dell`ospedale - Ospedale Niguarda

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dell`ospedale - Ospedale Niguarda
ANNO
3 - NUMERO 6
Dicembre 2008
Poste Italiane SpA - Sped.abb.post. Dl n 353/2003 - art 1 (comma1) D&B Milano - DISTRIBUZIONE GRATUITA
> EDITORIALE
Lezione Magistrale di
Papa Benedetto XVI
...guarire la persona malata...
...alleviare i sintomi dolorosi...
...prendersi cura della persona
malata in tutte le sue umane
aspettative...
ari lettori, in questo numero ho
voluto recuperare un prezioso
intervento di Papa Benedetto
XVI rivolto ad operatori sanitari. Il
Santo Padre, meglio di chiunque altro,
mi pare dica con le sue parole qual è il
nostro compito di “operatori della
cura”. Da parte mia, mi limito a ringraziare tutti Voi per la collaborazione offerta nel 2008. Voglio inoltre porgere a
Voi e alle Vostre famiglie i più sinceri
auguri per un sereno Santo Natale e un
felice 2009.
Vi auguro inoltre una buona lettura:
tante sono le notizie che troverete nel
nostro giornale, molte dicono della ricchezza della vita del nostro Ospedale.
Pasquale Cannatelli
Direttore Generale
C
Le parole di Papa Benedetto XVI
in occasione dell’udienza ai partecipanti al 110° Congresso Nazionale della Società Italiana di
Chirurgia (20.10.2008)
llustri Signori, gentili Signore, sono
lieto di accogliervi in questa speciale Udienza, che si svolge in occasione del Congresso Nazionale della
Società Italiana di Chirurgia. Rivolgo
a tutti e a ciascuno il mio saluto cordiale, riservando una speciale parola
di ringraziamento al Prof. Gennaro
Nuzzo per le parole con cui ha espresso
i comuni sentimenti ed ha illustrato i
lavori del Congresso, che vertono su un
tema di fondamentale importanza. Al
centro del vostro Congresso Nazionale
vi è infatti questa promettente e impegnativa dichiarazione: “Per una chirurgia nel rispetto del malato“.
I
...SEGUE A PAGINA 2
Da sinistra: Pasquale Cannatelli, Manfredi Palmeri, presidente del Consiglio Comunale, il sindaco Letizia Moratti e Annalisa Roscio, responsabile del Di Capua
Il sindaco Letizia Moratti si congratula
con Mario Melazzini
Angelo Vescovi
> UN OSPEDALE PLURIPREMIATO
Una pioggia
di medaglie
Il Presidente Formigoni e il
Sindaco Moratti, in due occasioni
importanti, premiano opere e
professionisti del Niguarda
egli ultimi 2 mesi Niguarda è stato
al centro di alti riconoscimenti.
Tutto è iniziato il 28 novembre
quando, durante la undicesima convention
dei direttori di Regione Lombardia, il Presidente Formigoni ha premiato l’Ospedale Niguarda per la realizzazione del
Nemo, il Centro Clinico per le malattie
neuromuscolari, quale esempio concreto
di sussidiarietà. Poi, solo pochi giorni fa,
N
> CARDIOLOGIA
Milano ha detto grazie al nostro ospedale
durante la cerimonia della consegna degli
Ambrogini d’oro, il massimo riconoscimento che il Comune di Milano assegna
agli enti che sanno distinguersi per le loro
attività.
Il 7 dicembre il Sindaco Moratti ha assegnato un Attestato di Benemerenza Civica
e due Medaglie D’oro ad un Servizio e a
due collaboratori di Niguarda che, con la
> TUMORE COLON-RETTO
Sta bene il bimbo con cuore artificiale Ricerca, nuove armi
contro la resistenza
A quasi un mese dall’impianto di un cuore artificiale
il piccolo respira in autonomia
ai farmaci
della strada verso la gua“Per ora è stabile – rassicura Luigi Martinelli, Luigi Martinelli
rigione. Ha solo 13 mesi
direttore della Cardiochima è ormai un veterano
dell’ospedale, a causa di
rurgia dell’ospedale – Al
una rara malattia conmomento gli abbiamo
genita al ventricolo sinitolto il respiratore ed è in
stro che, da quando è
grado di respirare autoneonato, lo ha già messo
nomamente, mangia dal
molte volte in pericolo di
biberon, gioca con i suoi
vita. L’unica speranza
pupazzi, a volte piangiucchia. Con lui ci sono sempre i suoi per il piccolo sarebbe il trapianto di
genitori, compatibilmente con l’attività cuore: ma si sa, non è facile reperire un
organo, nonostante il bimbo sia in lista
della struttura di rianimazione”.
Il bimbo marocchino a cui è stato im- d’attesa in tutta Europa quasi dalla napiantato un cuore artificiale il 17 no- scita, e spesso bisogna aspettare dei
vembre scorso a Niguarda, ce l’ha fatta mesi.
CONTINUA A PAGINA 5
a superare questa prima difficile fase
Il Presidente Roberto Formigoni con,
da sinistra, Pasquale Cannatelli,
Mario Melazzini, direttore scientifico
del centro Nemo e Alberto Fontana,
presidente della Fondazione Serena.
Individuato un altro marcatore che
predice l’efficacia delle cure
iamo al fronte dell’oncologia dove
medici e ricercatori
internazionali negli ultimi
anni si impegnano per elaborare le cosiddette terapie
molecolari, cioè farmaci in
grado di colpire il tumore direttamente su un bersaglio per spegnerne la proliferazione. La questione non è solo trovare il bersaglio giusto ma
anche le strategie per aggirare la resistenza che il
tumore oppone ai farmaci. Per il cancro colon-rettale è stato individuato un nuovo gene chiamato
BRAF che, se mutato, genera farmaco-resistenza
S
loro attività, promuovono l’impegno sanitario e sociale dell’ospedale sul territorio
lombardo. L’Attestato di Benemerenza è
andato al Centro di Riabilitazione Equestre “Vittorio Di Capua” per l’attività
svolta. Lo sottolinea la motivazione ufficiale del premio: “Trasformare in un gioco
bellissimo quello che potrebbe essere un
gravoso impegno...
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Trapianti di fegato:
Niguarda a quota 1.000
L’équipe di Luciano De
Carlis celebra il 1000esimo
trapianto con il nuovo
intervento “domino”
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nei pazienti trattati con anticorpi monoclonali
(in questo caso, cetuximab e panitumumab), i ‘proiettili’ che sono oggi in prima linea nel trattamento
di questi tumori solidi. La scoperta, pubblicata sul
Journal of Clinical Oncology (10 novembre
2008) e accompagnata da un editoriale di elogio, è
l’ennesimo passo in avanti compiuto dall’èquipe
di Salvatore Siena, direttore dell’Oncologia Medica Falck dell’ospedale che collabora dal 2003
con Alberto Bardelli delll’IRCC (Istituto Ricerca Cura Cancro) di Candiolo nel progetto di
ricerca di marcatori predittivi di beneficio clinico
a terapia molecolare per i tumori solidi.
CONTINUA A PAGINA 2
2
Il Giornale di Niguarda
> RICERCA, NUOVE ARMI CONTRO LA RESISTENZA AI FARMACI
SEGUE DALLA PRIMA
...I risultati della ricerca confermano le aspettative: pur avendo
l’80% dei pazienti resistenti alle
cure con mutazione del gene
KRAS, il gene già individuato a
Candiolo e Niguarda nel 2006,
una frazione minore presenta il
gene BRAF mutato. A livello clinico una selezione su base genetica dei pazienti da trattare con la
terapia monoclonale permette di
evitare a chi è resistente gli inutili effetti collaterali delle cure.
Una scoperta che interessa a
molti specialisti sul piano internazionale e che apre la strada a un
approccio predittivo standardizzato per il cancro colon-rettale. I ricercatori dell’Ospedale,
cioè lo statistico Michele Miche-
latti, i patologi Marcello Gambacorta e Silvio Veronese, gli
oncologi Andrea Sartore-Bianchi e Salvatore Artale, grazie
anche alla collaborazione degli
esperti chirurghi dell’ospedale,
capitanati da Raffaele Pugliese e
Luciano De Carlis, senza i quali
non sarebbe possibile esplorare il
campo oncologico in tutti i suoi
aspetti, promettono di proseguire
gli studi. “Ci hanno appena confermato un nuovo finanziamento
dall’AIRC, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e
dell’Oncologia Ca’ Granda
Onlus (OCGO) Fondazione, per
il nuovo anno – assicura Siena –
Il prossimo passo sarà quello di
mettere insieme questi marcatori
che sono sempre stati studiati se-
paratamente. Non sappiamo se
nello stesso contesto vanno a costituire un quadro genomico preciso utile al nostro scopo
terapeutico. Servirà ancora del
tempo, ma non troppo, per capirlo.”
“Dopo una prima ricerca pubblicata nel 2005 – racconta Siena –
abbiamo notato che questi farmaci erano efficaci solo su una
bassa percentuale di pazienti. Bisognava scegliere perciò se lavorare per potenziarli oppure
capovolgere la medaglia e trovare un modo per individuare i
pazienti che non traggono beneficio dalle cure. Abbiamo così ristretto il campo d’azione per
mettere a punto terapie personalizzate”.
Segue dalla prima
> EDITORIALE
...A ragione si parla oggi, in un tempo di
grande progresso tecnologico, della necessità di umanizzare la medicina, sviluppando quei tratti del comportamento
medico che meglio rispondono alla dignità
della persona malata a cui si presta servizio. La specifica missione che qualifica la
vostra professione medica e chirurgica è
costituita dal perseguimento di tre obiettivi:
guarire la persona malata o almeno cercare di incidere in maniera efficace sull’evoluzione della malattia; alleviare i
sintomi dolorosi che la accompagnano, soprattutto quando è in fase avanzata; prendersi cura della persona malata in tutte le
sue umane aspettative. Nel passato spesso
ci si accontentava di alleviare la sofferenza
della persona malata, non potendo arrestare il decorso del male e ancor meno guarirlo. Nel secolo scorso gli sviluppi della
scienza e della tecnica chirurgica hanno
consentito di intervenire con crescente successo nella vicenda del malato. Così la
guarigione, che precedentemente in molti
casi era solo una possibilità marginale,
oggi è una prospettiva normalmente realizzabile, al punto da richiamare su di sé l’attenzione quasi esclusiva della medicina
contemporanea. Un nuovo rischio, però,
nasce da questa impostazione:
quello di abbandonare il paziente nel momento in cui si avverte l’impossibilità di ottenere risultati apprezzabili. Resta vero,
invece, che, se anche la guarigione non è
più prospettabile, si può ancora fare molto
per il malato: se ne può alleviare la sofferenza, soprattutto lo si può accompagnare
L’équipe oncologica di Niguarda
nel suo cammino, migliorandone in
quanto possibile la qualità di vita. Non è
cosa da sottovalutare, perché ogni singolo
paziente, anche quello inguaribile, porta
con sé un valore incondizionato, una dignità da onorare, che costituisce il fondamento ineludibile di ogni agire medico. Il
rispetto della dignità umana, infatti, esige
il rispetto incondizionato di ogni singolo
essere umano, nato o non nato, sano o
malato, in qualunque condizione esso si
trovi. In questa prospettiva, acquista rilevanza primaria la relazione di mutua fiducia che si instaura tra medico e paziente.
Grazie a tale rapporto di fiducia il medico,
ascoltando il paziente, può ricostruire la
sua storia clinica e capire come egli vive la
sua malattia. E’ ancora nel contesto di questa relazione che, sulla base della stima reciproca e della condivisione degli obiettivi
realistici da perseguire, può essere definito
il piano terapeutico: un piano che può portare ad arditi interventi salvavita oppure
alla decisione di accontentarsi dei mezzi
ordinari che la medicina offre. Quanto il
medico comunica al paziente direttamente
o indirettamente, in modo verbale o non
verbale, sviluppa un notevole influsso su di
lui: può motivarlo, sostenerlo, mobilitarne
e persino potenziarne le risorse fisiche e
mentali, o, al contrario, può indebolirne e
frustrarne gli sforzi e, in questo modo, ridurre la stessa efficacia dei trattamenti praticati. Ciò a cui si deve mirare è una vera
alleanza terapeutica col paziente, facendo
leva su quella specifica razionalità clinica
che consente al medico di scorgere le mo-
dalità di comunicazione più adeguate al
singolo paziente. Tale strategia comunicativa mirerà soprattutto a sostenere, pur nel
rispetto della verità dei fatti, la speranza,
elemento essenziale del contesto terapeutico. E’ bene non dimenticare mai che sono
proprio queste qualità umane che, oltre alla
competenza professionale in senso stretto, il
paziente apprezza nel medico. Egli vuole
essere guardato con benevolenza, non solo
esaminato; vuole essere ascoltato, non solo
sottoposto a diagnosi sofisticate; vuole percepire con sicurezza di essere nella mente e
nel cuore del medico che lo cura.
Anche l’insistenza con cui oggi si pone in
risalto l’autonomia individuale del paziente
deve essere orientata a promuovere un approccio al malato che giustamente lo consideri non antagonista, ma collaboratore
attivo e responsabile del trattamento terapeutico. Bisogna guardare con sospetto
qualsiasi tentativo di intromissione dall’esterno in questo delicato rapporto medico-paziente. Da una parte, è innegabile
che si debba rispettare l’autodeterminazione del paziente, senza dimenticare però
che l’esaltazione individualistica dell’autonomia finisce per portare ad una lettura
non realistica, e certamente impoverita,
della realtà umana. Dall’altra, la responsabilità professionale del medico deve portarlo a proporre un trattamento che miri al
vero bene del paziente, nella consapevolezza che la sua specifica competenza lo
mette in grado in genere di valutare la situazione meglio che non il paziente stesso.
La malattia, d’altro canto, si manifesta al-
l’interno di una precisa storia umana e si
proietta sul futuro del paziente e del suo
ambiente familiare. Nei contesti altamente
tecnologizzati dell’odierna società, il paziente rischia di essere in qualche misura
“cosificato”. Egli si ritrova infatti dominato da regole e pratiche che sono spesso
completamente estranee al suo modo di essere. In nome delle esigenze della scienza,
della tecnica e dell’organizzazione dell’assistenza sanitaria, il suo abituale stile di
vita risulta stravolto. E’ invece molto importante non estromettere dalla relazione
terapeutica il contesto esistenziale del paziente, in particolare la sua famiglia. Per
questo occorre promuovere il senso di responsabilità dei familiari nei confronti del
loro congiunto: è un elemento importante
per evitare l’ulteriore alienazione che questi, quasi inevitabilmente, subisce se affidato ad una medicina altamente
tecnologizzata, ma priva di una sufficiente
vibrazione umana.
Su di voi, dunque, cari chirurghi, grava in
misura rilevante la responsabilità di offrire
una chirurgia veramente rispettosa della
persona del malato. E’ un compito in sé affascinante, ma anche molto impegnativo. Il
Papa, proprio per la sua missione di Pastore, vi è vicino e vi sostiene con la sua
preghiera. Con questi sentimenti, augurandovi ogni migliore successo nel vostro lavoro, volentieri imparto a voi ed ai vostri
cari l’Apostolica Benedizione.
Il Santo Padre
Papa Benedetto XVI
3
Il Giornale di Niguarda
> COLLABORAZIONE NIGUARDA/PIRELLI
Formazione professionale ai colleghi rumeni
In ospedale 300 ore sulle procedure di emergenza per medici di Slatina
S
i è concluso il primo anno di attività nell’ambito del progetto di collaborazione tra l’Ospedale Niguarda e il Gruppo Pirelli per la formazione del
personale medico e infermieristico presso l’Ospedale di Slatina, in Roma-
nia.
Alle 300 ore di formazione professionale previste in questa prima fase hanno partecipato 25 medici e infermieri rumeni, svolgendo attività di medicina e chirurgia
d’urgenza, terapia intensiva, rianimazione, ginecologia d’urgenza presso le relative
strutture dell’ospedale milanese. Il progetto, della durata di 3 anni, è interamente
finanziato dal Gruppo Pirelli che ha donato all’ospedale rumeno moderne attrezzature sanitarie per la diagnostica e gli interventi in emergenza e rientra nell’ambito delle iniziative sociali a sostegno della città di Slatina, dove è stato realizzato
un grande polo industriale per la produzione di pneumatici ad alte prestazioni per
i mercati dell’Europa centrale e orientale.
Nella foto, a sinistra Raed Arafat (Sottogretario alla Sanità del Governo della Romania),
al centro Carlo Nicora (Direttore Sanitario del nostro Ospedale)
e a destra Carlo Corti, Responsabile Progetti Internazionali della Direzione
Generale Sanità della Regione Lombardia
> CENTRO NEMO
Un nuovo partner
Un momento della conferenza stampa
Arriva l’associazione Famiglie SMA
al mese di ottobre NEMO ha un alleato in più: Famiglie SMA, l’associazione di Genitori per la Ricerca
sull’Atrofia Muscolare Spinale, è entrato a far parte dei partner sostenitori della struttura. Accanto alle
quattro realtà fondatrici che hanno permesso l’apertura del Centro NEMO nel
novembre 2007 (UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare,
AISLA- Associazione Italiana Sclerosi
Laterale Amiotrofica, Telethon e A.O.
Ospedale Niguarda), il nuovo partner
conferma l’impegno della ricerca clinica
in ospedale verso la SMA, già tra le patologie neuromuscolari di cui si occupano
gli specialisti del centro.
“I risultati raggiunti dal Centro Clinico
NEMO - ha scritto Giulio Boscagli, as-
D
sessore alla Famiglia e alla Solidarietà Sociale
della Regione Lombardia, in una nota ufficiale a
commento - sono frutto dell’applicazione più autentica
del principio di sussidiarietà
orizzontale. La Regione Lombardia non può che guardare
con favore ad iniziative di eccellenza come queste che
hanno fatto del Centro
NEMO un punto di riferimento al quale è possibile rivolgersi per qualunque
necessità e informazione. La
rete da voi costruita e le partnership avviate costituiscono
per me un esempio di eccellenza della nostra regione.”
> PER INFORMAZIONI
Centro Clinico NEMO
www.centrocliniconemo.it
> FLASH
> UNA PIOGGIA DI MEDAGLIE
SEGUE DALLA PRIMA
...Con questo spirito, dal 1981, opera con pazienti affetti da disabilità motorie, psichiche e cognitive. Primo centro in Italia,
utilizza da 25 anni i benefici della riabilitazione equestre nella
cura di svariate patologie, con una particolare attenzione all’età compresa tra i 12 e i 16 anni. Luogo di integrazione e socializzazione, il centro si avvale della preziosa collaborazione
di volontari e parenti di pazienti curati nel corso degli anni.
Promuove un approccio terapeutico volto al benessere integrale della persona: anche in questo è una delle eccellenze
della sanità milanese”. Una medaglia d’oro ha premiato
Mario Melazzini, a Niguarda direttore scientifico del Centro
NEMO e presidente dell’AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica: un uomo che “affronta la malattia
con coraggio, offrendo una grande testimonianza d’amore per
la vita”, cita la motivazione ufficiale, e dalla cui attività del
centro NEMO “si rafforza la ricerca per donare la concreta
speranza di un futuro migliore a chi è stato colpito da SLA”.
L’altra medaglia d’oro è stata assegnata ad Angelo Vescovi,
direttore del Centro di Ingegneria dei Tessuti dell’ospedale
che “con il suo impegno di docente e di scienziato rende onore
al Paese e contribuisce a fare di Milano una capitale europea
della ricerca e dell’innovazione... I riconoscimenti italiani ed
esteri attestano l’unicità e il valore del suo contributo allo sviluppo delle scienze della vita e quindi al futuro dell’uomo”.
E’ il terzo anno consecutivo che Niguarda viene insignito
con l’“Ambrogino d’oro”; in precedenza sono stati premiati il Dipartimento Cardiologico De Gasperis, l’Istituto
Villa Marelli e il M.A.P.P. - Museo d’Arte Paolo Pini. Tutti
questi premi sono un segno di riconoscenza che la comunità
cittadina milanese e regionale lombarda hanno verso chi opera
nel Niguarda.
Crescere accanto
a un figlio disabile
i chiama “Oltre il naufragio” (Giunti Editore) il libro nato dalla ricerca condotta dalla
Fondazione IARD su un campione significativo di famiglie con figli affetti da SMA. L’autore,
Renato Pocaterra, ha raccolto interviste e testimonianze di genitori, sanitari e insegnanti sulla percezione e sulla gestione dei bambini con disabilità
motorie: le loro parole, commoventi e coraggiose,
raccontano le storie di chi, dopo il dolore, ha ripreso a navigare seguendo nuove rotte e sospinto
da una nuova speranza.
S
Il Giornale di Niguarda
5
> FLASH
Emergency chiama, Niguarda risponde
mergency, l’associazione umanitaria italiana per la cura e la
riabilitazione delle vittime delle guerre e della povertà, organizza incontri rivolti al personale ospedaliero per presentare l’attività sanitaria promossa in Afghanistan, Sudan,
Repubblica Centroafricana, Sierra Leone, Cambogia e Sudan.
Le locandine degli incontri saranno affisse nelle principali zone
di passaggio dell’ospedale.
E
> PER INFORMAZIONI
Emergency – sede di Milano
tel. 02881881/ fax 0286316336
(lun-ven dalle 10 alle 15)
[email protected]
www.emergency.it
> STA BENE IL BIMBO CON IL CUORE ARTIFICIALE
SEGUE DALLA PRIMA
...Un tempo che il piccolo sembrava non avere, a detta dei medici dell’equipe di Martinelli e
della Cardiochirurgia Pediatrica
diretta da Francesco Santoro,
che hanno deciso di intervenire
d’urgenza con l’applicazione di
un cuore artificiale. E’ il primo
caso in Lombardia, e solo il
cinquantesimo in tutta Italia, di
applicazione su un paziente
così piccolo. Il cuore meccanico permetterà al bimbo di sopravvivere per oltre un anno in
attesa di un cuore nuovo.
“Anche se l’intervento è andato
bene e la macchina sta facendo
il suo dovere – conclude il cardiochirurgo – la speranza per
questo bambino rimane il trapianto. Ci auguriamo che arrivi
al più presto quel giorno.”
Le neoplasie neuroendocrine,
tema di convegno in ospedale
Sono molto rare. Ancora scarsi i dati basati
sulle evidenze
i tumori
sto la diagnosi viene
Dove colpisce posta quando la malattia
neuroendoè già in fase metastail tumore
crini, cioè di
tica”.
I tumori neuroendocrini
quelle
forme
I criteri di classificazione
colpiscono 1 persona su
che originano
dei tumori neuroendo100.000 all’anno. Si
dal sistema neucrini adottati dal 2000
localizzano in diverse sedi:
roendocrino, e
dall’Organizzazione
- piccolo intestino
che nella quasi
Mondiale della Sanità, si
- retto
metà dei casi si
sono dimostrati insuffi- bronchi
accompagnano
cienti nella previsione
- colon
- stomaco
ad iperprodudella risposta dei pazienti
- pancreas
zione ormonale,
alla terapia nell’opinione
- fegato
si parla poco
di diversi gruppi di
- tiroide
perché
sono
esperti internazionali.
rari. Se ogni
Recentemente sono stati
anno in Italia sono diagnosticati proposti ulteriori criteri classifioltre 200 mila nuovi casi di tumore, cativi per disporre di nuovi elequelli neuroendocrini che colpi- menti prognostici.
scono l’intestino, la sede più fre- L’interesse degli specialisti si sconquente, non interessano più di 7 tra però con una casistica ridotta e,
persone su un milione. L’Ospedale pertanto, dati insufficienti per dare
Niguarda ha scelto di parlarne in un una spinta alla ricerca clinica.
convegno dedicato, lo scorso no- Emerge, infatti, dai registri internavembre, in cui oltre 100 medici tra zionali che l’incidenza delle forme
specialisti clinici e ricercatori si gastrointestinali è aumentata del
sono confrontati sulla diagnosi e te- 30% a fronte di una percentuale di
rapia di questi tumori, evidenziando mortalità stazionaria: ciò indica che
le difficoltà legate all’eterogeneità la diagnosi è diventata più efficace
di questo gruppo di neoplasie.
nell’individuare le neoplasie ma le
“Hanno manifestazioni diverse – cure non hanno purtroppo subito miconferma Paola Loli, coordinatrice glioramenti.
del convegno e direttore dell’Endo- “E’ necessario un aumento di intecrinologia al Ca’ Granda – caratte- resse oltre che supporto econorizzate in alcuni casi da sintomi che mico: solo così la ricerca di base
possono sfuggire al medico, proprio potrà progredire – commenta Loli –
per la loro aspecificità. Per esempio Mancano per esempio studi multise fra le forme di tumore neuroendo- centrici che sono un’importante
crino del pancreas circa la metà de- fonte di informazione per il protermina
alterazioni
ormonali gresso della ricerca. In sostanza
caratteristiche e quindi riconosci- manca un confronto tra specialisti:
bili, l’altra metà dà manifestazione è per questo che sono importanti
di sé solo in fase avanzata; per que- questi eventi di discussione”.
D
COME FUNZIONA IL CUORE
MECCANICO?
Il battito del cuore ‘vero’ viene stimolato da due pompe
esterne collegate a un compressore traportabile: una
pompa è collegata all’atrio destro e all’arteria polmonare, l’altra all’apice del ventricolo sinistro e all’aorta.
> FORMAZIONE INTERNAZIONALE
Dal Brasile a scuola di Pronto Soccorso
tto medici brasiliani hanno sostenuto un
intenso training sugli aspetti legati all’emergenza presso il nostro Ospedale. I
medici, provenienti dallo Stato di Minas Gerais,
hanno potuto approfondire le tematiche relative
al 118, al Pronto Soccorso e al Trauma Team. I
medici sono stati accolti dal direttore ammini-
O
> ENDOCRINOLOGIA
strativo Marco Trivelli e hanno avuto come tutor
Osvaldo Chiara (responsabile del Trauma Team)
e Stefania Cimbanassi, medico del Trauma
Team. La visita rientra nell’accordo con la Regione Lombardia che prevede la collaborazione
del nostro Ospedale per la realizzazione di 6
nuovi dipartimenti di urgenza nel Minas Gerais.
Il Giornale di Niguarda
6
> FLASH
Novità per la Carta Regionale dei Servizi
al 21 ottobre puoi accedere, direttamente e comodamente da casa tua, ai
numerosi servizi on line della sanità e
della Pubblica Amministrazione. Basta collegare al tuo personal computer un lettore di
smart card disponibile in edicola al prezzo di
7,50 euro con il quotidiano che preferisci.
L’accesso ai servizi on line è possibile solo
dopo il consenso al trattamento dei dati perso-
D
nali: solo così, nel pieno rispetto della privacy,
i medici curanti potranno conoscere tutta la
storia clinica del paziente e visualizzare in
tempo reale referti ed esami per offrire un’assistenza migliore e più efficace.
> PER INFORMAZIONI
800 030 606 - www.crs.lombardia.it
Attualità in cardiologia
> ELETTROFISIOLOGIA
> INTERVENTISTICA
Per quel battito in più
La fibrillazione atriale è frequente e facile la
diagnosi. Ma mancano linee guida per l’evento
acuto
’aritmia è facilmente riconoscibile a
livello clinico da un battito cardiaco
molto accelerato e irregolare e rappresenta il disturbo del ritmo più frequentemente riscontrabile, soprattutto con
l’avanzare dell’età: infatti il 3% degli accessi in pronto soccorso avviene per episodio improvviso e mal tollerato di
fibrillazione atriale. Molte le cause, da malattie cardiache a infezioni polmonari, ad
alterazioni della tiroide, che sono spesso
associate anche a scorrette abitudini alimentari e stili di vita (abuso di caffè, alcol,
droghe…)e a stress fisico-emotivi. L’aritmia si manifesta spesso improvvisamente,
senza alcuna causa evidente. “Pur essendo
la diagnosi relativamente agevole e i principi di trattamento standardizzati – spiega
Maurizio Lunati, direttore dell’Elettrofisiologia dell’ospedale- mancano tuttora
linee guida univoche e semplici per la gestione dell’evento acuto e delle recidive e
per la prevenzione di complicanze”. Il progetto Best Practice, presentato in anteprima
L
nazionale in occasione della giornata aritmologica del 42° Convegno di Cardiologia
organizzato dalla Fondazione De Gasperis
lo scorso settembre, ha lo scopo di colmare
questa lacuna: si articola in tre passi (livelli
essenziali di conoscenza, scenario clinico,
fonti) e rivolge raccomandazioni semplici,
sintetiche, pratiche, basate su evidenze, all’ampia platea dei cardiologi clinici e ai medici di medicina generale. E’ attuale oggetto
di discussione anche il trattamento delle
aritmie attraverso dispositivi elettrici impiantabili come pacemaker tradizionali, dispositivi per la resincronizzazione,
defibrillatori impiantabili. Conclude Lunati,
“Questi gioielli della tecnologia avanzata
comportano costi e impegni gestionali rilevanti e richiedono pertanto estrema appropriatezza nell’indicazione e grande cura
nell’impiantistica e nel follow up. Attraverso un confronto serrato tra i più competenti esperti nazionali auspichiamo si possa
giungere a conclusioni utili e economicamente vantaggiose.”
Implantable
Cardioverter
Defibrillator (ICD)
Il defibrillatore
impiantabile è uno stimolatore cardiaco alimentato da una batteria,
che controlla i segnali elettrici del
cuore ed eroga una scarica elettrica
quando rileva un ritmo
anomalo di un certo tipo.
Il paziente: sempre più
complicato
Oggi l’angioplastica interviene anche sui più anziani,
con alto rischio di complicanze
ono trascorsi quasi trent’anni dai come diabete o insufficienza renale cronica
primi interventi di angioplastica co- che aumentano la delicatezza dell’interronaria, una metodica che consente vento”. Risultati garantiti anche da nuove
una rivascolarizzazione nel paziente in caso tecniche di approccio all’angioplastica medi restringimenti delle arterie (stenosi); ini- diante una strumentazione miniaturizzialmente percepita come una tecnica a im- zata che riduce di molto le emorragie
patto limitato su un ridotto numero di post-operatorie e permette ai pazienti di alpazienti, oggi questo tipo di intervento ha zarsi dopo qualche ora dall’intervento. Da
avuto un’incredibile diffusione in tutto il sottolineare, secondo Klugmann, anche la
mondo e rappresenta il trattamento pri- possibilità odierna di intervenire su pamario delle ostruzioni coronariche so- zienti che hanno subito un trapianto di
prattutto in pazienti gravemente instabili a cuore e che, in molti casi, sviluppano una
seguito di infarto acuto. In Italia, ogni anno, sofferenza delle arterie coronariche. “Fino
vengono eseguite oltre 130 mila angiopla- a pochi anni fa non c’era possibilità di cura
stiche in centri specializzati. Il progresso per questa complicazione. Oggi sono a ditecnologico e l’affinamento della proce- sposizione dei nuovi stent medicati estredura, con il tempo divenuta meno invasiva, mamente sottili che vengono posizionati a
permettono di affrontare casi di pazienti livello dei restringimenti delle arterie e che
sempre più ‘complicati’. “Oggi – com- rilasciano direttamente farmaci per evitare
menta Silvio Klugmann, direttore del- una nuova stenosi.”
l’Emodinamica
dell’ospedale e pioniere di
interventi con valvola autoespandibile su pazienti ultraottantenni - si possono
affrontare delle lesioni coronariche che un tempo non
davano grandi possibilità di
successo, come le occlusioni
croniche cioè un’arteria
chiusa da anni che può essere finalmente riaperta. E’
cambiata anche la tipologia
dei pazienti trattati, più anziani e spesso affetti da
Silvio Klugmann mentre opera un paziente
gravi malattie concomitanti
S
7
Il Giornale di Niguarda
> TRAPIANTO DI FEGATO
Tecnica domino: da un paziente all’altro
Serve un donatore-ricevente e un ricevente. Eseguito solo 3 volte in Italia, fronteggia la carenza di organi
on c’era modo migliore di festeggiare il millesimo trapianto di fegato a Niguarda per l’equipe di
Luciano De Carlis, direttore della struttura
N
dedicata, che quello di eseguire con successo una nuova tecnica di intervento. Lo
chiamano ‘domino’ perché consiste nel passaggio di organo da un paziente all’altro, a
una condizione: uno dei
due pazienti coinvolti
gioca il ruolo sia di donatore che di ricevente.
Si tratta di sfruttare una
rara malattia, l’amiloidosi, dovuta alla produzione da parte del
fegato di una proteina
anomala che si accumula nei tessuti causando
insufficienza
cardiaca e polineuropatia grave. Spiega De
Carlis, “Poiché la malattia impiega 30-40
anni a sviluppare sintomi,
proprio per l’accumulo
progressivo dell’amiloide,
- 1000 trapianti epatici dal 1985
la proteina difettosa, un fe- 72 la media dei trapianti all’anno
gato di questo tipo può es- 94% la sopravvivenza a un anno dall’intervento
sere trapiantato in un
- 74 trapianti solo nel 2007, 5 da vivente e 9 split-liver
paziente di età avanzata.
- 17 trapianti split-liver adulto-adulto eseguiti dal 1999
Nel nostro caso il paziente
- 47 trapianti split liver adulto pediatrico
che ha ricevuto questo fe- 47 trapianti da donatore vivente eseguiti dal 2001
gato ha 61 anni, cioè potrebbe
sviluppare
la
con annesse equipe medico-infermieristimalattia solo attorno ai 90 anni”.
Il paziente con amiloidosi invece, data la che.
gravità dei sintomi accumulati negli anni di Il trapianto ‘domino’ è una delle vie alterdecorso della malattia, riceve il nuovo or- native per aggirare una richiesta di organi
gano da un donatore non vivente. E’ un in- superiore alla disponibilità e alleggerire le
tervento complesso, realizzato per la liste di attesa. La difficoltà, non solo logiprima volta al mondo nel 1995 ed eseguito stica, è di reperire pazienti affetti da quesolo 3 volte in Italia, che richiede l’operati- sta patologia non comune che registra 800
vità in contemporanea di due sale operatorie nuovi casi all’anno.
Il Centro in pillole
> CHIRURGIA VASCOLARE
> ON-LINE
AAA: chirurgia mininvasiva
Tutto su
melanomi&Co
In ospedale, trattamento endovascolare di aneurismi anche nelle emergenze di pronto soccorso
vere un aneurisma dell’aorta, cioè
una dilatazione localizzata dell’arteria, significa non avere alcun sintomo,
non accorgersi, magari anche per molto tempo,
di avere una bomba a orologeria pronta ad
esplodere nell’addome o nel torace. Si è fortunati se l’aneurisma viene diagnosticato prima
della sua rottura e si può intervenire eventualmente ‘in elezione’. Perchè quando si rompe,
oltre al forte dolore, il paziente è in grave pe-
A
Il chirurgo vascolare Maurizio Puttini
con un paziente
ricolo di vita e bisogna intervenire
tempestivamente per riparare l’ar> IL NUOVO PRESIDENTE
teria. A Niguarda, tra il 2007 e il
Facciamo i nostri complimenti a Maurizio
2008, sono stati eseguiti 35 interPuttini, eletto lo scorso mese presidente
venti in emergenza, una cifra di
della Società Italiana di Chirurgia Vascolare
tutto rispetto che corrisponde al
ed Endovascolare (SICVE).
13,5% di tutta l’attività della Chirurgia Vascolare che si occupa del
trattamento della patologia aneurismatica dell’aorta sia addominale (AAA) che toracica (ATD).
“La novità degli ultimi anni – afferma Maurizio Puttini, direttore
della struttura – è il poter riparare
questi danni all’aorta senza aprire
il torace, con un trattamento endovascolare: risalendo attraverso
L’homepage del sito www.sicve.it
l’arteria femorale, si inserisce una
protesi nel tratto di aorta lesioutilizzate costano 6-10 mila euro l’una – comnato”. Il vantaggio di questa metodica è una menta lo specialista – ed è un costo che sominor invasività dell’intervento, cioè niente stiene interamente l’ospedale. Noi abbiamo
tagli, un decorso post-operatorio più breve e voluto offrire questo trattamento ai nostri pauna ridotta mortalità. Adottare una tipologia di zienti”. Grazie anche all’attività dei nostri meintervento mininvasiva anche nei casi di emer- dici dal prossimo anno la Regione Lombardia
genza che arrivano in pronto soccorso è possi- ha predisposto linee guida per il rimborso sabile a Niguarda grazie a un approccio nitario, seppur parziale, delle endoprotesi.
multidisciplinare e alla disponibilità dell’ospe- Questa attività d’eccellenza è resa possibile
dale di offrire questo vantaggioso trattamento, dall’impegno 24 ore su 24 di tutta l’èquipe e in
pur ammortizzando i costi. “Le protesi da noi particolare del Dr. Bruno Palmieri.
MMP (Melanoma Molecular Map Project) è un
database interattivo di
consultazione e aggiornamento di
informazioni cliniche su diagnosi,
biologia e trattamento del melanoma. Vi interagiscono i maggiori
centri di riferimento e specialisti internazionali, riuniti in un comitato
scientifico che si avvale anche delle
competenze di Ignazio Stanganelli, responsabile dell’ambulatorio
di dermatologia oncologica al Ca’
Granda.
M
> PER INFORMAZIONI
Visita il sito
www.mmmp.org
NIGUARDA NOI
8
Il Giornale di Niguarda
> IL NUOVO NIGUARDA
Completati la metà dei lavori
Entro fine anno si raggiungerà il 55%
rocedono a pieno ritmo i lavori
per la realizzazione del nuovo
ospedale: entro fine anno verrà
completato più della metà del progetto. I lavori procedono senza alcun
ritardo in tutti i cantieri, dal Blocco
Sud, al Polo Logistico e Tecnologico, ai cunicoli tra il DEA e l’Antonioni-Rossini e tra il Carati e il
Talamona, grazie al lavoro di oltre
300 operai che, su turnazione, lavorano anche nel weekend.
E’ già stata completata gran parte
delle opere murarie ed è in corso la
realizzazione degli impianti elettrici, idraulici, termici e di condizionamento.
P
Blocco Sud-High Care:
prove di realizzazione di una camera di degenza
Polo Logistico:
opere murarie interne
> Per vedere come procedono i lavori nei
cantieri del Nuovo Niguarda visita il sito
http://nuovoniguarda.ospedaleniguarda.it
> C.R.A.L.
> CHI VISITA NIGUARDA
Viaggi low-cost
Con il Brasile contro i tumori dell’età pediatrica
l C.R.A.L. ha aperto il nuovo
servizio di agenzia viaggi
presso la sua sede. Molte le
proposte per viaggi individuali e
di gruppo, con importanti sconti
per tutti i soci del circolo ricreativo aziendale. Si può scegliere
ora tra una tre giorni in bicicletta per la Borgogna, una visita
alle architetture d’avanguardia di Bilbao, un weekend per
festeggiare il Capodanno ad Atene o Vienna, oppure, per chi
non vuole andare lontano, un tranquillo weekend in Liguria
o nelle langhe piemontesi. Un’occasione da non perdere!
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Servizio Agenzia Viaggi
presso il C.R.A.L. – interno 3236
VUOI RICEVERE
IL GIORNALE
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riceverai gratuitamente a casa
il nostro periodico.
na delegazione dell’Istituto del
Cancro Infantile di Agreste (Brasile) ha visitato il nostro Ospedale lo scorso novembre La delegazione
(nella foto), guidata dall’oncologo pediatrico Luisi Henrique Soarez, è stata ricevuta dal direttore generale Pasquale
Cannatelli, dal direttore sanitario Carlo
Nicora e da alcuni dei nostri professionisti (tra i quali il dr. Costantino De Giacomo, direttore del Dipartimento
Materno Infantile). Nell’incontro sono
state gettate le basi per una collaborazione con il nostro Ospedale per la lotta
ai tumori dell’età pediatrica nella regione
di Pernanbuco.
U
> NEWS
Nuovi incarichi
Recentemente la Direzione ha nominato
nuovi responsabili.
Simona Giroldi è la nuova responsabile
della Gestione Formazione e Sviluppo Risorse Umane/Relazioni Sindacali.
Pier Luigi Morossi è il nuovo responsabile
della Programmazione e Controllo di Gestione.
Ai due nuovi responsabili i migliori auguri
di buon lavoro.
Simona Giroldi
Pier Luigi Morossi
NIGUARDA NOI
Il Giornale di Niguarda
9
> LAVORI IN CORSO
Un centro per la formazione dei chirurghi
l nostro ospedale avrà presto un centro
specializzato per la formazione di chirurghi: 1.500 mq, su 4 livelli, sta sorgendo a
fianco del padiglione Mariani-De Gasperis e
sarà pronto entro un anno. Permetterà, me-
I
diante l’impiego delle più moderne tecnologie, di svolgere un training adeguato sia agli
specializzandi che ai medici chirurghi già
operanti. “L’unico modo per imparare è fare
training – ci spiega Raffaele Pugliese, diret-
tore del Dipartimento di Chirurgia - ma in Italia non è facile trovare luoghi dove potersi
specializzare”.
“Il Centro ha un costo complessivo di 5 milioni di euro – spiega il direttore generale Pa-
squale Cannatelli - e nasce dallo sforzo congiunto di Regione Lombardia che lo ha finanziato per 2,3 milioni di euro e del nostro
ospedale, con la collaborazione dell’Ircad di
Strasburgo.”
> OSTETRICIA/GINECOLOGIA
Il cielo in un reparto
Realizzato dall’ASBIN, un libro illustrato viene regalato alle
neomamme
n dono insolito verrà fatto a tutte le neomamme ricoverate in Ostetricia e Ginecologia: un libricino illustrato con foto del
cielo di Milano, ognuna accompagnata da una
poesia. E’ questa l’iniziativa realizzata dall’
ASBIN, l’Associazione Spina Bifida e Idrocefalo di Niguarda, in collaborazione con la struttura diretta da Maurizio Bini, per promuovere la
prevenzione di questa grave malattia che colpisce
0,7-0,8 bambini su 1000 nati ogni anno in Italia.
Le foto, esposte anche sui muri delle corsie del reparto, sono tutte realizzate da Maria Pia Pisoni,
medico ginecologo. “Ho immaginato delle finestre
U
sul cielo per il nostro reparto – ci racconta - dove
le mamme, i papà e i parenti conoscono e festeggiano il nuovo venuto. Chi non ha guardato incantato le nuvole vagare nel cielo nei giorni
interminabili dell’infanzia. Quale cielo vedere, se
non il cielo di Milano che conosciamo, di cui ci
lamentiamo ma che ci accompagna quotidianamente e sotto il quale nascono e crescono i nostri
figli”. Il libro può anche essere acquistato facendo
una piccola donazione al reparto.
> PER INFORMAZIONI
www.asbin.it
Maria Pia Pisoni indica la poesia che accompagna uno degli scatti alla neomamma Vittoria (sulla sinistra) che ha dato alla luce la piccola Chiara di 3 kg
> NATALE 2008
> PIANO ORGANIZZATIVO AZIENDALE
Auguri
dalla redazione!
La nuova “carta d’identità” dell’ospedale
unedì 22 dicembre la Direzione
aspetta il personale in aula magna per
gli auguri natalizi, seguiti dalla benedizione di Monsignor Vittorio Bruni
Anche noi della redazione cogliamo l’occasione per ringraziare tutti voi per le numerose
richieste di abbonamento e per augurarvi i
più sinceri auguri di Buon Natale e Felice
Anno Nuovo. All’anno prossimo!
L
’ stato approvato dalla Regione Lombardia il nuovo
piano organizzativo aziendale, valido fino al 2011.
Molte le novità, tra nascita di nuove strutture e spostamenti di strutture in altri dipartimenti. Ci dà qualche anticipazione Carlo Nicora, Direttore Sanitario dell’ospedale.
“Il nuovo POA nasce da un percorso culturale che ha coinvolto
tutti i professionisti verso la realizzazione del nuovo Niguarda.
E’ stato rimodellato pensando ai tre poli, DEA, Blocco Sud e
Blocco Nord, che caratterizzeranno l’ospedale nei prossimi decenni. Un esempio su tutti: l’allargamento dell’ex Dipartimento
Cardiologico diventa ora Dipartimento Cardiovascolare che
riunisce in sé tutte le UUOO che seguono le problematiche cardiovascolari in un’ottica di gestione multidisciplinare, anche
alla luce delle nuove tecnologie interventistiche. Altro esempio
è fornito dalla lettura dell’organizzazione del Dipartimento
Chirurgico, dove il nuovo POA dà un peso organizzativo alle
attività di day e week surgery per la gestione del paziente chirurgico nell’interesse anche dei tempi di attesa. Questi e altri
esempi troveranno piena applicazione nel 2010 con l’apertura
del nuovo Niguarda”
Commenta Marco Trivelli, Direttore Amministrativo: "L’assetto organizzativo dell’area amministrativa è stato modificato
pensando alle priorità dei prossimi anni: le piccole e grandi
ristrutturazioni necessarie per adeguare lo standard alber-
E
ghiero, i trasferimenti di servizi e attività per permettere ai cantieri del Nuovo Niguarda di aprirsi e crescere senza interrompere l’attività clinica, la manutenzione impiantistica e delle
tecnologie biomedicali e, non ultimi, gli acquisti funzionali al
nuovo blocco Sud. Per fare tutto ciò occorre che tutte le strutture tecniche e amministrative lavorino insieme; senza coordinamento potremmo ostacolare l’attività sanitaria e non
rispetteremmo i tempi. In sintesi questi sono i motivi che hanno
spinto a disegnare il nuovo Dipartimento “Patrimonio e Innovazione Tecnologica”, che raggruppa tutte le strutture impegnate in questa area. Sempre con la stessa logica è stato
previsto il Dipartimento “Coordinamento Operativo Aziendale”; infatti, gestire gli accessi, fornire i reparti, movimentare
materiali, mantenere la pulizia nelle degenze come nei viali,
richiede coordinamento proprio in relazione all’emergenza
cantieristica che rende tutte le azioni ordinarie più difficili.Un
altro elemento innovativo è rappresentato dalla nuova Struttura
“Accoglienza utenti e marketing” che ha l'obiettivo di migliorare percorsi e modalità di accesso dei pazienti, adeguando
quest’attività all’elevato standard clinico."
Per l’elenco completo dei cambiamenti nell’organigramma aziendale, consultare la IntraNet.
Il Giornale di Niguarda
10
> NEUROLOGIA
Testa pesante? No, cefalea ortostatica
In ospedale è trattata in un giorno con ‘blood patch’ innovativo
volte basta mettersi in
piedi per scatenare un
dolore che colpisce la
fronte o tutta la testa, perdita di
memoria e senso generale di
smarrimento. I casi sono in aumento, maggiormente tra le
donne, circa il doppio degli uomini.
La cefalea ortostatica, cioè legata alla posizione eretta, è sempre più diffusa anche tra divi
holliwoodiani come George
Clooney e dipende dalla gravità
che fa ‘pesare’ il cervello.
Quando viene lesionata una meninge, cioè una delle membrane
che rivestono il cervello e il midollo spinale, può fuoriuscire
parte del liquor cerebrospinale
che fisiologicamente consente di
attutire i traumi potenzialmente
dannosi a cranio o colonna vertebrale. “In condizioni normali
il volume di liquor determina
A
Anche George Clooney soffre di
cefalea ortostatica
valori di pressione idrostatica
che sostengono il cervello e ne
consentono il galleggiamento
nel suo involucro liquido –
spiega Enrico Ferrante, responsabile del Centro Cefalee
della Neurologia dell’ospedale –
Se si riduce questa pressione per
la perdita di liquido si verifica
uno spostamento verso il basso
del cervello. I sintomi come
forte cefalea, nausea, vomito,
vertigini, disturbi visivi e uditivi
compaiono in posizione eretta
proprio per la trazione e distorsione di quelle strutture che ancorano il cervello al cranio
come vene, seni venosi durali e
nervi cranici”.
Basta un piccolo foro della meninge che può essere indotto da
trattamenti medici (puntura
lombare o anestesia spinale) oppure insorgere per ipotensione
liquorale spontanea, una sindrome rara spesso confusa con
la meningite. “Nel 30% dei casi
i sintomi si risolvono in qualche
settimana o anche mesi col semplice riposo a letto. Talora insorgono gravi complicanze
come ematomi subdurali cerebrali e addirittura il coma che
possono richiedere un intervento
neurochirurgico”, prosegue Ferrante.
L’approccio interventistico è il
blood patch (‘toppa di sangue’):
in anestesia locale si inietta a
livello lombare, nello spazio
compreso tra la dura madre e il
canale spinale, il sangue dello
stesso paziente che giunge poi
nel punto di lacerazione delle
meningi e, coagulandosi, rattoppa il foro. A Niguarda l’intervento viene eseguito dall’equipe
della neurologia, in collaborazione con l’anestesista Ines Ar-
pino e il neuroradiologo Alberto
Citterio,in modo innovativo: il
paziente viene inclinato di 30°
a testa in giù per consentire
l’afflusso di sangue, per gravità,
nel punto della lacerazione ed è
mantenuto in tale posizione per
le 24 ore successive.
Si è osservato che il trattamento
è così più efficace e comporta
una risoluzione completa della
cefalea nel 90% dei casi, una
percentuale di successo riscontrata nei 42 casi trattati su 84
visti dal 1992, risultati presentati
al congresso della società americana e quella italiana di neurologia negli scorsi mesi.
> NEUROLOGIA
Neurologia - Centro Cefalee
tel. 02 6444.2137/2348
[email protected]
> VOLONTARI PER LA LEUCEMIA
> NEWS
Da buttare? No, da donare
Telefoni cellulari: ora
pagano anche il ticket
Dilaga la raccolta dei tappi per raccogliere fondi per la ricerca
’iniziativa inizia nel 2005
grazie ai volontari dell’Associazione Malattie
del Sangue, attiva nel nostro
ospedale: da quel momento sono
stati raccolti poco più di 15mila
tappi di bottiglia per un totale di
62 milioni di euro interamente
destinati alla ricerca oncoematologica. Ma perché proprio i
tappi? La plastica dei tappi (ma
L
solo quelli di bottiglia) è un materiale straordinariamente riciclabile grazie alla facilità di
riutilizzo degli scarti di produzione e alla sua scarsa degradabilità: i tappi vengono venduti
alle aziende di riciclaggio e convertiti in fondi destinati all’acquisto di strumentazione e
apparecchiature per la ricerca.
Dato il successo dell’iniziativa
l’Amsa ha messo a disposizione dei volontari
alcuni punti raccolta
esterni all’ospedale:
- via arcangelo corelli
37/2 zona parco forlanini
- via olgettina 35 zona
vimodrone
- via Francesco Barzaghi, 14 zona cimitero
maggiore
- via Lisiade Pedrone, 40/1 zona
bovisasca
- piazzale delle Milizie, 1/1 zona
naviglio grande/porta genova
- via Riccardo Lombardi, 13 località Miggiano
Le riciclerie sono aperte da
lunedì al sabato dalle 8 alle
19.00 e la domenica dalle 8
alle 15.
> PER INFORMAZIONI
Associazione Malattie del Sangue
tel. 02 6444.4025
fax 02 6425891
[email protected]
www.ematologia-milano.it
’ attivo presso
l’ospedale il
servizio sperimentale di pagamento del ticket
sanitario dal cellulare. Chi è in possesso di un telefono
cellulare, potrà accedere ai servizi
Gemmo Card tramite dispositivo bluetooth, e potrà pagare il
ticket in ospedale grazie a un Totem G Card posto all’ingresso
principale di agevole comprensione e utilizzo. L’ospedale è il
primo in Italia a sperimentare la Piattaforma Multiservizi G
Card. Oltre al pagamento ticket, sono stati inoltre attivati i servizi
di apertura varchi pedonali presso il padiglione NEMO e la
navigazione all’interno del presidio (l’utente ha a disposizione
sul display del cellulare la mappa dell’ospedale con informazioni
chiare e semplici per raggiungere padiglioni, reparti e centri servizi); è inoltre prossima l’attivazione del servizio per l’accesso
ai varchi degli autoveicoli rivolto a dipendenti e utenza debole.
Dal 9 dicembre, per 90 giorni un desk informazioni sarà disponibile a dare news sul sistema al Padiglione di Ingresso.
E
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Il Giornale di Niguarda
12
OSPEDALE MULTICULTURALE
> PAZIENTI STRANIERI
Culture diverse: giù le barriere!
Materiale in lingua e corsi per il personale per una vera accoglienza
i chiama Interculturalità e mediazione culturale il progetto di sensibilizzazione alla riduzione delle
barriere culturali in ambito sanitario che
rientra nel progetto internazionale ‘Ospedali per la promozione della salute’(rete
Health Promoting Hospital) lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, a
cui aderisce il Ca’ Granda. L’obiettivo co-
S
mune è di migliorare l’accoglienza del
paziente straniero superando la barriera
linguistica: sono molti i passi già concretizzati nei reparti, come l’utilizzo di materiale informativo multilingue, la
collaborazione di mediatori culturali e
specifici percorsi formativi per gli operatori. Da dove nasce la necessità di aprire
le frontiere anche in ospedale? “Da anni –
> CONSENSO INFORMATO
spiega Luciana Bevilacqua, responsabile
del progetto – il nostro ospedale registra
un incremento progressivo dei flussi di pazienti stranieri che ci ha imposto una valutazione
del
loro
impatto
sull’organizzazione sanitaria. La maggior
criticità è rappresentata da problemi di comunicazione e dalla non conoscenza di
quegli aspetti culturali che hanno rile-
vanza sulla appropriata e tempestiva valutazione dei bisogni di salute. Va sottolineato che l’immigrazione in Lombardia si
connota per l’ampia varietà delle provenienze, con oltre cento paesi d’origine e relative culture, aggravando le difficoltà dei
servizi socio-sanitari di entrare in contatto
con questi pazienti su grandi temi come la
salute, la malattia, la maternità.”
> SERVIZIO PSICHIATRICO
Per dire sì, oui, wěi, da Ambulatorio etnopsichiatrico
In corsia moduli informativi in 12 lingue
Da 8 anni l’ospedale offre assistenza psichiatrica agli stranieri
l consenso informato è
l’espressione della volontà del paziente che
autorizza gli operatori sanitari a effettuare il trattamento (diagnostico e/o
terapeutico) per il quale è
stato informato. Attraverso
la compilazione di un modulo o in forma verbale il
paziente dichiara così di essere consapevole del proprio
stato di salute e di conoscere
il percorso consigliato dallo
staff medico. In ospedale il
modulo del consenso informato è stato tradotto in 12 lingue per avvicinarsi anche ai pazienti stranieri:
conoscere ed essere informati aiuta a vivere al meglio il proprio percorso di
cura in ospedale e a collaborare coi medici e gli infermieri anche se non si
parla la stessa lingua.“Abbiamo riscontrato che il consenso informato non è
presente in tutte le culture – spiega Luciana Bevilacqua - Da qui la necessità
di tradurre i moduli in lingua. Per facilitare questo percorso informativo i
medici possono avvalersi di un mediatore culturale, che può anche essere presente nel momento della acquisizione della firma”.
olo nel 2007 l’Italia ha accolto, secondo
dati Istat, 3,5 milioni di cittadini stranieri, di cui un quarto risiede in Lombardia. L’aumento dell’immigrazione ha reso
necessario il potenziamento di strutture sanitarie e ambulatoriali dedicate a cittadini stranieri
non residenti e senza fissa dimora: da oltre
quindici anni la Regione Lombardia ha individuato l’Ospedale Niguarda come unico centro di riferimento psichiatrico in città per il
ricovero di stranieri.
“Un paziente su tre nei servizi psichiatrici del
nostro ospedale appartiene a questa categoria”, conferma Leo Nahon, responsabile della
Psichiatria 3. Per contribuire a dare una continuità assistenziale agli immigrati nel 2000 è
nato presso l’ospedale il Centro di Consultazione Etnopsichiatrica: psicologi, consulenti,
mediatori culturali e volontari lavorano per
I
> RICONOSCIMENTI
Due Medaglie della Riconoscenza
al Niguarda
a prestigiosa Fondazione Fratelli di San Francesco d’Assisi, Ambrogino d’Oro
del Comune di Milano nel 2002, ha premiato l’ospedale di Niguarda per il lavoro svolto da due sue strutture. Una Medaglia alla Riconoscenza è stata vinta
dall’Ufficio Stranieri per la collaborazione e l’aiuto offerti nei servizi sociali, l’altra
medaglia ha premiato l’Associazione STOP TBC di Villa Marelli, guidata da Luigi
Codecasa, per l’efficiente programma di lotta alla tubercolosi.
L
S
abbattere le incomprensioni accentuate da differenze linguistiche e culturali e accolgono
persone che necessitano di cure psichiatriche
ambulatoriali.
Il servizio si è già occupato di oltre 400 soggetti, la punta di un iceberg di un numero destinato a incrementare. Conclude Nahon, “Il
nostro dipartimento è mosso dalla consapevolezza che la medicina di un paese e di una città
debba occuparsi anche delle categorie più deboli e fragili, per offrire loro non solo l’opportunità di cura ma anche di integrazione
sociale.”
> PER INFORMAZIONI
Ambulatorio Etnopsichiatria
tel. 02 6444.2512
[email protected]
> FOTONOTIZIA
Pasquale Cannatelli,
direttore generale, e
Luciana Bevilacqua,
coordinatrice dei progetti HPH, con Rosick
Azza, medico ginecologo di origine
nord-africana a
disposizione delle
donne musulmane che
si rivolgono all'ospedale. L'ambulatorio di
ginecologia è aperto
per loro tutti i
mercoledì mattina.
13
Il Giornale di Niguarda
> MALATTIE RARE
Sclerosi tuberosa
Colpisce organi diversi, si manifesta entro i 10 anni di età
“Oggi si parla di Comwww.sclerosituberosa.it a cui si aggiungono nei primi
anni di vita papule rosate
plesso Sclerosi Tuberosse o violacee sulle guance e
rosa perché è una
sulle ali del naso e, ancora più
patologia multisistetardivamente,
escrescenze
mica - ci spiega Emilio
Brunati, direttore della
dure, lisce e fastidiose attorno
Neuropsichiatria delalle unghie. Anche l’apparato
l’infanzia e dell’adolescheletrico può essere colpito
scenza che si occupa,
con lesioni pseudocistiche a liin aree dedicate, di
vello delle falangi e comparsa
questa rara malattia pedi grave scoliosi alla colonna
vertebrale.
diatrica - cioè può colUn’anomala produzione cellupire organi diversi e
lare si osserva nella comparsa
perciò presentarsi in
dei cosiddetti tuberi corticali a
forma molto variabile
livello cerebrale, spesso
con sintomi che intecausa di epilessia e di ritardo
ressano cute, sistema
mentale (nel 70% dei casi), di
nervoso centrale, reni,
apparato visivo e scheletrico”. Recenti lesioni retiniche nell’occhio, e di tumori
studi epidemiologici riportano una preva- a encefalo, cuore e reni generalmente a
lenza di un bambino colpito ogni 12.000- prognosi benigna. La terapia è selettiva per
15.000 al di sotto dei 10 anni ma si il sintomo maggiormente diffuso, perciò
ipotizza una più alta incidenza della scle- comprende anticonvulsivanti per l’epilesrosi tuberosa perché forme lievi possono sia, interventi al cuore o laserterapia agli
passare inosservate. La causa della pato- angiofibromi del volto.
logia è un difetto genetico da cui dipende ”La malattia è ingravescente – prosegue
la produzione di tuberina, una proteina Brunati – e soprattutto nelle forme più
coinvolta nel processo di differenziazione gravi richiede grande impegno assistene produzione cellulare. Le lesioni alla ziale ed emotivo. I genitori dei bambini
pelle sono i segnali più caratteristici della colpiti devono poter contare su centri altamalattia: compaiono già alla nascita mente specialistici per le cure e il monitochiazze ipopigmentate al tronco e agli arti, raggio della crescita del figlio. Sono
importanti anche servizi territoriali sanitari e socio-educativi per
> PER INFORMAZIONI
riabilitazione e integrazione soNeuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza
ciale e scolastica del bambino.”
tel. 02 6444.3959 - [email protected]
> CONVEGNI
Trauma UpDate
Incidenti stradali, approfondimento sulle
morti evitabili con i nostri specialisti
i terrà il 15 dicembre presso l’Aula Magna
dell’ospedale il convegno dedicato alle
procedure di intervento tempestivo per le
vittime di incidenti stradali. Tra i temi affrontati,
si parlerà anche di come l’attività svolta da un efficiente Trauma Team, specializzato nell’intervento tempestivo dei casi di emergenza che
arrivano in pronto soccorso, sia determinante nel
ridurre i decessi per incidente stradale. L’attivazione del team dedicato nel nostro ospedale, di-
S
> A TU PER TU COI PAZIENTI
Linda
A parlare della malattia questa volta non è
il paziente, ma la sua mamma: perché
Linda ha solo 4 anni e mezzo.
Ma la bambina sa di essere malata?
Linda è ancora piccola, non abbiamo ancora avuto il modo di spiegarle la sua malattia. E poi non ha ancora avuto crisi
epilettiche perciò fa una vita normalissima:
va all’asilo, a nuoto, gioca con gli altri. E
se fa i capricci viene sgridata come tutti i
bambini: io e mio marito abbiamo cercato
di non metterla mai sotto la campana di
vetro.
Prima o poi dovrete spiegarle la sua malattia e metterla di fronte alle eventuali
complicanze.
Sì, so che dovremo iniziare a spiegarglielo
quando inizierà le elementari e poi avvisare
gli insegnanti, i compagni di classe…Ci
penseremo al momento. Una cosa fondamentale che abbiamo imparato in questi
anni è pensare al problema solo quando si
presenta e non prima.
Quando avete scoperto che la bambina
era affetta da questa malattia?
Al nono mese di gravidanza: tramite l’ecografia si è visto che la bambina aveva dei
rabdomiomi al cuore e già quello fu un se-
retto da Osvaldo Chiara, ha comportato una riduzione dei decessi per emorragia, con una gestione ottimale dei casi d’urgenza quasi ridotta
a zero negli ultimi anni contro una percentuale
storica di morti ritenute evitabili a Milano del
42%. Interverranno anche l’Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada e i rappresentanti della Polizia Municipale di Milano.
gnale d’allarme. La diagnosi della malattia
è arrivata solo dopo la nascita, quando i medici notarono altri segnali che definivano la
sclerosi tuberosa. Linda aveva un mese.
Come ha reagito?
Al momento non ci sembrava possibile. Ci
siamo un po’ allarmati all’idea che potesse
avere crisi epilettiche e problematiche psicomotorie e cerebrali. I medici ci hanno informati al meglio, ci sono stati vicini a
livello psicologico e pratico e ci hanno sempre detto di non pensare al dopo perché il
quadro clinico poteva evolversi in meglio.
E così è stato fortunatamente.
Linda ora sta bene. La situazione è stazionaria o temete dei peggioramenti?
Ci hanno detto che dal punto di vista motorio e cerebrale non può peggiorare, nel
senso che tutto quello che ha acquisito finora, tipo camminare e parlare, non può
più perderlo. Rimane da tenere sotto osservazione perché ha dei tuberi in testa
che potrebbero ingrandirsi e dare idrocefalia.
Avete un’altra figlia. Come cambia il
rapporto genitore-figlio di fronte alla
malattia?
Penso che migliori anche nei confronti della
figlia maggiore. Con l’idea di non far percepire le nostre preoccupazioni alla bambina più grande io e mio marito ci siamo
sempre detti di non fare differenze. Trattiamo Linda come la sorella e questo ci
aiuta a crescerla da bambina non malata.
Devo dire che sembra che sia andata bene.
Il Giornale di Niguarda
Periodico d’informazione dell’Azienda Ospedaliera
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Il Giornale di Niguarda
> REUMATOLOGIA
> PROFESSIONISTI DELLA SANITÀ
Mettiamo in ginocchio l’artrosi
La miglior cura? Il gioco
Meno errori con l’infiltrazione intra-articolare
sotto guida ecografica
Parliamo del terapista della neuropsicomotricità
dell’età evolutiva
’introduzione di farmaci all’interno della cavità articolare è
una procedura che addirittura
ebbe il suo inizio circa due secoli fa.
Sono stati fatti molti passi avanti, da
allora, sia nella tecnica che nei prodotti somministrati. “Oggi si è molto
sviluppata l’infiltrazione sotto guida
ecografica, che facilita l’esecuzione,
e di conseguenza, il risultato della
manovra. Ormai presso la nostra
struttura questa è diventata una procedura di routine”. Quella di cui ci
parla Oscar Massimiliano Epis, medico della Reumatologia di Niguarda,
è una tecnica non certo nuova ma in
costante affinamento anche grazie alla
realizzazione di apparecchi dedicati
che presentano sistemi di puntamento
per facilitare l’infiltrazione di acido
ialuronico nell’articolazione nel trattamento clinico dell’artrosi. E’ particolarmente indicata in pazienti con sofferenza
articolare del ginocchio, ma può interve-
ll’interno della Neuropsichiatria Infantile il bambino con
gravi disturbi dello sviluppo, autismo infantile, paralisi cerebrali viene seguito dal terapista
della neuropsicomotricità che aiuta il
piccolo paziente ad affrontare un armonico sviluppo psicomotorio e a prevenire disagi relazionali e di
apprendimento. Questo professionista
svolge la sua attività in èquipes multiprofessionali accanto al neuropsichiatra infantile, lo psicologo, il
fisioterapista, il logopedista, l’assistente sociale, gli educatori e gli insegnanti di scuola. Lo strumento
abitualmente utilizzato è il gioco sia
nel processo diagnostico che in quello terapeutico: il modo attraverso il quale il bambino
organizza l’attività ricreativa permette di analizzare aspetti del suo sviluppo quali attenzione, memoria, capacità di risolvere problemi, creatività. “Ogni percorso che si
intraprende è unico – spiega Nicoletta Mannatrizio, terapista dell’ospedale – proprio
perché è pensato e vissuto rispettando i tempi del bambino. In questo percorso i genitori
collaborano attivamente per individuare il bisogno del bambino”.
A
L
> PER INFORMAZIONI
Reumatologia
tel. 02 6444.2168
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Oscar Massimiliano Epis
durante un’infiltrazione al ginocchio
nire efficacemente anche su anca, mano,
spalla e caviglia. “Per un buon risultato –
prosegue lo specialista – è indispensabile
che il farmaco venga collocato correttamente all’interno dell’articolazione: ciò si
ottiene più facilmente sotto ecografia piuttosto che ‘in cieco’. Oltre a ridurre al minimo gli effetti collaterali, questa metodica
rende particolarmente sicura l’infiltrazione di articolazioni, come ad esempio
l’anca, difficilmente trattabili con la tecnica tradizionale.”
Per diventare Terapista dell Neuropsicomotricità dell’Età Evolutiva occorre conseguire
la laurea triennale presso le facoltà di Medicina e Chirurgia.
> PER INFORMAZIONI
Neuropsichiatria Infantile
Ambulatorio, tel. 02 6444.2127 - Day Hospital, tel. 02 6444.2162
Ambulatori territoriali: via Farini 7, tel. 02 6444.5668/69
via Cherasco 5, tel. 02 6444.45448/5414 - via Ippocrate 45, tel. 02 6444.5206
> LA PAROLA ALLO SPECIALISTA
Che cos'è l'artrite?
Lo spiega Oscar Massimiliano Epis
nfiammazione dell’articolazione. Uno dei primi bersagli della malattia è la membrana sinoviale che riveste
molte articolazioni. Il disturbo compare con tumefazione articolare (ossia liquido all’interno dell’articolazione), dolore, calore, rossore, rigidità mattutina protratta, perdita della funzionalità e difficoltà di movimento. Le cause possono essere: infettive, autoimmuni, da depositi di micro-cristalli; ma anche in corso di
malattie sistemiche non infettive, di neoplasie (artriti paraneoplastiche) e molte altre.
I
Di tutto un po’
Non basta dire artr...
e esistono numerosissime forme che
possono colpire bersagli diversi, con
decorso clinico molto variabile. Alcune
artriti prediligono il sesso femminile, altre
quello maschile, altre entrambi i sessi allo stesso
modo e possono insorgere in qualsiasi fascia
d’età, anche nei bambini. L’area colpita spesso
contraddistingue la diagnosi: le spondiloartriti
interessano sempre la colonna vertebrale e talvolta anche le articolazioni periferiche.
anno nome simile, ma non indicano lo stesso disturbo. L’artrosi è un fenomeno degenerativo che interessa in primo luogo la cartilagine articolare, la
quale va incontro a progressivo assottigliamento. Di solito
colpisce le articolazioni maggiormente sottoposte a stress
meccanico e comporta, nel tempo, la formazione esuberante
di accrescimenti ossei e progressiva perdita di funzionalità
articolare. Esistono fattori predisponenti come famigliarità,
sesso, obesità, età, attività lavorativa, stile di vita e stimoli
traumatici.
N
H
> TELETHON
Appuntamento
con la solidarietà
’11 e 12 dicembre
2008 l’ospedale, per il
secondo anno consecutivo, aderisce all’iniziativa
“GSK&Telethon insieme
per la ricerca” ospitando al
piano terra, ingresso principale, un info point organizzato
dagli
informatori
scientifici di GSK per l’occasione “ambasciatori” Telethon,
presso il quale sarà possibile
ricevere informazioni sull’attività di ricerca per sconfiggere
le malattie genetiche. A tutti i
frequentatori dell’ospedale
verrà offerta l’opportunità di
L
contribuire in prima persona
attraverso le “Telethon Card”
per sostenere la ricerca. Il nostro ospedale, insieme a soli
altri otto in Italia, ha scelto di
scendere in campo a fianco dei
ricercatori Telethon e degli informatori GSK per fare un
grande gioco di squadra contro
malattie genetiche come
l’amaurosi congenita di Leber
(una grave forma di cecità ereditaria) e la malattia di Charcot
Marie Tooth (neuropatia ereditaria) per le quali sono già in
atto studi clinici che aprono
prospettive incoraggianti.
Buon Natale
e Fe l i c e 2 0 0 9 !