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madeinpompei
periodico di informazione turistica, culturale, enogastronomica, scientifica
ed economica 1
madeinpompei
ANNO VII • NUMERO 1 • GENNAIO 2017
GENNAIO 2017
madeinpompei
IL BELLO E IL BUONO DI POMPEI E DINTORNI
Archeologia
Dopo 12 anni riapre la
Casa dei Vetti. Visitabili
altre sei nuove Domus
Mostre
In esposizione
“Il Corpo del Reato”:
reperti archeologici rubati
e ritrovati
Attualità & Turismo
Gentiloni da Pompei:
«Evitare il mordi e fuggi
non è un sogno»
Finanziamenti
Fino a 25mila euro per
creare la tua impresa
Le opportunità di Cultura
Crea
Amarcord
seguici su
La vita di Pietro Frasconi,
il biografo di Bartolo Longo
In copertina:
La corona di rose deposte ai piedi della
Statua della Madonna sulla Facciata del
Santuario. Foto Osinska Photografer
madeinpompei
GENNAIO 2017
sommario
madeinpompei
Periodico di informazione e promozione
turistica, culturale, enogastronomica,
scientifica ed economica
Anno 7 - Numero 1 - GENNAIO 2017
Distribuzione gratuita
Autorizzazione del Tribunale di Torre Annunziata
n. 2 del 10/02/2011
Direttore responsabile: Marco Pirollo
Progetto grafico: Prometeo (Pompei)
Hanno collaborato: Luigi Donnarumma, Danilo
De Gennaro, Alessandra Randazzo, Davide
Rasputin, Maria Rosaria Vitolo (traduzioni);
Mauro Belsito (distribuzione). La collaborazione
è a titolo gratuito.
Stampa: Fenice Print (Castellammare di Stabia)
Edizione:
TXT Communication
www.txtconsulting.it
Contatti: www.madeinpompei.it
[email protected]
+39 081 19483222
Chiuso in redazione il 3 gennaio 2017. «Made
In Pompei» non è in alcun modo responsabile:
a) di eventuali cancellazioni e/o variazioni di
prezzo, luogo, data, orario degli eventi, dei
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culturali riportati sulla rivista, b) del materiale
pubblicitario fornito dagli inserzionisti c) di
offerte e promozioni pubblicizzate dagli inserzionisti, d) di previsioni su giochi, lotto e/o lotterie.
N.B. Se non indicato diversamente, il materiale
pubblicitario si intende fornito dagli inserzionisti
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Nuove scoperte archeologiche
Al via la mostra Il corpo del reato
L’amore a Pompei ai tempi dell’eruzione
Il punto sul Grande Progetto Pompei
Aperte 7 nuove domus
Gentiloni a Pompei: stop al mordi e fuggi
Nello Petrucci espone a New York
La Maledizione di Pompei
Proverbi napoletani, la raccolta in un libro
Escape Pompei, la prima escape room a Pompei
Finanziamenti alle imprese e Cultura Crea
Open Bar, una nuova realtà nel mondo lounge
Crema del Vesuvio, i sapori del territorio
Gli appuntamenti teatrali di gennaio
A gennaio il Salone Giocattolo
Viso giovane, arriva il trattamento Stop Aging
La vita di Frasconi, biografo di Bartolo Longo
Oroscopo di Gennaio Made in Pompei web tv
In forma dopo le feste
Archeologia da visitare
Archeologia da visitare
Archeologia
Archeologia da visitare
Archeologia da visitare
Turismo
Arte
Libri
Libri
Intrattenimento
Economia & Finanza
Enogastronomia
Enogastronomia
Eventi & Spettacoli
Eventi & Spettacoli
Benessere
Amarcord
Umorismo
Attualità
Sport
GENNAIO 2017
archeologia da visitare
madeinpompei
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Scoperti nuovi edifici nella Regio IX degli Scavi
Si tratta di una domus e di un edificio commerciale: un panificio
poi trasformato in lavanderia
Grazie ai lavori di messa in sicurezza
della Regio IX, effettuati nell’ambito
del Grande Progetto Pompei, sono
stati scoperti e riportati alla luce in
questa zona due edifici vicini ma
distinti, che prima completamente
ricoperti dal terreno. Si tratta di una
domus e di un edificio commerciale,
che in epoche diverse era stato adibito prima a panificio (pistrinum) e successivamente a lavanderia (fullonica). Ognuno è servito da un ingresso
accessibile dal Vicolo di Tesmo (civici 21 a sud e 22 a nord), con uguale
orientamento e analoga articolazione
planimetrica, oltre che dimensionale.
L’edificio 21 si apriva su un atrio sul
quale affacciavano, a sinistra, cucina
e latrina, sugli altri lati cubicula e tablinum; sul fondo si apriva il giardino.
Il pavimento in basoli e la meta di una
macina in uno dei vani, attestano la
trasformazione di questa casa in un
panificio (pistrinum); contestualmente a questa trasformazione, a causa
delle nuove esigenze, si intervenne
in due modi: aprendo un più ampio
ingresso lungo il lato est dell’insula e
articolando diversamente gli ambienti. A una seconda fase appartiene l’ulteriore trasformazione del pistrinum
in un’officina di fulloni, lavoratori che
si occupavano di lavare e smacchiare
le vesti (fullonica). In questo periodo
si realizza un vano con vasca e annesso lavatoio, mentre, all’ingresso
dell’edificio, si colloca un contenitore per la raccolta delle urine, il quale
mostra il reimpiego, come base d’appoggio, di un catillus delle macine e,
infine, la disposizione accanto alla
soglia di un orinatoio. Sempre in
questo stesso periodo s’innalzano le
quote pavimentali, mentre un battuto
in lavapesta copre il piano pavimentale a basoli del pistrinum.
L’edificio al civico 22 è invece una
domus articolata in atrio e peristilio.
Il terremoto del 62 d.C. costituisce un
momento di profondo cambiamento:
s’interviene modificando l’apparato
decorativo. Gli affreschi di IV stile
degli ambienti del civico 22 risalgo-
no probabilmente a questo momento, mentre i pavimenti in signinum
attestano l’impianto più antico.
A ridosso dell’eruzione del 79 d.C.
avviene l’ultima trasformazione dei
due edifici: i muri di entrambe le
strutture, nel frattempo abbandonate forse a causa di ulteriori danneggiamenti legati a nuovi eventi
sismici, vengono rasati; si chiude
l’ingresso al civico 21 mediante
l’impiego di blocchi in calcare, si
ostruisce il passaggio tra alcuni vani
e l’intera area è adibita a deposito di
scarti di costruzione, così come la
ritroverà Giuseppe Fiorelli circa otto
secoli dopo.
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archeologia da visitare
GENNAIO 2017
In mostra a Pompei “Il corpo del reato”
Nell’Antiquarium esposti 170 reperti archeologici recuperati
dalle forze dell’ordine
Pompei espone tesori che sembravano perduti per sempre e che
invece, grazie al lavoro delle Forze
dell’Ordine e della Magistratura,
sono stati restituiti al patrimonio
culturale mondiale. È questo il filo
conduttore della mostra “Il corpo
del reato”, inaugurata a dicembre
nell’Antiquarium degli Scavi e visitabile fino al prossimo 27 agosto.
L’esposizione raccoglie materiale
di vario genere, circa 170 oggetti
(ceramiche, crateri, statue, depositi votivi, ecc.) tra reperti autentici (risalenti al VI secolo a.C. fino
all’età romana) e falsi archeologici. Si tratta di oggetti rubati e poi
ritrovati che, dopo essere stati sequestrati dalle forze dell’ordine, per
lungo tempo sono stati conservati
nei depositi di Pompei. Di recente
svincolati, oggi quegli oggetti sono
visibili al pubblico. “Il Corpo del reato” è quindi una testimonianza della
lunga stagione di saccheggio subita
dal patrimonio culturale italiano dal
1960 ad oggi, cui le Forze dell’Ordine hanno posto un freno, arrivando
a sequestrare oltre 800mila reperti:
una cifra ritenuta comunque inferiore rispetto alla quantità di opere depredate nel tempo. La razzia
riguarda migliaia di siti presenti in
Italia che, fra il 1970 e il 1990, finì
addirittura per alimentare prestigiose collezioni di musei internazionali
come il Getty di Los Angeles e il
Metropolitan di New York. Si deve
allo straordinario lavoro dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e
della Magistratura il recupero delle
opere esposte. I sequestri sono
avvenuti principalmente a Pompei
e dintorni: Boscotrecase, Gragnano e Sant’Antonio Abate. In alcuni
casi sono oggetti tratti da scavi
clandestini svolti nell’area, ma
buona parte proviene da saccheggi
perpetrati in vari siti dell’Italia me-
In Pompeii stolen and
found archaeological
remains on show
ridionale, come la ceramica daunia
delle necropoli della Puglia settentrionale. Ma nel mercato illecito
degli oggetti archeologici e artistici
il rischio di incappare in un falso è
molto alto. Si è calcolato, infatti,
che circa il 66% dei reperti o delle
opere messi sul mercato dai trafficanti sono fasulli: un vero proprio
business illegale, quindi, secondo
solo al mercato della droga. Falsi
perfetti o quasi, realizzati da artigiani e rifilati, attraverso un’efficiente rete di canali, ai collezionisti
privati e ai mediatori stranieri. Nei
laboratori di falsari si rifà di tutto:
bronzi, ceramiche dipinte, monete,
statue. I falsi vengono poi venduti,
singolarmente o mescolati insieme
a qualche pezzo autentico. Diventa fondamentale, quindi, valutare
l’autenticità degli oggetti custoditi
clandestinamente, cercando di riconoscere la contraffazione sulla
base degli errori che involontariamente il falsario può aver compiuto
seguendo gli stili e gli usi del tempo
antico. All’Arma dei Carabinieri è
attribuita una preminenza nella tutela del patrimonio culturale: il Comando Tutela Patrimonio Culturale
(Tpc), nato il 3 maggio 1969, è oggi
un ufficio di diretta collaborazione
del Ministro dei Beni Culturali e può
contare su 270 militari qualificati.
In the site of Pompeii there is an
exposition of lost antiquities, which
would have been lost, even if Police corps and magistrates worked
together to return them to the world
cultural heritage. Actually, this is the
leading theme of the exhibition, Il
corpo del reato (in English, the body
of evidence).
This exposition has been inaugurated in December in the Antiquarium,
in the archaeological site, and will
be open until the 27th of August.
There are by about 170 relics, such
as ceramics, kraters (which were
large vases particularly used for
watering down wine), statues, votive articles, etc., including authentic
finds (dating back to IV century until
the Roman age) and archaeological
“fakes”.
After being recovered, these stolen
objects were impounded and have
been kept for a long time in the
storage of Pompeii. Then, they had
been recently released and now are
on view.
Therefore, the exhibition Il Corpo
del Reato shows the ransack to the
detriment of the Italian cultural heritage from 1960 until today. This looting had even furnished the collection of international museums, such
as the Getty of Los Angeles and the
Metropolitan of New York.
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madeinpompei
archeologia
GENNAIO 2017
Pompei luogo dell’amore mercenario? Un mito da sfatare
Oggetti erotici, scritte audaci e quadretti osceni hanno alimentato la
leggenda della città scabrosa
Pompei è stata spesso definita città
dell’amore, dedita alle sfrenatezze
dell’eros e dissoluta nei costumi.
Niente di più falso. Nel tempo questa diceria è stata alimentata erroneamente da miti e leggende nate
attorno alla città vesuviana sin dalla
scoperta. Oggetti erotici, scritte audaci e quadretti osceni hanno creato
il falso mito della città scabrosa, ma
a Pompei non si praticava l’amore/
sesso né più né meno che in qualsiasi altra città romana. La libertà
sessuale era sicuramente maggiore
rispetto ai tabù moderni e i luoghi
del piacere non erano assolutamente
ritenuti scabrosi. Le prostitute, anzi,
svolgevano un ruolo fondamentale
nella società, consentendo agli uomini la loro libertà e alle donne di poter
rimanere oneste e virtuose secondo il
mos maiorum. La prostituzione non
era un crimine e le meretrici svolgevano abbastanza liberamente la
loro professione, vendendosi nelle
strade (trivia) oppure alle dipendenze di un lenone (uno sfruttatore) in
osterie o bordelli. L’abbigliamento
di una prostituta doveva dare subito
nell’occhio: vesti succinte e trasparenti, trucco marcato e capelli tinti
con colori sgargianti come il rosso o
il biondo dovevano attirare i potenziali
clienti. Tra i tanti graffiti ritrovati sulle
mura di Pompei, quelli di molte prostitute che esprimevano giudizi sui
loro clienti oppure si facevano pubblicità enfatizzando le loro specialità e il
prezzo. Le tariffe andavano da un minimo di 2 assi (equivalente ad un bicchiere di vino) fino ad un massimo di
16 assi. Nel vocabolario latino erano
tanti i nomi per indicare le prostitute.
Meretrix deriva dal verbo merere, che
indicava un guadagno dietro una prestazione; la meretrix non era una prostituta qualunque, ma una cortigiana
esperta nell’ars amatoria, nella musica, nella danza e nel canto: una vera
intrattenitrice, di solito con un nome
esotico, greco o orientale. Spesso chi
esercitava era una schiava che veniva
da terre lontane o una donna di ceto
umile. Ma vi erano anche delle vere
e proprie professioniste come Novellia Primigenia, una mima di Nocera,
di cui rimangono circa 20 graffiti a
Pompei, che spesso si accompagnava a uomini facoltosi. La lupa, al
contrario, era una prostituta di bassa
categoria e da qui deriva la parola lupanare (luogo delle lupae). Esisteva
però anche la fornicatrix, che si prostituiva sotto i ponti (fornices); la bustuaria, che esercitava presso i cimiteri, dove c’erano i busti in marmo dei
defunti; la circulatrix, che passeggiava ricercando i clienti. Solitamente,
il ceto sociale dei clienti era medio; i
ricchi potevano liberamente disporre
di schiavi e schiave che avevano nelle
loro domus. Curioso è scoprire che il
23 aprile il calendario romano prevedeva una festa dedicata alle prostitute e il 25 aprile, invece, la festa era per
i prostituti maschi. Non era raro, infatti, trovare ragazzi che vendevano il
loro corpo: l’omosessualità di per sé
era accettata. Quello che non veniva
accettato era che un uomo, un vir, si
sottomettesse passivamente ad un
altro uomo di ceto inferiore, essendo
che la virilità, a Roma, si identificava
con l’assunzione di un ruolo attivo nel
rapporto sessuale. A Pompei vi sono
diverse testimonianze di prostituti: un
graffito ci restituisce le scritte di un
tale Menander che pubblicizzava le
sue prestazioni, con relativo tariffario. Il numero dei posti dove si praticava la prostituzione a Pompei è incerto, perché spesso si è attribuito il
nome di lupanare a luoghi dove erano
presenti solo graffiti osceni, facendo
lievitare il numero dei postriboli a 34:
dato senz’altro spropositato sia per la
grandezza (comunque modesta) della città e sia per il numero di abitanti.
Il meretricio si praticava non di rado
anche in esercizi aperti al pubblico e
destinati all’alloggio o alla ristorazione (come le cauponae, famosa quella
di Asellina), oppure nelle cellae meretriciae che erano un unico vano con il
letto in muratura, o ancora in luoghi
privati affittati a lenoni. Luogo tra i
più visitati dai turisti, tuttavia, è sicuramente il Lupanare (VII,12,18) sorto
sin dall’inizio con lo scopo specifico
di ospitare prostitute.
Alessandra Randazzo
archeologia
10 madeinpompei
GENNAIO 2017
Grande Progetto Pompei: ecco la situazione al 2016
In tre anni spesi oltre 60 milioni di euro per il rilancio dell’area archeologica
Restauri dell’area archeologica, ma
anche valorizzazione e messa in sicurezza, per un’offerta culturale ai
turisti che sia sempre più qualificata: il Grande Progetto Pompei (GPP)
viaggia a ritmo serrato e il capo della
Direzione di Progetto, il generale
dei Carabinieri Luigi Curatoli, in occasione della riapertura della Casa
dei Vettii, ha tracciato un bilancio
aggiornato a dicembre 2016. «La
strada percorsa in meno di 3 anni è
stata davvero lunga. Al 31 dicembre
2015 erano stati attivati complessivamente 76 interventi, ne erano stati
conclusi 42, 23 erano in corso, 9 in
fase di avvio e 2 in fase di gara. Sul
Piano finanziario dei 105 milioni di
euro stanziati, erano stati spesi effettivamente 40,7 milioni. Ho citato
questo discrimine temporale poiché
il 31 dicembre 2015 si è conclusa
la prima fase del Grande Progetto
a valere sulle risorse del POIn Attrattori Culturali 2007-2013, come
stabilito dalla Commissione Europea che ha inquadrato la seconda
fase, dal 1° gennaio 2016, nel PON
“Cultura e Sviluppo” 2014-2020.
Ad oggi, dei 34 interventi che sono
transitati nella seconda fase (ossia i
76 avviati, meno i 42 conclusi al 31
dicembre 2015), ulteriori 16 sono
stati terminati, 4 sono in attesa di
avvio, 14 sono in corso di esecuzione. Peraltro, alcuni di questi ultimi
saranno completati già nei primi
mesi del 2017. La somma spesa nel
2016 è stata di 17,7 milioni di euro,
ma nei primi giorni del 2017 questa
somma dovrebbe elevarsi ad oltre
22 milioni che, sommati ai 40,7 già
spesi, porta il totale della cifra spesa
a quasi 63 milioni. Salvo poi avviare
ulteriori progetti con le economie di
esecuzione. Contiamo di chiudere
completamente, dunque, i lavori
previsti dal Grande Progetto entro
la fine del 2018. Queste somme di
danaro hanno consentito di realizzare importanti opere di restauro
sia architettonico, che degli apparati
decorativi. Il 23 dicembre abbiamo
restituito al pubblico 4 importanti
opere del GPP: la messa in sicurezza dell’intera Regio VI, costata quasi
3 milioni di euro e un anno e mezzo
di lavori, che ha consentito di riaprire un’area di 56mila mq. che ospita
10 domus di rilievo, tra cui la casa
dei Vettii, ora riportata alla fruizione
del pubblico. Gli altri interventi sono
l’adeguamento e la revisione dell’illuminazione perimetrale (2 milioni
di euro), una infrastruttura di rete
sicura per la copertura Wi-Fi del
sito (circa 500mila euro), nonché
la videosorveglianza dell’area degli
scavi, realizzata con fondi del PON
Sicurezza, costata circa 2,5 milioni comprensivi dell’acquisto delle
telecamere e della messa in opera.
Le sinergie che si sono create tra
Prefettura di Napoli, Direzione del
GPP, la Soprintendenza di Pompei
e Invitalia, hanno consentito, quindi, di aprire al pubblico un’ulteriore
cospicua porzione dell’area archeologica, ponendo una volta di più
Pompei al centro degli interessi turistici italiani».
Più sicurezza negli Scavi di Pompei
Nell’ambito del Piano della sicurezza del Grande Progetto Pompei (Gpp) la Soprintendenza, grazie alle risorse del PON Sicurezza per lo sviluppo messe a disposizione dal
ministero dell’Interno, ha ideato e realizzato il progetto della nuova videosorveglianza
nel parco archeologico di Pompei.
Il sistema, dotato delle più innovative tecnologie in grado di garantire in tempo reale
il rilevamento di ogni evento potenzialmente dannoso o critico per la sicurezza di patrimonio e visitatori, è costituito da oltre 400 telecamere digitali Mobotix, distribuite
sull’intera geografia del parco suddivise tra zone perimetrali, assi viari ed alcune delle
domus più importanti e da un sottosistema di telecamere mobili dedicate al monitoraggio dell’accesso ai cantieri del Gpp come previsto dal Protocollo di Legalità.
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archeologia da visitare
GENNAIO 2017
Pompei da scoprire: sette nuove domus da visitare
Per la prima volta apre il Piccolo Lupanare; dopo 12 anni torna
visitabile la Casa dei Vettii
I lavori di restauro realizzati nell’ambito del Grande Progetto Pompei
(GPP) con le risorse POIn 20072013 e PON 2014-2020 da parte
della Soprintendenza di Pompei e
della Direzione GPP hanno consentito di riaprire al pubblico, già a dicembre, numerose domus che con
la loro bellezza hanno arricchito la
visita agli Scavi.
La Casa di Obellio Firmo (Regio IX,
Insula 14, n. 3-4), tra le più grandi e
articolate di Pompei, si apre sul lato
meridionale di via di Nola. Vi abitò
una famiglia aristocratica: l’ultimo
proprietario fu M. Obellius Firmus. Il
padre veniva menzionato nelle tavolette cerate rinvenute nella casa del
banchiere Cecilio Giocondo. Simbolo della ricchezza è la cassaforte in
bronzo e ferro rinvenuta nell’atrio e
oggi visibile.
La Domus di Marco Lucrezio
Frontone (V, 4, A) è una raffinata
abitazione datata al II sec. a.C. e
attribuita, grazie alle iscrizioni elettorali rinvenute durante gli scavi, a
Marcus Lucretius Fronto che aveva
intrapreso una brillante carriera politica, candidandosi alle principali
cariche pubbliche della città. Sebbene di modeste dimensioni (circa
460 mq.) la domus vanta affreschi
di notevole qualità.
La Casa del piccolo lupanare (IX,
5, 16) è oggi aperta al pubblico
per la prima volta nella storia degli
Scavi di Pompei: si tratta di un edificio dove probabilmente vi era una
locanda. Qui, nei pressi degli ambienti dove risiedeva il gestore e la
sua famiglia, c’è anche una stanza
più appartata rispetto al resto della
casa che era destinata “all’ospitalità” dei clienti e al piacere sessuale
Piccolo lupanare
mercenario. I quadretti con scene
erotiche che ne decorano le pareti
affrescate rammentano la funzione
cui era adibita la stanza e le prestazioni sessuali offerte.
La Casa dei Vettii (VI, 15,1) è una
delle case più ricche e famose di
Pompei. Oggi è possibile visitare
gli ambienti di ingresso, l’atrio con i
cubicula circostanti e il triclinio con
la splendida serie di affreschi mitologici. Torna inoltre nella sua originaria collocazione una delle due
casseforti bronzee riccamente decorate e collocate ai lati dell’atrio, a
simboleggiare l’opulenza della casa.
La Domus era posta sotto la protezione di Priapo, dio dal grosso fallo
raffigurato a destra della porta, oggi
nuovamente visibile dopo il restauro. Il dio rappresentava la prosperità
economica dei proprietari, i fratelli
Aulus Vettius Restitutus e Conviva,
ex schiavi (liberti), arricchitisi grazie
al commercio.
La Casa di Adone ferito è nota per
la megalografia di Adone morente
soccorso da Venere. Il restauro del
dipinto e del quadro con “toletta
dell’Ermafrodito” (collocato in un
altro ambiente della casa) è stato
realizzato grazie ad un’erogazione
liberale frutto dei proventi della vendita del libro di Alberto Angela, “I tre
giorni di Pompei”.
La Casa dell’Ancora (VI, 7, 18) affacciata su Via di Mercurio fu edificata intorno alla metà del II secolo
a.C. ed è una delle abitazioni con
planimetria più originale nel panorama pompeiano. Prende il nome dalla
raffigurazione presente sul mosaico
dell’ingresso ed è articolata in settori a “L” posti su due livelli a quote
differenti: gli ambienti dell’atrio e di
ricevimento; il piano inferiore occupato da un giardino porticato.
La domus del Labirinto, così chiamata dal soggetto del mosaico di
uno degli ambienti aperti sul portico, venne edificata nel tardo II secolo a.C. unendo edifici preesistenti.
Presenta una pianta a doppio atrio,
oltre ad un quartiere termale e ad
uno spazio per la produzione del
pane.
GENNAIO 2017
Casa di Marco Lucrezio Frontone
archeologia da visitare
Cassaforte
dalla Casa di Obellio Firmo
madeinpompei 13
Affresco di Adone Ferito
Discovering Pompeii: seven newly
restored domus open to the public
The House of Obellius Firmus (Regio IX, Insula 14, n. 3-4) is one of the
largest houses in Pompeii. Once, an
aristocratic family lived there and its
last owner was M. Obellius Firmus.
A clear sign of its wealth is the iron
and bronze strongbox, which was
discovered in the atrium and is now
exposed there.
The House of Marcus Lucretius
Fronto (V, 4, A) is an elegant dwelling dating back to the II century BC.
As the inscriptions on the façade
suggest, the owner was probably
Marcus Lucretius Fronto, a brilliant
politician. The house has remarkable frescoes inside.
The House of the Small Lupanar
(IX, 5, 16) is now open for the first
time ever. This building might have
been an inn, where in the spaces
intended for the innkeeper and his
family, there was a secluded room
for the purchase of sexual services.
Actually, the erotic pictures decorating the room prove its function
and probably aimed to advertise the
sexual services offered.
The House of Vettii (VI, 15,1) is one
of the richest and most famous houses in Pompeii. Now tourists may visit the entrance, the atrium with the
surrounding cubicula, the triclinium
with the wonderful set of mythological frescoes. Once, the atrium
had bronze strongboxes on the either side and their rich decorations
symbolise the wealth of the house.
Now, one of them comes back to its
original location. The house was under the protection of Priapus, who
is represented with an oversized
phallus on the right of the room. The
picture is on view again, after the
restoration. The god represented
the wealth of the two owners, the
brothers Aulus Vettius Restitutus
and Conviva, who were freed slaves,
who got rich thanks to their trade.
Casa dei Vettii
(prima e dopo il restauro)
The House of Adonis is best-known
for the set of frescoes representing
Adonis dying in the arms of Venus.
The House of the Anchor (VI, 7, 18)
overlooks via di Mercurio and was
built around the second half of the
II century BC. The House is named
after the anchor depicted in the mosaic at the entrance. This dwelling
has an original layout compared to
traditional layouts in Pompeii architecture. The house is actually set on
two levels in the shape of a L, at different heights, including a reception
room and a garden with a covered
portico.
The House of the Labyrinth is named after the mosaics of its portico.
In this house there are thermal baths
and a space intended for the production of bread.
Mosaico dalla Casa dell’Ancora
Casa del Labirinto
14 madeinpompei
attualità
GENNAIO 2017
Gentiloni: «Pompei può puntare ad un turismo stabile»
Il premier ha affermato la centralità del Sud
e della valorizzazione dei beni culturali
Il ministro
Franceschini: «Pene
più severe per chi
danneggia i beni
culturali»
«È possibile rendere la fruizione turistica a Pompei più stabile e distribuire sul territorio questa ricchezza
potenziale. Per fare questo, bisogna
valorizzare questo patrimonio».
Lo ha detto il primo ministro Paolo
Gentiloni, intervenendo a Pompei
alla riapertura, dopo 12 anni, della
Casa dei Vettii lo scorso dicembre.
«Possiamo fare di più – ha affermato il premier nel corso della sua
prima uscita pubblica in Campania –
per valorizzare le potenzialità di questo territorio. Possiamo rendere la
fruizione turistica più stabile, meno
“mordi e fuggi”, allungare i tempi
di visita e di permanenza. Pompei
si potrebbe visitare per due giorni,
avendo una ricettività alberghiera
nella zona, distribuendo nel territorio questa ricchezza potenziale.
Non è solo un sogno, ma è la realtà
di un turismo che negli ultimi anni si
sta sviluppando in Italia, nel Mezzogiorno e in Campania in un modo
senza precedenti. Un modo legato
anche ai rischi per la sicurezza che
hanno colpito Paesi a noi vicini, che
certamente hanno contribuito, ma
non si tratta solo di questo: anche
la scoperta di ricchezze culturali,
gastronomiche e paesaggistiche
non sempre conosciute può invece
dare un grandissimo valore aggiunto
alla nostra economia. Perché di questo dobbiamo essere convinti: se la
nostra economia può avere un’accelerazione di crescita, molto dipende
dalla messa a regime di quel motore
che non è andato a pieno ritmo in
questi decenni, che è il motore del
Mezzogiorno d’Italia. Di fronte a una
meraviglia come Pompei credo che
chi, come noi, ha responsabilità di
governo, deve rinnovare l’impegno
a valorizzare le nostre radici, la
nostra civiltà e a fare il massimo
per trasformare le potenzialità del
Mezzogiorno in realtà di sviluppo e
di crescita per il nostro Paese». Le
riaperture di molte domus a Pompei, ha spiegato Gentiloni, sono «il
segnale di una realtà che cresce,
aumenta il numero di visitatori, inaugura gradualmente altre zone, altre
aree, diventa più fruibile, si avvicina
agli standard più elevati della fruizione dei beni culturali nel mondo, che
devono essere i nostri standard. In
Italia abbiamo risorse culturali che
non ha nessun Paese al mondo con
questa densità, con questa concentrazione. Spesso siamo abituati a
vivere di rendita, dobbiamo invece
valorizzare queste risorse, come
stiamo facendo qui a Pompei».
«Le inaugurazioni sono anche un
modo di rendere conto sul rispetto
dei tempi fissati dall’Unione europea, sull’avanzamento dei cantieri.
Basta girare per le strade di Pompei
per vedere il grande cambiamento
che c’è stato, frutto di un lavoro continuativo e silenzioso. Pompei non è
soltanto la visita agli scavi: ci sono le
statue di Mitoraj, nella stagione estiva ci sono stati grandi eventi, stiamo
lavorando perché ci sia la rete wi-fi
e l’illuminazione notturna, che potrà allungare l’orario di visita nella
maggior parte possibile di Pompei».
Queste le parole del ministro dei
Beni Culturali, Dario Franceschini
che ha presenziato alla riapertura
della Casa dei Vetti a Pompei, dove
ha annunciato l’approvazione di un
disegno di legge del Governo (che
dovrà essere approvato dal Parlamento) sui reati contro i beni culturali, con l’inasprimento delle pene.
«Era giusto farlo – ha detto – in un
Paese orgoglioso del proprio patrimonio culturale, che soffre quando
vede un furto, un danneggiamento.
Siamo intervenuti con una legislazione avanzata». Soddisfatto anche
il Soprintendente di Pompei, Massimo Osanna: «La nostra politica – ha
detto – vuole essere quella di apertura e di restituzione di un patrimonio per troppo tempo chiuso alla comunità e al mondo. Ciò è stato fatto
perché abbiamo lavorato in maniera
corale, con un numero adeguato di
persone. Pompei non aveva bisogno
di fondi, ma di personale. Ai nostri
funzionari si è affiancato lo staff del
Grande Progetto».
16 madeinpompei
arte
GENNAIO 2017
Ad aprile Nello Petrucci
espone a New York
L’Agora Gallery ospiterà “Kairos”,
la personale del giovane artista pompeiano
Dal 1° al 21 aprile prossimi l’artista Nello Petrucci
esporrà all’Agora Gallery
di New York nell’ambito
della mostra personale
dal titolo “Kairos”. L’esposizione newyorkese,
curata da Marcello Francolini, proporrà 40 tra le
più recenti e originali opere firmate da Petrucci. Si
tratta di lavori che recano
l’inconfondibile firma del
talento pompeiano, considerato unanimemente il
pioniere di un nuovo corso artistico, un’arte materica definita “pop cinetica”. Per Nello Petrucci,
infatti, ritagli di giornale, fotografie
(molte derivanti anche da reportage
di guerra) e locandine di film (collezionate per anni) sono il punto di
partenza di un mondo a più livelli. Le
sue opere portano collage e pittura
insieme in modo unico. Ma al centro
resta sempre la fotografia, un’arte
che – per sua natura – coglie un attimo, un istante dell’infinito scorrere
del tempo. E proprio quell’attimo
colto dalla fotografia diviene il fulcro
di ogni sua opera. Partendo da ciò
che egli chiama “immagini catturate”, Petrucci rompe quelle icone nelle loro componenti e le riassembla.
In questo modo, evidenzia il conflitto
trovato nei manifesti originali e nei
ritagli, riproponendolo in un nuovo
contesto astratto; crea nuove combinazioni di carta strappata, armonizzate con gocce audaci di colore
e con colpi di acrilici brillanti. Le
opere così realizzate hanno un’aria
di libertà e spontaneità, pur rimanendo meticolosamente composte.
Ogni creazione diventa una sorta di
puzzle, permettendo all’osservatore
di diventare un partecipante attivo
del suo significato. Grazie all’espe-
In April an exposition of
Nello Petrucci will be at
New York
rienza maturata in campo cinematografico, come attore, cameraman e
scenografo, Petrucci ha interiorizzato la capacità del cinema di creare
dramma e significato attraverso il
colore e il movimento: così riesce
a ricreare quel potente effetto nei
suoi collage. Proprio dall’esperienza
cinematografica nasce lo spunto per
le arti visive: le locandine dei film,
infatti, divengono materia prima per
la sua fantasia. Comporre, decomporre (collagè e decollagè) e infine
sovrapporre le immagini, in modo
da creare un mondo visibile da molti
punti di vista, è un risultato semplicemente eccezionale. Una delle caratteristiche dominanti delle opere
che realizza, è quella di ottenere un
grande dinamismo: tutte le immagini
sembrano ruotare in un universo che
sprigiona una forte energia, dalla
quale si rimane presi e coinvolti.
www.agora-gallery.com/artistpage/
Nello_Petrucci
From the 1st to the 21st of April the
artist Nello Petrucci will expose his
work at the Agora Gallery of New
York, in his personal exhibition, Kairos. The exposition is organized by
Marcello Francolini and will present
forty of the most recent and original
works by Petrucci.
The talent of this Pompeian artist
is unmistakeable; actually, he is
considered as a pioneer of the new
artistic trend of materic art, described also as kinetic pop art. For
Nello Petrucci, newspaper clippings,
photographs (many of them coming
from war reportages) and film posters (collected over the years) are
the starting point of a multi-layered
world.
Nevertheless, the leading role
always belongs to photography;
this art naturally catches a single
moment in the endless flowing of
time and the instant caught on the
shutter is the starting point of the
work of art by Petrucci. He breaks
the different components of these
pictures and then he fits them back
together. Thus, each work becomes
a sort of puzzle, allowing the viewer
to become an active participant in its
meaning.
L’ARTE DEL GUSTO
suguici
t. 081 8502130
ILGIARDINODELLEESPERIDI.IT
libri
GENNAIO 2017
madeinpompei 19
La “maledizione” di Pompei, leggenda o realtà?
Un viaggio tra superstizione e inchiesta giornalistica
realizzato dallo scrittore Antonio Cangiano
Come e quando è nata la “leggenda” che dispenserebbe sciagure su
chiunque rubi un reperto dell’antica
Pompei? Perché è ancora cosi viva?
Che cosa l’ha alimentata così a lungo? E ancora: quanti e quali sono i
frammenti di Pompei trafugati e poi
restituiti perché ritenuti “maledetti”? A tutti questi interrogativi prova a dare una risposta il giornalista
Antonio Cangiano, nel suo ultimo
volume “La maledizione di Pompei Storie di piccoli furti e pentimenti dal
mondo” (pagg. 192, ed. Magenes,
2016, collana Voci dal Sud, 13 euro).
Cangiano si districa abilmente tra
superstizione e inchiesta giornalistica, raccogliendo le lettere dei turisti
che restituiscono il maltolto, le testimonianze dei custodi, i racconti di
chi ha vissuto “insolite” esperienze
dell’antica città e non solo. Esoteri-
smo, pratiche magiche e tutto quello
che c’è da sapere sulle “definixiones” (o maledizioni all’ombra del
Vesuvio). Antonio Cangiano guida il
lettore in uno dei siti archeologici più
conosciuti al mondo alla scoperta di
magie, gesti scaramantici e credenze popolari. La leggenda della “malasorte” che colpisce chiunque sottragga frammenti e piccoli reperti da
Pompei è più che mai attuale e conosciuta. Per questo il libro di Cangiano propone una raccolta di testimonianze, tra stravaganti biglietti di
scuse e restituzioni provenienti da
ogni parte del mondo per annullare la “Maledizione”, ma anche una
ricerca delle cause psicologiche e
dei retaggi passati che inducono le
persone a convincersi dell’esistenza
della “iella” legata ai reperti antichi.
Ma tutto sommato la “Maledizione”,
vera o falsa che sia, analizzata con
tono obiettivo, a volte ironico, in tutte le sue sfaccettature, ha il grosso
merito di contribuire, magari inconsapevolmente, alla salvaguardia
di un patrimonio inestimabile che
è, e deve restare, di tutti. Antonio
Cangiano, è giornalista pubblicista
laureato in Scienze Politiche. Attualmente collabora can i quotidiani
online Corrieredelmezzogiorno.it e
Napoli.com. È vincitore del premio
speciale Città di Ottaviano 2016 per
il suo impegno nel trasmettere la realtà a rischio dei siti archeologici in
Campania.
La saggezza popolare nel libro “Detti e Proverbi napoletani”
Chi si approccia
alla lettura di “Detti e Proverbi napoletani” di Salvatore
Abate proverà sicuramente il gusto
di leggerlo tutto
d’un fiato. È come
assaggiare un vino
buono senza mai
staccare le labbra
dalla brocca per
la goduria nell’essere stato ammaliato da un effetto
propizio del gusto e del profumo
di un dolce nettare. Così, con una
punta di ironia e sicuro buonumore, pagina dopo pagina, l’alambicco
della saggezza distilla gocce di buon
senso, raccomandazioni, istruzioni
e insegnamenti tutte pregnanti di
infallibilità proverbiale. Non è solo
un’impressione ma anche un’esperienza: leggendo proverbio dopo
proverbio, questo libro di Salvatore
Abate, mi sono sentito immerso in
un contesto ambientale e dialogico,
che mi ha ricreato e rievocato vecchie scene di vita familiare. E qui mi
è parso di riascoltare le sagge sentenze della Nonna e della Madre del
nostro autore, sentendomi coinvolto
in un dialogo con personaggi, ma
anche da usi, costumi, tradizioni e...
storie di vita quotidiana, racchiuse
in uno scrigno prezioso traboccan-
te di completa saggezza morale.
Ecco, questo è l’effetto che tanta
gaia saviezza provoca in chi attinge
a questa fonte della saggezza. Non
voglio esprimere qui le emozioni,
derivate dalla lettura di quelle storie
nelle storie, che ampliano qua e là
il commento dei proverbi con appropriate note didattiche, ma sono
convinto che il lettore di questa
breve antologia si convincerà, man
mano, nel corso dello scorrere delle pagine, della veridicità del detto
antico: ‘E cunte se fanno quann’ ‘o
bbastemiento è ‘mpuorto, che invita
a non tirare i freni prima di arrivare
alla meta.
Mario Rosario Avellino
20 madeinpompei
Un videoclip
dedicato ai migranti
girato nell’antica
Pompei
Una canzone dedicata alla tragedia
dei migranti del mar Mediterraneo.
Una voce intensa e struggente:
quella di Sarah Jane Morris. Un
posto incantevole attraversato dal
mondo intero: quello degli scavi
archeologici di Pompei. Un messaggio di forte vicinanza: quello
dei migranti di ogni provenienza. È
il grido di solidarietà che Pompei
esprime attraverso il video clip registrato nel Teatro Piccolo di Pompei
e in alcuni ambienti della Villa dei
Misteri, dalla cantante jazz assieme
al chitarrista Antonio Forcione. Un’idea che impazza già sul web. Tutto
è nato a seguito di una visita agli
scavi che ha lasciato incantati gli
artisti che, ispirati dalle atmosfere
senza tempo del sito hanno chiesto
di poter omaggiare l’antica città con
un brano dal forte messaggio sociale. “The sea” è infatti dedicato
alla tragedia dei migranti nel mar
Mediterraneo e registrato in esclusiva per la Soprintendenza Pompei.
Il brano fa parte dell’album Compared to what, un disco intenso sia dal
punto di vista musicale, ma anche
da quello dei contenuti, con pezzi
dedicati a temi delicati come quello
dei profughi, ma anche alla violenza
sulle donne, all’insicurezza sul futuro dei tempi che viviamo. Il video
è da alcune settimane visibile sui
canali social degli Scavi di Pompei
ed ha già varcato la
soglia del milione di
visualizzazioni.
Danilo De Gennaro
musica e intrattenimento
GENNAIO 2017
Escape Pompei,
un’ora di tempo per fuggire!
La prima “escape room” in città,
tematiche avvincenti e originali
Immaginate, anche soltanto
per un momento, di essere
chiusi in una stanza, senza
alcuna via d’uscita, dove
l’unico modo per trovare la
chiave che aprirà di nuovo
la porta è quello di risolvere
una serie di misteriosi enigmi e stuzzicanti indovinelli...
in soli 60 minuti. Ebbene, se
questo è il genere di avventura che fa per voi, allora non
vi resta che provare a cimentarvi con le stanze di Escape
Pompei, la prima escape
room della città degli scavi,
che ha portato all’ombra del
Vesuvio il popolare gioco dal
vivo che ormai sta impazzando in tutto il mondo. Escape
Pompei, offre due possibilità per mettere alla prova
la propria arguzia: la stanza
dell’Azzardo e la stanza dell’Occulto.
Nella prima tutto gira intorno al gioco d’azzardo, mentre nella seconda
stanza ad attendere i giocatori ci
sarà un ambiente a dir poco tenebroso... Insomma, più che un gioco, Escape Pompei é un’avventura
coinvolgente, cui fanno da cornice
tematiche avvincenti e originali: solo
spiccate abilità logiche ed un efficace lavoro di squadra permetteranno
di risolvere gli enigmi nel tempo stabilito e trovare, così, la via di fuga.
Il gioco prende spunto dalle Escape
Room (ovvero “fuga dalla stanza”)
che già da un decennio sono diventate un fenomeno d’intrattenimento
molto popolare negli Stati Uniti e
che ora sta contagiando un po’ tutto
il mondo, dall’Europa all’Australia,
passando per la Cina. In pratica il
gioco, sui solitamente si partecipa
in gruppi composti da 2 a 6 persone, consiste nel risolvere una serie
di indovinelli in un tempo prefissato
(in genere un’ora) che consentirà
alla squadra di trovare la via di fuga
da una stanza attrezzata secondo
un tema specifico. Le prime realtà
di questo tipo sono arrivate in Italia soltanto nel 2015, ma si stanno
facendo rapidamente largo tra il
pubblico di casa nostra, soprattutto
perché permettono di coinvolgere
davvero tutti nella soluzione degli
enigmi, tanto che tra gli appassionati delle Escape Room ci sono giovani
e meno giovani, di ogni estrazione
sociale. Tra queste, Escape Pompei
si distingue certamente per l’originalità delle tematiche e la cura dei particolari della location. A prescindere
dalla soluzione degli enigmi, quindi,
Escape Pompei è un’ora di divertimento assicurato!
Facebook: Pompei Escape
Pompei – Via Lepanto, 144
Tel. 328 122 7699
GENNAIO 2017
ECONOMIA & FINANZA
madeinpompei 21
Microcredito Imprenditoriale, per creare la propria impresa
Il finanziamento aiuta ad avviare e far crescere l’attività aziendale
Ancora opportunità da non perdere per chi intende aprire una nuova attività d’impresa. Con
il programma di finanziamento Microcredito
Imprenditoriale, infatti, è possibile finanziare
– fino a 25.000 euro - l’acquisto di beni, incluse le scorte, la retribuzione di nuovi dipendenti o soci lavoratori, il pagamento di corsi
di formazione per il titolare o per i dipendenti.
Il finanziamento Microcredito Imprenditoriale
aiuta le piccole imprese e i professionisti ad
avviare e far crescere l’attività. Le spese coperte dal finanziamento arrivano fino al 100%;
fino all’80%, invece, è la parte di finanziamento
garantita dal Fondo di Garanzia per le piccole
e medie imprese (Pmi). La durata del piano
di rimborso offre condizioni molto agevolate,
che vanno dai 24 agli 84 mesi; in più, non sono
previste spese istruttorie per la pratica. Anche
le principali condizioni economiche sono molto
vantaggiose per chi desidera avviare una nuova attività d’impresa. Oltre all’assenza di spese d’istruttoria, non sono previste spese per
l’abbandono del finanziamento. Il tasso fisso
è al 5,50%, mentre la periodicità della data è
mensile o trimestrale. Presso lo Studio Di Nola,
oltre a tutte le informazioni utili, è possibile
trovare anche il supporto preliminare alla definizione della strategia di sviluppo del progetto
da finanziare.
C’è anche Cultura Crea, il programma per
investire in campo culturale e turistico
Da ricordare anche il nuovo bando di Invitalia,
che dà la possibilità di accedere ai finanziamenti di “Cultura Crea”, un programma di incentivi (stanziati per complessivi 107 milioni di
euro) promosso dal Ministero della Cultura e
del Turismo (Mibact), per creare e sviluppare
iniziative imprenditoriali nel settore dell’industria culturale-turistica e per sostenere le
imprese no profit che puntano a valorizzare le
risorse culturali. Il programma prevede tre linee
di intervento: a) supportare la nascita di nuove
imprese nei settori delle cosiddette “industrie
culturali”; b) consolidare e sostenere l’attività
delle imprese già esistenti nella filiera culturale,
turistica, creativa, dello spettacolo e dei prodotti tradizionali e tipici; c) favorire, infine, la
nascita di servizi qualificati e attività connesse
alla gestione degli attrattori e alla fruizione e
valorizzazione culturale, realizzate da soggetti
del terzo settore.
PROSSIMA APERTURA POINT A SORRENTO!
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previo appuntamento
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enogastronomia
22 madeinpompei
GENNAIO 2017
Open Bar, proposte nuove e originali per i cocktail
L’offerta gastronomica punta su prodotti di qualità e sull’estro dei
giovani barman
Se pensate di aver già provato tutti i tipi di cocktail e di
caffè allora probabilmente
non avete ancora fatto un
salto a Pompei, all’Open
Bar (lounge, caffetteria,
fruit, wine), che da settembre raddoppia ed è anche
nella nuova location di viale Mazzini (nei pressi della
stazione delle Ferrovie dello
Stato): qui il servizio non conosce sosta, essendo il locale aperto
tutti i giorni, per 24 ore. Gradevoli
spazi esterni e un ospitale giardino,
entrambi riscaldati, fanno da cornice
ad un’offerta gastronomica che punta tutto su prodotti di prima qualità e
sull’estro dei giovani barman, capaci
di ideare ricette sempre originali, in
modo da rendere diverso dal solito
anche un momento di pausa in cui
sorseggiare un aperitivo con gli amici. Per i cocktail c’è solo l’imbarazzo
della scelta. Tra i drink più originali,
però, figurano sicuramente quelli
ispirati ai più importanti stadi del
mondo, da cui prendono il nome: si
può scegliere, dunque, tra un Anfield
Road e un Bernabeu, o tra un Old
Archeologia e
cucina,
successo per
“Storie di Cibo”
Trafford e un Maracanà, ognuno con
la sua carica di gusto e di passione,
come d’altronde è il tifo per la propria squadra del cuore. Ampia è la
scelta di vini, cui si accompagnano
taglieri di salumi e formaggi tipici.
Uno sguardo vale la pena darlo alle
birre artigianali: tra quelle in carta si
Un pubblico molto coinvolto grazie ad un
affascinante viaggio nel passato culinario
di Pompei. Si tratta dell’evento svoltosi domenica 18 dicembre alle ore 19, nella cornice dell’Hermes Cafè, l’iniziativa “Storie
di Cibo” promossa dal Forum dei Giovani
di Pompei in collaborazione con associazioni ed esperti del settore. La serata era
composta da due momenti: il primo che ha
avuto come titolo “Le Origini del Gusto” ed
è stato un convegno dove archeologi come
Sissi Matrone e Cristina Ermenegildo hanno illustrato prove e reperti della cucina di
epoca romana; il secondo, invece, “A tavola con la storia”, è stato un momento più
leggero con una vera e propria degustazione di piatti di epoca romana. «Sarà il primo
di una lunga serie di eventi che verteranno
fa notare Nora, una birra egizia che
si rifà alla storia antica, fatta di nomadi
e piramidi, di spezie
e di grano kamut (da
agricoltura biologica)
che nella lingua egizia significa “anima
della terra”. Il suo
colore caldo, ambra
aranciato, è sovrastato da una schiuma
abbondante che sprigiona note di aromi
orientali, zenzero e
agrumi. È l’ideale
per accompagnare
piatti etnici, salumi,
formaggi, carciofi e
asparagi. Completa
il tutto, infine, una
ricca lista di distillati
con una selezione di
vodka, rum, whisky,
grappe e gin.
La ricetta: Stamford Bridge
Gin, Malibu Fresh, Blu Curacao, Sciroppo di Cocco
Tel. 081.850.55.26
Facebook: Open Bar
sulla riscoperta della cultura gastronomica
dell’antica Pompei» ha dichiarato Raffaella
Ciaravola, membro del Forum dei Giovani.
L’evento é stato un gran successo al punto
che ne è stato proposto un secondo. «Per
ottenere obiettivi importanti ciò che conta è
la squadra – afferma Giuseppe Pisacane di
That’s Ammore – e noi abbiamo fatto davvero
rete. È stato un lavoro lungo, ma nulla è stato
lasciato al caso: dalla cornice alle collaborazioni importanti come quelle dello chef Gian
Marco Carli de “Il Principe”, di Yuri Buono
di “Vincanto”, di mastro fornaio Carmelo
Esposito, di Fiore Iovine di “Garum”, e di associazioni e aziende che hanno supportato l’iniziativa, come: Terre Pompeiane, Bosco de’
Medici, Caupona, Arte e Pasta».
Danilo De Gennaro
GENNAIO 2017
enogastronomia
madeinpompei 23
“Crema del Vesuvio”, quando il caffè
è una cosa seria. Anzi, una passione
Amore per il gusto e selezione delle migliori materie prime:
i pilastri di un’azienda campana guidata da giovani imprenditori
Da queste parti si può scherzare
su tutto, tranne che su una cosa: il
caffè. È la bevanda per eccellenza,
è il rito della socializzazione che si
ripete all’infinito o, più semplicemente, è quel momento di gusto e di
carica che ciascuno ama concedersi durante la giornata. Insomma, il
caffè è una cosa seria. E questo l’ha
capito da tempo l’azienda campana
“Crema del Vesuvio” che proprio
sulla preziosa bevanda ha concentrato tutti i suoi sforzi, per offrire un
caffè di qualità, degno della miglior
tradizione partenopea. Ma non solo,
perché l’azienda ha “scommesso”
anche su altre linee di prodotti, capaci di allietare ogni occasione per
stare insieme, tra amici, al tavolino
di un bar. Scelte che sono state premiate, perché oggi l’azienda “Crema
del Vesuvio”, oltre al caffè torrefatto
e in grani, oggi offre una vasta gamma di prodotti ottenuti dalla ricerca
e dalla selezione delle migliori ma-
Cioccolata al pistacchio
di Bronte
Una vellutata cioccolata, arricchita
dalla granella ottenuta dai migliori
pistacchi di Bronte
terie prime, in cui i sapori si fondono in un unicum capace di esaltare
anche un semplice momento di
pausa o di relax. L’azienda, infatti,
distribuisce anche orzo, ginseng,
crema caffè, crema cheesecake,
yogurt, tè, infusi, tisane e tante altre gustose specialità da scoprire.
“Crema del Vesuvio” è una giovane
azienda campana, fatta di giovani
imprenditori che hanno creduto
Cheesecake
ai frutti di bosco
Una soffice crema al formaggio ai
deliziosi frutti di bosco, poggiata su
una base croccante di biscotti: ideale per una pausa golosa, un delicato
dessert o una deliziosa merenda.
in ciò che di più schietto sa offrire la regione, ovvero l’amore per il
gusto. Per questo, il caffè selezionato, dopo un attento processo di
tostatura e di macinazione, diventa
“Crema del Vesuvio”, una miscela
per veri intenditori. Il punto di riferimento per l’azienda a Pompei
è l’Open Bar (viale Mazzini 52, nei
pressi della Ferrovia dello Stato). La
miscela, inoltre, diventa il punto di
partenza per una serie di caffè speciali, capaci di accontentare i palati
più sopraffini. Qualche esempio? Il
caffè Topazio, dove il caffè espresso incontra la crema al pistacchio, il
cioccolato bianco, la panna montata
e la granella di pistacchio; o come
il caffè Rubino, in cui alla crema
di caffè si affiancano la cioccolata
bianca, la crema di latte alla fragola
e le meringhe. E poi ci sono altri gustosi prodotti, come la cioccolata al
pistacchio, la cheesecake ai frutti di
bosco e l’infuso.
Infuso Tramonto Rosso
Gusto dolce e agrumato, con pezzi di
mela, ananas, arancia, carote e uva.
GENNAIO 2017
spettacoli ed eventi
Giocattoli d’epoca,
a Pompei la mostra-mercato
Balocchi di un tempo per la gioia di collezionisti e nostalgici, preziosi soldatini, colorati giocattoli in latta,
navi, aerei, moto, robot, auto fiammanti, bambole,
trenini, locomotive e relativi accessori faranno bella
mostra di sé, per la gioia
dei sempre bambini e degli
appassionati che cercano il pezzo mancante alla
loro collezione. Questa è la
proposta dell’associazione
culturale Usatiamo, che
ha organizzato il “Salone
del Giocattolo”, mostrascambio del giocattolo
d’epoca e non solo, un sognante tuffo nel passato,
dove gli adulti potranno ripercorrere con la fantasia
le proprie storie personali,
scorrendo in rassegna i giocattoli che hanno reso
indimenticabile la loro infanzia e dove i più piccoli
potranno incuriosirsi e toccare con mano, oggetti
che si possono vedere solo nei libri o nelle vetrine
dei musei. L’evento si terrà a Pompei sabato 28 (ore
15,00-20,00) e domenica 29 gennaio (ore 10,0020,00) presso l’hotel Pompei Resort di viale Unità
d’Italia. L’iniziativa inoltre, costituisce un importante
strumento culturale e commerciale del collezionismo del giocattolo, in quanto offre la possibilità soprattutto ai privati hobbysti di poter esporre e scambiare o vendere le proprie raccolte. Allo stesso modo
molti operatori del settore (negozi, ecc.) utilizzano
questi appuntamenti sia per acquisire rarità difficili
da reperire sul mercato sia per piazzare produzioni
cessate di crescente valore amatoriale.
www.usatiamo.it
madeinpompei 25
Peppe Barra e Gino Rivieccio
protagonisti degli appuntamenti
teatrali di gennaio
Doppio appuntamento teatrale a gennaio per la rassegna
del Teatro Pubblico Campano. Venerdì 13, sabato 14 (ore
20,30) e domenica 15 (ore 18,15) sarà
di scena al Di Costanzo-Mattiello di via
Sacra Peppe Barra con “La Cantata dei
Pastori”. L’opera fu scritta alla fine del
Seicento (1698) da Andrea Perrucci e
da allora, da più di tre secoli, è continuamente rappresentata, rimaneggiata,
riscritta. Ultimo e più illustre di tutti è
Peppe Barra. La Cantata dei Pastori è la
storia delle traversie di Giuseppe e Maria
per giungere al censimento di Betlemme.
Nel difficile viaggio vengono accompagnati da due figure popolari napoletane,
Razzullo, scrivano napoletano assoldato
per il censimento e Sarchiapone, barbiere
pazzo e omicida, maschera ispirata quasi
direttamente dalla tradizione popolare dei
Pulcinella e antesignano di Felice Sciosciammocca. Da venerdì 27, sabato 28
(ore 20,30) e domenica 29 (ore 18,15) il
simpatico Gino Rivieccio sarà il protagonista di “Io e Napoli” che in questo personalissimo recital, ripercorre la sua storia
umana ed artistica attraverso quel legame
viscerale e particolare con Napoli. Ironia
e riflessione si danno la mano, lasciando
spazio qualche volta alla poesia, come
solo Rivieccio sa fare con quel tono caldo
e sferzante cui il comico partenopeo ci ha ormai abituati.
Un piacevole viaggio tra monologhi, personaggi, tradizioni, aneddoti e canzoni magistralmente interpretate da una
delle più belle voci del panorama musicale partenopeo:
Fiorenza Calogero, diretta al piano da Antonello Cascone.
www.teatropubblicocampano.com
26 madeinpompei
benessere
GENNAIO 2017
L’invecchiamento della pelle si previene da giovani
“Stop Aging” è il protocollo medico-estetico appositamente pensato
per persone tra i 20 e i 40 anni
“Prevenire è meglio che curare”: il
vecchio adagio vale anche per la
Medicina Estetica. Oggi, infatti, è
possibile prevenire agevolmente
anche l’invecchiamento del viso e
del contorno occhi attraverso “Stop
Aging”, il protocollo medico-estetico
di Teoxane dedicato ai giovani, per
un nuovo approccio che punta alla
prevenzione
dell’invecchiamento
cutaneo. Si tratta di un primo trattamento di bellezza, all’insegna della
ridensificazione dermica, appositamente pensato per persone tra i 20 e
i 40 anni: in questo caso il trattamento ambulatoriale viene associato a
una terapia domiciliare. Ne parliamo
con la dottoressa Sabrina Francione,
specialista in medicina e chirurgia
estetica.
In cosa consiste il trattamento dedicato ai giovani?
«“Stop Aging” è un protocollo di Teoxane che nasce principalmente per
il trattamento di un invecchiamento
lieve-moderato (25-45 anni) ed è
flessibile e personalizzabile, con la
possibilità di essere calibrato in relazione alle diverse esigenze personali.
Con il protocollo “Stop Aging”, la Medicina Estetica si impegna a ottenere
tutto il possibile dalla cura della pelle,
prima di procedere alla correzione e
al “ritocco”: perché i risultati estetici
vanno raggiunti prima curando il tessuto e solo dopo applicando i filler».
In quante fasi si suddivide il
protocollo “Stop Aging”?
«In accordo con il proprio medico estetico, si inizia, di regola, con
l’applicazione domiciliare della crema notte ad azione ristrutturante e
uniformante. Una settimana dopo, si
effettua in ambulatorio il trattamento
iniettivo con Teosyal Redensity, un
prodotto ristrutturante di Teoxane
caratterizzato da una formulazione
nella quale si combinano una elevata
concentrazione di acido ialuronico
non crosslinkato e nutrienti essenziali. È importante evidenziare che
l’acido ialuronico non crosslinkato,
proprio grazie alla sua struttura, è
in grado di “catturare” acqua e, così
facendo, dà idratazione ai tessuti. A
questo si aggiunge il complesso dermo-ristrutturante di 8 aminoacidi, 3
antiossidanti, più vitamine e minerali. Tutto ciò permette di ridensificare
il derma in profondità, di aumentare
la compattezza, il tono e l’idratazione
della pelle e di combattere contro la
lassità cutanea. Poi segue un’ultima
fase di trattamento da eseguire tranquillamente a casa».
Come avviene il trattamento
in ambulatorio?
«Il ristrutturante si applica con “punturine” multiple sul viso, sul collo
e sul decolleté. Può essere eventualmente usato anche sulle mani e
sull’interno delle braccia. Indicativamente le “punturine” vengono applicate in numero di 20 per emi-lato del
viso (tra fronte, contorno occhi, zigomo, bordo mandibolare). Si tratta di
precetti convenzionali, che possono
subire variazioni in base alle caratteristiche del soggetto. In pazienti con
aging lieve-moderato viene applicato
indicativamente un programma che
prevede il trattamento in ambulatorio
2 volte l’anno, con 3 sedute a distanza di 20 giorni».
L’iniezione è indolore?
«Sì, il ristrutturante di Teoxane contiene lidocaina, un anestetico locale
che contribuisce a stemperare ansie
e paure del paziente durante l’iniezione».
Info: Dott.ssa Sabrina Francione
Pompei - Via Roma, 36
Tel. 3382774158
28 madeinpompei
amarcord
GENNAIO 2017
La vita di Pietro Frasconi
Da figlio di carcerato a segretario personale
e poi biografo di Bartolo Longo
di Luigi Donnarumma
Pietro Frasconi entrò nell’Ospizio
Educativo “Bartolo Longo” a soli
quattro anni, il 23 luglio 1896, in
quanto figlio di padre condannato ad
una lunga pena detentiva. Era nato
a Marino in provincia di Roma, il 18
novembre 1892, da Vincenzo e Giustina Sbarra. Il padre fu condannato
a 24 anni e 6 mesi, pena che scontò
fino alla fine, nella colonia penale
dell’isola di Pianosa (Toscana), reo
di aver ucciso il fratello in una colluttazione. Vincenzo raccontò che era
stato più volte provocato e schernito dal fratello, invidioso della sua
felicità, e nonostante l’avesse più
volte avvertito con buone maniere,
lui continuava a sfidarlo; aveva avvertito pure le forze dell’ordine, ma
a nulla era servito. Un giorno, incontratisi in un luogo appartato, in
un momento di follia, gli sferrò un
pugno mortale. Preso dallo sconforto, Vincenzo pensò di suicidarsi,
trascorse la nottata in preda al rimorso che gli soffocava il respiro.
Di mattina presto abbracciò per
l’ultima volta la moglie, il figlio e si
costituì ai carabinieri. Nel processo
non chiese neppure le attenuanti,
volle pagare interamente la sua colpa. Pietro vide il padre per la prima
volta all’età di 19 anni, nel 1911,
quando gli fece visita nel carcere in
quell’isola dall’arcipelago toscano,
accompagnato da fratel Corrado, allora vice direttore dell’Ospizio. Monsignor Silj, allora delegato pontificio,
acconsentì a questo suo desiderio
anche per premiare la sua condotta
e il suo zelo nello studio: Pietro si era
sempre distinto quale alunno esemplare e monsignor Silj aveva percepito nei suoi occhi, che brillavano di
commozione quando si parlava del
padre, quanto era forte la voglia di
conoscere il genitore. Così un giorno gli disse: «Va’ a Pianosa! Va’ ad
abbracciare tuo padre». Una fredda
mattina di gennaio del 1911, Pietro
partì alla volta di Roma, facendo
una prima tappa in Vaticano, dove
ricevette la benedizione del Papa,
per poi ripartire per Piombino, dove
s’imbarcò su di un vapore per l’isola
di Pianosa. Di quell’esperienza e del
commovente incontro che ebbe col
padre ne parlò minuziosamente nel
suo diario, che nel 1912 venne pubblicato interamente. Pietro Frasconi
fu alunno modello dell’Istituto, dove
ebbe numerosi riconoscimenti e medaglie. Negli anni 1902, 1904, 1905
e 1906 ottenne sempre il primo premio, ricevendo diplomi al merito, le
cifre “B.L.” che venivano apposte
sul braccio destro e la medaglia
d’argento, che costituiva la massima
onorificenza per gli alunni dell’Ospizio. Per il suo forte attaccamento al
paese natio volle, autonomamente,
cambiare il suo nome da Pietro in
Pier Marino e così firmò le sue opere
letterarie. Il Comune di Marino è nel
Lazio, nell’area dei Castelli Romani.
Il 4 settembre 1906 già aveva incontrato il Papa, in qualità di figlio di carcerato, nell’udienza che Pio X aveva
riservato a Bartolo Longo e alla contessa de Fusco, quando i due coniu-
gi gli ratificarono l’atto di donazione
del Santuario e delle Opere. Quel
giorno, Pietro, quattordicenne, ricevette una carezza paterna dal Papa
che lo fece piangere e il cui ricordo
avrebbe conservato per tutta la vita.
L’episodio della donazione è rappresentato nella volta della crociera del
Santuario, dove viene raffigurato
don Bartolo con i suoi figli adottivi,
dinanzi a Papa Sarto. Pietro lavorò in
tipografia, diventando ben presto segretario personale di Bartolo Longo.
Fu Ufficiale d’Artiglieria nella Grande
Guerra e in quella d’Africa, partecipò
alle battaglie del Piave e, sul Colle
Montello, nel 1918, vide schiantarsi
al suolo il mitico Francesco Baracca. Il 15 giugno 1921, all’età di 29
anni, sposò, nella Parrocchia del SS.
Salvatore di Pompei, Alfonsa Russo
di 23 anni, nata a S. Maria Capua
Vetere il 13 febbraio1898 da Salvatore ed Elvira Taddei. Tra i testimoni
vi furono il prof. Matteo Della Corte e Alfonso Pironti. Si trattò di un
matrimonio... “programmato dalla
sorte che sghignazza negli angoli”
come poi avrebbe detto qualcuno.
Alfonsina era cresciuta adottata dai
coniugi Francesco Wanderlingh (*)
e Giuseppina Uliano (**) di Valle di
GENNAIO 2017
Pompei. I genitori naturali della piccola Alfonsina, dovendo trasferirsi
in America per lavoro e non potendo
portarla con sé, data la sua tenera
età e con 3 figli a seguito, decisero
di lasciarla a questa famiglia amica,
con l’intento di andarla a riprendere:
cosa che mai accadde. Perché l’abbandonarono? Cosa impedì loro di
ritornare in Italia dalla figlia? Non mi
è dato di saperlo! Alfonsina non conobbe mai i suoi genitori. Gli sposi
accomunati dalla stessa sorte, quella di non aver avuto mai una vera famiglia, con entusiasmo decisero di
crearne una propria, ma le cose non
andarono per il verso giusto.
Ebbero tre figli: Franca Romana,
donna straordinariamente colta e
fine, che insegnava alle orfanelle
e poi aprì un’attività commerciale;
Aurelio, di professione contabile e
Anna Maria, che fu dirigente presso
l’Ente Regione Lombardia. Vivevano
in via Sacra al civico 5, in una casa
resa disponibile da Bartolo Longo
sopra l’odierno ufficio postale. Ma
nel dopoguerra Pietro abbandonò la
famiglia, trasferendosi a Roma e non
tornò più! I due coniugi si divisero e
Alfonsina abitò da separata in quella
casa fino all’ultimo giorno della sua
vita, per poi lasciarla ad Aurelio che
la tenne fino al 2003, anno della sua
scomparsa. Pietro a Roma fondò
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un giornale, “Settecolli”,
un periodico d’élite. Aveva
accesso agli archivi segreti del Vaticano, istituì premi
letterari ed ebbe conversioni di bontà ma anche
scatti d’ira funesta. Vestiva
sempre in modo elegante,
abito blu su misura con
cravatta e fermacravatta
d’oro. Nel 1938, il venerando sacerdote Giuseppe
Salemme, parroco di Gaeta, che aveva lavorato con
animo instancabile con
don Bartolo fino al 1902,
gli inviò una missiva nella
quale l’invitava a scrivere
sulla vita di Bartolo Longo. “...perché non doni a
Lui, tu figlio carissimo, al
Comm. Bartolo Longo, la
vita che i posteri ne dovranno leggere? Chi meglio ama, meglio scrive...”. Dall’affettuoso suggerimento,
il 12 settembre 1941 Pietro Frasconi
(49 anni) pubblicò la sua biografia
dal titolo “Don Bartolo Longo”, edita
dall’Istituto missionario “Pia società
San Paolo” di Alba, che resta oggi
una delle migliori opere dedicate
al fondatore di Pompei. Ci sarebbe pure da dire che Frasconi, nella
stesura del libro, operò di cuore e di
quell’affetto filiale che sempre ebbe
verso il suo padre adottivo. Anche
se nel libro tenne a precisare che i
fatti narrati erano inoppugnabili, riguardo alle origini del Quadro della
Madonna di Pompei, la fantasia non
gli mancò. Per il resto, narra episodi che solo la sua sensibilità poteva
tramandare. I padri delle famiglie
storiche pompeiane, avendolo conosciuto, hanno sempre lodato
Frasconi, ritenendolo il migliore tra i
biografi di Bartolo Longo. Trascorse
gli ultimi anni della sua vita a Raito
di Vietri sul Mare (Salerno), essendo
da anni separato dalla moglie a cui
più di una volta propose di ritornare
con lui, ottenendo sempre la stessa risposta: «No! Due volte basta e
avanza». Odio non ve ne fu, tutto era
come se fosse inevitabile. Nessuno
mai parlò male dell’altro. Non se ne
madeinpompei 29
parlò e basta. I figli ne soffrirono a
bocca chiusa. Alfonsina morì dopo
una vita di sacrifici nell’Ospedale “G.
da Procida” di Salerno, l’11 novembre 1978, all’età di 80 anni. L’ex figlio
di carcerato fittò un piccolo monolocale in una casa di riposo di Raito,
dove si spense il 30 gennaio 1980,
all’età di 87 anni. Oggi riposano entrambi nel cimitero di Pompei, tutti
e due nello stesso posto... le foto e i
nomi fianco a fianco.
(*) Francesco di Gaetano e di Giaquinto Carmela, nacque a Napoli, nel
quartiere Stella il 27 febbraio 1860 e
morì a 96 anni a Pompei il 16 agosto
1956. Di professione tipografo, figlio
d’arte.
(**) Giuseppina Uliano, paternità
Raffaele, maternità Nunziata, abitante dell’antica Valle a Pompeja,
sposò Francesco Wanderlingh (27
anni) il 30 agosto 1887 nella parrocchia del SS. Salvatore che, all’epoca,
aveva sede provvisoria in un piccolo
vano addossato al lato destro del
Santuario, il parroco curato era il
Rev. Gennaro Federico.
assicurazioni
GENNAIO 2017
umorismo
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L’Oroscopo di Paolo Fax
per Gennaio 2017
di Davide Rasputin (autore per il comico Maccio Capatonda e per lo Zoo di 105)
Segui Davide sulla pagina Facebook “Pompei notizie veramente vere”
ARIETE. LUI: Non so come dirtelo, il
2017 farà schifo, ma se vuoi ti do un
paio di numeri da giocare al lotto...
LEI: Puntate tutto sulla luna nuova il
29, alla peggio conservate lo scontrino, che ve la cambiano entro 15
giorni.
TORO. LUI: Ci sarà una giornata di
questo mese in cui tutto andrà bene,
il resto del mese, una merda come
sempre! LEI: Per quel che riguarda
la salute dovreste stare più attenti in
questo mese, ma non in quel senso,
nell’altro senso. Per quanto riguarda
il lavoro invece dovreste essere più
sicuri di voi stessi, ma non nel senso
che pensate voi, nell’altro senso. Insomma, come puoi vedere, il senso
che capisci tu è l’opposto della realtà. Quindi meglio che non leggi questo oroscopo, ma non in quel senso,
nell’altro.
GEMELLI. LEI: Vivi ogni giorno,
come se fosse l’ultimo. Anche perché, detto tra noi, è veramente l’ultimo... LUI: Saturno questo mese sarà
dalla tua parte ma, già te lo dico, ti ci
chiederà il pizzo!
pito che non ci si può innamorare di
un oggetto, escluso il barattolo della
Nutella, vedrai che ti passerà.
VERGINE. Giove nel 2017 ti porterà
tanti soldi, solo che poi li rivuole con
gli interessi... Vedi tu che vuoi fare.
CANCRO. LUI: Nel 2017 farai un
viaggio. Detto così sembra figo, in
realtà andrai da casa tua a quella di
tua suocera per il pranzo di domenica prossima. Niente di che, ma è
pur sempre un viaggio. Per il resto
del 2017 stai a casa! LEI: Cerca di
non pensare più al passato, ormai è
bruciato e sicuramente farà schifo.
La dieta a base di verdure la cominci
domani.
BILANCIA. LEI: con Marte alla fine
della Bilancia in quadratura a Venere alla fine del Capricorno. Giove
tra la prima e la seconda decade del
Cancro, in quadratura a Marte e opposto a Venere. Non chiedetemi che
significa, ma negli oroscopi ci deve
essere sempre un segno dove non si
capisce un cazzo. Stavolta è capitato a te... LUI: Se per tutto il 2016 ti
svegliavi alle 6 per prendere il treno
(quando c’era), lavoravi tutto il giorno e tornavi la sera con la Circumvesuviana (quando c’era), facendo
tutto il viaggio in piedi... Il 2017 prevede... le stesse identiche cose, fino
a che non trovi un lavoro migliore!
LEONE. LUI: Il 2017 porterà sicuramente molti miglioramenti. Ma solo
per tutti gli altri segni, mettiti l’anima
in pace! LEI: Nel 2017 finirà una storia d’amore con una Bilancia. È stata
una storia intensa, ma una volta ca-
SCORPIONE. Questo 2017 trarrete
molto vantaggio dalla positività di
Saturno, Nettuno e Plutone, ma soprattutto dal pianeta Gennaro, che ti
porterà a vincere almeno 2 volte al
Gratta e Vinci da 1 euro.
SAGITTARIO. LUI: Nel 2017 riceverai un messaggio che ti annuncerà
che presto diventerai papa. Penserai
di non essere proprio un santo, ma
che bene o male te lo meriti e che ti
si apriranno le porte del mondo. Poi,
quando arriverà la correzione e scoprirai che intendevano “papà”, non
papa, allora il mondo ti si farà veramente nero! LEI: Non fare sempre la
capricciosa, prova una volta con una
semplice margherita.
CAPRICORNO. Rispetto agli altri
stai sempre indietro, buon 2015!
ACQUARIO. LEI: Nel 2017 dovresti
provare ad essere più serena. Se ti
chiami Serena, prova ad essere più
te stessa! LUI: In pochi ti capiscono?
prova a parlare in italiano e vedrai
che le cose cambieranno!
PESCI. LEI: Nel 2017 ci sarà una positività, nel senso che il test di gravidanza sarà positivo. Mo vai a capire
chi è il padre... LUI: Il 2017 prevede
scontri con Bilancia, Leone, Vergine,
Scorpione, Sagittario, Capricorno,
Toro, Ariete e Gargiulo. Non significa
necessariamente che tutti ce l’hanno con te, bensì che il problema è
che tu sei uno stronzo.
turismo
attualità
GENNAIO 2017
Made In Pompei diventa anche web tv
Foto Osinska Photografer
A Pompei il 2017 si
apre nel segno della
pace
madeinpompei 33
Il 2017 a Pompei si apre nel segno della
pace. Anche quest’anno, come da tradizione, il 1° gennaio è stata deposta una
corona di fiori (tra le più grandi
d’Italia, composta da oltre 1.000
rose gialle e rosse) ai piedi della
statua della Madonna del Rosario che sormonta la facciata
monumentale del Santuario su
cui è impressa la parola latina
“Pax”. Non a caso nel 1901 il fondatore della città nuova, Bartolo Longo,
volle dedicare la facciata della basilica
alla Pace Universale. Per questo la città
mariana anche quest’anno ha aderito
con entusiasmo alla Giornata Mondiale
della Pace che si celebra ogni 1° gennaio (e giunta quest’anno alla 50esima
edizione). È il tradizionale omaggio di
Capodanno, in occasione della memoria
di Maria Madre di Dio e della Giornata
Mondiale della Pace. A mezzogiorno in
punto, grazie al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e alla generosità di alcuni
benefattori, viene posta una corona di
fiori ai piedi della statua della Madonna
del Rosario, sulla Monumentale Facciata del Santuario dedicata alla Pace. Per
l’occasione piazza Bartolo Longo era
gremita: sono stati letti alcuni stralci
del messaggio di Papa Francesco per
la ricorrenza, sul tema «La non violenza: stile di una politica per la pace»;
la cerimonia si è svolta alla presenza
dell’Arcivescovo Tommaso Caputo, delle autorità civili e militari e, per la prima
volta, con il coro della Comunità ucraina di Pompei che ha allietato con canti
della tradizione natalizia la sistemazione
della corona. Clicca con lo smartphone
sul codice QR per vedere il video della
deposizione.
Visitabile
il Piccolo Lupanare
Inaugurata la
Mostra Il Corpo
del Reato
Made in Pompei da oggi è anche
web tv. La testata raccoglie con
entusiasmo le nuove sfide della
tecnologia e dell’informazione, puntando con decisione sui
servizi audiovisivi veicolati attraverso i nuovi canali di diffusione
offerti dal web, come il social
network Facebook (sempre più
proiettato verso la condivisione
dei video) e la nota piattaforma
YouTube. Come già avviene da
tempo per la rivista mensile, i
servizi video hanno per obiettivo la promozione territoriale di
Pompei, attraverso una informazione che affronta tematiche
di natura turistica, culturale,
enogastronomica, scientifica,
economica. Il progetto Made
in Pompei, la rivista e da oggi
la web tv, promuove da sempre l’identità locale, gli aspetti
positivi e vitali di Pompei ed è
costantemente aggiornato sugli
Riapre la Casa
dei Vetti
eventi archeologici, culturali,
artistici, enogastronomici
e
d’intrattenimento in programma
in città. I servizi video sono visibili sulla pagina Facebook della
rivista (basta digitare “Made in
Pompei” nella casella di ricerca
su Facebook) e anche sul canale YouTube; il tutto nell’ottica di
fornire un’informazione su tematiche che guardano ben oltre
i confini territoriali, raccontando
avvenimenti locali ma che assumono un’importanza globale,
come ad esempio i restauri o le
nuove scoperte archeologiche
nell’antica Pompei o, ancora,
le manifestazioni di devozione
verso la Madonna del Rosario,
venerata nel Santuario mariano
conosciuto in tutto il mondo. Per
vedere alcuni dei video servizi
di Made in Pompei è sufficiente
scansionare con lo smartphone i
relativi codici QR in pagina.
34 madeinpompei
sport
GENNAIO 2017
Dopo le feste, l’obiettivo è ritornare in forma
Il programma di allenamento per il risveglio
muscolare consigliato dal centro FitClub
L’inizio di un nuovo anno solitamente
coincide con la volontà (e, spesso,
la necessità!) di riprendere un’adeguata forma fisica dopo le giornate
delle “Grandi Mangiate”. Ma bisogna
ricordare che – specialmente in questi casi, quando si deve “rimediare”
ai danni delle “abbuffate” – all’allenamento fisico va associato un relativo regime alimentare. Ne parliamo
con gli esperti di FitClub Pompei, il
centro specializzato nel benessere
fisico della persona: «Anziché augurarvi buon anno come fanno tutti
– spiegano la general manager Vera
Nunziata e il maestro Alfredo Contino – preferiamo augurarvi buon
ritorno in forma! Non dobbiamo permettere, infatti, che la grandi abbuffate possano pregiudicare la nostra
salute. Per questo bisogna ricorre ad
un corretto allenamento, abbinato
ad una giusta alimentazione». Ecco,
dunque, l’allenamento suggerito da
FitClub Pompei per iniziare il percorso di risveglio muscolare che porte-
rà, poi, a riprendere l’attività fisica
vera e propria e giungere ad una forma fisica ottimale. Chiaramente è un
allenamento generico, adatto a chi è
fermo da diverse settimane, ma che
può essere personalizzato a seconda delle esigenze (vedi Tabella).
Successivamente, si potrà riprendere l’attività fisica vera e propria. «Al
programma di risveglio muscolare
– aggiungono poi Vera Nunziata e
Alfredo Contino – va associato anche un percorso di sana alimentazione». I percorsi studiati da FitClub,
in collaborazione con la dottoressa
Antonella Cozzolino, si basano sulla
Nutrigenetica, ovvero la scienza che
aiuta a comprendere come vengono
metabolizzate e utilizzate le sostan-
Karate e Krav Maga: riprendono
i corsi di difesa personale
Da gennaio l’Accademia Karate Vesuviana riparte con i corsi di
difesa personale, che si terranno nella palestra del liceo “E. Pascal” di Pompei (viale
Unità d’Italia). I corsi, in fase di calendarizzazione, si rivolgono a persone di tutte le età
e sono previsti, inoltre, anche stage di Krav
Maga, nota tecnica di difesa personale. Non
solo sport e allenamento, però: i corsi offrono una preparazione completa, non solo
dal punto di vista fisico-atletico e tecnico,
ma anche teorico: sono previsti incontri con
altri professionisti e figure di riferimento sociale (esperti legali,
sociologi, esponenti delle forze dell’ordine e psicologi) per dare
ai corsisti una preparazione informativa e socio-psicologica per
affrontare al meglio un potenziale caso di “aggressione urbana”. I
temi trattati, come sempre, sono quelli delicati del femminicidio,
del bullismo e della difesa da attacchi con e senza armi.
www.accademiakaratevesuviana.it
[email protected]
Tel. 346 497 3726
ze che mangiamo tutti i giorni, in
base al nostro Dna. «Grazie a questo
tipo di test – spiega la nutrizionista
– è possibile analizzare i geni che
determinano il modo in cui assimiliamo i nutrimenti, permettendo di
capire quali si adattano meglio al nostro organismo e ci mantengono in
salute. Per questo motivo, in base ai
risultati genetici, si può costruire un
piano alimentare personalizzato, che
aiuta a preservare il benessere fisico
e a prevenire eventuali disturbi».
Info: 392 993 6859
Minivolley, la Virtus
riparte a gennaio
Da gennaio si rilanciano le ambizioni del volley, con la Virtus
Pompei che ripropone gli allenamenti nella palestra del Liceo “E.
Pascal”. La ripresa dei corsi è in
fase di programmazione , ma
presto i piccoli appassionati della pallavolo potranno tornare ad allenarsi in una
struttura pompeiana adeguata alle loro esigenze.
A gennaio, dunque, il programma di allenamento
entrerà nel vivo con i corsi di minivolley dedicati
ai bambini dai 4 agli 11 anni. Dopo l’ottimo campionato di Serie D disputato nella scorsa stagione
la società sportiva pompeiana,dunque, prosegue
l’attività agonistica nel volley attraverso l’inserimento dei giovanissimi atleti verso questo meraviglioso sport.
Info Virtus Pompei - 346 497 3726
[email protected]
I TUOI SOGNI
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APERTO TUTTI I GIORNI,
DOMENICHE E FESTIVI
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USCITA POMPEI EST SCAFATI
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