CLINICA ANDROLOGICA

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CLINICA ANDROLOGICA
CLINICA
ANDROLOGICA
• Le alterazioni riproduttive del maschio
sono raggruppabili nell’incapacità di
completare la copula (impotentia coeundi)
e nell’incapacità di rendere fertile tale
copula (impotentia generandi).
IMPOTENTIA GENERANDI
L’istinto genesico e l’attitudine alla monta
sono regolari ma il maschio non ingravida
o ingravida poco.
• Presente già alla pubertà
• Può comparire nel corso della vita
sessuale
• Temporanea o definitiva
Causa: scarsa e cattiva qualità dell’eiaculato
• può essere di origine genetica (ipoplasia
testicolare, aplasia dei dotti di Wolff, spz difettosi)
• lesioni testicolari
• infezioni agli organi genitali
• stress da trasporto
• superattività sessuale
• qualsiasi malattia a decorso febbrile
Importante:
• Esame clinico (ispezione dello scroto;
palpazione dei testicoli e dell’epididimo;
palpazione per via rettale degli organi genitali
interni)
• Valutazione della capacità fecondante
dello sperma
Trattamento:
• Eliminare la causa e sospendere
l’attività sessuale
• Antibiotici
• hCG
• Evitare gli stress
• Curare l’alimentazione
IMPOTENTIA COEUNDI
Inabilità al coito
Può dipendere da:
• alterazioni endocrine
• malattie agli organi genitali
• malattie che non coinvolgono direttamente
l’apparato genitale
Si possono distinguere due distinte
situazioni:
• Animale con istinto genesico presente
- senza interesse per la femmina
- non riesce ad aggiustare la posizione
per la monta
• Animale senza istinto genesico
Libido scarsa o assente
I maschi immaturi sessualmente, o di età
avanzata o allevati in isolamento mostrano
scarsa o assente libido. In questi casi è
necessario
avviare
l’animale
all’attività
riproduttiva utilizzando lo stimolo di femmine in
estro. È suggerita anche la terapia ormonale con
hCG (5000-10.000 UI) (3 volte a settimana) o
GnRH (3 ore prima della monta) al fine di
indurre
la
produzione
di
adeguate
concentrazioni di testosterone e la ripresa della
normale libido.
In cani trasportati per lunghe distanze in
vista di accoppiamenti programmati
spesso si ha un calo della libido da stress.
Il verro è molto sensibile ai rumori e alla
presenza di maschi dominanti che
possono inibire il suo normale
comportamento sessuale.
Le disfunzioni locomotorie possono
compromettere o impedire la copula. Nel
verro significative sono le lesioni ai carpi
mentre nei tori le lesioni interdigitali. Non
vanno comunque escluse le patologie dei
tessuti molli del dorso e le ossificazioni del
rachide nel toro oltre i sette anni che
spesso nell’amplesso si complicano con
fratture sino alla paraplegia.
Accoppiamento impossibile
L’erezione deriva dall’afflusso di sangue
nei corpi cavernosi e permane per azione
dei muscoli ischiocavernosi che
ostacolano il ritorno venoso. Un’anormalità
del drenaggio venoso su base congenita
comporta una mancata erezione e quindi
flaccidità del pene. La condizione è
diagnosticabile mediante indagine
radiografica con mezzo di contrasto. Il
trattamento chirurgico è sconsigliato.
L’occlusione del canale longitudinale del
pene su base congenita o derivante da un
ematoma o da accumulo di materiale
fibroso comporta flaccidità del pene e
mancata erezione. L’alterazione si
riscontra in tori e arieti.
Rottura del corpo cavernoso del
pene o frattura del pene
una patologia non comune ma abbastanza grave
in tori, arieti e verri.
• La rottura della tunica albuginea avviene
spontaneamente quando la pressione nel corpo
cavernoso è abnorme.
• Può essere causata da bruschi movimenti della
femmina al momento dell’eiaculazione o dall’urto
dell’organo contro sistemi applicati alla femmina
per evitare la copula.
In seguito alla rottura vi è emorragia con
formazione di ematoma anteriormente o
posteriormente allo scroto a seconda che la
frattura sia prossimale o distale alla flessura
sigmoidea. Le fratture distali sono caratterizzate
da edema del prepuzio. Si può avere prolasso
del pene. Inizialmente l’ematoma si presenta
molle, fluttuante e non dolente, poi diviene teso
e duro. È possibile che questo si complichi in
ascesso se non trattato.
Prolasso del pene conseguente alla rottura dello stesso nel toro
Frattura del pene nel toro e conseguente ematoma
Confermata la diagnosi di frattura del pene,
differenziando l’ematoma da un ascesso,
da un trauma prepuziale o da un
infiltrazione di urina per rottura dell’uretra,
ecc., si attua la terapia che può essere di
tipo conservativo o chirurgico in base
all’entità dell’ematoma e alle condizione
dell’organo.
• La terapia conservativa prevede riposo per
circa 90 giorni, somministrazione di
antibiotici per prevenire la formazione di
ascessi e manipolazione del pene al fine
di ridurre la formazione di aderenze tra
l’organo e i tessuti circostanti.
La terapia chirurgica prevede lo
svuotamento dell’ematoma in anestesia
generale mediante incisione con
termocauterio e la sutura con filo
riassorbibile dell’albuginea lesa. Prima di
suturare l’incisione cutanea si cosparge
pomata antibiotica sulla prima sutura a
livello di albuginea.
Trattamento chirurgico della frattura del pene
È consigliabile eseguire l’intervento 2-3 giorni
dopo il trauma quando l’edema e il prolasso
prepuziali sono in parte regrediti evitare che il
maschio monti per 3 settimane. La riuscita
dell’intervento è relativa al grado di
neoformazione cicatriziale sottocutanea. Per
limitare le aderenze è utile stimolare lo
sfoderamento del pene con la presenza di
femmine in estro.
Persistenza del frenulo del pene
• è un’anomalia riscontrata nel toro, nel
verro e nel cane. La conseguenza è la
deviazione ventrale dell’organo che rende
impossibile la copula.
• Terapia chirurgica: dopo aver legato i vasi
del frenulo è possibile effettuare la sua
dieresi con una buona prognosi.
Persistenza del frenulo
DEVIAZIONE LATERALE DEL PENE
È possibile riscontrare deviazioni laterali del
pene per anomalie congenite dell’albuginea e
per traumi a carico della stessa. È caratteristica
in tori di ogni età la deviazione a spirale del pene
prima della penetrazione in vagina. Questo è
riconducibile a problemi neuro-comportamentali
ed a lassità del legamento apicale dorsale del
pene.
Deviazione a spirale del pene, nel toro
Il toro eiacula contro il perineo della femmina e il
trauma a livello di glande porta alla formazione
di ulcere con conseguente perdita della libido.
Il trattamento prevede la sutura del legamento
apicale dorsale all’albuginea con filo riassorbibile
ma è sconsigliato poiché è possibile l’eziologia
genetica.
PROLASSO DEL PENE
Trattamento:
• riposizione forzata del pene nella cavità
prepuziale
• restrizione dell’orifizio prepuziale con
sutura a borsa di tabacco
• rimozione della sutura dopo 15 gg.
PROLASSO DEL PREPUZIO
L’ eversione patologica del prepuzio dovuta a
prolasso dello stesso è riconducibile ad aplasia o
ipoplasia dei muscoli retrattori del prepuzio o a
processi infiammatori del fodero.
La mucosa esposta va incontro a flogosi con
successiva produzione di tessuto di
granulazione oltre alla comparsa di ulcere. Il
pene in erezione ha una protrusione incompleta.
È possibile ridurre il prolasso del prepuzio
mediante manipolazione con sostanze emollienti
o ricorrere al trattamento chirurgico. Quest’ultimo
prevede l’anestesia generale e due incisioni, una
prossimale e l’altra distale del prepuzio con
asportazione del cilindro di tessuto compreso fra
esse e la loro sutura con filo riassorbibile.
FIMOSI
costrizione del prepuzio che ostacola la normale
protrusione del pene. Può essere un’affezione
su base congenita soprattutto in alcune razze di
cani in cui si nota minzione difficoltosa con
conseguente balanopostite, setticemia e morte.
Può essere conseguente a ferite ed ulcere del
prepuzio con restringimento dell’orificio durante
il processo di cicatrizzazione.
Come nel cane anche nel toro e nell’ariete il
trattamento è chirurgico prevede la rimozione di
una porzione ventrale del prepuzio.
PARAFIMOSI
• comune nel cane e nello stallone
• consiste in una costrizione del prepuzio che
ostacola la normale retrazione del pene dopo la
monta.
• può essere congenita o acquisita.
• L’edema infiammatorio comprime l’apporto
nervoso e vascolare causando problemi
all’eiaculazione, ischemia e necrosi.
• È necessario ridurre l’edema con impacchi
freddi, con antinfiammatori o con diuretici,
applicare sostanze emollienti e proteggere il
pene.
La costrizione del pene da parafimosi porta a
volte a necrosi dell’organo. La causa va
ricercata nella contaminazione del pene con
ciuffi di peli molto lunghi soprattutto in alcune
razze di cani e di ovini. È indicata l’amputazione
del pene.
BALANOPOSTITE
• processo infiammatorio a carico del pene
e del prepuzio comune in cani, tori e arieti,
meno frequente nello stallone, nel verro e
nel gatto. Il dolore, la presenza di
essudato e di aderenze sono i segni clinici
riscontrabili.
Balanopostite da IBR-IPV
Cause:
• Traumi dovuti a corpi estranei
• Uso prolungato o irrazionale della vagina
artificiale
• Stasi urinaria nel prepuzio
• Nel cane: herpesvirus
• nel toro: complesso IBR-IPV (BHV 1)
• nello stallone: da Trypanosoma equiperdum
• affezioni da Habronema muscae con
proliferazione granulomatosa e infiltrazione
eosinofila
Sintomi:
• Pene arrossato e, a volte ulcerato
• edema del prepuzio, del pene e dello scroto, ipertrofia
dei linfonodi
• scolo uretrale mucopurulento
• urinazione dolorosa
• Reazione dolorosa alla palpazione del pene attraverso il
fodero
• In caso di complicazioni da germi piogeni è possibile la
formazioni di ascessi
• Se il processo infiammatorio cronicizza: aderenze
fibrose
Terapia:
• utilizzo di emollienti e antibiotici in
prepuzio
• riposo sessuale
• Nel caso dell’abronemosi è utile l’utilizzo
dei cortisonici e degli antiparassitari
trattandosi di una reazione di tipo allergico
indotta dalle larve del parassita.
NEOPLASIE
• fibropapilloma di natura virale nel bovino,
• sarcoide e il melanoma nel cavallo,
• tumore venereo trasmissibile nel cane.
Alcune neoplasie tendono ad ulcerare o a
dare metastasi a carico dei linfonodi
regionali. Si tenta l’escissione della massa
tumorale e in casi complicati
l’asportazione delle strutture anatomiche
compromesse.
Fibropapilloma su pene di toro
Sarcoidi su pene di stallone
Tumore venereo trasmissibile su pene di cane
Melanomi su pene di stallone, dal manto grigio
Papilloma su pene di cane
PATOLOGIE DEL
TESTICOLO
CRIPTORCHIDISMO
• indica la mancata discesa di uno o
entrambi i testicoli nello scroto a cui si
associa oligospermia o azospermia per la
temperatura addominale incompatibile con
la spermatogenesi.
• La secrezione di testosterone e quindi la
libido non è compromessa.
• Nel criptorchidismo monolaterale l’animale
è fertile.
• Patologia congenita
• La discesa dei testicoli inizia nella fase
prenatale e si completa in quella
neonatale
• Normalmente intorno al 10° giorno (max 4
-6° mese) le gonadi sono presenti nella
borsa scrotale, nel cane e nel gatto.
• Nel cavallo, i testicoli discendono nello
scroto tra 30 giorni prima e 2 settimane
dopo la nascita.
Il testicolo fetale è inizialmente localizzato
vicino al rene.
La migrazione testicolare è guidata:
• dal legamento caudale del testicolo o
gubernaculum
• dalla regressione del legamento
sospensore del testicolo
Si possono distinguere 2 fasi nella discesa
testicolare:
• la migrazione transaddominale
• la migrazione inguinoscrotale
La prima fase è controllata dall’ormone antiMulleriano (Mullerian inhibitory substance)
e la seconda fase coinvolge una
interazione tra androgeni e nervo
genitofemorale.
• Frequenza: 10% circa, cani e cavalli
• Diagnosi:
9 identificare la posizione del testicolo (addome o
canale inguinale)
9 ecografia
9 Dosaggio del testosterone ed estrogeni
(leggermente ridotto)
9 Dosaggio del testosterone dopo stimolazione
con GnRH o hCG (50 mg/cane di GnRH; 6.00012.000 UI di hCG nel cavallo)
9 esame del pene nel gatto, per valutare la
presenza delle spine, ormono-dipendenti.
• Terapia:
9 hCG (100-1000 UI 4 somministrazioni nell’arco
di 2-3 settimane) in soggetti di età inferiore a 16
settimane (cani)
9 hCG (2.500 UI 2 volte a settimana per 4
settimane)
9 Asportazione chirurgica del testicolo ritenuto con
approccio:
- inguinale,
- parainguinale,
- paramediano soprapubico,
- fianco
- laparoscopico
Degenerazione testicolare
Cause:
• Età avanzata (degenerazione idiopatica)
• Temperatura elevata
• Terapie ormonali (testosterone, estrogeni)
• Neoplasie
• Disordini nutrizionali (ipovitaminosi, NEBAL,
carenze proteiche…)
• Traumi
• Stress
• Infezioni virali
- Focale o diffusa;
- Mono o bilaterale
Sintomi:
• Atrofia
• Calcificazione
• Fibrosi
• Riduzione delle dimensioni testicolari
• Riduzione o blocco della spermatogenesi
Diagnosi:
- Anamnesi
- Qualità del seme
- Dosaggio ormonale
- Ecografia
- Prelievo bioptico
Trattamento:
- Eliminare la causa
- Castrazione
Aumento volume scrotale
•
•
•
•
Congenito o acquisito
Acuto e rapido o cronico e progressivo
Unilaterale o bilaterale
Associato o meno a infiammazione e
dolore
Acquisito
Scrotale:
- Peritoniti
- Emoperitoneo
- Ascite
Conseguenze:
- Aderenze
- Ascessi
Idrocele: accumulo di liquido tra la tunica
vaginale parietale e viscerale
- idiopatico;
- migrazione parassitaria;
- traumi;
- neoplasie;
- orchiti;
- ernia inguinale;
- alte temperature
Diagnosi:
- palpazione;
- ecografia;
- centesi.
Terapia:
- antiinfiammatori;
- diuretici
- castrazione a funicolo chiuso
Ematocele: simile all’idrocele.
- rottura di vasi a livello di scroto o tunica
vaginale
- ecograficamente si può rilevare un fluido
anecogeno con fibrina
- centesi
- aumento della temperatura scrotale
- Si può avere degenerazione testicolare
Ernia inguinale o scrotale:
Patologie testicolari:
-
traumi;
orchiti
torsione testicolare;
neoplasie;
ipertrofia compensatoria
Congenito:
ernia inguinale;
varicocele: dilatazione congenita delle vene
del plesso pampiniforme
- non è associato a dolore;
- Dovuto ad incompetenza valvolare delle
vene testicolari
- Alla palpazione si sente una struttura
vascolare tortuosa
- Seme di scarsa qualità
ORCHITE/EPIDIDIMITE
• Infiammazione del testicolo/epididimo
• Può essere unilaterale o bilaterale
• Causata da batteri (Brucella, A. pyogenes,
streptococchi…), virus (BVH 4,
Picornaviridae)
• Fase acuta: testicolo e scroto ingrossati,
caldi, dolenti con accumulo di essudato
sieroso tra il testicolo e la tunica vaginale,
risentimento generale con febbre e
inappetenza
Orchite nel toro
Orchite nell’ariete
Orchite necrotica-suppurativa
• La fertilità diminuisce. L’eiaculato è di
volume normale, ma più acquoso e chiaro
con presenza, in alcuni casi di sangue e
pus; riduzione del numero di spz con una
elevata percentuale di forme anormali.
• Se è colpito solo un testicolo, l’altro va
incontro a degenerazione transitoria,
durante la fase acuta, per aumento della
temperatura all’interno dello scroto.
• In caso di orchite/epididimite cronica, lo
scroto è generalmente normale, mentre il
testicolo diventa molle e atrofico.
L’epididimo può sembrare più duro del
normale.
• Terapia: ampicillina, amoxicillina e
associazioni trimethoprim-sulfamidici (per
almeno 2 settimane).
NEOPLASIE TESTICOLARI
• Tumori delle cellule del Sertoli
• Tumori delle cellule del Leydig
• Seminomi
Frequenti soprattutto nei cani, meno nelle
altre specie.
• Seminoma: (derivano dalle cellule
germinali del tubulo seminifero) bianchi,
soffici e protrundenti
• Tumori delle cellule del Sertoli: bianchi,
con molto tessuto fibroso; determinano
iperestrogenismo
• Tumori delle cellule del Leydig: gialli,
soffici, con aree di emorragie
Tumore delle cellule del Leydig
Tumore delle cellule del Sertoli
Seminoma
Sintomi:
• Aumento delle dimensioni inguinali o
scrotali
• Alopecia
• Ginecomastia
• Metaplasia squamosa della prostata
• Anemia, trombocitopenia, leucopenia
• Atrofia testicolare
Diagnosi:
• Ecografia (ecogenicità mista)
• Aspirazione con ago sottile (per
differenziare da ascessi o granulomi)
Terapia:
• Castrazione
CASTRAZIONE NEL
CAVALLO
SEDAZIONE ED ANESTESIA
• CASTRAZIONE IN STAZIONE:
- Detomidina (20-40 µg/Kg) e Butorfanolo (0,01-0,05 mg/Kg)
- Xilazina (0,3-0,5 mg/Kg) e Butorfanolo (0,01-0,05 mg/Kg)
Anestesia locale (10-20 ml di lidocaina)
lidocaina
- nel cordone spermatico
- nel parenchima
ANIMALE ABBATTUTO:
• Xilazina (1,1 mg/Kg IV) + Ketamina (2,2 mg/Kg IV) +
Diazepam (0,05-0,1 mg/Kg IV)
L’aggiunta di Butorfanolo (0,02-0,03 mg/Kg) determina
analgesia addizionale.
Questa combinazione permette un tempo operatorio di
12-15 minuti.
TECNICA CHIRURGICA IN CAVALLI
NORMALI
TECNICA A FUNICOLO APERTO:
• Si effettua un’ incisione longitudinale attraverso la
pelle scrotale, il dartos, la fascia scrotale, la tunica
vaginale.
• Si prolassa il testicolo
• Si evidenzia il cordone spermatico
• Si taglia la parte non vascolare (m.lo cremastere,
dotto deferente)
• Si applica l’emasculatore alla parte vascolare.
• Si legano i vasi con un punto ad 8
• Si recide
TECNICA A FUNICOLO CHIUSO:
• La tecnica è simile alla precedente, ma non s’incide
la tunica vaginale.
• L’emasculatore viene posto su tutto il cordone
spermatico.
CASTRAZIONE DI UN CAVALLO
CRIPTORCHIDE
L’approccio chirurgico può essere:
• Inguinale
• Parainguinale
• Soprapubico paramediano
• Dal fianco sinistro
• In laparoscopia
MONORCHIDISMO
• Completa assenza di un testicolo
• Una definitiva diagnosi può essere fatta solo dopo
eplorazione chirurgica dell’addome, rimozione dell’altro
testicolo e test ormonale.
• L’esame ormonale include:
- concentrazione di testosterone ed estrone solfato
- concentrazione di testosterone in seguito a
stimolazione con hCG (6000-10000 UI)
- concentrazione di estrone solfato fecale
COMPLICAZIONI DELLA
CASTRAZIONE
•
•
•
•
•
•
Scolo post-operazione
Eccessiva emorragia
Funiculite
Prolasso di intestino
Peritonite
Idrocele
VASECTOMIA
• Inibisce la fertilità conservando le
caratteristiche comportamentali del
maschio e la produzione di testosterone
• Dopo la vasectomia, gli spermatozoi
permangono nell’eiaculato del cane per 3
settimane ed in quello del gatto per 7
settimane
• Eseguire un’incisione della lunghezza di 1-2 cm
al disopra del funicolo spermatico, tra lo scroto e
l’anello inguinale;
• Localizzare il funicolo spermatico mediante
dissezione;
• Incidere la tunica vaginale ed isolare il dotto
deferente;
• Eseguire una doppia legatura del dotto
deferente
• Asportare un tratto di circa 0,5 cm tra le due
legature
• Ripetere la procedura sul funicolo controlaterale;
• Apporre i tessuti sottocutanei e la cute.