il geometra bresciano - Collegio Geometri di Venezia

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il geometra bresciano - Collegio Geometri di Venezia
IL GEOMETRA
BRESCIANO
Rivista bimestrale
d'informazione
del Collegio Geometri
della provincia di Brescia
Il quadro della pittrice
prof. Livia Cavicchi, esposto nella sede del Collegio
Geometri di Brescia, sintetizza con efficacia la
multiforme attività del geometra nei secoli.
Direttore responsabile
Bruno Bossini
Sommario
Segretaria di redazione
Carla Comincini
EDITORIALE - La qualità nel lavoro professionale
2
Redazione
Raffaella Annovazzi, Manuel Antonini, Lara Baghino,
Stefano Benedini, Nadia Bettari, Laura Cinelli,
Alessandro Colonna, Mario Comincini,
Stefania Confeggi, Alfredo Dellaglio,
Giovanni Fasser, Piero Fiaccavento,
Stefano Fracascio, Francesco Ganda,
Francesco Lonati, Franco Manfredini,
Giuseppe Mori, Fulvio Negri, Matteo Negri,
Lorenzo Negrini, Patrizia Pinciroli, Giovanni Platto,
Marco Tognolatti, Simonetta Vescovi,
Giuseppe Zipponi
INTERVISTA - Amadasi: finalmente operativa la nostra previdenza integrativa studiata a misura di geometra
4
Hanno collaborato a questo numero
Beppe Battaglia, Rachele Bonetti, Andrea Botti,
Nicola Conenna, Francesco Cuzzetti,
Antonio Gnecchi, Leo Matesich, Franco Robecchi
Direzione, redazione e amministrazione
25128 Brescia - P.le Cesare Battisti 12
Tel. 030/3706411
www.collegio.geometri.bs.it
Editing, grafica e impaginazione
Francesco Lonati
Fotografie
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Stampa
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Tel. 030.35.42.997 - Fax: 030.35.46.20
DALLA CASSA - Fondo pensione complementare “Futura” per i geometri liberi professionisti
10
“Abitantionline” il nuovo social network
per la casa e il costruito
12
DAL CONSIGLIO NAZIONALE - Standard
di qualità nell’attività dei geometri
14
DOSSIER SCUOLA - Rinnovare il praticantato per garantire l’accesso alla professione
16
SCUOLA - Inquadramento topografico dell’abitato di Salò eseguito dagli studenti
del “C. Battisti”
22
Quattro passi nell’architettura moderna in
una mostra degli studenti dell’Olivieri 24
LAVORI DI GEOMETRI- Quando il terremoto
ti coglie sul ponteggio nel bel mezzo di un
importante cantiere
26
ESTIMO - Procedimenti di stima per la valutazione degli immobili
42
Pubblicazione iscritta al n. 9/75 del registro Giornali
e periodici del Tribunale di Brescia il 14-10-1975
Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale
D.L. 353/2003 (conv. L. 27/02/2004 n°46)
art. 1, comma 1, DCB Brescia
CATASTO - Le modalità di accatastamento
degli immobili con impianti fotovoltaici 58
Associato alI’USPI
FORMAZIONE CONTINUA - L’attività formativa del Collegio di Brescia durante
tutto il 2012
64
N. 1 - 2013 gennaio-febbraio
Gli articoli firmati o siglati rispecchiano soltanto il pensiero dell'Autore e
non impegnano né la rivista né il Collegio Geometri. È concessa la facoltà
di riproduzione degli articoli e delle illustrazioni citando la fonte. Gli articoli
e le fotografie, anche se non pubblicati, non si restituiscono.
DAL COLLEGIO DI MANTOVA - Previdenza
complementare e polizza responsabilità
civile professionale
77
DAL COLLEGIO DI LODI - Brevi cenni sulle
ispezioni ipotecarie
78
TECNICA - Geografia litica: le pietre del Veneto
82
GEOLOGIA - I geositi: risorse per la valorizzazione culturale e turistica di un territorio 86
CONDOMINIO - Scarichi e ascensore a separato utilizzo
91
CULTURA - L’idrogeno, energia pulita per la
salvaguardia della natura
92
Jean-Jacques Lequeu, un talento, un visionario, un architetto
94
Novità di legge
La parola agli esperti
Aggiornamento Albo
102
108
110
LEGALE - Le modifiche alle norme sul
condominio
48
URBANISTICA - Novità e approfondimenti
urbanistici
50
Aggiornato il “Modello semplificato per l’edilizia”
56
Niente proroghe per i Comuni senza Pgt 57
Di questa rivista sono state stampate ????? copie,
che vengono inviate a tutti gli iscritti dei Collegi di Brescia,
Cremona, Lodi, Mantova, Sondrio.
DAL COLLEGIO DI BRESCIA - I diversi aspetti per realizzare la Smart City
68
Consegnati gli attestati ai geometri impegnati nell’Emilia terremotata
72
Bozza del nuovo “Regolamento professionale dei geometri italiani”
74
MEDIAZIONE - Il geometra “Consulente di
parte” nella mediazione
66
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 1
EDITORIALE
Bruno Bossini
N
on è certamente il
momento più indicato per parlare
di qualità del lavoro professionale in un periodo di
grave difficoltà economica
come quello che stiamo vivendo, caratterizzato da
perdurare di una crisi economica che colpisce pesantemente il settore dell’edilizia, da sempre il ”vero” baluardo del nostro lavoro di
progettazione e direzione
lavori.
A qualcuno sembrerà fuori
luogo se non addirittura
fuorviante farlo, e riconosciamo legittime le perplessità di quei geometri molto
preoccupati della mancanza
di lavoro che sta diventando
endemica e quindi poco inclini a “perdere” il loro
2 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
La qualità
nel lavoro professionale
tempo al momento su argomenti seppure importanti
come quello della qualità
del lavoro. Ma non è così. E
vediamo il perché di questa
nostra convinzione e le ragioni che seppure in un momento di recessione ci devono indurre, a dedicare
parte del nostro tempo ad
un aspetto così importante
ed innovativo per la nostra
categoria.
La liberalizzazione delle
professioni, seppur per ora
applicata in modo alquanto
blando, ha innescato effetti
di concorrenzialità che di
fatto hanno già abbassato i
prezzi delle prestazioni,
spesso però a discapito
della qualità del lavoro professionale e quindi con
grande pregiudizio per la
nostra e le altre categorie
tecniche interessate dal fenomeno.
La Scuola Tecnica Superiore
per i geometra è diventata
anche nelle per le ultime innovazione
legislative
(Riforma Gelimini) sempre
più generalista e vede più
rafforzati i suoi aspetti formativi a discapito di quelli
più propriamente professionali. I nuovi geometri seppur
superato l’esame di Stato,
peraltro impostato ancora
sui criteri essenzialmente
scolastici, si ritrovano nel
loro patrimonio professionale, all’atto della pratica
professionale, nozioni tecnico pratiche sempre più
scarse, che “faticano” a rispondere alle esigenze di
un mercato sempre più spe-
cialistico.
Spetta quindi ai Collegi provinciali ed insieme a loro alla
direzionale strategica del
loro Consiglio Nazionale
sopperire a tali lacune dell’apparto formativo, da un
lato con una nuova e rivoluzionaria gestione della formazione continua e dall’altro con un incremento del
loro apporto sinergico e professionale alla scuola. In
questa nuova funzione formativa determinanti saranno sempre più i concetti
di qualità del lavoro.
L’abolizione della tariffa minima di cu alla L. 144/49 con
le sue modifiche successive
(altro effetto della liberalizzazione) che pur nella limitatezza dei suoi riferimenti
alle sole prestazioni che allora erano previste per la
nostra professione, che costituiva una traccia delle
“cose” da fare nei settori tradizionali della nostra attività, ha privato i geometri di
uno strumento consolidato
atto a stabilire e precisare il
susseguirsi seppur di massima delle modalità dì intervento nello svolgimento
delle singole fasi della prestazione professionale
stessa. Anche su questo aspetto ma soprattutto in relazione alle attività “nuove”
che non sono mai state nel
tempo normate gli standard
qualitativi diventeranno determinanti.
La richiesta di prestazioni
professionali soprattutto
nell’ultimo decennio è
molto cambiata. Al geometra ora si richiede meno
polivalenza e molta più specializzazione insieme al
EDITORIALE
La nota del Presidente
La burocrazia ed il rilancio del settore edile
l mio recente breve intervento all’interno del convegno su Brescia come possibile Smart City ha
consentito di porre l’attenzione sul rischio che si corre nel
veder vanificati tutti quegli sforzi che le istituzioni e le amministrazioni stanno ipotizzando per la realizzazione di un
contesto urbano più sostenibile e vivibile anche attraverso
un approccio di riqualificazione del costruito consentendo
un rilancio nel settore dell’edilizia. Le mie preoccupazioni
sono state condivise dagli eminenti rappresentanti, anche
nel mondo politico, presenti alla tavola rotonda proposta
al termine del convegno ed hanno consentito di raccogliere consensi alla prospettiva che gli eventuali incentivi
alla realizzazione dei progetti non siano esclusivamente di
tipo economico, ma che interessino anche l’aspetto normativo. Per esperienza personale ho potuto constatare
come spesso tra le decisioni stabilite tra i rappresentanti
politici e tecnici e la pubblicazione di un regolamento o
di una normativa intervengano modifiche che ne variano
l’efficacia e la semplicità necessarie per un rapido iter di
presentazione delle pratiche. Anche la presenza di numerosi enti che si sovrappongono con le proprie normative in alcuni casi discordanti tra loro interviene sulla rapidità delle approvazioni necessarie. Queste interferenze
devono cessare, oppure andrà di conseguenza a rischio
qualsiasi intenzione di miglioramento della vivibilità delle
nostre città e di valorizzazione del patrimonio immobiliare.
Ulteriore ostacolo, che le lungaggini dei tempi burocratici
possono imprimere alla realizzazione di tutti quei progetti
che consentirebbero un cambiamento positivo nei
I
coordinamento tecnico per
l’esecutività dei lavori rivolto anche a settori di
nuova specializzazione
(vedi certificazioni, sicurezza, risparmio energetico,
bio edilizia). E nel contempo sono molto cambiate
le procedure di progetti di
ristrutturazione o nuova costruzione. Alla classica richiesta di Concessione Edilizia con o senza oneri e di
seguito al Permesso a costruire si sono ora aggiunte
la DIA, la SUPERDIA, la CIAL,
la SCIA, che prevedono con
l’asseverazione del progettista l’assunzione da parte
del medesimo di responsabilità che una volta resta-
vano invece in capo all’Ente
autorizzante.
Ma a queste sostanziali modifiche non hanno mai fatto
seguito da parte del legislatore precise indicazioni
sulle modalità di intervento
professionale essendosi la
legge limitata ad indicazioni
normative che raramente
entrano nel merito di “cosa,
quando e come” deve essere espletato un incarico
professionale. Anche su
questo versante il concetto
di qualità di lavoro diventerà sempre più decisivo.
C’è infine (e questo per i
geometri può essere motivo
di orgoglio professionale), il
legittimo intento dei profes-
comfort abitativi, nel rispetto dei canoni di sicurezza antisismica, e nell’acquisizione dei vantaggi derivanti dal risparmio energetico è rappresentato dal fatto che la mancanza di certezza nei tempi di realizzazione dei progetti
non favorisce il coinvolgimento degli istituti di credito, affinché concedano il sostegno necessario ai proprietari che
desiderano valorizzare la propria abitazione. Grande senso
di responsabilità viene richiesto, in questo difficile momento, a tutti i soggetti interessati: agli Ordini e ai Collegi professionali affinché preparino ed aggiornino i propri
professionisti e vigilino sull’approccio deontologico, alle
amministrazioni pubbliche affinché siano pronte ad informare e sostenere le diverse iniziative, agli investitori che
sappiano vedere i benefici degli interventi di miglioramento
ed in questo la certezza di un ritorno di quanto investito;
ma ancora di più si ricordino i burocrati della responsabilità che hanno di poter contribuire ad uscire da questa
crisi ed a rilanciare il nostro settore oppure di far naufragare tutte le nuove speranze con applicazioni troppo cavillose dei molteplici vincoli, con risposte troppo prorogate o contraddittorie e mostrando diffidenza preconcetta
nell’operato dei professionisti.
L’avvicinarsi delle prossime festività pasquali mi è
gradita occasione per porgere a tutti gli iscritti e collaboratori i migliori auguri di buona Pasqua.
Il Presidente
Giovanni Platto
sionisti più preparati o che
hanno in cuore di esserlo, di
migliorare giorno per giorno
la loro preparazione professionale, per spirito di emulazione nei confronti dei più
bravi, ma anche di legittima
competizione al fine di essere più produttivi e quindi
anche meglio pagati nei loro
interventi professionali.
Nei momenti di stagnazione
economica questo comportamento di ricerca della qualità diviene un’arma in più
per i colleghi più meritevoli
che intendono promuoversi
e proporsi per il lavoro
sempre più limitato che
offre il mercato. Per tutte
queste ragioni, ma anche
nell’ottica di valorizzazione
del futuro della nostra professione di geometra, che
vorrebbe essere sempre più
competitiva e moderna, il
Consiglio Nazionale ha
messo in agenda e nei suoi
programmi strategici il problema della qualità del lavoro.
Annunciato al Congresso di
Palermo nel 1996 il tema è
stato ora finalmente licenziato (sull’argomento diamo
ampio resoconto a pag. 14) e
per gli iscritti i così detti
standard di qualità delle attività professionali sono divenuti realtà. Sapranno
farne tesoro.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 3
INTERVISTA
Amadasi: finalmente operativa
la nostra previdenza integrativa
studiata a misura di geometra
C
aro presidente, giusto
un anno fa ci hai rilasciato un’intervista
nella quale non nascondevi la tua
preoccupazione non tanto e non solo
per la Cassa, quanto per il futuro dell’intera categoria. Ricordo che temevi alcune delle scelte che il governo si apprestava a fare, soprattutto in tema di società tra professionisti e apertura senza controllo di
queste ultime ai capitali privati. Ebbene, qualcosa è cambiato in questi
12 mesi?
«Sul versante della crisi e
degli orientamenti del Governo, purtroppo è cambiato ben poco, ma la vera
novità, se mi consenti di partire da qui, l’abbiamo messa
in campo noi varando a fine
dicembre la previdenza integrativa, ovvero un’opportunità offerta a tutti i geometri di integrare la propria
pensione per garantirsi un
reddito adeguato quando
decideranno di lasciare la
professione».
Il punto di partenza è la constatazione dell’insufficienza della pensione futura per garantire un livello
di reddito accettabile…
«In parte sì, nel senso che il
passaggio nel calcolo della
pensione dal sistema retributivo a quello contributivo,
imposto dal Governo a tutte
le Casse pubbliche e private, meglio autonome, crea
una situazione praticamente diversa per ogni iscritto. Il calcolo della pensione avviene infatti pro
quota, ovvero per gli anni
maturati sino al 2009 in cui
vigeva il retributivo si usa
quel sistema, per gli ultimi
anni successivi invece si usa
il contributivo. E poiché il
4 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
È la previdenza integrativa dei geometri, partita
alla fine di dicembre, la principale novità della
nostra Cassa che con questo strumento offre ai
colleghi l’opportunità di garantirsi una pensione
più adeguata al proprio livello di reddito. Ed è
proprio di quella che abbiamo parlato con il
presidente Fausto Amadasi che, come ormai
tradizione in questo periodo dell’anno, ci
concede un’intervista per illustrare la
situazione del nostro istituto e guardare più
generalmente alle prospettive della categoria.
Un’intervista che quest’anno assume anche un
valore particolare, giacché a maggio il vertice
della Cassa sarà rinnovato; in questa
chiacchierata con il nostro Direttore, Amadasi
traccia anche un breve bilancio della sua
gestione, ricandidandosi alla presidenza.
contributivo è (solitamente)
meno favorevole rispetto al
retributivo, la penalizzazione è proporzionalmente
maggiore per chi ha ancora
parecchi anni di contributivo da mettere nel conto. In
termini generali comunque
le pensioni che andremo a
liquidare nei prossimi anni
saranno sempre meno adeguate per mantenere il proprio livello di reddito; più
d’una simulazione arriva infatti a prevedere che a regime, se non si prenderanno
provvedimenti drastici di
aumenti dei contributi, liquideremo assegni pari
forse al 40% in meno dell’ultimo reddito dichiarato».
Ed è qui che interviene la pensione
integrativa…
«Esattamente e debbo dire
che nel tour informativo per
i colleghi che stiamo fa-
cendo un po’ in tutta Italia in
queste settimane, riscontriamo grande interesse».
Proviamo a fare qualche calcolo.
«Abbiamo diffuso più d’una
simulazione (che noi pubblichiamo in queste stesse
pagine n.d.r.)e ognuno è
bene che faccia il calcolo
sulla sua posizione. Giusto
per fare qualche numero diciamo che se un geometra di
35 anni decidesse di aderire
alla pensione integrativa investendovi circa 5 mila euro
all’anno, a fine carriera potrebbe ritrovarsi con un assegno di pensione da 12
mila euro all’anno. Val la
pena inoltre di ricordare che
l’investimento nella previdenza integrativa è interamente detraibile fino a 5
mila euro, e ciò per un professionista medio si tratta di
risparmiare immediata-
mente poco meno del 50% in
tasse. Inoltre la formula che
abbiamo adottato consente
al geometra di interrompere
i versamenti in un periodo di
difficoltà senza perdere
nulla dei suoi diritti ed
anche di trasferire senza oneri i suoi versamenti ad un
Ente diverso nel caso di mutamento del suo lavoro. Insomma abbiamo cercato di
costruire un meccanismo agile, per offrire la massima libertà di scelta alle persone,
una formula adattabile alle
situazioni più diverse, realmente conveniente per il
professionista».
Scusa presidente, la convenienza per
un giovane è palese, ma per un cinquantenne, ad esempio, val la pena
aprire la pratica?
«La convenienza c’è per
tutti, innanzitutto sul versante fiscale. Inoltre la previdenza complementare
prevede anche la liquidazione non solo con il vitalizio, ma anche in una unica
soluzione, una specie di liquidazione che il professionista si costruisce anno per
anno. Di più: la previdenza
complementare prevede
anche la possibilità di sottoscrivere la pensione integrativa a favore dei figli; c’è una
piena reversibilità non solo
per la moglie, ma pure per
un’altra persona che il geometra ritenga di dover beneficiare. In altre parole val la
pena di leggersi con attenzione tutta la proposta per
verificare quali vantaggi può
offrire. Senza mai dimenticare il risparmio fiscale che,
non a caso, è una delle fondamentali ragioni di suc-
INTERVISTA
Il presidente della Cassa di
Previdenza dei geometri Fausto
Amadasi (a destra) intervistato dal
nostro direttore Bruno Bossini
cesso di questa formula».
E come risponde la categoria?
«La risposta mi sembra ottima, almeno dall’interesse
riscontrato negli incontri che
stiamo avendo in questi
giorni in giro per l’Italia e dai
primi risultati concreti in termini di adesioni. Certo non è
facile far passare tra i colleghi il concetto che per avere una pensione adeguata
al proprio reddito occorre
mettere in conto il versamento obbligatorio a fini
previdenziali superiore al
20% del proprio reddito.
D’altra parte i parametri europei ai quali dobbiamo adeguarci anche noi prevedono che si arrivi ad una contribuzione di circa il 22% del
reddito, così da garantire a
fine carriera una pensione
pari al 55% dell’ultimo reddito dichiarato. E noi geometri con la contribuzione
normale, che a regime arriverà al 15% nel 2017, e con
quella integrativa, fatta su
base volontaria e non obbligatoria, stiamo giusto puntando a centrare questi obiettivi».
In termini di adesioni che obiettivo vi
siete dati?
«Noi partiamo da un questionario che il Censis ha curato per noi raggiungendo
ben 15 mila colleghi; il 20%
degli intervistati ha manifestato non solo interesse, ma
ci ha detto d’essere apertamente intenzionato ad aderire. Sulla base anche di
queste risposte il nostro
target a regime dovrebbe
essere di 5 mila iscritti alla
previdenza integrativa. Riteniamo che questo obiettivo sia raggiungibile, non
solo per la bontà e i vantaggi
della proposta, ma anche
perché siamo competitivi
sul mercato pure in termini
di costi di gestione. Noi dovremmo caricare sulla gestione costi da uno 0,60 o
uno 0,80%, mentre altri prodotti, soprattutto sul versante assicurativo, mettono
in conto alla gestione ben
oltre il 2%. È un risparmio
non da poco, che noi possiamo garantire perché a gestire la previdenza integrativa sarà la stessa struttura
attuale della Cassa, potendo
usufruire della anagrafica
degli iscritti aggiornata già esistente e comunque gestita
in tempo reale fin d’ora,
nonché dei canali di comunicazione abituali on line. Per
non dire della presenza diffusa sul territorio attraverso i
Collegi che ci evita i costi di
una rete di promotori ad hoc».
Mi pare di capire che hai voluto iniziare quest’intervista parlando della
novità della pensione integrativa,
perché su altri fronti non ci sono notizie troppo positive da mettere nel
conto dei dodici mesi appena trascorsi.
«Beh, mi verrebbe da dire
che sono stato facile profeta
nel prevedere una situazione non molto favorevole
per i professionisti ed in prospettiva non certo facile per
la categoria e, di conseguenza, anche per la Cassa.
Sulle professioni regolamentate come la nostra il
Governo non ha ancora fatto
scelte definitive, ma l’indirizzo è evidente da quanto è
stato deciso per quelle non
regolamentate e senz’Albo.
La tendenza è chiara: c’è una
totale apertura delle società
ai capitali privati e inoltre c’è
un preciso indirizzo ad aprire anche ai non iscritti agli
Albi la gran parte delle attività un tempo riservate ai
professionisti».
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 5
INTERVISTA
Spiegati meglio.
«Basta vedere ad esempio
le ultime indicazioni per una
serie di attività professionali
non esclusive per gli iscritti
agli Ordini come la certificazione energetica, la sicurezza, le valutazioni immobiliari, le consulenze tecniche per i tribunali e l’amministrazione di condominio. Non solo i regolamenti che sono usciti su
questi ambiti escludono una
esclusiva competenza agli iscritti ad Albi, ma si prevede
che queste attività possono
essere svolte anche da non
professionisti che hanno ottenuto una abilitazione specifica con un corso di poche
decine di ore e, per alcune di
esse, anche con incarichi diretti a Società di Servizi costituite da soli soci di capitale.
Avete già fatto un po’ di conti su
questa prospettiva?
«Conti ne facciamo ogni giorno e, con i provvedimenti
che abbiamo preso, non vi
sono preoccupazioni per la
Cassa se la categoria mantiene la propria solidità nel
tempo. Abbiamo superato,
e brillantemente, tutti gli
stress test che ci sono stati richiesti. La previdenza della
Cassa, così com’è strutturata, resta in equilibrio e garantisce solvibilità anche
per i prossimi 50 anni, rispettando quanto richiesto
dagli organismi di vigilanza;
ciò che fatichiamo a quantificare è l’effetto che i provvedimenti annunciati dal Governo e che toccano direttamente la categoria potranno
avere sulla stessa. Da qui
6 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
nasce la mia
preoccupazione che non
possiamo certo nascondere
ai colleghi».
quotidianamente emergono
analizzando tutti i fattori di
possibile criticità che a
lungo andare potrebbero
cambiare il quadro di riferimento».
Anch’io ho guardato i conti e debbo
dire d’essere soddisfatto della situazione….
«Sì, occorre
dire che, nonostante abbiamo alle
spalle tre anni
nei quali i
geometri hanno visto ridursi
fortemente i loro redditi (e la
Cassa i versamenti), i conti
sono a posto, reggiamo insomma con sufficiente tranquillità la crisi. A mio avviso
però non ci si può sedere
sugli allori e anche noi della
Cassa dobbiamo aver coscienza dei rischi per il futuro della categoria dovuti
ad esempio, dall’apertura
del mercato a nuovi attori
sottratti alle regole che
hanno finora governato le
nostre attività, per non dire
dell’incertezza sul percorso
per l’accesso alla professione che sta angustiando
molte famiglie e spiega , ad
esempio, la riduzione delle
iscrizioni a quelli che fino a
ieri si chiamavano istituti
per geometri. Occorre infatti
aver sempre presente che il
futuro della professione ed
anche la sostenibilità nei
decenni a venire della Cassa
sta nella certezza che
sempre nuovi geometri verranno a sostituire quanti andranno in pensione».
Ti riferisci all’abbassamento del reddito dei professionisti e dunque alla
riduzione dei versamenti che avete
verificato in questi anni?
«Mi riferisco anche a quello,
pur se quello mi sembra il
problema minore, nel senso
che il ciclo economico per
sua natura è destinato ad invertire prima o poi il suo andamento e, pertanto, sono
certo che il reddito dei geometri tornerà a crescere
quanto prima. Per capirci:
non sono preoccupato se,
com’è capitato in questi
anni, è praticamente raddoppiata la morosità nei
versamenti dei colleghi,
perché siamo passati da un
10/12 per cento fisiologico al
20% attuale. Sono certo infatti che la morosità verso la
Cassa è figlia della morosità
dei committenti per le fatture che i colleghi faticano a
farsi pagare e , dunque, sono
convinto che l’inversione
del ciclo economico farà
rientrare la morosità a livelli
fisiologici».
A proposito di sostenibilità: un anno
fa c’era incertezza sul fatto che la nostra Cassa, anche per gli astrusi metodi di calcolo imposti dal Governo,
superasse il test delle valutazioni attuariali per i prossimi 50 anni. E invece ce l’avete fatta….
«Sì, il test non ci ha creato
particolari problemi e dunque i colleghi possono tutti
dormire sonni tranquilli: la
Cassa c’è, funziona, ha davanti conti in equilibrio
anche per i prossimi 50
anni».
Ma a te non basta…
«No, io dico semplicemente
che tutti questi conteggi si
basano ovviamente su ipotesi statistiche, previste nel
decreto ed uguali per tutte
le categorie, riguardo a Pil,
all’inflazione, alla dinamica
del reddito professionale,
all’evoluzione demografica
degli iscritti ed altri dati macroeconomici. Ma io credo
che dobbiamo responsabilmente valutare anche ipotesi di evoluzione meno favorevoli e tenere sotto osservazione gli elementi che
Quali sono invece i fenomeni che ti
segnalano una criticità?
«Mi fa ad esempio pensare
parecchio il fatto che per la
prima volta da quando c’è
l’Albo, tanto nel 2011 come
nel 2012, sia negativo il
saldo tra iscrizioni e cancellazioni. I geometri liberi professionisti italiani sono ancora circa 95 mila, ma nel
2011 si sono ridotti di 200 e
INTERVISTA
nel 2012 di altri 300 e questa
tendenza non mi lascia tranquillo. Anche perché, ad esempio, quanti si iscrivono
solo all’Albo e non alla Cassa
sono raddoppiati passando
dagli 8 mila del 2004,
quando questa possibilità
venne introdotta, ai 16 mila
di oggi. Mi pare insomma
che si stia allargando un’area
di potenziale evasione ed elusione contributiva, che
l’ingresso delle società tra
professionisti non farà che
aumentare».
Cosa incide negativamente sulle iscrizioni?
«In estrema sintesi: meno
giovani si iscrivono e molti
più anziani decidono di ritirarsi dalla professione
prima. E se per gli anziani è
facile trovare una spiegazione nella crisi, nella complessità sempre maggiore
delle attività legate alla professione, nella rapida evoluzione delle procedure informatizzate che sicuramente
sono tra i fattori che incoraggiano l’abbandono e la cancellazione dall’Albo; per i
giovani verrebbe da pensare invece che la nostra
professione abbia meno appeal d’un tempo, mentre
per gli uni e per gli altri resta
il sospetto della crescita
dell’area dell’elusione e
della evasione tout court».
Per i giovani in effetti aprire uno
studio, crearsi una posizione non è
per nulla semplice…
«Vero, ma proprio per
questa ragione come Cassa
abbiamo varato una serie di
agevolazioni significative,
che speriamo diano i loro
frutti. Non ci costa poco, ma
siamo convinti che vada
fatto. Così ad esempio i neoiscritti per sette anni hanno
la possibilità di ridurre di un
quarto o della metà la contribuzione soggettiva mantenendo il calcolo figurativo
della contribuzione intera,
così come nel calcolo dell’anzianità c’è la possibilità
di inserire, con l’iscrizione
alla Cassa, anche il praticantato senza necessità di riscatto; inoltre già da diversi
anni sosteniamo la formazione per coloro che hanno
meno di 35 anni, erogando
un contributo a copertura
della spesa per i corsi di
qualificazione e specializzazione. Sono tutte agevolazioni che hanno un ben preciso valore economico e che
val la pena far conoscere ai
giovani».
Torniamo alla Cassa. Ho letto che il
Governo ha imposto una sorta di
‘spending review’ anche a voi: di cosa
si tratta?
«Si tratta di un altro provvedimento vessatorio e senza
alcun fondamento giuridico
e tantomeno etico che questo Governo ci ha imposto.
Ma contro il quale, insieme
ad alcune altre Casse ci
stiamo opponendo, accantonando in bilancio i fondi di
questa nuova assurda tassa
senza versarli in attesa dell’esito del ricorso tempestivamente presentato. Il Governo infatti ci impone di risparmiare sul nostro bilancio circa 200 mila euro per
il 2012 e 500 mila euro nel
2013, e sin qui nulla da eccepire, ma , soprattutto, ed è
qui la maggiore assurdità, ci
impone di versare queste
somme allo Stato sottraendole alla previdenza della
categoria. Ripeto: è una
norma vessatoria, illegale,
assolutamente folle che per
la Cassa significa una spesa
in più e non certamente un
risparmio come prevede la
norma. Aggiungo poi che comunque la Cassa fin dal 2007
sta risparmiando sui suoi
costi con una serie di azioni
mirate a ridurre la spesa e a
migliorare l’efficienza. Anche nel 2012 abbiamo risparmiato un 4/5% che intendiamo utilizzare per la categoria e non certo gettarlo nel
calderone della spesa pubblica».
E le altre Casse cos’hanno fatto?
«A parole tutti protestano
come noi, ma poi, anche per
le pressioni che i membri
ministeriali del Collegio dei
Sindaci dei singoli Enti esercitano, hanno preferito pagare e chiedere la restituzione. Noi invece resistiamo, convinti che questa
norma non sia applicabile
alle Casse, come ci hanno
confermato autorevoli pareri legali, per cui o si tratta
di una ennesima tassa, ed allora questo deve essere espressamente previsto, oppure se invece la previsione
normativa è quella che tutti
gli Enti operino un risparmio
in un’ottica di miglioramento della gestione amministrativa, allora ben venga,
ma certo non per trasformarli in una maggior spesa a
favore dello Stato che non
concorre in alcun modo a finanziare la Cassa. Questi
sono soldi dei geometri che
ci sono stati affidati dalla categoria per la previdenza, e
l’intero Consiglio di Amministrazione è ben determinato
a non utilizzarli che a favore
dei geometri».
Mi pare che il Governo vi stia anche
imponendo di vendere parte del vostro patrimonio immobiliare agli inquilini…
«E questa è un’iniziativa
davvero scandalosa, per fortuna è solo una proposta e
non è ancora diventata
legge, ma ha proprio le caratteristiche d’un provvedimento destinato a privilegiare i soliti noti. Il disegno
di legge impone infatti agli
Enti di vendere con uno
sconto fortissimo l’immobile
costruito alla fine degli anni
settanta agli inquilini che ne
facciano richiesta. A prima
vista potrebbe sembrare
una norma tesa a favorire il
rinnovo del patrimonio immobiliare in mano pubblica
favorendo l’inquilino che
decide di comprare la propria casa. Ma non è così,
perché la proposta riguarda
solo Roma e Milano, città
dove è facile verificare che il
patrimonio pubblico degli
Enti previdenziali è spesso
affittato ai soliti noti (politici, sindacalisti, gente in
qualche modo legata al potere) che con un esborso minimo possono così acquisire
la proprietà di immobili
spesso di grande valore. È la
solita furbata della casta che
non si cura di svendere in
questo modo patrimoni
pubblici costati sacrifici e
che dovrebbero garantire le
pensioni future; così come
nessuno si preoccupa della
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 7
INTERVISTA
evidente disparità tra inquilini (se io sono in affitto da un
privato perché non ho lo
stesso diritto di chi è in affitto in un immobile di una
Cassa?), tra cittadini di diverse città e regioni. Sono
norme vessatorie, incostituzionali, assolutamente al di
fuori di ogni logica che non
sia quella d’arraffare più che
si può sfruttando la propria
posizione».
A proposito del nostro patrimonio
immobiliare, come procede la gestione affidata al fondo immobiliare
esterno?
«Procede secondo i programmi e con le garanzie che
ci eravamo dati. Il fondo è
partecipato solo dalla Cassa,
ci sono nostri rappresentanti nel Consiglio e nel Comitato ristretto che ne cura
la gestione e, anche se la gestione è affidata ad una Sgr
esterna partecipata dalla
Cassa, il Consiglio della
Cassa ne mantiene, attra8 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
verso questi organismi, il
controllo e la responsabilità
diretta».
Dobbiamo conferire altro patrimonio?
«Abbiamo già conferito il residenziale e gli immobili che
necessitavano di ristrutturazione. L’abbiamo fatto,
come ho già detto più volte,
perché il fondo ha un trattamento fiscale più favorevole, recupera l’Iva e può
portare in detrazione le
spese, mentre a noi ciò non
è consentito. Per questo abbiamo mantenuto in capo
alla Cassa gli immobili che
non hanno spese rilevanti in
vista e ci garantiscono
dunque un reddito senza
problemi particolari. Inoltre
Groma, la società della
Cassa che ha sempre curato
il nostro patrimonio, continua la gestione degli immobili non solo per questo
fondo, ma anche per altri
fondi; per il momento però
non prevediamo, viste
anche le difficoltà dei mercati, di dover fare particolari
cambiamenti, sarà compito
del nuovo Consiglio di Amministrazione assumere eventuali iniziative in merito».
Non so dove ho letto che c’è però una
necessità di riequilibrio degli asset…
«Sì, in termini generali, diciamo di scuola, nel patrimonio di ogni Ente previdenziale la parte immobiliare, intesa come investimento liquido, dovrebbe
pesare per il 27-28% mentre
nel portafoglio della Cassa
pesa per un 39%. La situazione è figlia del fatto che i
geometri tradizionalmente
hanno sempre investito
molto su questo versante e
negli anni, fortunatamente,
il valore degli immobili acquistati è andato aumentando. Ora, in condizioni di
mercato normale, non ci sarebbe alcun problema a ridi-
mensionare il nostro patrimonio, ma con questa prolungata depressione dell’immobiliare il tema del riequilibrio degli asset deve
gioco forza attendere tempi
migliori».
Caro presidente, detto che a maggio
la categoria rinnoverà i vertici della
Cassa e che in queste settimane già
sono stati eletti i delegati, vorrei chiudere quest’intervista chiedendoti se ti
ricandidi.
«Il discorso è un po’ più
ampio e riguarda non tanto e
non solo la mia persona, ma
l’intero Consiglio. Il Consiglio di Amministrazione
della Cassa, che ha completato questo mandato, aveva
infatti inserito sei nuovi
membri al momento del suo
insediamento e, dunque, è
già stato ampiamente rinnovato nel recente passato. Inoltre mi sento di dire che
questo Consiglio ha lavorato
bene, in buona armonia e
con grande dedizione ed ef-
INTERVISTA
ficienza; per questa ragione
è pronto a reggere un nuovo
mandato di quattro anni. Aggiungo, senza falsa modestia, che questo Consiglio ha
meritato di poter continuare
il proprio lavoro, perché non
ha esaurito la carica di entusiasmo che ci ha consentito
di raggiungere obiettivi importanti per la previdenza
della categoria».
Vuoi trarne un bilancio?
«No, non è questa la sede e
sarebbe troppo lungo. Ma
voglio solo ricordare che
questi sono stati quattro
anni esaltanti e pieni di novità e di iniziative concluse.
Voglio ricordarne una sola: la
possibilità offerta ai geometri di versare il proprio
contributo alla Cassa utilizzando il modello Unico fiscale. È stato un gran lavoro,
ci abbiamo messo anni, ma
alla fine siamo riusciti a far
passare questa novità che è
straordinariamente vantag-
giosa per ogni collega. Con
Unico abbiamo già avuto
quest’anno 36 milioni di
compensazioni: un pieno
successo. Aggiungo inoltre
che con l’introduzione del
Portale dei Pagamenti anche
per le contribuzioni scadute
stiamo ottenendo risultati
straordinari: abbiamo incassato già otto milioni di euro
di contribuzioni scadute,
mentre 10 milioni sono già
calendarizzati; tutto ciò
senza prendere nessuno per
il collo, ma aiutando i colleghi a mettersi in regola
concedendo a tutti la possibilità di rateizzare il debito
contributivo».
Cos’è che invece non ha funzionato?
«Due sono le battaglie che
dobbiamo assolutamente
riprendere e che saranno nel
programma per il nuovo
mandato. Aiutare la categoria a rendere più semplice
l’accesso alla professione e
migliorare la vigilanza su e-
lusione ed evasione. Quei
16 mila geometri iscritti all’Albo e non alla Cassa sono
una preoccupazione vera;
abbiamo ottenuto per legge
l’accesso alle banche dati
ministeriali per vigilare affinché non continui a sfuggire reddito alla contribuzione, anche se per ora gli ostacoli burocratici ci hanno
bloccato sulla soglia d’ingresso. Il primo impegno
sarà proprio quello di garantire gli iscritti corretti dalla
concorrenza sleale di chi evade la contribuzione continuando a beneficiare dei
servizi messi a disposizione
della categoria per sostenere il praticantato, per la
formazione continua e per le
tutele assicurative. L’altro
problema riguarda la mancata regolamentazione
delle Società tra Professionisti (STP) con la previsione
dell’ingresso anche di capitali privati, presumibilmente non assoggettabili ad
alcuna contribuzione previdenziale e, se non regolamentate in modo adeguato,
con trattamenti fiscali molto
diversi rispetto a quelli del
libero professionista singolo in materia di ritenuta
d’acconto e di detraibilità
delle spese. Se dunque il
buongiorno si vede dal mattino, temo che per i professionisti i prossimi non saranno tempi facili se non saremo in grado di prendere
contromisure adeguate. E di
conseguenza non saranno
facili neanche per la Cassa
che in una prospettiva neppure tanto lontana rischia di
vedere scemare i suoi iscritti
e i varsamenti che ne dovrebbero reggere l’attività».
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 9
DALLA CASSA
Fondo Pensione
Complementare “Futura” per
i geometri liberi professionisti
Pubblichiamo di seguito stralcio di alcune fra le più significative disposizioni della Pensione Complementare recentemente
adottata dalla nostra Cassa di Previdenza, che nei prossimi numeri completeremo. Fermo restando che chi volesse saperne di
più in anticipo, potrà consultare il sito
www.fondofutura.it/pages/faq.aspx
LE PRESTAZIONI PENSIONISTICHE
Che tipo di prestazioni si possono ottenere al momento del
pensionamento?
Al momento del pensionamento sono previste due tipologie di prestazioni:
1) la rendita pensionistica
2) la prestazione in capitale.
La prestazione pensionistica complementare può essere liquidata in forma di capitale:
– sempre, fino al 50% del montante accumulato nel fondo
pensione Futura (e la restante parte è convertita in rendita);
– eccezionalmente, per l’intero importo, se la rendita derivante dalla conversione del 70% della posizione accumulata materialmente presente in quel momento presso il
Fondo, risulti di ammontare inferiore al 50% dell’assegno
sociale (5.424,9 euro annui nel 2011).
Quando si matura il diritto alle prestazioni di previdenza
complementare?
Il diritto alla pensione complementare si acquisisce se sussistono i seguenti requisiti:
– maturazione dei requisiti di accesso alle prestazioni stabilite nel regime obbligatorio di appartenenza;
– almeno cinque anni di partecipazione alla forma pensionistica complementare.
I requisiti sopra richiamati devono sussistere in concorso fra
loro, di conseguenza, e in termini generali, se mancano i requisiti per ottenere la pensione pubblica non si può chiedere la pensione complementare. Mentre se sussistono i requisiti per la pensione pubblica non si può chiedere la pensione complementare. Mentre se sussistono i requisiti per
la pensione pubblica ma l’aderente non può far valere almeno cinque anni di partecipazione alla forma pensionistica complementare, quest’ultima non può erogare le prestazioni di previdenza complementare.
Maturare i requisiti per il pensionamento non significa
quindi necessariamente andare in pensione. L’aderente al
fondo pensione comunque decide autonomamente se percepire la prestazione pensionistica o proseguire la contribuzione fino a quando lo riterrà più opportuno. Nel valutare
10 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
il momento di accesso al pensionamento è importante tenere conto delle aspettative di vita.
In cosa consiste la prestazione pensionistica in rendita?
Dal momento del pensionamento e per tutta la durata della
vita verrà erogata all’aderente una pensione complementare (rendita) mediante pagamenti periodici di una somma
calcolata in base al capitale accumulato durante la contribuzione al fondo pensione e all’età al momento del pensionamento.
La rendita verrà erogata da una impresa di assicurazione che
ha stipulato una convenzione con il Fondo Pensione Futura.
Le condizioni applicate dipenderanno dalla convenzione in
vigore al momento del pensionamento.
In cosa consiste la prestazione in capitale?
Al momento del pensionamento l’aderente può scegliere di
liquidare la posizione individuale in un’unica soluzione fino
ad un importo massimo del 50% del capitale accumulato.
Questa decisione può consentire di soddisfare altre importanti necessità che possono essere manifestate al momento
del pensionamento.
È importante, quindi, valutare con attenzione quale scelta
compiere; la liquidazione in un’unica soluzione con il passare del tempo può esporre al rischio di non disporre di denaro sufficiente per affrontare con serenità l’età avanzata.
Cosa succede nel caso in cui l’iscritto al Fondo Futura decida prima di aver maturato i requisiti di accesso alle prestazioni?
In caso di decesso dell’iscritto prima del pensionamento la
posizione individuale accumulata presso il Fondo Pensione
Future sarà erogata ai beneficiari designati. Qualora non sia
stato designato alcun beneficiario, la posizione accumulata
verrà devoluta agli eredi. L’aderente può decidere di designare eventuali beneficiari diversi dagli eredi all’atto dell’adesione o in un qualsiasi momento successivo.
I capitali liquidati a tali soggetti sono soggetti alle medesime regole fiscali applicabili al de cuius.
Cosa accade se l’iscritto decide dopo il pensionamento?
Nel caso di decesso di un pensionato che percepisce la rendita può scattare se prevista in convenzione la cosiddetta
reversibilità. Al momento del pensionamento, infatti, ogni
associato può infatti decidere se rendere tale la rendita reversibile o non reversibile. Tale scelta, ovviamente, unitamente all’indicazione dell’età e del sesso del beneficiario,
influirà sull’entità della somma erogata.
DALLA CASSA
IL REGIME FISCALE
Quali sono i vantaggi fiscali aderendo al Fondo Pensione
Futura?
Aderendo alla previdenza complementare il contribuente
beneficia di una tassazione favorevole:
– Contribuzione: si può dedurre dal reddito complessivo i
contributi che versati fino al limite massimo di 5.164,57
euro all’anno. Tale importo comprende gli eventuali versamenti effettuati a favore del soggetto fiscalmente a carico per la parte da essi non dedotta. L’agevolazione fa diminuire l’imposta Irpef;
– Rendimenti: sono tassati, anno per anno, i rendimenti con
una aliquota dell’11% rispetto al 20 per cento che si applica invece alle forme di risparmio finanziario.
LE ANTICIPAZIONI
È possibile chiedere un’anticipazione al fondo pensione
future?
Nella premessa che il regolamento completo per le anticipazioni è consultabile dal sito del Fondo in via generale e
sintetica l’iscritto che ne faccia richiesta ha diritto a conseguire anticipazioni sul monte maturato nel Fondo pensione.
L’accesso alle anticipazioni può avvenire:
1) in qualsiasi momento per spese sanitarie dell’aderente,
del coniuge o dei figli nella misura del 75% della posizione
maturata; tale anticipazione sarà tassata in modo agevolato al 15% ridotta dello 0,30% per ogni anno eccedente il
quindicesimo anno di partecipazione con un limite massimo di riduzione di 6 punti percentuali.
2) per l’acquisto, la realizzazione ovvero la ristrutturazione
della prima casa dell’aderente o dei figli nella misura del
75% del montante maturato dopo almeno otto anni dall’inizio della permanenza al fondo; tali anticipazioni saranno tassate al 23%.
3) per altre esigenze si può ottenere una anticipazione del
30% dopo almeno otto anni di partecipazione; anche tali
anticipazioni sono tassate al 23%.
Per nessuna di queste tipologie di anticipazioni il Fondo Futura ha previsto al momento alcun costo per la gestione
della pratica sulla somma erogata.
In qualsiasi momento si possono reintegrare le somme percepite a titolo di anticipazione effettuando versamenti aggiuntivi al Fondo Pensione Futura.
Come si fa a richiedere un’anticipazione?
Nella premessa che il regolamento completo per le anticipazioni è consultabile dal sito del Fondo in via generale e
sintetica l’anticipazione deve essere richiesta in forma scitta
dall’aderente compilando l’apposito modulo che deve poi
essere trasmesso, unitamente alla documentazione pre-
vista, a mezzo posta ordinaria ed anticipata via e-mail al
Fondo Pensione Futura. Il fondo verificherà la regolarità e la
completezza della documentazione presentata dall’iscritto
e provvederà all’erogazione dell’anticipazione entro 90
giorni decorrenti dal ricevimento di tutti i documenti richiesti per le singole fattispecie.
Quando è possibile chiedere l’anticipazione per spese sanitarie?
Nella premessa che il regolamento completo per le anticipazioni è consultabile dal sito del Fondo in via generale e
sintetica, l’anticipazione è concessa a fronte di gravissime
situazioni relative all’aderente, al coniuge e ai figli che comportino spese sanitarie per terapie o interventi, riconosciuti
e attestati come necessari e straordinari dalle competenti
strutture pubbliche.
L’anticipazione non può essere richiesta decorsi dodici (?)
dall’effettuazione della spesa. Il Fondo può corrispondere
all’aderente le somme necessarie prima dell’effettuazione
della terapia o dell’intervento solo in casi valutati urgenti e
per spese documentate da idoneo preventivo, fermo restando l’obbligo di presentare, entro 90 giorni dalla emissione, la documentazione comprovante la spesa sostenuta.
Che tipo di documentazione deve essere prodotta per
chiedere l’anticipazione per spese sanitarie?
Nella premessa che il regolamento completo per le anticipazioni è consultabile dal sito del Fondo in via generale e
sintetica ai fini della liquidazione delle somme a titolo di anticipazione, dve essere prodotta la seguente documentazione:
– certificazione rilasciata dalla struttura pubblica che attesti
la natura straordinaria dell’intervento o della terapia e la
circostanza che si tratti di situazioni gravissime attinenti
all’aderente, al coniuge o ai figli;
– copia di un valido documento di identità dell’iscritto e/o
del familiare a favore del quale venga eventualmente richiesta l’anticipazione;
– fatture, ricevute fiscali e/o altri idonei documenti attestanti gli oneri effettivamente sostenuti, debitamente
quietanzati;
– nel caso di richiesta a favore del coniuge o dei figli ilm certificato di stato di famiglia;
– il consenso al trattamento dei dati personali sottoscritto
dal coniuge o dal figlio dell’aderente nel caso di richiesta
a favore di questi.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 11
DALLA CASSA
Simonetta Vescovi
D
a gennaio è nato il
social network costruito dai geometri per i geometri e per
tutto il mondo della casa:
mette in contatto tutte le
professioni e i servizi che
ruotano attorno al mondo
della casa per parlare, conoscere e discutere. Permette
a domanda e offerta di incontrarsi e conoscersi.
Nel nostro mondo globalizzato, la Groma, società di
servizi della Cassa di Previdenza dei geometri, in collaborazione con Fondazione
Geometri, ha ideato e realizzato un canale informatico
per essere al passo con i
tempi e per poter entrare
12 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
“Abitantionline”
il nuovo social network
per la casa e il costruito
nelle case e negli uffici di
tutti quelli che operano nel
settore edilizio e non solo.
In questo modo si è creata
una grande rete di geometri,
avvocati, idraulici, amministratori di condomini, artigiani dove chiunque voglia
offrire la propria professionalità ai cittadini possa entrare e confrontare prezzi,
conoscere ogni aspetto riguardante la casa; una virtuale piazza dove scambiare
opinioni e consigli.
Il nuovo network mette in
contatto le professioni e i
servizi riguardanti l’abitare e
fa incontrare domanda e offerta, offre spazi di discussione, di approfondimento e
confronto sui temi oggetto
del sito.
Tutti coloro che si iscrivono
al network diventano “abitanti” e possono utilizzare
questo moderno strumento
per ogni ricerca: di fornitori,
di servizi, di professionisti,
comparando i loro prezzi,
mettendoli in gara, con la
possibilità di consultare la
loro reputazione leggendo i
feedback degli altri “abitanti”.
Tutti possoni diventare un
“abitante” del social network semplicemente registrandosi e compilando il
proprio profilo.
L’acquisto di beni su Internet fino a qualche anno fa
sembrava una assurdità, ma
oggi non è più così. Ora è
possibile acquistare perfino
servizi, proprio attraverso Abitantionline.
Per i geometri, all’interno
del network, è attiva anche
la “cassetta degli attrezzi”,
area con strumenti specifici
a cui possono accedere attraveso:
– Greta Easy-piattaforma
per la gestione degli immobili (contratti, fornitori,
spese e tutti i documenti inerenti agli immobili);
– Dossier del fabbricato software per la gestione
quotidiana della cocumentazione dell’immobile;
– Lextel - punto di accesso
telematico nell’ambito del
processo telematico;
– Technical guide - libreria
tecnica con guide e manuali
specifici.
A breve saranno disponibili:
– Condoeasy - per la gestione dei condomini;
– Geostudio - per la gestione dello studio tecnico.
Abitantionline.it vuole dare
nuovo slancio ai giovani colleghi per acquisire informazioni, formazione, specializzazioni e farsi conoscere dal
mercato. Per i colleghi non
più giovani sarà un modo
per sentirsi ancora giovani e
per rimanere al passo con i
tempi, aprirsi al mercato
globale e ulteriore stimolo
verso la continua innovazione che, anche nel nostro
settore, è fondamentale per
un servizio sempre professionale e all’altezza delle aspettative dei clienti.
❑
DALLA CASSA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 13
DAL CONSIGLIO NAZIONALE
Bruno Bossini
“Standard di qualità”
nell’attività dei geometri
D
opo tre anni di intensa e proficua
collaborazione tra
Consiglio Nazionale Geometri e l’Uni (Ente Nazionale
di Unificazione, fondata nel
lontano 1921) ecco finalmente pronti gli “standard
di qualità” dell’attività professionale dei geometri.
La loro adozione, promessa
al Congresso di Palermo
come necessario percorso di
valorizzazione della nostra
professione, non è stato un
impegno facile da mantenere, ma che pur tuttavia è
stato assolto.
L’Uni, oltre ad offrire la sua
struttura operativa, ha anche
garantito al Consiglio Nazionale la consulenza scientifica, essenziale per il compimento del complesso per-
14 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
corso intrapreso a Palermo,
che ha consentito alla categoria di essere la prima, fra
quelle tecniche concorrenti,
lavorativa, che devono essere rispettati dal professionista a garanzia della
qualità del suo lavoro. Requisiti che,
insieme al buon svolgimento dell’incarico, dovranno soddisfare le esigenze
della committenza
(sia pubblica che privata). Della loro applicazione la committenza sarà messa
a conoscenza al momento della firma
dell’incarico professionale, sia per avvalorare in assoluta trasparenza l’onorario pattuito,
sia per un’analitica definizione della qualità del lavoro da svolgere.
a dotarsi di questo importante e innovativo strumento di lavoro.
Quarantasette sono le specifiche ora disponibili sulle
Prima tra le categorie professioattività tecniche dei geonali, quella dei geometri ha inmetri. Consulteso intraprendere con la preditabili anche su
supporto inforsposizione degli “Standard di
matico (vedi box a
qualità” un percorso indirizzato
lato), sono riferite ai settori
alla valorizzazione dell’attività
più praticati del
professionale che deve essere
loro impegno
professionale e
svolta con competenza, attencosì distinte: ezione e trasparenza negli onorari
dilizia (urbanirichiesti, anche a tutela del prostica e ambiente) 19; efessionista che desidera seguistimo e attività
tare a operare con passione, peperitarie n. 17;
catasto e toporizia e fierezza la propria attigrafia n. 11. Tovità.
tale, appunto,
47.
Definiscono, sotto l’aspetto normativo, per ogni La cerimonia di presentaintervento professionale i zione degli “standard di
requisiti minimi di ogni fase qualità”, un dossier di ben
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
977 pagine che
ora si aggiunGli standard di qualità intengono al patridono, con la garanzia di Uni, formonio tecnico
della categoria,
nire ai geometri gli strumenti di
si è svolta a Misupporto alla competitività, alla
lano il 25 genprotezione dei consumatori, alla
naio u.s. nella
sede dell’Uni di
tutela dell’ambiente e alla quavia Sannio. Elità dei prodotti e dei processi.
rano presenti i
delegati di tutti
i Collegi italiani
e gli staff dirigenziali del- campi dell’operatività indul’Uni e del Cng. Per l’Ente striale. Per la prima volta, e
Nazionale di Unificazione il in collaborazione con i geoPresidente Piero Torretta e il metri italiani, si è applicata a
Direttore Responsabile a scrivere le regole di un proRuggero Lenzi. Per il nostro cesso di lavoro intelletConsiglio Nazionale il Presi- tuale». Le nuove norme Uni
dente Savoldi e il Consi- per i geometri (come tutte le
gliere Antonio Benvenuti. altre che fanno parte del paQuesti, dal 2009, ha assunto trimonio tecnico del nostro
il delicato e gravoso compito Paese) costituiscono – ha
soggiunto Lenzi
– «uno struI documenti sono stati eleborati
mento di lavoro
non obbligamediante un processo traspatorio, ma consirente e democratico, al quale
derato dagli addetti una “legge
tutti gli iscritti hanno partecipato
di fatto».
inviando i propri commenti con il
La complessità
del lavoro per la
proposito di fornire agli operadefinizione
tori riferimenti precisi e anche di
degli standard
rilevanza contrattuale.
qualitativi e la
sua tempistica
di approvadi coordinare le aspettative zione sono dipesi dalla mee le esigenze della categoria todologia del processo Uni,
con le metodologie norma- che prevede, per ogni specitivo-gestionali dell’ente fica, almeno quattro paspreposto alla stesure delle saggi: la raccolta delle esigenze; la stesura del docunorme.
«Da sempre, per meglio dire mento; l’esame degli adda 90 anni, – ha precisato il detti; la pubblicazione della
Direttore Lenzi nel suo in- norma.
tervento – l’Uni si applica Il nostro Consigliere Benvequotidianamente a normare nuti, dopo aver messo l’aci processi produttivi in tutti i cento sul cambio epocale
che un progetto normativo riore (quella professionale
come quello degli standard dei geometri), siano essi i
qualitativi ha comportato colleghi iscritti che opeper la categoria, ha sottoli- rando per la categoria nella
neato «che finalmente la sot- formazione continua e nella
toscrizione dei disciplinari di scuola dei geometri in aiuto
incarico potrà fare riferi- alle docenze tecniche».
mento anche ai
riepiloghi delle
Le norme tecniche costituiscono
specifiche normative, quelle
“un capitale di conoscenza di vaovviamente che
lore inestimabile che agevola
interesseranno
l’incarico
scelte consapevoli del mercato,
stesso».
aiuta ad elevare la concorrenza
Il Presidente
del Cng Fausto
dalla mera compressione del
Savoldi, dopo i
costo verso una competizione
rituali ringraziache sa riconoscere il merito e l’ementi a tutti coloro che hanno
quilibrio tra qualità della prestapartecipato al
zione e prezzo del prodotto-serprogetto, ha invece sottolivizio offerto” come ribadito duneato che i georante l’incontro di presentazione.
metri «continuando ad essere profondamente legati al territorio, ed Sarebbe un passo significaessendo la loro attività tivo per il raggiungimento di
molto variegata e rivolta a quel salto di qualità nella
una pluralità di soggetti, ne- preparazione professionale
cessitano di regole precise», dei futuri geometri tanto auche ora finalmente sono spicato, ma finora mai ottestate messe a disposizione nuto.
❑
della categoria.
«Regole precise alle quali –
ha aggiunto un
Gli standard di qualità svolgono
po’ provocatoquindi anche una funzione forriamente Savoldi – dovrebmativa e, quale incentivo al mibero però riglioramento della conoscenza e
spondere
dell’autonomia professionale,
anche tutti gli
addetti alla forconsentendo anche una giusta
mazione proottimizzazione nell’uso delle rifessionale,
siano essi i dosorse.
centi
della
scuola supeIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 15
DOSSIER SCUOLA
Rinnovare il praticantato
per garantire l’accesso
alla professione
Non funziona il praticantato, che non prepara i
geometri liberi professionisti di domani; non
funziona l’esame di Stato che continua a
basarsi non sulla pratica di saper fare il
geometra, ma è al più una riedizione
dell’esame di maturità. Ce lo diciamo da anni,
ma stavolta non ci accontentiamo di dirlo e
ripeterlo. Presentiamo invece una proposta,
figlia del lavoro dei colleghi e del prof. Fulvio
Negri, per tanti anni preside del “Tartaglia”, che
intende riformare radicalmente il praticantato e
l’esame. L’abbiamo elaborata oltre un anno fa
ed abbiamo cominciato a farla circolare tra i
colleghi di mezza Italia, ricevendo ovunque
attenzione e consenso.
Approfittando della ormai prossima massima
assise della categoria a Rimini, la
presenteremo ufficialmente ai presidenti dei
Collegi ed ai delegati di tutto lo Stivale,
affidandola poi al nuovo Consiglio nazionale
perché la traduca in una iniziativa capace di
cambiare un sistema di accesso alla
professione che non funziona più e penalizza
la categoria, i geometri di oggi e quelli di
domani.
In vista dell’importante e forse decisivo
appuntamento in Romagna, abbiamo
incontrato al Collegio alcuni dei colleghi che
hanno svolto anche quest’anno il non facile
compito di commissari interni agli esami di
stato (i geometri Isidoro Di Maria, Tiberio
Mancini e Sergio Pagnoni, insieme al professor
Cominelli del Tartaglia) nonché alcuni ragazzi
che hanno terminato il praticantato e superato
l’esame (Thomas Bediako di Chiari, Erika
Giacomini di Prevalle e Mattia Poli di Villa
Carcina) . Qui di seguito trovate la proposta
illustrata dal prof. Negri ed un sunto della
chiacchierata con i colleghi ed i giovani, alla
quale ha preso parte oltre al direttore anche il
presidente del Collegio geom. Giovanni Platto.
La situazione
più, è ugualmente ovvio che
le agenzie formative devono
a loro volta offrire maggiori
opportunità di crescita. Per
Negri
dirla senza mezzi termini,
sia nella scuola che nei
luoghi che ospitano i praticanti (studi, imprese, cantieri, o uffici pubblici) il percorso formativo offerto non è
sempre adeguato al bisogno
di implementare la preparazione tecnica che per di più
è destinata a diminuire in esito dal quinquennio: infatti la
recente riforma, magari a ragion veduta, tende a dare maggior spazio agli aspetti educativi e alle competenze di base
e trasversali, contraendo invece il monte ore destinato alle
materie profesionalizzanti. La specializzazione viene rinviata al dopo diploma.
Ma l’alta formazione tecnica è rappresentata da un’offerta
ancora assai limitata, per cui parecchi ragazzi, una volta u-
I
La proposta bresciana
l modesto miglioramento non cambia il
Fulvio
senso dell’analisi dei
risultati: quasi la metà dei
candidati risulta bocciata a
fronte del 5% al momento
della maturità, a conferma di
uno iato profondo tra due
momenti di verifica. Evidentemente il biennio che intercorre fra la fine del percorso scolastico di ordinamento e l’esame di Stato non risulta proficuo per la preparazione di molti neo-diplomati.
Certamente vi sono in taluni casi responsabilità individuali
concernenti lo scarso impegno e l’interesse approssimativo
di qualche allievo, ma è altrettanto inconfutabile che molti,
troppi ragazzi non sono acconciamente accompagnati in quel
tratto di cammino che dovrebbe introdurli alla professione.
Se per l’ingresso nella categoria si chiede agli aspiranti di
16 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
DOSSIER SCUOLA
Esami di Stato
per l’esercizio della professione di geometra
Esami di Stato
per l’esercizio della professione di geometra
Riepilogo della sessione 2011
Riepilogo della sessione 2012
Candidati ammessi
Candidati presentati
Candidati non presentati
Esiti positivi
Esiti negativi
Percentuale di abilitati
289
251
38
155
96
62%
sciti dal circuito scolastico tradizionale, non trovano valide
occasioni per rafforzare la loro preparazione nelle dicipline
di indirizzo che vengono testate nell’esame di Stato.
Qualche singola scuola generosamente opera, insieme al
Collegio, per surrogare con corsi di ripasso allestiti a ridosso
dell’esame l’asenza dell’Istituzione (appunto con la “I”
maiuscola) che continua a latitare.
Ma non può bastare affastellare in un tempo ristretto e lontano dall’origine dell’iniziale apprendimento un trafelato
tentativo di recupero delle discipline d’area, parte delle
quali non sono state più frequentate ed aggiornate da molti
candidati nemmeno nell’ambito del tirocinio, perché investiti da incarichi molto settoriali o, peggio, impiegati in segmenti di scarso spessore. L’esame cala impietosamente le
sue richieste di conoscenza a tutto campo anche su questi
soggetti che hanno cumulato lacune rilevanti.
Che fare
S
e non si interviene e ci si limita alla disanima i risultati non miglioreranno. Come agire allora per
colmare l’abbandono in cui versa parte dei nostri
giovani anelanti l’ingresso nella categoria? Senza presunzione di soluzioni miracolistiche si può riprendere una proposta già avanzata su queste pagine e cercare di realizzarla
almeno a livello sperimentale.
Ai giovani che si dichiarano disponibili si dia la possibilità
di alternare sistematicamente due fasi formative: una rap-
G
li esami di Stato di quest’anno hanno fatto registrare percentuali di
promozioni più omogenee rispetto al
passato, annullando diversità che
non avevano di fatto ragione d’essere
e si potevano spiegare solo con un
non omogeneo criterio di valutazione
degli elaborati e della preparazione
dei candidati. Ma la percentuale dei
bocciati è ancora altissima: come
mai? I ragazzi sono meno preparati?
O è l’esame che non consente ai candidati di esprimere il loro valore, il
loro saper fare? Vorrei che a rispondere fossero prima i colleghi geometri
commissari d’esame che, se non daranno risposte troppo diverse l’uno
dall’altro cercheremo poi di unificare, come sempre, in una sola voce.
«Diciamo subito che la mag-
Candidati ammessi
Candidati presentati
Candidati non presentati
Esiti positivi
Esiti negativi
Percentuale di abilitati
presentata dalla pratica fondamentale del tirocinio, modellizzato però secondo protocolli comuni che consentano
un’ampia esplorazione attiva delle tematiche principali del
lavoro del geometra, l’altra, fatta di moduli periodici, da organizzare in ticket con le scuole, che favoriscano momenti
di ripresa (nonché di aggiornamento) della riflessione teorica in ordine alle conoscenze e competenze essenziali all’esercizio della professione.
Tutto ciò consentirebbe di tenere vivo il bagaglio culturale
fondamentale e di acquisire progressivamente i segreti dell’arte anche tramite l’attività in situazione.
I comportamenti dei candidati nel corso di quel cammino
andrebbero testati sulla base di criteri condivisi in modo
che ciascuno di essi arrivi all’esame con un portfolio che certifichi i risultati conseguiti sull’esempio del sistema dei crediti.
La commissione dell’esame di Stato avrebbe un elemento
di valutazione in più, molto probante, e l’esaminando potrebbe affrontare il cimento più attrezzato, soprattutto se
contestualmente gli esaminatori a loro volta unificassero le
modalità di valutazione.
Già dalle prossime leve di diplomati si dovrebbe quanto
meno avviare una sorta di prova generale del progetto per
misurarne gli effetti al momento dell’esame: se, come ritengo, le risultanze fossero palesemente positive in termini
di successo dei candidati, quello potrebbe divenire il modello da adottare anche con tutte le integrazioni del caso.
❑
Praticantato
con troppe incognite
Esame di Stato
teorico ed inutile
giore omogeneità nei giudizi
non è frutto del caso, ma
d’un lavoro a monte che tutti
i colleghi commissari d’esame hanno fatto insieme al
Collegio stabilendo una griglia di valutazione comune
ed applicandola con il mas-
282
241
41
155
86
64%
simo del buon senso. Ma la
sensazione in verità è se è
vero che passano l’esame in
pochi è altrettanto vero che
sarebbero ancora meno se
non si cercasse in ogni modo
di aiutare i candidati. Se fossimo stati solo un po’ più ri-
gidi a passare l’esame sarebbe stato a mala pena il
10% dei candidati. L’impreparazione che verifichiamo
ha dell’incredibile; per qualcuno fa dubitare addirittura
che siano mai stati in uno
studio professionale o abbiano mai preso in mano un
disegno. E va rimarcato che
quest’anno i compiti erano,
a parere di tutti, molto,
molto facili»
Eppure questi stessi ragazzi solo due
anni fa hanno superato l’esame di
maturità…
“Sì, ed anche questo esame
di abilitazione professionale non è molto diverso da
una prova tecnica per la maIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 17
DOSSIER SCUOLA
Momenti dell’intervista
turità. Eppure si ha la sensazione che nei due anni di
praticantato moltissimo abbiano dimenticato quel
poco o quel tanto che avevano studiato all’istituto superiore. E si badi bene, non
è questione di ricordare una
formula matematica, ma elementi basilari, semplici
schizzi, questioni facili facili».
Vi siete chiesti il perché di questa situazione?
«La prima risposta chiama in
causa la scuola, che ogni
anno sembra progressivamente diluire l’insegnamento tecnico ai ragazzi,
anche per le disposizioni
della recente riforma della
scuola superiore. Cosa che
peraltro ci conferma anche il
professor Cominelli: nei
nuovi programmi degli ex Istituti per geometri il contenuto professionalizzante
tende ad annacquarsi; in
altre parole i fondamenti
della professione, di fatto, si
imparano solo dopo la maturità nel praticantato».
Ma l’esame coglie davvero la reale
preparazione professionale di un ragazzo?
«No, l’esame è ancora totalmente scolastico, è ancora
totalmente teorico, soprattutto nella parte scritta,
mentre all’orale riusciamo
talvolta a fare emergere gli
elementi del saper fare, ovvero quello che dovrebbe
essere il bagaglio acquisito
durante i due anni nello
studio del collega. E purtroppo spesso scopriamo
che in questi due anni è
stato fatto ben poco».
18 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
Pertanto è il praticantato che non
funziona, siamo noi geometri che
non sappiamo far crescere i ragazzi?
«In parte è certamente così,
ma c’è innanzitutto una questione da porre: la questione della motivazione.
Ovvero: troppi ragazzi fanno
il praticantato senza realmente voler diventare liberi
professionisti. Stanno lì,
quasi parcheggiati dalle famiglie o da loro stessi, sperando di capire cosa vogliono fare da grandi o scommettendo su mille altre possibilità: fare il calciatore, entrare nel mondo dello spettacolo o, più semplicemente, in un impiego meno
responsabilizzante, trovare
un posto in banca o in
qualche impresa».
Quindi non sono geometri mancati
perché bocciati all’esame, ma perché
in verità hanno pensato ad altro nei
due anni di praticantato?
«In moltissimi casi è proprio
così. Molti, anche al termine
dell’istituto superiore, non
sanno neppure cosa fa realmente un geometra. Ecco
perché varrebbe la pena che
il Collegio intensificasse la
sua presenza negli istituti,
incontrando i ragazzi delle
quarte e delle quinte per
mostrare loro cos’è la professione, cosa offre ma anche cosa chiede. Avremmo
così più ragazzi che scelgono
di svolgere il praticantato
con un minimo di reale conoscenza della professione».
E poi c’è la questione del praticantato…
«Esattamente, perché fa-
cendo i commissari ci siamo
accorti che spesso, anzi
quasi sempre, quello che il
ragazzo dice di aver fatto durante il praticantato non è
vero, non è minimamente
stato fatto. Tenete conto
che, nel tentativo di aiutare
chi mostra anche solo di
saper far qualcosa allo scritto, l’orale parte sempre da
un argomento che il ragazzo
dichiara di aver fatto durante il praticantato. Se, ad
esempio, un ragazzo dice di
aver lavorato da un catastale, parliamo di Catasto e
spesso scopriamo che non
sa neppure cos’è il Catasto,
quali pratiche si fanno in
quella sede. Non dico di usare il Docfa o sistemi simili,
ma neppure perché un
cliente si rivolge allo studio
per una pratica catastale».
DOSSIER SCUOLA
Il prof. Fulvio Negri e (sotto) il
presidente del Collegio di Brescia
geom. Giovanni Platto
In buona sostanza la vostra sensazione è che anche nei due anni nello
studio i ragazzi imparino ben poco…
«Per amore di verità dobbiamo dire che chi è stato in
uno studio solitamente
qualcosa, magari poco, ha
imparato, mentre sono deludenti oltre ogni possibile
considerazione i ragazzi che
sono stati nei Comuni o in
un’impresa. Lì hanno davvero buttato via il loro
tempo».
Resta comunque anche il problema
di chi ha fatto la pratica da un catastale e non può neppure conoscere il
lavoro degli altri geometri…
«Proprio così. E siccome
ormai molti di noi hanno finito per specializzarsi occorre abbinare al praticantato vecchia maniera, corsi
specifici ed esperienze diverse. Solo così potremo
sperare di offrire ai ragazzi
l’opportunità di conquistarsi quel bagaglio di conoscenze professionali senza
le quali non potranno offrire
nulla al mercato».
Urge pertanto riformare il praticantato. Lo diciamo da molto tempo,
però in questi ultimi mesi abbiamo
anche preparato, con l’aiuto del professor Negri, una proposta: cosa ne
pensate?
«È l’unica soluzione possibile. Bisogna infatti ormai
pensare ad un sistema formativo superiore che si basi
tanto sul lavoro nello studio
quanto sui corsi al Collegio
ancora all’istituto per geometri o all’Università. Un
percorso le cui tappe siano
valutate e certificate, più o
meno come succede a chi fa
l’università e dà, di volta in
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 19
DOSSIER SCUOLA
Il presidente Giovanni Platto e il
direttore della rivista Bruno Bossini
volta, un esame su una singola materia raccogliendo i
crediti che potrà presentare
a fine percorso».
«Ed è questa l’unica formula
possibile – aggiunge il professor Cominelli – una formula che abbini scuola e lavoro, studio professionale
ed aula scolastica, perché la
sola scuola, anche post diploma, non riuscirebbe a
trasmettere quel contenuto
professionalizzante che ci
interessa. Ed è per questo
che tocca alla categoria costruire una parte significativa di questo sistema».
«È esattamente quello che
stiamo facendo – afferma il
presidente Platto – pur tra
mille difficoltà e sapendo
che ci muoviamo su un ter20 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
reno incerto invaso da norme d’ogni genere e con il
controllo occhiuto della burocrazia, nemica di ogni innovazione. Stiamo moltiplicando innanzitutto la nostra
presenza negli istituti superiori, stiamo moltiplicando
le occasioni di incontro tra
geometri liberi professionisti e ragazzi degli ultimi
anni delle superiori, stiamo
mettendo i colleghi a disposizione delle scuole per rendere più concreta ed attuale
la lezione delle materie tecniche. È uno sforzo di non
poco conto nel quale crediamo moltissimo. Nello
stesso tempo abbiamo elaborato, d’intesa con il professor Negri, una proposta
articolata di riforma del pra-
ticantato (con corsi e stage da
abbinare alla presenza nello
studio professionale) e dell’esame che intendiamo non
solo far conoscere ed approvare dall’assise di Rimini
(così che diventi non la proposta di Brescia ma di tutti i
geometri italiani) ma che almeno in alcune sue parti intendiamo applicare al più
presto possibile, senza at-
tendere le lungaggini della
burocrazia. Siamo infatti fermamente convinti che ai ragazzi i contenuti professionali può darli solo la categoria, impegnandosi ad attuare fino in fondo il nuovo
regolamento basato sulla
qualità delle procedure.
Tanto per capirci, chi d’ora in
avanti prenderà un prati-
cante dovrà impegnarsi a
fargli svolgere il praticantato
secondo un modello ben
preciso, garantendo insegnamenti e trasmissione di
competenze, anche con la
frequenza a corsi del Collegio, secondo un programma definito e comune a tutti
i geometri d’Italia. È un percorso non semplice, ma che
ci siamo impegnati a fare: da
Rimini aspettiamo il via libera dell’intera categoria».
Grazie presidente. Adesso vorrei
sentire i ragazzi: qual è stata la vostra esperienza di praticantato e d’esame? A voi è andata bene, ma
perché sono tanto pochi i promossi?
«Non sono pochi i promossi.
Non sono pochi perché la
percentuale non legge la
realtà effettiva. Su cento ragazzi che si presentano all’esame c’è ne’è 25/30 che in
realtà il praticantato non
l’hanno praticamente fatto.
Pur escludendo quei casi,
che comunque ci sono, nei
quali il praticantato è stato
solo la firma compiacente
sulla pratica da parte di un
geometra amico di famiglia,
molti svolgono il praticantato semplicemente parcheggiandosi in uno studio e
continuando a seguire i loro
interessi, magari l’università
con facoltà lontane dal settore come filosofia o scienza
della comunicazione, oppure preparando concorsi
pubblici o colloqui per l’impiego. Nello studio professionale ci stanno solo a perdere tempo magari perché i
genitori gliel’hanno imposto; allora giocano con il
computer, stanno su Facebook e al più fanno qualche
DOSSIER SCUOLA
fotocopia. Questi ragazzi
non solo non saranno mai
geometri liberi professionisti, ma non vogliono neppure esserlo: sono parcheggiati in attesa di un’occasione diversa. Se depuriamo
i numeri da questi casi, scopriamo in definitiva che i
promossi sono tanti».
Voi comunque siate tra quelli che
sono passati: com’è andata?
«Quest’anno è stato semplice e noi tre siamo passati
al primo tentativo. Avevamo
tutti fatto un buon praticantato, nel senso che siamo
stati coinvolti dallo studio
fin dal principio in tutte le
pratiche, spesso ci è stato
chiesto un parere, siamo andati in cantiere e al catasto,
abbiamo seguito la progettazione, la sicurezza, la direzione lavori. Inoltre dove
non è arrivata la pratica nello
studio professionale, molto
ha fatto il corso di preparazione svolto qui al Collegio:
abbiamo rinfrescato le nozioni delle superiori e completato la preparazione studiando a casa. Nel complesso non è stato difficile
anche perché il compito era
abbordabile e la commissione ci ha poi aiutato a far emergere nel colloquio quel
poco o quel tanto che sapevamo. Resta solo da aggiungere che all’esame ci aspettavamo qualcosa di più concreto e di meno teorico,
mentre si è trattato di una
sorta di riedizione della maturità. Peccato».
Voi siete stati dunque fortunati col
praticantato e bravi a seguire la preparazione finale ed a studiare. Ma a-
desso vi sentite pronti alla professione?
«No e pensiamo in effetti
che nessuno dopo l’esame
possa aprire a cuor leggero
un suo studio. Noi stiamo cominciando con piccole cose,
oppure abbiamo scelto di
specializzarci con qualche
corso specifico ed offrire la
nostra collaborazione allo
studio dove abbiamo fatto il
prie competenze e aprono
nuove opportunità di lavoro.
Siamo fortemente impegnati su questo versante, ma
anche per il praticantato non
restiamo con le mani in
mano, ma cercheremo di anticipare la riforma. Scuola e
lavoro, presenza attiva negli
studi e corsi al Collegio debbono essere il programma
condiviso da tutti i ragazzi
portafoglio di competenze
da mostrare e una vera preparazione da poter poi proporre al mercato. Senza
questo cammino avere altri
geometri ben preparati domani è una pia illusione e il
fallimento di questo obiettivo ci porterebbe in poco
tempo all’estinzione della
categoria. Di questo dobbiamo essere ben consci,
praticantato. Per il grande
salto nella professione ci
vuole ancora un po’ di rodaggio».
«Ed è anche in questo passaggio che il Collegio intende darvi una mano – aggiunge il presidente Platto –
Ogni giorno qui ci sono corsi
di specializzazione che consentono di migliorare le pro-
che vogliono diventare geometri liberi professionisti. È
un percorso che sta a cuore
alla categoria e al Collegio di
Brescia: la professionalità ai
giovani la dobbiamo dare
noi e la dobbiamo certificare
con esami e la concessione
di crediti passo dopo passo
cosicché il giovane arrivi all’esame di stato con un suo
contro questa possibile deriva vogliamo e dobbiamo
opporci. Le idee ci sono, in
parte le stiamo già realizzando ora, non resta che
metterle in pratica compiutamente e con l’aiuto di
tutti».
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 21
SCUOLA
Leo Matesich
Inquadramento topografico
dell’abitato di Salò eseguito
dagli studenti del “C. Battisti”
Dal professor Leo Matesich – fino all’anno scorso docente
di topografia nell’Istituto “Cesare Battisti” di Salò – riceviamo la segnalazione di un importante lavoro svolto in
quella scuola, nel corso di più anni, dagli studenti del
triennio del corso di topografia. Pubblichiamo volentieri
l’articolo del Professore – molto rimpianto – e alcune fotografie che mostrano l’impegno degli studenti durante le
lezioni pratiche. Da parte nostra, ci complimentiamo con
il prof. Matesich che ha
coordinato l’oneroso rilievo. Ci piace anche sottolineare l’importanza di esercitazioni di questo tipo e
di questa complessità nella
formazione tecnica degli
studenti.
S
i è svolto, per oltre
un decennio,
presso l’I.T.C.G.
“Cesare Battisti” di Salò, un
progetto di inquadramento
topografico dell’abitato in
cui è situato l’Istituto stesso,
dalle classi del triennio geometri, come didattica di Topografia-Pratico (Topografia
è l’unica materia che prevede tre voti: scritto, orale e
pratico ).
Il territorio oggetto del rilievo comprende gran parte
dell’abitato e del lungolago
del comune di Salò, con elementi terminali nelle seguenti zone: Carmine, Pozzo, Campoverde, Mulino.
Su tale superficie, di circa
200 ettari, sono stati segnalizzati permanentemente,
tramite chiodi topografici,
565 punti di inquadramento
(PI) costituenti una rete iperdeterminata (con oltre 3000
osservazioni sovrabbon22 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
danti) dai quali sono stati rilevati 33 punti fiduciali catastali (PF) e un gran numero
di punti di dettaglio (PD) di
zone di specifico interesse.
Le determinazioni planimetriche sono state svolte con
la procedura di rilievo tradizionale per irraggiamento
da punto stazione, utilizzando le quattro stazioni to-
tali presenti in Istituto
(Sokkia, Sokkisha e Topcon),
in corrispondenza ai vari
punti di inquadramento collimando tutti i punti d’inquadramento visibili dal
punto stesso; punti di interesse non acquisibili con
tale tecnica sono stati rilevati per intersezione diretta
da due o più punti d’inquadramento.
Poligonazioni chiuse o aperte vincolate sono derivate dalle operazioni di rilievo per irraggiamento
svolte.
Per le determinazioni altimetriche, sono state allestite, e in parte risolte,
cinque linee di livellazione,
per livellazione geometrica
dal mezzo utilizzando i
quattro autolivelli (Kern e
Sokkia) presenti in Istituto e
riferendo le quote a un
punto arbitrario posto in corrispondenza al P.I. denominato 20600, situato in Piazza
Serenissima, al quale è stato
attribuita la quota 66.00m .
Il complesso dei dati di rilievo si traduce in un file denominato ITCAS.xls (prodotto da programma Excel)
di circa 8MB predisposto per
il riporto dei libretti di campagna, l’organizzazione e il
filtraggio dei dati di rilievo e
in una terna di file derivanti
da elaborazione dei dati raccolti nel foglio elettronico
suddetto: 12100.dat (PI)
12200.dat (PI e PF) e
12300.dat (PI, PF e PD) con
programma Pregeo per un’estensione di 9086, 10029 e
21300 righe rispettivamente.
Dai file .dat suddetti, tramite opportuno software to-
SCUOLA
pografico (Meridiana, Vigeo,
Unico, ecc.) si creano i file
12100.dxf, 12200.dxf e
12300.dxf (terna di file in formato grafico universale a livello di dettaglio crescente)
acquisibili da programma
autocad per ottenere il relativo file di estensione dwg .
L’incertezza media in planimetria è dell’ordine dei 10
cm, con diminuzione ai 2 cm
per ambiti limitati.
L’incertezza media in altimetria è dell’ordine del cm.
Il progetto rappresenta una
base per lo sviluppo e il
mantenimento di una rete di
punti di inquadramento capillarmente distribuiti e segnalizzati su parte del territorio comunale; tale rete,
determinata plano-altimetricamente e ancorata alla
rete di punti fiduciali catastali, permette il rilievo di
dettaglio di zone di particolare interesse del territorio
di Salò; è auspicabile che
alle tecniche e strumentazioni tradizionali finora utilizzate vengano aggiunte risorse di utilizzo corrente per
il geometra-topografo (sistemi di posizionamento satellitare, rilevamento tramite laser-scanner, fotogrammetria e telerilevamento).
Documentazione e file relativi al progetto si rendono
disponibili per i tecnici e per
gli enti territoriali come contributo allo svolgimento di
interventi locali (la topografia è un servizio all’edilizia) e all’aggiornamento
della cartografia urbana .
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 23
SCUOLA
Quattro passi nell’architettura
moderna in una mostra
degli studenti dell’Olivieri
R
ecentemente abbiamo appreso
che da quest’anno
l’Istituto d’istruzione superiore “Tartaglia” e il liceo artistico statale “Olivieri” di
Brescia fanno parte dello
stesso plesso scolastico. La
sede dell’Olivieri è in Corso
Matteotti, in Palazzo Bargnani, già sede storica del
“Tartaglia” fino alla fine degli
anni Sessanta.
La costituzione dell’Istituto
d’istruzione Superiore “Tartaglia-Olivieri” è una novità
non di poco conto, non foss’altro per il rilevante numero degli iscritti: 650 al
“Tartaglia” e 750 all’”Oli-
vieri”.
L’occasione per conoscere
meglio i nuovi “cugini” degli
aspiranti geometri è stata offerta dall’annuale mostra didattica della loro sezione di
24 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
architettura, tenuta nella
sala dei Santi Filippo e Giacomo di via Battaglie nel dicembre scorso. Vi erano presentati i loro migliori lavori
di modellistica architettonica ispirati ai più significativi edifici del mondo realizzati da famosi architetti (Richard Meier, Peter Eisenmam, Henry N. Cobb,
Jean Nouvel, Teodoro Gonzales de Lein - Francisco Serrano, Norman Foster, Santiago Calatrava, Richard Rogers, Renzo Piano, William
Pedersen e altri), ma anche
modelli frutto della fantasia
di alcuni allievi. Alcuni lavori, riproducevano edifici
anche della nostra
città.
Li hanno realizzati, in
scala 1:400, coppie di
allievi utilizzando prevalentemente il poliplat bianco (un materiale in lastre sandwich
di poliuretano espanso
e superfici in cartoncino) nei laboratori dell’Istituto. I plastici esposti, molto ben fatti,
hanno rivelato da parte
degli allievi grande perizia realizzativa e abilità manuale elevata.
Le classi impegnate
sono state: 4aI, 4aF, 5aL e
5aN per un totale di 70
allievi; non tutti però
hanno seguito questi
progetti: altri, nel contempo, procedevano
con programmi curriculari differenti.
Il corso di 40 ore settimanali
che questi studenti seguono
comprende oltre a 8 ore di
architettura e geometria
anche 11 ore di laboratorio.
All’inaugurazione della mostra c’era naturalmente il
massimo dirigente scolastico del plesso prof. Paolo
Taddei, che ha vivamente elogiato gli studenti per il lavoro eseguito, la delegata
alla mostra prof.ssa Vanna
Capelli, e l’assessore alla
Cultura del Comune di Brescia Andrea Arcai. Quest’ultimo è intervenuto per sottolineare la spiccata propensione di Brescia verso
l’architettura d’avanguardia,
aggiungendo che «la nostra
città ha bisogno di ragazzi
che credono nel futuro». Ha
anche ricordato come in
tempi passati l’ente pub-
blico committente fosse obbligato a stanziare il 2% del
valore delle opere realizzate per abbellirle, spesso
per mano di importanti artisti.
D
a parte nostra ci
auguriamo che
l’incontro fra due
entità scolastiche diverse –
il Tartaglia e l’Olivieri –, ma
che entrambe hanno a che
fare con l’arte del costruire,
produca un interscambio di
esperienze culturali a vantaggio di un arricchimento
generale della formazione
degli allievi.
❑
SCUOLA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 25
LAVORI DI GEOMETRI
Quando il terremoto ti coglie
sul ponteggio nel bel mezzo
di un importante cantiere
I
Il geom. Dario Righetti si è diplomato
all’Istituto Tecnico Tartaglia di Brescia nel
1978; è libero professionista dal 1983 e si
occupa di progettazione e direzione lavori per
opere civili e industriali, di piani di
lottizzazione, di urbanistica. È autorizzato alla
realizzazione di opere soggette a nullaosta
VV.FF.; certificatore energetico e collaudatore
di OO.PP. della Regione Lombardia;
specialista in piani di sicurezza e
coordinamento anche per cantieri complessi,
redattore di Pos per le imprese. Perizie
giudiziali e stragiudiziali, consulente in
transazioni immobiliari, cura redazione di
documenti e preventivazione per le imprese
nel campo dei LL.PP. Appassionato di
meridiane, vive e lavora a Gussago.
26 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
l sapere tecnico che il mercato richiede ai geometri
professionisti è in questi anni talmente aumentato
che la tradizionale polivalenza – vanto e merito proverbiale della categoria – è oggi non più sufficiente ad assicurare ai geometri professione e carriera.
Tale assunto – ormai serenamente accettato da tutti – ha
fatto sì che la stessa categoria abbia, con sempre maggiore
determinazione, promosso percorsi di specializzazione
post diploma seri e approfonditi nei più vari settori professionali: sia in quelli di più ovvia e antica tradizione, sia in
quelli più nuovi e avanzati. Come a dire che il geometra,
oggi, è un tecnico che non solo deve sapere tutto in generale (come da percorso scolastico), ma anche che, in specifici ambiti (come da specializzazioni conseguite e certificate) deve stare alla pari o, addirittura, smarcarsi anche dai
tecnici di più “scintillante” titolo.
Questo, non per innescare una competizione con i laureati
– che non giova a nessuno –, ma, al contrario, per collaborare con loro a pari livello in precisi ambiti, ricavandone reciproci vantaggi economici e uguale dignità professionale.
Collaborare, ma come? Lavorando con essi in équipe pluridisciplinari, dove i singoli partecipanti, in funzione di uno
scopo comune, in modo armonico fra loro, gestiscono il proprio apporto attraverso una continua correlazione di interscambi, di confronti, di contributi, di suggerimenti.
Ci sembra emblematico, in tal senso, l’esempio di cui siamo
venuti a conoscenza e che,
attraverso la rubrica “Lavori
di geometri” vogliamo e- rando su opere del passato,
sporre: quello dello “Studio le si conoscono più profonassociato arch. Stefano Car- damente. Conoscendo metella e geom. Renata Dri”, glio il lavoro di chi ci ha preche ha invitato alla collabo- ceduto nell’operosità, nelrazione il collega geom. l’impegno e nell’ingegno caDario Righetti – tecnico di piamo meglio noi stessi, le
provata esperienza in dire- nostre opere e il nostro
zione lavori e cantieristica – tempo. Per sapere chi siamo
quale coordinatore per la si- e dove vogliamo andare
curezza nel restauro della dobbiamo conoscere da
Parrocchiale di Gussago: un dove veniamo.
cantiere importante. Perché
l cantiere del quale
importante?
intendiamo parlare,
Sappiamo che ogni cantiere
ha riguardato la chiedi restauro è apprezzabile,
poiché rinnova e riporta agli sa parrocchiale preposituantichi splendori opere più rale pievana con il titolo delo meno note di autori famosi l’Assunta di Gussago centro.
o semplicemente di arti- L’edificio, iniziato nella
giani che, con la loro opera, prima metà del XVIII secolo
hanno contribuito al pro- e aperto al culto nel 1760, fu
gresso di tutti noi. Lavo- completato circa cent’anni
I
LAVORI DI GEOMETRI
In senso antorario: le “perdite” del
tetto della Parrocchiale di Gussago
nel 2011; ponteggi (?)nel sottotetto
della chiesa; diagnosi alla struttura
lignea della copertura.
dopo attorno alla prima
metà del XIX secolo, rappresentando, da allora, il “luogo” per eccellenza identificativo della cittadina e che è
tuttora uno degli angoli più
suggestivi e frequentati del
paese.
La Parrocchiale di Gussago
era già stata oggetto di interventi di restauro alla facciata
tra il 1980 e il 1981 sotto la
guida della Soprintendenza
di Brescia, ma il dilavamento meteorico in questi
trent’anni ne aveva però alterato il colore e in parte
compromesso l’intonaco. In
anni successivi venne attuato anche un intervento di
restauro sulla copertura
della navata, consistente
nella sostituzione di tutti i
travetti secondari e dell’assito, con la posa di lastre sottocoppo (onduline) e la sostituzione di parte dei
coppi. Le onduline, però,
non fissate, col tempo erano
scivolate creando problemi
di infiltrazione d’acqua piovana, i cui effetti erano visi-
bili anche ad occhio nudo
sull’intradosso della volta
della navata.
Cosicché il rev. Prevosto don
Adriano Dabellani, parroco
e titolare della chiesa, allarmato per i danni che le infiltrazioni avrebbero potuto
produrre sugli affreschi che
ornano l’intradosso dei volti,
allertava l’arch. Tarcisio Belleri (storico coadiutore della
parrocchia per le opere edilizie) per eventuali lavori di
sistemazione.
I
l tecnico però, considerata la sua età, indicava nello Studio associato arch. Stefano Cartella e geom. Renata Dri di
Gussago, suoi sostituti, riservando per sé la “supervisione” delle opere. I due
tecnici indicati, affrontando
“ingegneristicamente” i lavori, si sono avvalsi della
consulenza e della collaborazione di specialisti per le
rilevazioni propedeutiche e
per la stesura del progetto
che sarà la costante opera-
tiva durante tutti i lavori:
quello che si può definire un
lavoro in équipe. In particolare l’ing. Elide Tomasoni è
stata incaricata di svolgere
le verifiche statiche e sismiche e ha redatto il progetto strutturale di cui nel
presente articolo sono riportati alcuni stralci.
Si condussero le necessarie
indagini storiche, dalle quali
emerse che nei primi dell’Ottocento gli architetti
Vantini e Donegani erano già
intervenuti per contrastare
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 27
LAVORI DI GEOMETRI
notevoli dimensioni: la navata all’interno è lunga m
28,00 e larga m14,70. Il presbiterio è largo m14,10 e
lungo 12,70; il raggio dell’abside è di m 4,80. La muratura
perimetrale, realizzata con
pietre irregolari legate con
malta compatta e resistente,
ha spessore variante da m
1.15 a m 1.45.
La copertura, a due falde, è
realizzata con terzeri lignei,
poggiati su capriate, sui quali
poggia l’orditura secondaria.
Le capriate, dopo 250 anni di
vita, sono tutt’ora perfettamente integre. La struttura
secondaria, invece, oltre che
sottodimensionata rispetto
ai reali carichi d’esercizio era
deteriorata dall’umidità e
dalle infiltrazioni. Nel tempo
erano stati inseriti puntelli
precari poggianti direttamente sulla volta, rimossi durante i lavori, perché incongrui con le sollecitazioni sia
statiche che dinamiche a cui
erano sottoposti.
L’edificio nel suo complesso
aveva resistito egregiamente per 250 anni ma,
prima che si verificassero
criticità irreversibili, era necessario intervenire con opere di consolidamento sismico-strutturale.
alcune crepe di assestamento verificatesi nella
volta della chiesa. Le pareti
laterali, infatti, non reggevano adeguatamente le
spinte della volta e i due illustri architetti ritennero indispensabile inserire delle
chiavi supplementari di contenimento.
Da allora agli anni Ottanta
del secolo scorso più nulla fu
fatto: la situazione rischiava
28 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
di diventare molto critica.
Alcune lesioni verticali nelle
pareti e nelle volte delle cappelle laterali centrali risultarono provocate dalla spinta
delle volte non efficacemente contrastata. Si riscontrarono lesioni in corrispondenza della facciata, quasi esattamente al centro delle finestre laterali, segno di un
potenziale ribaltamento
della facciata/timpano. Tali
lesioni avevano forse suggerito all’epoca l’inserimento
delle catene longitudinali.
L’abside presentava fenditure originate dalla spinta
delle travi di copertura sulla
muratura. Nel complesso, i
danni erano abbastanza limitati, ma destinati ad aggravarsi nel caso di eventi sismici anche non particolarmente gravi.
L’edificio di cui parliamo ha
L
e analisi effettuate
mostravano che
l’edificio non era
mai stato sottoposto a verifica statica rispetto ad alcuni
dei più probabili movimenti
sismici che si manifestano
solitamente nelle chiese a
pianta longitudinale: in particolare nei confronti del ribaltamento della facciata e
dell’abside, e riguardo alla
LAVORI DI GEOMETRI
Operazioni di ricondizionamento
della facciata e un particolare del
restauro sotto il timpano.
Particolare di una capriata alla
palladiana, i ponteggi nel sottotetto
della chiesa e l’intervento di
affiancamento su una terzera.
risposta cinetica trasversale
dell’aula.
Risultava perciò evidente
che la chiesa di Gussago necessitasse di interventi, alcuni dei quali di primaria importanza: alla struttura per
le azioni statiche, e altri, auspicabili e utili, per aumentarne la resistenza agli eventi sismici.
Si decise che il miglioramento dell’equilibrio della
struttura sarebbe stato ottenuto con:
1. il rinforzo degli elementi
che costituiscono l’ordi-
tura principale della chiesa e dell’abside;
2. la revisione dei nodi e dei
collegamenti tra gli elementi portanti della copertura;
3. la realizzazione di un
doppio assito irrigidito
con bandelle metalliche,
ancorato alla facciata;
4. la cerchiatura dell’abside,
per contrastare la spinta
della copertura e ridurre
la vulnerabilità sismica riguardo al ribaltamento
dell’abside;
5. l’inserimento di catene
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 29
LAVORI DI GEOMETRI
A destra, la sostituzione di una
terzera. Sotto: rimozione delle tegole
del tetto;
per eliminare la spinta
delle cappelle laterali;
6. l’inserimento di catene
nella sacrestia, per contrastare la spinta della copertura.
Ciò stabilito, si decise di
procedere in due stralci,
dando precedenza innanzitutto alla navata con:
a) restauro delle coperture;
b) consolidamento strutturale e miglioramento sismico del fabbricato;
c) restauro degli intonaci e
delle murature esterne,
gran parte delle quali non
30 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
sono mai state toccate dai
tempi dell’edificazione
della chiesa.
Non si è trattato di un intervento estetico, ma prettamente conservativo, perché
finalizzato a garantire l’integrità delle murature e, quindi, la durata dell’edificio.
Il 27 febbraio 2012, ottenuta
dalla Soprintendenza per i
Beni Architettonici e Paesaggistici di Brescia, Cremona e
Mantova l’autorizzazione a
procedere alle opere di restauro conservativo della
chiesa, si dava avvio ai lavori.
LAVORI DI GEOMETRI
Applicazione di rinforzo delle travi di
copertura con tiranti e contraffissi
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 31
LAVORI DI GEOMETRI
Particolare della copertura scatolare
costituita da doppio assito incrociato.
Sono ben visibili i tiranti in acciaio
inox tipo BMF 80x2 mm con
funzione di irrigidimento e
controventatura della copertura.
32 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
La doratura applicata alla “dedica”
della chiesa.
LAVORI DI GEOMETRI
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 33
LAVORI DI GEOMETRI
Fase di montaggio dei ponteggi in
facciata. Si intravvedono sul fianco
destro della chiesa la gru da 40
metri e il montacarichi.
Nella pagina di destra: tre vedute dei
ponteggi nel sottotetto poggianti
sull’estradosso della volta.
Come più sopra accennato,
l’incarico di controllare e
coordinare la sicurezza di
tutti i soggetti coinvolti nel
cantiere fu affidato al collega
Dario Righetti di Gussago. Si
trattava di un incarico particolarmente impegnativo
per la dimensione del cantiere, per la quota alla quale
si svolgevano prevalentemente i lavori, per la delicatezza della materia artistica
sulla quale si ponevano le
mani. Rigorose furono le operazioni che il geometra Righetti metodicamente se-
guiva giorno dopo giorno,
implicanti serie responsabilità riguardo alla sicurezza e
al corretto svolgimento dei
lavori. Si pensi solo che la
maggior parte dei lavori si
svolgevano a circa trenta
metri d’altezza.
34 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
F
urono installati un
montacarichi/ascensore con portata di una tonnellata del
tipo utilizzato per l’esecuzione dei fabbricati di notevole altezza, così da agevolare l’accesso al sottotetto,
LAVORI DI GEOMETRI
Renata Dri, geometra, si è diplomata
nel 1981; per 8 anni è tecnico in una
primaria azienda di prefabbricazione;
nel ’90 apre un proprio studio professionale per poi costituire, in Gussago
nel ’93, lo Studio Associato con l’arch.
Stefano Cartella; si occupa di progettazione, sicurezza, contabilità e gestione
tecnico-amministrativa. Fra le sue realizzazioni per committenze pubbliche e
private in coincarico: l’ampliamento e
restauro del Cimitero di Gussago centro, la Biblioteca della scuola Bettinzoli di Brescia, il Centro giovanile di
Palazzo Nava a Gussago, opere di viabilità per il Comune di Gussago, il
restauro e risanamento della Parrocchiale dell’Assunta di Gussago.
la zona di maggiore operatività, e una gru da cantiere
alta circa quaranta metri con
sbraccio di quarantacinque.
Era importante inoltre verificare la rispondenza e la compatibilità tra i cavalletti e i
completamenti/adattamenti
eseguiti con tubo e giunto,
con speciale nota di autorizzazione sul libretto di montaggio dei ponteggi stessi.
Per ottimizzare l’utilizzo del
ponteggio, considerata l’incidenza del suo costo, le opere furono divise in più fasi
lavorative. Le voci del costo
della logistica di cantiere, le
opere provvisionali e antinfortunistiche, il diagramma di Gantt e il piano esecutivo dei lavori, erano sotto la
la diretta responsabilità del
geom. Righetti.
L’impianto del cantiere doveva garantire la fruibilità
dell’edificio sacro alla popolazione, come stabilito dalla
committenza, e in modo da
ridurre al minimo i disagi per
la viabilità pedonale intorno
alla chiesa, secondo quanto
indicato dal Coordinatore
Il geometra Mattia Poli si è diplomato
nel 2010, ha sostenuto il praticantato
nello Studio Tecnico Associato geom.
Renata Dri - arch. Stefano Cartella.
Durante il praticantato ha collaborato
alla realizzazione di varie opere pubbliche e private, in particolar modo quelle
per il restauro della zona monumentale
del Cimitero di Gussago, la fase di rilievo, di progetto ed esecuzione delle
opere di restauro della Chiesa Parrocchiale di S. M. Assunta di Gussago.
Dopo aver sostenuto e superato l’esame abilitativo alla professione, si è
iscritto nel 2013 all’Albo dei geometri di Brescia. Sta intraprendendo la
strada della libera professione.
per la Sicurezza dei Lavori.
I pericoli dovuti alle sovrapposizioni di eventi (presenza di estranei, fasi lavorative contemporanee sulla
stessa verticale, ecc.) venivano evidenziati sia sul
Piano della Sicurezza sia sul
Lay-out di cantiere, e, maggiormente nelle varie riunioni di coordinamento alla
presenza di tutti i soggetti
coivolti.
I
l computo metrico e la
contabilità di cantiere, precisi e accurati, date le insolite voci di
lavorazione, erano predisposti dal geom. Renata Dri,
affiancata dal praticante
geom. Mattia Poli (che, in
altra parte della rivista esprime grande soddisfazione per l’esperienza acquisita in questa circostanza), aiutati dalla particolare perizia in ristrutturazioni e restauri dell’arch.
Cartella, contitolare dello
studio associato e della
strutturista Elide Tomasoni
con studio in Desenzano.
L’ammontare totale dell'impegno di spesa, alla fine dei
conti, risulterà prossimo al
milione di euro, a dimostrazione della particolarità
delle lavorazioni e dell’impiego di manodopera di alta
qualificazione.
I lavori edili e gli oneri relativi ai ponteggi erano affidati
all’impresa Dalla Fiore di
Gussago, mentre i lavori di
restauro delle facciate e di
ricondizionamento degli elementi statuari alla ditta
gussaghese di restauro
delle superfici architettoniche e artistiche dell’arch.
Giuseppe Lorenzini.
I lavori proseguivano celermente: nonostante le copiose precipitazioni del
marzo e dell’aprile 2012 l’avanzamento dei lavori si percepiva visivamente con soddisfazione della committenza e della popolazione.
Ma era in agguato un accadimento assolutamente imprevedibile che avrebbe
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 35
LAVORI DI GEOMETRI
sconvolto i piani predisposti.
Domenica 20 e martedì 29
maggio 2012, il terremoto di
grande intensità che colpì
l’Emilia procurò alcuni danni
pure nella pianura bresciana
e allarme anche a Gussago.
Soprattutto la scossa del martedì 29 maggio procurò molto
spavento alle maestranze
presenti in cantiere. Circa alle
nove del mattino gli operai
che stavano lavorando alle
strutture di copertura e operavano sul ponteggio nel sottotetto si sentirono sobbalzare sull’incastellatura metal-
36 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
lica pesante tonnellate. Nonostante il forte senso di
nausea provocato dall’evento, fortunatamente tutti
riuscirono a guadagnare l’esterno e poi a scendere dalle
scalette dimostrando nel
frangente un’esemplare disciplina nonostante il pericolo e la tensione prodottasi:
a dimostrazione del buon effetto sul personale delle riunioni di coordinamento della
sicurezza.
A poche ore dall’evento sismico veniva eseguito un sopralluogo dalle figure tec-
niche coinvolte, dal quale emergeva chiaramente l’innesco del meccanismo di ribaltamento della facciata,
oltre all’apertura di preoccupanti fessure sulla volta centrale e sulle lunette della
prima campata.
Fattori di aggravamento della situazione statica del
complesso in quel frangente
furono la mancanza del peso
a contrasto costituito dal
manto di copertura e la presenza dei ponteggi nel sottotetto. Questi, appoggiando sulle volte – che in
condizioni statiche ordinarie sono perfettamente in
grado di sostenere il loro carico –, in seguito ai ripetuti
squotimenti tellurici, avevano “martellato” aggravando il quadro fessurativo
della copertura voltata.
Le lesioni furono generate
dalla concomitanza di più
fattori, quali:
1. la flessione generata dalle
spinte orizzontali dovute
al movimento della facciata;
2. l’irrigidimento della volta
generato dal ponteggio
LAVORI DI GEOMETRI
Pianta dei ponteggi.
stesso;
3. la mancanza di contrasto
alle spinte sui muri per
mancanza del carico in copertura;
4. il martellamento dei piedini di appoggio dei puntelli.
Si operò pertanto per garantire l’incolumità dei lavoratori e dei fedeli che frequentavano la chiesa: dichiarandola inagibile fino a cessato
allarme, rimuovendo i ponteggi e monitorando le lesioni principali nelle volte.
Il 1° giugno la Direzione Lavori e lo strutturista, ing. Elide Tomasoni, inoltrarono
alla Soprintendenza Regionale, alla Soprintendenza Ecclesiastica, alla Committenza
e al Comune di Gussago la richiesta di emissione immediata dell’ordinanza di inagibilità della chiesa. Cosa che
avvenne lo stesso giorno per
mano del Sindaco con l’ordinanza n. 10/ 2012 di parziale inagibilità della chiesa fino a
nuovo ordine.
I
l 29 giugno, a firma
dello Strutturista, veniva trasmessa alle
autorità sopra citate una relazione tecnica dettagliata,
nella quale erano elencati i
difetti e i danni riscontrati,
nonché proposti i rimedi per
eliminarli.
Vennero anzitutto date indicazioni affinché, in via cautelativa, si provvedesse alla
messa in sicurezza dei ponteggi, essenzialmente con la
posa di cravatte di ancoraggio alle capriate esistenti. A tempio chiuso si
provvide anche alla posa di
ponteggi in mezzo alla naIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 37
LAVORI DI GEOMETRI
38 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
LAVORI DI GEOMETRI
Nella pagina di sinistra: prospetti dei
ponteggi.
Ponteggi di verifica dell’intradosso
della volta dopo il terremoto.
Operazioni di inghisaggio nelle falle
causate dal terremoto.
Visita guidata del 19 novembre
2012: illustrazione al pubblico di
una capriata alla palladiana.
Nella pagina seguente: visite guidate
alle strutture della chiesa e visione
finale della facciata a restauro
terminato.
vata, raggiungendo in tal
modo dall’intradosso il vòlto di copertura nelle zone interessate dalle fessure.
Si consolidarono le volte e la
muratura, ripristinandone la
continuità in corrispondenza delle lesioni con iniezioni e/o costipamento fino a
chiusura con malte coerenti
con il substrato esistente a
base di calce idraulica naturale. Ai lavori in corso che già
ab origine prevedevano il miglioramento sismico della
struttura e, in particolare, gli
interventi contro il ribaltamento della facciata e dell’abside compresa la posa in
opera di catene intradossali
in corrispondenza delle cappelle laterali principali, si
aggiunsero le opere di inghisaggio delle nuove lesioni
generate dal sisma.
esposte, all’interno della
chiesa a cura dello Studio
Cartella-Dri, le documentazioni grafiche e fotografiche
della progressione dei lavori, nonché i giustificativi
delle spese.
I
l 26 luglio lo Strutturista e il Direttore dei
Lavori producevano
una perizia asseverata con la
quale, visti i dati del monitoraggio delle fessure che apparivano stabili, la cessazione dello sciame sismico,
la fine dei lavori di messa in
opera della copertura scatolare nelle zone danneggiate,
il riposizionamento dei carichi stabilizzanti sulla copertura, dichiaravano cessata la situazione di pericolo.
Nello stesso giorno il Sindaco
di Gussago con l’ordinanza n.
11/2012 disponeva la riapertura ai fedeli della chiesa,
consentendo così di andare
spediti verso la conclusione,
avvenuta a fine anno 2012.
Durante ogni fase del lavoro,
dalla progettazione alla
chiusura del cantiere, furono
S
i verificò anche che
da più parti pervenissero richieste di
visita al cantiere; da settembre a novembre 2012, su
percorsi obbligati dedicati
ai non addetti ai lavori, furono organizzate visite guidate sia al sottotetto, sia alla
facciata. Fra le numerose visite avvenute ci fu anche
quella di studenti del Politecnico di Milano accompagnati da un professore. Fungevano da guide l’arch. Cartella per la parte tecnico-descrittiva, il geom. Dri per la
parte organizzativa, e il
geom. Dario Righetti, Coordinatore della Sicurezza,
quale mentore dei possibili
pericoli riscontrabili in cantiere, provvedendo i visitatori di caschetti (messi gentilmente a disposizione
dalle ditte ivi operanti) che
verificava il rigoroso adempimento delle indicazioni di
sicurezza fornite ai visitatori.
La comunità gussaghese, costantemente informata dello stato dei lavori, seguì con
trepidazione e interesse l’evolversi della “malattia”
della sua chiesa parrocchiale, fino alla sua riconsegna ai riti sacri, coltivando
la viva speranza che per decenni (si spera parecchi) non
siano più necessari ulteriori
interventi manutentivi.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 39
LAVORI DI GEOMETRI
40 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
ESTIMO
Matteo Negri
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I
procedimenti di stima rappresentano la
“struttura portante”
del rapporto di valutazione.
Al fine della determinazione
del valore di mercato degli
immobili1 e dei valori diversi
dal valore di mercato, possono essere utilizzati uno o
più procedimenti di stima
(approcci), in funzione alla
natura, alle caratteristiche
dell’immobile ed alla disponibilità dei dati immobiliari
osservati.
Nella valutazione immobiliare i procedimenti di stima
sono previsivi e generalmente sono rappresentati
da schemi concettuali, modelli logici, modelli matematici e statistici.
I tre approcci classici, nell’ambito dei quali possono
essere classificati i metodi
di valutazione immobiliare,
utilizzati nella best practice2
professionale, sono i seguenti:
– Approccio di mercato
(market approach);
– Approccio ai redditi (income
approach);
– Approccio al costo o di riproduzione deprezzato
(cost approach).
Approccio di mercato
(market approach)
Quando il mercato è molto
attivo e quindi sono disponibili i dati immobiliari necessari per la valutazione, il
market approach è il procedimento estimativo più diretto, probante e documentato metodo per valutare un
immobile.
Il Market Comparison Approach
(MCA) è il principale procedimento estimativo ricon42 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
Procedimenti di stima
per la valutazione
degli immobili
ducile all’approccio del confronto di mercato.
Il MCA è un procedimento di
stima pluriparametrico che
permette di determinare il
valore degli immobili, attraverso il confronto tra l’immobile oggetto di stima (subject)
ed un insieme di immobili di
confronto (comparables), compravenduti di recente e di
prezzo noto, simili per caratteristiche tecniche ed appartenenti al medesimo
segmento di mercato .
Il MCA è un processo logico
di comparazione tra le varie
caratteristiche tecnico-economiche degli immobili
presi a confronto, che utilizza come base del raffronto
i prezzi marginali di ogni caratteristica esaminata.
I prezzi marginali rappresentano la variazione del
prezzo totale al variare della
caratteristica presa in considerazione.
Il MCA si fonda sull’assioma
elementare per il quale il
mercato fisserà il prezzo dell’immobile da stimare allo
stesso modo in cui ha già determinato il prezzo per immobili simili.
Il MCA è applicabile in tutti i
casi di stima a condizione che
siano disponibili un numero
sufficiente di dati reali di recenti transazioni immobiliari.
Le principali fasi del MCA
sono le seguenti:
1) l’analisi di mercato per la
rilevazione di contratti recenti di immobili appartenenti allo stesso segmento di mercato dell’immobile da valutare;
2) la rilevazione dei dati immobiliari;
3) la scelta delle caratteri-
stiche immobiliari da considerare nel procedimento;
4) la compilazione della tabella dei dati;
5) la stima dei prezzi marginali o dei redditi marginali;
6) la redazione della tabella
di valutazione;
7) la sintesi valutativa e presentazione dei risultati.
Vedi Tabella 1
Approccio ai redditi
(income approach)
L’approccio basato sui redditi si fonda sulla capitalizzazione del reddito di un definito immobile.
Se in un segmento immobiliare non esistono immobili
simili a quelli da stimare, recentemente compravenduti
e di caratteristiche note, si
può ricorrere alla determinazione del valore di mercato attraverso il procedimento per capitalizzazione
dei redditi.
I
procedimenti
di
stima per capitalizzazione del reddito
possono anche essere utilizzati per analizzare il “valore
di investimento” di un immobile, ossia il valore che un
particolare soggetto investitore attribuisce razionalmente all’immobile secondo il proprio saggio di
redditività.
La simulazione del mercato
avviene attraverso la determinazione dei redditi che esprime l’immobile in esame
e la ricerca analitica del
saggio di capitalizzazione.
La stima del reddito dell’im-
mobile, finalizzata alla determinazione del canone di
mercato, si svolge nel mercato degli affitti immobiliari.
Il saggio di capitalizzazione,
che non è una grandezza naturale espressa spontaneamente dal mercato come il
saggio di interesse, è una
grandezza derivata dal rapporto tra i fitti e i prezzi di un
immobile.
L’income capitalization approach si
articola in tre metodologie:
– la capitalizzazione diretta
(direct capitalization);
– la capitalizzazione finanziaria (yield capitalization);
– l’analisi del flusso di cassa
scontato (discounted cash flow
analysis).
La capitalizzazione diretta
(direct capitalization)
La capitalizzazione diretta
converte istantaneamente il
reddito atteso di un singolo
anno nel valore di stima di
un immobile.
La direct capitalization si applica:
– in carenza di disponibilità
dei dati di mercato (prezzi
e caratteristiche tecnicoeconomiche);
– in presenza di immobili
che generano benefici economici .
La direct capitalization viene utilizzata per:
– valutare i redditi che generano gli immobili;
– effettuare il bilancio estimativo;
– determinare il saggio di capitalizzazione;
– conoscere il tempo di
rientro dell’investimento;
– determinare il valore di
mercato o di investimento.
Nel metodo della capitaliz-
ESTIMO
Tabella 1 - Esemplificazione del “Market Comparison Approach - MCA”
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 43
Tabella 2 - Esemplificazione della “direct capitalization”
44 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
ESTIMO
Tabella 3 - Esemplificazione del “cost approach”
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 45
ESTIMO
zazione diretta, in termini
generici, il saggio di capitalizzazione si calcola dal rapporto tra il reddito ed il
prezzo di mercato di un immobile.
Per la determinazione del
saggio di capitalizzazione,
ove non è possibile la ricerca
diretta dei redditi e dei
prezzi di mercato , si utilizza
il band of investiment , ossia il calcolo del saggio di capitalizzazione come risultato della
somma ponderata dei saggi
relativi alle parti finanziarie
dell’investimento immobiliare o alle parti tecnico-economiche dell’immobile.
La capitalizzazione
finanziaria (yield capitalization)
Considera la serie dei costi e
dei ricavi di un completo investimento immobiliare,
dall’acquisto alla rivendita
finale, attraverso il saggio di
capitalizzazione finanziaria.
Il metodo della capitalizzazione finanziaria converte i
redditi futuri nel valore di
mercato presente dell’immobile attraverso una procedura di sconto finanziario.
Il metodo della capitalizzazione finanziaria considera
la serie dei redditi annuali
dal momento dell’acquisto
al momento della rivendita
dell’immobile da valutare,
prevedendo un valore di
mercato finale.
Il saggio di capitalizzazione
finanziaria si ricerca come
saggio di rendimento interno per tentativi (interpolazione).
In carenza di dati di mercato
e/o verifica del saggio di capitalizzazione è possibile
calcolare indirettamente il
46 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
saggio di capitalizzazione
mediante l’yield and change formulas.
L’analisi
del flusso di cassa scontato
(discounted cash flow analysis)
Si applica allo studio dei
flussi di cassa immobiliari ,
atipici nella distribuzione
temporale dei ricavi e dei
costi, per le periodicità
delle scadenze, il tutto attraverso il saggio di sconto.
L’analisi del flusso di cassa
scontato considera la serie
dei costi e dei ricavi di un immobile, calcolando il valore
di mercato come valore attuale netto dell’investimento immobiliare rappresentato dall’immobile da
stimare.
L’analisi del flusso di cassa
scontato è utilizzato per il
calcolo del valore di trasformazione, cioè del valore attuale netto di un investimento immobiliare.
Vedi Tabella 2
Approccio al costo
o di riproduzione
deprezzato (cost approach).
Il cost approach è un procedimento di stima mirato ad
attribuire il più probabile
valore di mercato di un immobile attraverso la somma
del valore del suolo edificato, sul quale il fabbricato
insiste, e del costo di ricostruzione dell’edificio eventualmente deprezzato.
La stima al costo o di riproduzione deprezzato si utilizza in genere quando non
si ha la possibilità di conoscere dal mercato recenti
compravendite e/o canoni
di locazione, oppure quando è richiesta la stima di immobili strumentali speciali
e/o di immobili secondari e
di parti accessorie di immobili complessi.
I principali procedimenti di
stima del valore di mercato
di un’area edificata sono in
sintesi:
– il valore di trasformazione;
– il rapporto complementare del terreno edificato
(incidenza dell’area edificata);
– i procedimenti market oriented;
– il procedimento di capitalizzazione del reddito;
– le tecniche residuali.
Il costo di ricostruzione dell’edificio a nuovo si determina con una stima comparativa (incidenza di valore di
costruzione €/m2 suddivisa
per tipologia edilizia ed immobiliare) o stima analitica
(computo metrico estimativo: noti i prezzi unitari di
mercato degli appalti e le
quantità delle voci analizzate).
Il costo di ricostruzione dell’edificio deve tener conto
anche degli oneri professionali, degli oneri di urbanizzazione, dell’utile del promotore, etc.
Nel caso in cui la valutazione
riguardi costruzioni usate, si
deve considerare il deprezzamento maturato che riguarda:
_ il deprezzamento fisico;
_ il deprezzamento funzionale;
_ l’obsolescenza economica.
Vedi Tabella 3
❑
Note
1
valore di mercato: è l’ammontare stimato per il quale un determinato immobile può essere compravenduto alla data
della valutazione tra un acquirente e un
venditore, essendo entrambi i soggetti
non condizionati, indipendenti e con interessi opposti, dopo un’adeguata attività di marketing durante la quale entrambe le parti hanno agito con eguale
capacità, con prudenza e senza alcuna
costrizione. (IVS 1 - 3.1)
2
best practice: è la migliore pratica valutativa tra quelle esistenti nell’esercizio
della professione. Tale pratica mostra risultati superiori rispetto a quelli raggiunti con qualsiasi altra pratica. La best
practice è usata come benchmark minimo accettabile.
Bibliografia
IVSC, International Valutation Standards.
IVSC, London, 2007.
SIMONOTTI. M., Manuale delle stime immobiliari, Reana del Rojale, Udine, 2005.
SIMONOTTI. M., Prontuario delle stime immobiliari. Reana del Rojale, Udine, 2005.
SIMONOTTI. M., Metodi di stima immobiliare, applicazione degli standard internazionali, trattato teorico pratico, Dario Flaccovio editore, Palermo, 2006.
ABI - ASSOCIAZIONE BANCARIA ITALIANA, Codice
per le valutazione degli immobili in garanzia
delle esposizioni creditizie, 2009.
SIMONOTTI. M., (2011) : valutazione immobiliare - standard. Stampa: pixart srl,
Quarto d’Altino (VE)
TECNOBORSA, (2011): Codice delle valutazioni immobiliari - Quarta edizione
Tecnoborsa, Roma.
ASSOCIAZIONE GEO.VAL., Geometri Valutatori Esperti (Web site www.geoval.it):
Corso professionale di estimo immobiliare basato sugli standard internazionali di valutazione, 2012.
LEGALE
Avv. Francesco Cuzzetti
I
n questa rubrichetta
ho sempre cercato di
tenervi al corrente
delle novità del momento, e
questa volta la novità è l’approvazione della legge 11 dicembre 2012 n. 220 intitolata
“Modifiche alla disciplina
del condominio negli edifici”, che avrà efficacia dal 18
giugno 2013.
La riforma è stata variamente anticipata, per cui
quanto dirò può non essere
una novità, ma lo scopo è
quello di dare una certa sistematicità alle modifiche
introdotte, sia pure indicativamente, attraverso l’esame
dei vari articoli. Ciò che mi
preme anticipare e che la natura giuridica del condominio non muta: a esso non
viene riconosciuta alcuna autonomia e più o meno ampia
capacità giuridica. Permane
la funzione meramente strumentale al miglior godimento delle parti comuni, in
funzione del miglior godimento delle parti di esclusiva proprietà.
Come definito dalla giurisprudenza il condominio rimane un ente di gestione
privo di personalità giuridica
distinta da quella dei singoli
condomini, e la legge di modifica non fa che adeguarsi ai
mutamenti imposti per i servizi dalle innovazioni tecnologiche e tecniche, e per le
strutture dai nuovi modelli
di insediamento abitativo.
Incomincio con la parti comuni dell’edificio: l’art. 1
della nuova legge ridefinisce
l’art. 1117 C.c., e offre un’elencazione più completa e
puntuale, anche se sempre
esemplificativa e non tassa48 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
Le modifiche
alle norme sul condominio
tiva. Vedi la specificazione
che riguarda i sottotetti, non
più dipendenti dal titolo, ma
indicati come parte comune
dell’edificio, destinati per
caratteri strutturali e funzionali all’uso comune. Vedi
l’inserimento degli impianti
tecnologici nella loro attualità. E cosi la nuova dizione
“area destinata a parcheggio”.
L’art. 2 della nuova legge introduce i nuovi articoli 1117
bis C.c. (ambito di applicabilità), 1117 ter C.c. (modificazione della destinazione
d’uso), 1117 quater C.c. (tutela della destinazione
d’uso).
Definendo l’ambito di applicazione, la nuova legge dà
un assetto definitivo a quelle
che erano solo ipotesi giurisprudenziali, chiarendo che
le disposizioni del presente
capo si applicano in quanto
compatibili, in tutti i casi in
cui più unità immobiliari e
più edifici, ovvero più condomini di unità immobiliari
o di edifici, abbiano parti comuni ai sensi dell’art. 1117
C.c. rinnovato dalla legge, ricomprendendo quindi
anche i super condominii.
Nulla la legge dice in merito
alla disciplina del condominio parziale e di quello
minimo, che restano regolati
da dottrina e giurisprudenza.
La modificazione della destinazione d’uso del nuovo
art. 1117 ter C.c. prevede i
quorum assembleari necessari laddove le modificazioni
si rendano necessarie per
soddisfare esigenze d’interesse comune e detta norme
procedurali. Diversa proce-
dura è dettata dall’art. 1117
quater C.c. a tutela della destinazione d’uso, in caso di
contestazioni.
Nel nuovo art. 1118 C.c. (art.
3 della nuova legge) c’è da evidenziare la disciplina della
possibilità di distacco dal riscaldamento centrale, problema spesso ricorrente. La
rinuncia all’utilizzo dell’impianto di riscaldamento, diventa un diritto se dal distacco non derivano notevoli
squilibri di funzionamento e
aggravi di spese per gli altri
condomini, fermo l’obbligo
di pagare le spese di manutenzione straordinaria, di
conservazione e di messa a
norma dell’impianto.
L’art. 1119 C.c. (art. 4 della
nuova legge) aggiunge che la
divisibilità delle parti comuni, laddove possibile,
deve avvenire con il consenso di tutte le parti interessate.
Nell’art. 1120 C.c. (art.5 della
nuova legge) vengono introdotte oltre alle ordinarie, le
innovazioni cosiddette agevolate (sicurezza, barriere
architettoniche, parcheggi) e
vengono indicate le maggioranze necessarie per le diverse ipotesi in base alle
quali l’assemblea, che deve
essere convocata anche su
richiesta d’un solo condomino, può decidere.
Dopo l’art. 1122 C.c. (art. 7
della nuova legge) vengono
aggiunti l’art. 1122 bis C.c.
(impianti non centralizzati di
ricezione radio televisiva e
di produzione d’energia da
fonti rinnovabili) e l’art. 1122
ter C.c.(impianti di videosorveglianza sulle parti comuni).
L’art. 1124 C.c. (art. 8 della
nuova legge) ora s’ intesta
“manutenzione e ricostruzione delle scale e degli ascensori” e regola il riparto
delle spese come prima stabiliva l’art. 1123 C.c.
L’art. 1129 C.c. (art. 9 della
nuova legge) è innovativo
per quanto riguarda la nomina, la revoca e gli obblighi
dell’amministratore. Questi
diventa un mandatario con
responsabilità per atti e fatti
imputabili all’insieme dei
condomini. Così l’art. 1130
C.c. (art. 10 della nuova
legge) per quanto riguarda le
sue attribuzioni. A esso si aggiunge l’art. 1130 bis sul rendiconto condominiale.
Subiscono innovazioni
anche gli artt. 1135 e 1136 C.c.
(art. 13 e 14 della nuova
legge) e anche l’art. 1137 C.c
(art. 15 nuova legge) che per
quanto riguarda l’impugnazione delle delibere dell’assemblea condominiale opera un chiarimento, stabilendo che con atto di citazione si può chiedere l’annullamento della delibera
assembleare nel termine perentorio di trenta giorni.
Per questo breve excursus
resta l’art. 1138 C.c. (art.16
nuova legge) di coordinamento in materia dei approvazione del regolamento
con le nuove disposizioni in
materia di deliberazioni assembleari.
La nuova legge poi si occupa
anche di modificare le disposizioni di attuazione del
codice civile, e ciò meriterà
un discorso a parte.
❑
URBANISTICA
A cura della sezione
UNITEL di Brescia
Novità e approfondimenti
urbanistici
1) Legge di Stabilità per l’anno 2013.
Sul S.O. n. 212 alla Gazzetta Ufficiale 29 dicembre 2012, n.
302 è stata pubblicata la legge 24 dicembre 2012, n. 228, recante “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale
dello Stato” (La cosiddetta “Legge di stabilità”).
Il provvedimento, in vigore dal 1° gennaio 2013, contiene
numerose disposizioni di interesse generale, specie in materia fiscale. Tra le principali novità si segnalano la nuova numerazione delle fatture, l’introduzione della TARES, la riapertura dei termini per la rivalutazione del costo di acquisto
di terreni edificabili e agricoli, l’aumento dell’aliquota IVA,
la rivalutazione del reddito domenicale e agrario e l’IMU.
Riprendendo, una ad uno, gli argomenti sopra accennati, si
sintetizzano le principali novità introdotte dalla legge di
Stabilità.
a) Numerazione delle fatture
A decorrere dal 1° gennaio 2013, a seguito dell’entrata in vigore della Legge di Stabilità 2013 che ha recepito la Direttiva 2010/45/UE, tutte le fatture emesse dovranno contenere
le indicazioni previste dal riformulato articolo 21 del decreto IVA il quale, tra l’altro, prevede che ognuna deve evidenziare un “numero progressivo che la identifichi in modo
univoco”.
In linea di principio, dunque, vi sono due modalità per ottemperare a tale precetto:
• Progressiva, senza azzeramento all’inizio di ciascun anno
solare, con la conseguenza che, già a partire dal 1° gennaio
2013, la numerazione seguirà quella dell’ultimo documento emesso nel 2012. Ad esempio, se l’ultima fattura emessa in data 31 dicembre 2012 è la n. 484, la prima fattura emessa nel 2013 riporterà il numero 485, omettendo
il riferimento all’anno solare, in quanto non più richiesto
adottando questo tipo di numerazione;
• Progressiva, con azzeramento all’inizio di ciascun anno solare, e quindi in continuità con il comportamento adottato
dai soggetti passivi fio al 2012, in vigenza delle “vecchie”
disposizioni. In tale ipotesi, quindi,, le fatture emesse dal
1° gennaio 2013 riporteranno una numerazione progressiva a partire dal 2013 e via dicendo fino all’ultima fatture
emessa il 31 dicembre 2013, con azzeramento a partire dal
1° gennaio 2014, data a partire dalla quale sarà ripresa la
numerazione n. 1/2014.
Nell’ipotesi di adozione di registri sezionali, e quindi con
serie di numerazioni distinte, l’Associazione nazionale
Commercialisti ritiene che debbano essere osservate le descritte modalità di numerazione per ogni serie di numerazione stessa (e quindi all’interno di ogni sezionale).
Così operando, si ritiene sia garantito il rispetto della progressività e della univoca identificazione previsto dalla
norma.
IMPORTANTE: sull’argomento è necessario un chiarimento da
50 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
parte dell’Agenzia delle Entrate, peraltro già richiesto dalle
case produttrici di software.
b) L’introduzione della Tares
Dal 1° gennaio 2013 entra in vigore il tributo comunale sui
rifiuti e sui servizi (TARES) che sostituisce la TARSU e la TIA (tariffa di igiene ambientale). La legge di Stabilità in parola ha
modificato i criteri per la determinazione del tributo e ha
previsto un periodo transitorio per il versamento nell’anno.
Infatti, l’art. 14, commi 8 e 9, del D.L. n. 201/2001, come modificato, prevede che il tributo sia corrisposto in base ad una
tariffa commisurata ad un anno solare e calcolata sia in base
alle quantità e qualità medie ordinarie di rifiuti prodotti per
unità di superficie, sia in relazione agli usi e alla tipologia di
attività svolte, sia sulla base dei criteri determinati con regolamento di cui al Dpr n. 158/1999.
La superficie delle unità immobiliari a destinazione ordinaria (iscritte o iscrivibili nel catasto edilizio urbano) assoggettabile alla TARES è, per ora, costituita da quella calpestabile dei locali e delle aree suscettibili di produrre rifiuti urbani e assimilati: saranno prese in considerazione le superfici già precedentemente dichiarate o accertate. Questo sarà
il riferimento fino a quando non saranno attivate le procedure per l’allineamento tra i dati catastali relativi alle unità
immobiliari a destinazione ordinaria e i dati riguardanti la
toponomastica e la numerazione civica interna ed esterna
di ciascun comune (al fine di determinare la superficie assoggettabile al tributo pari all’80% di quella catastale).
Inoltre, verranno versati esclusivamente al comune la tariffa
ed anche la maggiorazione che si applica alla tariffa stessa
per coprire i costi relativi ai servizi indivisibili dei comuni.
Il versamento sarà effettuato in quattro rate trimestrali nei
mesi di gennaio, aprile, luglio e ottobre con possibilità per
i comuni di variare non soltanto la scadenza, ma anche il numero delle rate di versamento.
La TARES deve essere versata esclusivamente al comune tramite modello F24 o apposito bollettino di c/c postale e in
quattro rate trimestrali, scadenti, come detto, nei mesi di
gennaio, aprile, luglio e ottobre.
Per il solo anno 2013, la prima rata è posticipata ad aprile,
salva la facoltà del comune di posticipare ulteriormente tale
termine.
c) La riapertura dei termini per la rivalutazione del costo di acquisto di terreni edificabili e agricoli
La legge di stabilità 2013 riapre i termini per la rivalutazione
del costo di acquisto dei terreni edificabili e agricoli, da
parte di persone fisiche. Il termine entro il quale provvedere alla redazione ed asseverazione della perizia di stima
è fissato al 30 giugno 2013.
d) Aumento dell’aliquota IVA
Dal 1° luglio 2013 l’aliquota IVA nella misura ordinaria passa
dal 21% al 22% mentre l’aliquota IVA ridotta del 10% rimane
URBANISTICA
confermata in tale misura.
e) Rivalutazione del reddito domenicale e agrario
Per il triennio 2013-2015 ai fini delle imposte dirette il reddito domenicale e agrario è rivalutato del 15%. Per i terreni
agricoli e per quelli non coltivati posseduti e condotti da
coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola la rivalutazione sarà pari al
5%. Le nuove rivalutazione devono essere prese in considerazione ai fini della determinazione degli accordi delle
imposte sui redditi dovuti per l’anno 2013,
f) IMU
Per gli anni 2013 e 2014, al fine di assicurare la spettanza ai
comuni del gettito è soppressa la quota riservata allo Stato
pari al 50% dell’importo calcolato applicando alla base imponibile di tutti gli immobili e, pertanto, il gettito dell’IMU
sarà interamente attribuito ai comuni. Resterà riservato allo
Stato il gettito IMU derivante dagli immobili ad uso produttivo classificati nel gruppo catastale D, calcolato con l’ali-
quota standard dello 0,76%. Per tali immobili i comuni possono aumentare l’aliquota base fino all’ 0,3%.
2) Si segnala che, a partire dal 1° gennaio 2013, il costo base
di costruzione degli edifici residenziali, per il 2013 (comuni della regione Lombardia), è stato determinato in
euro 401,49 al metro quadrato. Detto costo è stato determinato ai sensi dell’articolo 16, comma 4, del dPR n. 380
del 2001, nonché dell’articolo 48, commi 1 e 2, delle legge
regionale n. 12 del 2005. Tale importo è stato calcolato a
partire dal costo base che la regione Lombardia ha determinato nel 1994 ed è stato adeguato annualmente, ed
automaticamente, in ragione dell’intervenuta variazione
dei costi di costruzione accertata dall’ISTAT , a partire dal
giugno 1994 al giugno 2012.
Tutti i comuni, quindi sono tenuti ad applicare questo
costo base per determinare la quota del contributo di costruzione, afferente il costo di costruzione per gli inter-
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 51
URBANISTICA
venti di nuova costruzione o di ristrutturazione edilizie di
edifici a destinazione residenziale.
3) DGRL n. 4416 del 21 novembre 2012 (Burl n. 48 del 26 novembre 2012): possibilità di autocertificare l’esclusione
dall’obbligo dell’ACE per gli edifici sprovvisti di impianto
di riscaldamento. In contrapposizione con quanto stabilito dal D.M. 22 novembre 2012 secondo il quale, benché
effettuabile con procedura semplificata, la certificazione
energetica diventa comunque obbligatoria per tutti, o
quasi, gli edifici. E’ convinzione della sezione UNITEL di
Brescia che in Lombardia debba rispettarsi la disposizione della DGRL sopra richiamata, così che sarà possibile dimostrare, anche solo tramite autocertificazione,
che il proprio immobile non necessita della relazione di
un tecnico abilitato perché privo di impianto termico. In
questo caso, dunque, nell’atto di compravendita, non
dovrà essere esibita la relazione del tecnico, ma solo l’autocertificazione.
4) Nuova legge regionale 24 dicembre 2012, n, 21 (Burl n. 52
del 28 novembre 2012)
Articolo 4 – modifiche all’articolo 25 della legge regionale
n. 12 del 2005.
Prime di entrare nel merito delle modifiche ci siamo soffermati sul momento di applicazione delle nuove disposizioni, nel senso che la norma parla di “approvazione del
PGT” senza esplicitamente far riferimento alla data di approvazione del Consiglio Comunale, ovvero, alla data di
entrata in vigore del PGT, dopo la pubblicazione sul BURL
52 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
che può avvenire anche diversi mesi dopo. Ad avviso di
tutti l’esatto riferimento è quello dalla data di entrata in
vigore del nuovo strumento urbanistico.
Anche se la nuova norma interessa solo poco più di una
ventina di comuni, è bene ricordare le modiche introdotte (ad esclusione di quelle per i comuni terremotati o
in dissesto finanziario).
Qualora il comune non abbia, alla data del 1° gennaio
2013, approvato il PGT e fino alla all’approvazione del
PGT, fermo restando quanto dispone la salvaguardia tra
l’adozione e l’approvazione e le disposizioni che riguardano l’adozione del PGT al 30 settembre 2011 in base alle
quali non è possibile approvare piani attuativi, possono
essere ammessi unicamente:
a) Nelle zone omogenee A, B, C e D interventi di manutenzione ordinaria, straordinaria e risanamento conservativo sugli edifici esistenti
b) Nelle zone E e F gli interventi che erano consentiti dal
medesimo PRG o da altro strumento comunque denominato,
c) Gli interventi in esecuzione di PA approvati entro il 29
dicembre 2013, la cui convenzione, stipulata entro la
medesima data, è in corso di validità.
Lo stesso articolo 4 esclude per i comuni che si trovano in
queste condizioni di applicare le disposizione del secondo
Piano Casa.
5) La legittimità differita, il termine inibitorio perentorio e il
mancato esercizio del doveroso potere inibitorio della
URBANISTICA
Dia (e Scia)
Relativamente a questo aspetto si segnala la sentenza del
Consiglio di Stato n. 5751 del 12 ottobre 2012, secondo la
quale i punti fermi della Dia sono proprio quelli sopra citati.
Di seguito si cerca di sintetizzare le principali valutazioni
che riguardano la disciplina della Dia e le conclusioni a cui
è giunta la sentenza sopra citata.
L’articolo 49 del DL n. 78/2010, convertito dalla legge n.
122 del 2010, ha modificato gli articoli 14 e 19 della legge
n. 241 del 1990, secondi i quali gli interventi edilizi minori
realizzabili mediante Dia (ex Dia ordinaria – art. 22,
comma 1, TU Edil.), non riconducibili alle seguenti categorie:
a) attività edilizia libera (art. 6, comma 1, Dpr n. 380/2001)
b) attività edilizia soggetta a comunicazione preventiva
(art. 6, comma 2, Dpr n. 380/2001)
c) interventi soggetti a permesso di costruire (arti. 10, T.U.
Edil.) sono soggetti alla Scia (vedi nota Ufficio legislativo del Ministero 16 settembre 2010)
L’articolo sopra citato, al comma 4-ter, sostituisce nella legislazione vigente le disposizioni “dichiarazioni di inizio
attività” e “Dia” con le nuove “segnalazione certificata di
inizio attività” e “Scia”. La disciplina della Scia sostituisce,
di fatto alla data di entrata in vigore della legge n.
122/2010, quella della Dia e, perciò, tutti gli interventi edilizi diversi dalle nuove costruzioni, ampliamenti, sopralzi, e ristrutturazioni edilizie, sono subordinati alla
Scia.
Sia la procedura che le sanzioni amministrative (fatto
salvo che il fatto costituisca reato più grave, ascrivibile all’azione penale), la Scia è disciplinata dal nuovo articolo
19 della legge n. 241 del 1990 (così come modificato della
legge n. 122 del 2010), per la quale è pure prevista l’applicazione del procedimento, in via di autotutela, di revoca (art. 21 quinquies), ovvero di annullamento (articolo
21 nonies), della stessa legge n. 241 del 1990
Le due norme richiamate prevedono, rispettivamente, la
possibilità da parte dell’Amministrazione di revocare il
“provvedimento” per sopravvenuti motivi di interesse
pubblico, ovvero, nel caso di mutamento della situazione
di fatto o di nuova valutazione dell’interesse pubblico, o
di annullare la stessa entro un tempo ragionevole in presenza di vizi di legittimità originari, sussistendone le ragioni di interesse pubblico e tenendo conto dell’interesse privato. Entrambe le norme richiamate riportano la
nozione di “provvedimento”, così che non è chiaro come
si concili con il principio della segnalazione.
La procedura della Dia (e della Scia, non applicabile in
presenza di vincoli) per interventi edilizi minori presuppone l’applicazione del potere inibitorio entro il termine
di trenta giorni dalla data della loro presentazione da
parte dell’Amministrazione, la quale, in caso di accertata
carenza dei requisiti e dei presupposti richiesti, adotta
motivati provvedimenti di divieto di prosecuzione dell’attività e di rimozione degli eventuali effetti dannosi. La
Sarà presente anche il Collegio Geometri
della provincia di Brescia con tecnici in grado
di rispondere a qualsiasi quesito, dubbio,
problema.
L’ingresso al Meeting Immobiliare è libero
Meeting Immobiliare seconda edizione. Il 16 e 17 marzo (un sabato e una domenica, dalle 9 alle 18) alla Fiera di Brescia, un’iniziativa
promossa dal Giornale di Brescia per “animare” il settore dell’edilizia e immobiliare, ma anche per dare un’opportunità ai bresciani di poter
avere – in un sol colpo e in un sol posto – quanto di meglio il mercato sta offrendo.
Se pensate a casa vostra, mettete in agenda l’appuntamento: in due ore potrete avere una panoramica proposta da decine di agenzie e
imprese costruttrici, avere un quadro dei prezzi, conoscere di persona tecnici qualificati e costruttori.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 53
URBANISTICA
norma prevede, invero,
anche la possibilità dell’interessato di provvedere a conformare l’attività ed i suoi effetti alla
normativa vigente entro il
termine fissato dall’amministrazione competente e di assumere determinazioni in via di autotutela per l’eventuale
revoca o annullamento.
Sia nel caso di revoca che
in quello di annullamento, l’Amministrazione
(e, nell’ambito edilizio, si
tratta dello Sportello Unico dell’Edilizia), deve
valutare attentamente:
– lo stato di sviluppo dell’iniziativa privata
– l’entità dell’interesse
pubblico
– il decorso del tempo trascorso
– il verificarsi del vizi riscontrati (formali o sostanziali), motivandone esplicitamente le ragioni
– eventuali altre condizioni che hanno determinato la
mancanza dei requisiti e dei presupposti attinenti all’applicabilità della Dia (o Scia)
– la non sussistenza della possibilità del rifacimento della
procedura, prima dell’emissione del provvedimento di
revoca o di annullamento
Il potere spettante alla Pubblica amministrazione, nel caso
della Scia, riguarda, in primo luogo, il controllo e la verifica
nei trenta giorni dal ricevimento della segnalazione (il termine è ridotto, rispetto ai 60 giorni previsto dal comma 3,
per la Scia in materia edilizia) per l’effettiva conformità delle
opere. La norma non esplicita chiaramente se tale termine
debba intendersi come perentorio o come ordinatorio. Alla
stessa stregua della procedura della Dia per la quale l’articolo 23 del Dpr n. 380/2001 stabilisce 30 giorni per inibire i
lavori da parte del dirigente o responsabile del competente.
Proprio perché la Giurisprudenza amministrativa di alcuni
TAR non ha voce univoca, sembrano significative le conclusioni della sentenza del Consiglio di Stato n. 5751 del 12 ottobre 2012, proprio perché dispongono tre punti fermi che
riguardano la Dia, ma anche la Scia che l’ha sostituita e cioè:
54 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
1) la Dia edilizia è “a legittimazione differita”, sicché
l’attività denunciata può essere intrapresa, con contestuale comunicazione, solo
dopo il decorso del termine
di trenta giorni dalla comunicazione.
2) ai sensi dell’art. 23,
comma 6, del Dpr n.
380/2001, l’amministrazione
competente, in caso di dichiarazione presentata in
assenza delle condizioni,
modalità, e fatti legittimanti,
può esercitare il potere inibitorio nel termine di trenta
giorni dalla presentazione
della dichiarazione che, a
sua volta, deve precedere di
almeno trenta giorni l’inizio
concreto dell’attività edificatoria: È stato chiarito, inoltre, che il termine per l’esercizio del potere inibitorio doveroso è perentorio
e che, comunque, anche
dopo il decorso di tale
spazio temporale, la p.a. conserva un potere residuale di
autotutela. Tale potere, con cui l’amministrazione è chiamata a porre rimedio al mancato esercizio del doveroso
potere inibitorio, condivide i principi regolatori sanciti, in
materia di autotutela, delle norme citate, con particolare
riguardo alla necessità dell’avvio di un apposito procedimento in contraddittorio, al rispetto del limite del termine ragionevole, e soprattutto, alla necessità di una valutazione comparativa, di natura discrezionale, degli interessi pubblici e privati.
3) decorso senza esito il termine per l’esercizio del potere
inibitorio, la pubblica amministrazione dispone del potere di autotutela ai sensi degli articoli 21 quinquies e 21
nonies della legge 7 agosto 1990, n. 241.
4) Restano inoltre salve, ai sensi dell’art. 21 della legge n.
241/1990, le misure sanzionatorie volte a reprimere le dichiarazioni false o mendaci, nonché le attività svolte in
contrasto con la normativa vigente, così come sono impregiudicate le attribuzioni di vigilanza, prevenzione
controllo previste dalla disciplina di settore.
❑
URBANISTICA
Giuseppe Zipponi
S
u iniziativa della
Commissione Urbanistica è stato
aggiornato il Modello semplificato per l’Edilizia; ricordiamo che il modello raggruppa 16 procedimenti in
materia edilizia: Dia, Scia,
Comunicazioni, Permesso di
Costruire, Sanatorie, Pratiche Paesistiche e di Vincolo Idrogeologico, Agibilità
Certificato di Destinazione
Urbanistica e altro.
Innanzitutto è stata introdotta la posta elettronica
certificata Pec sia per l’invio
al Comune sia per la risposta
al richiedente (ovviamente
facoltativa) e progettista.
Inoltre il modello è stato aggiornato alla normativa so-
56 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
Aggiornato il “Modello
semplificato per l’edilizia”
pravvenuta e in particolare
alle seguenti modifiche al
testo Unico dell’Edilizia –
Dpr 380/2001 – apportate
con l’articolo 13 bis della
Legge 134/2012.
– possibilità della comunicazione per le “modifiche interne di carattere edilizio sulla superficie coperta dei fabbricati adibiti ad esercizio d’impresa, ovvero
le modifiche della destinazione
d’uso dei locali adibiti ad esercizio
d’impresa” (art. 6, comma 2,
lettera e-bis del Dpr
380/2001).
– possibilità di chiedere allo
sportello unico comunale
anche le autorizzazioni di
altri Enti quali l’autorizzazione per il vincolo idrogeologico (anche quelli non
già delegati ai Comuni) e gli interventi sui beni culturali
(di competenza della Soprintendenza).
Ricordiamo infatti che, in
base al nuovo art. 5 del Dpr
380/2001, tutte le istanze
vanno presentate allo Sportello Unico dell’Edilizia, in
quale provvederà poi ad acquisire le varie autorizzazioni/pareri. In particolare,
“Lo sportello unico per l’edilizia accetta le domande, le dichiarazioni, le
segnalazioni, le comunicazioni e i relativi elaborati tecnici o allegati presentati dal richiedente con modalità
telematica e provvede all’inoltro telematico della documentazione alle
altre amministrazioni che intervengono nel procedimento…”.
Rivolgiamo pertanto un invito ai colleghi affinchè trasmettano la documentazione con modalità telematica.
Rivolgiamo anche un appello a tutti i dirigenti e funzionari preposti affinché attivino tali procedure. Noi
abbiamo fatto la nostra
parte mettendo a disposizione il “modulo”. A nostro
avviso basterebbe che i vari
enti si scambiassero le mail
certificate per la trasmissione del documenti.
Ricordiamo che il Modello è
disponibile sul sito: collegio.geometri.bs.it nella
sezione Settori Tematici / Edilizia e Urbanistica.
❑
URBANISTICA
R
egione Lombardia
interviene nuovamente a modificare la Legge regionale
12/2005 “Legge per il governo del territorio”. Con la
Legge regionale 24 dicembre 2012 n. 21 “Collegato Ordinamentale 2013” è
stato modificato l’art. 25;
quello che stabiliva che gli
strumenti urbanistici (i
vecchi Prg) conservavano efficacia fino all’approvazione
del Pgt e comunque non
oltre la data del 31 dicembre
2012.
La modifica era attesa, ovviamente, da tutti i Comuni
che non avevano, e non
hanno, ancora approvato i
pubblicato il Pgt; in Lombardia sono circa 400 e in
Provincia di Brescia una quarantina.
Inutile dire che ci si aspettava una ulteriore proroga.
In tal senso la Giunta aveva
fatto una proposta di legge
(Dgr 4300 del 29 ottobre
2008) e numerosi emendamenti erano piovuti sulla
bozza di Legge. Invece il
Consiglio regionale ha concesso la proroga solo per i
Comuni danneggiati dal
sisma del 20 maggio 2012 e
per gli altri ha inserito solo le
seguenti possibilità edificatorie:
Art. 25 comma 1 ter, quater e
quinquies:
a) nelle zone omogenee A, B,
C e D individuate dal previgente Prg, interventi
sugli edifici esistenti nelle
sole tipologie di cui all’articolo 27, comma 1, lett. a),
b) e c) ovvero manutenzione straordinaria, restauro e ristrutturazione.
Niente proroghe
per i Comuni senza Pgt
b) nelle zone omogenee E e
F individuate dal previgente Prg, gli interventi
che erano consentiti dal
medesimo Prg o da altro
strumento urbanistico comunque denominato;
c) gli interventi in esecuzione di piani attuativi approvati entro la data di entrata in vigore della legge
la cui convenzione, stipulata entro la medesima
data, è in corso di validità.
Nemmeno gli interventi previsti dal cosiddetto “Piano
casa bis” di cui alla L.R.
4/2012 si sono salvati, salve
le istanze di permesso di costruire e le denunce di inizio
attività presentate entro il
31 dicembre 2012.
I COMUNI RITARDATARI
Cosa dire
Da una parte, è vero, per vari
motivi, alcuni Comuni non
hanno ancora approvato i
Pgt dopo quasi 8 anni dalla
legge 12.
Dall’altra Regione Lombardia è andata dritta per la
sua strada; evidentemente
non ha ritenuto di concedere la quinta proroga penalizzando così i Comuni inadempienti e, per essi, i loro
cittadini e gli operatori del
settore.
Sarà anche una situazione
transitoria ma ci si chiede c’è
n’era proprio bisogno, in
questo momento di grave
crisi del settore?
❑
Fonte: Regione Lombardia
Giuseppe Zipponi
Acquafredda
Anfo
Artogne
Bassano Bresciano
Berzo Demo
Berzo Inferiore
Borno
Bovegno
Braone
Brione
Capriolo
Ceto
Cevo
Cigole
Cimbergo
Collio
Comezzano-Cizzago
Corteno Golgi
Lozio
Magasa
Malonno
Marmentino
Monte Isola
Monticelli Brusati
Montichiari
Nave
Ome
Ospitaletto
Ossimo
Paisco Loveno
Paspardo
Ponte di Legno
Pontoglio
Pralboino
Preseglie
Prestine
Roccafranca
Sarezzo
Seniga
Sonico
Temù
Tremosine
Vallio Terme
Valvestino
Vione
Avvio
Adozione
Avvio
Adozione
Avvio
Avvio
Avvio
Adozione
Avvio
Adozione
Avvio
Avvio
Avvio
Adozione
Avvio
Avvio
Adozione
Avvio
Avvio
Avvio
Avvio
Avvio
Avvio
Avvio
Adozione
Adozione
Avvio
Adozione
Adozione
Adozione
Avvio
Avvio
Avvio
Adozione
Avvio
Avvio
Adozione
Adozione
Avvio
Adozione
Avvio
Adozione
Avvio
Avvio
Avvio
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 57
CATASTO
Rachele Bonetti
P
er opportuna trasparenza e vista la
delicatezza dell’argomento, si ritiene indispensabile e doveroso riprendere le parti principali
della nota dell’Agenzia del
Territorio.
1. Criteri generali
per l’attribuzione
della categoria
e della rendita
In linea generale, coerentemente con quanto già precisato nella risoluzione n. 3
del 6 novembre 2008, si ribadisce che gli immobili ospitanti le centrali elettriche
a pannelli fotovoltaici devono essere accertati nella
categoria D/1 - opifici e che
nella determinazione della
relativa rendita catastale,
qualora valutata in base al
costo di ricostruzione, riferito all’epoca censuaria
1988-89, a cui applicare il
saggio di fruttuosità fissato
al 2%, devono essere inclusi
i pannelli fotovoltaici, in
quanto ne determinano il
carattere sostanziale di centrale elettrica e, quindi, di
“opificio”.
A tal proposito, si osserva
che, ai fini catastali, non è rilevante il fatto che i componenti degli impianti fotovoltaici siano facilmente amovibili, né la circostanza che le
medesime componenti possano essere posizionate in
altro luogo mantenendo inalterata la loro originale
funzionalità e senza antieconomici interventi di adattamento.
Si intende poi ricordare la
nozione di unità immobiliare, al meglio definita dagli
58 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
Le modalità di accatastamento
degli immobili con impianti
fotovoltaici
articoli 2 e 3 del Decreto del
Ministro delle Finanze 2
gennaio 1988 n. 28 «L’unità
immobiliare è costituita da
una porzione di fabbricato,
o da un fabbricato, o da un
insieme di fabbricati ovvero
da un’area, che, nello stato
in cui si trova e secondo
l’uso locale, presenta potenzialità di autonomia funzionale e reddituale», considerando unità immobiliari
«anche le costruzioni ovvero porzioni di esse, ancorate o fisse al suolo, di qualunque materiale costituite,
nonché gli edifici sospesi o
galleggianti, stabilmente
assicurati al suolo, purché risultino verificate le condizioni funzionali e reddituali
di cui al comma 1. Del pari
sono considerate unità immobiliari i manufatti prefabbricati ancorché
semplicemente
appoggiati al
suolo, quando
siano stabili nel
tempo e presentino autonomia
funzionale e reddituale».
Ne consegue che
ai fini dell’obbligo di accatastamento e della
determinazione
della rendita catastale di un impianto fotovoltaico non è fondamentale la facile amovibilità
delle sue varie
componenti impiantistiche,
quanto, piuttosto, la capacità
delle stesse, in
rapporto con le altre porzioni immobiliari, di produrre un reddito ordinario,
rilevante nel tempo, caratterizzante l’unità immobiliare a cui appartengono.
Tale principio è stato ulteriormente ribadito, in termini più generali, nella
sentenza della Corte Costituzionale n. 162 del 20
maggio 2008, ove si chiarisce che… «tutte quelle
componenti […] che contribuiscono in via ordinaria
ad assicurare, ad una unità
immobiliare, una specifica
autonomia funzionale e
reddituale stabile nel
tempo, sono da considerare elementi idonei a descrivere l’unità stessa ed
influenti rispetto alla quantificazione della relativa
rendita catastale».
2. Le installazioni
fotovoltaiche per le quali
sussiste l’obbligo
di accatastamento
Non sussiste l’obbligo di accatastamento come unità immobiliari autonome, in
quanto possono assimilarsi
agli impianti di pertinenza
degli immobili, per le installazioni fotovoltaiche architettonicamente integrate o
parzialmente integrate e
quelle realizzate su aree di
pertinenza; in proposito, si
chiarisce che è necessario
procedere, con dichiarazione di variazione da parte
del soggetto interessato, alla
rideterminazione della rendita catastale dell’unità immobilare a cui l’impianto risulta integrato, allorquando
lo stesso ne incrementa il valore capitale ( o la relativa
CATASTO
redditività ordinaria) di una
percentuale pari al 15% o superiore, in accordo alla
prassi estimativa adottata
dall’amministrazione catastale. Nel caso in cui sorga la
necessità, per finalità civilistiche, di individuare separatamente il fabbricato e l’installazione fotovoltaica realizzata sulla copertura, si
procede preliminarmente al
frazionamento del fabbricato, individuando con i rispettivi subalterni le porzioni immobiliari componenti l’unità. In particolare,
deve essere preliminarmente individuato il lastrico
solare, oggetto di trasferimento di diritti reali.
Successivamente, ultimata
la realizzazione dell’impianto fotovoltaico, si deve
procedere alla presenta-
zione della dichiarazione di
variazione in categoria D/1,
oppure D/10, qualora in possesso dei requisiti per il riconoscimento del carattere
di ruralità, in coerenza con
quanto specificato nel successivo paragrafo 3.
Di contro, non hanno autonoma rilevanza catastale, e
costituiscono semplici pertinenze delle unità immobiliari, le porzioni di immobili
ospitanti gli impianti di produzione di energia di modesta entità in termini dimensionali e di potenza,
quali, ad esempio, quelli
destinati prevalentemente
ai consumi domestici delle
abitazioni.
In particolare, non sussiste
alcun obbligo di dichiarazione al catasto, qualora sia
soddisfatto almeno uno dei
seguenti requisiti:
• la potenza nominale dell’impianto fotovoltaico non
è superiore a tre chilowatt;
• la potenza nominale complessiva, espressa in chilowatt non è superiore a tre
volte il numero delle unità
immobiliari le cui parti comuni sono servite dall’impianto, indipendentemente
dalla circostanza che sia installato al suolo ovvero, sia
architettonicamente o parzialmente integrato ad immobili già censiti al catasto
edilizio urbano;
• per le installazioni ubicate
al suolo, quando il volume
dell’area destinata all’intervento è inferiore a 150 metri
cubi. Il volume si calcola
considerando l’intera area,
compresi gli spazi tra i pannelli fotovoltaici per un’altezza calcolata dall’asse mediano (in orizzontale) del pannello fino a terra.
L’obbligo della dichiarazione in catasto,
quando ne ricorrono i
presupposti, resta in
carico ai titolari dei diritti reali sull’immobile.
All’uopo pare utile rammentare che il soggetto
obbligato, in base ai
principi generali stabiliti dall’ordinamento,
può incaricare dell’adempimento altri soggetti, mediante specifica delega redatta
nelle forme di legge
(anche riportata nel
contratto di locazione);
in tale circostanza, la dichiarazione è sottoscritta, per la proprietà,
dal soggetto delegato.
3. La ruralità degli immobili
ospitanti gli impianti
fotovoltaici
Come noto, nell’ottica dell’incentivazione della produzione di energia elettrica
mediante fonti rinnovabili, il
legislatore ha introdotto,
negli ultimi anni, disposizioni di carattere fiscale
volte a promuovere l’esercizio di tali attività da parte
degli imprenditori agricoli.
Con riferimento agli impianti fotovoltaici l’Agenzia
delle Entrate, con circolare
n. 32 del 6 luglio 2009, ha individuato specifici criteri di
connessione con l’attività agricola svolta sul fondo. È
stato chiarito, infatti, che la
produzione di energia in parola,«... trattandosi di attività agricola “connessa” presuppone, comunque, un collegamento con l’attività agricola tipica, caratterizzata
dalla presenza di un’azienda con terreni coltivati
… In particolare, i terreni, di
proprietà dell’imprenditore
agricolo o, comunque nella
sua disponibilità, devono
essere condotti dall’imprenditore medesimo ed
essere ubicati nello stesso
Comune ove è sito il parco
fotovoltaico, ovvero in Comuni confinanti.
[…] Agli immobili ospitanti
gli impianti fotovoltaici realizzati su fondi agricoli, che
soddisfano i requisiti sopra
richiamati, deve essere riconosciuto il carattere di ruralità; si deve quindi accertare
in sintesi che:
• l’azienda agricola esista,
ossia si riscontri la presenza
di terreni e beni strumentali
che congiuntamente siano,
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 59
CATASTO
di fatto, correlati alla produzione agricola;
• l’energia sia prodotta dall’imprenditore agricolo nell’ambito dell’azienda agricola;
• l’impianto fotovoltaico sia
posto nel Comune ove sono
ubicati i terreni agricoli o in
quelli limitrofi;
• almeno uno dei requisiti
oggettivi, richiamati al paragrafo 4 della circolare n. 32
del 2009, sia soddisfatto.
Pertanto, agli immobili ospitanti le installazioni fotovoltaiche, censiti autonomamente e per i quali sussistono i requisiti per il riconoscimento del carattere di
ruralità, nel caso in cui ricorra l’obbligo di dichiarazione in catasto, è attribuita
la categoria “D/10 - fabbricati
per funzioni produttive connesse alle attività agricole”.
In tal caso deve essere unita
l’autocertificazione redatta
su modello conforme all’allegato C del decreto del Ministro dell’Economia e delle
Finanze del 14 settembre
2011, oltre ad una specifica
relazione contenente le
informazioni utili alla verifica dei requisiti di ruralità.
In allegato alla nota, l’Agenzia del Territorio propone esemplificazioni e modalità di rappresentazione e
intestazione delle unità in
argomento.
Allegato tecnico
Immobili ospitanti gli impianti fotovoltaici: esempi di
rappresentazione in mappa e
casi particolari di intestazione
1. Esempi di rappresentazione in
mappa:
Riguardo alla rappresenta60 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
zione in mappa degli immobili ospitanti gli impianti fotovolaici, occorre praliminarmente distinguere se la
tipologia costruttiva dell’impianto:
1. non consente il contemporaneo svolgimento di attività agricole sull’area interessata dall’intervento, sottraendola, di fatto, alla produzione agricola;
2. consente il contemporaneo svolgimento di attività agricole, quali, ad esempio, il pascolo.
1.1 Riguardo al caso di
cui al punto 1, non
sembra possano sorgere particolari incertezze. Si procede, secondo la prassi comunemente adottata, all’eventuale frazionamento della particella catastale, individuando con linea
continua l’area interessata dall’intervento ossia il perimetro esterno dell’impianto fotovoltaico con l’eventuale
corte. Le costruzioni
strumentali al funzio-
A
namento dell’impianto
stesso (ad esempio, quelle
che ospitano le apparecchiature per il controllo e la
trasformazione dell’energia
prodotta) si indicano in
mappa secondo le correnti
disposizioni di prassi (Figura
A).
1.2 Riguardo al caso di cui al
punto 2, il perimetro dell’impianto fotovoltaico è indicato con una linea tratteggiata e il numero della nuova
particella, che individua
l’impianto stesso al catasto
B
parentesi è iscritto solo
negli atti censuari del catsto
edilizio urbano e nella partita speciale enti urbani e
promiscui, con superficie
pari a zero (Figura B).
2. Rappresentazione planimetrica
delle installazioni fotovoltaiche realizzate sulla copertura dei fabbricati.
2.1 Con riferimento alle installazioni fotovoltaiche architettonicamente integrate
o parzialmente integrate, si
ribadisce che, in coerenza
con i principi generali esposti nella citata risoluzione n. 3 del 6 novembre
2008, non sussiste l’obbligo
di accatastamento come unità immobiliari autonome,
in quanto possono assimilarsi agli impianti di pertinenza degli immobili. In tali
casi, le installazioni fotovoltaiche realizzate sulla copertura si indicano con linea
tratteggiata (Figura C).
C
edilizio urbano, è
riportato tra parentesi tonde. Le eventuali costruzioni strumentali al
funzionamento
dell’impianto sono
indicate, come nel
caso precedente,
secondo le disposizioni di prassi.
Nel merito, si rammenta che il numero riportato tra
CATASTO
2.2 Installazioni fotovoltaiche realizzate sulle serre.
Come noto, a meno di una
ordinaria autonoma suscettività reddituale, non costituiscono oggetto di inventariazione le serre adibite alla
coltivazione e protezione
delle piante su suolo naturale (cfr. art. 3, comma 3, DM
2 gennaio 1998, n. 28).
Ad esse è attribuita la specifica qualità del quadro di
qualificazione catastale o, in
mancanza, il reddito dominicale viene determinato
mediante l’applicazione
della tariffa d’estimo più alta
in vigore nella provincia (cfr.
art. 25, comma 4-bis, del
linea tratteggiata. Le eventuali costruzioni strumentali
al funzionamento dell’impianto sono indicate secondo le disposizioni di
prassi.
Riguiardo alla tipologia di
cui al punto 2, la rappresentazione planimetrica segue
la prassi indicata al paragrafo 2.1 relativa alle installazioni fotovoltaiche integrate o parzialmente integrate, in quanto applicabile.
1
2
2) Serre censibili al catasto
edilizio urbano: (Foto 3).
R
iguardo alla tipologia di cui al punto
1, la rappresentazione in mappa segue la
prassi indicata al paragrafo
1.2, in quanto applicabile.
La serra rimane censita al catasto terreni nella specifica
qualità di competenza,
mentre l’impianto fotovoltaico è rappresentato con
3. Particolari casi di intestazione di
immobili ospitanti gli impianti fotovoltaici.
3.1 Impianto fotovoltaico
realizzato su terreno di proprietà di terzi.
Nel caso in cui l’impianto fotovoltaico è realizzato su terreno di proprietà di terzi, e il
proprietrio del suolo ceda il
diritto di superficie, è possibile iscrivere i titolari dei diritti sulle installazioni impiantistiche poste nel soprassuolo in modo distinto
da quelli aventi diritti sull’area.
In tal caso, l’intestazione
corretta della denuncia di
3
TUIR).
Occorre tuttavia distinguere, in funzione della tipologia costruttiva, le serre
censibili al catsto terreni, caratterizzate da semplici
strutture leggere, da quelle
per le quali sorge l’obbligo
di accatastamento al catasto
edilizio urbano, in quanto
costruzioni assimilabili, di
fatto, a veri e propri fabbricati. Si riportano di seguito
alcuni esempi, utili a distinguere le tipologie di serre
appena descritte:
1) Serre censibili al catasto
terreni: (Foto 1 e 2).
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 61
CATASTO
Esempio di installazione fotovoltaica
architettonicamente integrata o
parzialmente integrata
accatastamento prevede
che la ditta proprietaria dell’area sia indicata con il codice del titolo “1T - Proprietà
per l’area” e le quote, e-
vanti sul fabbricato), con la
dicitura “ CONCEDENTE” racchiusa tra parentesi.
spresse in millesimi, vengano in via transitoria specificate nel campo “Eventuale
specificazione del diritto”
(non è possibile, infatti, indicare le quote di possesso
nel campo specifico “Quote”, riservato ai diritti gra-
bricato va indicata con il codice del titolo “IS - Proprietà
Superficiaria” e le relative
quote indicate nel campo
“Quota”.
Nel campo “Eventuale specificazione del diritto” va inserita la dicitura “PER IL FAB-
62 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
La ditta proprietaria del fab-
BRICATO”.
3.2 Impianto fotovoltaico
realizzato su terreno di proprietà di terzi, in forza di spe-
cifico contratto di locazione.
Nel caso che il terreno sia ceduto dal proprietario in locazione, l’intestazione corretta
segue la medesima prassi riportata al paragrafo 3.1, riguardante la cessione del
diritto di superficie.
In tal caso, tuttavia, poiché il
contratto di locazione non
costituisce un diritto reale di
superficie, in realzione ai
soggetti che vantano diritti
sull’impianto fotovoltaico (a
cui è attribuito il codice titolo “01S - Proprietà Superficiaria”), deve essere apposta nel campo “Eventuale
specificazione del diritto” la
dicitura “RIS 1 - DITTA PRIVA DI
TITOLO LEGALE RESO PUBBLICO”.
L’Ufficio provvede, dopo la
registrazione della dichiarazione in banca dati, ad inserire l’annotazione “Ris 1: ATTI
PASS. INTERM. NON ESIST .”,
cancellando nel contempo
l’annotazione riportata a seguito della registrazione in
banca dati.
[ OMISSIS ] Qualora, per ob-
bligo pattizio, è fatto carico
all’affittuario di ottemperare
agli obblighi catastali, è necessario che il contratto di locazione, regolarmente registrato, preveda espressamente l’autorizzazione, da
parte del proprietario del
terreno, alla presentazione
dei documenti necessari per
gli adempimenti in materia
catastale. Copia del contratto
deve essere allegata alla documentazione presentata,
ovvero devono essere resi
disponibili gli estremi di registrazione dello stesso.
In tali circostanze, la dichiarazione al catsto edilizio urbano viene inserita agli atti
dopo aver acquisito la copia
del contratto registrato
presso il competente Ufficio
delle Entrate.
❑
Da “Il Triangolo” n. 3/2012
FORMAZIONE CONTINUA
Stefano Benedini
D
esideriamo offrire agli iscritti un
breve riepilogo
della complessa attività che
il Collegio di Brescia ha proposto, durante l’anno appena concluso, in riferimento alla formazione e all’aggiornamento dei professionisti.
Come prima considerazione
proponiamo un riepilogo
grafico complessivo delle
ore dei corsi e degli altri eventi formativi, suddivisi
nelle categorie stabilite dal
Consiglio Nazionale, per
poter così analizzare la particolare attenzione agli argomenti inerenti non solo all’ambiente, con la progettazione e realizzazione di standard abitativi contraddistinti da sempre maggior
comfort e sostenibilità, ma
anche all’edilizia, con i corsi
di aggiornamento in prevenzione incendi organizzati con
la preziosa collaborazione
del Comando Provinciale
dei Vigili del Fuoco e con
quelli di aggiornamento alla
sicurezza, per i quali
qualche volta si è avuta
anche la possibilità di ottenere l’autorevole contributo da parte di dirigenti dell’ASL. Nei confronti degli ambiti dell’estimo-attività peritali e
della topografia-catasto si
può confermare l’attenzione nel soddisfare
quella carenza segnalata
dagli iscritti specializzati
in tali ambiti professionali
o interessati ad acquisire
competenze in queste attività per sviluppare le
proprie possibilità lavorative.
64 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
L’attività formativa
del Collegio di Brescia
durante tutto il 2012
Nello specifico per quanto
riguarda l’area delle attività
peritali è proseguita la formazione di consulenti del
giudice e delle parti nelle
controversie ed è stata apprezzata la serie di incontri
offerti per l’approfondimento della normativa introdotta dall’Imu per poter
essere di riferimento ai
propri clienti.
Particolare impegno è stato
espresso dalla Commissione Catasto del Collegio
nel proporre corsi di formazione nel settore catastale
caratterizzati da un duplice
livello di offerta, base e avanzato. Confermato il particolare sostegno, in ore di formazione, alla preparazione
dei tirocinanti all’esame di
abilitazione alla libera professione, che nella recente
proposta del nuovo regolamento della professione sta
per essere istituzionalizzato
per tutti i Collegi italiani e
che compone, già da diversi
anni per il Collegio di Brescia, la maggior parte delle
Diagramma 1
ore dedicate alla formazione, identificate nel grafico dal settore “varie” (vedi
diagramma 1).
La differenziazione dell’offerta formativa è illustrata in
modo più preciso dai grafici
successivi che presentano la
maggior diversificazione, rispetto al precedente periodo, degli argomenti trattati all’interno dei macro-argomenti, nell’intenzione di
sostenere così la polivalenza dell’attività del geometra (vedi diagrammi 2, 3, 4).
Le difficoltà che stanno interessando il settore dell’edilizia, soprattutto nella realizzazione di nuovi immobili,
non può che comportare l’orientamento dei geometri
anche verso altri ambiti
come, per esempio, quello
della riqualificazione dell’edilizia, oppure quello delle
stime e delle valutazioni immobiliari, oppure ancora
dell’amministrazione condominiale; il Collegio deve
raccogliere la sfida e saper
recepire queste necessità
predisponendo, di conseguenza, un’offerta formativa
che soddisfi le esigenze professionali dei propri iscritti
cercando di non trascurare
gli aspetti fondamentali
come quelli legati alla sicurezza, e sostenendo la formazione con costi ragionevoli, oppure con l’organizzazione di seminari gratuiti,
con particolare disponibilità
verso i neo-iscritti e i praticanti, come si è impegnato a
fare con quote d’iscrizione ai
corsi agevolate.
L’esito delle schede di valutazione, distribuite al termine dei corsi, ci sta concedendo una discreta soddisfazione nei confronti delle
scelte formative effettuate;
è doveroso un ringraziamento rivolto a chi, al termine del corso, trova un po’
di tempo per esprimere il
proprio parere e fornire indicazioni per migliorare ulteriormente il servizio.
❑
FORMAZIONE CONTINUA
Diagramma 2
Diagramma 3
Diagramma 4
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 65
MEDIAZIONE
Lara Baghino
L
e figure che rappresentano la parte attiva nella mediazione sono varie: il soggetto
attivo che avvia il procedimento, il soggetto passivo
contro il quale viene avviato
il procedimento, il mediatore, il consulente del mediatore e infine, molto importanti, le figure dei consulenti legali e dei consulenti
tecnici che possono accompagnare le parti durante la
mediazione.
Nella mediazione le parti
possono essere affiancate
dai propri consulenti di cui
pensano di aver bisogno.
La presenza del geometra,
durante la mediazione, è ritenuta spesso dalle parti necessaria, perché da sempre
è il “consulente di famiglia”
66 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
Il geometra
“Consulente di parte”
nella mediazione
e ben conosce i molteplici aspetti tecnici e personali dei
suoi clienti.
Non tutti sanno che il geometra ha un ruolo di fondamentale importanza nell’ambito della mediazione
civile e commerciale.
Infatti se da una parte gli attori della controversia
hanno una visione “limitata”
del problema, dall’altra i
consulenti tecnici sanno valutare concretamente quali
possano essere le migliori
alternative da proporre in
mediazione, affinché le parti
possano giungere ad un accordo che risolva la controversia.
Importante durante gli incontri che si svolgono in mediazione, è la capacità del
geometra consulente della
parte, coinvolto dal mediatore a collaborare per esprimere “proposte alternative”
che possano aiutare il proprio cliente a giungere ad un
accordo.
Nella mediazione, qualora
le parti arrivino ad un accordo, il mediatore è tenuto
solo a redigere un verbale di
avvenuta conciliazione;
spetterà alle parti, aiutate e
assistite dai propri consulenti, il compito di stesura
dei contratti e/o dei patti che
concludono la conciliazione.
L’accordo redatto andrà poi
allegato al verbale del mediatore.
Naturalmente il vantaggio di
scegliere la mediazione,
come alternativa alla causa
civile in Tribunale, è quello
di avere comunque un risul-
tato in tempi ridotti ( quattro
mesi) e, qualora si arrivi alla
conciliazione, di ottenere un
documento che avrà una validità e un riconoscimento
giuridico.
Nel contesto culturale odierno si è abituati a “delegare” agli altri la soluzione
dei nostri conflitti ed è per
questo che la mediazione
dovrà entrare a far parte
della mentalità dei geometri, che saranno le figure
più coinvolte nella procedura della mediazione e ne
diventeranno consapevolmente parte attiva; in qualità di consulente tecnico, il
geometra accompagnerà i
propri clienti in questo
nuovo modo di affrontare le
controversie.
❑
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Stefano Benedini
I diversi aspetti
per realizzare la Smart City
S
e dovessimo tradurre letteralmente il significato di
“smart city” si otterrebbe “città
intelligente” ma tale considerazione risulta insufficiente per definire il fenomeno che sta interessando
un numero sempre maggiore
di città nel mondo. La sola
considerazione che la smart
city è un concetto che si sviluppa coinvolgendo ben sei
ambiti – Smart Economy, Smart
Mobility, Smart Environment,
Smart People, Smart Living e Smart
Governance – può iniziare a far
comprendere questa realtà
della sua complessità. La
comprensione della completezza con cui questi fattori
determinano il realizzarsi di
una smart city determina la
conseguente consapevolezza che siamo tutti coinvolti in questo processo, che
aspira a rendere possibile il
raggiungimento di un più elevato livello di vivibilità dell’ambiente urbano e il derivante aumento del grado di
competitività e di creatività
di coloro che lo abitano.
68 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
Il concetto di smart city supera
quindi quelli di sostenibilità,
connettività e vivibilità con
cui si è soliti definirla e
quanto emerso nel Convegno “Real Estate nella
Smart city” ha aiutato i partecipanti ad approfondire le conoscenze di questi aspetti.
Negli incontri proposti dagli
organizzatori, nella prima
parte dell’evento, diverse
prestigiose realtà produttive della provincia bresciana hanno potuto presentare le proprie soluzioni e gli
sviluppi che sono oggetto di
ricerca nell’intenzione, non
solo di migliorare la vivibilità, ma anche di rendere più
sicure le costruzioni e di riqualificare e valorizzare
quanto sinora realizzato.
Nella seconda parte del
Convegno l’intervento di autorevoli rappresentanti
della politica bresciana,
quali l’on. Stefano Saglia,
Sottosegretario di Stato allo
Sviluppo Economico, e l’on.
Adriano Paroli, Sindaco di
Brescia, e quelli del dott. Andrea Granelli, membro del
gruppo di lavoro interministeriale per lo sviluppo della
Cultura Scientifica e Tecnologica, e del geom. Giovanni
Platto, Presidente del Collegio geometri, hanno consentito di aggiungere ulteriori considerazioni sui significati aggiunti che si possono attribuire al concetto di
smart city offrendo diversi
punti di riflessione.
Secondo le considerazioni
dell’on. Paroli, Brescia ha
tutte le caratteristiche che
garantiscono il successo nel
rispetto del patto dei sindaci, il movimento europeo
che vede coinvolte le autorità locali impegnate ad aumentare l’efficienza energe-
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Nella pagina di sinistra:
da sinistra: l’on. Stefano Saglia, il
dott. Massimo Tedeschi, l’on.
Adriano Paroli Sindaco di Brescia, il
dott. Andrea Granelli e il geom.
Giovanni Platto.
Il dott. Ziletti della Camera di
Commercio di Brescia e, sotto, il
geom. Paolo Bettoni, presidente del
Gruppo Giovani Costruttori
tica e l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili, sorto a
seguito della constatazione
che l’azione degli Stati, a seguito della firma del protocollo di Kioto, ha ottenuto
scarsi risultati – principalmente raggiunti non tanto
per interventi migliorativi
quanto per il calo dei consumi a conseguenza della
crisi. L’on. Paroli, in tal senso,
è decisamente convinto dell’approccio espresso dalla
politica U.S.A., che si è opposta alla considerazione
che fermando il progresso si
risolvano le negatività che
questo comporta, ottenendo
solo una sospensione degli
aspetti sfavorevoli che il progresso può produrre senza
proporre quindi delle soluzioni; da qui la considerazione che sostenendo la realizzazione di una smart city si
abbia bisogno di infrastrutture adeguate a coniugare lo
sviluppo della città e il benessere dei cittadini.
I
l ruolo dell’amministrazione pubblica è
quindi quello di interlocutore e di informazione
degli eventuali piani di finanziamento nazionali ed europei – a questo proposito si
invitano i lettori ad acquisire
maggiori informazioni, per esempio, visitando il sito del
Comune di Brescia al percorso “Conoscere il tuo Comune” – “Brescia smart city”.
L’intervento del Sindaco di
Brescia ha consentito di segnalare le grosse difficolta
nel poter intervenire a riqualificare edifici costruiti negli
anni ’50-’60, a causa dell’opposizione di pochi residenti,
da qui la necessità di diffondere un approccio smart
nella popolazione – smart
people – evitando che venga espressa, a priori, ostilità nel
confronto del cambiamento
migliorativo.
L’intervento del dott. Granelli – autore del libro “Città
intelligenti? Per una via italiana alle Smart Cities” – ha
sviluppato l’argomento
delle smart city nella necessità che venga affrontato non
come una semplice risposta
ai bandi europei per ottenere risorse pubbliche, ma
come l’occasione per meditare sul futuro delle nostre
città, riunendo attorno a tavoli progettuali tutti i soggetti coinvolti per cogliere
tutte le potenzialità offerte
dalle nuove tecnologie, che
tengano conto delle nuove
necessità della composizione degli abitanti – che
tenga conto all’andamento
demografico legato alla
composizione per fasce
d’età –, ma sempre in armonia con la storia del cuore
delle città, ricordando che le
tecnologie non sono il fine
ma rappresentano lo strumento per la realizzazione
della smart city; è quindi necessario costruire le smart city
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 69
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Sopra: l’ing. Marco Belardi,
presidente dell’Ordine degli
ingegneri di Brescia e, sotto, il dott.
Alessio Pesenti della NordZinc.
sia destinato all’acquisizione di tecnologie innovative.
A
partendo dalla vocazione
della città stessa. Il dott.
Grannelli ha poi ricordato
come sia pericoloso considerare la città solo come una
«città che consuma e che
70 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
amministra» senza ricordare
la «città che produce», da
qui la necessità di coinvolgere nel progetto anche
tutte le realtà camerali e produttive. La prospettiva eu-
ropea suggerisce due direzioni: la città come Living Lab
– con l’individuazione di
spazi come luoghi di sperimentazione – oppure il prevedere che parte dei bandi
nche l’on. Saglia nel
suo intervento,
considerando
quanto sinora realizzato, ritiene che Brescia abbia tutte
gli elementi per considerarsi
smart, basti pensare al teleriscaldamento, al termovalorizzatore, alla raccolta differenziata, alla metropolitana
leggera e alle numerose colonnine disposte per la ricarica dei mezzi elettrici. Le
stesse limitate dimensioni
della città di Brescia, rispetto
ad altre realtà più estese, più
che rappresentare un ostacolo consentono una maggior
facilità di realizzazione dei
progetti proposti. L’aspetto
fondamentale della smart city,
per il Sottosegretario, è rappresentato dallo sviluppo
delle “reti”, non solo quelle
per la trasmissione di dati ma
anche quelle di distribuzione
idrica ed elettrica per esempio. L’on. Saglia non ha
tralasciato l’importanza di insistere sulla politica del 55%
per le detrazioni per la riqualificazione energetica degli edifici con il duplice effetto positivo di favorire l’emersione
del lavoro irregolare e rilanciare l’edilizia e tutte le realtà
produttive ad essa collegate.
Il geom. Platto nel suo intervento ha consentito infine di
focalizzare l’attenzione dei
presenti sulle difficoltà che
possono sorgere dagli ostacoli alla realizzazione degli
obiettivi individuati dal
Convegno posti da una burocrazia che allunga i tempi
di realizzazione e che for-
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
La dott.ssa Laura Olivari Guarda
della MGM
nisce spesso risposte contraddittorie. Da aggiungersi
anche la considerazione che
sempre più frequentemente viene registrato
come l’aspetto sanzionatorio assuma un valore preponderante nel rapporto
con l’amministrazione, al
punto di escludere qualsiasi
altro tipo di confronto, di
prevenzione o di informazione, per esempio. Spesso
buoni progetti possono essere condizionati nei tempi
della loro realizzazione dall’operato del burocrate che
ostacola in tal modo lo sviluppo e il rilancio del settore. L’on. Paroli condividendo le considerazioni del
Presidente del Collegio si
teri quartieri, operando in
modo che l’interesse del
singolo non prevalga sul
bene della collettività.
L
rende conto di come la mancanza di certezza dei tempi
tecnici possa incidere fino a
rendere obsoleti gli interventi progettati e propone
una riflessione sulla eventuale diffusione della prassi
del “silenzio assenso” in
modo che se, allo scadere
del tempo concesso agli Uffici per le opportune verifiche, non pervenga al professionista alcuna comuni-
cazione avversa, il progetto
si intenda autorizzato.
Il dott. Pavoni, in rappresentanza dell’ANCE, è intervenuto suggerendo la necessità di ragionare in modo più
ampio e, di fronte alle difficoltà accennate dal Sindaco,
invita a riflettere su un approccio non focalizzato sulla
riqualificazione di un singolo edificio, ma porsi come
obiettivo la riqualifica di in-
o spazio al dibattito ha consentito
alla geom. Zamarra
di chiedere chiarimenti, in
merito alla vivibilità della
città, sulla rimozione di alcune colonnine di misurazione delle polveri sottili
nella zona sud di Brescia. Il
Sindaco ha fatto presente
che la gestione di queste colonnine è affidata ad ARPA e
non al Comune; il problema
delle polveri sottili è un problema che interessa numerose città del nord Italia, non
legato quindi al termovalorizzatore, anzi con i termovalorizzatori e il teleriscaldamento si è operato nella direzione di ridurne la presenza, sostituendosi alla diffusione delle caldaie in ogni
abitazione. Il Comune, proponendosi come garante
della salute dei propri cittadini, deve comunque sempre porsi in una equilibrata
posizione tra le tendenze ecologiste e quelle tecniche
effettuando valutazioni che
tengano conto dei diversi
pareri. Successivi interventi
da parte dei presenti al Convegno hanno consentito di
raccogliere sostegno alle osservazioni proposte dal
geom. Platto, sulla necessità
che i burocrati siano sensibilizzati sul ruolo che possono
svolgere per il rilancio del
settore, anche da parte di
professionisti appartenenti
ad altri Ordini che hanno
condiviso la necessità che
l’amministrazione consenta
il rispetto di tempi certi e ristretti per non rinviare o
compromettere la realizzazione dei progetti.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 71
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Consegnati gli attestati
ai geometri impegnati
nell’Emilia terremotata
N
ella sede del Collegio si è tenuta,
alla presenza dei
membri del Consiglio Direttivo e del presidente Fausto
Savoldi, la consegna degli attestati di benemerenza rilasciati dalla Protezione Civile
Nazionale ai geometri che si
sono impegnati nel periodo
post-sisma nella zona terremotata dell’Emilia.
La cerimonia ha fornito al
Presidente Savoldi e al
geom. Armido Bellotti – che
rappresentava il Presidente
Platto in quel frangente
infortunato – l’occasione di
ringraziare i colleghi che
hanno segnalato la propria
disponibilità per gli interventi richiesti. Interventi che
hanno pienamente soddisfatto le necessità delle amministrazioni locali, favorendo la collaborazione tra
professionisti di tutte le categorie intervenute e dimostrando le potenzialità che i
geometri sanno esprimere
nell’operare in questi contesti. Sostanzialmente accertando la vulnerabilità sismica degli edifici ed effettuando la rilevazione dei
danni prodotti da calamità
naturali secondo gli schemi
predisposti dal dipartimento della Protezione Civile Nazionale.
I partecipanti, nell’occasione, hanno suggerito possibili miglioramenti nella
fase di coordinamento, nell’organizzazione della tempistica di intervento, sottolineando l’opportunità di
corsi di formazione con la
collaborazione della Protezione Civile per aggiornare i
professionisti già formati e
72 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
aumentare il numero di geometri “esperti”, in modo da
garantire l’allestimento di
un adeguato numero di
squadre.
Il geom. Savoldi, condividendo le richieste espresse
dai colleghi, ha ricordato «…
il vincolo necessario che impone che tali corsi siano tenuti esclusivamente dal personale della Protezione Civile con la conseguente soggezione alle disponibilità di
tale Ente. Importante il supporto che può essere e-
spresso dai geometri nell’elaborazione, nella gestione
e nell’aggiornamento dei
Piani di Protezione Civile comunali, provinciali e regionali, nonché nel monitoraggio del territorio».
❑
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 73
DAL COLLEGIO DI BRESCIA
Bozza del nuovo
“Regolamento professionale
dei geometri italiani”
È
stata messa a disposizione dei
Collegi, e quindi
degli iscritti, la bozza del
Nuovo Regolamento professionale dei geometri italiani
predisposta dal Consiglio
Nazionale, che dovrà essere
approvata fra breve dalla categoria. Il nostro Collegio ha
già provveduto a inviarne
copia per via telematica agli
iscritti, per i quali ha già tenuto al “Tartaglia” un convegno il 27 febbraio scorso.
Possiamo dire che si tratta di
una svolta epocale, tenuto
conto che il nuovo testo mo-
difica radicalmente e per la
prima volta dopo tentativi
sempre andati delusi, il R.
Decreto n. 274 dell’11 febbraio 1929, sul quale finora si
è basata l’operatività della
nostra categoria.
Con la lettura del nuovo corposo regolamento (costituito da 7 titoli, 8 capi e 60 articoli) gli iscritti, e per loro
tramite i Collegi, avranno
modo di suggerire al Consiglio Nazionale quelle modificazioni migliorative che intenderanno apportare al
testo, in modo che le discussioni e il confronto sul tema,
prima all’Assemblea dei
presidenti del prossimo 6
marzo 2013 e poi al successivo 44° Congresso di categoria del 10-11-12-13 aprile
di Rimini, possano portare
ad una versione del Regolamento condivisa da tutta la
categoria.
Solo con tali presupposti il
nostro Consiglio Nazionale
potrà proporre la nuova
legge professionale al ministero competente per la
tanto auspicata adozione,
con il consenso della totalità
degli iscritti (e non di pochi
tra loro); sarebbe il segnale
di una forza contrattuale importante che in quei frangenti è sempre essenziale.
Sono quattro i punti salienti
del nuovo disposto disciplinare, sui quali tutti, immagi-
niamo, vorranno confrontarsi:
– competenze (artt. 3 e 4);
– accesso alla professione
(art. 15 e 2);
– praticantato (art. 19);
– formazione continua (art. 5);
– governance-autogoverno
(art. dal 22 al 60).
I tempi sono molto ristretti,
ma val la pena che tutti gli iscritti e i Consiglieri di
buona volontà esprimano i
loro giudizi – anche quelli
negativi – che dovranno essere inoltrati al Collegio via
Pec, allo scopo di alimentare
una “vera” discussione democratica proficua su uno
strumento professionale
come quello della nuova
legge professionale che costituirà, almeno per alcuni
decenni, la base del nostro
futuro.
❑
Comunicazioni ai lettori
Sono state segnalate alla redazione differenti interpretazioni legislative di medesime norme trattate in articoli di diversa provenienza
territoriale apparsi sulla rivista. Invitiamo i lettori a tener conto, in
questi casi, delle specificità del territorio d’origine, della diversa
interpretazione degli autori che, ricordiamo, si assumono, a tal
riguardo, la responsabilità di quanto scritto.
Errata corrige
Segnaliamo tre errata-corrige da apportare nella rivista n. 5/2012:
– a pagina 8, nella rubrica «INTERVISTA», “Topografi di ieri e di
oggi …”, nella prima colonna di testo, al posto di: “… con un collega cercai uno sbocco. E mi venne l’idea …”, leggasi: “… con
due colleghi cercammo uno sbocco. E ci venne l’idea …”.
– a pagina 11, nella prima colonna, al posto di: “… il programma
stabilisce tot casi tipo…”, leggasi: “… il programma stabilisce
34 casi tipo …”.
– a pagina 32, nella rubrica «SCUOLA», “Si apre un nuovo corso Ifts
…”, nel testo rosso introduttivo, seconda colonna, al posto di
“… professionista, diplomato nel 2000 ed iscritto al nostro
Collegio dal 2000 –”, leggasi: “… professionista, diplomato nel
1989 ed iscritto al nostro Collegio dal 2000 –”.
74 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
DAL COLLEGIO DI MANTOVA
Previdenza complementare
e polizza responsabilità civile
professionale
I
l giorno 17 dicembre
2012 presso l’Auditorium del Centro Culturale del Comune di San
Giorgio si è tenuto un incontro su: “Fondo Pensione
Futura” e “Marsh – polizza
responsabilità Civile Professionale”. L’incontro, organizzato dalla Cassa di previdenza geometri e dal Consiglio Nazionale, ha richiamato l’interesse e la partecipazione di numerosi iscritti.
Il primo argomento è stato
trattato dai Consiglieri CIPAG
geometri Mario Ravasi e Renato Ferrari e dal funzionario
della Cassa dott.ssa Gera
Valenti. I relatori hanno
spiegato ai professionisti
presenti come la possibilità
di un piano di previdenza
complementare sia particolarmente utile per integrare
e incrementare la loro pensione.
Il “Fondo Pensione Futura”
predisposto dalla Cassa di
Previdenza ha infatti lo
scopo di consentire agli aderenti di disporre, all’atto del
pensionamento, di prestazioni pensionistiche complementari al sistema obbligatorio.
Dal momento del pensionamento e per tutta la durata
della vita, a chi aderirà a
questo fondo verrà erogata
una pensione complementare pagata periodicamente
calcolata in base al capitale
accumulato e all’età.
I relatori, dopo la loro esposizione hanno risposto ai numerosi quesiti posti dai geometri presenti, evidentemente interessati a capire
nel dettaglio la proposta
loro indirizzata.
frontato, la polizza responsabilità civile professionale,
è stato invece trattato dal
dott. Marco Oliveri della
“Client Executive Affinity
Marsh”.
Si ricorda che a seguito del
Dpr 137/2012, il professionista è oggi tenuto a stipulare, anche per il tramite di
convenzioni collettive negoziate dai consigli nazionali e
dagli enti previdenziali,
un’idonea assicurazione per
i danni derivanti al cliente
dall’esercizio dell’attività
professionale, comprese le
attività di custodia di documenti e valori ricevuti dal
cliente stesso. Il relatore ha
annunciato che il Consiglio
Nazionale geometri ha stipulato all’uopo un vantaggioso accordo-quadro con
Marsh per le polizze di RC
professionale e tutela legale, al quale possono aderire i geometri professionisti
italiani. Il dott. Oliveri ne ha
illustrate le caratteristiche e
le condizioni generali.
❑
P
rima di passare al
secondo argomento in programma il
geom. Renato Ferrari ha
fatto un breve escursus sulla
Cassa Italiana geometri, illustrandone il patrimonio,
l’andamento degli iscritti e
delle pensioni, l’assistenza
e le prestazioni erogate, le
varie agevolazioni attuate
dalla Cassa negli ultimi anni
per venire incontro ai geometri in difficoltà, ecc.
Il secondo argomento afIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6- 77
DAL COLLEGIO DI LODI
A cura di
Lorenzo Negrini e
Patrizia Pinciroli
I
l nostro sistema di
pubblicità immobiliare (il cosiddetto sistema latino) convive con
altri che trovano il loro fondamento in culture giuridiche diverse dalla nostra.
Il sistema latino, che deriva
da quello francese, fu introdotto nel Regno d’Italia nel
1806, a seguito del Codice
Napoleonico; è detto della
trascrizione e consente di rendere noti ai terzi gli atti che
costituiscono, trasferiscono
o modificano diritti reali su
immobili, al fine della loro
opponibilità.
L'istituto della trascrizione è
normalmente una forma di
pubblicità dichiarativa su
base personale, che presuppone cioè l’esistenza di un
titolo da rendere pubblico
con riferimento ai soggetti
che ne sono parte. La trascrizione non sana eventuali vizi
dell’atto.
La trascrizione è un onere per
le parti il cui adempimento
consente, come già detto, di
conseguire determinati effetti e di dirimere i conflitti fra
più acquirenti di un bene da
uno stesso venditore.
È, invece, un obbligo per il
notaio o per il pubblico ufficiale rogante o autenticante
curare l’esecuzione della
trascrizione nel più breve
tempo possibile, obbligo
cui è connesso l’eventuale
risarcimento del danno in
caso di ritardo.
Alcuni cenni normativi
Il dettato degli articoli 2643 –
2644 – 2645 del Codice civile
evidenziano l’importanza
della trascrizione, nei rapporti tra privati. Li si ripor78 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
Brevi cenni
sulle ispezioni ipotecarie
tano di seguito.
Art. 2643 - Atti soggetti a trascrizione.
Si devono rendere pubblici col mezzo
della trascrizione:
1) i contratti che trasferiscono la proprietà di beni immobili;
2) i contratti che costituiscono, trasferiscono o modificano il diritto di
usufrutto su beni immobili, il diritto di superficie i diritti del concedente e dell’enfiteuta;
3) i contratti che costituiscono la comunione dei diritti menzionati
nei numeri precedenti;
4) i contratti che costituiscono o modificano servitù prediali, il diritto
di uso sopra beni immobili, il diritto di abitazione;
5) gli atti tra vivi di rinunzia ai diritti
menzionati nei numeri precedenti ;
6) i provvedimenti con i quali nell’esecuzione forzata si trasferiscono
la proprietà di beni immobili o
altri diritti reali immobiliari, eccettuato il caso di vendita seguita
nel processo di liberazione degli
immobili dalle ipoteche a favore
del terzo acquirente;
7) gli atti e le sentenze di affrancazione del fondo enfiteutico;
8) i contratti di locazione di beni immobili che hanno durata superiore a nove anni;
9) gli atti e le sentenze da cui risulta
liberazione o cessione di pigioni o
di fitti non ancora scaduti, per un
termine maggiore di tre anni;
10) i contratti di società e di associazione con i quali si conferisce il godimento di beni immobili o di
altri diritti reali immobiliari,
quando la durata della società o
dell’associazione eccede i nove
anni o è indeterminata;
11) gli atti di costituzione dei consorzi
che hanno l’effetto indicato dal
numero precedente;
12) i contratti di anticresi;
13) le transazioni che hanno per oggetto controversie sui diritti menzionati nei numeri precedenti;
14) le sentenze che operano la costituzione, il trasferimento o la modificazione di uno dei diritti menzionati nei numeri precedenti.
Art. 2644 - Effetti della trascrizione.
Gli atti enunciati nell’articolo precedente non hanno effetto riguardo ai
terzi che a qualunque titolo hanno
acquistato diritti sugli immobili in
base a un atto trascritto o iscritto anteriormente alla trascrizione degli
atti medesimi.
Seguita la trascrizione, non può avere effetto contro colui che ha trascritto alcuna trascrizione o iscrizione
di diritti acquistati verso il suo autore,
quantunque l’acquisto risalga a data
anteriore.
Art. 2645 – Atti soggetti a trascrizione.
Deve del pari rendersi pubblico, agli
effetti previsti dall’articolo precedente, ogni altro atto o provvedimento che produce in relazione a
beni immobili o a diritti immobiliari
taluno degli effetti dei contratti menzionati nell’articolo 2643, salvo che
dalla legge risulti che la trascrizione
non è richiesta o è richiesta a effetti
diversi.
L’art.2808 del codice civile
precisa poi che la costituzione dell’ipoteca avviene
con l’iscrizione nei registri
immobiliari (quindi la prelazione nei confronti degli altri
creditori nasce con l’iscrizione della formalità e non
con la stipula dell’atto di
mutuo. Quest’ultimo fa solo
nascere il diritto alla restituzione di quanto prestato alle
condizioni convenute).
Art.2808 – Costituzione ed
effetti dell’ipoteca.
L’ipoteca attribuisce al creditore il diritto di espropriare, anche in confronto del terzo acquirente, i beni vincolati a garanzia del suo credito e di
essere soddisfatto con preferenza sul
prezzo ricavato dall’espropriazione.
L’ipoteca può avere per oggetto beni
del debitore o di un terzo e si costituisce mediante iscrizione nei registri
immobiliari.
L’ipoteca è legale, giudiziale o volontaria.
Sulle ispezioni ipotecarie
in generale
Le ispezioni fatte presso la
competente Conservatoria
dei Registri immobiliari (c.d.
ispezioni ipotecarie) permettono di conoscere il titolare di
diritti reali di godimento su di
un determinato bene (ad es.
proprietà, usufrutto, diritto di
superficie, servitù prediali....)
così come l’esistenza sugli
stessi di diritti reali di garanzia (ipoteche).
Ufficio competente a ricevere
le trascrizioni e le iscrizioni e
quindi competente per le ispezioni ipotecarie, è l’Agenzia del Territorio, sezione Conservatoria dei Registri Immobiliari, nella cui circoscrizione
sono situati i beni (art.2663 e
2827 codice civile).
L’ispezione può essere fatta
mediante la consultazione
dei registri cartacei o telematicamente.
La banca dati ipotecaria è
aggiornata dalle formalità di
trascrizione, iscrizione e annotazione che quotidianamente vengono accettate
dai Servizi di Pubblicità Immobiliare. I dati acquisiti
possono essere usufruiti con
l’ispezione e la certificazione ipotecaria.
DAL COLLEGIO DI LODI
Agenzia delle Entrate, modello 310
L’ispezione ipotecaria consiste nella consultazione dei
registri, delle note e dei titoli
presenti in conservatoria.
Il diritto di ispezionare i registri è riconosciuto dall’art.
2673 C.c., secondo comma,
quando dispone che: «il
conservatore deve altresì
permettere l’ispezione dei
registri nei modi e nelle ore
fissati dalla legge».
I registri immobiliari costituiscono un sistema pubblicitario strutturato in modo
organico che consente, partendo dai dati anagrafici di
un soggetto, di individuare,
tramite successivi puntamenti, il volume e la pagina
di repertorio dove, a fronte
del soggetto richiesto, sono
riportate tutte le formalità a
favore e contro in cui lo
stesso compare.
I registri, disciplinati dagli
artt. 2678, 2679 e 2680 C.c.,
sono:
– il registro generale d’ordine che regola l’ordine di
presentazione e, quindi
stabilisce il grado tra le
varie formalità eseguite;
– i registri particolari costituiti dalla raccolta di uno
degli originali delle note
di trascrizione e iscrizione
e delle domande di annotazione.
Oltre a tali registri, il conservatore era obbligato a tenere i seguenti registri in
forma cartacea, ancora utilizzati per le sole ispezioni relative al periodo antecedente all’automazione:
– rubrica alfabetica dei cognomi;
– tavola alfabetica dei soggetti;
– repertorio delle trascriIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 79
DAL COLLEGIO DI LODI
Agenzia delle Entrate, modello 310
zioni e delle iscrizioni.”
Ispezioni cartacee
La legge 52/85 ha introdotto
nuove modalità di effettuazione delle ispezioni ipotecarie.
La richiesta viene effettuata
compilando un apposito
modulo (modello 310), le ispezioni si effettuano presso l’Ufficio Territoriale competente (ogni Agenzia del
Territorio gestisce la conservazione degli atti aventi per
oggetto beni siti in un determinato numero di Comuni).
La ricerca copre fino alla
data della meccanizzazione.
(Nella pagina precedente e in questa
un fac simile del modello 310)
P
er sapere se una
persona è proprietaria di un determinato bene e se il medesimo
è gravato da ipoteche o formalità pregiudizievoli, è necessario disporre di nome,
cognome, luogo e data di nascita del soggetto nei confronti del quale si sta effettuando l’ispezione; se la ricerca deve essere estesa al
periodo antecedente al
1957, è necessario indicare
anche la paternità.
Il funzionario dell’Ufficio effettua una prima ricerca per
verificare se la persona indicata ha compiuto atti giuridici aventi per oggetto diritti
reali in uno dei comuni facenti parte del proprio distretto.
In caso positivo verrà fornito
un registro, chiamato repertorio, a chi sta effettuando
l’ispezione (a tal proposito,
esiste un repertorio per le
trascrizioni ed uno per le i80 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
DAL COLLEGIO DI LODI
scrizioni).
Le prime (trascrizioni) riguardano i passaggi di proprietà (sia tra vivi che mortis
causa), la costituzione, la
soppressione e la modifica
dei diritti reali di godimento
(usufrutto, superficie, servitù ad esempio) ed i pignoramenti (cfr. art.2643 – 2644 –
2645 codice civile riportato
in principio).
Le seconde (iscrizioni) evidenziano la presenza di ipoteche su un determinato
bene (cfr. art.2808 codice civile citato).
Vi sono poi gli annotamenti
che vengono posti a margine
delle trascrizioni e delle iscrizioni per segnalare l’esistenza di atti che hanno in
qualche modo interessato le
precedenti formalità: ad esempio, cancellazione del
pignoramento o dell’ipoteca, oppure il frazionamento di quest’ultima.
Il repertorio cartaceo
delle trascrizioni riporta:
1. nome e cognome, il luogo
e la data di nascita della
persona nei confronti
della quale si sta facendo
l’ispezione;
2. trascrizioni a favore: ovvero tutti gli atti che hanno
comportato l’acquisizione
di un diritto a favore della
persona nei confronti
della quale si sta effettuando l’ispezione (acquisti per esempio);
3. trascrizioni contro: ovvero
tutti gli atti che hanno
comportato la perdita di
un diritto da parte della
persona nei confronti
della quale si sta facendo
l’ispezione (ad esempio
vendite).
Sul repertorio, le trascrizioni a favore e contro (c.d.
formalità) sono indicate con
una data e due numeri: il
primo, quello più elevato,
corrisponde al generale
mentre il secondo, quello
più piccolo, al particolare.
Con questi estremi (data e
numero particolare) è possibile consultare i volumi ove
sono rilegate le note di trascrizione e iscrizione (le
note possono considerarsi
un riassunto dell’atto) oppure quelli dove sono rilegati gli atti (c.d. Titoli) e
quindi conoscere nel dettaglio il contenuto di quanto
convenuto tra le parti.
Si segnala che in alcune Conservatorie – come ad esempio a quella di Milano –
la ricerca della nota di trascrizione e iscrizione o dei titoli, avviene attraverso il numero generale invece del
particolare.
Il repertorio cartaceo
delle iscrizioni riporta:
1. nome e cognome, il luogo
e la data di nascita della
persona nei confronti
della quale si sta facendo
l’ispezione;
2. data e due numeri: il
primo, quello più elevato,
corrisponde al generale
mentre il secondo, quello
più piccolo, al particolare.
Come per le trascrizioni, con
questi estremi (data e numero
particolare) è possibile con-
sultare i volumi
delle note o quelli
degli atti (c.d. Titoli) e quindi conoscere nel dettaglio
il contenuto il contenuto di quanto convenuto
tra le parti.
Anche per le iscrizioni, in alcune Conservatorie – come
ad esempio a Milano – la ricerca della nota di trascrizione o dei titoli avviene attraverso il numero generale
invece del particolare.
Ispezioni telematiche
Le ispezioni telematiche
possono essere fatte direttamente dal proprio studio
(in seguito ad un abbonamento fatto con Geoweb o
direttamente con Sister) o
presso una qualsiasi Conservatoria e comprendono il
periodo che va dalla meccanizzazione alla data odierna.
La ricerca può essere limitata agli atti depositati
presso una determinata
Conservatoria oppure essere estesa all’intero territorio nazionale. Inoltre può
essere nominativa oppure
mirata ad un determinato
immobile nei confronti dei
quali è focalizzato il nostro
interesse; in tal caso si utilizzando gli estremi catastali
(Comune, Sezione, foglio,
mappale e subalterno).
“L’ispezione per soggetto
può essere effettuata secondo tre modalità: per dati anagrafici (persona fisica: con
nome cognome luogo e data
di nascita della persona interessata), per denominazione
(persona non fisica: denominazione o ragione sociale e
sede legale) e per codice fiscale
(persone fisiche e non fisiche).
Per i primi due tipi la ricerca
può essere ristretta o ampliata (con maggiori possibilità di trovare il soggetto richiesto); è possibile reperire anche tutti gli altri soggetti che hanno lo stesso codice fiscale del soggetto rinvenuto (c.d. omocodici)
anche se con diversa denominazione o dati anagrafici.”
Se l’ispezione è fatta per immobile, bisogna fare attenzione alla descrizione catastale che il bene ha avuto nel
tempo, perché il sistema focalizza la ricerca sui soli dati
forniti e non su quelli che aveva il bene prima della sua
attuale identificazione. Occorre inoltre tener presente
che, ad oggi, la ricerca fatta
per immobile non riesce ancora a coprire il ventennio
(cosa che sarà comunque possibile fare nei prossimi anni).
Il risultato della ricerca in
base alla selezione è la
stampa di un elenco sintetico
delle formalità, contenente i
dati identificativi delle trascrizioni, delle iscrizioni e
delle annotazioni (queste ultime distintamente se riferite a formalità del periodo
non meccanizzato).
Individuata la formalità o le
formalità che interessano, è
possibile richiederne la
stampa integrale (delle note
di trascrizione, iscrizione e
di annotamento).
La consultazione dei titoli
(atti) è possibile invece solo
presso la Conservatoria
competente per territorio
secondo le modalità descritte per le ispezioni cartacee.
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 81
TECNICA
Andrea Botti
N
el nostro paese
sono attualmente
presenti numerose realtà estrattive e di trasformazione che, pur non
possedendo, in termini di estensione territoriale, produzione ed export, i numeri
del marmo di botticino, vengono apprezzate, sia per la
qualità della materia estratta sia per quella del prodotto finito. Pietre che, in
molti casi, devono la loro
fama al lavoro di grandi protagonisti della storia dell’architettura, da Benedetto Antelami a Jacopo Sansovino,
dal Sanmicheli a Palladio e,
molto più recentemente, a
quello di alcune archistar del
contemporaneo che, attraverso le loro scelte, hanno
contribuito a perpetuarne il
prestigio nel tempo. Fra
queste vale la pena segnalare due materiali lapidei di
antica tradizione apprezzati
dai progettisti: la Pietra di Vicenza e il Marmo Rosso Verona, litotipi1 che, come spesso accade, indicano già nel nome
i luoghi di provenienza, sinonimo di un radicamento
che è autentico valore aggiunto e garanzia di qualità.
La Pietra di Vicenza è un calcare
di origine sedimentaria 2 ,
composto da frammenti fossili legati da un impasto cementante di colore paglierino chiaro, coltivato in galleria nei colli Berici3, in particolare nelle zone di S. Gottardo, Costozza, Zovencedo
e Grancona. Il diverso ambiente di formazione ne determina le caratteristiche salienti ed i fossili contenuti
rappresentano una sorta di
Dna della materia oltre che
82 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
Geografia litica:
le pietre del Veneto
una peculiarità estetica.
Come la maggior parte delle
pietre naturali essa non possiede una colorazione uniforme, tuttavia, pur generalizzando, è possibile affer-
il tempo s’indurisce progressivamente (attraverso
un processo di cristallizzazione) e la pigmentazione,
calda e luminosa, tende, nel
corso degli anni, a trasfor-
mare che, a seconda dei
composti minerali presenti,
si caratterizza per tre tendenze cromatiche: il bianco,
il giallo e il grigio. Appena estratta, questa pietra risulta
tenera, dotata di una duttilità che la rende incline a
ogni tipo di lavorazione, con
marsi nei toni del grigio. La
sua nota resistenza alle intemperie è dovuta al fenomeno della carbonatazione: l’umidità prodotta dagli agenti
atmosferici, penetrando
nella materia litica scioglie
una parte di calcare che, in
soluzione, migra verso l’e-
sterno depositandosi sulla
superficie a formare uno
strato di calcite che qui solidifica, portando a una riduzione della porosità e a un
aumento della resistenza all’acqua e al gelo.
Già conosciuta in età romana, questa pietra deve la
sua notorietà al Palladio che,
nella seconda metà del ‘500,
la impiegò largamente nella
realizzazione delle celebri
ville della campagna veneta.
Oggi viene impiegata nel
settore dell’arredamento e
dell’architettura per interni
ed esterni ed è presente sul
mercato in molteplici formati e finiture superficiali,
fra le quali: piano sega, levigatura, spazzolatura (anticatura),
bocciardatura, sabbiatura.
Fra le più famose e recenti
realizzazioni con questo materiale, vanno segnalate: la
sede della DZ Bank a Berlino
progettata dall’architetto americano Frank O. Ghery e il
Mart di Rovereto firmato
dallo svizzero Mario Botta.
Nel ’94, Ghery, la scelse per
rivestire le facciate di un gigantesco complesso (un
vero e proprio isolato urbano) nel centro della capitale tedesca, grazie alla sorprendente somiglianza con
la pietra impiegata, nel 1791,
da Carl Gotthard Laughans
nella Porta di Brandeburgo.
Il prospetto nord della DZ
Bank, esempio d’impiego “estremo” della materia litica,
fu rivestito da una composizione di monoliti accostati
uno accanto all’altro quasi ad
annullare la percezione dei
giunti4. Tali soluzioni richiesero l’adozione di sistemi
produttivi speciali (dalla se-
TECNICA
Nella pagina di sinistra: Pietra
Gialla di Vicenza e Villa “La
Rotonda” in provincia di Vicenza.
gagione dei blocchi, al taglio
e alla finitura) e l’impiego di
un sistema d’ancoraggio del
tipo “puntuale”, fissato a una
gabbia strutturale in acciaio,
capace di sostenere elementi con spessori di cm 18
e dimensioni da cm 280x420
(scelte in proporzione alle
In questa pagina, a sinistra: Berlino,
DZ Bank, fronte sud. A destra,
idem, fronte nord.
misure dei rocchi delle colonne e degli spessori delle
cornici della Porta di Brandeburgo), garantire l’indipendenza ad ogni monolite dal
punto di vista statico e manutentivo, nonché sopperire
al comportamento fragile del
materiale.
Per il prospetto sud furono
scelte lastre di vari formati
con dimensioni più contenute: da cm 120x150 a cm
75x130, spessori compresi
fra cm 5 e 8 con ancoraggi
puntuali e staffe in lega speciale di alluminio.
A distanza di un anno dalla
conclusione del cantiere
berlinese, a Rovereto fu inaugurato il Mart, Museo di arte
contemporanea: il nuovo polo
culturale della città, collocato lontano dal fronte urbano, nato da un intervento
destinato a trasformare lo
spazio fra gli antichi edifici in
un viale d’accesso ad una
“piazza” circolare, parzialmente coperta da una cupola vetrata: “cuore” baricentrico del nuovo complesso e immagine dell’insieme museale. Il rivestimento delle facciate, cita-
99x51,5 per quelle circolari
che delimitano lo spazio coperto. Ognuno degli oltre
16.000 manufatti impiegati
fu dotato di quattro ancoraggi puntuali e un dispositivo di fissaggio che consente la rimozione di ciascuno di essi tramite un sistema di sblocco e scivolamento verticale rispetto alla
retrostante parete ventilata
su telaio, in grado di garantire il massimo contenimento delle dispersioni termiche e una notevole economia di manutenzione.
Anche il marmo Rosso Verona è
un calcare conosciuto fin
dall’antichità. Presenta un
fondo rosso-aranciato con
macchie dovute a residui
fossili, talvolta evidenti, in
forma di conchiglie con varie
dimensioni e coltivato in
cave a cielo aperto della Val-
zione delle modanature e
delle pietre d’angolo dei palazzi settecenteschi adiacenti, è in Pietra di Vicenza
dello spessore di cm 4, secondo due soluzioni: in lastre piane da cm 107x51,5
per le pareti lineari e lastre
concave e convesse da cm
pollicella. La variante più
apprezzata è il Rosso Ammonitico5, cavato principalmente
nel Monte Pastello e sui
monti del versante occidentale della Val d’Adige, compresi tra i paesi di Sant’Ambrogio e Monte. Il marmo veronese è apprezzato e utilizIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 83
TECNICA
Mart (Rovereto), prospetto sulla
piazza interna.
zato fin dall’antichità, modellato in colonne, manufatti a basso spessore, bassorilievi e sculture per decorare palazzi e chiese, non
solo a Verona ma in tutta Italia. Lo si ritrova sulla facciata del Palazzo Ducale e
nella Basilica di San Marco a
Venezia e, in particolare, nel
Battistero di Parma realizzato nel XIII secolo dallo
scultore-architetto Benedetto Antelmi.
U
tilizzato per pavimentazioni e rivestimenti in esterni
e interni è attualmente disponibile in vari formati e
numerose soluzioni di lavorazione superficiale fra le
quali: lucidatura, levigatura, spazzolatura, sabbiatura, bocciardatura,
”a spacco”.
Fra le opere più recenti
vanno segnalate due realizzazioni firmate da Mario
Botta: il Centro pastorale Giovanni XXIII di Paderno Seriate
e la nuova facciata della Parrocchiale di Sant’Antonio Abate
a Genestrerio nella Svizzera
italiana.
In entrambe i casi, attraverso
un percorso progettuale
spesso audace, ma rispettoso del genius loci e della tradizione, l’architetto svizzero,
propone soluzioni capaci di
rinsaldare la frattura tra
“luogo del sacro” e città attuale. La pietra, impiegata
per rivestire superfici orizzontali e verticali, interne ed
esterne, assume in queste architetture una doppia valenza: esalta l’atto del costruire «…una azione che trasforma una condizione di natura in una condizione di cul84 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
TECNICA
A sinistra: Marmo Rosso di Verona e
Fonte battesimale nel Battistero di
Parma.
In basso: Parrocchiale di
Sant’Antonio Abate, Genestrerio,
Canton Ticino.
tura» e garantisce la permanenza nel tempo, la necessità
dell’uomo di sopravvivere
alle «…precarietà del suo essere e del suo operare…»6.
Il Rosso Verona, trattato a
spacco, è impiegato per rivestire i volumi del Centro
pastorale in provincia di
Bergamo, concluso nel 2004.
Qui la pietra si esprime attraverso la chiarezza e il rigore della geometria di una
costruzione monumentale,
con una pianta quadrata ad
aula nella quale l’altezza di
22 m è la dimensione dominate. I differenti volumi che
compenetrandosi definiscono la forma della facciata
(quinta architettonica del
sagrato) e dei tre prospetti,
sono enfatizzati dall’impiego di un rivestimento in
spaccatelli di Rosso Verona: manufatti realizzati in serie, a
basso spessore, profilo regolare, faccia a vista lavorata
“a spacco” e lati rifilati. Gli elementi sono posati a diretto contatto fra di loro
senza alcuna soluzione di
continuità, fissati al paramento murario mediante
malta cementizia. Il risultato
è una superficie scabra che
da lontano è letta nella sua
impeccabile uniformità materica e cromatica, da vicino
si trasforma attraverso la
scansione ritmica dei giunti,
appena percepibili, fra un
corso e il successivo.
Una soluzione analoga è riscontrabile anche nella
nuova facciata della Parrocchiale di Sant’Antonio Abate.
Qui Botta, interviene sulla
facciata di una chiesa in precario stato di conservazione.
Il progetto, prevede la sovrapposizione di un nuovo
fronte principale con dimensioni superiori rispetto
a quello originario e da esso
opportunamente distanziato (attraverso l’inserimento di un giunto tecnico).
Conservazione e trasformazione trovano una sintesi attraverso un intervento che
tutela l’esistente grazie a
una coraggiosa reinvenzione compositiva.
La facciata, ora, parla un linguaggio contemporaneo
che guarda alla tradizione
gotica d’oltralpe ed esalta la
presenza della piccola
chiesa rispetto alla piazza
antistante e alle strade limitrofe. La pietra, lavorata “a
spacco” e posata su sottostante struttura in calcestruzzo, presenta una superficie perfettamente omogenea nella sua irregolarità.
Le variazioni cromatiche
rendono vibranti alla luce
del sole le tre superfici inclinate ed enfatizzano le linee
oblique di raccordo nel gigantesco portale strombato
che sembra voler accogliere
i fedeli alla preghiera.
❑
Sotto: Centro pastorale Giovanni
XXIII, Paderno Seriate.
Bibliografia di riferimento
AA.VV., Architetture del sacro- preghiere di pietra, ed. Compositori, Bologna, 2005
F. GRASSI, Colli Berici, Ed. Papergraph, Verona, 2000
V. PAVAN, Pietra: il corpo e l’immagine, Arsenale editrice, Verona, 2003
V.PAVAN a cura di, Nuova architettura in pietra in Italia, ed. Gruppo editoriale Faenza, Verona,
2002
R. STRATI a cura di, Atlante dei materiali di cava, Motta editore, supplemento Area 60.
Note
Per qualsiasi informazione specifica in merito alle caratteristiche fisiche dei materiali citati si consiglia di rivolgersi alle aziende di settore. A tale proposito si rammenta che, secondo quanto trattato in Riflessioni sulla “Marcatura CE” dei prodotti in pietra, “Il geometra bresciano” 2 /2012, è obbligatoria la marcatura CE per i prodotti realizzati in pietra naturale.
2
Si caratterizza per una duplice formazione, clastica e biogena, poiché risulta sia dalla deposizione di materiale marnoso trasportato dai fiumi al mare, sia dalla sedimentazione
di scheletri d'organismi acquatici. FRANCESCO GRASSI, Colli Berici, Ed. Papergraph, 2000
3
Cinquanta milioni d’anni fa, la zona dei Colli Berici era interamente sommersa dalle
acque; in quest’ambiente marino si forma la Pietra Berica.
4
Le lastre sono state poi trattate con un protettivo (impregnante al silicato) e le sigillate
con uno stucco di colore analogo alla pietra.
5
Il nome deriva dalle raffigurazioni di Giove Ammone, divinità romana, rappresentata con
corna a spirale.
6
AA.VV., Architetture del sacro - preghiere di pietra, ed. Compositori, Bologna, 2005
1
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 85
GEOLOGIA
Giovanni Fasser
I
geositi sono elementi, aree o località
di interesse geologico di rilevante valore naturalistico ed importanti testimoni della storia della Terra.
Essi rendono peculiari alcuni luoghi nei territori in cui
sono inseriti per i loro specifici fattori fisici, morfologici,
climatici e strutturali; rappresentano un patrimonio
geologico inestimabile che
deve essere tutelato come
tutte le diverse componenti
del paesaggio. A differenza
di quanto accade in molti
paesi nel mondo, in Italia
molti di essi sono sconosciuti o scarsamente valorizzati, anche se rappresentano un immenso patrimonio in relazione a nuove
forme di turismo (GeoTurismo), che guarda con crescente interesse alla “geodi-
I geositi: risorse
per la valorizzazione culturale
e turistica di un territorio
versità” come base della
biodiversità e agli ambienti
naturali più in generale.
Un geosito è un bene naturale non rinnovabile.
Con il termine geositi si indicano i beni geologici e geomorfologici di un territorio,
intesi quali elementi di
pregio scientifico e ambientale del patrimonio paesaggistico. Si tratta in genere di
architetture naturali, o singolarità del paesaggio, che
testimoniano i processi che
hanno formato e modellato
il nostro pianeta. Forniscono
un contributo indispensabile alla comprensione della
storia geologica di una regione e rappresentano valenze di eccezionale importanza per gli aspetti paesaggistici e di richiamo culturale, didattico, ricreativo e
turistico.
“Un geosito può essere definito come
località, area o territorio in cui è possibile individuare un interesse geologico o geomorfologico per la conservazione.” (W.A.P. Wimbledon,
1996)
È utile sottolineare come la
geologia possa rivelarsi una
chiave di lettura forte per la
comprensione di un territorio e quindi per la sua valorizzazione culturale e turistica.
Il censimento dei geositi
Dal 1995, col sostegno dell'UNESCO, sono nati numerosi progetti a scala mondiale dedicati allo studio ed
alla valorizzazione del patrimonio geologico:
• Working Group on Global
Geosites dell'International Union of Geological
Sciences;
• Geomorphological Sites
dell' International Association of Geomorphologist;
• Programma
ProGEO.
In Italia, a partire dagli anni
’90, diverse iniziative a carattere nazionale,
86 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
regionale e locale, con il
supporto scientifico delle università, contribuirono a
diffondere la conoscenza
del patrimonio geologico italiano. In quegli anni nacque l’idea di realizzare un
censimento dei geositi e il
Servizio Geologico Nazionale venne indicato quale
miglior candidato al coordinamento nazionale delle diverse iniziative avviate a livello locale.
Il progetto “Il Censimento
Nazionale dei Geositi” fu avviato dal Servizio Geologico
Nazionale nel 2002, in collaborazione con il Dipartimento Polis dell’Università
di Genova, ProGeo e Sigea,
proseguito dall’Apat e, dal
2008 ad oggi, dal Dipartimento Difesa della Natura
dell’Ispra. Ad oggi l’inventario comprende circa 3700
geositi censiti sul territorio
nazionale, in continua evoluzione.
La banca dati Geositi è consultabile on line all'indirizzo: http://sgi2.isprambiente.it/geositiweb/
Oltre ai geositi in senso
stretto ci sono altri tipi di
beni geologici :
GEOLOGIA
Alla pagina precedente: calanchi ad
Atri e la carta dei geositi pubblicata
dall’Ispra.
GSSP (Global Stratotype
Section and Point)
Un GSSP è una successione
rocciosa che contiene al suo
interno un punto che rappresenta il limite fra due
piani della scala cronostratigrafica standard globale. Si
tratta dunque di geositi di
importanza mondiale in
quanto rappresentano lo
standard di riferimento globale per la definizione di un
determinato limite cronostratigrafico, ossia la base di
una unità di vario rango.
Ogni GSSP (golden spike =
chiodo d'oro) viene scelto
dopo approfondite e documentate ricerche, da parte
degli specialisti di quel particolare intervallo temporale (Università, centri di ricerche, ecc.) e votato da
un’apposita commissione
della Ics (International Commission on Stratigraphy), organo
della Iugs (International Union of
Geological Sciences). In Italia attualmente si trovano 9 tra i
GSSP finora definiti: 3 sono
in Sicilia, 2 nelle Marche, 1 in
Piemonte, 1 in Lombardia, 1
in Calabria e 1 nel Trentino
Alto Adige. Il geosito di Romanterra a Bagolino, valle
del Caffaro, provincia di Brescia, definisce il limite tra
l'Anisico e il Ladinico (Triassico medio, Mesozoico).
Una veduta del Gruppo di Brenta
compreso nel geoparco AdamelloBrenta;
sono stati adottati per tutelare le aree più importanti
dal punto di vista geologico
nella sua accezione più
ampia. È tuttavia la più recente strategia dei Geoparchi, lanciata nel 2000 con
l’avvio della Rete dei Geoparchi Europei (Egn) e consolidata nel 2004 con l’istituzione della Rete Globale dei
Geoparchi sotto l’egida dell’Unesco, che interpreta perfettamente le politiche di
conservazione e di valorizzazione del patrimonio geologico e le integra nell’ambito delle più articolate azioni finalizzate alla tutela
attiva delle risorse ambientali e allo sviluppo sostenibile a livello locale.
L’Italia è ben rappresentata
nel panorama internazionale con ben otto Geoparchi
riconosciuti nella Rete Eu-
ropea e nella Rete Globale
(Unesco), una testimonianza
autorevole, per nulla esaustiva, dell’immenso patrimonio geologico del nostro
Paese. Nella nostra provincia, al confine con quella
di Trento, abbiamo il geoparco Adamello-Brenta.
P
er tutelare e valorizzare le particolarità del suo patrimonio geologico, il Parco
Naturale Adamello Brenta
nel 2008 è entrato a far parte
della Rete Europea e Mondiale dei Geoparchi sotto
l’egida dell’Unesco, riconoscendo così l’importanza
geologica del territorio compreso tra il Trentino e la
Lombardia e dei 38 Comuni
ad essa afferenti. Esattamente un anno dopo, il 26
giugno 2009, vi è stato un
altro importante riconoscimento: le Dolomiti di
Brenta, assieme ad altri 8
gruppi dolomitici appartenenti a 5 provincie diverse,
sono entrate a far parte della
Lista del Patrimonio Unesco
dell'Umanità.
Parchi geominerari
I minerali e le rocce hanno
da sempre costituito una
materia molto utile alla vita
umana, e per poterli estrarre
e sfruttare al meglio sono
state elaborate tecniche e
sistemi ingegnosi. Si pensi
all'importanza che hanno avuto nella storia, sin dall'epoca pre-romana, i siti minerari delle nostre valli con lo
sviluppo nei secoli dell'economia legata alla lavorazione del ferro e dei suoi derivati.
Un parco geominerario è un
Geoparchi (Geopark)
La salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio geologico rappresenta a livello
internazionale e nazionale
un fattore fondamentale
nell’ambito delle più ampie
politiche di gestione delle
risorse naturali. Diversi sono
gli atti e i provvedimenti che
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 87
GEOLOGIA
Veduta della miniera di Pezzaze in
Valle Trompia.
Doline dell’Altopiano di Cariadeghe
a est di Brescia.
territorio che è stato oggetto
di estrazione di minerali o di
altri materiali geologici dalla
terra (miniera). La stessa estrazione delle sostanze utili ha comportato una trasformazione sostanziale del
paesaggio, modificando l’aspetto sia dell’area del sito
di estrazione (miniera o
cava) sia di tutto l’intorno in
cui si collocano le aree di
prima lavorazione. Proprio
per questo ruolo cardine che
i siti geominerari hanno
svolto nel corso dei secoli, la
recente normativa sui Beni
Culturali (Codice dei beni
culturali e del paesaggio,
DL. n.42/04) quando questi
presentino caratteristiche
storiche ed etno-antropologiche, li include tra i beni
culturali da tutelare.
Nel territorio italiano, fortemente antropizzato, diverse
aree, in cui l’attività estrattiva è cessata del tutto o in
parte, presentano tali carat88 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
teristiche; alcune di queste
hanno ottenuto riconoscimenti specifici, diventando
parchi, ecomusei, villaggi
minerari, ecc.
A differenza dei parchi naturali che tutelano ecosistemi
e le specie, quelli geominerari non necessitano di continuità spaziale per perseguire i propri obbiettivi di
tutela, pertanto i parchi geominerari sono spesso costituiti da più siti puntiformi
(miniere, industrie di lavorazione, musei) che si possono
trovare a distanze di diversi
chilometri uno
dall’altro, ma che
fanno parte di
uno stesso sistema produttivo e contribuiscono a ricostruire la storia
delle attività umane, e la complessa articolazione delle strutture geologiche.
Un esempio può
essere quello
del Parco geominerario dell'Isola
d'Elba.
Rientrano nella
categoria dei
geositi anche
molte aree protette come riserve naturali
di istituzione nazionale
(parchi, riserve, monumenti
naturali), regionale e locale.
Inoltre si devono considerare anche molte zone legate alla “Rete natura 2000”,
istituita dalla Direttiva Habitat (Dir. 92/43/Cee), comprendente aree ad elevata
naturalità, la cui funzione è
la tutela e la conservazione
della biodiversità (e geodiversità) sul continente europeo; tra esse rientrano i
numerosi S.I.C. (siti di interesse comunitario) e Z.P.S.
(Zone di protezione Speciale) presenti in Italia e
anche nella nostra regione.
I Geositi in Lombardia
La regione Lombardia si è
dotata di un ricco elenco di
aree naturali da tutelare per
i valori floristici, faunistici e
geologici; sono state quindi
avviate numerose attività di
tutela e valorizzazione delle
aree protette lombarde, in
applicazione della Legge
Regionale 86 del 1983. Tra
queste aree sono frequenti
le testimonianze geologiche
(geositi), spesso poco percepite al di fuori della ristretta cerchia degli addetti
ai lavori, che sono state oggetto di iniziative di valorizzazione, sia pur frammentarie. Tra i geositi in senso
stretto si possono ricordare
le esperienze del parco geologico di Chiareggio (So), di
quello paleontologico di
Cene (Bg) e l'icnosito di
Zone (impronte di dinosauri) e dei parchi minerari
dei Piani Resinelli (Lc), di
Schilpario e della Val
Trompia (Bs).
Con l’approvazione del
Piano Territoriale Regionale
(Ptr), nella sezione specifica
GEOLOGIA
In basso, il geosito di Romanterra nel
Comune di Bagolino; a destra, la
tavola esplicativa del medesimo
geosito, a cura del dr. Paolo Schirolli
del Museo di Scienze Naturali di
Brescia.
del Piano Paesaggistico Regionale (2008) sono stati introdotti i geositi, censiti nel
numero di 264 sull’intero
territorio regionale, assoggettandoli a una normativa
specifica.
Nella provincia di Sondrio,
per esempio, si ha il geosito
delle cave di pietra ollare,
che da secoli contraddistinguono in positivo un settore
significativo dell’economia
della provincia, o quello
della Val di Mello, dove la
geologica locale, con le intrusioni granitiche della Val
Masino-Bregaglia, ha favorito la frequentazione da
parte di una comunità,
quella dei “sassisti”, che si è
spinta a ridefinire la toponomastica stessa della valle, in
un atto di gioiosa riappro-
priazione dei luoghi che di
rado è concessa all’uomo
moderno, nel rigoroso rispetto dell'ambiente.
I Geositi
in provincia di Brescia
Anche in provincia di Brescia
sono presenti numerosi
geositi, oltre alle altre aree
protette, parchi e riserve naturali, che rispecchiano la
grande varietà degli ambienti naturali, da quelli alpini, prealpini e lacustri a
quelli della pianura.
Uno dei geositi più singolari
è rappresentato dal Monumento naturale Altipiano di
Cariadeghe, nel comune di
Serle, pochi chilometri ad
est del capoluogo, meta di
escursionisti e amanti della
natura, ma soprattutto il paradiso degli speleologi.
L’altopiano di Cariadeghe si
estende su un territorio ondulato che va da 700 ai 1170
m s.l.m. nelle Prealpi Bresciane. La natura carsica del
sottosuolo rappresenta una
delle manifestazioni più estese in Lombardia: sono
presenti numerose doline,
grotte, inghiottitoi. Si hanno
soprattutto doline di soluzione a forma di imbuto, più
rare sono le doline di crollo.
Il carsismo profondo è rappresentato da numerose
grotte ad andamento prevalentemente verticale, in
esso vive una microfauna caratteristica (molte specie
sono state scoperte e classificate per la prima volta proprio in queste grotte). Una
conseguenza del carsismo è
la mancanza di idrografia superficiale.
Di notevole interesse scientifico è il Geosito (Gssp) di
Romanterra, Bagolino, Valle
del Caffaro, che segna il limite tra l’Anisico e il Ladinico (Triassico medio) ed è
stato formalizzato dalla
Commissione Internazionale per la Stratigrafia (Ics),
dell’Unione Internazionale
delle Scienze Geologiche
(Iugs) nella primavera del
2005. La datazione del limite
Anisico/Ladinico è stata determinata mediante studi
magnetostratigrafici e raIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 89
GEOLOGIA
Veduta parziale dell’icnosito di Zone.
Il geosito, recentemente istituito, è di
grande importanza scientifica.
dioisotopici: ciò ha
permesso di attribuire al Gssp una età
assoluta di circa 241
m.a.
Il sito è localizzato in
una serie ben esposta
nella zona lungo
l’alveo del Fiume Caffaro, in prossimità
della frazione di Romanterra, in cui il
fiume attraversa a sud
il Comune di Bagolino. Nei periodi caratterizzati da precipitazioni particolarmente abbondanti
(periodi di grassa idrologica) l’area è
spesso non visitabile
perché sommersa. Il
geosito è stato istituito, con il contributo del
dr. Paolo Schirolli (museo di
Scienze, Brescia), nel 2010.
L’icnosito di Zone é un geosito di recente istituzione,
anch'esso di grande importanza scientifica, perché
sono state rinvenute delle
impronte di un vertebrato
(archeosauro) del Triassico.
L’affioramento è situato circa
1 Km a nord del paese di
Zone, lungo l’Antica Strada
Valeriana. Le impronte si
trovano su alcuni piani di
90 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
strato della formazione rocciosa denominata Arenarie
di Val Sabbia. In questo “icnosito” è presente un’associazione a tetrapodi importante poiché rappresenta la
prima associazione di impronte di tipo chiroteriano,
trovate in Lombardia, risalenti al Triassico superiore.
Poco più a valle, nei pressi
della località Cislano, si ha la
Riserva regionale, di tipo
geomorfologico e paesistico, istituita dalla Regione
Lombardia nel 1984 (D.G.R.
n. 1844 del 19 dicembre
1984) delle Pramidi di terra
di Cislano, Zone.
Le “piramidi di erosione”
sono il prodotto di un fenomeno che si sviluppa in depositi glaciali di natura limoso-ghiaiosa parzialmente cementati o “sovraconsolidati”, in cui siano inclusi grossi massi di roccia.
Sui pendii composti da tali
materiali le acque meteoriche asportano rapida-
mente la matrice limosa del deposito, isolando a poco a poco
i massi di roccia lapidea che, esercitando una azione
“protettiva” (ad ombrello) sul materiale
sottostante, vengono
a creare dei pinnacoli
di “terra” (ossia il deposito ghiaioso - limoso) con al culmine
appunto detti massi,
dando origine al fenomeno delle “piramidi
di terra (earth pillars)”. Tali pinnacoli risultano altresì riparati
da una pellicola protettiva, derivante dal
dilavamento dei composti limoso-argillosi
(argilla insolubile) che formano i depositi glaciali di
fondo. I cappelli delle piramidi sono massi di Arenaria
rossa (Verrucano Lombardo)
Porfiriti, Tonalite e Quarzite
che talvolta raggiungono dimensioni notevoli, fino a 6
metri di diametro, mentre
l’altezza delle “piramidi”
varia da 10 a 30 metri circa.
❑
CONDOMINIO
Francesco Ganda
Scarichi e ascensore
a separato utilizzo
Scarichi
La vita condominiale scopre
sempre delle “cose comuni”che sono ad uso separato.
Cassazione civile, Sezione II,
25 giugno 2012, n. 3 C.c. opera anche per l’impianto di
scarico delle acque con riferimento alla parte dell’impianto che raccoglie le
acque provenienti dagli appartamenti e, quindi, che
presenta l’attitudine all’uso
e al godimento collettivo
che, diramandosi da detta
colonna condominiale di
scarico, serve un appartamento di proprietà esclusiva. La Corte ha escluso
l’applicabilità di tale presunzione a condotte fognarie che servivano esclusivamente una parte di un
condomino, dispensando il
condominio dal realizzare opere di intervento per evitare i rigurgiti di acque fecali
nei locali di proprietà del
condomino stesso.
per la legittimità della delibera di installazione dell’ascensore nel caso in cui vi
siano condomini dissenzienti che si oppongono ad
essa – è stato affermato che:
– dal momento che l’ascensore costituisce un servizio
suscettibile di utilizzazione
separata, non comportando
per i dissenzienti alcun onere economico, non è indispensabile che dall’innovazione debba derivare per il
condomino dissenziente un
vantaggio compensativo rispetto al pregiudizio che lamenta;
– se sono consentite le innovazioni che, recando utilità a
Ascensori
L’installazione in un edificio
in condominio (o in una
parte di esso) di un ascensore di cui esso prima era
sprovvisto costituisce, ai
sensi dell’articolo 1120,
comma 1, C.c., una innovazione, con la conseguenza
che la relativa deliberazione
deve essere presa con la
maggioranza prevista dall’articolo 1136, comma 5, C.c.
(Cass. sent. n. 1529 dell’11
febbraio 2000).
Invece con la (di poco precedente) sentenza n. 20902
dell’8 ottobre 2010 – emessa
in relazione alle condizioni
tutti i condomini tranne uno,
comportino per quest’ultimo un pregiudizio limitato
e che non sia tale da superare i limiti della tollerabilità, allora il discrimine tra
innovazione legittima e innovazione illegittima non
può essere individuato in astratto, ma deve essere valutato in concreto dal giudice tenendo conto del fatto
che un pregiudizio limitato è
irrilevante e che l’unico limite insuperabile è costituito dalla tollerabilità dell’opera per il dissenziente,
che deve essere valutata tenendo conto non solo degli
eventuali aspetti patrimo-
niali, ma anche degli interessi complessivamente in
gioco.
Con quest’ultima sentenza
la Cassazione ha pure ricordato il proprio consolidato
orientamento (espresso
dalla sentenza n. 1529
dell’11 febbraio 2000) secondo cui l’installazione di
un ascensore in un edificio
che ne sia sprovvisto può essere attuata, riguardo un servizio suscettibile di separata utilizzazione, anche a
cura e spese di taluni condomini soltanto, purché sia
fatto salvo il diritto degli altri
di partecipare in qualunque
tempo ai vantaggi dell’innovazione, contribuendo nelle
spese di esecuzione dell’impianto e in quelle di manutenzione dell’opera; e che
la limitazione, seppure lamenta da alcuni condomini,
delle scale e dell’andito determinata dall’installazione
dell’impianto di ascensore a
spese degli altri condomini
non comporta, per l’innovazione così deliberata, la lesione del divieto disposto
dall’articolo 1120, comma 2,
C.c., nel caso in cui da essa
non derivi, sotto il profilo
del minor godimento della
cosa comune, alcun pregiudizio, perché non è previsto
che dall’innovazione debba
necessariamente derivare
per il condomino dissenziente un vantaggio compensativo (Cassazione, sentenza n. 9033 del 4 luglio
2001 e sentenza n. 4152 del
29 aprile 1994).
❑
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 91
CULTURA
Nicola Conenna*
L’idrogeno, energia pulita
per la salvaguardia
della natura
I
l sistema energetico
della Natura è organizzato quasi tutto su
base cellulare, quindi è
privo di centrali energetiche
e si alimenta sia in mare che
in terra con la fotosintesi clorofilliana. I fotoni provenienti dalla luce solare sono
intercettati e, attraverso un
complesso meccanismo
biochimico, utilizzati per
rompere il legame chimico
delle molecole d’acqua, ottenendo idrogeno e ossigeno. L’ossigeno viene liberato e l’idrogeno si lega con l’anidride carbonica presente
nell’aria, formando sostanze chimiche quali gli zuccheri.
Questo è quello che fa una foglia o, in mare, il fitoplancton.
Tutti sappiamo che le piante hanno bisogno di acqua e della
luce del sole.
Imitare la natura
Se noi, esseri umani, vogliamo disporre di un sistema energetico in grado di durare nel tempo senza fare danni, dobbiamo imitare il meccanismo della natura appena descritto.
L’idrogeno è molto adatto per questo.
Noi disponiamo già del fotovoltaico, sistema energetico abbastanza simile alla funzione clorofilliana, anzi, molto più efficiente. Questo va bene per catturare i raggi del sole, ma
non è sufficiente: abbiamo ancora bisogno del ciclo dell’acqua. L’idrogeno, il “generatore d’acqua”, è quello che ci
serve per chiudere il cerchio.
L’energia solare è la fonte primaria di energia ed è immensa,
oltre diecimila volte quella che attualmente utilizziamo. È
necessario però accumularla, perché di notte non la riceviamo.
Attualmente, come accumulo dell’energia solare, utilizziamo gli idrocarburi fossili, che sono anch’essi originati
dalla fotosintesi crolofilliana, ma attraverso processi della
durata di centinaia di milioni di anni, quindi sono praticamente no rinnovabili. Bruciandoli, i loro prodotti di combustione crano diversi problemi a livello locale (nocività per la
Il prof. Nicola Conenna, fisico, è Presidente dell’Università dell’Idrogeno (Fondazione
H2U - The Hydrogen University). Si interessa principalmente di energia e di mare. Si
occupa da oltre trent’anni di energie rinnovabili, politiche energetiche, idrogeno. È stato
oceanografo fisico, si è occupato di conservazione della natura e dell’ambiente marino.
Ha realizzato la “Cittadella dell’Idrogeno”, primo impianto dimostrativo fra i più completi. Sta ora realizzando H2M, impianto sempre dimostrativo, ma questa volta mobile.
Per maggiori informazioni sui progetti consultare i siti www.unihydrogen.eu,
www.accaduenet.com e www.cambiamento.tv
92 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
salute) e a livello globale (riscaldamento del pianeta: il
carbonio finito sotto terra ritorna in atmosfera).
Molto meglio utilizzare
l’acqua come accumulo. Con
il fotovoltaico la radiazione
solare diventa corrente elettrica. Con la corrente elettrica, mediante gli elettrolizzatori, possiamo scindere le
molecole dell’acqua per ottenere idrogeno e ossigeno;
l’idrogeno accumulato costituisce un accumulo di energia potenziale: ossidato
di nuovo restituisce corrente elettrica quando serve. Per
fare questo si utilizzano le celle a combustione, che corrispondono ad un elettrolizzatore fatto funzionare al contrario. Il principio di funzionamento è molto semplice: pensate ad un bicchiere d’acqua con due elettrodi dentro, e
l’aiuto di un catalizzatore. Nel caso di un elettrolizzatore daremo corrente elettrica agli elettrodi, ottenendo idrogeno
dall’acqua, nel caso della cella a combustione, invece, idrogeno, per ottenere corrente elettrica fra gli elettrodi. L’ossigeno è in scambio con l’aria. Non ci sono combustioni, l’ossidazione avviene a bassa temperatura, di solito una cinquantina di gradi. A queste temperature l’azoto dell’atmosfera non si ossida, quindi il nostro sistema rimane nel ciclo
dell’acqua a emissioni zero.
Non è proprio come in natura, ma ci somiglia molto. L’efficienza però è molto maggiore e ci fornisce l’elettricità con
cui noi siamo abituati a lavorare: illuminazione, motori elettrici, televisori, computer, telefoni, che in natura non si utilizzano.
Villaggio a idrogeno
Questo stesso sistema si può adattare ai nostri edifici (abitazioni e unità produttive) che devono produrre più energia
di quella che consumano. Per fare questo abbiamo bisogno
di un buon isolamento termico, di un orientamento adeguato e di apparecchiature elettriche, dall’illuminazione
agli elettrodomestici, ad alta efficienza energetica. E di fonti
di energia primaria rinnovabili, che possono variare secondo le caratteristiche del territorio.
Il sistema di accumulo ad idrogeno, che andiamo ad installare, fa le funzioni di una batteria ricaricabile. Con gli edifici
è meglio lavorare in termini di villaggio, piuttosto che di singola abitazione, perché molto più facile ed economico realizzare il modello precedentemente descritto, ripartendo i
carichi su più edifici.
CULTURA
Sarà molto importante il ruolo delle reti; gli edifici vanno collegati tra loro con una rete intelligente che gestisce il funzionamento delle celle a combustibile presenti nelle unità
abitative e produttive, consentendo un’efficienza energetica maggiore e l’installazione di celle a combustione di minore potenza, quindi più economiche. Con l’utilizzo di un idrogenodotto potremo mettere in rete anche l’drogeno,
oltre che l’elettricità.
L’
intero villaggio potrà essere comletamente autosufficiente. La copertura fotovoltaica, che dovrà
essere integrata con gli edifici, potrà essere diseguale, secondo le caratteristiche delle costruzioni. Nel complesso il villaggio disporrà di energia sufficiente. Il villaggio
nel suo insieme produrrà idrogeno con un elettrolizzatore,
che potrà essere di quartiere o di condominio, con un deposito di idrogeno in comune e delle tubature di collegamento.
Abbiamo così introdotto dei concetti importanti, che sono
l’autoproduzione di energia (fotovoltaico e celle a combustione) e la condivisione (reti dell’elettricità e dell’idrogeno). L’intero sistema potrà essere in isola o collegato a reti
più vaste. Il modello è quello di Internet, anche per le reti
elettriche.
Auto a idrogeno
Vediamo ora come il nostro sistema energetico può alimentare anche le autovetture e i mezzi di trasporto in genere, utilizzando il surplus di energia che produce, sostituendo i
carburanti tradizionali, benzina e gasolio, con idrogeno e
miscele di idrogeno e biogas prodotti da fonti rinnovabili.
L’ideale sarebbe utilizzare veicoli a motore elettrico alimentati a idrogeno mediante celle a combustibile, che sono
già esistenti, ma ancora molto costosi. In attesa di svilupparne di accessibili si possono utilizzare i veicoli già esistenti con motori a combustione alimentati a miscela di idrogeno con biogas, o idrogeno con biodiesel. In entrambi
i casi potremo ricaricare le nostre autovetture con l’energia
del villaggio, o delle singole unità abitative, utilizzando energie rinnovabili.
Ammettiamo di poter disporre subito di autovetture a trazione elettrica alimentata da celle a combustione a idrogeno. In questo caso disporremmo di una vera e propria centrale elettrica montata su quattro ruote. La potenza elettrica
di un’autovettura corrisponde, circa, a quella di venti appartamenti. Nel nostro villaggio potremmo disporre di box
di parcheggio, nei pressi della propria abitazione, dotati di
compressore per ricaricare i serbatoi dell’autovettura durante la sosta e di attacco elettrico. Quindi, nel corso della
notte, il nostro veicolo sarebbe rifornito per gli spostamenti
del giorno successivo entro i limiti della capacità del serba-
toio e potrebbe funzionare da centrale di produzione elettrica utilizzando l’idrogeno proveniente dall’idrogenodotto
locale. Si tratta della stessa funzione che può svolgere la
cella a combustione di casa, ma quella dell’automobile sarà
almeno dieci volte più potente. Così l’autovettura lavora
anche durante la sosta e si ripaga del suo costo vendendo
energia.
Si tratta poi di bilanciare bene il sistema energetico basato
sulle energie rinnovabili disponibili sul territorio, ma è possibile effettuare delle scelte progettuali in grado di assicurare l’autosufficienza energetica del villaggio, grantire il
rifornimento dei veicoli e generare un surplus in grado di alimentare attività produttive pulite. Questo sarà possibile
se l’efficienza energetica sarà molto alta, l’utilizzo dell’elettronica bilanci bene la rete intelligente e il posto scelto sia
adatto.
Queste attività andrebbero integrate con un’azienda agricola biologica in grado di produrre buona parte del cibo a
kilometri zero, e contribuire alla produzione di energia, in
linea con la propria vocazione tradizionale, dal momento
che anche il cibo è energia.
Vivere meglio
rispettando la Terra
Progetto affascinante ma poco realizzabile? La buona notizia è che lo stiamo già facendo.
In Pugli abbiamo già iniziato la progettazione finalizzata alla
realizzazione di due villaggi basati su questi principi. Uno in
montagna ad Accadia sui Monti Dauni, l’altro sul Gargano a
Vico, vicino al mare. Il criterio di progettazione sarà open source
tramite i nostri siti internet. Sarà possibile partecipare alla
realizzazione dei villaggi sempre contattandoci tramite i siti
internet. Sarà possibile partecipare ad un azionariato diffuso per la realizzazione dei villaggi.
N
ella Foresta Umbra sta nascendo la Scuola Garganica della Nuova Energia, nel cuore della foresta, dal momento che vogliamo fare riferimento
alle strategie fondamentali della natura. Chi lo desidera
potrà partecipare ai corsi.
L’idrogeno è il complemento necessario delle energie rinnovabili, la sua versatilità ci consentirà di metterlo alla base
di un nuovo modello di società dove l’autoproduzione e la
generazione diffusa porteranno a un nuovo modello economico decentrato, cui Internet ha già aperto la strada.
Se baseremo la nostra energia su rinnovabili e idrogeno non
ci sarà più il carbonio nel nostro ciclo energetico e potremo,
finalmente, iniziare a mettere freno al mutamento del clima
della Terra.
❑
Tratto da “Vivi consapevole” n. 31 novembre-gennaio 2013
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 93
CULTURA
Jean-Jacques Lequeu,
un talento, un visionario, un architetto
Franco Robecchi
L
a progettazione architettonica è notabile per varie
ragioni. Vi sono le ovvie attrattive derivanti dai contenuti, fatti di forme, di spazi, di armonie scultoree
e di suggestioni ambientali, nonché di proposte funzionali,
che migliorano, rivoluzionano, assecondano, o talora inceppano, le attività della nostra vita. Ma non sono meno interessanti le idee fantasiose di certa architettura, che si staccano dalla quotidianità per attingere alla fiaba. L’architettura
si fa teatro, scenografia, immaginazione astratta, offrendo
scenari da sogno o racconto fantasy. La storia delle architetture immaginate e irrealistiche ha radici antiche. Si pensi al
mitico labirinto, un’architettura che è fissata negli archetipi
delle ansie delle paure essenziali dell’uomo. Ma poi abbiamo le architetture dell’Ade e del Parnaso o quelle delle
costruzioni ipotetiche, come la torre di Babele. Scendendo
nel fiume del tempo troviamo le architetture dell’aldilà dantesco e, poi, lo sbocciare
delle città ideali del ’400 e
’500. La diffusione di raffigurazioni architettoniche di
fantasia, nella percezione di
massa, si è avuta con i grandi
e magnifici illustratori di libri
ottocenteschi e, poi, in crescendo, con l’aprirsi del cinema, sino all’esplosione recente degli effetti speciali
nella cinematografia dell’era
informatica. Vi sono raffigurazioni architettoniche nei
film degli ultimi vent’anni
che sono quanto di più ammirevole si possa immaginare.
Una tappa centrale dell’architettura visionaria si ebbe
alla fine del Settecento, in
Francia, nel clima della rivoluzione. Vi è un terzetto di architetti francesi di quell’epoca specialmente noto per
la vena visionaria della loro
mente progettuale. Si tratta
di Étienne-Louis Boullée, di
Nicolas Ledoux e di Jean-Jacques Lequeu. Vissuti fra il
1728 (nascita di Boullée) e il
1826 (morte di Lequeu) i tre
sono solitamente definiti “rivoluzionari”, “razionalisti” e
“visionari”. La loro vicenda la
94 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
dice lunga su quale strana associazione possa crearsi, soprattutto in epoche di spinta ideologizzazione, fra due dimensioni intellettuali antitetiche: la razionalità e la gratuita
fantasia, un razionalismo spinto, idealizzato e sopravvalutato, e una spinta allucinatoria, sintomo di ubriacatura utopistico-maniacale. La rivoluzione francese fu il crogiolo di
tutte le ideologie moderne e fu anche la culla delle utopie
più o meno pericolose, fra cui quelle architettoniche. L’architettura visionaria, che non può avere riscontri in effettive
costruzioni, deve basarsi sulla prefigurazione grafica. Se oggi
abbiamo l’aiuto del computer, alla fine del Settecento ci si
poteva avvalere solo della mano e dell’occhio delle mirabili
abilità pittoriche dei progettisti. Le tavole delle architetture
fantastiche e mai realizzate costituiscono un capitolo a sé
nella storia dell’architettura, un capitolo di grande godibilità
visiva. Forse proprio la consapevolezza dell’impossibilità
della costruzione stimolava
ulteriormente l’impegno
grafico degli autori, che dovevano giocare nel disegno
tutta la capacità fascinatoria
dell’opera, poiché non vi sarebbe stato alcun altro capitolo nella vita della proposta. Si doveva puntare
tutto sulla grafica pittorica
per proporre, suggestionare,
convincere e trarre il plauso
che è nelle aspettative di
chiunque operi.
Grazie al reperimento di ottime riproduzioni fotografiche delle sue tavole, che qui
si pubblicano, voglio invitare
all’attenzione su alcune opere di Jean-Jacques Lequeu. Fra i tre il Lequeu è
forse il più eclettico e anche il
più oscuro, oltre che il più
moderno. Nato in Normandia
nel 1757, Lequeu, come ha
scritto un suo studioso, ebbe
una personalità caratterizzata da “un’immaginazione
ardita e un po’ morbida, un
talento superiore di disegnatore minuzioso, un’inquietudine caotica da erudito”. Disegnatore straordinario e architetto autodidatta, Lequeu
era dotato di una sfrenata cu-
CULTURA
Nella pagina di sinistra: Lequeu, nel
1784, scrive al centro della tavola, in
alto: “Monumento dei coraggiosi
cittadini morti per la patria, eretto
nel luogo del sangue della Valle dei
morti”. Sul sarcofago sarà scritto:
“Cittadini, andate a dire a tutti i
nostri fratelli che noi siamo morti per
salvare la patria”.
riosità scientifica, che andava dall’anatomia umana alla tecnologia ingegneristica, con punte che giungevano all’analisi di
non convenzionali atteggiamenti fisiognomici, spie di inconsueti caratteri psicologici, o a indagini ginecologiche non distanti dalla pornografia, che fu esplicitamente esibita in alcuni
suoi dipinti. Fra le due realtà
Lequeu creò anche delle sintesi, con architetture chiaramente ispirate alla forma dei
genitali umani. Egli raffigurò il
cadavere di un’annegata e la
sezione verticale di un mulino a vento, la trebbiatura
del grano e la nonna intenta
all’arcolaio. La minuzia iperrealistica dei suoi disegni era
inoltre moltiplicata da annotazioni con scrittura che egli
apponeva su singole porzioni della tavola, nonché in
forma di didascalie o chiose
distribuite sul foglio, un po’ al
modo di Leonardo. Traspare
una volontà didascalica e archivistica, avida di sollecitazioni insolite, di rarità iconografiche e di parole evocatrici. Non si hanno notizie di
opere architettoniche, edilizie o infrastrutturali realmente progettate dal Lequeu per un’esecuzione concreta, ma si sa di una sua attività nel settore tecnico come
dipendente del catasto o
come intellettuale associato
all’Accademia di scienze
della sua città natale, Rouen.
Lequeu non ebbe uno spinto
atteggiamento laico e filorivoluzionario, quale viene attribuito a Boullée e Ledoux,
peraltro sopravvalutati ed equivocati, in questa loro presunta disposizione, dalla critica marxista degli anni Sessanta-Ottanta del secolo
scorso, che ne decretò il successo nelle scuole. In realtà i
tre autori furono molto defilati rispetto ai trionfi e alle
Sotto: il “Tempio della Terra” in
sezione verticale. Le stelle visibili
sulla volta sono ottenute con fori
nella muratura, dai quali penetra la
luce solare.
ghigliottine giacobine. Ledoux fu persino accusato dai rivoluzionari, per la sua vicinanza all’Ancien régime. Mentre Lequeu
disegnò un progetto di riproduzione della grotta di Betlemme, culla di Gesù, per la sua ricostruzione lungo una via
parigina. Tuttavia non mancano nell’opera di Lequeu tavole di
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 95
CULTURA
“Esso è libero” con riferimento
all’uccello che la donna libera dalla
propria mano destra.
templi dedicati ad entità del paganesimo rivoluzionario o a
miti della “ragione”. Un bellissimo disegno si riferisce, ad esempio, ad un “Tempio della Terra”, sopra il cui ingresso è una
targa dedicata alla “Sagesse suprême”, la quale “saggezza suprema” sembra possa identificarsi con una sorta di surrogato
dell’entità divina. Una nota sulla tavola aggiunge inoltre osservazioni di tipo favolistico e utopistico, tipiche dello spirito
dell’epoca. Tradotta, suona così: “Questo monumento è in una
campagna felice, molto fertile, il cui terreno produce in abbondanza ogni sorta di granaglie, buoni foraggi e piante, fra le
più rare”. Alcune tavole di Lequeu hanno carattere assolutamente pittorico, con anticipatori caratteri surrealistici. Un dipinto, quello monocromo che qui si pubblica, intitolato “Il est
libre”, “è libero”, ha tutte le caratteristiche del Surrealismo novecentesco. Un’avvenente donna nuda, i cui seni spiccano in
profilo, sporge, stando supina, da una buia e allarmante lu96 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
netta architettonica, simile ad una tomba. Vi è qualcosa di orrido e gotico, in questa tavola, o di noir da romanzo ottocentesco, con note di erotismo necrofilo. La sexy zombie, con il
braccio destro levato, libera un piccolo uccello esotico. La
scritta che dà il titolo alla tavola è incisa sulle pietre, fra protomi che sono sotto il davanzale, ma con misteriose lettere
dell’alfabeto greco. L’immagine ha un fascino misterioso che,
non a caso, l’ha fatta scegliere anche per la diffusione su cartoline che si trovano nelle più eleganti cartolerie o edicole parigine. Lequeu, che spesso nei suoi disegni si firma Le Queu,
produsse anche splendide tavole di alta minuzia da ingegnere
meccanico o da topografo. Si pubblica un esempio di quest’ultimo tipo, dove sul territorio, visto dall’alto, si riproduce
ogni riflesso dell’acqua in ogni cascatella di ruscelli, ogni
ombra di cespuglio, ogni parapetto di ponte. Ma, anche qui, il
tocco surreale appare, in un angolo del foglio. Mentre sulla de-
CULTURA
“Tomba di Isocrate oratore ateniese”,
del 1789. La soluzione progettuale è
di tipo favolistico e ispirata ad una
grande volontà simbolica. La sirena,
a cavallo di un montone, porge la
corona d’alloro all’illustre defunto. Vi
è una licenza onirica, in questi
disegni, che male si concilia con la
ghigliottina, che, proprio in
quell’anno, iniziava a ritmare i suoi
tonfi.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 97
CULTURA
La tavola, che si dichiara di tipo
didattico, per mostrare come si
debbano sfumare in chiaroscuro “e
con quali tinte, le piante, i prospetti
e le sezioni dei corpi opachi”,
raffigura una ghiacciaia (in alto)
scavata nella roccia e, sotto, un
ninfeo per le ninfe “amadriadi e
napee”. Un Neoclassicismo fantasy
viene rappresentato con magistrale
tecnica grafica e pittorica.
stra si descrive l’opera come attinente alle tecniche cartografiche, nell’angolo di sinistra è raffigurata, con grande realismo,
compresa l’ombra che la stacca dalla planimetria sottostante,
una carta da gioco, che riporta un fante di cuori. La scritta sulla
carta non aiuta a spiegare il perché di un così bizzarro abbinamento. Jean-Jacques Lequeu morì nel 1826 lasciando tutta
la sua opera grafica alla Bibliothèque Royale. Nel giudizio dei
suoi, pochi, successivi commentatori egli rimase come uno dei
fondatori di un eclettismo architettonico fonte anche di un
confusionario spirito del kitsch ottocentesco e anche novecentesco. Ma la sua personalità va oltre lo stretto campo dell’architettura, per rimanere nel solido piedistallo di un grande
creatore di temi innovativi dalla straordinaria tecnica graficopittorica, di una brillante intelligenza e della conseguente, inesauribile curiosità.
❑
98 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
Prospetto del “Tempio della
divinazione”, inserito in un boschetto
“ornato di statue iconologiche, di
bronzo e di marmo di Paro, di cui le
principali rappresentano l’amore, la
patria, la virtù eroica, il valore,
l’ardore, l’istruzione, la pace, la
generosità, la dolcezza, la pazienza,
la meditazione, la coscienza, lo
studio, la modestia, la preghiera, la
castità, la costanza, la verità, la
prudenza, la felicità eterna...”. Vi è
spazio per tutto il bagaglio del
volontarismo idealistico, moralista,
pedagogico, e anche poetico,
dell’ideologia illuminista.
In basso: uno degli esempi
dell’eclettismo artistico di un Lequeu
provocatorio e anticonformista: la
monaca che rivendica la propria
femminilità, fra erotismo e desiderio
di maternità. La scritta dice “E
anche noi saremo madri, perché...”.
Sempre altissima è la qualità grafica.
CULTURA
Autoritratto del Jean-Jacques
Lequeu, che vanta, come recita la
chiosa manoscritta, una particolare
somiglianza con il soggetto.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 99
CULTURA
100 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
CULTURA
Nella pagina di sinistra: mappa
topografica di speciale effetto
pittorico. Le note, scritte su biglietti a
destra, parlano di una “Carta
geometrica”. Si veda la minuzia
realistica di ombre e colori nel
particolare. Sulla sinistra una
misteriosa carta da gioco, quasi in un
surrealistico abbinamento da disegno
per rebus enigmistico.
Sotto: progetto favolistico, dove la
forma del manufatto ricalca le forme
degli utenti e della funzione, secondo
una tendenza degli architetti
modernisti del Settecento francese.
Qui si tratta di un “Parco dei piaceri
e della caccia del Principe” nonché
della stalla connessa.
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 101
Novità di Legge
a cura del geom. Alfredo Dellaglio
Finalità della rubrica è di contribuire all’informazione sull’emanazione di leggi, decreti e circolari pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale
della Repubblica e sul Bollettino Ufficiale della Regione Lombardia.
I lettori della rivista che sono interessati ad approfondire i contenuti delle norme sopra elencate potranno consultare gli organi ufficiali (GU e BURL) presso il Collegio dei Geometri.
D. Min. Sviluppo Economico 2 agosto 2012
Approvazione del Bando finalizzato all’efficientamento del parco
dei generatori di energia elettrica prodotta nei rifugi di montagna
rientranti nelle categorie C, D ed E cui al titolo IV, in applicazione
del decreto-legge 25 marzo 2010, n. 40, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 maggio 2010, n. 73, e in particolare l’articolo 4, comma 1-quinquies.
Gazzetta Ufficiale 30 ottobre 2012, n. 254
D.P.C.M. 20 luglio 2012
Individuazione delle funzioni dell’Autorita per l’energia elettrica ed
il gas attinenti alla regolazione e al controllo dei servizi idrici, ai
sensi dell’articolo 21, comma 19 del decreto-legge del 6 dicembre
201, n. 201, convertito, con modificazioni, dalla legge 22 dicembre 2011, n. 214.
Gazzetta Ufficiale 3 ottobre 2012, n. 231
D. Min. Sviluppo Economico 28 giugno 2012
Proroga dei termini di cui al decreto 23 giugno 2011, ai fini della
risoluzione anticipata delle convenzioni Cip 6 per gli impianti alimentati da combustibili di processo o residui o recuperi di energia.
Gazzetta Ufficiale 3 ottobre 2012, n. 231
Il termine finale di presentazione delle istanze di risoluzione è fissato al 31 marzo 2013.
Circ. Agenzia del Territorio 9 ottobre 2012, n. 5
Classamento degli immobili di interesse culturale.
D.L. 10 ottobre 2012, n. 174
Disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli
enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone
terremotate nel maggio 2012.
Gazzetta Ufficiale 10 ottobre 2012, n. 237
D. Leg.vo 19 settembre 2012, n. 169
Ulteriori modifiche ed integrazioni al decreto legislativo 13 agosto
2010, n. 141, recante attuazione della direttiva 2008/48/CE, relativa ai contratti di credito ai consumatori, nonché modifiche del titolo V del testo unico bancario in merito alla disciplina dei soggetti
operanti nel settore finanziario, degli agenti in attività finanziaria e
dei mediatori creditizi.
Gazzetta Ufficiale 2 ottobre 2012, n. 230
Determ. Aut. Vigilanza Contratti Pubbl. 10 ottobre 2012, n. 4
Indicazioni generali per la redazione dei bandi di gara ai sensi degli
articoli 64, comma 4-bis e 46, comma 1-bis, del Codice dei contratti pubblici - Bando Tipo.
Gazzetta Ufficiale 30 ottobre 2012, n. 254
Circ. Agenzia delle Entrate 8 ottobre 2012, n. 40
Articolo 13-ter del D.L. n. 83 del 2012 - Disposizioni in materia di
responsabilità solidale dell’appaltatore - Chiarimenti.
Dir. Ministero Infrastrutture e Trasp. 5 luglio 2012, n. 20005
Direttiva in materia di procedimenti arbitrali emanata ai sensi dell’articolo 4 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165.
Provv. Agenzia del Territorio 16 ottobre 2012
Definizione delle modalità operative per l’aggiornamento del catasto nell’ambito delle dichiarazioni per i Contributi agricoli, ai
sensi dell’articolo 2, commi 33 e 35, del decreto-legge 3 ottobre
2006, n. 262, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 novembre 2006, n. 286, e dell’articolo 6, commi 3 e 4, del decretolegge 2 marzo 2012, n. 16, convertito, con modificazioni, dalla
legge 26 aprile 2012, n. 44.
102 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
D.L. 18 ottobre 2012, n. 179
Ulteriori misure urgenti per la crescita del Paese.
Gazzetta Ufficiale Suppl. Ord. 19 ottobre 2012, n. 245, Supplemento Ordinario n. 149
D. Min. Infrastrutture e Trasporti 9 agosto 2012
Determinazione del costo di intervento per gli anni 2010 e 2011
per la ricostruzione degli edifici privati danneggiati dagli eventi sismici 1980/81, 1982.
Gazzetta Ufficiale 16 ottobre 2012, n. 242
D. Min. Economia e Finanze 31 luglio 2012
Pagamento di fitti, censi, canoni, livelli e simili, da parte delle amministrazioni statali, adottato ai sensi dell’articolo 4, comma 46,
della legge 12 novembre 2011, n. 183 (legge di stabilità 2012).
Gazzetta Ufficiale 5 ottobre 2012, n. 233
Legge 1° ottobre 2012, n. 177
Modifiche al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, in materia di
sicurezza sul lavoro per la bonifica degli ordigni bellici.
Gazzetta Ufficiale 18 ottobre 2012, n. 244
D. Min. Ambiente e Tutela Territorio e Mare 12 novembre 2012
Ulteriori modifiche ed integrazioni al decreto 23 gennaio 2012, recante il Sistema nazionale di certificazione per biocarburanti e
bioliquidi.
Gazzetta Ufficiale 20 novembre 2012, n. 271
Delib. Min. Ambiente e Tutela Terr. e Mare 13 novembre 2012,
n. 27
Adempimenti di cui al regolamento (UE) n. 601/2012 della commissione europea del 21 giugno 2012 concernente il monitoraggio e la comunicazione delle emissioni di gas a effetto serra ai
sensi della direttiva 2003/87/CE del Parlamento europeo e del
Consiglio.
Gazzetta Ufficiale 23 novembre 2012, n. 274
Circ. Min. Infrastrutture e Trasp. 30 ottobre 2012, n. 4536
Primi chiarimenti in ordine all’applicazione delle disposizioni di cui
al Dpr 5 ottobre 2010, n. 207 in particolare alla luce delle recenti
modifiche e integrazioni intervenute in materia di contratti pubblici di lavori, servizi e forniture.
Gazzetta Ufficiale 13 novembre 2012, n. 265
Com. Ag. Territorio 30 novembre 2012
Elenco dei Comuni interessati dalla seconda fase dell’attività di
attribuzione della rendita presunta ai fabbricati non dichiarati in
Catasto, ai sensi dell’art. 19, comma 10, del decreto-legge 31
maggio 2010, n. 78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30
luglio 2010, n. 122. Attività di pubblicazione per la notifica degli esiti.
Gazzetta Ufficiale 30 novembre 2012, n. 280
Legge 8 novembre 2012, n. 189
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13
settembre 2012, n. 158, recante disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela
della salute.
Gazzetta Ufficiale 10 novembre 2012, n. 263, Supplemento Ordinario n. 201/L
D.P.C.M. 31 ottobre 2012
Differimento del termine ultimo dei pagamenti in scadenza nel periodo dal 1° al 16 dicembre 2012, per favorire l’accesso, da parte
dei contribuenti interessati, al finanziamento di cui all’articolo 11,
comma 7, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174.
Gazzetta Ufficiale 10 novembre 2012, n. 263
Circ. Min. Sviluppo Economico 12 novembre 2012, n. 3738
Attività di valutazione sugli interventi di sostegno alle attività economiche e produttive.
Gazzetta Ufficiale 21 novembre 2012, n. 272
D. Min. Economia e Finanze 19 novembre 2012, n. 200
Regolamento da adottare ai sensi dell’articolo 91-bis, comma 3,
del decreto-legge 24 gennaio 2012, n. 1, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 marzo 2012, n. 27 e integrato dall’articolo
9, comma 6, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174.
Gazzetta Ufficiale 23 novembre 2012, n. 274
Circ. Agenzia delle Entrate 26 novembre 2012, n. 44/E
Liquidazione dell’IVA secondo la contabilità di cassa, cd. Cash
accounting - Articolo 32-bis del D.L. 22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134.
Provv. Agenzia delle Entrate 21 novembre 2012, n. 165764
Individuazione delle modalità di esercizio dell’opzione per il regime dell’IVA per cassa di cui all’articolo 32-bis del decreto legge
22 giugno 2012, n. 83, convertito, con modificazioni, dalla legge
7 agosto 2012, n. 134.
Min. Sviluppo Economico 31 ottobre 2012
Aggiornamento del tasso da applicare per le operazioni di attualizzazione e rivalutazione ai fini della concessione ed erogazione
delle agevolazioni a favore delle imprese.
Gazzetta Ufficiale 10 novembre 2012, n. 263
A decorrere dal 1 novembre 2012, il tasso da applicare per le operazioni di attualizzazione e rivalutazione ai fini
della concessione ed erogazione delle agevolazioni in favore delle
imprese è pari al 1,89%.
Min. Interno 31 ottobre 2012, n. 200
Modulistica di presentazione delle istanze, delle segnalazioni e
delle dichiarazioni, prevista nel decreto del Ministro dell’Interno 7
agosto 2012.
Lett. Circ. Min. Interno 4 aprile 2012, n. 4963
Uso delle vie e uscite di emergenza in presenza di porte scorrevoli orizzontalmente munite di “dispositivi di apertura automatici
ridondanti”.
Lett. Circ. Min. Interno 19 novembre 2012, n. 14229
Impiego di prodotti e sistemi per la protezione antincendio delle
costruzioni.
Lett. Circ. Min. Interno 23 luglio 2012, n. 9663
Validità dei rapporti di prova di resistenza al fuoco emessi in base
alla circolare n. 91 del 1961. Chiarimenti applicativi.
Circ. Min. Giustizia 12 novembre 2012
Pronuncia della Corte costituzionale sulla illegittimità costituzionale della obbligatorietà della mediazione di cui al D. Leg.vo n.
28/2010. Prime indicazioni.
D. Leg.vo 9 novembre 2012, n. 192
Modifiche al decreto legislativo 9 ottobre 2002, n. 231, per l’integrale recepimento della direttiva 2011/7/UE relativa alla lotta
contro i ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali, a
norma dell’articolo 10, comma 1, della legge 11 novembre 2011,
n. 180.
Gazzetta Ufficiale 15 novembre 2012, n. 267
D.L. 5 novembre 2012, n. 188
Disposizioni urgenti in materia di Province e Città metropolitane.
Gazzetta Ufficiale 6 novembre 2012, n. 259
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 103
Min. Economia e Finanze 24 settembre 2012
Modifica del decreto 22 maggio 2012, recante “Modalità di certificazione del credito, anche in forma telematica, di somme dovute
per somministrazione, forniture e appalti da parte delle amministrazioni dello Stato e degli enti pubblici nazionali”.
Gazzetta Ufficiale 2 novembre 2012, n. 256
Min. Economia e Finanze 19 ottobre 2012
Modifiche al decreto 25 giugno 2012, recante: “Modalità di certificazione del credito, anche in forma telematica, di somme dovute
per somministrazione, forniture e appalti, da parte delle Regioni,
degli Enti locali e degli enti del Servizio sanitario nazionale, di cui
all’articolo 9, commi 3-bis e 3-ter del decreto-legge 29 novembre
2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge 28 gennaio 2009, n. 2 e successive modificazioni e integrazioni”.
Gazzetta Ufficiale 6 novembre 2012, n. 259
Min. Economia e Finanze 19 ottobre 2012
Modalità con le quali i crediti non prescritti certi liquidi ed esigibili
maturati nei confronti dello Stato e degli enti pubblici nazionali per
somministrazioni, forniture e appalti, possono essere compensati
con le somme dovute a seguito di iscrizione a ruolo ai sensi dell’articolo 28-quater del decreto del Presidente della Repubblica
29 settembre 1973, n. 602.
Gazzetta Ufficiale 6 novembre 2012, n. 259
Min. Lavoro e Pol. Soc. 23 novembre 2012
Tariffe per le attività di verifica periodica delle attrezzature di lavoro di cui all’allegato VII del decreto legislativo 9 aprile 2008, n.
81 e successive modifiche e integrazioni.
Comunicato pubblicato in Gazzetta Ufficiale 29 novembre 2012,
n. 279.
Min. Sviluppo Economico 23 ottobre 2012
Integrazioni e modifiche al decreto 2 aprile 2012 recante approvazione dell’elenco degli esplosivi, degli accessori detonanti e dei
mezzi di accensione riconosciuti idonei all’impiego nelle attività
estrattive, per l’anno 2012.
Gazzetta Ufficiale 12 novembre 2012, n. 264
Min. Beni e Att. Culturali 26 maggio 2011
Approvazione dello schema generale di convenzione con le Regioni, ai sensi dell’articolo 156, comma 2, del Codice dei beni culturali e del paesaggio.
Comunicato pubblicato in G.U. 6 dicembre 2012, n. 285. Il decreto
approva lo schema generale di convenzione con le Regioni, in cui
vengono stabilite le metodologie e le procedure di ricognizione,
analisi, censimento e catalogazione degli immobili e delle aree oggetto di tutela, ivi comprese le tecniche per la loro rappresentazione cartografica e le caratteristiche atte ad assicurare la interoperabilità dei sistemi informativi.
D. Min. Politiche Agricole, Alim. e Forest. 19 novembre 2012,
104 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
n. 17070
Istituzione dell’Osservatorio nazionale del paesaggio rurale.
Comunicato in G.U. 13 dicembre 2012, n. 290
Min. Ambiente e Tutela Terr. e Mare 29 novembre 2012
Individuazione delle stazioni speciali di misurazione della qualità
dell’aria previste dall’articolo 6, comma 1, e dall’articolo 8, commi
6 e 7 del decreto legislativo 13 agosto 2010, n. 155.
Gazzetta Ufficiale 24 dicembre 2012, n. 299
D.P.C.M. 20 dicembre 2012
Approvazione del modello unico di dichiarazione ambientale per
l’anno 2013.
Gazzetta Ufficiale Suppl. Ord. 29 dicembre 2012, n. 213
D. Min. Ambiente e Tutela Terr. e Mare 17 ottobre 2012, n. 210
Regolamento concernente modifiche al decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 25 maggio 2012,
n. 141.
Gazzetta Ufficiale 5 dicembre 2012, n. 284
D. Min. Giustizia 5 dicembre 2012
Regole procedurali di carattere tecnico operativo per l’attuazione
della consultazione diretta del Sistema Informativo del Casellario
da parte delle amministrazioni pubbliche e dei gestori di pubblici
servizi, ai sensi dell’articolo 39 del decreto del Presidente della
Repubblica 14 novembre 2002, n. 313.
Gazzetta Ufficiale 21 dicembre 2012, n. 297
Com. Aut. Vigilanza Contratti Pubbl. 24 dicembre 2012, n. 75
Chiarimenti in merito all’applicazione del Comunicato n. 74/2012
ed in merito all’applicazione dell’art. 76, comma 3, del Dpr
207/2010 afferente i termini di durata delle procedure di attestazione.
D. Leg.vo 15 novembre 2012, n. 218
Disposizioni integrative e correttive al decreto legislativo 6 settembre 2011, n. 159, recante codice delle leggi antimafia e delle
misure di prevenzione, nonché nuove disposizioni in materia di
documentazione antimafia, a norma degli articoli 1 e 2, della legge
13 agosto 2010, n. 136.
Gazzetta Ufficiale 13 dicembre 2012, n. 290
D. Min. Economia e Fin. 8 ottobre 2012
Manutenzione degli immobili utilizzati dalle pubbliche amministrazioni.
Gazzetta Ufficiale 20 dicembre 2012, n. 296
Com. Agenzia delle Entrate 29 dicembre 2012
Elenco dei comuni per i quali è stata completata l’operazione di
aggiornamento della banca dati catastale eseguita sulla base del
contenuto delle dichiarazioni presentate nell’anno 2012 agli organismi pagatori, riconosciuti ai fini dell’erogazione dei contributi
agricoli.
Gazzetta Ufficiale 29 dicembre 2012, n. 302
Circ. CNG 5 dicembre 2012, n. 12615
Accatastamento fabbricati rurali.
Circ. Ag. Territorio 30 novembre 2012, n. 6
Determinazione della rendita catastale delle unità immobiliari a
destinazione speciale e particolare: profili tecnico-estimativi.
L. 11 dicembre 2012, n. 220
Modifiche alla disciplina del condominio negli edifici.
Gazzetta Ufficiale 17 dicembre 2012, n. 293
Risoluz. Agenzia delle Entrate 31 dicembre 2012, n. 114/E
Consulenza Giuridica - Immobili di Interesse Storico Artistico - Articolo 4, comma 5-sexies, lett. b) n. 1, del decreto-legge n. 16 del
2012, convertito con modificazioni dalla legge n. 44 del 2012.
D. Min. Sviluppo Economico 23 novembre 2012
Termini e condizioni di partecipazione alla procedura di contenimento di consumi di gas, per l’anno termico 2012-2013.
Gazzetta Ufficiale 6 dicembre 2012, n. 285
casa”, prima del quinquennio e mancato riacquisto entro l’anno.
Non è tenuto al versamento di alcuna sanzione il contribuente che
- dopo aver alienato l’immobile acquistato con i benefici “prima
casa” prima del decorso dei cinque anni - dichiari, in pendenza
del termine dei dodici mesi, di non voler procedere al riacquisto
di altro immobile da adibire a propria abitazione principale. In tal
caso, il contribuente dovrà versare la differenza tra l’imposta pagata e quella dovuta, interessi compresi, ma non la sanzione del
30%. Di contro, il regime sanzionatorio trova applicazione solo
quando si verifica la decadenza dell’agevolazione, ossia quando
sia trascorso il termine dei dodici mesi senza che il soggetto abbia
proceduto all’acquisto di un nuovo immobile ovvero abbia comunicato al competente ufficio dell’Agenzia delle entrate l’intenzione
di non voler più fruire del trattamento agevolativo.
Compravendite e locazioni immobiliari
Circ. Ag. Entrate 20 dicembre 2012, n. 47/E
Questioni interpretative in merito all’applicazione dell’articolo 3
del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23, (c.d. “cedolare
secca”) e dell’articolo 2 del decreto legge 2 marzo 2012, n. 16,
convertito, con modificazioni, nella legge 26 aprile 2012, n. 44
(c.d. “remissione in bonis”).
D. Min. Sviluppo Economico 22 novembre 2012
Modifica del decreto 26 giugno 2009, recante: “Linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici”.
Gazzetta Ufficiale 13 dicembre 2012, n. 290
D. Min. Economia e Fin. 11 ottobre 2012
Liquidazione dell’IVA secondo la contabilità di cassa ai sensi dell’art. 32-bis del decreto-legge 22 giugno 2012, n. 83, convertito,
con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 134.
Gazzetta Ufficiale 5 dicembre 2012, n. 284
L. 7 dicembre 2012, n. 213
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 10 ottobre 2012, n. 174, recante disposizioni urgenti in materia di finanza e funzionamento degli enti territoriali, nonché ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate nel maggio 2012. Proroga di termine per l’esercizio di delega legislativa.
Gazzetta Ufficiale Suppl. Ord. 7 dicembre 2012, n. 206
D. Min. Infrastrutture e Trasp. 16 novembre 2012, n. 337
Disposizioni e prescrizioni tecniche per le infrastrutture degli impianti a fune adibiti al trasporto di persone.
Armonizzazione delle norme e delle procedure con il decreto legislativo 12 giugno 2003, n. 210, di attuazione della direttiva europea 2000/9/CE.
Gazzetta Ufficiale 6 dicembre 2012, n. 285
L. 17 dicembre 2012, n. 221
Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179, recante ulteriori misure urgenti per la crescita
del Paese.
Gazzetta Ufficiale Suppl. Ord. 18 dicembre 2012, n. 208
D. Min. Sviluppo Econ. 30 novembre 2012
Aggiornamento del tasso da applicare per le operazioni di attualizzazione e rivalutazione ai fini della concessione ed erogazione
delle agevolazioni a favore delle imprese.
Gazzetta Ufficiale 17 dicembre 2012, n. 293
A decorrere dal 1 dicembre 2012, il tasso da applicare per le operazioni di attualizzazione e rivalutazione ai fini della concessione ed erogazione delle agevolazioni in favore delle imprese è
pari al 1,76%.
D. Min. Sviluppo Econ. 23 novembre 2012
Nuove condizioni di ammissibilità e le disposizioni di carattere generale per l’amministrazione del Fondo di garanzia per le piccole
e medie imprese, di cui all’art. 2, comma 100, lettera a), della legge
23 dicembre 1996 n. 662.
Comunicato in G.U. 6 dicembre 2012, n. 285.
Risoluz. Ag. Entrate 27 dicembre 2012, n. 112/E
Consulenza giuridica - Uffici dell’Amministrazione finanziaria. Alienazione dell’immobile, acquistato con l’agevolazione “prima
D.P.C.M. 6 settembre 2012
Modifica del decreto del Capo del Dipartimento della protezione
civile del 29 dicembre 2011, recante: "Attuazione dell’articolo 11
del decreto-legge 28 aprile 2009, n. 39, convertito, con modificazioni, dalla legge 24 giugno 2009, n. 77 - Assegnazione dei fondi
di cui all’articolo 2, comma 1, lettera d) dell’ordinanza del PresiIL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 105
dente del Consiglio dei Ministri del 13 novembre 2010, n. 3907,
concernente “altri interventi urgenti ed indifferibili per la mitigazione del rischio sismico”.
Gazzetta Ufficiale 19 dicembre 2012, n. 295
zativo della componente aerea del Dipartimento dei Vigili del
Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile in relazione alle
recenti disposizioni legislative riguardanti il settore aeronautico ed
alle riforme che hanno interessato lo stesso Dipartimento.
Circ. Min. Lavoro e Pol. Soc. 24 dicembre 2012, n. 30
Problematiche di sicurezza delle macchine - Requisiti di sicurezza
delle prolunghe applicate alle forche dei carrelli elevatori cosiddette “bracci gru”.
D. Min. Lavoro e Politiche Sociali 30 novembre 2012
Procedure standardizzate per la valutazione dei rischi di cui all’articolo 29, comma 5, del decreto legislativo n.81/2008, ai sensi
dell’articolo 6, comma 8, lettera f), del medesimo decreto legislativo.
Comunicato in G.U. 6 dicembre 2012, n. 285.
Circ. Min. Lavoro e Pol. Soc. 24 dicembre 2012, n. 31
Problematiche di sicurezza dei carrelli semoventi a braccio telescopico - Requisito essenziale di sicurezza 4.2.2 dell’allegato I
alla Direttiva 2006/42/CE.
D. Min. Interno 18 dicembre 2012
Modifica al decreto 19 agosto 1996, concernente l’approvazione
della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione,
costruzione ed esercizio dei locali di intrattenimento e di pubblico
spettacolo.
Gazzetta Ufficiale 28 dicembre 2012, n. 301
D. Min. Interno 10 dicembre 2012
Aggiornamento normativo della componente aerea del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco.
Gazzetta Ufficiale 21 dicembre 2012, n. 297
Il decreto provvede all’aggiornamento regolamentare ed organiz-
106 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
Min. Sviluppo Economico 4 dicembre 2012
Integrazioni e modifiche al decreto 2 aprile 2012 recante approvazione dell’elenco degli esplosivi, degli accessori detonanti e dei
mezzi di accensione riconosciuti idonei all’impiego nelle attività
estrattive, per l’anno 2012.
Gazzetta Ufficiale 20 dicembre 2012, n. 296
Min. Giustizia 19 dicembre 2012
Aggiornamento degli importi delle sanzioni amministrative pecuniarie conseguenti a violazioni al Codice della strada, ai sensi dell’articolo 195 del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285.
Gazzetta Ufficiale 31 dicembre 2012, n. 303
Il provvedimento entra in vigore il 1 gennaio 2013 e sostituisce il
precedente D.M. 22 dicembre 2010.
a cura del geom. Alfredo Dellaglio
Ancora sul mutamento
della destinazione d’uso
Domanda sul mutamento della destinazione d’uso di un nuovo immobile, in via di ultimazione, autorizzato dal comune, per destinazioni
abitative e direzionali, per il quale viene richiesto di trasformare la parte
abitativa in uffici, in deroga alla norma dello strumento urbanistico che
prevede di limitare la destinazione direzionale alla percentuale del
50% dell’intersa Slp.
geom. M.M
Il problema che si pone, non è tanto l’eventuale onerosità del titolo abilitativo, ma se si può superare l’ostacolo della norma del PGT che
impone il rispetto del 50% della Slp da destinare alle attività direzionali.
Si presume che la norma in esame sia stata inserita nel nuovo strumento urbanistico prima del 2008, in quanto dopo tale data la L.R. n.
4 ha introdotto una modifica all’articolo 51 della legge regionale n. 12
del 2005, sostituendo il comma 1, e prevedendo, all’ultimo periodo
«Le destinazioni principali, complementari, accessorie o compatibili,
come sopra definite, possono coesistere senza limitazioni percentuali
ed è sempre ammesso il passaggio dall’una all’altra, nel rispetto del
presente articolo, salvo quelle eventualmente escluse dal PGT».
Questo però non vuol dire che la limitazione prevista dalla norma di
zona imponga obbligatoriamente il suo rispetto, proprio perché la disposizione legislativa regionale sopra citata consente il mutamento
della destinazione d’uso, con o senza opere, conformi allo strumento
urbanistico, senza limitazioni di percentuali tra l’una e l’altra, a meno
che il PGT espressamente escluda una o più destinazioni.
Nel caso in esame la norma di zona, pur prevedendo la percentuale
del 50% per le destinazioni direzionali in zona di completamento, non
108 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/2
esclude tale destinazione e, quindi, in linea con quanto disciplinato
con l’articolo 51, comma 1, della legge regionale n. 12 del 2005.
Indipendentemente dall’eventuale onerosità del mutamento di destinazione d’uso, il parere della sezione UNITEL (Unione Nazionale Italiana Tecnici Enti Locali) di Brescia ritiene che il comune sbagli a sostenere l’obbligo di rispettare la percentuale contenuta nella norma
del PGT, perché il dispositivo di cui all’articolo 51, della LR n.12/2005,
prevale sulla norma locale e non può essere disattesa.
La norma non lascia dubbi ad interpretazioni diverse così che il mutamento della destinazione d’uso, con o senza opere, tra l’una e l’altra
è sempre ammesso purché prevista dalla norma del PGT, salvo quelle
che lo stesso strumento urbanistico ne preveda espressamente l’esclusione.
Va da sé che, prima di eseguire le opere ed i lavori necessari per trasformare l’immobile all’attività direzionale, si debba conseguire il titolo abilitativo o attraverso la presentazione della richiesta di un permesso di costruire in variante, ovvero presentando una Dia per le
stesse finalità, aspettando l’efficacia dei due diversi titoli abilitativi.
È altrettanto ovvio che il mutamento della destinazione d’uso dell’immobile, comporti il pagamento del conguaglio del costo di costruzione afferente alla nuova destinazione rispetto a quelle precedentemente autorizzate.
A conclusione di quanto sopra esposto, il committente dovrà presentare la dichiarazione di ultimazione dei lavori e richiedere il certificato di agibilità, avendo provveduto precedentemente all’accatastamento degli uffici nella rispettiva categoria catastale.
È solo il caso di ricordare che pure l’articolo 5, comma 13, del D.L. n.
70 del 2011, convertito dalla legge n. 106 del 2011, dispone che è ammesso il rilascio del permesso di costruire in deroga agli strumenti urbanistici ai sensi del Dpr 6 giugno 2001, n. 380, anche per il mutamento delle destinazioni d’uso, purché si tratti di destinazioni tra loro
compatibili o complementari.
geom. Antonio Gnecchi
Aggiornamento Albo
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 31 dicembre 2012
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
2172
Barbieri Gabriele
Leno (Bs) 09/12/1949
25024 Leno (Bs) Via A. Bravi 24
Dimissioni
4103
Baronchelli Michela
Leno (Bs) 12/06/1973
25024 Leno (Bs) Via Milzanello 40
Dimissioni
2887
Bellagamba Ettore
Montichiari (Bs) 01/12/1947
25018 Montichiari (Bs) Via Antiche Mura 36
Dimissioni
3773
Benedini Mirella
Orzinuovi (Bs) 17/03/1965
25034 Orzinuovi (Bs) Via Modigliani 15
Dimissioni
3901
Berardi Fulvio
Gavardo (Bs) 22/10/1953
25080 Vallio (Bs) Via Padre Piamarta 24 Fr. Di Porle
Dimissioni
5620
Berardi Italo
Landsberg A. L. (Germ.) 02/02/1967
25124 Brescia Q.re Leonessa 15
Dimissioni
4277
Bertocchi Giacomo
Chiari (Bs) 23/03/1954
25030 Roccafranca (Bs) Via Cimabue 23
Dimissioni
1532
Bertola Natale
Adro (Bs) 25/12/1940
25030 Adro (Bs) Via Donatori del sangue 13
Dimissioni
5836
Bertoletti Sara
Lovere (Bg) 06/08/1984
25047 Darfo (Bs) Via Fucine 63
Dimissioni
4313
Bezante Andrea
Genova 15/10/1973
25060 Cellatica (Bs) Strada vicinale Barchetto 6
Dimissioni
5431
Bonali Paola
Bergamo 13/09/1972
25034 Orzinuovi (Bs) Via Livelli 1
Dimissioni
1867
Bontempi Alessandro Gargnano (Bs) 26/01/1946
25126 Brescia Via Panigada 44
Dimissioni
2506
Boroni Celestino
Villa Carcina (Bs) 16/08/1937
25069 Villa Carcina (Bs) Via Repubblica 30
Dimissioni
5826
Bovi Sergio
Brescia 16/10/1983
25014 Castenedolo (Bs) Via S. D’Acquisto 56
Dimissioni
1350
Bresciani Filippo
Calvagese Riviera (Bs) 26/03/1943
25080 Calvagese d. Riviera (Bs) Via S. Antonio 18
Dimissioni
516
Buizza Eugenio
Brescia 20/09/1926
25126 Brescia Via G. Leopardi 15
Dimissioni
4911
Caldinelli Simona
Edolo (Bs) 24/04/1981
25040 Monno (Bs) Via Mortirolo 43/B
Dimissioni
2274
Calzoni Tomaso
Quinzano d’Oglio (Bs) 24/11/1951
25027 Quinzano d. Oglio (Bs) Via L. Ciocca 46
Dimissioni
5802
Cantoni Rudy
Brescia 21/01/1979
25062 Concesio (Bs) Via Vivenzi 24
Dimissioni
3041
Cargnoni Vincenzo
Pertica Bassa (Bs) 18/04/1950
25078 Vestone (Bs) Via Nespoli 11/B
Dimissioni
1288
Corbellini Mario
Ghedi (Bs) 23/09/1939
25016 Ghedi (Bs) Via I Maggio 51
Dimissioni
4632
Dabbeni Renato
Brescia 25/07/1972
25019 Sirmione (Bs) Via Caravaggio 1
Dimissioni
5827
Este Cristiano
Cremona 28/02/1986
25026 Pontevico (Bs) Via G. Di Vittorio 8
Dimissioni
1896
Faitini Renzo
Calcinato (Bs) 19/05/1930
25011 Calcinato (Bs) Via Garibaldi 97
Dimissioni
5266
Favagrossa Fabio
Leno (Bs) 24/11/1980
25023 Gottolengo (Bs) Via Grammatica 60
Dimissioni
2562
Ferrari Giancarlo
Rovato (Bs) 15/11/1948
25125 Brescia Via Biemmi 9 C/o Fam. Ferretti Angelo
Dimissioni
5737
Franceschini Elisa
Desenzano d. Garda (Bs) 30/12/1984
25018 Montichiari (Bs) Via F. Cavallotti 73
Dimissioni
2287
Frassine Diego
Brescia 20/10/1951
25060 Cellatica (Bs) Via A. Moro 43
Dimissioni
2379
Gamba Dario
Brescia 15/03/1951
25086 Rezzato (Bs) Via G. Perlasca 46
Dimissioni
2894
Gatti Francesco
Provaglio d’Iseo (Bs) 29/08/1939
25124 Brescia Via Michelangelo 323
Dimissioni
3509
Giottoli Antonella
Salò (Bs) 05/06/1962
25080 Puegnago (Bs) Via dei Magrù 4
Dimissioni
2015
Girelli Luigi
Pozzolengo (Bs) 01/01/1946
25015 Desenzano d. Garda (Bs) Via Annunciata 21
Dimissioni
110 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
5575
Gussago Anna
Brescia 08/06/1980
25014 Castenedolo (Bs) Via XV Giugno 47
Dimissioni
1105
Jannon Alessandro
Baceno (No) 08/01/1935
25062 Concesio (Bs) Via Donizetti 11
Dimissioni
1887
Lorenzi Adriano
Brescia 25/11/1948
25128 Brescia Via quarto dei Mille 5/A
Dimissioni
5563
Maifrini Elisa
Montichiari (Bs) 09/07/1982
25010 Acquafredda (Bs) Via S. Pellico 6
Dimissioni
5608
Martinuzzi Nicoletta
Brescia 03/11/1968
25080 Nuvolera (Bs) Via Sorzana 25
Dimissioni
4948
Massenza Giorgio
Orzinuovi (Bs) 15/06/1974
25030 Castelcovati (Bs) Via A. De Gasperi 39
Dimissioni
2926
Mor Danilo
Montichiari (Bs) 12/11/1947
25018 Montichiari (Bs) Via A. Mazzoldi 87
Dimissioni
4466
Morandi Mauro
Leno (Bs) 09/09/1968
25020 Pavone Mella (Bs) Via Fiume 35
Dimissioni
6127
Mosca David
Manerbio (Bs) 03/11/1984
25026 Pontevico (Bs) Via Padri Giuseppini 42
Dimissioni
1784
Moschini Riccardo
Tignale (Bs) 29/09/1945
25080 Toscolano Maderno (Bs) Via Montemaderno 36
Dimissioni
2059
Pastori Francesco
Temù (Bs) 09/04/1946
25125 Brescia Vill. Sereno Via settima 56
Dimissioni
5844
Pè Beniamino
Monno (Bs) 24/02/1948
25040 Monno (Bs) Via Piave 19
Dimissioni
6021
Pè Michele
Manerbio (Bs) 04/09/1988
25024 Leno (Bs) Via Rossini 2
Dimissioni
4241
Pedersini Ilaria
Brescia 19/03/1974
25069 Villa Carcina (bs) Via Cesare Scaluggia 30
Dimissioni
5447
Raza Gloria
Gardone VT (Bs) 04/08/1979
25063 Gardone VT (Bs) Via Padile 40/A
Dimissioni
6083
Reboldi Nicola
Brescia 29/06/1988
25064 Gussago (Bs) Via Vaila 21
Dimissioni
2642
Rossetti Gian Battista Barbariga (Bs) 01/07/1945
25020 Flero (Bs) Via Manzoni 15
Dimissioni
5953
Sbaraini Mariuccia
Brescia 27/01/1979
25030 Castelmella (Bs) Via Monet 49
Dimissioni
1116
Scalvini Lucio
Leno (Bs) 23/07/1936
25123 Brescia Via Ferrata 24
Dimissioni
2207
Schivardi Sereno
Desenzano d. Garda (Bs) 02/11/1947
25015 Desenzano d. Garda (Bs) Viale Motta 71
Dimissioni
5532
Serino Paolo
Brescia 12/01/1973
25126 Brescia Via Aquileia 3/B
Dimissioni
2716
Spinelli Cesare
Pontevico (Bs) 20/02/1953
25021 Bagnolo Mella (Bs) Via Luigi Longo 9
Dimissioni
6040
Tallarini Marco
Iseo (Bs) 15/11/1982
25058 Sulzano (Bs) Via S. Giulia 16
Dimissioni
5929
Tiraboschi Jessica
Brescia 30/03/1976
25081 Bedizzole (Bs) Via Bussago 31/A
Dimissioni
3407
Trombetta Ilario
Cellatica (Bs) 09/08/1954
25060 Cellatica (Bs) Via Folonari 12
Dimissioni
3179
Verzeletti Maurizio
Brescia 30/03/1959
25125 Brescia Via Potenza 22
Dimissioni
1567
Zaccagnini Vincenzo
Brescia 20/05/1943
25020 Pavone Mella (Bs) Piazza Umberto I 9
Dimissioni
1672
Zani Franco
Seniga (Bs) 04/10/1942
25080 Padenghe s.Garda (Bs) Via Monte Alto 13
Dimissioni
5969
Zorzi Gianluca
Desenzano d. Garda (Bs) 22/02/1982
25011 Calcinato (Bs) Via Dante 11
Dimissioni
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 111
Cancellazioni dall’Albo con decorrenza 28 gennaio 2013
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
Motivo
1798
Barba Paolo
Calvisano (Bs) 02/10/1944
25012 Calvisano (Bs) Via Papa Paolo VI 22
Dimissioni
5838
Boniotti Alessandro
Brescia 12/02/1972
25057 Sale Marasino (Bs) Via Chusure 1 int. 1
Dimissioni
5072
Checchi Stefano
Manerbio (Bs) 08/01/1980
25028 Verolanuova (Bs) P.zza S. Rocco 9
Dimissioni
5704
Cremaschini Roberto Asola (Mn) 12/02/1980
25018 Montichiari (Bs) Via Guerzoni 149
Dimissioni
1737
Ercoli Mario
Bienno (Bs) 15/05/1942
25040 Bienno (Bs) Via Ercoli 4
Dimissioni
2547
Ferremi Giuseppe
Brescia 29/11/1946
25128 Brescia Via Settembrini 28
Dimissioni
2913
Grazioli Giovanni
Manerbio (Bs) 09/12/1948
25028 Verolanuoba (Bs) Via Monti 7
Dimissioni
5711
Lombardi Pablo
Manerbio (Bs) 12/08/1984
25016 Ghedi (Bs) Via Mincio 5
Dimissioni
5195
Mozzoni Roberto
Gardone V.T. (Bs) 22/01/1979
25061 Bovegno (Bs) Loc. Magno 57
Dimissioni
2155
Nichesola Giordano
Brembate di Sopra (Bg) 25/07/1950
25040 Corte Franca (Bs) Via Donatori di Sangue 1
Dimissioni
2249
Pedrini Giuseppe
Brescia 10/03/1950
25011 Calcinato (Bs) Via G. Matteotti 2
Dimissioni
5410
Sabbadini Michele
Palazzolo s. Oglio (Bs) 02/06/1969
25030 Erbusco (Bs) Via Garibaldi 24
Dimissioni
5670
Scalvini Stefano
Brescia 27/02/1984
25062 Concesio (Bs) Via Marconi 65/A
Dimissioni
6091
Spazzini Andrea
Brescia 16/07/1988
25020 Bassano Bresciano (Bs) Via Galanti 73
Dimissioni
5299
Staurenghi Angelo
Montichiari (Bs) 19/12/1976
25018 Montichiari (Bs) Via S. Allende 43
Dimissioni
2599
Taino Teresio Alberto Crema (Cr) 27/09/1943
25022 Borgo San Giacomo (Bs) Via Scuole 2/B
Dimissioni
5528
Tonelli Alfio
Brescia 18/03/1978
25046 Cazzago S. Martino (Bs) Via G. Angelini 11
Dimissioni
5306
Visioli Roberto
Milano 06/07/1947
25080 Manerba d. Garda (Bs) Via Castello 7
Dimissioni
Iscrizioni all’Albo con decorrenza 28 gennaio 2013
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
6229
Castelli Michele
Brescia 27/04/1969
25080 Manerba d. Garda (Bs) Vicolo del Monte 2
6230
Tabaglio Federico
Brescia 19/02/1973
25030 Roncadelle (Bs) Via S. Pertini 59
6231
Becchetti Roberto
Gardone V.T. (Bs) 27/07/1984
25067 Lumezzane S.A. (Bs) Via P. Marcolini 11
6232
Abeni Gianenrico
Brescia 21/02/1984
25040 Corte Franca (Bs) Via Villa 9
6233
Candela Maurizio
Brescia 07/07/1987
25014 Castenedolo (Bs) Via G. Falcone 25
6234
Monfardini Simone
Montichiari (Bs) 05/05/1989
25021 Bagnolo Mella (Bs) Via Romanino 3
6235
Monje Maria Victoria
Rosario (Argentina) 28/05/1987
25068 Sarezzo (Bs) Via G. Matteotti 41
6236
Prandelli Angelo
Brescia 30/07/1985
25073 Bovezzo (Bs) Via dei Prati 35
6237
Raffaelli Giulio
Iseo (Bs) 01/11/1989
25050 Provaglio d’Iseo Via Murelle 7
6238
Vitali Mauro
Montichiari (Bs) 04/03/1981
25013 Carpenedolo (Bs) Via Garibaldi 224
112 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
6239
Gitti Michele
Gardone V.T. (Bs) 31/08/1987
25063 Gardone V.T. (Bs) Via X Giornate 151
6240
Pedrotti Alessandra
Brescia 08/09/1989
25048 Edolo (Bs) Via Treboldi 108/E
6241
Spina Federica
Manerbio (Bs) 18/10/1989
25020 Pralboino (Bs) Via degli Artigiani 20
6242
Alberti Silvia
Brescia 16/08/1988
25017 Lonato (Bs) Via Valsorda di Sotto 8
6243
Alessi Maria
Breno (Bs) 01/01/1991
25040 Artogne (Bs) Via Plagne 22
6244
Amidani Liliana
Manerbio (Bs) 14/12/1985
25020 Milzano (Bs) Vicolo Castagneto 9
6245
Arpini Paolo
Montichiari (Bs) 29/05/1989
25018 Montichiari (Bs) Via S. Antonio 87
6246
Azzini Alessandra
Manerbio (Bs) 17/03/1991
25026 Pontevico (Bs) Cascina Pozzolino 2
6247
Baselli Marco
Brescia 28/12/1987
25126 Brescia Via Adamello 20
6248
Bianchi Federico
Breno (Bs) 03/07/1990
25040 Malonno (Bs) Via Perlongo 29
6249
Bignotti Gianpietro
Asola (Mn) 02/10/1989
25020 Gambara (Bs) Via C.na Montello 29
6250
Bonetti Nicola
Brescia 06/05/1990
25060 Cellatica (Bs) Via A. Gramsci 11
6251
Bontempi Thomas
Gavardo (Bs) 09/05/1989
25084 Gargnano (Bs) Via Valvestino 97 fraz. Navazzo
6252
Bonzi Dario
Breno (Bs) 16/01/1990
25052 Piancogno (Bs) Via Davine 7
6253
Brunelli Daniela
Manerbio (Bs) 21/10/1991
25022 Borgo S. Giacomo (Bs) Via G. Mameli 1
6254
Casella Simone
Brescia 25/10/1991
25124 Brescia Via Foro Boario 13
6255
Chimini Andrea
Desenzano d. Garda (Bs) 28/09/1987
25084 Gargnano (Bs) Via Zuino 74
6256
Chioda Francesco
Brescia 22/01/1990
25080 Molinetto di Mazzano (Bs) Via Padana Sup. 102
6257
Dalé Marco
Brescia 26/01/1985
25123 Brescia Via Guido Zadei 13
6258
Faletti Marco
Brescia 01/03/1980
25124 Brescia Via Foro Boario 8/B
6259
Favarò Luca
Desenzano d. Garda (Bs) 05/11/1990
25070 Barghe (Bs) Via Molino 33/L
6260
Ferri Lorenzo
Gavardo (Bs) 20/01/1991
25043 Breno (Bs) Via Isola 3
6261
Formentini Alberto
Brescia 08/09/1986
25012 Calvisano (Bs) Via Cidneo 1
6262
Ganzola Stefano
Gardone V.T. (Bs) 03/08/1990
25060 Tavernole s. Mella (Bs) Via del Molino 6 - Cimmo
6263
Giacomini Erika
Gavardo (Bs) 25/06/1991
25080 Prevalle (Bs) Via Moretto 2
6264
Giorgi Chiara
Iseo (Bs) 20/02/1985
25049 Iseo (Bs) Via Bonomelli 30
6265
Gregori Andrea
Chiari (Bs) 04/05/1990
25030 Castelcovati (Bs) Via G. Marconi 51
6266
Guerreschi Andrea
Manerbio (Bs) 29/01/1989
25025 Manerbio (Bs) Via W. Tobagi 30
6267
Mandonico Andrea
Brescia 29/10/1989
25124 Brescia Viale Duca degli Abruzzi 4
6268
Massardi Angelo
Brescia 17/02/1990
25136 Brescia Vill. Prealpino Trav. IV, 9
6269
Mercandelli Nicola
Chiari (Bs) 30/12/1991
25032 Chiari (Bs) Via Isonzo 1/C
6270
Mercandelli Stefano
Calcinate (Bg) 19/06/1991
25036 Palazzoli s. Oglio (Bs) Via Bornico Trav. II - 82
6271
Moraschetti Claudio Antonio Breno (Bs) 23/02/1988
25051 Cedegolo (Bs) Via Rissona 3
IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6 - 113
N. Albo Nominativo
Luogo e data di nascita
Residenza
6272
Moscardi Simona
Bergamo 21/06/1989
25043 Breno (Bs) Via Cappuccini Superiore 17
6273
Pasini Andrea
Gavardo (Bsd) 28/07/1990
25070 Barghe (Bs) Via XXV Aprile 21
6274
Piscioli Claudio
Brescia 08/02/1991
25010 Montirone (Bs) Via Verdi 6
6275
Poli Mattia
Brescia 30/08/1991
25069 Villa Carcina (Bs) Via Campania 22/A
6276
Rovizzi Stefano
Desenzano d. Garda (Bs) 13/05/1990
25015 Desenzano d. Garda Via B. Visconti 19
6277
Tonelato Niccolò
Bussolengo (Vr)
25123 Brescia Via Zadei 20
6278
Tozzo Emanuele
Desenzano d. Garda (Bs) 03/08/1988
25010 Pozzolengo (Bs) Località Ballino 8
6279
Treccani Giacomo
Montichiari (Bs) 02/01/1990
25018 Mo,tichiari (Bs) Via T. Silvioli 7
6280
Zanardelli Elena
Montichiari (Bs) 09/02/1991
25018 Montichiari (Bs) Via Erculiani 157
6281
Zanotti Giuseppe
Brescia 05/09/1990
25039 Travagliato (Bs) Via Aldo Moro 42
Il mondo di B. Bat.
114 - IL GEOMETRA BRESCIANO 2012/6