Relazione tecnica - Portale Cartografico della Città Metropolitana di

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Relazione tecnica - Portale Cartografico della Città Metropolitana di
Dipartimento VI
Governo del Territorio
Provincia di Roma
CONVENZIONE
SERIE DI VEGETAZIONE E VEGETAZIONE
NATURALE POTENZIALE DELLA PROVINCIA DI
ROMA
RELAZIONE FINALE
20 DICEMBRE 2013
Centro di Ricerca Interuniversitario
Biodiversità, Fitosociologia ed Ecologia del paesaggio (CIRBFEP)
Sapienza Università di Roma
INDICE
PREMESSA
1. LO STUDIO DELLA VEGETAZIONE E LA FITOSOCIOLOGIA MODERNA
1.1 LA FITOSOCIOLOGIA CLASSICA E IL CONCETTO DI ASSOCIAZIONE VEGETALE
1.2 IL METODO FITOSOCIOLOGICO CLASSICO
1.2.1 Fase analitica
1.2.2 Fase sintetica
1.3 LA FITOSOCIOLOGIA INTEGRATA E I CONCETTI DI SERIE DI VEGETAZIONE E GEOSIGMETO
1.4 METODOLOGIA PER LO STUDIO DELLE SERIE DI VEGETAZIONE
2. AGGIORNAMENTO DELLA CARTA DELLA VEGETAZIONE REALE
(FITOSOCIOLOGICA) DELLA PROVINCIA DI ROMA (SCALA 1:25.000), CON
L’INDICAZIONE DELLE EMEGENZE CENOLOGICHE E DEGLI HABITAT DI
INTERESSE COMUNITARIO
2.1 INTRODUZIONE
2.2 AGGIORNAMENTO DELLA CARTA DELLA VEGETAZIONE REALE
2.2.1 Fotointerpretazione della copertura ed uso del suolo
2.2.2 Campionamento: rilievi fitosociologici e punti di controllo
2.2.3 Elaborazione dati e caratterizzazione fitosociologica delle comunità naturali e
semi-naturali
2.2.4 Le comunità vegetali presenti nel territorio provinciale
2.3 INDICAZIONE
DELLE EMERGENZE CENOLOGICHE E DEGLI HABITAT DI INTERESSE
COMUNITARIO
2.3.1 Emergenze cenologiche nella provincia di Roma
2.3.3 Habitat di interesse comunitario nella provincia di Roma
3. CARTA DELLA VEGETAZIONE NATURALE POTENZIALE E CARTA DELLE
SERIE DI VEGETAZIONE (SCALA 1:25.000)
3.1 INTRODUZIONE
3.2 DATI E METODI
3.3 RISULTATI
3.3.1 La vegetazione naturale potenziale della provincia di Roma
3.3.2 Le serie di vegetazione della provincia di Roma
4. VALUTAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE E CARTA DELLO
STATO DI CONSERVAZIONE (SCALA 1:25.000)
4.1 INTRODUZIONE
4.2 DATI E METODI
1
4.3 RISULTATI
4.3.1 Stato di conservazione per tipologie di VNP e di mosaico
4.3.2 Gap analysis
ELENCO DEI PRODOTTI DI CONSEGNA
BIBLIOGRAFIA CITATA
2
PREMESSA
Questa relazione costituisce il resoconto finale della Convenzione Serie di vegetazione e
vegetazione naturale potenziale della Provincia di Roma, stipulata tra il Centro di Ricerca
Interuniversitario CIRBFEP e il Dipartimento VI-Governo del Territorio della Provincia di
Roma. La relazione illustra gli obiettivi, la metodologia ed i risultati relativi a tutti i prodotti
realizzati nelle fasi B e a C della Convenzione, ed è da intendersi a tutti gli effetti sostitutiva di
quelle precedentemente consegnate (luglio 2013).
Si articola in questo modo:
Il capitolo 1 illustra sinteticamente i principi base della fitosociologia moderna, contesto di
riferimento fondamentale per tutte le analisi e i prodotti realizzati.
Il capitolo 2 descrive la procedura metodologica e i risultati relativi alla versione aggiornata
della Carta della Vegetazione reale (fitosociologica) a scala 1:25.000, con l’indicazione delle
emergenze cenologiche e degli habitat di interesse comunitario. Questa carta fornisce un quadro
conoscitivo dettagliato del mosaico territoriale reale, interpretato in base alla significatività
ecologica delle classi di copertura del suolo per la ricostruzione delle potenzialità vegetazionali e
per l’analisi dello stato di conservazione.
Il capitolo 3 delinea la metodologia e i risultati relativi alla carta delle serie di vegetazione e alla
carta della vegetazione naturale potenziale, entrambe realizzate a scala 1:25.000. La carta della
vegetazione naturale potenziale (VNP) definisce e rappresenta gli ambiti di territorio omogenei
per potenzialità vegetazionali (con riferimento alle tappe mature della vegetazione), mentre la
carta delle serie articola queste potenzialità definendo e rappresentando tutte le cenosi vegetali e
coperture del suolo che tendono verso uno stesso tipo di VNP.
Il capitolo 4 descrive metodologia e risultati relativi alla valutazione dello stato di
conservazione, basata sulla riclassificazione delle comunità vegetali e delle coperture di suolo
secondo una scala di qualità ambientale, e sul calcolo di un indice sintetico (ILC) riferito alle
classi di qualità presenti all’interno degli ambiti di pertinenza delle tipologie di vegetazione
potenziale. Al fine di individuare le priorità per la gestione e pianificazione in un’ottica di sintesi
territoriale, questa fase di analisi ha prodotto la Carta dello stato di conservazione a scala
1:25.000 e ha calcolato i valori di ILC per tipologie di VNP e per le porzioni di VNP ricadenti
all’interno di ciascuna delle Unità Territoriali Ambientali definite nel Piano Territoriale
Provinciale Generale. Infine, attraverso una gap analysis, ha individuato le tipologie di serie non
sufficientemente rappresentate all’interno del sistema di aree protette del territorio provinciale e/o
con stato di conservazione basso.
3
La relazione si conclude quindi con l’elenco dei prodotti di consegna e l’elenco delle
pubblicazioni citate nel testo.
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1.
LO
STUDIO
DELLA
FITOSOCIOLOGIA MODERNA
1.1 LA FITOSOCIOLOGIA
ASSOCIAZIONE VEGETALE
VEGETAZIONE
CLASSICA
E
IL
E
CONCETTO
LA
DI
La vegetazione di un territorio è data dall’insieme delle comunità vegetali presenti in esso.
Nello studio della vegetazione si considerano sia la struttura che la sistematica delle cenosi
vegetali, e si analizzano la composizione in specie e le variazioni spaziali e temporali della natura
e distribuzione delle comunità (Mueller-Dombois & Ellenberg, 1974). Composizione e struttura
seguono modelli naturali, che sono determinati dalle caratteristiche ambientali e dalle interazioni
tra specie, ed influenzati in diverso grado dall’azione diretta o indiretta dell’uomo. Questo fa sì
che la vegetazione abbia un elevato contenuto informativo a livello ambientale e territoriale.
Esistono differenti approcci allo studio della vegetazione, tra questi uno dei maggiormente
sviluppati in Europa e in Italia è quello della fitosociologia. Questa disciplina, proposta
inizialmente dalla scuola di Zurigo-Montpellier guidata da Braun-Blanquet (1915, 1932), analizza
la composizione floristico-quantitativa delle comunità vegetali e pone una forte enfasi sulla loro
classificazione.
In particolare, la fitosociologia si basa sulle seguenti tre idee fondamentali:
1. Gli aggruppamenti vegetali sono caratterizzati da una ben determinata composizione
floristica, che descrive la complessità dei rapporti con il sistema ambiente meglio di
qualsiasi altro parametro.
2. Tra tutte le specie che compongono una fitocenosi, ve ne sono alcune che esprimono al
meglio la complessità dei rapporti interspecifici e delle relazioni tra la comunità e
l’ambiente.
3. Queste specie “diagnostiche” possono essere utilizzate per effettuare una classificazione
gerarchica degli aggruppamenti vegetali, che li inquadra all’interno di un sistema astratto i
cui livelli si chiamano genericamente syntaxa e la cui unità base è l’associazione vegetale.
Nella sua definizione originaria, proposta al Terzo Congresso Botanico Internazionale (1910),
l’associazione vegetale è “una comunità vegetale di composizione floristica definita, che presenta
una fisionomia uniforme e cresce in condizioni uniformi di habitat” (Flauhalt & Schroter, 1910).
Pochi anni dopo, Braun-Blanquet ha enfatizzato il criterio diagnostico floristico definendo
l’associazione come “un aggruppamento vegetale più o meno stabile e in equilibrio con il mezzo
ambiente, caratterizzato da una determinata composizione floristica, nella quale alcuni elementi
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esclusivi o quasi (specie caratteristiche) rivelano con la loro presenza una ecologia particolare e
autonoma” (Braun-Blanquet, 1915).
Successivamente, nel corso del Sesto Congresso Internazionale Botanico (1935), il concetto di
“specie caratteristiche” è stato sostituito da quello di “combinazione caratteristica di specie”, che
comprende sia le caratteristiche in senso stretto sia specie che sono regolarmente presenti in un
dato tipo di comunità o che manifestano una certa preferenzialità per esso (Westhoff & Van der
Maarel 1978). Questo ampliamento del criterio floristico ha permesso di ovviare alla difficoltà
oggettiva di trovare specie esclusive al di fuori di ambienti specializzati o di territori ricchi di
endemismi.
Due decenni dopo, all’Ottavo Congresso Internazionale Botanico (1954), la fitosociologia è
stata definita come lo studio delle comunità vegetali dal punto di vista floristico, ecologico,
dinamico, corologico e storico (Géhu 2006). In linea con questa dichiarazione, e con l’idea che né
la distribuzione della vegetazione né quella delle singole specie in una comunità sia casuale
(Westhoff 1970), il concetto di associazione vegetale ha incluso ulteriori caratteri diagnostici che
lo rendono più rigoroso e puntuale. Nella definizione moderna, infatti, l’associazione vegetale
rappresenta la tipizzazione astratta di un insieme di fitocenosi reali che condividono una
combinazione di specie caratteristica e statisticamente ripetitiva e che presentano caratteri simili
in termini di fisionomia, stratificazione, ecologia, dinamica, corologia e storia (Géhu & RivasMartinez 1981, Géhu 2006). L’associazione vegetale possiede quindi una relazione specifica con
l’ambiente in cui si trova, un propria dinamica evolutiva, un areale geografico ben definito e
determinate interazioni nel tempo con le attività antropiche e i cambiamenti ambientali. Questo
ampliamento di aspetti caratteristici implica un maggiore contenuto informativo dell’associazione
vegetale in termini ecologici e territoriali, che ne aumenta ulteriormente il valore di indicatore
biologico (Blasi e Frondoni, 2011).
1.2 IL METODO FITOSOCIOLOGICO CLASSICO
Il metodo fitosociologico si compone di due fasi: una fase analitica, che prevede il rilevamento
della vegetazione sul campo secondo un protocollo standard (rilievo fitosociologico); e una fase
sintetica di elaborazione ed interpretazione dei dati rilevati.
1.2.1 FASE ANALITICA
Il rilievo fitosociologico consiste in un inventario floristico accompagnato da coefficenti
quantitativi e qualitativi e da annotazioni ecologiche.
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Il punto di rilievo viene scelto all’interno di un’unità vegetazionale (popolamento elementare)
che rappresenta un ambito uniforme per composizione floristica, struttura e caratteristiche
ambientali. Questa scelta richiede una attenta analisi della coerenza strutturale e della
eterogeneità ambientale di dettaglio (Géhu 1986): aspetti diversi di vegetazione legati a variazioni
fini della topografia e/o caratterizzati da forme biologiche diverse non possono essere considerati
all’interno di uno stesso popolamento.
La superficie del rilievo è determinata in funzione del minimo areale, ovvero dell’area minima
all’interno della quale il popolamento vegetale è sufficientemente rappresentato. Per determinare
il minimo areale, il metodo più comune è quello di aumentare progressivamente la superficie di
rilevamento fino a quando il numero di specie si stabilizza.
L’esecuzione del rilievo può essere sinteticamente descritta in questi 3 passaggi:
1. Registrazione dei dati stazionali (località, caratteristiche dell’ambiente fisico, altezza e
copertura dei vari strati di vegetazione, annotazioni sul disturbo antropico, sull’incidenza
del pascolo, sui contatti con le comunità vegetali contigue).
2. Compilazione della lista di tutte le specie presenti nell’area prescelta.
3. Attribuzione alle singole specie del valore di abbondanza-dominanza secondo la scala di
Braun-Blanquet. Si tratta di una “scala mista” che stima sia il numero di individui di ogni
specie (abbondanza) sia la superficie occupata dalla proiezione a terra di tutti gli individui
di una stessa specie, in percentuale rispetto all’area totale del campione (dominanza o
copertura).
SCALA DI ABBONDANZA-DOMINANZA DI BRAUN-BLANQUET
Individui rari o isolati
R
Individui abbondanti e ricoprenti meno dell’1%
+
Individui abbondanti e ricoprenti tra l’1 ed il 5%
1
Individui molto abbondanti o ricoprenti tra il 5 ed il 25%
2
Individui in numero qualsiasi ricoprenti tra il 25 ed il 50%
3
Individui in numero qualsiasi ricoprenti tra il 50 ed il 75%
4
Individui in numero qualsiasi ricoprenti più del 75%
5
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1.2.2 FASE SINTETICA
In questa fase i rilievi fitosociologici vengono analizzati con metodi statistici che valutano la
somiglianza in termini floristici (Westhoff & van der Maarel 1978). Lo scopo è quello di
individuare delle tipologie vegetazionali ben differenziate, caratterizzabili e riconoscibili per la
presenza di specie esclusive o con frequenza chiaramente superiore rispetto ad altre unità.
Il punto di partenza dell’elaborazione dati è una tabella bruta che riporta i rilievi come colonne
e le specie (con i valori che assumono nei rilievi) come righe. Si possono utilizzare valori di
presenza-assenza (0-1) oppure valori quantitativi (abbondanza-dominanza).
I dati della tabella sono sottoposti a tecniche complementari di classificazione e ordinamento
(Blasi & Mazzoleni 1995). La classificazione ha lo scopo di individuare gruppi (o cluster)
mutualmente esclusivi che possiedono la massima omogeneità interna in termini di composizione
floristica. Gli studi di vegetazione utilizzano in genere metodi gerarchici di classificazione, che
producono un grafico ad albero (dendrogramma) molto utile per visualizzare le relazioni tra i
gruppi ai diversi livelli di somiglianza.
L’ordinamento, invece, è finalizzato all’analisi della distribuzione degli oggetti (rilievi o specie)
rispetto ai principali gradienti di variabilità (interpretabili come gradienti ecologici). Anche
l’ordinamento evidenzia l’esistenza di gruppi, che in questo caso riuniscono gli oggetti con
disposizione simile rispetto ai gradienti.
In genere si analizza sia la somiglianza tra rilievi in base alle specie, sia l’affinità tra specie
relativamente alla loro distribuzione nei rilievi. Questo permette di ottenere due sequenze diverse
di cluster, che vengono utilizzate per riorganizzare la tabella bruta: le colonne vengono spostate
secondo i risultati della classificazione dei rilievi, in modo da raggruppare quelli più simili;
analogamente, le righe vengono spostate in base ai risultati della classificazione delle specie, così
da riunire quelle che tendono ad essere presenti negli stessi rilievi (in caso di dati quantitativi,
anche con valori simili). Attraverso questa procedura si costruisce una tabella strutturata nella
quale “pacchetti” di specie caratterizzano gruppi di rilievi.
Infine, tramite lo studio comparativo con articoli e monografie di fitosociologia, e con l’aiuto
dell’analisi delle condizioni dinamiche, ecologiche e ambientali corrispondenti ai diversi gruppi
(coadiuvata dai dati stazionali), si cerca di interpretare i cluster che derivano dall’analisi
multivariata e di classificarli in unità fitosociologiche già descritte oppure, in mancanza di
opportuni riferimenti, in nuove unità. Si realizza così una tabella fitosociologica, nella quale i
cluster di rilievi corrispondono a specifici syntaxa, mentre le specie sono ordinate secondo il loro
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grado di fedeltà ai diversi livelli sintassonomici individuati (in genere associazione e livelli
gerarchicamente superiori: alleanza, ordine e classe)
1.3 LA FITOSOCIOLOGIA INTEGRATA E I CONCETTI DI SERIE DI
VEGETAZIONE E GEOSIGMETO
Se la fitosociologia classica rappresenta il primo livello di analisi cenologica, la fitosociologia
integrata analizza i mosaici di vegetazione in base alle relazioni spaziali tra le comunità vegetali
che li costituiscono, e assume quindi un’ottica di analisi del paesaggio vegetale.
Già Braun-Blanquet aveva parlato di “complessi di vegetazione” per indicare gruppi di
comunità vegetali che coesistono spazialmente all’interno di regioni omogenee in termini
climatici e floristici (Braun-Blanquet & Pavillard 1928; Braun-Blanquet 1932). È soprattutto
negli anni ’70, però, che l’attenzione dei fitosociologi si focalizza sui mosaici di vegetazione e sul
naturale dinamismo delle comunità vegetali, arrivando a formalizzare due nuovi rami della
fitosociologia: sinfito- e geosinfitosociologia (Rivas-Martinez 1976; Tüxen 1979; Géhu 1988;
Rivas-Martinez 2005).
In particolare, la sinfitosociologia studia gli insiemi di comunità vegetali dinamicamente
collegate che tendono ad un unico tipo di vegetazione naturale potenziale. Quest’ultima è definita
come la vegetazione che si svilupperebbe in un dato habitat se l’influenza dell’uomo sul sito
cessasse improvvisamente e fosse raggiunto subito lo stadio maturo (Tüxen 1956). L’unità di
base della sinfitosociologia è la serie di vegetazione o sigmeto (o sinassociazione). La serie
rappresenta l’espressione spaziale di tutti gli aggruppamenti vegetali presenti all’interno di
un’unità di territorio (tessera o unità ambientale) ecologicamente omogenea in termini di
vegetazione potenziale. Le singole comunità vegetali all’interno di una serie costituiscono gli
stadi dinamici o seriali.
La geosinfitosociologia, invece, analizza le relazioni topografiche tra comunità vegetali
all’interno di unità omogenee dal punto di vista geomorfologico e biogeografico dette catena.
L’unità di base è il geosigmeto che rappresenta l’espressione spaziale di tutte le comunità vegetali
appartenenti a serie diverse, ma contigue, all’interno di una stessa catena.
L’esistenza di questi due livelli di analisi in aggiunta allo studio classico delle comunità
vegetali e delle loro relazioni con l’ambiente permette di analizzare i modelli di distribuzione
delle fitocenosi a scale spaziali diverse, senza mai perdere l’informazione di dettaglio archiviata
nei rilievi fitosociologici. Grazie a questa potenzialità per la modellizzazione ecologica a diversi
livelli, la fitosociologia moderna può interagire con altre discipline nel campo dell’ecologia del
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paesaggio e della pianificazione, come strumento per caratterizzare e descrivere i paesaggi e per
ottenere modelli di riferimento fondamentali per la valutazione e il monitoraggio della qualità
ambientale (Blasi & Frondoni 2011).
1.4 METODOLOGIA PER LO STUDIO DELLE SERIE DI VEGETAZIONE
Nella proposta originaria la metodologia sinfitosociologica ricalca il metodo fitosociologico
classico (Gèhu 1986). Per lo studio del sigmeto, infatti, è necessario individuare un’unità di
territorio omogenea per potenzialità vegetazionale, all’interno della quale eseguire un inventario
delle comunità/associazioni presenti che tenga anche conto della occupazione spaziale di
ciascuna. I dati relativi alle associazioni sono poi classificati sulla base di una combinazione
caratteristica di associazioni e di un contesto ecologico, dinamico e corologico preciso, per
arrivare all’individuazione della tipologia di serie.
Nella pratica, questa procedura presenta delle difficoltà, soprattutto in contesti fortemente
antropizzati. Nella letteratura degli anni ’80 e ‘90, il problema di delimitare gli ambiti spaziali di
pertinenza di una data serie era affidato principalmente all’esperienza e alla conoscenza del
territorio da parte del fitosociologo ed era specificato solamente un intervallo di valori di
superficie adatti a tipificare i sigmeti, tenendo conto della superficie media della tappa matura.
Questo poneva diversi problemi pratici, soprattutto quando lo scopo non era solo definire i tipi,
ma anche rappresentarli cartograficamente, e quando il metodo era applicato ad ambienti agricoli
o artificiali, dove la mancanza o quasi di vegetazione naturale e seminaturale ostacola il
riconoscimento delle diverse potenzialità (Blasi, Capotorti & Frondoni 2005).
A fronte di queste difficoltà, negli ultimi anni Blasi e collaboratori hanno proposto una
metodologia integrata, che applica un approccio deduttivo per la delimitazione degli ambiti
territoriali con stessa potenzialità vegetazionale, ed un approccio induttivo basato sulla
esecuzione ed elaborazione di rilievi fitosociologici per la loro successiva caratterizzazione in
termini vegetazionali (Blasi, Carranza, Frondoni & Rosati 2000; Blasi, Filibeck, Frondoni, Rosati
& Smiraglia 2004; Blasi, Capotorti, Frondoni 2005). L’approccio deduttivo fa riferimento ai
principi e metodi della classificazione ecologica del territorio, che individua ambiti omogenei per
caratteri fisici e biologici (clima, litologia, geomorfologia, suolo) a scale progressivamente di
maggior dettaglio (Klijn & Udo de Haes 1994; Cleland et al. 1997). Poiché l’omogeneità dei
fattori fisici è, insieme all’unicità della flora, il presupposto per un’unica potenzialità
vegetazionale, l’integrazione gerarchica dell’informazione climatica, litologica e morfologica
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riesce effettivamente a cartografare le unità di territorio di pertinenza delle differenti serie,
ovviando ai problemi legati alla frammentazione degli habitat e ad altri disturbi. Una volta
stabilita la cornice spaziale degli ambiti di pertinenza, l’analisi fitosociologia tradizionale, basata
su dati di letteratura e/o di campo, permette di definire e caratterizzare la vegetazione potenziale e
tutti i relativi stadi seriali all’interno di ciascuna unità territoriale.
Con questa metodologia è stata recentemente realizzata la Carta delle Serie di vegetazione
d’Italia a scala 1:250.000 (Blasi ed. 2010), frutto della collaborazione di numerosi esperti
regionali di diverse Università italiane.
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2. AGGIORNAMENTO DELLA CARTA DELLA VEGETAZIONE
REALE (FITOSOCIOLOGICA) DELLA PROVINCIA DI ROMA
(SCALA 1:25.000), CON INDICAZIONE DELLE EMERGENZE
CENOLOGICHE E DEGLI HABITAT DI INTERESSE
COMUNITARIO
2.1 INTRODUZIONE
Come prima fase del programma esecutivo, la Convenzione prevede l’aggiornamento della
carta della vegetazione reale a scala 1:25.000 realizzata da Fanelli e collaboratori (2007). Una
condizione fondamentale per avviare questa fase di lavoro in maniera proficua è stato chiarire il
significato di “aggiornamento” e concordare di conseguenza l’impostazione e i dettagli della fase
operativa, insieme con il Servizio Rete Ecologica Provinciale del Dipartimento VI – Governo del
Territorio. Accedendo alla banca dati vegetazionale esistente, infatti, si sono riscontrate numerose
e importanti variazioni nella delimitazione geometrica e nell’attribuzione delle coperture di suolo,
dovute alla eterogeneità dei dati di partenza (ortofoto digitali IT2000, immagini SPOT5, Carta di
uso del suolo e delle fisionomie vegetazionali del Comune di Roma) e all’intervallo temporale a
cui fanno riferimento (1998-2003).
Stante così la situazione, mantenere per tutte le categorie di copertura del suolo il dettaglio
tematico e spaziale della banca dati vegetazionale originaria (che di seguito verrà indicata come
Banca Dati vegetazionale 2007 e abbreviata in BDV2007) poneva il problema di una mole di
lavoro di gran lunga eccedente il quadro della Convenzione, sia per quanto riguarda la tempistica
e i costi, sia rispetto alle reali esigenze e finalità. La stessa Convenzione, infatti, focalizza
l’attenzione sugli ambienti naturali e seminaturali, affermando che lo studio della vegetazione
debba essere finalizzato al solo aggiornamento, dove necessario, della banca dati esistente (art.
3). Per contro, non era possibile non aggiornare la geometria delle classi ricadenti nei sistemi
artificiale e agricolo, soprattutto perché alcune di esse hanno un una valenza significativa in
termini di potenzialità, di connettività ecologica, e di ripristino e recupero ambientale.
Si è pertanto deciso di fare riferimento ad uno schema di classificazione originale della
copertura del suolo, che varia il dettaglio tematico delle diverse classi in base al loro significato
ecologico ai fini della ricostruzione delle serie e della valutazione dello stato di conservazione. A
questa variabilità della risoluzione tematica corrisponde una variabilità della risoluzione spaziale,
sempre in accordo con il valore differenziale delle classi.
Tenendo conto di questo punto fondamentale, e considerate le altre necessità, abbiamo quindi
stabilito che l’aggiornamento della carta della vegetazione reale consistesse nei seguenti aspetti:
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 L’affinamento della coerenza spaziale e tematica tramite l’utilizzo di un unico tipo di dati
telerilevati acquisiti in una stessa data recente.
 La revisione dei limiti e della classificazione delle unità cartografate, utilizzando un
livello di dettaglio variabile a seconda delle classi di copertura, in funzione della
differente significatività ecologica.
 L’aggiornamento dell’inquadramento sintassonomico delle comunità vegetali presenti nel
territorio provinciale, con riferimento alla letteratura fitosociologica moderna, che basa la
caratterizzazione sintassonomica della vegetazione su un contesto floristico, ecologico,
dinamico e corologico. Rispetto agli inquadramenti classici, questa nuova impostazione
esalta i collegamenti del distretto tirrenico dell’Italia centrale con la penisola Balcanica e
la componente centro-meridionale, ridimensionando per contro l’elemento centroeuropeo
(Blasi, Di Pietro, Filesi 2004; Biondi et al. 2001; Scoppola et al. 1995). Tale
aggiornamento si è reso ancor più necessario tenendo conto del fatto che la Società
Botanica Italiana, nelle figure dei Proff. Biondi e Blasi e su incarico del Ministero
dell’Ambiente, sta elaborando la checklist sintassonomica aggiornata delle classi, ordini e
alleanze presenti in Italia.
 L’ampliamento della disponibilità di dati vegetazionali in forma di rilievi fitosociologici,
punti di controllo e siti puntuali.
 L’indicazione aggiornata delle emergenze cenologiche e degli habitat d’interesse
comunitario.
Questa impostazione ha prodotto un documento uniforme per dati di base e interpretazione, che
ha ampliato in misura significativa l’intera banca dati vegetazionale del 2007 e ha aggiornato la
geometria e attribuzione degli ambienti naturali e delle altre coperture secondo un dettaglio
coerente con una finalità di modellizzazione ecologica. Ha fornito quindi un quadro del mosaico
reale recente funzionale a tutti gli obiettivi stabiliti dalla Convenzione.
2.2 AGGIORNAMENTO DELLA CARTA DELLA VEGETAZIONE
REALE
Il lavoro cartografico ha previsto i seguenti passaggi:

Acquisizione della Banca Dati vegetazionale 2007 e di documenti cartografici ausiliari
georiferiti in Gauss-Boaga Roma40 fuso est (limiti amministrativi della Provincia di
Roma e dei Comuni, carte topografiche, DEM, limiti delle aree tutelate, Carta dell’uso del
suolo realizzato dalla Regione Lazio, Carta delle curve di livello areali 1:25.000, Carta
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litostratigrafica 1:100.000, Carta dei bacini idrografici, Carta idrogeologica a scala
1:100.000, Carta ecopedologica). Tutte le cartografie sono state fornite in formato digitale
dal Servizio Rete Ecologica Provinciale del Dipartimento VI – Governo del Territorio.
 Preparazione di una legenda preliminare su base fisionomica e sua progressiva definizione
in concomitanza con i controlli e le verifiche sul campo. Per contenuto tematico ed
organizzazione gerarchica, la legenda si è ispirata a quella adottata dal progetto europeo
CORINE Land Cover (Bossard et al. 2000) e dalla cartografia nazionale, che ha inserito
livelli di maggior dettaglio (APAT 2005).
 Definizione dell’unità minima cartografabile.
 Fotointerpretazione di riprese aeree recenti ed allestimento della cartografia fisionomica
della copertura del suolo, con l’ausilio di dati di campo.
 Interpretazione fitosociologica delle fisionomie vegetali e derivazione della cartografia
della vegetazione reale, con riferimento alla sintassonomia.
 Definizione delle emergenze cenologiche e degli habitat di interesse comunitario.
2.2.1 FOTOINTERPRETAZIONE DELLA COPERTURA ED USO DEL SUOLO
Un gruppo ristretto di fotointerpreti ha rivisto in maniera coordinata le unità cartografate nella
Banca Dati vegetazionale 2007 in sovrapposizione con ortofoto digitali a colori AGEA acquisite
nel 2008 a scala 1:10.000 e georiferite in Gauss-Boaga Roma40 fuso est. Per rendere il lavoro
uniforme e coerente è stato adottato un protocollo standard (già presentato nella “Relazione sullo
Stato di avanzamento” del febbraio 2012), che ha stabilito come organizzare i file di lavoro, lo
schema di classificazione e le unità minime cartografabili di riferimento, in maniera da evitare
ambiguità e minimizzare la possibilità di interpretazioni diverse.
La fotointerpretazione è stata realizzata in ambiente GIS tramite digitalizzazione diretta dei
poligoni che delimitano le unità cartografate. Si è utilizzata una scala a video 1:5.000 per
verificare la precisione dei limiti dei poligoni della BDV2007, e una scala massima 1:1000 per
apportare correzioni o per disegnare ex-novo. Ad ogni poligono cartografato è stata associata una
serie di attributi che, per congruenza con la BDV2007, comprendono le codifiche CORINE
Biotopes, Eunis ed Habitat, oltre al codice fisionomico e (per la vegetazione) il riferimento
sintassonomico.
L’unità minima cartografabile varia a seconda delle classi, e in linea di massima è pari a 2,5
ettari per le superfici artificiali, le superfici agricole e i corpi idrici, e ad 1 ettaro per la
vegetazione naturale e semi-naturale (classi 3 e 4 del CORINE Land Cover). Fanno sempre
eccezione:
14

Le serre, i vigneti, gli oliveti e l’urbano isolato compatto in matrice agricola e/o naturale,
per i quali si è adottata un’unità minima di 1 ettaro.

I lembi isolati di vegetazione naturale in matrice urbana o agricola, oppure in matrice
naturale diversa come fisionomia (es: radura erbacea in un bosco), per i quali l’unità
minima passa da 1 a 0,5 ettari.
Per quanto riguarda la legenda fisionomica della copertura del suolo (schematizzata alla fine di
questo paragrafo):

Le superfici artificiali sono state tutte accorpate in un’unica voce (Livello I del CORINE
Land Cover), con l’eccezione delle aree verdi urbane e delle “Zone estrattive, cantieri,
discariche e terreni artefatti e abbandonati”.

Le aree agricole sono state classificate al II livello del CORINE Land Cover, con
l’eccezione dei vigneti, degli oliveti e delle “Aree prevalentemente occupate da colture
agrarie con presenza di spazi naturali”. Inoltre è stata aggiunta una voce nuova e separata
per le serre.

I corpi idrici sono stati tutti classificati sotto un’unica voce con riferimento al livello I del
CORINE Land Cover.

La vegetazione naturale e semi-naturale (compresa quella delle zone umide) è stata
cartografata in dettaglio con riferimento ai livelli III, IV e V del CORINE Land Cover.
Data la necessità di definire associazioni e serie di vegetazione, per individuare le
fisionomie vegetali senza ambiguità si sono stabiliti i seguenti criteri:

Un bosco è tale quando gli alberi coprono complessivamente almeno il 50%
della superficie;

Un cespuglieto è tale quando gli arbusti coprono almeno il 70% della
superficie;

Una prateria è tale quando cespugli e/o alberi coprono meno del 25%.
Tutte le situazioni non chiaramente inquadrabili in una delle categorie sopra definite sono
state classificate come “Aree a vegetazione arborea e arbustiva in evoluzione”.
Rispetto allo schema presentato nella “Relazione sullo Stato di avanzamento” (febbraio 2012), i
prati-pascolo e i prati da sfalcio, pur avendo una valenza diversa in termini di biodiversità, sono
stati accorpati ai seminativi. Si tratta infatti di aspetti difficilmente interpretabili da remoto, e
raramente risolvibili mediante verifica in campo. Trattandosi di tipologie soggette ad un regime
di rotazione, è facile infatti che non ci sia corrispondenza tra immagini di riferimento e situazione
attuale.
15
LEGENDA FISIONOMICA DI COPERTURA ED USO DEL SUOLO
CODICE LEGENDA
1 TERRITORI MODELLATI ARTIFICIALMENTE
1
Superfici artificiali
13
Aree estrattive, cantieri, discariche e terreni artefatti e abbandonati
141
Aree verdi urbane
2 TERRITORI AGRICOLI
21
Seminativi avvicendati e prati stabili
22
Colture permanenti
221
Vigneti
223
Oliveti
24
Zone agricole eterogenee
243
Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti
25
Serre
3 TERRITORI BOSCATI E AMBIENTI SEMINATURALI
311111
Leccete con sole sempreverdi
311112
Leccete con caducifoglie
311121
Sugherete miste a sempreverdi
311122
Sugherete miste a caducifoglie
31121
Querceti a prevalenza di cerro
311213
Querceti a prevalenza di cerro con farnetto
311214
Querceti a prevalenza di cerro con roverella
31122
Querceti a prevalenza di roverella
31123
Querceti a prevalenza di farnia
31131
Orno-ostrieti e boscaglie a carpinella
31132
Formazioni miste di valloni e forre (a tiglio, orniello e aceri; a carpino bianco e nocciolo; ad
alloro)
31133
Nuclei a betulla
31134
Nuclei forestali di neoformazione in ambito agricolo e forestale
31141
Castagneti cedui
31142
Castagneti da frutto
31151
Faggete termofile dei piani collinari e submontani
31152
Faggete montane
31161
Boscaglie ripariali a salici arbustivi
31162
Boschi igrofili a pioppi e salice bianco e/o ad ontano nero e/o a frassino meridionale
31171
Formazioni spontanee a robinia e/o ailanto
31172
Rimboschimenti ad eucalipti
3121
Boschi e rimboschimenti a prevalenza di pini mediterranei (pino d'aleppo, pino domestico, pino
marittimo) o cipressi
3122
Rimboschimenti a prevalenza di pini montani e oromediterranei (pino nero), di abete bianco e/o
abete rosso, di larice e/o pino cembro o di altre conifere esotiche
31142
Castagneti da frutto
31151
Faggete termofile dei piani collinari e submontani
31152
Faggete montane
16
CODICE
31161
313
3211
32111
32112
3212
32122
32123
3221
3222
3223
LEGENDA
Boscaglie ripariali a salici arbustivi
Boschi e rimboschimenti misti di conifere e latifoglie
Praterie continue
Praterie montane e altomontane
Praterie e prati-pascoli collinari
Praterie discontinue e pseudo-garighe
Praterie e pseudo-garighe collinari e submontane
Praterie pseudo-steppiche ad Ampelodesmos mauritanicus e/o a Hyparrhenia hirta
Cespuglieti d'altitudine e montani
Cespuglieti a dominanza di prugnolo, rovi, ginestre e/o felce aquilina
Boscaglia illirica a Pistacia terebinthus e Paliurus spina-christi o a Cercis siliquastrum e Pistacia
terebinthus
Macchia alta retrodunale e interdunale
Macchia alta interna e collinare
Macchia a ginepro coccolone o a ginepro fenicio delle dune stabilizzate
Macchia a lentisco e altre sempreverdi
Garighe a cisti, erica e rosmarino o ad Helichrysum litoreum
Aree a vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione
Spiagge, sabbia nuda e dune con vegetazione erbacea psammofila
32311
32312
32321
32323
32324
324
331
3321
Vegetazione dei calanchi dolomitici
3322
Rupi e pareti con vegetazione casmofitica
3333
Greti fluviali con vegetazione rada
334
Aree percorse da incendi
4 ZONE UMIDE
411
Paludi interne
421
Paludi salmastre
5 CORPI IDRICI
5
Corpi idrici
17
2.2.2 CAMPIONAMENTO: RILIEVI FITOSOCIOLOGICI E PUNTI DI CONTROLLO
Il lavoro in campo ha consentito di raccogliere numerosi dati, per lo più georiferiti con
rilevatore GPS Trimble Juno. Questi dati sono stati utilizzati per correlare le fisionomie rilevate a
terra con la forma, la tessitura e il colore degli “oggetti” individuati sulle foto aeree; per dirimere
i casi dubbi della fotointerpretazione; e per la caratterizzazione fitosociologica delle comunità
vegetali.
La pianificazione del lavoro di campionamento si è basata su un attento studio delle
informazioni di carattere vegetazionale e sindinamico già esistenti, al fine di valutare in maniera
critica dove e in che misura attuare i campionamenti per la ricostruzione degli stadi seriali. In
questa fase si è tenuto conto sia dei rilievi già presenti nella Banca Dati vegetazionale del 2007
sia di un cospicuo set di rilievi, in gran parte inediti, effettuati dal Laboratorio diretto dal prof.
Blasi nell’intervallo temporale 1999-2010 (1333 rilievi). Per motivi di praticità, nella
pianificazione della campagna si è fatto riferimento alla suddivisione dell’area della Provincia in
Unità Territoriali Ambientali (UTA) secondo quanto definito dal Piano Territoriale Provinciale
Generale.
Il lavoro in campo svolto per la Convenzione ha prodotto 1757 punti di controllo (205 punti
erano già stati raccolti in altre campagne, per un totale complessivo di 1962 punti disponibili) e
334 rilievi fitosociologici (Tabella 1), eseguiti utilizzando la scala di Braun-Blanquet e divisi per
fisionomia come segue: 108 rilievi di bosco, 98 rilievi di cespuglieti e mantelli, 128 rilievi di
praterie.
La distribuzione spaziale dei punti di controllo a terra (Figura 1) e dei rilievi (Figura 2) è il
risultato di due aspetti: l’impostazione del campionamento, che ha privilegiato le aree dove le
tipologie di vegetazione e di serie sono meno note (perché poco indagate in letteratura e/o perché
più complesse in termini di dinamismo); e la variabilità nella estensione e accessibilità delle aree
coperte da vegetazione naturale e semi-naturale nelle diverse porzioni di territorio della
Provincia.
Come già specificato nella “Relazione sullo Stato di avanzamento” del febbraio 2012, si
consegna al Servizio Rete Ecologica Provinciale - Dipartimento VI la banca dati completa solo
per i rilievi eseguiti nell’ambito della Convenzione (shapefile, file Excel, file Access). Per quanto
riguarda invece i rilievi inediti e i PDC vengono consegnati solo i file in formato .shp relativi alla
distribuzione spaziale e ad alcuni attributi (data, coordinate, tipo fisionomico, ecc.).
18
Tabella 1. Numero e distribuzione per UTA dei punti di controllo (PDC) e dei rilievi
fitosociologici di proprietà del Laboratorio del prof. Blasi.
Unità Territoriali Ambientali (UTA)
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
12
13
14
15
16
17
Unità delle alluvioni della Valle del
Tevere
Unità dell’Alta Campagna Romana
Unità della Bassa Valle dell’Aniene
Unità della Campagna Romana
meridionale
Unità della Campagna Romana
settentrionale
Unità dei Colli Albani
Unità dei complessi costieri dunari antichi
e recenti
Unità dei Monti Cornicolani e Sabina
meridionale
Unità dei Monti Lepini
Unità dei Monti Lucretili
Unità della pianura alluvionale costiera e
delta del Tevere
Unità dei Monti Prenestini-Ruffi
Unità dei Monti Sabatini
Unità dei Monti Simbruini
Unità della Tolfa
Unità della Valle del Tevere a monte di
Roma
Unità dell’alta Valle del Sacco
PDC
totali
15
Rilievi fitosociologici inediti
Rilievi per
Altri dati di
Convenzione
laboratorio
4
1
10
4
38
1
1
14
32
67
104
35
18
151
121
159
44
8
30
144
20
128
228
215
73
20
35
5
135
460
51
94
230
37
52
25
15
61
10
125
31
206
238
48
1
7
78
19
Figura 1. Distribuzione spaziale dei punti di controllo a terra (in rosso) per UTA
Figura 2. Distribuzione spaziale dei rilievi fitosociologici per UTA: in arancione sono
riportati i rilievi originali eseguiti per la Convenzione, in verde i rilievi inediti di proprietà del
Laboratorio
20
2.2.3 ELABORAZIONE DATI
NATURALI E SEMI-NATURALI
E CARATTERIZZAZIONE FITOSOCIOLOGICA DELLE COMUNITÀ
Per la modellizzazione ecologica e la caratterizzazione sintassonomica delle comunità vegetali
indagate, i rilievi fitosociologici eseguiti per la Convenzione sono stati elaborati insieme ai rilievi
inediti effettuati dal Laboratorio diretto dal prof. Blasi in campagne precedenti, ai rilievi presenti
nella BDV del 2007 e ai rilievi provenienti da pubblicazioni posteriori al 2007 (Blasi et al. 2012,
De Sillo et al. 2012).
I rilievi fitosociologici sono stati separati in base alla fisionomia e quindi sottoposti a tecniche
di analisi multivariata. La matrice dei rilievi delle cenosi forestali è formata da 1890 rilievi e 890
specie, la matrice delle cenosi arbustive da 510 rilievi e 793 specie, e la matrice per le cenosi
erbacee da 1279 rilievi e 1386 specie.
La classificazione dei rilievi ha utilizzando il metodo ‘Modified Twinspan classification’
proposto da Roleček et alii (2009). In accordo con quanto suggerito dagli autori e con quanto
effettuato in altre indagini fitosociologiche (Dúbravková et al. 2010, Rosati et al. 2010, Blasi et
al. 2012), per misurare l’eterogeneità dei cluster è stata utilizzata l’inerzia totale, con valore
limite per l’ulteriore suddivisione del gruppo pari a 0,3 e con tre livelli di soglia per le
“pseudospecie” (0-5-25%). Inoltre, per ottenere un numero significativo di gruppi interpretabili in
termini ecologici e individuarne la combinazione specifica caratteristica, si sono definite le specie
diagnostiche di ciascun gruppo, utilizzando il “phi coefficient” come misura di fedeltà (Sokal &
Rohlf 1995) e adottando la misura di equalizzazione dei clusters proposta da Tichý & Chytrý
(2006).
Per l’ordinamento, è stata effettuata l’analisi delle componenti principali (PCA) sui dati di
abbondanza delle specie, trasformati secondo la scala di Van der Maarel (1979) e modificati
utilizzando la trasformazione di Hellinger (Legendre & Gallagher 2001). L’altitudine,
l’inclinazione del versante e le percentuali di rocciosità e pietrosità sono state passivamente
proiettate sul diagramma di ordinamento della PCA, utilizzando la correlazione a ranghi di
Spearman.
Infine, per definire le associazioni vegetali e i livelli sintassonomici superiori nei quali si
inquadrano, i gruppi ottenuti dall’analisi multivariata sono stati confrontati con i rilievi di
comunità già descritte nella letteratura fitosociologica per contesti ecologici simili.
La nomenclatura dei syntaxa individuati fa riferimento all’International Code of
Phytosociological Nomenclature (Weber et al. 2000).
21
L’elaborazione dei dati ha messo in evidenza, nello specifico sintassonomico e biogeografico,
un livello di novità molto interessante, con peculiarità vegetazionali non ancora ben definite in
letteratura. In questi casi, quando era possibile ipotizzare una diffusa opinione condivisa, si è
fatto riferimento ai livelli di alleanza/sub alleanza.
Per facilitare la comprensione cenologica e sintassonomica, nella legenda della carta si è dato
ampio spazio alla descrizione fisionomica, inserendo in maniera subordinata il riferimento
sintassonomico. Per descrivere al meglio le voci di legenda e rendere più chiare le relazioni
esistenti tra le tipologie e la descrizione quali-quantitativa della comunità di riferimento, si è
scelto, anche se non previsto in Convenzione, di rendere disponibile per ogni voce uno o più
rilievi fitosociologici. I rilievi sono stati scelti privilegiando i “rilievi tipo” nel caso di syntaxa
pubblicati, o i rilievi più coerenti per luogo di esecuzione e/o per significativa appartenenza al
“cluster” di riferimento nel caso di rilievi originali tratti dalle elaborazioni effettuate.
2.2.4 LE COMUNITÀ VEGETALI PRESENTI NEL TERRITORIO PROVINCIALE
Di seguito si riporta l’elenco e il riferimento sintassonomico delle comunità vegetali presenti
nel territorio provinciale, come riportate nella legenda della carta della vegetazione reale.
Arbusteti ad Erica scoparia, Phillyrea latifolia e Juniperus communis (Ericion arboreae, Phillyreo
latifoliae-Ericetum scopariae)
Arbusteti e mantelli a Cytisus scoparius, Daphne gnidium, Rubus ulmifolius ed Euonymus europaeus
(Pruno-Rubenion, Daphno gnidii-Cytisetum scopariae)
Arbusteti e mantelli a Pistacia lentiscus e Myrtus communis, con Phillyrea latifolia, Rhamnus
alaternus e Lonicera implexa (Oleo-Ceratonion, Myrto communis-Pistacietum lentisci)
Arbusteti e mantelli a Pistacia lentiscus e Myrtus communis, con Rubus ulmifolius (Oleo-Ceratonion)
Arbusteti e mantelli a Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Phillyrea latifolia e Rhamnus alaternus
(Oleo-Ceratonion)
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa e Rubus ulmifolius (Prunetalia spinosae) e a Cytisus villosus e
Cytisus scoparius (Sarothamnion scoparii); comunità ad Arundo donax, con Rubus caesius e
Calystegia sepium (Calystegion sepium) e comunità a Sambucus ebulus (Galio aparines-Alliarietalia
petiolatae)
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa e Rubus ulmifolius (Prunetalia spinosae), comunità ad Arundo
donax, Rubus caesius e Calystegia sepium (Calystegion sepium) e comunità a Sambucus ebulus (Galio
aparines-Alliarietalia petiolatae)
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa e Ulmus minor, con Rosa sempervirens, Lonicera etrusca e
Pyrus spinosa (Pruno-Rubenion, Lonicero etruscae-Rosetum sempervirentis)
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa e Ulmus minor, con Rosa sempervirens, Lonicera etrusca e
Pyrus spinosa (Pruno-Rubenion, Lonicero etruscae-Rosetum sempervirentis). Locali presenze di
comunità a Pteridium aquilinum, con Holcus mollis e Silene latifolia alba (Holco mollis-Pteridion
aquilini) e, su substrati vulcanici, arbusteti e mantelli acidofili a Cytisus scoparius e C. villosus
(Sarothamnion scoparii)
22
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa, Rubus ulmifolius e Crataegus monogyna (Prunetalia spinosae),
comunità a Pteridium aquilinum, con Holcus mollis e Silene latifolia alba (Holco mollis-Pteridion
aquilini) e arbusteti e mantelli acidofili a Cytisus scoparius e C. villosus (Sarothamnion scoparii)
Arbusteti e mantelli a Rubus ulmifolius e Prunus spinosa, con Pistacia terebinthus, Phillyrea latifolia,
Smilax aspera e Clematis flammula (Pruno-Rubenion) e comunità a Pteridium aquilinum, con Holcus
mollis e Silene latifolia alba (Holco mollis-Pteridion aquilini)
Arbusteti e mantelli a Rubus ulmifolius e Prunus spinosa, con Pistacia terebinthus, Phillyrea latifolia,
Smilax aspera e Clematis flammula (Pruno-Rubenion), con locali presenze non cartografabili di
comunità a Tamarix africana, Vitex agnus-castus, Pistacia lentiscus e Phillyrea latifolia
Arbusteti e mantelli a Rubus ulmifolius e Prunus spinosa, con Pistacia terebinthus, Phillyrea latifolia,
Smilax aspera e Clematis flammula (Pruno-Rubenion)
Arbusteti e mantelli a Rubus ulmifolius, con Ulmus minor e Euonymus europaeus (Prunetalia
spinosae)
Arbusteti e mantelli a Rubus ulmifolius, Rosa sempervirens e Spartium junceum, con Asparagus
acutifolius, Rubia peregrina, Smilax aspera e Clematis flammula (Pruno-Rubenion ulmifolii, Roso
sempervirenti-Rubetum ulmifolii)
Arbusteti e mantelli a Spartium junceum o Cytisophyllum sessilifolium dei substrati calcarei e
calcareo-marnosi (Cytision sessilifolii); su suoli più profondi a Rubus ulmifolius e Prunus spinosa,
con Pistacia terebinthus, Phillyrea latifolia, Smilax aspera e Clematis flammula (Pruno-Rubenion).
Localmente comunità acidofile a Cytisus scoparius e C. villosus (Sarothamnion scoparii) o a Pteridium
aquilinum (Holco mollis-Pteridion aquilini)
Arbusteti e mantelli a Spartium junceum o Cytisophyllum sessilifolium o Juniperus oxycedrus
oxycedrus, con Prunus spinosa, Rubus ulmifolius, Rosa sp.pl., dei substrati calcarei e calcareomarnosi (Cytision sessilifolii)
Arbusteti e mantelli acidofili a Cytisus scoparius e C. villosus (Sarothamnion scoparii) e a Prunus
spinosa, Crataegus monogyna e Rubus ulmifolius (Prunetalia spinosae)
Arbusteti e mantelli acidofili con Cytisus scoparius e C. villosus (Sarothamnion scoparii)
Arbusteti e mantelli con Prunus spinosa, Crataegus monogyna e Rubus ulmifolius (Prunetalia
spinosae) e comunità a Pteridium aquilinum, con Holcus mollis e Silene latifolia alba (Holco mollisPteridion aquilini)
Arbusteti e mantelli con Prunus spinosa, Crataegus monogyna e Rubus ulmifolius (Prunetalia
spinosae)
Arbusteti e mantelli con Prunus spinosa, Crataegus monogyna, Rubus ulmifolius, Acer campestre e
Corylus avellana (Prunetalia spinosae) e comunità a Pteridium aquilinum, con Holcus mollis e Silene
latifolia alba (Holco mollis-Pteridion aquilini)
Arbusteti e mantelli con Prunus spinosa, Rubus ulmifolius, Acer campestre e Corylus avellana
(Fraxino orni-Berberidenion vulgaris)
Arbusteti e mantelli montani con Juniperus communis, Crataegus monogyna, Rosa corymbifera,
Rhamnus alpina e Sorbus aria (Berberidion vulgaris)
Arbusteti e mantelli a Pistacia lentiscus e Rhamnus alaternus, con Phillyrea angustifolia, Asparagus
acutifolius e Smilax aspera (Oleo-Ceratonion, Pistacio lentisci-Rhamnetum alaterni)
Arbusteti e mantelli submontani a Juniperus oxycedrus oxycedrus, con Chamaecytisus spinescens e
Cytisophyllum sessilifolium e a dominanza di Spartium junceum e Cytisophyllum sessilifolium
(Cytision sessilifolii; Chamaecytiso spinescentis-Juniperetum oxycedri, Spartio juncei-Cytisetum
sessilifolii
23
Arbusteti ipsofili a Juniperus communis alpina, con Daphne oleoides e Rosa pendulina (Daphno
oleoidis-Juniperion alpinae, Helianthemo grandiflori-Juniperetum alpinae)
Boschi a Carpinus betulus con Quercus cerris, Fagus sylvatica, Aremonia agrimonioides e Pulmonaria
apennina (Physospermo verticillati-Quercion cerris, Pulmonario apenninae-Carpinenion betuli)
Boschi a dominanza di Betula pendula, con Quercus cerris, Pteridium aquilinum e Agrostis canina
monteluccii (Crataego laevigatae-Quercion cerridis, Querco cerridis-Betuletum pendulae)
Boschi a Fagus sylvatica con Acer opalus obtusatum, A. pseudoplatanus, Cardamine bulbifera e
Lathyrus venetus (Aremonio agrimonioidis-Fagion sylvaticae, Lathyro veneti-Fagetum sylvaticae)
Boschi a Fagus sylvatica con Cardamine kitaibelii, C. enneaphyllos e C. chelidonia (Aremonio
agrimonioidis-Fagion sylvaticae, Cardamino kitaibelii-Fagetum sylvaticae)
Boschi a Fagus sylvatica con Quercus petraea, Castanea sativa, Fraxinus ornus e Allium pendulinum
(Aremonio agrimonioidis-Fagion sylvaticae, Allio pendulini-Fagetum sylvaticae)
Boschi a Ostrya carpinifolia, con Tilia platyphyllos e Ruscus aculeatus (Lauro nobilis-Quercenion
virgilianae)
Boschi a Populus alba, P. nigra, Alnus glutinosa e Acer campestre ed elementi del geosigmeto della
vegetazione ripariale (Salicion albae, Populion albae, Alnion incanae)
Boschi a Quercus cerris (Crataego laevigatae-Quercenion cerridis)
Boschi a Quercus cerris con Acer campestre, Melica uniflora e Oenanthe pimpinelloides (Crataego
laevigatae-Quercion cerridis, Melico uniflorae-Quercetum cerridis)
Boschi a Quercus cerris con Acer opalus obtusatum, Q. virgiliana, Carpinus orientalis e Fraxinus
ornus (Carpinion orientalis, Daphno laureolae-Quercetum cerridis)
Boschi a Quercus cerris con Carpinus orientalis, Asparagus acutifolius e Smilax aspera (Crataego
laevigatae-Quercion cerridis, Carpino orientalis-Quercetum cerris)
Boschi a Quercus cerris con Castanea sativa, Lactuca muralis, Lilium bulbiferum e Pulmonaria
apennina (Physospermo verticillati-Quercion cerris)
Boschi a Quercus cerris con Coronilla emerus, Sorbus torminalis e S. domestica (Crataego laevigataeQuercion cerridis; Coronillo emeri-Quercetum cerridis)
Boschi a Quercus cerris con Q. suber, Q. frainetto e Rubia peregrina, con Q. virgiliana su morfologie
acclivi (Crataego laevigatae-Quercenion cerridis)
Boschi a Quercus cerris con Q. virgiliana, Acer monspessulanum, Smilax aspera e Phillyrea latifolia
(Crataego laevigatae-Quercion cerridis, Rubio peregrinae-Quercetum cerridis)
Boschi a Quercus cerris e Carpinus betulus (Pulmonario apenninae-Carpinenion betuli), con Alnus
glutinosa nelle incisioni con acqua sul fondo del settore occidentale
Boschi a Quercus cerris e Fraxinus angustifolia oxycarpa, con Acer campestre, A. monspessulanum e
Ulmus minor (Crataego laevigatae-Quercion cerridis, Fraxino oxycarpae-Quercetum cerridis)
Boschi a Quercus cerris e Q. frainetto, con Mespilus germanica, Carpinus betulus e Aristolochia
rotunda (Crataego laevigatae-Quercion cerridis, Mespilo germanicae-Quercetum frainetto)
Boschi a Quercus ilex con Fraxinus ornus, Ostrya carpinifolia e Cyclamen hederifolium (Fraxino
orni-Quercion ilicis, Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis)
Boschi a Quercus ilex con Quercus cerris, Arbutus unedo ed Erica arborea (Fraxino orni-Quercion
ilicis, Erico arboreae-Quercetum ilicis)
Boschi a Quercus ilex con Viburnum tinus, Phillyrea latifolia, Rhamnus alaternus e Cyclamen
repandum (Fraxino orni-Quercion ilicis, Cyclamino repandi-Quercetum ilicis)
24
Boschi a Quercus pubescens, con Cytisophyllum sessilifolium, Juniperus oxycedus oxycedrus e
Cnidium silaifolium, a impronta continentale (Carpinion orientalis, Cytiso sessilifolii-Quercetum
pubescentis)
Boschi a Quercus robur e Ulmus minor (Querco-Ulmetum) a contatto con boschi a Q. cerris, Q.
frainetto e Q. suber (Crataego-Quercenion cerridis)
Boschi a Quercus robur, Q. cerris, Q. petraea, Carpinus betulus e Populus tremula (Physospermo
verticillati-Quercion cerris, Pulmonario apenninae-Carpinenion betuli)
Boschi a Quercus suber, con Pistacia lentiscus, Myrtus communis e Rosa sempervirens (Fraxino orniQuercion ilicis, Cytiso villosi-Quercetum suberis var. a Styrax officinalis e Quercus cerris)
Boschi a Quercus suber, con Pistacia lentiscus, Myrtus communis e Rosa sempervirens (Fraxino orniQuercion ilicis, Cytiso villosi-Quercetum suberis)
Boschi a Quercus suber, Q. frainetto, Q. cerris e Q. ilex (Crataego laevigatae-Quercenion cerridis,
Quercetum frainetto-suberis)
Boschi a Quercus virgiliana con Pistacia terebinthus, Fraxinus ornus, Acer monspessulanum, Cercis
siliquastrum e Phillyrea latifolia (Lauro nobilis-Quercenion virgilianae, Pistacio terebinthi-Quercetum
pubescentis)
Boschi a Quercus virgiliana e Quercus suber con Ulmus minor e Rosa sempervirens (Crataego
laevigatae-Quercenion cerridis)
Boschi a Ulmus minor, Acer campestre e Rubus caesius (Ulmenion minoris, Aro italici-Ulmetum
minoris)
Boschi ad Alnus glutinosa, Carpinus betulus, Corylus avellana, Ulmus minor (Alnion incanae)
Boschi ad Alnus glutinosa, Carpinus betulus, Corylus avellana, Ulmus minor e Populus nigra (Alnion
incanae) e vegetazione a salici arbustivi dell’alveo fluviale a Salix purpurea, Salix eleagnos, Rubus
caesius e Calystegia sepium (Salicetalia purpureae)
Boschi di forra a Alnus glutinosa con Osmunda regalis, Athyrium filix-foemina e Blechnum spicant
(Alnion incanae; Polysticho setiferi-Alnetum glutinosae)
Boschi misti a Ostrya carpinifolia, con Acer opalus obtusatum, Fraxinus ornus, Laburnum
anagyroides, Sesleria autumnalis e Melittis melissophyllum (Carpinion orientalis, Melittio
melissophylli-Ostryetum carpinifoliae)
Boschi misti a Ostrya carpinifolia, Fraxinus ornus, Quercus virgiliana e Q. ilex, con Smilax aspera,
Rosa sempervirens, Rubia peregrina e Clematis flammula (Carpinion orientalis, Asparago acutifoliiOstryetum carpinifoliae)
Boschi misti a Quercus cerris, con Acer opalus obtusatum e Ostrya carpinifolia (Carpinion orientalis,
Aceri obtusati-Quercetum cerridis cytisophylletosum sessilifolii)
Boschi misti a Tilia platyphyllos, Acer opalus obtusatum e Acer pseudoplatanus (Tilio platyphylliAcerion pseudoplatani)
Cerrete e querceti misti (Crataego laevigatae-Quercenion cerridis, Lauro nobilis-Quercenion cerridis),
con presenza di specie orientali (Styrax officinalis, Celtis australis e Cercis siliquastrum) nell'area di
San Vittorino
Comunità a Pteridium aquilinum, con Holcus mollis e Silene latifolia alba (Holco mollis-Pteridion
aquilini)
Comunità ad Arundo donax, Rubus caesius e Calystegia sepium (Calystegion sepium) e comunità
elofitiche degli ambienti palustri dominate da carici ed alte erbe pereni (Phragmito-Magnocaricetea
elatae)
Comunità ad Arundo donax, Rubus caesius e Calystegia sepium (Calystegion sepium)
25
Comunità alo-casmofitiche delle stazioni rocciose, a Crithmum maritimum (Crithmo maritimiStaticetalia)
Comunità alofile pioniere a salicornie annuali (Salicornion patulae), a camefite o nanofanerofite
succulente (Sarcocornion fruticosae), alofile e subalofile a emicriptofite (Juncion maritimi) e di
comunità effimere alofile e subalofile a terofite (Frankenion pulverulentae)
Comunità arbustive a Salix sp.pl. (Salicetalia purpurae)
Comunità elofitiche a Phragmites australis australis, Juncus effusus, Glyceria plicata e Galium
palustre (Phragmition australis)
Elementi di gariga a Cistus salviifolius, Cistus monspeliensis ed Erica arborea (Cisto eriocephaliEricion multiflorae) a mosaico con pratelli terofitici (Tuberarion guttatae)
Elementi di gariga a Cistus salviifolius, Cistus monspeliensis ed Erica arborea (Cisto eriocephaliEricion multiflorae)
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudacacia e Ailanthus altissima (Bryonio-Robinion)
Formazioni igro-nitrofile pioniere, a Persicaria lapathifolia, Bidens frondosa e Xanthium orientale
italicum (Bidention tripartitae, Polygono lapathifolii-Xanthietum italici)
Ginepreti a Juniperus oxycedrus macrocarpa e a Juniperus phoenicea (Juniperion turbinatae)
Mosaico della vegetazione ripariale con boschi a Salix alba, Ulmus minor e Rubus caesius (Salicion
albae), boschi a Populus alba, P. nigra e P. canescens (Populion albae) e boschi ad Alnus glutinosa,
Carpinus betulus, Corylus avellana, Ulmus minor e Populus nigra (Alnion incanae). Locali presenze
di vegetazione elofitica a Phragmites australis, con Iris pseudacorus e Lycopus europaeus
(Phragmition communis, Phragmitetum vulgaris) e comunità idrofitiche a Myriophyllum spicatum, a
M. verticillatus, Potamogeton nodosus e a P. pectinatus (Potametalia pectinati, Nymphaeion albae,
Potamion pectinati e Batrachion fluitantis)
Mosaico di garighe a Globularia meridionalis (Seslerion apenninae), arbusteti a Juniperus sp. pl.
(Cytision sessilifolii) e boscaglie primitive a Ostrya carpinifolia (Carpinion orientalis)
Mosaico di praterie ad Imperata cylindrica, con Festuca arundinacea, Holcus lanatus e
Anthoxanthum odoratum (Molinio arundinaceae-Holoschoenion vulgaris), di comunità a Juncus
annuali, con Isoetes velata e I. histrix di stagni effimeri (Isoeto durieui-Juncetea bufonii) e delle
comunità a Utricularia australis e Alisma lanceolatum, a Veronica scutellata, Mentha pulegium e
Galium elongatum, a Juncus articulatus, J. effusus, Typhoides arundinacea, Calamagrostis epigejos e
Schoenoplectus tabaerne-montani delle piscine
Mosaico di vegetazione a Populus alba, P. nigra, Salix alba e Alnus glutinosa (Salicion albae,
Populion albae, Alnion incanae), di vegetazione elofitica a Phragmites australis (Phragmition
communis, Phragmitetum vulgaris), a Scirpus lacustris (Phragmition communis, Scirpetum lascutris) e
a Typha angustifolia (Phragmition communis, Typhetum angustifoliae), di comunità a Potamogeton
sp.pl. (Potamion pectinati, Potametum lucentis, Potametum perfoliati, Potamo pectinatiMyriophylletum spicati, Potametum denso-nodosi, Ceratophylletum demersi) e a Chara sp.pl.
(Charetum asperae, Charetum polyacanthae e Charetum globularis)
Mosaico di vegetazione forestale caratterizzato da cenosi a Quercus robur ed Ulmus minor (Alnion
incanae, Querco-Ulmetum) e da locali presenze di comunità a Fraxinus angustifolia oxycarpa (CariciFraxinetum oxycarpae, Alno-Fraxinetum oxycarpae)
Pascoli a Cynodon dactylon, Lolium perenne e Trifolium sp.pl. (Hordeion leporini con elementi del
Trifolio resupinati-Cynosurenion cristati)
Praterie a Brachypodium rupestre, con Polygala flavescens, Ononis spinosa, Knautia purpurea e
Hieracium pilosella (Phleo ambigui-Bromion erecti, Polygalo flavescentis-Brachypodietum rupestris)
26
Praterie a Cynara cardunculus, Cichorium pumilum, Sulla coronaria e Medicago polymorpha (EchioGalactition, Cynaro-Cichorietum pumili)
Praterie a Cynosurus polybracteatus, Anthoxanthum odoratum e Coleostephus myconis, con Moenchia
mantica e Lotus angustissimus (Tuberarion guttatae, Moenchio-Tuberarietum guttati); a Cynodon
dactylon, Dactylis glomerata e Elymus repens (Inulo viscosae-Agropyrion repentis); a Brachypodium
phoenicoides con Foeniculum vulgare e Avena sterilis (Brachypodion phoenicoidis)
Praterie a Dasypyrum villosum e Lagurus ovatus, Bromus diandrus maximus, Vicia pseudocracca e
Cladanthus mixtus (Echio-Galactition, Laguro ovati-Dasypyretum villosi)
Praterie ad Ampelodesmos mauritanicus, con Pistacia lentiscus, Cistus salviifolius, Brachypodium
retusum ed Elaeoselinum asclepium (Avenulo cincinnatae-Ampelodesmion, Elaeoselino asclepiiAmpelodesmetum mauritanici) a mosaico con comunità terofitiche non cartografabili a Trifolium
scabrum e Hypochaeris achirophorus, con Trachynia distachya, Catapodium rigidum e Coronilla
scorpioides (Trachynion distachyae, Trifolio scabri-Hypochaeridetum achirophori)
Praterie continue a Brachypodium genuense, con Anthoxanthum odoratum, Polygala vulgaris e
Cirsium acaule (Phleo ambigui-Bromion erecti, Anthoxantho odorati-Brachypodietum genuensis) e
pascoli a Nardus stricta, con Ranunculus pollinensis, Poa alpina e Potentilla rigoana (Ranunculo
pollinensis-Nardion strictae)
Praterie continue a Brachypodium rupestre con Polygala flavescens, Ononis spinosa, Knautia
purpurea e Hieracium pilosella, e, localmente, praterie discontinue a Bromus erectus, con Scorpiurus
muricatus, Trachynia distachya, Coronilla scorpioides e Trifolium angustifolium (Phleo ambiguiBromion erecti, Polygalo flavescentis-Brachypodietum rupestris e Scorpiuro muricati-Brometum erecti)
Praterie continue a Cynara cardunculus, Cichorium pumilum, Sulla coronaria e Medicago
polymorpha (Echio-Galactition, Cynaro-Cichorietum pumili); a Phalaris coerulescens (Inulo viscosaeAgropyrion repentis); a Brachypodium phoenicoides (Brachypodion phoenicoidis); a Dasypyrum
villosum e Vulpia ligustica, con Hordeum bulbosum e Knautia integrifolia (Echio-Galactition, Vulpio
ligusticae-Dasypyretum villosi).
Praterie continue a Cynodon dactylon, Dactylis glomerata e Agropyron repens (Inulo viscosaeAgropyrion repentis) e praterie meso-igrofile (Holoschoenetalia vulgaris).
Praterie continue a Cynosurus cristatus e Lolium perenne, con Trifolium repens, T. resupinatum, T.
micranthum e Bellis perennis (Trifolio resupinati-Cynosurenion cristati).
Praterie continue a Cynosurus cristatus e Poa alpina, con Lolium perenne, Trifolium repens, T.
resupinatum e T. micranthum (Cynosurion cristati) e a Nardus stricta, con Ranunculus pollinensis,
Poa alpina e Potentilla rigoana (Ranunculo pollinensis-Nardion strictae).
Praterie continue a Dasypyrum villosum (Echio-Galactition).
Praterie continue a Dasypyrum villosum e Vulpia ligustica, con Hordeum bulbosum e Knautia
integrifolia (Echio-Galactition, Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi) e praterie a Dactylis glomerata e
Agropyron repens (Inulo viscosae-Agropyrion repentis) con elementi di comunità meso-igrofile
(Holoschoenetalia vulgaris).
Praterie continue a Dasypyrum villosum e Vulpia ligustica, con Hordeum bulbosum e Knautia
integrifolia (Echio-Galactition, Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi) e, in aree pianeggianti praterie
continue a Hordeum bulbosum, Anthoxanthum odoratum, Holcus lanatus e Vulpia ligustica
(Ranunculo neapolitani-Arrhenatherion elatioris).
Praterie continue a Dasypyrum villosum e Vulpia ligustica, con Hordeum bulbosum e Knautia
integrifolia (Echio-Galactition, Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi).
Praterie continue a Dasypyrum villosum e Vulpia ligustica, con Hordeum bulbosum e Knautia
integrifolia (Echio-Galactition, Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi); a Cynosurus cristatus e Lolium
27
perenne, con Trifolium repens, T. resupinatum, T. micranthum e Bellis perennis (Trifolio resupinatiCynosurenion cristati).
Praterie continue a Hordeum bulbosum o ad Arrhenatherum elatius, con Holcus lanatus e Festuca
pratensis (Ranunculo neapolitani-Arrhentatherion elatioris).
Praterie continue a Lolium perenne e Trifolium repens, con Cynosurus cristatus, Centaurea
calcitrapa, Trifolium resupinatum e T. micranthum (Trifolio resupinati-Cynosurenion cristati,
Centaureo calcitrapae-Lolietum perennis).
Praterie continue a Lolium perenne e Trifolium sp.pl., con Coleostephus myconis, Phalaris
coerulescens e Sulla coronaria (Inulo viscosae-Agropyrion repentis) e comunità a Silybum marianum
(Silybo mariani-Urticion piluliferae).
Praterie continue a Phalaris coerulescens (Inulo viscosae-Agropyrion repentis); pascoli a Cynodon
dactylon, Lolium perenne e Trifolium sp.pl. (Hordeion leporini con elementi del Trifolio resupinatiCynosurenion cristati); pascoli a Cynara cardunculus, Cichorium pumilum, Sulla coronaria e
Medicago polymorpha (Echio-Galactition, Cynaro-Cichorietum pumili).
Praterie continue meso-igrofile (Holoschoenetalia vulgaris) con elementi di cenosi maggiormente
igrofile (Paspalo distichi-Polygonetalia semiverticillatae).
Praterie continue pascolate a Lolium perenne e Trifolium repens, con Cynosurus cristatus, Centaurea
calcitrapa, Trifolium resupinatum e T. micranthum (Trifolio resupinati-Cynosurenion cristati,
Centaureo calcitrapae-Lolietum perennis) e prati da sfalcio a Hordeum bulbosum e Vulpia ligustica,
con Cynosurus cristatus, Poa trivialis, Trifolium incarnatum molineri, T. pratense e T. repens (Trifolio
resupinati-Cynosurenion cristati, Trifolio molinerii-Hordeetum bulbosi).
Praterie discontinue a Bromus erectus, con Scorpiurus muricatus, Trachynia distachya, Coronilla
scorpioides e Trifolium angustifolium (Phleo ambigui-Bromion erecti; Scorpiuro muricati-Brometum
erecti).
Praterie discontinue a Bromus erectus, con Seseli montanum, Thymus longicaulis, Globularia
bisnagarica (Phleo ambigui-Bromion erecti, Sideritidenion italicae).
Praterie discontinue a Bromus erectus, Koeleria lobata, Valeriana tuberosa, Globularia meridionalis e
Helianthemum oelandicum incanum (Phleo ambigui-Bromion erecti, Koelerio splendentis-Brometum
erecti) con locali presenze di elementi della suballeanza Seslerenion apenninae.
Praterie discontinue con Bromus erectus, Koeleria lobata, Valeriana tuberosa, Globularia meridionalis
e Helianthemum oelandicum incanum (Phleo ambigui-Bromion erecti, Koelerio splendentis-Brometum
erecti) e, in presenza di suoli più profondi, a Brachypodium genuense, con Anthoxanthum odoratum,
Polygala vulgaris e Cirsium acaule (Phleo ambigui-Bromion erecti, Anthoxantho odoratiBrachypodietum genuensis).
Praterie discontinue, sub-nitrofile, a Dasypyrum villosum con Erysimum pseudorhaeticum, Bromus
madritensis e Plantago afra (Taeniathero-Aegilopion geniculatae, Erysimo pseudorhaeticiDasypyretum villosi).
Praterie e incolti a Elymus repens, Dactylis glomerata e Cynodon dactylon (Inulo viscosae-Agropyrion
repentis).
Praterie meso-igrofile ed igrofile (Paspalo distichi-Polygonetalia semiverticillatae).
Prati umidi ad alti carici dominati da Carex riparia e Carex acutiformis (Magnocaricion elatae), a
Paspalum disticum (Paspalo distichi-Polygonetalia semiverticillatae) e comunità a Ranunculus
sceleratus e Persicaria sp.pl. (Bidention tripartitae).
Preboschi a Ulmus minor, con Prunus spinosa, Rosa sempervirens e Lonicera etrusca (PrunoRubenion, Lonicero etruscae-Rosetum sempervirentis).
28
Preboschi e arbusteti a Erica arborea e Arbutus unedo, con Rubia peregrina e Smilax aspera (Ericion
arborae; Erico arborae-Arbutetum unedonis).
Preboschi e arbusteti a Erica arborea e Arbutus unedo, con Rubia peregrina, Smilax aspera e Quercus
petraea (Ericion arborae; Erico arborae-Arbutetum unedonis).
Preboschi e mantelli a Acer monspessulanum e Cercis siliquastrum, con Spartium junceum, Carpinus
orientalis e Ostrya carpinifolia (Carpinion orientalis, Cercidi-Aceretum monspessulani).
Querceti a Quercus virgiliana, con Fraxinus ornus, Rosa sempervirens e Smilax aspera (Lauro nobilisQuercenion virgilianae).
Querceti misti a Quercus cerris e Quercus virgiliana, con Fraxinus ornus, Ligustrum vulgare, Rosa
sempervirens e Smilax aspera (Lauro nobilis-Quercenion virgilianae).
Vegetazione forestale a Quercus cerris (Crataego laevigatae-Quercion cerris, Carpino orientalisQuercetum cerridis, Daphno laureolae-Quercetum cerridis).
Vegetazione forestale a Quercus robur e Ulmus minor (Alnion incanae, Querco-Ulmetum) con locali
presenze di boschi a Quercus cerris (Crataego laevigatae-Quercenion cerridis) ed elementi di
vegetazione ripariale.
Vegetazione forestale a Quercus robur e Ulmus minor, con Populus alba, Populus nigra, Alnus
glutinosa e Acer campestre (Alnion incanae, Querco-Ulmetum).
Vegetazione pioniera a salici arbustivi a Salix purpurea, con Salix alba e Solanum dulcamara
(Salicetalia purpureae).
Vegetazione subprimaria ad Agrostis monteluccii (Oenantho pimpinelloidis-Agrostietum montelucii)
delle sorgenti sulfuree.
Vegetazione terofitica alo-nitrofila pioniera a Salsola kalii e Cakile maritima (Euphorbion peplis,
Salsolo kali-Cakiletum maritimae); vegetazione erbacea perenne delle dune embrionali a Elymus
farctus, con Echinophora spinosa e Calystegia soldanella, e ad Ammophila arenaria australis, con
Echinophora spinosa e Eryngium maritimum (Ammophilion australis, Echinophoro spinosaeElytrigietum junceae, Echinophoro spinosae-Ammophiletum australis); comunità camefitiche a
Crucianella maritima e Lotus cytisoides, con Ononis variegata e Anthemis maritima, degli spazi
interdunali e retrodunali (Crucianellion maritimae); vegetazione terofitica pioniera a Silene
canescens e Vulpia fasciculata (Maresio nanae-Malcolmion ramosissimae, Sileno colorataeOnonidetum variegatae).
29
2.3 INDICAZIONE DELLE EMERGENZE CENOLOGICHE E DEGLI
HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO
Le emergenze vegetazionali e gli habitat di interesse comunitario sono stati definiti su base
prevalentemente tipologica, facendo riferimento alla Banca Dati vegetazionale del 2007, previa
valutazione critica, e alla versione aggiornata della carta della vegetazione reale, con il relativo
schema sintassonomico originale.
2.3.1 EMERGENZE CENOLOGICHE NELLA PROVINCIA DI ROMA
La scelta delle emergenze cenologiche è stata effettuata seguendo tre criteri fondamentali:

Rarità nell'area di studio e, più in generale, nel distretto medio-tirrenico.

Vulnerabilità (possibilità di degrado o collasso in conseguenza di pressioni esterne o
scarsa capacità di recupero in caso di perturbazione antropica).

Peculiarità biogeografica (in termini di rappresentatività e/o tipicità nell'ambito
mediterraneo occidentale o strettamente medio-tirrenico).
Per selezionare con maggior accuratezza le cenosi più significative per il territorio oggetto di
studio è stata valutata la presenza e la copertura delle diverse comunità vegetali in relazione alla
loro potenzialità integrando le informazioni derivanti dalla carta della vegetazione reale e da
quella della vegetazione potenziale.
Sono state escluse dalla selezione la vegetazione ruderale legata agli ambienti più impattati
dall’uomo, poco interessante dal punto di vista della conservazione, o le tipologie più
strettamente connesse all’evoluzione della vegetazione, e quindi per definizione meno stabili.
In base al criterio della rarità nella Provincia e nel Lazio, sono state selezionate:

Le comunità arbustive ipsofile delle alleanze Daphno oleoidis-Juniperion nanae, sul
monte Tarinello, presenti nell’area di studio per via della catena dei Monti Simbruini.

Le faggete di bassa quota dei substrati vulcanici dei Monti della Tolfa, segnalate per la
prima volta da Anzalone (1961a, 1961b). Queste faggete sono state isolate durante
l’ultimo glaciale e sopravvivono grazie alle condizioni edafo-climatiche locali attuali.
In esse è localmente abbondante Ilex aquifolium.

I nuclei di Querco cerridis-Betuletum penduli della Caldara di Manziana, rari e
interessanti per via della conservazione della betulla alle nostre latitudini. Il territorio
30
della Caldara e le aree ad esso limitre sono infatti note per ospitare un ricco contingente
relittuale di specie centro-europee e circumboreali (Montelucci 1977).

Le comunità che colonizzano le sorgenti sulfuree del Typho angustifoliaeSchoenoplectetum tabernaemontanii/Oenantho pimpinelloidis-Agrostietum montelucii
della caldara di Manziana, della Solforata e di Tor Caldara.

Le praterie aride dell’associazione Cynaro-Cichorietum pumili dell’area tolfetana. Dal
punto di vista floristico queste praterie sono particolarmente ricche di specie (Lucchese
& Pignatti 1990) e, soprattutto nell’aspetto legato alle ‘argilliti varicolori’, ospitano
elementi interessanti come Catananche lutea, Xeranthemum inapertum, Hedysarum
coronarium, diffusi in ambiente calanchivo (Fanelli & Lucchese 2003; Biondi et al.
1988; Gentile & Di Benedetto 1961).
In base al criterio di interesse biogeografico, sono state selezionate:

La macchia illirica e i boschi con Cercis siliquastrum. Consorzi come Pistacio
terebinthi-Quercetum virgilianae o Cercidi siliquastri-Aceretum monspessulani che
comprendono contingenti floristici ricchi di elementi balcanico-orientali che non
mancano nella penisola italiana (Trotter 1912, Montelucci 1972, Pezzetta 2010).

Le formazioni forestali dominate da Quercus virgiliana o Q. pubescens, comunità
ricche di elementi orientali. Nel settore dei monti Cornicolani in particolare questi
consorzi sono ricchi di Styrax officinalis, che è tra le specie dominanti degli arbusteti
esposti a sud e a ovest sui versanti calcarei (Montelucci 1946b, 1949, 1972). Styrax si
ritrova copioso anche nelle cerrete con Carpinus orientalis del Lauro-Quercenion (Di
Pietro & Germani 2007)..

Le praterie aride su calcare dell’alleanza Phleo ambigui-Bromion erecti perché ricche
di
endemismi
dell’Italia
meridionale
(ad
esempio
Polygala
flavescens,
Hymantoglossum adriaticum) e di specie orofile sud-europee, pontiche o in generale a
baricentro orientale (come ad esempio Acinos alpinus, Hieracium pilosella, Eryngium
amethystinum). Biondi & Galdenzi (2012), infatti, hanno attribuito le praterie del
Phleo-Bromion all’ordine Scorzonero-Chrysopogonetalia Horvatić et Horvat in
Horvatić 1963 proprio in ragione della ricchezza di specie illirico-balcaniche.

Le praterie mediterranee pseudosteppiche (a Hyparrenia, Ampelodesmos, Stipa, ecc.),
ovvero le formazioni erbacee dominate da elementi floristici delle steppe africane,
all’interno della Provincia sicuramente favorite dagli incendi (come in genere nel
31
bacino del Mediterraneo), ma in ogni caso interessanti dal punto di vista
fitogeografico trattandosi di comunità attribuite all’alleanza Lygeo-Stipetea con areale
a baricentro mediterraneo-macaronesico (Gentile & Di Benedetto 1961, Brullo et al.
2010).
Il criterio della vulnerabilità ha permesso di individuare le tipologie di vegetazione minacciate
dalle attività dell’uomo. È questo il caso ad esempio della vegetazione di macchia costiera
attribuite a Myrto-Pistacietum spartietosum juncei, Oleo-Ceratonion e Pistacio-Rhamnetum.
In alcuni casi le comunità rispondono a più di un criterio, ad esempio le comunità che
compongono il geosigmeto igrofilo ripariale e la sequenza catenale dei sistemi dunali. Si tratta in
entrambi i casi di vegetazione azonale, generalmente rara sul territorio poiché legata più alle
condizioni edafiche che ai fattori climatici, e particolarmente suscettibile ai cambiamenti di uso
del suolo e all’invasione di specie alloctone invasive (DAISIE 2009). Probabilmente si tratta
degli unici ambiti che (insieme alle aree urbane) sono realmente minacciati dalla problematica
dell’espansione delle specie esotiche nel nostro territorio, sia a scala nazionale che regionale
(Celesti et al. 2009; Celesti et al 2010; Pretto et al. 2010).
Analogamente sono state selezionate ad esempio le formazioni forestali dominate da Quercus
virgiliana o Q. pubescens, comunità fortemente minacciate dall’attività dell’uomo (criterio di
vulnerabilità) e ricche di elementi orientali in parte già discussi in questa relazione (criterio
biogeografico).
Anche i boschi e boscaglie delle forre a carpino bianco, nocciolo e alloro del Tilio-Acerion sono
sia minacciati dall’azione antropica, poiché spesso sede di discariche abusive e altri interventi
impattanti, sia interessanti dal punto di vista biogeografico perché le condizioni di mesofilia in
cui si possono rintracciare hanno permesso la conservazione di siti primari di alloro (Montelucci
1946a; Filibeck 2006; Gianguzzi et al. 2010).
Un caso particolare è rappresentato dalle cenosi forestali del Querco-Ulmetum con sughera,
cerro e farnetto, che rispondono a tutti e tre i criteri. Si tratta infatti di formazioni di estensione
molto ridotta (e quindi rare nel territorio provinciale), legate alle incisioni fluviali (e quindi
vulnerabili), e caratterizzate dalla presenza di farnetto e sughera (che le rende importanti dal
punto di vista biogeografico per il distretto medio-tirrenico).
Per la loro rarità e per la presenza di Tilia cordata al limite meridionale dell’areale europeo e
per l’abbondanza locale di Quercus petrea, sono state incluse anche le formazioni del
Pulmonario apenninae-Carpinenion betuli dei Colli della Sabina tra Riofreddo e Vivaro Romano.
32
Cenosi simili sono state descritte in Abruzzo per Oricola (Blasi et al. 2002) e per la zona di
Collalto Sabino, nel Reatino (Montelucci 1967). Interessante notare, come anche i castagneti di
pertinenza del Pulmonario-Carpinenion presso i colli della Sabina mantengano una certa
abbondanza di Tilia cordata nello strato arbustivo o arboreo dominato.
Le comunità selezionate in base al criterio di tipo biogeografico sono prevalentemente
distribuite nel settore orientale della Provincia, dove predominano cenosi erbacee arbustive o
forestali ricche di elementi balcanico-illirici, così come evidenziato anche da Montelucci nei suoi
numerosi studi a riguardo (Montelucci 1946b, 1949, 1872, 1980). Per quanto riguarda gli aspetti
cenologici a baricentro occidentale, prevalentemente le formazioni forestali dominate o con
presenza di Quercus suber, essi sono molto più localizzati e per lo più diffusi nel settore
occidentale della penisola. Un’eccezione è rappresentatata nei dintorni di monte Catillo dai
boschi identificati come Cytiso villosi-Quercetum suberis variante a Styrax e Quercus cerris,
dove si assiste ad una interessante compresenza di sughera e elementi balcanici, probabilmente
dovuti alla particolarità biogeografica svolta dai territorio dei monti Lucretili e Cornicolani,
(Montelucci 1972, 1980).
Per quanto riguarda i criteri di rarità e vulnerabilità si osserva come siano soprattutto gli
ambienti ripariali e la fascia costiera a rappresentare la maggioranza delle comunità selezionate.
La tabella che segue (Tabella 2) riporta le tipologie vegetazionali selezionate come emergenze
cenologiche (con riferimento al nome sintassonomico) e i criteri che hanno motivato la loro
selezione.
33
Tabella 2
legenda
Rupi e falesie
Arbusteti ad Erica scoparia, Phillyrea latifolia e Juniperus communis
(Ericion arboreae, Phillyreo latifoliae-Ericetum scopariae).
Arbusteti e mantelli a Rubus ulmifolius e Prunus spinosa, con Phillyrea
latifolia, Smilax aspera e Clematis flammula (Pruno-Rubenion), con locali
presenze non cartografabili di comunità a Tamarix africana, Vitex agnuscastus.
Arbusteti ipsofili a Juniperus communis alpina, con Daphne oleoides e Rosa
pendulina (Daphno oleoidis-Juniperion alpinae, Helianthemo grandifloriJuniperetum alpinae).
Boschi a Carpinus betulus con Quercus cerris, Fagus sylvatica, Aremonia
agrimonioides e Pulmonaria apennina (Physospermo verticillati-Quercion
cerris, Pulmonario apenninae-Carpinenion betuli).
Boschi a dominanza di Betula pendula, con Quercus cerris, Pterydium
aquilinum e Agrostis canina monteluccii (Crataego laevigatae-Quercion
cerridis, Querco cerridis-Betuletum pendulae).
Boschi a Fagus sylvatica con Quercus petraea, Castanea sativa, Fraxinus
ornus e Allium pendulinum (Aremonio agrimonioidis-Fagion sylvaticae,
Allio pendulini-Fagetum sylvaticae).
Boschi a Ostrya carpinifolia, con Tilia platyphyllos e Ruscus aculeatus
(Lauro nobilis-Quercenion virgilianae).
Boschi a Populus alba, P. nigra, Alnus glutinosa e Acer campestre ed
elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale (Salicion albae,
Populion albae, Alnion incanae).
Boschi a Quercus cerris (Crataego laevigatae-Quercenion cerridis).
Boschi a Quercus cerris con Carpinus orientalis, Asparagus acutifolius e
Smilax aspera (Crataego laevigatae-Quercion cerridis, Carpino orientalisQuercetum cerris).
Boschi a Quercus cerris con Castanea sativa, Lactuca muralis, Lilium
bulbiferum e Pulmonaria apennina (Physospermo verticillati-Quercion
cerris).
Boschi a Quercus cerris con Q. suber, Q. frainetto e Rubia peregrina, con Q.
virgiliana su morfologie acclivi (Crataego laevigatae-Quercenion cerridis).
Boschi a Quercus cerris e Carpinus betulus (Pulmonario apenninaeCarpinenion betuli), con Alnus glutinosa nelle incisioni con acqua sul fondo
del settore occidentale.
Boschi a Quercus cerris e Fraxynus angustifolia oxycarpa, con Acer
campestre, A. monspessulanum e Ulmus minor (Crataego laevigataeQuercion cerridis, Fraxino oxycarpae-Quercetum cerridis).
Boschi a Quercus cerris e Q. frainetto, con Mespilus germanica, Carpinus
betulus e Aristolochia rotunda (Crataego laevigatae-Quercion cerridis,
Mespilo germanicae-Quercetum frainetto).
Boschi a Quercus pubescens, con Cytisophyllum sessilifolium, Juniperus
oxycedus oxycedrus e Cnidium silaifolium, a impronta continentale
(Carpinion orientalis, Cytiso sessilifolii-Quercetum pubescentis).
Boschi a Quercus robur e Ulmus minor (Querco-Ulmetum) a contatto con
boschi a Q. cerris, Q. frainetto e Q. suber (Crataego-Quercenion cerridis).
Boschi a Quercus robur, Q. cerris, Q. petraea, Carpinus betulus e Populus
tremula (Physospermo verticillati-Quercion cerris, Pulmonario apenninaeCarpinenion betuli).
Boschi a Quercus suber, con Pistacia lentiscus, Myrtus communis e Rosa
sempervirens (Fraxino orni-Quercion ilicis, Cytiso villosi-Quercetum
suberis var. a Styrax officinalis e Quercus cerris).
Vuln
Rarità
X
Val Bio
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X
34
legenda
Boschi a Quercus suber, con Pistacia lentiscus, Myrtus communis e Rosa
sempervirens (Fraxino orni-Quercion ilicis, Cytiso villosi-Quercetum
suberis).
Boschi a Quercus suber, Q. frainetto, Q. cerris e Q. ilex (Crataego
laevigatae-Quercenion cerridis, Quercetum frainetto-suberis).
Boschi a Quercus virgiliana con Pistacia terebinthus, Fraxinus ornus, Acer
monspessulanum, Cercis siliquastrum e Phillyrea latifolia (Lauro nobilisQuercenion virgilianae, Pistacio terebinthi-Quercetum pubescentis).
Boschi a Quercus virgiliana e Quercus suber con Ulmus minor e Rosa
sempervirens (Crataego laevigatae-Quercenion cerridis).
Boschi ad Alnus glutinosa, Carpinus betulus, Corylus avellana, Ulmus
minor (Alnion incanae).
Boschi ad Alnus glutinosa, Carpinus betulus, Corylus avellana, Ulmus
minor e Populus nigra (Alnion incanae) e vegetazione a salici arbustivi
dell’alveo fluviale a Salix purpurea, Salix eleagnos, Rubus caesius e
Calystegia sepium (Salicetalia purpureae).
Boschi di forra a Alnus glutinosa con Osmunda regalis, Athyrium filixfoemina e Blechnum spicant (Alnion incanae; Polysticho setiferi-Alnetum
glutinosae).
Boschi misti a Tilia platyphyllos, Acer opalus obtusatum e Acer
pseudoplatanus (Tilio platyphylli-Acerion pseudoplatani).
Cerrete e querceti misti (Crataego laevigatae-Quercenion cerridis, Lauro
nobilis-Quercenion cerridis), con presenza di specie orientali (Styrax
officinalis, Celtis australis e Cercis siliquastrum) nell'area di San Vittorino.
Comunità ad Arundo donax, Rubus caesius e Calystegia sepium
(Calystegion sepium) e comunità elofitiche degli ambienti palustri dominate
da carici ed alte erbe pereni (Phragmito-Magnocaricetea elatae).
Comunità alofile a salicornie annuali (Salicornion patulae), a camefite o
nanofanerofite succulente (Sarcocornion fruticosae), alofile e subalofile a
emicriptofite (Juncion maritimi) e a terofite effimere (Frankenion
pulverulentae).
Comunità arbustive a Salix sp.pl. (Salicetalia purpurae).
Comunità elofitiche a Phragmites australis australis, Juncus effusus,
Glyceria plicata e Galium palustre (Phragmition australis).
Ginepreti a Juniperus oxycedrus macrocarpa e a Juniperus phoenicea
(Juniperion turbinatae),
Mosaico dei sistemi dunali: Salsolo kali-Cakiletum maritimae (Euphorbion
peplis), Echinophoro spinosae-Elytrigietum junceae, Echinophoro spinosaeAmmophiletum australis (Ammophilion australis), Crucianellion maritimae,
Sileno coloratae-Ononidetum variegat
Mosaico della vegetazione ripariale con boschi a Salix alba, Ulmus minor e
Rubus caesius (Salicion albae), boschi a Populus alba, P. nigra e P.
canescens (Populion albae) e boschi ad Alnus glutinosa, Carpinus betulus,
Corylus avellana, Ulmus minor e Popul
Mosaico di garighe a Globularia meridionalis (Seslerion apenninae),
arbusteti a Juniperus sp. pl. (Cytision sessilifolii) e boscaglie primitive a
Ostrya carpinifolia (Carpinion orientalis).
Mosaico di vegetazione a Populus alba, P. nigra, Salix alba e Alnus
glutinosa (Salicion albae, Populion albae, Alnion incanae), di vegetazione
elofitica a Phragmites australis (Phragmition communis, Phragmitetum
vulgaris), a Scirpus lacustris (Phragmition
Mosaico di vegetazione forestale caratterizzato da cenosi a Quercus robur
ed Ulmus minor (Alnion incanae, Querco-Ulmetum) e da locali presenze di
comunità a Fraxinus angustifolia oxycarpa (Carici-Fraxinetum oxycarpae,
Alno-Fraxinetum oxycarpae).
Vuln
Rarità
Val Bio
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X
X
X
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X
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X
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X
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X
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X
X
X
X
X
35
legenda
Praterie a Brachypodium genuense, con Anthoxanthum odoratum (Phleo
ambigui-Bromion erecti, Anthoxantho odorati-Brachypodietum genuensis)
e pascoli a Nardus stricta, con Ranunculus pollinensis e Poa alpina
(Ranunculo pollinensis-Nardion strictae).
Praterie a Brachypodium rupestre, con Polygala flavescens, Ononis spinosa,
Knautia purpurea e Hieracium pilosella (Phleo ambigui-Bromion erecti,
Polygalo flavescentis-Brachypodietum rupestris).
Praterie a Bromus erectus, Koeleria lobata e Helianthemum oelandicum
incanum e, localmente, a Brachypodium genuense con Anthoxanthum
odoratum (Phleo-Bromion erecti, Koelerio splendentis-Brometum erecti e
Anthoxantho odorati-Brachypodietum genuensis).
Praterie a Cynara cardunculus, Cichorium pumilum, Sulla coronaria e
Medicago polymorpha, (Brachypodion phoenicoidis, Cynaro-Cichorietum
pumili).
Praterie ad Ampelodesmos mauritanicus con Brachypodium retusum ed
Elaeoselinum asclepium (Avenulo cincinnatae-Ampelodesmion,
Elaeoselino asclepii-Ampelodesmetum mauritanici) a mosaico con
comunità terofitiche a Trifolium scabrum e Hypochaeris achirophorus
Praterie Brachypodium rupestre con Polygala flavescens e, localmente,
praterie a Bromus erectus, con Scorpiurus muricatus (Phleo ambiguiBromion erecti, Polygalo flavescentis-Brachypodietum rupestris e
Scorpiuro muricati-Brometum erecti).
Praterie continue a Hordeum bulbosum o ad Arrhenatherum elatius, con
Holcus lanatus e Festuca pratensis (Ranunculo neapolitani-Arrhentatherion
elatioris).
Praterie discontinue a Bromus erectus, con Scorpiurus muricatus, Trachynia
distachya, Coronilla scorpioides e Trifolium angustifolium (Phleo ambiguiBromion erecti; Scorpiuro muricati-Brometum erecti).
Praterie discontinue a Bromus erectus, con Seseli montanum, Thymus
longicaulis, Globularia bisnagarica (Phleo ambigui-Bromion erecti,
Sideritidenion italicae).
Praterie discontinue, sub-nitrofile, a Dasypyrum villosum con Erysimum
pseudorhaeticum, Bromus madritensis e Plantago afra (TaeniatheroAegilopion geniculatae, Erysimo pseudorhaetici-Dasypyretum villosi).
Preboschi e mantelli a Acer monspessulanum e Cercis siliquastrum, con
Spartium junceum, Carpinus orientalis e Ostrya carpinifolia (Carpinion
orientalis, Cercidi-Aceretum monspessulani).
Querceti a Quercus virgiliana, con Fraxinus ornus, Rosa sempervirens e
Smilax aspera (Lauro nobilis-Quercenion virgilianae).
Querceti misti a Quercus cerris e Quercus virgiliana, con Fraxinus ornus,
Ligustrum vulgare, Rosa sempervirens e Smilax aspera (Lauro nobilisQuercenion virgilianae).
Vegetazione forestale a Quercus robur e Ulmus minor (Alnion incanae,
Querco-Ulmetum) con locali presenze di boschi a Quercus cerris (Crataego
laevigatae-Quercenion cerridis) ed elementi di vegetazione ripariale.
Vegetazione forestale a Quercus robur e Ulmus minor, con Populus alba,
Populus nigra, Alnus glutinosa e Acer campestre (Alnion incanae, QuercoUlmetum)
Vegetazione pioniera a salici arbustivi a Salix purpurea, con Salix alba e
Solanum dulcamara (Salicetalia purpureae).
Vegetazione subprimaria ad Agrostis monteluccii (Oenantho
pimpinelloidis-Agrostietum montelucii) delle sorgenti sulfuree.
Vuln
Rarità
Val Bio
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
X
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X
X
36
2.3.2 HABITAT DI INTERESSE COMUNITARIO NELLA PROVINCIA DI ROMA
Gli habitat di interesse comunitario sono stati definiti dalla Direttiva Europea 92/43/CEE, nota
comunemente come Direttiva Habitat. Tale norma elenca, nell’allegato 1, le tipologie di habitat
che nell’ambito degli stati membri dell’Unione Europea devono essere tutelate e conservate, o
recuperate qualora degradate. Alcune di queste tipologie sono state riconosciute, nella medesima
Direttiva, come habitat prioritari (contraddistinti da un *), in quanto l’Unione Europea detiene
una grande responsabilità nei riguardi della loro conservazione, visto il loro areale di
distribuzione fortemente o totalmente incentrato sull’Europa.
Al fine di gestire adeguatamente tali habitat sono stati istituiti i Siti di Importanza Comunitaria
(SIC), che costituiscono, insieme alle Zone di Protezione Speciale (ZPS) definite per la tutela
dell’avifauna, i nodi della Rete Natura 2000. In provincia di Roma ricadono, totalmente o
parzialmente, 50 SIC e al loro interno, secondo quanto indicato nell’ultima versione della Banca
Dati Natura 2000 del Ministero dell’Ambiente (update: 2013), sono stati segnalati 45 habitat di
interesse comunitario (di cui 13 prioritari).
La tabella seguente (Tabella 3) riporta l’elenco dei SIC che interessano la Provincia di Roma (e
quelli interprovinciali).
Tabella 3
Codice
Nome SIC
IT6010034
Faggete di Monte Raschio e Oriolo
IT6010035
Fiume Mignone (basso corso)
IT6020019
Ettari
Provincia
711,940
Roma-Viterbo
89,836
Roma-Viterbo
Monte degli Elci e Monte Grottone
514,897
Roma-Rieti
IT6030001
Fiume Mignone (medio corso)
482,479
Roma
IT6030003
Boschi mesofili di Allumiere
627,619
Roma
IT6030004
Valle di Rio Fiume
908,085
Roma
IT6030006
Monte Tosto
62,396
Roma
IT6030007
Monte Paparano
146,296
Roma
IT6030008
Macchia di Manziana
801,334
Roma
IT6030009
Caldara di Manziana
90,420
Roma
IT6030010
Lago di Bracciano
5863,821
Roma
IT6030011
Valle del Cremera - Zona del Sorbo
385,883
Roma
IT6030012
Riserva naturale Tevere Farfa
2063,010
Roma-Rieti
IT6030014
Monte Soratte
444,689
Roma
IT6030015
Macchia di S. Angelo Romano
797,708
Roma
IT6030016
Antica Lavinium - Pratica di Mare
47,882
Roma
IT6030017
Maschio dell'Artemisio
2510,410
Roma
IT6030018
Cerquone - Doganella
261,974
Roma
IT6030019
Macchiatonda
242,093
Roma
37
Codice
Nome SIC
Ettari
Provincia
IT6030021
Sughereta del Sasso
110,544
Roma
IT6030022
Bosco di Palo Laziale
128,962
Roma
IT6030023
Macchia Grande di Focene e Macchia dello Stagneto
317,004
Roma
IT6030024
Isola Sacra
41,878
Roma
IT6030025
Macchia Grande di Ponte Galeria
1055,718
Roma
IT6030027
Castel Porziano (fascia costiera)
428,078
Roma
IT6030028
Castel Porziano (querceti igrofili)
327,657
Roma
IT6030030
Monte Gennaro (versante sud ovest)
338,021
Roma
IT6030031
Monte Pellecchia
1110,278
Roma-Rieti
IT6030032
Torrente Licenza ed affluenti
234,985
Roma
IT6030033
Travertini Acque Albule (Bagni di Tivoli)
387,994
Roma
IT6030034
Valle delle Cannuccete
382,600
Roma
IT6030035
Monte Guadagnolo
569,261
Roma
IT6030036
Grotta dell'Arco - Bellegra
33,872
Roma
IT6030037
Monti Ruffi (versante sud ovest)
579,468
Roma
IT6030038
Lago di Albano
603,772
Roma
IT6030039
Albano (Località Miralago)
45,253
Roma
IT6030040
Monte Autore e Monti Simbruini centrali
6684,914
Roma-Frosinone
IT6030041
Monte Semprevisa e Pian della Faggeta
1335,431
Roma
IT6030042
Alta Valle del Torrente Rio
292,887
Roma
IT6030044
Macchia della Spadellata e Fosso S. Anastasio
375,333
Roma
IT6030045
Lido dei Gigli
220,546
Roma
IT6030046
Tor Caldara (zona solfatare e fossi)
43,199
Roma
IT6030047
Bosco di Foglino
552,145
Roma
IT6030048
Litorale di Torre Astura
201,015
Roma
IT6030049
Zone umide a ovest del Fiume Astura
27,635
Roma
IT6030050
Grotta dell'Inferniglio
0,327
Roma
IT6030051
Basso corso del Rio Fiumicino
83,172
Roma
IT6030052
Villa Borghese e Villa Pamphili
341,680
Roma
IT6030053
Sughereta di Castel di Decima
538,405
Roma
IT6050005
Alta Valle del Fiume Aniene
281,636
Roma-Frosinone
Totale
34726,442
Nella tabella seguente (Tabella 4) sono invece elencati gli habitat di interesse comunitario
segnalati nei SIC suddetti. L’estensione indicata deriva ugualmente dalla Banca Dati Natura 2000
del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.
38
Tabella 4
Codice
Prior.
1150
*
Nome Habitat
Lagune costiere
Ettari
3,1
1210
Vegetazione annua delle linee di deposito marine
7,88
1310
Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone fangose e sabbiose
6,48
1410
Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
1420
Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici (Sarcocornetea fruticosi)
2110
Dune mobili embrionali
2120
Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila arenaria («dune bianche»)
72,6
2210
Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae
46,6
2230
Dune con prati dei Malcolmietalia
25,2
2240
Dune con prati dei Brachypodietalia e vegetazione annua
32,45
58,32
2250
*
Dune costiere con Juniperus spp.
2270
*
3140
Dune con foreste di Pinus pinea e/o Pinus pinaster
Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei Littorelletea uniflorae
e/o degli Isoëto-Nanojuncetea
Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara spp.
3150
Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o Hydrocharition
3130
3170
*
2,1
9,37
16,74
203,23
112,79
1789,4
2251,67
3290
Stagni temporanei mediterranei
Fiumi delle pianure e montani con vegetazione del Batrachion fluitantis e CallitrichoBatrachion
Fiumi mediterranei a flusso permanente con il Paspalo-Agrostidion e con filari ripari di
Salix e Populus alba
Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il Paspalo-Agrostidion
4060
Lande alpine e boreali
5130
Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli
5210
Matorral arborescenti di Juniperus spp.
171,2
Matorral arborescenti di Laurus nobilis
111,54
3260
3280
5230
*
61,91
89,81
110,09
90,8
93,59
213,78
5310
Boscaglia fitta di Laurus nobilis
5330
Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici
378,64
*
Formazioni erbose calcicole rupicole o basofile dell'Alysso-Sedion albi
234,35
6210
*
6220
*
Formazioni erbose calcicole alpine e subalpine
Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli su substrato calcareo
(Festuco -Brometalia) (* notevole fioritura di orchidee)
Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei Thero-Brachypodietea
6110
6170
6420
Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del Molinio-Holoschoenion
6430
Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile
7220
*
8210
Sorgenti pietrificanti con formazione di travertino (Cratoneurion)
0,8
40,11
1052,33
1190,75
17,12
105,62
6,72
Pareti rocciose calcaree con vegetazione casmofitica
144,6
Pavimenti calcarei
66,85
8310
Grotte non ancora sfruttate a livello turistico
34,31
8320
Campi di lava e cavità naturali
9160
Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell'Europa centrale del Carpinion betuli
175,36
Foreste di versanti, ghiaioni e valloni del Tilio-Acerion
Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (Alno-Padion, Alnion
incanae, Salicion albae)
263,64
8240
*
9180
*
91E0
*
5,4
27
39
Codice
Prior.
91M0
9210
Nome Habitat
Ettari
Foreste pannonico-balcaniche di cerro-rovere
*
1510,7
Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex
3099,15
9260
Foreste di Castanea sativa
2.661,26
92A0
Foreste a galleria di Salix alba e Populus alba
197,29
9330
Foreste di Quercus suber
465,74
9340
Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia
646,2
Totale 17904,59
L’elenco degli habitat segnalati nei SIC è stato aggiornato di recente sulla base delle novità
introdotte dal Manuale italiano di Interpretazione degli Habitat di Direttiva, redatto dalla Società
Botanica Italiana per conto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare
(Biondi et al. 2009). Detto Manuale ha infatti rivisto tutte le diagnosi degli habitat riportate nel
Manuale europeo (versione EUR 27) e quelle associate ai codici CORINE Biotopes collegati agli
habitat, definendo le tipologie che sono certamente rappresentate nel territorio italiano, sulla base
delle conoscenze attuali. Per tali tipologie sono state quindi descritte delle diagnosi coerenti con il
contesto italiano e fornite indicazioni di carattere floristico, sintassonomico e sindinamico,
oltreché bibliografico, utili per la migliore interpretazione delle stesse.
Alcuni habitat precedentemente segnalati in Italia non sono più riconosciuti validi e per questo
sono stati eliminati o, laddove possibile, ricondotti alle tipologie corrette. Anche nel Lazio, e
quindi nella provincia di Roma, si sono rese necessarie alcune revisioni per l’adeguamento delle
segnalazioni precedenti.
La Banca Dati vegetazionale 2007, oggetto di aggiornamento secondo quanto descritto in
questa relazione, è stata prodotta in assenza di una corretta e condivisa interpretazione a scala
nazionale degli habitat di interesse comunitario e, infatti, alcune tipologie associate dagli autori
alle voci della legenda della carta della vegetazione sono errate o ormai superate.
La tabella seguente (Tabella 5) riporta gli habitat indicati nella Banca Dati 2007. Pur riportando
un minor numero di tipologie di habitat rispetto a quelle segnalate nei SIC, contiene alcune
indicazioni interessanti.
Tabella 5
Codice Prior.
Nome Habitat
1150
*
Lagune costiere
Vegetazione pioniera a Salicornia e altre specie annuali delle zone
1310
fangose e sabbiose
1320
Prati di Spartina (Spartinion maritimae)
1410
Pascoli inondati mediterranei (Juncetalia maritimi)
Praterie e fruticeti alofili mediterranei e termo-atlantici
1420
(Sarcocornetea fruticosi)
Poligoni
x
Punti
x
x
x
x
x
x
40
Codice Prior.
Nome Habitat
2110
Dune mobili embrionali
Dune mobili del cordone litorale con presenza di Ammophila
2120
arenaria («dune bianche»)
2210
Dune fisse del litorale del Crucianellion maritimae
2250
*
Dune costiere con Juniperus spp.
2260
Dune con vegetazione di sclerofille dei Cisto-Lavenduletalia
Acque oligotrofe a bassissimo contenuto minerale su terreni
generalmente sabbiosi del Mediterraneo occidentale con Isoetes
3120
spp.
Punti
x
x
x
x
x
3140
3150
3280
3290
5130
5330
6210
*
6220
*
6230
*
6420
6430
6510
6520
9120
9160
91B0
*
*
x
x
x
Acque stagnanti, da oligotrofe a mesotrofe, con vegetazione dei
Littorelletea uniflorae e/o degli Isoëto-Nanojuncetea
Acque oligomesotrofe calcaree con vegetazione bentica di Chara
spp.
Laghi eutrofici naturali con vegetazione del Magnopotamion o
Hydrocharition
3130
91E0
9210
9260
9280
9330
9340
Poligoni
x
x
Fiumi mediterranei a flusso permanente con il Paspalo-Agrostidion
e con filari ripari di Salix e Populus alba
Fiumi mediterranei a flusso intermittente con il PaspaloAgrostidion
Formazioni a Juniperus communis su lande o prati calcicoli
Arbusteti termo-mediterranei e pre-desertici
Formazioni erbose secche seminaturali e facies coperte da cespugli
su substrato calcareo (Festuco -Brometalia) (* notevole fioritura di
orchidee)
Percorsi substeppici di graminacee e piante annue dei TheroBrachypodietea
Formazioni erbose a Nardus, ricche di specie, su substrato siliceo
delle zone montane (e delle zone submontane dell'Europa
continentale)
Praterie umide mediterranee con piante erbacee alte del MolinioHoloschoenion
Bordure planiziali, montane e alpine di megaforbie idrofile
Praterie magre da fieno a bassa altitudine (Alopecurus pratensis,
Sanguisorba officinalis)
Praterie montane da fieno
Faggeti acidofili atlantici con Ilex e a volte anche Taxus nello strato
arbustivo
Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell'Europa centrale del
Carpinion betuli
Frassineti termofili a Fraxinus angustifolia
x
Foreste alluvionali di Alnus glutinosa e Fraxinus excelsior (AlnoPadion, Alnion incanae, Salicion albae)
Faggeti degli Appennini con Taxus e Ilex
Foreste di Castanea sativa
Foreste di Quercus frainetto
Foreste di Quercus suber
Foreste di Quercus ilex e Quercus rotundifolia
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
x
41
In arancione sono evidenziate le tipologie che non sono più riconosciute valide per il Lazio
(habitat 1320, 9120 e 9160, limitati ad alcune regioni più settentrionali) o addirittura per l’Italia
(habitat 9280, limitato alla penisola balcanica). Le comunità vegetali precedentemente associate a
tali codici sono state reinterpretate, rispettivamente, negli habitat 1410, 9210, 91L0 e 91M0. Di
questi ultimi soltanto il 91L0 non è stato ancora sostituito al 9160 nella banca dati ufficiale
Natura 2000, mentre per gli altri c'è già stato l'aggiornamento, come si evince confrontando le
tabelle sopra riportate.
In verde, invece, sono evidenziati gli habitat che attualmente non figurano in nessun SIC della
Provincia e che invece sono sicuramente presenti (ma non si hanno ancora dati adeguati da
presentare).
L’habitat 91B0 non è il riferimento corretto per le comunità a frassino meridionale indicate
nella Banca Dati vegetazionale 2007, che vanno invece ricondotte all’habitat 91F0 "Foreste miste
riparie di grandi fiumi a Quercus robur, Ulmus laevis e Ulmus minor, Fraxinus excelsior o
Fraxinus angustifolia (Ulmenion minoris)". Risulta invece presente alle foci dei fiumi Astura e
Arrone.
Anche l’habitat 91F0 non è segnalato in alcun SIC e risulta presente, invece, nelle bassure
interdunali del Litorale Romano, nel bosco di Foglino e, in piccoli frammenti, sulle alluvioni dei
fiumi Tevere e Aniene.
L’habitat 2260 potrebbe essere presente nel Lazio e in provincia di Roma ma, così come
indicato nel Manuale Italiano di Interpretazione degli Habitat, include comunità molto comuni in
quanto legate a forme varie di disturbo e a degradazione di quelle arboreo-arbustive tipiche delle
coste basse sabbiose. Anche la descrizione delle formazioni vegetali associate a questo habitat
riportata nella Banca Dati vegetazionale 2007 evidenzia il ruolo del disturbo antropico nella loro
diffusione. Per tali motivi non si attribuisce grande importanza a queste comunità e si preferisce
continuare a non considerarle “di interesse comunitario” nel Lazio.
L’habitat 6510 è stato associato, nella banca BDV2007, a comunità afferenti alle alleanze
Arrhenatherion elatioris e Cynosurion cristati. Le seconde sono state forzatamente legate ad
habitat di interesse comunitario per cui non sono considerabili tali. Diversamente, le formazioni
ad Arrhenatherum elatius sono giustamente riconducibili all’habitat 6510.
All’habitat 6520 sono state nuovamente associate, nella BDV2007, comunità a dominanza di
Arrhenatherum elatius, ma questo è in conflitto con la diagnosi dell’habitat, che è definito dalle
formazioni afferenti all’alleanza Polygono-Trisetion. Sono in corso verifiche sulla reale presenza
di tali formazioni sia nella provincia di Roma che nel Lazio.
42
Oltre agli habitat di interesse comunitario suddetti, segnalati nei SIC o indicati nella Banca Dati
vegetazionale 2007, ce ne sono altri presenti in Provincia di Roma i quali non sono stati
precedentemente censiti. Tra questi rientrano gli habitat 8120 e 8130, che racchiudono i ghiaioni
montani, poco diffusi ed estesi nel territorio provinciale (viste le quote modeste dei rilievi
montuosi carbonatici). Più esteso e diffuso è invece l’habitat 91AA* che include i boschi a
Quercus pubescens o Q. virgiliana. Questo habitat non è stato segnalato in precedenza essendo
stato definito solo nell’ultimo aggiornamento dell’allegato 1 della Direttiva Habitat, in occasione
dell’ingresso nell’Unione Europea della Bulgaria e Romania, due nazioni che presentano, come
tutti i paesi balcanici, notevoli similitudini vegetazionali con la penisola italiana.
Due habitat indicati nella BDV2007 sono segnalati nelle schede di altrettante ZPS mentre non
figurano nei SIC. Si tratta degli habitat 3120 e 6230. Anche per essi si stanno effettuando
indagini e approfondimenti al fine di completare lo stato delle conoscenze e fornire informazioni
utili per la gestione del territorio.
43
3. CARTA DELLA VEGETAZIONE NATURALE POTENZIALE
E CARTA DELLE SERIE DI VEGETAZIONE (SCALA 1:25.000)
3.1. INTRODUZIONE
La carta delle serie di vegetazione e la carta della vegetazione naturale potenziale vengono
trattate insieme perché si ottengono mediante una procedura in parte correlata. La definizione
degli ambiti di pertinenza delle VNP e delle Serie si basa infatti sulla classificazione ecologica di
clima, litologia e forme.
La carta della vegetazione naturale potenziale (VNP) rappresenta e definisce gli ambiti di
territorio omogenei per vegetazione matura, mentre la carta delle serie di vegetazione dettaglia,
all’interno di queste unità spaziali, la dinamica in atto tra le comunità vegetali, determinate da usi
diversi e processi di recupero delle forme mature.
Come già indicato nel capitolo 2, un processo deduttivo di classificazione ecologica del
territorio, che analizza i fattori ambientali strutturanti del paesaggio (clima, litologia, morfologia),
aiuta a delimitare porzioni di territorio omogenee in termini fisici, alle quali compete un unico
tipo di vegetazione naturale potenziale. Il rilevamento sincrono delle comunità vegetali presenti
al loro interno e/o il riferimento a dati fitosociologici già pubblicati consentono poi di descrivere
e caratterizzare la vegetazione naturale potenziale e tutti gli stadi seriali ad essa collegati anche in
termini sintassonomici.
Come già ricordato, le carte delle serie e della vegetazione naturale potenziale sono state
realizzate a scala 1:25.000 anziché 1:50.000, come inizialmente previsto, per fornire un quadro
delle potenzialità più coerente con la carta della vegetazione reale e con le finalità complessive
della Convenzione.
3.2. DATI E METODI
Come da Convenzione (art. 3), la redazione di questi due documenti cartografici ha preso come
ambiti di riferimento i sottosistemi di territorio definiti per il Piano Territoriale Provinciale
Generale della Provincia di Roma (Blasi et al. 2010). In accordo con quanto riportato in
Convenzione, i sottosistemi sono stati opportunamente rivisti in modo da aumentare il dettaglio
cartografico sia in termini di unità territoriali che di precisione geometrica. Questa operazione è
risultata tanto più utile ed essenziale considerando che la scala delle carte è passata da 1:50.000 a
1.25.000.
44
Nella revisione dei sottosistemi l’impostazione metodologica è rimasta la stessa, ma si sono
presi in considerazione nuovi strati informativi, alcuni dei quali resisi disponibili nel frattempo, e
nuove conoscenze acquisite in campo. La campagna 2011-2013 è stata infatti anche finalizzata a
coadiuvare e verificare la modellizzazione ecologica del territorio, con la predisposizione di
specifiche linee guida per la preparazione delle uscite (vedi “Relazione sullo stato di
avanzamento”, febbraio 2012).
Le basi di dati utilizzate per la revisione dei sottosistemi di territorio sono state le seguenti:
 Dati relativi al progetto CARG (cartografie geologiche in scala 1:50.000) disponibili
tramite ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale)
 Carta Geologica Informatizzata della Regione Lazio (Regione Lazio Agenzia Regionale
Parchi, Area Difesa del Suolo - Università degli Studi Roma Tre, Dipartimento di Scienze
Geologiche, 2012)
 Idrogeologia della Provincia di Roma (Ventriglia 1988-1990)
 Geologia del territorio del Comune di Roma (Ventriglia 2002-Amministrazione
Provinciale di Roma)
 Carta geologica del Complesso vulcanico dei Colli Albani (De Rita, Funiciello & Parotto
1988, CNR-Roma)
 Modello digitale del Terreno (ASTER) Version 2, 2011
 Carta Tecnica Regionale CTR in scala 1:10.000 e nuova cartografia in scala 1:5.000
 Ortofoto digitali AGEA 2008
I sottosistemi nuovamente definiti sono stati caratterizzati in termini di vegetazione matura
(VNP) considerando le indicazioni fornite dai dati di campo e dalla carta della vegetazione reale.
È bene comunque tenere presente che la diversità delle cartografie adottate in termini di
tematismi e di scale rende impossibile una correlazione automatica tra classificazione ecologica
ed ambiti di pertinenza di una serie. Questo anche perchè i caratteri litologici e morfologici presi
in esame non sempre sono completamenti selettivi in termini di presenza/assenza di una specie o
di una comunità vegetale. Per questa ragione, a volte in uno stesso sottosistema si è verificata la
contemporanea presenza di più tappe mature. In questo caso si è proceduto ad ulteriori divisioni
prendendo in esame specifiche discontinuità bioclimatiche e topografiche, emergenti a livelli di
maggior dettaglio.
La vegetazione naturale potenziale è stata quindi cartografata facendo riferimento a unità di
territorio di diverso rango gerarchico nella classificazione ecologica (sottosistemi e unità
ambientali), che corrispondono a variazioni nette delle potenzialità vegetazionali. Tuttavia, dal
45
momento che può persistere un certo grado di eterogeneità, la potenzialità vegetazionale
relazionata ai diversi poligoni cartografati è sempre da intendersi come quella prevalente, che
interessa la maggior parte del territorio di una determinata unità omogenea. Solo nei rari casi in
cui, in un ambito territoriale considerato omogeneo a scala 1:25.000, fossero presenti due o più
serie senza poterne individuare una prevalente, è stata utilizzata la dizione “mosaico”. Infine, in
presenza di gradienti ecologici o unità geomorfologiche o fitoclimatiche non evidenziabili
singolarmente alla scala adottata (es. la vegetazione delle valli fluviali o delle coste basse
sabbiose), sono stati individuati dei mosaici catenali.
Una volta realizzata la carta della vegetazione potenziale secondo la modalità sopra descritta, la
sovrapposizione con la carta della vegetazione reale ha permesso di descrivere e rappresentare
tutti gli stadi seriali associati alle diverse tipologie di vegetazione matura. Occorre però precisare
che la carta delle serie non è stata derivata in maniera automatica, ma ha richiesto un’analisi
critica caso per caso, perché è possibile che ad una stessa vegetazione naturale potenziale
corrispondano cespuglieti e praterie differenti, ovvero che una stessa tappa matura presenti una
certa eterogeneità a livello di stadi seriali. Inoltre, per mantenere una accuratezza cartografica
adeguata, a valle della fase di integrazione dei tematismi si è rivista la restituzione cartografica
analizzando i singoli poligoni ed effettuando le necessarie correzioni perché non si producessero
poligoni aggiuntivi al di fuori delle logiche previste nelle diverse legende.
Il dettaglio cartografico adottato nella Carta della Vegetazione ha permesso di individuare
all’interno di una tipologia di vegetazione potenziale (VNP) anche una o più “serie accessorie”,
che nel complesso incidono poco in termini di copertura, ma forniscono interessanti informazioni
in termini biogeografici, ecologici e paesaggistici. Si tratta di elementi di vegetazione reale
matura di una specifica serie che, in un contesto ad elevata eterogenità climatica, litologica e
gemorfologica quale quello del territorio provinciale, possono ritrovarsi anche all’interno degli
ambiti territoriali di pertinenza di altre serie di vegetazione. In genere le serie accessorie fanno
riferimento a serie spazialmente contigue (per es. un piccolo lembo di faggeta in un contesto di
bosco misto mesofilo a carpino nero) oppure a cenosi extrazonali presenti a causa di condizioni
ecologiche particolari (per es. un bosco di leccio su una parete di calcare molto acclive con
esposizione SW in un contesto sub continentale collinare caratterizzato dalla presenza di boschi
di roverella). Nella Carta delle Serie di vegetazione i poligoni di serie accessorie sono classificati
sotto una unica voce generica. La specificità potenziale di ciascun poligono si ricava dalla Carta
della Vegetazione Potenziale, mentre il riferimento sintassonomico della singola tappa matura si
può ricavare dalla Carta della Vegetazione reale.
46
La prassi realizzativa della cartografia della vegetazione naturale potenziale e delle serie di
vegetazione ha prodotto nuovi elementi di approfondimento teorico. In particolare è risultata
essenziale l’integrazione con esperti del settore geologico e geomorfologico in grado di
rielaborare documenti di base nati spesso con finalità diverse. Inoltre, si è evidenziato che,
nonostante la necessità di una scala uniforme ai fini territoriali, in casi particolari è comunque
opportuno realizzare finestre di diverso dettaglio in funzione della natura dei substrati. Il territorio
della Provincia a determinismo vulcanico mostra infatti una maggiore omogeneità delle
potenzialità vegetazionali rispetto alla fascia costiera o ai sistemi carbonatici del Subapennino,
per i quali la modellizzazione ecologica è stata necessariamente più dettagliata.
L’unità minima cartografabile adottata per la Carta della Vegetazione Naturale Potenziale è pari
a 2 ettari, quella della Carta delle Serie di vegetazione è uguale a 1 ettaro.
47
3.3 RISULTATI
3.3.1 LA VEGETAZIONE NATURALE POTENZIALE DELLA PROVINCIA DI ROMA
La realizzazione della cartografia della vegetazione naturale potenziale (VNP) ha portato alla
definizione e delimitazione di 35 tipologie di vegetazione matura e di 11 mosaici di vegetazione.
Di seguito si riporta l’elenco delel tipologie individuate con la relativa percentuale di copertura
sul territorio provinciale e il numero di poligoni afferenti.
COD
DESCRIZIONE
COP %
N POL
0,01
4
1
Arbusteti ipsofili a ginepro nano dei rilievi montuosi carbonatici
2
Faggete con Cardamine kitaibelii dei rilievi montuosi carbonatici e delle
conche intermontane
0,98
5
Faggete con Lathyrus venetus dei rilievi montuosi carbonatici e delle conche
intermontane
2,35
33
0,01
2
0,32
11
0,57
2
1,26
2
0,04
3
0,95
34
3
4
Faggete di "bassa quota" dei substrati vulcanici
5
Boschi a carpino bianco e cerro delle conche intermontane e fluvio-lacustri e
delle aree a debole pendenza su substrati carbonatici
6
7
Boschi a farnia, cerro, rovere e carpino bianco dei sedimenti fluvio-lacustri e
colluviali delle caldere vulcaniche
Cerrete degli edifici vulcanici
8
Boschi misti a carpino nero con tiglio degli edifici vulcanici
9
Boschi misti a cerro dei rilievi montuosi carbonatici
10
Boschi misti a carpino nero e Melittis melissophyllum dei rilievi montuosi
carbonatici
3,75
38
Boschi a roverella con Cytisophyllum sessilifolium dei rilievi montuosi
carbonatici
0,35
6
0,30
3
1,87
12
2,53
6
30,76
78
0,03
7
11
12
Cerrete con Coronilla emerus degli edifici vulcanici
13
Cerrete con Melica uniflora dei versanti calcareo marnosi e delle cupole e
domi di lava del settore cerite-tolfetano
14
Querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati arenacei e marnosi
15
Cerrete con carpino orientale dei substrati vulcanici e carbonatici
16
Querceti misti a cerro e virgiliana degli edifici vulcanici
48
COD
17
DESCRIZIONE
Querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati calcareo-marnosi del settore
cerite-tolfetano e dei substrati sabbiosi della Campagna Romana
settentrionale
COP %
N POL
6,76
45
5,73
32
18
Cerrete con sughera dei substrati vulcanici
19
Boschi a cerro e farnetto delle superfici terrazzate e dei pianori sommitali
della duna antica e dei substrati arenacei
3,18
11
Boschi a cerro e farnetto della duna antica, con locali presenze di virgiliana e
sughera sui versanti erosi
0,27
16
Querceti misti a sughera, farnetto e cerro delle superfici terrazzate e dei
pianori sommitali della duna antica
1,07
3
0,14
17
0,14
5
5,92
25
5,58
28
20
21
22
Boschi a cerro e frassino meridionale dei fondovalle
23
Boschi misti a carpino nero con Asparagus acutifolius dei rilievi carbonatici
24
Querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati argilloso-sabbiosi
25
Boschi a virgiliana dei rilievi carbonatici
26
Boschi a virgiliana e sughera dei terrazzi marini sabbioso-conglomeratici e
dei depositi marini argillosi, sabbiosi e ghiaiosi
1,71
28
Sugherete termofile con Pistacia lentiscus dei terrazzi marini sabbiosoconglomeratici
0,59
16
Leccete miste con orniello e Cyclamen hederifolium dei versanti fortemente
pendenti
1,75
46
0,51
3
2,12
25
1,34
11
0,16
1
0,32
9
27
28
29
Leccete acidofile con cerro ed acero minore delle cupole e domi di lava
30
Leccete subcostiere con Phillyrea latifolia e Cyclamen repandum
31
Boschi a dominanza di farnia e frassino meridionale delle pianure alluvionali
e di colmata retrodunali e dei versanti della duna antica
32
33.1
Mosaico dei boschi ad Alnus glutinosa, Carpinus betulus, Corylus avellana,
Ulmus minor e Populus nigra dei fondovalle con depositi fluviali e colluviali
di origine arenacea e delle cerrete dell'associazione Daphno laureolaeQuercetum cerridis
Boschi a farnia e olmo minore con locali presenze di cerrete con farnia e
boschi igrofili a pioppi, dei sedimenti fluvio-lacustri e colluviali delle caldere
vulcaniche
49
COD
DESCRIZIONE
33.2
Boschi a farnia e olmo minore del sistema alluvionale
33.3
Boschi a farnia e olmo minore delle pianure alluvionali minori, a contatto con
i boschi a sughera e virgiliana
33.4
33.5
34
35
36
37
Boschi a farnia e olmo minore dei fondovalle dei depositi fluviali e colluviali,
a contatto con i boschi a sughera, cerro e farnetto
Mosaico di boschi a farnia e olmo minore e a frassimo meridionale, delle aree
del bacino di piena e dei terrazzi recenti del Fiume Tevere
Mosaico ripariale di boschi a salici, pioppi e ontani delle barre di meandro e
delle aree alluvionabili prossimali all'area di piena ordinaria e di vegetazione
elofitica e idrofitica delle rive fluviali
Mosaico di boschi a pioppi, salici ed ontani e di vegetazione elofitica dei
sedimenti fluvio-lacustri e colluviali delle caldere vulcaniche e idrofitica dei
laghi profondi con acque ad elevata alcalinità
COP %
N POL
3,37
77
0,26
7
0,79
11
2,33
18
1,27
39
0,20
10
0,01
10
0,15
2
0,49
27
4,45
138
0,13
1
Mosaico di vegetazione dei substrati dolomitici incoerenti
Mosaico di querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati arenacei e marnosi
e di boschi a virgiliana dei rilievi carbonatici
38
Mosaico di vegetazione forestale delle forre
39
Mosaico di vegetazione forestale delle incisioni vallive
40
Mosaico delle aree palustri costiere
41
Mosaico di macchia mediterranea e boschi di leccio della duna litoranea
recente
1,36
10
Mosaico catenale dei sistemi dunali
0,35
19
42
50
3.3.2 LE SERIE DI VEGETAZIONE DELLA PROVINCIA DI ROMA
Di seguito viene riportata l’articolazione degli stadi seriali afferenti alle tipologie di vegetazione
matura e di mosaico individuate nella realizzazione della cartografia della vegetazione naturale
potenziale (con l’eccezione degli stadi di sostituzione rappresentati da superfici artificiali ed
agricole, e dei corpi idrici).
1
Tappa matura
Prateria continua
Prateria discontinua
2
Tappa matura
Prateria continua
Prateria discontinua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
3
Tappa matura
Serie degli arbusteti ipsofili a ginepro nano dei rilievi montuosi carbonatici
(Helianthemo grandiflori-Junipero alpinae sigmetum).
Arbusteti ipsofili a Juniperus communis alpina, con Daphne oleoides e Rosa
pendulina (Daphno oleoidis-Juniperion alpinae, Helianthemo grandifloriJuniperetum alpinae).
Praterie continue a Brachypodium genuense, con Anthoxanthum odoratum, Polygala
vulgaris e Cirsium acaule (Phleo ambigui-Bromion erecti, Anthoxantho odoratiBrachypodietum genuensis) e pascoli a Nardus stricta, con Ranunculus pollinensis,
Poa alpina e Potentilla rigoana (Ranunculo pollinensis-Nardion strictae).
Praterie discontinue a Bromus erectus, Koeleria lobata, Valeriana tuberosa,
Globularia meridionalis e Helianthemum oelandicum incanum (Phleo ambiguiBromion erecti, Koelerio splendentis-Brometum erecti) con locali presenze di
elementi della suballeanza Seslerenion apenninae.
Serie delle faggete con Cardamine kitaibelii dei rilievi montuosi carbonatici e
delle conche intermontane (Cardamino kitaibelii-Fago sylvaticae sigmetum).
Boschi a Fagus sylvatica con Cardamine kitaibelii, C. enneaphyllos e C. chelidonia
(Aremonio agrimonioidis-Fagion sylvaticae, Cardamino kitaibelii-Fagetum
sylvaticae), con presenze non cartografabili di mantelli e arbusteti a Rosa dumalis e
R. corymbifera, con Ribes uva-crispa, e comunità primarie a Genista radiata
(Berberidion vulgaris, Ribeso uvae-crispae-Rosetum dumalis, Roso pendulinaeGenistetum radiatae).
Praterie continue a Cynosurus cristatus e Poa alpina, con Lolium perenne, Trifolium
repens, T. resupinatum e T. micranthum (Cynosurion cristati) e a Nardus stricta, con
Ranunculus pollinensis, Poa alpina e Potentilla rigoana (Ranunculo pollinensisNardion strictae).
Praterie discontinue con Bromus erectus, Koeleria lobata, Valeriana tuberosa,
Globularia meridionalis e Helianthemum oelandicum incanum (Phleo ambiguiBromion erecti, Koelerio splendentis-Brometum erecti) e, in presenza di suoli più
profondi, a Brachypodium genuense, con Anthoxanthum odoratum, Polygala
vulgaris e Cirsium acaule (Phleo ambigui-Bromion erecti, Anthoxantho odoratiBrachypodietum genuensis).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere montane (Pinus nigra, Picea abies e Abies alba
prevalenti).
Serie delle faggete con Lathyrus venetus dei rilievi montuosi carbonatici e delle
conche intermontane (Lathyro veneti-Fago sylvaticae sigmetum).
Boschi a Fagus sylvatica con Acer opalus obtusatum, A. pseudoplatanus, Cardamine
bulbifera e Lathyrus venetus (Aremonio agrimonioidis-Fagion sylvaticae, Lathyro
veneti-Fagetum sylvaticae).
51
Arbusteto
Prateria continua
Prateria discontinua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Arbusteti e mantelli montani con Juniperus communis, Crataegus monogyna, Rosa
corymbifera, Rhamnus alpina e Sorbus aria (Berberidion vulgaris).
Praterie continue a Cynosurus cristatus e Lolium perenne, con Trifolium repens, T.
resupinatum, T. micranthum e Bellis perennis (Trifolio resupinati-Cynosurenion
cristati).
Praterie discontinue a Bromus erectus, con Seseli montanum, Thymus longicaulis,
Globularia bisnagarica (Phleo ambigui-Bromion erecti, Sideritidenion italicae).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Boschi cedui a Castanea sativa.
Rimboschimenti a conifere montane (Pinus nigra, Picea abies e Abies alba
prevalenti) e rimboschimenti misti di conifere montane e latifoglie
Serie accessoria
Boschi misti a carpino nero (Melittio melissophylli-Ostryetum carpinifoliae).
4
Serie delle faggete di "bassa quota" dei substrati vulcanici (Allio pendulini-Fago
sylvaticae sigmetum).
Boschi a Fagus sylvatica con Quercus petraea, Castanea sativa, Fraxinus ornus e
Allium pendulinum (Aremonio agrimonioidis-Fagion sylvaticae, Allio penduliniFagetum sylvaticae), con presenze di arbusteti e mantelli non cartografabili
(Sarothamnion scopari).
Tappa matura
5
Tappa matura
Arbusteto/mantello
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
6
Tappa matura
Arbusteto
Serie dei boschi a carpino bianco e cerro delle conche intermontane e fluviolacustri e delle aree a debole pendenza su substrati carbonatici (Pulmonario
apenninae-Carpinenion betuli).
Boschi a Carpinus betulus con Quercus cerris, Fagus sylvatica, Aremonia
agrimonioides e Pulmonaria apennina (Physospermo verticillati-Quercion cerris,
Pulmonario apenninae-Carpinenion betuli).
Arbusteti e mantelli con Prunus spinosa, Rubus ulmifolius, Acer campestre e Corylus
avellana (Fraxino orni-Berberidenion vulgaris), con presenze non cartografabili di
preboschi a Populus tremula e Corylus avellana (Corylo avellanae-Polulion
tremulae).
Praterie continue pascolate a Lolium perenne e Trifolium repens, con Cynosurus
cristatus, Centaurea calcitrapa, Trifolium resupinatum e T. micranthum (Trifolio
resupinati-Cynosurenion cristati, Centaureo calcitrapae-Lolietum perennis per i M.ti
Lepini e Prenestini) e prati da sfalcio a Hordeum bulbosum e Vulpia ligustica, con
Cynosurus cristatus, Poa trivialis, Trifolium incarnatum molineri, T. pratense e T.
repens (Trifolio resupinati-Cynosurenion cristati, Trifolio molinerii-Hordeetum
bulbosi per i M.ti Lepini e Prenestini).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Boschi cedui e impianti da frutto di Castanea sativa.
Serie dei boschi a farnia, cerro, rovere e carpino bianco dei sedimenti fluviolacustri e colluviali delle caldere vulcaniche (Pulmonario apenninae-Carpinenion
betuli).
Boschi a Quercus robur, Q. cerris, Q. petraea, Carpinus betulus e Populus tremula
(Physospermo verticillati-Quercion cerris, Pulmonario apenninae-Carpinenion
betuli).
Arbusteti e mantelli con Prunus spinosa, Crataegus monogyna, Rubus ulmifolius,
Acer campestre e Corylus avellana (Prunetalia spinosae) e comunità a Pteridium
aquilinum, con Holcus mollis e Silene latifolia alba (Holco mollis-Pteridion
aquilini). Presenze non cartografabili di preboschi a Corylus avellana, Sambucus
nigra e Popolus tremula (Corylo avellanae-Polulion tremulae).
52
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Praterie continue a Dasypyrum villosum e Vulpia ligustica, con Hordeum bulbosum e
Knautia integrifolia (Echio-Galactition, Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi) e a
Lolium perenne e Trifolium repens, con Cynosurus cristatus, Antoxanthum
odoratum, Centaurea calcitrapa, Trifolium resupinatum, T. micranthum (Trifolio
resupinati-Cynosurenion cristati).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Boschi cedui a Castanea sativa.
Rimboschimenti a conifere mediterranee (a Pinus pinea e Pinus pinaster prevalenti).
Elementi forestali
costituiti da specie aliene
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudacacia e Ailanthus altissima
(Bryonio-Robinion).
7
Serie delle cerrete degli edifici vulcanici (Physospermo verticillati-Quercion
cerris).
Boschi a Quercus cerris con Castanea sativa, Lactuca muralis, Lilium bulbiferum e
Pulmonaria apennina (Physospermo verticillati-Quercion cerris). Presenze non
cartografabili di cenosi forestali secondarie e preboschi a Populus tremula, con
Corylus avellana, Castanea sativa e Sambucus nigra (Corylo avellanae-Populion
tremulae).
Arbusteti e mantelli acidofili con Cytisus scoparius e C. villosus (Sarothamnion
scoparii). Presenze non cartografabili di comunità a Pteridium aquilinum, con
Holcus mollis e Silene latifolia alba (Holco mollis-Pteridion aquilini) e a Sambucus
ebulus, con Urtica dioica e Alliaria petiolata (Galio aparines-Alliarietalia
petiolatae).
Praterie continue a Dasypyrum villosum e Vulpia ligustica, con Hordeum bulbosum e
Knautia integrifolia (Echio-Galactition, Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi) e, in
aree pianeggianti praterie continue a Hordeum bulbosum, Anthoxanthum odoratum,
Holcus lanatus e Vulpia ligustica (Ranunculo neapolitani-Arrhenatherion elatioris).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Boschi cedui a Castanea sativa.
Rimboschimenti a conifere mediterranee (a Pinus pinea e Pinus pinaster prevalenti).
Boschi di leccio (Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis).
Tappa matura
Arbusteto
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Serie accessoria
8
Tappa matura
Arbusteto
Aree in evoluzione
Elementi forestali
costituiti da specie aliene
Formazioni forestali di
origine antropica
Serie accessoria
9
Tappa matura
Serie dei boschi misti a carpino nero con tiglio degli edifici vulcanici (Lauro
nobilis-Quercenion virgilianae).
Boschi a Ostrya carpinifolia, con Tilia platyphyllos e Ruscus aculeatus (Lauro
nobilis-Quercenion virgilianae).
Arbusteti e mantelli con Prunus spinosa, Crataegus monogyna e Rubus ulmifolius
(Prunetalia spinosae).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudacacia e Ailanthus altissima
(Bryonio-Robinion).
Rimboschimenti a conifere mediterranee (a Pinus pinea e Pinus pinaster prevalenti).
Boschi cedui a Castanea sativa.
Serie dei boschi misti a cerro dei rilievi montuosi carbonatici (Aceri obtusatiQuerco cerridis cytisophyllo sessilifolii sigmetosum).
Boschi misti a Quercus cerris, con Acer opalus obtusatum e Ostrya carpinifolia
(Carpinion orientalis, Aceri obtusati-Quercetum cerridis cytisophylletosum
sessilifolii).
53
Arbusteto
Prateria discontinua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Serie accessorie
10
Tappa matura
Prebosco
Arbusteto
Prateria discontinua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Serie accessorie
11
Tappa matura
Arbusteti e mantelli a Spartium junceum o Cytisophyllum sessilifolium o Juniperus
oxycedrus oxycedrus, con Prunus spinosa, Rubus ulmifolius, Rosa sp.pl., dei substrati
calcarei e calcareo-marnosi (Cytision sessilifolii) e comunità a Pteridium aquilinum,
con Holcus mollis e Silene latifolia alba (Holco mollis-Pteridion aquilini).
Praterie discontinue a Bromus erectus, con Seseli montanum, Thymus longicaulis,
Globularia bisnagarica (Phleo ambigui-Bromion erecti, Sideritidenion italicae) e, su
calcari marnosi e detriti di pendio, praterie a Brachypodium rupestre, con Polygala
flavescens, Ononis spinosa, Knautia purpurea e Hieracium pilosella (Phleo ambiguiBromion erecti, Polygalo flavescentis-Brachypodietum rupestris). Localmente, su
morfologie subpianeggianti o debolmente acclivi, praterie continue a Lolium perenne
e Trifolium repens, con Cynosurus cristatus, Centaurea calcitrapa, Trifolium
resupinatum e T. micranthum (Trifolio resupinati-Cynosurenion cristati, Centaureo
calcitrapae-Lolietum perennis).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Boschi cedui e impianti da frutto di Castanea sativa.
Rimboschimenti a conifere montane (a Pinus nigra, Picea abies e Abies alba
prevalenti) e rimboschimenti misti di conifere montane e latifoglie.
Boschi di leccio (Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis).
Boschi misti a carpino nero (Melittio melissophylli-Ostryetum carpinifoliae).
Boschi a virgiliana (Pistacio terebinthi-Quercetum pubescentis).
Serie dei boschi misti a carpino nero e Melittis melissophyllum dei rilievi
montuosi carbonatici (Melittio melissophylli-Ostryo carpinifoliae sigmetum).
Boschi misti a Ostrya carpinifolia, con Acer opalus obtusatum, Fraxinus ornus,
Laburnum anagyroides, Sesleria autumnalis e Melittis melissophyllum (Carpinion
orientalis, Melittio melissophylli-Ostryetum carpinifoliae). Si segnala, inoltre, la
presenza, nei valloni e nelle forre, di boschi misti a Tilia platyphyllos, Acer opalus
obtusatum e Acer pseudoplatanus (Tilio platyphylli-Acerion pseudoplatani).
Preboschi e mantelli a Acer monspessulanum e Cercis siliquastrum, con Spartium
junceum, Carpinus orientalis e Ostrya carpinifolia (Carpinion orientalis, CercidiAceretum monspessulani).
Arbusteti e mantelli a Spartium junceum o Cytisophyllum sessilifolium o Juniperus
oxycedrus oxycedrus, con Prunus spinosa, Rubus ulmifolius, Rosa sp.pl., dei substrati
calcarei e calcareo-marnosi (Cytision sessilifolii) e, localmente, comunità a Pteridium
aquilinum, con Holcus mollis e Silene latifolia alba (Holco mollis-Pteridion
aquilini).
Praterie discontinue a Bromus erectus, con Seseli montanum, Thymus longicaulis,
Globularia bisnagarica (Phleo ambigui-Bromion erecti, Sideritidenion italicae).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere montane (a Pinus nigra, Picea abies e Abies alba
prevalenti) e misti di conifere montane e latifoglie.
Boschi di cerro (Aceri obtusati-Quercetum cerridis).
Boschi a virgiliana (Pistacio terebinthi-Quercetum pubescentis).
Boschi di leccio (Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis).
Boschi di faggio (Lathyro veneti-Fagetum sylvaticae).
Serie dei boschi a roverella con Cytisophyllum sessilifolium dei rilievi montuosi
carbonatici (Cytiso sessilifolii-Querco pubescentis sigmetum).
Boschi a Quercus pubescens, con Cytisophyllum sessilifolium, Juniperus oxycedus
oxycedrus e Cnidium silaifolium, a impronta continentale (Carpinion orientalis,
Cytiso sessilifolii-Quercetum pubescentis).
54
Arbusteto/mantello
Prateria discontinua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
12
Arbusteti e mantelli submontani a Juniperus oxycedrus oxycedrus, con
Chamaecytisus spinescens e Cytisophyllum sessilifolium e a dominanza di Spartium
junceum e Cytisophyllum sessilifolium (Cytision sessilifolii; Chamaecytiso
spinescentis-Juniperetum oxycedri, Spartio juncei-Cytisetum sessilifolii).
Praterie discontinue a Bromus erectus, con Scorpiurus muricatus, Trachynia
distachya, Coronilla scorpioides e Trifolium angustifolium (Phleo ambigui-Bromion
erecti; Scorpiuro muricati-Brometum erecti).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere montane (a Pinus nigra, Picea abies e Abies alba
prevalenti) e misti di conifere montane e latifoglie.
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Serie delle cerrete con Coronilla emerus degli edifici vulcanici (Coronillo emeriQuerco cerridis sigmetum).
Boschi a Quercus cerris con Coronilla emerus, Sorbus torminalis e S. domestica
(Crataego laevigatae-Quercion cerridis; Coronillo emeri-Quercetum cerridis).
Arbusteti e mantelli acidofili a Cytisus scoparius e C. villosus (Sarothamnion
scoparii).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Boschi cedui a Castanea sativa.
Rimboschimenti a conifere mediterranee (a Pinus pinea e Pinus pinaster prevalenti).
Elementi forestali
costituiti da specie aliene
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudacacia e Ailanthus altissima
(Bryonio-Robinion).
13
Serie delle cerrete con Melica uniflora dei versanti calcareo marnosi e delle
cupole e domi di lava del settore cerite-tolfetano (Melico uniflorae-Querco
cerridis sigmetum).
Boschi a Quercus cerris con Acer campestre, Melica uniflora e Oenanthe
pimpinelloides (Crataego laevigatae-Quercion cerridis, Melico uniflorae-Quercetum
cerridis). Locali presenze di boschi di forra a Alnus glutinosa con Osmunda regalis,
Athyrium filix-foemina e Blechnum spicant (Alnion incanae; Polysticho setiferiAlnetum glutinosae).
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa e Ulmus minor, con Rosa sempervirens,
Lonicera etrusca e Pyrus spinosa (Pruno-Rubenion, Lonicero etruscae-Rosetum
sempervirentis).
Preboschi e arbusteti a Erica arborea e Arbutus unedo, con Rubia peregrina, Smilax
aspera e Quercus petraea (Ericion arborae; Erico arborae-Arbutetum unedonis).
Praterie a Cynara cardunculus, Cichorium pumilum, Sulla coronaria e Medicago
polymorpha, (Echio-Galactition, Cynaro-Cichorietum pumili).
Elementi di gariga a Cistus salviifolius, Cistus monspeliensis ed Erica arborea (Cisto
eriocephali-Ericion multiflorae).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Boschi cedui e impianti da frutto di Castanea sativa.
Rimboschimenti a conifere mediterranee (a Pinus pinea e Pinus pinaster prevalenti).
Boschi di leccio (Erico arboreae-Quercetum ilicis).
Boschi a virgiliana (Lauro nobilis-Quercenion virgilianae).
Tappa matura
Arbusteto
Tappa matura
Arbusteto
Macchia su subst.
vulcanici
Prateria continua
Gariga su substrati
vulcanici
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Serie accessorie
14
Tappa matura
Serie dei querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati arenacei e marnosi
(Daphno laureolae-Querco cerridis sigmetum).
Boschi a Quercus cerris con Acer opalus obtusatum, Q. virgiliana, Carpinus
orientalis e Fraxinus ornus (Carpinion orientalis, Daphno laureolae-Quercetum
cerridis). Presenze non cartografabili di formazioni forestali secondarie e preboschi a
Populus tremula, Fraxinus ornus, Salix caprea.
55
Arbusteto
Prateria
continua/discontinua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Elementi forestali
costituiti da specie aliene
Serie accessorie
15
Tappa matura
Prebosco su calcare
Prebosco su vulcanico
Arbusteto
Prateria discontinua su
calcare
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Arbusteti e mantelli a Spartium junceum o Cytisophyllum sessilifolium dei substrati
calcarei e calcareo-marnosi (Cytision sessilifolii); su suoli più profondi a Rubus
ulmifolius e Prunus spinosa, con Pistacia terebinthus, Phillyrea latifolia, Smilax
aspera e Clematis flammula (Pruno-Rubenion). Localmente comunità acidofile a
Cytisus scoparius e C. villosus (Sarothamnion scoparii) o a Pteridium aquilinum
(Holco mollis-Pteridion aquilini).
Praterie continue a Brachypodium rupestre con Polygala flavescens, Ononis spinosa,
Knautia purpurea e Hieracium pilosella, e, localmente, praterie discontinue a
Bromus erectus, con Scorpiurus muricatus, Trachynia distachya, Coronilla
scorpioides e Trifolium angustifolium (Phleo ambigui-Bromion erecti, Polygalo
flavescentis-Brachypodietum rupestris e Scorpiuro muricati-Brometum erecti).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere montane (Pinus nigra, Picea abies e Abies alba
prevalenti) e rimboschimenti misti di conifere montane e latifoglie.
Boschi cedui a Castanea sativa.
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudacacia e Ailanthus altissima
(Bryonio-Robinion).
Boschi di leccio (Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis).
Boschi misti a carpino nero (Melittio melissophylli-Ostryetum carpinifoliae).
Boschi a virgiliana (Pistacio terebinthi-Quercetum pubescentis).
Serie delle cerrete con carpino orientale dei substrati vulcanici e carbonatici
(Carpino orientalis-Querco cerris sigmetum).
Boschi a Quercus cerris con Carpinus orientalis, Asparagus acutifolius e Smilax
aspera (Crataego laevigatae-Quercion cerridis, Carpino orientalis-Quercetum
cerris). Si segnala inoltre la presenza, alla Caldara di Manziana, di boschi a
dominanza di Betula pendula, con Quercus cerris, Pterydium aquilinum e Agrostis
canina monteluccii (Crataego laevigatae-Quercion cerridis, Querco cerridisBetuletum pendulae) e la presenza di vegetazione subprimaria ad Agrostis
monteluccii (Oenantho pimpinelloidis-Agrostietum montelucii) delle sorgenti
sulfuree.
Preboschi e mantelli ad Acer monspessulanum e Cercis siliquastrum, con Spartium
junceum, Carpinus orientalis e Ostrya carpinifolia (Carpinion orientalis, Cercidi
siliquastri-Aceretum monspessulani).
Preboschi a Ulmus minor, con Prunus spinosa, Rosa sempervirens e Lonicera
etrusca (Pruno-Rubenion, Lonicero etruscae-Rosetum sempervirentis).
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa e Ulmus minor, con Rosa sempervirens,
Lonicera etrusca e Pyrus spinosa (Pruno-Rubenion, Lonicero etruscae-Rosetum
sempervirentis). Locali presenze di comunità a Pteridium aquilinum, con Holcus
mollis e Silene latifolia alba (Holco mollis-Pteridion aquilini) e, su substrati
vulcanici, arbusteti e mantelli acidofili a Cytisus scoparius e C. villosus
(Sarothamnion scoparii).
Praterie discontinue a Bromus erectus con Scorpiurus muricatus, Trachynia
distachya, Coronilla scorpioides e Trifolium angustifolium (Phleo ambigui-Bromion
erecti, Scorpiuro muricati-Brometum erecti).
Praterie continue a Dasypyrum villosum e Vulpia ligustica, con Hordeum bulbosum e
Knautia integrifolia (Echio-Galactition, Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi); a
Cynosurus cristatus e Lolium perenne, con Trifolium repens, T. resupinatum, T.
micranthum e Bellis perennis (Trifolio resupinati-Cynosurenion cristati).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Boschi cedui e impianti da frutto di Castanea sativa.
Rimboschimenti a conifere mediterranee, misti di conifere e latifoglie e a eucalipti.
56
Elementi forestali
costituiti da specie aliene
Serie accessorie
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudoacacia e Ailanthus altissima
(Bryonio-Robinion).
Boschi di cerro e farnetto (Mespilo germanicae-Quercetum frainetto)
Boschi di leccio (Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis).
Boschi misti a cerro e virgiliana (Lauro nobilis-Quercenion virgilianae).
Boschi a virgiliana (Pistacio terebinthi-Quercetum pubescentis).
Boschi a carpino nero (Carpinion orientalis, Asparago acutifolii-Ostryetum
carpinifoliae).
Elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale.
16
Serie dei querceti misti a cerro e virgiliana degli edifici vulcanici (Crataego
laevigatae-Quercenion cerridis).
Boschi cedui a Castanea sativa.
Formazioni forestali di
origine antropica
Arbusteto
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
17
Tappa matura
Arbusteto
Prateria continua
Gariga su substrati
sabbiosi
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Elementi forestali
costituiti da specie aliene
Serie accessorie
18
Arbusteti e mantelli acidofili a Cytisus scoparius e C. villosus (Sarothamnion
scoparii), a Prunus spinosa, Crataegus monogyna e Rubus ulmifolius (Prunetalia
spinosae) e comunità a Pteridium aquilinum, con Holcus mollis e Silene latifolia
alba (Holco mollis-Pteridion aquilini).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere mediterranee (a Pinus pinea e Pinus pinaster prevalenti).
Serie dei querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati calcareo-marnosi del
settore cerite-tolfetano e dei substrati sabbiosi della Campagna Romana
settentrionale (Rubio peregrinae-Querco cerridis sigmetum).
Boschi a Quercus cerris con Q. virgiliana, Acer monspessulanum, Smilax aspera e
Phillyrea latifolia (Crataego laevigatae-Quercion cerridis, Rubio peregrinaeQuercetum cerridis). Locali presenze di boschi di forra a Alnus glutinosa con
Osmunda regalis, Athyrium filix-foemina e Blechnum spicant (Alnion incanae,
Polysticho setiferi-Alnetum glutinosae).
Arbusteti e mantelli a Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Phillyrea latifolia e
Rhamnus alaternus (Oleo-Ceratonion) e a Prunus spinosa e Ulmus minor, con Rosa
sempervirens, Lonicera etrusca e Pyrus spinosa (Pruno-Rubenion, Lonicero
etruscae-Rosetum sempervirentis).
Praterie continue a Cynara cardunculus, Cichorium pumilum, Sulla coronaria e
Medicago polymorpha (Echio-Galactition, Cynaro-Cichorietum pumili); a Phalaris
coerulescens (Inulo viscosae-Agropyrion repentis); a Brachypodium phoenicoides
(Brachypodion phoenicoidis); a Dasypyrum villosum e Vulpia ligustica, con
Hordeum bulbosum e Knautia integrifolia (Echio-Galactition, Vulpio ligusticaeDasypyretum villosi).
Elementi di gariga a Cistus salviifolius, Cistus monspeliensis e Erica arborea (Cisto
eriocephali-Ericion multiflorae).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere montane, a conifere mediterranee, misti di conifere e
latifoglie e a eucalipti.
Boschi cedui e impianti da frutto di Castanea sativa.
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudoacacia e Ailanthus altissima
(Bryonio-Robinion).
Boschi di leccio (Cyclamino repandi-Quercetum ilicis).
Boschi a virgiliana e sughera (Crataego laevigatae-Quercenion cerridis).
Elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale.
Serie delle cerrete con sughera dei substrati vulcanici (Crataego laevigatae-
57
Tappa matura
Arbusteto
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Elementi forestali
costituiti da specie aliene
Serie accessorie
19
Tappa matura
Arbusteto
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Serie accessoria
20
Tappa matura
Arbusteto
Prateria
Quercenion cerridis).
Boschi a Quercus cerris con Q. suber, Q. frainetto e Rubia peregrina, con Q.
virgiliana su morfologie acclivi (Crataego laevigatae-Quercenion cerridis). Si
segnala inoltre la presenza di vegetazione subprimaria ad Agrostis monteluccii
(Oenantho pimpinelloidis-Agrostietum montelucii) delle sorgenti sulfuree.
Arbusteti e mantelli a Rubus ulmifolius e Prunus spinosa, con Pistacia terebinthus,
Phillyrea latifolia, Smilax aspera e Clematis flammula (Pruno-Rubenion) e comunità
a Pteridium aquilinum, con Holcus mollis e Silene latifolia alba (Holco mollisPteridion aquilini).
Praterie continue a Dasypyrum villosum e Vulpia ligustica, con Hordeum bulbosum e
Knautia integrifolia (Echio-Galactition, Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere montane principalmente, a conifere mediterranee, misti di
conifere e latifoglie e a eucalipti.
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudoacacia e Ailanthus altissima
(Bryonio-Robinion).
Boschi di leccio (Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis).
Elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale.
Serie dei boschi a cerro e farnetto delle superfici terrazzate e dei pianori
sommitali della duna antica e dei substrati arenacei (Mespilo germanicae-Querco
frainetto sigmetum).
Boschi a Quercus cerris e Q. frainetto, con Mespilus germanica, Carpinus betulus e
Aristolochia rotunda (Crataego laevigatae-Quercion cerridis, Mespilo germanicaeQuercetum frainetto).
Arbusteti e mantelli a Cytisus scoparius, Daphne gnidium, Rubus ulmifolius ed
Euonymus europaeus (Pruno-Rubenion, Daphno gnidii-Cytisetum scopariae),
arbusteti ad Erica scoparia, Phillyrea latifolia e Juniperus communis (Ericion
arboreae, Phillyreo latifoliae-Ericetum scopariae) e, su substrati vulcanici, comunità
non cartografabili a Cytisus scoparius e Adenocarpus samniticus, con Pteridium
aquilinum e Holcus mollis (Sarothamnion scoparii, Adenocarpo complicatiCytisetum scoparii).
Praterie a Cynosurus polybracteatus, Anthoxanthum odoratum e Coleostephus
myconis, con Moenchia mantica e Lotus angustissimus (Tuberarion guttatae,
Moenchio-Tuberarietum guttati); a Cynodon dactylon, Dactylis glomerata e Elymus
repens (Inulo viscosae-Agropyrion repentis); a Brachypodium phoencoides con
Foeniculum vulgare e Avena sterilis (Brachypodion phoenicoidis).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere mediterranee, misti di conifere e latifoglie e a eucalipti.
Boschi a sughera e farnetto (Quercetum frainetto-suberis).
Serie dei boschi a cerro e farnetto della duna antica, con locali presenze di
virgiliana e sughera sui versanti erosi (Crataego laevigatae-Quercenion cerridis,
Mespilo germanicae-Querco frainetto sigmetum).
Boschi a Quercus cerris e Q. frainetto con locali presenze di Q. virgiliana e Q. suber
sui versanti erosi (Crataego laevigatae-Quercion cerridis, Mespilo germanicaeQuercetum frainetto).
Arbusteti e mantelli a Cytisus scoparius, Daphne gnidium, Rubus ulmifolius ed
Euonymus europaeus (Pruno-Rubenion, Daphno gnidii-Cytisetum scopariae).
Praterie a Dasypyrum villosum e Lagurus ovatus, con Bromus diandrus maximus,
Vicia pseudocracca e Cladanthus mixtus (Echio-Galactition, Laguro ovatiDasypyretum villosi).
58
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere mediterranee (a Pinus pinea e Pinus pinaster prevalenti).
21
Serie dei querceti misti a sughera, farnetto e cerro delle superfici terrazzate e
dei pianori sommitali della duna antica (Querco frainetto-suberis sigmetum).
Tappa matura
Boschi a Quercus suber, Q. frainetto, Q. cerris e Q. ilex (Crataego laevigataeQuercenion cerridis, Quercetum frainetto-suberis).
Preboschi e arbusteti a dominanza di Erica arborea e Arbutus unedo, con Rubia
peregrina e Smilax aspera (Ericion arborae, Erico arborae-Arbutetum unedonis).
Arbusteti e mantelli a Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Phillyrea latifolia e
Rhamnus alaternus (Oleo-Ceratonion) e a Rubus ulmifolius e Prunus spinosa, con
Pistacia terebinthus, Phillyrea latifolia, Smilax aspera e Clematis flammula (PrunoRubenion).
Praterie continue a Dasypyrum villosum e Vulpia ligustica, con Hordeum bulbosum e
Knautia integrifolia (Echio-Galactition, Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere mediterranee, misti di conifere e latifoglie e a eucalipti.
Prebosco
Arbusteto
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Serie accessorie
22
Tappa matura
Arbusteto
Prateria continua
Aree in evoluzione
Serie accessoria
Boschi di leccio (Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis).
Boschi di cerro e farnetto (Mespilo germanicae-Quercetum frainetto)
Serie dei boschi a cerro e frassino meridionale dei fondovalle (Fraxino
oxycarpae-Querco cerridis sigmetum).
Boschi a Quercus cerris e Fraxynus angustifolia oxycarpa, con Acer campestre, A.
monspessulanum e Ulmus minor (Crataego laevigatae-Quercion cerridis, Fraxino
oxycarpae-Quercetum cerridis).
Arbusteti e mantelli a Rubus ulmifolius e Prunus spinosa, con Pistacia terebinthus,
Phillyrea latifolia, Smilax aspera e Clematis flammula (Pruno-Rubenion), con locali
presenze non cartografabili di comunità a Tamarix africana, Vitex agnus-castus,
Pistacia lentiscus e Phillyrea latifolia.
Praterie continue a Lolium perenne e Trifolium sp.pl., con Coleostephus myconis,
Phalaris coerulescens e Sulla coronaria (Inulo viscosae-Agropyrion repentis) e
comunità a Silybum marianum (Silybo mariani-Urticion piluliferae).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale.
23
Serie dei boschi misti a carpino nero con Asparagus acutifolius dei rilievi
carbonatici (Asparago acutifolii-Ostryo carpinifoliae sigmetum).
Tappa matura
Boschi misti a Ostrya carpinifolia, Fraxinus ornus, Quercus virgiliana e Q. ilex, con
Smilax aspera, Rosa sempervirens, Rubia peregrina e Clematis flammula (Carpinion
orientalis, Asparago acutifolii-Ostryetum carpinifoliae).
Preboschi e mantelli a Acer monspessulanum e Cercis siliquastrum, con Spartium
junceum, Carpinus orientalis e Ostrya carpinifolia (Carpinion orientalis, CercidiAceretum monspessulani).
Arbusteti e mantelli a dominanza di Spartium junceum o Cytisophyllum sessilifolium
o Juniperus oxycedrus oxycedrus, con Prunus spinosa, Rubus ulmifolius, Rosa sp.pl.
(Cytision sessilifolii).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere montane (a Pinus nigra, Picea abies e Abies alba
prevalenti).
Prebosco
Arbusteto
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
59
24
Serie dei querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati argilloso-sabbioso
(Lauro nobilis-Quercenion virgilianae).
Tappa matura
Querceti misti a Quercus cerris e Quercus virgiliana, con Fraxinus ornus, Ligustrum
vulgare, Rosa sempervirens e Smilax aspera (Lauro nobilis-Quercenion virgilianae).
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa, Rubus ulmifolius e Crataegus monogyna
(Prunetalia spinosae), comunità a Pteridium aquilinum, con Holcus mollis e Silene
latifolia alba (Holco mollis-Pteridion aquilini) e arbusteti e mantelli acidofili a
Cytisus scoparius e C. villosus (Sarothamnion scoparii).
Praterie continue a Dasypyrum villosum e Vulpia ligustica, con Hordeum bulbosum e
Knautia integrifolia (Echio-Galactition, Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi) e
pascoli a Cynodon dactylon, Lolium perenne e Trifolium sp.pl. (Hordeion leporini
con elementi del Trifolio resupinati-Cynosurenion cristati).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Boschi cedui e impianti da frutto di Castanea sativa.
Rimboschimenti a conifere mediterranee (a Pinus pinea e Pinus pinaster prevalenti).
Arbusteto
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Elementi forestali
costituiti da specie aliene
Serie accessorie
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudoacacia e Ailanthus altissima
(Bryonio-Robinion).
Boschi di leccio (Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis).
Elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale.
25
Serie dei boschi a virgiliana dei rilievi carbonatici (Pistacio terebinthi-Querco
pubescentis sigmetum).
Boschi a Quercus virgiliana con Pistacia terebinthus, Fraxinus ornus, Acer
monspessulanum, Cercis siliquastrum e Phillyrea latifolia (Lauro nobilisQuercenion virgilianae, Pistacio terebinthi-Quercetum pubescentis). Si segnala,
inoltre, la presenza, nei valloni e nelle forre, di boschi misti a Tilia platyphyllos, Acer
opalus obtusatum e Acer pseudoplatanus (Tilio platyphylli-Acerion pseudoplatani).
Preboschi e mantelli a Acer monspessulanum e Cercis siliquastrum, con Spartium
junceum, Carpinus orientalis e Ostrya carpinifolia (Carpinion orientalis, CercidiAceretum monspessulani).
Arbusteti e mantelli a Rubus ulmifolius, Rosa sempervirens e Spartium junceum, con
Asparagus acutifolius, Rubia peregrina, Smilax aspera e Clematis flammula (PrunoRubenion ulmifolii, Roso sempervirenti-Rubetum ulmifolii) e a Spartium junceum o
Cytisophyllum sessilifolium o Juniperus oxycedrus oxycedrus, con Prunus spinosa,
Rubus ulmifolius, Rosa sp.pl., dei substrati calcarei e calcareo-marnosi (Cytision
sessilifolii).
Praterie continue a Brachypodium rupestre con Polygala flavescens, Ononis spinosa,
Knautia purpurea e Hieracium pilosella (Phleo ambigui-Bromion erecti, Polygalo
flavescentis-Brachypodietum rupestris).
Praterie ad Ampelodesmos mauritanicus, con Pistacia lentiscus, Cistus salviifolius,
Brachypodium retusum ed Elaeoselinum asclepium (Avenulo cincinnataeAmpelodesmion, Elaeoselino asclepii-Ampelodesmetum mauritanici) a mosaico con
comunità terofitiche non cartografabili a Trifolium scabrum e Hypochaeris
achirophorus, con Trachynia distachya, Catapodium rigidum e Coronilla
scorpioides (Trachynion distachyae, Trifolio scabri-Hypochaeridetum achirophori).
Praterie discontinue a Bromus erectus, con Scorpiurus muricatus, Trachynia
distachya, Coronilla scorpioides e Trifolium angustifolium (Phleo ambigui-Bromion
erecti, Scorpiuro muricati-Brometum erecti) e su suoli più profondi praterie
discontinue, sub-nitrofile, a Dasypyrum villosum con Erysimum pseudorhaeticum,
Bromus madritensis e Plantago afra (Taeniathero-Aegilopion geniculatae, Erysimo
Tappa matura
Prebosco
Arbusteto
Prateria continua su
calcare marnoso
Prateria
Prateria discontinua
60
pseudorhaetici-Dasypyretum villosi).
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Elementi forestali
costituiti da specie aliene
Serie accessorie
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere montane, a conifere mediterranee e misti di conifere e
latifoglie.
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudoacacia e Ailanthus altissima
(Bryonio-Robinion).
Boschi di faggio (Lathyro veneti-Fagetum sylvaticae).
Boschi di cerro (Daphno laureolae-Quercetum cerridis).
Boschi misti a carpino nero (Melittio melissophylli-Ostryetum carpinifoliae).
Boschi di leccio (Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis).
Boschi di cerro (Carpino orientalis-Quercetum cerris).
Elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale.
26
Serie dei boschi a virgiliana e sughera dei terrazzi marini sabbiosoconglomeratici e dei depositi marini argillosi, sabbiosi e ghiaiosi (Crataego
laevigatae-Quercenion cerridis).
Boschi a Quercus virgiliana e Quercus suber con Ulmus minor e Rosa sempervirens
(Crataego laevigatae-Quercenion cerridis).
Arbusteti e mantelli a Rubus ulmifolius e Prunus spinosa con Phillyrea latifolia,
Smilax aspera e Clematis flammula (Pruno-Rubenion) e a Pistacia lentiscus e
Rhamnus alaternus, con Phillyrea angustifolia, Asparagus acutifolius e Smilax
aspera (Oleo-Ceratonion, Pistacio lentisci-Rhamnetum alaterni).
Praterie continue a Phalaris coerulescens (Inulo viscosae-Agropyrion repentis);
pascoli a Cynodon dactylon, Lolium perenne e Trifolium sp.pl. (Hordeion leporini
con elementi del Trifolio resupinati-Cynosurenion cristati); a Dasypyrum villosum e
Vulpia ligustica, con Hordeum bulbosum e Knautia integrifolia (Echio-Galactition,
Vulpio ligusticae-Dasypyretum villosi); a Cynara cardunculus, Cichorium pumilum,
Sulla coronaria e Medicago polymorpha (Echio-Galactition, Cynaro-Cichorietum
pumili).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere mediterranee, misti di conifere e latifoglie e a eucalipti.
Tappa matura
Arbusteto
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Serie accessorie
27
Tappa matura
Arbusteto
Prateria continua
Aree in evoluzione
Serie accessoria
28
Tappa matura
Boschi di cerro e virgiliana (Rubio peregrinae-Quercetum cerridis)
Boschi di leccio (Cyclamino repandi-Quercetum ilicis).
Serie delle sugherete termofile con Pistacia lentiscus dei terrazzi marini
sabbioso-conglomeratici (Cytiso villosi-Querco suberis sigmetum).
Boschi a Quercus suber, con Pistacia lentiscus, Myrtus communis e Rosa
sempervirens (Fraxino orni-Quercion ilicis, Cytiso villosi-Quercetum suberis).
Arbusteti e mantelli a Pistacia lentiscus e Rhamnus alaternus, con Phillyrea
angustifolia, Asparagus acutifolius e Smilax aspera (Oleo-Ceratonion, Pistacio
lentisci-Rhamnetum alaterni).
Praterie continue a Dasypyrum villosum (Echio-Galactition).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Boschi di cerro e virgiliana (Rubio peregrinae-Quercetum cerridis)
Serie delle leccete miste con orniello e Cyclamen hederifolium dei versanti
fortemente pendenti (Cyclamino hederifolii-Querco ilicis sigmetum).
Boschi a Quercus ilex con Fraxinus ornus, Ostrya carpinifolia e Cyclamen
hederifolium (Fraxino orni-Quercion ilicis, Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis).
61
Prebosco
Arbusteto
Arbusteti su substrato
vulcanico
Prateria
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Serie accessorie
29
Tappa matura
Prebosco
Gariga
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
30
Tappa matura
Arbusteto
Prateria
Aree in evoluzione
Preboschi e mantelli a Acer monspessulanum e Cercis siliquastrum, con Spartium
junceum, Carpinus orientalis e Ostrya carpinifolia (Carpinion orientalis, CercidiAceretum monspessulani).
Arbusteti e mantelli a Pistacia lentiscus e Myrtus communis, con Rubus ulmifolius
(Oleo-Ceratonion), a Rubus ulmifolius, Rosa sempervirens e Spartium junceum, con
Asparagus acutifolius, Rubia peregrina, Smilax aspera e Clematis flammula (PrunoRubenion ulmifolii, Roso sempervirenti-Rubetum ulmifolii).
Arbusteti e mantelli acidofili a Cytisus scoparius e C. villosus (Sarothamnion
scoparii).
Praterie ad Ampelodesmos mauritanicus, con Pistacia lentiscus, Cistus salviifolius,
Brachypodium retusum ed Elaeoselinum asclepium (Avenulo cincinnataeAmpelodesmion, Elaeoselino asclepii-Ampelodesmetum mauritanici) a mosaico con
comunità terofitiche non cartografabili a Trifolium scabrum e Hypochaeris
achirophorus, con Trachynia distachya, Catapodium rigidum e Coronilla
scorpioides (Trachynion distachyae, Trifolio scabri-Hypochaeridetum achirophori);
praterie discontinue a Bromus erectus con Scorpiurus muricatus, Trachynia
distachya, Coronilla scorpioides e Trifolium angustifolium (Phleo ambigui-Bromion
erecti, Scorpiuro muricati-Brometum erecti); praterie discontinue a Dasypyrum
villosum con Erysimum pseudorhaeticum, Bromus madritensis e Plantago afra
(Taeniathero-Aegilopion geniculatae, Erysimo pseudorhaetici-Dasypyretum villosi).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere montane (a Pinus nigra, Picea abies e Abies alba
prevalenti).
Boschi misti a carpino nero (Melittio melissophylli-Ostryetum carpinifoliae).
Boschi a virgiliana (Pistacio terebinthi-Quercetum pubescentis).
Serie delle leccete acidofile con cerro ed acero minore delle cupole e domi di lava
(Erico arboreae-Querco ilicis sigmetum).
Boschi a Quercus ilex con Quercus cerris, Arbutus unedo ed Erica arborea (Fraxino
orni-Quercion ilicis, Erico arboreae-Quercetum ilicis).
Preboschi e arbusteti ad Erica arborea e Arbutus unedo, con Rubia peregrina e
Smilax aspera (Ericion arboreae, Erico arboreae-Arbutetum unedonis).
Elementi di gariga a Cistus salviifolius, Cistus monspeliensis ed Erica arborea (Cisto
eriocephali-Ericion multiflorae) a mosaico con pratelli terofitici (Tuberarion
guttatae).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere mediterranee (a Pinus pinea e Pinus pinaster prevalenti).
Serie delle leccete subcostiere con Phillyrea latifolia e Cyclamen repandum
(Cyclamino repandi-Querco ilicis sigmetum).
Boschi a Quercus ilex con Viburnum tinus, Phillyrea latifolia, Rhamnus alaternus e
Cyclamen repandum (Fraxino orni-Quercion ilicis, Cyclamino repandi-Quercetum
ilicis).
Arbusteti e mantelli a Pistacia lentiscus e Myrtus communis, con Phillyrea latifolia,
Rhamnus alaternus e Lonicera implexa (Oleo-Ceratonion, Myrto communisPistacietum lentisci).
Praterie a Dasypyrum villosum e Lagurus ovatus, Bromus diandrus maximus, Vicia
pseudocracca e Cladanthus mixtus (Echio-Galactition, Laguro ovati-Dasypyretum
villosi) e a Cynara cardunculus, Cichorium pumilum, Sulla coronaria e Medicago
polymorpha (Echio-Galactition, Cynaro-Cichorietum pumili).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
62
Formazioni forestali di
origine antropica
Serie accessorie
Rimboschimenti a conifere mediterranee, misti di conifere e latifoglie e a eucalipti.
31
Serie dei boschi a dominanza di farnia e frassino meridionale delle pianure
alluvionali e di colmata retrodunali e dei versanti della duna antica (Fraxino
oxycarpae-Querco roboris sigmetum).
Arbusteti e mantelli a Rubus ulmifolius, con Ulmus minor e Euonymus europaeus
(Prunetalia spinosae).
Praterie e incolti a Elymus repens, Dactylis glomerata e Cynodon dactylon (Inulo
viscosae-Agropyrion repentis).
Rimboschimenti a conifere mediterranee, misti di conifere e latifoglie e a eucalipti.
Arbusteto
Prateria continua
Formazioni forestali di
origine antropica
Aree in evoluzione
Serie accessorie
32
Tappa matura
Arbusteto
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
33.1
Tappa matura
Arbusteto
Elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale.
Boschi di cerro e virgiliana (Rubio peregrinae-Quercetum cerridis)
Boschi di cerro e farnetto (Mespilo germanicae-Quercetum frainetto)
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale.
Boschi di cerro e farnetto (Mespilo germanicae-Quercetum frainetto).
Mosaico dei boschi ad Alnus glutinosa, Carpinus betulus, Corylus avellana,
Ulmus minor e Populus nigra dei fondovalle con depositi fluviali e colluviali di
origine arenacea (Alnion incanae) e delle cerrete dell'associazione Daphno
laureolae-Quercetum cerridis (Crataego laevigatae-Quercenion cerridis).
Boschi ad Alnus glutinosa, Carpinus betulus, Corylus avellana, Ulmus minor e
Populus nigra (Alnion incanae) e vegetazione riparia a salici arbustivi dell’alveo
fluviale a Salix purpurea, Salix eleagnos, Rubus caesius e Calystegia sepium
(Salicetalia purpureae); boschi a Quercus cerris, con Acer opalus obtusatum,
Quercus virgiliana, Carpinus orientalis e Fraxinus ornus (Carpinion orientalis,
Daphno laureolae-Quercetum cerridis).
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa e Rubus ulmifolius (Prunetalia spinosae),
comunità elofitiche a Phragmites australis australis, Juncus effusus, Glyceria plicata
e Galium palustre (Phragmition australis), comunità ad Arundo donax, Rubus
caesius e Calystegia sepium (Calystegion sepium) e a Sambucus ebulus (Galio
aparines-Alliarietalia petiolatae).
Praterie continue a Hordeum bulbosum o ad Arrhenatherum elatius, con Holcus
lanatus e Festuca pratensis (Ranunculo neapolitani-Arrhentatherion elatioris).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Boschi cedui a Castanea sativa.
Rimboschimenti misti di conifere e latifoglie.
Serie dei boschi a farnia e olmo minore (Querco-Ulmo sigmetum)
Serie dei boschi a farnia e olmo minore con locali presenze di cerrete con farnia
e boschi igrofili a pioppi, dei sedimenti fluvio-lacustri e colluviali delle caldere
vulcaniche.
Vegetazione forestale a Quercus robur e Ulmus minor (Alnion incanae, QuercoUlmetum), locali presenze di boschi a Populus alba, P. nigra, Alnus glutinosa e Acer
campestre ed elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale (Salicion albae,
Populion albae, Alnion incanae).
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa e Rubus ulmifolius (Prunetalia spinosae);
comunità elofitiche a Phragmites australis australis, Juncus effusus, Glyceria plicata
e Galium palustre (Phragmition communis); comunità ad Arundo donax, Rubus
caesius e Calystegia sepium (Calystegion sepium) e a comunità a Sambucus ebulus
(Galio aparines-Alliarietalia petiolatae).
63
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere mediterranee (a Pinus pinea e Pinus pinaster prevalenti).
33.2
Tappa matura
Serie dei boschi a farnia e olmo minore del sistema alluvionale.
Vegetazione forestale a Quercus robur e Ulmus minor, con Populus alba, Populus
nigra, Alnus glutinosa e Acer campestre (Alnion incanae, Querco-Ulmetum). Locali
presenze di boschi a Quercus cerris (Crataego laevigatae-Quercenion cerridis).
Elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale. Si segnala inoltre la presenza di
vegetazione subprimaria ad Agrostis monteluccii (Oenantho pimpinelloidisAgrostietum montelucii) delle sorgenti sulfuree
Boschi a Ulmus minor, Acer campestre e Rubus caesius (Ulmenion minoris, Aro
italici-Ulmetum minoris).
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa e Rubus ulmifolius (Prunetalia spinosae) e
comunità a Pteridium aquilinum, con Holcus mollis e Silene latifolia alba (Holco
mollis-Pteridion aquilini).
Praterie continue a Cynodon dactylon, Dactylis glomerata e Agropyron repens (Inulo
viscosae-Agropyrion repentis) e comunità meso-igrofile (Holoschoenetalia vulgaris).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Boschi cedui a Castanea sativa.
Rimboschimenti a conifere mediterranee, misti di conifere e latifoglie e a eucalipti.
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudoacacia e Ailanthus altissima
(Bryonio-Robinion).
Boschi a carpino nero (Carpinion orientalis, Asparago acutifolii-Ostryetum
carpinifoliae).
Prebosco
Arbusteto
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Elementi forestali
costituiti da specie aliene
Serie accessoria
33.3
Arbusteto
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Serie accessoria
33.4
Tappa matura
Arbusteto
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Elementi forestali
costituiti da specie aliene
Serie dei boschi a farnia e olmo minore delle pianure alluvionali minori, a
contatto con i boschi a sughera e virgiliana.
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa e Rubus ulmifolius (Prunetalia spinosae);
comunità ad Arundo donax, Rubus caesius e Calystegia sepium (Calystegion sepium)
e comunità a Sambucus ebulus (Galio aparines-Alliarietalia petiolatae).
Praterie continue a Cynodon dactylon, Dactylis glomerata e Agropyron repens (Inulo
viscosae-Agropyrion repentis) e comunità meso-igrofile (Holoschoenetalia vulgaris).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere mediterranee (a Pinus pinea e Pinus pinaster prevalenti)
e a eucalipti.
Elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale.
Serie dei boschi a farnia e olmo minore dei fondovalle dei depositi fluviali e
colluviali, a contatto con i boschi a sughera, cerro e farnetto.
Boschi a Quercus robur e Ulmus minor (Querco-Ulmetum) a contatto con boschi a
Q. cerris, Q. frainetto e Q. suber (Crataego-Quercenion cerridis).
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa e Rubus ulmifolius (Prunetalia spinosae);
comunità ad Arundo donax, Rubus caesius e Calystegia sepium (Calystegion sepium)
e a Sambucus ebulus (Galio aparines-Alliarietalia petiolatae).
Praterie continue a Cynodon dactylon, Dactylis glomerata e Agropyron repens (Inulo
viscosae-Agropyrion repentis) e comunità meso-igrofile (Holoschoenetalia vulgaris).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere mediterranee, misti di conifere e latifoglie e a eucalipti.
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudoacacia e Ailanthus altissima
(Bryonio-Robinion).
64
Serie accessoria
Elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale.
33.5
Mosaico di boschi a farnia e olmo minore e a frassino meridionale, delle aree del
bacino di piena e dei terrazzi recenti del Fiume Tevere (Querco-Ulmetum,
Carici-Fraxinetum oxycarpae e Alno-Fraxinetum oxycarpae).
Mosaico di vegetazione forestale caratterizzato da cenosi a Quercus robur ed Ulmus
minor (Alnion incanae, Querco-Ulmetum) e da locali presenze di comunità a
Fraxinus angustifolia oxycarpa (Carici-Fraxinetum oxycarpae, Alno-Fraxinetum
oxycarpae).
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa e Rubus ulmifolius (Prunetalia spinosae);
comunità ad Arundo donax, Rubus caesius e Calystegia sepium (Calystegion sepium)
e a Sambucus ebulus (Galio aparines-Alliarietalia petiolatae).
Praterie continue meso-igrofile (Holoschoenetalia vulgaris) con elementi di cenosi
maggiormente igrofile (Paspalo distichi-Polygonetalia semiverticillatae).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere mediterranee, misti di conifere e latifoglie e a eucalipti.
Mosaico
Arbusteto
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Elementi forestali
costituiti da specie aliene
Serie accessorie
34
Tappa matura
Arbusteto
Prateria continua
Aree in evoluzione
Elementi forestali
costituiti da specie aliene
Serie accessoria
35
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudoacacia e Ailanthus altissima
(Bryonio-Robinion).
Boschi di cerro (Carpino orientalis-Quercetum cerris).
Elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale.
Mosaico ripariale di boschi a salici, pioppi e ontani delle barre di meandro e
delle aree alluvionabili prossimali all'area di piena ordinaria (Salicion albae,
Populion albae, Alnion incanae) e di vegetazione elofitica (Phragmitetum
communis) e idrofitica (Potametalia pectinati) delle rive fluviali.
Mosaico della vegetazione ripariale con boschi a Salix alba, Ulmus minor e Rubus
caesius (Salicion albae), boschi a Populus alba, P. nigra e P. canescens (Populion
albae) e boschi ad Alnus glutinosa, Carpinus betulus, Corylus avellana, Ulmus minor
e Populus nigra (Alnion incanae). Locali presenze di vegetazione elofitica a
Phragmites australis, con Iris pseudacorus e Lycopus europaeus (Phragmition
communis, Phragmitetum vulgaris) e comunità idrofitiche a Myriophyllum spicatum,
a M. verticillatus, Potamogeton nodosus e a P. pectinatus (Potametalia pectinati,
Nymphaeion albae, Potamion pectinati e Batrachion fluitantis).
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa e Rubus ulmifolius (Prunetalia spinosae);
comunità ad Arundo donax, Rubus caesius e Calystegia sepium (Calystegion sepium)
e comunità a Sambucus ebulus (Galio aparines-Alliarietalia petiolatae); comunità
elofitiche a Phragmites australis australis, Juncus effusus, Glyceria plicata e Galium
palustre (Phragmition communis, Phragmitetum vulgaris); vegetazione pioniera a
salici arbustivi a Salix purpurea, con Salix alba e Solanum dulcamara (Salicetalia
purpureae).
Praterie meso-igrofile ed igrofile (Paspalo distichi-Polygonetalia semiverticillatae).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudoacacia e Ailanthus altissima
(Bryonio-Robinion).
Boschi di cerro (Aceri obtusati-Quercetum cerridis).
Mosaico di boschi a pioppi, salici ed ontani e di vegetazione elofitica dei
sedimenti fluvio-lacustri e colluviali delle caldere vulcaniche (Salicion albae,
Populion albae, Alnion incanae, Phragmito australis-Magnocaricetea elatae) e
idrofitica dei laghi profondi con acque ad elevata alcalinità (Potamion pectinati e
Charetea fragilis).
65
Tappa matura
Arbusteto
Prateria
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Serie accessorie
36
Tappa matura
37
Tappa matura
Arbusteto
Prateria
continua/discontinua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Mosaico di vegetazione a Populus alba, P. nigra, Salix alba e Alnus glutinosa
(Salicion albae, Populion albae, Alnion incanae), di vegetazione elofitica a
Phragmites australis (Phragmition communis, Phragmitetum vulgaris), a Scirpus
lacustris (Phragmition communis, Scirpetum lascutris) e a Typha angustifolia
(Phragmition communis, Typhetum angustifoliae), di comunità a Potamogeton sp.pl.
(Potamion pectinati, Potametum lucentis, Potametum perfoliati, Potamo pectinatiMyriophylletum spicati, Potametum denso-nodosi, Ceratophylletum demersi) e a
Chara sp.pl. (Charetum asperae, Charetum polyacanthae e Charetum globularis).
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa e Rubus ulmifolius (Prunetalia spinosae);
comunità arbustive a Salix sp.pl. (Salicetalia purpurae); comunità ad Arundo donax,
Rubus caesius e Calystegia sepium (Calystegion sepium) e comunità a Sambucus
ebulus (Galio aparines-Alliarietalia petiolatae).
Prati umidi ad alti carici dominati da Carex riparia e Carex acutiformis
(Magnocaricion elatae), a Paspalum disticum (Paspalo distichi-Polygonetalia
semiverticillatae) e comunità a Ranunculus sceleratus e Persicaria sp.pl. (Bidention
tripartitae).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere mediterranee (a Pinus pinea e Pinus pinaster prevalenti).
Boschi di leccio (Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis).
Querceti misti a Quercus virgiliana e Quercus cerris (Lauro nobilis-Quercenion
virgilianae).
Mosaico di vegetazione dei substrati dolomitici incoerenti (Seslerion apenninae,
Cytision sessilifolii, Carpinion orientalis).
Geosigmeto con garighe a Globularia meridionalis (Seslerion apenninae), arbusteti a
Juniperus sp. pl. (Cytision sessilifolii) e boscaglie primitive a Ostrya carpinifolia
(Carpinion orientalis).
Mosaico di querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati arenacei e marnosi
(Daphno laureolae-Quercetum cerridis) e di boschi a virgiliana dei rilievi
carbonatici (Pistacio terebinthi-Quercetum pubescentis).
Boschi a Quercus cerris con Acer opalus obtusatum, Q. virgiliana, Carpinus
orientalis e Fraxinus ornus (Carpinion orientalis, Daphno laureolae-Quercetum
cerridis) e a Quercus virgiliana con Pistacia terebinthus, Fraxinus ornus, Acer
monspessulanum, Cercis siliquastrum e Phillyrea latifolia (Lauro nobilisQuercenion virgilianae, Pistacio terebinthi-Quercetum pubescentis).
Arbusteti e mantelli a Spartium junceum o Cytisophyllum sessilifolium dei substrati
calcarei e calcareo-marnosi (Cytision sessilifolii); su suoli più profondi a Rubus
ulmifolius e Prunus spinosa, con Pistacia terebinthus, Phillyrea latifolia, Smilax
aspera e Clematis flammula (Pruno-Rubenion). Localmente comunità acidofile a
Cytisus scoparius e C. villosus (Sarothamnion scoparii) o a Pteridium aquilinum
(Holco mollis-Pteridion aquilini).
Praterie continue a Brachypodium rupestre con Polygala flavescens, Ononis spinosa,
Knautia purpurea e Hieracium pilosella, e, localmente, praterie discontinue a
Bromus erectus, con Scorpiurus muricatus, Trachynia distachya, Coronilla
scorpioides e Trifolium angustifolium (Phleo ambigui-Bromion erecti, Polygalo
flavescentis-Brachypodietum rupestris e Scorpiuro muricati-Brometum erecti).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Boschi cedui a Castanea sativa.
66
Serie accessorie
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Boschi di leccio (Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis).
Elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale.
Mosaico di vegetazione forestale delle forre (Cyclamino hederifolii-Quercetum
ilicis; Crataego laevigatae-Quercenion cerridis; Lauro nobilis-Quercenion
virgilianae; Pulmonario apenninae-Carpinenion betuli).
Mosaico di boschi a Quercus ilex con Fraxinus ornus e Cyclamen hederifolium sul
ciglio della forra (Fraxino orni-Quercion ilicis, Cyclamino hederifolii-Quercetum
ilicis), cerrete e querceti misti sul versante (Crataego laevigatae-Quercenion
cerridis, Lauro nobilis-Quercenion cerridis) e boschi a Quercus cerris e Carpinus
betulus sul fondo (Pulmonario apenninae-Carpinenion betuli). Nell'area di San
Vittorino si rileva la presenza di specie orientali (Styrax officinalis, Celtis australis e
Cercis siliquastrum), mentre nel settore occidentale, nelle incisioni con acqua sul
fondo, si rileva la presenza di Alnus glutinosa.
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa, Rubus ulmifolius, Crataegus monogyna
(Prunetalia spinosae) su suoli profondi; arbusteti e mantelli acidofili a Cytisus
scoparius e C. villosus (Sarothamnion scoparii) su suoli maggiormente erosi.
Praterie continue a dominanza di Dasypyrum villosum e Vulpia ligustica, con
Hordeum bulbosum e Knautia integrifolia (Echio-Galactition, Vulpio ligusticaeDasypyretum villosi) sui versanti.
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Boschi cedui a Castanea sativa.
Rimboschimenti misti di conifere e latifoglie.
Elementi forestali
costituiti da specie aliene
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudoacacia e Ailanthus altissima
(Bryonio-Robinion).
39
Mosaico di vegetazione forestale delle incisioni vallive (Crataego laevigataeQuercenion cerridis, Querco-Ulmetum).
Vegetazione forestale a Quercus cerris (Crataego laevigatae-Quercion cerris,
Carpino orientalis-Quercetum cerridis, Daphno laureolae-Quercetum cerridis) sul
versante, con elementi dei boschi a Quercus robur e Ulmus minor (Querco-Ulmetum)
sul fondo. Con locali presenze di boschi a Quercus virgiliana (Lauro-Quercenion
virgilianae).
Arbusteti e mantelli a Prunus spinosa e Rubus ulmifolius (Prunetalia spinosae) e a
Cytisus villosus e Cytisus scoparius (Sarothamnion scoparii); comunità ad Arundo
donax, con Rubus caesius e Calystegia sepium (Calystegion sepium) e comunità a
Sambucus ebulus (Galio aparines-Alliarietalia petiolatae).
Praterie continue a dominanza di Dasypyrum villosum e Vulpia ligustica, con
Hordeum bulbosum e Knautia integrifolia (Echio-Galactition, Vulpio ligusticaeDasypyretum villosi), sui versanti, e praterie a Dactylis glomerata e Agropyron
repens (Inulo viscosae-Agropyrion repentis) con elementi di comunità meso-igrofile
(Holoschoenetalia vulgaris) sul fondo.
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Boschi cedui a Castanea sativa.
Rimboschimenti a conifere mediterranee, misti di conifere e latifoglie e a eucalipti.
Elementi forestali con neofite, quali Robinia pseudoacacia e Ailanthus altissima
(Bryonio-Robinion).
Boschi di leccio (Cyclamino hederifolii-Quercetum ilicis).
Elementi del geosigmeto della vegetazione ripariale.
Boschi a virgiliana e sughera (Crataego laevigatae-Quercenion cerridis).
Boschi a carpino nero (Carpinion orientalis, Asparago acutifolii-Ostryetum
carpinifoliae).
38
Tappa matura
Arbusteto
Prateria continua
Tappa matura
Arbusteto
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Elementi forestali
costituiti da specie aliene
Serie accessorie
67
40
Mosaico
41
Tappa matura
Prateria continua
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
42
Tappa matura
Aree in evoluzione
Formazioni forestali di
origine antropica
Mosaico delle aree palustri costiere (Molinio arundinaceae-Holoschoenion
vulgaris, Isoeto durieui-Juncetea bufonii).
Mosaico di praterie ad Imperata cylindrica, con Festuca arundinacea, Holcus
lanatus e Anthoxanthum odoratum (Molinio arundinaceae-Holoschoenion vulgaris),
di comunità a Juncus annuali, con Isoetes velata e I. histrix di stagni effimeri (Isoeto
durieui-Juncetea bufonii) e delle comunità a Utricularia australis e Alisma
lanceolatum, a Veronica scutellata, Mentha pulegium e Galium elongatum, a Juncus
articulatus, J. effusus, Typhoides arundinacea, Calamagrostis epigejos e
Schoenoplectus tabaerne-montani delle piscine.
Mosaico di macchia mediterranea e boschi di leccio della duna litoranea recente
(Cyclamino repandi-Quercetum ilicis, Juniperion turbinatae, Myrto-Pistacietum
lentisci).
Mosaico di ginepreti a Juniperus oxycedrus macrocarpa e a Juniperus phoenicea
(Juniperion turbinatae), di arbusteti a Pistacia lentiscus, Myrtus communis, Phillyrea
latifolia e Rhamnus alaternus (Myrto-Pistacietum lentisci) e di leccete con Viburnum
tinus, Phillyrea latifolia, Rhamnus alaternus e Cyclamen repandum (Fraxino orniQuercion ilicis, Cyclamino repandi-Quercetum ilicis). Si segnala inoltre la presenza
di vegetazione subprimaria ad Agrostis monteluccii (Oenantho pimpinelloidisAgrostietum montelucii) delle sorgenti sulfuree.
Praterie continue a dominanza di Dasypyrum villosum e Lagurus ovatus, Bromus
diandrus maximus, Vicia pseudocracca e Cladanthus mixtus (Echio-Galactition,
Laguro ovati-Dasypyretum villosi).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a conifere mediterranee, misti di conifere e latifoglie e a eucalipti.
Mosaico catenale dei sistemi dunali (Salsolo kali-Cakiletum maritimae,
Echinophoro spinosae-Elytrigietum junceae, Echinophoro spinosaeAmmophiletum australis, Crucianellion maritimae, Sileno coloratae-Ononidetum
variegatae).
Vegetazione terofitica alo-nitrofila pioniera a Salsola kalii e Cakile
maritima(Euphorbion peplis, Salsolo kali-Cakiletum maritimae); vegetazione
erbacea perenne delle dune embrionali a Elymus farctus, con Echinophora spinosa e
Calystegia soldanella, e ad Ammophila arenaria australis, con Echinophora spinosa
e Eryngium maritimum (Ammophilion australis, Echinophoro spinosae-Elytrigietum
junceae, Echinophoro spinosae-Ammophiletum australis); comunità camefitiche a
Crucianella maritima e Lotus cytisoides, con Ononis variegata e Anthemis maritima,
degli spazi interdunali e retrodunali (Crucianellion maritimae); vegetazione terofitica
pioniera a Silene canescens e Vulpia fasciculata, (Maresio nanae-Malcolmion
ramosissimae, Sileno coloratae-Ononidetum variegatae). Si segnala, inoltre, la
presenze di comunità alo-casmofitiche delle stazioni rocciose, a Crithmum
maritimum (Crithmo maritimi-Staticetalia), di comunità alofile pioniere a salicornie
annuali (Salicornion patulae), alofile a camefite o nanofanerofite succulente
(Sarcocornion fruticosae), alofile e subalofile a emicriptofite (Juncion maritimi) e di
comunità effimere alofile e subalofile a terofite (Frankenion pulverulentae).
Mosaico di stadi seriali non cartografabili.
Rimboschimenti a pini mediterranei (a Pinus pinea e a Pinus pinaster).
68
4. VALUTAZIONE DELLO STATO DI CONSERVAZIONE E
CARTA DELLO STATO DI CONSERVAZIONE (SCALA
1:25.000)
4.1 INTRODUZIONE
La carta dello stato di conservazione nasce dalla necessità di analizzare lo stato di
conservazione di ambiti territoriali ecologicamente omogenei, per pianificare le azioni di
recupero o riqualificazione ai fini del miglioramento della connettività ecologica. La carta è il
risultato di un processo di valutazione che si basa sul raffronto tra l’eterogeneità reale, espressa
dal mosaico di cenosi vegetali e coperture del suolo effettivamente presenti sul territorio (come
conseguenza dell’interazione tra fattori biofisici e antropici), e l’eterogenità potenziale espressa
dalle tappe mature di vegetazione e dai relativi stadi dinamici. Gli ambiti territoriali omogenei in
termini di vegetazione naturale potenziale rappresentano pertanto le unità spaziali di riferimento
all’interno delle quali eseguire la valutazione.
Inizialmente si era pensato di analizzare lo stato di conservazione facendo riferimento ai singoli
poligoni di pertinenza di una VNP anziché alle tipologie. L’elevato dettaglio tematico e spaziale
dei documenti cartografici di base, dovuto anche al passaggio di scala da 1:50.000 a 1:25.000, ha
comportato però un numero particolarmente elevato di poligoni di VNP (più di 1000), con
coperture complessive anche molto diverse: 25 tipologie coprono infatti meno dell’1% del
territorio provinciale, 20 coprono tra il 7% e 1%, mentre una tipologia sola (Cerrete con carpino
orientale dei substrati vulcanici e carbonatici) copre il 31%. In queste condizioni una valutazione
per singoli poligoni sarebbe troppo dipendente da fattori locali e di uso, mentre il riferimento alla
tipologia permette valutazioni e confronti certamente più significativi. Inoltre il riferimento al
singolo poligono non sarebbe coerente con quanto prodotto per il PTPG, dove la valutazione è
stata effettuata sia per le tipologie di sottosistema nel loro complesso sia per le porzioni di
sottosistema (sempre a livello tipologico) all’interno delle diverse Unità Territoriali Ambientali.
In base a queste considerazioni, per coerenza sia al PTPG che al maggior dettaglio di analisi
adottato, si è deciso di valutare lo stato di conservazione facendo riferimento prima alle tipologie
di vegetazione potenziale e poi alle porzioni dei tipi di VNP che ricadono all’interno delle singole
UTA, in maniera da mantenere un riferimento a realtà territoriali più significative in termini
ecologici, geografici e paesaggistici.
Secondo questa logica, in accordo con le altre cartografie e con la necessità di un’analisi
efficace per gli interventi a scala locale, anche la Carta della stato di conservazione è stata
realizzata a scala 1:25.000 (anziché 1:50.000).
69
4.2 DATI E METODI
La valutazione dello stato di conservazione del territorio provinciale ha previsto come prima
fase la costruzione di una scala di qualità ambientale, che ha fatto riferimento a tre criteri
applicati alle comunità vegetali e alle classi d’uso del suolo: impermeabilizzazione del suolo,
stato emerobiotico, struttura e composizione floristica della vegetazione (Van der Maarel 1975;
Westhoff 1983; Ferrari et al. 2008). Il primo criterio rappresenta il grado di alterazione del
substrato originario (dovuto alla presenza diffusa di asfalto, cemento, ecc.); il secondo fa
riferimento all’alterazione dello stato del suolo a causa delle attività agricole; il terzo tiene invece
conto del valore dinamico delle singole fitocenosi e tipologie di copertura del suolo, ovvero della
loro distanza dalla vegetazione naturale potenziale di riferimento (O’Neill et al. 1997; Renetzeder
et al. 2010).
Su questa base sono state definite sei classi di qualità ambientale, secondo una scala che va dai
sistemi a forte carattere antropico a quelli più naturali. Di seguito si riporta la composizione di
ciascuna di queste classi, facendo riferimento, per semplicità, alle diverse tipologie di copertura
di suolo, che anche per gli ambienti naturali e seminaturali corrispondono in genere a comunità
vegetali nettamente differenti dal punto di vista sintassonomico e sindinamico.
Qualità molto bassa (classe 1)
1 Superfici artificiali
13 Aree estrattive, cantieri, discariche e terreni artefatti e abbandonati
25 Serre
Qualità bassa (classe 2)
141 Aree verdi urbane
21 Seminativi avvicendati e prati stabili
24 Zone agricole eterogenee
Qualità medio-bassa (classe 3)
22 Colture permanenti
221 Vigneti
223 Oliveti
243 Aree prevalentemente occupate da colture agrarie con presenza di spazi naturali importanti
31172 Rimboschimenti ad eucalipti
Qualità medio-alta (classe 4)
31141 Castagneti cedui
31142 Castagneti da frutto
70
31171 Formazioni spontanee a robinia e/o ailanto
3121 Boschi e rimboschimenti a prevalenza di pini mediterranei (pino d'aleppo, pino domestico, pino
marittimo) o cipressi
3122 Rimboschimenti a prevalenza di pini montani e oromediterranei (pino nero), di abete bianco e/o
abete rosso, di larice e/o pino cembro o di altre conifere esotiche
313 Boschi e rimboschimenti misti di conifere e latifoglie
3211 Praterie continue
32111 Praterie montane e altomontane
32112 Praterie e prati-pascoli collinari
3212 Praterie discontinue e pseudo-garighe
32122 Praterie e pseudo-garighe collinari e submontane
32123 Praterie pseudo-steppiche ad Ampelodesmos mauritanicus e/o a Hyparrhenia hirta
3333 Greti fluviali con vegetazione rada
334 Aree percorse da incendi
411 Paludi interne
Qualità alta (classe 5)
31134 Nuclei forestali di neoformazione in ambito agricolo e forestale
31161 Boscaglie ripariali a salici arbustivi
3221 Cespuglieti d'altitudine e montani
3222 Cespuglieti a dominanza di prugnolo, rovi, ginestre e/o felce aquilina
3223 Boscaglia illirica a Pistacia terebinthus e Paliurus spina-christi o a Cercis siliquastrum e Pistacia
terebinthus
32311 Macchia alta retrodunale e interdunale
32312 Macchia alta interna e collinare
32323 Macchia a lentisco e altre sempreverdi
32324 Garighe a cisti, erica e rosmarino o a Helichrysum litoreum
324 Aree a vegetazione boschiva ed arbustiva in evoluzione
411 Paludi interne
Qualità molto alta (classe 6)
311111 Leccete con sole sempreverdi
311112 Leccete con caducifoglie
311121 Sugherete miste a sempreverdi
311122 Sugherete miste a caducifoglie
31121 Querceti a prevalenza di cerro
311213 Querceti a prevalenza di cerro con farnetto
311214 Querceti a prevalenza di cerro con roverella
71
31122 Querceti a prevalenza di roverella
31123 Querceti a prevalenza di farnia
31131 Orno-ostrieti e boscaglie a carpinella
31132 Formazioni miste di valloni e forre (a tiglio, orniello e aceri; a carpino bianco e nocciolo; ad alloro)
31133 Nuclei a betulla
31134 Nuclei forestali di neoformazione in ambito agricolo e forestale
31151 Faggete termofile dei piani collinari e submontani
31152 Faggete montane
31161 Boscaglie ripariali a salici arbustivi
31162 Boschi igrofili a pioppi e salice bianco e/o ad ontano nero e/o a frassino meridionale
3221 Cespuglieti d'altitudine e montani
32311 Macchia alta retrodunale e interdunale
32321 Macchia a ginepro coccolone o a ginepro fenicio delle dune stabilizzate
32323 Macchia a lentisco e altre sempreverdi
331 Spiagge, sabbia nuda e dune con vegetazione erbacea psammofila
3321 Vegetazione dei calanchi dolomitici
3322 Rupi e pareti con vegetazione casmofitica
411 Paludi interne
421 Paludi salmastre
Non valutato
5 Corpi idrici
In alcuni casi, tuttavia, una stessa tipologia di copertura corrisponde a comunità con diversa
maturità successionale e ricade quindi in più classi di qualità ambientale, a seconda che la
fitocenosi in esame rappresenti una tappa matura oppure uno stadio di sostituzione. Per chiarezza
e completezza, di seguito viene presentata una tabella che elenca questi singoli casi e che
permette di ricostruire l’attribuzione del valore di qualità in funzione del tipo di vegetazione (in
termini di comunità) e del relativo valore sindinamico all’interno della serie di riferimento.
72
Comunità vegetale
Stadio seriale
Qualità
31134 Nuclei forestali di neoformazione in ambito agricolo e forestale
Boschi a Ulmus minor, Acer campestre e Rubus caesius
(Ulmenion minoris, Aro italici-Ulmetum minoris)
Prebosco
5
Tappa matura
6
Vegetazione pioniera a salici arbustivi a Salix purpurea,
con Salix alba e Solanum dulcamara (Salicetalia
purpureae)
Arbusteti di sostituzione
5
Comunità arbustive a Salix sp.pl. (Salicetalia purpurae)
Tappa matura di serie accessoria
6
Tappa matura
6
Arbusteti e mantelli montani con Juniperus communis,
Crataegus monogyna, Rosa corymbifera, Rhamnus alpina
e Sorbus aria (Berberidion vulgaris)
Arbusteti di sostituzione
5
Arbusteti ipsofili a Juniperus communis alpina, con
Daphne oleoides e Rosa pendulina (Daphno oleoidisJuniperion alpinae, Helianthemo grandiflori-Juniperetum
alpinae)
Tappa matura
6
Macchia primaria nell’ambito della
VNP di pertinenza
6
Preboschi a Ulmus minor, con Prunus spinosa, Rosa
sempervirens e Lonicera etrusca (Pruno-Rubenion,
Lonicero etruscae-Rosetum sempervirentis)
Tutte le altre tipologie
31161 Boscaglie ripariali a salici arbustivi
Comunità arbustive a Salix sp.pl. (Salicetalia purpurae)
Mosaico della vegetazione ripariale con boschi a Salix
alba, Ulmus minor e Rubus caesius (Salicion albae),
boschi a Populus alba, P. nigra e P. canescens (Populion
albae) ecc.
Mosaico di vegetazione a Populus alba, P. nigra, Salix
alba e Alnus glutinosa (Salicion albae, Populion albae,
Alnion incanae), di vegetazione elofitica a Phragmites
australis (Phragmition communis, Phragmitetum
vulgaris), ecc.
3221 Cespuglieti d'altitudine e montani
32311 Macchia alta retrodunale e interdunale
Arbusteti e mantelli a Pistacia lentiscus e Myrtus
communis, con Phillyrea latifolia, Rhamnus alaternus e
Lonicera implexa (Oleo-Ceratonion, Myrto communisPistacietum lentisci)
73
Tutte le altre tipologie di 32311
Macchia secondaria (con
riferimento alle VNP di pertinenza)
5
Macchia secondaria (con
riferimento alle VNP di pertinenza)
5
Macchia primaria nell’ambito della
VNP di pertinenza
6
Macchia secondaria (con
riferimento alle VNP di pertinenza)
5
Macchia secondaria
5
Stadio pioniero
4
Stadio arbustivo di sostituzione
5
Tappa matura
6
Stadio pioniero
4
Stadio arbustivo di sostituzione
5
Tappa matura
6
Tappa matura
6
32323 Macchia a lentisco e altre sempreverdi
Arbusteti e mantelli a Pistacia lentiscus e Myrtus
communis, con Phillyrea latifolia, Rhamnus alaternus e
Lonicera implexa (Oleo-Ceratonion, Myrto communisPistacietum lentisci)
Tutte le altre tipologie di 32323
411 Paludi interne
Comunità ad Arundo donax, Rubus caesius e Calystegia
sepium (Calystegion sepium)
Comunità elofitiche a Phragmites australis australis,
Juncus effusus, Glyceria plicata e Galium palustre
(Phragmition australis)
Vegetazione subprimaria ad Agrostis monteluccii
(Oenantho pimpinelloidis-Agrostietum montelucii) delle
sorgenti sulfuree
Una volta riclassificate le fitocenosi e le tipologie di copertura del suolo in classi di qualità
ambientale, è stato calcolato l’indice di conservazione del paesaggio o ILC (Pizzolotto &
Brandmayr 1996; Ferrari et al. 2008, Blasi et al. 2008). Il calcolo di questo valore sintetico
prevede la costruzione di un grafico avente per ascisse le classi di qualità ambientale dell’area di
74
studio, riportate in ordine crescente, e per ordinate la somma dei valori cumulativi percentuali
delle aree corrispondenti.
L’area del piano sotto la curva può essere espressa come:
n
A=åxi -100
i=1
Dove xi è il valore cumulativo percentuale della categoria i-esima e n il numero di classi di
qualità ambientale. Quindi A esprime il grado di antropizzazione del territorio. Quanto più è
elevato il suo valore, tanto maggiore risulta il contributo alla sommatoria da parte delle categorie
a carattere antropico più elevato. Il massimo valore che A può assumere viene indicato con A max,
espresso come:
Amax  100(n  1)
L’indice ILC viene quindi formulato come segue:
ILC  1  ( A / Amax )
L’indice varia tra 0 e 1 ed è proporzionale all’area del piano cartesiano sopra la curva dei valori
cumulativi percentuali. Il suo valore rappresenta quindi una misura dell’importanza degli
ambienti meglio conservati in termini di superficie occupata. Valori dell’indice prossimi a 1
denotano un territorio ad elevata qualità ambientale, mentre valori bassi dell’indice indicano un
paesaggio a bassa qualità ambientale.
Come premesso nel paragrafo precedente, l’indice ILC è stato calcolato prendendo come unità
di riferimento spaziale gli ambiti di pertinenza delle diverse tipologie di VNP. Per ottenere un
dato territoriale più puntuale, confrontabile con il valore medio per tipologia, è stato poi calcolato
anche il valore dell’ILC per le diverse porzioni di tutte le tipologie di VNP ricadenti all’interno di
ciascuna UTA.
Infine, nell’ambito delle analisi per la valutazione dello stato di conservazione è stata effettuata
anche una gap analysis delle tipologie di vegetazione potenziale rispetto alle aree protette, con
l’obiettivo di individuare le porzioni di territorio e le serie di vegetazione prioritarie per quanto
riguarda la necessità di azioni di conservazione e/o recupero. In questa fase la banca dati totale
prodotta in questa Convenzione e contenente per ciascun poligono l’informazione relativa a
copertura del suolo, VNP, stadio, qualità ambientale e ILC è stata analizzata in sovrapposizione
con la cartografia delle aree protette fornita a suo tempo dal Servizio Rete Ecologica (e
comprendente SIC, SIN, SIR, ZPS e aree protette ad altro titolo). Questo confronto ha permesso
di individuare le serie di vegetazione che non sono sufficientemente rappresentate all’interno del
75
sistema delle aree protette e che costituiscono pertanto dei gap. Come valore soglia per definire i
gap è stata scelta una percentuale di copertura coerente con il Target 4 dell’Obiettivo 2 della
Global Strategy for Plant Conservation (https://www.cbd.int/gspc/) che sostiene la tutela di
almeno il 15% di ogni ecoregione o tipo di vegetazione come misura per la conservazione della
diversità vegetale.
L’indicazione delle classi di qualità ambientale associata a ciascun poligono ha permesso quindi
di sintetizzare per ogni tipo di VNP le percentuali di copertura delle diverse classi di qualità
ambientale, in modo da articolare e affinare maggiormente i risultati e arrivare a distinguere le
tipologie di serie con presenza significativa di vegetazione naturale (prevalenza di classi a qualità
da medio-alta a molto alta) e le tipologie che corrispondono invece ad aree fortemente
trasformate (prevalenza delle classi a qualità da bassa a medio-bassa).
76
4.3 RISULTATI
4.3.1 STATO DI CONSERVAZIONE PER TIPOLOGIE DI VNP E DI MOSAICO
ILC tra 0 e 0,2
Le tipologie con valore più basso dell’ILC sono rappresentate dal “Mosaico di boschi a farnia e
olmo minore e a frassino meridionale, delle aree del bacino di piena e dei terrazzi recenti del
Fiume Tevere” e dalle “Sugherete termofile con Pistacia lentiscus dei terrazzi marini sabbiosoconglomeratici”. La prima ricade principalmente nell’UTA delle Alluvioni della valle del Tevere
(80,8%) e secondariamente nell’UTA della Valle del Tevere a monte di Roma dove registra un
valore di ILC ancora più basso (0,13%). La seconda è presente solo nell’UTA della Tolfa, ed è
costituita per più del 90% da classi di qualità molto bassa (1) e bassa (2).
ILC tra 0,2 e 0,4
In questo intervallo ricadono 11 tipologie di VNP e 3 di mosaico descritte per alcune porzioni
delle pianure alluvionali e dei fondovalle fluviali e colluviali, della duna antica, dei sedimenti
fluvio lacustri, dei terrazzi e depositi marini, e dei substrati vulcanici. Il totale delle 14 tipologie
copre una superficie pari al 53% dell’intero territorio provinciale. Tutte le tipologie sono
caratterizzate dalla maggiore copertura della classe di qualità 2, che raggiunge in alcune porzioni
più del 60%, e secondariamente dalla classe di qualità 1.
La VNP “Boschi a dominanza di farnia e frassino meridionale delle pianure alluvionali e di
colmata retrodunali e dei versanti della duna antica” (ILC = 0,22) è presente per l’84,6%
nell’UTA della Pianura alluvionale costiera e delta del Tevere, dove l’ILC scende a 0,16, e
secondariamente nell’UTA dei complessi dunari antichi e recenti, dove invece sale a 0,44.
La VNP “Boschi a farnia e olmo minore con locali presenze di cerrete con farnia e boschi
igrofili a pioppi, dei sedimenti fluvio-lacustri e colluviali delle caldere vulcaniche” è distribuita
per quasi il 70% nell’UTA della Bassa valle dell’Aniene (ILC= 0,22). La parte restante si
distribuisce tra l’UTA dei Colli Albani (ILC= 0,16) e quella dei Monti Sabatini, dove si registra
un leggero miglioramento dello stato di conservazione (ILC=0,29).
La VNP “Boschi a virgiliana e sughera dei terrazzi marini sabbioso-conglomeratici e dei
depositi marini argillosi, sabbiosi e ghiaiosi” (ILC= 0,23) è presente per circa il 47% nell’UTA
della Pianura alluvionale costiera e delta del Tevere (ILC=0,20), per il 31% in quella della
Campagna Romana settentrionale (ILC= 0,22), e per il 22% in quella della Tolfa (ILC= 0,30).
77
La VNP “Boschi a farnia e olmo minore delle pianure alluvionali minori, a contatto con i
boschi a sughera e virgiliana” (ILC= 0,23) si distribuisce per più del 90% nell’UTA della Pianura
alluvionale costiera e delta del Tevere (ILC= 0,23), mentre per la restante parte nell’UTA della
Tolfa dove presenta un miglior stato di conservazione (ILC= 0,33).
Anche la VNP “Boschi a farnia e olmo minore del sistema alluvionale” presenta un basso stato
di conservazione (ILC= 0,24) ed è distribuita in diverse UTA della Campagna romana e della
Valle del Sacco sempre con valori molto bassi, mentre raggiunge valori medi (ILC=0,46) nella
ridotta porzione ricadente nell’UTA dei Prenestini Ruffi (6%).
La VNP “Boschi a farnia e olmo minore dei fondovalle dei depositi fluviali e colluviali, a
contatto con i boschi a sughera, cerro e farnetto” presenta valore di ILC pari a 0,26 e si ritrova
principalmente nell’UTA della Campagna Romana Settentrionale.
La VNP delle “Cerrete con sughera dei substrati vulcanici” (ILC= 0,23) è presente in
percentuali diverse ma con valori simili dello stato di conservazione nell’UTA della Campagna
Romana meridionale (ILC=0,23) e in quella della Campagna Romana settentrionale (ILC=0,24).
Il “Mosaico di boschi a pioppi, salici ed ontani e di vegetazione elofitica dei sedimenti fluviolacustri e colluviali delle caldere vulcaniche e idrofitica dei laghi profondi con acque ad elevata
alcalinità” e’ presente con stato di conservazione simile nell’UTA Monti Sabatini, lungo le
sponde dei laghi di Bracciano e Martignano (ILC=0,24), e nell’UTA Colli Albani in prossimità
dei laghi di Nemi e Albano (ILC=0,27).
LA VNP “Cerrete con carpino orientale dei substrati vulcanici e carbonatici” rappresenta la
potenzialità vegetazionale prevalente nel territorio provinciale distribuendosi in particolare nelle
aree sommitali del “plateaux ignimbritico” pianeggianti e sub-pianeggianti della campagna
romana. Il valore dell’ILC delle diverse porzioni di questa VNP nelle UTA è sempre inferiore a
0,3, con l’eccezione di due settori che ricadono rispettivamente nell’UTA della Valle del Tevere a
monte di Roma (ILC= 0,46) e nell’UTA dei Monti Lepini (ILC= 0,6).
La VNP “Boschi a cerro e farnetto delle superfici terrazzate e dei pianori sommitali della duna
antica e dei substrati arenacei” rientra per l’87% nell’UTA dei complessi costieri dunali antichi e
recenti” (ILC= 0,29) e per la restante parte in quella della pianura alluvionale costiera e delta del
Tevere (ILC= 0,11). Sebbene il valore medio sia nel complesso basso, tale potenzialità
vegetazionale presenta circa il 15% di copertura relativo alla tappa matura distribuita all’interno
dell’area protetta di Castel Porziano.
Il “Mosaico ripariale di boschi a salici, pioppi e ontani delle barre di meandro e delle aree
alluvionabili prossimali all'area di piena ordinaria e di vegetazione elofitica e idrofitica delle rive
78
fluviali” (ILC= 0,31) si riferisce alla vegetazione ripariale presente lungo il Tevere con uno stato
di conservazione basso (Unità delle alluvioni della valle del Tevere e Unità del delta del Tevere),
e lungo l’Aniene con un valore di ILC nettamente migliore (0,56 nella porzione che ricade
nell’UTA dei Monti Prenestini-Ruffi e 0,92 nel settore che ricade nell’UTA dei Monti
Simbruini).
La VNP “Boschi a farnia, cerro, rovere e carpino bianco dei sedimenti fluvio-lacustri e
colluviali delle caldere vulcaniche” ricade esclusivamente nell’UTA dei Colli Albani e ha un
valore di ILC pari a 0,32 in quanto la classe di qualità 6 (tappa matura) non arriva al 5% mentre è
discretamente rappresentata la classe di qualità 4 (boschi di castagno).
Il “Mosaico di macchia mediterranea e boschi di leccio della duna litoranea recente”
(ILC=0,32) si ritrova nei depositi sabbiosi della duna recente sia nell’UTA della pianura
alluvionale costiera e delta del Tevere (con ILC pari a 0,37) che in quella dei complessi costieri
dunali antichi e recenti (dove il valore scende a 0,25).
La VNP “Leccete subcostiere con Phillyrea latifolia e Cyclamen repandum” (ILC=0,39) si
distribuisce per più della metà della sua copertura nell’UTA della Tolfa (ILC= 0,48).
Secondariamente rientra nell’UTA della pianura alluvionale costiera e delta del Tevere (dove il
valore di ILC scende a 0,26) e infine, per una piccola parte (3,2%), ricade nell’UTA dei
complessi costieri dunali antichi e recenti (dove il relativo ILC vale 0,83). L’elevato valore di
stato di conservazione in quest’ultimo settore è dovuto alle classi di qualità alta e molto alta
presenti a Castel Porziano.
ILC tra 0,4 e 0,6
In questo intervallo rientrano 8 tipi di vegetazione potenziale e 3 tipi di mosaico. Si tratta in
generale di tipologie presenti lungo alcune porzioni del sistema dunale, dei fondovalli e delle
incisioni vallive, delle conche intermontane e degli edifici vulcanici. In generale si assiste a una
leggera riduzione delle classi di qualità 1, 2 e 3 con un aumento delle classi 4, 5 e 6, legate alla
presenza degli stadi dinamici intermedi e delle tappe mature.
La VNP “Querceti misti a sughera, farnetto e cerro delle superfici terrazzate e dei pianori
sommitali della duna antica” (ILC=0,41) è presente per circa l’85% nell’UTA dei complessi
costieri dunali antichi e recenti in uno stato di conservazione leggermente migliore (ILC=0,45) e
per la restante parte in quella della Campagna Romana Meridionale (dove l’ILC scende invece a
0,19).
79
La VNP” Boschi a cerro e frassino meridionale dei fondovalle” (ILC= 0,42) ricade nei
fondovalle dei depositi fluviali e colluviali di origine prevalentemente arenacea presenti
nell’UTA della Tolfa.
La VNP “Boschi a carpino bianco e cerro delle conche intermontane e fluvio-lacustri e delle
aree a debole pendenza su substrati carbonatici” (ILC=0,43) ricade con buoni valori di stato di
conservazione nelle UTA dei Lepini (0,61) e dei Prenestini-Ruffi (ILC=0,64) mentre il valore di
conservazione scende notevolmente nell’UTA dei Cornicolani (ILC=0,24), dove mancano gli
stadi dinamici e la tappa matura, e dei Simbruini (ILC= 0,3).
La VNP “Querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati argilloso-sabbiosi” (ILC= 0,43) rientra
per più del 45% nell’UTA dei Cornicolani (ILC=0,39), per il 39% in quella dei Monti Sabatini
(ILC=0,43) e per il 6% nell’UTA della Valle del Tevere a monte di Roma, che rappresenta
l’ambito meglio conservato (ILC=0,55) per la presenza di più del 40% di copertura tra stadi
dinamici e tappa matura.
Il “Mosaico dei boschi ad Alnus glutinosa, Carpinus betulus, Corylus avellana, Ulmus minor e
Populus nigra dei fondovalle con depositi fluviali e colluviali di origine arenacea e delle cerrete
dell'associazione Daphno laureolae-Quercetum cerridis” (ILC=0,43) rientra interamente
nell’UTA dei Prenestini –Ruffi. Il valore dello stato di conservazione è dovuto alla prevalenza di
classi di qualità 3 (quasi il 60%) e alla ridotta copertura delle classi a qualità elevata.
Il “Mosaico catenale dei sistemi dunali” (ILC=0,47) ricade per il 61% nell’UTA della pianura
alluvionale costiera e delta del Tevere, con ILC pari a 0,51. Questo valore si riduce nelle porzioni
che ricadono nelle UTA dei complessi costieri dunali antichi e recenti (ILC=0,38) e nell’UTA
della Tolfa (ILC=0,20).
La VNP “Boschi a cerro e farnetto della duna antica, con locali presenze di virgiliana e sughera
sui versanti erosi” (ILC=0,51) si distribuisce totalmente all’interno dell’UTA dei complessi
costieri dunali antichi e recenti (26% di tappa matura).
La VNP “Cerrete con Coronilla emerus degli edifici vulcanici” (ILC=0,52) ricade
principalmente nell’UTA dei Sabatini al confine con la provincia di Viterbo. Più del 60% è
coperto dalla classe di qualità 4.
La VNP “Querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati calcareo-marnosi del settore ceritetolfetano e dei substrati sabbiosi della Campagna Romana settentrionale” (ILC= 0,52) rientra per
più del 50% nell’UTA della Tolfa (ILC= 0,69), e secondariamente nell’UTA della Campagna
Romana settentrionale, dove è presente la porzione con peggior stato di conservazione
(ILC=0,35).
80
La VNP “Cerrete degli edifici vulcanici” (ILC=0,54) è contenuta esclusivamente nell’UTA dei
Colli Albani. Il valore medio di stato di conservazione è dovuto alla copertura per più del 70%
della classe di qualità 3.
Il “Mosaico di vegetazione forestale delle incisioni vallive” (ILC=0,56) è distribuito in diverse
UTA collinari o sub pianeggianti con percentuali simili ma con diverso stato di conservazione.
Nella Valle del Sacco il mosaico ricade per il 17,5% dell’ambito di sua pertinenza e registra un
valore di ILC pari a 0,38. Valori superiori di stato di conservazione sono stati attribuiti alle
porzioni ricadenti nell’UTA dei Monti Sabatini (ILC=0,75) e dell’Alta Campagna Romana
(ILC=0,73) mentre nelle altre UTA il valore oscilla tra 0,4 e 0,6.
ILC tra 0,6 e 0,8
Nell’intervallo dell’indice tra 0,6 e 0,8 ricadono 7 tipologie di VNP e 1 tipo di mosaico. Si tratta
di potenzialità vegetazionali presenti in alcune porzioni dei rilievi dei substrati carbonatici e degli
edifici vulcanici, caratterizzate dalla ridotta presenza di classi di qualità 1, 2 e 3 e dall’aumento
della copertura delle classi a qualità ambientale alta e molto alta. In particolare:
La VNP “Boschi misti a carpino nero con tiglio degli edifici vulcanici” (0,61) si ritrova intorno
ai laghi di Albano e di Nemi, entrambi ricadenti nell’UTA dei Colli Albani.
La VNP “Querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati arenacei e marnosi” (ILC=0,64) rientra
per più del 96% nell’UTA dei Prenestini-Ruffi (25% di tappa matura).
La VNP “Arbusteti ipsofili a ginepro nano dei rilievi montuosi carbonatici” (ILC=0,66) è
presente solo nell’UTA dei Simbruini (più dell’85% coperto dalla classe 4, assenza delle classi di
qualità 1,2,3 e 5).
La VNP “Querceti misti a cerro e virgiliana degli edifici vulcanici” (ILC=0,69) è presente
intorno ai laghi di Albano e Nemi dell’UTA dei Colli Albani.
La VNP “Boschi a virgiliana dei rilievi carbonatici” (ILC=0,70) è presente per più del 70%
nell’UTA dei Prenestini-Ruffi, dove il valore di stato di conservazione raggiunge lo 0,75, e per il
12,5% nell’UTA dei Monti Lucretili, dove il valore dell’ILC si abbassa a 0,59 a causa di una
prevalenza della classe di qualità 3.
La VNP “Boschi a roverella con Cytisophyllum sessilifolium dei rilievi montuosi carbonatici”
(ILC=0,74) è invece prevalente nell’UTA dei Monti Simbruini (93,2% di copertura dell’ambito
di VNP).
La VNP “Boschi misti a cerro dei rilievi montuosi carbonatici” (ILC=0,75) si distribuisce per
circa il 44% nell’UTA Prenestini, dove il valore dell’ILC arriva a 0,81, e nell’UTA dei Lepini,
81
dove invece l’ILC scende a 0,67. Nelle UTA dei Lucretili e dei Simbruini l’ILC ha
rispettivamente un valore di 0,73 e 0,76.
Il “Mosaico di boschi a cerro e virgiliana e boschi a virgiliana” (ILC=0,75) rientra totalmente
nell’UTA dei Prenestini-Ruffi (la classe di qualità 6 raggiunge circa il 60%).
ILC tra 0,8 e 1
L’ultimo intervallo di stato di conservazione raggruppa 8 VNP e 3 tipologie di mosaico, tutte
caratterizzate dalla presenza ridotta o spesso dall’assenza di classi di qualità 1 e 2 e con un
graduale aumento della copertura della tappa matura dal 50% nelle prime VNP dell’intervallo
fino al 100% di copertura (ILC=1) per le VNP “Faggete di bassa quota dei substrati vulcanici”
(presente nell’UTA della Tolfa) e per il “Mosaico di vegetazione dei substrati dolomitici
incoerenti” (Uta dei Monti Simbruini).
Le VNP “Cerrete con Melica uniflora dei versanti calcareo marnosi e delle cupole e domi di
lava del settore cerite-tolfetano” e “Leccete acidofile con cerro ed acero minore delle cupole e
domi di lava” sono presenti principalmente nell’UTA della Tolfa, mentre la VNP “Faggete con
Cardamine kitaibelii dei rilievi montuosi carbonatici e delle conche intermontane” è presente solo
in quella dei Simbruini. La VNP “Mosaico delle aree palustri costiere” è invece esclusiva
dell’UTA dei Complessi costieri dunali antichi e recenti.
La tabella che segue riporta per ciascuna tipologia di VNP o di mosaico la relativa copertura in
ettari e in percentuale sul territorio provinciale, nonché il valore di ILC.
DESCRIZIONE
ETTARI
%
ILC
Mosaico di boschi a farnia e olmo minore e a frassimo meridionale, delle aree del bacino di
piena e dei terrazzi recenti del Fiume Tevere
12449
2,3
0,14
Sugherete termofile con Pistacia lentiscus dei terrazzi marini sabbioso-conglomeratici
3138
0,6
0,15
Boschi a dominanza di farnia e frassino meridionale delle pianure alluvionali e di colmata
retrodunali e dei versanti della duna antica
7184
1,3
0,22
Boschi a farnia e olmo minore con locali presenze di cerrete con farnia e boschi igrofili a pioppi,
dei sedimenti fluvio-lacustri e colluviali delle caldere vulcaniche
1734
0,3
0,22
Boschi a virgiliana e sughera dei terrazzi marini sabbioso-conglomeratici e dei depositi marini
argillosi, sabbiosi e ghiaiosi
9155
1,7
0,23
Boschi a farnia e olmo minore delle pianure alluvionali minori, a contatto con i boschi a sughera
e virgiliana
1370
0,3
0,23
Cerrete con sughera dei substrati vulcanici
30652
5,7
0,23
Boschi a farnia e olmo minore del sistema alluvionale
18038
3,4
0,24
Mosaico di boschi a pioppi, salici ed ontani e di vegetazione elofitica dei sedimenti fluviolacustri e colluviali delle caldere vulcaniche e idrofitica dei laghi profondi con acque ad elevata
alcalinità
1076
0,2
0,25
82
DESCRIZIONE
ETTARI
%
ILC
164642
30,8
0,26
Boschi a farnia e olmo minore dei fondovalle dei depositi fluviali e colluviali, a contatto con i
boschi a sughera, cerro e farnetto
4249
0,8
0,26
Boschi a cerro e farnetto delle superfici terrazzate e dei pianori sommitali della duna antica e dei
substrati arenacei
17007
3,2
0,28
Mosaico ripariale di boschi a salici, pioppi e ontani delle barre di meandro e delle aree
alluvionabili prossimali all'area di piena ordinaria e di vegetazione elofitica e idrofitica delle
rive fluviali
6805
1,3
0,31
Boschi a farnia, cerro, rovere e carpino bianco dei sedimenti fluvio-lacustri e colluviali delle
caldere vulcaniche
3028
0,6
0,32
Mosaico di macchia mediterranea e boschi di leccio della duna litoranea recente
7282
1,4
0,32
Leccete subcostiere con Phillyrea latifolia e Cyclamen repandum
11348
2,1
0,39
Querceti misti a sughera, farnetto e cerro delle superfici terrazzate e dei pianori sommitali della
duna antica
5723
1,1
0,41
Boschi a cerro e frassino meridionale dei fondovalle
740
0,1
0,42
Boschi a carpino bianco e cerro delle conche intermontane e fluvio-lacustri e delle aree a debole
pendenza su substrati carbonatici
1738
0,3
0,43
Querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati argilloso-sabbioso
31671
5,9
0,43
Mosaico dei boschi ad Alnus glutinosa, Carpinus betulus, Corylus avellana, Ulmus minor e
Populus nigra dei fondovalle con depositi fluviali e colluviali di origine arenacea e delle cerrete
dell'associazione Daphno laureolae-Quercetum cerridis
867
0,2
0,43
Mosaico catenale dei sistemi dunali
1808
0,3
0,47
Boschi a cerro e farnetto della duna antica, con locali presenze di virgiliana e sughera sui
versanti erosi
1470
0,3
0,51
Cerrete con Coronilla emerus degli edifici vulcanici
1630
0,3
0,52
Querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati calcareo-marnosi del settore cerite-tolfetano e dei
substrati sabbiosi della Campagna Romana settentrionale
36194
6,8
0,52
Cerrete degli edifici vulcanici
6751
1,3
0,54
Mosaico di vegetazione forestale delle incisioni vallive
23755
4,4
0,56
240
0,0
0,61
13550
2,5
0,64
Arbusteti ipsofili a ginepro nano dei rilievi montuosi carbonatici
59
0,0
0,66
Querceti misti a cerro e virgiliana degli edifici vulcanici
177
0,0
0,69
Boschi a virgiliana dei rilievi carbonatici
29845
5,6
0,70
Boschi a roverella con Cytisophyllum sessilifolium dei rilievi montuosi carbonatici
1870
0,3
0,74
Boschi misti a cerro dei rilievi montuosi carbonatici
5090
1,0
0,75
Mosaico di boschi a cerro e virgiliana e boschi a virgiliana
792
0,1
0,75
Cerrete con Melica uniflora dei versanti calcareo marnosi e delle cupole e domi di lava del
settore cerite-tolfetano
9983
1,9
0,81
Faggete con Lathyrus venetus dei rilievi montuosi carbonatici e delle conche intermontane
12569
2,3
0,85
Mosaico di vegetazione forestale delle forre
2728
0,5
0,87
Leccete acidofile con cerro ed acero minore delle cupole e domi di lava
2714
0,5
0,89
Cerrete con carpino orientale dei substrati vulcanici e carbonatici
Boschi misti a carpino nero con tiglio degli edifici vulcanici
Querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati arenacei e marnosi
83
DESCRIZIONE
ETTARI
%
ILC
Faggete con Cardamine kitaibelii dei rilievi montuosi carbonatici e delle conche intermontane
5239
1,0
0,92
Boschi misti a carpino nero con Asparagus acutifolius dei rilievi carbonatici
734
0,1
0,92
Mosaico delle aree palustri costiere
691
0,1
0,93
Boschi misti a carpino nero e Melittis melissophyllum dei rilievi montuosi carbonatici
20049
3,7
0,93
Leccete miste con orniello e Cyclamen hederifolium dei versanti fortemente pendenti
9352
1,7
0,93
Faggete di "bassa quota" dei substrati vulcanici
59
0,0
1
Mosaico di vegetazione dei substrati dolomitici incoerenti
51
0,0
1
Si
allega
inoltre
alla
relazione
una
tabella
(Tabella
6,
con
relativo
file
Tabellone_VNP_UTA.pdf) dei valori di ILC per ciascuna tipologia di VNP o mosaico presente
nelle diverse Unità territoriali Ambientali. La tabella riporta le indicazioni relative alle diverse
tipologie di VNP e di Mosaico rispetto all’intero territorio provinciale (N°, Descrizione,
Copertura in ettari e %, valore di ILC della tipologia calcolato per l’intero ambito di pertinenza) e
rispetto alle porzioni che ricadono nelle diverse UTA (ILC ricalcolato e copertura in ettari e in %)
84
4.3.2 GAP ANALYSIS
I risultati della gap analysis sono riportati in dettaglio nella tabella in formato A3 allegata a
questo capitolo (Tabella 7). La tabella riporta la percentuale di copertura delle diverse tipologie di
VNP e di mosaico all’interno del sistema complessivo delle aree protette presenti nel territorio
provinciale (campo “copertura % ambito di VNP protetto”), mettendo in evidenza le tipologie che
sono tutelate per meno del 15% del loro ambito spaziale di pertinenza e che quindi possono
essere considerate dei gap (in rosso nella tabella). Inoltre, riporta la composizione % in classi di
qualità ambientale delle porzioni tutelate di tutte le VNP, per permettere la valutazione
dell’effettivo stato di conservazione indipendentemente dallo status giuridico-normativo.
Questo paragrafo illustra alcune considerazioni generali e di sintesi, che derivano dai risultati
della gap analysis e dall’interrogazione della banca dati relativamente ai valori di qualità
ambientale nelle porzioni non tutelate degli ambiti di VNP.
Innanzitutto si osserva un grado di rappresentatività dei tipi di vegetazione potenziale e dei
mosaici complessivamente molto buono. Solamente 4 tipi di VNP (su 35 totali) e 3 tipi di
mosaico (su 11 totali) non sono sufficientemente presenti all’interno delle aree tutelate e
costituiscono di fatto dei gap.
Si tratta in particolare dei seguenti tipi:
“40) Mosaico delle aree palustri costiere”. E’ tutelato solo per lo 0,2% del suo ambito di
pertinenza. All’interno delle aree protette è però rappresentato quasi esclusivamente da tappe
mature, e quindi è di fatto molto ben conservato. Anche per la porzione non tutelata dell’ambito
di riferimento esiste una netta dominanza delle classi di qualità con valori molto alti e alti. Future
azioni dovrebbero aumentare comunque la rappresentatività di questa tipologia all’interno delle
aree protette, considerata anche la vulnerabilità degli ambienti costieri che la ospitano.
“14) Querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati arenacei e marnosi”. Questa tipologia
ricade solo per lo 0,8% della sua copertura potenziale all’intero delle aree protette. In compenso
più del 75% della porzione che ricade al di fuori è rappresentato da vegetazione naturale e
seminaturale con valori di qualità da medio-alta a molto alta. La VNP non è quindi
sufficientemente tutelata, ma grazie al buono stato di conservazione generale non rappresenta una
criticità.
“37) Mosaico di querceti misti a cerro e virgiliana dei substrati arenacei e marnosi e di boschi a
virgiliana dei rilievi carbonatici”. Il mosaico ricade solo per l’1,6% della sua superficie potenziale
nel sistema delle aree protette, ed è costituito prevalentemente da coperture con qualità bassa e
85
medio-bassa. Lo stato di conservazione risulta invece migliore per la porzione non protetta, dove
predominano le tappe mature e gli stadi successionali arbustivi.
“27) Sugherete termofile con Pistacia lentiscus dei terrazzi marini sabbioso-conglomeratici.”
La VNP è tutelata solamente per il 2,2% della sua estensione potenziale, ed è rappresentata
prevalentemente da classi a qualità bassa, sia all’interno che all’esterno del sistema delle aree
protette. Costituisce quindi una tipologia prioritaria per la conservazione.
“32) Mosaico dei boschi ad Alnus glutinosa, Carpinus betulus, Corylus avellana, Ulmus minor
e Populus nigra dei fondovalle e delle cerrete dell’associazione Daphno laureolae-Quercetum
cerridis”. Il mosaico è tutelato per il 4,2% della sua superficie, ed è rappresentato principalmente
da coperture a bassa qualità, soprattutto per la porzione ricadente all’interno delle aree protette.
Costituisce pertanto una tipologia prioritaria per la conservazione.
“33.3) Boschi a farnia e olmo minore delle pianure alluvionali minori a contato con i boschi a
sughera e virgiliana”. Questa VNP ricade per il 9,5 della sua copertura potenziale all’interno del
sistema delle aree protette. Sia all’interno che all’esterno è rappresentato da coperture di bassa
qualità, e costituisce quindi una priorità conservazionisica.
“18) Cerrete con sughera dei substrati vulcanici”. La VNP è tutelata solamente per l’11% della
sua copertura potenziale. Sia nella piccola porzione all’interno delle aree protette che nel settore
ricadente all’esterno è rappresentata prevalentemente da classi a qualità bassa, e costituisce
pertanto una tipologia prioritaria in termini di conservazione. Tuttavia, al momento è conservata
meglio al di fuori delle aree protette che al loro interno.
Tra le tipologie di vegetazione potenziale e di mosaico che non costituiscono gap, 16 sono
tutelate per più del 75% della rispettiva copertura totale. Di queste, 4 ricadono completamente nel
sistema di aree protette e presentano uno stato di conservazione effettivo da buono a ottimo, per
la prevalenza delle classi di qualità ambientale corrispondenti alle tappe mature e agli stadi di
vegetazione naturale. Si tratta in particolare delle tipologie “1 Arbusteti ipsofili a ginepro nano”,
“2 Faggete con Cardamine kitaibelii”, “29 Leccete acidofile con cerro ed acero minore”, e “36
Mosaico di vegetazione dei substrati dolomitici incoerenti”.
Le rimanenti 12 tipologie con presenza superiore al 75% all’interno delle aree protette sono
generalmente caratterizzate da valori da medio/alti a molto alti della qualità ambientale.
Costituiscono importati eccezioni:
86
La tipologia “6) Boschi a farnia, cerro, rovere e carpino bianco dei sedimenti fluvio-lacustri e
colluviali delle caldere vulcaniche”, per la quale il 65% della porzione protetta risulta costituita
da coperture ed usi del suolo a qualità bassa e molto bassa.
La VNP “22) Boschi a cerro e frassino meridionale dei fondovalle”, tutelata per l’89%
dell’ambito territoriale di di pertinenza, ma rappresentata per il 59% da situazioni a bassa qualità
ambientale.
Il mosaico “35) Mosaico di boschi a pioppi, salici ed ontani e di vegetazione elofitica delle
caldere vulcaniche ed idrofitica dei laghi profondi”, tutelato per il 93% della sua estensione
potenziale, ma con l’81% rappresentato da coperture a qualità bassa e molto bassa.
7 tipologie di VNP o mosaico sono invece presenti nelle aree protette con una copertura
complessiva tra il 50 e il 75%, mentre 14 sono tutelate per meno del 50% della loro copertura
totale. Anche in questo caso, l’analisi della distribuzione della copertura delle classi di qualità
ambientale permette di identificare le situazioni più critiche, nelle quali la potenzialità non
corrisponde di fatto ad una presenza significativa di vegetazione. Sono infatti numerosi i casi in
cui, a dispetto di una precentuale protetta importante, la qualità ambientale all’interno degli
ambiti territoriali delle VNP risulta spostata verso valori bassi, che indicano la prevalenza delle
superfici agricole e artificiali sui sistemi naturali. A titolo d’esempio, i boschi a dominanza di
farnia e frassino meridionale delle pianure alluvionali e di colmata retrodunali e dei versanti della
duna antica (tipologia 31) sono tutelati per il 66% della loro estensione potenziale, ma nella realtà
sono sostituiti per quasi l’80% da coperture ed usi del suolo a bassa qualità (classe 2) e solo in
minima parte (7%) corrispondono a vegetazione matura e comunità vegetali di sostituzione.
87
ELENCO TOTALE DEI PRODOTTI CONSEGNATI
BANCA DATI GEOGRAFICA
Lo shapefile Banca dati geografica_dicembre2013 riporta tutti i dati relativi alla copertura e uso
del suolo, alla sintassonomia e sindinamica della vegetazione, alle codifiche Eunis, Biotopes,
Habitat, Natura2000, alle emergenze vegetazionali e alla valutazione dello stato di conservazione.
Si suggerisce di utilizzare la banca dati solo per la consultazione e di usare invece i singoli file
tematici relativi a vegetazione reale, serie, vegetazione potenziale e stato di conservazione per la
restituzione cartografica e l’interrogazione sui specifici temi.
BANCA DATI RILIEVI E PDC
La banca dati dei 334 rilievi originali eseguiti nell’ambito della Convenzione viene fornita come
file di Microsoft Office Access 2007 con il nome BD_rilievi_conv_Provincia_luglio2013.
Questo file comprende 3 tabelle:
La tabella “copertura_specie” riporta la copertura delle specie nei rilievi secondo la scala di
abbondanza dominanza di Braun-Blanquet. I campi che la compongono riportano il numero del
rilievo in cui la specie è presente (RELEVE_NR), il codice della specie (SPECIES_NR) e
l’indice di abbondanza-dominanza (COVER_CODE).
La tabella “dati_stazionali” riporta, per ciascun rilievo (identificato dal RELEVE_NR), i dati
relativi a (in ordine): data, superficie rilevata, altitudine, esposizione, inclinazione, petrosità
(STONES), rocciosità (ROCKS), copertura totale (COV_TOTAL), copertura strato arboreo
quando non differenziato in dominante e dominato (COV_TREES), copertura strato arboreo
dominante
(COV_TREES_LAYER_I),
copertura
strato
arboreo
dominato
(COV_TREES_LAYER_II), copertura strato arbustivo (COV_SHRUBS), copertura strato
erbaceo (COV_HERBS), fisionomia (TYPE), coordinate X e Y, Unità Territoriale Ambientale
(UTA).
La tabella “elenco_specie” associa il codice della specie (species_NR) al nome. Il campo
SPECIESNAME fa riferimento alla Flora d’Italia (Pignatti 1982), il campo FULLNAME alla
Checklist della Flora vascolare italiana (Conti et al 2005).
Per semplificare la lettura, si consegna anche il file Tabella_rilievi_conv_Provincia_luglio2013
in formato Microsoft Office Excel 2007. Questo file riporta, in colonna e su diversi fogli, i rilievi
separati in base alla fisionomia generale (bosco, cespuglieto, prateria) e i relativi dati stazionali.
Inoltre si consegna la cartella Rilievi_tipo, contente i file Excel dei rilievi selezionati per
tipologia di syntaxa.
Inoltre, si consegnano i seguenti shapefile:
Rilievi_progetto_Provincia_lab_Blasi_31ottobre2013: riporta la distribuzione e gli attributi dei
334 rilievi eseguiti nell’ambito della Convenzione. I campi in tabella riportano: numero di rilievo,
data, superficie rilevata, copertura totale, tipo fisionomico, coordinate, UTA di riferimento,
località, autori.
Rilievi_inediti_lab_Blasi_31ottobre_2013 riporta la distribuzione e gli attributi di 1333 rilievi
preesistenti, di proprietà del Laboratorio del prof. Blasi. I campi in tabella riportano data, tipo
fisionomico, coordinate, UTA di riferimento, località, autori.
PDC_labBlasi_31ottobre2013 riporta la distribuzione e gli attributi di 1962 punti di controllo. In
particolare 1757 punti sono stati raccolti nell’ambito della Convenzione, e 205 provengono da
88
campagne precedenti. Rispetto alla consegna del 31 luglio, sono stati aggiunti 47 nuovi punti di
controllo. I campi in tabella riportano data, coordinate, UTA di riferimento, autori.
PDC_e_rilievi_totali_conv_Provincia_31ottobre2013 riporta la distribuzione e gli attributi dei
3629 punti complessivi (tra rilievi e punti di controllo a terra) utilizzati come riferimento. I campi
in tabella riportano data, coordinate, UTA di riferimento, autori e tipo di dato (a seconda che si
tratti di punti di controllo, rilievi inediti o rilievi eseguiti nell’ambito della Convenzione).
In tutti i casi si è deciso di indicare come autore responsabile dei dati il Laboratorio di
Conservazione della natura, pianificazione ambientale ed Ecologia del paesaggio diretto dal prof.
Blasi, dal momento che i dati raccolti sono conservati come materiale del laboratorio, e non dei
singoli rilevatori.
SITI PUNTUALI
Il file Siti_puntuali_luglio2013.shp si riferisce a dati di vegetazione di particolare interesse
naturalistico o a altre tipologie differenti non cartografabili alla scala adottata. I siti sono in totale
90 e a ciascun record è stato associato il numero di rilevo fitosociologico (RELEVE_NR) e il tipo
di vegetazione (VEG TYPE). Il campo LEGENDA permette di organizzare i siti in funzione delle
diverse fisionomie (Praterie, Cespuglieti e Boschi).
CARTA DELLA VEGETAZIONE REALE
Il file Vegetazione reale_dicembre2013.shp riporta i seguenti campi: LEGENDA (legenda
descrittiva delle voci del CORINE Land Cover), LEG_FITO2 (legenda della carta
fitosociologica), CLC (codice CORINE Land Cover con massimo dettaglio per alcune tipologie
al VI livello), BIOTOPES ed EUNIS, (codifiche Corine Biotopes e Eunis), H_N2000
(indicazione degli habitat di interesse comunitario secondo la Direttiva Habitat), RARITA’,
VULNERAB e VAL_BIOG (rarità, vulnerabilità e valore biogeografico delle emergenze
cenologiche), e HECTARES (copertura in ettari).
CARTA DELLE SERIE DI VEGETAZIONE
Il file Serie_vegetazione_dicembre2013.shp riporta i seguenti campi: LEGENDA (legenda
descrittiva delle voci del CORINE Land Cover), NVNP_NEW1 (numero associato a ciascuna
VNP o Mosaico), VNP1 (descrizione VNP o Mosaico), LEG_FITO2 (attribuzione
sintassonomica delle comunità naturali e seminaturali, il codice che precede il nome si riferisce al
codice CORINE: artificiale 1, agricolo 2, aree in evoluzione 324 e corpi idrici 5), CLC (codice
CORINE Land Cover), STADIO1 (articolazione in termini di stadi seriali e di uso del suolo di
ciascuna serie di vegetazione), HECTARES (copertura in ettari).
CARTA DELLA VEGETAZIONE POTENZIALE
Il file Vegetazione potenziale_dicembre2013.shp presenta i seguenti campi: NVNP_NEW
(numero associato a ciascuna VNP o Mosaico), VNP (descrizione di ciascuna VNP o Mosaico),
HECTARES (copertura in ettari di ogni poligono di VNP o Mosaico).
CARTA DELLO STATO DI CONSERVAZIONE
Il file Stato di conservazione_dicembre 2013.shp riporta i seguenti campi: LEGENDA (legenda
descrittiva delle voci del CORINE Land Cover), QUALITA’ (attribuzione delle diverse classi di
uso e copertura del suolo alle classi di qualità ambientale), ILC (Indice di stato di conservazione
calcolato per ciascuna tipologia di VNP o di Mosaico), NVNP_NEW1 (numero associato a
ciascuna VNP o Mosaico), VNP1 (descrizione VNP o Mosaico), LEG_FITO2 (attribuzione
89
sintassonomica delle comunità naturali e seminaturali), CLC (codice CORINE Land Cover con
massimo dettaglio per alcune tipologie al VI livello), HECTARES (copertura in ettari),
STADIO1 (articolazione in termini di stadi seriali e di uso del suolo di ciascuna serie di
vegetazione).
RELAZIONE TECNICO-SCIENTIFICA:
Relazione finale_dicembre2013.pdf
Tabelllone VNP_UTA_dicembre2013.pdf
Tabella 7_ Risultati gap analysis_dicembre2013.pdf
Tabella CLC-Syntaxa-Biotopes-Eunis-N2000_dicembre2013.pdf
90
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