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madeinpompei periodico di informazione turistica, culturale, enogastronomica, scientifica ed economica 1 madeinpompei ANNO VII • NUMERO 1 • GENNAIO 2017 GENNAIO 2017 madeinpompei IL BELLO E IL BUONO DI POMPEI E DINTORNI Archeologia Dopo 12 anni riapre la Casa dei Vetti. Visitabili altre sei nuove Domus Mostre In esposizione “Il Corpo del Reato”: reperti archeologici rubati e ritrovati Attualità & Turismo Gentiloni da Pompei: «Evitare il mordi e fuggi non è un sogno» Finanziamenti Fino a 25mila euro per creare la tua impresa Le opportunità di Cultura Crea Amarcord seguici su La vita di Pietro Frasconi, il biografo di Bartolo Longo In copertina: La corona di rose deposte ai piedi della Statua della Madonna sulla Facciata del Santuario. Foto Osinska Photografer madeinpompei GENNAIO 2017 sommario madeinpompei Periodico di informazione e promozione turistica, culturale, enogastronomica, scientifica ed economica Anno 7 - Numero 1 - GENNAIO 2017 Distribuzione gratuita Autorizzazione del Tribunale di Torre Annunziata n. 2 del 10/02/2011 Direttore responsabile: Marco Pirollo Progetto grafico: Prometeo (Pompei) Hanno collaborato: Luigi Donnarumma, Danilo De Gennaro, Alessandra Randazzo, Davide Rasputin, Maria Rosaria Vitolo (traduzioni); Mauro Belsito (distribuzione). La collaborazione è a titolo gratuito. Stampa: Fenice Print (Castellammare di Stabia) Edizione: TXT Communication www.txtconsulting.it Contatti: www.madeinpompei.it [email protected] +39 081 19483222 Chiuso in redazione il 3 gennaio 2017. «Made In Pompei» non è in alcun modo responsabile: a) di eventuali cancellazioni e/o variazioni di prezzo, luogo, data, orario degli eventi, dei trasporti pubblici e degli ingressi ai luoghi culturali riportati sulla rivista, b) del materiale pubblicitario fornito dagli inserzionisti c) di offerte e promozioni pubblicizzate dagli inserzionisti, d) di previsioni su giochi, lotto e/o lotterie. N.B. Se non indicato diversamente, il materiale pubblicitario si intende fornito dagli inserzionisti 3 5 6 8 10 12-13 14 16 19 19 20 21 22 23 25 25 26 28-29 31 33 34 Nuove scoperte archeologiche Al via la mostra Il corpo del reato L’amore a Pompei ai tempi dell’eruzione Il punto sul Grande Progetto Pompei Aperte 7 nuove domus Gentiloni a Pompei: stop al mordi e fuggi Nello Petrucci espone a New York La Maledizione di Pompei Proverbi napoletani, la raccolta in un libro Escape Pompei, la prima escape room a Pompei Finanziamenti alle imprese e Cultura Crea Open Bar, una nuova realtà nel mondo lounge Crema del Vesuvio, i sapori del territorio Gli appuntamenti teatrali di gennaio A gennaio il Salone Giocattolo Viso giovane, arriva il trattamento Stop Aging La vita di Frasconi, biografo di Bartolo Longo Oroscopo di Gennaio Made in Pompei web tv In forma dopo le feste Archeologia da visitare Archeologia da visitare Archeologia Archeologia da visitare Archeologia da visitare Turismo Arte Libri Libri Intrattenimento Economia & Finanza Enogastronomia Enogastronomia Eventi & Spettacoli Eventi & Spettacoli Benessere Amarcord Umorismo Attualità Sport GENNAIO 2017 archeologia da visitare madeinpompei 5 Scoperti nuovi edifici nella Regio IX degli Scavi Si tratta di una domus e di un edificio commerciale: un panificio poi trasformato in lavanderia Grazie ai lavori di messa in sicurezza della Regio IX, effettuati nell’ambito del Grande Progetto Pompei, sono stati scoperti e riportati alla luce in questa zona due edifici vicini ma distinti, che prima completamente ricoperti dal terreno. Si tratta di una domus e di un edificio commerciale, che in epoche diverse era stato adibito prima a panificio (pistrinum) e successivamente a lavanderia (fullonica). Ognuno è servito da un ingresso accessibile dal Vicolo di Tesmo (civici 21 a sud e 22 a nord), con uguale orientamento e analoga articolazione planimetrica, oltre che dimensionale. L’edificio 21 si apriva su un atrio sul quale affacciavano, a sinistra, cucina e latrina, sugli altri lati cubicula e tablinum; sul fondo si apriva il giardino. Il pavimento in basoli e la meta di una macina in uno dei vani, attestano la trasformazione di questa casa in un panificio (pistrinum); contestualmente a questa trasformazione, a causa delle nuove esigenze, si intervenne in due modi: aprendo un più ampio ingresso lungo il lato est dell’insula e articolando diversamente gli ambienti. A una seconda fase appartiene l’ulteriore trasformazione del pistrinum in un’officina di fulloni, lavoratori che si occupavano di lavare e smacchiare le vesti (fullonica). In questo periodo si realizza un vano con vasca e annesso lavatoio, mentre, all’ingresso dell’edificio, si colloca un contenitore per la raccolta delle urine, il quale mostra il reimpiego, come base d’appoggio, di un catillus delle macine e, infine, la disposizione accanto alla soglia di un orinatoio. Sempre in questo stesso periodo s’innalzano le quote pavimentali, mentre un battuto in lavapesta copre il piano pavimentale a basoli del pistrinum. L’edificio al civico 22 è invece una domus articolata in atrio e peristilio. Il terremoto del 62 d.C. costituisce un momento di profondo cambiamento: s’interviene modificando l’apparato decorativo. Gli affreschi di IV stile degli ambienti del civico 22 risalgo- no probabilmente a questo momento, mentre i pavimenti in signinum attestano l’impianto più antico. A ridosso dell’eruzione del 79 d.C. avviene l’ultima trasformazione dei due edifici: i muri di entrambe le strutture, nel frattempo abbandonate forse a causa di ulteriori danneggiamenti legati a nuovi eventi sismici, vengono rasati; si chiude l’ingresso al civico 21 mediante l’impiego di blocchi in calcare, si ostruisce il passaggio tra alcuni vani e l’intera area è adibita a deposito di scarti di costruzione, così come la ritroverà Giuseppe Fiorelli circa otto secoli dopo. 6 madeinpompei archeologia da visitare GENNAIO 2017 In mostra a Pompei “Il corpo del reato” Nell’Antiquarium esposti 170 reperti archeologici recuperati dalle forze dell’ordine Pompei espone tesori che sembravano perduti per sempre e che invece, grazie al lavoro delle Forze dell’Ordine e della Magistratura, sono stati restituiti al patrimonio culturale mondiale. È questo il filo conduttore della mostra “Il corpo del reato”, inaugurata a dicembre nell’Antiquarium degli Scavi e visitabile fino al prossimo 27 agosto. L’esposizione raccoglie materiale di vario genere, circa 170 oggetti (ceramiche, crateri, statue, depositi votivi, ecc.) tra reperti autentici (risalenti al VI secolo a.C. fino all’età romana) e falsi archeologici. Si tratta di oggetti rubati e poi ritrovati che, dopo essere stati sequestrati dalle forze dell’ordine, per lungo tempo sono stati conservati nei depositi di Pompei. Di recente svincolati, oggi quegli oggetti sono visibili al pubblico. “Il Corpo del reato” è quindi una testimonianza della lunga stagione di saccheggio subita dal patrimonio culturale italiano dal 1960 ad oggi, cui le Forze dell’Ordine hanno posto un freno, arrivando a sequestrare oltre 800mila reperti: una cifra ritenuta comunque inferiore rispetto alla quantità di opere depredate nel tempo. La razzia riguarda migliaia di siti presenti in Italia che, fra il 1970 e il 1990, finì addirittura per alimentare prestigiose collezioni di musei internazionali come il Getty di Los Angeles e il Metropolitan di New York. Si deve allo straordinario lavoro dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e della Magistratura il recupero delle opere esposte. I sequestri sono avvenuti principalmente a Pompei e dintorni: Boscotrecase, Gragnano e Sant’Antonio Abate. In alcuni casi sono oggetti tratti da scavi clandestini svolti nell’area, ma buona parte proviene da saccheggi perpetrati in vari siti dell’Italia me- In Pompeii stolen and found archaeological remains on show ridionale, come la ceramica daunia delle necropoli della Puglia settentrionale. Ma nel mercato illecito degli oggetti archeologici e artistici il rischio di incappare in un falso è molto alto. Si è calcolato, infatti, che circa il 66% dei reperti o delle opere messi sul mercato dai trafficanti sono fasulli: un vero proprio business illegale, quindi, secondo solo al mercato della droga. Falsi perfetti o quasi, realizzati da artigiani e rifilati, attraverso un’efficiente rete di canali, ai collezionisti privati e ai mediatori stranieri. Nei laboratori di falsari si rifà di tutto: bronzi, ceramiche dipinte, monete, statue. I falsi vengono poi venduti, singolarmente o mescolati insieme a qualche pezzo autentico. Diventa fondamentale, quindi, valutare l’autenticità degli oggetti custoditi clandestinamente, cercando di riconoscere la contraffazione sulla base degli errori che involontariamente il falsario può aver compiuto seguendo gli stili e gli usi del tempo antico. All’Arma dei Carabinieri è attribuita una preminenza nella tutela del patrimonio culturale: il Comando Tutela Patrimonio Culturale (Tpc), nato il 3 maggio 1969, è oggi un ufficio di diretta collaborazione del Ministro dei Beni Culturali e può contare su 270 militari qualificati. In the site of Pompeii there is an exposition of lost antiquities, which would have been lost, even if Police corps and magistrates worked together to return them to the world cultural heritage. Actually, this is the leading theme of the exhibition, Il corpo del reato (in English, the body of evidence). This exposition has been inaugurated in December in the Antiquarium, in the archaeological site, and will be open until the 27th of August. There are by about 170 relics, such as ceramics, kraters (which were large vases particularly used for watering down wine), statues, votive articles, etc., including authentic finds (dating back to IV century until the Roman age) and archaeological “fakes”. After being recovered, these stolen objects were impounded and have been kept for a long time in the storage of Pompeii. Then, they had been recently released and now are on view. Therefore, the exhibition Il Corpo del Reato shows the ransack to the detriment of the Italian cultural heritage from 1960 until today. This looting had even furnished the collection of international museums, such as the Getty of Los Angeles and the Metropolitan of New York. 8 madeinpompei archeologia GENNAIO 2017 Pompei luogo dell’amore mercenario? Un mito da sfatare Oggetti erotici, scritte audaci e quadretti osceni hanno alimentato la leggenda della città scabrosa Pompei è stata spesso definita città dell’amore, dedita alle sfrenatezze dell’eros e dissoluta nei costumi. Niente di più falso. Nel tempo questa diceria è stata alimentata erroneamente da miti e leggende nate attorno alla città vesuviana sin dalla scoperta. Oggetti erotici, scritte audaci e quadretti osceni hanno creato il falso mito della città scabrosa, ma a Pompei non si praticava l’amore/ sesso né più né meno che in qualsiasi altra città romana. La libertà sessuale era sicuramente maggiore rispetto ai tabù moderni e i luoghi del piacere non erano assolutamente ritenuti scabrosi. Le prostitute, anzi, svolgevano un ruolo fondamentale nella società, consentendo agli uomini la loro libertà e alle donne di poter rimanere oneste e virtuose secondo il mos maiorum. La prostituzione non era un crimine e le meretrici svolgevano abbastanza liberamente la loro professione, vendendosi nelle strade (trivia) oppure alle dipendenze di un lenone (uno sfruttatore) in osterie o bordelli. L’abbigliamento di una prostituta doveva dare subito nell’occhio: vesti succinte e trasparenti, trucco marcato e capelli tinti con colori sgargianti come il rosso o il biondo dovevano attirare i potenziali clienti. Tra i tanti graffiti ritrovati sulle mura di Pompei, quelli di molte prostitute che esprimevano giudizi sui loro clienti oppure si facevano pubblicità enfatizzando le loro specialità e il prezzo. Le tariffe andavano da un minimo di 2 assi (equivalente ad un bicchiere di vino) fino ad un massimo di 16 assi. Nel vocabolario latino erano tanti i nomi per indicare le prostitute. Meretrix deriva dal verbo merere, che indicava un guadagno dietro una prestazione; la meretrix non era una prostituta qualunque, ma una cortigiana esperta nell’ars amatoria, nella musica, nella danza e nel canto: una vera intrattenitrice, di solito con un nome esotico, greco o orientale. Spesso chi esercitava era una schiava che veniva da terre lontane o una donna di ceto umile. Ma vi erano anche delle vere e proprie professioniste come Novellia Primigenia, una mima di Nocera, di cui rimangono circa 20 graffiti a Pompei, che spesso si accompagnava a uomini facoltosi. La lupa, al contrario, era una prostituta di bassa categoria e da qui deriva la parola lupanare (luogo delle lupae). Esisteva però anche la fornicatrix, che si prostituiva sotto i ponti (fornices); la bustuaria, che esercitava presso i cimiteri, dove c’erano i busti in marmo dei defunti; la circulatrix, che passeggiava ricercando i clienti. Solitamente, il ceto sociale dei clienti era medio; i ricchi potevano liberamente disporre di schiavi e schiave che avevano nelle loro domus. Curioso è scoprire che il 23 aprile il calendario romano prevedeva una festa dedicata alle prostitute e il 25 aprile, invece, la festa era per i prostituti maschi. Non era raro, infatti, trovare ragazzi che vendevano il loro corpo: l’omosessualità di per sé era accettata. Quello che non veniva accettato era che un uomo, un vir, si sottomettesse passivamente ad un altro uomo di ceto inferiore, essendo che la virilità, a Roma, si identificava con l’assunzione di un ruolo attivo nel rapporto sessuale. A Pompei vi sono diverse testimonianze di prostituti: un graffito ci restituisce le scritte di un tale Menander che pubblicizzava le sue prestazioni, con relativo tariffario. Il numero dei posti dove si praticava la prostituzione a Pompei è incerto, perché spesso si è attribuito il nome di lupanare a luoghi dove erano presenti solo graffiti osceni, facendo lievitare il numero dei postriboli a 34: dato senz’altro spropositato sia per la grandezza (comunque modesta) della città e sia per il numero di abitanti. Il meretricio si praticava non di rado anche in esercizi aperti al pubblico e destinati all’alloggio o alla ristorazione (come le cauponae, famosa quella di Asellina), oppure nelle cellae meretriciae che erano un unico vano con il letto in muratura, o ancora in luoghi privati affittati a lenoni. Luogo tra i più visitati dai turisti, tuttavia, è sicuramente il Lupanare (VII,12,18) sorto sin dall’inizio con lo scopo specifico di ospitare prostitute. Alessandra Randazzo archeologia 10 madeinpompei GENNAIO 2017 Grande Progetto Pompei: ecco la situazione al 2016 In tre anni spesi oltre 60 milioni di euro per il rilancio dell’area archeologica Restauri dell’area archeologica, ma anche valorizzazione e messa in sicurezza, per un’offerta culturale ai turisti che sia sempre più qualificata: il Grande Progetto Pompei (GPP) viaggia a ritmo serrato e il capo della Direzione di Progetto, il generale dei Carabinieri Luigi Curatoli, in occasione della riapertura della Casa dei Vettii, ha tracciato un bilancio aggiornato a dicembre 2016. «La strada percorsa in meno di 3 anni è stata davvero lunga. Al 31 dicembre 2015 erano stati attivati complessivamente 76 interventi, ne erano stati conclusi 42, 23 erano in corso, 9 in fase di avvio e 2 in fase di gara. Sul Piano finanziario dei 105 milioni di euro stanziati, erano stati spesi effettivamente 40,7 milioni. Ho citato questo discrimine temporale poiché il 31 dicembre 2015 si è conclusa la prima fase del Grande Progetto a valere sulle risorse del POIn Attrattori Culturali 2007-2013, come stabilito dalla Commissione Europea che ha inquadrato la seconda fase, dal 1° gennaio 2016, nel PON “Cultura e Sviluppo” 2014-2020. Ad oggi, dei 34 interventi che sono transitati nella seconda fase (ossia i 76 avviati, meno i 42 conclusi al 31 dicembre 2015), ulteriori 16 sono stati terminati, 4 sono in attesa di avvio, 14 sono in corso di esecuzione. Peraltro, alcuni di questi ultimi saranno completati già nei primi mesi del 2017. La somma spesa nel 2016 è stata di 17,7 milioni di euro, ma nei primi giorni del 2017 questa somma dovrebbe elevarsi ad oltre 22 milioni che, sommati ai 40,7 già spesi, porta il totale della cifra spesa a quasi 63 milioni. Salvo poi avviare ulteriori progetti con le economie di esecuzione. Contiamo di chiudere completamente, dunque, i lavori previsti dal Grande Progetto entro la fine del 2018. Queste somme di danaro hanno consentito di realizzare importanti opere di restauro sia architettonico, che degli apparati decorativi. Il 23 dicembre abbiamo restituito al pubblico 4 importanti opere del GPP: la messa in sicurezza dell’intera Regio VI, costata quasi 3 milioni di euro e un anno e mezzo di lavori, che ha consentito di riaprire un’area di 56mila mq. che ospita 10 domus di rilievo, tra cui la casa dei Vettii, ora riportata alla fruizione del pubblico. Gli altri interventi sono l’adeguamento e la revisione dell’illuminazione perimetrale (2 milioni di euro), una infrastruttura di rete sicura per la copertura Wi-Fi del sito (circa 500mila euro), nonché la videosorveglianza dell’area degli scavi, realizzata con fondi del PON Sicurezza, costata circa 2,5 milioni comprensivi dell’acquisto delle telecamere e della messa in opera. Le sinergie che si sono create tra Prefettura di Napoli, Direzione del GPP, la Soprintendenza di Pompei e Invitalia, hanno consentito, quindi, di aprire al pubblico un’ulteriore cospicua porzione dell’area archeologica, ponendo una volta di più Pompei al centro degli interessi turistici italiani». Più sicurezza negli Scavi di Pompei Nell’ambito del Piano della sicurezza del Grande Progetto Pompei (Gpp) la Soprintendenza, grazie alle risorse del PON Sicurezza per lo sviluppo messe a disposizione dal ministero dell’Interno, ha ideato e realizzato il progetto della nuova videosorveglianza nel parco archeologico di Pompei. Il sistema, dotato delle più innovative tecnologie in grado di garantire in tempo reale il rilevamento di ogni evento potenzialmente dannoso o critico per la sicurezza di patrimonio e visitatori, è costituito da oltre 400 telecamere digitali Mobotix, distribuite sull’intera geografia del parco suddivise tra zone perimetrali, assi viari ed alcune delle domus più importanti e da un sottosistema di telecamere mobili dedicate al monitoraggio dell’accesso ai cantieri del Gpp come previsto dal Protocollo di Legalità. 12 madeinpompei archeologia da visitare GENNAIO 2017 Pompei da scoprire: sette nuove domus da visitare Per la prima volta apre il Piccolo Lupanare; dopo 12 anni torna visitabile la Casa dei Vettii I lavori di restauro realizzati nell’ambito del Grande Progetto Pompei (GPP) con le risorse POIn 20072013 e PON 2014-2020 da parte della Soprintendenza di Pompei e della Direzione GPP hanno consentito di riaprire al pubblico, già a dicembre, numerose domus che con la loro bellezza hanno arricchito la visita agli Scavi. La Casa di Obellio Firmo (Regio IX, Insula 14, n. 3-4), tra le più grandi e articolate di Pompei, si apre sul lato meridionale di via di Nola. Vi abitò una famiglia aristocratica: l’ultimo proprietario fu M. Obellius Firmus. Il padre veniva menzionato nelle tavolette cerate rinvenute nella casa del banchiere Cecilio Giocondo. Simbolo della ricchezza è la cassaforte in bronzo e ferro rinvenuta nell’atrio e oggi visibile. La Domus di Marco Lucrezio Frontone (V, 4, A) è una raffinata abitazione datata al II sec. a.C. e attribuita, grazie alle iscrizioni elettorali rinvenute durante gli scavi, a Marcus Lucretius Fronto che aveva intrapreso una brillante carriera politica, candidandosi alle principali cariche pubbliche della città. Sebbene di modeste dimensioni (circa 460 mq.) la domus vanta affreschi di notevole qualità. La Casa del piccolo lupanare (IX, 5, 16) è oggi aperta al pubblico per la prima volta nella storia degli Scavi di Pompei: si tratta di un edificio dove probabilmente vi era una locanda. Qui, nei pressi degli ambienti dove risiedeva il gestore e la sua famiglia, c’è anche una stanza più appartata rispetto al resto della casa che era destinata “all’ospitalità” dei clienti e al piacere sessuale Piccolo lupanare mercenario. I quadretti con scene erotiche che ne decorano le pareti affrescate rammentano la funzione cui era adibita la stanza e le prestazioni sessuali offerte. La Casa dei Vettii (VI, 15,1) è una delle case più ricche e famose di Pompei. Oggi è possibile visitare gli ambienti di ingresso, l’atrio con i cubicula circostanti e il triclinio con la splendida serie di affreschi mitologici. Torna inoltre nella sua originaria collocazione una delle due casseforti bronzee riccamente decorate e collocate ai lati dell’atrio, a simboleggiare l’opulenza della casa. La Domus era posta sotto la protezione di Priapo, dio dal grosso fallo raffigurato a destra della porta, oggi nuovamente visibile dopo il restauro. Il dio rappresentava la prosperità economica dei proprietari, i fratelli Aulus Vettius Restitutus e Conviva, ex schiavi (liberti), arricchitisi grazie al commercio. La Casa di Adone ferito è nota per la megalografia di Adone morente soccorso da Venere. Il restauro del dipinto e del quadro con “toletta dell’Ermafrodito” (collocato in un altro ambiente della casa) è stato realizzato grazie ad un’erogazione liberale frutto dei proventi della vendita del libro di Alberto Angela, “I tre giorni di Pompei”. La Casa dell’Ancora (VI, 7, 18) affacciata su Via di Mercurio fu edificata intorno alla metà del II secolo a.C. ed è una delle abitazioni con planimetria più originale nel panorama pompeiano. Prende il nome dalla raffigurazione presente sul mosaico dell’ingresso ed è articolata in settori a “L” posti su due livelli a quote differenti: gli ambienti dell’atrio e di ricevimento; il piano inferiore occupato da un giardino porticato. La domus del Labirinto, così chiamata dal soggetto del mosaico di uno degli ambienti aperti sul portico, venne edificata nel tardo II secolo a.C. unendo edifici preesistenti. Presenta una pianta a doppio atrio, oltre ad un quartiere termale e ad uno spazio per la produzione del pane. GENNAIO 2017 Casa di Marco Lucrezio Frontone archeologia da visitare Cassaforte dalla Casa di Obellio Firmo madeinpompei 13 Affresco di Adone Ferito Discovering Pompeii: seven newly restored domus open to the public The House of Obellius Firmus (Regio IX, Insula 14, n. 3-4) is one of the largest houses in Pompeii. Once, an aristocratic family lived there and its last owner was M. Obellius Firmus. A clear sign of its wealth is the iron and bronze strongbox, which was discovered in the atrium and is now exposed there. The House of Marcus Lucretius Fronto (V, 4, A) is an elegant dwelling dating back to the II century BC. As the inscriptions on the façade suggest, the owner was probably Marcus Lucretius Fronto, a brilliant politician. The house has remarkable frescoes inside. The House of the Small Lupanar (IX, 5, 16) is now open for the first time ever. This building might have been an inn, where in the spaces intended for the innkeeper and his family, there was a secluded room for the purchase of sexual services. Actually, the erotic pictures decorating the room prove its function and probably aimed to advertise the sexual services offered. The House of Vettii (VI, 15,1) is one of the richest and most famous houses in Pompeii. Now tourists may visit the entrance, the atrium with the surrounding cubicula, the triclinium with the wonderful set of mythological frescoes. Once, the atrium had bronze strongboxes on the either side and their rich decorations symbolise the wealth of the house. Now, one of them comes back to its original location. The house was under the protection of Priapus, who is represented with an oversized phallus on the right of the room. The picture is on view again, after the restoration. The god represented the wealth of the two owners, the brothers Aulus Vettius Restitutus and Conviva, who were freed slaves, who got rich thanks to their trade. Casa dei Vettii (prima e dopo il restauro) The House of Adonis is best-known for the set of frescoes representing Adonis dying in the arms of Venus. The House of the Anchor (VI, 7, 18) overlooks via di Mercurio and was built around the second half of the II century BC. The House is named after the anchor depicted in the mosaic at the entrance. This dwelling has an original layout compared to traditional layouts in Pompeii architecture. The house is actually set on two levels in the shape of a L, at different heights, including a reception room and a garden with a covered portico. The House of the Labyrinth is named after the mosaics of its portico. In this house there are thermal baths and a space intended for the production of bread. Mosaico dalla Casa dell’Ancora Casa del Labirinto 14 madeinpompei attualità GENNAIO 2017 Gentiloni: «Pompei può puntare ad un turismo stabile» Il premier ha affermato la centralità del Sud e della valorizzazione dei beni culturali Il ministro Franceschini: «Pene più severe per chi danneggia i beni culturali» «È possibile rendere la fruizione turistica a Pompei più stabile e distribuire sul territorio questa ricchezza potenziale. Per fare questo, bisogna valorizzare questo patrimonio». Lo ha detto il primo ministro Paolo Gentiloni, intervenendo a Pompei alla riapertura, dopo 12 anni, della Casa dei Vettii lo scorso dicembre. «Possiamo fare di più – ha affermato il premier nel corso della sua prima uscita pubblica in Campania – per valorizzare le potenzialità di questo territorio. Possiamo rendere la fruizione turistica più stabile, meno “mordi e fuggi”, allungare i tempi di visita e di permanenza. Pompei si potrebbe visitare per due giorni, avendo una ricettività alberghiera nella zona, distribuendo nel territorio questa ricchezza potenziale. Non è solo un sogno, ma è la realtà di un turismo che negli ultimi anni si sta sviluppando in Italia, nel Mezzogiorno e in Campania in un modo senza precedenti. Un modo legato anche ai rischi per la sicurezza che hanno colpito Paesi a noi vicini, che certamente hanno contribuito, ma non si tratta solo di questo: anche la scoperta di ricchezze culturali, gastronomiche e paesaggistiche non sempre conosciute può invece dare un grandissimo valore aggiunto alla nostra economia. Perché di questo dobbiamo essere convinti: se la nostra economia può avere un’accelerazione di crescita, molto dipende dalla messa a regime di quel motore che non è andato a pieno ritmo in questi decenni, che è il motore del Mezzogiorno d’Italia. Di fronte a una meraviglia come Pompei credo che chi, come noi, ha responsabilità di governo, deve rinnovare l’impegno a valorizzare le nostre radici, la nostra civiltà e a fare il massimo per trasformare le potenzialità del Mezzogiorno in realtà di sviluppo e di crescita per il nostro Paese». Le riaperture di molte domus a Pompei, ha spiegato Gentiloni, sono «il segnale di una realtà che cresce, aumenta il numero di visitatori, inaugura gradualmente altre zone, altre aree, diventa più fruibile, si avvicina agli standard più elevati della fruizione dei beni culturali nel mondo, che devono essere i nostri standard. In Italia abbiamo risorse culturali che non ha nessun Paese al mondo con questa densità, con questa concentrazione. Spesso siamo abituati a vivere di rendita, dobbiamo invece valorizzare queste risorse, come stiamo facendo qui a Pompei». «Le inaugurazioni sono anche un modo di rendere conto sul rispetto dei tempi fissati dall’Unione europea, sull’avanzamento dei cantieri. Basta girare per le strade di Pompei per vedere il grande cambiamento che c’è stato, frutto di un lavoro continuativo e silenzioso. Pompei non è soltanto la visita agli scavi: ci sono le statue di Mitoraj, nella stagione estiva ci sono stati grandi eventi, stiamo lavorando perché ci sia la rete wi-fi e l’illuminazione notturna, che potrà allungare l’orario di visita nella maggior parte possibile di Pompei». Queste le parole del ministro dei Beni Culturali, Dario Franceschini che ha presenziato alla riapertura della Casa dei Vetti a Pompei, dove ha annunciato l’approvazione di un disegno di legge del Governo (che dovrà essere approvato dal Parlamento) sui reati contro i beni culturali, con l’inasprimento delle pene. «Era giusto farlo – ha detto – in un Paese orgoglioso del proprio patrimonio culturale, che soffre quando vede un furto, un danneggiamento. Siamo intervenuti con una legislazione avanzata». Soddisfatto anche il Soprintendente di Pompei, Massimo Osanna: «La nostra politica – ha detto – vuole essere quella di apertura e di restituzione di un patrimonio per troppo tempo chiuso alla comunità e al mondo. Ciò è stato fatto perché abbiamo lavorato in maniera corale, con un numero adeguato di persone. Pompei non aveva bisogno di fondi, ma di personale. Ai nostri funzionari si è affiancato lo staff del Grande Progetto». 16 madeinpompei arte GENNAIO 2017 Ad aprile Nello Petrucci espone a New York L’Agora Gallery ospiterà “Kairos”, la personale del giovane artista pompeiano Dal 1° al 21 aprile prossimi l’artista Nello Petrucci esporrà all’Agora Gallery di New York nell’ambito della mostra personale dal titolo “Kairos”. L’esposizione newyorkese, curata da Marcello Francolini, proporrà 40 tra le più recenti e originali opere firmate da Petrucci. Si tratta di lavori che recano l’inconfondibile firma del talento pompeiano, considerato unanimemente il pioniere di un nuovo corso artistico, un’arte materica definita “pop cinetica”. Per Nello Petrucci, infatti, ritagli di giornale, fotografie (molte derivanti anche da reportage di guerra) e locandine di film (collezionate per anni) sono il punto di partenza di un mondo a più livelli. Le sue opere portano collage e pittura insieme in modo unico. Ma al centro resta sempre la fotografia, un’arte che – per sua natura – coglie un attimo, un istante dell’infinito scorrere del tempo. E proprio quell’attimo colto dalla fotografia diviene il fulcro di ogni sua opera. Partendo da ciò che egli chiama “immagini catturate”, Petrucci rompe quelle icone nelle loro componenti e le riassembla. In questo modo, evidenzia il conflitto trovato nei manifesti originali e nei ritagli, riproponendolo in un nuovo contesto astratto; crea nuove combinazioni di carta strappata, armonizzate con gocce audaci di colore e con colpi di acrilici brillanti. Le opere così realizzate hanno un’aria di libertà e spontaneità, pur rimanendo meticolosamente composte. Ogni creazione diventa una sorta di puzzle, permettendo all’osservatore di diventare un partecipante attivo del suo significato. Grazie all’espe- In April an exposition of Nello Petrucci will be at New York rienza maturata in campo cinematografico, come attore, cameraman e scenografo, Petrucci ha interiorizzato la capacità del cinema di creare dramma e significato attraverso il colore e il movimento: così riesce a ricreare quel potente effetto nei suoi collage. Proprio dall’esperienza cinematografica nasce lo spunto per le arti visive: le locandine dei film, infatti, divengono materia prima per la sua fantasia. Comporre, decomporre (collagè e decollagè) e infine sovrapporre le immagini, in modo da creare un mondo visibile da molti punti di vista, è un risultato semplicemente eccezionale. Una delle caratteristiche dominanti delle opere che realizza, è quella di ottenere un grande dinamismo: tutte le immagini sembrano ruotare in un universo che sprigiona una forte energia, dalla quale si rimane presi e coinvolti. www.agora-gallery.com/artistpage/ Nello_Petrucci From the 1st to the 21st of April the artist Nello Petrucci will expose his work at the Agora Gallery of New York, in his personal exhibition, Kairos. The exposition is organized by Marcello Francolini and will present forty of the most recent and original works by Petrucci. The talent of this Pompeian artist is unmistakeable; actually, he is considered as a pioneer of the new artistic trend of materic art, described also as kinetic pop art. For Nello Petrucci, newspaper clippings, photographs (many of them coming from war reportages) and film posters (collected over the years) are the starting point of a multi-layered world. Nevertheless, the leading role always belongs to photography; this art naturally catches a single moment in the endless flowing of time and the instant caught on the shutter is the starting point of the work of art by Petrucci. He breaks the different components of these pictures and then he fits them back together. Thus, each work becomes a sort of puzzle, allowing the viewer to become an active participant in its meaning. L’ARTE DEL GUSTO suguici t. 081 8502130 ILGIARDINODELLEESPERIDI.IT libri GENNAIO 2017 madeinpompei 19 La “maledizione” di Pompei, leggenda o realtà? Un viaggio tra superstizione e inchiesta giornalistica realizzato dallo scrittore Antonio Cangiano Come e quando è nata la “leggenda” che dispenserebbe sciagure su chiunque rubi un reperto dell’antica Pompei? Perché è ancora cosi viva? Che cosa l’ha alimentata così a lungo? E ancora: quanti e quali sono i frammenti di Pompei trafugati e poi restituiti perché ritenuti “maledetti”? A tutti questi interrogativi prova a dare una risposta il giornalista Antonio Cangiano, nel suo ultimo volume “La maledizione di Pompei Storie di piccoli furti e pentimenti dal mondo” (pagg. 192, ed. Magenes, 2016, collana Voci dal Sud, 13 euro). Cangiano si districa abilmente tra superstizione e inchiesta giornalistica, raccogliendo le lettere dei turisti che restituiscono il maltolto, le testimonianze dei custodi, i racconti di chi ha vissuto “insolite” esperienze dell’antica città e non solo. Esoteri- smo, pratiche magiche e tutto quello che c’è da sapere sulle “definixiones” (o maledizioni all’ombra del Vesuvio). Antonio Cangiano guida il lettore in uno dei siti archeologici più conosciuti al mondo alla scoperta di magie, gesti scaramantici e credenze popolari. La leggenda della “malasorte” che colpisce chiunque sottragga frammenti e piccoli reperti da Pompei è più che mai attuale e conosciuta. Per questo il libro di Cangiano propone una raccolta di testimonianze, tra stravaganti biglietti di scuse e restituzioni provenienti da ogni parte del mondo per annullare la “Maledizione”, ma anche una ricerca delle cause psicologiche e dei retaggi passati che inducono le persone a convincersi dell’esistenza della “iella” legata ai reperti antichi. Ma tutto sommato la “Maledizione”, vera o falsa che sia, analizzata con tono obiettivo, a volte ironico, in tutte le sue sfaccettature, ha il grosso merito di contribuire, magari inconsapevolmente, alla salvaguardia di un patrimonio inestimabile che è, e deve restare, di tutti. Antonio Cangiano, è giornalista pubblicista laureato in Scienze Politiche. Attualmente collabora can i quotidiani online Corrieredelmezzogiorno.it e Napoli.com. È vincitore del premio speciale Città di Ottaviano 2016 per il suo impegno nel trasmettere la realtà a rischio dei siti archeologici in Campania. La saggezza popolare nel libro “Detti e Proverbi napoletani” Chi si approccia alla lettura di “Detti e Proverbi napoletani” di Salvatore Abate proverà sicuramente il gusto di leggerlo tutto d’un fiato. È come assaggiare un vino buono senza mai staccare le labbra dalla brocca per la goduria nell’essere stato ammaliato da un effetto propizio del gusto e del profumo di un dolce nettare. Così, con una punta di ironia e sicuro buonumore, pagina dopo pagina, l’alambicco della saggezza distilla gocce di buon senso, raccomandazioni, istruzioni e insegnamenti tutte pregnanti di infallibilità proverbiale. Non è solo un’impressione ma anche un’esperienza: leggendo proverbio dopo proverbio, questo libro di Salvatore Abate, mi sono sentito immerso in un contesto ambientale e dialogico, che mi ha ricreato e rievocato vecchie scene di vita familiare. E qui mi è parso di riascoltare le sagge sentenze della Nonna e della Madre del nostro autore, sentendomi coinvolto in un dialogo con personaggi, ma anche da usi, costumi, tradizioni e... storie di vita quotidiana, racchiuse in uno scrigno prezioso traboccan- te di completa saggezza morale. Ecco, questo è l’effetto che tanta gaia saviezza provoca in chi attinge a questa fonte della saggezza. Non voglio esprimere qui le emozioni, derivate dalla lettura di quelle storie nelle storie, che ampliano qua e là il commento dei proverbi con appropriate note didattiche, ma sono convinto che il lettore di questa breve antologia si convincerà, man mano, nel corso dello scorrere delle pagine, della veridicità del detto antico: ‘E cunte se fanno quann’ ‘o bbastemiento è ‘mpuorto, che invita a non tirare i freni prima di arrivare alla meta. Mario Rosario Avellino 20 madeinpompei Un videoclip dedicato ai migranti girato nell’antica Pompei Una canzone dedicata alla tragedia dei migranti del mar Mediterraneo. Una voce intensa e struggente: quella di Sarah Jane Morris. Un posto incantevole attraversato dal mondo intero: quello degli scavi archeologici di Pompei. Un messaggio di forte vicinanza: quello dei migranti di ogni provenienza. È il grido di solidarietà che Pompei esprime attraverso il video clip registrato nel Teatro Piccolo di Pompei e in alcuni ambienti della Villa dei Misteri, dalla cantante jazz assieme al chitarrista Antonio Forcione. Un’idea che impazza già sul web. Tutto è nato a seguito di una visita agli scavi che ha lasciato incantati gli artisti che, ispirati dalle atmosfere senza tempo del sito hanno chiesto di poter omaggiare l’antica città con un brano dal forte messaggio sociale. “The sea” è infatti dedicato alla tragedia dei migranti nel mar Mediterraneo e registrato in esclusiva per la Soprintendenza Pompei. Il brano fa parte dell’album Compared to what, un disco intenso sia dal punto di vista musicale, ma anche da quello dei contenuti, con pezzi dedicati a temi delicati come quello dei profughi, ma anche alla violenza sulle donne, all’insicurezza sul futuro dei tempi che viviamo. Il video è da alcune settimane visibile sui canali social degli Scavi di Pompei ed ha già varcato la soglia del milione di visualizzazioni. Danilo De Gennaro musica e intrattenimento GENNAIO 2017 Escape Pompei, un’ora di tempo per fuggire! La prima “escape room” in città, tematiche avvincenti e originali Immaginate, anche soltanto per un momento, di essere chiusi in una stanza, senza alcuna via d’uscita, dove l’unico modo per trovare la chiave che aprirà di nuovo la porta è quello di risolvere una serie di misteriosi enigmi e stuzzicanti indovinelli... in soli 60 minuti. Ebbene, se questo è il genere di avventura che fa per voi, allora non vi resta che provare a cimentarvi con le stanze di Escape Pompei, la prima escape room della città degli scavi, che ha portato all’ombra del Vesuvio il popolare gioco dal vivo che ormai sta impazzando in tutto il mondo. Escape Pompei, offre due possibilità per mettere alla prova la propria arguzia: la stanza dell’Azzardo e la stanza dell’Occulto. Nella prima tutto gira intorno al gioco d’azzardo, mentre nella seconda stanza ad attendere i giocatori ci sarà un ambiente a dir poco tenebroso... Insomma, più che un gioco, Escape Pompei é un’avventura coinvolgente, cui fanno da cornice tematiche avvincenti e originali: solo spiccate abilità logiche ed un efficace lavoro di squadra permetteranno di risolvere gli enigmi nel tempo stabilito e trovare, così, la via di fuga. Il gioco prende spunto dalle Escape Room (ovvero “fuga dalla stanza”) che già da un decennio sono diventate un fenomeno d’intrattenimento molto popolare negli Stati Uniti e che ora sta contagiando un po’ tutto il mondo, dall’Europa all’Australia, passando per la Cina. In pratica il gioco, sui solitamente si partecipa in gruppi composti da 2 a 6 persone, consiste nel risolvere una serie di indovinelli in un tempo prefissato (in genere un’ora) che consentirà alla squadra di trovare la via di fuga da una stanza attrezzata secondo un tema specifico. Le prime realtà di questo tipo sono arrivate in Italia soltanto nel 2015, ma si stanno facendo rapidamente largo tra il pubblico di casa nostra, soprattutto perché permettono di coinvolgere davvero tutti nella soluzione degli enigmi, tanto che tra gli appassionati delle Escape Room ci sono giovani e meno giovani, di ogni estrazione sociale. Tra queste, Escape Pompei si distingue certamente per l’originalità delle tematiche e la cura dei particolari della location. A prescindere dalla soluzione degli enigmi, quindi, Escape Pompei è un’ora di divertimento assicurato! Facebook: Pompei Escape Pompei – Via Lepanto, 144 Tel. 328 122 7699 GENNAIO 2017 ECONOMIA & FINANZA madeinpompei 21 Microcredito Imprenditoriale, per creare la propria impresa Il finanziamento aiuta ad avviare e far crescere l’attività aziendale Ancora opportunità da non perdere per chi intende aprire una nuova attività d’impresa. Con il programma di finanziamento Microcredito Imprenditoriale, infatti, è possibile finanziare – fino a 25.000 euro - l’acquisto di beni, incluse le scorte, la retribuzione di nuovi dipendenti o soci lavoratori, il pagamento di corsi di formazione per il titolare o per i dipendenti. Il finanziamento Microcredito Imprenditoriale aiuta le piccole imprese e i professionisti ad avviare e far crescere l’attività. Le spese coperte dal finanziamento arrivano fino al 100%; fino all’80%, invece, è la parte di finanziamento garantita dal Fondo di Garanzia per le piccole e medie imprese (Pmi). La durata del piano di rimborso offre condizioni molto agevolate, che vanno dai 24 agli 84 mesi; in più, non sono previste spese istruttorie per la pratica. Anche le principali condizioni economiche sono molto vantaggiose per chi desidera avviare una nuova attività d’impresa. Oltre all’assenza di spese d’istruttoria, non sono previste spese per l’abbandono del finanziamento. Il tasso fisso è al 5,50%, mentre la periodicità della data è mensile o trimestrale. Presso lo Studio Di Nola, oltre a tutte le informazioni utili, è possibile trovare anche il supporto preliminare alla definizione della strategia di sviluppo del progetto da finanziare. C’è anche Cultura Crea, il programma per investire in campo culturale e turistico Da ricordare anche il nuovo bando di Invitalia, che dà la possibilità di accedere ai finanziamenti di “Cultura Crea”, un programma di incentivi (stanziati per complessivi 107 milioni di euro) promosso dal Ministero della Cultura e del Turismo (Mibact), per creare e sviluppare iniziative imprenditoriali nel settore dell’industria culturale-turistica e per sostenere le imprese no profit che puntano a valorizzare le risorse culturali. Il programma prevede tre linee di intervento: a) supportare la nascita di nuove imprese nei settori delle cosiddette “industrie culturali”; b) consolidare e sostenere l’attività delle imprese già esistenti nella filiera culturale, turistica, creativa, dello spettacolo e dei prodotti tradizionali e tipici; c) favorire, infine, la nascita di servizi qualificati e attività connesse alla gestione degli attrattori e alla fruizione e valorizzazione culturale, realizzate da soggetti del terzo settore. PROSSIMA APERTURA POINT A SORRENTO! Studio Di Nola Pompei Via Lepanto 291 Tel. 081.8507282 Fax 0818567755 www.studiodinola.it [email protected] Si riceve il lunedì, il mercoledì e il venerdì dalle 16,30 alle 19,30 previo appuntamento telefonico enogastronomia 22 madeinpompei GENNAIO 2017 Open Bar, proposte nuove e originali per i cocktail L’offerta gastronomica punta su prodotti di qualità e sull’estro dei giovani barman Se pensate di aver già provato tutti i tipi di cocktail e di caffè allora probabilmente non avete ancora fatto un salto a Pompei, all’Open Bar (lounge, caffetteria, fruit, wine), che da settembre raddoppia ed è anche nella nuova location di viale Mazzini (nei pressi della stazione delle Ferrovie dello Stato): qui il servizio non conosce sosta, essendo il locale aperto tutti i giorni, per 24 ore. Gradevoli spazi esterni e un ospitale giardino, entrambi riscaldati, fanno da cornice ad un’offerta gastronomica che punta tutto su prodotti di prima qualità e sull’estro dei giovani barman, capaci di ideare ricette sempre originali, in modo da rendere diverso dal solito anche un momento di pausa in cui sorseggiare un aperitivo con gli amici. Per i cocktail c’è solo l’imbarazzo della scelta. Tra i drink più originali, però, figurano sicuramente quelli ispirati ai più importanti stadi del mondo, da cui prendono il nome: si può scegliere, dunque, tra un Anfield Road e un Bernabeu, o tra un Old Archeologia e cucina, successo per “Storie di Cibo” Trafford e un Maracanà, ognuno con la sua carica di gusto e di passione, come d’altronde è il tifo per la propria squadra del cuore. Ampia è la scelta di vini, cui si accompagnano taglieri di salumi e formaggi tipici. Uno sguardo vale la pena darlo alle birre artigianali: tra quelle in carta si Un pubblico molto coinvolto grazie ad un affascinante viaggio nel passato culinario di Pompei. Si tratta dell’evento svoltosi domenica 18 dicembre alle ore 19, nella cornice dell’Hermes Cafè, l’iniziativa “Storie di Cibo” promossa dal Forum dei Giovani di Pompei in collaborazione con associazioni ed esperti del settore. La serata era composta da due momenti: il primo che ha avuto come titolo “Le Origini del Gusto” ed è stato un convegno dove archeologi come Sissi Matrone e Cristina Ermenegildo hanno illustrato prove e reperti della cucina di epoca romana; il secondo, invece, “A tavola con la storia”, è stato un momento più leggero con una vera e propria degustazione di piatti di epoca romana. «Sarà il primo di una lunga serie di eventi che verteranno fa notare Nora, una birra egizia che si rifà alla storia antica, fatta di nomadi e piramidi, di spezie e di grano kamut (da agricoltura biologica) che nella lingua egizia significa “anima della terra”. Il suo colore caldo, ambra aranciato, è sovrastato da una schiuma abbondante che sprigiona note di aromi orientali, zenzero e agrumi. È l’ideale per accompagnare piatti etnici, salumi, formaggi, carciofi e asparagi. Completa il tutto, infine, una ricca lista di distillati con una selezione di vodka, rum, whisky, grappe e gin. La ricetta: Stamford Bridge Gin, Malibu Fresh, Blu Curacao, Sciroppo di Cocco Tel. 081.850.55.26 Facebook: Open Bar sulla riscoperta della cultura gastronomica dell’antica Pompei» ha dichiarato Raffaella Ciaravola, membro del Forum dei Giovani. L’evento é stato un gran successo al punto che ne è stato proposto un secondo. «Per ottenere obiettivi importanti ciò che conta è la squadra – afferma Giuseppe Pisacane di That’s Ammore – e noi abbiamo fatto davvero rete. È stato un lavoro lungo, ma nulla è stato lasciato al caso: dalla cornice alle collaborazioni importanti come quelle dello chef Gian Marco Carli de “Il Principe”, di Yuri Buono di “Vincanto”, di mastro fornaio Carmelo Esposito, di Fiore Iovine di “Garum”, e di associazioni e aziende che hanno supportato l’iniziativa, come: Terre Pompeiane, Bosco de’ Medici, Caupona, Arte e Pasta». Danilo De Gennaro GENNAIO 2017 enogastronomia madeinpompei 23 “Crema del Vesuvio”, quando il caffè è una cosa seria. Anzi, una passione Amore per il gusto e selezione delle migliori materie prime: i pilastri di un’azienda campana guidata da giovani imprenditori Da queste parti si può scherzare su tutto, tranne che su una cosa: il caffè. È la bevanda per eccellenza, è il rito della socializzazione che si ripete all’infinito o, più semplicemente, è quel momento di gusto e di carica che ciascuno ama concedersi durante la giornata. Insomma, il caffè è una cosa seria. E questo l’ha capito da tempo l’azienda campana “Crema del Vesuvio” che proprio sulla preziosa bevanda ha concentrato tutti i suoi sforzi, per offrire un caffè di qualità, degno della miglior tradizione partenopea. Ma non solo, perché l’azienda ha “scommesso” anche su altre linee di prodotti, capaci di allietare ogni occasione per stare insieme, tra amici, al tavolino di un bar. Scelte che sono state premiate, perché oggi l’azienda “Crema del Vesuvio”, oltre al caffè torrefatto e in grani, oggi offre una vasta gamma di prodotti ottenuti dalla ricerca e dalla selezione delle migliori ma- Cioccolata al pistacchio di Bronte Una vellutata cioccolata, arricchita dalla granella ottenuta dai migliori pistacchi di Bronte terie prime, in cui i sapori si fondono in un unicum capace di esaltare anche un semplice momento di pausa o di relax. L’azienda, infatti, distribuisce anche orzo, ginseng, crema caffè, crema cheesecake, yogurt, tè, infusi, tisane e tante altre gustose specialità da scoprire. “Crema del Vesuvio” è una giovane azienda campana, fatta di giovani imprenditori che hanno creduto Cheesecake ai frutti di bosco Una soffice crema al formaggio ai deliziosi frutti di bosco, poggiata su una base croccante di biscotti: ideale per una pausa golosa, un delicato dessert o una deliziosa merenda. in ciò che di più schietto sa offrire la regione, ovvero l’amore per il gusto. Per questo, il caffè selezionato, dopo un attento processo di tostatura e di macinazione, diventa “Crema del Vesuvio”, una miscela per veri intenditori. Il punto di riferimento per l’azienda a Pompei è l’Open Bar (viale Mazzini 52, nei pressi della Ferrovia dello Stato). La miscela, inoltre, diventa il punto di partenza per una serie di caffè speciali, capaci di accontentare i palati più sopraffini. Qualche esempio? Il caffè Topazio, dove il caffè espresso incontra la crema al pistacchio, il cioccolato bianco, la panna montata e la granella di pistacchio; o come il caffè Rubino, in cui alla crema di caffè si affiancano la cioccolata bianca, la crema di latte alla fragola e le meringhe. E poi ci sono altri gustosi prodotti, come la cioccolata al pistacchio, la cheesecake ai frutti di bosco e l’infuso. Infuso Tramonto Rosso Gusto dolce e agrumato, con pezzi di mela, ananas, arancia, carote e uva. GENNAIO 2017 spettacoli ed eventi Giocattoli d’epoca, a Pompei la mostra-mercato Balocchi di un tempo per la gioia di collezionisti e nostalgici, preziosi soldatini, colorati giocattoli in latta, navi, aerei, moto, robot, auto fiammanti, bambole, trenini, locomotive e relativi accessori faranno bella mostra di sé, per la gioia dei sempre bambini e degli appassionati che cercano il pezzo mancante alla loro collezione. Questa è la proposta dell’associazione culturale Usatiamo, che ha organizzato il “Salone del Giocattolo”, mostrascambio del giocattolo d’epoca e non solo, un sognante tuffo nel passato, dove gli adulti potranno ripercorrere con la fantasia le proprie storie personali, scorrendo in rassegna i giocattoli che hanno reso indimenticabile la loro infanzia e dove i più piccoli potranno incuriosirsi e toccare con mano, oggetti che si possono vedere solo nei libri o nelle vetrine dei musei. L’evento si terrà a Pompei sabato 28 (ore 15,00-20,00) e domenica 29 gennaio (ore 10,0020,00) presso l’hotel Pompei Resort di viale Unità d’Italia. L’iniziativa inoltre, costituisce un importante strumento culturale e commerciale del collezionismo del giocattolo, in quanto offre la possibilità soprattutto ai privati hobbysti di poter esporre e scambiare o vendere le proprie raccolte. Allo stesso modo molti operatori del settore (negozi, ecc.) utilizzano questi appuntamenti sia per acquisire rarità difficili da reperire sul mercato sia per piazzare produzioni cessate di crescente valore amatoriale. www.usatiamo.it madeinpompei 25 Peppe Barra e Gino Rivieccio protagonisti degli appuntamenti teatrali di gennaio Doppio appuntamento teatrale a gennaio per la rassegna del Teatro Pubblico Campano. Venerdì 13, sabato 14 (ore 20,30) e domenica 15 (ore 18,15) sarà di scena al Di Costanzo-Mattiello di via Sacra Peppe Barra con “La Cantata dei Pastori”. L’opera fu scritta alla fine del Seicento (1698) da Andrea Perrucci e da allora, da più di tre secoli, è continuamente rappresentata, rimaneggiata, riscritta. Ultimo e più illustre di tutti è Peppe Barra. La Cantata dei Pastori è la storia delle traversie di Giuseppe e Maria per giungere al censimento di Betlemme. Nel difficile viaggio vengono accompagnati da due figure popolari napoletane, Razzullo, scrivano napoletano assoldato per il censimento e Sarchiapone, barbiere pazzo e omicida, maschera ispirata quasi direttamente dalla tradizione popolare dei Pulcinella e antesignano di Felice Sciosciammocca. Da venerdì 27, sabato 28 (ore 20,30) e domenica 29 (ore 18,15) il simpatico Gino Rivieccio sarà il protagonista di “Io e Napoli” che in questo personalissimo recital, ripercorre la sua storia umana ed artistica attraverso quel legame viscerale e particolare con Napoli. Ironia e riflessione si danno la mano, lasciando spazio qualche volta alla poesia, come solo Rivieccio sa fare con quel tono caldo e sferzante cui il comico partenopeo ci ha ormai abituati. Un piacevole viaggio tra monologhi, personaggi, tradizioni, aneddoti e canzoni magistralmente interpretate da una delle più belle voci del panorama musicale partenopeo: Fiorenza Calogero, diretta al piano da Antonello Cascone. www.teatropubblicocampano.com 26 madeinpompei benessere GENNAIO 2017 L’invecchiamento della pelle si previene da giovani “Stop Aging” è il protocollo medico-estetico appositamente pensato per persone tra i 20 e i 40 anni “Prevenire è meglio che curare”: il vecchio adagio vale anche per la Medicina Estetica. Oggi, infatti, è possibile prevenire agevolmente anche l’invecchiamento del viso e del contorno occhi attraverso “Stop Aging”, il protocollo medico-estetico di Teoxane dedicato ai giovani, per un nuovo approccio che punta alla prevenzione dell’invecchiamento cutaneo. Si tratta di un primo trattamento di bellezza, all’insegna della ridensificazione dermica, appositamente pensato per persone tra i 20 e i 40 anni: in questo caso il trattamento ambulatoriale viene associato a una terapia domiciliare. Ne parliamo con la dottoressa Sabrina Francione, specialista in medicina e chirurgia estetica. In cosa consiste il trattamento dedicato ai giovani? «“Stop Aging” è un protocollo di Teoxane che nasce principalmente per il trattamento di un invecchiamento lieve-moderato (25-45 anni) ed è flessibile e personalizzabile, con la possibilità di essere calibrato in relazione alle diverse esigenze personali. Con il protocollo “Stop Aging”, la Medicina Estetica si impegna a ottenere tutto il possibile dalla cura della pelle, prima di procedere alla correzione e al “ritocco”: perché i risultati estetici vanno raggiunti prima curando il tessuto e solo dopo applicando i filler». In quante fasi si suddivide il protocollo “Stop Aging”? «In accordo con il proprio medico estetico, si inizia, di regola, con l’applicazione domiciliare della crema notte ad azione ristrutturante e uniformante. Una settimana dopo, si effettua in ambulatorio il trattamento iniettivo con Teosyal Redensity, un prodotto ristrutturante di Teoxane caratterizzato da una formulazione nella quale si combinano una elevata concentrazione di acido ialuronico non crosslinkato e nutrienti essenziali. È importante evidenziare che l’acido ialuronico non crosslinkato, proprio grazie alla sua struttura, è in grado di “catturare” acqua e, così facendo, dà idratazione ai tessuti. A questo si aggiunge il complesso dermo-ristrutturante di 8 aminoacidi, 3 antiossidanti, più vitamine e minerali. Tutto ciò permette di ridensificare il derma in profondità, di aumentare la compattezza, il tono e l’idratazione della pelle e di combattere contro la lassità cutanea. Poi segue un’ultima fase di trattamento da eseguire tranquillamente a casa». Come avviene il trattamento in ambulatorio? «Il ristrutturante si applica con “punturine” multiple sul viso, sul collo e sul decolleté. Può essere eventualmente usato anche sulle mani e sull’interno delle braccia. Indicativamente le “punturine” vengono applicate in numero di 20 per emi-lato del viso (tra fronte, contorno occhi, zigomo, bordo mandibolare). Si tratta di precetti convenzionali, che possono subire variazioni in base alle caratteristiche del soggetto. In pazienti con aging lieve-moderato viene applicato indicativamente un programma che prevede il trattamento in ambulatorio 2 volte l’anno, con 3 sedute a distanza di 20 giorni». L’iniezione è indolore? «Sì, il ristrutturante di Teoxane contiene lidocaina, un anestetico locale che contribuisce a stemperare ansie e paure del paziente durante l’iniezione». Info: Dott.ssa Sabrina Francione Pompei - Via Roma, 36 Tel. 3382774158 28 madeinpompei amarcord GENNAIO 2017 La vita di Pietro Frasconi Da figlio di carcerato a segretario personale e poi biografo di Bartolo Longo di Luigi Donnarumma Pietro Frasconi entrò nell’Ospizio Educativo “Bartolo Longo” a soli quattro anni, il 23 luglio 1896, in quanto figlio di padre condannato ad una lunga pena detentiva. Era nato a Marino in provincia di Roma, il 18 novembre 1892, da Vincenzo e Giustina Sbarra. Il padre fu condannato a 24 anni e 6 mesi, pena che scontò fino alla fine, nella colonia penale dell’isola di Pianosa (Toscana), reo di aver ucciso il fratello in una colluttazione. Vincenzo raccontò che era stato più volte provocato e schernito dal fratello, invidioso della sua felicità, e nonostante l’avesse più volte avvertito con buone maniere, lui continuava a sfidarlo; aveva avvertito pure le forze dell’ordine, ma a nulla era servito. Un giorno, incontratisi in un luogo appartato, in un momento di follia, gli sferrò un pugno mortale. Preso dallo sconforto, Vincenzo pensò di suicidarsi, trascorse la nottata in preda al rimorso che gli soffocava il respiro. Di mattina presto abbracciò per l’ultima volta la moglie, il figlio e si costituì ai carabinieri. Nel processo non chiese neppure le attenuanti, volle pagare interamente la sua colpa. Pietro vide il padre per la prima volta all’età di 19 anni, nel 1911, quando gli fece visita nel carcere in quell’isola dall’arcipelago toscano, accompagnato da fratel Corrado, allora vice direttore dell’Ospizio. Monsignor Silj, allora delegato pontificio, acconsentì a questo suo desiderio anche per premiare la sua condotta e il suo zelo nello studio: Pietro si era sempre distinto quale alunno esemplare e monsignor Silj aveva percepito nei suoi occhi, che brillavano di commozione quando si parlava del padre, quanto era forte la voglia di conoscere il genitore. Così un giorno gli disse: «Va’ a Pianosa! Va’ ad abbracciare tuo padre». Una fredda mattina di gennaio del 1911, Pietro partì alla volta di Roma, facendo una prima tappa in Vaticano, dove ricevette la benedizione del Papa, per poi ripartire per Piombino, dove s’imbarcò su di un vapore per l’isola di Pianosa. Di quell’esperienza e del commovente incontro che ebbe col padre ne parlò minuziosamente nel suo diario, che nel 1912 venne pubblicato interamente. Pietro Frasconi fu alunno modello dell’Istituto, dove ebbe numerosi riconoscimenti e medaglie. Negli anni 1902, 1904, 1905 e 1906 ottenne sempre il primo premio, ricevendo diplomi al merito, le cifre “B.L.” che venivano apposte sul braccio destro e la medaglia d’argento, che costituiva la massima onorificenza per gli alunni dell’Ospizio. Per il suo forte attaccamento al paese natio volle, autonomamente, cambiare il suo nome da Pietro in Pier Marino e così firmò le sue opere letterarie. Il Comune di Marino è nel Lazio, nell’area dei Castelli Romani. Il 4 settembre 1906 già aveva incontrato il Papa, in qualità di figlio di carcerato, nell’udienza che Pio X aveva riservato a Bartolo Longo e alla contessa de Fusco, quando i due coniu- gi gli ratificarono l’atto di donazione del Santuario e delle Opere. Quel giorno, Pietro, quattordicenne, ricevette una carezza paterna dal Papa che lo fece piangere e il cui ricordo avrebbe conservato per tutta la vita. L’episodio della donazione è rappresentato nella volta della crociera del Santuario, dove viene raffigurato don Bartolo con i suoi figli adottivi, dinanzi a Papa Sarto. Pietro lavorò in tipografia, diventando ben presto segretario personale di Bartolo Longo. Fu Ufficiale d’Artiglieria nella Grande Guerra e in quella d’Africa, partecipò alle battaglie del Piave e, sul Colle Montello, nel 1918, vide schiantarsi al suolo il mitico Francesco Baracca. Il 15 giugno 1921, all’età di 29 anni, sposò, nella Parrocchia del SS. Salvatore di Pompei, Alfonsa Russo di 23 anni, nata a S. Maria Capua Vetere il 13 febbraio1898 da Salvatore ed Elvira Taddei. Tra i testimoni vi furono il prof. Matteo Della Corte e Alfonso Pironti. Si trattò di un matrimonio... “programmato dalla sorte che sghignazza negli angoli” come poi avrebbe detto qualcuno. Alfonsina era cresciuta adottata dai coniugi Francesco Wanderlingh (*) e Giuseppina Uliano (**) di Valle di GENNAIO 2017 Pompei. I genitori naturali della piccola Alfonsina, dovendo trasferirsi in America per lavoro e non potendo portarla con sé, data la sua tenera età e con 3 figli a seguito, decisero di lasciarla a questa famiglia amica, con l’intento di andarla a riprendere: cosa che mai accadde. Perché l’abbandonarono? Cosa impedì loro di ritornare in Italia dalla figlia? Non mi è dato di saperlo! Alfonsina non conobbe mai i suoi genitori. Gli sposi accomunati dalla stessa sorte, quella di non aver avuto mai una vera famiglia, con entusiasmo decisero di crearne una propria, ma le cose non andarono per il verso giusto. Ebbero tre figli: Franca Romana, donna straordinariamente colta e fine, che insegnava alle orfanelle e poi aprì un’attività commerciale; Aurelio, di professione contabile e Anna Maria, che fu dirigente presso l’Ente Regione Lombardia. Vivevano in via Sacra al civico 5, in una casa resa disponibile da Bartolo Longo sopra l’odierno ufficio postale. Ma nel dopoguerra Pietro abbandonò la famiglia, trasferendosi a Roma e non tornò più! I due coniugi si divisero e Alfonsina abitò da separata in quella casa fino all’ultimo giorno della sua vita, per poi lasciarla ad Aurelio che la tenne fino al 2003, anno della sua scomparsa. Pietro a Roma fondò amarcord un giornale, “Settecolli”, un periodico d’élite. Aveva accesso agli archivi segreti del Vaticano, istituì premi letterari ed ebbe conversioni di bontà ma anche scatti d’ira funesta. Vestiva sempre in modo elegante, abito blu su misura con cravatta e fermacravatta d’oro. Nel 1938, il venerando sacerdote Giuseppe Salemme, parroco di Gaeta, che aveva lavorato con animo instancabile con don Bartolo fino al 1902, gli inviò una missiva nella quale l’invitava a scrivere sulla vita di Bartolo Longo. “...perché non doni a Lui, tu figlio carissimo, al Comm. Bartolo Longo, la vita che i posteri ne dovranno leggere? Chi meglio ama, meglio scrive...”. Dall’affettuoso suggerimento, il 12 settembre 1941 Pietro Frasconi (49 anni) pubblicò la sua biografia dal titolo “Don Bartolo Longo”, edita dall’Istituto missionario “Pia società San Paolo” di Alba, che resta oggi una delle migliori opere dedicate al fondatore di Pompei. Ci sarebbe pure da dire che Frasconi, nella stesura del libro, operò di cuore e di quell’affetto filiale che sempre ebbe verso il suo padre adottivo. Anche se nel libro tenne a precisare che i fatti narrati erano inoppugnabili, riguardo alle origini del Quadro della Madonna di Pompei, la fantasia non gli mancò. Per il resto, narra episodi che solo la sua sensibilità poteva tramandare. I padri delle famiglie storiche pompeiane, avendolo conosciuto, hanno sempre lodato Frasconi, ritenendolo il migliore tra i biografi di Bartolo Longo. Trascorse gli ultimi anni della sua vita a Raito di Vietri sul Mare (Salerno), essendo da anni separato dalla moglie a cui più di una volta propose di ritornare con lui, ottenendo sempre la stessa risposta: «No! Due volte basta e avanza». Odio non ve ne fu, tutto era come se fosse inevitabile. Nessuno mai parlò male dell’altro. Non se ne madeinpompei 29 parlò e basta. I figli ne soffrirono a bocca chiusa. Alfonsina morì dopo una vita di sacrifici nell’Ospedale “G. da Procida” di Salerno, l’11 novembre 1978, all’età di 80 anni. L’ex figlio di carcerato fittò un piccolo monolocale in una casa di riposo di Raito, dove si spense il 30 gennaio 1980, all’età di 87 anni. Oggi riposano entrambi nel cimitero di Pompei, tutti e due nello stesso posto... le foto e i nomi fianco a fianco. (*) Francesco di Gaetano e di Giaquinto Carmela, nacque a Napoli, nel quartiere Stella il 27 febbraio 1860 e morì a 96 anni a Pompei il 16 agosto 1956. Di professione tipografo, figlio d’arte. (**) Giuseppina Uliano, paternità Raffaele, maternità Nunziata, abitante dell’antica Valle a Pompeja, sposò Francesco Wanderlingh (27 anni) il 30 agosto 1887 nella parrocchia del SS. Salvatore che, all’epoca, aveva sede provvisoria in un piccolo vano addossato al lato destro del Santuario, il parroco curato era il Rev. Gennaro Federico. assicurazioni GENNAIO 2017 umorismo madeinpompei 31 L’Oroscopo di Paolo Fax per Gennaio 2017 di Davide Rasputin (autore per il comico Maccio Capatonda e per lo Zoo di 105) Segui Davide sulla pagina Facebook “Pompei notizie veramente vere” ARIETE. LUI: Non so come dirtelo, il 2017 farà schifo, ma se vuoi ti do un paio di numeri da giocare al lotto... LEI: Puntate tutto sulla luna nuova il 29, alla peggio conservate lo scontrino, che ve la cambiano entro 15 giorni. TORO. LUI: Ci sarà una giornata di questo mese in cui tutto andrà bene, il resto del mese, una merda come sempre! LEI: Per quel che riguarda la salute dovreste stare più attenti in questo mese, ma non in quel senso, nell’altro senso. Per quanto riguarda il lavoro invece dovreste essere più sicuri di voi stessi, ma non nel senso che pensate voi, nell’altro senso. Insomma, come puoi vedere, il senso che capisci tu è l’opposto della realtà. Quindi meglio che non leggi questo oroscopo, ma non in quel senso, nell’altro. GEMELLI. LEI: Vivi ogni giorno, come se fosse l’ultimo. Anche perché, detto tra noi, è veramente l’ultimo... LUI: Saturno questo mese sarà dalla tua parte ma, già te lo dico, ti ci chiederà il pizzo! pito che non ci si può innamorare di un oggetto, escluso il barattolo della Nutella, vedrai che ti passerà. VERGINE. Giove nel 2017 ti porterà tanti soldi, solo che poi li rivuole con gli interessi... Vedi tu che vuoi fare. CANCRO. LUI: Nel 2017 farai un viaggio. Detto così sembra figo, in realtà andrai da casa tua a quella di tua suocera per il pranzo di domenica prossima. Niente di che, ma è pur sempre un viaggio. Per il resto del 2017 stai a casa! LEI: Cerca di non pensare più al passato, ormai è bruciato e sicuramente farà schifo. La dieta a base di verdure la cominci domani. BILANCIA. LEI: con Marte alla fine della Bilancia in quadratura a Venere alla fine del Capricorno. Giove tra la prima e la seconda decade del Cancro, in quadratura a Marte e opposto a Venere. Non chiedetemi che significa, ma negli oroscopi ci deve essere sempre un segno dove non si capisce un cazzo. Stavolta è capitato a te... LUI: Se per tutto il 2016 ti svegliavi alle 6 per prendere il treno (quando c’era), lavoravi tutto il giorno e tornavi la sera con la Circumvesuviana (quando c’era), facendo tutto il viaggio in piedi... Il 2017 prevede... le stesse identiche cose, fino a che non trovi un lavoro migliore! LEONE. LUI: Il 2017 porterà sicuramente molti miglioramenti. Ma solo per tutti gli altri segni, mettiti l’anima in pace! LEI: Nel 2017 finirà una storia d’amore con una Bilancia. È stata una storia intensa, ma una volta ca- SCORPIONE. Questo 2017 trarrete molto vantaggio dalla positività di Saturno, Nettuno e Plutone, ma soprattutto dal pianeta Gennaro, che ti porterà a vincere almeno 2 volte al Gratta e Vinci da 1 euro. SAGITTARIO. LUI: Nel 2017 riceverai un messaggio che ti annuncerà che presto diventerai papa. Penserai di non essere proprio un santo, ma che bene o male te lo meriti e che ti si apriranno le porte del mondo. Poi, quando arriverà la correzione e scoprirai che intendevano “papà”, non papa, allora il mondo ti si farà veramente nero! LEI: Non fare sempre la capricciosa, prova una volta con una semplice margherita. CAPRICORNO. Rispetto agli altri stai sempre indietro, buon 2015! ACQUARIO. LEI: Nel 2017 dovresti provare ad essere più serena. Se ti chiami Serena, prova ad essere più te stessa! LUI: In pochi ti capiscono? prova a parlare in italiano e vedrai che le cose cambieranno! PESCI. LEI: Nel 2017 ci sarà una positività, nel senso che il test di gravidanza sarà positivo. Mo vai a capire chi è il padre... LUI: Il 2017 prevede scontri con Bilancia, Leone, Vergine, Scorpione, Sagittario, Capricorno, Toro, Ariete e Gargiulo. Non significa necessariamente che tutti ce l’hanno con te, bensì che il problema è che tu sei uno stronzo. turismo attualità GENNAIO 2017 Made In Pompei diventa anche web tv Foto Osinska Photografer A Pompei il 2017 si apre nel segno della pace madeinpompei 33 Il 2017 a Pompei si apre nel segno della pace. Anche quest’anno, come da tradizione, il 1° gennaio è stata deposta una corona di fiori (tra le più grandi d’Italia, composta da oltre 1.000 rose gialle e rosse) ai piedi della statua della Madonna del Rosario che sormonta la facciata monumentale del Santuario su cui è impressa la parola latina “Pax”. Non a caso nel 1901 il fondatore della città nuova, Bartolo Longo, volle dedicare la facciata della basilica alla Pace Universale. Per questo la città mariana anche quest’anno ha aderito con entusiasmo alla Giornata Mondiale della Pace che si celebra ogni 1° gennaio (e giunta quest’anno alla 50esima edizione). È il tradizionale omaggio di Capodanno, in occasione della memoria di Maria Madre di Dio e della Giornata Mondiale della Pace. A mezzogiorno in punto, grazie al Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e alla generosità di alcuni benefattori, viene posta una corona di fiori ai piedi della statua della Madonna del Rosario, sulla Monumentale Facciata del Santuario dedicata alla Pace. Per l’occasione piazza Bartolo Longo era gremita: sono stati letti alcuni stralci del messaggio di Papa Francesco per la ricorrenza, sul tema «La non violenza: stile di una politica per la pace»; la cerimonia si è svolta alla presenza dell’Arcivescovo Tommaso Caputo, delle autorità civili e militari e, per la prima volta, con il coro della Comunità ucraina di Pompei che ha allietato con canti della tradizione natalizia la sistemazione della corona. Clicca con lo smartphone sul codice QR per vedere il video della deposizione. Visitabile il Piccolo Lupanare Inaugurata la Mostra Il Corpo del Reato Made in Pompei da oggi è anche web tv. La testata raccoglie con entusiasmo le nuove sfide della tecnologia e dell’informazione, puntando con decisione sui servizi audiovisivi veicolati attraverso i nuovi canali di diffusione offerti dal web, come il social network Facebook (sempre più proiettato verso la condivisione dei video) e la nota piattaforma YouTube. Come già avviene da tempo per la rivista mensile, i servizi video hanno per obiettivo la promozione territoriale di Pompei, attraverso una informazione che affronta tematiche di natura turistica, culturale, enogastronomica, scientifica, economica. Il progetto Made in Pompei, la rivista e da oggi la web tv, promuove da sempre l’identità locale, gli aspetti positivi e vitali di Pompei ed è costantemente aggiornato sugli Riapre la Casa dei Vetti eventi archeologici, culturali, artistici, enogastronomici e d’intrattenimento in programma in città. I servizi video sono visibili sulla pagina Facebook della rivista (basta digitare “Made in Pompei” nella casella di ricerca su Facebook) e anche sul canale YouTube; il tutto nell’ottica di fornire un’informazione su tematiche che guardano ben oltre i confini territoriali, raccontando avvenimenti locali ma che assumono un’importanza globale, come ad esempio i restauri o le nuove scoperte archeologiche nell’antica Pompei o, ancora, le manifestazioni di devozione verso la Madonna del Rosario, venerata nel Santuario mariano conosciuto in tutto il mondo. Per vedere alcuni dei video servizi di Made in Pompei è sufficiente scansionare con lo smartphone i relativi codici QR in pagina. 34 madeinpompei sport GENNAIO 2017 Dopo le feste, l’obiettivo è ritornare in forma Il programma di allenamento per il risveglio muscolare consigliato dal centro FitClub L’inizio di un nuovo anno solitamente coincide con la volontà (e, spesso, la necessità!) di riprendere un’adeguata forma fisica dopo le giornate delle “Grandi Mangiate”. Ma bisogna ricordare che – specialmente in questi casi, quando si deve “rimediare” ai danni delle “abbuffate” – all’allenamento fisico va associato un relativo regime alimentare. Ne parliamo con gli esperti di FitClub Pompei, il centro specializzato nel benessere fisico della persona: «Anziché augurarvi buon anno come fanno tutti – spiegano la general manager Vera Nunziata e il maestro Alfredo Contino – preferiamo augurarvi buon ritorno in forma! Non dobbiamo permettere, infatti, che la grandi abbuffate possano pregiudicare la nostra salute. Per questo bisogna ricorre ad un corretto allenamento, abbinato ad una giusta alimentazione». Ecco, dunque, l’allenamento suggerito da FitClub Pompei per iniziare il percorso di risveglio muscolare che porte- rà, poi, a riprendere l’attività fisica vera e propria e giungere ad una forma fisica ottimale. Chiaramente è un allenamento generico, adatto a chi è fermo da diverse settimane, ma che può essere personalizzato a seconda delle esigenze (vedi Tabella). Successivamente, si potrà riprendere l’attività fisica vera e propria. «Al programma di risveglio muscolare – aggiungono poi Vera Nunziata e Alfredo Contino – va associato anche un percorso di sana alimentazione». I percorsi studiati da FitClub, in collaborazione con la dottoressa Antonella Cozzolino, si basano sulla Nutrigenetica, ovvero la scienza che aiuta a comprendere come vengono metabolizzate e utilizzate le sostan- Karate e Krav Maga: riprendono i corsi di difesa personale Da gennaio l’Accademia Karate Vesuviana riparte con i corsi di difesa personale, che si terranno nella palestra del liceo “E. Pascal” di Pompei (viale Unità d’Italia). I corsi, in fase di calendarizzazione, si rivolgono a persone di tutte le età e sono previsti, inoltre, anche stage di Krav Maga, nota tecnica di difesa personale. Non solo sport e allenamento, però: i corsi offrono una preparazione completa, non solo dal punto di vista fisico-atletico e tecnico, ma anche teorico: sono previsti incontri con altri professionisti e figure di riferimento sociale (esperti legali, sociologi, esponenti delle forze dell’ordine e psicologi) per dare ai corsisti una preparazione informativa e socio-psicologica per affrontare al meglio un potenziale caso di “aggressione urbana”. I temi trattati, come sempre, sono quelli delicati del femminicidio, del bullismo e della difesa da attacchi con e senza armi. www.accademiakaratevesuviana.it [email protected] Tel. 346 497 3726 ze che mangiamo tutti i giorni, in base al nostro Dna. «Grazie a questo tipo di test – spiega la nutrizionista – è possibile analizzare i geni che determinano il modo in cui assimiliamo i nutrimenti, permettendo di capire quali si adattano meglio al nostro organismo e ci mantengono in salute. Per questo motivo, in base ai risultati genetici, si può costruire un piano alimentare personalizzato, che aiuta a preservare il benessere fisico e a prevenire eventuali disturbi». Info: 392 993 6859 Minivolley, la Virtus riparte a gennaio Da gennaio si rilanciano le ambizioni del volley, con la Virtus Pompei che ripropone gli allenamenti nella palestra del Liceo “E. Pascal”. La ripresa dei corsi è in fase di programmazione , ma presto i piccoli appassionati della pallavolo potranno tornare ad allenarsi in una struttura pompeiana adeguata alle loro esigenze. A gennaio, dunque, il programma di allenamento entrerà nel vivo con i corsi di minivolley dedicati ai bambini dai 4 agli 11 anni. Dopo l’ottimo campionato di Serie D disputato nella scorsa stagione la società sportiva pompeiana,dunque, prosegue l’attività agonistica nel volley attraverso l’inserimento dei giovanissimi atleti verso questo meraviglioso sport. Info Virtus Pompei - 346 497 3726 [email protected] I TUOI SOGNI HANNO CARTA BIANCA APERTO TUTTI I GIORNI, DOMENICHE E FESTIVI COMPRESI 9.30 - 21.30 DAL LUNEDI’ AL VENERDI’ DALLE 9.30 ALLE 23.00 SABATO, DOMENICA E FESTIVI DALLE 9.30 ALLE 24.00 ENTI 300 EVNNO ALL'A RO DI PU O IMENT DIVERT WWW.CCLACARTIERA.IT 115 NEGOZI 2100 POSTI AUTO VIA MACELLO 22 POMPEI NAPOLI USCITA POMPEI EST SCAFATI AUTOSTRADA A3