24 pollici widescreen per Eizo
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24 pollici widescreen per Eizo
Test 24 pollici widescreen per Eizo Il monitor Lcd Eizo ColorGraphic CG241W è uno schermo professionale di 24 pollici con calibrazione interna a 12 bit/canale che non fa rimpiangere il Crt. L’ampio formato lo rende molto pratico nelle operazioni di fotoritocco. 46 PC PHOTO Il primo contatto con Eizo l’ho avuto all’interno della prima redazione; là, su una scrivania dall’aria apparentemente sofferente, campeggiava in tutta la sua smisurata mole di metallo, vetro e plastica un enorme (davvero!) monitor Crt da 21 pollici Eizo… monocromatico! Non ricordo bene il modello, forse un vecchio FlexScan 6600. Credo di non sbagliare di molto dicendo che poteva pesare anche una trentina di chilogrammi! Per l’epoca aveva una risoluzione assolutamente astronomica, 1600x1200 pixel sulla diagonale di oltre mezzo metro. Non dovevo occuparmi di altro se non di testi e numeri, anche se un tale schermo monocromatico era pensato per l’impiego grafico (gli istogrammi si leggono benissimo anche a due colori!). Ma anche l’interfaccia monotona come solo un foglio di calcolo sa essere mi permise di rendermi subito conto della qualità dell’immagine offerta da un tale monitor. Desidero comunque precisare che esistevano già monitor a colori di ampia diagonale, mica sono così vecchio! In un panorama come quello attuale in cui gli schermi a cristalli liquidi si stanno imponendo sugli ingombranti Crt ormai in ogni ambito di impiego, Eizo rinnova la gamma ColorGraphic con un modello Lcd widescreen da 24 pollici di diagonale, dotato di calibrazione interna del colore, che dovrebbe appagare anche i più esigenti dal punto di vista della calibrazione dei dispositivi. Perché la calibrazione interna? Più che di calibrazione interna dovremmo parlare di palette colore interna. In poche parole Eizo implementa all’interno dei propri monitor di alto livello, i ColorGraphic per intenderci, un dispositivo hardware che consente di memorizzare le correzioni cromatiche apportate dai profili colore generati in fase di calibrazione all’interno di una ‘tavola di riferimento’ (look-up-table o LUT) a 12 bit colore per canale. Il suo funzionamento è semplice: essa evita al sistema grafico dell’elaboratore, ovvero al sistema operativo e adattatore grafico, di correggere i valori RGB prima di inviarli allo schermo. Perché è opportuno evitare questa operazione? Il sistema grafico in uso, per eliminare dominanti nell’immagine a schermo, non può certo aggiungere colore (il complementare di quello da togliere) al già prefissato range numerico a 8 bit per canale generalmente a disposizione dei nostri sistemi. Deve dunque toglierne, Il CG241W può essere ruotato tanto in orizzontale, quanto in verticale; ovviamente se supportato dal sistema operativo dell’elaboratore. La piantana di appoggio consente di alzare notevolmente lo schermo, il quale può essere facilmente orientato per una confortevole visione. Combinando i movimenti del monitor e del supporto si riesce a collocare il CG241W nella migliore posizione di impiego. deve ‘tagliare’ tonalità, molto spesso con approssimazioni estremamente deleterie per la qualità dell’immagine originale. Questo Eizo ColorGraphic CG241W invece, con l’implementazione in hardware della tabella di riferimento per la gestione del colore, consente alla scheda video di inviare al monitor sempre e comunque la totalità dei dati RGB (0-255, 0-255, 0-255) indipenden- temente da conversioni, temperature colore e gamma impostati. Il vantaggio si concretizza in una ‘copertura’ di questo monitor pari al 96% dello spazio colore Adobe RGB (e del 98% del sRGB). Si tratta di un valore estremamente elevato anche per sistemi di visualizzazione di tipo CRT! Ovviamente questo sistema richiede una calibrazione ad opera del software fornito con il monitor, oppure per mezzo di uno tra i molti dispositivi di calibrazione supportati. Nel nostro caso abbiamo utilizzato il valido Eye-one di Gretag Macbeth fornitoci all’interno di un interessante bundle, targato XRite e comprendente una versione del software EZColor del medesimo produttore ed un target utile per la calibrazione di scanner e stampanti. Una nota: per chi non ne fosse a PC PHOTO 47 La palpebra di protezione dello schermo (in dotazione) si rivela fondamentale, soprattutto in ambienti illuminati ed in presenza di superfici riflettenti vicine allo schermo, per evitare riflessi indesiderati e rendere ottimale la visione. I comandi a monitor sono assai ben integrati nel profilo inferiore dello schermo e consentono una gestione completa delle funzionalità di taratura. conoscenza, X-Rite si è di recente comprato sia Pantone che Gretag-Macbeth. Per l’installazione è anche necessario un cavo Usb che consente il transito dei dati di calibrazione dal sistema utilizzato allo schermo Lcd. Apriamo la confezione La confezione del CG241W mi fa per un attimo tornare ai tempi dello schermo da trenta di chilogrammi, con la necessità di trovare una scrivania robusta per la sicurezza delle proprie gambe, sotto al piano 48 PC PHOTO Le connessioni sono in linea con gli standard attuali, ad iniziare dalle due entrate Dvi, eventualmente commutabili in Vga tramite un cavo adattatore fornito. d’appoggio. Il vecchio Crt non aveva solo una massa notevole, anche le dimensioni lo erano: quasi mezzo metro per lato! Un ottavo di metro cubo! Ora mi trovo ad estrarre dalla scatola un pannello con ingombri e pesi ben differenti: 7.5 chilogrammi senza il supporto, che diventano 11 con il provvidenziale sostegno da scrivania incluso nella confezione. Gli ingombri sono 56 x 36 x 9cm per il solo pannello, che salgono a 56 x 45 x 23cm con l’indispensabile supporto da tavolo. Volendo fare un confronto con i Crt professionali da 21 pollici o superiori, il primo nome che viene in mente è Barco, una marca che da sola pareva giustificare un esborso nell’ordine dei 3-5-8 milioni di lire (o più) e pareva quasi che le prestazioni offerte a tali costi fossero regalate; oggi invece pagare meno della metà per un prodotto dalle qualità simili, e dagli ingombri ben minori, lascia a qualcuno dei dubbi. Forse perché quel qualcuno non ha ancora provato a sedersi di fronte ad un monitor come il CG241W di Eizo. Estraiamo quindi dalla confezione anche i Utilizzando un calibratore compatibile (qui l’EyeOne Display 2) il monitor CG241W consente di sfruttare al meglio la calibrazione hardware interna, grazie ad un semplice software di gestione. cavi di alimentazione ed Usb, il paraluce ‘palpebra’ laterale, il kit di pulizia specifico, i manuali e i driver su CD-Rom ed infine i cavi di connessione, tanto in standard Vga-Dvi quanto Dvi-Dvi. L’impostazione della periferica ha un sapore di tipo informatico, rispetto al design a cui le produzioni Apple ci hanno abituato; la meccanica appare comunque ottima ed il supporto consente di alzare il monitor di circa 10 centimetri rispetto alla sua posizione più bassa, di ruotarlo di 90 gradi per disporlo in verticale, di inclinarlo verso l’alto di 40 gradi e di 35 gradi verso destra o sinistra. Le specifiche di rilievo Spulciando all’interno della documentazione disponibile, quasi tutta on-line, come solo un redattore tecnico ama fare, vado a verificare le caratteristiche principali evidenziate dal produttore. Per prima cosa i dati squisitamente tecnici. La risoluzione ‘nativa’ del pannello è di ben 1920 x 1200 pixel con diagonale da 61 centimetri, un formato particolarmente adatto al video editing in formato alta definizione: infatti nel caso del 1080i/p le risoluzioni volano a 1920 x 1080 pixel. Per questo suggerisco di usare una scheda video ‘degna’ di tali prestazioni, dato che non sempre è scontato che l’elaboratore sia in grado di gestire disinvoltamente tali risoluzioni e frequenze. Se però l’elaboratore è di nuova concezione e dispone di scheda video destinata all’utilizzo videogiochi 3D, possiamo stare tranquilli che le sue caratteristiche superano abbondantemente la soglia necessaria alle nostre esigenze. Il formato dell’Eizo garantisce un’ampia visione panoramica su un unico pannello, un plus non indifferente. Gli ingressi video sono costituiti da due connettori in standard La piccola sonda di X-Rite, in abbinamento al software di calibrazione proprietario, consente di eseguire la calibrazione e la profilazione di qualunque periferica video, anche per un impiego evoluto del monitor. Dvi-I, che possono essere selezionati con un pulsante situato sul profilo anteriore del monitor in basso. Se invece il segnale è in formato Vga, in dotazione vi è un secondo cavo il quale consente appunto di convertire l’input direttamente in connessione, facilitando la vita a coloro che dispongono di una scheda video di vecchio tipo. In tal caso si dovrà porre una notevole attenzione alla stabilità del segnale analogico, al fine di garantire la massima fedeltà del colore. Il contrasto massimo è di 850:1, la luminosità massima di 350 candele per metro quadrato (si noti che in ritocco si tende a stare sotto le 100 candele per metro quadrato) e l’angolo di visione di ben 178 gradi al contrasto di 10:1. La frequenza di aggiornamento è nell’ordi- ne degli 86 Hz per l’entrata analogica e di 63 Hz per quella digitale, più che sufficienti per garantire un ottimo comfort di visione nel caso di uno schermo Lcd. Altri dati caratteristici parlano di un processing interno a 16 bit, di un tempo di risposta minimo di 6 millisecondi che garantisce l’assenza di fastidiose scie nel caso videogiochi particolarmente frenetici o di un impiego video. L’On Screen Dispaly (OSD) dispone di regolazione fine di svariati parametri, tra cui Clock, Fase, Posizione, Risoluzione, Range, Filtro, Dimensione dello schermo, Ammorbidimento (5 livelli), Intensità del Bordo. Per le regolazioni colore sono disponibili i comandi relativi a Luminosità, Controllo Colore a 6 tinte indipendenti, Gamma, Temperatura Colore (da 4000 PC PHOTO 49 Color Navigator gestisce la calibrazione del monitor mediante semplici passi guidati che anche l’utente meno esperto dovrebbe essere in grado di affrontare con relativa serenità. Anche EyeOne Match (il programma proprietario di X-Rite per la gestione dell’EyeOne Display 2) dispone di un’interfaccia guidata assai semplice. a 10.000 Kelvin in passi da 500 gradi, compreso però 9300 Kelvin), Saturazione, Tonalità, Guadagno e Reset. In questo genere di regolazioni gli automatismi aiutano parecchio e devo ammettere che ho preferito affidarmi a tali ausili grazie alla possibilità di calibrare il monitor con un dispositivo esterno come l’Eye-one. Comunque, in caso di bisogno, il display consente di ricorrere, mediante un pulsante di richiamo rapido dei settaggi, a differenti regolazioni predefinite come Personale, sRGB, Calibrazione (il nostro) e Simulazione. Finito di spulciare la scheda tecnica del prodotto e seguendo vari link disponibili all’interno delle pagine di www.eizo.com (il sito statunitense del costruttore), è possibile giungere ad utili approfondimenti circa le tecnologie utilizzate nella realizzazione 50 PC PHOTO degli schermi Lcd denominati ColorEdge, molte delle quali comuni al nostro evoluto ColorGraphic. In questo microsito troviamo dunque un utile software on-line che permette di confrontare spazi colore predefiniti o caricati a piacere da noi stessi, così come di mostrare in formato Vrml (necessario plug-in scaricabile gratuitamente) la rappresentazione grafica delle tonalità visualizzabili dai singoli profili di calibrazione. Si trova anche una sezione dedicata alla gestione colore (interessante la pagina Risorse/ Resources), le pagine relative alle tecnologie di riferimento ed infine un tutorial che spiega l’uso dei dispositivi di calibrazione supportati. Chiude questo prezioso riferimento on-line un glossario dei termini, utile soprattutto per il neofita del color management. Le tecnologie trattate all’interno del sito sono così suddivise: Accurata calibrazione hardware, Ampio spazio colore, Divergenza cromatica minima, Punto di bianco corretto, Luminosità stabile, Riproduzione cromatica morbida, Correzione gamma automatica, Miscela colore additiva accurata. Consiglio vivamente quindi una visita al sito http://www.eizo.com/microsite/start.html, anche a coloro i quali stanno semplicemente ipotizzando l’acquisto di un prodotto similare. La messa in opera Un monitor, per quanto evoluto sia, non richiede particolari procedure di installazione, se non il collegamento dei cavi di trasmissione dati e di alimentazione, oltre all’installazione di un driver di funzionamento. Il cavo dati fornito con l’Eizo… sono due! Come già detto infatti il monitor consente la connessione tramite l’interfaccia digitale (Dvi) ma, nella previsione che vi siano utenti dotati ancora di elaboratore con uscita analogica (Vga) Eizo ha dotato lo schermo di una coppia di cavi utili per entrambe le esigenze. Nella confezione troviamo anche il cavo Usb necessario al trasferimento dei dati di calibrazione dall’elaboratore alla periferica. Questa dispone sul retro di due prese Usb alimentate, situate in una posizione praticamente invisibile, anche al tatto. Insomma bisogna girare attorno allo schermo per trovarle, a meno di non vantare capacità davvero invidiabili! Il software fornito, e che abbiamo usato per la calibrazione, è l’applicativo Color Navigator CE, il quale può essere tranquillamente installato sul proprio elaboratore Windows o MacOs, ma non ha la minima intenzione di funzionare a meno che al sistema non sia contemporaneamente connesso anche un dispositivo di calibrazione come l’Eye-One da noi utilizzato (sono ammessi anche altri prodotti Colorvision e Gretag/X-Rite). Alla sua installazione ho provveduto prima del setup dello schermo: una mia scelta, ma ritengo non sia un problema scambiare le operazioni, eventualmente inserendo nel computer al momento opportuno il CDRom dei driver (fornito anch’esso con il dispositivo di X-Rite). Su elaboratore Mac le operazioni di installazione appaiono un poco più spedite. Prima di procedere alla calibrazione consiglio di prendere confidenza con lo schermo, dato che in seguito è fortemente suggerito (direi imperativo) non toccare i controlli del display per non rendere inutili le misurazioni eseguite. Sul fronte troviamo i pulsanti di gestione dell’OSD (On Screen Display) che gestisce i parametri di personalizzazione dello schermo; anche in questo suggerisco all’utente di affidare l’applicazione di tali correzioni all’automatismo (A), disponibile nei pressi del pulsante di accesso alle regolazioni (M). Presenti anche i controlli per il blocco delle impostazioni (il lucchetto), per la selezione delle entrate video preferite (S: sono due, entrambe in standard Dvi) e per la navigazione e conferma dei menu (freccette e pallino ovvero Enter). Il tutto appare molto sintetico e decisamente discreto. Soddisfatto dell’esplorazione mi dedico a montare la ‘palpebra’ che protegge lo schermo dai fastidiosi riflessi laterali, che possono incidere sulla qualità visiva del pannello Lcd. Si tratta in pratica di un paraluce di grandi dimensioni che viene agganciato al lati dello schermo (destro, sinistro e superiore), il montaggio non è molto istintivo, ma alla fine si può apprez- Accentuando la saturazione di uno scatto fotografico si nota sul pannello una lieve dominante calda nelle aree laterali (all’osservazione obliqua); l’effetto si riduce aumentando la distanza di osservazione dallo schermo. zare la buona solidità dell’insieme. Colleghiamo infine il dispositivo di calibrazione scelto ad una presa Usb, nel nostro caso una di quelle sul retro del CG241W, e facciamolo ciondolare correttamente sullo schermo, che incliniamo verso l’alto per agevolarne l’adesione. Spegniamo tutte le luci della stanza ed avviamo il Color Navigator CE per iniziare la calibrazione. La calibrazione Io parlo italiano, Greta solo svedese. Ma se sappiamo tutti e due l’inglese … è fatta! Non sempre va così, ma per fortuna abbiamo due vocabolari: italiano-inglese-italiano e svedese-inglese-svedese. Ciò può agevolare nel caso in cui non vogliamo scambiarci solo barzellette: io traduco dall’italiano al inglese, lei dal- l’inglese allo svedese e viceversa. Ebbene, i profili colore lavorano ‘esattamente’ in questo modo: i profili sono i vocabolari per le periferiche colore, la lingua intermedia (equivalente all’inglese) è lo spazio colore Lab. Con questo sistema però si perde molto: tutti gli idiomi ed i modi di dire italiani non traducibili in inglese, e tutti quelli che, pur tradotti, non sono comprensibili nel passaggio dall’inglese allo svedese (e viceversa). Se però io potessi parlare direttamente lo svedese, pur con un dizionario italiano-svedese tra le mani, forse qualcosa di più passerebbe! Ed è questo che fa l’Eizo CG241W grazie ad un dispositivo hardware. Calibrando il monitor come di consueto otterremo un profilo che verrà caricato all’interno del monitor via Usb e questo sarà impiegato al fine di personalizzare l’output PC PHOTO 51 cromatico senza snaturarlo più di tanto, con il limite ovviamente degli 8 bit per canale, un range di valori sempre più inadeguato. Seguendo le istruzioni riportate a video dal software Color Navigator CE le fasi di calibrazione filano via lisce e senza intoppi; la gestione automatica proposta dall’Eizo CG241W aiuta a non perdersi in regolazioni personali che, al primo utilizzo del monitor, potrebbero risultare più che altro dannose. Un grande pregio del programma di calibrazione e profilazione consiste nel consentire una gestione molto flessibile dei parametri essenziali per la visione ‘fotografica’ delle immagini sullo schermo: primi tra tutti, punto di nero, luminosità in candele per metro quadro e gamma. All’utente è lasciata un’ampia libertà di selezione di questi importanti parametri di utilizzo, tanto su elaboratore Windows quanto su Mac. Il fatto poi che il dispositivo di calibrazione (ed il software) possa prendere ‘possesso’ dello schermo (vi è collegato per mezzo dell’interfaccia Usb) per regolarlo in modo indipendente evita all’utente di eseguire ogni tipo di regolazione manuale. Molto pratico. Al termine delle fasi di lettura (consiglio vivamente di oscurare l’ambiente, o perlomeno tenere un’illuminazione tenue, la stessa che si userà in fase di fotoritocco) il software genera automaticamente il profilo colore corretto, abbinandolo al dispositivo di output (il monitor) per il sistema operativo impiegato, lo carica come LUT a 12 bit nell’hardware del monitor e termina quindi le operazioni di profilazione. Tutto qui. In pratica in tutto questo processo noi dobbiamo solo installare Color Navigator, connettere la sonda di lettura allo schermo e scegliere i parametri di lavoro preferiti per Gamma, Temperatura Colore, Luminosità e punto Nero (eventualmente). Direi che come approccio non può che essere apprezzato, considerando poi che i risultati sono superiori a quelli di molte calibrazione con dispositivi non dotati di hardware dedicato. La prova Chi è abituato ad usare un monitor in standard 4:3, anche di dimensioni superiori, sarà sicuramente colpito dalle dimensioni di un’area di visione cinematografica come quella offerta dall’Eizo ColorGraphic CG241W; il formato Wide lo rende infatti adatto ad un ampio range di impieghi, differenti da quelli per cui si usa il classico standard 4:3 (scrittura e fogli di calcolo, ma non sempre). Innanzitutto il montaggio video, con le sue Timeline generalmente assai estese e le molte finestre di Risorse, Effetti e Preview da usare contemporaneamente; la stessa risoluzione, di tipo in alta definizione, suggerisce un tale impiego. E poi c’è tutto quanto ci compete più da vicino, ossia la post-produzione delle im- 52 PC PHOTO Il formato wide del monitor consente una gestione estremamente comoda dell’area di lavoro in fotoritocco, soprattutto se il programma di elaborazione richiede di mostrare svariate palette contemporaneamente. magini a livello elevato. Lo sviluppo in orizzontale dell’area di lavoro consente una personalizzazione davvero grande, soprattutto a livello della gestione delle molte palette offerte dai software più evoluti, Photoshop tra tutti; poter avere a disposizione un maggiore numero di strumenti utili al controllo della qualità degli scatti velocizza molto il lavoro, con il vantaggio di avere al centro del monitor un ampio spazio per l’immagine da sottoporre a correzione ed ai lati le palette degli strumenti. E’ un approccio certamente istintivo per la gestione digitale del fotogramma; lo spazio è tanto ampio che si ha quasi la sensazione di dover ruotare fin troppo spesso la testa per passare dagli oggetti a sinistra a quelli a destra, ma basta allontanarsi un poco dallo schermo; in fin dei conti la sua diagonale è di oltre mezzo metro. Il Color Panel di Windows permette di confrontare gli spazi cromatici convenzionali e quello definito dalla calibrazione hardware operata dall’Eizo CG241W. L’estensione del gamut di questo monitor si avvicina effettivamente a quella del noto AdobeRGB (copertura pari al 96% dello spazio colore AdobeRGB), come si vede nell’immagine in alto (la piccola area grigia corrisponde alla maggiore estensione dell’AdobeRGB. Nell’immagine in basso si vede il confronto con lo spazio colore sRGB (copertura pari al 98%). Allontanare il pannello risolve anche un problema di visualizzazione, ovvero la tendenza del CG241W a fornire ai lati una visione lievemente più calda rispetto al centro; si tratta di un comportamento normale per schermi di tale larghezza, e a seconda del monitor utilizzato la leggera dominante può cambiare. Allontanando quindi lo schermo, ma nemmeno troppo, insieme all’angolo di visione si riduce anche la differenza tra le aree del pannello. E contemporaneamente si riduce l’incidenza della ‘questione ambientale’ che potrebbe presentarsi; infatti lavorando in locali stretti e comunque con alle spalle una parete bianca, è facile che questa rifletta sulla superficie dello schermo le tonalità calde della luce al tungsteno che illumina la stanza (nel mio caso una lampada alogena a soffitto da 150 Watt). Evidentemente non è un problema dello schermo, anche il migliore trattamento antiriflessi non può evitare di ‘acchiappare qualche lunghezza d’onda’ ambientale, soprattutto ai lati (anche un piano opaco osservato di sbieco può riflettere), da cui la percezione di tonalità leggermente diverse tra centro e lati, come nel mio caso. Insomma, per una serie di ragioni conviene tenere il CG241W a debita distanza dai nostri occhi, come per qualunque altro monitor di tale diagonale. In questa ‘gestione ambientale’ dello schermo, la palpebra laterale, il paraluce, Scheda Tecnica Diagonale: 24 pollici (61 cm) Formato 16:10 Area attiva di visione: 518mm (L) x 324mm (H) Area attiva di visione diagonale: 611mm Risoluzione raccomandata: 1920 x 1200 Full High Definition in 1080p Dot pitch: 0,27mm x 0,27mm Colori rappresentabili: 68,7 miliardi (36 bit) Gestione del colore (Palette): 12 bit Look-Up-Table (36 bit R+B+G) Spazio cromatico massimo: 96% Adobe RGB Luminosità massima: 300 cd/mq Contrasto massimo: 850:1 Angolo di visualizzazione orizzontale e verticale: 178° Tecnologia: LCD S-PVA Tempo di risposta: 6 ms Impostazioni: Luminosità, contrasto, gamma da 1 a 2,6 (passo di 0,2), saturazione del colore per RGBCMY, temperatura del colore a valori da 4000 a 10000 K, Clock, Phase, posizione immagine, risoluzione, Off Timer, menu OSD (UK,D,F,S, E, I) Risoluzioni e formati ingresso video: - 1920x1080 a 60p, 59,9p, 50p, 48p o 47,8p - 1280 x 720 a 60p, 59, 94p e 50p Frequenza di scansione orizzontale: 24 - 94 kHz (digitale: 26 - 78 kHz) Frequenza: 47,5 - 86 Hz (digitale: 47,5 - 63 Hz) Segnali grafici: RGB analogico, DVI (TMDS) Ingresso segnale: 2 x DVI-I Consumo massimo: 110 W, 2 W in Off-Mode Dimensioni: 566 x (456 - 538) x 230 mm (LxHxP) 566 x 397 x 85 mm (senza piedistallo) Peso: 11 kg, 7.4 kg (senza piedistallo) Rotazione/inclinazione: 70° destra/sinistra, 40° verso l’alto Regolazione in altezza: 82 mm Garanzia: 5 anni on-site PC PHOTO 53 Oltre al CG241W Eizo propone una ampia gamma di monitor, capaci di soddisfare, sia qualitativamente che economicamente, ogni livello di impiego professionale ed amatoriale evoluto. Al fine di facilitare la scelta del monitor più adatto Eizo mette a disposizione sul sito www.eizo.it un modulo interattivo che permette di ‘scremare’ progressivamente l’ampia l’offerta, in base ai parametri specificati dall’utente. è di fondamentale importanza e consente di migliorare incredibilmente la qualità di visione del monitor: è quindi sicuramente un accessorio essenziale. Il pannello Lcd si dimostra privo di ogni tipo di distorsione laterale e di grande definizione su tutta l’area, posto di impiegarlo alla sua risoluzione nativa di 1920x1200 pixel; impostando una risoluzione minore (ma perché dovremmo?) l’accoppiamento dei punti genera immagini sempre corrette, ma di minore affilatezza. E’ inevitabile. Cromaticamente il CG241W colpisce prima di tutto per la saturazione dei toni, il che effettivamente stupisce per un monitor destinato al fotoritocco, quando in genere i pannelli Lcd offrono una resa più morbida del colore e del contrasto. Suggerisco quindi di impostare una differente taratura della Gamma ed anche della luminosità in fase di calibrazione, secondo le proprie preferenze personali. Sul mio elaboratore Windows ho impostato una Gamma 2.2, mentre su MacOs ho ridotto la Gamma a 1.8, questo alla semplice verifica visiva dei risultati e non per una questione di valori dettati dai 54 PC PHOTO differenti sistemi operativi. A Gamma 2.2 con circa 80/90 candele a metro quadrato di luminosità il CG241W è effettivamente fin troppo ‘acceso’ per i miei gusti nel ritocco delle immagini destinate alla carta stampata. Al contrario questa saturazione gratificherà quanti amano i toni contrastati e vivaci. Il pregio di questo sistema è comunque nella disponibilità di un software di calibrazione come Color Navigator, il quale supporta tutte queste scelte permettendo di attuarle in modo rapido e lineare. Ottimo. La luminosità complessiva del pannello è elevata, ovviamente scegliendo l’opportuna collocazione, il giusto punto di osservazione e la corretta illuminazione dell’ambiente; la possibilità di orientare il monitor, così come di alzarlo di una decina di centimetri, consente di adeguarlo rapidamente a pressoché tutte le situazioni di utilizzo. Il giudizio La gamma Eizo è ben posizionata nel mercato delle periferiche video; il catalogo offre una vasta scelta di modelli per ogni tipo di Quanto Costa Eizo ColorGraphic CG241W: euro 2340. Distribuzione Aproma, via Via Cimabue 9, 20032 Cormano Tel.: 02 38 01 11 38 www.aproma.it - [email protected] utente. Il modello CG241W, anche per il suo prezzo, è certamente uno strumento professionale, ma consente reali incrementi produttivi per la sua efficiente gestione; la qualità di visione è davvero ottima, confortevole e personalizzabile a seconda del contesto di utilizzo. Gli ingombri poi sono lì a rammentarci che forse è il caso di passare ai display a cristalli, soprattutto nel momento in cui la qualità di uno schermo Lcd diventa pari a quella di un Crt; un monitor quindi caldamente consigliabile ai professionisti dell’immagine digitale, a partire dalla flessibilità di utilizzo nei vari ambiti di lavoro. Eugenio Tursi