Aree vaste: Nava dubbioso sul referendum mentre Piazza evoca lo

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Aree vaste: Nava dubbioso sul referendum mentre Piazza evoca lo
Aree vaste: Nava dubbioso sul referendum mentre Piazza evoca lo
''spettro'' di Varese
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13/9/2016
La stagione politica lecchese è ripartita dalle aree vaste.
Nel tardo pomeriggio di ieri il "salotto" di Palazzo Falck ha fatto da cornice all'incontro organizzato da Lombardia Popolare (Ncd)
sul tema del nuovo assetto territoriale.
Un appuntamento che ha segnato il definitivo rientro dalla pausa agostana dei tanti gli "eletti" nostrani che hanno voluto essere
presenti all'incontro targato Daniele Nava e Mauro Piazza.
Dai senatori ai consiglieri comunali, sono stati moltissimi i volti noti della politica lecchese - soprattutto di Ncd e Pd - a prendere
posto nella sede di Confcommercio insieme ad altri portatori d'interessi e qualche semplice cittadino.
Gianni Menicatti, Daniele Nava e Mauro Pizza
Oltre ai già citati abbiamo visto (ma sicuramente qualcuno ci sarà sfuggito) Giulio e Filippo Boscagli, Paola Perossi, gli
assessori Corrado Valsecchi e Anna Mazzoleni, gli ex consiglieri Ncd Antonio Pasquini, Richard Martini e Angela Fortino, i
presidente delle due Comunità Montane Carlo Signorelli e Carlo Greppi, l'onorevole dem Gian Mario Fragomeli, Flavio Polano,
il consigliere regionale Raffaele Straniero, Giovanni Priore, Wolfango Pirelli, Daniele Riva della Camera di Commercio, Mauro
Gattinoni di Api, il direttore generale dell'Asst Stefano Manfredi con il direttore socio sanitario Enrico Frisone...
Al centro della discussione, come anticipato, ancora le Aree Vaste e il futuro della Provincia di Lecco dove ancora si "naviga a
vista" tra le ambizioni dei nostri vicini Como e Monza, le indecisioni del Pirellone e l'iceberg del referendum costituzionale.
Già il referendum. Mentre ancora si attende che Renzi faccia sapere la data - "Fragomeli ma lei ne sa qualcosa? Si voterà
entro il 2016?" è stata la stoccata di Nava al deputato Pd - una cosa è certa: il primo vero passaggio obbligato sarà proprio la
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consultazione popolare. Se vincerà il Sì si apriranno le danze ma se invece vincerà il No tutta la discussione sarà stata
praticamente inutile.
In prima fila: Raffaele Straniero, Daniele Riva, Mauro Gattinoni, Flavio Polano e Gian Mario Fragomeli
Per ora la battaglia è più aperta che mai. E un ruolo fondamentale lo giocherà proprio il Nuovo Centro Destra che - almeno a
Lecco - non si è ancora schierato.
Ieri un "endorsement" da parte di Nava sarebbe stato sicuramente di peso. Ma ieri dal sottosegretario è arrivata una "mezza"
bocciatura.
"Un riordino delle istituzioni italiane è necessario, partendo dall'alto fino ai comuni. Ma deve tenere conto dei vari
livelli di istituzioni, non ci si può concentrare solo su un singolo segmento come sono lo Province: bisogna pensare al
tessuto economico, alle camere di commercio, alle Regioni, alla riorganizzazione numerica e di competenze di comuni
e comunità montane" ha commentato. "Ma certamente la Lombardia ha meno bisogno di cambiamenti rispetto alle altre
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Regioni, è quella che ha più senso di esistere, abbiamo i numeri di una piccola nazione mentre altre regioni sono più
piccole di una nostra Provincia. Per questo che credo che se abitassi in un'altra realtà voterei Si al referendum. Ma qui
in Lombardia non posso dire la stessa cosa. E' una riforma che va a toccare in maniera indifferenziata territori
profondamente diversi tra loro, andando a depotenziare autonomie locali che funzionano bene come le nostre alla
stessa maniera di quelle che hanno creato debiti milionari".
Concludendo poi "da amministratore lombardo qualche dubbio sul referendum ce l'ho".
Nessuna novità è stata presentata per quanto riguarda il nuovo disegno delle aree vaste. La linea "ufficiale" di Lecco rimane la
richiesta di unione con Como e Monza. Ma quest'ultima invece guarda con diffidenza il matrimonio a tre: gli amministratori si
sono detti favorevoli alla fusione con la nostra provincia ma le imprese hanno scelto di unirsi alla Camera di Commercio di
Milano. E così potrebbero risalire le quotazioni della maxi-aggregazione di Varese, Como e Lecco: un'area vastissima nella
quale conteremmo ben poco.
"Il Varesotto è un territorio che nemmeno conosciamo. Se si dovesse intraprendere questa strada Lecco diventerebbe
la periferia della periferia" ha sottolineato Mauro Piazza. "Personalmente sono assolutamente contrario a questa
eventualità, spero davvero che non venga concretizzata e che fra 20 anni io non possa dire "vi avevo avvertiti...."".
Per questo - essendo l'ipotesi Lecco-Como-Monza tutt'altro che certa - secondo Piazza bisogna predisporre un piano B. Ovvero
l'unione con la sola Monza: "Dobbiamo fare in modo che il nostro territorio possa continuare a difendere i suoi interessi
e le sue peculiarità, senza venire stemperato da territori troppo vasti".
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Dai politici ai tecnici, la parola è passata infine a Gianni Menicatti del gruppo Clas che ha confrontato i dati socio-economici
delle possibili nuove aggregazioni. "Abbiamo preso in esamine diversi parametri, dalla demografia, alla produzione, al
tasso di occupazione e così via. Le "Aree vaste" esito dell'aggregazione delle province di Lecco-Como-Varese o di
Lecco-Como-Monza Brianza farebbero emergere realtà di assoluta rilevanza a livello nazionale, inserendosi
sistematicamente nella aree "top ten" e in molti casi fra le prime cinque a livello nazionale. Le due nuove aggregazioni
territoriali sarebbero entrambe al 6° posto in Italia per dimensione demografica, con oltre 1,8 milioni di abitanti, e al 5°
posto per valore aggiunto totale (precedute solo da quattro aree metropolitane); sia la combinazione LC-CO-VA che
quella LC-CO-MB si collocherebbero addirittura al 2° posto - sempre nel contesto nazionale - per valore aggiunto del
settore industriale e pure al 2° posto per numero di occupati nel settore manifatturiero e delle costruzioni. Per numero
di occupati in complesso, sia l'area LC-CO-MB che LC-CO-VA rappresenterebbero la 5^ realtà territoriale a livello
nazionale (concentrando il 18% degli occupati in Lombardia), ma salirebbero di una posizione (4° posto) per valore
delle esportazioni" ha spiegato. "Scenari diversi si configurerebbero nel caso di aggregazioni di Lecco con Monza
Brianza e di Lecco con Como: realtà territoriali di una certa consistenza ma non tali da posizionare i nuovi territori fra i
più significativi a livello nazionale. L'"Area vasta" Lecco-Monza Brianza, con oltre 1,2 milioni di residenti, si
collocherebbe al 14° posto a livello nazionale (in questo caso l'area Como-Varese rappresenterebbe la 7^ realtà
territoriale italiana, con circa 1,5 milioni di residenti). L'area Lecco-Como sarebbe solo al 21° posto in Italia".
Per visualizzare il report completo: http://www.lc.camcom.gov.it/uploaded/Volume%20Giornata%20Economia%20def.pdf
P.V.
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