZ Bank a Berlino progettata dall’architetto americano Frank O. Ghery e il Mart di Rovereto firmato dallo svizzero Mario Botta. Nel ’94, Ghery, la scelse per rivestire le facciate di un gigantesco complesso (un vero e proprio isolato urbano) nel centro della capitale tedesca, grazie alla sorprendente somiglianza con la pietra impiegata, nel 1791, da Carl Gotthard Laughans nella Porta di Brandeburgo. Il prospetto nord della DZ Bank, esempio d’impiego “estremo” della materia litica, fu rivestito da una composizione di monoliti accostati uno accanto all’altro quasi ad annullare la percezione dei giunti4. Tali soluzioni richiesero l’adozione di sistemi produttivi speciali (dalla se- TECNICA Nella pagina di sinistra: Pietra Gialla di Vicenza e Villa “La Rotonda” in provincia di Vicenza. gagione dei blocchi, al taglio e alla finitura) e l’impiego di un sistema d’ancoraggio del tipo “puntuale”, fissato a una gabbia strutturale in acciaio, capace di sostenere elementi con spessori di cm 18 e dimensioni da cm 280x420 (scelte in proporzione alle In questa pagina, a sinistra: Berlino, DZ Bank, fronte sud. A destra, idem, fronte nord. misure dei rocchi delle colonne e degli spessori delle cornici della Porta di Brandeburgo), garantire l’indipendenza ad ogni monolite dal punto di vista statico e manutentivo, nonché sopperire al comportamento fragile del materiale. Per il prospetto sud furono scelte lastre di vari formati con dimensioni più contenute: da cm 120x150 a cm 75x130, spessori compresi fra cm 5 e 8 con ancoraggi puntuali e staffe in lega speciale di alluminio. A distanza di un anno dalla conclusione del cantiere berlinese, a Rovereto fu inaugurato il Mart, Museo di arte contemporanea: il nuovo polo culturale della città, collocato lontano dal fronte urbano, nato da un intervento destinato a trasformare lo spazio fra gli antichi edifici in un viale d’accesso ad una “piazza” circolare, parzialmente coperta da una cupola vetrata: “cuore” baricentrico del nuovo complesso e immagine dell’insieme museale. Il rivestimento delle facciate, cita- 99x51,5 per quelle circolari che delimitano lo spazio coperto. Ognuno degli oltre 16.000 manufatti impiegati fu dotato di quattro ancoraggi puntuali e un dispositivo di fissaggio che consente la rimozione di ciascuno di essi tramite un sistema di sblocco e scivolamento verticale rispetto alla retrostante parete ventilata su telaio, in grado di garantire il massimo contenimento delle dispersioni termiche e una notevole economia di manutenzione. Anche il marmo Rosso Verona è un calcare conosciuto fin dall’antichità. Presenta un fondo rosso-aranciato con macchie dovute a residui fossili, talvolta evidenti, in forma di conchiglie con varie dimensioni e coltivato in cave a cielo aperto della Val- zione delle modanature e delle pietre d’angolo dei palazzi settecenteschi adiacenti, è in Pietra di Vicenza dello spessore di cm 4, secondo due soluzioni: in lastre piane da cm 107x51,5 per le pareti lineari e lastre concave e convesse da cm pollicella. La variante più apprezzata è il Rosso Ammonitico5, cavato principalmente nel Monte Pastello e sui monti del versante occidentale della Val d’Adige, compresi tra i paesi di Sant’Ambrogio e Monte. Il marmo veronese è apprezzato e utilizIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 83 TECNICA Mart (Rovereto), prospetto sulla piazza interna. zato fin dall’antichità, modellato in colonne, manufatti a basso spessore, bassorilievi e sculture per decorare palazzi e chiese, non solo a Verona ma in tutta Italia. Lo si ritrova sulla facciata del Palazzo Ducale e nella Basilica di San Marco a Venezia e, in particolare, nel Battistero di Parma realizzato nel XIII secolo dallo scultore-architetto Benedetto Antelmi. U tilizzato per pavimentazioni e rivestimenti in esterni e interni è attualmente disponibile in vari formati e numerose soluzioni di lavorazione superficiale fra le quali: lucidatura, levigatura, spazzolatura, sabbiatura, bocciardatura, ”a spacco”. Fra le opere più recenti vanno segnalate due realizzazioni firmate da Mario Botta: il Centro pastorale Giovanni XXIII di Paderno Seriate e la nuova facciata della Parrocchiale di Sant’Antonio Abate a Genestrerio nella Svizzera italiana. In entrambe i casi, attraverso un percorso progettuale spesso audace, ma rispettoso del genius loci e della tradizione, l’architetto svizzero, propone soluzioni capaci di rinsaldare la frattura tra “luogo del sacro” e città attuale. La pietra, impiegata per rivestire superfici orizzontali e verticali, interne ed esterne, assume in queste architetture una doppia valenza: esalta l’atto del costruire «…una azione che trasforma una condizione di natura in una condizione di cul84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 TECNICA A sinistra: Marmo Rosso di Verona e Fonte battesimale nel Battistero di Parma. In basso: Parrocchiale di Sant’Antonio Abate, Genestrerio, Canton Ticino. tura» e garantisce la permanenza nel tempo, la necessità dell’uomo di sopravvivere alle «…precarietà del suo essere e del suo operare…»6. Il Rosso Verona, trattato a spacco, è impiegato per rivestire i volumi del Centro pastorale in provincia di Bergamo, concluso nel 2004. Qui la pietra si esprime attraverso la chiarezza e il rigore della geometria di una costruzione monumentale, con una pianta quadrata ad aula nella quale l’altezza di 22 m è la dimensione dominate. I differenti volumi che compenetrandosi definiscono la forma della facciata (quinta architettonica del sagrato) e dei tre prospetti, sono enfatizzati dall’impiego di un rivestimento in spaccatelli di Rosso Verona: manufatti realizzati in serie, a basso spessore, profilo regolare, faccia a vista lavorata “a spacco” e lati rifilati. Gli elementi sono posati a diretto contatto fra di loro senza alcuna soluzione di continuità, fissati al paramento murario mediante malta cementizia. Il risultato è una superficie scabra che da lontano è letta nella sua impeccabile uniformità materica e cromatica, da vicino si trasforma attraverso la scansione ritmica dei giunti, appena percepibili, fra un corso e il successivo. Una soluzione analoga è riscontrabile anche nella nuova facciata della Parrocchiale di Sant’Antonio Abate. Qui Botta, interviene sulla facciata di una chiesa in precario stato di conservazione. Il progetto, prevede la sovrapposizione di un nuovo fronte principale con dimensioni superiori rispetto a quello originario e da esso opportunamente distanziato (attraverso l’inserimento di un giunto tecnico). Conservazione e trasformazione trovano una sintesi attraverso un intervento che tutela l’esistente grazie a una coraggiosa reinvenzione compositiva. La facciata, ora, parla un linguaggio contemporaneo che guarda alla tradizione gotica d’oltralpe ed esalta la presenza della piccola chiesa rispetto alla piazza antistante e alle strade limitrofe. La pietra, lavorata “a spacco” e posata su sottostante struttura in calcestruzzo, presenta una superficie perfettamente omogenea nella sua irregolarità. Le variazioni cromatiche rendono vibranti alla luce del sole le tre superfici inclinate ed enfatizzano le linee oblique di raccordo nel gigantesco portale strombato che sembra voler accogliere i fedeli alla preghiera. ❑ Sotto: Centro pastorale Giovanni XXIII, Paderno Seriate. Bibliografia di riferimento AA.VV., Architetture del sacro- preghiere di pietra, ed. Compositori, Bologna, 2005 F. GRASSI, Colli Berici, Ed. Papergraph, Verona, 2000 V. PAVAN, Pietra: il corpo e l’immagine, Arsenale editrice, Verona, 2003 V.PAVAN a cura di, Nuova architettura in pietra in Italia, ed. Gruppo editoriale Faenza, Verona, 2002 R. STRATI a cura di, Atlante dei materiali di cava, Motta editore, supplemento Area 60. Note Per qualsiasi informazione specifica in merito alle caratteristiche fisiche dei materiali citati si consiglia di rivolgersi alle aziende di settore. A tale proposito si rammenta che, secondo quanto trattato in Riflessioni sulla “Marcatura CE” dei prodotti in pietra, “Il geometra bresciano” 2 /2012, è obbligatoria la marcatura CE per i prodotti realizzati in pietra naturale. 2 Si caratterizza per una duplice formazione, clastica e biogena, poiché risulta sia dalla deposizione di materiale marnoso trasportato dai fiumi al mare, sia dalla sedimentazione di scheletri d'organismi acquatici. FRANCESCO GRASSI, Colli Berici, Ed. Papergraph, 2000 3 Cinquanta milioni d’anni fa, la zona dei Colli Berici era interamente sommersa dalle acque; in quest’ambiente marino si forma la Pietra Berica. 4 Le lastre sono state poi trattate con un protettivo (impregnante al silicato) e le sigillate con uno stucco di colore analogo alla pietra. 5 Il nome deriva dalle raffigurazioni di Giove Ammone, divinità romana, rappresentata con corna a spirale. 6 AA.VV., Architetture del sacro - preghiere di pietra, ed. Compositori, Bologna, 2005 1 IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 85 GEOLOGIA Giovanni Fasser I geositi sono elementi, aree o località di interesse geologico di rilevante valore naturalistico ed importanti testimoni della storia della Terra. Essi rendono peculiari alcuni luoghi nei territori in cui sono inseriti per i loro specifici fattori fisici, morfologici, climatici e strutturali; rappresentano un patrimonio geologico inestimabile che deve essere tutelato come tutte le diverse componenti del paesaggio. A differenza di quanto accade in molti paesi nel mondo, in Italia molti di essi sono sconosciuti o scarsamente valorizzati, anche se rappresentano un immenso patrimonio in relazione a nuove forme di turismo (GeoTurismo), che guarda con crescente interesse alla “geodi- I geositi: risorse per la valorizzazione culturale e turistica di un territorio versità” come base della biodiversità e agli ambienti naturali più in generale. Un geosito è un bene naturale non rinnovabile. Con il termine geositi si indicano i beni geologici e geomorfologici di un territorio, intesi quali elementi di pregio scientifico e ambientale del patrimonio paesaggistico. Si tratta in genere di architetture naturali, o singolarità del paesaggio, che testimoniano i processi che hanno formato e modellato il nostro pianeta. Forniscono un contributo indispensabile alla comprensione della storia geologica di una regione e rappresentano valenze di eccezionale importanza per gli aspetti paesaggistici e di richiamo culturale, didattico, ricreativo e turistico. “Un geosito può essere definito come località, area o territorio in cui è possibile individuare un interesse geologico o geomorfologico per la conservazione.” (W.A.P. Wimbledon, 1996) È utile sottolineare come la geologia possa rivelarsi una chiave di lettura forte per la comprensione di un territorio e quindi per la sua valorizzazione culturale e turistica. Il censimento dei geositi Dal 1995, col sostegno dell'UNESCO, sono nati numerosi progetti a scala mondiale dedicati allo studio ed alla valorizzazione del patrimonio geologico: • Working Group on Global Geosites dell'International Union of Geological Sciences; • Geomorphological Sites dell' International Association of Geomorphologist; • Programma ProGEO. In Italia, a partire dagli anni ’90, diverse iniziative a carattere nazionale, 86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 regionale e locale, con il supporto scientifico delle università, contribuirono a diffondere la conoscenza del patrimonio geologico italiano. In quegli anni nacque l’idea di realizzare un censimento dei geositi e il Servizio Geologico Nazionale venne indicato quale miglior candidato al coordinamento nazionale delle diverse iniziative avviate a livello locale. Il progetto “Il Censimento Nazionale dei Geositi” fu avviato dal Servizio Geologico Nazionale nel 2002, in collaborazione con il Dipartimento Polis dell’Università di Genova, ProGeo e Sigea, proseguito dall’Apat e, dal 2008 ad oggi, dal Dipartimento Difesa della Natura dell’Ispra. Ad oggi l’inventario comprende circa 3700 geositi censiti sul territorio nazionale, in continua evoluzione. La banca dati Geositi è consultabile on line all'indirizzo: http://sgi2.isprambiente.it/geositiweb/ Oltre ai geositi in senso stretto ci sono altri tipi di beni geologici : GEOLOGIA Alla pagina precedente: calanchi ad Atri e la carta dei geositi pubblicata dall’Ispra. GSSP (Global Stratotype Section and Point) Un GSSP è una successione rocciosa che contiene al suo interno un punto che rappresenta il limite fra due piani della scala cronostratigrafica standard globale. Si tratta dunque di geositi di importanza mondiale in quanto rappresentano lo standard di riferimento globale per la definizione di un determinato limite cronostratigrafico, ossia la base di una unità di vario rango. Ogni GSSP (golden spike = chiodo d'oro) viene scelto dopo approfondite e documentate ricerche, da parte degli specialisti di quel particolare intervallo temporale (Università, centri di ricerche, ecc.) e votato da un’apposita commissione della Ics (International Commission on Stratigraphy), organo della Iugs (International Union of Geological Sciences). In Italia attualmente si trovano 9 tra i GSSP finora definiti: 3 sono in Sicilia, 2 nelle Marche, 1 in Piemonte, 1 in Lombardia, 1 in Calabria e 1 nel Trentino Alto Adige. Il geosito di Romanterra a Bagolino, valle del Caffaro, provincia di Brescia, definisce il limite tra l'Anisico e il Ladinico (Triassico medio, Mesozoico). Una veduta del Gruppo di Brenta compreso nel geoparco AdamelloBrenta; sono stati adottati per tutelare le aree più importanti dal punto di vista geologico nella sua accezione più ampia. È tuttavia la più recente strategia dei Geoparchi, lanciata nel 2000 con l’avvio della Rete dei Geoparchi Europei (Egn) e consolidata nel 2004 con l’istituzione della Rete Globale dei Geoparchi sotto l’egida dell’Unesco, che interpreta perfettamente le politiche di conservazione e di valorizzazione del patrimonio geologico e le integra nell’ambito delle più articolate azioni finalizzate alla tutela attiva delle risorse ambientali e allo sviluppo sostenibile a livello locale. L’Italia è ben rappresentata nel panorama internazionale con ben otto Geoparchi riconosciuti nella Rete Eu- ropea e nella Rete Globale (Unesco), una testimonianza autorevole, per nulla esaustiva, dell’immenso patrimonio geologico del nostro Paese. Nella nostra provincia, al confine con quella di Trento, abbiamo il geoparco Adamello-Brenta. P er tutelare e valorizzare le particolarità del suo patrimonio geologico, il Parco Naturale Adamello Brenta nel 2008 è entrato a far parte della Rete Europea e Mondiale dei Geoparchi sotto l’egida dell’Unesco, riconoscendo così l’importanza geologica del territorio compreso tra il Trentino e la Lombardia e dei 38 Comuni ad essa afferenti. Esattamente un anno dopo, il 26 giugno 2009, vi è stato un altro importante riconoscimento: le Dolomiti di Brenta, assieme ad altri 8 gruppi dolomitici appartenenti a 5 provincie diverse, sono entrate a far parte della Lista del Patrimonio Unesco dell'Umanità. Parchi geominerari I minerali e le rocce hanno da sempre costituito una materia molto utile alla vita umana, e per poterli estrarre e sfruttare al meglio sono state elaborate tecniche e sistemi ingegnosi. Si pensi all'importanza che hanno avuto nella storia, sin dall'epoca pre-romana, i siti minerari delle nostre valli con lo sviluppo nei secoli dell'economia legata alla lavorazione del ferro e dei suoi derivati. Un parco geominerario è un Geoparchi (Geopark) La salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio geologico rappresenta a livello internazionale e nazionale un fattore fondamentale nell’ambito delle più ampie politiche di gestione delle risorse naturali. Diversi sono gli atti e i provvedimenti che IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 87 GEOLOGIA Veduta della miniera di Pezzaze in Valle Trompia. Doline dell’Altopiano di Cariadeghe a est di Brescia. territorio che è stato oggetto di estrazione di minerali o di altri materiali geologici dalla terra (miniera). La stessa estrazione delle sostanze utili ha comportato una trasformazione sostanziale del paesaggio, modificando l’aspetto sia dell’area del sito di estrazione (miniera o cava) sia di tutto l’intorno in cui si collocano le aree di prima lavorazione. Proprio per questo ruolo cardine che i siti geominerari hanno svolto nel corso dei secoli, la recente normativa sui Beni Culturali (Codice dei beni culturali e del paesaggio, DL. n.42/04) quando questi presentino caratteristiche storiche ed etno-antropologiche, li include tra i beni culturali da tutelare. Nel territorio italiano, fortemente antropizzato, diverse aree, in cui l’attività estrattiva è cessata del tutto o in parte, presentano tali carat88 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 teristiche; alcune di queste hanno ottenuto riconoscimenti specifici, diventando parchi, ecomusei, villaggi minerari, ecc. A differenza dei parchi naturali che tutelano ecosistemi e le specie, quelli geominerari non necessitano di continuità spaziale per perseguire i propri obbiettivi di tutela, pertanto i parchi geominerari sono spesso costituiti da più siti puntiformi (miniere, industrie di lavorazione, musei) che si possono trovare a distanze di diversi chilometri uno dall’altro, ma che fanno parte di uno stesso sistema produttivo e contribuiscono a ricostruire la storia delle attività umane, e la complessa articolazione delle strutture geologiche. Un esempio può essere quello del Parco geominerario dell'Isola d'Elba. Rientrano nella categoria dei geositi anche molte aree protette come riserve naturali di istituzione nazionale (parchi, riserve, monumenti naturali), regionale e locale. Inoltre si devono considerare anche molte zone legate alla “Rete natura 2000”, istituita dalla Direttiva Habitat (Dir. 92/43/Cee), comprendente aree ad elevata naturalità, la cui funzione è la tutela e la conservazione della biodiversità (e geodiversità) sul continente europeo; tra esse rientrano i numerosi S.I.C. (siti di interesse comunitario) e Z.P.S. (Zone di protezione Speciale) presenti in Italia e anche nella nostra regione. I Geositi in Lombardia La regione Lombardia si è dotata di un ricco elenco di aree naturali da tutelare per i valori floristici, faunistici e geologici; sono state quindi avviate numerose attività di tutela e valorizzazione delle aree protette lombarde, in applicazione della Legge Regionale 86 del 1983. Tra queste aree sono frequenti le testimonianze geologiche (geositi), spesso poco percepite al di fuori della ristretta cerchia degli addetti ai lavori, che sono state oggetto di iniziative di valorizzazione, sia pur frammentarie. Tra i geositi in senso stretto si possono ricordare le esperienze del parco geologico di Chiareggio (So), di quello paleontologico di Cene (Bg) e l'icnosito di Zone (impronte di dinosauri) e dei parchi minerari dei Piani Resinelli (Lc), di Schilpario e della Val Trompia (Bs). Con l’approvazione del Piano Territoriale Regionale (Ptr), nella sezione specifica GEOLOGIA In basso, il geosito di Romanterra nel Comune di Bagolino; a destra, la tavola esplicativa del medesimo geosito, a cura del dr. Paolo Schirolli del Museo di Scienze Naturali di Brescia. del Piano Paesaggistico Regionale (2008) sono stati introdotti i geositi, censiti nel numero di 264 sull’intero territorio regionale, assoggettandoli a una normativa specifica. Nella provincia di Sondrio, per esempio, si ha il geosito delle cave di pietra ollare, che da secoli contraddistinguono in positivo un settore significativo dell’economia della provincia, o quello della Val di Mello, dove la geologica locale, con le intrusioni granitiche della Val Masino-Bregaglia, ha favorito la frequentazione da parte di una comunità, quella dei “sassisti”, che si è spinta a ridefinire la toponomastica stessa della valle, in un atto di gioiosa riappro- priazione dei luoghi che di rado è concessa all’uomo moderno, nel rigoroso rispetto dell'ambiente. I Geositi in provincia di Brescia Anche in provincia di Brescia sono presenti numerosi geositi, oltre alle altre aree protette, parchi e riserve naturali, che rispecchiano la grande varietà degli ambienti naturali, da quelli alpini, prealpini e lacustri a quelli della pianura. Uno dei geositi più singolari è rappresentato dal Monumento naturale Altipiano di Cariadeghe, nel comune di Serle, pochi chilometri ad est del capoluogo, meta di escursionisti e amanti della natura, ma soprattutto il paradiso degli speleologi. L’altopiano di Cariadeghe si estende su un territorio ondulato che va da 700 ai 1170 m s.l.m. nelle Prealpi Bresciane. La natura carsica del sottosuolo rappresenta una delle manifestazioni più estese in Lombardia: sono presenti numerose doline, grotte, inghiottitoi. Si hanno soprattutto doline di soluzione a forma di imbuto, più rare sono le doline di crollo. Il carsismo profondo è rappresentato da numerose grotte ad andamento prevalentemente verticale, in esso vive una microfauna caratteristica (molte specie sono state scoperte e classificate per la prima volta proprio in queste grotte). Una conseguenza del carsismo è la mancanza di idrografia superficiale. Di notevole interesse scientifico è il Geosito (Gssp) di Romanterra, Bagolino, Valle del Caffaro, che segna il limite tra l’Anisico e il Ladinico (Triassico medio) ed è stato formalizzato dalla Commissione Internazionale per la Stratigrafia (Ics), dell’Unione Internazionale delle Scienze Geologiche (Iugs) nella primavera del 2005. La datazione del limite Anisico/Ladinico è stata determinata mediante studi magnetostratigrafici e raIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 89 GEOLOGIA Veduta parziale dell’icnosito di Zone. Il geosito, recentemente istituito, è di grande importanza scientifica. dioisotopici: ciò ha permesso di attribuire al Gssp una età assoluta di circa 241 m.a. Il sito è localizzato in una serie ben esposta nella zona lungo l’alveo del Fiume Caffaro, in prossimità della frazione di Romanterra, in cui il fiume attraversa a sud il Comune di Bagolino. Nei periodi caratterizzati da precipitazioni particolarmente abbondanti (periodi di grassa idrologica) l’area è spesso non visitabile perché sommersa. Il geosito è stato istituito, con il contributo del dr. Paolo Schirolli (museo di Scienze, Brescia), nel 2010. L’icnosito di Zone é un geosito di recente istituzione, anch'esso di grande importanza scientifica, perché sono state rinvenute delle impronte di un vertebrato (archeosauro) del Triassico. L’affioramento è situato circa 1 Km a nord del paese di Zone, lungo l’Antica Strada Valeriana. Le impronte si trovano su alcuni piani di 90 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 strato della formazione rocciosa denominata Arenarie di Val Sabbia. In questo “icnosito” è presente un’associazione a tetrapodi importante poiché rappresenta la prima associazione di impronte di tipo chiroteriano, trovate in Lombardia, risalenti al Triassico superiore. Poco più a valle, nei pressi della località Cislano, si ha la Riserva regionale, di tipo geomorfologico e paesistico, istituita dalla Regione Lombardia nel 1984 (D.G.R. n. 1844 del 19 dicembre 1984) delle Pramidi di terra di Cislano, Zone. Le “piramidi di erosione” sono il prodotto di un fenomeno che si sviluppa in depositi glaciali di natura limoso-ghiaiosa parzialmente cementati o “sovraconsolidati”, in cui siano inclusi grossi massi di roccia. Sui pendii composti da tali materiali le acque meteoriche asportano rapida- mente la matrice limosa del deposito, isolando a poco a poco i massi di roccia lapidea che, esercitando una azione “protettiva” (ad ombrello) sul materiale sottostante, vengono a creare dei pinnacoli di “terra” (ossia il deposito ghiaioso - limoso) con al culmine appunto detti massi, dando origine al fenomeno delle “piramidi di terra (earth pillars)”. Tali pinnacoli risultano altresì riparati da una pellicola protettiva, derivante dal dilavamento dei composti limoso-argillosi (argilla insolubile) che formano i depositi glaciali di fondo. I cappelli delle piramidi sono massi di Arenaria rossa (Verrucano Lombardo) Porfiriti, Tonalite e Quarzite che talvolta raggiungono dimensioni notevoli, fino a 6 metri di diametro, mentre l’altezza delle “piramidi” varia da 10 a 30 metri circa. ❑ CONDOMINIO Francesco Ganda Scarichi e ascensore a separato utilizzo Scarichi La vita condominiale scopre sempre delle “cose comuni”che sono ad uso separato. Cassazione civile, Sezione II, 25 giugno 2012, n. 3 C.c. opera anche per l’impianto di scarico delle acque con riferimento alla parte dell’impianto che raccoglie le acque provenienti dagli appartamenti e, quindi, che presenta l’attitudine all’uso e al godimento collettivo che, diramandosi da detta colonna condominiale di scarico, serve un appartamento di proprietà esclusiva. La Corte ha escluso l’applicabilità di tale presunzione a condotte fognarie che servivano esclusivamente una parte di un condomino, dispensando il condominio dal realizzare opere di intervento per evitare i rigurgiti di acque fecali nei locali di proprietà del condomino stesso. per la legittimità della delibera di installazione dell’ascensore nel caso in cui vi siano condomini dissenzienti che si oppongono ad essa – è stato affermato che: – dal momento che l’ascensore costituisce un servizio suscettibile di utilizzazione separata, non comportando per i dissenzienti alcun onere economico, non è indispensabile che dall’innovazione debba derivare per il condomino dissenziente un vantaggio compensativo rispetto al pregiudizio che lamenta; – se sono consentite le innovazioni che, recando utilità a Ascensori L’installazione in un edificio in condominio (o in una parte di esso) di un ascensore di cui esso prima era sprovvisto costituisce, ai sensi dell’articolo 1120, comma 1, C.c., una innovazione, con la conseguenza che la relativa deliberazione deve essere presa con la maggioranza prevista dall’articolo 1136, comma 5, C.c. (Cass. sent. n. 1529 dell’11 febbraio 2000). Invece con la (di poco precedente) sentenza n. 20902 dell’8 ottobre 2010 – emessa in relazione alle condizioni tutti i condomini tranne uno, comportino per quest’ultimo un pregiudizio limitato e che non sia tale da superare i limiti della tollerabilità, allora il discrimine tra innovazione legittima e innovazione illegittima non può essere individuato in astratto, ma deve essere valutato in concreto dal giudice tenendo conto del fatto che un pregiudizio limitato è irrilevante e che l’unico limite insuperabile è costituito dalla tollerabilità dell’opera per il dissenziente, che deve essere valutata tenendo conto non solo degli eventuali aspetti patrimo- niali, ma anche degli interessi complessivamente in gioco. Con quest’ultima sentenza la Cassazione ha pure ricordato il proprio consolidato orientamento (espresso dalla sentenza n. 1529 dell’11 febbraio 2000) secondo cui l’installazione di un ascensore in un edificio che ne sia sprovvisto può essere attuata, riguardo un servizio suscettibile di separata utilizzazione, anche a cura e spese di taluni condomini soltanto, purché sia fatto salvo il diritto degli altri di partecipare in qualunque tempo ai vantaggi dell’innovazione, contribuendo nelle spese di esecuzione dell’impianto e in quelle di manutenzione dell’opera; e che la limitazione, seppure lamenta da alcuni condomini, delle scale e dell’andito determinata dall’installazione dell’impianto di ascensore a spese degli altri condomini non comporta, per l’innovazione così deliberata, la lesione del divieto disposto dall’articolo 1120, comma 2, C.c., nel caso in cui da essa non derivi, sotto il profilo del minor godimento della cosa comune, alcun pregiudizio, perché non è previsto che dall’innovazione debba necessariamente derivare per il condomino dissenziente un vantaggio compensativo (Cassazione, sentenza n. 9033 del 4 luglio 2001 e sentenza n. 4152 del 29 aprile 1994). ❑ IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 91 CULTURA Nicola Conenna* L’idrogeno, energia pulita per la salvaguardia della natura I l sistema energetico della Natura è organizzato quasi tutto su base cellulare, quindi è privo di centrali energetiche e si alimenta sia in mare che in terra con la fotosintesi clorofilliana. I fotoni provenienti dalla luce solare sono intercettati e, attraverso un complesso meccanismo biochimico, utilizzati per rompere il legame chimico delle molecole d’acqua, ottenendo idrogeno e ossigeno. L’ossigeno viene liberato e l’idrogeno si lega con l’anidride carbonica presente nell’aria, formando sostanze chimiche quali gli zuccheri. Questo è quello che fa una foglia o, in mare, il fitoplancton. Tutti sappiamo che le piante hanno bisogno di acqua e della luce del sole. Imitare la natura Se noi, esseri umani, vogliamo disporre di un sistema energetico in grado di durare nel tempo senza fare danni, dobbiamo imitare il meccanismo della natura appena descritto. L’idrogeno è molto adatto per questo. Noi disponiamo già del fotovoltaico, sistema energetico abbastanza simile alla funzione clorofilliana, anzi, molto più efficiente. Questo va bene per catturare i raggi del sole, ma non è sufficiente: abbiamo ancora bisogno del ciclo dell’acqua. L’idrogeno, il “generatore d’acqua”, è quello che ci serve per chiudere il cerchio. L’energia solare è la fonte primaria di energia ed è immensa, oltre diecimila volte quella che attualmente utilizziamo. È necessario però accumularla, perché di notte non la riceviamo. Attualmente, come accumulo dell’energia solare, utilizziamo gli idrocarburi fossili, che sono anch’essi originati dalla fotosintesi crolofilliana, ma attraverso processi della durata di centinaia di milioni di anni, quindi sono praticamente no rinnovabili. Bruciandoli, i loro prodotti di combustione crano diversi problemi a livello locale (nocività per la Il prof. Nicola Conenna, fisico, è Presidente dell’Università dell’Idrogeno (Fondazione H2U - The Hydrogen University). Si interessa principalmente di energia e di mare. Si occupa da oltre trent’anni di energie rinnovabili, politiche energetiche, idrogeno. È stato oceanografo fisico, si è occupato di conservazione della natura e dell’ambiente marino. Ha realizzato la “Cittadella dell’Idrogeno”, primo impianto dimostrativo fra i più completi. Sta ora realizzando H2M, impianto sempre dimostrativo, ma questa volta mobile. Per maggiori informazioni sui progetti consultare i siti www.unihydrogen.eu, www.accaduenet.com e www.cambiamento.tv 92 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 salute) e a livello globale (riscaldamento del pianeta: il carbonio finito sotto terra ritorna in atmosfera). Molto meglio utilizzare l’acqua come accumulo. Con il fotovoltaico la radiazione solare diventa corrente elettrica. Con la corrente elettrica, mediante gli elettrolizzatori, possiamo scindere le molecole dell’acqua per ottenere idrogeno e ossigeno; l’idrogeno accumulato costituisce un accumulo di energia potenziale: ossidato di nuovo restituisce corrente elettrica quando serve. Per fare questo si utilizzano le celle a combustione, che corrispondono ad un elettrolizzatore fatto funzionare al contrario. Il principio di funzionamento è molto semplice: pensate ad un bicchiere d’acqua con due elettrodi dentro, e l’aiuto di un catalizzatore. Nel caso di un elettrolizzatore daremo corrente elettrica agli elettrodi, ottenendo idrogeno dall’acqua, nel caso della cella a combustione, invece, idrogeno, per ottenere corrente elettrica fra gli elettrodi. L’ossigeno è in scambio con l’aria. Non ci sono combustioni, l’ossidazione avviene a bassa temperatura, di solito una cinquantina di gradi. A queste temperature l’azoto dell’atmosfera non si ossida, quindi il nostro sistema rimane nel ciclo dell’acqua a emissioni zero. Non è proprio come in natura, ma ci somiglia molto. L’efficienza però è molto maggiore e ci fornisce l’elettricità con cui noi siamo abituati a lavorare: illuminazione, motori elettrici, televisori, computer, telefoni, che in natura non si utilizzano. Villaggio a idrogeno Questo stesso sistema si può adattare ai nostri edifici (abitazioni e unità produttive) che devono produrre più energia di quella che consumano. Per fare questo abbiamo bisogno di un buon isolamento termico, di un orientamento adeguato e di apparecchiature elettriche, dall’illuminazione agli elettrodomestici, ad alta efficienza energetica. E di fonti di energia primaria rinnovabili, che possono variare secondo le caratteristiche del territorio. Il sistema di accumulo ad idrogeno, che andiamo ad installare, fa le funzioni di una batteria ricaricabile. Con gli edifici è meglio lavorare in termini di villaggio, piuttosto che di singola abitazione, perché molto più facile ed economico realizzare il modello precedentemente descritto, ripartendo i carichi su più edifici. CULTURA Sarà molto importante il ruolo delle reti; gli edifici vanno collegati tra loro con una rete intelligente che gestisce il funzionamento delle celle a combustibile presenti nelle unità abitative e produttive, consentendo un’efficienza energetica maggiore e l’installazione di celle a combustione di minore potenza, quindi più economiche. Con l’utilizzo di un idrogenodotto potremo mettere in rete anche l’drogeno, oltre che l’elettricità. L’ intero villaggio potrà essere comletamente autosufficiente. La copertura fotovoltaica, che dovrà essere integrata con gli edifici, potrà essere diseguale, secondo le caratteristiche delle costruzioni. Nel complesso il villaggio disporrà di energia sufficiente. Il villaggio nel suo insieme produrrà idrogeno con un elettrolizzatore, che potrà essere di quartiere o di condominio, con un deposito di idrogeno in comune e delle tubature di collegamento. Abbiamo così introdotto dei concetti importanti, che sono l’autoproduzione di energia (fotovoltaico e celle a combustione) e la condivisione (reti dell’elettricità e dell’idrogeno). L’intero sistema potrà essere in isola o collegato a reti più vaste. Il modello è quello di Internet, anche per le reti elettriche. Auto a idrogeno Vediamo ora come il nostro sistema energetico può alimentare anche le autovetture e i mezzi di trasporto in genere, utilizzando il surplus di energia che produce, sostituendo i carburanti tradizionali, benzina e gasolio, con idrogeno e miscele di idrogeno e biogas prodotti da fonti rinnovabili. L’ideale sarebbe utilizzare veicoli a motore elettrico alimentati a idrogeno mediante celle a combustibile, che sono già esistenti, ma ancora molto costosi. In attesa di svilupparne di accessibili si possono utilizzare i veicoli già esistenti con motori a combustione alimentati a miscela di idrogeno con biogas, o idrogeno con biodiesel. In entrambi i casi potremo ricaricare le nostre autovetture con l’energia del villaggio, o delle singole unità abitative, utilizzando energie rinnovabili. Ammettiamo di poter disporre subito di autovetture a trazione elettrica alimentata da celle a combustione a idrogeno. In questo caso disporremmo di una vera e propria centrale elettrica montata su quattro ruote. La potenza elettrica di un’autovettura corrisponde, circa, a quella di venti appartamenti. Nel nostro villaggio potremmo disporre di box di parcheggio, nei pressi della propria abitazione, dotati di compressore per ricaricare i serbatoi dell’autovettura durante la sosta e di attacco elettrico. Quindi, nel corso della notte, il nostro veicolo sarebbe rifornito per gli spostamenti del giorno successivo entro i limiti della capacità del serba- toio e potrebbe funzionare da centrale di produzione elettrica utilizzando l’idrogeno proveniente dall’idrogenodotto locale. Si tratta della stessa funzione che può svolgere la cella a combustione di casa, ma quella dell’automobile sarà almeno dieci volte più potente. Così l’autovettura lavora anche durante la sosta e si ripaga del suo costo vendendo energia. Si tratta poi di bilanciare bene il sistema energetico basato sulle energie rinnovabili disponibili sul territorio, ma è possibile effettuare delle scelte progettuali in grado di assicurare l’autosufficienza energetica del villaggio, grantire il rifornimento dei veicoli e generare un surplus in grado di alimentare attività produttive pulite. Questo sarà possibile se l’efficienza energetica sarà molto alta, l’utilizzo dell’elettronica bilanci bene la rete intelligente e il posto scelto sia adatto. Queste attività andrebbero integrate con un’azienda agricola biologica in grado di produrre buona parte del cibo a kilometri zero, e contribuire alla produzione di energia, in linea con la propria vocazione tradizionale, dal momento che anche il cibo è energia. Vivere meglio rispettando la Terra Progetto affascinante ma poco realizzabile? La buona notizia è che lo stiamo già facendo. In Pugli abbiamo già iniziato la progettazione finalizzata alla realizzazione di due villaggi basati su questi principi. Uno in montagna ad Accadia sui Monti Dauni, l’altro sul Gargano a Vico, vicino al mare. Il criterio di progettazione sarà open source tramite i nostri siti internet. Sarà possibile partecipare alla realizzazione dei villaggi sempre contattandoci tramite i siti internet. Sarà possibile partecipare ad un azionariato diffuso per la realizzazione dei villaggi. N ella Foresta Umbra sta nascendo la Scuola Garganica della Nuova Energia, nel cuore della foresta, dal momento che vogliamo fare riferimento alle strategie fondamentali della natura. Chi lo desidera potrà partecipare ai corsi. L’idrogeno è il complemento necessario delle energie rinnovabili, la sua versatilità ci consentirà di metterlo alla base di un nuovo modello di società dove l’autoproduzione e la generazione diffusa porteranno a un nuovo modello economico decentrato, cui Internet ha già aperto la strada. Se baseremo la nostra energia su rinnovabili e idrogeno non ci sarà più il carbonio nel nostro ciclo energetico e potremo, finalmente, iniziare a mettere freno al mutamento del clima della Terra. ❑ Tratto da “Vivi consapevole” n. 31 novembre-gennaio 2013 IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 93 CULTURA Jean-Jacques Lequeu, un talento, un visionario, un architetto Franco Robecchi L a progettazione architettonica è notabile per varie ragioni. Vi sono le ovvie attrattive derivanti dai contenuti, fatti di forme, di spazi, di armonie scultoree e di suggestioni ambientali, nonché di proposte funzionali, che migliorano, rivoluzionano, assecondano, o talora inceppano, le attività della nostra vita. Ma non sono meno interessanti le idee fantasiose di certa architettura, che si staccano dalla quotidianità per attingere alla fiaba. L’architettura si fa teatro, scenografia, immaginazione astratta, offrendo scenari da sogno o racconto fantasy. La storia delle architetture immaginate e irrealistiche ha radici antiche. Si pensi al mitico labirinto, un’architettura che è fissata negli archetipi delle ansie delle paure essenziali dell’uomo. Ma poi abbiamo le architetture dell’Ade e del Parnaso o quelle delle costruzioni ipotetiche, come la torre di Babele. Scendendo nel fiume del tempo troviamo le architetture dell’aldilà dantesco e, poi, lo sbocciare delle città ideali del ’400 e ’500. La diffusione di raffigurazioni architettoniche di fantasia, nella percezione di massa, si è avuta con i grandi e magnifici illustratori di libri ottocenteschi e, poi, in crescendo, con l’aprirsi del cinema, sino all’esplosione recente degli effetti speciali nella cinematografia dell’era informatica. Vi sono raffigurazioni architettoniche nei film degli ultimi vent’anni che sono quanto di più ammirevole si possa immaginare. Una tappa centrale dell’architettura visionaria si ebbe alla fine del Settecento, in Francia, nel clima della rivoluzione. Vi è un terzetto di architetti francesi di quell’epoca specialmente noto per la vena visionaria della loro mente progettuale. Si tratta di Étienne-Louis Boullée, di Nicolas Ledoux e di Jean-Jacques Lequeu. Vissuti fra il 1728 (nascita di Boullée) e il 1826 (morte di Lequeu) i tre sono solitamente definiti “rivoluzionari”, “razionalisti” e “visionari”. La loro vicenda la 94 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 dice lunga su quale strana associazione possa crearsi, soprattutto in epoche di spinta ideologizzazione, fra due dimensioni intellettuali antitetiche: la razionalità e la gratuita fantasia, un razionalismo spinto, idealizzato e sopravvalutato, e una spinta allucinatoria, sintomo di ubriacatura utopistico-maniacale. La rivoluzione francese fu il crogiolo di tutte le ideologie moderne e fu anche la culla delle utopie più o meno pericolose, fra cui quelle architettoniche. L’architettura visionaria, che non può avere riscontri in effettive costruzioni, deve basarsi sulla prefigurazione grafica. Se oggi abbiamo l’aiuto del computer, alla fine del Settecento ci si poteva avvalere solo della mano e dell’occhio delle mirabili abilità pittoriche dei progettisti. Le tavole delle architetture fantastiche e mai realizzate costituiscono un capitolo a sé nella storia dell’architettura, un capitolo di grande godibilità visiva. Forse proprio la consapevolezza dell’impossibilità della costruzione stimolava ulteriormente l’impegno grafico degli autori, che dovevano giocare nel disegno tutta la capacità fascinatoria dell’opera, poiché non vi sarebbe stato alcun altro capitolo nella vita della proposta. Si doveva puntare tutto sulla grafica pittorica per proporre, suggestionare, convincere e trarre il plauso che è nelle aspettative di chiunque operi. Grazie al reperimento di ottime riproduzioni fotografiche delle sue tavole, che qui si pubblicano, voglio invitare all’attenzione su alcune opere di Jean-Jacques Lequeu. Fra i tre il Lequeu è forse il più eclettico e anche il più oscuro, oltre che il più moderno. Nato in Normandia nel 1757, Lequeu, come ha scritto un suo studioso, ebbe una personalità caratterizzata da “un’immaginazione ardita e un po’ morbida, un talento superiore di disegnatore minuzioso, un’inquietudine caotica da erudito”. Disegnatore straordinario e architetto autodidatta, Lequeu era dotato di una sfrenata cu- CULTURA Nella pagina di sinistra: Lequeu, nel 1784, scrive al centro della tavola, in alto: “Monumento dei coraggiosi cittadini morti per la patria, eretto nel luogo del sangue della Valle dei morti”. Sul sarcofago sarà scritto: “Cittadini, andate a dire a tutti i nostri fratelli che noi siamo morti per salvare la patria”. riosità scientifica, che andava dall’anatomia umana alla tecnologia ingegneristica, con punte che giungevano all’analisi di non convenzionali atteggiamenti fisiognomici, spie di inconsueti caratteri psicologici, o a indagini ginecologiche non distanti dalla pornografia, che fu esplicitamente esibita in alcuni suoi dipinti. Fra le due realtà Lequeu creò anche delle sintesi, con architetture chiaramente ispirate alla forma dei genitali umani. Egli raffigurò il cadavere di un’annegata e la sezione verticale di un mulino a vento, la trebbiatura del grano e la nonna intenta all’arcolaio. La minuzia iperrealistica dei suoi disegni era inoltre moltiplicata da annotazioni con scrittura che egli apponeva su singole porzioni della tavola, nonché in forma di didascalie o chiose distribuite sul foglio, un po’ al modo di Leonardo. Traspare una volontà didascalica e archivistica, avida di sollecitazioni insolite, di rarità iconografiche e di parole evocatrici. Non si hanno notizie di opere architettoniche, edilizie o infrastrutturali realmente progettate dal Lequeu per un’esecuzione concreta, ma si sa di una sua attività nel settore tecnico come dipendente del catasto o come intellettuale associato all’Accademia di scienze della sua città natale, Rouen. Lequeu non ebbe uno spinto atteggiamento laico e filorivoluzionario, quale viene attribuito a Boullée e Ledoux, peraltro sopravvalutati ed equivocati, in questa loro presunta disposizione, dalla critica marxista degli anni Sessanta-Ottanta del secolo scorso, che ne decretò il successo nelle scuole. In realtà i tre autori furono molto defilati rispetto ai trionfi e alle Sotto: il “Tempio della Terra” in sezione verticale. Le stelle visibili sulla volta sono ottenute con fori nella muratura, dai quali penetra la luce solare. ghigliottine giacobine. Ledoux fu persino accusato dai rivoluzionari, per la sua vicinanza all’Ancien régime. Mentre Lequeu disegnò un progetto di riproduzione della grotta di Betlemme, culla di Gesù, per la sua ricostruzione lungo una via parigina. Tuttavia non mancano nell’opera di Lequeu tavole di IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 95 CULTURA “Esso è libero” con riferimento all’uccello che la donna libera dalla propria mano destra. templi dedicati ad entità del paganesimo rivoluzionario o a miti della “ragione”. Un bellissimo disegno si riferisce, ad esempio, ad un “Tempio della Terra”, sopra il cui ingresso è una targa dedicata alla “Sagesse suprême”, la quale “saggezza suprema” sembra possa identificarsi con una sorta di surrogato dell’entità divina. Una nota sulla tavola aggiunge inoltre osservazioni di tipo favolistico e utopistico, tipiche dello spirito dell’epoca. Tradotta, suona così: “Questo monumento è in una campagna felice, molto fertile, il cui terreno produce in abbondanza ogni sorta di granaglie, buoni foraggi e piante, fra le più rare”. Alcune tavole di Lequeu hanno carattere assolutamente pittorico, con anticipatori caratteri surrealistici. Un dipinto, quello monocromo che qui si pubblica, intitolato “Il est libre”, “è libero”, ha tutte le caratteristiche del Surrealismo novecentesco. Un’avvenente donna nuda, i cui seni spiccano in profilo, sporge, stando supina, da una buia e allarmante lu96 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 netta architettonica, simile ad una tomba. Vi è qualcosa di orrido e gotico, in questa tavola, o di noir da romanzo ottocentesco, con note di erotismo necrofilo. La sexy zombie, con il braccio destro levato, libera un piccolo uccello esotico. La scritta che dà il titolo alla tavola è incisa sulle pietre, fra protomi che sono sotto il davanzale, ma con misteriose lettere dell’alfabeto greco. L’immagine ha un fascino misterioso che, non a caso, l’ha fatta scegliere anche per la diffusione su cartoline che si trovano nelle più eleganti cartolerie o edicole parigine. Lequeu, che spesso nei suoi disegni si firma Le Queu, produsse anche splendide tavole di alta minuzia da ingegnere meccanico o da topografo. Si pubblica un esempio di quest’ultimo tipo, dove sul territorio, visto dall’alto, si riproduce ogni riflesso dell’acqua in ogni cascatella di ruscelli, ogni ombra di cespuglio, ogni parapetto di ponte. Ma, anche qui, il tocco surreale appare, in un angolo del foglio. Mentre sulla de- CULTURA “Tomba di Isocrate oratore ateniese”, del 1789. La soluzione progettuale è di tipo favolistico e ispirata ad una grande volontà simbolica. La sirena, a cavallo di un montone, porge la corona d’alloro all’illustre defunto. Vi è una licenza onirica, in questi disegni, che male si concilia con la ghigliottina, che, proprio in quell’anno, iniziava a ritmare i suoi tonfi. IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 97 CULTURA La tavola, che si dichiara di tipo didattico, per mostrare come si debbano sfumare in chiaroscuro “e con quali tinte, le piante, i prospetti e le sezioni dei corpi opachi”, raffigura una ghiacciaia (in alto) scavata nella roccia e, sotto, un ninfeo per le ninfe “amadriadi e napee”. Un Neoclassicismo fantasy viene rappresentato con magistrale tecnica grafica e pittorica. stra si descrive l’opera come attinente alle tecniche cartografiche, nell’angolo di sinistra è raffigurata, con grande realismo, compresa l’ombra che la stacca dalla planimetria sottostante, una carta da gioco, che riporta un fante di cuori. La scritta sulla carta non aiuta a spiegare il perché di un così bizzarro abbinamento. Jean-Jacques Lequeu morì nel 1826 lasciando tutta la sua opera grafica alla Bibliothèque Royale. Nel giudizio dei suoi, pochi, successivi commentatori egli rimase come uno dei fondatori di un eclettismo architettonico fonte anche di un confusionario spirito del kitsch ottocentesco e anche novecentesco. Ma la sua personalità va oltre lo stretto campo dell’architettura, per rimanere nel solido piedistallo di un grande creatore di temi innovativi dalla straordinaria tecnica graficopittorica, di una brillante intelligenza e della conseguente, inesauribile curiosità. ❑ 98 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 Prospetto del “Tempio della divinazione”, inserito in un boschetto “ornato di statue iconologiche, di bronzo e di marmo di Paro, di cui le principali rappresentano l’amore, la patria, la virtù eroica, il valore, l’ardore, l’istruzione, la pace, la generosità, la dolcezza, la pazienza, la meditazione, la coscienza, lo studio, la modestia, la preghiera, la castità, la costanza, la verità, la prudenza, la felicità eterna...”. Vi è spazio per tutto il bagaglio del volontarismo idealistico, moralista, pedagogico, e anche poetico, dell’ideologia illuminista. In basso: uno degli esempi dell’eclettismo artistico di un Lequeu provocatorio e anticonformista: la monaca che rivendica la propria femminilità, fra erotismo e desiderio di maternità. La scritta dice “E anche noi saremo madri, perché...”. Sempre altissima è la qualità grafica. CULTURA Autoritratto del Jean-Jacques Lequeu, che vanta, come recita la chiosa manoscritta, una particolare somiglianza con il soggetto. IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 99 CULTURA 100 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 CULTURA Nella pagina di sinistra: mappa topografica di speciale effetto pittorico. Le note, scritte su biglietti a destra, parlano di una “Carta geometrica”. Si veda la minuzia realistica di ombre e colori nel particolare. Sulla sinistra una misteriosa carta da gioco, quasi in un surrealistico abbinamento da disegno per rebus enigmistico. Sotto: progetto favolistico, dove la forma del manufatto ricalca le forme degli utenti e della funzione, secondo una tendenza degli architetti modernisti del Settecento francese. Qui si tratta di un “Parco dei piaceri e della caccia del Principe” nonché della stalla connessa. IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 101 Novità di Legge a cura del geom. Alfredo Dellaglio Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emanazione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia. I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i contenuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi ufficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri. D. Min. Sviluppo Economico 2 agosto 2012 Approvazione del Bando finalizzato all’efficientamento del parco dei generatori di energia elettrica prodotta nei rifugi di montagna rientranti nelle categorie C, D ed E cui al titolo IV, in applicazione del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2010, n. 73, e in particolare l’articolo 4, comma 1-quinquies. Gazzetta Ufficiale 30 ottobre 2012, n. 254 D.P.C.M. 20 luglio 2012 Individuazione delle funzioni dell’Autorita per l’energia elettrica ed il gas attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici, ai sensi dell’articolo 21, comma 19 del decreto-legge del 6 dicembre 201, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214. Gazzetta Ufficiale 3 ottobre 2012, n. 231 D. Min. Sviluppo Economico 28 giugno 2012 Proroga dei termini di cui al decreto 23 giugno 2011, ai fini della risoluzione anticipata delle convenzioni Cip 6 per gli impianti alimentati da combustibili di processo o residui o recuperi di energia. Gazzetta Ufficiale 3 ottobre 2012, n. 231 Il termine finale di presentazione delle istanze di risoluzione è fissato al 31 marzo 2013. Circ. Agenzia del Territorio 9 ottobre 2012, n. 5 Classamento degli immobili di interesse culturale. D.L. 10 ottobre 2012, n. 174 Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012. Gazzetta Ufficiale 10 ottobre 2012, n. 237 D. Leg.vo 19 settembre 2012, n. 169 Ulteriori modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 141, recante attuazione della direttiva 2008/48/CE, relativa ai contratti di credito ai consumatori, nonché modifiche del titolo V del testo unico bancario in merito alla disciplina dei soggetti operanti nel settore finanziario, degli agenti in attività finanziaria e dei mediatori creditizi. Gazzetta Ufficiale 2 ottobre 2012, n. 230 Determ. Aut. Vigilanza Contratti Pubbl. 10 ottobre 2012, n. 4 Indicazioni generali per la redazione dei bandi di gara ai sensi degli articoli 64, comma 4-bis e 46, comma 1-bis, del Codice dei contratti pubblici - Bando Tipo. Gazzetta Ufficiale 30 ottobre 2012, n. 254 Circ. Agenzia delle Entrate 8 ottobre 2012, n. 40 Articolo 13-ter del D.L. n. 83 del 2012 - Disposizioni in materia di responsabilità solidale dell’appaltatore - Chiarimenti. Dir. Ministero Infrastrutture e Trasp. 5 luglio 2012, n. 20005 Direttiva in materia di procedimenti arbitrali emanata ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165. Provv. Agenzia del Territorio 16 ottobre 2012 Definizione delle modalità operative per l’aggiornamento del catasto nell’ambito delle dichiarazioni per i Contributi agricoli, ai sensi dell’articolo 2, commi 33 e 35, del decreto-legge 3 ottobre 2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, e dell’articolo 6, commi 3 e 4, del decretolegge 2 marzo 2012, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla legge 26 aprile 2012, n. 44. 102 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 D.L. 18 ottobre 2012, n. 179 Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese. Gazzetta Ufficiale Suppl. Ord. 19 ottobre 2012, n. 245, Supplemento Ordinario n. 149 D. Min. Infrastrutture e Trasporti 9 agosto 2012 Determinazione del costo di intervento per gli anni 2010 e 2011 per la ricostruzione degli edifici privati danneggiati dagli eventi sismici 1980/81, 1982. Gazzetta Ufficiale 16 ottobre 2012, n. 242 D. Min. Economia e Finanze 31 luglio 2012 Pagamento di fitti, censi, canoni, livelli e simili, da parte delle amministrazioni statali, adottato ai sensi dell’articolo 4, comma 46, della legge 12 novembre 2011, n. 183 (legge di stabilità 2012). Gazzetta Ufficiale 5 ottobre 2012, n. 233 Legge 1° ottobre 2012, n. 177 Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di sicurezza sul lavoro per la bonifica degli ordigni bellici. Gazzetta Ufficiale 18 ottobre 2012, n. 244 D. Min. Ambiente e Tutela Territorio e Mare 12 novembre 2012 Ulteriori modifiche ed integrazioni al decreto 23 gennaio 2012, recante il Sistema nazionale di certificazione per biocarburanti e bioliquidi. Gazzetta Ufficiale 20 novembre 2012, n. 271 Delib. Min. Ambiente e Tutela Terr. e Mare 13 novembre 2012, n. 27 Adempimenti di cui al regolamento (UE) n. 601/2012 della commissione europea del 21 giugno 2012 concernente il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra ai sensi della direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del Consiglio. Gazzetta Ufficiale 23 novembre 2012, n. 274 Circ. Min. Infrastrutture e Trasp. 30 ottobre 2012, n. 4536 Primi chiarimenti in ordine all’applicazione delle disposizioni di cui al Dpr 5 ottobre 2010, n. 207 in particolare alla luce delle recenti modifiche e integrazioni intervenute in materia di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture. Gazzetta Ufficiale 13 novembre 2012, n. 265 Com. Ag. Territorio 30 novembre 2012 Elenco dei Comuni interessati dalla seconda fase dell’attività di attribuzione della rendita presunta ai fabbricati non dichiarati in Catasto, ai sensi dell’art. 19, comma 10, del decreto-legge 31 maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122. Attività di pubblicazione per la notifica degli esiti. Gazzetta Ufficiale 30 novembre 2012, n. 280 Legge 8 novembre 2012, n. 189 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158, recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute. Gazzetta Ufficiale 10 novembre 2012, n. 263, Supplemento Ordinario n. 201/L D.P.C.M. 31 ottobre 2012 Differimento del termine ultimo dei pagamenti in scadenza nel periodo dal 1° al 16 dicembre 2012, per favorire l’accesso, da parte dei contribuenti interessati, al finanziamento di cui all’articolo 11, comma 7, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174. Gazzetta Ufficiale 10 novembre 2012, n. 263 Circ. Min. Sviluppo Economico 12 novembre 2012, n. 3738 Attività di valutazione sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive. Gazzetta Ufficiale 21 novembre 2012, n. 272 D. Min. Economia e Finanze 19 novembre 2012, n. 200 Regolamento da adottare ai sensi dell’articolo 91-bis, comma 3, del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27 e integrato dall’articolo 9, comma 6, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174. Gazzetta Ufficiale 23 novembre 2012, n. 274 Circ. Agenzia delle Entrate 26 novembre 2012, n. 44/E Liquidazione dell’IVA secondo la contabilità di cassa, cd. Cash accounting - Articolo 32-bis del D.L. 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134. Provv. Agenzia delle Entrate 21 novembre 2012, n. 165764 Individuazione delle modalità di esercizio dell’opzione per il regime dell’IVA per cassa di cui all’articolo 32-bis del decreto legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134. Min. Sviluppo Economico 31 ottobre 2012 Aggiornamento del tasso da applicare per le operazioni di attualizzazione e rivalutazione ai fini della concessione ed erogazione delle agevolazioni a favore delle imprese. Gazzetta Ufficiale 10 novembre 2012, n. 263 A decorrere dal 1 novembre 2012, il tasso da applicare per le operazioni di attualizzazione e rivalutazione ai fini della concessione ed erogazione delle agevolazioni in favore delle imprese è pari al 1,89%. Min. Interno 31 ottobre 2012, n. 200 Modulistica di presentazione delle istanze, delle segnalazioni e delle dichiarazioni, prevista nel decreto del Ministro dell’Interno 7 agosto 2012. Lett. Circ. Min. Interno 4 aprile 2012, n. 4963 Uso delle vie e uscite di emergenza in presenza di porte scorrevoli orizzontalmente munite di “dispositivi di apertura automatici ridondanti”. Lett. Circ. Min. Interno 19 novembre 2012, n. 14229 Impiego di prodotti e sistemi per la protezione antincendio delle costruzioni. Lett. Circ. Min. Interno 23 luglio 2012, n. 9663 Validità dei rapporti di prova di resistenza al fuoco emessi in base alla circolare n. 91 del 1961. Chiarimenti applicativi. Circ. Min. Giustizia 12 novembre 2012 Pronuncia della Corte costituzionale sulla illegittimità costituzionale della obbligatorietà della mediazione di cui al D. Leg.vo n. 28/2010. Prime indicazioni. D. Leg.vo 9 novembre 2012, n. 192 Modifiche al decreto legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, per l’integrale recepimento della direttiva 2011/7/UE relativa alla lotta contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, a norma dell’articolo 10, comma 1, della legge 11 novembre 2011, n. 180. Gazzetta Ufficiale 15 novembre 2012, n. 267 D.L. 5 novembre 2012, n. 188 Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane. Gazzetta Ufficiale 6 novembre 2012, n. 259 IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 103 Min. Economia e Finanze 24 settembre 2012 Modifica del decreto 22 maggio 2012, recante “Modalità di certificazione del credito, anche in forma telematica, di somme dovute per somministrazione, forniture e appalti da parte delle amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici nazionali”. Gazzetta Ufficiale 2 novembre 2012, n. 256 Min. Economia e Finanze 19 ottobre 2012 Modifiche al decreto 25 giugno 2012, recante: “Modalità di certificazione del credito, anche in forma telematica, di somme dovute per somministrazione, forniture e appalti, da parte delle Regioni, degli Enti locali e degli enti del Servizio sanitario nazionale, di cui all’articolo 9, commi 3-bis e 3-ter del decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2 e successive modificazioni e integrazioni”. Gazzetta Ufficiale 6 novembre 2012, n. 259 Min. Economia e Finanze 19 ottobre 2012 Modalità con le quali i crediti non prescritti certi liquidi ed esigibili maturati nei confronti dello Stato e degli enti pubblici nazionali per somministrazioni, forniture e appalti, possono essere compensati con le somme dovute a seguito di iscrizione a ruolo ai sensi dell’articolo 28-quater del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602. Gazzetta Ufficiale 6 novembre 2012, n. 259 Min. Lavoro e Pol. Soc. 23 novembre 2012 Tariffe per le attività di verifica periodica delle attrezzature di lavoro di cui all’allegato VII del decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81 e successive modifiche e integrazioni. Comunicato pubblicato in Gazzetta Ufficiale 29 novembre 2012, n. 279. Min. Sviluppo Economico 23 ottobre 2012 Integrazioni e modifiche al decreto 2 aprile 2012 recante approvazione dell’elenco degli esplosivi, degli accessori detonanti e dei mezzi di accensione riconosciuti idonei all’impiego nelle attività estrattive, per l’anno 2012. Gazzetta Ufficiale 12 novembre 2012, n. 264 Min. Beni e Att. Culturali 26 maggio 2011 Approvazione dello schema generale di convenzione con le Regioni, ai sensi dell’articolo 156, comma 2, del Codice dei beni culturali e del paesaggio. Comunicato pubblicato in G.U. 6 dicembre 2012, n. 285. Il decreto approva lo schema generale di convenzione con le Regioni, in cui vengono stabilite le metodologie e le procedure di ricognizione, analisi, censimento e catalogazione degli immobili e delle aree oggetto di tutela, ivi comprese le tecniche per la loro rappresentazione cartografica e le caratteristiche atte ad assicurare la interoperabilità dei sistemi informativi. D. Min. Politiche Agricole, Alim. e Forest. 19 novembre 2012, 104 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 n. 17070 Istituzione dell’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale. Comunicato in G.U. 13 dicembre 2012, n. 290 Min. Ambiente e Tutela Terr. e Mare 29 novembre 2012 Individuazione delle stazioni speciali di misurazione della qualità dell’aria previste dall’articolo 6, comma 1, e dall’articolo 8, commi 6 e 7 del decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155. Gazzetta Ufficiale 24 dicembre 2012, n. 299 D.P.C.M. 20 dicembre 2012 Approvazione del modello unico di dichiarazione ambientale per l’anno 2013. Gazzetta Ufficiale Suppl. Ord. 29 dicembre 2012, n. 213 D. Min. Ambiente e Tutela Terr. e Mare 17 ottobre 2012, n. 210 Regolamento concernente modifiche al decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 25 maggio 2012, n. 141. Gazzetta Ufficiale 5 dicembre 2012, n. 284 D. Min. Giustizia 5 dicembre 2012 Regole procedurali di carattere tecnico operativo per l’attuazione della consultazione diretta del Sistema Informativo del Casellario da parte delle amministrazioni pubbliche e dei gestori di pubblici servizi, ai sensi dell’articolo 39 del decreto del Presidente della Repubblica 14 novembre 2002, n. 313. Gazzetta Ufficiale 21 dicembre 2012, n. 297 Com. Aut. Vigilanza Contratti Pubbl. 24 dicembre 2012, n. 75 Chiarimenti in merito all’applicazione del Comunicato n. 74/2012 ed in merito all’applicazione dell’art. 76, comma 3, del Dpr 207/2010 afferente i termini di durata delle procedure di attestazione. D. Leg.vo 15 novembre 2012, n. 218 Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, recante codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2, della legge 13 agosto 2010, n. 136. Gazzetta Ufficiale 13 dicembre 2012, n. 290 D. Min. Economia e Fin. 8 ottobre 2012 Manutenzione degli immobili utilizzati dalle pubbliche amministrazioni. Gazzetta Ufficiale 20 dicembre 2012, n. 296 Com. Agenzia delle Entrate 29 dicembre 2012 Elenco dei comuni per i quali è stata completata l’operazione di aggiornamento della banca dati catastale eseguita sulla base del contenuto delle dichiarazioni presentate nell’anno 2012 agli organismi pagatori, riconosciuti ai fini dell’erogazione dei contributi agricoli. Gazzetta Ufficiale 29 dicembre 2012, n. 302 Circ. CNG 5 dicembre 2012, n. 12615 Accatastamento fabbricati rurali. Circ. Ag. Territorio 30 novembre 2012, n. 6 Determinazione della rendita catastale delle unità immobiliari a destinazione speciale e particolare: profili tecnico-estimativi. L. 11 dicembre 2012, n. 220 Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici. Gazzetta Ufficiale 17 dicembre 2012, n. 293 Risoluz. Agenzia delle Entrate 31 dicembre 2012, n. 114/E Consulenza Giuridica - Immobili di Interesse Storico Artistico - Articolo 4, comma 5-sexies, lett. b) n. 1, del decreto-legge n. 16 del 2012, convertito con modificazioni dalla legge n. 44 del 2012. D. Min. Sviluppo Economico 23 novembre 2012 Termini e condizioni di partecipazione alla procedura di contenimento di consumi di gas, per l’anno termico 2012-2013. Gazzetta Ufficiale 6 dicembre 2012, n. 285 casa”, prima del quinquennio e mancato riacquisto entro l’anno. Non è tenuto al versamento di alcuna sanzione il contribuente che - dopo aver alienato l’immobile acquistato con i benefici “prima casa” prima del decorso dei cinque anni - dichiari, in pendenza del termine dei dodici mesi, di non voler procedere al riacquisto di altro immobile da adibire a propria abitazione principale. In tal caso, il contribuente dovrà versare la differenza tra l’imposta pagata e quella dovuta, interessi compresi, ma non la sanzione del 30%. Di contro, il regime sanzionatorio trova applicazione solo quando si verifica la decadenza dell’agevolazione, ossia quando sia trascorso il termine dei dodici mesi senza che il soggetto abbia proceduto all’acquisto di un nuovo immobile ovvero abbia comunicato al competente ufficio dell’Agenzia delle entrate l’intenzione di non voler più fruire del trattamento agevolativo. Compravendite e locazioni immobiliari Circ. Ag. Entrate 20 dicembre 2012, n. 47/E Questioni interpretative in merito all’applicazione dell’articolo 3 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, (c.d. “cedolare secca”) e dell’articolo 2 del decreto legge 2 marzo 2012, n. 16, convertito, con modificazioni, nella legge 26 aprile 2012, n. 44 (c.d. “remissione in bonis”). D. Min. Sviluppo Economico 22 novembre 2012 Modifica del decreto 26 giugno 2009, recante: “Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici”. Gazzetta Ufficiale 13 dicembre 2012, n. 290 D. Min. Economia e Fin. 11 ottobre 2012 Liquidazione dell’IVA secondo la contabilità di cassa ai sensi dell’art. 32-bis del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134. Gazzetta Ufficiale 5 dicembre 2012, n. 284 L. 7 dicembre 2012, n. 213 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, recante disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012. Proroga di termine per l’esercizio di delega legislativa. Gazzetta Ufficiale Suppl. Ord. 7 dicembre 2012, n. 206 D. Min. Infrastrutture e Trasp. 16 novembre 2012, n. 337 Disposizioni e prescrizioni tecniche per le infrastrutture degli impianti a fune adibiti al trasporto di persone. Armonizzazione delle norme e delle procedure con il decreto legislativo 12 giugno 2003, n. 210, di attuazione della direttiva europea 2000/9/CE. Gazzetta Ufficiale 6 dicembre 2012, n. 285 L. 17 dicembre 2012, n. 221 Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, recante ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese. Gazzetta Ufficiale Suppl. Ord. 18 dicembre 2012, n. 208 D. Min. Sviluppo Econ. 30 novembre 2012 Aggiornamento del tasso da applicare per le operazioni di attualizzazione e rivalutazione ai fini della concessione ed erogazione delle agevolazioni a favore delle imprese. Gazzetta Ufficiale 17 dicembre 2012, n. 293 A decorrere dal 1 dicembre 2012, il tasso da applicare per le operazioni di attualizzazione e rivalutazione ai fini della concessione ed erogazione delle agevolazioni in favore delle imprese è pari al 1,76%. D. Min. Sviluppo Econ. 23 novembre 2012 Nuove condizioni di ammissibilità e le disposizioni di carattere generale per l’amministrazione del Fondo di garanzia per le piccole e medie imprese, di cui all’art. 2, comma 100, lettera a), della legge 23 dicembre 1996 n. 662. Comunicato in G.U. 6 dicembre 2012, n. 285. Risoluz. Ag. Entrate 27 dicembre 2012, n. 112/E Consulenza giuridica - Uffici dell’Amministrazione finanziaria. Alienazione dell’immobile, acquistato con l’agevolazione “prima D.P.C.M. 6 settembre 2012 Modifica del decreto del Capo del Dipartimento della protezione civile del 29 dicembre 2011, recante: "Attuazione dell’articolo 11 del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77 - Assegnazione dei fondi di cui all’articolo 2, comma 1, lettera d) dell’ordinanza del PresiIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 105 dente del Consiglio dei Ministri del 13 novembre 2010, n. 3907, concernente “altri interventi urgenti ed indifferibili per la mitigazione del rischio sismico”. Gazzetta Ufficiale 19 dicembre 2012, n. 295 zativo della componente aerea del Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile in relazione alle recenti disposizioni legislative riguardanti il settore aeronautico ed alle riforme che hanno interessato lo stesso Dipartimento. Circ. Min. Lavoro e Pol. Soc. 24 dicembre 2012, n. 30 Problematiche di sicurezza delle macchine - Requisiti di sicurezza delle prolunghe applicate alle forche dei carrelli elevatori cosiddette “bracci gru”. D. Min. Lavoro e Politiche Sociali 30 novembre 2012 Procedure standardizzate per la valutazione dei rischi di cui all’articolo 29, comma 5, del decreto legislativo n.81/2008, ai sensi dell’articolo 6, comma 8, lettera f), del medesimo decreto legislativo. Comunicato in G.U. 6 dicembre 2012, n. 285. Circ. Min. Lavoro e Pol. Soc. 24 dicembre 2012, n. 31 Problematiche di sicurezza dei carrelli semoventi a braccio telescopico - Requisito essenziale di sicurezza 4.2.2 dell’allegato I alla Direttiva 2006/42/CE. D. Min. Interno 18 dicembre 2012 Modifica al decreto 19 agosto 1996, concernente l’approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico spettacolo. Gazzetta Ufficiale 28 dicembre 2012, n. 301 D. Min. Interno 10 dicembre 2012 Aggiornamento normativo della componente aerea del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco. Gazzetta Ufficiale 21 dicembre 2012, n. 297 Il decreto provvede all’aggiornamento regolamentare ed organiz- 106 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 Min. Sviluppo Economico 4 dicembre 2012 Integrazioni e modifiche al decreto 2 aprile 2012 recante approvazione dell’elenco degli esplosivi, degli accessori detonanti e dei mezzi di accensione riconosciuti idonei all’impiego nelle attività estrattive, per l’anno 2012. Gazzetta Ufficiale 20 dicembre 2012, n. 296 Min. Giustizia 19 dicembre 2012 Aggiornamento degli importi delle sanzioni amministrative pecuniarie conseguenti a violazioni al Codice della strada, ai sensi dell’articolo 195 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285. Gazzetta Ufficiale 31 dicembre 2012, n. 303 Il provvedimento entra in vigore il 1 gennaio 2013 e sostituisce il precedente D.M. 22 dicembre 2010. a cura del geom. Alfredo Dellaglio Ancora sul mutamento della destinazione d’uso Domanda sul mutamento della destinazione d’uso di un nuovo immobile, in via di ultimazione, autorizzato dal comune, per destinazioni abitative e direzionali, per il quale viene richiesto di trasformare la parte abitativa in uffici, in deroga alla norma dello strumento urbanistico che prevede di limitare la destinazione direzionale alla percentuale del 50% dell’intersa Slp. geom. M.M Il problema che si pone, non è tanto l’eventuale onerosità del titolo abilitativo, ma se si può superare l’ostacolo della norma del PGT che impone il rispetto del 50% della Slp da destinare alle attività direzionali. Si presume che la norma in esame sia stata inserita nel nuovo strumento urbanistico prima del 2008, in quanto dopo tale data la L.R. n. 4 ha introdotto una modifica all’articolo 51 della legge regionale n. 12 del 2005, sostituendo il comma 1, e prevedendo, all’ultimo periodo «Le destinazioni principali, complementari, accessorie o compatibili, come sopra definite, possono coesistere senza limitazioni percentuali ed è sempre ammesso il passaggio dall’una all’altra, nel rispetto del presente articolo, salvo quelle eventualmente escluse dal PGT». Questo però non vuol dire che la limitazione prevista dalla norma di zona imponga obbligatoriamente il suo rispetto, proprio perché la disposizione legislativa regionale sopra citata consente il mutamento della destinazione d’uso, con o senza opere, conformi allo strumento urbanistico, senza limitazioni di percentuali tra l’una e l’altra, a meno che il PGT espressamente escluda una o più destinazioni. Nel caso in esame la norma di zona, pur prevedendo la percentuale del 50% per le destinazioni direzionali in zona di completamento, non 108 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2 esclude tale destinazione e, quindi, in linea con quanto disciplinato con l’articolo 51, comma 1, della legge regionale n. 12 del 2005. Indipendentemente dall’eventuale onerosità del mutamento di destinazione d’uso, il parere della sezione UNITEL (Unione Nazionale Italiana Tecnici Enti Locali) di Brescia ritiene che il comune sbagli a sostenere l’obbligo di rispettare la percentuale contenuta nella norma del PGT, perché il dispositivo di cui all’articolo 51, della LR n.12/2005, prevale sulla norma locale e non può essere disattesa. La norma non lascia dubbi ad interpretazioni diverse così che il mutamento della destinazione d’uso, con o senza opere, tra l’una e l’altra è sempre ammesso purché prevista dalla norma del PGT, salvo quelle che lo stesso strumento urbanistico ne preveda espressamente l’esclusione. Va da sé che, prima di eseguire le opere ed i lavori necessari per trasformare l’immobile all’attività direzionale, si debba conseguire il titolo abilitativo o attraverso la presentazione della richiesta di un permesso di costruire in variante, ovvero presentando una Dia per le stesse finalità, aspettando l’efficacia dei due diversi titoli abilitativi. È altrettanto ovvio che il mutamento della destinazione d’uso dell’immobile, comporti il pagamento del conguaglio del costo di costruzione afferente alla nuova destinazione rispetto a quelle precedentemente autorizzate. A conclusione di quanto sopra esposto, il committente dovrà presentare la dichiarazione di ultimazione dei lavori e richiedere il certificato di agibilità, avendo provveduto precedentemente all’accatastamento degli uffici nella rispettiva categoria catastale. È solo il caso di ricordare che pure l’articolo 5, comma 13, del D.L. n. 70 del 2011, convertito dalla legge n. 106 del 2011, dispone che è ammesso il rilascio del permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici ai sensi del Dpr 6 giugno 2001, n. 380, anche per il mutamento delle destinazioni d’uso, purché si tratti di destinazioni tra loro compatibili o complementari. geom. Antonio Gnecchi Aggiornamento Albo Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 31 dicembre 2012 N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo 2172 Barbieri Gabriele Leno (Bs) 09/12/1949 25024 Leno (Bs) Via A. Bravi 24 Dimissioni 4103 Baronchelli Michela Leno (Bs) 12/06/1973 25024 Leno (Bs) Via Milzanello 40 Dimissioni 2887 Bellagamba Ettore Montichiari (Bs) 01/12/1947 25018 Montichiari (Bs) Via Antiche Mura 36 Dimissioni 3773 Benedini Mirella Orzinuovi (Bs) 17/03/1965 25034 Orzinuovi (Bs) Via Modigliani 15 Dimissioni 3901 Berardi Fulvio Gavardo (Bs) 22/10/1953 25080 Vallio (Bs) Via Padre Piamarta 24 Fr. Di Porle Dimissioni 5620 Berardi Italo Landsberg A. L. (Germ.) 02/02/1967 25124 Brescia Q.re Leonessa 15 Dimissioni 4277 Bertocchi Giacomo Chiari (Bs) 23/03/1954 25030 Roccafranca (Bs) Via Cimabue 23 Dimissioni 1532 Bertola Natale Adro (Bs) 25/12/1940 25030 Adro (Bs) Via Donatori del sangue 13 Dimissioni 5836 Bertoletti Sara Lovere (Bg) 06/08/1984 25047 Darfo (Bs) Via Fucine 63 Dimissioni 4313 Bezante Andrea Genova 15/10/1973 25060 Cellatica (Bs) Strada vicinale Barchetto 6 Dimissioni 5431 Bonali Paola Bergamo 13/09/1972 25034 Orzinuovi (Bs) Via Livelli 1 Dimissioni 1867 Bontempi Alessandro Gargnano (Bs) 26/01/1946 25126 Brescia Via Panigada 44 Dimissioni 2506 Boroni Celestino Villa Carcina (Bs) 16/08/1937 25069 Villa Carcina (Bs) Via Repubblica 30 Dimissioni 5826 Bovi Sergio Brescia 16/10/1983 25014 Castenedolo (Bs) Via S. D’Acquisto 56 Dimissioni 1350 Bresciani Filippo Calvagese Riviera (Bs) 26/03/1943 25080 Calvagese d. Riviera (Bs) Via S. Antonio 18 Dimissioni 516 Buizza Eugenio Brescia 20/09/1926 25126 Brescia Via G. Leopardi 15 Dimissioni 4911 Caldinelli Simona Edolo (Bs) 24/04/1981 25040 Monno (Bs) Via Mortirolo 43/B Dimissioni 2274 Calzoni Tomaso Quinzano d’Oglio (Bs) 24/11/1951 25027 Quinzano d. Oglio (Bs) Via L. Ciocca 46 Dimissioni 5802 Cantoni Rudy Brescia 21/01/1979 25062 Concesio (Bs) Via Vivenzi 24 Dimissioni 3041 Cargnoni Vincenzo Pertica Bassa (Bs) 18/04/1950 25078 Vestone (Bs) Via Nespoli 11/B Dimissioni 1288 Corbellini Mario Ghedi (Bs) 23/09/1939 25016 Ghedi (Bs) Via I Maggio 51 Dimissioni 4632 Dabbeni Renato Brescia 25/07/1972 25019 Sirmione (Bs) Via Caravaggio 1 Dimissioni 5827 Este Cristiano Cremona 28/02/1986 25026 Pontevico (Bs) Via G. Di Vittorio 8 Dimissioni 1896 Faitini Renzo Calcinato (Bs) 19/05/1930 25011 Calcinato (Bs) Via Garibaldi 97 Dimissioni 5266 Favagrossa Fabio Leno (Bs) 24/11/1980 25023 Gottolengo (Bs) Via Grammatica 60 Dimissioni 2562 Ferrari Giancarlo Rovato (Bs) 15/11/1948 25125 Brescia Via Biemmi 9 C/o Fam. Ferretti Angelo Dimissioni 5737 Franceschini Elisa Desenzano d. Garda (Bs) 30/12/1984 25018 Montichiari (Bs) Via F. Cavallotti 73 Dimissioni 2287 Frassine Diego Brescia 20/10/1951 25060 Cellatica (Bs) Via A. Moro 43 Dimissioni 2379 Gamba Dario Brescia 15/03/1951 25086 Rezzato (Bs) Via G. Perlasca 46 Dimissioni 2894 Gatti Francesco Provaglio d’Iseo (Bs) 29/08/1939 25124 Brescia Via Michelangelo 323 Dimissioni 3509 Giottoli Antonella Salò (Bs) 05/06/1962 25080 Puegnago (Bs) Via dei Magrù 4 Dimissioni 2015 Girelli Luigi Pozzolengo (Bs) 01/01/1946 25015 Desenzano d. Garda (Bs) Via Annunciata 21 Dimissioni 110 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo 5575 Gussago Anna Brescia 08/06/1980 25014 Castenedolo (Bs) Via XV Giugno 47 Dimissioni 1105 Jannon Alessandro Baceno (No) 08/01/1935 25062 Concesio (Bs) Via Donizetti 11 Dimissioni 1887 Lorenzi Adriano Brescia 25/11/1948 25128 Brescia Via quarto dei Mille 5/A Dimissioni 5563 Maifrini Elisa Montichiari (Bs) 09/07/1982 25010 Acquafredda (Bs) Via S. Pellico 6 Dimissioni 5608 Martinuzzi Nicoletta Brescia 03/11/1968 25080 Nuvolera (Bs) Via Sorzana 25 Dimissioni 4948 Massenza Giorgio Orzinuovi (Bs) 15/06/1974 25030 Castelcovati (Bs) Via A. De Gasperi 39 Dimissioni 2926 Mor Danilo Montichiari (Bs) 12/11/1947 25018 Montichiari (Bs) Via A. Mazzoldi 87 Dimissioni 4466 Morandi Mauro Leno (Bs) 09/09/1968 25020 Pavone Mella (Bs) Via Fiume 35 Dimissioni 6127 Mosca David Manerbio (Bs) 03/11/1984 25026 Pontevico (Bs) Via Padri Giuseppini 42 Dimissioni 1784 Moschini Riccardo Tignale (Bs) 29/09/1945 25080 Toscolano Maderno (Bs) Via Montemaderno 36 Dimissioni 2059 Pastori Francesco Temù (Bs) 09/04/1946 25125 Brescia Vill. Sereno Via settima 56 Dimissioni 5844 Pè Beniamino Monno (Bs) 24/02/1948 25040 Monno (Bs) Via Piave 19 Dimissioni 6021 Pè Michele Manerbio (Bs) 04/09/1988 25024 Leno (Bs) Via Rossini 2 Dimissioni 4241 Pedersini Ilaria Brescia 19/03/1974 25069 Villa Carcina (bs) Via Cesare Scaluggia 30 Dimissioni 5447 Raza Gloria Gardone VT (Bs) 04/08/1979 25063 Gardone VT (Bs) Via Padile 40/A Dimissioni 6083 Reboldi Nicola Brescia 29/06/1988 25064 Gussago (Bs) Via Vaila 21 Dimissioni 2642 Rossetti Gian Battista Barbariga (Bs) 01/07/1945 25020 Flero (Bs) Via Manzoni 15 Dimissioni 5953 Sbaraini Mariuccia Brescia 27/01/1979 25030 Castelmella (Bs) Via Monet 49 Dimissioni 1116 Scalvini Lucio Leno (Bs) 23/07/1936 25123 Brescia Via Ferrata 24 Dimissioni 2207 Schivardi Sereno Desenzano d. Garda (Bs) 02/11/1947 25015 Desenzano d. Garda (Bs) Viale Motta 71 Dimissioni 5532 Serino Paolo Brescia 12/01/1973 25126 Brescia Via Aquileia 3/B Dimissioni 2716 Spinelli Cesare Pontevico (Bs) 20/02/1953 25021 Bagnolo Mella (Bs) Via Luigi Longo 9 Dimissioni 6040 Tallarini Marco Iseo (Bs) 15/11/1982 25058 Sulzano (Bs) Via S. Giulia 16 Dimissioni 5929 Tiraboschi Jessica Brescia 30/03/1976 25081 Bedizzole (Bs) Via Bussago 31/A Dimissioni 3407 Trombetta Ilario Cellatica (Bs) 09/08/1954 25060 Cellatica (Bs) Via Folonari 12 Dimissioni 3179 Verzeletti Maurizio Brescia 30/03/1959 25125 Brescia Via Potenza 22 Dimissioni 1567 Zaccagnini Vincenzo Brescia 20/05/1943 25020 Pavone Mella (Bs) Piazza Umberto I 9 Dimissioni 1672 Zani Franco Seniga (Bs) 04/10/1942 25080 Padenghe s.Garda (Bs) Via Monte Alto 13 Dimissioni 5969 Zorzi Gianluca Desenzano d. Garda (Bs) 22/02/1982 25011 Calcinato (Bs) Via Dante 11 Dimissioni IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 111 Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 28 gennaio 2013 N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza Motivo 1798 Barba Paolo Calvisano (Bs) 02/10/1944 25012 Calvisano (Bs) Via Papa Paolo VI 22 Dimissioni 5838 Boniotti Alessandro Brescia 12/02/1972 25057 Sale Marasino (Bs) Via Chusure 1 int. 1 Dimissioni 5072 Checchi Stefano Manerbio (Bs) 08/01/1980 25028 Verolanuova (Bs) P.zza S. Rocco 9 Dimissioni 5704 Cremaschini Roberto Asola (Mn) 12/02/1980 25018 Montichiari (Bs) Via Guerzoni 149 Dimissioni 1737 Ercoli Mario Bienno (Bs) 15/05/1942 25040 Bienno (Bs) Via Ercoli 4 Dimissioni 2547 Ferremi Giuseppe Brescia 29/11/1946 25128 Brescia Via Settembrini 28 Dimissioni 2913 Grazioli Giovanni Manerbio (Bs) 09/12/1948 25028 Verolanuoba (Bs) Via Monti 7 Dimissioni 5711 Lombardi Pablo Manerbio (Bs) 12/08/1984 25016 Ghedi (Bs) Via Mincio 5 Dimissioni 5195 Mozzoni Roberto Gardone V.T. (Bs) 22/01/1979 25061 Bovegno (Bs) Loc. Magno 57 Dimissioni 2155 Nichesola Giordano Brembate di Sopra (Bg) 25/07/1950 25040 Corte Franca (Bs) Via Donatori di Sangue 1 Dimissioni 2249 Pedrini Giuseppe Brescia 10/03/1950 25011 Calcinato (Bs) Via G. Matteotti 2 Dimissioni 5410 Sabbadini Michele Palazzolo s. Oglio (Bs) 02/06/1969 25030 Erbusco (Bs) Via Garibaldi 24 Dimissioni 5670 Scalvini Stefano Brescia 27/02/1984 25062 Concesio (Bs) Via Marconi 65/A Dimissioni 6091 Spazzini Andrea Brescia 16/07/1988 25020 Bassano Bresciano (Bs) Via Galanti 73 Dimissioni 5299 Staurenghi Angelo Montichiari (Bs) 19/12/1976 25018 Montichiari (Bs) Via S. Allende 43 Dimissioni 2599 Taino Teresio Alberto Crema (Cr) 27/09/1943 25022 Borgo San Giacomo (Bs) Via Scuole 2/B Dimissioni 5528 Tonelli Alfio Brescia 18/03/1978 25046 Cazzago S. Martino (Bs) Via G. Angelini 11 Dimissioni 5306 Visioli Roberto Milano 06/07/1947 25080 Manerba d. Garda (Bs) Via Castello 7 Dimissioni Iscrizioni all’Albo con decorrenza 28 gennaio 2013 N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza 6229 Castelli Michele Brescia 27/04/1969 25080 Manerba d. Garda (Bs) Vicolo del Monte 2 6230 Tabaglio Federico Brescia 19/02/1973 25030 Roncadelle (Bs) Via S. Pertini 59 6231 Becchetti Roberto Gardone V.T. (Bs) 27/07/1984 25067 Lumezzane S.A. (Bs) Via P. Marcolini 11 6232 Abeni Gianenrico Brescia 21/02/1984 25040 Corte Franca (Bs) Via Villa 9 6233 Candela Maurizio Brescia 07/07/1987 25014 Castenedolo (Bs) Via G. Falcone 25 6234 Monfardini Simone Montichiari (Bs) 05/05/1989 25021 Bagnolo Mella (Bs) Via Romanino 3 6235 Monje Maria Victoria Rosario (Argentina) 28/05/1987 25068 Sarezzo (Bs) Via G. Matteotti 41 6236 Prandelli Angelo Brescia 30/07/1985 25073 Bovezzo (Bs) Via dei Prati 35 6237 Raffaelli Giulio Iseo (Bs) 01/11/1989 25050 Provaglio d’Iseo Via Murelle 7 6238 Vitali Mauro Montichiari (Bs) 04/03/1981 25013 Carpenedolo (Bs) Via Garibaldi 224 112 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza 6239 Gitti Michele Gardone V.T. (Bs) 31/08/1987 25063 Gardone V.T. (Bs) Via X Giornate 151 6240 Pedrotti Alessandra Brescia 08/09/1989 25048 Edolo (Bs) Via Treboldi 108/E 6241 Spina Federica Manerbio (Bs) 18/10/1989 25020 Pralboino (Bs) Via degli Artigiani 20 6242 Alberti Silvia Brescia 16/08/1988 25017 Lonato (Bs) Via Valsorda di Sotto 8 6243 Alessi Maria Breno (Bs) 01/01/1991 25040 Artogne (Bs) Via Plagne 22 6244 Amidani Liliana Manerbio (Bs) 14/12/1985 25020 Milzano (Bs) Vicolo Castagneto 9 6245 Arpini Paolo Montichiari (Bs) 29/05/1989 25018 Montichiari (Bs) Via S. Antonio 87 6246 Azzini Alessandra Manerbio (Bs) 17/03/1991 25026 Pontevico (Bs) Cascina Pozzolino 2 6247 Baselli Marco Brescia 28/12/1987 25126 Brescia Via Adamello 20 6248 Bianchi Federico Breno (Bs) 03/07/1990 25040 Malonno (Bs) Via Perlongo 29 6249 Bignotti Gianpietro Asola (Mn) 02/10/1989 25020 Gambara (Bs) Via C.na Montello 29 6250 Bonetti Nicola Brescia 06/05/1990 25060 Cellatica (Bs) Via A. Gramsci 11 6251 Bontempi Thomas Gavardo (Bs) 09/05/1989 25084 Gargnano (Bs) Via Valvestino 97 fraz. Navazzo 6252 Bonzi Dario Breno (Bs) 16/01/1990 25052 Piancogno (Bs) Via Davine 7 6253 Brunelli Daniela Manerbio (Bs) 21/10/1991 25022 Borgo S. Giacomo (Bs) Via G. Mameli 1 6254 Casella Simone Brescia 25/10/1991 25124 Brescia Via Foro Boario 13 6255 Chimini Andrea Desenzano d. Garda (Bs) 28/09/1987 25084 Gargnano (Bs) Via Zuino 74 6256 Chioda Francesco Brescia 22/01/1990 25080 Molinetto di Mazzano (Bs) Via Padana Sup. 102 6257 Dalé Marco Brescia 26/01/1985 25123 Brescia Via Guido Zadei 13 6258 Faletti Marco Brescia 01/03/1980 25124 Brescia Via Foro Boario 8/B 6259 Favarò Luca Desenzano d. Garda (Bs) 05/11/1990 25070 Barghe (Bs) Via Molino 33/L 6260 Ferri Lorenzo Gavardo (Bs) 20/01/1991 25043 Breno (Bs) Via Isola 3 6261 Formentini Alberto Brescia 08/09/1986 25012 Calvisano (Bs) Via Cidneo 1 6262 Ganzola Stefano Gardone V.T. (Bs) 03/08/1990 25060 Tavernole s. Mella (Bs) Via del Molino 6 - Cimmo 6263 Giacomini Erika Gavardo (Bs) 25/06/1991 25080 Prevalle (Bs) Via Moretto 2 6264 Giorgi Chiara Iseo (Bs) 20/02/1985 25049 Iseo (Bs) Via Bonomelli 30 6265 Gregori Andrea Chiari (Bs) 04/05/1990 25030 Castelcovati (Bs) Via G. Marconi 51 6266 Guerreschi Andrea Manerbio (Bs) 29/01/1989 25025 Manerbio (Bs) Via W. Tobagi 30 6267 Mandonico Andrea Brescia 29/10/1989 25124 Brescia Viale Duca degli Abruzzi 4 6268 Massardi Angelo Brescia 17/02/1990 25136 Brescia Vill. Prealpino Trav. IV, 9 6269 Mercandelli Nicola Chiari (Bs) 30/12/1991 25032 Chiari (Bs) Via Isonzo 1/C 6270 Mercandelli Stefano Calcinate (Bg) 19/06/1991 25036 Palazzoli s. Oglio (Bs) Via Bornico Trav. II - 82 6271 Moraschetti Claudio Antonio Breno (Bs) 23/02/1988 25051 Cedegolo (Bs) Via Rissona 3 IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 113 N. Albo Nominativo Luogo e data di nascita Residenza 6272 Moscardi Simona Bergamo 21/06/1989 25043 Breno (Bs) Via Cappuccini Superiore 17 6273 Pasini Andrea Gavardo (Bsd) 28/07/1990 25070 Barghe (Bs) Via XXV Aprile 21 6274 Piscioli Claudio Brescia 08/02/1991 25010 Montirone (Bs) Via Verdi 6 6275 Poli Mattia Brescia 30/08/1991 25069 Villa Carcina (Bs) Via Campania 22/A 6276 Rovizzi Stefano Desenzano d. Garda (Bs) 13/05/1990 25015 Desenzano d. Garda Via B. Visconti 19 6277 Tonelato Niccolò Bussolengo (Vr) 25123 Brescia Via Zadei 20 6278 Tozzo Emanuele Desenzano d. Garda (Bs) 03/08/1988 25010 Pozzolengo (Bs) Località Ballino 8 6279 Treccani Giacomo Montichiari (Bs) 02/01/1990 25018 Mo,tichiari (Bs) Via T. Silvioli 7 6280 Zanardelli Elena Montichiari (Bs) 09/02/1991 25018 Montichiari (Bs) Via Erculiani 157 6281 Zanotti Giuseppe Brescia 05/09/1990 25039 Travagliato (Bs) Via Aldo Moro 42 Il mondo di B. Bat. 114 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6