Cantonese per Italiani (Primi Passi)

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Cantonese per Italiani (Primi Passi)
Cantonese per Italiani (Primi Passi)
Per chi?
Per chi volesse districarsi meglio con il taxi, il minibus, al ristorante o al mercato, scambiare
una parola o ricambiare una gentilezza quando l’Inglese non bastasse. Per chi volesse
procurarsi qualche ferro del mestiere per poi approfondire anche da solo nei ritagli di
tempo e nelle occasioni pratiche di ogni giorno.
Perché provarci?
Ci capita spesso di conoscere stranieri, connazionali compresi, che pur essendo vissuti a
Hong Kong anche per molti anni, spesso anche in diretto contatto con amici, colleghi o
addirittura famigliari di madre lingua, non sono ancora riusciti ad avere la confidenza
necessaria neppure per lanciarsi in semplici frasi di comune dialogo quotidiano.
Ovviamente ci sono diversi modi per imparare una lingua. Essenzialmente ci vuole
motivazione, tempo e tanta, tanta capacità di ascolto. Purtroppo per il cantonese si può
avere tutto il tempo che si vuole e una motivazione più grande di una montagna ma,
“solamente tentando di ripetere frasi sentite”, pur mettendocela tutta, non si va da nessuna
parte.
Il progresso arriva solamente quando ci impadroniamo di un modo logico, per noi italiani
“alla latina”, di differenziare quella che a noi sembra un’accozzaglia di suoni e toni tutti
uguali. Questo problema non ce lo può risolvere il tassista o il portinaio e spesso neppure
il nostro migliore amico cinese. Senza uno sforzo “arido” iniziale per differenziare il suono
di questi “mattoncini” e di incasellarli al loro giusto posto nel “rigo musicale”, il cantonese
rimarrà per noi sempre inafferrabile.
Se riusciamo a fare questo, scopriremo poi, a nostro vantaggio, che i toni non sono poi
così tanti e che i suoni sono così limitati da poterceli far entrare tutti, letteralmente, in una
paginetta!
L’obiettivo.
L’obiettivo N.1: non è quindi quello di imparare la grammatica che tanto non c’è : né il
plurale, né il singolare, né femminile o maschile, né tempi né modi né coniugazioni o
quant’altro. Lo scopo principale sarà di prendere dimestichezza con un sistema di
romanizzazione della lingua che ci renderà capaci di distinguere e classificare quei
“indecifrabili” monosillabi nelle loro 2 co-ordinate di tono e di suono. Solo da qui potremo
poi aumentare il nostro vocabolario di giorno in giorno anche da soli, con attenzione al
parlato attorno a noi, alla TV, alla radio, agli annunci in MRT, registrando qualcosa da
memorizzare nel nostro telefonino…..
Obiettivo N.2: Impossessarci delle parole ed espressioni più comuni del linguaggio
giornaliero.
Metodologia:
Il materiale didattico sarà introdotto all’inizio del corso. Superato lo scoglio iniziale della
romanizzazione come metodo per decifrare le parole, le lezioni si svolgeranno secondo il
modello seguente:
 Lettura o ascolto di un brano di dialogo di vita quotidiana.
 Spiegazione del vocabolario introdotto e dei “modelli grammaticali” riscontrati nel
brano.
 Ripetizioni ad alta voce dei “nuovi vocaboli” e le ”frasi modello” riscontrate.
Ripetizione fatta assieme e individualmente fino alla ….“nausea” …. o forse con il
gusto di inseguire la “particolare cantilena” che ce le farà entrare in testa.
 Esercizi di comprensione di materiale registrato, domande e risposte e role play.
In conclusione
Una lingua apre un nuovo mondo, nuovi livelli di rapporto, i complimenti non finiranno
mai, la vita di ogni giorno sarà più semplice e interessante. Un po’ di sforzo e motivazione
iniziale dovrebbe ripagare immensamente….e forse anche senza tanta fatica, forse con
divertimento!
Introduzione dell’insegnate – Giuseppe (Joe) Bassetto
Un Italiano che ha studiato un corso intensivo di un anno di Cantonese all’Università
Cinese di Hong Kong nell’anno accademico 1978/79 partecipando a tutte le lezioni, sei
giorni la settimana, quattro ore al giorno, apprendendo così le strutture e meccanismi
essenziali per riuscire a progredire nella conoscenza della lingua.
Vive a Hong Kong dal 1978. Ha lavorato per 35 anni nell’amministrazione di condomini
popolari in Hong Kong in uffici totalmente locali, con colleghi solo cinesi e in continuo
contatto e in prima fila per affrontare tutti i problemi di ordinaria amministrazione di
complessi e affollati quartieri come il presiedere ad assemblee di quartiere, a comitati di
zona, il ricevere proteste e affrontare tutti problemi che formano il tessuto naturale della
vita dei condomini ovunque nel mondo ma specialmente in una grande e gremita città
come Hong Kong.