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Indicazioni e proposta di check list per il controllo ufficiale delle imprese alimentari che preparano e/o somministrano alimenti non confezionati privi di glutine, destinati direttamente al consumatore finale. A cura di Ernesto Cappellano , Angela De Carolis , Lorenzo Maria Donini, Lucia Grassano, Patrizia Laurenti , Agostino Messineo , Luca Pastore , Giuseppe Ugolini – Gruppo Igiene Alimenti e Nutrizione - SITI Lazio 1 - PRESENTAZIONE DEL LAVORO. 2 2 - LA CELIACHIA. 4 3 - TENORE RESIDUO DI GLUTINE NEGLI ALIMENTI PER CELIACI. 9 4 - PRINCIPALI PUNTI DA RISPETTARE PER L’OPERATORE DEL SETTORE ALIMENTARE (O.S.A.) : 10 4.1 OBBLIGO DI NOTIFICA. 10 4.2 REQUISITI STRUTTURALI E GESTIONALI 11 4.2.1 ACQUISTO E TRASPORTO MATERIE PRIME 11 4.2.2 STOCCAGGIO MATERIE PRIME ED ATTREZZATURE/UTENSILI 11 4.2.3 LOCALI DI PREPARAZIONE 13 4.2.3.1 LOCALE DI PREPARAZIONE TOTALMENTE SEPARATO 13 4.2.3.2 ZONA DEDICATA E BEN IDENTIFICATA 13 4.2.3.3 DIFFERENZIAZIONE TEMPORALE DELLE PREPARAZIONI. 13 4.2.4 SOMMINISTRAZIONE, DISTRIBUZIONE E VENDITA 15 4.3 FORMAZIONE 17 4.4 IGIENE DEL PERSONALE 18 4.5 AUTOCONTROLLO 19 5 - GLOSSARIO 21 6 - CHECK LIST 22 7 - RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI E NORMATIVI 26 1 1 - Presentazione La presenza negli alimenti di sostanze indesiderate in grado di provocare in alcuni soggetti la comparsa di patologie anche gravi, costituisce indubbiamente un problema emergente per la sanità pubblica; anche l’attenzione del legislatore comunitario da qualche tempo, si è rivolta al controllo del rischio Allergeni e agli alimenti destinati ad una alimentazione particolare, attraverso l’emanazione di specifica regolamentazione. L’esigenza di poter rendere disponibile a persone che soffrono d‘intolleranza al glutine (in aggiunta ai prodotti confezionati già disponibili sul mercato e rientranti nel campo di applicazione del D. lgs n° 111/92), una gamma di alimenti di produzione locale pronti per il consumo, in grado di garantire un elevato livello di protezione dei consumatori anche considerando le finalità definite dalla Legge n° 123 del 2005, tese a favorire il normale inserimento nella vita sociale dei soggetti affetti da celiachia, ha portato alla predisposizione di una ipotesi di Accordo tra Stato Regioni e Province Autonome sui controlli e sulle modalità di produzione di alimenti senza glutine non confezionati destinati alla somministrazione e vendita diretta. La proposta di tale documento è stata elaborata dal Gruppo di Lavoro Interregionale Sanità Veterinaria e Sicurezza Alimentare e successivamente approvata dalla Commissione Salute in data 4 maggio 2011, la stessa è stata poi trasmessa alla Segreteria del Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome, ma non ha ancora intrapreso l’iter di approvazione in Conferenza Stato – Regioni. In assenza di tali linee guida nazionali, alcune Regioni di propria iniziativa hanno redatto delle linee guida regionali sull’argomento Ritenendo che i principi contenuti nel citato Accordo siano da considerarsi, in via generale e per quanto applicabili, utili per il controllo da parte dell’OSA (Operatore del Settore Alimentare), anche di altre sostanze in grado di provocare reazioni allergiche in soggetti intolleranti, e fermo restando comunque l’intendimento di questo lavoro di fornire alcune indicazioni sul controllo degli alimenti gluten free, vengono di seguito definite le seguenti linee guida generali ai fini dell’applicazione del controllo ufficiale sulla produzione di alimenti non confezionati, destinati alla somministrazione e vendita diretta, nei quali si dichiara l’assenza di glutine, non rientranti nel campo di applicazione del D.lgs n° 111/1992 e s.m.i. A tal fine si è tenuto conto della produzione scientifica e normativa esistente sull’argomento incluse le indicazioni fornite da alcune Regioni in ordine alla costruzione dei PDTA (percorsi diagnostici terapeutici assistenziali intesi sia come “percorsi attuali o effettivi”, “percorsi ideali”e “percorsi di riferimento” Si forniscono con l’elaborato inoltre utili indicazioni sia in tema di qualità che ai S.I.A.N. ai quali spetta il controllo ufficiale delle imprese alimentari preposte alla preparazione e somministrazione degli alimenti senza glutine, proponendo come supporto, nel corso del sopralluogo di verifica presso queste particolari attività, una check list indicativa che ripercorre tutti i principali punti richiamati dalle linee guida regionali più aggiornate, già in vigore in altre Regioni d’Italia. 2 Sarebbe opportuno che il controllo dell’applicazione delle linee guida presso gli OSA sia integrato anche con l’attività di campionamento per la ricerca della presenza di glutine, in conformità a quanto previsto dalla pianificazione regionale. 3 2 - La celiachia. La MC (7) è una “ condizione patologica infiammatoria intestinale immunomediata, che consiste nell’intolleranza permanente al glutine, proteina contenuta in alcuni cereali di uso comune (in particolare frumento, orzo, segale, farro, kamut). L'intolleranza al glutine è in grado di determinare, in soggetti geneticamente predisposti, uno spettro di alterazioni della mucosa dell’intestino tenue che variano, dal semplice aumento di numero dei linfociti intraepiteliali fino all’atrofia dei villi con iperplasia delle cripte. Il danno anatomico e funzionale causa un malassorbimento di nutrienti di grado variabile che comporta un variegato corteo di sintomi, segni clinici e di laboratorio, presenti in misura molto variabile per quadro e intensità” La celiachia è un’affezione di natura multifattoriale, a predisposizione genetica, che determina “scatenamento” di un’ abnorme risposta immunitaria che spesso porta ad una atrofia dei villi intestinali. Questa caratteristica, ma non specifica, lesione intestinale è responsabile delle variabili presentazioni cliniche e, in generale. della severa sindrome da malassorbimento. La celiachia è l’intolleranza alimentare più frequente a livello mondiale con una prevalenza stimata intorno all’1%, considerando sia la fascia degli adulti sia quella dei bambini. Nella popolazione italiana, cha dai dati ISTAT risulta essere 60.340.328, il numero teorico di celiaci dovrebbe essere intorno ai 600.0000 contro i 135.800 effettivamente diagnosticati. Tali dati provengono dalle Regioni e dalle Province Autonome di Trento e Bolzano che ogni anno provvedono a raccoglierli dalle ASL e a trasmetterli al Ministero della Salute. Per meglio inquadrare l’argomento trattato si riportano in primis una serie di domande e risposte estrapolate dalla “Relazione Annuale al Parlamento” redatta dal Ministero della Salute e riferita all’anno 2011. (3) La MC può insorgere entro i primi due anni di vita (6-24 mesi), dopo un breve intervallo dall’introduzione del glutine nella dieta, oppure durante tutto l’arco della vita e si può presentare con una costellazione molto ampia e variabile di manifestazioni cliniche La MC può manifestarsi con il corteo sintomatologico e clinico tipico del malassorbimento (diarrea, calo ponderale, ritardo dello sviluppo, anemia carenziale), oppure il quadro può essere subclinico con sintomi o segni clinici vaghi e sfumati. In altri casi, (7) non rari, la principale sintomatologia , legata al malassorbimento , potrebbe essere minima o assente e la MC si presenta con una manifestazione patognomonica a carico della cute e degli annessi cutanei la “dermatite erpetiforme”, oppure con altri segni o sintomi a carico del sistema osteoarticolare ed ematopoietico, del sistema nervoso e psichico e del sistema riproduttivo. • Che cos’è il glutine? Con il termine glutine si indicano una serie di proteine (gliadine e prolamine) contenute in: grano tenero, grano duro, farro, segale, kamut, orzo e altri cereali minori. Lo si trova in pane, pasta, biscotti, pizza e in ogni altro prodotto derivato da tali cereali. Altri cereali quali: riso, mais, grano saraceno e miglio, sono invece privi di glutine. Per quanto riguarda l’avena i dati della letteratura non sono univoci (variabilità in funzione del cultivar) ed attualmente sembra giustificata la cautela nel non consigliare il consumo di prodotti a base di avena nei soggetti celiaci. • Che differenza c’è tra intolleranza e allergia alimentare? 4 • • • • L’intolleranza alimentare è una reazione indesiderata del nostro organismo determinata dall’ingestione di un alimento o di un suo componente. Tale reazione ha manifestazioni di solito non immediate per lo più a carico dell’apparato digerente, è solitamente dipendente dalla quantità dell’alimento non tollerato ingerito (dose-dipendente) e non è mediata da meccanismi immunologici. L’allergia alimentare, invece, è una reazione immunitaria, conseguente all’ingestione di uno specifico alimento o di un suo componente di natura proteica, che si manifesta al contatto attraverso la formazione di anticorpi specifici chiamati IgE. I sintomi possono manifestarsi immediatamente, a volte anche in modo violento, a differenza dei sintomi delle intolleranze alimentari che invece possono comparire a distanza di ore e, in casi rari, anche dopo alcuni giorni. Il meccanismo di tossicità del glutine nei confronti dell’intestino dei pazienti celiaci non è stato ancora completamente definito. Per certo, il glutine utilizza nella sua azione lesiva elementi del sistema immunitario del paziente, quali anticorpi, citochine e linfociti. Se nll’individuo normale il sistema immunitario ha il principale compito di difendere dalle infezioni, nel paziente celiaco il sistema immunitario rivolge la sua azione aggressiva anche nei confronti dello stesso intestino ed è responsabile delle lesioni tipiche della malattia. La celiachia si presenta sin dalla nascita o più avanti negli anni? Non si nasce malati di celiachia, ma con la predisposizione ad ammalarsi. Tale predisposizione è di tipo genetico e si presenta quando il soggetto entra in contatto con il glutine. Se un soggetto predisposto alla malattia non mangia glutine per tutto l'arco della vita non diventerà mai celiaco. Nell’adulto la celiachia sembra più frequente nel sesso femminile e, sebbene possa esordire a qualsiasi età, nella maggior parte dei pazienti viene diagnosticata tra i 30 ed i 40 anni. Queste due considerazioni hanno suggerito che lo stress fisico, rappresentato ad esempio dalla gravidanza, costituisca un fattore scatenante l’esordio della condizione. Diversamente dall’infanzia, la celiachia nell’adulto ha raramente un inizio acuto. Anche nei casi con diarrea e dimagrimento, questi sintomi hanno più spesso un andamento cronico, caratterizzato dall’alternarsi di periodi più o meno lunghi di remissione e peggioramento. Che cosa provoca il glutine in chi è predisposto o affetto dalla malattia? L’ingestione di glutine nei pazienti affetti o predisposti, provoca un grave danneggiamento della mucosa intestinale con conseguente inefficace assorbimento dei nutrienti. La superficie interna dell’intestino tenue - quella parte di intestino che serve ad assorbire gli alimenti - è rivestita da strutture digitiformi che prendono il nome di villi e microvilli che hanno lo scopo di aumentare la superficie di assorbimento. Nel paziente celiaco villi e microvilli sono pressoché scomparsi. Il malassorbimento può arrivare a determinare alcune patologie e può essere particolarmente pericoloso nei bambini. Quali sono i sintomi della malattia celica ? Nel bambino diarrea e dimagrimento sono i principali sintomi di celiachia, a volte accompagnati da gonfiore e dolore addominale: rappresentano la conseguenza del malassorbimento. Gli alimenti non assorbiti, rimanendo all’interno dell’intestino richiamano acqua, per cui le feci sono più abbondanti, sciolte e contengono aumentate quantità di grassi, proteine, zuccheri, ferro, cacio….Alla perdita di queste ed altre sostanze con le feci consegue una difettosa nutrizione di tutto l’organismo con calo di peso e di forze e tutta una serie di sintomi, più o meno vistosi, secondari al malassorbimento ed al conseguente deficit di specifiche sostanze (ferro, acido folico, calcio, potassio, zinco, proteine, vitamina D, K, C, A). Nell’adulto, accanto ai sintomi gastroenterici (spesso meno acuti ed evidenti rispetto al bambino) sono presenti manifestazioni extraintestinali (anemia, osteoporosi, amenorrea) e/o legate a malattie immunologiche, che, a volte si associano alla celiachia dell’adulto, quali dermatite erpetiforme, stomatite aftosa ricorrente, diabete, tiroiditi, artriti, allergie, difetto della produzione di anticorpi, malattie del fegato. La celiachia è una malattia ereditaria? 5 • • • • La celiachia è una condizione con una forte componente ereditaria, infatti la concordanza tra gemelli veri (cioè dotati di identico patrimonio genetico) è di molto superiore rispetto all’attesa nella popolazione generale. Questo non significa che da un genitore celiaco debba per forza nascere un bambino celiaco. Infatti solo il 5-10% dei parenti di primo grado (genitori, figli, fratelli) dei celiaci risulta essere affetto dalla malattia. Quali sono gli esami da effettuare per scoprire l’intolleranza al glutine? Per un primo screening si possono eseguire degli esami del sangue specifici, a bassa invasività, che possono segnalare la necessità di proseguire gli accertamenti. Il primo test da effettuare è il dosaggio degli anticorpi anti-transglutaminasi (anti-tTG), di classe IgA nel sangue periferico. Questo test è dotato di ottima specificità e sensibilità, richiede una piccolissima quantità di sangue, oltre ad essere semplice ed economico da eseguire. Per queste ragioni è il primo test di screening per la diagnosi della celiachia. Nei casi dubbi, nei bambini di età inferire ai 2 anni, si può affiancare al dosaggio degli Ab IgA anti tTG, il dosaggio degli anticorpi anti-gliadina di classe IgA e IgG (AGA DEAMITATI) e gli anticorpi anti-endomisio di classe IgA (EMA). In caso di doppia positività la diagnosi di celiachia è altamente probabile, mentre in caso di doppia negatività la celiachia si può escludere. Per una conferma definitiva e certa della malattia celiaca il passo definitivo è tutt’oggi la biopsia duodenale tramite esame endoscopico, ossia il prelievo di una porzione di mucosa intestinale al fine di valutare, tramite esame istologico, lo stato di danneggiamento della mucosa, in particolare l’atrofia dei villi. Quali sono le complicanze della celiachia? Le complicanze della malattia, se non riconosciuta e quindi non trattata, solitamente si osservano in età adulta e, anche se rare, le più temibili sono quelle tumorali del tratto gastrointestinale, in particolare il linfoma. Inoltre la mortalità nei celiaci non trattati è stimata essere due volte superiore rispetto alla popolazione di controllo. Esiste una terapia? Seguire una dieta priva di glutine per tutta la vita è l’unica terapia che, ad oggi, permette di eliminare i sintomi della malattia e prevenirne le complicanze. Sono presenti in commercio prodotti come farine, pane, pasta, biscotti, grissini, fette biscottate ed altri prodotti a base di cereali quali riso e mais che per natura non contengono glutine. Cos’è consentito mangiare a un celiaco? I celiaci possono mangiare tutti gli alimenti naturalmente senza glutine, nonché quelli dietetici speciali senza glutine. Dovrebbero assolutamente evitare invece i cereali contenenti glutine e i prodotti derivati da questi cereali o alimenti che durante la loro produzione possano aver subito una qualche contaminazione con il glutine. Alimenti / preparazioni "a rischio": farine o altri derivati di prodotti contenenti glutine possono trovarsi in alimenti e preparazioni gastronomiche diverse. I soggetti celiaci debbono pertanto sempre leggere le etichette (chiedendo eventualmente al ristorante informazioni sugli ingredienti usati) e valutare la composizione di farine di mais, riso, castagna ecc.; insaccati cotti; dadi ed estratti di brodo o insaporiti; patatine prefritte e/o surgelate; formaggini a pasta filante e spalmabili; margarina; oli di semi vari e prodotti per friggere; aceto; maionese, senape e salse pronte; creme, dessert, budini; gelati; zucchero a velo; lievito per dolci e per panificazione; dolcificanti; caffè solubile e surrogati del caffè; carne o pesce impanati (es. cotoletta, bastoncini, hamburger preconfezionati), o infarinati, o cucinati in sughi e salse addensate con farina (arrosti, brasati, ossi buchi, ecc.); pesce surgelato 6 • • • • • precotto con farina o amido (es. paella, surimi, ecc) o pronto da cuocere o da friggere infarinato o con pastelle (es. frittura di pesce); salse e sughi pronti (ragù di carne commerciale con aggiunta di farina o amido; yogurt al malto o ai cereali; panna con amido, farina o malto; alcuni formaggi fusi o formaggini con amido i farina; verdura impanata o infarinata; piatti pronti a base di verdura surgelata precotta contenente farina o amido; zuppe, minestre o liofilizzati per esse già pronte che possono contenere farro o orzo o amido o farina; purea istantaneo se contiene farina o amido. Va posta inoltre attenzione alla preparazione (domestica o industriale) di pietanze: in queste fasi alcuni alimenti naturalmente privi di glutine (carni, pesce, …) possono risultare “contaminati”. E’ pertanto necessario evitare di infarinare gli alimenti con farine vietate; lavorare i cibi in ambienti a maggior rischio di contaminazione, come quelli in cui si utilizza la farina, con la possibilità di dispersione nell'aria e di ricaduta sugli alimenti o sui piani sui quali essi poggiano; utilizzare l’acqua di cottura già usata per la pasta comune; manipolare il cibo con mani infarinate o con utensili sporchi di farina; appoggiare il cibo direttamente su superfici contaminate, utilizzare carta da forno o fogli di alluminio sui piani di lavoro, teglie infarinate, griglie dove si abbrustolisce il pane comune, taglieri, forni o piastre dove si cuociono pizza o prodotti da forno confezionati con farina comune; utilizzare l'olio di frittura già usato per friggere altri cibi infarinati o impanati. Una persona celiaca rimane tale per tutta la vita? Un soggetto celiaco, cioè intollerante al glutine, può guarire completamente da tutti i suoi disturbi se si astiene dall'assumere glutine ma, può riammalarsi se entra in contatto nuovamente con questa sostanza. Una volta diagnosticata la malattia, è necessario effettuare controlli periodici? Su consiglio del proprio medico curante, è opportuno effettuare degli esami per controllare l'evoluzione della celiachia, in particolare a tre mesi dopo la diagnosi, un anno dopo la diagnosi e una volta all'anno, per tutta la vita. Le analisi di controllo annuali sono raccomandate per escludere fenomeni di carenza e complicanze della celiachia. Inoltre annualmente dovrebbero essere rilevati gli anticorpi tTg a conferma della correttezza del regime dietetico seguito. Anticorpi tTG negativi indicano che la dieta è stata seguita correttamente dal paziente. Solo in casi eccezionali si consiglia di ripetere la biopsia dell'intestino tenue per controllare l'evoluzione della malattia in caso di risposta positiva a un'alimentazione senza glutine. Come si ottiene l’esenzione dal pagamento dei prodotti senza glutine? Per ottenere l'esenzione dal pagamento dei prodotti senza glutine è necessaria l'attestazione, da parte di un centro ospedaliero di riferimento, della diagnosi di celiachia sulla base di una biopsia. Chi è affetto da celiachia può ottenere l’esenzione dal pagamento degli esami diagnostici? Il Sistema Nazionale Sanitario prevede particolari forme di tutela per le persone affette da malattia celiaca, come l’esenzione dal pagamento del ticket per gli esami diagnostici. Infatti la celiachia fa parte delle malattie rare, per le quali non è previsto il pagamento delle prestazioni sanitarie necessarie per la diagnosi; tale diritto viene riconosciuto dall’Azienda Sanitaria Locale di residenza dell’assistito. Il celiaco ha diritto a trovare nelle mense pubbliche pasti preparati con ingredienti privi di glutine? 7 Si, la legge n. 123 del 4 luglio 2005 “Norme per la protezione dei soggetti malati di celiachia” prevede che nelle mense di scuole, ospedali e strutture pubbliche vengano somministrati pasti senza glutine su richiesta degli interessati. 8 3 - Tenore residuo di glutine negli alimenti per celiaci. Il Regolamento (CE) n. 41 del 20.01.2009., entrato in vigore il 1° gennaio 2012, stabilisce i criteri per la composizione e l’etichettatura dei prodotti dietetici destinati ai soggetti intolleranti al glutine, nonché le condizioni per poter indicare l’assenza di glutine in alimenti di uso corrente. Per consentire la disponibilità sul mercato di una varietà di prodotti alimentari adatti alle esigenze dei soggetti intolleranti al glutine e al livello di sensibilità individuale alla sostanza (cfr. sesto considerando del regolamento), vengono individuate due categorie di prodotti dietetici: • • Prodotti con un tenore residuo di glutine non superiore a 20 mg/kg, cioè 20 ppm, a base di ingredienti privi di glutine all’origine o con uno o più ingredienti depurati di glutine. Tali prodotti vanno definiti “senza glutine” Prodotti con un tenore residuo di glutine non superiore a 100 mg/kg, cioè 100 ppm, a base di ingredienti depurati di glutine. Tali prodotti vanno definiti “con contenuto di glutine molto basso”. Per quanto invece riguarda i prodotti alimentari non confezionati per i quali si dichiari glutine inferiore a 20 ppm, preparati e somministrati presso esercizi commerciali e artigianali, nonché presso la ristorazione pubblica e collettiva, il D.lgs 111/92 che disciplina i prodotti destinati ad una alimentazione particolare “preconfezionati” di cui i prodotti dietetici senza glutine rappresentano una specifica categoria, non è quindi applicabile. In tali casi le imprese alimentari devono garantire la sicurezza dei prodotti alimentari relativamente all’assenza di glutine, mediante il rispetto di specifici requisiti funzionali, nonché l’adozione di un piano di autocontrollo mirato ad una corretta analisi e gestione del rischio glutine, che non superi i 20 ppm nell’alimento prodotto. (1) Le tipologie di attività rientranti nel campo di applicazione del presente documento sono: • Le attività di produzione pasti per la ristorazione collettivo-assistenziale: ospedali, case di cura e di riposo, mense scolastiche, mense aziendali, caserme, istituti di pena, ecc.; • Gli esercizi di somministrazione di alimenti e bevande: ristoranti, tavole calde, pub, pizzerie ed affini, catering, strutture ricettive in genere e aziende agrituristiche, centri benessere, bar, circoli privati; • I laboratori artigianali di gastronomia, rosticceria ed affini, gelaterie, pasticcerie, forni, pizzerie al taglio, e similari; 9 4 - Principali punti da rispettare per l’Operatore del Settore Alimentare (O.S.A.) : Come stabilito dalle Regioni che hanno già emanato le linee guida a riguardo (Puglia, Toscana, Emilia Romagna, ecc…), si ritiene corretto l’obbligo per l’O.S.A. di: 4.1 notificare l’inizio di attività (S.C.I.A./D.I.A.) al Dipartimento di Prevenzione della ASL per il tramite del Comune ove ha sede l’attività; 4.2 rispettare i requisiti strutturali e gestionali nelle attività di preparazione, deposito, somministrazione e vendita di prodotti privi di glutine sfusi; 4.3 obblighi formativi e di aggiornamento specifici per gli addetti alle varie fasi dell’attività . 4.4 un piano di autocontrollo in cui siano previste specifiche fasi di identificazione, valutazioni e controllo del rischio associato al glutine. 4.1 Obbligo di notifica. L’O.S.A. che intende avviare un’impresa alimentare che prepari, depositi, somministri e venda alimenti non confezionati senza glutine, è soggetto all’obbligo di notifica all’Autorità Competente, ai sensi dell’art. 6 del Reg. Ce n° 852/2004 e relative disposizioni regionali. Detto obbligo è previsto- secondo il prevalente orientamento - anche nel caso in cui tale attività venga avviata presso un’impresa alimentare già registrata, in quanto costituisce variazione significativa della stessa. Si ritiene che le strutture pubbliche quali, cucine di scuole o di strutture sanitarie e assistenziali, ecc, che in base alla normativa vigente debbono poter fornire agli eventuali utenti celiaci pasti adeguati ai sensi della L. n° 123/05, non abbiano la necessità di effettuare notifica aggiuntiva per tale attività, ma adeguata formazione per il personale. (1, 4) La notifica ai fini della registrazione deve essere effettuata presso il Dipartimento di Prevenzione della ASL per il tramite del Comune ove ha sede l’attività, utilizzando la modulistica vigente. Detta notifica deve essere corredata da una relazione tecnico-descrittiva in cui vengono specificati le tipologie degli alimenti prodotti, somministrati e venduti, il ciclo produttivo (approvvigionamento, trasporto e stoccaggio delle materie prime, preparazione, somministrazione, vendita, ecc…), i locali e le attrezzature utilizzate, nonché una planimetria in scala 1:50 o 1:100 comprensiva di lay out dei macchinari e delle attrezzature, altezze e destinazioni d’uso di ogni singolo locale, ed ogni altra utile informazione nel rispetto delle modalità previste dalla vigente disciplina. 10 4.2 Requisiti strutturali e gestionali Per la preparazione/somministrazione di alimenti senza glutine dovranno essere presenti alcune caratteristiche strutturali e gestionali specifiche (1,2,3,4,5); l’attività potrà anche essere svolta negli stessi locali dove vengono lavorati gli altri prodotti solo adottando opportuni e documentati provvedimenti quali: • procedure di pulizia/sanificazione ambientale e di igiene personale degli operatori; • differenziazione fisica o temporale delle preparazioni; • specifica formazione del personale. Ciò al fine di assicurare l’assoluto controllo del rischio di contaminazione crociata con alimenti contenenti glutine. Particolare attenzione deve essere posta alla corretta identificazione dei prodotti senza glutine, delle attrezzature e degli utensili impiegati, preferendo di norma, l’utilizzo del colore. Le soluzioni strutturali e gestionali prescelte, come ad esempio la differenziazione, separazione, ecc.. dovranno essere adeguatamente giustificate e descritte nel piano di autocontrollo. Di seguito vengono riportati, per le principali fasi di lavorazione i requisiti minimi da adottare: 4.2.1 Acquisto e trasporto materie prime Per garantire la sicurezza e la garanzia del prodotto finale l’O.S.A. deve verificare attentamente le materie prime utilizzate. Per la preparazioni di alimenti privi di glutine possono essere utilizzate: a) materie prime naturalmente prive di glutine all’origine e non lavorate; b) prodotti dietetici senza glutine notificati al Ministero della Salute e contrassegnati da apposito timbro; c) materie prime naturalmente prive di glutine all’origine che hanno subito processi di lavorazione: - inserite nel prontuario dell’Associazione Italiana Celiachia (AIC); - con marchio AIC “spiga barrata”; - prodotti del libero commercio con la dicitura “senza glutine” o “non contiene fonti di glutine”. Il trasporto delle materie prime/ingredienti deve avvenire in modo da evitare rischi di contaminazione tra prodotto con glutine e senza glutine separando e proteggendo accuratamente le due categorie di alimenti. 4.2.2 Stoccaggio materie prime ed attrezzature/utensili Le materie prime prive di glutine devono essere immagazzinate in locali appositi o almeno in zone ben separate e chiaramente identificabili. Tutte le materie prime destinate alla produzione del s. g. devono essere stoccate su scaffali dedicati ed identificati per il s.g. nonchè separate da prodotti non idonei al celiaco. La separazione deve essere particolarmente rigorosa per gli sfarinati anche per quelli naturalmente privi di glutine e può essere realizzata anche tramite contenitori chiusi ed etichettati, in cui le materie prime devono essere conservate in confezione originale. 11 Qualora l'attività fosse particolarmente ridotta, sia in termini di quantità di alimenti prodotti che di frequenza dei cicli di lavorazione, è consentito l'utilizzo di un vano / armadietto promiscuo, con l'avvertenza, però, di tenere i prodotti senza glutine in un settore separato del vano, ovvero, all'interno dell'armadietto, sopra un ripiano posto ad un livello più alto rispetto ai ripiani recanti le materie prime contenenti glutine. Tali prodotti si conservano all'interno di contenitori chiusi, di preferenza distinguibili tramite colore ad hoc, o, in alternativa, chiaramente contrassegnati da un'etichetta che metta in evidenza la presenza di alimenti per celiaci. In ogni caso, le confezioni aperte, prima di essere riposte, dovranno essere accuratamente richiuse. I prodotti destinati a tutte le preparazioni, stoccati normalmente, immediatamente dopo la loro apertura, si utilizzano per le preparazioni senza glutine e, nel caso di impiego parziale, è necessario che siano conservati in modo protetto e prelevati con utensili sempre perfettamente puliti, in modo da scongiurare il rischio di contaminazione durante l'uso successivo; nel dubbio, il prodotto non dovrà più essere utilizzato per l'allestimento dei piatti senza glutine. Gli alimenti deperibili senza glutine, dovrebbero essere conservati in frigo/freezer appositamente dedicati, ben identificati ed isolati tramite involucri o contenitori chiusi. Qualora non sia disponibile un frigorifero apposito, devono essere collocati nel ripiano superiore del frigorifero ad uso comune, identificati, e, una volta aperti, devono essere accuratamente coperti, richiusi o comunque protetti in modo idoneo dalla contaminazione (contenitori ermetici o con coperchio a tenuta, sacchetti e pellicole adatti per la tipologia del prodotto ed idonei per gli alimenti), opportunamente etichettati. Queste avvertenze si applicano anche ai cibi pronti al consumo e preparati in anticipo rispetto alla somministrazione. I cibi pronti surgelati, se non conservati in un congelatore dedicato, devono essere riposti in un settore specifico dell'apparecchiatura ad uso promiscuo e protetti dall'inquinamento tramite contenitori aventi le stesse caratteristiche di quelli sopra descritti, riportanti la data di preparazione e di scadenza (il tempo massimo di conservazione e raccomandato è pari a 60 giorni). Tale modalità di conservazione, effettuata su preparazioni accuratamente protette ed identificate, è funzionale anche per i dolci senza glutine. Le attrezzature e gli utensili (pentole, mestoli ecc) usati per gli alimenti senza glutine, esclusivamente dedicati e/o adeguatamente puliti prima del loro utilizzo, devono essere conservati in luoghi dedicati. Così anche per i piatti, le posate e quant’altro utilizzato per il servizio senza glutine che devono essere puliti e conservati in luoghi lontani/separati da possibili fonti di contaminazione. I materiali a contatto con gli alimenti senza glutine (cartoni o contenitori o vaschette) devono anch’essi essere conservati in luoghi dedicati/separati e comunque lontani da possibili fonti di contaminazione crociata e/o da ricaduta di spolvero di farina; gli stessi devono essere distinti dagli altri contenitori e/o contrassegnati. 12 4.2.3 Locali di preparazione Al fine di garantire che le preparazioni vengano allestite in modo tale da escludere qualsiasi contatto con gli alimenti contenenti glutine, sono ammesse le seguenti tipologie di locali: 4.2.3.1 Locale di preparazione totalmente separato Tale locale deve essere totalmente separato dagli altri locali / spazi dell’attività e dotato di arredi, attrezzature ed utensili specificatamente ed esclusivamente dedicati. L’OSA deve assicurare che le farine e gli ingredienti contenenti glutine, presenti oppure manipolati in altri luoghi dell'attività, non possano contaminare il suddetto locale. I requisiti igienico – strutturali applicabili per tale locale sono quelli indicati dai Regolamenti Comunitari in materia di sicurezza alimentare. 4.2.3.2 Zona dedicata e ben identificata Per la preparazione di alimenti privi di glutine è ammessa la possibilità di identificare una specifica zona ben separata funzionalmente e fisicamente dagli altri spazi di lavorazione e dotata di piani di lavoro con attrezzature e utensili ad uso esclusivo e chiaramente identificati. Deve essere garantita la conservazione delle attrezzature e degli utensili in maniera protetta in modo da scongiurare la possibilità di contaminazione, anche mediante l’adozione di un impianto idoneo di aerazione/aspirazione. L’OSA deve fornire opportune garanzie affinché nello stesso locale in cui è presente la zona dedicata non vengano allestite contemporaneamente preparazioni ad alto rischio di contaminazione (ad esempio preparazioni con farine contenenti glutine). Particolare attenzione dovrà essere dedicata alla valutazione dell’idoneità dei laboratori/esercizi di produzione pizze e dolciumi. Qualora tale preparazione non avvenga in maniera fisicamente separata, dovrà essere presente almeno un piano di lavoro dedicato e la farina utilizzata per lo spolvero di tutte le pizze dovrà essere comunque priva di glutine. Anche i condimenti destinati alla farcitura dovranno essere conservati in contenitori dedicati e opportunamente posizionati. Si consiglia l’utilizzato di un forno per la cottura esclusiva delle pizze destinate ai celiaci. 4.2.3.3 Differenziazione temporale delle preparazioni. In ulteriore alternativa da considerarsi in via subordinata, nel caso in cui non si disponga di locali o zone dedicate, può essere accettata la differenziazione temporale delle preparazioni che preveda comunque una accurata procedura di sanificazione di locali e attrezzature. La preparazione di pietanze senza glutine può realizzarsi secondo due modalità: ● per giornata dedicata, ad esempio nel giorno di chiusura; ● per spazio temporale dedicato nell'arco della giornata, iniziando il ciclo di lavorazione con la preparazione degli alimenti per celiaci, previa accurata sanificazione di piani di lavoro, attrezzature ed utensili. 13 In particolare nelle pizzerie, gli impasti s.g. preparati dovranno poi essere opportunamente segnalati e accuratamente protetti dal rischio di contaminazione crociata. In alternativa gli impasti s.g. per le pizze, debitamente segnalati e protetti, potranno essere congelati mono dose tramite abbattitore, aggiungendo la data di congelamento, riducendo notevolmente pericolose manipolazioni in caso di attività promiscua. Le procedure scelte dall’OSA dovranno essere descritte accuratamente nel piano di autocontrollo e rigorosamente documentate. Questo vale anche nel caso di impiego di alcune attrezzature a possibile uso promiscuo, quali, ad esempio, impastatrici, pastorizzatori ecc.. Deve essere escluso l’uso promiscuo dei cestelli multi cottura, scolapasta, friggitrici e tostapane. Qualora si utilizzi il congelamento delle materie prime, dei semilavorati o del prodotto finito, lo stesso dovrà avvenire secondo procedure che, oltre ad assicurare la sicurezza igienica del prodotto, escludano anche la possibilità di inquinamento crociato con altri alimenti con glutine. Nello stoccaggio dei congelati si dovranno utilizzare sacchetti colorati o contenitori identificabili per il s.g.; inoltre dovranno essere riportate sulle confezioni la data di preparazione e di scadenza. Nel locale di preparazione devono essere presenti un numero sufficiente di lavamani. Per la preparazione dei caffè, deve essere presente una macchina da caffè esclusivamente dedicata ai caffè non permessi ai celiaci (caffè d’orzo, aromatizzati, ecc.). Nella situazione in cui ciò non fosse possibile andrebbero utilizzati braccetti dedicati o solo per i caffè non permessi oppure per il caffè espresso, affinché sia sempre riconoscibile il braccetto non contaminato oppure, in subordinata, strutturare una procedura che preveda, dopo ogni preparazione con il caffè d’orzo o altra tipologia di caffè non idoneo per il celiaco (in presenza o assenza dello stesso), che il braccetto debba essere sempre staccato e sciacquato sotto acqua corrente e venga fatta scorrere acqua dalla parte superiore della macchina da caffè. Non è consentita la cottura degli alimenti con attrezzature comuni (forni, friggitrici, piastre, tostapane, ecc) a meno che le stesse non siano utilizzate in tempi diversi previa accurata sanificazione, utilizzando stoviglie diverse e identificabili. Auspicabile l’utilizzo del forno senza la funzione di ventilazione; da evitare comunque l’uso promiscuo di forno ventilato quando si utilizzino alimenti che possono “sfarinare”; in tal caso è necessario avvolgere l’alimento senza glutine in carta stagnola o da forno per essere certi di averlo protetto dalla contaminazione crociata. Per l’utilizzo comune delle friggitrici, dovrà essere posta estrema attenzione alla operazioni di pulizia e di totale sostituzione dell'olio utilizzato ogni qual volta si passi dalla frittura di una preparazione con glutine ad una che ne è priva. Il confezionamento del prodotto finito (nel caso delle ristorazioni collettive) e la sua eventuale conservazione dovranno avvenire in contenitori ad uso esclusivo e opportunamente etichettati. E’ preferibile l’utilizzo di un forno esclusivo per la pizza senza glutine in una zona/locale a basso rischio di contaminazione . In alternativa è ottimale la cottura delle pizze senza glutine nel forno presente nel locale cucina (dove non si cuociono le pizze con glutine), previa adeguata sanificazione. In caso di utilizzo di un forno per le pizze promiscuo, lo stesso deve essere non ventilato, e devono essere osservate per la cottura delle pizze senza glutine le seguenti opportune precauzioni: - disporre la pizza s.g. in una teglia a bordi alti (vietata la cottura diretta sulla base del forno o con foglio di carta da forno); - sospendere la preparazione e la cottura delle pizze con glutine; 14 - portare la pizza coperta fino alla imboccatura del forno; - non effettuare manovre con la pala che potrebbero causare la ricaduta della farina sulla teglia; - impiattare la pizza s.g. utilizzando un piatto pulito sul quale non sia stata precedentemente appoggiata la teglia con pizza senza glutine appena sfornata, la cui base inferiore risulta contaminata; - la farcitura e l’impiattamento devono avvenire non sul banco di lavorazione della pizza con glutine, ma il più lontano possibile da fonti di contaminazione soprattutto ambientale; - è consigliabile l’utilizzo di farina s.g. per lo spolvero anche per le pizze con glutine. Al fine di consentire il controllo del rischio di contaminazione da glutine ed il rispetto del limite previsto dalla norma vigente sul prodotto finito, tutte le soluzioni scelte dall’O.S.A in ordine al tipo di separazione adottata (fisica o temporale), alle modalità di preparazione degli alimenti, alle modalità di pulizia e sanificazione dei locali, attrezzature e utensili, dovranno essere adeguate, rispettate e dettagliatamente riportate nel piano di autocontrollo. 4.2.4 Somministrazione, distribuzione e vendita a) Somministrazione L’addetto alla somministrazione deve prendere tutte le precauzioni al fine di evitare il rischio di confondere, sostituire e contaminare erroneamente piatti idonei al celiaco con piatti non idonei; ad esempio: - è consigliabile non far portare dallo stesso addetto il piatto s.g. contemporaneamente con un piatto con glutine; - la portata senza glutine deve essere identificabile con un segno distintivo (porcellana diversa e dedicata, bandierina, decoro alimentare particolare); - dopo il servizio di una portata di un alimento con glutine, il personale deve sempre lavarsi accuratamente le mani; - deve essere assicurato che sul tavolo del cliente celiaco all’inizio del servizio non vi siano briciole. In generale, per l’attività di somministrazione si raccomanda di adottare i seguenti criteri: -· contrassegnare sul menù le portate sicure o naturalmente senza glutine con un simbolo, ad esempio un asterisco, che rimanda all'annotazione “piatto adatto anche ad una dieta senza glutine”;· - è consigliabile indicare chiaramente sul menù che qualsiasi richiesta avanzata da un utente celiaco, diversa da quanto indicato come “senza glutine”, può comportare rischi nell’assunzione. In tal senso, consigliare il celiaco sulle pietanze idonee (servendolo comunque con naturalezza, in modo da evitare atteggiamenti discriminatori); -· trasferire il pasto senza glutine dalla cucina alla sala di somministrazione e servire in modo da evitare qualsiasi contaminazione successiva alla preparazione; ad esempio, non trasportarlo contestualmente ad alimenti contenenti glutine; - non posizionare il pane sulla tovaglia accanto al cliente celiaco, portare pane, crackers o grissini senza glutine coperti con un tovagliolo o, a seconda delle caratteristiche del servizio, in contenitori chiusi trasparenti; 15 b) distribuzione e vendita. L’esposizione per la vendita del prodotto finito privo di glutine può avvenire in locali separati ovvero può avvenire nello stesso locale di vendita di alimenti ad uso corrente a condizione che: - gli alimenti senza glutine siano esposti per la vendita in aree o zone ben identificate e separate in relazione all’entità del rischio di contaminazione e alla tipologia dei prodotti; - gli alimenti siano riposti in contenitori dedicati, identificati e protetti, distribuiti con strumenti destinati esclusivamente a questo scopo (ad esempio: le pinze, le palette per gelato, ecc.). - i sacchetti, i vassoi e gli altri contenitori per il preincarto del prodotto senza glutine siano stoccati separatamente rispetto a quelli utilizzati per prodotti con glutine e opportunamente protetti. La separazione deve essere particolarmente scrupolosa in presenza di farine libere. Dovrebbero essere fornite indicazioni all’utilizzo di contenitori adatti all'uso del microonde. Il prodotto somministrato/venduto direttamente deve essere chiaramente identificato. In caso di vendita promiscua di alimenti con e senza glutine sfusi, non è consentito il libero accesso da parte del pubblico ai prodotti senza glutine. Per le gelaterie è sufficiente garantire una idonea separazione fisica, nella stessa vetrinetta, del gelato senza glutine da quello comune. I criteri sopra enunciati si considerano applicabili anche per il servizio self-service, con l'avvertenza che alimenti quali pane, grissini e simili, privi di glutine, vengano distribuiti direttamente dal personale addetto ovvero, in alternativa, siano resi disponibili esclusivamente in confezioni chiuse, distinguibili, riposte all'interno di un arredo dedicato e contrassegnato in modo idoneo. I prodotti privi di glutine destinati al consumatore finale possono essere venduti anche previo preincarto. I preincarti per la vendita del prodotto senza glutine devono essere stoccati separatamente rispetto a quelli utilizzati per prodotti con glutine, identificabili e protetti da contaminazioni. Le operazioni di preincarto del prodotto dovranno avvenire in condizioni di sicurezza, il materiale usato per il preincarto non deve presentare soluzioni di continuità ed il prodotto preincartato deve essere protetto e ben identificabile, al fine di evitare ogni possibilità di contaminazione crociata. Pertanto, nei bar o negli altri esercizi in cui si svolge l’attività di preparazione di panini, tramezzini e simili è consentita l’esposizione del prodotto senza glutine, a condizione che il prodotto sia preincartato, le operazioni di preincarto diano garanzie di sicurezza e di identificabilità e che siano rispettate le indicazioni sopra riportate in merito alla esposizione per la vendita. In ogni caso le soluzioni gestionali e strutturali prescelte per garantire il controllo del rischio di contaminazione da glutine nelle fasi di somministrazione, distribuzione e vendita promiscue di alimenti con e senza glutine, devono essere adeguatamente motivate e documentate nel Piano di Autocontrollo. 16 4.3 Formazione Molti documenti ribadiscono l’importanza della formazione in questa tematica (1.2,4,8) Dall’ultima Relazione annuale del Ministero della Salute al Parlamento sulla Celiachia, la formazione viene considerata come un punto critico molto importante nel settore della ristorazione. Nell’ambito dell’attività di formazione rivolta a ristoratori e albergatori, prevista dall’art. 5 della Legge 123/2005, dal 2010 al 2011 il numero di corsi di formazione organizzati per questa categoria si è più che raddoppiato con un aumento del 25 % circa degli operatori formati. Dai dati raccolti risulta, infatti, che nel 2011 sono stati organizzati ben 1.204 corsi mentre il numero di operatori del settore turistico alberghiero coinvolto nella formazione risulta essere superiore a 20.000. Quest’ultimo dato ha riguardato tutto il personale che, in modo diretto o indiretto, può avere a che fare con la manipolazione e la distribuzione dei pasti. Si tratta di numeri importanti soprattutto se si considera il ruolo cruciale di questi operatori nella possibile contaminazione dei cibi con una sostanza come il glutine. Gli operatori addetti alla produzione/somministrazione di alimenti senza glutine, oltre alla formazione prevista per gli alimentaristi ai sensi del Reg. Ce n° 852/04, devono aver seguito un corso di formazione specifico sulla celiachia e le relative problematiche alimentari. Il personale di nuova assunzione, in attesa dello specifico corso suddetto, deve essere adeguatamente informato/formato sui comportamenti/procedure da seguire rispetto alla propria mansione. Tale formazione specifica, a carattere teorico e pratico, dovrà necessariamente interessare il responsabile dell’attività o suo delegato, il responsabile dell’autocontrollo, il personale direttamente coinvolto nelle preparazioni e nella somministrazione (pizzaiolo, capo cuoco, almeno il capo sala, almeno un cameriere) e prevedere un costante aggiornamento. La formazione del restante personale che opera nell’esercizio, anche in considerazione del frequente turn-over degli addetti, è affidata alla responsabilità dell’ OSA, secondo modalità che dovranno essere formalizzate nel piano di autocontrollo. Si raccomanda fortemente di estendere la formazione specifica a tutti gli addetti. I corsi dovrebbero avere una durata minima di 6 ore, articolate in una parte teorica ed una parte pratica essendo al termine di ogni corso , prevista una prova di valutazione finale con test (20 domande a risposta multipla) ai fini del successivo rilascio dell’attestato di formazione specifico. Come già indicato da molte Regioni, sarebbe opportuno che corsi debbano essere organizzati periodicamente dai Dipartimenti di Prevenzione (o Sanità Pubblica) delle regioni ed in particolare dai SIAN. Il numero dei partecipanti a ciascun corso dovrebbe essere definito in modo da favorire al massimo l’apprendimento basato sulla partecipazione dei discenti e, nella maggior parte dei casi, in occasione dei corsi viene fornito ai partecipanti idoneo materiale didattico-formativo. L’attestato di avvenuta formazione dovrebbe essere rilasciato esclusivamente dal Dipartimento che ha gestito il Corso ai soggetti che risultano avere soddisfatto l’obbligo della frequenza e superato con esito soddisfacente il questionario di apprendimento finale del corso stesso. L’attestato di formazione- secondo alcune esperienze- può essere rilasciato anche a seguito di partecipazione a specifiche iniziative organizzate dalle Associazioni riconosciute di soggetti celiaci con comprovata competenza e prolungata esperienza in materia, preventivamente condivise con i Dipartimenti di Sanità Pubblica e che prevedano comunque contenuti e docenti compatibili con 17 quelli identificati dal presente documento e per i quali siano previste valutazioni finali dell’apprendimento. La parte teorica del corso dovrebbe prevedere la trattazione almeno dei seguenti argomenti: - Nozioni di base sulla malattia celiaca: epidemiologia, eziologia, patogenesi, clinica, terapia; - Alimenti naturalmente o artificialmente privi di glutine; - Modalità di prevenzione della contaminazione da glutine degli alimenti durante le varie fasi del ciclo produttivo; - Il piano di autocontrollo: modalità di controllo del rischio glutine; La parte pratica del corso deve prevedere lo svolgimento di esercitazioni finalizzate al controllo dello specifico rischio in relazione alle caratteristiche del ciclo produttivo. L’attività di docenza ai corsi è normalmente svolta: ·- dal personale del SIAN del Dipartimento di Prevenzione delle ASL laureato di comprovata esperienza nel settore o da altri laureati di 1° o 2° livello in medicina e chirurgia, farmacia, scienze biologiche, scienze della Prevenzione, biotecnologie, scienze e tecnologie alimentari, dietistica in possesso delle necessarie professionalità e competenze in materia di celiachia. Il personale del SIAN individuato per lo svolgimento dei corsi dovrebbere a sua volta essere formato tramite la partecipazione almeno ad un corso di aggiornamento riguardante il rischio di contaminazione da glutine organizzato da Enti o Associazioni di comprovata esperienza nazionale nel settore. La parte pratica- ove prevista.- dovrebbe essere svolta da cuochi con comprovata esperienza professionale nel settore. L’attestato di formazione è previsto a validità quinquennale. E’ generalmente richiesto il rinnovo dell’attestato mediante la partecipazione a corsi di aggiornamento che dovranno prevedere almeno un rinforzo delle conoscenze teoriche. 4.4 Igiene del personale Il personale, prima di iniziare la preparazione/somministrazione di alimenti senza glutine, oltre a rispettare le norme generali di igiene, dovrà prestare particolare attenzione alle procedure specifiche relative all’abbigliamento ossia indossare sopravvesti pulite anche monouso e copricapo, ma soprattutto dovrà adottare tutte quelle precauzioni comportamentali che comprometterebbero la sicurezza del prodotto finale. Tale procedure dovranno essere dettagliatamente descritte nel piano di autocontrollo. In particolare il personale dovrà provvedere a: - lavarsi le mani e/o cambiarsi i guanti dopo aver manipolato prodotti o attrezzature con rischio di contaminazione per le lavorazioni successive; - utilizzare guanti e mascherine per la lavorazione di prodotti pronti al consumo; - indossare un abbigliamento idoneo, di colore chiaro e con copricapo; - la divisa dovrà essere sempre in condizioni idonee di pulizia; - curare particolarmente le condizioni igieniche personali (mani, unghie e capelli); - un comportamento sempre igienicamente corretto. 18 4.5 Autocontrollo Per la preparazione/somministrazione di alimenti senza glutine dovrà essere predisposto apposito piano di autocontrollo aziendale, prevedendo fasi specifiche di controllo del rischio di contaminazione crociata con alimenti fonti di glutine. Si riporta di seguito un esempio di piano di autocontrollo per la produzione di alimenti senza glutine. (1,3,4,5) Schema di base per un piano di autocontrollo per la produzione, distribuzione e vendita di alimenti non confezionati privi di glutine Fase Pericolo GMP /CCP Misure preventive Monitoraggio Azione correttiva Accreditamento dei fornitori. Materie prime convenzionali con dicitura “senza glutine”. Prodotti dietetici notificati al Ministero della Salute. Prodotti naturalmente privi di glutine. Prodotti del prontuario AIC. Identificazione e separazione dei prodotti durante il trasporto Stoccaggio in vani /attrezzature / settori / contenitori separati e ben identificati; Confezioni integre ed adeguatamente protette, se aperte Verifica dell'idoneità del trasporto; Verifica della conformità della merce: confezione originale integra; Verifica della conformità della etichettatura: senza glutine, spiga sbarrata Verifica tramite ispezione visiva Rifiuto della merce non conforme Acquisto materie prime Presenza di glutine GMP Stoccaggio delle materie prime Scambio di prodotto; Contaminazione crociata GMP lavorazione Contaminazione crociata GMP/ CCP Laboratorio dedicato;linee esclusive; differenziazione temporale delle preparazioni; attrezzature / utensili dedicati Procedure definite Verifica tramite ispezione visiva. Campionamento del prodotto Conservazione del prodotto finito Scambio di prodotti. Contaminazione crociata GMP Conservazione in attrezzature / contenitori chiusi e ben identificati Verifica tramite ispezione visiva Distribuzione; Incarto; Vendita; Scambio di prodotti Contaminazione crociata GMP Verifica tramite ispezione visiva. Somministrazione Scambio di prodotti: Contaminazione crociata GMP Utilizzazione di attrezzature ed Verifica tramite ispezione visiva utensili appositi identificati, contenitori separati, idonei preincarti Simbologia identificativa su menu', ordinazioni, piatti di portata; Protezione da alimenti a rischio o loro residui Verifica tramite ispezione visiva. Ripristino della separazione; Eliminazione del prodotto al minimo sospetto di contaminazione o se non ben identificato Eliminazione dei cibi al minimo sospetto di contaminazione. Ripristino di condizioni sicure di lavorazione Eliminazione dei cibi al minimo sospetto di contaminazione o non identificati Eliminazione dei cibi al minimo sospetto di contaminazione o non identificati Eliminazione dei cibi al minimo sospetto di contaminazione o non identificati 19 Le fasi del ciclo produttivo esaminato possono essere identificate come GMP, ossia come buone pratiche di lavorazione, o come CCP, punto critico di controllo, a seconda delle specificità del proprio processo produttivo. Secondo le indicazioni emanate dalla Circolare del 5 Novembre 2009 del Ministero della Salute, è necessario che sia individuato almeno un CCP nel ciclo produttivo, prevedendone un controllo e una gestione adeguati, con particolare riferimento alle materie prime impiegate, al loro stoccaggio, al processo produttivo, ai piani di sanificazione e pulizia. Se l’O.S.A. identifica come CCP una determinata fase, deve necessariamente specificare e validare un limite critico, che separi l’accettabilità dalla non accettabilità e sottoporlo a monitoraggio e azione correttiva in caso di superamento del limite scelto. Il piano di autocontrollo, soprattutto per i centri di produzione pasti, viene generalmente implementato con l'esecuzione a campione di analisi specifiche atte ad evidenziare l'eventuale presenza di glutine nel prodotto finito; i relativi esiti analitici servono a verificare la correttezza della procedura di esclusione del glutine e la sua idonea applicazione Assume quindi, un ruolo prioritario la formazione del personale e la stesura di procedure scritte, chiare, facilmente applicabili, documentabili e controllabili. 20 5 - GLOSSARIO (3) Anticorpi = proteine con la funzione di neutralizzare corpi riconosciuti estranei dal sistema immunitario dell’organismo come virus e batteri. Anticorpi anti-endomisio (EMA) = anticorpi di classe A diretti contro l’endomisio e sono presenti nel sangue dei soggetti con la celiachia in fase attiva. Anticorpi anti-gliadina (AGA) = anticorpi di classe A e di classe G diretti contro la gliadina e presenti nel sangue dei soggetti con la celiachia in fase attiva. Anticorpi anti-peptidi deamidati della gliadina (anti-DGP) = anticorpi di classe A e di classe G che riconoscono i peptidi della gliadina dopo essere stati deamidati dalla transglutaminasi, particolarmente utili nella diagnosi di casi dubbi di celiachia. Anticorpi anti-transglutaminasi (anti-TG) = anticorpi di classe A diretti contro l’enzima transglutaminasi e presentii nel sangue dei soggetti con la celiachia in fase attiva. Atrofia villare = alterazione patologica dei villi intestinali che si appiattiscono fino alla totale scomparsa. Auto- anticorpi = anticorpi prodotti dall'organismo contro proteine dell'organismo stesso. Biopsia duodenale = prelievo di una porzione di mucosa intestinale al fine di valutare, tramite esame istologico, lo stato di danneggiamento della mucosa e in particolare l’atrofia dei villi. Dermatite erpetiforme = possibile espressione clinica della celiachia, è una malattia della pelle caratterizzata dalla presenza di lesioni cutanee molto pruriginose in sedi caratteristiche (es. gomiti, ginocchia. Endoscopia duodenale = metodo diagnostico che permette di visualizzare tramite microtelecamera l’interno del duodeno. Gliadina = costituente di natura proteica del glutine che impartisce allo stesso glutine proprietà visco-elastiche. Glutine = sostanza di natura proteica costituita da gliadina e glutenina. Humal Leukocyte Antigen (HLA) = Complesso maggiore di istocompatibilità di II classe, una molecola che si trova sulla membrana di tutte le cellule del sistema immunitario dell'organismo umano e coinvolta nella presentazione dell'antigene. IgA = anticorpi di classe A presenti nel sangue e nelle secrezioni mucose. IgG = anticorpi di classe G presenti nel sangue. Malassorbimento = riduzione dell’assorbimento dei nutrienti causato da un deficit dei processi digestivi o da lesioni alla mucosa intestinale. Patologie autoimmuni = malattie nelle quali si osserva una risposta immunitaria patologica diretta contro tessuti e/o organi del paziente stesso. Villi intestinali = estroflessioni della parete epiteliale dell’intestino tenue che aumentano la superficie di assorbimento dei nutrienti ingeriti. 21 6 - Check list CHECK LIST PER L’ACCERTAMENTO DEI REQUISITI IGIENICO SANITARI IN ATTIVITA’ DI TRASPORTO, DEPOSITO, PREPARAZIONE E VENDITA DI ALIMENTI NON CONFEZIONATI PRIVI DI GLUTINE DESTINATI DIRETTAMENTE AL CONSUMATORE FINALE (*). E’ STATA PRESENTATA SCIA/DIA PER PREPARARE, SOMMINISTRARE E VENDERE ALIMENTI NON CONFEZIONATI PRIVI DI GLUTINE (Detto obbligo è previsto anche nel caso in cui tale attività venga avviata presso un’impresa alimentare già registrata, in quanto costituisce variazione significativa della stessa). SI NO NOTE 1 TRASPORTO SI NO NOTE 1.1 Il trasporto degli alimenti avviene tramite un automezzo autorizzato con DIA/SCIA 1.2 Il trasporto delle materie prime con glutine e senza glutine avviene tenendo ben distinte, separate e protette le due categorie di alimenti, in modo da escludere rischi di contaminazione Le condizioni igieniche dell’automezzo sono soddisfacenti SI NO NOTE SI NO NOTE 1.3 2 MATERIE PRIME UTILIZZATE 2.1 2.2 È’ stato verificato l’accreditamento dei fornitori delle materie prime utilizzate Alimenti contenenti glutine 2.3 Alimenti naturalmente privi di glutine 2.4 Alimenti naturalmente privi di glutine che hanno subito processi di lavorazione e inseriti nel prontuario dell’AIC – MARCHIO SPIGA BARRATA Prodotti dietetici costituiti da farine o miscele di farine prive di glutine notificati al Ministero della Salute e inseriti nel Registro Nazionale che riportano in etichetta la dicitura SENZA GLUTINE Alimenti di uso corrente che hanno subito un trattamento specifico e riportano in etichetta la dicitura SENZA GLUTINE ai sensi del Reg. Ce 41/2009 2.5 2.6 2.7 3 DEPOSITO ALIMENTI 22 3.1 3.2 3.3 3.4 3.5 3.6 3.7 3.8 3.9 3.10 3.11 3.12 Presenza di locale deposito esclusivo per le materie prime e semilavorati privi di glutine Presenza di zone ben distinte, separate e chiaramente identificabili per la conservazione delle materie prime e semilavorati privi di glutine Presenza di scaffalature dedicate ed identificate per le materie prime e semilavorati privi di glutine, conservati nelle confezioni originali Presenza di contenitori chiusi ed etichettati per le materie prime e semilavorati privi di glutine, conservati nelle confezioni originali Presenza di apparecchiature frigorifere dedicate alla sola conservazione degli alimenti deperibili senza glutine Gli alimenti deperibili senza glutine conservati in frigo/freezer, sono ben identificati ed isolati tramite contenitori separati e su ripiani dedicati ed identificati Le attrezzature e gli utensili usati per gli alimenti senza glutine, sono esclusivamente dedicati e/o adeguatamente puliti prima del loro utilizzo Le attrezzature e gli utensili usati per gli alimenti senza glutine sono conservati in luoghi dedicati. I piatti, le posate e quant’altro utilizzato per il servizio senza glutine sono puliti, protetti e conservati in luoghi lontani/separati da possibili fonti di contaminazione. I materiali a contatto con gli alimenti senza glutine (cartoni, contenitori o vaschette) sono conservati in luoghi dedicati/separati e comunque lontani da possibili fonti di contaminazione crociata e/o da ricaduta di spolvero di farina I materiali a contatto con gli alimenti senza glutine (cartoni, contenitori o vaschette) sono distinti dagli altri contenitori e/o contrassegnati Le condizioni igieniche del locale deposito sono soddisfacenti 3.13 4 4.1 4.2 4.3 4.4 4.5 LOCALE LABORATORIO Presenza di laboratorio esclusivo per la preparazione di alimenti senza glutine, Presenza di una zona ben identificata e separata dal resto dell’attività utilizzando piani di lavoro, attrezzature, strumenti appositi e ben identificabili. Viene utilizzata la differenzazione temporale delle preparazioni degli alimenti senza glutine La preparazione di alimenti senza glutine viene svolta in una giornata esclusiva dedicata tramite una accurata procedura di sanificazione del laboratorio, delle attrezzature e degli utensili utilizzati La preparazione di alimenti senza glutine viene svolta in uno spazio temporale dedicato dell’arco della giornata previa idonea ed accurata procedura di sanificazione del laboratorio, delle attrezzature e degli utensili utilizzati, iniziando il ciclo di lavorazioni con la SI NO NOTE 23 4.6 4.7 4.8 4.9 4.10 4.11 4.12 4.13 4.14 4.15 4.16 4.17 4.18 4.19 5 5.1 5.2 5.3 5.4 5.5 5.6 5.7 preparazione degli alimenti per celiaci Presente un cuocipasta esclusivo utilizzato per la cottura di alimenti privi di glutine Presenza di un forno elettrico esclusivo utilizzato per la cottura di alimenti privi di glutine Presenza di un forno a legna esclusivo utilizzato per la cottura di alimenti privi di glutine Presenza di una impastatrice esclusiva per la preparazione di impasti con alimenti privi di glutine Presenza di una friggitrice esclusiva per la frittura di alimenti privi di glutine Presenza di un abbattitore esclusivo utilizzato per gli alimenti privi di glutine Presenza di un pastorizzatore esclusivo utilizzato per gli alimenti privi di glutine Presenza di contenitori per il prodotto finito ad uso esclusivo e opportunamente etichettati Per il servizio d’asporto, le pizze s.g. pronte per la consegna sostano in luoghi adatti a garantire la non contaminazione accidentale Le superfici della cucina e degli altri ambienti dove si produce la pizza s.g. (per es. mensole, ripiani, ecc), sono pulite da eventuali polveri o residui di sfarinati Gli ingredienti per la farcitura della pizza s.g. sono ad uso dedicato Presenza di un apposito lavello/lavamani munito di rubinetteria non manuale Le condizioni igieniche del laboratorio sono soddisfacenti Presenza di contenitori chiudibili per rifiuti e scarti di lavorazione lavabili e disinfettabili VENDITA E DISTRIBUZIONE Gli alimenti s.g. sono esposti in aree o zone ben identificate e separate Gli alimenti s.g. sono riposti in contenitori dedicati, identificati e protetti I sacchetti, le pellicole per alimenti, i vassoi e gli altri contenitori utilizzati per il preincarto dell’alimento s.g. sono stoccati separatamente e opportunamente protetti Le operazione di preincarto dell’alimento s.g. avvengono in condizioni di sicurezza al fine di evitare ogni possibilità di contaminazione crociata L’Identificazione delle pietanze s.g. sono facilmente riconoscibili dagli operatori di sala tramite simboli, colori, oggetti, ecc… Nel servizio al cliente celiaco sono state prese tutte le precauzioni per evitare rischi di contaminazione/scambio piatto Le condizioni igieniche della sala di somministrazione/vendita sono soddisfacenti SI NO NOTE 5.8 5.9 24 6 6.1 6.2 6.3 6.4 6.5 6.6 6.7 IGIENE E FORMAZIONE DEL PERSONALE Il personale durante la preparazione e in ogni fase del ciclo produttivo sino alla somministrazione e alla vendita, indossa camici e copricapo puliti, dedicati o monouso Il personale addetto alla produzione, somministrazione e vendita, di alimenti s.g. ha esibito documentazione attestante la frequenza ad un corso di formazione specifico sulla celiachia Il personale addetto alla produzione, somministrazione e vendita, di alimenti s.g. ha esibito documentazione attestante la frequenza ad un corso di formazione sulla sicurezza degli alimenti (H.A.C.C.P.) Sono presenti appositi locali/postazioni adibiti a spogliatoio per il personale Presenza di armadietti a doppio scomparto in materiale lavabile e disinfettabile In numero sufficiente per il personale Le condizioni igieniche del locale spogliatoio sono soddisfacenti SI NO NOTE AUTOCONTROLLO DEGLI ALIMENTI E’ stato predisposto apposito piano di autocontrollo sugli alimenti prodotti e somministrati s.g. prevedendo fasi specifiche di controllo del rischio di contaminazione crociata Sono state definite specifiche misure preventive, correttive, di monitoraggio e controllo per ogni fase di lavorazione individuata Sono previste analisi accreditate per la ricerca di glutine nel prodotto finito, allo scopo di validare il piano ed accertare che il processo sia sotto controllo e il prodotto sicuro Piano di autocontrollo valutato idoneo Acquisita copia per valutazione approfondita SI NO NOTE 6.8 6.9 7 7.1 7.2 7.3 7.4 7.5 7.6 7.7 (*) Per la parte anagrafica, i requisiti dell’all. II Reg. Ce n° 852/04, il Piano HACCP e la rintracciabilità degli alimenti si rimanda alla check list ufficiale della Regione Lazio Determinazione n° B04038 del 2 Luglio 2012. 25 7 - Riferimenti bibliografici e normativi 1 2 3 4 5 6 7 8 Deliberazione della Giunta Regione Puglia del 9 Maggio 2012 n° 890; Regione Umbria - Linee guida regionali per la vigilanza sulle imprese alimentari che preparano e/o somministrano alimenti privi di glutine 2012 Ministero della Salute - Relazione annuale al Parlamento anno 2011 sulla Celiachia; Regione Emilia Romagna - Linee guida regionali per il controllo ufficiale delle imprese alimentari che producono e/o somministrano alimenti non confezionati preparati con prodotti privi di glutine, destinati direttamente al consumatore finale. 2011 Servizio di Igiene degli Alimenti e della Nutrizione (SIAN) - U.O. Nutrizione AUSL di Parma: Linee guida per le imprese alimentari dedite alla produzione e/o somministrazione di alimenti preparati con prodotti privi di glutine destinati direttamente al consumatore finale. 2009. Regione Lazio Determinazione n° B04038 del 2 Luglio 2012. check list ufficiale della Regione Lazio Bollettino Ufficiale Regione Piemonte numero 34 – 27 agosto 2009 - Percorso Diagnostico Terapeutico Assistenziale (PDTA) della malattia celiaca – revisione Regione Toscana – Linee guida per la vigilanza sulle imprese alimentari che preparano e(o somministrano alimenti preparati con prodotti privi di glutine e destinati direttamente al consumatore finale. 2005. 26