Kick Ass - Le recensioni di Paolo

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Kick Ass - Le recensioni di Paolo
Kick Ass
Siete passati di recente da Auchann ?
Avete visto che vendono finanche il bagno schiuma di Iron Man ? Che significa questo ?
Significa che il genere “supereroi dal fumetto al grande schermo” va fortissimo sia nelle sale,
sia per piazzare magliette, pupazzetti ed ogni sorta di gadget.
Come mai allora così poca pubblicità per questo film ?
E’ presto detto: non si tratta di un prodotto smerciabile con facilità.
Linguaggio scurrile, troppo sangue e troppa violenza perché il grande pubblico (o chi stabilisce
cosa piace al grande pubblico) lo possa mandare giù.
Soprattutto, una delle protagoniste più politicamente scorrette, amorali ed intenzionalmente
diseducative che si siano mai viste sullo schermo.
Ebbene: ‘sti cazzi della moralità e della buona educazione !
Vale di più questo film da solo che quattro X-men, due Thor e tre Iron-man messi assieme !
(si capisce che mi è piaciuto ?)
Dave (il nostro protagonista) è uno sfigatissimo studente di liceo. E’ occhialuto, capellone,
imbranato da paura, e con una faccia decisamente simpatica. Al contrario, Tobey Maguire
quando interpretava Peter Parker era così insopportabile (con quel ghigno a mezza bocca) che
gli spettatori gli avrebbero volentieri tirato loro una delle bombe-zucca di Goblin.
I principale interessi di Dave nella vita sono:
a) Fantasticare sulle tette della sua polposa insegnante di matematica.
b) Ammazzarsi dalle seghe pensando alla signora di cui sopra (la scena non è per nulla
suggerita, bensì molto esplicita).
c) Divorare avidamente tutti i fumetti di supereroi su cui riesce a mettere le mani.
d) Disquisire con i suoi amici nerd su argomenti quali la gittata e la velocità del “batrang”
(se non sapete di cosa sto parlando, non siete appassionati di supereroi. Pertanto non
potete apprezzare questo film e, in sostanza, cosa mi state leggendo a fare ?).
In effetti, Dave e i suoi amici vivono in una realtà periferica/newyorkese/degradata in cui la
violenza è talmente quotidiana (i bulli a scuola, i teppisti per strada) che ci sarebbe veramente
bisogno dei supereroi.
Così, durante l’ennesima rapina che subisce in pieno giorno, mentre i passanti si girano
dall’altra parte per non essere coinvolti, Dave si domanda: “ma possibile che con tutte le
stronzate pazzesche che fa la gente, non ci sia nessuno che abbia mai indossato un costume e
cercato di imitare Bruce Wayne ?”
In realtà, si dice che un dirigente del Monte Paschi di Siena avrebbe indossato in costume da
Batman, per poi arrampicarsi sul comò e balzare sulla compagna legata al letto completamente
nuda, ma si tratta probabilmente di una leggenda metropolitana.
Dave non ha anelli del potere, né ragni radioattivi, e non è caduto da bambino in una grotta
piena di pipistrelli. L’evento più traumatico della sua infanzia è la morte della madre, avvenuta
mentre faceva colazione con un pacco di corn flakes scaduti.
Però Dave vuole veramente essere un supereroe. Non si tratta di vendetta, ambizione o
avidità: il ragazzo ha un cuore grande come una casa, e il coraggio non gli manca. Certo, un
po’ di notorietà e di successo con le ragazze non gli farebbe schifo, ma la realtà è che lui vuole
davvero farlo per aiutare gli altri in modo disinteressato.
E’ stupido, ingenuo, forse imbecille, ma la cosa straordinaria è che risulta credibile e
convincente ! Un bravo particolare all’attore, non scherzo!
Per farla breve, Dave acquista su Ebay una muta verde da sub e con quella confeziona il suo
supereroe “su misura”. Decide di chiamarlo “Kick Ass”: che letteralmente significa “calcio in
culo”. Si tratta in realtà di una espressione con cui gli americani intendono “troppo forte”. Un
po’ come in Italia, se volessimo dire che un concerto rock è fantastico, diremmo che “spacca di
brutto”.
Inevitabili e scontati i preliminari: allenarsi sui tetti e spararsi le pose davanti allo specchio,
scimmiottando De Niro in “taxi driver” (ma stai dicendo a me? Stai dicendo proprio a me?).
Come seconda cosa: aprire la pagina di Kick Ass sui social network per farsi conoscere.
Se Dave fosse un pirla qualsiasi, essere un “supereroe da Facebook” lo soddisferebbe e la cosa
finirebbe qui, invece: “ogni serial killer sa bene che, dopo un po’, fantasticare non basta più ed
occorre passare all’azione”.
Si presenta quindi con indosso la muta verde nel solito vicolo (dove veniva rapinato quasi ogni
giorno). Ci incontra subito i soliti teppisti (che vedendolo si sganasciano dalle risate), li
provoca, ed infine li aggredisce con un manganello.
Lo scontro dura circa 10 secondi: i teppisti lo accoltellano e scappano. Dave si rialza
sanguinante, solo per essere travolto da un’automobile che gli frantuma tutte lo ossa.
L’ospedale, dove trascorre mesi in convalescenza, è una vera manna per lui, perché i medici
utilizzano placche di metallo per ricostruirgli le ossa, rendendole molto più resistenti (vedi
Wolverine). Inoltre “pasticciano” un po’ con il suo sistema nervoso, rendendolo quasi
insensibile al dolore (vedi Darkman).
In definitiva, pur non avendo ancora dei veri superpoteri, è adesso in grado di incassare senza
problemi più botte di chiunque altro. Tanto gli basta per rimettersi in strada, sempre
determinato ad intraprendere la carriera di supereroe.
Le cose questa volta vanno diversamente. Davanti ad un locale pieno di gente, tre teppisti ne
stanno malmenando un quarto (probabilmente di una gang rivale). Nessuno interviene,
nessuno vuole farsi coinvolgere.
Ma Dave nel cuore è davvero un supereroe, e non è capace di girarsi dall’altra parte. Non
conosce affatto la vittima, né gli importa. E’ però disposto a prendere un sacco di botte per
aiutarla. Così interviene (con stupore di tutti, vittima compresa).
Mentre tutta la gente del locale riprende la scena con il telefonino, inizia la rissa. Dave prende
un sacco di botte, veramente tante, ma si rialza sempre caparbiamente. I tre teppisti non sono
altrettanto resistenti e devono darsela a gambe.
E’ il trionfo che Dave che aveva inseguito per tutta la vita: le persone del locale lo acclamano,
la vittima lo ringrazia. Qualcuno gli chiede: “ma tu chi sei ?”
Dave, stremato e tumefatto, esplode nell’urlo liberatorio: “SONO KICK ASS !”
La scena (urlo compreso) diventa un fenomeno mediatico. All’improvviso tutti impazziscono
per il nuovo supereroe di New York. Ai TG non si parla di altro, il suo video è il più cliccato su
YouTube. Mentre la pagina facebook di Dave ha 16 amici, quella di Kick Ass ne ha 16.000.
Nell’entusiasmo generale, Dave trova anche il coraggio di dichiararsi alla ragazza di cui si è
innamorato, e che lo aveva scelto come “amico gay del cuore”. La cosa va a buon fine, ma solo
grazie al costume verde. Probabilmente l’episodio convincerà migliaia di nerd segaioli che
l’unica speranza per loro di scopare sia seguire l’esempio di Dave ed indossare una tutina da
supereroe.
In una cosa però Dave si sbagliava. Non è vero che nessuno aveva mai provato ad indossare il
costume e a fare il supereroe: semplicemente qualcuno lo ha fatto senza troppa pubblicità.
Si tratta di Nicholas Cage: uno psicopatico con la sete di sangue, la cui vicenda ricalca un po’
la storia di Frank “il punitore” Castle.
Cage è un ex-poliziotto, che si è fatto cinque anni di galera, incastrato con false accuse dal
capo della mafia locale (tale Frank D’amico). Con la carriera e la famiglia distrutta (la moglie si
è suicidata) per colpa della mafia, Cage ha giurato di vendicarsi in maniera sanguinolenta.
A tal fine ha dedicato non solo la sua vita, ma anche quella della figlia undicenne, che ha tirato
su tra coltelli, pistole e kung-fu, fino a farne la bambina più letale, cazzuta ed aggressiva che si
sia mai vista al cinema.
Prendete la Black Mamba di Tarantino, aggiungete Nikita di Besson, un bel po’ di acrobazie alla
John Woo, ed inserite il tutto nel corpo minuscolo di una bambina di undici anni.
Un personaggio strepitoso. La vera star del film !
Cage e la figlia non scherzano, non hanno pietà, scrupoli o rimorsi. Infilati i costumi corazzati
di “Big Daddy” e “Hit Girl”, iniziano a sabotare le attività illegali di Frank D’Amico, e a
macellare uno dopo l’altro gli uomini della sua banda.
Solo che nessuno li ha mai visti, mentre Kick Ass è una celebrità.
Inevitabilmente il povero Dave (che non ha mai ammazzato nessuno in vita sua) diventa per
tutti (poliziotti e criminali) il vigilante che sta massacrando i mafiosi di New York.
Del tutto casualmente, Kick Ass incontra i due vigilanti mentre sono “in azione”.
Big Daddy e Hit Girl lo trattano da collega, ma le loro capacità lo fanno sentire un coglione
inadeguato. A questo punto, Dave vorrebbe appendere al chiodo la tutina verde, ma è troppo
tardi, perché i mafiosi lo ritengono responsabile degli attacchi subiti, e hanno studiato un piano
per scovarlo.
In realtà ad ideare il piano è stato il figlio di Frank D’Amico: un ragazzetto stizzoso, depresso e
sottovalutato (a torto) dal padre. Si tratta di creare un nuovo supereroe, pubblicizzarlo e fargli
chiedere l’alleanza a Kick Ass nella lotta contro il crimine, in modo da carpirne la fiducia.
Nasce così “Red Mist”.
Il ragazzetto (di nome Chris) però ha una faccetta triste che ricorda Dustin Hoffman, e nella
tuta di Red Mist purtroppo risulta il personaggio meno credibile ed azzeccato del film.
Ad ogni modo, con qualche scambio di mail e facendo leva sulla vanità di Dave (“Kick Ass è il
mio eroe, se non esistesse Kick Ass non ci sarebbe Red Mist”) D’Amico junior riesce ad
infiltrarsi nel “giro” dei supereroi, scoprendo che Kick Ass è solo un povero sfigato, mentre
quelli pericolosi sono gli altri due.
La trappola scatta: i mafiosi (guidati da Red Mist) irrompono nel rifugio dei supereroi. Hit Girl
viene colpita al petto da una pallottola, e vola fuori da una finestra. Kick Ass e Big Daddy
vengono catturati, incatenati e presi a sprangate dai mafiosi in diretta TV e in streaming su
YouTube.
I mafiosi vogliono dimostrare ai fan di Kick Ass che fare il supereroe è una cattiva idea, così si
danno da fare con spranghe, mazze da baseball e tirapugni. Infine cospargono i due
malcapitati di benzina, con l’intenzione di dargli fuoco. Le luci però si spengono: nel buio totale
rientra in scena Hit Girl (si è salvata grazie al costume corazzato) con un visore notturno e
pesantemente armata. Qualche minuto di sparatoria in soggettiva alla “Doom” e tutti i mafiosi
sono eliminati.
Kick Ass è ridotto male, ma vivo. Big Daddy invece tira le cuoia davanti alla figlia, che adesso è
incazzata sul serio.
Non rimane che lo scontro finale: stanare Frank D’Amico nel suo palazzo.
Prendete “Matrix” durante l’attacco per liberare Morpheus prigioniero degli “agenti”, fate i
protagonisti ancora più determinati, arrabbiati e letali. Tarantino, più “Leon”, più John Woo.
Ciliegina sulla torta: la colonna sonora dei western di Moricone. Una cosa spettacolosa !
Da sola la bambina li fa fuori tutti: usa pistole, coltelli, lacci e finanche i denti (giuro!). Kick Ass
si aggiunge alla festa con jet pack e mitragliatrici a canne multiple. Red Mist si salva per
miracolo, mentre D’Amico Senior viene fatto fuori con un bazooka anticarro. Rambo non
avrebbe fatto meglio. Vi piace il genere ? E come cazzo avete fatto a perdervelo ?
Giustizia è fatta. Il primo film si chiude con il ritorno alla vita (normale ?) dei due protagonisti.
Ma può davvero avere una vita normale una bambina cresciuta tra pallottole e coltelli, che sa
come uccidere un uomo a mani nude, ma non ha mai visto “Twilight” o Justin Bieber ?
A questo interrogativo cerca di rispondere il sequel, purtroppo non entusiasmante quanto il
primo episodio, perché troppo incentrato sul personaggio meno riuscito del primo film, ovvero
Chris D’amico “Red Mist”.
Sono passati tre anni. Mindy “Hit Girl” ha abbandonato i pugnali e il kung fu, e deve affrontare
l’inserimento nel difficile mondo delle high school americane.
La vicenda ricalca fedelmente il film-riferimento del genere, ovvero “Mean Girl”.
Come la protagonista di tale film, Mindy è totalmente ingenua e sprovveduta. Non sa come
truccarsi, muoversi, parlare, piacere ai ragazzi. Peraltro è ormai entrata nella pubertà, ed è
devastata da una tempesta ormonale a cui è del tutto impreparata.
La sua condizione di pesce fuor d’acqua la rende preda irresistibile per il gruppo delle “barbie”,
con la sua “ape regina” e le sue ancelle, che la sottopongono al consueto gioco di
sputtanamenti ed umiliazioni (chi ha visto “Mean Girl” sa di cosa sto parlando).
Perfettamente a suo agio in un combattimento a mani nude, con armi bianche o da fuoco, nella
battaglia con armi femminili è invece inerme rispetto alle smaliziatissime teen-ager del liceo, e
subisce di brutto.
Nel frattempo, anche se Mindy ha appeso i pugnali al chiodo, Dave non intende abbandonare la
carriera di supereroe, e decide di trovare altri partner.
Naturalmente li trova su Internet. Scopre che il successo di Kick Ass ha fatto nascere decine di
vigilantes mascherati, molti dei quali sarebbero entusiasti di fare un “team up” con lui.
Entra quindi a far parte della lega “Justice Forever”: un gruppo di pagliacci in costume, tutti
fan di Kick Ass. Il gruppo è comandato dal “Colonnello Stars & Stripes” (Jim Carrey), e ne
fanno parte (tra gli altri) la sexy vigilante “Night Bitch” e il simpatico imbroglione “Dr. Gravity”
(interpretato dal chirurgo nero di “Scrubs”).
Il principale scopo della lega non è picchiare i teppisti, bensì fare volontariato (tipo servire i
pasti alla mensa dei poveri). Dave ci si trova benissimo, perché finalmente non è più il solito
disadattato “fuori dal coro”, bensì parte di un gruppo in cui gli altri sono identici a lui. Con
Night Bitch stringe anche un bizzarro rapporto di sesso mascherato: scopano nei posti più
impensati, ma senza rivelarsi le rispettive identità segrete (il dirigente del Monte dei Paschi di
Siena prende appunti…).
Il film potrebbe tranquillamente continuare con le vicende parallele dei due protagonisti, e
invece (purtroppo) riappare in scena Chris D’Amico.
Anche lui è cresciuto, sempre più complessato e psicopatico. Vorrebbe essere cattivo e
spietato, ma è troppo stupido ed imbranato: quello che è Kick Ass per i supereroi, Red Mist lo
è per i supercriminali.
Solo che Dave risulta simpatico e divertente. Chris antipatico, grottesco, caricaturale e
decisamente insopportabile. Una figura riuscita veramente male.
Kick Ass non è la parodia dei supereroi (quello forse lo è “Rat-Man”): è un personaggio
umanissimo e generosissimo, che piace e convince. Viceversa, Red Mist, poi “MotherFucker” (o
“Bimbo Minchia” come lo apostrofa Dave) è proprio una parodia. Vorrebbe far ridere, ma riesce
solo ad infastidire. Quando compare lui, il livello del film precipita.
Ad ogni modo, Chris ha giurato vendetta contro la sua nemesi Kick Ass, e (visto il successo di
“Justice Forever”) decide di creare anche lui una squadra di supercriminali. In mezzo a questo
gruppo (anch’esso involontariamente grottesco), spicca “Mother Russia”, una specie di Ivan
Drago al femminile, ma 20 cm più alta ed infinitamente più cattiva.
Come prima cosa, viene attaccata la sede di “Justice Forever”. Qui la russa massacra
efferatamente Jim Carrey (gli taglia la testa), mentre Chris appicca il fuoco.
Il secondo bersaglio è Night Bitch, che viene aggredita e picchiata a casa sua. Chris cerca
anche di violentarla, ma ha un problema di “inopportuna moscezza” (forse è l’unica parentesi
in cui il personaggio fa sorridere).
Mentre Chris cerca inutilmente di farselo venire duro, la russa (intendo la supercriminale e non
il politico) sbaraglia mezza dozzina di poliziotti sulle note di “Tetris” (giuro!). E’ cazzuta, letale
e spietata almeno quanto Hit Girl. L’unica che potrebbe affrontarla è Mindy, che però non c’è,
perché sta lottando contro le barbie a colpi di rossetto e mascara.
Per bloccare l’escalation di violenza, la polizia decide di dichiarare fuori legge chiunque indossi
un costume: buono o cattivo che sia. Il padre di Dave viene beccato a casa sua con il costume
verde in mano, e per proteggere il figlio confessa di essere lui stesso Kick Ass. Viene quindi
schiantato in galera, dove Chris lo fa ammazzare, senza dimenticare di inviare a Dave le foto
della sanguinosa scena, scattate con il telefonino.
Dave è distrutto, ma per Mindy è una svolta. Capisce che lei non è una ragazza come le altre,
e che non ha senso rinnegare la sua natura. Così regola una volta per tutte i conti con le
barbie (che pagano tutte le umiliazioni inferte) ed infila nuovamente il costume corazzato di Hit
Girl.
Al funerale del padre, Dave viene rapito da mezza dozzina di scagnozzi e caricato a forza su un
furgoncino. Mindy attacca da sola il furgoncino e fa fuori tutti gli scagnozzi uno dopo l’altro, ad
eccezione dell’autista che le serve per sapere dove si trovi il rifugio segreto di Red Mist MotherFucker.
Scena dell’interrogatorio:
- Puoi farmi quello che vuoi, puttana! Non ti dirò nulla !
- Dave, per favore, portami una tronchese, che devo tagliare il cazzo a questo stronzo.
- Non ti disturbare: basta una pinzetta !
Ancora una volta, Kick Ass e Hit Girl piombano nella base dei cattivi.
Insieme a MotherFucker c’è tutto l’esercito dei supercattivi. Dave e Mindy però hanno portato
con loro tutta la Justice Forever.
Lo scontro finale che ne segue è purtroppo ben lontano da quello del primo film, ed anziché
evocare Tarantino o John Woo, ricorda penosamente la scazzottata di “Altrimenti ci
arrabbiamo”. Ridicola e grottesca, a tratti imbarazzante.
Ci si aspetta solo la musichetta: “I feel like a king, I feel like a king in my buggy… la lalla la…”.
Inevitabile, arriva il confronto tra “Mother Russia” e Hit Girl. La ragazza riesce a prevalere solo
“dopandosi” con una iniezione di adrenalina.
Dave ha molte meno difficoltà a sderenare MotherFucker, che tra gli applausi degli spettatori
finisce dentro la vasca di uno squalo. L’animale gli divora le gambe, ma non lo uccide, il che
per eventuali sequel è veramente una iattura.
Fine della vicenda.
Mindy non avrà mai una vita normale, né la desidera. Ma vuole comunque il suo primo bacio, e
l’unico che può regalarglielo è Dave, il quale si presta volentieri.
I due non finiranno però insieme, perché Mindy decide di lasciare la città, e si allontana verso il
tramonto in sella alla sua moto…
Data l’ottima interpretazione nella parte dell’adolescente bistrattata dalle compagne di scuola,
la protagonista passa immediatamente ad interpretare l’ennesima riproposizione
cinematografica di “Carrie” di Stephen King (alcune scene saranno prese con il copia&incolla).
Il protagonista maschile, a quanto pare, è atteso per il remake di “Godzilla”.
Agli spettatori non dispiacerebbe rivederlo con indosso la tutina verde, a patto che però questa
volta (e definitivamente) lasci Chris al centro di riabilitazione motoria.
(by Paolo)