Big Brother AIDS

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Pietro Del Soldà*
Big Brother AIDS
La grande lotta tra
comunicazione ed AIDS
in Africa
A
“Un protagonista di fiction
malato d’AIDS – ha detto
Kofi Annan – può insegnare
e sensibilizzare molto più
che la ripetizione delle
statistiche pur allarmanti
sulla malattia”.
“
“Abstain, abstain, abstain, is this all we can
do against AIDS?”. Baracchino di quartiere
nello slum di Mwaize, Kampala, Uganda.
Otto della sera. Trenta, quaranta persone
hanno gli occhi incollati allo schermo di una
* Pietro Del Soldà, giornalista, ha collaborato con Radio3 RAI,
come redattore e conduttore del programma RadioTreMondo,
e con il quotidiano online il Nuovo.it.
Attualmente si occupa di ricerca e comunicazione per AMREF
- Fondazione Africana per la Medicina e la Ricerca.
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piccola tv appesa al soffitto. Sono rapiti, re chi sarà “eliminato”, aprono, dopo settimacome altri trenta milioni di africani, da un ne di tabù, uno spiraglio di realtà: parlano del
fenomeno epocale per la storia televisiva del grande flagello, dell’AIDS, che molto tempo
continente: Big Brother Africa, il
dopo le scene di sesso più osè
La
mancanza
di
Grande Fratello Africano.
fa il suo ingresso nella casa.
Il format più “global” che c’è ha informazione, l’omertà, Astinenza, come si predica in
invaso nel 2003 le case dei fortu- la discriminazione dei molte chiese, preservativi, fesieropositivi, sono i
nati africani che possono perdeltà al partner: i grandi temi
principali
nemici
mettersi un televisore, ma anche
della vita di tutti nell’Africa sub
da combattere per
i quartieri più poveri fino a ragsahariana.
frenare quella che
giungere il degrado degli slums,
Gaetano, il rappresentante
le baraccopoli in cui si concentra Kofi Annan ha definito ugandese, l’idolo mediatico
oltre il 70% della popolazione ur- “la peggiore epidemia dei suoi connazionali, il bello
che l’umanità abbia
bana.
della casa, non ci sta a vedere
mai affrontato”.
nell’astinenza una soluzione.
E nel baracchino di Joseph, giù
Ragazzi dai diversi paesi del continente, belli, fortunati, incarnano il sogno oc- a Mwaize, ai piedi di una delle tante colline
cidentale dei giovani africani nella casa del della capitale ugandese, la gente comincia a
Grande Fratello. E mentre attendono di sape- discutere.
Un esempio di “radio da baraccopoli”
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L’Uganda è conosciuto come un paese mo- solo metà della popolazione femminile sa dodello per la capacità di combattere l’epidemia ve richiedere i profilattici e il 36,2% è in grado
di AIDS attraverso la sensibilizzazione: dall’i- di ottenerli.
nizio degli anni ’90 ad oggi il tasInoltre, un insieme di forti pre“Big
Brother
AIDS”,
so di infezione da virus Hiv è
giudizi e conoscenze parziali cofilm-documentario
quasi dimezzato. L’85% della postituiscono ancora una massa cripolazione, asseriscono fonti go- realizzato a Kampala tica contro cui si deve scagliare
rappresenta una
vernative, è consapevole del peogni sforzo per contrastare l’epirisposta
positiva
ricolo e conosce almeno un medemia.
todo di prevenzione. Ma nume- all’appello di Annan. Percentuali non irrilevanti della
rosi sono anche i coni d’ombra
popolazione africana, ad esemdella strategia antiaids del governo di Yoweri pio, conoscono l’AIDS ma credono che non
Museveni: soltanto il 7% delle donne ed il 15% vi sia modo per evitare il contagio, mentre
degli uomini fa regolare uso del preservativo, una donna su 4 non sa che anche una perso-
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na dall’aspetto sano può essere sieropositiva.
A ciò va aggiunto il persistere di pratiche tradizionali che aumentano la diffusione del virus. “La wife inheritance – racconta Vincent
Oketcho, direttore della sezione ugandese di
AMREF, la principale organizzazione sanitaria
dell’Africa orientale – che obbliga le vedove
ad essere ereditate da un parente del defunto,
o ‘ripulite’ attraverso un rapporto sessuale con
personaggi che per mestiere si dedicano alle
donne rimaste senza marito, sono ostacoli culturali alla nostra battaglia”.
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Henry Hudson Luyombya, 23 anni, protagonista del film-documentario
“Big Brother AIDS”, lavora come volontario per TASO, la principale
organizzazione locale impegnata oggi in Uganda
nel sostegno psicologico e sociale di oltre 20mila sieropositivi
Foto: AMREF/Nico Marziali
Kampala.
L’attesa per il test del virus Hiv, in un centro slum di AMREF
La mancanza di informazione, l’omertà, la
discriminazione dei sieropositivi, sono i
principali nemici da combattere per frenare
quella che Kofi Annan ha definito “la peggiore epidemia che l’umanità abbia mai
affrontato”.
E proprio il Segretario Generale dell’Onu, il
15 gennaio di quest’anno, lanciando la
Global Media AIDS Initiative, ha rivolto ai
network della comunicazione mondiale un
appello perché agiscano come protagonisti
della lotta all’AIDS, denunciando il silenzio
“contagioso come la malattia”.
Creando programmi ad hoc, distribuendo nei
palinsesti informazioni utili alla prevenzione
e alla lotta contro l’emarginazione dei sieropositivi, che devono invece costituire la
prima linea di questa lotta in ogni comunità,
sia nella prevenzione sia nell’incoraggiamento, laddove è economicamente possibile, a
seguire le terapie antiretrovirali.
Tutti i settori della comunicazione, a livello
globale e locale, devono agire in questa direzione. “Un protagonista di fiction malato
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sensibilizzare molto sessuale non a rischio; un’esclusiva attenzione
più che la ripetizio- alla prevenzione attraverso l’uso del preserne delle statistiche vativo, che tende a non considerare l’AIDS
pur allarmanti sulla anche come un problema economico, sociale,
malattia”.
morale… Questi sono alcuni dei principali fatAlcuni leader delle tori di debolezza di molte campagne mediatigrandi catene televi- che antiaids svolte fino ad oggi.
sive mondiali hanno risposto all’ap- “Big Brother AIDS”, film-documentario reapello, promettendo anche la produzione di lizzato a Kampala da Paolo Novelli e Giulio
programmi antiaids da rivendere poi a basso Cederna, prodotto da AMREF Italia e
costo alle reti televisive africane. Staremo a Mestiere Cinema, che racconta, tra le altre, le
vedere. Certo è che la comunicazione antiaids vicende di Gaetano e della sorella Nkiinzi,
promossa dai grandi media dovrà correggere conduttrice di un programma radiofonico
molti dei difetti che fino ad oggi l’hanno con- antiaids, rappresenta una risposta positiva
traddistinta, come testimoniano analisi svolte all’appello di Annan.
da UNAIDS e dalla Rockfeller Foundation: Una risposta che viene anche dalla Rai, dal Diuna mancata contestualizzazione dei messag- rettore di RaiTre Ruffini che ha creduto in quegi di prevenzione rispetto alle diverse realtà st’operazione e ha voluto trasmettere il film in
sociali e geografiche in cui il pubblico si tro- seconda serata, una domenica di febbraio.
va a vivere; l’idea che le scelte sessuali da cui
dipende il diffondersi dell’epidemia si basino “Un pugno nello stomaco alla nostra distrasu decisioni libere e razionali dell’individuo, zione, uno schiaffo alla nostra coscienza”, cosenza badare, anche
laddove non c’è coCherise Makubale dallo Zambia, che dopo 106 giorni nella Big Brother Africa Houstrizione, alle componenti soggettive, emose si è aggiudicata il titolo e un assegno da 100.000 dollari; Gaetano, il 31enne sexzionali, non razionali,
simbol ugandese, attardato studente che ancora vive nella ricche strutturano la vita
ca casa di famiglia a Kampala e che ha infiammato i cuori dei
sessuale di ognuno, e
suoi connazionali, anche con i dettagli della sua lovestory con la
su cui un messaggio
troppo
oggettivo,
“housemate”; il 22enne namibiano Stefan Ludik, l’unico
chiaro ed esplicito po“bianco” dei magnifici 12 eroi che hanno dominato i telescherco può influire; apmi africani nella prima edizione continentale del Grande Fratello.
procci comunicativi
Un gioco dell’Africa ricca che ha però ottenuto un successo trasversale, almeno laddobasati sulla pianificave si ha accesso ad uno schermo televisivo. Un successo pari se non superiore, fatte le
zione familiare che si
rivolgono principaldebite proporzioni, “Digital Divide” permettendo, a quello riscosso nel mondo ricco: un
mente alle donne, lavero tifo da stadio accompagnava le serate in cui si decretavano le eliminazioni, mensciando a loro il peso
tre tanti giovani hanno visto nel proprio connazionale della House un vero idolo da imidi pretendere dagli
tare. Per chi volesse saperne di più, e magari registrarsi alla Big Brother Africa Comuomini una condotta
munity, www.bigbrotherafrica.com
L’AIDS in Africa non
è solo un problema
sanitario, è un
fenomeno che
attraversa tutti i
settori della vita
sociale, economica,
familiare.
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me scrive Sebastiano Messina su Repubblica, nel continente: la comunità. Una comunicama anche una testimonianza di positività, di zione “spontanea”, dal basso, “informale”
reazione vitale e spontanea di una società ci- che, come nel caso delle innumerevoli radio
vile africana che sa creare comunicacomunitarie, con tecnologie
È
una
lotta
zione dal basso.
minimali, dal cuore della fasce
titanica, quella
È questa la storia di Straight Talk
più povere delle società africaRadio, la radio di Kampala “che tra comunicazione ne lotta per costituire nuove
ed AIDS...
parla chiaro”, raccontata nel docureti associative, nuove sfere di
mentario, e dei club di giovani ascolappartenenza, nuovi legami
tatori che si riuniscono per discutere i temi comunitari, rappresenta una lotta efficace
trattati, per aiutare anziani e disabili negli all’AIDS, anche laddove non parla esplicitaslums, per sensibilizzare sull’importanza di mente dell’epidemia.
un ambiente sano.
È una lotta titanica, quella tra comunicazione
ed AIDS, che si svolge dunque sia al livello
L’AIDS in Africa non è solo un problema “alto” della televisione e della comunicaziosanitario, è un fenomeno che attraversa tutti i ne globale, sia al livello più “basso” delle
settori della vita sociale, economica, familia- radio comunitarie (che in Uganda rischiano
re: è “il lato oscuro della vita”, causa ed effet- di sparire per pochi Euro di tasse da pagare),
to al tempo stesso delle principali manifesta- e delle altre forme di comunicazione “sponzioni della povertà africana.
tanea”. Un’attenzione reale ad entrambe è,
!
Come tale, l’AIDS è legato da un rapporto di forse, l’unica via da percorrere.
causa, ma anche di effetto, alla disgregazione
del tessuto su cui da sempre si regge la vita Una ex prostituta che fa sensibilizzazione antiaids tra le ex colleghe
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