LA VAL DI FIEMME SI MOBILITA PER L``EMILIA

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LA VAL DI FIEMME SI MOBILITA PER L``EMILIA
arcimboldo
Anno 11 •• Numero 1 •• Dicembre 2012
Rivista di comunicazione e formazione dell’’Istituto d’’Istruzione
““La Rosa Bianca - Weisse Rose”” di Cavalese e Predazzo
LA VAL
DI FIEMME
SI MOBILITA
PER L’’EMILIA
a pagina 30
UNA SCUOLA,
DUE SEDI
a pagina 3
SONDAGGIO
QUANTI
CONOSCONO
LA ROSA
BIANCA?
a pagina 14
L’’Arcimboldo
Anno 11, numero 1, dicembre 2012
Quadrimestrale
Registrazione al Tribunale di Trento
n. 1176
del 17.04.2003
Una scuola, due sedi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3
Editore:
Istituto di Istruzione
““La Rosa Bianca - Weisse Rose””
di Cavalese - Via Gandhi, 1
Direttore Responsabile:
Michele Zadra
Direzione e Redazione docenti:
Fabio Dellagiacoma, Franca Vinante
Nadia Riparini, Paola Abbruzzo, Patrizia Sacchi
Redazione studenti:
Alessia Felicetti 3CT, Andrea Pulisci 4ES,
Anna Dellagiacoma 5RA, Asia Benedetti 3CT,
Carlotta Seber 2RB, Chiara Morandini 3CT,
Claudia Cestari 3BS, Daniela Zorzi 3CT,
Debora Grandi 2AL,
Deborah Cristellon 3BS,
Elisa Calligari 1BC,
Elisa Vaia 3RA, Emily Molinari 3CT
Francesca Borgonovo 2AL,
Francesca Vinante 3CT,
Giulia Smaniotto 3BS, Giuseppe Milazzo 5DT,
Jessica Defrancesco 3RA, Kevin Defrancesco 1BC,
Lara Tonini 3RA, Laura Sirigu 3AL, Laura Zanna 3AL,
Luana Vinante 4RB, Luna Polato 1BC,
Mara Ferrante 3AL, Maria Chiara Bazzanella 2AL,
Martina Dellagiacoma 3CT, Martina Vinante 3AL,
Martina Zeni 3CT, Roberta Chiocchetti 2RB,
Romeo Bellon 4ES, Sabina Sani 5CSS,
Sabrina Monsorno 5CSS, Sara Longo 2AL,
Sara Segantin 3AL, Silvia Poli 3FSU,
Simona Ugolotti 2AL, Valentina Giacomelli 5AL,
Valentina Aliprandi 5CSS, Veronica Dellantonio 3CT,
Veronica Dellantonio 3CT
Revisore di bozze:
Gabriella Lanzinger
Fotocomposizione:
El Sgrif di Mich Severiano •• Tesero
Stampa:
Grafiche Futura
Via della Cooperazione, 33
38123 Loc. Mattarello •• Trento
Proprietà letteraria riservata
Istituto di Istruzione
Superiore di Cavalese e Predazzo
““La Rosa Bianca - Weisse Rose””
Via Gandhi, 1 - 38033 Cavalese (Tn)
Tel. 0462 341449 - Fax 0462 248071
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appartengono ai rispettivi autori
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di natura civile e penale.
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La spia perfetta? Ce l’’hai in tasca
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Sprechen Sie Deutsch? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Job day . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5
Segnali di fumo, sospiri di vento...
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L’’indirizzo turistico punta al russo:
l’’est sbarca nelle nostre valli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7
Avventure a ““Lucca Comics””!
Strongmanrun
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Viaggio premio all’’estero
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Ha senso sfidare la ““fortuna””? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13
Quanti conoscono la Rosa Bianca?
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Croce Bianca, volontari protagonisti
I nuovi rappresentanti d’’istituto!
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Dalla fisica al teatro per passione
Intervista ad Andrea Brunello . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18
Glam metal, dagli anni ‘‘80 con furore!
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Doberman, sfatiamo i soliti pregiudizi!
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Pet therapy, un aiuto a quattro zampe . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22
Il saper vivere di donna Letizia
I ““fari”” nel mare della scuola
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Omofobia, soltanto follia . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
Marco Simoncelli, il supersic
del motociclismo italiano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27
Alla scoperta dell’’Europa
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Contribuiamo alla costruzione della
palestra per le scuole di Mirandola . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30
Guai e conseguenze . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31
La rubrica della creatività. Pensare, dire, fare...
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Com’’è stata questa Deutschland?
Esperienze estive all’’estero . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34
8 fobie che affliggono noi studenti
. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35
UNA SCUOLA,
DUE SEDI
utti sanno che l'istituto ““La Rosa Bianca”” ha
due sedi. Tutti sanno che queste due sedi
sono a Cavalese e a Predazzo.
Tutti sanno che tra queste due sedi non c'è molto
"feeling".
Ma allora, perché nessuno fa qualcosa per cambiare questa situazione?
Per noi, il primo passo per risolvere un problema
è accorgersi che questo problema esiste: se tutti
se ne fregano e continuano ad andare per la propria strada, ovviamente le cose non cambieranno
mai. Se, invece, qualcuno inizia a far notare che
c'è qualcosa che non va, le possibilità di risolvere
il problema aumentano. Per questo, noi abbiamo
deciso di parlarne. Abbiamo
notato che le due sedi, pur
facendo parte di un istituto
unico, sono profondamente divise; questo non è affatto positivo,
perché invece di collaborare e
aiutarsi a vicenda ci ostacoliamo. Siamo consapevoli che la
sede di Cavalese è più grande e
ha più "peso" (c’’è il triplo degli
studenti), ma questo non implica
che la sede di Predazzo sia meno importante o da
scartare. Ovviamente, anche se in entrambe le
T
scuole ci sono studenti più o meno motivati, studenti che hanno voglia di partecipare attivamente
a progetti extrascolastici e studenti non interessati, la sede di Cavalese - appunto, avendo più studenti - ha più
possibilità di trovare persone
interessate. Tralasciando i progetti specifici per determinati
indirizzi di studio, ci siamo
accorte che molti altri progetti
proposti alla sede di Cavalese
non vengono proposti alla sede
di Predazzo e, in misura minore,
nemmeno viceversa. Ma di chi è
la colpa? Per noi è un po' da entrambe le parti:
generalizzando molto, la colpa è sia della sede in
cui nasce il progetto, che dovrebbe coinvolgere di
più gli studenti dell'altra scuola, sia degli stessi
studenti che non si lasciano coinvolgere e poi
magari si lamentano perché non hanno mai la
possibilità di fare qualcosa di diverso dalle solite
lezioni.
Questo vuole essere un invito a lavorare di più, a
lavorare insieme, a collaborare senza pregiudizi,
studenti di una sede e dell'altra, per poter migliorare INSIEME la NOSTRA scuola.
Emily Molinari, Francesca Vinante,
e Veronica Dellantonio, 3CT
3
LA SPIA PERFETTA?
CE L’’HAI IN TASCA
olo a sentire parlare di spionaggio probabilmente sarà venuto in mente anche a voi qualche personaggio in stile "James Bond" intento a cercare le cimici nascoste dagli agenti nemici
dietro ogni angolo e in ogni posto immaginabile (e
non). Ma ormai queste storie riguardano il passato: al giorno d'oggi la diffusione sempre più capillare di internet sta portando verso la nascita di un
nuovo tipo di sorveglianza, che non ha un obiettivo
solo, ma decine di migliaia (o milioni): una sorta di
"spionaggio di massa" che ha come scopo la raccolta dei dati personali degli utenti della rete.
Infatti gran parte dei servizi ai quali ci si iscrive tramite il web immagazzinano informazioni riservate
sul nostro conto, che poi sfruttano per gli scopi più
disparati, in molti casi ai limiti della legalità.
Probabilmente l'esempio più facile da citare è dato
da Facebook: il famoso social network raccoglie
nei suoi "database" informazioni sui milioni di
utenti che lo utilizzano, e le sfrutta per creare una
"pubblicità su misura" da somministrare singolarmente ad ogni utente in modo da ricevere il maggior guadagno possibile: se ad un utilizzatore interessa un particolare argomento, gli verrà proposta
S
4
una serie di spot riguardanti proprio quell'ambito.
Negli ultimi anni inoltre sono arrivati dei nuovi
alleati per questi cacciatori di informazioni: gli
"smartphone". Infatti attraverso i telefonini di ultima generazione è possibile non solo ricavare i dati
forniti personalmente dall'utente, ma conoscere
tutte le informazioni che passano attraverso questi
dispositivi. Sono di pochi mesi fa le notizie riguardanti vari scandali scoppiati proprio riguardo alla
raccolta di dati personali tramite questi prodotti:
dai cellulari in grado di tracciare tutti gli
spostamenti del proprietario grazie al sistema GPS, a quelli capaci di rilevare ogni singolo tasto premuto sul telefono e trasmetterlo via internet. Così chiunque possieda
questi dati è in grado di sapere non solo
nome e cognome dell'utilizzatore, ma qualunque contatto lui abbia nella vita pubblica
e privata: dai familiari più stretti alle conoscenze più remote.
Fortunatamente, benché circolino spesso
notizie riguardanti fughe di dati, questa pratica al momento sembra non aver portato
danni ai singoli individui. Ma resta comunque
un rischio. Voi direste tutto su di voi ad un
perfetto sconosciuto?
Andrea Pulisci, 4ES
SPRECHEN
SIE DEUTSCH?
n alcune scuole superiori non viene insegnato il
tedesco, perché? Perché non viene approfondito
anche nel triennio, dato che qui in Trentino siamo
quotidianamente a stretto contatto con persone che
lo parlano?
È alquanto contraddittorio il fatto che si comincino ad
insegnare fin dall'asilo, sotto forma di gioco, le prime
basi della lingua tedesca per poi arrivare alle superiori e trovarlo solo nel biennio o addirittura scoprire
che è assente. È vero, il tedesco è una lingua difficile,
con complicate regole grammaticali, ma con un po'
di impegno si può riuscire ad apprendere.
Da un po’’ di tempo è passato in secondo piano nell’’insegnamento, forse perché in un mondo ormai globalizzato l’’inglese è diventata la lingua per eccellenza, tra l’’altro molto più semplice da imparare.
L’’inglese è applicato ormai quotidianamente in molti
settori e, anche oltre confine, è considerato la secon-
I
da lingua, dopo la lingua madre. Benissimo, ma non
dimentichiamo che noi trentini siamo a due passi da
chi parla il tedesco. Il Trentino, terra a vocazione
soprattutto turistica dovrebbe sapere quanto sia
importante mantenere rapporti stretti con gli Stati
confinanti, se non altro per interessi economici.
Visto che, come si dice, i giovani sono il futuro, diamo
loro una possibilità in più, magari proprio insegnando loro il tedesco.
Carlotta Seber, 2RB
JOB DAY!
uest'anno l’’UnionCamere ha proposto alla
nostra scuola di partecipare, insieme a molte
altre scuole di tutta Italia al "Job Day". A settembre si è tenuto un incontro per gli studenti di
terza e quarta superiore in cui ci è stato spiegato
questo progetto: tutti gli interessati potevano ritirare i questionari per iscriversi e i quindici ragazzi più
veloci nel consegnarli sono stati selezionati per partecipare al "Job Day". Nei questionari erano contenute domande specifiche per capire quale tipo di
lavoro è più adatto a noi, e la scuola, in base alle
nostre risposte, ci ha mandato in diversi luoghi nei
quali abbiamo avuto modo di affrontare una giornata nel mondo del lavoro (da qui il nome "Job Day").
Questi sono gli ambienti dove siamo potuti andare
per capire cosa vuol dire lavorare: studio di commercialisti, studio di un notaio, uffici nel Comune di
Q
Predazzo e Fondazione Kessler. Abbiamo chiesto ad
alcuni ragazzi che hanno partecipato a questo progetto se ripeterebbero l'esperienza e la risposta è
stata positiva: infatti ci hanno detto che anche se una
giornata è poco, si capiscono di più i meccanismi del
mondo del lavoro e si impara davvero tanto sull'attività scelta... Ma non è finita qui! Dopo aver affrontato questa giornata di lavoro abbiamo preparato tutti
una presentazione in "power point" per spiegare la
nostra esperienza, ma non in modo noioso, anzi ci è
stato chiesto di farlo nel modo più simpatico e leggero possibile. Manuel Morandini e Martina Gilmozzi,
che hanno presentato i lavori migliori, avranno la
possibilità di andare a Roma per esporre i loro video
ai vincitori delle altre scuole che hanno partecipato
al progetto.
Mara Ferrante, 3AL
5
SEGNALI DI FUMO,
SOSPIRI DI VENTO……
ll'inizio di quest'anno il piano giovani di zona
fiemmese, con l'appoggio e il finanziamento
della Provincia, ha organizzato il concorso "non
mandare in fumo il tuo week-end" a cui la nostra classe, ora 3AL, ha partecipato insieme ad altre classi
delle scuole della valle. L'obiettivo era far capire ai
giovani i rischi e le problematiche del fumo attraverso
vari lavori e iniziative attuati da noi ragazzi.
A pensare adesso a tutte le ore passate a ragionare
su cosa e come fare, che progetti portare avanti e
quali iniziative sviluppare, sembra quasi impossibile
il fatto di essere riuscite a realizzare un'impresa del
genere! Abbiamo disegnato due manifesti, preparato
un libretto (che presto verrà distribuito nelle scuole),
scritto e cantato una canzone, girato un filmato……
pomeriggi e pomeriggi di lavoro insieme che ci hanno
unite più di quanto si possa immaginare, che ci hanno
permesso di conoscerci meglio seguendo la strada di
un lavoro volto alla lotta contro il tabagismo giovanile e il fumo in generale, al rispetto della salute e al
perseguimento di uno stile di vita sano. Abbiamo passato tanto tempo in compagnia, per la realizzazione
di questo progetto che ci entusiasmava sempre più e
nel quale credevamo veramente. Ovviamente ci sono
stati momenti di difficoltà in cui abbiamo pensato di
mollare e momenti in cui il carico di lavoro, unito al
peso delle ultime interrogazioni e verifiche dell'anno,
sembrava diventare insostenibile, ma alla fine ce
l'abbiamo fatta.
Non vi dico la nostra gioia quando ci hanno comuni-
A
cato che avevamo vinto nientemeno che un viaggio in
barca a vela!
Così siamo partite alla volta di Chioggia, dove ci siamo
imbarcate sull'Amanda e la Marada……
Nei giorni seguenti abbiamo avuto l'occasione di visitare tutte le isole della laguna veneta, di vedere piazza San Marco allagata alla luce delle stelle, di navigare in mare aperto e di assistere al sorgere dell'alba sulla spiaggia. Abbiamo potuto provare a guidare
la barca e prendere il sole a prua intanto che il dondolio delle onde ci cullava, rinfrescandoci ogni tanto
con qualche spruzzata di acqua salata, mentre il sole
caldo ci scaldava con i suoi raggi dorati e il vento ci
scompigliava i capelli……
Abbiamo avuto modo di "metterci nei panni dei marinai" per qualche giorno, aiutando gli skipper a manovrare la barca, imparando a fare un sacco di nodi
strampalati e a spiegare le vele!
È stata un'esperienza nuova ed entusiasmante per
tutte, che ci ha fatto divertire, ma allo stesso tempo ci
ha permesso di metterci in gioco e soprattutto di rafforzare ulteriormente il nostro spirito di gruppo,
vivendo insieme una vacanza un po' particolare e
decisamente unica che ci siamo guadagnate con il
nostro impegno e il cui ricordo rimarrà per sempre
dentro di noi……
Quindi……alla prossima avventura!!
Mara Ferrante, Sara Segantin, Martina Vinante,
Laura Sirigu e Laura Zanna, 3AL
6
L’’INDIRIZZO TURISTICO
PUNTA AL RUSSO:
L’’EST SBARCA NELLE NOSTRE VALLI
ue anni fa, grazie all'ultima
versione della riforma nazionale e provinciale, nacque il
nostro indirizzo, quello turistico.
Si tratta di un indirizzo rivoluzionario,
non prettamente legato all'economia,
ma orientato verso il turismo, in particolar modo quello montano, che
riguarda le nostre valli.
L'obbiettivo che questo indirizzo persegue è quello di formare giovani in
grado di saper gestire al meglio
agenzie viaggi, alberghi e varie strutture ricettive al fine di soddisfare pienamente la
domanda turistica.
Viene seguito un percorso diverso rispetto all'indirizzo "marketing" per quanto riguarda l'economia:
l'economia aziendale viene sostituita dall'economia
turistica, dimezzando le ore che si dedicano ad essa.
Questa materia, più discorsiva della precedente, dà
meno importanza alla parte matematica, spostando
l'attenzione sul turismo e sull'organizzazione dei
viaggi e soggiorni.
A differenza del classico "ITC" viene data anche maggiore importanza allo studio delle lingue, offrendo
D
così la possibilità di poter lavorare
nell'ambito del turismo. Nel corso del
terzo anno, infatti, durante la settimana, vengono destinate tre ore al tedesco, quattro ore all'inglese e quattro
al russo. La scelta della lingua russa è
stata presa considerando che una
parte consistente degli arrivi nelle
nostre valli proviene dall'Est europeo.
Le lezioni inizialmente sono state un
po' complicate, infatti, c'è grande
diversità tra il parlato e la scrittura
della lingua. Come si sa, il russo adotta l'alfabeto cirillico che comprende lettere totalmente diverse dalle nostre e che hanno una pronuncia, almeno per chi parla altre lingue, piuttosto complicata e bizzarra. Abbiamo avuto una grande fortuna
nel trovare un'insegnante eccellente in grado di coinvolgerci nelle lezioni e farci apprezzare fin da subito
la lingua. Quest' insegnante, Silvia Pederzolli per
motivi personali purtroppo ha dovuto lasciare l'incarico. Fortunatamente il suo posto è stato preso da
Elena Ostakhova, la quale è altrettanto qualificata.
Essendo di madrelingua non può comprendere fino
in fondo quali siano le nostre difficoltà, ma è comunque molto paziente e
disponibile.
Speriamo che quest'indirizzo ci possa offrire ulteriori opportunità di lavoro
e di viaggiare, dandoci così
la possibilità di scoprire e
apprezzare le numerose
culture del nostro meraviglioso mondo.
Alessia Felicetti, Chiara
Morandini, Daniela Zorzi,
Martina Dellagiacoma, 3CT
7
AVVENTURE A
er chi non lo sapesse il "Lucca Comics and
Games" è una fiera che si svolge a Lucca
(Toscana) verso fine ottobre, inizio novembre. È dedicata a fumetti, manga (fumetti giapponesi), videogiochi, giochi di carte e da tavolo, animazione e mondi fantasy e fantascientifici. Ha
anche sezioni dedicate alla cultura giapponese e
alla musica. È la terza fiera più grande al mondo,
dopo il Festival International de la Bande Dessinée
d'Angoulême in Francia e il Comiket di Tokyo.
Nell'edizione del 2012 hanno partecipato circa
180 000 persone, con una punta di 56.000 visitatori
per la terza giornata.
La particolarità più suggestiva di questa manifestazione è senza dubbio la sfilata "cosplay". Non
tutti forse conoscono questo termine (costum player): sono coloro che si travestono da personaggi
di manga, fumetti, videogiochi, film, libri……
Il "Lucca Comics and Games", prima di arrivare,
sembrava una cosa lontana, quasi leggendaria. Non
riuscivamo a crederci: stavamo andando alla terza
fiera fumettistica più grande al mondo. Il primo
giorno, eravamo tutte esaltate: nemmeno la sveglia
alle 4 di mattina ci aveva "sedato". Il viaggio è stato
tranquillo (ovviamente si fa per dire: non so quanto
possano essere considerate tranquille sette ragazze che nemmeno provavano a tenere a bada la loro
emozione), il problema è stato l'arrivo. Riuscire a
trovarci tutte è stata un'impresa a dir poco titanica:
P
8
il punto di ritrovo era il Japan Palace, una struttura
dove all'interno potevi acquistare Action Figure,
gadget, parrucche, materiali per il disegno…… insomma, di tutto. Fin qui, tutto bene. Il problema era la
massa di gente che si era radunata in quel punto: la
piazza era completamente piena. C'erano i "cosplayer" circondati dai fotografi, che si aggiustavano
trucco e parrucca, che si stavano vestendo perché i
camerini erano pieni e strapieni. E poi c'eravamo
noi, cinque ragazze di cui quattro in "cosplay" che
stavano cercando le altre due. Come punto di riferimento non potevamo prendere il "cosplay" di una
delle due: in quella piazza c'erano come minimo 10
"cosplay" identici. Dopo esserci finalmente radunate, la nostra avventura è incominciata. Riuscire a
trovare la strada, i primi giorni, era impossibile. I
““LUCCA COMICS””!
viottoli erano tutti identici, due delle quattro piazzette principali erano sistemate in modo identico e
sembrava di essere nello stesso punto. Poi andavi
avanti e scoprivi che era piazza Napoleone, non
tutta, ma... Bonaparte, questa era una delle classiche risposte/battute che giravano quando chiedevi
"è piazza Napoleone?" e non piazza San Romano.
Poi magari cercavi di capire dove ti trovavi e puntualmente arrivava il classico "scusa, posso farti
una foto?" che mandava all'aria tutto: non fraintendetemi, ciò ti faceva sentir speciale, ma mandava in
frantumi tutto il lavoro fatto sulla cartina. Avevamo
tutte un senso dell'orientamento pessimo. Un
esempio: dovevamo arrivare nel punto dove vendevano manga usati, da collezione, ecc…… Prendiamo
fuori la cartina, arriviamo dall'altra parte della piaz-
za e dopo un quarto d'ora scopriamo di essere state
in quel punto tutto il tempo.
Insomma, fra divertimenti e gioia, i problemi come
questo erano all'ordine del giorno. Ma siamo tutte
rimaste sorprese dall'efficienza della sicurezza: in
un posto così affollato, pensavi come minimo di
doverti tenere il portafoglio nelle mutande. E invece, il portafoglio è stato comodo in borsa e su sette
ragazze, nessuna di noi è stata derubata. Pensando
che eravamo in 150.000 circa in un centro storico
che può ospitare mediamente 80.000 persone…… è
davvero un buon risultato!
Parlando per esperienza personale, ad un certo
punto, c'è stato pure un altro tipo di problema:
come spiegare a dei "cosplayer" inglesi la strada
per arrivare al Japan Palace se nemmeno tu sai
come arrivarci? Semplice, non gliela spieghi. E cosa
fai se questi insistono? Tiri fuori la tua cartina.
Eravamo nel bel mezzo di una via non segnata,
ovvero Via delle Trombe. Come orientarsi? Bel
mistero. Mi hanno ringraziata e sono andati in cerca
di qualche punto segnato sulla cartina…… derubandomi della mia, di cartina.
L'esperienza più traumatizzante e allo stesso tempo
divertente è stata il secondo giorno, quando per tornare abbiamo dovuto prendere il treno. A fare il
biglietto non c'era una vera e propria fila: c'era una
massa di persone che si accalcava allo sportello.
Stessa cosa per andare al binario: una miriade di
9
persone che cercavano di arrivare al sottopassaggio, che puntualmente era chiuso. Quando (dopo
un'ora di agonia) abbiamo raggiunto il binario tre ed
è passato il treno, abbiamo scoperto che non andava a Viareggio e che quindi avremmo dovuto aspettare quello successivo. La nostra frustrazione è
stata immensa, ma in tutta quella confusione abbiamo fatto conoscenza con un professore che aveva
già sperimentato questa cosa. Mentre noi stavamo
pensando a un possibile sviluppo della questione
alla Hunger Games (sì, ci aspettavamo che solo l'ultimo rimasto sarebbe salito sul treno), lui pensava a
uno sviluppo alla Battle Royale (quindi, più o meno
ci siamo) oppure al cannibalismo: soluzione drastica ma che avrebbe funzionato sia per il posto che
per la fame. Eravamo tutte d'accordo. In treno eravamo tutti ammassati: nessuno poteva passare. Noi
eravamo sedute sugli scalini, per poi passare ad
essere sedute dove c'erano le porte. Ma abbiamo
conosciuto tantissimi altri "cosplayer", che come
noi, provavano il treno per la prima volta. Ci siamo
tutti ripromessi: "La prossima volta: auto o noleggio
pullman".
Martina Zeni, 3CT
stata veramente un'esperienza indimenticabile, che ci ha permesso di vivere per tre giorni
in una sorta di mondo fantastico nel quale
volti, immagini, parole, si mischiavano in un magico
oceano di colori e sensazioni. Migliaia di persone che
ridevano, gridavano, scherzavano…… abbiamo incontrato moltissimi ragazzi e ragazze da tutta Italia con
i quali abbiamo avuto modo di trascorrere momenti
indimenticabili e assolutamente irripetibili!
È
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Una delle cose più belle era incontrare per strada i
personaggi del proprio film, videogioco, o fumetto
preferito, abbracciare qualcuno solo perché ti era
simpatico, fermarsi a chiacchierare lungo la strada
con tutti, fare foto ai costumi più belli e farsi fotografare dagli altri "cosplayer"……
Una cosa però bisogna dire: al "Lucca Comics and
Games" o ci vai in "cosplay" o ti perdi tre quarti del
divertimento!
E la sera, quando era l'ora di tornare a casa,
migliaia di persone accalcate lungo i binari della
stazione, ad aspettare i treni che inevitabilmente
arrivavano con ore di ritardo e poi tutti schiacciati
nei vagoni, senza un centimetro di spazio libero……
ancora una volta abbiamo avuto modo di verificare
l'efficienza di Trenitalia, per la quale 200.000 persone sono troppo poche per poter scomodare qualche treno in più e risolvere i problemi…… c'è però da
dire, che il nostro viaggio in treno è stata una delle
esperienze più belle: tutti vestiti con costumi coloratissimi, a cantare e ridere nei vagoni e a raccontarsi della giornata appena trascorsa...quando
finalmente siamo arrivati è stato tutto un abbracciarsi e salutarsi affettuosamente, sventolando i
fazzoletti bianchi e promettendoci che ci saremmo
rivisti…… Insomma, ne è valsa la pena!
E così, sabato sera, quando siamo partiti, è stato
con un po' di tristezza che abbiamo salutato le
piazze piene di vita e le vie affollate della storica
città toscana e i nuovi amici che vi avevamo trovato, ma il nostro non è stato un addio: perché nell'aria aleggia ancora la promessa di un 'arrivederci al 2013'……
Sara Segantin, 3AL
STRONGMANRUN
on più di 2.600 partecipanti, "Strongmanrun" è
stato il primo evento del suo genere in Italia; 12
ostacoli, 18 chilometri e tanto sudore (e ancor
più divertimento!) hanno messo alla prova uomini e
donne da tutta la nazione il 29 settembre 2012 a
Rovereto. In questo evento, paragonabile al famoso
programma televisivo "Takeshi's Castle", i concorrenti dovevano superare svariati ostacoli, dalla
"corsa tra gli pneumatici" allo "snowboard" sulla
schiuma, scavalcando, tra una prova e l'altra, muri
di balle di fieno.
Per sdrammatizzare e non dar peso alla fatica,
molte persone si sono travestite, chi da Banda
C
Bassotti, chi da tigre sexy, chi da Batman e Robin e
chi da zombie.
Il risultato di tutto questo è stata una giornata passata all'insegna delle risate da parte del pubblico e
partecipanti stessi, che hanno dimostrato, oltre a
coraggio e sprezzo del pericolo, un modo alternativo di fare sport e di passare una giornata in compagnia.
Speriamo che diventi una vera e propria tradizione;
per il momento sappiamo solo che "Strongmanrun"
avrà luogo anche il prossimo anno a Rovereto.
Laura Zanna e Mara Ferrante, 3AL
11
VIAGGIO PREMIO
ALL’’ESTERO
mmaginate una classe di terza ragioneria che,
coordinata dalla prof. Baccolo e con l'aiuto dei
compagni di una quarta, viaggia alla ricerca della
bellezza e della storicità della regione Istriana, stabilendosi a Rovigno per poi dirigersi verso Pola, le Isole
Brioni, Moncodogno ed altri luoghi interessanti sia
dal punto di vista didattico che da quello puramente
turistico. Armati di macchine fotografiche e telecamere, abbiamo documentato l'intero viaggio in un
video reportage di pochi minuti, in cui tra un tuffo in
piscina ed un tramonto mozzafiato visto dalla spiaggia di Rovigno siamo riusciti ad infilare diverse nozioni storiche, mettendo in luce alcune delle ragioni per
cui tutti, prima o poi, dovrebbero visitare l'Istria.
Ed è così che l'attuale IV B della quale faccio parte è
arrivata fra le otto finaliste per il concorso "Classe
Turistica", promosso dal Touring Club Italiano in collaborazione con il Ministero dell'Istruzione, ed è di
conseguenza partita per quattro giorni di full-immersion nella storia (ma non solo) a Grado, dal 17 al 20
ottobre.
Già dalla prima sera abbiamo avuto modo di ricevere
i saluti delle autorità che, nei giorni seguenti, hanno
tenuto le brevi conferenze a cui siamo stati invitati ad
assistere ed hanno consegnato le targhe alle classi
vincenti.
La premiazione ha avuto luogo il giorno successivo
I
al teatro Cristallo di Grado e la mia classe si è
aggiudicata il secondo posto per la sezione
"Viaggio in Istria Fiume Dalmazia". Siamo stati
molto orgogliosi che, fra le oltre 500 classi in gara,
la giuria abbia premiato proprio noi e la nostra
dedizione nel realizzare il progetto.
La stessa giornata è stata dedicata all'escursione
nelle città di Grado ed Aquileia, mentre per il penultimo giorno il programma prevedeva una serie di
visite guidate in alcuni luoghi storici della Venezia
Giulia, come il Sacrario Nazionale di Redipuglia e la
Risiera di San Sabba; alcuni di essi erano già stati
visitati da noi in occasione nel nostro primo viaggio
sul confine orientale italiano ma rimangono senz'altro coinvolgenti emotivamente.
Dopo il pranzo a Pirano e la visita al castello di
Gorizia ci siamo diretti all'Hotel Internazionale per
la cena finale a buffet, seguita da balli scatenati
nell'area adibita a discoteca.
Sulla strada del rientro, durante l'ultima mattinata,
ci siamo fermati per l'ultima tappa a Palmanova,
città fortezza in provincia di Udine, dove c'è stato
tempo per un caffè e due chiacchiere in compagnia.
Durante le giornate passate insieme abbiamo avuto
modo di conoscere gli altri ragazzi, che da avversari si sono trasformati in amici, di divertirci, ma
anche di apprendere tante cose nuove.
Personalmente, ho imparato e ricorderò
molto più di quello che sarei riuscita ad
assimilare da un paragrafo di storia,
anche le date ed i nomi che nelle interrogazioni spesso sono i più difficili da
ricordare. Perché si sa, "facendo" si
impara molto più che "studiando". La
scuola dovrebbe essere fatta di progetti,
per cui il mio consiglio è uno solo:
Proponete, proponete, proponete!
Luana Vinante, 4RB
12
HA SENSO SFIDARE
LA ““FORTUNA””?
fine settembre le classi
del triennio
dell'indirizzo delle
scienze sociali si
sono recate a
Rovereto per partecipare alla quinta
edizione dell'incontro nazionale sull'educazione.
Educa quest'anno
ha proposto come
interrogativo principale:"Cosa farà
da grande?" ovvero
quale sarà il futuro
dei nostri figli,
come sarà il loro
domani.
Bisogna infatti riflettere sul fatto che moltissimo
di ciò che loro saranno nel futuro dipende anche
da noi, da come siamo e non solo da cosa facciamo. Educa per questo si è posta l'obbiettivo di
condividere questo interrogativo e magari di
poterlo cambiare in "Cosa sarà da grande?".
Tra i vari seminari, incontri e conferenze ci ha
colpito il laboratorio formativo "Sfidiamo la
sorte" a cura dell'associazione A.M.A. - Auto
Mutuo Aiuto Onlus di Trento. Questo progetto ha
suscitato in noi molto interesse in quanto era
incentrato su una tematica vicina a noi giovani: il
gioco d'azzardo.
Slot machine, roulette, dadi: numeri e colori
sembrano unirsi in combinazioni magiche. Ma è
solo apparenza. Dietro ad ogni gioco d'azzardo ci
sono precisi calcoli matematici. Sperimentando
giochi probabilistici abbiamo potuto sfatare
false credenze e avere informazioni corrette e
precise sul fenomeno.
A
Attraverso esempi, le volontarie dell'associazione ci hanno fatto riflettere sul grave
problema del gioco d'azzardo già presente da
molti anni in Italia. Uno di questi consisteva nell'aprire l'elenco telefonico e puntare il dito a
occhi chiusi pensando a un conoscente: ci sono
meno probabilità di vincere al ““gratta e vinci””
che riuscire ad indicare la persona pensata.
Inoltre l'associazione, attraverso la visione
di un filmato, è riuscita a sensibilizzarci
relativamente all'eccessivo spreco di denaro da
parte degli italiani dovuto all'utilizzo delle slot
machine.
Quindi, vale la pena sfidare la fortuna perdendo
tempo e soldi che, oggi come oggi, sono fondamentali per la propria vita e per le proprie condizioni di benessere?
Valentina Aliprandi, Sabina Sani
e Sabrina Monsorno, 5CSS
13
QUANTI CONOSCONO
(1)
chi è intitolata la nostra scuola? Qual è il
significato di questa intitolazione? E quanti
indirizzi ha la "Rosa Bianca"? C'è la percezione che non molti in Fiemme e Fassa conoscano le
risposte corrette a questi quesiti ed anche all'interno della scuola la risposta a queste domande,
soprattutto alla seconda, trova qualcuno ancora
impreparato. Diamo subito le risposte: l'istituto di
istruzione di Cavalese e Predazzo si chiama "Rosa
Bianca - Weisse Rose" ed è intitolato alla memoria
di un gruppo di studenti tedeschi che nei primi anni
quaranta si opposero in modo non violento al nazismo. Gli indirizzi sono in tutto sette: scientifico, linguistico, tecnico-ambientale, sociale, Ipc, tecnologico, ragioneria, turistico. Noi, studentesse della
"Rosa Bianca - Weisse Rose" di Cavalese e
Predazzo abbiamo deciso di fare una verifica su
questi quesiti. Il sondaggio è stato svolto sia durante alcuni pomeriggi, chiedendo alla gente in alcuni
paesi delle due valli cosa sapeva del nostro istituto,
sia a scuola agli studenti delle prime classi. L'idea
di fare un sondaggio, come detto, è partita dal fatto
che ci siamo accorte che la maggior parte della
A
(5)
14
(2)
gente non conosce il significato della denominazione attribuita alla nostra scuola e cosa c'è al suo
interno. Pensavamo poi che almeno gli studenti di
tutte le classi prime conoscessero il significato, ma
ci siamo sorprese vedendo alcune risposte trascritte sui moduli raccolti nelle varie classi. In generale
tra le prime classi le risposte raccolte sono risultate esatte anche se non sono mancati errori. Le
risposte delle persone che abbiamo interpellato nei
vari paesi sono state invece spesso sbagliate e
addirittura molti non hanno saputo rispondere.
Andando nel dettaglio dei dati, il sondaggio nelle
prime classi ha coinvolto 180 studenti: 177 di loro
hanno saputo dire esattamente che la scuola è intitolata alla "Rosa Bianca" (2). 135 di loro hanno
attribuito il significato giusto di questa denominazione (4) con altri 45, un quarto del totale, che
hanno dato altre risposte previste dal sondaggio
ma errate o hanno scelto il "non so". Va un po'
meglio con la domanda sul numero di indirizzi (8),
obbiettivamente più impegnativa vista la coesistenza nella scuola di indirizzi classici e nuovi a seguito
dell'ennesima riforma, sette, azzeccati da 151 stu(6)
LA ROSA BIANCA?
(3)
denti. Alla domanda finale che chiedeva almeno tre
degli indirizzi (6) ne è uscita una classifica che vede
al primo posto lo scientifico con 139 voti, al secondo il linguistico con 135, quindi il sociale con 117,
tecnologico con 72, ragioneria con 60, turistico con
46, Ipc con 5 e altri con 7. Andando ad analizzare i
dati delle interviste realizzate in vari centri, grandi
e piccoli, di Fiemme e Fassa, su un campione di
un'ottantina di intervistati, oltre i tre quarti del totale, 61 hanno saputo dire che la scuola è intitolata
alla "Rosa Bianca" (1) però meno della metà, 31 o il
39%, hanno dimostrato di conoscere il significato
esatto (3). Il 64%, 51 intervistati, ha indovinato il
numero esatto di indirizzi della scuola (7) e tra gli
indirizzi ricordati (5), il linguistico ha avuto 53 voti,
lo scientifico 51, il sociale 49, la ragioneria 39, il tecnologico 35, il turistico 12, l'Ipc 11 e altri 3 voti ad
altri indirizzi tra i quali classico. Da questi dati esce
un quadro assai vario: le prime classi escono abbastanza bene anche se non si può fare a meno di sottolineare che 45 studenti di prima non conoscono il
significato di "Rosa Bianca". Per quanto riguarda la
gente intervistata nei paesi, è da sottolineare che
(7)
(4)
quasi una persona su quattro ignora il nome della
scuola e più della metà, 48 su 79, non ne conosce il
significato. Questi dati fanno riflettere su quanto la
gente sia veramente poco informata sulle scuole.
Cosa fare per far sì che tutti siano informati?
Veronica Dellantonio e Asia Benedetti, 3CT
Anna Dellagiacoma, 5RA, Valentina Giacomelli, 5AL,
Martina Vinante, 3AL , Lara Tonini, 3RA
(8)
15
CROCE BIANCA,
VOLONTARI PROTAGONISTI
a Croce Bianca di Tesero, associazione fiemmese
impegnata in attività di soccorso e di assistenza,
conta ben novanta volontari e sette dipendenti.
Questa associazione possiede sei ambulanze complete
di tutte le attrezzature necessarie per il soccorso e un
furgoncino che serve per trasportare, tutti i giorni
feriali, sacche di sangue e materiali da fare analizzare
a Trento o in altri luoghi fuori valle. Quando sentiamo la
parola Croce Bianca, la associamo puntualmente alla
parola "soccorso", ma la Croce Bianca di Tesero non si
occupa solo di questo! Essa, infatti, effettua molti altri
servizi come l'assistenza gare, il trasporto di pazienti
per visite ed esami fuori valle e l'organizzazione di corsi
gratuiti di primo soccorso. Questi ultimi hanno la durata di 4-5 mesi e si svolgono in orario serale per permet-
L
tere a tutti gli interessati di parteciparvi.
Dando un'occhiata ad alcuni dati emerge ad esempio
che dal 2005 al 2010 sono in netto aumento (del 200%)
ictus o infarti che sempre più spesso non colpiscono
solo persone anziane ma anche giovani. Ed ancora in
Italia ogni 3 minuti muore una persona per arresto cardiocircolatorio. Si tratta di dati molto allarmanti che
confermano una volta di più l'importanza del servizio di
soccorso che effettuano organizzazioni come la Croce
Bianca. E che richiedono maggiore attenzione anche da
parte di ognuno di noi. Un'ambulanza che arriva in ritardo è sempre e solo colpa dell'equipaggio? Oppure
abbiamo delle colpe anche noi cittadini che siamo
superficiali o ci lasciamo prendere dal panico e diamo
16
informazioni al centralino confuse o del tutto errate?
Ognuno deve fare al meglio la propria parte ed è bene
in questi momenti critici cercare di mantenere la calma
e dare tutte le informazioni possibili per permettere
all'ambulanza ed al personale di soccorso di arrivare
sul luogo di un incidente o dove si trova una persona
colpita da malore nel più breve tempo possibile. Renzo
Trapani, coordinatore della Croce Bianca di Tesero che
è venuto a scuola per presentare l'associazione, ha sottolineato in modo chiaro tutti questi aspetti e ci ha
mostrato come possiamo aiutare una persona che sta
soffocando o che è stata colpita da un arresto cardiocircolatorio, ed alcuni di noi hanno potuto provarlo in
prima persona su un manichino che solitamente viene
usato nei corsi. Certo ci vuole coraggio e autocontrollo,
ma il messaggio che è uscito dall'incontro è che ognuno di noi può fare la propria parte per salvare una vita!
Lara Tonini, 3RA
I NUOVI RAPPRESENTANTI
D’’ISTITUTO!
fine ottobre si sono tenute
le elezioni per i nuovi
rappresentanti d'istituto
degli studenti. Molti pensavano
che si sarebbe ricandidato
il
rappresentate
uscente
Alessandro Cristellon e invece
no! Sulla lista erano presenti
due studenti che rappresentavano la sede di Predazzo,
Stefano D'Ettorre e Emily
Molinari, e tre studenti per la
sede di Cavalese, Edoardo
Lastei, Annalice Nicolussi e
Anastasia Sandri. A sorpresa
sono stati eletti i due studenti di
Predazzo, Emily e Stefano, e
solamente una ragazza di
Cavalese, Anastasia. Chissà
quanti di voi studenti sono rimasti sbalorditi come noi, da questo strano verdetto! Forse tutto
questo porta aria di cambiamento? Abbiamo brevemente
intervistato gli eletti:
A
•• Ti aspettavi
di essere eletto/a?
Stefano: in realtà no, perché
pensavo che quelli di Cavalese
essendo di più prendessero più
voti.
Emily: non me lo aspettavo perché sono più giovane degli altri
studenti eletti, comunque sono
molto felice di aver ricevuto questo incarico.
Anastasia: No, perché pensavo
che la maggior parte dei voti li
ricevesse Eddy.
Stefano
Emily
Anastasia
•• Cosa farai per gli studenti?
Stefano: cercherò di essere all'altezza dei miei predecessori che
hanno fatto un buon lavoro, mi
muoverò quindi nel segno della
continuità, poi non sarò solo perché mi aiuterà Emily.
Emily: Voglio riuscire a far partecipare di più gli studenti alla vita
scolastica, cercare di invogliarli a
migliorare le assemblee di istituto
e l'istituto stesso. I rappresentanti cercano di organizzare le cose al
meglio,ma per poterle realizzare
serve l'interesse degli studenti.
Anastasia: Cercherò di creare più
dialogo, in modo che le assemblee
ed i progetti che proporremo
siano frutto delle idee di tutti e
non solo di alcune persone.
•• Qualcosa da dire
ai tuoi colleghi studenti?
Stefano: Grazie di avermi votato!!
Emily: Spero di non deludere nessuno! Ciao a tutti.
Anastasia: Non tiratevi indietro,
mettetevi in gioco e collaborate!
Speriamo che i nuovi rappresentanti siano all'altezza del loro
nuovo e difficile compito; rivolgiamo loro un grosso in bocca al lupo
e speriamo che questa ventata di
novità porti nel nostro istituto
tante belle cose positive, anche se
la rivalità tra le due sedi, non
mancherà di sicuro!
Elisa Vaia e
Jessica Defrancesco, 3CT,
Lara Tonini, 3RA
17
DALLA FISICA
AL TEATRO PER PASSIONE
Intervista ad Andrea Brunello
sempio di come una grande passione va inseguita senza arrendersi mai: Andrea Brunello,
che avendo sempre amato la recitazione e il
teatro, dopo essersi laureato in fisica, ha fatto della
recitazione e del teatro la sua attuale professione. E'
lui l'attore-regista di "Un anno sull'altopiano" che le
classi del triennio hanno conosciuto venerdì 12 ottobre al teatro di Cavalese e che noi abbiamo avuto
l'opportunità di intervistare.
Come le è venuta l'idea di questo spettacolo?
Qualche anno fa, dovendo fare un altro spettacolo
sulla Prima Guerra Mondiale, per documentarmi ho
letto diversi libri, tra cui proprio "Un anno sull'altopiano" di Emilio Lussu. Ho capito subito che questo
libro doveva diventare uno spettacolo perché, oltre
ad avermi appassionato moltissimo, mi ha fatto innamorare di Emilio: credo sia una persona esemplare e
straordinaria. Ho deciso perciò di portarlo in scena.
Qual è il messaggio dello spettacolo?
Di messaggi ne ha tantissimi. Sicuramente c'è il
messaggio pacifista perché alla fine si capisce che la
guerra è soltanto una carneficina inutile. C'è poi
anche un messaggio più esistenziale, ovvero che la
vita va vissuta fino in fondo qualunque sia la situazione in cui ci troviamo; lo stesso Emilio Lussu è un
esempio: durante tutto il racconto ha continuato a far
emergere la sua vitalità e la sua energia nonostante
le circostanze. Quindi assolutamente mai buttarsi
giù, soprattutto nei momenti difficili.
E
18
Questo spettacolo è stato pensato
per noi giovani?
E' stato pensato
soprattutto per i
giovani perché
credo che sia
necessario portare ai ragazzi questi messaggi. I
media trasmettono questo tipo di
informazioni in
maniera molto
più superficiale e
questo è un grande rischio. I giovani devono entrare
in contatto con
queste vicende per poter vivere la loro vita in modo
più consapevole. Ovviamente è comunque uno spettacolo che va bene per tutti, tante volte mi capita di
vedere tra il pubblico anche anziani i cui genitori
potrebbero aver vissuto queste esperienze in prima
persona.
Cosa potremo "portare a casa" noi ragazzi?
Innanzi tutto avete ascoltato una storia, e già questo
è molto; al giorno d'oggi, purtroppo, le storie di
un'ora non le racconta più nessuno. In secondo luogo
avete conosciuto un uomo, Emilio Lussu, che può
insegnare davvero molto ai giovani: credeva in un
ideale e gli è sempre rimasto fedele, questo è sicuramente un grande esempio di vita. Inoltre in questo
spettacolo c'è moltissima umanità: le persone vivono, muoiono, soffrono, la società ha mille facce e
anche questo è un messaggio importante che dovete
"portare a casa".
A cosa serve parlare di guerra a noi che siamo persone cresciute in un periodo di pace?
Perché non vogliamo che arrivi la guerra. Queste
realtà non sono poi così lontane da noi. Per esempio
adesso in Grecia con la crisi economica sta tornando,
sta avvenendo una trasformazione politica dove troviamo un partito di estrema destra che assomiglia
molto a quello nazista, addirittura hanno come simboli dei disegni simili alle svastiche. Parlare di queste
cose fa sì che la gente sappia e venga a conoscenza
dei rischi che corre.
Com'è arrivato a fare l'attore? Quale percorso ha
intrapreso?
Fin da piccolo avevo la passione del teatro, a quindici
anni circa ho cominciato a seguire i primi corsi di
recitazione. Ho fatto tante cose nella mia vita, tra cui
studiare e conseguire una laurea in fisica, ma sono
arrivato ad un certo punto dove ho capito che la mia
passione doveva diventare la mia professione; perciò
ho frequentato delle accademie più specifiche e
adesso eccomi qui.
Ha altri progetti/spettacoli in mente?
Tantissimi. Vi anticipo il prossimo: debutto a metà
novembre a Trento. La storia, scritta da me, si baserà sulla scienza e sulla fisica perché, come ho detto
prima, sono appunto laureato in fisica. Non sarà proprio la versione finale, ma spiegherà come queste
discipline entrano nella vita quotidiana e come chi
crede e si basa troppo sul metodo scientifico, a volte,
rischia di dimenticare di essere anche un essere
umano. Sarà una vera e propria lezione di fisica
quantistica, perciò, anche se non ti piace la storia,
puoi comunque imparare qualcosa.
A chi si ispira per i suoi spettacoli?
Mi ispiro a tante figure, non saprei dare dei nomi precisi. Chiaramente ho dei modelli che mi piacciono o
che mi sono piaciuti. Alcuni dicono che assomiglio a
Marco Paolini, in scena qualche mese fa proprio qui.
Mi piace molto Dario Fo e avendo vissuto per molto
tempo negli Stati Uniti ho conosciuto anche molti
attori lì. Amo tante forme di teatro e quindi ho tante
icone di riferimento.
Perché i giovani dovrebbero andare a teatro?
Perché il teatro è un momento speciale, le cose accadono lì, in quel preciso momento e non succedono
più. Il teatro è una comunione, una condivisione tra il
pubblico, è un modo per sentirsi parte di una comunità. Ci sono spettacoli che ti rimangono dentro per
tutta la vita, non li dimentichi più e ti impartiscono
delle grandi lezioni.
Qual è il testo scolastico che le piacerebbe portare a
teatro?
Non ho mai pensato di portare a teatro testi che si
studiano a scuola. Magari in futuro potrei portarne in
scena uno di Bukowski oppure di alcuni famosi
drammaturghi, ma in ogni caso sarebbero personaggi che non vengono studiati a scuola.
Giulia Smaniotto e Claudia Cestari, 3BS
19
GLAM METAL, DAGLI
egli anni '80, il Sunset Strip di Los Angeles era
affollato da musicisti dall'aspetto androgino:
tacchi a spillo, trucco pesante, capelli cotonati e glitter.
Era la decade del Glam e dello Sleaze Metal, quando
tutto sembrava lecito e la trasgressione era cosa di
tutti i giorni.
I padri di questo di questo movimento musicale sono
gruppi divenuti famosi già negli anni '70, come Kiss,
Aerosmith, New York Dolls.
Lo sviluppo negli anni seguenti ha avuto luogo principalmente in America, dove sono nati gruppi del calibro di Warrant, Poison, Bon Jovi e Mötley Crüe.
Questi ultimi sono forse la band più emblematica
della scena Glam/Sleaze, famosi per i loro eccessi in
tutti i campi.
Seppure la cura del proprio aspetto e l'amore per la
trasgressione siano le prime caratteristiche a saltare all'occhio, i testi e le melodie non sono certo di
importanza secondaria. Il concetto di "Sex, drugs &
rock n'roll" è infatti portato all'estremo fra le righe
N
20
dei lyrics, in un susseguirsi di strofe e ritornelli tanto
orecchiabili da risultare quasi Pop. Nonostante questa propensione alla ribellione però, questi poeti
incompresi dell'eccesso hanno composto anche
numerose ballad, che forse costituiscono la ragione
del loro successo di oggi. D'altronde, chi non conosce
"I don't wanna miss a thing" degli Aerosmith o "Bed
of roses" dei Bon Jovi.
Il glam/sleaze metal ha raggiunto il suo apice proprio
nella seconda metà degli anni '80, ma purtroppo il
fuoco era destinato a spegnersi presto, per via del
Grunge che prese il suo posto, con conseguente spostamento d'interesse delle case discografiche verso
band come i Nirvana e i Pearl Jam. Bisogna aspettare i primi anni 2000 per vedere una rinascita della
passione per il Glam, che per molti anni era rimasta
sepolta sotto dei vinili impolverati e un vecchio chiodo con la toppa dei cari vecchi Crüe.
Artefici del risveglio di questo desiderio di cotonarsi i
capelli e prendere in mano una chitarra sono stavolta band perlopiù europee, per la precisione scandinave. L'influenza degli anni '80 si nota sia nella musica
che nello stile, modernizzato e reso, se possibile,
ancor più appariscente. I temi sono sempre quelli
della ribellione come insegnano "Riot in everyone" e
"Generation wild" dei Crashdïet, svedesi come i loro
colleghi Crazy Lixx, Vains of Jenna e Hardcore
Superstar.
I glamsters italiani abbastanza fortunati da poter
andare al famoso Gods of Metal, hanno potuto vedere sullo stesso palco nel giro di un pomeriggio, sleaze nuovo e vecchio, rappresentati rispettivamente
dagli Hardcore Superstar e dai Mötley Crüe, in uno
spettacolo mozzafiato.
Tra il pubblico c'erano anche diversi musicisti con
l'ambizione di portare questo genere musicale anche
in Italia. Per quanto riguarda la scena glam/sleaze
italiana, lasciamo la parola a chi la vive di persona.
Abbiamo intervistato due band del nord Italia con il
comune desiderio di far conoscere la loro musica nel
mondo.
Presentatevi: Siamo i Sandness, una band hard
rock/sleaze di Rovereto. Siamo nati nel 2008 con il
desiderio comune di riportare alla luce il rock degli
ANNI ‘‘80 CON FURORE!
80 con pezzi originali, senza copiare ciò che è già
stato fatto. Siamo in quattro, basso, batteria, due chitarre e due voci soliste.
Cosa ne pensate della scena sleaze italiana?
Purtroppo il nostro è un genere che in Italia è poco
seguito; tra l'altro, gli appassionati preferiscono
muoversi verso i locali (che raramente richiedono
gruppi glam) per sentire musica che già conoscono,
piuttosto che per supportare le nuove band.
Qual'è stata la vostra esperienza migliore?
Sicuramente, per quanto riguarda i live, il nostro
mini-tour a Riga (Lettonia) e il Glam Fest in Francia.
Ma è stato fantastico anche registrare l'album in uno
studio professionale dopo le nostre due demo. Per la
prima volta abbiamo lavorato seriamente per avere
un prodotto competitivo.
Progetti per il futuro. A breve dovrebbe uscire il
nostro album "Like An Addiction" e contiamo di rilasciarlo sotto etichetta discografica, stiamo valutando
le offerte. Nonostante le nostre possibilità economiche non ci permettano di realizzare tutti i progetti che
abbiamo in mente, ci auguriamo anche di poter passare qualche settimana in tour l'estate prossima.
siamo aperti anche al sound sleaze moderno. Il nome
"Van Nuys" infatti, non è stato scelto a caso, ma deriva da un distretto di Los Angeles, patria del glam,
questo perché noi ci proponiamo di far rinascere il
genere.
Ovviamente il nostro repertorio è composto da pezzi
nostri, nati da idee originali.
Cosa ne pensate della scena sleaze italiana? Con
grande dispiacere dobbiamo ammettere che questo
genere in Italia non è molto quotato perché, secondo
il nostro parere, esistono troppi pregiudizi sul nostro
stile e l'industria musicale tende al commerciale.
Nonostante ciò noi siamo pronti a far rialzare lo sleaze in tutta la sua perversione ed immoralità.
Qual è stata la vostra esperienza migliore? Oddio, ce
ne sono state tante! Citandone una, musicalmente
parlando, di recente siamo arrivati sul podio ad un
contest di una rivista americana, il che ci ha reso
molto orgogliosi. Un'altra esperienza fantastica è
stata durante il nostro ultimo live, quando a fine show
della gente tra il pubblico è venuta a chiedere delle
foto assieme a noi. Amiamo ricevere affetto dalle
persone che seguono i nostri concerti!
Progetti per il futuro. Il nostro obiettivo principale al
momento è finire la composizione dei nuovi pezzi e
quindi portarli in studio. Successivamente puntiamo
alla pubblicazione del nostro secondo album (Il
primo pubblicato si intitola Welcome to Van Nuys) e
dell'organizzazione di un tour europeo, sempre in
base alle nostre risorse economiche!
Speriamo di vedervi "ON THE ROAD", Sinners!
Ce la faranno? Noi ci auguriamo di sì!
Laura Sirigu, 3AL e Luana Vinante, 4BR
Presentatevi: Siamo i Van Nuys, un gruppo glam
metal/sleaze e veniamo da Treviso. Il gruppo si è formato tra il 2008 e il 2009 ed è composto da cinque
ragazzi: Lacey Lipstyck (18, chitarra solista e cori),
Davy Sin (24, voce solista), Kylie Danger (21, batteria e
cori), Matt Siki Smoke (18, basso e cori) e Charlie
Gunner (25, chitarra ritmica).
Siamo stati influenzati maggiormente da gruppi
appartenenti al movimento glam degli anni '80, ma
21
DOBERMAN, SFATIAMO
I SOLITI PREGIUDIZI!
l doberman, razza di cane purosangue di
origine tedesca, viene spesso "etichettato" come aggressivo, irrequieto, cane al
quale stare a debita distanza, non docile,
non socievole. Ma non è per niente così!
Questa razza di cane è suscettibile, pacifica
e socievole. Inoltre il doberman è molto
affettuoso e fedele, è veramente coraggioso: il suo scopo non è quello di attaccare
altri cani o persone ma invece difende il suo
padrone dai pericoli. Non è nell'indole della razza attaccare qualcosa o qualcuno: il comportamento è anche
dovuto all'atteggiamento che ha una persona nei confronti del cane; se viene stuzzicato, esso per forza di
cose cerca di difendersi attaccando, ma questo succede
con ogni animale.
Il doberman è un giocherellone, è estremamente curioso ed è molto rispettoso.
Su questa razza canina ci sono varie dicerie e infondate
leggende metropolitane, secondo le quali in questi cani
I
scatterebbe improvvisamente la pazzia a
causa dell'eccessiva crescita del cervello
rispetto alla scatola cranica e così facendo
il cervello verrebbe schiacciato.
Questa razza ha un altissimo livello di addestrabilità; ne abbiamo avuto la conferma in
Val di Fiemme nello scorso mese di settembre, precisamente il 15 e il 16 settembre. In queste due giornate si sono svolti i
Campionati del Mondo dell'"Internationaler
Dobermann Club" a Lago di Tesero. Più di seicento
dobermann, provenienti da 36 nazioni, hanno partecipato alle competizioni, divise per varie categorie. Tra i vincitori, due campioni sono italiani. Prima di giudicare un
cane in base alla bellezza e le sue capacità, i giudici
valutano la socievolezza e la dociltà, toccandolo e accarezzandolo. Cerchiamo di eliminare i pregiudizi verso
questa razza: i doberman sono tutt'altro che aggressivi!
Martina Vinante, 3AL
PET THERAPY,
UN AIUTO A QUATTRO ZAMPE
a "pet therapy", dall'inglese
terapia con gli animali, consiste nel creare un rapporto confidenziale tra una persona e un animale. Questo compito può essere
svolto da animali piccoli come le
cavie, o da animali più grandi, come
i cavalli. I più utilizzati sono comunque i cani, come golden retriever,
labrador o piccoli meticci.
Si tratta di una terapia che viene utilizzata su pazienti
con diverse patologie, che integra, rafforza le terapie
tradizionali, ed ha come obbiettivo il miglioramento
comportamentale, fisico e psicologico.
L
22
Fu lo psichiatra infantile Boris
Levinson, ad enunciare per la prima
volta (nel 1960) le sue teorie sui
benefici della compagnia degli animali. Oggi la "pet therapy" trova
un'ampia applicazione in vari settori,
tra cui case di riposo, ospedali e
comunità di recupero.
Accade anche qui in valle, precisamente nella casa di riposo di Tesero, con tre golden
retriever, due meticci e una cavia. Gli anziani sono stati
molto soddisfatti di questo progetto e si sono affezionati subito agli animali.
Roberta Chiocchetti, 2^RB
IL SAPER VIVERE
DI DONNA LETIZIA
l Saper vivere di Donna Letizia è la pietra miliare
della buona educazione…… del 1960. Direte che è un
po' antiquato, ma in realtà è quello preso come riferimento da tutti i successivi libri sul galateo.
Ci sono interi capitoli che potrebbero sembrarci insensati, che parlano ad esempio di dove si devono sedere
il Capo di Stato o un Principe Ereditario o la sezione
dedicata al personale di servizio. Sfogliandolo mi sono
imbattuta nello svolgimento "tecnico" della festa: "a
mano a mano che arrivano gli invitati, si offre loro da
bere coca-cola e spremute di frutta, accompagnate da
salatini. Per i più grandi aperitivi (si può arrivare anche
al whisky). Dopodiché grammofono (ve l'ho detto, è un
libro degli anni '60) e giochi di società fino alle otto e
mezzo. Quindi un buffet in piedi e alle dieci e mezzo in
punto gli invitati si congedano". Ma ve la immaginate
una serata al Mardok così? Sarebbe un incubo!
Per non parlare
del ritorno a
casa: le ragazze
devono
venir
"rilevate" (usa
proprio questo
termine!)
dai
genitori o dall'autista, mai da sole e assolutamente non accompagnate
de un ragazzo. E il bacio romantico finale da
Hollywood? Tanti sogni infranti nei cuori di noi povere
fanciulle.
E che dire dei 12 comandamenti della buona madre?
"Proibisce alla figlia cinematografi e serate a quattr'occhi con un ragazzo"?! "La battaglia del rossetto e
dei tacchi alti cessa quando la figlia ha compiuto
diciassette anni"?! Per potersi truccare bisogna aspettare quasi la maggiore età? Andateglielo a spiegare
alle medie!
Altre parti però sono (o dovrebbero essere) in vigore
ancora oggi: la madre non apre la corrispondenza dei
figli se non in casi estremi e se questi hanno un flirt
non deve mostrarsi subito sospettosa e aggressiva, le
ragazze non dovrebbero farsi beffa del loro corteggiatore con le amiche (meriterebbero di rimanere single
per tutta la vita), i ragazzi a loro volta non dovrebbero
I
importunare le passanti con apprezzamenti o fischi all'americana, è da cafoni. A
tavola bisogna tenere
sempre i gomiti accostati al corpo, per non
disturbare il vicino di posto, il coltello si impugna con
la mano destra, il tovagliolo è disteso sulle ginocchia,
non si fa "scarpetta" nel piatto e si deve cercare assolutamente di non sbriciolare e sporcare ovunque.
Camminando per strada il ragazzo terrà l'ombrello (in
caso di pioggia) e camminerà lungo il lato esterno del
marciapiede, lasciando la ragazza all'interno. Per il
fumo è d'obbligo chiedere prima a chi vi circonda se dà
fastidio, anche se è una zona fumatori.
Per finire ho trovato una selezione di frasi infelici:
•• Chi era la bella signora che ho visto ieri sera in macchina con tuo marito? (sembra una banalità, ma vi
assicuro che c'è scritta)
•• Come mai non eri invitata dalla contessa Snobbani?
(eh, sì…… il tatto manca in alcune persone)
•• Con i capelli ossigenati dimostri vent'anni di
meno! (perché? Con i capelli normali sembro una
vecchietta?)
•• Cara, come ti dona il lutto! (ovviamente il tuo apprezzamento le sarà di grande conforto! È proprio quello
che vorrebbe sentirsi dire in un momento del genere)
Ebbene sì, a volte l'etichetta è un po' superata, ma il
"bon ton" è ancora utile (soprattutto per le ragazze
squattrinate, alla faccia del femminismo =D) e se avete
ancora dubbi questo libro potrà toglierveli, o almeno
potrete farvi due risate!
Silvia Poli, 3FSU
23
I ““FARI”” NEL MARE
iapriamo la stagione di gossip 2012/2013,
mostrandovi come non solo il tanto amato
"bello" attiri l'attenzione, ma come, al contrario, il fascino del particolare possa catturare più
sguardi di quanti voi ne possiate immaginare. Ecco
a voi, dunque, i personaggi della scuola che i vostri
e nostri occhi hanno notato, coloro che risultano
essere "fari" nel mare della massa.
R
MATTEO SCALET 4a BS
Il fascino dell'intellettuale
non rimane mai
inosservato.
Pianista, compositore, ottimo
studente; una
misteriosità
interessante e
una
compostezza del tutto
particolare,
fanno di lui un
personaggio
nuovo e del tutto esclusivo.
MOTTO: "Mira alla luna, male che vada cadrai tra
le stelle."
MATTIA GIACOMUZZI detto TIA 5a DT
Rocker
dai
capelli ribelli e
dai jeans che più
attillati non si
può. Vanta uno
schedario completo di nomi,
proverbi
ed
episodi di tutti
i "matti" della
valle.
Da
Castello
a
Moena, nessuno
sfugge
alla
24
"lista nera" del rocker più stravagante della scuola.
MOTTO: "Meio così che descosì."
EDOARDO LASTEI detto EDDYBOY 5a IPC
Juventino convinto, amante
della vita mondana, in valle e
non solo, è il PR
più ambito della
riviera romagnola.
Impossibile non
notarlo: con le
sue cuffie e il
suo stile unico
non può passare inosservato.
Poche ragazze possono resistere alla sua eccentricità, infatti come dice il famoso "proverbio":
"Eddyboy ti castiga prima o poi".
MOTTO: "In questa vita l'importante è aver guadagnato i chilometri che dovrai fare per raggiungere il
mio funerale."
DAVIDE SEVERINO detto SHAQ 3a CSU
Dietro il fisico
imponente da
rugbista
si
nasconde un
cuore tenero,
un animo gentile e una simpatia genuina; è,
infatti, impossibile non lasciarsi contagiare
dalla sua sonora risata: battuta pronta e
spiccata ironia fanno da carta d'identità al personaggio più "big" della scuola.
MOTTO: Non pervenuto.
DELLA SCUOLA
ANA LUPU 2a FSU
Considerata da
molti un' "asociale" per via
della sua passione per i
social network
e per il tempo
che passa navigando in internet è comunque una ragazza con molti
amici. Ama il
divertimento e
la musica, in particolare l'hardcore. Non dà
importanza alle critiche e ai pregiudizi che gli
altri hanno nei suoi confronti e, a testa alta, va
avanti seguendo la sua strada.
MOTTO: "Vivi e lascia vivere."
MARIA TERESA SEGAT detta POFFY 3aAL
Direste mai che
dietro la singolarità del suo
abbigliamento
si nasconde una
ragazza timida
e riservata? Il
suo stile particolare infatti,
non ha lo scopo
di attirare gli
sguardi altrui,
bensì di caratterizzarla e di
farla sentire a suo agio. Curiosa può risultare la sua
passione per i fumetti, adora inoltre cantare ed
ascoltare la musica di ogni genere.
MOTTO: "Il sonno è prezioso."
SOFIA BRIGADOI 3aFSU
Ha deciso di tornare nella sua valle dopo due anni
trascorsi
a
Trento, dove ha
frequentato il
liceo musicale,
luogo che, senza
dubbio,
ha
influenzato la
sua passione per
la musica rock e
per il flauto
(non quello delle
medie :).
L' anima rock
che c'è in lei viene sottolineata dall'abbigliamento
che, spesso, propone un'ampia varietà di magliette dei suoi gruppi preferiti.
MOTTO: "Non accontentarti dell'orizzonte, ma
cerca l'infinito."
GIULIA PIAZZI detta GIU 4a BS
Impossibile passare per i corridoi senza notare
l'eccentricità e
l'unicità che la
contraddistinguono.
Frizzante, allegra e con un sorriso
sempre
stampato in faccia, cerca di
differenziarsi
anche con l'abbigliamento osando e creando nuovi
abbinamenti. I libri e la recitazione sono due delle
sue più grandi passioni, ma, come ormai da anni
dimostra a tutti i concertoni, il canto è quella che
lei preferisce. Senza alcun dubbio quindi, la nostra
cantante, ha una personalità fuori dagli schemi.
MOTTO: "You are never fully dressed without a
smile."
Giulia Smaniotto e Claudia Cestari, 3BS
25
OMOFOBIA,
SOLTANTO FOLLIA
mofobia: ormai quasi tutti avranno sentito parlare di questa "paura". Perché le virgolette?
Primo, perché non è una vera paura. Secondo,
perché questa paura non sta solo in chi disprezza gli
omosessuali, ma anche negli omosessuali stessi. Sono
loro che non hanno il coraggio di venire allo scoperto
per paura di essere considerati anormali, dei fenomeni da baraccone. Solitamente chi riesce nel cosiddetto
"coming out", sono le persone circondate da familiari,
amici e compagni con mentalità aperta. Chi invece è
stato abituato fin da piccolo alla solita solfa dei "gay
anormali" non riesce nemmeno a concepire l'idea di
essere innamorato di una persona del suo stesso
sesso. Anzi, cerca in tutti i modi di scappare da questa
realtà e in futuro c'è una probabilità che diventerà lui
stesso una delle persone più accanite contro l'omosessualità. Molti si saranno chiesti: ma cos'è questo
"coming out"? Il "coming out" è traducibile in "uscire
allo scoperto". Ci sono due diversi tipi di "coming out":
quello interiore e quello esteriore. Quello interiore si
ha quando una persona comprende di essere attratta
da persone del suo stesso sesso e riesce a conviverci,
mentre quello esteriore si ha quando una persona si
sente abbastanza sicura e riesce a comunicarlo apertamente alla società. Ci vuole coraggio e forza perché,
a maggioranza, la società è ancora legata al pensiero
"Essere gay è una malattia" o "è contro natura". Però,
ormai, anche il mondo dello spettacolo è influenzato da
O
26
persone omosessuali come ad esempio Freddy
Mercury, Adam Lambert, Alessandro Cecchi Paone,
Elton John, Lady Gaga, Cynthia Nixon, Angelina Jolie
(bisessuale dichiarata, ebbe una relazione con l'attrice
Jenny Shimizu) e Tiziano Ferro.
C'è chi considera l'omosessualità una scelta personale, ma purtroppo per loro, non lo è. È la genetica a
determinare il nostro orientamento. Michael Bailey,
esperto di orientamento sessuale alla Northwestern
University (USA) ha condotto delle ricerche, utilizzando dei gemelli monovulari (che possiedono lo stesso
patrimonio genetico) e i risultati sono questi: se un
gemello monovulare risulta omosessuale, nel 52% dei
casi lo è anche l'altro.
Quindi, in conclusione, ritengo che questo sia un pregiudizio come tanti altri: durante gli anni ne abbiamo
superati parecchi (citandone uno, chi era mancino o
aveva i capelli rossi era la reincarnazione del demonio), perché non superare anche questo?
Martina Zeni, 3CT
MARCO SIMONCELLI,
IL SUPERSIC DEL
MOTOCICLISMO ITALIANO
ato a Cattolica il 20 gennaio 1987, Sic ha cominciato a correre a 7 anni con le minimoto nella
sua città e a 12 anni è stato proclamato campione italiano.
Nel 2002 ha debuttato nel Motomondiale nella classe
125 durante il Gran Premio della Repubblica Ceca con
il team Aprilia. Nel 2004 a Jerez ha vinto per la prima
volta nella sua carriera e l'anno dopo ha concluso la
stagione al quinto posto, questo risultato gli ha permesso di passare alla classe 250. Nel 2009 dopo tre
stagioni non molto fruttuose è arrivato terzo nel campionato mondiale, dopo aver riportato svariate vittorie
tra cui quella nel Gran Premio di Francia. L'anno
seguente è passato alla classe MotoGP con la Honda
Gresini del team San Carlo, e solo nel 2011 ha vinto la
sua prima gara del MotoGP sulla pista della
Repubblica Ceca.
Il 23 ottobre 2011 durante il Gran Premio della Malesia,
è rimasto vittima di un incidente mortale. Sulla curva
11 del circuito si Sepang, correndo il secondo giro,
Marco ha perso il controllo della sua Honda e, nel tentativo di rimanere in sella, ha tagliato trasversalmente
la pista, venendo investito dai piloti che lo seguivano,
Colin Edwards e Valentino Rossi, che non hanno avuto
modo di evitarlo; l'impatto è stato talmente violento da
sfilargli il casco. È morto in seguito ai traumi riportati
alla testa, al collo e al torace.
I funerali sono stati celebrati il 27 ottobre 2011 e la sua
morte ha avuto una grande risonanza nel mondo
sportivo e non, il CONI ha proclamato un minuto di
silenzio in suo onore mentre Il Milan, squadra di cui
era tifoso, ha giocato la partita di campionato successiva con il lutto al braccio. Molti piloti della formula 1
lo hanno ricordato apponendo sui caschi il numero 58,
quello della suo moto che non ha lasciato nemmeno
durante la cerimonia funebre; infatti la famiglia ha
voluto entrambe le sue due moto la Gilera RSA 250,
con la quale ha corso due mondiali, e la sua Gresini
numero 58 che l'ha accompagnato durante l'ultima
gara della sua vita in chiesa.
N
Il Motomondiale lo ha invece ricordato prima del Gran
Premio della Comunità Valenciana, ultimo appuntamento della stagione, quando i piloti di tutte le classi,
oltre ad apporre il numero 58 su caschi, tute e moto,
hanno effettuato insieme un giro di pista commemorativo dietro alla Honda di Simoncelli.
A richiesta di tifosi e appassionati il Misano World
Circuit è stato intitolato alla sua memoria, inoltre a
suo nome è stata aperta una Onlus che segue dei progetti umanitari soprattutto a favore dei giovani e dei
bambini promuovendo l'importanza dello sport nella
società; ad esempio al momento si può acquistare in
edicola il calendario con le foto realizzate dai suoi
fans, il ricavato del quale servirà a costruire una casa
di accoglienza a Coriano.
Per poter costruire questa casa-famiglia, la fondazione "Marco Simoncelli" ha messo all'asta l'Honda di
Supersic, che è stata aggiudicata a Carmelo Ezpeleta.
Nonostante l'asta si fosse chiusa attorno ai 50.000
euro, il vincitore ha deciso di versarne 58.000 e come
ulteriore gesto di stima ed affetto ha pensato di donare la moto alla famiglia del grande Sic.
Vogliamo concludere dicendo che anche se troviamo
molti ricordi di Marco Simoncelli, nessuno di essi si
trova nel posto dove vorremmo che fosse, ovvero a correre sul circuito e vogliamo dedicargli la frase che molti
dei suoi tifosi gli hanno rivolto dopo la sua morte ovvero: "Adesso vai ad insegnare agli angeli come si piega".
Sara Longo e Debora Grandi, 2AL
27
ALLA SCOPERTA
DELL’’EUROPA
lla fine di settembre si è tenuto, in collaborazione con il Piano giovani di zona, un viaggio a
Bruxelles. Si è trattato della tappa conclusiva di
un lungo percorso volto alla scoperta della Comunità
europea, proposto dal "tavolino" giovani della Val di
Fiemme.
Eravamo un gruppo di ventuno ragazzi e ragazze,
accompagnati dall'assessore delle politiche giovanili
di Panchià, Cinzia Giacomuzzi.
Dopo un breve viaggio in aereo siamo arrivati alla
"capitale d'Europa", Bruxelles, che fin dal primo
momento ci ha lasciato senza fiato con la sua monumentale bellezza e la sua vivacità.
In quei giorni abbiamo avuto modo di visitare il
Parlamentarium, dove attraverso immagini, video e
giochi interattivi, viene raccontata passo per passo la
storia dell'Unione Europea, la sede della nostra
Euroregione dove abbiamo incontrato il direttore dell'ufficio della PAT che ci ha aggiornato sull'attuale
situazione europea e la sede dell'OLAF (Office
A
28
Européen de Lutte Anti-Fraude) dove il presidente
Nicola Falcione ci ha spiegato come esso si occupa
della lotta contro la corruzione e la frode nella
Comunità Europea. La seconda sera siamo stati invitati da Giovanni Kessler alla presentazione del
romanzo "la Collina del Vento" di Carmine Abate,
(vincitore del premio Campiello 2012) e in seguito
abbiamo partecipato ad un rinfresco serale.
Infine ci è stata data l'occasione di incontrare
Giovanna Sartori, giovane stagista trentina presso
l'ufficio PAT che ci ha parlato della sua esperienza.
Insomma, un lungo percorso attraverso alcune delle
più importanti istituzioni europee, che ci ha permesso di conoscere meglio la Comunità Europea e la
situazione dell'Europa attuale.
Non sono certo mancati i momenti di svago e noi non
ci siamo lasciati sfuggire l'occasione di visitare
Bruxelles…… Dopo un primo tour della città a bordo di
un tipico autobus turistico ci siamo recati alla
Minieuropa, dove abbiamo viaggiato in pochi passi
dalla Grecia alla Francia, dall'Inghilterra alla
Svizzera e dal Belgio all'Italia…… Siamo poi saliti
sull'Atomium, il simbolo per eccellenza di Bruxelles,
costruito nel 1958 per l'esposizione universale.
Completamente edificato in acciaio ha un'altezza
complessiva di 102 metri e rappresenta un cristallo di
ferro. Inutile dire che, arrivati in cima, il panorama è
veramente eccezionale!
Non potevamo certo dimenticare, in un viaggio in
Belgio, di assaggiare la sua cioccolata tipica! Così
siamo stati al "Planète Chocolat", una delle più prestigiose cioccolaterie europee e abbiamo fatto un'indimenticabile indigestione di delizioso cioccolato:
bianco, nero, al latte, veramente sensazionale!
L'ultimo giorno, prima di salutare la capitale belga ci
siamo recati al mercatino delle pulci che si tiene ogni
settimana in città. Veramente uno spettacolo stupefacente: centinaia di oggetti di ogni genere (da vestiti
a letti a baldacchino, da cucchiaini d'argento a libri,
da zanne d'elefante a orologi antichi, da collane a
vecchie statue,……) che ricoprivano un'intera piazza di
colori e forme variegate. Sembrava di essere nella
caverna di Alì Babà.
È stato così che dopo cinque giorni di avventure
siamo tornati all'immenso aeroporto di Bruxelles,
con ancora il gusto della cioccolata in bocca e forse
un po' più di consapevolezza su quello che succede
intorno a noi e una conoscenza più approfondita di
un'organizzazione importante come l'Unione
Europea, ma anche con le vivide immagini di una città
che nasconde profondi segreti e stupefacenti meraviglie……
Sara Segantin, 3AL
29
CONTRIBUIAMO ALLA COSTRUZIONE
DELLA PALESTRA
PER LE SCUOLE DI MIRANDOLA
rano da poco passate le quattro del mattino, il
20 maggio 2012, quando una forte scossa di terremoto con epicentro a Finale Emilia ha fatto
tremare, per circa venti secondi, tutta l'Emilia
Romagna facendosi avvertire in tutto il Nord e in
parte del Centro Italia. Questa è stata la prima di una
serie di scosse che, nei successivi 15 giorni, hanno
colpito la parte settentrionale d'Italia provocando
ingentissimi danni sia a Finale Emilia sia nei comuni
circostanti.
Sono partite subito, oltre a misure da parte del
governo, anche molte azioni di solidarietà di diverse
entità politiche come l'Unione Europea, di stati, come
Francia, Grecia e altri, e di connazionali, tra i quali
regioni, associazioni umanitarie ed anche esponenti
del mondo dello spettacolo. Tutto ciò finalizzato alla
raccolta di denaro necessario per ricostruire gli edifici distrutti o pericolanti e per supportare la popolazione terremotata, obbligata a vivere in tendopoli e
rimasta priva di strutture pubbliche o private, necessarie per una vita degna di essere considerata tale.
Tra queste azioni di solidarietà si distingue quella
promossa dal Comitato Trentino della Federazione
Italiana Sport Ghiaccio, volta alla ricostruzione di uno
È
30
degli impianti sportivi danneggiati a Mirandola,
comuni tra i più colpiti dal terremoto. I promotori,
dopo aver constatato di persona la gravità della situazione nella quale si trovano i comuni vicini all'epicentro, tra i quali, appunto, Mirandola, hanno deciso di
attivare una collaborazione con la società sportiva
locale "Polisportiva Pico" promettendo loro, di concerto con il comune, di contribuire alla costruzione
della nuova palestra delle scuole medie.
La palestra, che verrà ubicata nello spazio antistante
le scuole medie Montanari, avrà una superficie di
circa 1.500 mq e un altezza sufficiente per garantire
lo svolgimento di molteplici attività sportive, oltre ai
normali programmi scolastici. Si presenterà, inoltre,
come una struttura in legno progettata rispettando
tutte le norme antisismiche e verrà realizzata da
aziende della Val di Fiemme con materiali nostrani.
L'obiettivo è quello di attivare una raccolta fondi in
grado di raggiungere la somma necessaria per fornire almeno la copertura della struttura, escludendo
quindi arredi, allestimento degli interni e tutta la
parte infrastrutturale relativa a opere di platea e fondazione in cemento armato, che saranno a carico del
Comune di Mirandola. Da una prima sommaria ana-
lisi dei costi si può affermare che la somma da racimolare oscilla tra i 450.000 e i 500.000 euro. Sarà con
la collaborazionedi noi studenti de "La Rosa Bianca"
e di coloro che daranno il proprio contributo nel resto
della valle, che riusciremo a raggiungere una somma
indubbiamente impegnativa, ma la cosa non si prospetta impossibile.
Provate a immaginare i visi felici e spensierati dei
ragazzi che assisteranno, grazie al nostro aiuto, alla
realizzazione della loro palestra. Questo è un progetto che ha l'unico scopo di unire coloro che credono
nella parola "solidarietà" e che pensano che aiutare
molti ragazzi a vivere un'esistenza serena sia non
solo importante ma essenziale per la nostra società.
Diverse "casette-salvadanaio", peraltro prodotte da
una società emiliana, verrano collocate in ogni classe subito dopo la prima assemblea d'istituto, durante la quale verrà presentato in dettaglio questo progetto di solidarietà, e sarà, tramite questi salvadanai,
che potrete esprimere la vostra, spero generosa,
offerta.
Conto su di voi circa la vostra magnanimità e
bontà per dare un importante segnale di vicinanza ai ragazzi della nostra età, o poco più piccoli, a
ricondurre un vita normale dopo questi terribili
terremoti.
Romeo Bellon, 4ES
Referente del progetto per la scuola secondaria
di secondo grado La Rosa Bianca
GUAI E CONSEGUENZE
UN PO’’ DI GOLIARDIA
RIIIIN!! Suona la sveglia. Una faccia assonnata spunta dal letto maledicendo quel 12 settembre, quel giorno che ha dato inizio a un
nuovo anno scolastico e ai risvegli "all'alba". Di
malavoglia, con lo zaino in spalla, tutti escono di
casa e si ritrovano davanti a quel cancello con gli
stessi sguardi assonnati e la stessa "voglia" di
cominciare a studiare.
Ecco, suona la campanella della prima ora dando
così inizio alla lezione; il prof entra in classe e inizia
a spiegare quella cosa che di noioso ha anche il
nome, lasciando così la possibilità all'ultima fila di
D
lasciarsi andare ai ricordi. Ricordi di risate e scherzi fatti con gli amici, tra sghignazzi e richiami.
C'è chi per esempio si fa una risata pensando ai
compagni dell'anno scorso, che, mentre un prof
spiegava, giocavano a colpire con una pallina la cartina geografica, così che in classe si sentivano urla
di gioia o di rabbia per il bersaglio più o meno
importante centrato. Già, c'è chi ha una buona mira
e chi invece ce l'ha pessima, fatto sta che comunque
la geografia l'hanno imparata tutti!
Qualcuno pensa invece a quell'altra lezione durante la quale il prof aveva sbuffato e subito dopo urlato un "Insomma, ragazzi! Che confusione!" e gli
alunni avevano risposto cantando "Sarà perché ti amooo!"
C'è poi chi ride pensando a quella nota di un
altro prof con scritto "sua figlia si schianta
contro il muro con la scusa di cercare il binario 9¾".
Elisa Calligari, Kevin Defrancesco
e Luna Polato, 1B
31
LA RUBRICA DELLA CREATIVITÀ
PENSARE, DIRE, FARE...
pesso ci sono, nascosti tra i ragazzi, dei talenti
e delle passioni per quanto riguarda la musica,
lo sport o il canto. Però ci sono anche giovani
che amano disegnare qualsiasi cosa, fotografare ogni
soggetto possibile e scrivere poesie che toccano ogni
argomento, dal più dolce e divertente al più crudo,
triste e violento. Da quest'anno abbiamo pensato di
dare a questi giovani uno spazio di totale libertà
espressiva, creando questa rubrica. Quindi, se avete
disegni, foto o poesie saremmo liete di pubblicarli su
questa rubrica nel prossimo numero.
Se volete partecipare e/o desiderate maggiori informazioni,rivolgetevi a: Maria Chiara Bazzanella,
Francesca Borgonovo, Simona Ugolotti e Debora
Grandi in 2AL
Ecco alcuni disegni che ci hanno consegnato dei
nostri compagni di scuola.
S
Luca Darman, 2ES
Francesca Borgonovo, 2AL
Francesca Borgonovo, 2AL
Francesca Borgonovo, 2AL
32
Alessia Sieff, 4AL
Maria Sole Vinante, 3° Arte
Stefano Brunel, 1BS
Simone Ugolotti, 2AL
Francesco Daffini, 2AL
Maria Chiara Bazzanella, 2AL
Debora Grandi, 2AL
33
COM’’È STATA QUESTA
DEUTSCHLAND? ESPERIENZE
ESTIVE ALL’’ESTERO
niziamo col porci una semplice domanda, che sta
alla base di tutto e della quale non tutti conoscono
la risposta corretta: cosa comporta andare
all'estero d'estate?
Beh, sono probabilmente riusciti a trovare la risposta
alcuni ragazzi della "Rosa Bianca", che quest'estate
hanno deciso di trascorrere due particolari settimane
all'estero, in Germania; una cosa nuova per la maggior parte di loro, che nonostante ciò, hanno deciso di
affrontare.
I motivi riguardanti questa scelta
sono stati circa gli stessi da parte
di tutti i ragazzi, in altre parole i
vantaggi che quest'esperienza
avrebbe portato in seguito, come
un migliore apprendimento e
perfezionamento della lingua, la
vita all'interno di una famiglia
nuova che si collega al concetto
di autonomia e un modo per
avere dei contatti con una cultura diversa e con persone del tutto
nuove.
Sono stati appunto questi due
ultimi punti che hanno "stuzzicato" la curiosità di questi studenti
e che li avrebbero poi spinti ad
allontanarsi dalle solite "abitudini estive".
Nel corso di queste due settimane, i ragazzi hanno
potuto fare nuove esperienze, conoscenze e soprattutto provare cose nuove, dalle più banali a quelle più
elaborate.
I commenti sono stati tutti positivi, infatti questo soggiorno all'estero ha riscosso un grande successo.
Tramite i commenti che ci sono stati dati direttamente dagli interessati è risultato che questo viaggio è
stata un'esperienza fantastica e la maggior parte di
loro la rifarebbe e la consiglierebbe a tutti.
Una cosa comune è stato l'entusiasmo della vita
I
34
all'interno delle famiglie tedesche, accoglienti e piene
di sorprese. Stare in famiglia ha aiutato noi tutti ad
apprendere come ci si comporta in modo adeguato
fuori casa e in grandi città e, ovviamente, ad apprendere al meglio la lingua.
Hanno colpito molto i modi di pensare diversi dai
nostri e la cultura originale della Germania, anch'essa molto differente; sembra che qualcuno la preferisca addirittura alla nostra. Comunque, a quanto sembra, possono essere collegate a
quest'argomento anche le varie
visite alle città e ai monumenti; i
ragazzi ne sono rimasti stupiti e
ritengono di essere tornati a
casa con un "bagaglio di conoscenze" più ricco e vasto.
Per quanto riguarda la scuola le
lezioni non sono state molto
pesanti, anzi, gli studenti si sono
divertiti, in particolare grazie
agli insegnanti che sono stati
considerati validi e di alto livello.
Un dettaglio importante arriva
dal diverso modo di considerare
la lingua tedesca dopo il soggiorno: alcuni infatti hanno
affermato di essersi accorti che
il tedesco, forse per la sua particolare difficoltà di apprendimento, è spesso sottovalutato. Fortunatamente si sono
ricreduti dopo essersi resi conto di saper vivere e di
fare da sé nella vita quotidiana anche avendo a disposizione solamente questa lingua straniera.
In conclusione, sono rimasti tutti molto soddisfatti di
questa vacanza-studio, l'organizzazione è stata buona
e soprattutto molti sarebbero disposti a ripetere
l'esperienza l'anno prossimo.
Francesca Borgonovo, Maria Chiara Bazzanella
e Simona Ugolotti, 2AL
8 FOBIE
CHE AFFLIGGONO
NOI STUDENTI
1. ARITMOFOBIA O NUMEROFOBIA, la paura dei
numeri e della matematica. Esistono delle sottocategorie di questa paura: la tetrafobia (paura del numero 4, diffusa soprattutto in oriente poiché sia in cinese
che giapponese che coreano è simile alla parola
morte), la triscadefobia (la paura del numero 13, diffusa in occidente. In certi paesi è collegata al venerdì, in
altri al martedì), la paura del numero 17 (diffusa in
Italia, probabilmente ha origine latina poiché anagrammando le lettere usate per scriverlo XVII, si
ottiene VIXI, ovvero "ho vissuto", simbolo di morte) e la
famosa hexakosioihexekontahexafobia (la paura del
numero 666, associato a Satana).
2. BIBLIOFOBIA, la paura dei libri. A chi non viene
quando vede il carico di studio per il giorno seguente!
3. XENOGLOSOFOBIA, la paura delle lingue straniere.
È simile alla xenofobia, la paura e l'odio per gli stranieri. Nasce spesso quando uno pensa di non sapere
adeguatamente la lingua in questione o quando la
sente parlare intorno a sé, ma non riesce a capirla.
Anche questa ha varie sottocategorie tre cui la deutschfobia (paura del tedesco e della cultura tedesca),
l'anglofobia (paura dell'inglese e della cultura inglese) e la francofobia (paura del francese e della cultura francese).
4. SOFOFOBIA O EPISTEMOPHOBIA, la paura della
conoscenza. Esistono pochissime notizie su questa
fobia ed è una della più rare al mondo, come la bibliofobia. Essa indica principalmente la paura di conosce-
re cose nuove, di imparare.
5. ERGOFOBIA O ERGASIOFOBIA, la paura del lavoro.
È la somma della paura di fallire nei compiti assegnati e di socializzare coi colleghi e consiste in un’’ansia
smisurata a svolgere determinati incarichi. Essa può
essere paragonata alla testofobia, la paura di sostenere test e verifiche.
6. ANGROFOBIA, la paura di avere fame e non avere
nulla da mangiare. Sembra che molti studenti ne soffrano, pensando a quanto
mangiano
durante le
ore di scuola.
Questa fobia
induce a portare sempre con
sé del cibo da
sgranocchiare.
7. LOGOFOBIA, la
paura delle parole e del
loro significato. Spesso si usano perifrasi per sostituire il termine temuto. Esistono diverse sottocategorie:
l'Hipopotomonstrosesquipedaliofobia (la paura delle
parole lunghe; piuttosto ironica, vista la lunghezza
della parola stessa, perciò è conosciuta anche come
squipedaliofobia) e l'Hellenologofobia (la paura dei
termini greci o delle complesse terminologie scientifiche).
8. DIDASCALEINOFOBIA O SCOLIONOFOBIA, paura
della scuola. Come poteva mancare! Si manifesta
soprattutto nei bambini più piccoli ed è collegata alla
paura di lasciare i genitori o i luoghi sicuri, come casa
propria. I sintomi principali sono malesseri vari (come
mal di pancia e di testa), attacchi di rabbia quando ci
si vede costretti ad entrare in classe e insicurezza.
Spesso sparisce con l'adolescenza, ma a volte persiste anche durante l'età adulta, provocando crisi di
panico e ansia.
Silvia Poli, 3FSU
35