Revue de presse - sandrine dole
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Revue de presse - sandrine dole
Sandrine DOLE DESIGN in situ Revue de Presse Informations générales • p.2, La Tribune de Marrakech : Artisane partisane du design, Journal trimestriel, Rubrique Déco-Visions d'intérieur, Maroc, 2e trimestre 2009, C. HUON de PENANSTER. • p.3-5, Wikipédia, en italien Contrast city I, Les Tissés, accessoires textile • p.6, Design indaba : Rubber recycling, Site web, Afrique du Sud, 04/04/2011. • p.7, Indépendance : Caoutchouc ethnique, Magazine trimestriel, Rubrique Shopping Choisir, France, 1er trimestre 2010. Design au choix !, conférence • p.8-9, Le Quotidien : Journée de réflexion : l'avenir du design africain menacé, Quotidien, Sénégal, 13/05/10, C. THIAM. • p.10, Dak'art actu : Journée du design, Quotidien événementiel, Sénégal, 11/05/10, Y.A.NDIAYE. Bon appétit !, appui à la création • p.11-12, Safem : Les artisanes de Babiadey racontent leur bonheur, Site web, Niger, 24/12/2010, P.A. MENYE. • p.13-14, Media Niger : La vannerie en région Djerma : un genre artistique, une façon de s’exprimer, Site web, Niger, 05/19/2010, A. SEYDOU. L'Arche, signalétique urbaine • p.15, Suites architecturales - Kinshasa, Douala, Dakar, Ouvrage, Editions VAA, France, 2010, D. DIWOUTA & S. DOLE. • p.16, Le Méridien : Les Arches de la Mémoire, Lettre d'information N°1, Douala-Cameroun, 4e trimestre 2008. • p.17, Le Moniteur B.T.P. : Signalétique urbaine sur mesure, Hebdomadaire, Rubrique Aménagement & urbanisme, France, 16/11/07, C. VERAN. • p.18, Mutations : Douala : Un patrimoine culturel riche, une ville d'art et d'histoire, Quotidien, Cameroun, 05/05/07, M. OBAM, repris dans le site web Peuple sawa. • p.19, Cameroon Tribune : Des Portes vers l'histoire de Douala, Quotidien , Cameroun, 21/03/07, S. TCHAKAM. • p.20, Mutations : Il faut restituer aux populations l'histoire de leur ville, Quotidien, Cameroun, 18/01/07, D. KAYESSE. • p.21, Cameroon Tribune : Douala et les Allemands, l'histoire continue, Quotidien, Cameroun, 30/11/06, M. ONANA MEBENGA. Resto-rue, mobilier collectif • p.22, Familia cristiana : C’è un’altra Africa, Revue, Rubrique Culture/ Art, Italie, n°36, 2006, L. SANDRONE. • p.23, Amina : Pourquoi pas des ustensiles en céramique ? Magazine féminin, Rubrique Réussir, Cameroun, n°394, 2003, Y. MONKAM. • p.24-25, Missionnaires d'Afrique : Pentole d’Africa - Virtù e curiosità di un oggetto povero ma vitale, Site web, Italie, 2000, I. PENSA. Pidgin, gamme de vaisselle • p.26, La Tribune de Marrakech : A chacun sa cuisine, Journal trimestriel, Rubrique Déco-Visions d'intérieur, Maroc, 2e trimestre 2009, C. HUON de PENANSTER. • p.27, Déco actuelle : Spécial Asie, Magazine, Maroc, janvier-février 2008. • p.28, Art de vivre (ADV) : Terre noble, Magazine, hors série, Rubrique Déco design, Maroc, 2008. • La Poterie africaine, les techniques céramiques en Afrique noire, Ouvrage, éditions Argile, collection Granit, France, 2005, Camille VIROT. • p.29-30, Design made in Africa, Catalogue d'exposition, Co-édition Jean-Michel Place/Afaa, France, 2004. Fil conducteur, exposition • p.31, Mutations : Identité : le tabouret, entre tradition et modernité, Quotidien, Cameroun, 15/11/2005, M. OBAM, repris dans le portail web Cameroun Link. Pat'a mambo, ligne de mobilier et aménagement • p.32, Dak'art 2000 - Biennale de l'Art africain contemporain, Catalogue d'exposition, éditions Eric Koehler, France, 2000, pour le compte de l’architecte Danièle Diwouta-Kotto. Sandrine Dole – Design in situ – http://sandrinedole.free.fr – [email protected] – Tél.: +212 6 13 16 43 13 - Marrakech-Maroc, 2011 Sandrine Dole - Wikipedia 1 sur 3 http://it.wikipedia.org/wiki/Sandrine_Dole Da Wikipedia, l'enciclopedia libera. Sandrine Dole (1976) è una designer francese. Indice 1 Biografia e carriera 2 Attività 2.1 Design e allestimenti 2.2 Attività didattica 3 Note 4 Collegamenti esterni Sandrine Dole nasce in Francia nel 1976. Dopo una formazione nel 1996 in design grafico, si laurea nel 2001 in creazione industriale a Parigi con una tesi in design interculturale dal titolo Celui qui tisse les liens. La sua tesi si focalizza sulle tecniche di cucina in Camerun, la produzione di pentole e sulla creazione di un progetto di strumentazione da cucina per ristoratrici di strada camerunesi. Lavora in Camerun tra il 1999 e il 2007. Nel 2006 si trasferisce a Marrakech in Marocco dove attualmente vive. Il suo lavoro è esposto all'interno del Salon du design della Biennale di Dakar del 2000, in Design made in Africa (2004-2007)[1] e in New Africa (2007-2009). Nel 2007 contribuisce ad una conferenza all'ENA Ecole national d'architecture del Marocco. Nel 2010 è relatrice nella conferenza Design au choix! durante la Biennale di Dakar[2] e nello stesso anno espone a Dakar durante la terza edizione del Festival Mondial des Arts Nègres. L'attività di Sandrine Dole si concentra sul design producendo prodotti, ricerche, design di interni, allestimenti, grafica (siti, loghi, design grafico di pubblicazioni, video, fotografie) e corsi di formazione[3]. Nel 2003 collabora alla realizzazione del workshop Bessengue City e all'avviamento di ArtBakery promossi a Douala dall'artista Goddy Leye. Dal 2003 al 2011 Sandrine Dole collabora con l'architetto Danièle Diwouta-Kotto alla realizzazione della pubblicazione Suites architecturales: Kinshasa, Douala, Dakar producendo le fotografie nelle tre città e l'impaginazione[4]. Design e allestimentiL'approccio al design di Sandrine Dole si concentra sull'analisi dei processi di produzione artigianali e semi-industriali locali e sui modi per potenziare queste produzioni creando nuovi prodotti o rinforzando i prodotti esistenti. I suoi progetti partono da un'accurata analisi sul campo e dalla conoscenza in prima persona di materiali e di tecniche di produzione (legno, metallo, ceramica, cuoio, cotone, rafia…). Lavorando in particolare in Camerun e Marocco, i progetti di Sandrine Dole sono realizzati per diversi tipi di committenti: privati, aziende, associazioni, centri culturali e d'arte, artisti, architetti, organizzazioni di cooperazione allo sviluppo ed enti internazionali. Un caso particolare è il progetto Resto-rue concepito specificatamente per ristoratrici di strada. La collaborazione con committenti diversi produce progetti trasversali che hanno punti di contatto con l'artigianato, le arti visive, l'architettura, il commercio equo-solidale, il riciclaggio e il recupero di materiali di scarto, la valorizzazione di tecniche e materiali tradizionali e la professionalizzazione del settore del design in Africa e Nord Africa. Pat'a mambo, 1999. Design di interni e linea di mobili per Alliance française di Bangui, realizzata in Camerun per il Cabinet d'Architetture Diwouta di Danièle Diwouta-Kotto. Il progetto è stato presentato alla Biennale di Dakar del 2000[5]. Resto-rue, 2001-2002. Strumentazione da cucina realizzata per potenziare e professionalizzare i 05/04/2011 17:05 Sandrine Dole - Wikipedia 2 sur 3 http://it.wikipedia.org/wiki/Sandrine_Dole restaurante de rue (ristoranti di strada), attività del settore informare in Camerun. Il progetto è stato realizzato con una borsa di Queslen-Cnam e FIPC-Unesco[6]. 2004. Design di interni e linea di mobili per Création + in Camerun. Allestimento dell'esposizione di design Fil conducteur, 2005. Progetto realizzato per il Centro culturale francese di Douala[7]. Pidgin, 2004-2007. Collezione di ceramiche realizzata per Akkal in Camerun e Marocco[8]. La collezione è stata esposta all'interno dell'esposizione internazionale itinerante Made in Africa[9]. Croisée, 2005-2007. Collezione di mobili realizzata in Camerun. L'Ombre verte, Collezione di mobili in edizione limitata per Akkal realizzati in Camerun e Marocco. Questa serie di mobili nascono per creare ambienti vegetali. L'Arche, 2006-2007. Segnaletica urbana per siti storici realizzata a Douala all'interno del progetto Douala ville d'art et d'histoire promosso da doual'art[10]. Brique de vert, 2008. Collezione di vasi da giardino impilabili e realizzati in Marocco. Dar Maalma II, 2009. Allestimento della fiera di artigianato promossa dall'associazione Bouregreg in Marocco. Trait d'union, 2009. Collezione di prodotti per la casa e di moda realizzati in Madagascar all'interno del programma Madacraft d'Ethnik.org et Planetfinance. Allestimento di due stand del SIAO Salone dell'artigianato di Ouagadougou in Burkina Faso, 2010. Gli allestiment sono stati realizzati per il programma RC-Tec di Safem-APCM-Guilde-Ethnik.org. Contrast city, 2011. Collezione di prodotti per la casa realizzati in caucciù di recupero e creati attraverso una filiera di commercio equo in Marocco. Attività didatticaLe attività didattiche di Sandrine Dole sono orientate alla professionalizzazione di artigiani e al potenziamento delle loro produzioni. Sandrine Dole ha tenuto corsi e realizzato strumenti di formazione in Camerun, Marocco e Niger su commissione di Unesco, Association Bouregreg, ADS, Artisancoonect, Fondazione Zakoura, ITC-ONU, RC-Tec du Safem-GuildeAPCM-Ethnik.org. 1. ^ Design made in Africa, Catalogue d'exposition, Co-édition Jean-Michel Place/Afaa, France, 2004. 2. ^ C. Thiam, Journée de réflexion : l'avenir du design africain menacé, Le Quotidien, Sénégal, 13/05/10; Y.A. Ndiaye, Journée du design, Quotidien événementiel, Dak'art actu, Sénégal, 11/05/10. 3. ^ C. Huon de Penanster, Artisane partisane du design in La Tribune de Marrakech" Journal trimestriel, Rubrique Déco-Visions d'intérieur, Maroc, 2e trimestre 2009. 4. ^ Danièle Diwouta-Kotto (photo-graphisme Sandrine Dole), Suites architecturales: Kinshasa, Douala, Dakar , Edition VAA, 2010. L'opera è concepita come la prima pubblicazione della collana D'architetures & d'Afrique. 5. ^ Dak'art 2000 - Biennale de l'Art africain contemporain, Catalogue d'exposition, éditions Eric Koehler, France, 2000. 6. ^ Luisa Sandrone, C'è un’altra Africa in "Famiglia Cristina", n°36, 2006; Y. Monkam, Pourquoi pas des ustensiles en céramique ? in 7. 8. 9. 10. "Amina", Rubrique Réussir, Cameroun, n°394, 2003; Iolanda Pensa, Pentole d’Africa - Virtù e curiosità di un oggetto povero ma vitale, in "Africa" 2000. ^ M. Obam, Identité : le tabouret, entre tradition et modernité, Mutations Quotidien, Cameroun, 15/11/2005. ^ C. Huon de Penanster, A chacun sa cuisine in "La Tribune de Marrakech", Rubrique Déco-Visions d'intérieur, Maroc, 2e trimestre 2009; Spécial Asie, Magazine, Maroc in "Déco actuelle", janvier-février 2008; Terre noble in "Art de vivre (ADV)", hors série, Rubrique Déco design, Maroc, 2008; Camielle Virot, La Poterie africaine, les techniques céramiques en Afrique noire, éditions Argile, collection Granit, France, 2005. ^ Design made in Africa, Catalogue d'exposition, Co-édition Jean-Michel Place/Afaa, France, 2004. ^ Danièle Diwouta-Kotto (photo-graphisme Sandrine Dole), Suites architecturales: Kinshasa, Douala, Dakar , Edition VAA, 2010, p. 58. Sito di Sandrine Dole (http://sandrinedole.free.fr/) 05/04/2011 17:05 Sandrine Dole - Wikipedia 3 sur 3 Portale Design http://it.wikipedia.org/wiki/Sandrine_Dole Portale Biografie Categorie: Designer francesi | Nati nel 1976 | Designer marocchini | Designer camerunesi | [altre] Ultima modifica per la pagina: 17:29, 6 mar 2011. Il testo è disponibile secondo la licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo; possono applicarsi condizioni ulteriori. Vedi le condizioni d'uso per i dettagli. Wikipedia® è un marchio registrato della Wikimedia Foundation, Inc. 05/04/2011 17:05 Rubber recycling | Design Indaba 1 sur 2 (/) http://www.designindaba.com/news-snippet/rubber-recycling INSPIRE (/VIDEO) INTERACT (/CONFERENCE/HOME) INDULGE (/SHOP) Search LOGIN (HTTP://WWW.DESIGNINDABA.COM/USER/LOGIN/LIGHTBOX2) MY CART (/CART) CREATE ACCOUNT (/USER/REGISTER) NEWSLETTER (#NEWSLETTER-57) INSPIRE / NEWS & ARTICLES LATEST NEWS & ARTICLES Posted on April 4th 2011 (/news-snippet/wings-milan2011) (/newssnippet/wings-milan2011) (/news-snippet/wings-milan2011) A tyre rubber recycling programme in Marrakesh sees this material being turned into beautiful and useful objects. (/news-snippet/20q-karin-fong) (/newssnippet/20q-karin-fong) (/news-snippet/20q-karin-fong) MORE NEWS & ARTICLES (/NEWS-ARTICLES) RELATED CATEGORIES (#) Contrast City is a sustainable development initiative in Marrakesh, Morocco, aimed at finding a viable, productive use for tyre rubber waste. Initiated by a French fair trade importer, the project is managed by Sandrine Dole (http://sandrinedole.free.fr/), a designer specialising in handcraft. She manages the entire process, from organising the supply of the recycled raw materials to standardising production. Email Recommend Tweet Share The production process came to involve local natural raw materials like wool that worked to create a strong visual and tactile contrast with the rubber. The result has been a range of interesting products like waste paper baskets and scatter cushions that is set to be sold in fair trade shops in France. There are also plans to extend the range to include furniture designs. NEWS AND ARTICLES (/news-snippet/africa-remix-design) Africa Remix for design (/news-snippet/africa-remixdesign) CRAFT (/ARTICLES-NEWS/RESULTS /TAXONOMY%3A1384) GREEN DESIGN (/ARTICLESNEWS/RESULTS/TAXONOMY%3A1038) PRODUCT DESIGN (/ARTICLESNEWS/RESULTS/TAXONOMY%3A869) CONTRAST CITY (/ARTICLESNEWS/RESULTS/TAXONOMY%3A28053) SANDRINE DOLE (/ARTICLESNEWS/RESULTS/TAXONOMY%3A28052) FAIR TRADE (/ARTICLESNEWS/RESULTS/TAXONOMY%3A1940) RECYCLING (/ARTICLESNEWS/RESULTS/TAXONOMY%3A10455) RUBBER (/ARTICLES-NEWS/RESULTS /TAXONOMY%3A2473) SCATTER CUSHIONS (/ARTICLESNEWS/RESULTS/TAXONOMY%3A28054) TYRE (/ARTICLES-NEWS/RESULTS /TAXONOMY%3A9942) WASTE PAPER BASKETS (/ARTICLESNEWS/RESULTS/TAXONOMY%3A28055) WOOL (/ARTICLES-NEWS/RESULTS /TAXONOMY%3A2740) DESIGN SNIPPET (/ARTICLESNEWS/RESULTS/TAXONOMY%3A1018) MARRAKESH (/ARTICLESNEWS/RESULTS/TAXONOMY%3A17114) MOROCCO (/ARTICLES-NEWS/RESULTS /TAXONOMY%3A727) The world’s first major exhibition on cutting-edge African design, New News Snippet Africa opened at the 2007 INDEX... 05/04/2011 11:42 Lequotidien.sn - Quotidien national sénégalais - JOURNEE DE REFL... 1 sur 3 http://www.lequotidien.sn/index2.php?option=com_content&task=vie... 13-05-2010 Une Journée de réflexions sur le design en Afrique a été organisée, lundi, dans le cadre de la Biennale des arts africains contemporains. Pour combler le Salon du design qui n’a pas eu lieu cette année, il a été question pour les différents participants de discuter et d’échanger sur les rétrospectives et l’avenir du design en Afrique et particulièrement dans la Biennale. Par Coumba THIAM A la place du Salon du design, cette année la Biennale des arts contemporains a accueilli une Journée de réflexions sur le design. Cette rencontre s’est déroulée, lundi dernier, au musée de l’Ifan. Entre designers et architectes, différents acteurs intéressés par ce domaine se sont regroupés pour discuter et échanger sur le design et son avenir au Sénégal. Le fait qu’il n’y ait pas eu de Salon du design cette année est pour Annie Jouga, architecte et designer autodidacte, une chose regrettable mais non négative. Pour elle, «cette année aurait été pire que les précédentes et c’est pour ça qu’on a organisé une Journée de réflexions». L’architecte ajoute qu’elle est «triste mais en même temps heureuse qu’il n’y ait pas de salon. Parce que je sens qu’on a eu plusieurs salons et c’était l’occasion de montrer que le design existe. Mais j’ai vu le Salon du design ces deux dernières éditions s’appauvrir et je me suis dit qu’il fallait recentrer les choses pour pouvoir relancer la problématique sur le design». Cette journée était riche en échanges et explications sur le métier de design qui reste encore un domaine à l’état de balbutiement en Afrique. Beaucoup de gens ne comprennent pas ou ne savent pas réellement à quoi il sert et quel est son intérêt. C’était donc une manière pour les spécialistes de redonner de l’élan au design, ce en supprimant le Salon pour mieux faire comprendre le concept du design en Afrique et particulièrement au Sénégal. Cet appauvrissement du Salon du design, Annie Jouga l’explique par une vision assez «personnelle», elle estime qu’il y a «de brillants designers mais il y a beaucoup d’individualités. Après avoir exposé plusieurs fois au niveau du Salon du design de Dakar ils se sont tous propagés comme des satellites afin de faire leur voie. Et au fur et à mesure, on a senti qu’il y avait une moins bonne qualité à la Biennale alors qu’il y a de bons designers qui exposaient à l’étranger». C’est ce manque d’engouement envers le design qui a valu la 14/05/2010 19:01 Lequotidien.sn - Quotidien national sénégalais - JOURNEE DE REFL... 2 sur 3 http://www.lequotidien.sn/index2.php?option=com_content&task=vie... suppression du Salon cette année et à la place, une Journée de réflexions qui n’a regroupé que trois designers alors qu’«on a essayé il y a deux mois de coordonner avec les designers et il n’y a que trois qui ont répondu et avec ce nombre on ne peut pas faire une rétrospective sur le design», souligne l’architecte. Ainsi pour la pérennité de ce métier encore en retard en Afrique les designers appellent à l’unité pour qu’il y ait un salon du design à la Biennale prochaine. Aussi, beaucoup de thèmes ont été abordés comme l’application, production, diffusion et utilisation du design ou encore les questions fréquemment posées sur le design ici et ailleurs. Le premier thème, présenté par Sandrine Dole, designer française, à fait l’objet d’une exposition sur une sélection de projets réalisés ou en cours de réalisation dans plusieurs pays africains. Dans les projets présentés, on remarque surtout que le design se préoccupe du bien être des populations. Tous les projets visent à une amélioration du style de vie des gens et ce, en s’appuyant souvent sur des objets purement traditionnels. Sandrine Dole souligne que «ce sont des projets de créations pour susciter l’intérêt des utilisateurs et aussi des institutions. Par exemple au Maroc les produits cosmétiques sont de très bonne qualité et grâce aux emballages qu’on a développés là-bas, ils ont pu bien vendre leurs produits au-delà du Maroc». Le designer n’est pas un artiste mais se sert de l’art comme outil ou pour la représentation d’un objet. Pour Maurille Lariviere, designer industriel français, le designer est un altruiste, il y a dans le design un retour sur la fonction et non sur l’esthétique de l’objet. Pour être designer il faut au minimum cinq années d’études. Au Sénégal, jusqu’à nos jours, il n’y a pas d’écoles de design alors que c’est un métier qu’on ne peut pas vraiment appliquer sans une formation adéquate. Confirmation de Bibi Seck, designer sénégalais qui explique : «Tout le monde dit qu’il n’y a pas de designer en Afrique mais le problème c’est qu’il n’y a pas d’école de design au Sénégal alors que pour développer le design il faut des écoles.» Et ajoute d’un air désolé, «si on ne forme pas de designers d’autres viendront le pratiquer à notre place». Une seule école de design existe au Mali, qui est nommée Balla Fasséké Kouyaté. Son directeur Abdoulaye Konaté espère «créer un réseau avec toutes les écoles de design d’Afrique pour ensuite rejoindre le réseau européen». Mais pour cela il faudrait que les pays africains s’investissent davantage dans ce secteur qui est de plus en plus en avance dans les pays développés et qui intéresse beaucoup de jeunes africains souvent obligés d’aller faire des études ailleurs. A défaut, ils deviennent des designers autodidactes, ce qui est très difficile. [email protected] 14/05/2010 19:01 Les artisanes de Babiadey racontent leur bonheur http://www.safem.info/index.php?option=com_content&view=article&id=69:les-artisanes-de-babiade... recherche... Accueil Actualités Présentation Accueil Actions Editions RC-TEC Actions Répertoire Presse Partenaires Les artisanes de Babiadey racontent leur bonheur Écrit par Paul Armand MENYE Vendredi, 24 Décembre 2010 09:11 Une équipe constituée des responsables de la Guilde, du SAFEM et de l'assistance formatrice de Dosso s'est rendu à Babiadey afin d'y rencontrer les femmes bénéficiaires de la mission d'appui technique réalisée en avril 2010 dans le cadre du projet RC-TEC et d'évaluer avec elles l'apport concret de cet appui. Après avoir été reçue par le chef de village qui s'est montrée particulièrement satisfait des premiers résultats du projet RC-TEC, c'est à l'école que s'est tenue la séance de travail avec les femmes. C'est dans cette même école que s'était déroulé la mission de Sandrine Dole, Designer professionnelle envoyée par l'APCM pour une mission de compagnonnage avec les femmes de Babiadey et Guiladje, deux localités de la région de Dosso. En face des femmes, Olivier Mouzay, coordonnateur des projets de la Guilde (France), Paul Armand MENYE, coordonnateur de la Guilde au Niger, Yacouba Mohamadou, chargé de projet au SAFEM et Gountou Soumana, présidente régionale des femmes artisanes de la région de Dosso et Assistante formatrice pour les misions d'appui à Dosso. 1 sur 3 07/01/2011 16:18 Les artisanes de Babiadey racontent leur bonheur http://www.safem.info/index.php?option=com_content&view=article&id=69:les-artisanes-de-babiade... Rapidement et après de chaleureux mots de bienvenus, l'ensemble des participants a passé en revue la dernière mission et ses résultats au stade actuel. Les femmes de Babidey ont exprimé une grande satisfaction quant à l'appui reçu en avril 2010 avec Sandrine Dole. Elles ont expliqué cet appui avait permis d'améliorer la qualité de leur travail. Aujourd'hui, leur chiffre d'affaire a considérablement augmenté du fait que les clients préfèrent désormais leurs produits )à ceux de leurs concurrentes. Les prix des produits n'ont pas augmenté, mais les quantités vendues ont beaucoup augmenté. La mission d'appui a donc permis de se positionner sur certains marchés comme Torodi où désormais elles réussissent à vendre en quantités très importantes les produits traditionnels qui sont nettement mieux finis aujourd'hui. Pour ce qui est des nouveaux produits, les femmes avouent ne les reproduire que pour les commandes. Et dans ce cas aussi, les affaires vont bien puisqu'elles ont commencé à recevoir des commandes et à vendre. Sur ces produits, les marges sont plus importantes, la clientèle plus exigeante et aussi plus internationale. Mais elles ont maitrisé les techniques et sont capables de répondre aux interlocuteurs les plus rigoureux. 2 sur 3 07/01/2011 16:18 La vannerie en région Djerma : Un genre artistique, une façon de s’exprimer Posté par Assane Seydou le 5/19/10 • Dans la catégorie Tout ce que vous avez toujours voulu savoir sur le Niger La natte, l'un des principaux articles de la vannerie nigérienne Dans le temps, et jusqu’à récemment, la vie des sociétés nigériennes était modulée par les produits artisanaux. Ainsi, tous les ustensiles portaient d’une manière ou d’une autre la marque des vannières – la vannerie étant l’œuvre des femmes. Dans certaines régions, les régions Djerma notamment, en plus d’être utilitaire, les produits de la vannerie constituent un langage. Les matières premières les plus utilisées par les Djerma sont les feuilles du palmier doum (kongou) utilisées seules pour fabriquer des nattes, des chapeaux (bonfandou), ou avec de la paille pour obtenir certains ustensiles comme les vans (qui servent à vanner). Souvent, c’est cette paille ou encore certaines tiges de mil qui, liés ensembles, forment une natte spéciale utilisée, soit pour construire des cases ou confectionner des rideaux devant les cases. On les utilise également pour tapisser les murs, pour créer des ustensiles de conservation (degara) que l’on accroche au pilier de la case. Bref, la palette des objets et produit de la vannerie est très large. Cependant, les produits les plus connus sont certainement les nattes utilisées partout. Un mode d’expression Dans les régions Djerma, les créations de la vannerie sont plus que de simples créations artistiques. Elles constituent une véritable façon de s’exprimer. La principale création en la matière c’est bien la natte que les femmes utilisent pour exprimer leurs sentiments. Ainsi, explique Yolley, une septuagénaire vivant à Niamey et qui a eu à utiliser ce genre de natte et qui garde toujours une natte en réserve, « lorsque dans une famille vous recevez un invité, il est de coutume, non pas de lui donner une chaise, mais une natte. C’est généralement l’une de ces fameuses nattes blanche dite Sayi tangara (la natte de Say) qui est toujours mise de coté pour de telles occasions ». Puis vient les nattes genres ni ké bio ni ké kuara (ton pied noir, ton pied blanc), une natte blanche également qui sera cependant tissé en son milieu avec une bande noire, de manière à lui donner une forme de pointillés noirs. Ce genre de natte, explique toujours la vieille Yolley, « était essentiellement utilisé dans le temps par les jeunes filles promises, pour signifier à leurs prétendant qu’elles ne les aiment pas ». Si la personne est vraiment Djerma, poursuit cette dernière, « il comprendra vite le message et ne s’avisera plus de revenir ». Dans le cadre des réalisations sentimentales, Aïssa Alzouma une artisane vannière de Guilladgé une localité situé dans la région de Dosso et réputée pour ses vannerie, amène une autre natte à messages. Il s’agit du fameux kurgne si kani tarey (mon mari ne dors jamais dehors) qui se distingue par sa beauté et sa finesse, et qui est généralement accroché bien en vue sur un pan du mur de la chambre ou de la case. Pour ce genre de natte, le message est clair : « C’est pour que tous les visiteurs constatent l’harmonie qui règne dans le couple. » Et celle‐ci de poursuivre d’un air malicieux, « pensez vous qu’un mari comblé voudrait dormir dehors, pendant que sa femmes est dans la chambre… ? » Un art de plus en plus fantaisiste Cependant, de plus en plus l’on constate que la vannerie Djerma tend à céder à la fantaisie. Ce que confirme Aïssa Alzouma qui explique que : « de plus en plus les gens ont tendance à imprimer des motifs divers sur les nattes. Généralement des motifs d’animaux comme l’âne, le bœuf ou encore des motifs autres comme des avions ». Peu être là encore faudrait‐il y voir la manifestation d’un souhait, c’est‐à‐dire, des rêves et désirs de tout un chacun. Le désir de devenir riche et de posséder du bétail pour certain ou encore celui de voyager dans le cas précis. Toujours est‐il que Aïssa et se congénères, l’essentiel c’est la satisfaction du client car, « nous, nous ne sommes que des exécutantes, nous ne faisons que ce que les clients demandent ». C’est justement pour corriger cette façon de faire et pour professionnaliser le secteur, que les vannières se regroupent un peu partout en coopérative ou en association afin de mieux s’organiser, mais également pour bénéficier de l’expertise de certains coopérants étrangers afin de rehausser la qualité de leurs produits. C’est le cas notamment de Sandrine Dole une désigner professionnelle qui a séjournée récemment, pendant une vingtaine de jours à Babiadey (Dosso) afin d’inculquer son savoir aux femmes de cette localité et de Guiladjé. De nouvelles techniques pour améliorer la qualité du produit En fait, explique Sandrine, « notre objectif c’était d’aider ces femmes à améliorer la qualité de leurs produits, notamment des finitions, en créant des objets divers, créatifs et innovants tout en augmentant leur taux de vente auprès d’une clientèle nationale, voire internationale ». En effet, poursuit‐elle, « ces femmes sont d’habiles artisanes, mais elles semblent ne pas avoir conscience des potentialités qui s’offrent à elles. Je me souviens, lorsqu’il s’est agit de donner de nouvelles formes aux paniers, elles savaient faire des paniers ronds, mais qu’elles ne savaient pas les faire ovales. Cela a été une belle expérience lorsqu’elles se sont rendu compte qu’elles pouvaient sortir du carcan traditionnel et faire de belles choses. » Ce qui est certain, la vannerie nigérienne a de beaux jours devant‐elle et les artisanes vannières y trouveront plus qu’un simple passe‐temps ou une activité de subsistance, mais bien une activité lucrative, vu le regain d’intérêt dont le secteur est l’objet. Assane Seydou http://www.medianiger.info/2010/05/la-vannerie-en-region-djermaun-genre-artistique-une-facon-de-s%E2%80%99exprimer - Plans techniques de la designer - Consultation studieuse - Le tribunal à travers son arche de présentation Les Arches du temps Dans un environnement quelque peu abandonné par les pouvoirs publics, seules les initiatives privées inventent le quotidien collectif. "Douala, ville d'art et d'histoire", initiée par l'association Doual'art, est une de ces interventions. L'objectif est de faire découvrir le passé de la ville par la signalisation des sites historiques. Le mobilier urbain proposé est implanté, vu et approché, sans perturber davantage l'improbable équilibre de la ville. La proposition joue sur un code traditionnel toujours présent : l'arche végétale, éphémère, formée de deux branches de palmier tressées, qui signale un évènement ou un lieu, et qu'on traverse. En accentuant le rapport à l'espace, en augmentant la visibilité et en recourant à des matériaux durables, l'arche s'est ainsi faite sculpture urbaine. Six cents écoliers traversent les arches de la mémoire lors de visites guidées. Fierté de s'assumer et de s'accepter tel qu'on est. SIGNALÉTIQUE URBAINE Localisation : 30 sites dans les quartiers historiques (Bonanjo et Akwa principalement) Designer : Sandrine Dole Maître d'ouvrage : Doual'art Entreprise : Cométal Financement : Ambassade d'Allemagne, EED Période de réalisation : 2006-2010 58 http://www.peuplesawa.com/ 1 sur 2 file:///E:/sandie%20com/parutions/sites%20web/peuple%20sawa/bnn... Downloads Galeries Forums Audios Vidéos Liens Livre d´or Partenaires Contact ACTUALITE Accueil Actualité 05.05.2007 Douala : Un patrimoine culturel riche, ville d´art et d´histoire Marion Obam Mutations Régions/Peuples Historique La capitale économique du Cameroun, Douala, accueillera le Salon urbain de Douala (Sud), du 9 au 16 décembre 2007. Organisé par l´espace d´art contemporain Doual´art, la programmation du Sud n´a été possible que grâce à la tenue effective de deux symposiums Arts & Urbis à Douala en 2005 et en mars 2007. Le Sud va projeter dans l´espace urbain des oeuvres d´art, des animations et offrir des espaces d´échange et de réflexion. Un événement dont la particularité réside non seulement dans le fait innovateur qu´il imbrique dans l´espace urbain un certain nombre de réalisations artistiques, mais également parce qu´il se situe au bout d´un parcours commencé depuis 2005, quand fut lancé le premier symposium Arts & Urbis. Mais l´action se déclenche par le lancement officiel par le ministère de la Culture, en 2001, de l´inventaire du patrimoine culturel camerounais. Sawanité Le Ngondo Tourisme Littérature VIP F.A.Q Agendas Evénements Annonces Projets Abonnés "L´opération avait commencé en 2002 par la province de l´Ouest, mais nous nous sommes rendus compte que faire l´inventaire du mobilier (objet d´art) était un travail fastidieux et complexe. Il a été réorienté vers l´immobilier. La phase pré-inventaire a commencé dans le Littoral en 2004", explique Joseph Mayi Ongla, chef de service provincial du Patrimoine culturel pour le Littoral. Une opération qui avait deux objectifs, faire découvrir au camerounais quel est leur patrimoine culturel, mais aussi de faire une sélection des biens culturels susceptible de figurer sur la liste du patrimoine mondial de l´Unesco. Ce travail a permis de faire une classification d´une cinquantaine de monuments historiques de la province répartie en sept catégories : monuments et stèles, sites naturels, architectures coloniales, funéraires, palatales comme le palais Dicka Akwa, la pagode et religieuses ; enfin les structures de génie civil comme les ponts sur le Wouri et sur la Sanaga. Difficultés Ce document, qui a d´ailleurs donné lieu à une carte permettant de localiser le patrimoine immobilier à valoriser et à protéger, n´est pas encore validé. Joseph Mayi Ongla apporte des éclaircissements. "Il y a enlisement dans la procédure à cause de plusieurs paramètres. Le premier c´est que beaucoup d´objets et de sites appartiennent à des particuliers ou à des communautés. Ce qui demande des aspects juridiques importants si le gouvernement veut s´en approprier. Dans nos us et coutumes, il y a des objets qui ne peuvent pas être touchés ou transportés de peur de les désacraliser et de briser un mythe qui a longtemps entretenu la paix", explique-t-il. Il y a eu des propositions. Notamment, confier ces objets à l´Etat ou alors permettre aux détenteurs de ce patrimoine d´aménager un espace pour rendre le site ou l´objet visible et recevoir un appui technique et financier du gouvernement. Mais, jusqu´ici, elles n´ont pas encore été validées. Doual´art a décidé d´apporter sa pierre à l´édifice en mettant sur pied le projet Douala, ville d´art et d´histoire. Il s´agissait, d´après Didier Schaub, directeur artistique de Doual´art "de faire un monument devant chaque trace ancienne de la colonisation, d´un évènement heureux ou malheureux qui a marqué la vie de la cité. De saisir chaque occasion de parler d´un pan de l´histoire". Le designer Sandrine Dole a conçu les œuvres, Blaise Njoya et Lionel Manga ont rédigé les textes. Au finish, des grandes arches en fer avec une planche en plastique incrustée au milieu, qui relate les résistances et les revendications des Camerounais, et aussi le sang qui a coulé, les assassinats, les fusillades et les pendaisons. "Ce travail vise également à redonner une dignité à ces Camerounais qui ont été des acteurs méconnus ou peu connus de l´évolution de la vie de ce pays", explique Marilyn Douala-Bell Schaub, directrice, responsable des activités de développement urbain de Doual´art. La ville est un espace de vie mais aussi un lieu de passage, qui semble prôner la mobilité des individus et des flux. Certains s´arrêtent un instant, tandis que d´autres investissent plus longuement un banc, un parc ou un carrefour. D´autres encore ne font que défiler sans prêter attention à leur environnement immédiat. "Nous voulions réaliser des visuels avec ce qui existait pour fixer la mémoire de chaque Camerounais mais aussi des étrangers de passage ici", livre Didier Schaub. C´est pour cela que dans la ville de Douala, une vingtaine d´arches ont été déposées devant les bâtiments comme la villa Mandessi Bell, la Pagode, la Communauté urbaine de Douala, le Palais de Justice… SAWA Search Engine C t C t S h Gadgets fournis par Google SAWA Search Engine Create your own Custom Search Engine Gadgets fournis par Google Ouverture Artistes, architectes, promoteurs culturels, journalistes spécialisés, critiques d´art, et autres professionnels, qui ont observés la ville en mars dernier, ont effectué des recherches en vue de produire une base de données historiques, géographiques, démographiques et socioculturelles, qui vont elles même permettre de créer une vision inexplorée de la ville. Vision qui va porter des initiatives artistiques inédites pendant le Sud. Leurs travaux vont aborder des thèmes aussi divers que la mobilité ou la circulation urbaine, les sites historiques, les lieux dits, et les supports utilisés, vont de la vidéo à la peinture en passant par la photo, le son et l´écriture. Mais il est surtout question de démontrer comment l´art peut participer au développement de la communauté. Une initiative qui permettra de faire vivre et connaître le patrimoine culturel à Douala. Du moins, l´essentiel de ce qui est déjà recensé et classifié… Source: | Hits: 2636 | Téléchargez Babylon 7 Logiciel de Tradu avec Babylo Téléchargez Envoyer à des amis ! | Imprimer ! | Réagir(0) 12/12/2008 22:10 Africa On-Line - dal 1922 Rivista dei Missionari d'Africa 1 sur 3 AFRICA SETTEMBRE-OTTOBRE 2008 file:///E:/sandie%20com/parutions/sites%20web/padri%20bianchi/pa... Pentole d’Africa Virtù e curiosità di un oggetto povero ma vitale di Iolanda Pensa Intorno ad ogni pentola c’è una famiglia e una storia da raccontare… Storie di mercanti e di massaie, di artigiani e di profughi… ma anche di aerei trasformati in padelle. Leggere per credere. Clicca qui per vedere le altre copertine e poi cliccale per vederne il sommario Rivista dei PADRI BIANCHI Periodico bimestrale. Spedizione in abbonamento postale Contributo minimo: 25 € da indirizzare a: Missionari d'Africa Padri Bianchi, V.le Merisio, 17 - C.P. 61 24047 Treviglio-BG CCP 67865782 Contattaci: per informazioni [email protected] animazione missionaria [email protected] redazione: [email protected] Tel: 0363 44 726 P.I.S.A.I. Mostre fotografiche AFRICA clicca qui per informazioni Scambi-links CASA EDIT RICE POLARIS S.r.l. Libri per viaggiare Webmaster [email protected] SETTEMBRE-OTTOBRE 2008 LUGLIO-AGOSTO 2008 Siamo a Dakar, in Senegal. La signora Germaine Gueye deve comprare un paio di pentoloni nuovi e qualche attrezzo da cucina: mi chiede di accompagnarla. In pochi minuti siamo fuori dalla città, davanti ad una piccola casetta di legno sulla quale sono appese casseruole, padelle, scolapasta, cucchiai e forchettoni. Sotto la guida del proprietario dell’azienda, visitiamo il laboratorio e magazzino. La signora Gueye indica con la mano i prodotti che le interessano: tocca, esamina e seleziona più di trenta oggetti. Un po’ perplessa la seguo, immaginando che abbia cambiato idea e che abbia deciso di rinnovare completamente il contenuto della sua cucina. Finita l’escursione ci sediamo. I conti di madame Gueye Sono in mezzo: la signora Gueye ed il venditore discutono animatamente in dialetto wolof ed il venditore sta annotando alcuni prezzi usando i numeri arabi (che hanno una grafica ben diversa dalla nostra). La signora Gueye è piuttosto perplessa, non si fida di quei numeri lì ed in pochi minuti mi ritrovo con carta e penna in mano, investita dal ruolo di contabile. “Scrivi!” – annuncia solenne – “due padelle piccole 3.000 franchi, quattro pentole…”. Ora le persone perplesse sono tre: la signora Gueye sa leggere i numeri ma non le parole, il venditore ha qualche problema a decifrare la mia grafia ed io non so fare a mente tutte le moltiplicazioni e le addizioni che mi chiedono. Con l’approvazione generale giro il foglio e ricomincio: disegno i diversi prodotti, indico il numero di esemplari richiesti, il loro prezzo ed il prezzo totale… Soddisfatta annoto la somma. Ricominciano le contrattazioni. Per mezz’ora sottraggo, moltiplico, divido, aggiungo e ubbidisco. Altre contrattazioni e raggiungiamo finalmente il verdetto: la signora Gueye comprerà due pentoloni, come previsto. Mi accorgo di essere stata coinvolta in uno dei più classici tranelli del commercio: si comincia con un ordine enorme per abbassare il prezzo (più compri, più puoi chiedere sconto) e poi, una volta stabilito il totale, si acquista solo il numero di oggetti realmente necessari. La signora Gueye cammina soddisfatta verso casa. Ha comprato due pentoloni con coperchio ed una specie di scolapasta, che si può posizionare sopra le casseruole per cuocere i cibi al vapore o far sgocciolare il pesce fritto; ora il tutto andrà lavato e raschiato con cura, ed il tempo e l’uso liscerà le superfici. Ci cucinerà il tié-bou-dienne (l’immancabile e quotidiano riso con pesce senegalese), il pollo yassa (marinato al limone), un super nutriente cous-cous con crema d’arachidi o qualche ricetta messicana che le ha suggerito la sorella emigrata in Francia. L’aereo trasformato in pentole Le pentole in alluminio fabbricate artigianalmente sono le più diffuse in Africa e hanno le stesse forme di quelle marmitte che le nostre nonne usano ancora. Oggi in Italia si comprano sempre di più dei contenitori in acciaio o delle padelle antiaderenti ricoperte di teflon, ma il processo di produzione è complesso ed il prezzo è molto alto. Una pentola in alluminio è altrettanto valida: è leggera, resistente (più di una in terra cotta), può essere riparata e permette di cucinare tutte le ricette locali. Le piccole fonderie dell’Africa occidentale risalgono agli anni Sessanta e Settanta e sono debitrici degli insegnamenti degli emigrati e dell’opera degli artigiani del Mali, famosi per la loro abilità tecnica. Come racconta Sandrine Dole – designer francese e specialista nello studio negli utensili da cucina africani – la produzione di pentole in alluminio si è sviluppata contemporaneamente alla reperibilità della materia prima. Gli scarti delle industrie e la pattumiera metallica (come le lattine e i pezzi delle automobili) hanno permesso la nascita delle fonderie e, quando qualche anno fa un Boing della Cameroun Airline si è schiantato a Douala, in Camerun, il suo grande corpo si è trasformato in pentole! Ecco come nascono… La tecnica della colata nella sabbia è il processo di fabbricazione più diffuso. Prima di tutto l’alluminio viene sciolto ad una temperatura di 660 gradi centigradi: in pratica basta un contenitore di acciaio o di ghisa, un focolare e molta aria (con un soffietto o un ventilatore la temperatura aumenta rapidamente). Una volta sciolto il metallo lo si versa in una forma creata nella 12/12/2008 23:11 Africa On-Line - dal 1922 Rivista dei Missionari d'Africa 2 sur 3 TOP MAGGIO-GIUGNO 2008 TOP MARZO-APRILE 2008 TOP GENNAIO-FEBBRAIO 2008 TOP NOVEMBRE-DICEMBRE 2007 TOP file:///E:/sandie%20com/parutions/sites%20web/padri%20bianchi/pa... sabbia o nella terra argillosa. I prodotti possono essere creati liberamente, ma di solito si usa uno stampo. Per esempio, si prende una pentola, la si riempie di sabbia bagnata e la si svuota rovesciandola sul pavimento (come quando si fa un castello sulla spiaggia); si prende di nuovo la pentola e la si mette in una cassetta di legno: con la terra bagnata si riempiono bene tutti gli spazi liberi, e poi si toglie nuovamente la pentola. La forma è pronta, basta rovesciare la cassetta sopra il nostro primo cilindro – quando la terra sarà secca e dura – ed avremo lo stampo completo; l’alluminio sciolto verrà fatto colare dall’alto, in un buco creato semplicemente con un cucchiaio. Una volta che il metallo è diventato freddo e la terra intorno è stata ben battuta con un bastone, la pentola verrà liberata dallo stampo e limata. Il business delle pentole In Africa sono soprattutto le donne a cucinare con le pentole. Gli uomini preparano il tè o arrostiscono la carne sulla griglia o sulle pietre. Il pane può essere cotto anche sotto la sabbia rovente, ma per tutto il resto, e soprattutto per scaldare e bollire l’acqua, serve un contenitore da mettere sul fuoco. Possedere una pentola permette di cucinare per tutta la famiglia e permette anche di avviare un business. La maggior parte delle attività economiche africane sono informali: nascono liberamente dall’iniziativa dei singoli, sono poco strutturate e richiedono piccoli investimenti. Con una pentola una donna può trasformarsi in una ristoratrice. A casa prepara delle pietanze e poi nel suo “ristorante di strada” propone ai passanti degli spuntini o dei pasti completi. Si può anche cucinare direttamente sul posto di vendita: le piccole aziende più organizzate espongono i loro prodotti su un tavolo ed offrono sgabelli ai clienti; il servizio take away consiste nell’imballare il tutto in carta di giornale o foglie. La grande urbanizzazione dell’Africa è alla base dell’alimentazione di strada: ha creato un nuovo mercato e l’esigenza di ristoranti poco costosi per i lavoratori e soprattutto per gli uomini che sono partiti dai villaggi senza la famiglia (e quindi senza le mogli capaci di cucinare). In città gli ingredienti sono più numerosi e l’offerta dei ristornati è varia; qualcuno possiede un frigorifero e chi non ce l’ha può usare o affittare uno spazio nell’elettrodomestico del vicino di casa o arrendersi a comprare quotidianamente le sue scorte di cibo. Il futuro ? Una pentola sulla testa Le pentole sono un bene prezioso e l’unico e vero oggetto nel quale tutte le famiglie del mondo cercano di investire o hanno investito. Per capire che cosa significa possiamo soltanto provare a fare una prova con la fantasia. Immaginiamo che ci dicano che dobbiamo lasciare la nostra casa per sempre; ci dicono che dobbiamo partire subito e metterci a camminare. Non sappiamo dove stiamo andando, non sappiamo cosa ci succederà e non sappiamo se qualcuno potrà darci il suo aiuto. Se abbiamo senso pratico, prenderemo una coperta, un materasso e forse penseremo a come riusciremo a bere e a mangiare. Dove scalderemo l’acqua? Dovremo sterilizzarla? Dovremo procurarci del cibo? Forse gli aiuti umanitari ci manderanno del riso o dei cereali? Come potremo cucinarli? Ora sediamoci nel nostro comodo salotto e guardiamo un po’ di televisione. Al telegiornale sfilano le immagini dei profughi: uomini, donne, bambini in marcia che scappano e che hanno lasciato, fuggendo, la loro casa. Cosa hanno con loro? Una pentola. Non è poi un’idea così strana, se il campo di concentramento di Auschwitz ha una stanza piena di marmitte trasportate dalle vittime dell’olocausto: fa venire i brividi, perché non c’è oggetto che ricordi di più la sopravvivenza e la famiglia, non solo in Africa. L’arte in cucina Quando il design incontra le pentole Ci si può accomodare sul pentolone di Saliou Traoré del Burkina Faso (trasformato in poltroncina) o sedersi su uno scolapasta di Pape Youssou Ndiaye del Senegal (a forma di sgabello): i designer dell’Africa portano le casseruole in salotto ed altre idee in cucina. Cheick Diallo del Mali e Mohamed Yahyaoui dell’Algeria hanno disegnato servizi di posate combinando il gusto tradizionale con le tecniche più moderne, mentre il senegalese Baltazar Faye si occupa dell’arredo della sala da pranzo con stile minimalista e legni africani. La francese Sandrine Dole si è spinta oltre, inventando addirittura un prototipo di ristorante di strada, innovativo e riccamente equipaggiato con fornelli per realizzare più ricette alla volta, piani d’appoggio, contenitori per l’acqua ed un sistema di cisterna e scarico. “Spesso le aziende artigianali imitano i prodotti occidentali anche se avrebbero le potenzialità per creare nuove linee e assecondare le necessità locali” – racconta Sandrine Dole, che ha lavorato in cooperazione con associazioni camerunesi e con le donne di Douala – “Ho cercato di costruire qualcosa di nuovo insieme a chi conosce le risorse e le esigenze: il design si arricchisce nel confronto e nello scambio”. Così come l’arte e le ricette che finiranno in pentola! SETTEMBRE-OTTOBRE 2007 12/12/2008 23:11 CAMEROUN LINK : LE PORTAIL DU CAMEROUN <> CAME... 1 sur 2 file:///C:/Documents%20and%20Settings/sandrine%20dole/Bureau/ne... BN-iCOM : Présentation professionelle sur INTERNET !!! ENGLISH Google News Camerounlink A LA UNE INFORMATION Actualité Entretiens Camerounlink - Multimedia center : Musique, Radios, Actu, Videos ... Dossiers Conférences * Reportages Communiqués Publications LIFESTYLE Events VIP Galeries Audios,Vidéos,TV SERVICES DEBAT TOP L´afrique : Riche mais les africains Pauvres. POURQUOI ? [815 hits|6 Réactions] [Les meilleurs débats !] [Tous les débats !] ACTUALITE 15.11.2005 Identité : Le tabouret, entre tradition et modernité Richard Bona fait exploser Dormund [CAMEROUN LINK] [02.05.2007][1250 hits] [2 Réactions] La communication interne et externe des entreprises : Séminaire de perfectionnement. [20.06.2007] Les designers camerounais révèlent le côté utilitaire de l’objet sans couper avec le fil de la coutume. Rencontres Annonces Emplois Immobiliers Appels d´offres Annuaires Tourisme COMMUNAUTES BLOGs ONGs Lettres Débats Forum-Actu Forums classés Humour Chatcafé Livre d´or NOUS Partenaires Contact CAMEROUN21.COM : Site politique camerounais ROYAUMEBAMOUN.COM : La culture bamoun en ligne ! CAMLIONS.COM : Lions indomptables du cameroun Le portail des peuples SAWA ! Sites partenaires LA-KOLA Cameroun-onli Sites partenaires Sur le papier, le projet de Sandrine Dole et de Jules Wokam était clair, précis et même révolutionnaire: travailler autour d’un objet témoin appartenant à la mémoire collective des Camerounais et à la pratique collective des concepteurs locaux. Sortir cet objet de son état premier, la tradition, pour le faire évoluer vers la modernité. Sans pour autant le déposséder de toute sa dimension culturelle. Seul le tabouret réunissait toutes ces conditions. C’est pourquoi il a été choisi pour être le point focal du travail de l’atelier résidence, qui rentre dans le cadre de l’exposition internationale de Design made in africa (Dmia), qui séjourne au Cameroun depuis le 5 novembre 2005 et ce jusqu’au 20 novembre à la galerie Mam. 45 objets de 35 designers originaires de 14 pays africains y sont exposés. Trois semaines précédant le vernissage de Dmia, un atelier de création animé à Douala par Jules Wokam a réuni designers, artisans et plasticiens. Il leur a permis d’amorcer de nouvelles recherches sur le thème du tabouret. Au finish, Sandrine Dole a proposé une exposition baptisée «Fil conducteur» regroupant une variété de tabourets produits au Cameroun avec la particularité de mettre côte à côte une série de pièces traditionnelles et contemporaines issues des travaux de l’atelier. La salle de lecture du Centre culturel Français Blaise Cendras de Douala a été transformée pour accueillir «Fil conducteur». Quand on y entre, on sent tout de suite qu’on est dans un univers crée, tissé et aménagé pour célébrer le tabouret. Sur un tapis de petits cailloux, quatre rangées parallèles portent délicatement ces objets. La première ligne présente des tabourets bas utilisés dans les cuisines venus de Batié, de Mbalmayo, de Douala, de Maroua, de Kribi, de Buéa et Bipindi. Ici, le bambou de raphia côtoie le rotin clouté, la ESPACE PUBLICITAIRE BN-iCOM : Présentation professionelle sur INTERNET !!! pailletressée et la sculpture sur bois. Puis, le fil conduit le visiteur à une forme de message qui évolue et véhicule croyances, type d’organisation et tribus. Les objets prennent du volume et gagnent en hauteur. C’est le cas des chaises des rois et notables. Sculptés dans le bois ou dans l’os, habillés avec des cauris, des perles de verres ou plastiques ou tout simplement moulés dans la cire perdue ou dans le bronze comme ceux venus de Baham, Bandjoun et Foumban. Pour créer une rupture entre l’identité culturelle qui s’exprime à travers la représentation de ces tabourets chargés d’histoire, les designers ont travaillé à l’opposé de ces objets figés par le temps. S’affranchissant de la tradition, ils ont proposé des pièces qui répondent aux besoins précis de la société. Une démarche de création contemporaine qui brise le mythe de l’objet image pour l’objet usage. C’est ainsi que Michelle Ngangué et Stéphanie Henry ont crée le «call box». Une pièce pliable qui devient à la fois table et petits tabourets pour les clients avec une nappe en caoutchouc pour recouvrir le tout. Mélanie Luisseault à travers «la cuisine de Mélanie» a fabriqué un banc de cuisine dans lequel est incrusté une pierre pour écraser des ingrédients culinaires. Au vu des autres pièces présentées, on comprend que le parti a été pris dés le début des travaux pour dévoiler la finalité du design, qui est d’apporter des solutions utilitaires en respectant l’environnement dans lequel ce tabouret va vivre. Cependant, ce qui est important c’est que ces 50 prototypes vont être de nouveau travailler par leurs créateurs pour être reproductible en série et vendus localement mais aussi sur un marché international. L’objectif de «Fil conducteur» était aussi de faire créer des objets vendables et économiquement viables. Et d’amener les designers camerounais à comprendre qu’ils peuvent aller au-delà de la création et vivre décemment de leur travail. Rubriques: Liens rapides CL-BLOGS ! Chatroom ! Perdu de vue ! Offres d'emploi Recherches d'emploi Femme cherche homme Homme cherche femme Offres immobilières Recherches immobilières Ventes immobilières Appels d´offres Annuaire de sites Pages jaunes FOMARIC 2007 : La plus grande foire du cameroun ! Ads by Google Entretien Dr. NTONE NTONE FRITZ Dans une discussion à bâton rompu de trente minutes avec camerounlink.com, le premier magistrat de la ville de Douala a exposé les axes majeurs de son action depuis sa prise de fonction, il y a de cela 04 mois environ ! Les grands titres de l' actualité Les titres les plus lus --------------------Lions indomptables : Qui succèdera à Arie Haan ?[15 hits] Lyon / baros Suspendu Trois Matchs :Une affaire « inqualifiable »[437 hits] Lyon`s Baros gets three-match ban for nose pinching[87 hits] Lions Indomptables : Calendrier provisoire des prochains mois[252 hits] Milan Baros suspendu trois matches[65 hits] Actualité classifiée Catégories à un ami | Imprimer | Marc By Marc Jacobs See runway photos, reviews & videos from Marc By Marc Jacobs. 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