gosho sulle mestruazioni

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gosho sulle mestruazioni
Scritti di Nichiren Daishonin
volume 8
GOSHO SULLE MESTRUAZIONI
(La recitazione dei capitoli Hoben e Juryo)
Nella lettera che mi hai inviato dici che eri solita leggere l'intero Sutra del Loto
in ventotto giorni leggendo un capitolo al giorno, ma che adesso leggi ogni giorno solo
il capitolo Yakuo1. Mi chiedi se sarebbe meglio leggere ogni giorno un capitolo diverso
come facevi prima.
Nel caso del Sutra del Loto, si può recitare ogni giorno l'intero sutra di ventotto
capitoli in otto volumi; si può recitare soltanto un volume, o un capitolo, un verso, una
frase, una parola, o anche semplicemente recitare il Daimoku, Nammyoho-renge-kyo, una sola volta al giorno, o una sola volta nella vita. Oppure si può
gioire nell'udirlo recitare una sola volta nella vita, o anche gioire sentendo la voce di
un altro che gioisce nell'udirlo, e così via sino alla cinquantesima persona2. Benché alla
fine lo spirito della fede risulterà indebolito
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1. Capitolo Yakuo: il ventitreesimo capitolo del Sutra del Loto contiene un passaggio nel quale si
afferma che una donna che pratica il Sutra del Loto alla morte entrerà direttamente nella pura terra. E
perciò considerato particolarmente indicativo dell'Illuminazione delle donne.
2. Il Daishonin si riferisce al principio della "trasmissione fino alla cinquantesima persona"
descritto nel capitolo Zuiki kudoku, il diciottesimo del Sutra del Loto. Immagina, dice il testo, che, dopo la
morte del Budda Shakyamuni, una persona gioisca udendo predicare il Sutra del Loto, quindi lo predichi a
una seconda persona che a sua volta ne gioisce e lo trasmette a una terza e così via fino alla
cinquantesima persona. I benefici ricevuti da quest'ultima persona udendo il sutra, saranno innumerevoli
milioni di volte più grandi di quelli di chi ha fatto offerte per ottant'anni agli esseri di quattro miliardi
asogi di mondi permettendo loro di raggiungere lo stato di arhat.
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e la gioia affievolita come le vaghe sensazioni di un bambino di due o tre anni o di una
mucca o un cavallo incapaci di distinguere il prima dal poi, tuttavia i benefici che si
ricevono saranno cento, mille, diecimila, centomila volte maggiori di quelli di persone
dotate di intelligenza e di grande saggezza che studiano gli altri sutra o di persone che
conoscono a memoria tutti i sutra, come Shariputra, Maudgalyayana, Monju o Miroku.
Questo si legge sia nel Sutra del Loto che nei sessanta volumi dei commentari1
di T'ien-t'ai e di Miao-lo. Infatti, il sutra afferma: «Neanche misurandoli con la
saggezza del Budda se ne possono conoscere i limiti»4. Nemmeno la saggezza di un
Budda può conoscere i benefici ottenuti da tale persona. La saggezza del Budda è
talmente meravigliosa, che egli può sapere quante gocce di pioggia cadono su questa
galassia in un periodo di sette giorni o di due volte sette giorni, eppure è scritto che i
benefici ottenuti da una persona che reciti anche una sola parola del Sutra del Loto
sono l'unica cosa che non può sondare. Come possiamo conoscere tali benefici noi,
persone ordinarie colpevoli di aver avversato [il sutra]?
Comunque sia, son passati più di ventidue secoli dalla morte del Budda. Le cinque
impurità'' hanno prosperato e
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3. Sessanta volumi dei commentari. Le tre opere maggiori di T'ien-t'ai sul Sutra del Loto. Hokke
gengi. Hokke mongu e Maka shikan, ciascuna composta di dieci volumi, e i relativi commentari di Miao-lo,
anch'essi in tre opere di dieci volumi ciascuna.
4. Sutra del Loto, cap. 23.
5. Le cinque impurità: impurità dell'epoca, dei desideri, delle persone, del pensiero e della vita
stessa. Sono citate nel secondo capitolo del Sutra del Loto.
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ormai da molti anni il bene è diventato estremamente raro. Siamo in un'epoca in cui,
se anche una persona fa del bene, compiendo una buona azione ne accumula dieci
cattive; in definitiva, facendo un piccolo bene commette un gran male, eppure in cuor
suo si vanta di aver praticato un "gran bene".
Benché tu sia nata nel remoto paese del Giappone, un'isoletta situata a est e
lontana ben duemila ri6 di montagne e di mari dalla terra in cui nacque il Budda, e,
come donna, sia soggetta ai cinque ostacoli e costretta alle tre obbedienze7, tu hai fede
nel Sutra del Loto: non ci sono parole per esprimere quanto ciò sia meraviglioso.
Persino i saggi e gli eruditi che hanno esaminato tutti i sacri insegnamenti
esposti dal Budda e che conoscono a fondo le dottrine esoteriche ed essoteriche,
attualmente abbandonano il Sutra del Loto e recitano il Nembutsu. Chissà per quale
buon karma tu sei nata come una persona che recita anche un solo verso o una sola
frase del Sutra del Loto!
Leggere questa tua lettera mi è sembrata una cosa ancora più straordinaria che
vedere i fiori di udumbara, ancora più rara della tartaruga con un occhio solo che trova
un ceppo di sandalo galleggiante con un buco adatto8. Mosso da sincera
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6. Ri: unità di misura lineare, originariamente corrispondeva a 6 cho (0, 65 km), ma dal periodo
Heian (794-1185) fu considerato eguale a 36 cho (3,93 km).
7. Cinque ostacoli e tre obbedienze: limitazioni cui sono soggette le donne nella tradizione
buddista e secolare. I cinque ostacoli sono: impossibilità di diventare Bonten, Taishaku, un re demone, un
Re che gira la ruota e un Budda. Le tre obbedienze derivano dal Confucianesimo e sono l'obbedienza
dovuta ai genitori, al marito e ai figli.
8. Metafore buddiste che indicano eventi rarissimi. Il fiore di udumbara si diceva fiorisse ogni
tremila anni per annunciare la nascita di un Re che gira la ruota o di un Budda. La tartaruga con un
occhio solo, citata nel capitolo Myoshogon, il ventisettesimo del Sutra del Loto, ci dice che incontrare il
Buddismo è raro quanto per una tartaruga con un solo occhio che emerge ogni cento anni dal fondo del
mare, imbattersi in un ceppo di legno di sandalo galleggiante con un buco che la possa contenere.
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ammirazione, avrei voluto esaltare il merito della tua buona azione con una parola o
un'esclamazione di gioia; temo però che, come le nuvole nascondono la luna e la
polvere appanna lo specchio, con le mie brevi e maldestre parole non farei che
nascondere e appannare i tuoi incomparabili meriti, e ciò mi dispiacerebbe. Eppure,
non posso tacere di fronte alla tua richiesta. Ma devi capire che sto solo versando una
goccia d'acqua in un fiume o nel mare per aumentarne il volume o accostando una
candela al sole o alla luna per accrescerne la luce.
Prima di tutto, per quanto riguarda il Sutra del Loto, sappi che i meriti che si
acquistano recitando gli otto volumi, un volume, un capitolo, un verso, una frase, o
anche il Daimoku, sono gli stessi. È come l'acqua dell'oceano: ogni singola goccia
contiene l'acqua di innumerevoli fiumi e torrenti; è come la gemma che esaudisce i
desideri: ogni singola gemma elargisce infiniti tesori. Lo stesso vale per cento, mille,
diecimila, centomila gocce o gemme. Un singolo carattere del Sutra del Loto è come
una goccia o una gemma e cento milioni di caratteri9 sono come cento milioni di tali
gocce o di tali gemme.
D'altra parte, un singolo carattere degli altri sutra o il nome di uno dei vari
Budda è come la goccia dell'acqua di un fiume o di un torrente, è come la pietra di una
montagna o di un mare: tale goccia non contiene l'acqua di innumerevoli fiumi o
torrenti e tale pietra non possiede le virtù di innumerevoli altre pietre. Perciò, nel caso
del Sutra del Loto, è lodevole recitare il capitolo nel quale hai posto la tua fiducia,
qualunque esso sia.
In generale, fra i sacri insegnamenti del Tathagata non se ne trova nessuno che
contenga falsità. Tuttavia, esaminando attentamente gli insegnamenti buddisti, anche
fra le auree
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9. Il Sutra del Loto è in realtà composto da 69.384 caratteri.
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parole del Tathagata vi sono diversi insegnamenti, mahayana e hinayana, provvisori e
veri, esoterici ed essoterici. Queste distinzioni derivano dai testi stessi dei sutra e
pertanto le ritroviamo in grandi linee nei commentari dei vari studiosi e maestri.
In sostanza, tra i vari insegnamenti predicati dal Budda Shakyamuni in più di
cinquant'anni, quelli predicati nei primi quarant’anni sono ancora discutibili. Infatti il
Budda stesso nel sutra Muryogi affermò: «In questi quarant’anni e più non ho ancora
rivelato la verità». E nel Sutra del Loto, in merito alle proprie parole, il Budda stesso
dichiarò: «Abbandonando onestamente gli insegnamenti provvisori, esporrò solo la via
suprema»10. Inoltre, il Budda Taho emerse dalle viscere della terra e testimoniò: «Il
Sutra del Loto ... tutto ciò che hai detto è la verità»11, e tutti i Budda delle dieci
direzioni radunati nella cerimonia del Sutra del Loto allungarono le loro lingue
confermando che nel Sutra del Loto non vi è neppure una parola falsa. Era come se un
grande re, la regina e gli anziani, di comune accordo avessero fatto una solenne
promessa.
Immagina che un uomo o una donna che recitano anche una sola parola del
Sutra del Loto, siano destinati a cadere nei cattivi sentieri perché hanno commesso
innumerevoli gravi peccati, quali i dieci atti malvagi12, i cinque peccati cardinali o le
quattro offese maggiori13. Può accadere che il sole e la luna
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10. Sutra del Loto, cap. 2.
11. Ibid., cap. 11.
12. Dieci atti malvagi: elencati nel Kusha ron: uccidere, rubare, avere rapporti sessuali illeciti,
mentire, adulare (o parlare in modo irresponsabile), diffamare, fingere, essere avidi, essere irascibili, essere
stupidi (o avere idee errate).
13. Quattro offese maggiori: chiamate anche le quattro offese imperdonabili sono trasgressioni
gravi che portano all'immediata espulsione del monaco dall'Ordine. Esse sono: uccidere, rubare, avere
rapporti sessuali e mentire (in particolare affermare falsamente di aver ottenuto una qualche forma di
Illuminazione).
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non sorgano più a est, che la terra cessi di ruotare, che cessi il flusso e riflusso delle
maree, che una pietra spezzata si ricomponga, che i fiumi e i torrenti non si riversino
nell'oceano, ma non accadrà mai che una donna che crede nel Sutra del Loto cada nei
cattivi sentieri a causa di colpe mondane.
Se una donna che ha fede nel Sutra del Loto cadesse nei cattivi sentieri perché è
gelosa, malvagia o eccessivamente avida, il Budda Shakyamuni, il Budda Taho e i
Budda delle dieci direzioni romperebbero in un istante il voto di non mentire
osservato da un infinito numero di kalpa, superando persino le menzogne e i raggiri di
Devadatta e le grandi menzogne di Kokalika14. Può mai succedere una cosa simile?
La persona che abbraccia il Sutra del Loto godrà sicuramente di questi benefici.
D'altro canto però, una persona che non commette alcun peccato in tutta la vita, che
osserva i cinque precetti15, gli otto precetti16, i dieci precetti17, i dieci buoni precetti18, i
duecentocinquanta precetti19, i cinquecento
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14.Kokalika: membro della famiglia Shakya e nemico di Shakyamuni. Caduto sotto influenza di
Devadatta, calunniò Shariputra e Maudgalyayana. Si dice che sia caduto vivo nell'inferno.
15. Cinque precetti: precetti che i laici devono osservare: non uccidere, non rubare, non avere
rapporti sessuali illeciti, non mentire, non bere sostanze inebrianti.
16. Otto precetti: precetti che i laici devono osservare in particolari giorni del mese, corrispondono
ai precetti dei monaci e delle monache novizi: non uccidere, non rubare, non avere rapporti sessuali, non
mentire, non bere sostanze inebrianti, non indossare ornamenti o profumarsi né assistere a canti e danze,
non dormire in un letto alto e largo, non mangiare dopo mezzogiorno.
17. Dieci precetti: precetti per i novizi e le novizie dell'Ordine buddista. Comprendono i cinque
della nota 15, oltre a: 6) non indossare ornamenti né profumarsi, 7) non assistere a canti e danze, 8) non
dormire in letto alto e largo, 9) non mangiare dopo mezzogiorno, 10) non possedere oggetti di valore come
oro e argento.
18. Dieci buoni precetti: precetti che i credenti laici del Buddismo mahayana devono osservare.
Sono proibizioni contro i dieci atti malvagi della nota 12.
19. Duecentocinquanta precetti: regole di disciplina che i monaci hinayana già ordinati devono
osservare. Sono elencati nello Shibun ritsu, il vinaya o regola monastica della stuoia Dharmaputra.
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precetti20 o un numero infinito di precetti, che conosce a memoria tutti i sutra e fa
offerte a tutti i Budda e Bodhisattva, pur avendo accumulato innumerevoli meriti, se
non ha fede nel Sutra del Loto, o se, pur avendo fede in esso, lo considera alla pari di
tutti gli altri sutra e dei vari Budda, o se non lo considera alla pari ma pratica
costantemente altre discipline e pratica il Sutra del Loto solo di tanto in tanto, se ha
rapporti amichevoli con preti Nembutsu che non credono nel Sutra del Loto e
offendono la Legge, o se non considera colpevoli quelli che sostengono che il Sutra del
Loto non è adatto alle persone di questa epoca, allora i meriti delle innumerevoli
buone azioni di tutta la sua vita svaniranno immediatamente. Inoltre, anche i benefici
del Sutra del Loto saranno oscurati per un certo tempo e cadrà nell'inferno Avichi,
sicuramente come la pioggia cade dal cielo o come le pietre rotolano a valle dalla vetta.
Leggiamo nel sutra che anche una persona che ha commesso i dieci atti malvagi
o i cinque peccati cardinali, se non volta le spalle al Sutra del Loto, rinascerà
sicuramente nella pura terra e otterrà la Buddità, mentre una persona che osserva i
precetti, abbraccia tutti i sutra e crede in tutti i Budda e bodhisattva, se non ha fede
nel Sutra del Loto, cadrà sicuramente nei cattivi sentieri.
Secondo il mio umile parere, osservando il mondo attuale, la maggior parte dei
laici e dei preti offende la Legge.
Ma per tornare alla tua domanda, come ho già affermato prima, benché nessun
capitolo del Sutra del Loto sia trascurabile, fra i ventotto capitoli i capitoli Hoben e
Juryo sono particolarmente
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20. Cinquecento precetti: i precetti che le monache del Buddismo hinayana devono osservare.
Cinquecento non è il numero reale, lo Shibun ritsu ne elenca 348.
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importanti, tutti gli altri sono come loro rami e foglie. Ti consiglio quindi nella tua
pratica giornaliera di leggere le parti in prosa dei capitoli Hoben e Juryo. Inoltre puoi
anche trascriverle.
Gli altri ventisei capitoli sono come l'ombra che segue il corpo o come il valore
contenuto in un gioiello. Se leggi i capitoli Hoben e Juryo, tutti gli altri saranno inclusi
anche senza leggerli. I capitoli Yakuo e Devadatta21 espongono l'ottenimento della
Buddità e la rinascita nella pura terra da parte delle donne, tuttavia, il capitolo
Devadatta è un ramo o una foglia del capitolo Hoben e il capitolo Yakuo è un ramo o
una foglia dei capitoli Hoben e Juryo22. Quindi leggi regolarmente i due capitoli Hoben
e Juryo e leggi gli altri capitoli di tanto in tanto, quando hai un po' di tempo libero.
Inoltre nella lettera dici che ogni giorno veneri tre volte i sette caratteri [del Daimoku]
e che reciti diecimila volte «Namu-ichijo-myoden23», ma che durante il periodo
mestruale eviti di leggere il sutra. Mi domandi se è sconveniente o no venerare il
Daimoku e recitare mentalmente « Namu-ichijo-myoden». Inoltre chiedi se devi
astenerti dal leggere il sutra solo durante i giorni del ciclo o quanti giorni devi
attendere.
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21. Il capitolo Devadatta, dodicesimo del Sutra del Loto, riporta la storia della figlia del re dei
naga, che ottenne immediatamente l'Illuminazione grazie al potere del sutra. Rappresenta la possibilità
per le donne di conseguire l'Illuminazione.
22. Questa affermazione deriva dalla tradizione di suddividere i sutra, o loro parti, in tre divisioni:
preparazione, rivelazione e trasmissione. Nel primi quattordici capitoli che costituiscono lo shakumon, il
capitolo Hoben è la rivelazione, il capitolo Devadatta la trasmissione. Perciò il Daishonin dice che il
capitolo Devadatta è "un ramo o una foglia" del capitolo Hoben. Studiando il sutra nelle sue tre divisioni,
sia il capitolo Hoben che il capitolo Juryo appartengono alla rivelazione, quindi il capitolo Yakuo
(ventitreesimo) è "un ramo o una foglia" di entrambi i capitoli.
23. «Namu-ichijo-myoden»: «devozione all'Unico veicolo del mistico sutra», è una frase di
devozione al Sutra del Loto, recitata evidentemente come mantra.
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Questa è una cosa che interessa tutte le donne e sulla quale pongono sempre
delle domande. Anche nel passato molti si sono posti questo problema, ma poiché i
sacri insegnamenti esposti dal Budda nel corso della sua vita non toccano mai questo
punto, nessuno ha mai potuto fornire una chiara prova documentaria. Nei miei studi
dei sacri insegnamenti, io ho trovato chiare proibizioni concernenti l'impurità dei
rapporti sessuali, del consumo di carne e di vino o delle cinque spezie24 in specifici
giorni del mese, ma non ho mai trovato un passo dei sutra o dei trattati che ponesse
dei veti legati al periodo mestruale.
Quando il Budda era in vita, molte donne ancor giovani si fecero monache e si
dedicarono alla pratica buddista, ma non vennero mai tenute a distanza a causa delle
mestruazioni. Sulla base di ciò, si può affermare che le mestruazioni non
rappresentano una impurità proveniente da fonte esterna, sono semplicemente una
caratteristica del sesso femminile, un fenomeno connesso al perpetuarsi del seme della
nascita e morte, e possono anche essere considerate una malattia periodica. Nel caso
delle feci e delle urine, benché anch'esse siano escrezioni del corpo umano, purché si
osservino le norme igieniche, non esiste alcun veto. Sicuramente lo stesso vale per le
mestruazioni.
Questa presumo sia la ragione per cui né in India né in Cina si è mai parlato di
limitazioni particolari a questo proposito. Tuttavia, il Giappone è una terra di dèi e,
secondo i costumi di questo paese, benché le manifestazioni [come dèi] di Budda e
bodhisattva in molti casi stranamente non si accordino con i sutra e i trattati, se
disobbediamo a essi incorriamo in
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24. Cinque spezie: sono radici piccanti, porro, scalogno, cipolla, aglio e zenzero, che si pensava
stimolassero la collera e il desiderio sessuale ed erano quindi proibite ai monaci.
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punizioni25. Esaminando attentamente i sutra e i trattati, scopriamo che esiste una
dottrina, il precetto di zuiho bini26, che riguarda questi casi. In sostanza questo
precetto insegna che, a meno che non vi sia un eccessivo divario, bisognerebbe seguire
gli usi e costumi del paese anche se si discostano leggermente dagli insegnamenti
buddisti. Questo precetto è stato esposto dal Budda. Ignorando questo principio,
alcuni saggi affermano che gli dèi sono esseri demoniaci e che non sono degni di
devozione. Mi sembra che insistendo su questo punto essi danneggino la fede di molti
credenti.
Pertanto, poiché le divinità di questo paese nella maggioranza dei casi pongono
dei veti nei confronti delle mestruazioni, le persone nate in questo paese, farebbero
bene a tenerne conto e rispettarli. Tuttavia, io credo che tali proibizioni non
dovrebbero interferire con la pratica religiosa giornaliera delle donne. Penso che quelli
che ti dicono di astenerti dal recitare il sutra siano persone che non hanno mai avuto
fede nel Sutra del Loto e, non potendo dire direttamente di abbandonare il sutra,
cercano di allontanarti dal Sutra del Loto con il pretesto dell'impurità del corpo.
Cercano di intimidirti dicendo che, se pratichi il sutra in un periodo impuro, gli
manchi di rispetto e così ti inducono in errore.
Comprendi bene tutto quello che ho detto e durante il periodo mestruale,
anche se durasse sette giorni, se lo ritieni
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25. Nichiren Daishonin si riferisce alla tendenza molto diffusa ai suoi tempi di identificare le
divinità indigene giapponesi con manifestazioni di Budda o bodhisattva. Riflette la tendenza al sincretismo
fra elementi buddisti e shintoisti.
26. Il precetto di zuiho bini: precetto di conformarsi ai costumi del luogo. Appare nel Gobun ritsu,
il vinaya della scuola mahayanica Mahishasaka. Secondo questo principio, in tutte le questioni sulle quali
il Budda non ha espresso esplicitamente un divieto o un consenso, ci si deve conformare ai costumi locali,
purché lo spirito fondamentale del Buddismo rimanga inalterato.
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opportuno, senza leggere il sutra, recita mentalmente Nam-myoho-renge-kyo ed evita
di inchinarti davanti al sutra.
Se all'improvviso dovessi sentirti vicina alla morte, anche se hai mangiato pesce
o pollame27, leggi il sutra, se puoi, e recita Nam-myoho-renge-kyo. È inutile dire che
ciò vale anche per il periodo mestruale.
Inoltre, benché recitare le parole «Namu-ichijo-myoden» sia la stessa cosa, faresti
meglio a recitare unicamente «Myoho-renge-kyo» come facevano Vasubandhu e il
Gran Maestro T'ien-t'ai28. C'è un motivo perché te lo dico.
Rispettosamente, Nichiren
26 aprile 1264
Risposta alla moglie di Daigaku Saburo
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27. Il consumo di carne era considerato fonte di impurità.
28. Nello Hokke ron (Trattato sul Sutra del Loto) attribuito a Vasubandhu, si trova una frase di
saluto in lode dei tre tesori del Sutra del Loto, che il Daishonin interpretò come espressione di devozione
alla mistica Legge. La frase "Nam-myoho-renge-kyo" sì trova in varie parti dello Hokke zammai sengi (
Rituale di pentimento con la meditazione sulla Legge del Sutra del Loto), attribuito a T'ien-t'ai o al suo
maestro Nan-yueh.
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Gassui Gosho
Gosho Zenshu, pag. 1199
Scritto il 17 aprile 1264 a 43 anni, da Kamakura
Destinato alla moglie di Daigaku Saburo
CENNI STORICI - Nichiren Daishonin scrisse questa lettera nel 1264 da Kamakura. È
indirizzata alla moglie di Hiki Daigaku Saburo Yoshimoto. Questi aveva studiato
Confucianesimo a Kyoto dove aveva servito l'ex imperatore Juntoku. In seguito si
trasferì a Kamakura dove fu assunto dal governo militare come maestro di
Confucianesimo. Pare che Yoshimoto e la moglie si fossero convertiti al Buddismo del
Daishonin verso il 1260, dopo aver letto una copia del Rissho Ankoku ron. La moglie di
Yoshimoto aveva scritto al Daishonin ponendogli una serie di domande sulle formalità
da osservare nella pratica del Sutra del Loto.
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