dell`ospedale - Ospedale Niguarda
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dell`ospedale - Ospedale Niguarda
ANNO 3 - NUMERO 6 Dicembre 2008 Poste Italiane SpA - Sped.abb.post. Dl n 353/2003 - art 1 (comma1) D&B Milano - DISTRIBUZIONE GRATUITA > EDITORIALE Lezione Magistrale di Papa Benedetto XVI ...guarire la persona malata... ...alleviare i sintomi dolorosi... ...prendersi cura della persona malata in tutte le sue umane aspettative... ari lettori, in questo numero ho voluto recuperare un prezioso intervento di Papa Benedetto XVI rivolto ad operatori sanitari. Il Santo Padre, meglio di chiunque altro, mi pare dica con le sue parole qual è il nostro compito di “operatori della cura”. Da parte mia, mi limito a ringraziare tutti Voi per la collaborazione offerta nel 2008. Voglio inoltre porgere a Voi e alle Vostre famiglie i più sinceri auguri per un sereno Santo Natale e un felice 2009. Vi auguro inoltre una buona lettura: tante sono le notizie che troverete nel nostro giornale, molte dicono della ricchezza della vita del nostro Ospedale. Pasquale Cannatelli Direttore Generale C Le parole di Papa Benedetto XVI in occasione dell’udienza ai partecipanti al 110° Congresso Nazionale della Società Italiana di Chirurgia (20.10.2008) llustri Signori, gentili Signore, sono lieto di accogliervi in questa speciale Udienza, che si svolge in occasione del Congresso Nazionale della Società Italiana di Chirurgia. Rivolgo a tutti e a ciascuno il mio saluto cordiale, riservando una speciale parola di ringraziamento al Prof. Gennaro Nuzzo per le parole con cui ha espresso i comuni sentimenti ed ha illustrato i lavori del Congresso, che vertono su un tema di fondamentale importanza. Al centro del vostro Congresso Nazionale vi è infatti questa promettente e impegnativa dichiarazione: “Per una chirurgia nel rispetto del malato“. I ...SEGUE A PAGINA 2 Da sinistra: Pasquale Cannatelli, Manfredi Palmeri, presidente del Consiglio Comunale, il sindaco Letizia Moratti e Annalisa Roscio, responsabile del Di Capua Il sindaco Letizia Moratti si congratula con Mario Melazzini Angelo Vescovi > UN OSPEDALE PLURIPREMIATO Una pioggia di medaglie Il Presidente Formigoni e il Sindaco Moratti, in due occasioni importanti, premiano opere e professionisti del Niguarda egli ultimi 2 mesi Niguarda è stato al centro di alti riconoscimenti. Tutto è iniziato il 28 novembre quando, durante la undicesima convention dei direttori di Regione Lombardia, il Presidente Formigoni ha premiato l’Ospedale Niguarda per la realizzazione del Nemo, il Centro Clinico per le malattie neuromuscolari, quale esempio concreto di sussidiarietà. Poi, solo pochi giorni fa, N > CARDIOLOGIA Milano ha detto grazie al nostro ospedale durante la cerimonia della consegna degli Ambrogini d’oro, il massimo riconoscimento che il Comune di Milano assegna agli enti che sanno distinguersi per le loro attività. Il 7 dicembre il Sindaco Moratti ha assegnato un Attestato di Benemerenza Civica e due Medaglie D’oro ad un Servizio e a due collaboratori di Niguarda che, con la > TUMORE COLON-RETTO Sta bene il bimbo con cuore artificiale Ricerca, nuove armi contro la resistenza A quasi un mese dall’impianto di un cuore artificiale il piccolo respira in autonomia ai farmaci della strada verso la gua“Per ora è stabile – rassicura Luigi Martinelli, Luigi Martinelli rigione. Ha solo 13 mesi direttore della Cardiochima è ormai un veterano dell’ospedale, a causa di rurgia dell’ospedale – Al una rara malattia conmomento gli abbiamo genita al ventricolo sinitolto il respiratore ed è in stro che, da quando è grado di respirare autoneonato, lo ha già messo nomamente, mangia dal molte volte in pericolo di biberon, gioca con i suoi vita. L’unica speranza pupazzi, a volte piangiucchia. Con lui ci sono sempre i suoi per il piccolo sarebbe il trapianto di genitori, compatibilmente con l’attività cuore: ma si sa, non è facile reperire un organo, nonostante il bimbo sia in lista della struttura di rianimazione”. Il bimbo marocchino a cui è stato im- d’attesa in tutta Europa quasi dalla napiantato un cuore artificiale il 17 no- scita, e spesso bisogna aspettare dei vembre scorso a Niguarda, ce l’ha fatta mesi. CONTINUA A PAGINA 5 a superare questa prima difficile fase Il Presidente Roberto Formigoni con, da sinistra, Pasquale Cannatelli, Mario Melazzini, direttore scientifico del centro Nemo e Alberto Fontana, presidente della Fondazione Serena. Individuato un altro marcatore che predice l’efficacia delle cure iamo al fronte dell’oncologia dove medici e ricercatori internazionali negli ultimi anni si impegnano per elaborare le cosiddette terapie molecolari, cioè farmaci in grado di colpire il tumore direttamente su un bersaglio per spegnerne la proliferazione. La questione non è solo trovare il bersaglio giusto ma anche le strategie per aggirare la resistenza che il tumore oppone ai farmaci. Per il cancro colon-rettale è stato individuato un nuovo gene chiamato BRAF che, se mutato, genera farmaco-resistenza S loro attività, promuovono l’impegno sanitario e sociale dell’ospedale sul territorio lombardo. L’Attestato di Benemerenza è andato al Centro di Riabilitazione Equestre “Vittorio Di Capua” per l’attività svolta. Lo sottolinea la motivazione ufficiale del premio: “Trasformare in un gioco bellissimo quello che potrebbe essere un gravoso impegno... CONTINUA A PAGINA 3 Trapianti di fegato: Niguarda a quota 1.000 L’équipe di Luciano De Carlis celebra il 1000esimo trapianto con il nuovo intervento “domino” A PAGINA 7 nei pazienti trattati con anticorpi monoclonali (in questo caso, cetuximab e panitumumab), i ‘proiettili’ che sono oggi in prima linea nel trattamento di questi tumori solidi. La scoperta, pubblicata sul Journal of Clinical Oncology (10 novembre 2008) e accompagnata da un editoriale di elogio, è l’ennesimo passo in avanti compiuto dall’èquipe di Salvatore Siena, direttore dell’Oncologia Medica Falck dell’ospedale che collabora dal 2003 con Alberto Bardelli delll’IRCC (Istituto Ricerca Cura Cancro) di Candiolo nel progetto di ricerca di marcatori predittivi di beneficio clinico a terapia molecolare per i tumori solidi. CONTINUA A PAGINA 2 2 Il Giornale di Niguarda > RICERCA, NUOVE ARMI CONTRO LA RESISTENZA AI FARMACI SEGUE DALLA PRIMA ...I risultati della ricerca confermano le aspettative: pur avendo l’80% dei pazienti resistenti alle cure con mutazione del gene KRAS, il gene già individuato a Candiolo e Niguarda nel 2006, una frazione minore presenta il gene BRAF mutato. A livello clinico una selezione su base genetica dei pazienti da trattare con la terapia monoclonale permette di evitare a chi è resistente gli inutili effetti collaterali delle cure. Una scoperta che interessa a molti specialisti sul piano internazionale e che apre la strada a un approccio predittivo standardizzato per il cancro colon-rettale. I ricercatori dell’Ospedale, cioè lo statistico Michele Miche- latti, i patologi Marcello Gambacorta e Silvio Veronese, gli oncologi Andrea Sartore-Bianchi e Salvatore Artale, grazie anche alla collaborazione degli esperti chirurghi dell’ospedale, capitanati da Raffaele Pugliese e Luciano De Carlis, senza i quali non sarebbe possibile esplorare il campo oncologico in tutti i suoi aspetti, promettono di proseguire gli studi. “Ci hanno appena confermato un nuovo finanziamento dall’AIRC, l’Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro e dell’Oncologia Ca’ Granda Onlus (OCGO) Fondazione, per il nuovo anno – assicura Siena – Il prossimo passo sarà quello di mettere insieme questi marcatori che sono sempre stati studiati se- paratamente. Non sappiamo se nello stesso contesto vanno a costituire un quadro genomico preciso utile al nostro scopo terapeutico. Servirà ancora del tempo, ma non troppo, per capirlo.” “Dopo una prima ricerca pubblicata nel 2005 – racconta Siena – abbiamo notato che questi farmaci erano efficaci solo su una bassa percentuale di pazienti. Bisognava scegliere perciò se lavorare per potenziarli oppure capovolgere la medaglia e trovare un modo per individuare i pazienti che non traggono beneficio dalle cure. Abbiamo così ristretto il campo d’azione per mettere a punto terapie personalizzate”. Segue dalla prima > EDITORIALE ...A ragione si parla oggi, in un tempo di grande progresso tecnologico, della necessità di umanizzare la medicina, sviluppando quei tratti del comportamento medico che meglio rispondono alla dignità della persona malata a cui si presta servizio. La specifica missione che qualifica la vostra professione medica e chirurgica è costituita dal perseguimento di tre obiettivi: guarire la persona malata o almeno cercare di incidere in maniera efficace sull’evoluzione della malattia; alleviare i sintomi dolorosi che la accompagnano, soprattutto quando è in fase avanzata; prendersi cura della persona malata in tutte le sue umane aspettative. Nel passato spesso ci si accontentava di alleviare la sofferenza della persona malata, non potendo arrestare il decorso del male e ancor meno guarirlo. Nel secolo scorso gli sviluppi della scienza e della tecnica chirurgica hanno consentito di intervenire con crescente successo nella vicenda del malato. Così la guarigione, che precedentemente in molti casi era solo una possibilità marginale, oggi è una prospettiva normalmente realizzabile, al punto da richiamare su di sé l’attenzione quasi esclusiva della medicina contemporanea. Un nuovo rischio, però, nasce da questa impostazione: quello di abbandonare il paziente nel momento in cui si avverte l’impossibilità di ottenere risultati apprezzabili. Resta vero, invece, che, se anche la guarigione non è più prospettabile, si può ancora fare molto per il malato: se ne può alleviare la sofferenza, soprattutto lo si può accompagnare L’équipe oncologica di Niguarda nel suo cammino, migliorandone in quanto possibile la qualità di vita. Non è cosa da sottovalutare, perché ogni singolo paziente, anche quello inguaribile, porta con sé un valore incondizionato, una dignità da onorare, che costituisce il fondamento ineludibile di ogni agire medico. Il rispetto della dignità umana, infatti, esige il rispetto incondizionato di ogni singolo essere umano, nato o non nato, sano o malato, in qualunque condizione esso si trovi. In questa prospettiva, acquista rilevanza primaria la relazione di mutua fiducia che si instaura tra medico e paziente. Grazie a tale rapporto di fiducia il medico, ascoltando il paziente, può ricostruire la sua storia clinica e capire come egli vive la sua malattia. E’ ancora nel contesto di questa relazione che, sulla base della stima reciproca e della condivisione degli obiettivi realistici da perseguire, può essere definito il piano terapeutico: un piano che può portare ad arditi interventi salvavita oppure alla decisione di accontentarsi dei mezzi ordinari che la medicina offre. Quanto il medico comunica al paziente direttamente o indirettamente, in modo verbale o non verbale, sviluppa un notevole influsso su di lui: può motivarlo, sostenerlo, mobilitarne e persino potenziarne le risorse fisiche e mentali, o, al contrario, può indebolirne e frustrarne gli sforzi e, in questo modo, ridurre la stessa efficacia dei trattamenti praticati. Ciò a cui si deve mirare è una vera alleanza terapeutica col paziente, facendo leva su quella specifica razionalità clinica che consente al medico di scorgere le mo- dalità di comunicazione più adeguate al singolo paziente. Tale strategia comunicativa mirerà soprattutto a sostenere, pur nel rispetto della verità dei fatti, la speranza, elemento essenziale del contesto terapeutico. E’ bene non dimenticare mai che sono proprio queste qualità umane che, oltre alla competenza professionale in senso stretto, il paziente apprezza nel medico. Egli vuole essere guardato con benevolenza, non solo esaminato; vuole essere ascoltato, non solo sottoposto a diagnosi sofisticate; vuole percepire con sicurezza di essere nella mente e nel cuore del medico che lo cura. Anche l’insistenza con cui oggi si pone in risalto l’autonomia individuale del paziente deve essere orientata a promuovere un approccio al malato che giustamente lo consideri non antagonista, ma collaboratore attivo e responsabile del trattamento terapeutico. Bisogna guardare con sospetto qualsiasi tentativo di intromissione dall’esterno in questo delicato rapporto medico-paziente. Da una parte, è innegabile che si debba rispettare l’autodeterminazione del paziente, senza dimenticare però che l’esaltazione individualistica dell’autonomia finisce per portare ad una lettura non realistica, e certamente impoverita, della realtà umana. Dall’altra, la responsabilità professionale del medico deve portarlo a proporre un trattamento che miri al vero bene del paziente, nella consapevolezza che la sua specifica competenza lo mette in grado in genere di valutare la situazione meglio che non il paziente stesso. La malattia, d’altro canto, si manifesta al- l’interno di una precisa storia umana e si proietta sul futuro del paziente e del suo ambiente familiare. Nei contesti altamente tecnologizzati dell’odierna società, il paziente rischia di essere in qualche misura “cosificato”. Egli si ritrova infatti dominato da regole e pratiche che sono spesso completamente estranee al suo modo di essere. In nome delle esigenze della scienza, della tecnica e dell’organizzazione dell’assistenza sanitaria, il suo abituale stile di vita risulta stravolto. E’ invece molto importante non estromettere dalla relazione terapeutica il contesto esistenziale del paziente, in particolare la sua famiglia. Per questo occorre promuovere il senso di responsabilità dei familiari nei confronti del loro congiunto: è un elemento importante per evitare l’ulteriore alienazione che questi, quasi inevitabilmente, subisce se affidato ad una medicina altamente tecnologizzata, ma priva di una sufficiente vibrazione umana. Su di voi, dunque, cari chirurghi, grava in misura rilevante la responsabilità di offrire una chirurgia veramente rispettosa della persona del malato. E’ un compito in sé affascinante, ma anche molto impegnativo. Il Papa, proprio per la sua missione di Pastore, vi è vicino e vi sostiene con la sua preghiera. Con questi sentimenti, augurandovi ogni migliore successo nel vostro lavoro, volentieri imparto a voi ed ai vostri cari l’Apostolica Benedizione. Il Santo Padre Papa Benedetto XVI 3 Il Giornale di Niguarda > COLLABORAZIONE NIGUARDA/PIRELLI Formazione professionale ai colleghi rumeni In ospedale 300 ore sulle procedure di emergenza per medici di Slatina S i è concluso il primo anno di attività nell’ambito del progetto di collaborazione tra l’Ospedale Niguarda e il Gruppo Pirelli per la formazione del personale medico e infermieristico presso l’Ospedale di Slatina, in Roma- nia. Alle 300 ore di formazione professionale previste in questa prima fase hanno partecipato 25 medici e infermieri rumeni, svolgendo attività di medicina e chirurgia d’urgenza, terapia intensiva, rianimazione, ginecologia d’urgenza presso le relative strutture dell’ospedale milanese. Il progetto, della durata di 3 anni, è interamente finanziato dal Gruppo Pirelli che ha donato all’ospedale rumeno moderne attrezzature sanitarie per la diagnostica e gli interventi in emergenza e rientra nell’ambito delle iniziative sociali a sostegno della città di Slatina, dove è stato realizzato un grande polo industriale per la produzione di pneumatici ad alte prestazioni per i mercati dell’Europa centrale e orientale. Nella foto, a sinistra Raed Arafat (Sottogretario alla Sanità del Governo della Romania), al centro Carlo Nicora (Direttore Sanitario del nostro Ospedale) e a destra Carlo Corti, Responsabile Progetti Internazionali della Direzione Generale Sanità della Regione Lombardia > CENTRO NEMO Un nuovo partner Un momento della conferenza stampa Arriva l’associazione Famiglie SMA al mese di ottobre NEMO ha un alleato in più: Famiglie SMA, l’associazione di Genitori per la Ricerca sull’Atrofia Muscolare Spinale, è entrato a far parte dei partner sostenitori della struttura. Accanto alle quattro realtà fondatrici che hanno permesso l’apertura del Centro NEMO nel novembre 2007 (UILDM – Unione Italiana Lotta alla Distrofia Muscolare, AISLA- Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, Telethon e A.O. Ospedale Niguarda), il nuovo partner conferma l’impegno della ricerca clinica in ospedale verso la SMA, già tra le patologie neuromuscolari di cui si occupano gli specialisti del centro. “I risultati raggiunti dal Centro Clinico NEMO - ha scritto Giulio Boscagli, as- D sessore alla Famiglia e alla Solidarietà Sociale della Regione Lombardia, in una nota ufficiale a commento - sono frutto dell’applicazione più autentica del principio di sussidiarietà orizzontale. La Regione Lombardia non può che guardare con favore ad iniziative di eccellenza come queste che hanno fatto del Centro NEMO un punto di riferimento al quale è possibile rivolgersi per qualunque necessità e informazione. La rete da voi costruita e le partnership avviate costituiscono per me un esempio di eccellenza della nostra regione.” > PER INFORMAZIONI Centro Clinico NEMO www.centrocliniconemo.it > FLASH > UNA PIOGGIA DI MEDAGLIE SEGUE DALLA PRIMA ...Con questo spirito, dal 1981, opera con pazienti affetti da disabilità motorie, psichiche e cognitive. Primo centro in Italia, utilizza da 25 anni i benefici della riabilitazione equestre nella cura di svariate patologie, con una particolare attenzione all’età compresa tra i 12 e i 16 anni. Luogo di integrazione e socializzazione, il centro si avvale della preziosa collaborazione di volontari e parenti di pazienti curati nel corso degli anni. Promuove un approccio terapeutico volto al benessere integrale della persona: anche in questo è una delle eccellenze della sanità milanese”. Una medaglia d’oro ha premiato Mario Melazzini, a Niguarda direttore scientifico del Centro NEMO e presidente dell’AISLA, Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica: un uomo che “affronta la malattia con coraggio, offrendo una grande testimonianza d’amore per la vita”, cita la motivazione ufficiale, e dalla cui attività del centro NEMO “si rafforza la ricerca per donare la concreta speranza di un futuro migliore a chi è stato colpito da SLA”. L’altra medaglia d’oro è stata assegnata ad Angelo Vescovi, direttore del Centro di Ingegneria dei Tessuti dell’ospedale che “con il suo impegno di docente e di scienziato rende onore al Paese e contribuisce a fare di Milano una capitale europea della ricerca e dell’innovazione... I riconoscimenti italiani ed esteri attestano l’unicità e il valore del suo contributo allo sviluppo delle scienze della vita e quindi al futuro dell’uomo”. E’ il terzo anno consecutivo che Niguarda viene insignito con l’“Ambrogino d’oro”; in precedenza sono stati premiati il Dipartimento Cardiologico De Gasperis, l’Istituto Villa Marelli e il M.A.P.P. - Museo d’Arte Paolo Pini. Tutti questi premi sono un segno di riconoscenza che la comunità cittadina milanese e regionale lombarda hanno verso chi opera nel Niguarda. Crescere accanto a un figlio disabile i chiama “Oltre il naufragio” (Giunti Editore) il libro nato dalla ricerca condotta dalla Fondazione IARD su un campione significativo di famiglie con figli affetti da SMA. L’autore, Renato Pocaterra, ha raccolto interviste e testimonianze di genitori, sanitari e insegnanti sulla percezione e sulla gestione dei bambini con disabilità motorie: le loro parole, commoventi e coraggiose, raccontano le storie di chi, dopo il dolore, ha ripreso a navigare seguendo nuove rotte e sospinto da una nuova speranza. S Il Giornale di Niguarda 5 > FLASH Emergency chiama, Niguarda risponde mergency, l’associazione umanitaria italiana per la cura e la riabilitazione delle vittime delle guerre e della povertà, organizza incontri rivolti al personale ospedaliero per presentare l’attività sanitaria promossa in Afghanistan, Sudan, Repubblica Centroafricana, Sierra Leone, Cambogia e Sudan. Le locandine degli incontri saranno affisse nelle principali zone di passaggio dell’ospedale. E > PER INFORMAZIONI Emergency – sede di Milano tel. 02881881/ fax 0286316336 (lun-ven dalle 10 alle 15) [email protected] www.emergency.it > STA BENE IL BIMBO CON IL CUORE ARTIFICIALE SEGUE DALLA PRIMA ...Un tempo che il piccolo sembrava non avere, a detta dei medici dell’equipe di Martinelli e della Cardiochirurgia Pediatrica diretta da Francesco Santoro, che hanno deciso di intervenire d’urgenza con l’applicazione di un cuore artificiale. E’ il primo caso in Lombardia, e solo il cinquantesimo in tutta Italia, di applicazione su un paziente così piccolo. Il cuore meccanico permetterà al bimbo di sopravvivere per oltre un anno in attesa di un cuore nuovo. “Anche se l’intervento è andato bene e la macchina sta facendo il suo dovere – conclude il cardiochirurgo – la speranza per questo bambino rimane il trapianto. Ci auguriamo che arrivi al più presto quel giorno.” Le neoplasie neuroendocrine, tema di convegno in ospedale Sono molto rare. Ancora scarsi i dati basati sulle evidenze i tumori sto la diagnosi viene Dove colpisce posta quando la malattia neuroendoè già in fase metastail tumore crini, cioè di tica”. I tumori neuroendocrini quelle forme I criteri di classificazione colpiscono 1 persona su che originano dei tumori neuroendo100.000 all’anno. Si dal sistema neucrini adottati dal 2000 localizzano in diverse sedi: roendocrino, e dall’Organizzazione - piccolo intestino che nella quasi Mondiale della Sanità, si - retto metà dei casi si sono dimostrati insuffi- bronchi accompagnano cienti nella previsione - colon - stomaco ad iperprodudella risposta dei pazienti - pancreas zione ormonale, alla terapia nell’opinione - fegato si parla poco di diversi gruppi di - tiroide perché sono esperti internazionali. rari. Se ogni Recentemente sono stati anno in Italia sono diagnosticati proposti ulteriori criteri classifioltre 200 mila nuovi casi di tumore, cativi per disporre di nuovi elequelli neuroendocrini che colpi- menti prognostici. scono l’intestino, la sede più fre- L’interesse degli specialisti si sconquente, non interessano più di 7 tra però con una casistica ridotta e, persone su un milione. L’Ospedale pertanto, dati insufficienti per dare Niguarda ha scelto di parlarne in un una spinta alla ricerca clinica. convegno dedicato, lo scorso no- Emerge, infatti, dai registri internavembre, in cui oltre 100 medici tra zionali che l’incidenza delle forme specialisti clinici e ricercatori si gastrointestinali è aumentata del sono confrontati sulla diagnosi e te- 30% a fronte di una percentuale di rapia di questi tumori, evidenziando mortalità stazionaria: ciò indica che le difficoltà legate all’eterogeneità la diagnosi è diventata più efficace di questo gruppo di neoplasie. nell’individuare le neoplasie ma le “Hanno manifestazioni diverse – cure non hanno purtroppo subito miconferma Paola Loli, coordinatrice glioramenti. del convegno e direttore dell’Endo- “E’ necessario un aumento di intecrinologia al Ca’ Granda – caratte- resse oltre che supporto econorizzate in alcuni casi da sintomi che mico: solo così la ricerca di base possono sfuggire al medico, proprio potrà progredire – commenta Loli – per la loro aspecificità. Per esempio Mancano per esempio studi multise fra le forme di tumore neuroendo- centrici che sono un’importante crino del pancreas circa la metà de- fonte di informazione per il protermina alterazioni ormonali gresso della ricerca. In sostanza caratteristiche e quindi riconosci- manca un confronto tra specialisti: bili, l’altra metà dà manifestazione è per questo che sono importanti di sé solo in fase avanzata; per que- questi eventi di discussione”. D COME FUNZIONA IL CUORE MECCANICO? Il battito del cuore ‘vero’ viene stimolato da due pompe esterne collegate a un compressore traportabile: una pompa è collegata all’atrio destro e all’arteria polmonare, l’altra all’apice del ventricolo sinistro e all’aorta. > FORMAZIONE INTERNAZIONALE Dal Brasile a scuola di Pronto Soccorso tto medici brasiliani hanno sostenuto un intenso training sugli aspetti legati all’emergenza presso il nostro Ospedale. I medici, provenienti dallo Stato di Minas Gerais, hanno potuto approfondire le tematiche relative al 118, al Pronto Soccorso e al Trauma Team. I medici sono stati accolti dal direttore ammini- O > ENDOCRINOLOGIA strativo Marco Trivelli e hanno avuto come tutor Osvaldo Chiara (responsabile del Trauma Team) e Stefania Cimbanassi, medico del Trauma Team. La visita rientra nell’accordo con la Regione Lombardia che prevede la collaborazione del nostro Ospedale per la realizzazione di 6 nuovi dipartimenti di urgenza nel Minas Gerais. Il Giornale di Niguarda 6 > FLASH Novità per la Carta Regionale dei Servizi al 21 ottobre puoi accedere, direttamente e comodamente da casa tua, ai numerosi servizi on line della sanità e della Pubblica Amministrazione. Basta collegare al tuo personal computer un lettore di smart card disponibile in edicola al prezzo di 7,50 euro con il quotidiano che preferisci. L’accesso ai servizi on line è possibile solo dopo il consenso al trattamento dei dati perso- D nali: solo così, nel pieno rispetto della privacy, i medici curanti potranno conoscere tutta la storia clinica del paziente e visualizzare in tempo reale referti ed esami per offrire un’assistenza migliore e più efficace. > PER INFORMAZIONI 800 030 606 - www.crs.lombardia.it Attualità in cardiologia > ELETTROFISIOLOGIA > INTERVENTISTICA Per quel battito in più La fibrillazione atriale è frequente e facile la diagnosi. Ma mancano linee guida per l’evento acuto ’aritmia è facilmente riconoscibile a livello clinico da un battito cardiaco molto accelerato e irregolare e rappresenta il disturbo del ritmo più frequentemente riscontrabile, soprattutto con l’avanzare dell’età: infatti il 3% degli accessi in pronto soccorso avviene per episodio improvviso e mal tollerato di fibrillazione atriale. Molte le cause, da malattie cardiache a infezioni polmonari, ad alterazioni della tiroide, che sono spesso associate anche a scorrette abitudini alimentari e stili di vita (abuso di caffè, alcol, droghe…)e a stress fisico-emotivi. L’aritmia si manifesta spesso improvvisamente, senza alcuna causa evidente. “Pur essendo la diagnosi relativamente agevole e i principi di trattamento standardizzati – spiega Maurizio Lunati, direttore dell’Elettrofisiologia dell’ospedale- mancano tuttora linee guida univoche e semplici per la gestione dell’evento acuto e delle recidive e per la prevenzione di complicanze”. Il progetto Best Practice, presentato in anteprima L nazionale in occasione della giornata aritmologica del 42° Convegno di Cardiologia organizzato dalla Fondazione De Gasperis lo scorso settembre, ha lo scopo di colmare questa lacuna: si articola in tre passi (livelli essenziali di conoscenza, scenario clinico, fonti) e rivolge raccomandazioni semplici, sintetiche, pratiche, basate su evidenze, all’ampia platea dei cardiologi clinici e ai medici di medicina generale. E’ attuale oggetto di discussione anche il trattamento delle aritmie attraverso dispositivi elettrici impiantabili come pacemaker tradizionali, dispositivi per la resincronizzazione, defibrillatori impiantabili. Conclude Lunati, “Questi gioielli della tecnologia avanzata comportano costi e impegni gestionali rilevanti e richiedono pertanto estrema appropriatezza nell’indicazione e grande cura nell’impiantistica e nel follow up. Attraverso un confronto serrato tra i più competenti esperti nazionali auspichiamo si possa giungere a conclusioni utili e economicamente vantaggiose.” Implantable Cardioverter Defibrillator (ICD) Il defibrillatore impiantabile è uno stimolatore cardiaco alimentato da una batteria, che controlla i segnali elettrici del cuore ed eroga una scarica elettrica quando rileva un ritmo anomalo di un certo tipo. Il paziente: sempre più complicato Oggi l’angioplastica interviene anche sui più anziani, con alto rischio di complicanze ono trascorsi quasi trent’anni dai come diabete o insufficienza renale cronica primi interventi di angioplastica co- che aumentano la delicatezza dell’interronaria, una metodica che consente vento”. Risultati garantiti anche da nuove una rivascolarizzazione nel paziente in caso tecniche di approccio all’angioplastica medi restringimenti delle arterie (stenosi); ini- diante una strumentazione miniaturizzialmente percepita come una tecnica a im- zata che riduce di molto le emorragie patto limitato su un ridotto numero di post-operatorie e permette ai pazienti di alpazienti, oggi questo tipo di intervento ha zarsi dopo qualche ora dall’intervento. Da avuto un’incredibile diffusione in tutto il sottolineare, secondo Klugmann, anche la mondo e rappresenta il trattamento pri- possibilità odierna di intervenire su pamario delle ostruzioni coronariche so- zienti che hanno subito un trapianto di prattutto in pazienti gravemente instabili a cuore e che, in molti casi, sviluppano una seguito di infarto acuto. In Italia, ogni anno, sofferenza delle arterie coronariche. “Fino vengono eseguite oltre 130 mila angiopla- a pochi anni fa non c’era possibilità di cura stiche in centri specializzati. Il progresso per questa complicazione. Oggi sono a ditecnologico e l’affinamento della proce- sposizione dei nuovi stent medicati estredura, con il tempo divenuta meno invasiva, mamente sottili che vengono posizionati a permettono di affrontare casi di pazienti livello dei restringimenti delle arterie e che sempre più ‘complicati’. “Oggi – com- rilasciano direttamente farmaci per evitare menta Silvio Klugmann, direttore del- una nuova stenosi.” l’Emodinamica dell’ospedale e pioniere di interventi con valvola autoespandibile su pazienti ultraottantenni - si possono affrontare delle lesioni coronariche che un tempo non davano grandi possibilità di successo, come le occlusioni croniche cioè un’arteria chiusa da anni che può essere finalmente riaperta. E’ cambiata anche la tipologia dei pazienti trattati, più anziani e spesso affetti da Silvio Klugmann mentre opera un paziente gravi malattie concomitanti S 7 Il Giornale di Niguarda > TRAPIANTO DI FEGATO Tecnica domino: da un paziente all’altro Serve un donatore-ricevente e un ricevente. Eseguito solo 3 volte in Italia, fronteggia la carenza di organi on c’era modo migliore di festeggiare il millesimo trapianto di fegato a Niguarda per l’equipe di Luciano De Carlis, direttore della struttura N dedicata, che quello di eseguire con successo una nuova tecnica di intervento. Lo chiamano ‘domino’ perché consiste nel passaggio di organo da un paziente all’altro, a una condizione: uno dei due pazienti coinvolti gioca il ruolo sia di donatore che di ricevente. Si tratta di sfruttare una rara malattia, l’amiloidosi, dovuta alla produzione da parte del fegato di una proteina anomala che si accumula nei tessuti causando insufficienza cardiaca e polineuropatia grave. Spiega De Carlis, “Poiché la malattia impiega 30-40 anni a sviluppare sintomi, proprio per l’accumulo progressivo dell’amiloide, - 1000 trapianti epatici dal 1985 la proteina difettosa, un fe- 72 la media dei trapianti all’anno gato di questo tipo può es- 94% la sopravvivenza a un anno dall’intervento sere trapiantato in un - 74 trapianti solo nel 2007, 5 da vivente e 9 split-liver paziente di età avanzata. - 17 trapianti split-liver adulto-adulto eseguiti dal 1999 Nel nostro caso il paziente - 47 trapianti split liver adulto pediatrico che ha ricevuto questo fe- 47 trapianti da donatore vivente eseguiti dal 2001 gato ha 61 anni, cioè potrebbe sviluppare la con annesse equipe medico-infermieristimalattia solo attorno ai 90 anni”. Il paziente con amiloidosi invece, data la che. gravità dei sintomi accumulati negli anni di Il trapianto ‘domino’ è una delle vie alterdecorso della malattia, riceve il nuovo or- native per aggirare una richiesta di organi gano da un donatore non vivente. E’ un in- superiore alla disponibilità e alleggerire le tervento complesso, realizzato per la liste di attesa. La difficoltà, non solo logiprima volta al mondo nel 1995 ed eseguito stica, è di reperire pazienti affetti da quesolo 3 volte in Italia, che richiede l’operati- sta patologia non comune che registra 800 vità in contemporanea di due sale operatorie nuovi casi all’anno. Il Centro in pillole > CHIRURGIA VASCOLARE > ON-LINE AAA: chirurgia mininvasiva Tutto su melanomi&Co In ospedale, trattamento endovascolare di aneurismi anche nelle emergenze di pronto soccorso vere un aneurisma dell’aorta, cioè una dilatazione localizzata dell’arteria, significa non avere alcun sintomo, non accorgersi, magari anche per molto tempo, di avere una bomba a orologeria pronta ad esplodere nell’addome o nel torace. Si è fortunati se l’aneurisma viene diagnosticato prima della sua rottura e si può intervenire eventualmente ‘in elezione’. Perchè quando si rompe, oltre al forte dolore, il paziente è in grave pe- A Il chirurgo vascolare Maurizio Puttini con un paziente ricolo di vita e bisogna intervenire tempestivamente per riparare l’ar> IL NUOVO PRESIDENTE teria. A Niguarda, tra il 2007 e il Facciamo i nostri complimenti a Maurizio 2008, sono stati eseguiti 35 interPuttini, eletto lo scorso mese presidente venti in emergenza, una cifra di della Società Italiana di Chirurgia Vascolare tutto rispetto che corrisponde al ed Endovascolare (SICVE). 13,5% di tutta l’attività della Chirurgia Vascolare che si occupa del trattamento della patologia aneurismatica dell’aorta sia addominale (AAA) che toracica (ATD). “La novità degli ultimi anni – afferma Maurizio Puttini, direttore della struttura – è il poter riparare questi danni all’aorta senza aprire il torace, con un trattamento endovascolare: risalendo attraverso L’homepage del sito www.sicve.it l’arteria femorale, si inserisce una protesi nel tratto di aorta lesioutilizzate costano 6-10 mila euro l’una – comnato”. Il vantaggio di questa metodica è una menta lo specialista – ed è un costo che sominor invasività dell’intervento, cioè niente stiene interamente l’ospedale. Noi abbiamo tagli, un decorso post-operatorio più breve e voluto offrire questo trattamento ai nostri pauna ridotta mortalità. Adottare una tipologia di zienti”. Grazie anche all’attività dei nostri meintervento mininvasiva anche nei casi di emer- dici dal prossimo anno la Regione Lombardia genza che arrivano in pronto soccorso è possi- ha predisposto linee guida per il rimborso sabile a Niguarda grazie a un approccio nitario, seppur parziale, delle endoprotesi. multidisciplinare e alla disponibilità dell’ospe- Questa attività d’eccellenza è resa possibile dale di offrire questo vantaggioso trattamento, dall’impegno 24 ore su 24 di tutta l’èquipe e in pur ammortizzando i costi. “Le protesi da noi particolare del Dr. Bruno Palmieri. MMP (Melanoma Molecular Map Project) è un database interattivo di consultazione e aggiornamento di informazioni cliniche su diagnosi, biologia e trattamento del melanoma. Vi interagiscono i maggiori centri di riferimento e specialisti internazionali, riuniti in un comitato scientifico che si avvale anche delle competenze di Ignazio Stanganelli, responsabile dell’ambulatorio di dermatologia oncologica al Ca’ Granda. M > PER INFORMAZIONI Visita il sito www.mmmp.org NIGUARDA NOI 8 Il Giornale di Niguarda > IL NUOVO NIGUARDA Completati la metà dei lavori Entro fine anno si raggiungerà il 55% rocedono a pieno ritmo i lavori per la realizzazione del nuovo ospedale: entro fine anno verrà completato più della metà del progetto. I lavori procedono senza alcun ritardo in tutti i cantieri, dal Blocco Sud, al Polo Logistico e Tecnologico, ai cunicoli tra il DEA e l’Antonioni-Rossini e tra il Carati e il Talamona, grazie al lavoro di oltre 300 operai che, su turnazione, lavorano anche nel weekend. E’ già stata completata gran parte delle opere murarie ed è in corso la realizzazione degli impianti elettrici, idraulici, termici e di condizionamento. P Blocco Sud-High Care: prove di realizzazione di una camera di degenza Polo Logistico: opere murarie interne > Per vedere come procedono i lavori nei cantieri del Nuovo Niguarda visita il sito http://nuovoniguarda.ospedaleniguarda.it > C.R.A.L. > CHI VISITA NIGUARDA Viaggi low-cost Con il Brasile contro i tumori dell’età pediatrica l C.R.A.L. ha aperto il nuovo servizio di agenzia viaggi presso la sua sede. Molte le proposte per viaggi individuali e di gruppo, con importanti sconti per tutti i soci del circolo ricreativo aziendale. Si può scegliere ora tra una tre giorni in bicicletta per la Borgogna, una visita alle architetture d’avanguardia di Bilbao, un weekend per festeggiare il Capodanno ad Atene o Vienna, oppure, per chi non vuole andare lontano, un tranquillo weekend in Liguria o nelle langhe piemontesi. Un’occasione da non perdere! I > PER INFORMAZIONI Servizio Agenzia Viaggi presso il C.R.A.L. – interno 3236 VUOI RICEVERE IL GIORNALE DI NIGUARDA? Basta mandare una mail a [email protected] e specificare il tuo nome, cognome e l’indirizzo a cui recapitare il giornale. Oppure telefona allo 02 6444.2562. Sarai subito inserito nella lista degli abbonati e riceverai gratuitamente a casa il nostro periodico. na delegazione dell’Istituto del Cancro Infantile di Agreste (Brasile) ha visitato il nostro Ospedale lo scorso novembre La delegazione (nella foto), guidata dall’oncologo pediatrico Luisi Henrique Soarez, è stata ricevuta dal direttore generale Pasquale Cannatelli, dal direttore sanitario Carlo Nicora e da alcuni dei nostri professionisti (tra i quali il dr. Costantino De Giacomo, direttore del Dipartimento Materno Infantile). Nell’incontro sono state gettate le basi per una collaborazione con il nostro Ospedale per la lotta ai tumori dell’età pediatrica nella regione di Pernanbuco. U > NEWS Nuovi incarichi Recentemente la Direzione ha nominato nuovi responsabili. Simona Giroldi è la nuova responsabile della Gestione Formazione e Sviluppo Risorse Umane/Relazioni Sindacali. Pier Luigi Morossi è il nuovo responsabile della Programmazione e Controllo di Gestione. Ai due nuovi responsabili i migliori auguri di buon lavoro. Simona Giroldi Pier Luigi Morossi NIGUARDA NOI Il Giornale di Niguarda 9 > LAVORI IN CORSO Un centro per la formazione dei chirurghi l nostro ospedale avrà presto un centro specializzato per la formazione di chirurghi: 1.500 mq, su 4 livelli, sta sorgendo a fianco del padiglione Mariani-De Gasperis e sarà pronto entro un anno. Permetterà, me- I diante l’impiego delle più moderne tecnologie, di svolgere un training adeguato sia agli specializzandi che ai medici chirurghi già operanti. “L’unico modo per imparare è fare training – ci spiega Raffaele Pugliese, diret- tore del Dipartimento di Chirurgia - ma in Italia non è facile trovare luoghi dove potersi specializzare”. “Il Centro ha un costo complessivo di 5 milioni di euro – spiega il direttore generale Pa- squale Cannatelli - e nasce dallo sforzo congiunto di Regione Lombardia che lo ha finanziato per 2,3 milioni di euro e del nostro ospedale, con la collaborazione dell’Ircad di Strasburgo.” > OSTETRICIA/GINECOLOGIA Il cielo in un reparto Realizzato dall’ASBIN, un libro illustrato viene regalato alle neomamme n dono insolito verrà fatto a tutte le neomamme ricoverate in Ostetricia e Ginecologia: un libricino illustrato con foto del cielo di Milano, ognuna accompagnata da una poesia. E’ questa l’iniziativa realizzata dall’ ASBIN, l’Associazione Spina Bifida e Idrocefalo di Niguarda, in collaborazione con la struttura diretta da Maurizio Bini, per promuovere la prevenzione di questa grave malattia che colpisce 0,7-0,8 bambini su 1000 nati ogni anno in Italia. Le foto, esposte anche sui muri delle corsie del reparto, sono tutte realizzate da Maria Pia Pisoni, medico ginecologo. “Ho immaginato delle finestre U sul cielo per il nostro reparto – ci racconta - dove le mamme, i papà e i parenti conoscono e festeggiano il nuovo venuto. Chi non ha guardato incantato le nuvole vagare nel cielo nei giorni interminabili dell’infanzia. Quale cielo vedere, se non il cielo di Milano che conosciamo, di cui ci lamentiamo ma che ci accompagna quotidianamente e sotto il quale nascono e crescono i nostri figli”. Il libro può anche essere acquistato facendo una piccola donazione al reparto. > PER INFORMAZIONI www.asbin.it Maria Pia Pisoni indica la poesia che accompagna uno degli scatti alla neomamma Vittoria (sulla sinistra) che ha dato alla luce la piccola Chiara di 3 kg > NATALE 2008 > PIANO ORGANIZZATIVO AZIENDALE Auguri dalla redazione! La nuova “carta d’identità” dell’ospedale unedì 22 dicembre la Direzione aspetta il personale in aula magna per gli auguri natalizi, seguiti dalla benedizione di Monsignor Vittorio Bruni Anche noi della redazione cogliamo l’occasione per ringraziare tutti voi per le numerose richieste di abbonamento e per augurarvi i più sinceri auguri di Buon Natale e Felice Anno Nuovo. All’anno prossimo! L ’ stato approvato dalla Regione Lombardia il nuovo piano organizzativo aziendale, valido fino al 2011. Molte le novità, tra nascita di nuove strutture e spostamenti di strutture in altri dipartimenti. Ci dà qualche anticipazione Carlo Nicora, Direttore Sanitario dell’ospedale. “Il nuovo POA nasce da un percorso culturale che ha coinvolto tutti i professionisti verso la realizzazione del nuovo Niguarda. E’ stato rimodellato pensando ai tre poli, DEA, Blocco Sud e Blocco Nord, che caratterizzeranno l’ospedale nei prossimi decenni. Un esempio su tutti: l’allargamento dell’ex Dipartimento Cardiologico diventa ora Dipartimento Cardiovascolare che riunisce in sé tutte le UUOO che seguono le problematiche cardiovascolari in un’ottica di gestione multidisciplinare, anche alla luce delle nuove tecnologie interventistiche. Altro esempio è fornito dalla lettura dell’organizzazione del Dipartimento Chirurgico, dove il nuovo POA dà un peso organizzativo alle attività di day e week surgery per la gestione del paziente chirurgico nell’interesse anche dei tempi di attesa. Questi e altri esempi troveranno piena applicazione nel 2010 con l’apertura del nuovo Niguarda” Commenta Marco Trivelli, Direttore Amministrativo: "L’assetto organizzativo dell’area amministrativa è stato modificato pensando alle priorità dei prossimi anni: le piccole e grandi ristrutturazioni necessarie per adeguare lo standard alber- E ghiero, i trasferimenti di servizi e attività per permettere ai cantieri del Nuovo Niguarda di aprirsi e crescere senza interrompere l’attività clinica, la manutenzione impiantistica e delle tecnologie biomedicali e, non ultimi, gli acquisti funzionali al nuovo blocco Sud. Per fare tutto ciò occorre che tutte le strutture tecniche e amministrative lavorino insieme; senza coordinamento potremmo ostacolare l’attività sanitaria e non rispetteremmo i tempi. In sintesi questi sono i motivi che hanno spinto a disegnare il nuovo Dipartimento “Patrimonio e Innovazione Tecnologica”, che raggruppa tutte le strutture impegnate in questa area. Sempre con la stessa logica è stato previsto il Dipartimento “Coordinamento Operativo Aziendale”; infatti, gestire gli accessi, fornire i reparti, movimentare materiali, mantenere la pulizia nelle degenze come nei viali, richiede coordinamento proprio in relazione all’emergenza cantieristica che rende tutte le azioni ordinarie più difficili.Un altro elemento innovativo è rappresentato dalla nuova Struttura “Accoglienza utenti e marketing” che ha l'obiettivo di migliorare percorsi e modalità di accesso dei pazienti, adeguando quest’attività all’elevato standard clinico." Per l’elenco completo dei cambiamenti nell’organigramma aziendale, consultare la IntraNet. Il Giornale di Niguarda 10 > NEUROLOGIA Testa pesante? No, cefalea ortostatica In ospedale è trattata in un giorno con ‘blood patch’ innovativo volte basta mettersi in piedi per scatenare un dolore che colpisce la fronte o tutta la testa, perdita di memoria e senso generale di smarrimento. I casi sono in aumento, maggiormente tra le donne, circa il doppio degli uomini. La cefalea ortostatica, cioè legata alla posizione eretta, è sempre più diffusa anche tra divi holliwoodiani come George Clooney e dipende dalla gravità che fa ‘pesare’ il cervello. Quando viene lesionata una meninge, cioè una delle membrane che rivestono il cervello e il midollo spinale, può fuoriuscire parte del liquor cerebrospinale che fisiologicamente consente di attutire i traumi potenzialmente dannosi a cranio o colonna vertebrale. “In condizioni normali il volume di liquor determina A Anche George Clooney soffre di cefalea ortostatica valori di pressione idrostatica che sostengono il cervello e ne consentono il galleggiamento nel suo involucro liquido – spiega Enrico Ferrante, responsabile del Centro Cefalee della Neurologia dell’ospedale – Se si riduce questa pressione per la perdita di liquido si verifica uno spostamento verso il basso del cervello. I sintomi come forte cefalea, nausea, vomito, vertigini, disturbi visivi e uditivi compaiono in posizione eretta proprio per la trazione e distorsione di quelle strutture che ancorano il cervello al cranio come vene, seni venosi durali e nervi cranici”. Basta un piccolo foro della meninge che può essere indotto da trattamenti medici (puntura lombare o anestesia spinale) oppure insorgere per ipotensione liquorale spontanea, una sindrome rara spesso confusa con la meningite. “Nel 30% dei casi i sintomi si risolvono in qualche settimana o anche mesi col semplice riposo a letto. Talora insorgono gravi complicanze come ematomi subdurali cerebrali e addirittura il coma che possono richiedere un intervento neurochirurgico”, prosegue Ferrante. L’approccio interventistico è il blood patch (‘toppa di sangue’): in anestesia locale si inietta a livello lombare, nello spazio compreso tra la dura madre e il canale spinale, il sangue dello stesso paziente che giunge poi nel punto di lacerazione delle meningi e, coagulandosi, rattoppa il foro. A Niguarda l’intervento viene eseguito dall’equipe della neurologia, in collaborazione con l’anestesista Ines Ar- pino e il neuroradiologo Alberto Citterio,in modo innovativo: il paziente viene inclinato di 30° a testa in giù per consentire l’afflusso di sangue, per gravità, nel punto della lacerazione ed è mantenuto in tale posizione per le 24 ore successive. Si è osservato che il trattamento è così più efficace e comporta una risoluzione completa della cefalea nel 90% dei casi, una percentuale di successo riscontrata nei 42 casi trattati su 84 visti dal 1992, risultati presentati al congresso della società americana e quella italiana di neurologia negli scorsi mesi. > NEUROLOGIA Neurologia - Centro Cefalee tel. 02 6444.2137/2348 [email protected] > VOLONTARI PER LA LEUCEMIA > NEWS Da buttare? No, da donare Telefoni cellulari: ora pagano anche il ticket Dilaga la raccolta dei tappi per raccogliere fondi per la ricerca ’iniziativa inizia nel 2005 grazie ai volontari dell’Associazione Malattie del Sangue, attiva nel nostro ospedale: da quel momento sono stati raccolti poco più di 15mila tappi di bottiglia per un totale di 62 milioni di euro interamente destinati alla ricerca oncoematologica. Ma perché proprio i tappi? La plastica dei tappi (ma L solo quelli di bottiglia) è un materiale straordinariamente riciclabile grazie alla facilità di riutilizzo degli scarti di produzione e alla sua scarsa degradabilità: i tappi vengono venduti alle aziende di riciclaggio e convertiti in fondi destinati all’acquisto di strumentazione e apparecchiature per la ricerca. Dato il successo dell’iniziativa l’Amsa ha messo a disposizione dei volontari alcuni punti raccolta esterni all’ospedale: - via arcangelo corelli 37/2 zona parco forlanini - via olgettina 35 zona vimodrone - via Francesco Barzaghi, 14 zona cimitero maggiore - via Lisiade Pedrone, 40/1 zona bovisasca - piazzale delle Milizie, 1/1 zona naviglio grande/porta genova - via Riccardo Lombardi, 13 località Miggiano Le riciclerie sono aperte da lunedì al sabato dalle 8 alle 19.00 e la domenica dalle 8 alle 15. > PER INFORMAZIONI Associazione Malattie del Sangue tel. 02 6444.4025 fax 02 6425891 [email protected] www.ematologia-milano.it ’ attivo presso l’ospedale il servizio sperimentale di pagamento del ticket sanitario dal cellulare. Chi è in possesso di un telefono cellulare, potrà accedere ai servizi Gemmo Card tramite dispositivo bluetooth, e potrà pagare il ticket in ospedale grazie a un Totem G Card posto all’ingresso principale di agevole comprensione e utilizzo. L’ospedale è il primo in Italia a sperimentare la Piattaforma Multiservizi G Card. Oltre al pagamento ticket, sono stati inoltre attivati i servizi di apertura varchi pedonali presso il padiglione NEMO e la navigazione all’interno del presidio (l’utente ha a disposizione sul display del cellulare la mappa dell’ospedale con informazioni chiare e semplici per raggiungere padiglioni, reparti e centri servizi); è inoltre prossima l’attivazione del servizio per l’accesso ai varchi degli autoveicoli rivolto a dipendenti e utenza debole. Dal 9 dicembre, per 90 giorni un desk informazioni sarà disponibile a dare news sul sistema al Padiglione di Ingresso. E VENDESI NUOVE SOLUZIONI IN VIA ORNATO, 84 CON BOX SEI UN LIBERO PROFESSIONISTA O UN’AZIENDA??? VUOI AVERE UNA BUONA RENDITA CON RECUPERO AGEVOLAZIONI FISCALI???? INVESTI IN LOFT!!! LOFT SU 2 LIVELLI CON TERRAZZINO COMPOSTO DA 3 AMPI VANI CON SERVIZIO CIRCA 75MQ DA € 190.000,00 3 VANI P.RIALZATO, OLTRE OPEN SPACE SEMINTERRATO: TOT.110 MQ. 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Materiale in lingua e corsi per il personale per una vera accoglienza i chiama Interculturalità e mediazione culturale il progetto di sensibilizzazione alla riduzione delle barriere culturali in ambito sanitario che rientra nel progetto internazionale ‘Ospedali per la promozione della salute’(rete Health Promoting Hospital) lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, a cui aderisce il Ca’ Granda. L’obiettivo co- S mune è di migliorare l’accoglienza del paziente straniero superando la barriera linguistica: sono molti i passi già concretizzati nei reparti, come l’utilizzo di materiale informativo multilingue, la collaborazione di mediatori culturali e specifici percorsi formativi per gli operatori. Da dove nasce la necessità di aprire le frontiere anche in ospedale? “Da anni – > CONSENSO INFORMATO spiega Luciana Bevilacqua, responsabile del progetto – il nostro ospedale registra un incremento progressivo dei flussi di pazienti stranieri che ci ha imposto una valutazione del loro impatto sull’organizzazione sanitaria. La maggior criticità è rappresentata da problemi di comunicazione e dalla non conoscenza di quegli aspetti culturali che hanno rile- vanza sulla appropriata e tempestiva valutazione dei bisogni di salute. Va sottolineato che l’immigrazione in Lombardia si connota per l’ampia varietà delle provenienze, con oltre cento paesi d’origine e relative culture, aggravando le difficoltà dei servizi socio-sanitari di entrare in contatto con questi pazienti su grandi temi come la salute, la malattia, la maternità.” > SERVIZIO PSICHIATRICO Per dire sì, oui, wěi, da Ambulatorio etnopsichiatrico In corsia moduli informativi in 12 lingue Da 8 anni l’ospedale offre assistenza psichiatrica agli stranieri l consenso informato è l’espressione della volontà del paziente che autorizza gli operatori sanitari a effettuare il trattamento (diagnostico e/o terapeutico) per il quale è stato informato. Attraverso la compilazione di un modulo o in forma verbale il paziente dichiara così di essere consapevole del proprio stato di salute e di conoscere il percorso consigliato dallo staff medico. In ospedale il modulo del consenso informato è stato tradotto in 12 lingue per avvicinarsi anche ai pazienti stranieri: conoscere ed essere informati aiuta a vivere al meglio il proprio percorso di cura in ospedale e a collaborare coi medici e gli infermieri anche se non si parla la stessa lingua.“Abbiamo riscontrato che il consenso informato non è presente in tutte le culture – spiega Luciana Bevilacqua - Da qui la necessità di tradurre i moduli in lingua. Per facilitare questo percorso informativo i medici possono avvalersi di un mediatore culturale, che può anche essere presente nel momento della acquisizione della firma”. olo nel 2007 l’Italia ha accolto, secondo dati Istat, 3,5 milioni di cittadini stranieri, di cui un quarto risiede in Lombardia. L’aumento dell’immigrazione ha reso necessario il potenziamento di strutture sanitarie e ambulatoriali dedicate a cittadini stranieri non residenti e senza fissa dimora: da oltre quindici anni la Regione Lombardia ha individuato l’Ospedale Niguarda come unico centro di riferimento psichiatrico in città per il ricovero di stranieri. “Un paziente su tre nei servizi psichiatrici del nostro ospedale appartiene a questa categoria”, conferma Leo Nahon, responsabile della Psichiatria 3. Per contribuire a dare una continuità assistenziale agli immigrati nel 2000 è nato presso l’ospedale il Centro di Consultazione Etnopsichiatrica: psicologi, consulenti, mediatori culturali e volontari lavorano per I > RICONOSCIMENTI Due Medaglie della Riconoscenza al Niguarda a prestigiosa Fondazione Fratelli di San Francesco d’Assisi, Ambrogino d’Oro del Comune di Milano nel 2002, ha premiato l’ospedale di Niguarda per il lavoro svolto da due sue strutture. Una Medaglia alla Riconoscenza è stata vinta dall’Ufficio Stranieri per la collaborazione e l’aiuto offerti nei servizi sociali, l’altra medaglia ha premiato l’Associazione STOP TBC di Villa Marelli, guidata da Luigi Codecasa, per l’efficiente programma di lotta alla tubercolosi. L S abbattere le incomprensioni accentuate da differenze linguistiche e culturali e accolgono persone che necessitano di cure psichiatriche ambulatoriali. Il servizio si è già occupato di oltre 400 soggetti, la punta di un iceberg di un numero destinato a incrementare. Conclude Nahon, “Il nostro dipartimento è mosso dalla consapevolezza che la medicina di un paese e di una città debba occuparsi anche delle categorie più deboli e fragili, per offrire loro non solo l’opportunità di cura ma anche di integrazione sociale.” > PER INFORMAZIONI Ambulatorio Etnopsichiatria tel. 02 6444.2512 [email protected] > FOTONOTIZIA Pasquale Cannatelli, direttore generale, e Luciana Bevilacqua, coordinatrice dei progetti HPH, con Rosick Azza, medico ginecologo di origine nord-africana a disposizione delle donne musulmane che si rivolgono all'ospedale. L'ambulatorio di ginecologia è aperto per loro tutti i mercoledì mattina. 13 Il Giornale di Niguarda > MALATTIE RARE Sclerosi tuberosa Colpisce organi diversi, si manifesta entro i 10 anni di età “Oggi si parla di Comwww.sclerosituberosa.it a cui si aggiungono nei primi anni di vita papule rosate plesso Sclerosi Tuberosse o violacee sulle guance e rosa perché è una sulle ali del naso e, ancora più patologia multisistetardivamente, escrescenze mica - ci spiega Emilio Brunati, direttore della dure, lisce e fastidiose attorno Neuropsichiatria delalle unghie. Anche l’apparato l’infanzia e dell’adolescheletrico può essere colpito scenza che si occupa, con lesioni pseudocistiche a liin aree dedicate, di vello delle falangi e comparsa questa rara malattia pedi grave scoliosi alla colonna vertebrale. diatrica - cioè può colUn’anomala produzione cellupire organi diversi e lare si osserva nella comparsa perciò presentarsi in dei cosiddetti tuberi corticali a forma molto variabile livello cerebrale, spesso con sintomi che intecausa di epilessia e di ritardo ressano cute, sistema mentale (nel 70% dei casi), di nervoso centrale, reni, apparato visivo e scheletrico”. Recenti lesioni retiniche nell’occhio, e di tumori studi epidemiologici riportano una preva- a encefalo, cuore e reni generalmente a lenza di un bambino colpito ogni 12.000- prognosi benigna. La terapia è selettiva per 15.000 al di sotto dei 10 anni ma si il sintomo maggiormente diffuso, perciò ipotizza una più alta incidenza della scle- comprende anticonvulsivanti per l’epilesrosi tuberosa perché forme lievi possono sia, interventi al cuore o laserterapia agli passare inosservate. La causa della pato- angiofibromi del volto. logia è un difetto genetico da cui dipende ”La malattia è ingravescente – prosegue la produzione di tuberina, una proteina Brunati – e soprattutto nelle forme più coinvolta nel processo di differenziazione gravi richiede grande impegno assistene produzione cellulare. Le lesioni alla ziale ed emotivo. I genitori dei bambini pelle sono i segnali più caratteristici della colpiti devono poter contare su centri altamalattia: compaiono già alla nascita mente specialistici per le cure e il monitochiazze ipopigmentate al tronco e agli arti, raggio della crescita del figlio. Sono importanti anche servizi territoriali sanitari e socio-educativi per > PER INFORMAZIONI riabilitazione e integrazione soNeuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza ciale e scolastica del bambino.” tel. 02 6444.3959 - [email protected] > CONVEGNI Trauma UpDate Incidenti stradali, approfondimento sulle morti evitabili con i nostri specialisti i terrà il 15 dicembre presso l’Aula Magna dell’ospedale il convegno dedicato alle procedure di intervento tempestivo per le vittime di incidenti stradali. Tra i temi affrontati, si parlerà anche di come l’attività svolta da un efficiente Trauma Team, specializzato nell’intervento tempestivo dei casi di emergenza che arrivano in pronto soccorso, sia determinante nel ridurre i decessi per incidente stradale. L’attivazione del team dedicato nel nostro ospedale, di- S > A TU PER TU COI PAZIENTI Linda A parlare della malattia questa volta non è il paziente, ma la sua mamma: perché Linda ha solo 4 anni e mezzo. Ma la bambina sa di essere malata? Linda è ancora piccola, non abbiamo ancora avuto il modo di spiegarle la sua malattia. E poi non ha ancora avuto crisi epilettiche perciò fa una vita normalissima: va all’asilo, a nuoto, gioca con gli altri. E se fa i capricci viene sgridata come tutti i bambini: io e mio marito abbiamo cercato di non metterla mai sotto la campana di vetro. Prima o poi dovrete spiegarle la sua malattia e metterla di fronte alle eventuali complicanze. Sì, so che dovremo iniziare a spiegarglielo quando inizierà le elementari e poi avvisare gli insegnanti, i compagni di classe…Ci penseremo al momento. Una cosa fondamentale che abbiamo imparato in questi anni è pensare al problema solo quando si presenta e non prima. Quando avete scoperto che la bambina era affetta da questa malattia? Al nono mese di gravidanza: tramite l’ecografia si è visto che la bambina aveva dei rabdomiomi al cuore e già quello fu un se- retto da Osvaldo Chiara, ha comportato una riduzione dei decessi per emorragia, con una gestione ottimale dei casi d’urgenza quasi ridotta a zero negli ultimi anni contro una percentuale storica di morti ritenute evitabili a Milano del 42%. Interverranno anche l’Associazione Italiana Familiari Vittime della Strada e i rappresentanti della Polizia Municipale di Milano. gnale d’allarme. La diagnosi della malattia è arrivata solo dopo la nascita, quando i medici notarono altri segnali che definivano la sclerosi tuberosa. Linda aveva un mese. Come ha reagito? Al momento non ci sembrava possibile. Ci siamo un po’ allarmati all’idea che potesse avere crisi epilettiche e problematiche psicomotorie e cerebrali. I medici ci hanno informati al meglio, ci sono stati vicini a livello psicologico e pratico e ci hanno sempre detto di non pensare al dopo perché il quadro clinico poteva evolversi in meglio. E così è stato fortunatamente. Linda ora sta bene. La situazione è stazionaria o temete dei peggioramenti? Ci hanno detto che dal punto di vista motorio e cerebrale non può peggiorare, nel senso che tutto quello che ha acquisito finora, tipo camminare e parlare, non può più perderlo. Rimane da tenere sotto osservazione perché ha dei tuberi in testa che potrebbero ingrandirsi e dare idrocefalia. Avete un’altra figlia. Come cambia il rapporto genitore-figlio di fronte alla malattia? Penso che migliori anche nei confronti della figlia maggiore. Con l’idea di non far percepire le nostre preoccupazioni alla bambina più grande io e mio marito ci siamo sempre detti di non fare differenze. Trattiamo Linda come la sorella e questo ci aiuta a crescerla da bambina non malata. Devo dire che sembra che sia andata bene. Il Giornale di Niguarda Periodico d’informazione dell’Azienda Ospedaliera Ospedale Niguarda Ca’ Granda - Milano DIRETTORE RESPONSABILE: PASQUALE CANNATELLI Coordinatore Editoriale: Monica Cremonesi In redazione: Cinzia Pozzi, Giovanni Mauri e Federico Rossi Marketing: Matteo Stocco Direzione e redazione: Piazza Ospedale Maggiore 3 20162 - Milano tel. 02 6444.2562 [email protected] Foto: Archivio Niguarda copyright Progetto grafico: Lara Angonese Stampa: STEM EDITORIALE SPA Via Brescia 22 - 20063 Cernusco sul Naviglio - Milano tel. 02.92104710 Tiratura: 30.000 copie Reg. Tribunale Milano: n. 326 del 17 maggio 2006 Pubblicità: Spada Pubblicità tel. 02.24.30.85.60 Fax 02.24.30.01.56 www.spadapubblicita.it. Pubblicato online sul sito: www.ospedaleniguarda.it 15 Il Giornale di Niguarda > REUMATOLOGIA > PROFESSIONISTI DELLA SANITÀ Mettiamo in ginocchio l’artrosi La miglior cura? Il gioco Meno errori con l’infiltrazione intra-articolare sotto guida ecografica Parliamo del terapista della neuropsicomotricità dell’età evolutiva ’introduzione di farmaci all’interno della cavità articolare è una procedura che addirittura ebbe il suo inizio circa due secoli fa. Sono stati fatti molti passi avanti, da allora, sia nella tecnica che nei prodotti somministrati. “Oggi si è molto sviluppata l’infiltrazione sotto guida ecografica, che facilita l’esecuzione, e di conseguenza, il risultato della manovra. Ormai presso la nostra struttura questa è diventata una procedura di routine”. Quella di cui ci parla Oscar Massimiliano Epis, medico della Reumatologia di Niguarda, è una tecnica non certo nuova ma in costante affinamento anche grazie alla realizzazione di apparecchi dedicati che presentano sistemi di puntamento per facilitare l’infiltrazione di acido ialuronico nell’articolazione nel trattamento clinico dell’artrosi. E’ particolarmente indicata in pazienti con sofferenza articolare del ginocchio, ma può interve- ll’interno della Neuropsichiatria Infantile il bambino con gravi disturbi dello sviluppo, autismo infantile, paralisi cerebrali viene seguito dal terapista della neuropsicomotricità che aiuta il piccolo paziente ad affrontare un armonico sviluppo psicomotorio e a prevenire disagi relazionali e di apprendimento. Questo professionista svolge la sua attività in èquipes multiprofessionali accanto al neuropsichiatra infantile, lo psicologo, il fisioterapista, il logopedista, l’assistente sociale, gli educatori e gli insegnanti di scuola. Lo strumento abitualmente utilizzato è il gioco sia nel processo diagnostico che in quello terapeutico: il modo attraverso il quale il bambino organizza l’attività ricreativa permette di analizzare aspetti del suo sviluppo quali attenzione, memoria, capacità di risolvere problemi, creatività. “Ogni percorso che si intraprende è unico – spiega Nicoletta Mannatrizio, terapista dell’ospedale – proprio perché è pensato e vissuto rispettando i tempi del bambino. In questo percorso i genitori collaborano attivamente per individuare il bisogno del bambino”. A L > PER INFORMAZIONI Reumatologia tel. 02 6444.2168 [email protected] Oscar Massimiliano Epis durante un’infiltrazione al ginocchio nire efficacemente anche su anca, mano, spalla e caviglia. “Per un buon risultato – prosegue lo specialista – è indispensabile che il farmaco venga collocato correttamente all’interno dell’articolazione: ciò si ottiene più facilmente sotto ecografia piuttosto che ‘in cieco’. Oltre a ridurre al minimo gli effetti collaterali, questa metodica rende particolarmente sicura l’infiltrazione di articolazioni, come ad esempio l’anca, difficilmente trattabili con la tecnica tradizionale.” Per diventare Terapista dell Neuropsicomotricità dell’Età Evolutiva occorre conseguire la laurea triennale presso le facoltà di Medicina e Chirurgia. > PER INFORMAZIONI Neuropsichiatria Infantile Ambulatorio, tel. 02 6444.2127 - Day Hospital, tel. 02 6444.2162 Ambulatori territoriali: via Farini 7, tel. 02 6444.5668/69 via Cherasco 5, tel. 02 6444.45448/5414 - via Ippocrate 45, tel. 02 6444.5206 > LA PAROLA ALLO SPECIALISTA Che cos'è l'artrite? Lo spiega Oscar Massimiliano Epis nfiammazione dell’articolazione. Uno dei primi bersagli della malattia è la membrana sinoviale che riveste molte articolazioni. Il disturbo compare con tumefazione articolare (ossia liquido all’interno dell’articolazione), dolore, calore, rossore, rigidità mattutina protratta, perdita della funzionalità e difficoltà di movimento. Le cause possono essere: infettive, autoimmuni, da depositi di micro-cristalli; ma anche in corso di malattie sistemiche non infettive, di neoplasie (artriti paraneoplastiche) e molte altre. I Di tutto un po’ Non basta dire artr... e esistono numerosissime forme che possono colpire bersagli diversi, con decorso clinico molto variabile. Alcune artriti prediligono il sesso femminile, altre quello maschile, altre entrambi i sessi allo stesso modo e possono insorgere in qualsiasi fascia d’età, anche nei bambini. L’area colpita spesso contraddistingue la diagnosi: le spondiloartriti interessano sempre la colonna vertebrale e talvolta anche le articolazioni periferiche. anno nome simile, ma non indicano lo stesso disturbo. L’artrosi è un fenomeno degenerativo che interessa in primo luogo la cartilagine articolare, la quale va incontro a progressivo assottigliamento. Di solito colpisce le articolazioni maggiormente sottoposte a stress meccanico e comporta, nel tempo, la formazione esuberante di accrescimenti ossei e progressiva perdita di funzionalità articolare. Esistono fattori predisponenti come famigliarità, sesso, obesità, età, attività lavorativa, stile di vita e stimoli traumatici. N H > TELETHON Appuntamento con la solidarietà ’11 e 12 dicembre 2008 l’ospedale, per il secondo anno consecutivo, aderisce all’iniziativa “GSK&Telethon insieme per la ricerca” ospitando al piano terra, ingresso principale, un info point organizzato dagli informatori scientifici di GSK per l’occasione “ambasciatori” Telethon, presso il quale sarà possibile ricevere informazioni sull’attività di ricerca per sconfiggere le malattie genetiche. A tutti i frequentatori dell’ospedale verrà offerta l’opportunità di L contribuire in prima persona attraverso le “Telethon Card” per sostenere la ricerca. Il nostro ospedale, insieme a soli altri otto in Italia, ha scelto di scendere in campo a fianco dei ricercatori Telethon e degli informatori GSK per fare un grande gioco di squadra contro malattie genetiche come l’amaurosi congenita di Leber (una grave forma di cecità ereditaria) e la malattia di Charcot Marie Tooth (neuropatia ereditaria) per le quali sono già in atto studi clinici che aprono prospettive incoraggianti. Buon Natale e Fe l i c e 2 0 0 9 !