Ho imparato con entusiasmo a suo
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Ho imparato con entusiasmo a suo
Amadeus Amadeus Jacques-Martin Hotteterre (Parigi, 29/9/1674 - ivi, 16/7/1763) 1 Prelude pour la flute à bec, modulè simplement “Tendrement sans lenteur” (0:52) Georg Philipp Telemann (Magdeburgo, 14/3/1681 - Amburgo, 25/6/1767) Suite in la minore per flauto dolce, archi e basso continuo [TWV 55:a2] (26:52) Sonata in fa maggiore per due chalumeaux, violini unisoni e basso continuo 2 Ouverture 3 Les Plaisirs 4 Air à l’Italien (Largo, Allegro, Largo) 5 Menuet I et II alternativement 6 Réjouissance Vite 7 Passepieds I et II 8 Polonoise [TWV 43:F2] (13:01) bo [Largo] bp Allegro bq Grave br Vivace 6:16 3:11 6:33 3:25 2:19 1:41 3:23 Concerto in do maggiore per flauto dolce, archi e basso continuo [TWV 51:C1] (15:36) 9 Allegretto bl Allegro bm Andante bn Tempo di Menuet 2:47 3:23 3:50 5:35 1:17 4:53 3:54 2:54 “Concerto di camera” in sol minore per flauto dolce, due violini e basso continuo [TWV 43:g3] (17:57) bs [Allegro] bt Siciliana bu Bourrée cl Menuet e Trio 5:00 7:14 1:35 4:07 Telemann Il Giardino Armonico Giovanni Antonini flauto dolce, chalumeau tenore e direzione musicale Tindaro Capuano chalumeau contralto - Enrico Onofri violino (2-8) Stefano Barneschi violino e viola (2-8) - Marco Bianchi violino Liana Mosca violino (2-8) e viola - Paolo Beschi violoncello - Giancarlo De Frenza violone Evangelina Mascardi tiorba - Riccardo Doni clavicembalo NON IN VENDITA SEPARATAMENTE DA AMADEUS AM 313-2 T. T.: 74:20 Suite, Sonata, Concerti pour la flûte à bec e les chalumeaux Il Giardino Armonico Giovanni Antonini flauto, chalumeau e direzione musicale Jacques-Martin Hotteterre (Parigi, 29/9/1674 - ivi, 16/7/1763) 1 Prelude pour la flûte à bec, modulè simplement “Tendrement sans lenteur” (0:52) (da L’Art de Preluder, Parigi 1719) Georg Philipp Telemann (Magdeburgo, 14/3/1681 - Amburgo, 25/6/1767) Suite in la minore per flauto dolce, archi e basso continuo [TWV 55:a2] 2 Ouverture (6:16) • 3 Les Plaisirs (3:11) • 4 Air à l’Italien (Largo, Allegro, Largo) (6:33) 5 Menuet I et II alternativement (3:25) • 6 Réjouissance Vite (2:19) 7 Passepieds I et II (1:41) • 8 Polonoise (3:23) Il Giardino Armonico Giovanni Antonini direzione musicale flauto dolce (Fulvio Canevari, Milano metà anni ’80 del XX secolo; per gentile concessione di Tonino Labollita); chalumeau tenore (Andreas Schöni, Berna 2012) Tindaro Capuano chalumeau contralto (Stefano Furini, 2009; copia Liebav) Enrico Onofri violino (Suite: anonimo italiano, inizio XVIII secolo) Stefano Barneschi violino (Jacques Boquay, Paris 1719); viola (Suite: Georg Klotz, Mittenwald ca. 1760) Marco Bianchi Concerto in do maggiore per flauto dolce, archi e basso continuo [TWV 51:C1] violino (François Coussin, Francia ca. 1850; copia Steiner) 9 Allegretto (2:47) • bl Allegro (3:23) • bm Andante (3:50) • bn Tempo di Menuet (5:35) violino (Sonata: scuola veneziana, ca. 1750); viola (scuola Storioni, fine sec. XVIII) Sonata in fa maggiore per due chalumeaux, violini unisoni e basso continuo [TWV 43:F2] violoncello (Carlo Antonio Testore, Milano 1754) bo [Largo] (1:17) • bp Allegro (4:53) • bq Grave (3:54) • br Vivace (2:54) Liana Mosca Paolo Beschi Giancarlo De Frenza violone (Roberto Paol’Emilio, Pescara 2005; copia Gasparo da Salò, 1590) Evangelina Mascardi tiorba (Francisco Hervas, 1997) “Concerto di camera” in sol minore per flauto dolce, due violini e basso continuo [TWV 43:g3] Riccardo Doni bs [Allegro] (5:00) • bt Siciliana (7:14) • bu Bourrée (1:35) • cl Menuet e Trio (4:07) clavicembalo (Andrea Restelli 1998; copia Christian Vater, 1738, Germanisches National Museum di Norimberga - Suite: Andrea Restelli 2005; copia Philip Jakob Specken, 1748) 2 3 guida all’ascolto Telemann si muove la sua musica, alla costante ricerca di quello stile “tedesco” che non verrà mai, di fatto, portato a compimento. È proprio lo stile francese in particolare ad attrarre fortemente Telemann, come risulta evidente, ad esempio, nelle sue seicento e passa Ouverture orchestrali giunte fino a noi. Del resto, è proprio su suolo francese che nasce e si sviluppa il flauto, uno degli strumenti prediletti dal compositore. Ad aprire il programma dunque un omaggio a quella tradizione con uno dei tanti Prelude composti da Jacques-Martin Hotteterre 1, uno dei maggiori rappresentanti della famiglia di costruttori-musicisti-compositori attivi fra Seicento e Settecento in Francia. Riccamente ornato, dove il solo strumento si fa portavoce di preziosi ideali estetici, questo preludio rappresenta l’ideale introduzione alla tonalità di la minore che caratterizza il brano che segue, il più famoso oggi, forse, di Telemann: la Suite in la minore per flauto dolce e archi (TWV 55:a2), il cui titolo originale è “Ouverture. a flute conc.”. Si tratta certamente di una delle composizioni più rappresentative di Telemann nonché una delle più eseguite dai flautisti. Strutturata in sette movimenti, si apre 2 con l’Ouverture Suite, Sonata, Concerti pour la flûte à bec e les chalumeaux di Gabriele Formenti H o imparato con entusiasmo a suonare le tastiere, il violino e il flauto. E ora mi sto dedicando all’apprendimento dell’oboe, del flauto traverso, dello chalumeau, della viola da gamba e perfino del contrabbasso e del trombone». Così scrive Georg Philipp Telemann nella sua autobiografia pubblicata ad Amburgo nel 1740. Prezioso documento musicologico che aiuta a comprendere la dimensione straordinaria di questo musicista, fra i più prolifici della storia musicale e fra i più richiesti all’epoca. Fu intelligente imprenditore di se stesso (intraprendendo anche l’attività di editore di molte sue composizioni), attento al denaro quanto alle mode musicali del momento. Fra stile italiano e stile francese 4 nel più tipico stile francese puntato, con struttura A-B-A, dove nella sezione B troviamo un motivo fugato poi ripreso anche dal flauto nel suo “solo”. I successivi movimenti di danza sono un chiaro omaggio alla tradizione di Rameau e Couperin con brani dai titoli suggestivi come Les Plaisirs 3, caratterizzato da un Presto dal carattere “staccato” affidato ai soli archi che introduce il Trio con il solo flauto che – per contrasto – utilizza una sequenza di scale legate. Il successivo movimento, Air à l’Italien 4 è invece un omaggio alla tradizione operistica italiana: qui il flauto diviene la voce solista di una tipica aria tripartita A-B-A1: a una prima sezione estremamente cantabile segue (B) un allegro puntato e staccato che riporta poi alla ripresa (A1) fiorita. Seguono due minuetti in alternanza 5 e nuovamente in contrasto fra loro (nel primo i soli archi, nel secondo con il flauto), un’altra danza dal titolo Rejouissance 6 dove l’impegno richiesto al flauto solista è notevole, due Passepied 7 in alternanza e in contrasto fra loro anche per la tonalità (in la minore il primo, in la maggiore il secondo). La suite termina con una Polonaise 8 che, a discapito di quanto il nome possa suggerire, non ha il sapore “polacco” tipico di altre composizioni di Telemann dove il riferimento al folclore di quella terra è molto più marcato e suggestivo. Questa Suite per flauto dolce è l’emblema di quanto lo stile compositivo di Telemann si fosse affinato nel corso degli anni. Ancora una volta è la sua autobiografia a illuminarci su questo aspetto. In particolare, di grande effetto è il passo in cui Telemann dichiara: «A un certo punto della mia vita mi sentivo come uno di quegli chef che hanno talmente tante pentole sui fornelli da non riuscire a ricavare un singolo grande piatto, ma solamente piccoli assaggi da ognuna di queste pentole. Ma io volevo preparare un grande “pranzo”, utilizzando la mia penna e per fare questo mi aiutai con tutta l’esperienza ricavata in anni di studio e composizione con la musica strumentale e vocale». Il Concerto in do maggiore (TWV 51:C1) si presenta in quattro movimenti: Allegretto iniziale 9, con entrata solistica del flauto che sfrutta il registro più acuto dello strumento, nella “solare” tonalità di do maggiore, cui segue un Allegro bl, dove l’inizio sincopato degli archi 5 caratterizza immediatamente l’andamento ritmico del brano, piuttosto impegnativo dal punto di vista tecnico per il flauto, chiamato ad ampi passaggi in progressione; l’Andante bm, in la minore, autentico gioiello per l’inventiva melodica e infine il Tempo di Minuet bn, inusuale conclusione per un concerto in stile italiano. Un chiaro omaggio ancora una volta allo stile francese tanto amato dal compositore. In questo movimento abbondano le progressioni di carattere vivaldiano e lo spiccato virtuosismo richiesto al flauto, attraverso veloci quartine di sedicesimi staccate. Molto meno nota è la Sonata in fa maggiore per due Chalumeaux (TWV 43:F2), giunta fino a noi in una serie di manoscritti redatti, fra il 1724 e il 1734, da Christoph Graupner, amico di Telemann e suo collega durante il periodo di Lipsia e di Francoforte. Nei manoscritti di Graupner compare la dicitura “Concerto”. È probabile che questa fosse l’originale denominazione voluta dallo stesso Telemann e l’ipotesi è del resto suffragata dal secondo movimento Allegro bp, nella tipica struttura “a ritornello”, dove i violini all’unisono fungono da “tutti” orchestrale, con i due chalumeaux solisti. Proprio su questa composizione si sono soffermati alcuni recenti studi musicologici che hanno riportato in luce la pratica della “Sonata auf Concertenart”, una sorta di genere “ibrido” fra la Sonata e il Concerto che utilizza, cioè, la struttura tipica della sonata sapientemente miscelata con quella del Concerto, attraverso precisi richiami stilistici. Il genere fu molto utilizzato all’epoca, non solo da J.S. Bach ma anche da altri compositori. Assai interessante qui è la scelta di utilizzare lo chalumeau, antenato del clarinetto, a dimostrazione dell’assoluta versatilità e idiomaticità della scrittura di Telemann. In particolare, proprio allo chalumeau Telemann dedicherà più di una composizione fra il 1718 e il 1760: lo troviamo infatti impiegato in diverse sue opere nonché in alcune cantate da chiesa. Del resto, ricordiamo che proprio in Germania lo strumento godette di grande popolarità e per esso scrissero anche Dittersdorf, Hasse, Gluck, Molter e lo stesso Graupner. A un primo movimento senza indicazione di tempo bo, che sembra richiamarsi a una Sarabanda, introdotto dai due chalumeaux, segue il già citato Allegro bp, introdotto dai violini all’unisono. La sezione solisti6 ca riservata ai due strumenti è piuttosto impegnativa dal punto di vista tecnico, a dimostrazione di come lo strumento fosse popolare all’epoca e anche, evidentemente, del livello raggiunto da certi solisti. Il terzo movimento è un Grave bq di chiara ispirazione corelliana, evidente nell’utilizzo di un basso “passeggiato” che accompagna archi e chalumeaux. Interessante è la parte del secondo chalumeau, cui è richiesto un accompagnamento in quartine di sedicesimi, mentre al primo solista è affidata una parte più cantabile. L’ultimo movimento è un Vivace br, in tempo ternario, piuttosto concitato ritmicamente con i due solisti che procedono in parallelo, spesso a distanza di terze. L’ultimo brano in programma è il “Concerto di camera” in sol minore (TWV 43:g3). Anche questo, come nel caso del Concerto in do maggiore, si presenta con una struttura “ibrida” dove forti ed equipollenti sembrano essere i richiami tanto allo stile italiano quanto a quello francese. Tale “ibridazione” è del resto presente fin dal titolo: “Concerto di camera per flauto à bec”. Il primo movimento è un Allegro bs, dal carattere vivaldiano con progressioni poi riprese nel “solo” strumentale. Piuttosto interessante è la figurazione ritmica del secondo tema affidato al flauto con veloci e impegnativi ribattuti. Nella sezione B di questo primo movimento proseguono le progressioni, sempre attraverso veloci quartine di sedicesimi del flauto. Il secondo movimento è una Siciliana bt, caratterizzata dal tipico andamento puntato, qui impreziosito da Telemann attraverso un ampio utilizzo di terzine, subito reiterate dal flauto nell’esposizione del proprio “solo”. Interessanti sono le cadenze scritte con biscrome in chiusura tanto della prima parte che della seconda. L’utilizzo della figurazione in biscroma caratterizza anche gran parte del “solo” flautistico della seconda parte del movimento. Gli ultimi due movimenti di questo concerto omaggiano ancora una volta la tradizione francese. Il terzo movimento bu è una deliziosa Bourrèe dove il flauto sembra giocare con trilli e terzine. Il tutto si conclude con un Menuet cl, alternato, come da tradizione, da un “Trio” dal carattere contrastante dove il flauto torna assoluto protagonista attraverso ampie volate in quartine di sedicesimi. 7 interpreti Il Giardino Armonico Kožená, Viktoria Mullova, Christophe Coin, Giuliano Carmignola e molti altri. Ha partecipato a numerose produzioni operistiche tra cui L’Orfeo di Monteverdi, La serva padrona di Pergolesi, l’Ottone in Villa di Vivaldi e di Händel L’Agrippina, La Resurrezione, Il Trionfo del Tempo e del Disinganno e Giulio Cesare, quest’ultima con Cecilia Bartoli come protagonista ottenendo un grandissimo successo al Festival di Salisburgo del 2012. Per molti anni ha inciso in esclusiva per Teldec Classics riscuotendo grande successo di pubblico e di critica e ricevendo numerosi riconoscimenti internazionali per le registrazioni di composizioni di Vivaldi, Bach e altri compositori del ’700. Successivamente per la casa discografica francese Naïve sono stati pubblicati La Casa del Diavolo e i Concerti per violoncello di Vivaldi con Christophe Coin e per l’etichetta inglese Onyx i Concerti per violino di Vivaldi con Viktoria Mullova. Nel 2000 ha iniziato una collaborazione con il mezzosoprano Cecilia Bartoli con il disco Vivaldi Album per Decca Music. Il risultato di questo incontro viene insignito anche del prestigioso Grammy Awards. F ormatosi a Milano nel 1985 e diretto da Giovanni Antonini, è oggi uno dei più apprezzati e richiesti gruppi musicali specializzati nell’esecuzione con strumenti originali. Il repertorio dell'ensemble, il cui organico varia da tre a trenta musicisti a seconda delle necessità di partitura, si incentra soprattutto sulla musica strumentale e vocale del Sei-Settecento. È regolarmente ospite dei maggiori Festival Internazionali e svolge un’intensissima attività concertistica nei più importanti teatri e sale da concerto di tutto il mondo: Concertgebouw di Amsterdam, Wigmore Hall e Barbican di Londra, Musikverein di Vienna, Théâtre des Champs-Elysées di Parigi, Alte Oper di Francoforte, Staatsoper unter den Linden di Berlino, Filarmonica di San Pietroburgo, Teatro Bol’šoj di Mosca, Palais des Beaux-Arts di Bruxelles, Oji Hall di Tokio, Carnegie Hall di New York, Sydney Opera House e Teatro Colón di Buenos Aires, collaborando con solisti di fama internazionale quali Cecilia Bartoli, Isabelle Faust, Katia e Marielle Labèque, Bernarda Fink, Magdalena 8 La Passione, e in maggio 2015 il secondo dal titolo Il Filosofo (etichetta AlphaOuthere). In ottobre 2015 La Passione ha vinto l’Echo Klassik, e Il Filosofo è Choc de l’Année per la rivista Classica. ilgiardinoarmonico.com Nel maggio 2008 il gruppo ha firmato un’esclusiva con Decca/L’Oiseau-Lyre pubblicando negli anni l’integrale dei Concerti Grossi op. VI di Handel, Il Pianto di Maria con il mezzosoprano Bernarda Fink, il disco Sacrificium per una nuova collaborazione con Cecilia Bartoli, ricevendo dopo soli tre mesi il disco di platino in Francia e in Belgio, e infine il cd Alleluja con il giovane soprano russo Julia Lezhneva. Nel dicembre 2010 un altro disco per Naïve con l’opera Ottone in Villa di Vivaldi viene premiato con il Diapason d’Or nel 2011. Attualmente sono previsti progetti con la violoncellista Sol Gabetta, il soprano Julia Lezhneva (con il secondo cd per Decca, che verrà pubblicato il prossimo inverno), la violinista Isabelle Faust (con l’integrale dei Concerti per violino di Mozart), il violoncellista Giovanni Sollima e il soprano Anna Prohaska. È stata creata a Basilea la “Haydn Stiftung Basel” a favore del progetto ventennale “Haydn2032”, per sostenere l’incisione dei dischi e i concerti in varie capitali europee con programmi tematici incentrati su questo affascinante repertorio. Nel novembre 2014 è uscito il primo cd dal titolo Giovanni Antonini N ato a Milano, ha compiuto gli studi musicali presso la Civica Scuola di Musica della sua città e si è perfezionato presso il Centre de Musique Ancienne di Ginevra. È membro fondatore dell’ensemble Il Giardino Armonico, che dirige stabilmente dal 1989 e con cui ha tenuto concerti in tutta Europa, negli Stati Uniti, in Canada, Sudamerica, Australia, Giappone e Malesia, sia come direttore che come solista al flauto dolce e al flauto traverso barocco. Collabora con molti artisti di fama internazionale tra i quali Cecilia Bartoli, Isabel Faust, Viktoria Mullova, Giuliano Carmignola, Giovanni Sollima, Sol Gabetta, Katia e Marielle Labèque, Kristian Bezuidenhout. Noto per la sua raffinata interpretazione 9 (Concerti Brandeburghesi), Biber e Locke. Per Naïve ha inciso l’opera Ottone in Villa di Vivaldi, e negli ultimi anni ha registrato con Il Giardino Armonico in esclusiva per la casa discografica Decca, per la quale ha inciso Norma di Bellini con Cecilia Bartoli. Con l’Orchestra da Camera di Basilea sta portando a termine la registrazione integrale delle Sinfonie di Beethoven per la casa discografica Sony, di cui le prime otto sono già state pubblicate. È direttore artistico e musicale del prestigioso progetto ventennale “Haydn2032”, che prevede la registrazione integrale delle Sinfonie di Haydn, che verranno eseguite in alcune delle principali capitali europee. Il primo disco La Passione è stato pubblicato da Alpha-Outhere in novembre 2014 e in maggio 2015 il secondo disco Il Filosofo. del repertorio classico e barocco, da diversi anni è invitato a dirigere prestigiose orchestre, collaborando regolarmente con i Berliner Philharmoniker, il Concertgebouw di Amsterdam, la Tonhalle di Zurigo, l’orchestra del Mozarteum di Salisburgo, la Orquesta Nacional de Espana, la Gewandhaus di Lipsia, l’Orchestra da Camera di Basilea. In ambito operistico ha diretto Le nozze di Figaro di Mozart e Alcina di Händel al Teatro alla Scala di Milano; nella stagione 2013/14 ha diretto nuovamente Alcina all’Opera di Zurigo. Nel 2012 ha diretto Giulio Cesare di Händel con Cecilia Bartoli al Festival di Salisburgo, al quale ha partecipato nel 2013 dirigendo Norma di Bellini; nel 2015 ha diretto nuovamente Norma a Salisburgo e a Zurigo, mentre nell’autunno 2016 tornerà a Zurigo per la direzione delle Nozze di Figaro. Dal settembre 2013 è Direttore Artistico del Festival Internazionale Wratislavia Cantans a Wroclaw (Polonia). Con Il Giardino Armonico ha registrato per Teldec Classics numerosi dischi dedicati a Vivaldi (tra cui Le quattro stagioni) e ad altri compositori del Settecento, Bach Amadeus n. 313 (12/2015) Periodico registrato al Tribunale di Milano 186/19-03-1990 𝖯 2015 Giovanni Antonini 𝖢 2015 s.r.l. Direttore responsabile Gaetano Santangelo Redazione Andrea Milanesi Grafica e impaginazione Dario Codognato Registrazione 8-10 febbraio 2012 e 11-14 marzo 2013, Sacrestia Monumentale della Chiesa di S. Marco, Milano Tecnico del suono ed editing Jean-Daniel Noir Pre-editing Elena Russo In copertina Il Giardino Armonico (foto di Francesco Ferla) Sulla custodia Giovanni Antonini (foto di Federico Emmi) N.B.: È possibile scaricare questo booklet in formato digitale all'indirizzo www.amadeusonline.net/books/201512.pdf 10